1
CAPITOLO 1
LE FONTI DI ENERGIA RINNOVABILE
1.1 Le energie rinnovabili
Sono dette energie rinnovabili (o anche fonti di energia rinnovabile)
le fonti di energia non soggette ad esaurimento. (D. Coiante, 2004)
La normativa italiana considera fonti di energia rinnovabili il sole, il
vento, le risorse idriche, le risorse geotermiche, le maree, il moto ondoso
e la trasformazione in energia elettrica dei prodotti vegetali o dei rifiuti
organici e inorganici1. Per definizione sono esclusi da questa categoria
tutti i combustibili fossili (carbone, gas naturale, petrolio) poiché soggetti
ad esaurimento ed anche l'energia nucleare.
Secondo quanto previsto dalla definizione di energie rinnovabili
potremmo dire che se i combustibili fossili riuscissero a formarsi più
velocemente o almeno alla stessa velocità del loro utilizzo, rientrerebbero
anch’essi tra le fonti rinnovabili, ma dato che la velocità di
fossilizzazione della biomassa richiede periodi di tempo eccessivamente
lunghi, devono per forza di cose essere classificati tra le fonti esauribili.
Il concetto base con cui si affronta il tema delle fonti rinnovabili è
dunque quello di essere disponibili anche nel lungo termine, essere cioè
inesauribili. Questo crea una certa continuità con le generazioni future
che attualmente le fonti non rinnovabili non riescono a garantire, creando
invece uno scompenso tra utilizzo attuale ed utilizzo futuro.
1 DECRETO LEGISLATIVO 16 marzo 1999, n. 79
LE FONTI DI ENERGIA RINNOVABILE
2
Tale problema vincola la nostra generazione a ricercare un regime
energetico fondato su fonti che garantiscano uno sviluppo sostenibile.
Lo sfruttamento incontrollato di fonti energetiche non rinnovabili
ha, infatti, causato gravi alterazioni climatiche ed inoltre mette in dubbio
un loro impiego anche nel futuro prossimo, costringendo le generazioni
che verranno, e non solo, a dover affrontare una difficoltà a cui
evidentemente non è stata data la dovuta importanza. L’attualità del
problema rende necessaria una strategia chiara e tempestiva in modo da
arginare i danni e superare questo ostacolo senza compromettere la
crescita, la quale è spesso considerata più importante rispetto al problema
ambientale di cui stiamo trattando.
Come sappiamo il legame tra crescita e risorse energetiche è
molto forte, questi due fattori sono strettamente correlati e ciò
rappresenta uno dei principali freni all’attuazione di politiche volte a
tutelare l’ambiente ed a ridurre l’inquinamento, che come si è visto,
hanno inciso notevolmente anche sulle decisioni relative
all’approvazione del protocollo di Kyoto ed alle condizioni restrittive che
questo stabilisce nei confronti dei paesi aderenti.
Tornando alle fonti di energia rinnovabile, è noto che molte di
esse derivano dai flussi di radiazioni solari in arrivo nell’atmosfera.
Difatti la radiazione solare ha origine dal consumo di combustibile
nucleare nel sole e, poiché questa risorsa è estremamente grande, a tutti i
fini pratici possiamo considerare la fonte solare come inesauribile. (D.
Coiante, 2004)
CAPITOLO 1
3
Fig. 1.1 – Rappresentazione schematica del flusso dell’energia solare e
delle sue trasformazioni nelle diverse fonti rinnovabili.
Fonte: D. Coiante, Le nuove fonti di energia rinnovabile, 2004, p. 67
Dobbiamo ricordare inoltre che vi sono fonti di energia alternativa
non derivanti dal sole né direttamente né indirettamente, e sono la
geotermia che sfrutta il calore interno della terra e la produzione di
biogas da rifiuti solidi.
La quantità assoluta di energia che giunge dal sole sulla terra è
elevatissima. La terra assorbe 1 miliardo di kWh all’anno di energia
ATMOSFERA TERRESTRE
VENTO RADIAZIONE TRASMESSA
PIOGGIA
Energia eolica
Energia termica e
termoelettrica
Energia fotovoltaica
Energia da biomasse
Energia idraulica e
idroelettrica
SUOLO
RADIAZIONE SOLARE
LE FONTI DI ENERGIA RINNOVABILE
4
solare, cioè circa 90 milioni di Mtep. Confrontando l’apporto energetico
fornito dal sole con il fabbisogno odierno dell’umanità, che è di circa
10.000 volte inferiore, è chiaro come l’uomo sfrutti attualmente solo una
piccolissima parte di tale energia. (D. Coiante, 2004)
Secondo questi dati possiamo affermare quindi che le fonti rinnovabili
rappresentano attualmente l’unica opzione reale e praticabile per
aggredire il problema della CO2, garantendo una risposta sicura
all’accumulo di questa sostanza nell’atmosfera. (P. Menna, 2003)
Ciò nonostante dobbiamo ricordare che non tutta l’energia solare che
arriva sulla terra è direttamente fruibile.
L’effettiva disponibilità di energia solare la possiamo misurare, in quanto
essa è proporzionale alla superficie terrestre. Le terre emerse, rispetto
alla superficie totale, costituiscono il 29,2% ed ammontano a ben 149
milioni di Km2, dei quali solo 90 milioni sono considerati abitabili.
Mediamente l’irraggiamento solare è di circa 1500 kWh/m2 all’anno2,
dato caratteristico delle terre abitabili che indica come l’energia solare
effettivamente disponibile al suolo per gli esseri viventi è pari a 11,6*106
Mtep/anno, cioè, circa 1.200 volte più grande del fabbisogno attuale di
energia mondiale. (D. Coiante, 2004)
La quantità di energia solare che arriva sulla terra è comunque
enorme, ma ha il difetto di essere poco concentrata, nel senso che è
necessario raccogliere energia da aree molto vaste per averne quantità
significative, ed inoltre è piuttosto difficile da convertire in energia
comodamente fruibile con efficienze tollerabili. Per il suo sfruttamento
occorrono in genere impianti di costo elevato che rendono l'energia
solare notevolmente costosa rispetto ad altri metodi di generazione
dell'energia.
2 I calcoli sono effettuati dall’ENEA, ed il valore medio indica l’irraggiamento solare nelle regioni climatiche temperate.
CAPITOLO 1
5
Lo sviluppo di tecnologie che possano rendere economico l'uso
dell'energia solare appartengono ad un settore della ricerca molto attivo
ma che, per adesso, non ha avuto effetti rivoluzionari in grado di
permettere la completa sostituzione delle energie convenzionali o
quantomeno una loro significativa riduzione. Negli ultimi decenni si è
comunque giunti a risultati accettabili, considerando il fatto che la ricerca
è riuscita in pochi anni a raggiungere livelli di innovazione molto
interessanti, lasciando presagire nuove importanti scoperte che
potrebbero rendere le energie rinnovabili economicamente convenienti
anche in un futuro relativamente prossimo.
Passiamo adesso ad analizzare più nel dettaglio le principali fonti di
energie rinnovabili che risulteranno fondamentali per l’analisi che
andremo a compiere nei successivi capitoli, dove cercheremo di
individuare tra le fonti alternative quella che consente di ottenere oltre ai
maggiori benefici ambientali, anche i maggiori benefici economici, così
da risultare la più conveniente da implementare, e dunque quella su cui
investire, da parte di un soggetto economico. Lo scopo di questo lavoro è
appunto quello di riuscire a stabilire la fonte di energia rinnovabile che,
una volta valutate tutte le variabili, riesce attualmente a garantire la più
alta redditività in termini di ritorno di investimento.
1.2 Le principali fonti di energie rinnovabili
L’analisi che segue è specificatamente orientata a descrivere le fonti
di energie rinnovabili che sono più utili al nostro percorso, senza andare
a considerare altre fonti, che sono comunque molto importanti, ma che
risultano avere una significatività marginale rispetto allo scopo di questo
lavoro, il quale è orientato essenzialmente a valutazioni di carattere
imprenditoriale e più nel dettaglio ad esaminare il segmento della piccola
LE FONTI DI ENERGIA RINNOVABILE
6
e media impresa, portando a trascurare quelle fonti che necessitano di
ingenti investimenti iniziali. Viene pertanto escluso l’idrogeno, le maree,
il moto ondoso ed inoltre la termovalorizzazione.
