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Come definire/misurare la disuguaglianza?
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Dove c’è più uguaglianza?
Considerate le tre distribuzioni seguenti1) 5, 10, 182) 15, 17, 303) 10,12, 14, 25
Dipende da come si definisce e si misura l’uguaglianza
Cosa/chi (definizione), quanto (misurazione)
Compresenza di questioni (tecniche) economiche e giudizi di valore
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Opzione 1: il reddito corrente- capacità di spesa indipendentemente da scelte, ma- alcuni limiti
- fluttuazioni siano esse temporanee o tipiche del ciclo di vita- elementi di stagionalità/erraticità - profilo U rovesciata nel ciclo di vita (problemi anche per comparazioni:
se applicassimo a Francia nostra struttura demografica, Italia risulta meno disuguale; possibilità però applicazione pesi)
Cosa? Risorse monetarie (1)
- quale nozione di reddito? quali redditi: fitti imputati? Reddito di mercato vs. disponibile
- nei confronti internazionali PIL (GDP) vs PNL (GNP)- i rischi di under reporting (lavoro nero, in particolare per determinate
categorie….)
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Cosa? Risorse monetarie (2)
Opzione 2: la spesa per consumi- risponde ai due limiti del reddito (si approssima a concetto
reddito permanente) ma - altri limiti
- se reddito nullo, consumi non comprimibili sotto sussistenza- studente universitario oggi povero, anziani oggi poveri
- rigidità, comunque, di alcune spese- ruolo delle preferenze (sottostima condizioni anziani sani?)
Come vedremo quasi 7 punti di differenza in povertà in Italia (consumi aumentano anche meno che proporzionalmente all’aumento reddito)
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Cosa? Risorse monetarie (3)
Come scegliere? - scelte di valore: considerare povero chi, seppure
momentaneamente, sia privo di reddito? oppure chi era relativamente abbiente quando lavorava ma non quando va in pensione?
- scelte contingenti: indisponibilità dati veritieri reddito (cfr. situazione europea)
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In entrambi i casi, questioni- della deflazione sulla base dell’andamento dei prezzi: quale indice
utilizzare?- diversi panieri dei beni [effetto Cina vs. politiche dei prezzi che
penalizzano i più poveri: 3 per 2, prezzi nuove automobili vs. ricambi (Baumberg)]
Cosa? Risorse monetarie (4)
- dell’“omogeneizzazione” del potere d’acquisto di monete diverse - uso dei tassi di cambio? Limiti- uso di PPA: “quanti dollari neo-zelandesi servono in Nuova Zelanda per
comprare un paniere di beni che garantisca il paniere che potrei comprare in Usa con un dollaro”?
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Cosa? Risorse monetarie (5)
- problemi con PPA- ponderazione dei diversi beni in proporzione al peso medio nei modelli
internazionali di consumo- le differenze nel peso dei tradables vs. non-tradables fra PS e
PVS: pe peso del cibo vs. peso dei servizi
Necessità, ma difficoltà, di una maggiore differenziazione sulla base delle condizioni/caratteristiche individuali
- non basta tenere conto in modo aggregato del dove (il che neppure avviene con PPA)
- alcuni contributi sul piano del chi?
Tipiche questioni di equità orizzontale
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Cosa? Risorse monetarie (6)
Inoltre, sempre in entrambi i casi, sottovalutazione - dell’indebitamento (imperfezioni nei mercati dei capitali
(rischio sotto-rappresentazione povertà famiglie grandi)
- della disponibilità di servizi pubblici (in kind transfers) - notare che può sia sopravalutare sia sottovalutare disuguaglianza
(soprattutto nella parte bassa/povertà)
- della ricchezza
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Cosa? Risorse monetarie (7)
- della distinzione fra disponibilità di risorse e acquisizione di risultati
- oltre alle differenze inter-individuali di cui alle slides precedenti
- differenze inter-individuali rispetto a variabili extra-reddituali (informazione …)
- accesso a beni non direttamente acquisibili dal reddito o, quanto meno, dal reddito che si detiene privatamente (beni relazionali, ambiente, città, complessivo contesto socio-economico..)
