Download - Cenni Storici Intorno Brescello e Sua Zecca
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CENNI STORICI
INTORNO BRESCELLO
SUA Z?ECCA
DEL DOTTOR
REMIGIO CRESPELLANI
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MODENA
TIPOGRAFIA DI ANTONIO ED
1865.
ANGELO CAPPELLI
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Il solo desiderio di rivolgere, per quanto mi dato, ai pro
gressi della numismatica italiana i miei studii intorno ad una
zecca fra le meno conosciute, mi determin di dare in luce
quello mi venne fatto di raccogliere di monumenti e di docu
menti che concernono la Zecca di Brescello.
Se delle monete uscite da detta Zecca ne illustrarono desin
goli pezzi gli eruditi Vincenzo Bellini nella terza Dissertazione
delle monete italiane, il P. Ireneo A nell Illustrazione del
l antico piombo di San Genesio protettore di quel Castello (a
cui dobbiamo essere riconoscenti per averci trasmesso il raro
documento di nomina alla sopraintendenza del Boselli ), non
che il Cav. Agostino Olivieri nella sua Rivista numismatica;
pure non fu loro dato di pubblicarne la serie, e corredarla
altres di que necessarii documenti, che concorrono al? esatta
cognizione di esse.
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E col riunire in questa memoria quanto della Zecca di
Brescello ci hanno fatto conoscere gli egregi uomini che in co
sifatti studii mi precedettero e mi furono guida, e nel sosti
tuire talvolta esatte ed incontrastabili attribuzioni a delle va
ghe o fallaci, aggiungendovi non iscarso numero di documenti
che per la prima volta ora veggono la luce, se si riterr che
abbia aperto e percorso, come meglio seppi, un vasto campo
di documenti in questi patrii archivii, sar il pi nobile gui
derdone che aspira ad ottenere delle durate fatiche e delle
dicolt incontrate.
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La ragguardevole terra di Brescello, giacente in sulla de
stra sponda del ume Po, esisteva, gi come ci riferisce Pli
nio, qual colonia romana ne tempi di quella gloriosa repub
blica. In essa si uccise limperatore Ottone, udita la scontta
del suo esercito dal rivale Vitellio 1 anno 69 dell ra vol
gare; e fu onorata di dare alle spoglie mortali di detto im
peratore la tomba, veduta dallo stesso Plutarco.
Dell importanza e ricchezza di detta colonia nell epoca
romana,lo dimostrarono le vestigie di una strada, li monu
menti, mosaici e monete che scoprironsi in epoche diverse.
Dov poi nell invasione de barbari soggiacere a quegra
vi disastri che toccarono alle altre citt italiane; come ci ri
ferisce S. Ambrogio in una sua lettera scritta lanno 388,
annoverandola con Bologna, Modena, Reggio e Piacenza, fra
quelle di cui vedevansi soltanto le loro rovine. Dalle quali
sorta, divenne una fra le molte citt vescovili dItalia, co
me si ha da una lettera di Eusebio vescovo di Milano nel
452; e pi distintamente dal chiarissimo P. A nella sua
Illustrazione ad un antico piombo appartenente a San Ge
nesio protettore di quella terra.
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6 zecm m nnsscnuo
La dominazione lombarda fu un altro periodo di fatali
vicende; e rammenter solo per brevit, che ribellatasi ad
essa, fu assediata e distrutta dal re Rotari, dopo una lunga
e vigorosa difesa. Di essa taciono le storie sino al XII se
colo; ma dalle memorie di un monastero ivi fondato nel
secolo X appare, che in qualche modo era gi stata rifab
bricata; e vedesi poi qual castello donato ai monaci dalla
contessa Matilde nel 1099.
Breve esser dov la signoria demonaci in detto castello;
mentre se ne vede gi contrastato il suo dominio fra li Par
migiani e Cremonesi sino dallanno 1121; occupato da Eze
lino anch 1 assediata citt di Parma da Federico II nel
1247 non potesse avere soccorsi; e nella pace seguita fra
li predetti due popoli nel 1253, fu dal secondo ceduto al
primo.
Nel 1303, essendo Giberto da Correggio riescito di uni
re in pace i due partiti che dividevano Parma, e che fos
sero richiamati gli esuli; fu dal popolo acclamato suo si
gnore, ed onorato del titolo di difensore, e protettore di
quel comune; per la qual signoria, ne venne di conseguenza
ancora quella di tutti i castelli del parmigiano, e special
mente di Brescello che fece forticare nel 1307.
Tale dominio non fu per bastantemente tranquillo e
costante, mentre pi volte per tumulto popolare ne fu cac
ciato, e pi volte lo riacquist col debellare i nemici.
Era gi esule nel 1311, allorch concorse alla incorona
zione di Enrico VII in Milano, e fu dal medesimo rimesso
nel perduto possesso; ma eccitato a tumulto il popolo dai
Sanvitali e Rossi nel 1316, fu costretto di abbandonarlo, e
ritiratosi in Castelnuovo suo fondo, ivi mor nel 1321.
Ritornarono i gli di Giberto in Parma, allorch collega
tisi coi Rossi nel 1322, e cacciandone Gio. Quirico da San
vitale, la diedero col popolo al pontece Giovanni XXII; ma
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ZECCA DI BRESCELLO 7
questo loro soggiorno fu per mal sicuro ed incerto, poich
o parteggiando per i Rossi, 0 per i Sanvitali, si videro pi
volte costretti ad uscire, e pi volte vi fecero ritorno.