Si è preso in esame le “fonti di energia rinnovabile” che possono dunque
interessare più da vicino la realtà in cui viviamo, e che sono:
1. ENERGIA SOLARE, energia termica o elettrica prodotta sfruttando
l’energia irraggiata dal sole;
2. ENERGIA EOLICA, energia elettrica (o meccanica) derivante dalla
conversione dell’energia cinetica del vento;
3. ENERGIA DA BIOMASSE, calore e/o elettricità derivante dalla
trasformazione delle piante e dei prodotti agricoli;
4. ENERGIA IDROELETTRICA, energia cinetica dell’acqua
trasformata in energia meccanica;
5. ENERGIA GEOTERMICA, sfruttata per la produzione di energia
elettrica, proveniente dalla struttura terrestre.
La descrizione di ciascuna tipologia di Fer3, termine a cui ricorreremo
spesso per parlare di fonti di energie rinnovabili, è sicuramente un
metodo scolastico di introdurre l’argomento di cui andremo a trattare, ma
anche un’opportunità per riuscire a capire brevemente cosa sono, da dove
provengono e come sono riuscite a svilupparsi nel tempo fino a
raggiungere il ruolo di principale alternativa alle cosiddette energie
convenzionali, cioè i combustibili fossili.
3 Acronimo di fonti di energia rinnovabili.
CAPITOLO 1
7
1.2.1 ENERGIA SOLARE
L’energia solare è una fonte di energia, di natura termica o elettrica, che
viene prodotta mediante lo sfruttamento diretto dell’energia sprigionata
dal sole verso la terra. (G. Santoprete, 1988)
L’energia solare di cui stiamo trattando è quella che proviene
direttamente dal sole; come si è visto, infatti, le energie rinnovabili
derivano in misura prevalente dal sole sia direttamente che
indirettamente. Ci occuperemo delle energie che derivano in modo
indiretto dal sole nei prossimi paragrafi.
Il sole è in grado di trasmettere sulla terra, mediante irradiazione, circa
1367 watt per metro quadrato ogni secondo. Tenendo conto del fatto che
la terra è una sfera e che oltretutto ruota, l’irraggiamento solare sulla
superficie terrestre è, alle latitudini europee, di circa 200 watt/ m².
(www.wikipedia.it)
Grafico 1.2 – Mappa solare
Fonte: http://www.ez2c.de/ml/solar_land_area
LE FONTI DI ENERGIA RINNOVABILE
8
L’energia solare è la fonte di energia più diffusa sulla terra, essa è
rinnovabile, inesauribile, gratuita ed è presente in quantità
abbondantemente superiore rispetto al fabbisogno energetico mondiale
attuale. A livello mondiale, infatti, lo sfruttamento della fonte solare è
ancora modesto se confrontato con il consumo energetico dell’uomo,
infatti oggi utilizziamo solo una ridottissima parte dell’enorme quantità
di energia che ci perviene dal sole e il cammino da percorrere è ancora
lungo per ottenere il massimo rendimento di questa fonte.
Lo sfruttamento del’energia derivante dal sole ha caratterizzato la vita
economica e sociale di tutte le civiltà di ogni tempo. L’energia solare, sia
nella forma diretta che indiretta, cioè delle biomasse, del vento e
dell’acqua che scende a valle, è stata la sola a sostenere lo sviluppo delle
società umane. (J. Perlin, 2000)
L’uomo ha da sempre riposto nel sole speranze, bisogni di sicurezza e
prosperità usando la sua energia come fonte di calore e di luce.
Fin dall’antichità, infatti, si possono individuare tecniche per l’uso
dell’energia solare. Solo negli ultimi 50 anni, però, queste tecniche
hanno assunto un’importanza tecnologica tale da consentire uno
sfruttamento moderno ed interessante dal punto di vista della quantità di
energia ricavabile e disponibile per gli esseri umani. Questo sviluppo ha
permesso una rapida diffusione e un’applicazione su larga scala di tali
tecnologie che hanno portato a modificare radicalmente il modo di vivere
e di lavorare. (J. Perlin, 2000)
Queste nuove tecnologie vanno ad implementare le caratteristiche sovra
citate possedute dall’energia solare, rendendo tale fonte la principale
protagonista nel processo di sostituzione delle fonti esauribili ed
inquinanti.
Come sappiamo è sicuramente prioritario porre rimedio al
pericoloso inquinamento del pianeta, occorre a tal fine ridurre le
CAPITOLO 1
9
emissioni inquinanti e orientare i consumi energetici verso un modello di
sviluppo sostenibile, che avvantaggi le fonti rinnovabili ed in particolare
lo sfruttamento dell’energia solare.
Le difficoltà energetiche e soprattutto ambientali necessitano di un
cambiamento radicale nel modo di produrre e utilizzare le merci. È ormai
evidente che se l’uomo vuole continuare a sostenere lo sviluppo
economico ed il progresso deve, direttamente o indirettamente, orientare
il suo impegno sullo sfruttamento della fonte di energia solare,
impegnandosi ad adottare su larga scala le tecnologie esistenti e
ricercarne altre maggiormente efficienti per lo sfruttamento. (G.
Santoprete, 1988)
Ciò nonostante vi sono alcune problematiche che presenta
l’energia solare e che hanno fino ad ora influenzato negativamente
questo processo di avvicendamento con le fonti convenzionali. Sulla
terra la disponibilità della fonte solare mostra variazioni giornaliere e
stagionali che ci sono molto familiari; tale disponibilità, inoltre, è
influenzata in modo significativo dalle condizioni meteorologiche. (P.
Menna, 2003)
Queste complessità creano dei limiti all’utilizzo dell’energia solare come
alternativa ai combustibili fossili, infatti essa non può, quantomeno
attualmente, sostituire quella prodotta con i combustibili fossili, ma può
solo integrare efficacemente il fabbisogno energetico4.
Detto questo vediamo come si identificano le fonti dirette di
energia solare. Le tecnologie per lo sfruttamento diretto dell’energia
solare si distinguono essenzialmente in “passive” e in “attive”. I sistemi
solari passivi sfruttano spontaneamente l’energia termica derivante dal
sole, senza alcun apparecchio speciale. Questa tipologia di sfruttamento
si basa in particolare sulle caratteristiche possedute da un edificio, come i 4 Rimandiamo al prossimo capitolo l’analisi approfondita delle problematiche di sfruttamento a
fini energetici della fonte solare.
LE FONTI DI ENERGIA RINNOVABILE
10
muri, l’utilizzo di materiali che ottimizzano tale uso (come ad esempio il
vetro), la forma architettonica e l’esposizione. I sistemi attivi invece
ricorrono all’impiego di opportuni impianti per ottenere in maniera
forzata i trasferimenti di energia. (G. Santoprete, 1988)
Le due principali tecnologie “attive” che sfruttano l’energia irradiata dal
sole per produrre energia sono:
- SOLARE TERMICO, ottenuta dalla conversione termica della
radiazione solare
- SOLARE FOTOVOLTAICO, derivata dalla conversione diretta
della radiazione solare in elettricità
Lo sfruttamento dell’energia solare è evidentemente più interessante
per quei paesi che sono maggiormente esposti alla luce solare. La fascia
equatoriale in primis, ma anche le zone temperate, rappresentano la
collocazione ideale per massimizzare la produzione di energia termica ed
elettrica. Come abbiamo visto anche dalla “mappa solare” (grafico 1.2),
l’esposizione ai raggi solari consente ai paesi maggiormente esposti di
poter beneficiare in maggior misura di questa fonte.
Ciò non va però di pari passo con la diffusione degli impianti (termici e
fotovoltaici). In Europa, i paesi che si affacciano sul mediterraneo sono
quelli che riescono meglio di altri a raggiungere temperature più alte ed a
godere di più delle radiazioni solari, nonostante questo lo sfruttamento
dell’energia solare per il calore è superiore nei paesi del Nord-Europa,
con la Germania in testa, seguita dall’Austria, e solamente al terzo posto
troviamo un paese appartenente all’Europa Mediterranea, e cioè la
Grecia.
CAPITOLO 1
11
Per quanto riguarda invece il fotovoltaico la situazione cambia, anche se
al primo posto come potenza installata al 2006 troviamo ancora la
Germania, seguita da Spagna e Italia5.
� SOLARE TERMICO
Il grado di diffusione del solare termico, relativamente al 2006, è stato
maggiore rispetto alle previsioni. In Italia si sono raggiunte quote di
installazioni vicine a quelle di Francia e Spagna. Risultano installati al
2006 circa 130 MWth6, con un volume di circa 186.000 metri quadrati di
collettori. L’Italia rappresenta comunque il quinto paese a livello europeo
per potenza installata, preceduto dalla Germania, che detiene una potenza
installata di 5,6 GWth, pari a circa il 50% del totale; dall’Austria con il
10%, dalla Grecia con l’8%, Francia il 7%, e appaiata alla Spagna al 6%.
