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CORSO DI DIDATTICA GENERALECORSO DI METODI E PRATICHE DELL’INTERVENTO EDUCATIVO
Federico Batini
11
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1. FONDAMENTI DI DIDATTICA
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1.1. NATURA DELL’AZIONE DIDATTICA
Alcune definizioni
“azione sociale specifica…dove una rappresentazione mirata rende accessibili gli oggetti culturali a
soggetti in apprendimento” (C.Scurati, 1999 )
33
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“…interazione-comunicazione tra soggetto in educazione (l’infanzia
come l’adolescenza, l’età adulta come quella senile) e gli oggetti
dell’educazione (intesi sia come conoscenze, sia come modelli di comportamento socioaffettivi e assiologici)“ ( F.Frabboni, 1999)
44
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“ …tutto quello che si fa (=la creazione delle condizioni favorevoli) perché un
soggetto che voglia imparare, apprenda conoscenze relative ai
diversi saperi …nella scuola e no…Semantizza il processo di
insegnamento-apprendimentodi conoscenze, abilità, valori rendendolo
da casuale a organizzato nei fini e nei mezzi” (C.Laneve, 1998)
55
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L’AZIONE DIDATTICA….…DALLA RADICALE IMPOSSIBILITA’ DI
INSEGNARE…( Barnett, 1998)L’apprendimento è attività che emerge
da istanze profonde, che dà luogo a ristrutturazioni interne con una varietà
imperscrutabile di esiti…è intimamente “non determinabile”…
66
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INSEGNAMENTO
APPRENDIMENTO
…scarsa riconducibilità degli apprendimenti ai programmi intenzionali degli educatori …non linearità del rapporto insegnamento-apprendimento
77
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Azione didattica come attenzione a predisporre condizioni di
accoglienza, di esercizio, mantenimento, consolidamento dei
possibili eventi acquisitivi
88
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Azione didattica come costruzione di “impalcature”
psicologiche, relazionali e tecnologiche , capaci di rendere il
contesto dell’apprendimento “sensibile al discente” e significativo
l’apprendimento
99
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1.2. DIREZIONI DELL’AZIONE
DIDATTICO-EDUCATIVA DIMENSIONE COGNITIVA
• CONOSCENZE (informazioni, concetti, principi….)
• CAPACITA’ (induzione, ragionamento, problem solving, capacità critica, capacità
metacognitiva, capacità creativa…)
• COMPETENZA
1010
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Azione didattica
accento sui processi
accento sul ruolo
interpretativo e costruttivo
del soggetto
1111
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DIMENSIONE TECNICO-PRATICA
“Intelligenza pratica”
– Connessa alle prestazioni di altre persone
– Influenzata dall’uso di strumenti materiali
– Connessa a contesti specifici d’esperienza e a compiti particolari
( L.B.Resnik 1995)
1212
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Azione didattica
…..superamento di logiche meramente addestrative…
….oltre l’apprendimento di modelli d’azione astratti dai contesti
costruzione di
conoscenze sul campo,
in riferimento all’esperienza
1313
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DIMENSIONE SOCIALE E MORALE
SOCIALIZZAZIONE
“acquisizione attiva di norme e ruoli che si traduce nella capacità di inserirsi nei contesti sociali con l’esercizio di comportamenti non soltanto adattativi ma anche proattivi”
…implica il riferimento ad orientamenti di valore e stili d’azione…
1414
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Azione didatticasostegno alla socializzazione (primaria, secondaria,
risocializzazione) attraverso sviluppo della capacità di giudizio
attribuzione di significato a fatti, esperienze,
comportamenti (costruzione di valori)
adesione ai valori
1515
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Costruzione di valori
L. Kolberg
…dagli orientamenti “relativistico-strumentali”…
…. all’orientamento personale del “bravo bambino”…
…all’orientamento alla legge ed all’ordine costituito…
… all’orientamento legalistico…
…all’orientamento verso il principio etico universale
1616
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B.S.Bloom-D.R.Krathhvol-B.Masia
…dall’accettazione di valori…
…alla disponibilità-soddisfazione nell’agire in conformità a valori…
…alla scelta di valori come orientamento dell’azione…
…costruzione di un sistema integrato di valori….