Sesso in Italia Giovanni re di Boemia nel 1331, e di
chiaratosi in favore dei Correggeschi, con ordinare che fos
sero richiamati dallesilio, fece sperare ad essi di riacqui
stare il perduto dominio; ma poco appresso videro, delusa.
tal loro speranza, per averlo dato ai Rossi. Non tralascia
rono per di dare esecuzione a quanto avevano divisato;
ed alleatisi nel 1334 con Mastino della Scala, e Rizzardo
da Camino, occuparono colle loro schiere Brescello, e fecero
tal guerra ai Rossi, che nel 35 furono costretti di cedere
Parma ad Alberto e Mastino della Scala.
Entratovi Alberto il 21 di giugno, nomin per suo vi
cario lo stesso Guido da Correggio suo zio materno; e Ma
stino, con decreto del 9 dicembre 1337, stacc Brescello dal
dominio di Parma e ne invest il preaccennato Guido.
La conseguita podest dei Correggeschi, ora come vicarj
degli Scaligeri, ed ora come assoluti padroni, continu sino
a che vendettero Parma al Marchese Obizzo d Este nel
1344; e ceduta dall Estense a Luchino Visconti signore di
Milano nel 1346, questi sdegnato contro di loro, per non
avere mantenuta la promessa di rinunziargli quella citt
dopo quattro anni, allorch gli sped soccorsi per renderse
ne assoluti padroni cacciandone lo Scaligero presidio, con
sc ad essi tutti li castelli che possedevano nel parmi
giano.
Non tanto 1 ottenuta signoria, che instigata la Veneta
Repubblica dagli esuli Correggesehi ( allorch riconosciuta
vana ogni mediazione non tralasciarono per circostanze per
reclamare li conscati castelli), la determin di contrastar
gli quel possesso; ma dopo molti avvicendamenti di Bre
scello superati li Veneziani dal Visconti nel 1432, ne inve
st Erasmo Trivulzio, che ne tenne il dominio a tutto il 43.
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8 ZECCA m nnsscsu.o
Favorevole occasione per si present ad essi nella
morte di Filippo Maria Visconti avvenuta nel. 1447; per la
quale i tre fratelli Nicol, Manfredo e Giberto occuparono
Brescello; e dallimperatore Federico III nel 1452, ottennero
1 imperiale investitura delle terre tanto possedute che non
possedute; e di aggiungere altres al loro antico stemma
(che era uno scudo rosso con banda dargento) laquila ne
ra in mezzo a due leoni rampanti doro, con giglio doro
sopra il capo in campo celeste. Di niun giovamente fu loro
tale investitura; perch lo stesso Francesco Sforza signore di
Milano nel 1454 li costrinse a riconoscerne 1 investitura da
esso; ed occupato Brescello dalle truppe del duca Galeazzo
Maria nel 1468, furono per sempre privati di quel dominio.
Le ribellioni e turbolenze eccitate nello stato di Milano
da Ludovico il Moro zio dell infelice duca Gian Galeazzo
per spogliarlo del ducato, come avvenne, cagionarono che
Bona di lui madre e tutrice dov non solo accordarsi con
esso, ma perdonare altres a Roberto da Sanseverino fautore
delle medesime; e per 1 acquistata grazia di Bona tanto si
adoper, che ottenne da Galeazzo e da essa la signoria di
Castelnuovo Tortonese posseduta gi dagli Estensi. Per dare
poi un compenso ad Ercole I duca di Ferrara, non tanto
pel perduto castello, quanto per i servigi prestati a Bona
in si deplorabili vicende; a di 11 ottobre 1479 gli cedet
tero a titolo di permuta molte terre nel parmigiano, fra le
quali lo stesso Brescello.
Ottenuto in tal maniera il predetto dominio, coi dazi del
ume Po, fu altres rassicurato alla casa d Este con impe
riale investitura concessa da Massimiliano 1; ma perdevasi
da Alfonso glio e successore di lui alleato dei Francesi al
lorch scesero alla conquista del ducato di Milano, per es
sersi loro fatta avversa la fortuna quando dal pontece Giu
lio II si riunirono le ecclesiastiche schiere capitanate dal
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zscm m nuascnu.o 9
duca di Urbino a quelle dei Veneziani e del re Ferdinando,
e spedite nello stato Estense, s impadronirono di Reggio e
Brescello.
Tale perdita, sebbene fosse pi volte reclamata dal detto
duca, ed anche promessane la restituzione da Leone X suc
cessore di Giulio, che non mantenne; da Adriano VI, che
non ademp per la sua inaspettata morte; vide nulla spera
re dalle loro promesse: e nella vacanza della sede aposto
lica divis di conseguire colla forza quello che non aveva
potuto ottenere pei maneggi. Radunato un forte esercito e
tentata inutilmente Modena per essere munito di gagliardo
Presidio ponticio, s incammin a Reggio, ed apertogli le
porte dai sollevati cittadini, costrinse il debole presidio, ri
fugiato nella cittadella, a capitolare.
Alla ricuperata signoria seguir dov ancora quella di
Brescello; perch nella guerra insorta fra gli Spagnoli e Fran
cesi nel 1551, Ercole II succeduto al padre nel dominio,
sebbene avesse preferita in tal guerra la neutralit; pure
per essere il card. Ippolito suo fratello presso il re di Fran
cia, e considerato dagli imperiali uno de pi ragguardevoli
ministri di esso; fu da Don Ferrante Gonzaga governatore
di Milano fatto occupare Brescello dalle truppe imperiali; e
solo nella sospensione darmi seguta,fra le parti conten
denti nel 1552; si restitu Brescello al duca, che diedesi to
sto a munirlo di nuove forticazioni e forte presidio; ain
ch detto luogo per la sua importanza non rimanesse espo
sto alle altrui violenze.