Fig. 1.3 - Contributi al mercato europeo del solare termico nel 2006
DE
50%
AT
10%
GR
8%
FR
7%
IT
6%
ES
6%
CY
2%
UK
2%
CH
2%
Others
7%
EU27 plus Switzerland, market in 2006
DE
AT
GR
FR
IT
ES
CY
UK
CH
Others
Fonte: Rielaborazione da ESTIF - European Solar Termal Industry Federation
5 Dati Observ’ER, osservatorio delle energie rinnovabili.
6 Megawatt termici.
LE FONTI DI ENERGIA RINNOVABILE
12
A livello mondiale è la Cina il principale attore in riferimento alla
capacità installata, con ben 67,7 GWth. L’Europa detiene il 12,8% del
totale, seguita da Turchia 6,3% e Giappone 4,5%; mentre gli altri paesi,
tra cui gli USA, ne possiedono una quota piuttosto marginale rispetto a
quelli appena citati.
Grafico 1.4 – Capacità installata a livello mondiale al 2006
Fonte: Renewables 2007 Global Status Report
Anche in riferimento alle nuove installazioni, relative al 2006, la Cina ha
ancora una forza maggiore nei confronti di tutti gli altri paesi, i quali
mantengono pressoché inalterata la loro capacità aggiuntiva. Questa nel
2006 è stata di circa 18 GWth, di cui soltanto la Cina ne ha installati ben
13,5 GWth.
SOLARE TERMICO – Capacità installata a livello mondiale al 2006
CAPITOLO 1
13
Grafico 1.5 – Capacità aggiuntiva installata al 2006
Fonte: Renewables 2007 Global Status Report
In Europa le previsioni dell’ESTIF prevedono per il 2007 una lieve
flessione riguardo alle nuove installazioni, soprattutto a causa della
diminuzione di nuove installazioni nel principale mercato europeo, la
Germania, la quale per diversi fattori, come la riduzione dei fondi
incentivanti e la diminuzione di costruzioni edilizie dopo il boom post-
riunificazione, ha avuto un declino, anche se si prevede per il 2008 una
ripresa del mercato in virtù di una nuova crescita di incentivi al solare
termico. Sono in crescita, invece, gli altri paesi europei, in particolare
Spagna, Francia e Italia, ed anche per il 2008 si prevede un consistente
contributo all’aumento di capacità installata.
� SOLARE FOTOVOLTAICO
Riguardo al FV possiamo notare come a livello mondiale vi sia stato un
incremento di capienza pari a 1,5 GW durante il 2006, un aumento del
SOLARE TERMICO – Capacità aggiuntiva installata nel 2006
LE FONTI DI ENERGIA RINNOVABILE
14
15% rispetto all’anno precedente, che ha portato il totale installato a 5,7
GW7.
Il paese più attivo è la Germania, seguita dal Giappone e USA. Sono
infatti questi tre paesi ad aver apportato il maggior contributo
all’incremento di potenza installata.
Grafico 1.6 – Capacità fotovoltaica installata a fine 2006
AUS
1,2%AUT
0,4%
CAN
0,4%CHE
0,5%DNK
0,1%
DEU
50,3%
ESP
2,1%
FRA
0,8%
GBR
0,2%
ISR
0,0%
ITA
0,9%
JPN
30,0%
KOR
0,6%
MEX
0,3%
NLD
0,9%
NOR
0,1%
SWE
0,1%US
11,0%
Capacità FV installata a fine 2006
AUS
AUT
CAN
CHE
DNK
DEU
ESP
FRA
GBR
ISR
ITA
JPN
KOR
MEX
NLD
NOR
SWE
US
Fonte: Rielaborazione da http://www.iea-pvps.org
I tre paesi principali (Germania, Giappone e U.S.A.) rappresentano più
del 90% della capienza FV installata in tutto il mondo.
A livello europeo la Germania raggiunge da sola il 90% della
potenza installata, mentre in Italia alla fine del 2006 si è ottenuto un
7 Dati IEA: International Energy Agency.
CAPITOLO 1
15
incremento annuale di 12,5 MW, che porta il paese ad una potenza
installata pari a 50 MW.
Grafico 1.7 – Capacità fotovoltaica installata in Europa, 2006
Fonte: EurObserv'ER 2007
I dati più aggiornati forniti dal GSE mostrano in Italia un ulteriore
incremento di installazione che porta nel 2008 ad avere 83 MW, con un
incremento notevole rispetto agli anni precedenti. Sicuramente sono stati
fatti enormi passi avanti negli ultimi anni, anche se per essere
considerato “il paese del sole” si trova ancora molto indietro rispetto ad
altri che pur avendo una localizzazione sfavorevole, per quanto riguarda
l’esposizione al sole, hanno puntato con maggior decisione sul
fotovoltaico.
1.2.2 ENERGIA EOLICA
L’energia eolica è il prodotto della conversione dell’energia
cinetica del vento in energia meccanica e quindi in energia elettrica. La
Capacità FV installata in Europa, 2006
LE FONTI DI ENERGIA RINNOVABILE
16
fonte eolica ha origine dal riscaldamento disomogeneo della superficie
terrestre da parte del sole, dalla irregolarità della superficie della terra e
dalla sua rotazione. Per effetto dell’inclinazione dell’asse terrestre si
creano aree della superficie terrestre irraggiate in modo irregolare che
generano grandi masse d’aria in movimento. Il movimento di queste
masse d’aria provoca un gigantesco motore meteorologico globale, il
quale è dovuto essenzialmente alla differenza di irraggiamento sulla
superficie terrestre, che dà origine nelle zone più irraggiate a masse di
aria calda, mentre in quelle meno irraggiate a masse di aria fredda. Le
zone più irraggiate sono evidentemente quelle più vicine all’equatore,
mentre le più fredde sono quelle in corrispondenza dei poli.
I venti sono generati dal trasferimento delle masse d’aria dall’equatore ai
poli e viceversa, da cui hanno origine le principali tipologie di correnti.
(L. Pirazzi, 2004)
L’uomo ha impiegato la sua forza sin dall’antichità. La spinta
dell’aria in rapido movimento è stata sfruttata per navigare, per muovere
le pale dei mulini utilizzati con lo scopo di macinare i cereali, per
spremere olive e per pompare l’acqua. Quindi la tecnologia eolica è
molto antica, ma solo da pochi decenni l’energia eolica viene impiegata
per produrre elettricità. In Europa si diffuse principalmente nei paesi più
ventosi del Nord, soprattutto in Olanda, mentre nei paesi mediterranei si
diffuse in modo omogeneo, ma assunse un’importanza marginale. (D.
Coiante, 2004)
Lo sviluppo e la diffusione dell’energia eolica, come in generale
delle altre Fer, è dovuto principalmente alla crisi petrolifera del 1979 e,
in anni più recenti, alla situazione climatica globale. In questo contesto
l’eolico, attraverso i moderni mulini a vento (aerogeneratori), assume un
ruolo di primo piano nel sostituire le fonti convenzionali basate sui
combustibili fossili, principale causa dell’inquinamento atmosferico e del
CAPITOLO 1
17
crack del 79, e nel soddisfare il fabbisogno mondiale di elettricità. Lo
sviluppo più grande per quanto riguarda i moderni aerogeneratori si è
avuto proprio intorno agli anni ’80, dove le nuove conoscenze
aerodinamiche sviluppate nel settore aeronautico sono state
implementate ed adattate per la progettazione e lo sviluppo dei nuovi
profili alari delle pale che contraddistinguono, in termini di efficienza, i
moderni impianti eolici. (D. Coiante, 2004)
I moderni mulini a vento sono chiamati aerogeneratori8, il cui
principio di funzionamento è lo stesso dei mulini a vento: il vento che
spinge le pale. Ma nel caso degli aerogeneratori il movimento di
rotazione delle pale viene trasmesso ad un generatore che produce
elettricità.
A decorrere dagli anni ottanta, le dimensioni degli aerogeneratori e la
loro potenza e affidabilità hanno avuto una crescita continua, mentre la
loro diffusione è aumentata con un andamento pressoché esponenziale:
l’Europa, soprattutto in virtù del contributo di Danimarca, Germania e
Spagna, è in posizione dominante, sia in termini di mercato che di
sviluppo tecnologico.