…scelta di una propria filosofia di vita…
1717
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DIMENSIONE EMOTIVO-AFFETTIVAH. Gardner: sviluppo dell’intelligenza
intrapersonale (in
connessione con l’intelligenza
interpersonale)
“ accesso alla propria vita affettiva …capacità di discriminare affetti ed emozioni come mezzo per capire e guidare il proprio comportamento…che risulta connesso alla capacità di discriminare motivazioni ed emozioni altrui…”
1818
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P.Salovey-J. Mayer,
D.Goleman: sviluppo dell’intelligenza
emotivaconoscenza delle proprie emozioni
controllo della propria emotività
sviluppo della motivazione di sé
empatia
capacità di gestire le relazioni
1919
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Azione didattica
Riconoscimento e
gestione consapevole
dell’emotività
2020
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1.3. DIMENSIONE METODOLOGICA
Nel metodo didattico entrano in gioco forme procedurali che costituiscono la via razionale per il raggiungimento di un obiettivo, di uno scopo, di un fine educativo, mettendo in relazione dinamismi mentali e oggetti della cultura…
2121
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…al metodo possono essere riferiti aspetti quali lo stile educativo, l’organizzazione dei contenuti culturali, la strutturazione di un processo didattico in sequenze di apprendimento , le forme di raggruppamento di educatori e soggetti in apprendimento, le forme del lavoro didattico (metodiche, tecniche…)
2222
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BISOGNI
DIREZIONI EDUCATIVI
EDUCATIVE
metodo
CONTENUTI
BISOGNI
DIREZIONI EDUCATIVI
EDUCATIVE
metodo
CONTENUTI2323
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Scelta del metodo in base a:
validazione sul piano teorico-empirico
testimonianza di “buone pratiche”
2424
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Messa in atto del metodo
RAZIONALITA’TECNICO-PRATICA
ED ETICA
2525
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MODELLO DIDATTICO
Schema concettuale secondo cui viene strutturata ed ordinata la pratica
educativa; proposta di un’eccellenza nella organizzazione e gestione
dell’insegnamento. È costituito da una particolare
strutturazione delle variabili in gioco nella pratica educativa, a partire da un insieme di concetti, principi e metodi di
riferimento
2626
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CARATTERISTICHEDI UN MODELLO
DIDATTICO
Riduzione
Accentuazione
Trasparenza
Prospettiva
Produttività
2727
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L’educatore interpreta i modelli didattici
“… realizza la novità di una prestazione intelligente e affidabile
(valida, realizzativa, non stereotipata, produttiva) sul
fondamento di un saldo possesso dei referenti di competenza
oggettiva e critica dei vari modelli che il suo sapere professionale ha
storicamente accumulato…”
2828
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CRITERI DI LETTURA DI UN
MODELLO DIDATTICO
PIANO ASSIOLOGICO
PIANO SCIENTIFICO
PIANO PRASSEOLOGICO• traguardi educativi• proposte culturali• situazioni educative • strumenti• comunicazione• valutazione• differenziazione
2929
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1.4. LE DIDATTICHE RECENTI
• didattiche per “imparare a pensare”
• didattiche per “imparare a fare”
• didattiche per “imparare a stare con gli
altri”
• didattiche per imparare a “gestire le
emozioni”
3030
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DIDATTICA PER CONCETTI
Matrice teorico-culturaleNeopositivismo filosofico (Hempel, Carnap)
Linguistica (secondo Wittengstein) Semiologia (Mc Luhan) Psicologia (Piaget, Vygotkij, Ausubel, Bruner) Ricerca didattica
3131
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Proposta
Rendere espliciti i processi di concettualizzazione
per stimolare/guidare l’elaborazione e organizzazione sistematica
delle conoscenze (contenuti e procedure)
3232
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Fasi (da E.Damiano):
• Scelta del tema, elaboraz. mappa
concettuale (struttura logica del tema;
individuazione dei concetti generativi e
delle loro relazioni)
• Rilevaz. matrice cognitiva (conversazione
clinica; intervista di gruppo)
3333