Per tale circostanza il dotto Vincenzo Bellini nel suo
trattato delle Monete di Ferrara, asserisce coniata una m0
netella di rame rappresentante da un lato la fortezza di Bre
scello col motto Brivilli Securitas; e dall altro, 1 aquila
estense coronata e circondata dal motto Nobilitas Estensis.
Ma sebbene professi quella dovuta venerazione che si deve
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10 zucca m ansscsu.o
a cos illustre nummolo, non posso per accordargli tale
attribuzione; avuto riguardo che se la detta moneta fu im
pressa a Ferrara, sarebbe stato disconveniente al lustro
della casa dEste il trasmettere in essa ai posteri tal me
moria; mentre di ben maggior grandezza vediamo essere le
medaglie commemorativa i fatti pi singolari di essa, tanto
di detto duca, che de suoi antecessori.
Non in Brescello, perch n le storie n i documenti,
dalla met del XV al declinare del XVI secolo ci porgono
notizie dellesistenza di una zecca, quantunque vi sia un
torsello nella copiosa raccolta di questa R. Biblioteca Pala
tina, che rappresenta uno scudo insignito da un leone ram
pante a sinistra con sotto la lettera B, e circondato dallepi
grafe Sesquisolidus. Briaellen; il di cui stile 0 induce a ripor
tarlo al XV secolo; nel quale Brescello, come ho dimostrato,
ora riconobbe per loro signori li duchi di Milano, ora Era
smo Trivulzio, ora li Correggeschi; e tolto ad essi dai pre
detti duchi nel 1468, lo dominarono sino a che fu permutato
con Ercole I duca di Ferrara in luogo di Castelnuovo Tor
tonese nel 1479 (1).Non ardisco di procacciarmi il merito della sua attribu
zione, per averla saggiamente trattata il sommo nostro Ar
cheologo Monsignore Celestino Cavedoni in una sua lettera
inserita nella Rivista Numismatica del cav. Agostino Oli
vieri (Fas. H. e 111, p. 181 e 182), che mi reputo Onorato
di riportare ai lettori.
La forma delle lettere parmi che accenni al declinare
del secolo XV; circa il tempo in che Brescello dopo tanti.
avvicendamenti venne in potere della Casa dEste (Tirabo
schi, Dizionario topograco degli Stati Estensi): fra diversi
(|) Vedi in ne la Tavola al N. 0.
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zi-:cm m naEscsu.n I I
stemmi di Casa dEste v ha pur quello del leone ram
pante (A, Illustrazione di un antico piombo p. 41 e 42
Pigna, Storia dei Principi Estensi L. 8. p. 624, 625), ma il
B, posto al disotto dello scudino col leone rampante, ed il
sapere dal Talenti (Storia del monastero di Brescello, in
principio)che tre leoni sovrastanti alla porta di un castello
formavano larma di quella terra forticata, minclinerebbe
a ritenere, che quel tipo riguardi Brescello, e che forse
nellaltra faccia della moneta fosse lo stemma di Ercole
I duca di Ferrara 0 d altro principe.
Del resto nuova del tutto mi riesce la voce Sesquiso
_ lidus per altro regolarmente formata da qualche buon Ia
tinista di quei tempi.
) E provvido pure fu il pensiero d improntare una mo
neta del valore di un soldo e mezzo; ch cos nella com
pra e vendita potevasi spezzare il soldo, siccome nella
moneta ponticia il bagarone ossia mezzo baiocco como
damente serve anche a spezzare il quattrino.
Ma per tutte le predette cose e dal non essermi dato
di conoscere veruna moneta di quel duca, n de suoi suc
cessori impressa nelle citt e terre del loro dominio con
tale epigrafe, direi che non si eettuasse 1 impressione di
essa; mentre non difcile incontrare nella monetazione ita
liana dei torselli e pile, o degli esperimenti in rame ed in
piombo di monete che non furono approvate. Fra li molti
esempi che potessero concorrere ad accertare il mio asserto;
produrr solo quelli della zecca modenese del XVII secolo;
allorch (come si ha da documenti esistenti in questo Ar
chivio Palatino), non si approvarono dal duca Francesco Il
li conii delle doppie e ducatoni eseguiti in Roma; ed a
quello dell unghero nel cui ritto rappresentava il duca ar
mato e 1 epigrafe Fran. II. D. G. Mut. Reg. Et. 0. Bar. X,
fu sostituito al primitivo riverso della targa insignita dalla
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12 zecca m unesceu.o
scritta: Moneta. Aurea. Mulino. Anno 1677 quello dell aquila
estense coronata collo stemma della casa nel petto, ed il
motto: Nobilitas Estensis.
E volendo impressa la detta monetella di rame per la.
circostanza voluta dal Bellini, questa si ha altres nel paci
co dominio del suo successore Alfonso II a cui direi do
versi ascrivere, allorch, non gi per li sostenuti assedii, ma
dalla voracit del tempo minacciando rovina la fortezza di
Brescello, ne ordin la ristaurazione, e la costruzione.di un
baluardo detto di Santa Maria. E se di essa tacciono le
storie, viene per assicurata da una lettera scritta ai fattori
generali di Ferrara dal Capitano Camillo Caula Governatore
di Brescello il 13 aprile 1570; ai quali espone, di avere
ordinato che li mandati circa le spese occorse alla costru
zione di detto baluardo siano fatti da Manfredo Gobetto Sin
daco, e che da esso o dal Camerlingo della Camera ducale
di Brescello siano pagati gli operaii e materiali necessarii
in detta costruzione (1).