La potenza eolica connessa alla rete elettrica nel mondo ha già
superato i 94.000 MW, facendo evitare annualmente l’emissione di 122
milioni di tonnellate di CO2, con una crescita del 30% rispetto al 2006,
corrispondente a un investimento di oltre 70 miliardi di euro e ad una
produzione di oltre 150 TWh9. Oggi il giro d’affari del mercato
mondiale annuale dell’eolico è stimato in 25 miliardi di euro.
(www.ansa.it)
8 Sistema costituito dall’accoppiamento di un motore eolico con un generatore elettrico. Il primo converte l’energia del vento nell’energia meccanica di un asse rotante; il secondo converte l’energia meccanica in energia elettrica. 9 Il terawattora (simbolo TWh) è un multiplo del wattora (Wh) ed equivale a 1.000.000.000.000 Wh (1012 Wh).
LE FONTI DI ENERGIA RINNOVABILE
18
Tavola 1.8 - Totale capacità installata al 2007 (MW)
0
20.000
40.000
60.000
80.000
100.000
1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007
7.4759.663
13.696
18.039
24.320
31.164
39.290
47.693
59.055
74.153
93.849
Fonte: Rielaborazione da WWEA – World Wind Energy Association
Gli Stati Uniti hanno avuto nel 2007 una crescita impressionante,
circa 5,2 Gw di nuova potenza installata, il doppio del 2006, con un
investimento pari a 6 miliardi di dollari. Con 16,8 GW eolici di potenza
totale, si prevede che gli Stati Uniti possano superare già nel 2009 la
Germania, oggi il principale mercato nazionale. Seguono in graduatoria
la Spagna (3,5 Gw) e la Cina (3,4 Gw) che ha avuto un incremento del
156% in un anno.
L’Europa resta, comunque, leader del mercato eolico mondiale con oltre
57 Gw a fine 2007 (61% del totale), di cui poco più di 1 GW sono
offshore. (www.iea.org)
CAPITOLO 1
19
Tavola 1.9 - Capacità installata al 2007 e il suo incremento
Fonte: WWEA – World Wind Energy Association
La crescita nel vecchio continente è stata di 8,5 GW, cioè il 17% in più
rispetto al 2006. Anche l’Italia ha beneficiato di questo trend positivo
raggiungendo oltre 600 MW di nuove installazioni, con una crescita del
28,7% rispetto all’anno precedente. (www.qualenergia.it)
La potenza eolica presente in Europa eviterà circa 90 milioni di
tonnellate di CO2 l'anno e produrrà 119 TWh in un anno di vento medio,
pari al 3,7% della domanda elettrica europea. Nel 2000 meno dello 0,9%
della domanda elettrica europea veniva soddisfatta dall’energia del
vento.
Il raggiungimento di questi risultati è dovuto primariamente alla notevole
affidabilità degli aerogeneratori e ai bassi costi con cui si è riusciti a
produrre energia elettrica, i quali si sono ridotti di un ordine di grandezza
negli ultimi venticinque anni e si apprestano a raggiungere la
competitività con quello delle fonti tradizionali. Dopo l’idroelettrico
LE FONTI DI ENERGIA RINNOVABILE
20
tradizionale, infatti, l’eolico è la seconda fonte rinnovabile che è riuscita
a conseguire la competitività del costo di produzione del kWh nei siti
con adeguate caratteristiche anemometriche10. (L. Pirazzi, 2004)
Da questo punto di vista, si trovano molto avvantaggiate le regioni
ventose del Nord Europa, le quali sono anche le più attive
nell’installazione di impianti eolici.
In Italia lo sfruttamento economico è limitato essenzialmente alle regioni
del sud Italia, in particolare Campania, Puglia, Abruzzo, Molise,
Calabria, Sicilia e Sardegna, mentre al nord le zone maggiormente
sfruttabili sono quelle montuose, lungo i crinali e gli altopiani
dell’Appennino.
10 Siti in cui la forza del vento raggiunge una forza considerata accettabile.
CAPITOLO 1
21
Figura 1.10 – Mappa indicativa della velocità media annua del vento a 50 m s.l.t.
Fonte: Atlante eolico prodotto dalla Ricerca di sistema. www.ricercadisistema.it
LE FONTI DI ENERGIA RINNOVABILE
22
È soprattutto al sud che sono diffuse le wind farms11, la
“coltivazione” di queste zone è infatti già attiva e la crescita cumulata
della potenza installata è di tipo esponenziale.
La diffusione delle “fattorie del vento”, non solo in Italia, ma a
livello mondiale, porta con se notevoli benefici in quanto la produzione
di elettricità pulita provoca una riduzione di emissioni di carbonio e,
quindi, il rispetto del Protocollo di Kyoto. Ma mentre da questo punto di
vista le wind farms sono considerate in maniera positiva, dal lato
opposto, la loro eccessiva proliferazione nelle zone di pregio
paesaggistico sta producendo un’accesa contestazione da parte dei
cittadini riuniti in comitati12 e in alcune associazioni ambientaliste e
istituzioni culturali, soprattutto in quelle zone che possiedono innegabili
pregi ambientali.
L’inadeguatezza della normativa esistente per l’insediamento delle
centrali eoliche contribuisce ulteriormente ad alimentare l’atmosfera di
contrapposizione, anche se le disposizioni in materia stanno cercando,
dove applicate, di ridurre la discrezionalità e quindi gli impatti
ambientali.
La strategia adottata da alcuni paesi, primi fra tutti Germania e
Danimarca, è stata quella di ricorrere ad impianti di dimensioni sempre
più elevate al fine di superare gli ostacoli relativi all’individuazione di
nuovi siti ed all’ottenimento delle concessioni da parte dei vari governi,
tra cui quello italiano, visto il suo enorme patrimonio culturale.
Per il futuro prossimo si prevede un ruolo ancora di primo piano
per questa fonte di energia, grazie in particolare alla sua competitività del
costo di produzione del kWh, che come abbiamo detto lo rende
economicamente molto interessante anche se, viste le considerazioni
11 Insieme di aerogeneratori collegati insieme formano le wind-farm, “fattorie del vento”, che sono delle vere e proprie centrali elettriche. 12 In Toscana è molto attivo il Comitato nazionale del paesaggio.
CAPITOLO 1
23
fatte in precedenza e che vedremo più approfonditamente nel prossimo
capitolo, con qualche ostacolo al suo sviluppo rappresentato in
particolare da tutti coloro che spesso, mediante comitati ed
organizzazioni, si oppongono ad una diffusione ritenuta “incontrollata”
delle cosiddette wind farms.
Il potenziale dell’eolico è impressionante, a seconda degli studi varia dai
20.000 ai 50.000 TWh, nettamente superiore rispetto al fabbisogno
elettrico nazionale (circa 300 TWh) e superiore addirittura di quello
mondiale (15.000 TWh). (Pietro Menna, 2003)
A ciò si aggiunge un’altra possibilità di applicazione,
rappresentata dal c.d. eolico off-shore, impianti fuori costa.
Figura 1.11 – Parco eolico off-shore
Fonte: International Solar Energy Society – www.isesitalia.it
L’eolico in mare offre notevoli vantaggi, e molti paesi europei
stanno puntando fortemente su questa nuova opportunità di utilizzo della
fonte eolica. Molto attivi sono la Germania, che si doterà di circa 1.400
MW, il Regno Unito 900 MW, la Danimarca 300 MW e l’Irlanda 450
LE FONTI DI ENERGIA RINNOVABILE
24
MW. In Italia la situazione è ancora di stallo, anche se qualcosa si sta
muovendo negli ultimi tempi. Si valuta che in Europa si avrà un
incremento complessivo della potenza eolica off-shore di circa 4.000
MW nel 2008. (P. Menna, 2003)
L’energia eolica è inoltre sfruttabile anche in impianti remoti13,
questo consente di aumentare le opportunità di impiego, andando a
servire alcune zone che, per conformazione geografica, sono
difficilmente raggiungibili dalla rete elettrica, come ad esempio alcune
isole, ma che godono di una forza del vento notevole e quindi
particolarmente indicate per sfruttare questa tipologia di fonte energetica.