Ad alcuni di questi problemi rispondono, sempre nella prospettiva delle risorse monetarie, le due opzioni seguenti
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Opzione 3: ricchezza- sostanziale persistenza dell’insieme delle carenze precedenti- come vedremo, significative differenze fra uso reddito e ricchezza
Cosa? Risorse monetarie (8)
Opzione 4: differenziare i “chi”? - cfr. più avanti
In alternativa, dallo spazio delle risorse monetarie a quello dei risultati
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Opzione 1. La prospettiva degli indicatori di deprivazione (connessione con povertà piuttosto che con disuguaglianza complessiva)
- Townsend (1979): 11 forme di deprivazione e set di 60 indicatori (dieta, abbigliamento, abitazione, istruzione, salute, ambiente, attività familiari e relazioni sociali….)
Cosa? Risultati oggettivi (1)
- indicatori Eu-Silc (vedi anche lavoro Atkinson, Nolan)- 1) non riuscire a sostenere spese impreviste; 2) non poter permettersi una
settimana di vacanza lontano da casa nel corso dell’anno; 3) avere arretrati (mutuo, bollette, affitto e altri debiti diversi dal mutuo); 4) non potersi permettere un pasto adeguato almeno ogni due giorni; 5) non potersi permettere di riscaldare adeguatamente l’abitazione e non potersi permettere 6) la lavatrice; 7) la Tv a colori; 8) il telefono e 9) l’automobile (1 e 3 = deprivazione finanziaria)
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Cosa? Risultati oggettivi (2)
Opzione 2. La prospettiva dello sviluppo umano (Sen)- risultati più generali al posto di riferimento a singoli atti/consumo
risparmio- attese di vita, anni di scolarizzazione, occupazione, accesso a
opportunità- esempio su cui torneremo più avanti, giovani e crisi economica
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Cosa? Risultati soggettivi di benessere/felicità (1)
Risultati in termini soggettivi di benessere/felicità- piacere (stato di soddisfazione edonica, assenza di pena)- stato di soddisfazione complessiva nei confronti della propria
vita (attenzione anche ad aspetti cognitivi)
In ogni caso, risultati a stampo soggettivo- contrasto con felicità come eudaimonia- welfare vs. well-being (vs.eudaimonia)
Ma, il reddito non è una proxy della felicità?- messa in discussione del postulato di non sazietà tipico
dell’economia
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Cosa? Risultati soggettivi di benessere/felicità (2)
Dati Usa
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Cosa? Risultati soggettivi di benessere/felicità (3)
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Cosa? Risultati soggettivi di benessere/felicità (4)
Possibili ragioni del paradosso di Easterlin- la metafora del tapis roulant
- il ruolo - dell’adattamento- dell’innalzamento del livello di soddisfazione
- anche per peso crescente dei beni posizionali e del confronto relativo
(messa in discussione del paradigma economico classico del consumatore razionale e solipsistico)
- le variabili extra-reddituali e la felicità- le relazioni - l’ambiente- la salute..
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Cosa? Risultati soggettivi di benessere/felicità (5)
Certo, problemi - di misurazione e comparabilità, framing dei questionari, sondaggi,
interviste ….- preferenze adattive
Ma, - robustezza: controlli incrociati fra fonti diverse, dati oggettivi
(tassi suicidi..)- enfasi sui gruppi come via per contrastare rischi di preferenze
adattive “eccentriche”
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Cosa? Risultati soggettivi di benessere/felicità (6)
Attenzione, però, a somiglianze fra le diverse rilevazioni del “cosa”
- di well-being e happiness/welfare- il caso delle mamme lavoratrici con figli piccoli- i casi della disoccupazione e della salute
- di reddito e happiness/welfare (limiti del reddito come variabile esclusiva; ciò nondimeno ruolo)
- la presenza di effetti soglia- il legame fra reddito e salute; fra reddito e ambiente
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1. Individui
2. Nucleo familiare (famiglia nucleare) - insieme di persone tra loro coabitanti legate dal vincolo di
coppia e/o dal rapporto genitore-figlio - famiglia fiscale?