Per rendere poi da esso duca vie maggiormente illustre
quella terra, determin di aprirvi la zecca; e con lettera del
31 ottobre 1570, rimetteva ai fattori di Brescello la capito
lazione seguita fra la Camera ducale di Ferrara, e gli im
presarii Isac Finto, David Ricco e compagni, ordinandogli
di stenderne formale instrumento a seconda delle consuetu
dini di detta camera (2). Noticava pure con altra simile let
tera al Governatore Camillo Caula la convenuta institpzione
di essa; e che al presentarsi de suddetti impresarii, espo
nesse loro di dovere erigere il fabbricato per tal zecca in
luogo conveniente (3).
(1) Vedi il Documento I.(2) Vedi Ii Documenti II. e III.
(5) Vedi il Documento IV.
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Izsccs DI anascnu.o 13
Ed afnch fossero poi osservati li convenuti patti, n
si commettessero fraudi; proced con altra sua lettera del
1 gennajo 1571 alla nomina di Francesco Maria Boselli
modenese in sopraintendente della medesima per due anni; -
conferendogli autorit di regolare detta impresa, giudicare le
cause che potessero accadere per essa, e di essere assistito
dal podest di detta terra (che era Matteo Maria Gualen
ghi ferrarese), allorch le circostanze il richiedessero, di
chiarandolo perci suo consultore (1).
Si ha pure dagli atti del Consiglio di Modena, che Fran
cesco Bergamasco saggiatore della zecca comunale erasi por
tato ad esercitare tale ofcio in quella di Brescello; come
esponevasi al detto consiglio da Bartolomeo Calora uno de
soprastanti in essa, afnch si provvedesse di altro saggia
tore, il giorno 11 dicembre 1570. '
Se li capitoli rinvenuti in questo Archivio Palatino non
ci porgono notizie intorno alla qualit, quantit e peso delle
monete che coniar dovevano detti impresarii nel periodo
della loro locazione, si vede per essere in loro facolt di
fare il comparto nel valore a quelle da spedirsi fuori del do
minio Estense; purch la bont metallica congiunta alle spe
se e cali (come si praticava dalle zecche di Ferrara e M0
dena) corrisponda al valore di cui sono poste in corso: di
pagare per onoranza alla ducal camera il 4 per 100 di
tutte le monete dargento in essa impresse; essere in fa
colt del duca di far parte a detta impresa; non che di co
niar moneta per proprio conto; e che 1 oncia dargento no
da essi battuta sia in ragione di bolognini 80 di moneta
modenese (2).
(1) Vedi il Documento V.(2) Vedi il Dovumento III.
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M zeccr m nascano
Comprovata per tal modo 1 esistenza di detta zecca; e
venendo ora a trattare delle monete cognite emesse dai pre
nominati impresarii; esporr, che la pi rara si uno scudo
doro esistente presso il cav. Luigi di Gropello genovese, ed
illustrato dal cav. Agostino Olivieri Bibliotecario di quella
R. Universit (Rivista Numismatica, Genova 1864; Fas. I p.
66) che ci rappresenta nel ritto lo stemma estense coro
nato, e circondato dall epigrafe Alf. II. Dua. Ferr. Dmt.
Bria:illi; ossia - Alfonsus Il Dux Ferrariae Dominus Terrae
Brixilli; - nel riverso una croce ornata ed il motto Nostrae.
Spes. Certa. Salutis.
Meritevole di somma lode si il dotto Olivieri per
averci pubblicata 1 illustrazione di cos raro monumento, e
dal peso recatoci di esso, in grammi 3 e 22, vedo essere
uniforme alli modenesi battuti dal Comune nel dominio des
so duca: e se non possiamo attribuirlo a detti impresarii
per non riscontrarsi nei capitoli concessa loro tale facolt;
pure per essersi riservato il duca di fare coniar monete per
proprio conto, si pu con certezza ritenere, che nel dare
principio all opera dalle autorit di Brescello si facessero
imprimere detti scudi con oro della camera ducale uniformi
alli modenesi (come si ha di doversi attenere in quanto al
valore dell oncia d argento ), o susseguentemente per far
uso del diritto riservatosi nei capitoli. '
Proseguendo ora a descrivere quelle pubblicate dall A
(Illustrazione di un antico piombo, p. 41 e 42), esporr ai
lettori, rappresentare la prima di esse nel ritto una croce
gigliata, accostata da quattro piccoli scudi insigniti dalle
antiche imprese dalla casa dEste, e circondata dal motto
Omnis. Nobilitas. A. Dea. Est; nel riverso San Genesio se
(1) Vedi la Tavola al N. I.
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ZECCA m naescm.o 15
dente in cattedra, che tiene il pastorale nella sinistra, un
libro chiuso nella destra appoggiata sul ginocchio, e 1 epi
grafe Sanctus. Genesius. Eps. Briaelii; e per esservene un
solo esemplare di detta moneta nel museo imperiale fra
quelle dargento, e dalla grandezza del tipo presentato nella
tavola dal predetto P. A, mi associo ad esso nel ritenerla
coniata per un.mezzo scudo (1).
La seconda ci porge nel ritto lo stemma estense coro
nato, ed il motto Lapsa. Ancilia. Coela; nel riverso, 1 epi
grafe S. Genesius. Epis. Brixel. ed il Santo stante a capo
nudo, che tiene il postorale nella destra, la sinistra stesa,
con ai piedi la mitra.