Questa modalità applicativa può essere particolarmente indicata anche
per i paesi in via di sviluppo, in modo consentirgli un accesso economico
all’energia elettrica. In tal caso, sono però necessari sistemi di accumulo
dell’energia che presentano ancora oggi costi molto elevati e notevoli
problemi di efficienza. Resta comunque il fatto che riuscire ad ottenere
ulteriori miglioramenti, in particolare relativi alla riduzione del costo di
produzione del kWh, può rappresentare una valida soluzione per i paesi
in via di sviluppo al problema della fornitura di energia elettrica in
determinate area in cui ancora non è presente. (P. Menna, 2003)
1.2.3 ENERGIA DA BIOMASSE
La biomassa rappresenta tutto ciò che ha matrice organica. Con
questo termine si intende qualunque tipo di sostanza organica derivata
direttamente o indirettamente dall’attività foto sintetica delle piante. La
biomassa è la forma più sofisticata di accumulo dell’energia solare.
Tale accumulo è realizzato mediante il processo di fotosintesi, nel quale
le piante, durante la loro crescita, convertono l’energia derivante dal sole
13 In regioni non servite dalle reti elettriche.
CAPITOLO 1
25
in materia organica. Come sappiano la fotosintesi clorofilliana è alla base
della vita sul nostro pianeta, questa permette alle piante di produrre
biomasse dalla combinazione tra acqua, anidride carbonica14 e sostanze
nutritive. (L. Rubini, C. Cacace, 2004)
Il processo fotosintetico ha dunque come risultato finale la
trasformazione di energia luminosa in energia chimica, che si realizza
grazie alla clorofilla, la quale attraverso la radiazione del sole assorbe
fotoni e fornisce energia chimica nei prodotti finali.
La funzione delle piante è indubbiamente vitale, queste producono
ossigeno, che viene liberato come prodotto di scarto, ed eliminano parte
dell’anidride carbonica dall’atmosfera. Ciò le porta ad avere un elevato
valore ambientale visto che la CO2 è la principale causa dell’effetto serra.
Inoltre il contributo che apportano le biomasse all’effetto serra per la
produzione di energia è estremamente ridotto, in quanto la CO2 emessa
nei processi di conversione è pari a quella assorbita durante la crescita
delle piante.
14 Spesso indicata come CO2
LE FONTI DI ENERGIA RINNOVABILE
26
Fig. 1.12 - Emissioni di carbonio da biomasse
Fonte: www.itabia.it
CAPITOLO 1
27
A differenza di quanto avviene, invece, nel processo di produzione di
energia da fonti fossili, le quali apportano un contributo notevole alle
emissioni di gas ad effetto serra.
Fig. 1.13 - Emissioni di carbonio da fonti tradizionali.
Fonte: www.itabia.it
LE FONTI DI ENERGIA RINNOVABILE
28
Sono indicate, in generale, come biomasse:
- tutti i prodotti delle coltivazioni agricole e della forestazione;
- i residui delle lavorazioni agricole e gli scarti dell’industria
alimentare;
- le alghe;
- tutti i prodotti organici derivanti dall’attività biologica animale;
- componente organica dei rifiuti solidi urbani.
Alcune di queste fonti, come la legna, non necessitano di subire
lavorazioni particolari, altre, come ad esempio gli scarti vegetali o i
rifiuti solidi urbani devono subire processi di trasformazione quali: la
digestione anaerobica, fermentazione alcolica, etc. (P. Menna, 2003)
È interessante fare una prima distinzione in seno alle biomasse, quella
tra:
- biomassa vegetale, rappresenta la biomassa che deriva
direttamente dall’attività di fotosintesi clorofilliana, in quanto,
insieme all’ossigeno, è il risultato di detta attività svolta dalle
piante;
- biomassa animale, rappresenta invece la biomassa derivata
indirettamente dalla fotosintesi clorofilliana, in quanto è quella
parte di biomassa che, attraverso le catene alimentari degli
animali, passa dal mondo vegetale a quello animale.
(www.energialab.it)
In base alla loro origine, possiamo suddividere le biomasse vegetali in
quattro categorie:
- residui forestali e dell’industria del legno, derivano dagli
interventi di manutenzione dei boschi, dalla lavorazione del legno
e dalle segherie;
- sottoprodotti agricoli, sono paglie, stocchi, sarmenti di vite,
ramaglie di potatura, etc.;
CAPITOLO 1
29
- residui agroindustriali, sono costituiti da sanse, vinacce, lolla di
riso ed altri prodotti provenienti dall’industria alimentare (riserie,
distillerie, oleifici);
- colture energetiche, sono finalizzate alla produzione di biomasse
(erbacee e legnose) per lo sfruttamento energetico o per la
realizzazione di biocombustibili. Le specie più interessanti sono:
girasole, colza, canna da zucchero, sorgo, pioppo, acacia ed
eucalipto.
Le biomasse di origine animali, invece, fanno riferimento principalmente
alle deiezioni prodotte principalmente da suini, bovini e pollame per la
loro successiva conversione e trasformazione in prodotti utilizzabili in
campo energetico. La presenza di biomasse animali sulla terra è
marginale rispetto alle vegetali, infatti solo il 10% circa è di origine
animale. (www.energialab.it)
Tra le energie rinnovabili, la biomassa è l’unica che può essere
convertita in combustibili solidi, liquidi o gassosi. Gli impieghi della
biomassa a fini energetici possono essere sintetizzati in:
• produzione di energia termica ed elettrica;
• produzione di combustibili liquidi e gassosi.
Questo le consente di essere un vettore di energia utilizzabile in
numerose applicazioni, quali ad esempio, fornire energia e calore per le
abitazioni e edifici pubblici, fornire energia al settore agricolo e
industriale, produrre biocarburanti liquidi destinati al settore dei
trasporti15. (D. Coiante, 2004)
Come possiamo vedere il loro utilizzo è dunque “universale”, si possono
cioè applicare a diversi settori, offrendo una valida soluzione per fare
fronte a molte delle attuali richieste energetiche. L’uomo, infatti, utilizza
15 Rappresentano, attualmente, l’unica fonte rinnovabile in grado di sostituire direttamente benzina e gasolio.
LE FONTI DI ENERGIA RINNOVABILE
30
l’energia in forma termica, elettrica e meccanica. Questa fonte energetica
è in grado di fornirle tutte e tre assolvendo a tutti gli impieghi possibili
da cui ne può derivare il loro utilizzo. (L. Rubini, C. Cacace, 2004)
Per comprendere meglio questa fonte di energia è utile effettuare
un’ulteriore classificazione, più riassuntiva e schematica rispetto alle
precedenti, proprio in base alle tipologie di utilizzo:
- Legno, residui legnosi e residui vegetali, rappresentati dai prodotti
agricoli e forestali oppure da coltivazioni specifiche. Le prime
derivano dalle lavorazioni delle segherie, dalla trasformazione del
prodotto legno e dagli interventi di manutenzione del bosco, e
sono impiegati come combustibile, come ad esempio nelle centrali
per la produzione di energia elettrica in sostituzione dei
combustibili fossili inquinanti. I residui vegetali sono
rappresentati principalmente da sanse, vinacce, lolla di riso,
noccioli di oliva ed altri materiali provenienti dall’industria
alimentare, la quale è spesso la principale utilizzatrice di tale fonte
energetica;
- Biocombustibili, ricavati da biomassa solida, le specie più
interessanti sono girasole, colza, canna da zucchero, sorgo,
pioppo, acacia ed eucalipto. I combustibili liquidi possono essere
impiegati per usi differenti, come ad esempio combustibile per il
riscaldamento o bio-carburante negli autoveicoli (biodiesel e
bioetanolo);
- Biogas, scaturiscono dalla fermentazione di residui di alcune
lavorazioni dell’industria agro-alimentare e da rifiuti organici in
discarica controllata. I combustibili gassosi possono essere usati
come carburante, combustibile per il riscaldamento e per la
produzione di energia elettrica. (P. Menna, 2003)
CAPITOLO 1
31
Vista l’attualità del problema “rifiuti ” può essere opportuno soffermarsi
brevemente sulla possibilità di ricavare energia dalla combustione dei
rifiuti organici, che rientrano tra i materiali che compongono la
biomassa. Il biogas da rifiuti organici in discarica controllata ha un
valore molto alto, nonostante si tratti di rifiuti.
