on queste parole inizia un libro della Bibbia. I personaggi sono un re, Cdue regine, un ministro cattivo e un suddito buono. Sembra una favola, mentre invece è una vicenda veramente accaduta molti anni fa, prima
ancora della nascita di Gesú.
Questa storia è ricordata ancora oggi.
IN UN PAESE STRANIERO
arecchi anni fa molti Giudei furono Pportati a Babilonia, bellissima e
famosa città. Non vi andarono per una vacanza o per aver vinto un
premio, ma in catene, prigionieri, dopo essere stati sconfitti in guerra.
Pian piano i deportati si adattarono al nuovo paese e alle usanze dei
loro conquistatori. La tristezza per le proprie case distrutte e la
nostalgia del proprio paese erano, però, sempre presenti nel loro cuo-
re. I Giudei erano coscienti che la deportazione era il modo voluto da
Dio per punirli di aver scelto di adorare degli dèi pagani.
Di padre in figlio si tramandavano non solo la storia dei propri antenati e i motivi della deportazione, ma anche le promesse fatte
da Dio al loro popolo. Sapevano che, nonostante la punizione, Egli non li avrebbe mai abbandonati e che, riconoscendo i proprio
errori, sarebbero stati perdonati. Erano sicuri che, anche se vivevano in una terra dove si adoravano gli dèi pagani, Dio era vicino a
loro.
Dopo cento anni dal momento della
deportazione salì al trono un re dispotico
e crudele, Assuero, che stabilì la residen-
za reale nella città di Susa.
IL GRANDE BANCHETTO
ssuero, per mostrare le proprie ricchezze, diede una gran festa e invitò tutte le persone importanti del suo regno. Dopo Aquesta festa, durata sei mesi, ne fece un'altra di sette giorni e invitò tutti coloro che vivevano a Susa, dal più anziano al più
giovane.
Durante il banchetto, il re mandò a chiamare la regina perché
desiderava che tutti ammirassero la sua bellezza. Vasti, la regi-
na, si rifiutò di presentarsi. Assuero, che non ragionava
molto a cau-
sa del vino
bevuto , s i
arrabbiò mol-
tissimo e, die-
tro suggeri-
mento di un
suo consiglie-
re, la mandò
via.
Dopo un po' di tempo, il re ripensò alla sua decisione, si pentì ma ormai non pote-
va tornare indietro. Si organizzò così un raduno di tutte le più belle ragazze del
paese, per permettere al re di scegliere la più bella.
Fra i funzionari del re c'era un giudeo di nome Mardocheo che aveva una nipote
molto bella. Egli l'aveva adottata perché era orfana. Anche lei fu portata nella
residenza reale e, come tutte le altre belle ragazze, dopo una cura di bellezza di
dodici mesi fu presentata al re. Il re amò questa ragazza di nome Ester. Le pose
in testa la corona reale e così diventò regina
Nessuno a Susa sapeva che Ester era discendente di un deportato giudeo.
Mardocheo gli aveva ordinato di non dire a nessuno delle sue origini e Ester man-
tenne il segreto con tutti, anche con il re.
AMAN, IL MALVAGIO
man era un principe molto ambizioso. Da quando era Adiventato la persona più importante dopo il re, tutti
s'inchinavano e si prostravano davanti per rendergli ono-
re, come a una divinità. Tutti, tranne Mardocheo. A chi gli
chiedeva il motivo, rispondeva di essere giudeo e, come tale,
si sarebbe prostrato solamente per rendere onore a Dio.
Aman, furioso perché ferito nell'orgoglio, decise di eliminare
Mardocheo e il popolo al quale apparteneva. Essendo molto
superstizioso, tirò a sorte per sapere dagli dèi quale sarebbe
stato il giorno propizio per distruggere ambedue.
Il perfido riuscì, con l'imbroglio, a far credere ad Assuero
che nel suo regno c'era un popolo che non osservava le leggi e
che era un nemico pericoloso. Il re, fidandosi ciecamente
di lui, gli disse di scrivere un decreto a suo nome. Gli con-
segnò anche il sigillo reale da apporre come firma.
Il decreto diceva che il tredicesimo giorno del mese di
Adar (febbraio-marzo) tutti coloro che lo desideravano
erano autorizzati e a sterminare i Giudei e saccheggiare i
loro beni.
Quando Mardocheo conobbe l'editto del re, si strappò le
vesti, si vestì di sacco e si coprì di cenere per dimostrare la
propria disperazione. Egli sapeva bene che gli ordini del re
non si potevano cambiare, una volta emanati.
In ognuna delle 120 province del regno, quando giungeva
l'ordine del re, i Giudei erano presi dallo sconforto perché
temevano per la propria vita.