Uniformandosi questa moneta nella sua grandezza ai
quarti ferraresi battuti nel dominio di detto duca (bench
non mi sia dato di conoscerne il peso e sua bont metal
lica ), direi essere il quarto di scudo; congettura che viene
ridotta a certezza dalla lettera del Boselli, 13 agosto 1571,
per la quale si ha che gli si ordinava dai fattori generali
di Ferrara, con lettera del 22 giugno, di lasciar coniare un
mezzo giulio ed un quarto di scudo a detti impresarii (2).La terza, che dico essere il mezzo giulio, pubblicato dal
Bellini, e da me veduto nella raccolta del Nobiluomo e Cav.
Carlo Malmusi, ha nel ritto 1 aquila estense coronata, ed il
motto Nobilitas. Estensis; nel riverso 1 epigrafe S. Genesius.
Bririlli. Pro. col Santo stante di prospetto che tiene il pa
storale nella sinistra, ed il castello nella destra (3).
Ho detto essere il mezzo giulio come vedesi concesso
dalla predetta lettera, e che ne furono altres spediti due
esemplari ai fattori generali di Ferrara per ottenerne 1 ap
(1) Vedi la Tavola al N. 2.(2) Vedi il Documento VI, e la Tavola al N. 5.
(3) Vedi la Tavola al N. 5.
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16 zecu m unesceu.o
provazione; ma per la sua uguaglianza nel tipo, bont me
tallica e peso all aquilotto di Modena, temevasi dal detto
Boselli che ne fossero portate doglianze da quel Comune al
duca, come ci riferisce in altra sua lettera del 22 agosto
1571 (1).
Alla coniazione delle descritte monete dargento, seguir
dov certamente ancora quella necessaria al minuto com
mercio. Dimostrai gi che la piccola moneta di rame attri
buita dal Bellini ad Ercole II doversi riportare al dominio
del glio suo Alfonso; e presa ora in considerazione la sua
uniformit di stile alle descritte, la grandezza, qualit me
tallica, e peso (che corrosa di grammi 0, 79), dico es
sere il quattrino battuto da detti impresarii per tale minuto
commercio; e come viene altres suffragata questa attribu
zione dalla preaccennata lettera 22 agosto 1571 (2).
Determinate in tal maniera le monete emesse da detti
impresarii, rimane solo di conoscerne il loro valore.
Questo lo apprendiamo dalle lettere dello stesso Boselli;
per le quali ci riferisce essere quello dello scudo doro di
soldi 138 brescellesi; e per esso possiamo determinare an
cora quello del mezzo scudo a soldi 69, e del testone 0
quarto a soldi 34 e mezzo; mentre per altra simil lettera
del 19 agosto detto anno, espone, essere il riparto di dette
monete dargento in ragione di bolognini 91, valore delle
scudo doro corrente nelle citt di Ferrara e Modena (3).
Pi distintamente poi in quella del 22 agosto detto an
no, per darci non solo il valore del mezzo giulio, di bolo
gnini 5 brescellesi da quattro quattrini luno, ma per deno
tarci altres che il valore delle monete impresse in detta
(1) Vedi il Documento VIII,(2) Vedi il Documento VIII. e 'l'm. N. Il.
(3) Vedi il Documento VII.
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ZECCA m BRESCELLO I"!
zecca era di lire 34,399, bolognini 14 e denari 8, ed avere
arrecato alla Camera ducale un utile di lire 1,376, corri
spondenti a scudi 302, lire 1 e bolognini 18 (I).
Sino a quando siasi mantenuta operosa tal zecca, non
si pu accertare con sicurezza; perch se ci atteniamo alla
capitolazione sarebbero dieci anni; se alla lettera di nomina
alla sopraintendenza del Boselh', per soli due anni; mentre
non mi noto documento comprovante la cessata attivazione.
Tuttavia la tenue quantit (1 esemplari ancora superstiti,
non che la scarsezza de tariati nelle gride di que tempi
pubblicate dalle citt vicine ( per essermi dato di riscon
trarli solo in due della citt di Parma esistenti in quel
1 archivio comunale) d luogo a giudicare che fosse di bre
ve durata, e non oltrepassasse agli anni di sopraintendenza
del Boselli.
Era gi chiusa la zecca di Brescello nel 1595, quando
al governatore Massimiliano Montecuccoli presentava 1 im
presario della zecca di Pomponesco un partito per riatti
varla a sue spese, e coniare in essa de quattrini, sesini,
soldi, parpagliole e cavalletti della bont e. valore de parmi
giani, pregandolo altres di spedirlo al duca per ottenerne
1 approvazione (2).Ma per non essermi dato di riscontrare verun docue
mento di approvazione, ed ordini relativi a tale impresa;
credo di poter asserire con certezza, che, cessata quella ap.
provata come vedemmo nel 1570, perd detta terra cos
illustre prerogativa.
(1) Vedi il Documento VIII.(2) Vedi li Documenti IX e X.
-
|4| ENTI
DQCUM
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ZECCA DI BRESCELLO 21
I.
(pagina 12. )
Lettera di Camillo Gaula Governatore di Brescello ai Fattori
Generali di Ferrara. - 1570, 13 Aprile.
Molto Magnici SS. miei osservandissimi.