Innanzitutto i rifiuti non sono tutti uguali, vi sono i rifiuti “speciali”
(proveniente dalle attività produttive), i rifiuti “verdi” (in cui la sostanza
vegetale è superiore al 50% in peso), i rifiuti inerti (vetro, materiali
ceramici e rocce) ed i rifiuti solidi urbani (detti anche Rsu, che derivano
da materia organica). I Rsu, attraverso un processo di fermentazione
anaerobica (cioè in assenza di ossigeno) o digestione generano biogas,
come abbiamo detto in precedenza possono essere utilizzati come
carburante, combustibile per il riscaldamento e per la produzione di
energia elettrica. (Giancarlo Santoprete, 1988)
La possibilità di utilizzare i Rsu come fonte di energia consente al tempo
stesso di risolvere due problemi, riuscire a smaltirli ed inoltre produrre
energia. Naturalmente i Rsu, pur essendo considerati una fonte
rinnovabile, non hanno certo le stesse caratteristiche delle fonti di
energia “pulita”, ma purtroppo, vista l’enorme quantità di rifiuti, può
essere opportuno utilizzarli al fine di ottenere energia anziché bruciarli, o
peggio destinarli in area non idonee a riceverli e smaltirli rendendo
queste aree delle “discariche a cielo aperto” 16. (P. Menna, 2003)
Le biomasse sono particolarmente interessanti per tutte le
considerazioni fatte fino ad ora, ed in particolare riguardo alla loro
“universalità”. Inoltre il potenziale energetico rappresentato dalle
biomasse è enorme, infatti, sulla terra sono presenti circa 200 miliardi di
tonnellate di biomasse, in termini energetici rappresentano quasi 30.000
16 Il tema dei rifiuti è molto complesso e richiederebbe una trattazione più approfondita, ma
non è questo il contesto più idoneo ad affrontare tale argomentazione. Per un approfondimento sul tema si rimanda a: Giancarlo Santoprete, Fonti di energia rinnovabile, p. 205
LE FONTI DI ENERGIA RINNOVABILE
32
miliardi di GJ17, cioè pari a tutte le risorse fossili disponibili sulla
superficie terrestre. A questa quantità possiamo poi aggiungere 15
milioni di tonnellate di nuove biomasse che crescono ogni anno, il cui
potenziale energetico è di 2.250 miliardi di GJ.
Naturalmente non tutto può essere sfruttato per fini energetici, dato che
la sua distribuzione particolare sul suolo terrestre ne impedisce un pieno
utilizzo.
Tavola 1.14 - Potenziale tecnico delle biomasse in Europa
Fonte: Biomasse per l’energia Luca Rubini, Concita Cacace, 2004
Ciò che interessa in particolare è il suo potenziale tecnico, rappresentato
dalla parte che può essere realmente sfruttata del potenziale energetico.
Rispetto al valore assoluto sopra citato, si stima che il potenziale tecnico
si aggira attualmente intorno a 150 miliardi di GJ, pari a circa il 6,5% del
potenziale energetico.
17 Gigajoule, equivale a 1.000 Megajoule
CAPITOLO 1
33
Inoltre il potenziale tecnico è influenzato anche da particolari condizioni
economiche e di mercato, come ad esempio il prezzo del petrolio, del gas
e gli strumenti politici adottati (sussidi, etc.).
È evidente che la quota di potenziale tecnico può aumentare o diminuire
in base al confronto con l’andamento del prezzo del petrolio e gas, se
quest’ultimi aumentano anche il potenziale tecnico aumenta in quanto
diventa maggiormente vantaggioso, dal punto di vista economico,
ricorrere a questa fonte di energia. In generale si può affermare che con
l’aumento dei prezzi indiscriminato del petrolio, le biomasse risulteranno
sempre più competitive. (L. Rubini, C. Cacace, 2004)
Le biomasse costituiscono una delle principali fonti energetiche e
la maggiore in assoluto fra quelle rinnovabili. È difficile effettuare
rilevazioni statistiche accurate, poiché la maggior parte degli impianti
sono di piccola e media taglia, ma si valuta che le biomasse
rappresentino il 15% dell’offerta energetica totale mondiale con 55
milioni di TJ/anno (1.230 mtep/anno). Lo sfruttamento delle biomasse
non è però omogeneo. I paesi in via di sviluppo ricavano il 38% di
energia primaria dalle biomasse con 48 milioni di TJ/anno (1.074
mtep/anno), in molti di essi si può arrivare fino al 90% del fabbisogno
totale energetico, ed in alcuni casi addirittura superarlo, come avviene in
Nepal 98%, Etiopia 95% e Tanzania 93%. (www.petrolvilla.it)
Per quanto riguarda i paesi industrializzati le biomasse contribuiscono
per il 3% agli usi energetici primari con 7 milioni di TJ/anno (156
Mtep/anno) quindi con quote marginali rispetto al loro effettivo
potenziale. Negli USA la produzione di energia da biomasse è del 3,2%
rispetto al totale, pari a circa 70 Mtep/anno; mentre se consideriamo
l’Unione Europea questo valore si attesta intorno ai 55,4 Mtep/anno, cioè
il 4,5% dell’energia complessiva. (www.energialab.it)
LE FONTI DI ENERGIA RINNOVABILE
34
L’utilizzo delle biomasse per la produzione di energia è attualmente
diffuso in Europa soprattutto nei paesi scandinavi, quali Finlandia e
Svezia. La biomassa raccolta nell’Unione Europea ammonta a circa 2,2
miliardi di GJ, la quale viene utilizzata per produrre energia termica (1,7
miliardi di GJ), e per produrre energia elettrica (0,5 miliardi di GJ).
In Italia le biomasse coprono appena il 2% del fabbisogno energetico,
con circa 5,3 mtep/anno prodotti. L’Italia si posiziona al di sotto della
media europea e si pone in una condizione di scarso sviluppo, nonostante
l’elevato potenziale di cui dispone, non inferiore ai 27 mtep/anno.
Oltre a Finlandia e Svezia, anche l’Austria e il Portogallo superano il
10% di energia prodotta da biomassa rispetto al consumo energetico
totale.
Tavola 1.15 - Quota parte delle biomasse rispetto al consumo energetico
totale
Fonte: Biomasse per l’energia Luca Rubini, Concita Cacace, 2004
L’obiettivo di raggiungere entro il 2012 il 12% di energia elettrica
prodotta da fonti di energia rinnovabili, può essere in larga parte coperto
CAPITOLO 1
35
dalle biomasse, visto che si prevede una produzione di energia elettrica
da biomasse di circa 5,8 miliardi di GJ, pari al 10% del fabbisogno
elettrico europeo. (L. Rubini, C. Cacace, 2004)
1.2.4 ENERGIA IDROELETTRICA
L’energia idroelettrica è energia elettrica generata da un flusso di
acqua. Gli impianti idroelettrici sfruttano l’energia potenziale dell’acqua
trasformandola in energia meccanica, la quale attraverso una turbina si
converte in energia elettrica.
Anche l’idroelettrica, come le fonti energetiche viste finora, deriva
indirettamente dall’energia solare. Il sole, infatti, fa evaporare l’acqua
degli oceani che cade sulla terraferma sottoforma di acqua o neve,
acquistando energia potenziale nonché energia cinetica. L’energia è
ottenuta mediante lo sfruttando di una caduta d’acqua da un dislivello,
oppure sfruttando la velocità delle correnti. (www.rinnovabili.it)
L’energia cinetica dell’acqua è stata utilizzata fin dall’antichità in
sostituzione di quella muscolare e animale. Si tratta di una tecnologia
matura e diffusa, che rappresenta la più importante fonte di produzione di
energia elettrica, preceduta solo dal carbone, con una produzione
mondiale che si aggira intorno al 20%, pari a circa 236 MTep, con una
potenza installata di 750.000 MW. L’energia idroelettrica è diffusa
soprattutto nei Paesi in cui vi è abbondanza di corsi d’acqua e di laghi,
come in Canada, negli USA e nella stessa Italia. (www.ansa.it)
L’idroelettrico è considerato una fonte rinnovabile perché utilizza
una fonte naturale e rinnovabile come l’acqua. Le sue caratteristiche le
consentono di produrre energia emettendo pochi gas serra e nessun altro
effluente inquinante o sottoprodotto di scarto nocivo, in quanto l’acqua
durante la produzione di energia non viene né consumata, né inquinata.
LE FONTI DI ENERGIA RINNOVABILE
36
Anche se, come vedremo nel prossimo capitolo, possiamo dire che pur
essendo rinnovabile, la produzione di energia da fonte idroelettrica non è
immune da impatto ambientale, in quanto la costruzione di impianti
idroelettrici provoca notevoli rischi sociali e ambientali.
Attualmente è impiegata prevalentemente per soddisfare il
fabbisogno elettrico mondiale, soltanto in casi particolari viene sfruttata
l’energia meccanica delle ruote idrauliche, in quanto non è possibile
utilizzarla in questa forma in luoghi diversi da quelli in cui è disponibile.