UNA SCELTA CORAGGIOSA
ster viveva con la sua servitù in una zona
appartata della reggia destinata alle donne, e Enon seppe nulla di quanto avveniva, fino a che
attraverso Mardocheo uno dei suoi servitori le rife-
rì del decreto. La regina all'inizio pensò di non
poter essere d'aiuto al proprio popolo, ma
Mardocheo le disse che probabilmente Dio le
aveva permesso di diventare regina, proprio per
aiutare il suo popolo, in quella situazione difficile.
Ester chiese a tutti i Giudei di digiunare e pregare il
Signore per tre giorni e tre notti. Lei avrebbe fatto
altrettanto e dopo si sarebbe presentata davanti al
re, anche a costo di perdere la propria vita. Sapeva
che nessuno poteva presentarsi davanti al re senza
essere invitato, e se lei lo avesse fatto di propria
iniziativa, avrebbe corso il rischio di essere messa a
morte
Per tre giorni digiunò e pregò.
Passati i tre giorni, Ester, vestita con gli abiti regali
si presentò al re. Quando il re la vide apparire non
volle farle del male, e stese il suo scettro,
a significare che non le toglieva la vita.
Era così
ben dispo-
sto verso
Ester che
l e d i s s e
che poteva
richiedere
q u a l s i a s i
cosa voles-
se.
La regina
gli doman-
dò una sola
cosa: accettare di andare al banchetto organizzato in suo onore, accompagnato da
Aman.
Dopo il pranzo, il re richiese la medesima cosa ed Ester gli rispose di nuovo:
- Vieni anche domani, con il principe Aman. Ho organizzato un altro banchetto in tuo
onore.
SUPERBIA
entre Aman tutto felice tornava a casa dal banchetto, pensando al Mfatto che era l'unico invitato, incontrò Mardocheo, che ancora
una volta non volle prostrarsi davanti a lui. Accecato dall'ira e
dall'orgoglio ordinò ai suoi servi di preparare una forca. La sua intenzione
era di non aspettare la famosa data del 13 di Adar, ma chiedere al re, prima
del banchetto, di impiccare Mardocheo. Aman era convinto che tutto
sarebbe andato secondo i propri piani.
Durante la notte, il re non riuscì a prendere sonno e così chiese che gli
venisse portato il “Libro delle Cronache” del suo regno. Durante la lettura
scoprì che il suo funzionario Mardocheo, tempo prima, aveva impedito
una congiura, salvandogli la vita e che non aveva ricevuto alcuna ricompensa.
L'indomani mattina Aman andò dal re per avere l'autorizzazione di far
impiccare Mardocheo. Il re invece gli chiese cosa consigliava di fare ad
un uomo che egli desiderava onorare.
Aman, nel suo smisurato orgoglio, pensando si trattasse di lui, rispose
che a questa persona si sarebbe dovuto far indossare la veste reale, far
montare il cavallo del re e farle percorrere le strade al grido: - Così si fa
all'uomo che il re vuole onorare!
Assuero accettò il suggerimento e chiese ad Aman di fare tutto quello
che aveva detto.... a Mardocheo, per la sua fedeltà. Al principe infame
non rimase che eseguire l'ordine del re e rendere pubblicamente onore a
Mardocheo.
E venne il momento del banchetto della Regina.
IL COLPEVOLE PUNITO
opo aver gustato tutte le cose buone che Ester Daveva fatto preparare, Assuero le chiese di
nuovo cosa desiderasse. La regina rispose chiedendo
che fosse risparmiata la vita a lei e al popolo al quale
apparteneva.
Il re non poteva credere che proprio Aman, di cui si
fidava senza riserve, avesse tramato contro la
Regina. Si adirò moltissimo e ordinò ai servi di mette-
re un velo sul viso ad Aman. Questa richiesta aveva il
significato di una condanna a morte.
Infatti, secondo la legge dei Persiani, il re non poteva
vedere la faccia dei condannati a morte.
Uno sei servi fece presente al re che Aman aveva fatto
innalzare una forca per Mardocheo e il re decise che
Aman doveva essere punito proprio con ciò che le sue
mani avevano preparato per altri.
TUTTI IN FESTA
l re, perso il suo vice, doveva trovarne un altro.ISaputo che Mardocheo era parente della regina, lo fece chiamare, gli infilò al dito l'anello col sigillo
reale e gli affidò il governo del paese. Ester supplicò di nuovo Assuero per il suo popolo. Al re fu
chiaro che la sua amata regina non sarebbe sopravissuta al dolore di veder morire tanta gente a lei
molto cara. Autorizzò quindi Mardocheo a scrivere un nuovo decreto in cui i Giudei erano auto-
rizzati a difendersi dai loro assalitori.
Mardocheo, si affrettò a scrivere il decreto. I corrieri con i cavalli reali corsero a portare il decre-
to del re in ogni provincia.
In ogni luogo dove arrivava la notizia, tra i Giudei, c'erano gioia, entusiasmo, banchetti e feste. Molti Persiani colpiti, da
come Dio aveva agito in favore del suo popolo, cominciarono a riconoscerLo e a adorarLo.
Il re Assuero autoriz Giude difende