In esecuzione di quanto le SS. VV. Mag. mi hanno scritto,
si trover costi dinanzi a loro un aggente delli heredi del
gi Messer Giovanni Talenti salinaro; alli quali fecero inten
dere che dovessero pagar in mano del Sindaco Gobetto scu
di docenti delli quali n era creditore la Ducal Camera: mi
risposero non esser debitori pi che di Lire 150 in circa
havendo pagato il resto per commissione delle SS. VV. in
mano di Messer Antonio Aretini pagadore: dal qual dicono
tenere la ricevuta: et che la portaranno tosto alle SS. VV.
inanzi alle quali diranno le sue ragioni. Non mancher poi
di far opera che in effetto li mandati saranno fatti dal sud
detto Sindaco circa alle spese che occorreranno alla fabbrica
del balluardo che si ha da fare, et che sarano pagate per
sonalmente le opere et robbe per mano (1 esso Sindaco, 0 per
mano del camerlingo accioch le cose passino giustamente.
Raccomando poi caldamente alle SS. W. la causa di
Gio. Maria Pazzaglia livelario delle ducal camera il quale
manda uno a posta per tal effetto costi, et sappendo ch elle
non permetteranno che li sia fatto torto, d intorno ci non
li dir altro: se non che bacciandogli la mano li prego da
N. S. Dio ogni felicit.
In Brescello il XIII aprile 1570.
Delle SS. VV. III. Magniche
Servidore szu.o CAULA.
-
22 zeccs m nassceu.o
II.
/ (pagina 12. )
Lettera di Alfonso II Duca di Ferrara alli Fattori Generali
di Brescello, l ultimo (P ottobre 1570.
Dilettissimi miei. Vi rimetto 1 inclusa capitolazione pas
sata tr la mia Camera Ducale, et Isac Pinto e fratelli et
David Ricco et fratelli et compagni, per conto della. Ceca
da farsi nella terra mia di Brescello.
Et vogliamo che faiate tirari un istrumento conforme a
detta capitolazione secondo 1 ordine et stile della detta no
stra Camera:
Con che Dio ce. (1).
III.
(pagina 12.)
Capitoli rmati tra la Camera Ducale et MM. Isaach
Finto et fratelli, et Davit Ricco et fratelli, et compagni so
pra il levare la Cecha di Berselo da continuare per anni
diece, da cominciar il di che si comincier a batere la mo
neta.
Che detti Mag. Isach e Davit siano tenuti a loro spese
far fabricare una Cecha fornita delle cose necessarie a quello
esercitio, e quella far esercitar per persone idonee.
Che sia in loro facolt di far il comparto del valore
delle monete, e poterle far lavorar per spedirle per fuori,
della bont e liga che a loro parr, pur che vagliano quello
(I) I documenti dal n. II al IV mancano delle rme per essere tolti da minute esistenti nelle lze dell Archivio Palatino di Modena.
-
zecca m BRISCELLO 23
perch saranno battute, comprendendovi dentro i calli e
spese come costumano le Ceche di Ferrara e Modena.
Che siano obligati a far battere 1 argento no in ragio
ne di 80 bolognini 1 onza di moneta di Modena.
Che volendo S. E. far batter in quella Ceccha argenti
suoi, sia in facolt di quella di poterlo far, per quella quan
tita parr a lui. Che S. E. possa far assister una persona.
condente a lui, per vedere il modo che si terr in essa, et
habbia d intender sempre i maneggi che occorreranno col
mercatante in questo soggetto per esser fatta consapevole
del protto che vi si far.
Che i predetti Isaach e Davit compagni, siano obligati
pagar tal fermo per honoraza di detta Ceccha, quatro per
cento di tutta la moneta d argento che si batter.
Che sia in facolt di S. E. intrar in compagnia di detta
Cecha, sempre che parr a lui, sicome ance d uscirne a vo
glia sua.
Che essi Isach, David fratelli e agenti loro, possono star,
andar e negotiar per lo stato di S. E. portando le loro armi
honestamente e per di fuori per sicurezza et dell argento
che porteranno atomo possono portar li arcobuggiotti di
ruota tenendoli in casa loro e loro allogiamenti.
IV.
( pagina 12. )
Lettera di Alfonso II Duca di Ferrara al Governatore di
Brescello, l ultimo d ottobre 1570.
Capitano Camillo.
Essendo noi convenuti con Isac Finto et fratelli et Da
vid Ricco et fratelli compagni, che sotto certe condizioni
-
24 zucca m crescano
habbiano ad erigere una Ceca in cotesta nostra terra di Bres
sello, et che per tale effetto habbiano da fare una fabrica:
vogliamo che, quando verranno per farvila voi avertiate che
sia fatta in luogo conveniente.
Con che ce.
v.
( pagina 13. )
Alfonso II Duca di Ferrara nomina per Sopraintendente
della Zecca Francesco Maria Boselli Modenese
1571, I. Gennajo.
Havendo noi deliberato di erigere la Cecca nella terra
nostra di Brescello, habbiamo fatta elettione di Francesco
Maria Boselli, il quale habbia da essere assistente, contista,
et assagiatore in essa Cecca per due anni, con autorit di
far osservare i capitoli, et di ordinare, et limitare tutte
quelle cose, che a lui pareranno convenienti secondo le oc
correnze di essa, et che non sia alcun altro, che s intro
metta nei negocij appartenenti alla Cecca, come in ricevere
ori, 0 argenti per batterli, n fonderli, n trarne le monete
battute et altri simili affari, senza la presenza et licenza
sua. Et oltre a ci vogliamo, che gli habbia autorit di ri
vedere, et esaminare i pesi, et le bilancie, i Conij, et i li
bri del Cecchiero, et dei condutori di.essa, dai quali gli sa
r in ci resa ubbidienza, afnch le cose in tale impresa
passino per li debiti termini.