Questo uso è sicuramente marginale rispetto a quello elettrico, e spesso
non viene neanche preso in considerazione nel calcolo del potenza
installata a livello nazionale e mondiale. (G. Santoprete, 1988)
Tra le rinnovabili è ancora tra quelle maggiormente utilizzate,
soddisfa circa il 6% di energia primaria a livello mondiale, raggiungendo
punte del 27,6% in Sud America, ed anche in Italia continua a rivestire
un ruolo molto importante, garantendo circa il 15% del fabbisogno
energetico nazionale. (Rapporto Energia e Ambiente, 2004)
Per l’Italia costituisce la fonte più importante di produzione di energia
elettrica e le prime centrali risalgono addirittura ai primi del ‘900. È
considerata oramai una tecnologia consolidata, la quale ha consentito di
sviluppare nel tempo un know-how tecnologico avanzato. L’idroelettrico
ha rappresentato per il paese un importante motore di sviluppo
economico, raffigurando fino agli anni ’60 la principale fonte di energia
ed arrivando a toccare punte di poco inferiori al 100% dell’energia
prodotta. Anche per gli altri paesi il ruolo dell’idroelettrico è stato di
primo piano, in particolare in Giappone e Stati Uniti produceva
rispettivamente il 50% e il 18% di elettricità. (P. Menna, 2003)
Il suo ruolo si è col passare del tempo ridimensionato, come si può
notare, infatti, l’andamento della produzione di energia dalla fonte
idroelettrica è rimasta negli anni costante, mentre quello delle altre fonti
CAPITOLO 1
37
ha avuto una crescita continua. Ciò è dovuto in particolare
all’esaurimento dei siti disponibili in cui collocare nuovi impianti ed alle
difficoltà autorizzative, soprattutto nei paesi industrialmente avanzati.
Come possiamo vedere dal grafico (Fig. 1.16), in Italia, a differenza delle
altre fonti di energia rinnovabile, l’idroelettrico ha conosciuto negli
ultimi anni una crescita quasi piatta per ciascuna tipologia di impianto,
sia esso di mini, piccola o grande taglia18.
Fig. 1.16 - Riepilogo storico della produzione di energia rinnovabile italiana.
Fonte: GSE / Terna
L’idroelettrico, pur essendo un’importante fonte rinnovabile,
presenta alcuni rischi ambientali19 da non sottovalutare, che hanno
portato in molti paesi ad esaminare con attenzione ed a frenare i nuovi
progetti impiantistici. Si prevede che gran parte dell’incremento di
18 In termini di potenza installata. 19 Saranno trattati specificatamente nel prossimo capitolo.
LE FONTI DI ENERGIA RINNOVABILE
38
produzione elettrica si avrà dai nuovi impianti costruiti nei paesi in via di
sviluppo, in particolari in Cina e America Latina, mentre nei paesi
maggiormente industrializzati la situazione sarà simile a quella prevista
per l’Italia, e cioè essenzialmente di stallo. Gli effetti negativi che
potrebbero produrre sull’ecosistema la costruzione di nuove dighe sono
rilevanti, ed anche gli enti finanziari, come la Banca Mondiale, hanno
dovuto ridurre considerevolmente il loro impegno nel finanziare questa
tipologia di progetti. (P. Menna, 2003)
Le potenzialità della fonte idroelettrica rimangono comunque
interessanti, in quanto l’energia potenzialmente ottenibile è ben superiore
rispetto a quella attualmente prodotta, che è pari a circa il 10% del
potenziale stimato. I maggiori potenziali sono presenti soprattutto nei
paesi in via di sviluppo, in particolare nelle Americhe, in Asia, in Africa
ed in Russia; mentre nei paesi maggiormente industrializzati il potenziale
è nettamente inferiore, in quanto lo sfruttamento arriva fino al 70% del
potenziale, ed in Italia è addirittura maggiore. Secondo il rapporto
annuale della BP20 (Statistical review of world energy 2003),
l’idroelettrico potrebbe incrementare potenzialmente la produzione totale
di energia di ben 5 volte rispetto a quella attuale, riuscendo a soddisfare
da solo l’intero fabbisogno di energia elettrica globale. Naturalmente
viste le difficoltà ed i rischi ambientali che potrebbe generare una simile
esplosione dell’utilizzo di energia idroelettrica, derivanti soprattutto dalla
sua produzione, questa situazione appare evidentemente impensabile.
(www.enel.it)
La maggior quota di centrali idroelettriche è posseduta dagli Stati
Uniti, i quali detengono il primato di potenza installata, che è di poco
superiore ai 100 GW. In termini di tonnellate equivalenti di petrolio
(Tep), il primo produttore al mondo è il Nord America con 58 MTep,
20 Beyond Petroleum (www.bp.com)
CAPITOLO 1
39
seguito dall’Europa con 51 MTep e da Asia e America Centro-
Meridionale, rispettivamente con 46 e 45 MTep.
Tabella 1.17 - Principali paesi produttori di energia idroelettrica al mondo, 2006
PAESI PRODUZIONE
2006 IN TWh
VARIAZIONE
% RISPETTO
AL 2005
VALORE DEL 2006
RAPPORTATO AL
TOTALE MONDIALE
CANADA 350,3 -2,3% 11,5%
STATI UNITI 291,2 6,7% 9,6%
AMERICA
SETTENTRIONALE 671,8 1,9% 22,1%
ARGENTINA 42,8 23,0% 1,4%
BRASILE 349,9 3,7% 11,5%
AMERICA
CENTRALE E
MERIDIONALE
653,4 5,3% 21,5%
RUSSIA 175 0,1% 5,8%
NORVEGIA 119,8 -12,3% 3,9%
EUROPA
E EURASIA 815,7 -1,3% 26,8%
CINA 416,7 5,0% 13,7%
ASIA E PACIFICO 789,0 7,5% 25,9%
MONDO 3040,4
Fonte: Beyond Petroleum, BP Statistical Review of World Energy 2007
In riferimento alle ultime statistiche mondiali disponibili dallo
“Statistical Review of World Energy 2007”, nel 2006 la produzione
mondiale di energia idroelettrica è aumentata del 3,2%. Il leader
mondiale nella produzione di energia idroelettrica è la Cina, seguita dal
Canada e dal Brasile (Tab. 1.17).
LE FONTI DI ENERGIA RINNOVABILE
40
1.2.5 ENERGIA GEOTERMICA
Per energia geotermica si intende quella contenuta all'interno della
terra sotto forma di "calore". Il termine "geotermia" deriva dal greco "gê"
e "thermòs", e letteralmente significa "calore della Terra".
Il calore è una forma di energia che è all’origine di molti fenomeni
geologici di scala planetaria, la sua origine è dovuta a processi fisici che
hanno luogo all’interno del nostro pianeta.
Tale calore è presente in quantità enorme e praticamente inesauribile,
tuttavia, per “energia geotermica” intendiamo in particolare quella parte
del calore terrestre, che può, o potrebbe essere, estratta e sfruttata
dall’uomo. (M. H. Dickson, M. Fanelli, 2004)
L’energia geotermica è considerata una fonte di energia
rinnovabile in quanto viene generata per mezzo di fonti geologiche di
calore.
Questa fonte di energia rinnovabile, rispetto a quelle esaminate finora,
non deriva né direttamente né indirettamente dall’energia solare. Infatti,
a differenza dell’energia che proviene dal sole, dalla quale dipendono le
variazioni termiche superficiali del pianeta, l’energia geotermica, è
costituita dal calore contenuto all’interno della terra. (G. Santoprete,
1988)
L’energia presente nella Terra è dipendente dal calore stesso che questa
produce al suo interno, il quale è crescente all’aumentare della
profondità. Man mano che si scende in profondità nella crosta terrestre, il
calore aumenta proporzionalmente e di conseguenza aumenta anche
l’energia termica contenuta al suo interno.
CAPITOLO 1
41
Figura 1.18 - Schema della struttura interna della Terra: crosta,
mantello e nucleo. A destra in alto, un dettaglio della crosta e della parte
superiore del mantello.
Fonte: M. H. Dickson, M. Fanelli, 2004, p. 58
Lo strumento che dà la misura dell’aumento di temperatura con la
profondità è il gradiente geotermico21.
L’incremento è in media di 3°C ogni 100 m di profondità, ossia 30°C
ogni km; di conseguenza, se la temperatura nei primi metri sotto la
21 Rappresenta la variazione di temperatura all'incremento della profondità entro la crosta
terrestre, questo parametro viene generalmente indicato col valore dell' aumento della temperatura in gradi °C ogni 100 metri di profondità.