3. Famiglia anagrafica- insieme di persone coabitanti, legate da vincoli affettivi
4. Unità abitativainclusi coabitanti per ragioni di natura economica
Chi? (1)
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Nella prospettiva del focus sulle dotazioni delle risorse, come comparare il tenore di vita di famiglie di dimensioni diverse?
- economie di scala vs. bisogni- 1000 euro per una famiglia di 5 persone vs. 1000 euro per una famiglia di
2 persone e per un soggetto che vive da solo
Chi (2)
Il ricorso a scale di equivalenza- deflatori del reddito sulla base delle diverse tipologie familiari- o, in altri termini, ammontare di risorse che consente ad una
famiglia di dimensioni (caratteristiche) x di raggiungere stesso “benessere” di famiglia di dimensioni (caratteristiche) y
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Diversi tipi di scale
Scala OCSE modificata- 1 il primo componente- 0,5 gli altri componenti sopra i 14 anni - 0,3 per chi ha di meno
Chi (3)
Scala Carbonaro- 0,6 un componente- 1 due componenti- 1,33 tre componenti - 1,63 quattro persone- 2,4 sette e più componenti
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Chi (4)Pluralità di scale di equivalenza
- Ocse = scala pragmatica, ma anche altri esempi- ISEE 0,65 fisso per ciascun componente con qualche aggiustamento
per disabilità, famiglie bireddito con minori e famiglie con un unico genitore
- scale soggettive- si chiede ai soggetti di stimare livello di reddito considerato
corrispondente a tenore di vita bassissimo, basso, insufficiente, sufficiente, alto e altissimo (a seconda delle dimensioni familiari)
- Carbonaro = scala econometrica, ma anche altri esempi- uso di dati campionari e di modelli di comportamento dei consumatori
- centralità “legge” di Engel e andamento della spesa alimentare al variare dei componenti e del reddito
- scale basate sul budget standard approach (soprattutto per povertà; rif ai minimi nutrizionali)
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Domanda: utilizzando prima la scala Ocse e poi la scala Carbonaro, calcolate il reddito equivalente di due famiglie composte rispettivamente da 3 e 7 soggetti con reddito pari a 18.000
- nel primo caso: madre, padre, bimbo minore- nel secondo caso: oltre ai genitori, quattro figli oltre i 14 anni ed
uno sotto i 14 anni
Chi (5)
Tipicamente, con piccole eccezioni, disattenzione a bisogni “speciali”
- connessione con limiti differenziazione di cui prima
(10.000/4700) vs (13.500/7500)
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Chi (6)
Anche rispetto al “chi”, rappresentazioni diverse dell’entità della disuguaglianza/povertà
- peso, ovvio, delle scale di equivalenza (equità orizzontale)- individui vs. nucleo familiare (si divide reddito equivalente familiare
per il numero dei componenti? )- nucleo familiare vs. unità abitativa
Inoltre, sia che si utilizzi il riferimento individuale sia che si utilizzi il riferimento familiare, tensione
- da un lato, presenza di risorse in comune - dall’altro lato, attenzione alle disponibilità individuali
- la questione della ripartizione infra-familiare (donne, giovani..)(diverse TG e prospettiva del reddito minimo vs. prospettiva del reddito di
cittadinanza)
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Chi (7)Appartenenze ad altri gruppi oltre a famiglia/unità abitativa
- importanza alla luce del peso della “within groups” inequality (oltre a between)
Distinzione sulla base dell’appartenenza a- gruppi generazionali (anziani, giovani, bambini…)- gruppi etnici/culturali- gruppi professionali- territori diversi
- unità territoriali sub-nazionali (cfr. Mezzogiorno)- nel resto del mondo (disuguaglianza globale)
- coloro che si trovano nella parte bassa della distribuzione- i poveri
- finora dato per scontato cosa intendere; ma come definire la povertà?- coloro le cui risorse si trovano al di sotto di una data soglia- ma come definire la soglia?