Dandogli noi parimente autorit nelle differenze, et con
troversie, che nasceranno per conto della Cecca di giudicare,
-
ZECCA DI BRESCELLO 25
et terminare secondo che a lui parr conveniente, et giusto,
quando per dette differenze non si riducessero a termini
di ragione; ch in tal caso vogliamo che egli giudichi col
consenso del nostro Podest di Brescello, il quale da hora
gli diamo per Consultore. Et di pi gli concediamo che alle
sue scritture appartenenti a questo negotio cos dei libri
ordinati come dogni altra sorte sia prestata intiera fede.
Et che egli riceva, et goda di quegli emolumenti, che.
sono soliti di godere gli altri simili oiciali.
Appresso concediamo di special grazia al detto France
sco che egli sia libero, et esente da ogni sorta di dazio, et
gabelle delle robe che per uso suo condurr da Modena
alla detta nostra Terra, secondo che si usa per gli altri no
stri ofciali, et che possa portare le armi cos difensive come
offensive, et gli archibugi da rota per tutto lo stato nostro.
Et comandiamo a tutti gli Ufciali et Ministri nostri,
che per quanto stimano la gratia nostra, debbano osservare,
et far osservare le presenti nostre lettere patenti, le quali
saranno sottoscritte di nostra propria mano (1).
VI.
( pagina 15. )
Lettera del Boselli ai Fattori Generali di Ferrara
1571, 13 Agosto.
Molto Magnici Signori Miei Osservandissimi.
A giorni passati mi fu resa una lettera delle SS. VV. di
22 di Giugno, che mi cometteva chio lasciassi battere in
(1) Questo documento manca pur esso di rma, essendo cosl riportalo dall All, Illustrazione di un antico piombo di S. Genesio cc. Parma 1790, p. li.
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26 zeccs m annsceu.o
questa zecca un mezzo giulio, et un quarto di scudo ad
istanza di Salamone Ricco.Egli ha fatto fare la stampa del mezzo giulio, et se ne
cavata una mostra; ma perch io tengo commissione da
S. E. 111. di non dover publicare niuna moneta che si batti
in questa zecca prima che non le si mandi una o due per
mostra: per per il portatore della presente le mando le
qui incluse mostre accioch le faccino vedere a S. E. et su
bito me ne diano la risposta risoluta di quanto ho da fare,
dicendole che la moneta fatta per soldi cinque di Bre
scello, ove il scudo d oro vale bolognini 138.
Et vale benissimo, et davantaggio quello perch bat
tuta: et di gratia VV. SS. non tardino a rispondere, perch
altro non si aspetta che la volont di S. E.
Et con questo le baccio le mani.
Di Brescello alli 13 di Agosto 1571,
Delle Signorie Vostre
Ali. Servitore, FRANCESCO M. BOSELLI.
VII.
(pagina 16. )
Lettera del Boselli al Sig. Guido Coccapani Ducal Fattore
Generale di Ferrara. - 1571, 19 Agosto.
Molto Magnico Sig. et patron mio Osservandissmo.
Per la lettera sua di 16 resa_mi qui in Modena dal Da
vid, ho inteso il dubbio nato a S. Eccel. Illus. per il mio
-
non m nascano 27
parlare delli soldi 138 per scudo; V. S. sapr che io scrissi
in quel modo, non perch il comparto della moneta sia
stata dirizzata da me a quel valore di scudo, ma per signi
care il valore delli 5 soldi di questa moneta a differenza
delli soldi di Modena et di Ferrara, che ben so di dovere
osservare li comparti alli 91 bolognini per scudo.
Quanto al protto che sia seguito a S. Eccellenza dalla
moneta battuta n a questa hora, io non so precisamente
dirlo a V. S., ma so bene che intorno a senti 300 doro;
ma al ritorno mio a Brescello mander a V. S. il conto
giusto.
Del salario mio non lho domandato priina dadesso per
ch andavo aspettando di parlarne in occasione di miglior
fortuna, et mi sar caro che V. S. per sua cortesia si ri
cordi di me. La ringrazio innitamente del favore che ha
fatto a quello hebreo a chi fa tolta la moneta; et pari
menti del modo destro che ha preso a far provisione della
cosa di quel giovane; et de tutti ne resto molto obligato a
V. S., pregando N. S. Dio che le doni ogni felicit, et a me
conceda gratia di potere un giorno mostrarle qualche segno
della servit che le porto, et con questo le baccio le mani.
Di Modena alli 19 di Agosto 1571.
Di V.S.
Aff. Servitore, FRANCESCO MARIA BOSELLI.
-
28 zecca DI nascano
VIII.
(pagina 16. )
Lettera del Boselli al Sig. Guido Goccapani Ducal Fattore
Generale di Ferrara. - 1571, 22 Agosto.
Molto Magnico Sig. et patron mio osservandissimo.
Il conto della moneta battuta in Brescello no a questo
di di lire 34, 399, bolognini 14, denari 8 de bolognini a
bolognini 91 per scudo, che portano dutile allEcc. Sig. Duca
nostro L. 1, 376, che fanno scudi 302, lire 1, bolog. 18. Et
questo quanto m occorre dirle intorno a questo fatto.
Non mancher di eseguire la volont di S. Eccellenza
intorno alla nuova moneta concessa a questi hebrei, la
quale creder che sar stata molto bene esaminata da S.