LE FONTI DI ENERGIA RINNOVABILE
42
superficie è 15°C, che corrisponde con buona approssimazione alla
temperatura media annua dell’aria esterna, si può prevedere che a 2 km
di profondità la temperatura sia 65°-75°C, a 3 km 90°-105°C e così via.
Seguendo questa logica, l’energia termica contenuta entro i primi 5 km è
dell’ordine di 4,1019 kWh, cioè pari a circa 500.000 volte gli attuali
fabbisogni mondiali. (M. H. Dickson, M. Fanelli, 2004)
L’energia termica della Terra è quindi enorme, ma soltanto una parte di
essa può essere sfruttata, in quanto si tratta di energia dispersa, raramente
concentrata, che ha però il vantaggio di essere costante nel tempo, e
quindi di non subire le fluttuazioni giornaliere e/o stagionale che
caratterizzano quasi tutte le fonti di derivazione solare, ad eccezione
delle biomasse. (G. Santoprete, 1988)
Per utilizzare questa energia è necessario trasportare il calore in
superficie. A tale scopo viene utilizzato un vettore, detto anche fluido,
che può essere già presente in natura, come ad esempio le falde d’acqua
sotterranee, oppure immesso artificialmente nel sottosuolo.
L’intensità dell’energia geotermica è generalmente bassa, ma se
consideriamo le aree confinanti delle tettoniche, allora l’intensità è
notevole. Ciò è dovuto in particolare al fatto che in queste zone il valore
del gradiente geotermico può essere anche notevolmente superiore a
quello medio, fino a dieci volte, e difatti proprio in queste aree si
denotano maggiormente attività vulcaniche e terremoti. (M. H. Dickson,
M. Fanelli, 2004)
CAPITOLO 1
43
Figura 1.19 - Zolle crostali, dorsali, fosse oceaniche, zone di subduzione
e campi geotermici.
Fonte: M. H. Dickson, M. Fanelli, 2004, p. 67
In queste zone “calde” l’energia può essere più convenientemente
recuperata mediante la geotermia rispetto ad altre zone in cui il calore
estraibile è decisamente più basso. Proprio per questo i Paesi che
sfruttano maggiormente l’energia geotermica sono quelli che si trovano
lungo la zona limitrofa alla cosiddetta «cintura del fuoco», la quale
corrisponde alla vasta regione vulcanica che accerchia l’oceano Pacifico.
(P. Menna, 2003)
Questi Paesi, come possiamo vedere dalla Tabella 1.20, sono gli Stati
Uniti (con circa 2.900 MW installati), le Filippine (1.900 MW), il
Messico (950 MW), l’Indonesia (800MW) e il Giappone (550 MW)22.
22 Dati aggiornati al 2006
LE FONTI DI ENERGIA RINNOVABILE
44
Tabella 1.20 - Potenza geotermica installata nel mondo
Energia geotermicaCapacità cumulativa di potenza geotermica installata *
Change 20062006 over share
1990 1995 2000 2003 2004 2005 2006 2005 of totalArgentina 0,7 0,7 0,7 0,7 0,7 0,7 0,7 – ♦
Austria – – – 1,3 1,2 1,2 1,2 – ♦
Australia 0,2 0,2 0,2 0,2 0,2 0,2 0,2 – ♦
China 31,1 32,1 32,1 32,1 32,1 32,1 32,1 – 0,3%Costa Rica – 55,0 142,5 162,5 162,5 162,5162,5 – 1,7%El Salvador 95,0 105,0 161,0 161,0 151,2 151,2204,0 34,9% 2,1%Ethiopia – – 7,3 7,3 7,3 7,3 7,3 – 0,1%France (Guadeloupe) 4,2 4,2 4,2 4,2 14,7 14,714,7 – 0,2%Germany – – – 0,2 0,2 0,2 0,2 – ♦
Guatemala – – 33,4 33,4 33,6 49,5 49,5 – 0,5%Iceland 44,6 50,0 170,0 200,0 202,0 232,0422,0 81,9% 4,4%Indonesia 144,8 309,8 589,5 807,0 807,0 807,0807,0 – 8,4%Italy 545,0 631,7 785,0 790,5 790,5 790,5810,5 2,5% 8,5%Japan 214,6 413,7 535,3 535,3 535,3 535,3537,3 0,4% 5,6%Kenya 45,0 45,0 45,0 121,0 127,0 127,0127,0 – 1,3%Mexico 700,0 753,0 755,0 953,0 953,0 953,0953,0 – 9,9%New Zealand 283,2 286,0 437,0 435,0 437,0 490,0490,0 – 5,1%Nicaragua 35,0 70,0 70,0 77,5 77,5 77,5 77,5 – 0,8%Papua New Guinea – – – 5,5 5,5 5,5 5,5 – 0,1%Philippines 891,0 1227,0 1909,0 1930,9 1930,9 1930,91930,9 – 20,1%Portugal (The Azores) 3,0 5,0 16,0 16,0 16,0 16,016,0 – 0,2%Russia (Kamchatka) 11,0 11,0 23,0 73,0 79,0 79,079,0 – 0,8%Thailand 0,3 0,3 0,3 0,3 0,3 0,3 0,3 – ♦
Turkey 20,6 20,4 20,4 20,4 20,4 20,4 24,7 21,1% 0,3%USA 2774,6 2816,7 2228,0 2020,0 2534,0 2828,32830,7 0,1% 29,5%TOTAL WORLD 5843,9 6836,8 7964,9 8388,3 8919,1 9312,3 9583,8 2,9% 100,0%
* End of year.♦ Less than 0.05%. Note: Because of rounding, some totals may not agree exactly with the sum of the component parts.
Megawatts
Fonte: International Geothermal Association, conference papers presented at various
IGA workshops and congresses
L’unico Paese che ha una notevole potenza installata e si trova al di fuori
della più grande regione vulcanica è l’Italia. Essa è situata nell’area del
Mediterraneo, che corrisponde a un’area ad elevata attività tettonica e
vulcanica, e proprio per questo è considerata una zona ad alto flusso di
calore.
CAPITOLO 1
45
La sua potenza installata è superiore a 800 MW e produce circa
l’8,5% dell’intera elettricità prodotta a livello mondiale da fonte
geotermica.
Da questa fonte l’Italia è leader nella produzione di energia elettrica a
livello europeo, ed anche a livello mondiale ricopre un ruolo di primo
piano (da non dimenticare che uno tra i primi impianti per produrre
elettricità dall’energia contenuta nel vapore geotermico è stato fatto
proprio in Italia, a Larderello nel 1904). La produzione di energia
elettrica dalla geotermia in Italia è fortemente concentrata soprattutto in
Toscana, ed in particolare nelle zone di Pisa, Siena e Grosseto. (P.
Menna, 2003)
Dalla tabella salta subito all’occhio un dato interessante,
riguardante la situazione particolare di un Paese, l’Islanda, che ha una
forte dipendenza energetica dalla fonte geotermica. Essa ha avuto nel
2006 una crescita della potenza installata superiore all’80% rispetto
all’anno precedente.
La geotermia rappresenta per questa isola del nord Atlantico una grande
fonte di approvvigionamento energetico, che si basa tutta sul naturale
equilibrio tra l’acqua calda in profondità e le bassissime temperature
dell’atmosfera esterna.
LE FONTI DI ENERGIA RINNOVABILE
46
Grafico 1.2 - Distribuzione percentuale delle diverse fonti di energia rispetto a quella totale nel mondo
Fonte: IEA, renewables in global Energy supply, 2004
La fonte geotermica rappresenta una delle principali fonti di
energia rinnovabile. Nonostante le difficoltà legate alla scoperta di nuovi
siti, ed alle profondità sempre maggiori che questi richiedono per
sfruttare l’energia derivante dal calore interno alla Terra, questa fonte
presenta ancora una grande disponibilità energetica, e come possiamo
vedere anche dal grafico seguente, è ancora una delle principali fonti
rinnovabili di energia primaria.
Sebbene lo sfruttamento dell’energia geotermica risalga a periodi remoti
della storia dell’uomo, è comunque difficile riuscire a stimare l’entità di
risorse e riserve attuali, in particolare perché le risorse che attualmente
sono considerate non economicamente sfruttabili industrialmente,
potrebbero esserlo in un futuro prossimo con tecnologie nuove ed
innovative rispetto allo stato dell’arte attuale.