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Chi: focus sulla soglia di povertà (1)
Soglie relative- rispetto a valori medi o valori mediani?
- visualizzazione grafica e dipendenza della media dagli estremi
- quale percentuale?- Banca d’Italia/Eurostat, 60% del reddito mediano; ISTAT, 60% della
spesa media per consumi, diminuita del 20% per individuare le famiglie sicuramente povere e incrementata del 20% per individuare le famiglie a rischio di povertà; OCSE, 50% del reddito medio
Vantaggi- più inclusiva? Dipendenza della condizioni prevalenti
- un nero ad Harlem o un povero in Italia non si confronta con povero in Botswana
- soglia riflette tenore di vita
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Chi: focus sulla soglia di povertà (2)
Problemi- valore normativo dello standard di vita prevalente? Cfr. indici di
deprivazione?- sottovalutazione, nei paesi poveri, di quelle che per molti sono
condizioni di povertà- 90 euro soglia di povertà relativa in Lituania (non a caso, fra indicatori
Ue, predilezione, da parte dei nuovi entrati, per indicatori di deprivazione)
- più complessivamente, situazione paesi poveri vs paesi ricchi- invece,vedi predilezione per paesi nordici dell’indicatore (nello spazio
delle opportunità?) costituito dalla disoccupazione- dipendenza, all’interno dei singoli paesi, dal ciclo economico (vedi recenti dati di povertà italiani)
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Chi: focus sulla soglia di povertà (3)
Una possibilità: soglia relativa ancorata- riferimento a valore medio/mediano, in un dato anno. Negli anni
successivi, variazioni solo sulla base dei cambiamenti nel livello dei prezzi
- linea in termini reali rispetto ad un dato anno (però, problema precedente relativo alla scelta dell’indice di prezzi da utilizzare)
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Chi: focus sulla soglia di povertà (4)
Soglie assolute (fisse nella quantità, variano prezzi)- differenza rispetto a scala ancorata: le quantità sono fissate con
riferimento a bisogni minimi largamente indipendenti dal contesto spazio-temporale
- in che senso largamente? Rif. al concetto di assoluto-relativo)
Esempio Usa- rimando a budget standard approach di cui prima
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Chi: focus sulla soglia di povertà (5)
Più in particolare- costo minimo per paniere essenziale di cibo moltiplicato per tre
(linea elaborata per la guerra contro la povertà: tre sulla base degli ultimi dati allora disponibili – 1955)
- notare: riferimento a % media (33% era la % corrispondente a media americana, per i poveri molto di più) e a paniere minimo
- oggi, peso medio attorno all’8% (riferimento anche qui a comportamenti medi anche se in modo diverso da prospettiva relativa)
- anche supplemental poverty line…..
Problemi: - da povertà assoluta a mera presa in considerazione della
miseria estrema- cfr. esempio italiano delle due soglie di povertà
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Chi: focus sulla soglia di povertà (6)
Un cenno alla soglia di povertà di ricchezza (Brandolini, Smeeding, Magri)
- non avere risparmi sufficienti a garantire almeno tre mesi al livello della soglia di povertà
La prospettiva di Sen dell’assoluto-relativo
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Quanto: le misure di disuguaglianza (1)
La curva di Lorenz: relazione fra quota cumulata di soggetti posti in ordine crescente di reddito, sull’asse orizzontale, e quota di reddito ricevuta, sull’ordinata
Grafico (da Baldini)- ipotesi: una comunità composta da 3 individui con redditi
rispettivamente di 5, 10 e 35
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Quanto: le misure di disuguaglianza (2)
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Quanto: le misure di disuguaglianza (3)
Sottovalutazione del livello effettivo di risorse - pe primo dieci % può avere 1 dollaro al giorno oppure 10,
15…. - concetto di curve di Lorenz generalizzate: si moltiplicano le ordinate
della curva di Lorenz per il reddito medio delle distribuzioni considerate
Incompletezza in caso intersecazione curve di Lorenz
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Gini misura sintetica della deviazione da perfetta uguaglianza
- confronto completo
Quanto: le misure di disuguaglianza (4)
Più in particolare, cosa dice questa misura?G = A/(A + B) (A + B) = ½ area quadratoG = A/ ½ = 2A A = (½ -B) G = 2 (½ -B) G = 1 - 2B
Se B non esiste G = 1 massima disuguaglianza
Se G coincide con diagonale = perfetta uguaglianza
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Quanto: le misure di disuguaglianza (5)
Problemi aperti: Gini non indica- cosa capita nei diversi segmenti della distribuzione
- ad esempio, l’andamento della misura dipende da cosa capita nella parte alta, o in quella bassa o, ancora, in quella centrale (domanda interessante, ma inevasa, se le classi medie stiano scomparendo: dovremmo osservare il rapporto tra reddito mediano e reddito medio della popolazione)
- dunque, associabile a distribuzioni diverse- scomponibilità?