Eccel. et da V. S.; certicandola che il suo comparto di
rizzato al valore de bolog. 91 per scudo, et non alli 92;
anchor che un altra mia lettera accennasse alli bolog. 138
di Brescello, il che fu a denotare che era battuta per bo
lognini 5 da quattro quattrini: come per un altra mia le
ho scritto da Modena. 'Di questa moneta che somigliantssima all aquilotto
di Modena, non pu fare che non ne venga fatta querella
a S. Eccellenza, et ancorch io in questa parte non habbia
da essere altro che essecutore degli ordini suoi, non posso
per far di non ne sentire alcun fastidio, come quello che
non vorrei alcun carico n biasimo: non dimeno poich pur
cos piace a S. Eccellenza io mi acqueter, senza dir altro.
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-
ZECCA m n,nsscsu.o 29
Et in questo ne a V. S. baccio le mani, ricordandole
la previsione delli miei salarii passati 'et venturi, et aspet
tando risposta.
Di Brescello, alli 22 d Agosto 1571.
Di V. S.
Atf. Servitore, FRANCESCO MARIA BOSELLI.
IX.
(pagina 17.)
Lettera di Massimiliano Monteciwcoli Governatore di Brescello,
al Sig. Gio. Battista Laderchi Consigliere di Stato del Duca
Alfonso II. - 1595, 16 Maggio.
lllustrissimo Mio Signore Osservandissmo.
Essendo venuto qua da me uno che facea la Cecca a
Pomponesco, il quale mi ha presentato il partito che vedr
V. S. 111. nell incluso foglio, et instatomi a darne parte a
Sua Altezza, ho risoluto per il meglio mandarlo a V. S. 111.
afnch, conoscendo ella essere bene il motivargliene, si com
piacer di farlo; perch io del canto mio non mancher ese
guire quanto da quello mi sar comandato.
In oltre, havendo inteso in questo mio arrivo, che sono
state estratte'molte biade fuori di questo territorio ne giorni
-
30 ' zuccs m nassccu.o
passati, ho fatto pubblicare una grida, che ciascuno venghi
a denunciarle con tutte le bocche, per vedere s il luogo sia
fornito, e sino ad bora mi pare che non ne mancher; se
bene sono state menate le mani alla gagliarda. Quando sa
ranno fornite le descrittioni ne dar subbito parte a S. Al
tezza.
A E fra tanto rimanendo al mio solito servitore sviscera
tissimo di V. S. 111; per ne le baccio la mano, e me le
raccomando in gratia.
Di Brescello, a 16 Maggio 1595.
Di V. S. Ill.
Servitore AH.,MASS1MILIANO MONTECUCCOLI.
X.
(pagina 17. )
Partito presentato al Governatore di Brescello, dall z'mpresarz'o
della Zecca di Pomponesco.
Quando S. Altezza Serenissima concedesse licentia far
Cecha in Bersello, cio di poter far far quattrini, sesini, sol
di, parpaiole et cavalotti alla bont et valore di le monete
Parmigiane, mi obbligaria dar una volta lanno ducatoni tri
cento alla Camera di S. Altezza Serenissima, facendo far
prohibitione che sopra il suo stato non corra pi sesini n
__ ' ' - _,./' ' _,__/ --.-r-K. - |
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-
ZECCA m nnsscuu.o 3 1
altre sorte di moneda di Sabioneto, Pomponesco, Correggio,
Castiglion delle Strivere, et altre_ simili; con bandir tutte le
suddette monete, et comandare che qualunque persona che
si troer di dette monede nelle mani gli habbiano de por
tar alla Cecha che gli sar dato il cambio secondo il suo
debito valore, et nelli altri luoghi si deputer hommi; cio
un bancho qual dar. cambio a tutte le suddette monede, et
questo sotto gravissime pene.
Et mi obligher meter la Cecha in piedi alle mie spese,
restandomi per nella ne della locatione, non volendoli pa
gar la Camera di S. Altezza nelle mani mie et miei.
Dandone S. Altezza Serenissima tutte le autorit. che si
sogliono dar in tutte le Ceche Regalli.Et dar sigurt del pagamento qua in Bresello, cio
delli tricento ducatoni, et la conduria per tre anni; et que
sto quanto ec.
-
TABELLAdimostrantelemonetebattuteinBrescello.
J__ "-=E>DenominazioneEgaPezziPercadaunpezzoLoroValorefodIlbam_allaTitolo
1'O,
eemoneteturahbbraPesoFinoInBrescelloInModenaAlfonso11.DucaV.
1559-1597.
I.SCUDOD01101571109Ben.22.Ben.2,l5,{9,Ben.2,10,,54,L.6,18.L.4,Il.
2.MazzoSonno22;On.11,f-.Den.12,22,g,Den.12,5,;L.3,9.L.2,a,e.3.Qumvro441On.11,a.Dea.e,11,g;Ben.6,2,aL.1,14,e.L.1,2,9.
l4MezzoGIULIO110On.6.Ben.2,14,%%Ben.1,7,gBol.5.El3,4-l
5.Qunruso405RameBen.0,17,5,2RameBen.3.Ben.2.
AVVERT.ENZA
NellaZeccadiBrescelloperstabilireilpesoebontdellemonetefecesiusodellalibbraFerraresedivisain12oncie,lonciain
2+denari,ildenaroin24grani;cheragguagliataalpesometricodecimale,lalibbradidecagrammi56,l56,lonciadidecagrammi5,0l5,ildenarodigrammi1,255edilgranodimilligrammi15.
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