- sottovalutazione reddito medio
- sottovalutazione volatilità dei redditi
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Ad esempio, indice di insicurezza d. Bossert, D’Ambrosio- l’indice è dato dal livello corrente di ricchezza moltiplicato per -1 più la somma ponderata delle variazioni di ricchezza sperimentate nel passato
- maggior peso alle variazioni subite nel passato recente rispetto al passato più remoto
Quanto: le misure di disuguaglianza (6)
Indice di insicurezza di Hacker e colleghi - basato sul verificarsi di a) riduzione rilevante di reddito e/o b)
spesa rilevante sanitaria out of pocket e c) risparmi insufficienti a coprire i rischi precedenti
- se reddito si riduce di almeno il 25% a causa dei rischi a) e b) e non si hanno risparmi sufficienti, allora si è insicuri
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I rapporti interdecilici - il rapporto 90/10 considera il divario di reddito nell’80%
della distribuzione: si prende il reddito del soggetto che separa 8°/9° e 1°/2 decile
Quanto: le misure di disuguaglianza (7)
Un rapporto pari a 8 cosa significa?
- il reddito del soggetto più povero dell’ultimo decile è pari a 8 volte il reddito della persona più ricca del primo decile
Il rapporto in livelli (riferimento a reddito medio/mediano dei decili considerati)
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Problemi- compatibilità con contesti molto diversi di distribuzione delle
risorse- ie non muta anche se il soggetto più ricco dell’ultimo decile
registrasse, solo lui, un forte incremento di reddito e/o se il soggetto più povero del primo decile peggiorasse, invece la propria situazione
Quanto: le misure di disuguaglianza (8)
- problema dei confronti relativi- non ci dice perdite e guadagni assoluti: se il reddito del 90esimo
soggetto aumenta del 3% e quello del 10 soggetto aumenta del 7%, il rapporto interdecilico scende, ma in termini assoluti il ricco guadagna molto più del povero
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Altre misure di diseguaglianza basate sulla distribuzione di frequenze
- varianza - coefficiente di variazione (normalizzazione del reddito medio)
La misura normativa di Atkinson - quota di reddito cui la società sarebbe disposta a rinunciare in
cambio di una distribuzione più ugualitaria- più precisamente, differenza proporzionale fra reddito medio effettivo e
reddito equivalente equamente distribuito (livello di reddito che, se posseduto da ciascuno dei soggetti, produrrebbe stesso benessere di
distribuzione effettiva) A = (ym – ye)/ ym = 1-ye/ym
Quanto: le misure di disuguaglianza (9)
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Altre misure di disuguaglianza (statistiche)- varianza - coefficiente di variazione (normalizzazione del reddito medio)
La misura normativa di Atkinson - quota di reddito cui la società sarebbe disposta a rinunciare in
cambio di una distribuzione più ugualitaria- più precisamente, differenza proporzionale fra reddito medio effettivo e
reddito equivalente equamente distribuito (livello di reddito che, se posseduto da ciascuno dei soggetti, produrrebbe stesso benessere di
distribuzione effettiva) A = (ym – ye)/ ym = 1-ye/ym
Quanto: le misure di disuguaglianza (10)
- cosa vuol dire che A = 15%?
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Quanto: le misure di disuguaglianza (11)
Un cenno al metodo assiomatico
Prospettiva statica vs. dinamica - mobilità ascendente e discendente (assoluta vs. relativa)- movimenti verticali vs. orizzontali- il concetto di elasticità intergenerazionale dei redditi
- cfr., però, come vedremo, correlazione elevata fra indice di Gini della disuguaglianza corrente ed elasticità intergenerazionale dei redditi
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Finora ci siamo concentrati su misure monetarie. Con indici deprivazione/well being/opportunità
- problemi aggregazione, pesi (alla luce anche andamenti che potrebbero essere difformi)
- problemi interpretazione variabili: deprivazione come causa ed effetto di disuguaglianza
- problemi di comparazione nel tempo (indicatori possono variare: cfr. indicatori relativi utilizzati in Eu, sopra menzionati)
Quanto: le misure di disuguaglianza (12)
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Quanto: focus sulle misure di povertà (1)
La conta dei poveri- non ci dice, però, divario di reddito
Attenzione nella prospettiva di considerare la povertà all’interno di gruppi a variazioni nel denominatore
- ie in Italia lo scorso anno è diminuita la povertà all’interno delle famiglie con persona di riferimento titolare di micro-imprese familiare. Vuol dire che rispetto all’anno prima chi si trova in queste famiglie sta meglio?
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Quanto: focus sulle misure di povertà (2)
La conta dei poveri- non ci dice, però, divario di reddito
Attenzione, di nuovo, a distinzione fra valori percentuali e valori assoluti
- (Pogge): “mentre la Dichiarazione di Roma poneva come obiettivo il dimezzamento, entro il 2015, del numero dei poveri a livello globale (chi ha un budget di meno di un dollaro al giorno), la Millennium Declaration sposta l’obiettivo al dimezzamento della proporzione dei poveri
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Quanto: focus sulle misure di povertà (3)
- se % resta fissa e se popolazione aumenta, dimezzare la proporzione implica avere più poveri rispetto a situazione iniziale in cui la popolazione è minore e si vuole diminuire il numero
- se popolazione mondiale = 6 miliardi circa (come nel 2000), poveri = 18% dunque 1,1 milardi, diminuzione del numero assoluto significa ridurre i poveri di circa 550 milioni
- se popolazione cresce 7,197 miliardi (popolazione attesa per il 2015), % resta fissa, i poveri diventano 1,3 miliardi, dimezzarne la% significa ridurre i poveri 650 milioni (abbiamo 150 milioni di poveri in più
(per aumentare la riduzione assoluta, si dovrebbe diminuire la %)
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Quanto: focus sulle misure di povertà (4)
Attenzione più complessiva a variazioni assolute vs. relative
- ad esempio, se la povertà si dimezza dell’1% in un anno avremmo sempre meno poveri?
- no, dipende da andamento popolazione. Se aumentasse al 2%, aumento del numero dei poveri
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Quanto: focus sulle misure di povertà (5)
Il divario di povertà- distanza fra soglia di povertà e reddito dei poveri
L’indice di Sen
La questione della mobilità e della persistenza
![Page 49: Come definire/misurare la disuguaglianza?. Dove c’è più uguaglianza? Considerate le tre distribuzioni seguenti 1)5, 10, 18 2)15, 17, 30 3)10,12, 14, 25](https://reader035.vdocuments.net/reader035/viewer/2022070313/5542eb75497959361e8de691/html5/thumbnails/49.jpg)
Alcune domande
Se vi si dicesse- l’incidenza di povertà si è ridotta. Vuol dire che ci sono meno
poveri e le condizioni di svantaggio sono migliorate?
- l’indice di Gini è passato da 0,32 a 0,33. La disuguaglianza è aumentata o diminuita?