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• Definizione della rete concettuale
• Progettazione UU.DD. (scansione sequenze
didattiche: metodi, operazioni, sussidi,
raggruppamenti allievi)
• Valutazione riferita al possesso dei concetti sist.elaborati
3434
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Indicazioni
• Attenzione per i concetti- chiave
• Congruenza matrice cogn. degli allievi
• Flessibilità nelle tecniche didattiche
• Favorisce la formalizzaz. verbale dell’esperienza
• Raccorda e distingue saperi diversi intorno ai concetti
3535
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Controindicazioni
• Accentua la dimens. cognitiva dell’apprendimento
• Rischi di verbalismo/astrattezza
• Non si presta per tutti gli insegnamenti(es.ed. espressiva )
3636
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DIDATTICA METACOGNITIVA
Matrice teorico-culturale Psicologia cognitivista e studi sull’apprendimento anni
‘70:– J.Flavell (studi su metamemoria; ruolo della
conoscenza metacognitiva)– A.Brown (ruolo del controllo metacognitivo)– J.G.Borkowsky et.al.(integrazione fra
consapevolezza e controllo: sviluppo del costrutto) – …
3737
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Proposta
Promuovere la capacità di imparare ad imparare incrementando
autoconsapevolezza e autoregolazione: promuovere l’acquisizione di un
atteggiamento strategico
3838
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Tratti caratterizzanti
• Centratura non tanto sul cosa, ma sul come si apprende: in primo piano la riflessione sui processi della mente
• Riconoscimento del ruolo attivo e responsabile del soggetto/modello didattico tendenzialmente aperto e costruttivo (teach-back)
3939
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• Valorizzazione delle strategie che favoriscono l’ “esternalizzazione” dei processi mentali (rappresentazione in forma grafico-iconica di idee, percorsi mentali e di azione; discussione e confronto in gruppo; valorizzazione dell’errore; autovalutazione…)
• Gestione della comunicazione educativa all’insegna della reciprocità e dialogicità
4040
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• Rinforzo delle basi affettive dell’apprendimento (sostegno all’autostima ed al senso di autoefficacia; utilizzo di pratiche incoraggianti…)
4141
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Indicazioni
• sviluppo dell’autonomia personale attraverso lo sviluppo dell’autonomia cognitiva
• promozione di flessibilità di fronte al variare delle condizioni di vita
4242
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• sviluppo del potenziale intellettivo individuale
Controindicazioni• Approccio “mentalistico” all’esperienza
• Rischi di “saldatura”
4343
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APPRENDISTATO COGNITIVO
Matrice teorico-culturale
• H.Gardner: apprendistato come ambiente cognitivo che “facilita il comprendere”
• L.Resnick: studi sull’efficacia formativa dell’apprendistato
4444
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• A. Collins et al.: apprendistato come strategia d’insegnamento
• J.Lawe, E.Wenger: apprendimento attraverso le “comunità di pratiche”
• A.Collins, B.Brown, N.Newman: studi sull’apprendistato cognitivo
4545
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Tratti caratterizzanti• Apprendimento legato all’esperienza diretta a carattere manuale o tecnico-operativo
• Centralità dell’interazione tra maestro-esperto che dimostra ed elargisce feed-back ( insegnamento attraverso l’azione) e discente-apprendista che osserva e si autocorregge (confronto con la prestazione esperta)
4646
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• attenzione ai processi di pensiero sottostanti lo svolgimento di un compito per costruire “competenza esperta”:
– riflessione sulle differenze tra prestazione esperta e novizia
– esercizio della “replica a livello astratto”
– dialogo tra “chi fa e chi critica”
4747
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Fasi• Modellamento
• Assistenza
• Scaffolding
• Articolazione
• Riflessione
• Esplorazione
4848
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Indicazioni
• Valorizzazione/sviluppo di abilità pensiero pratico
• Valorizzazione dell’esperienza diretta come strumento di apprendimento
• Apprendimento legato ai contesti
4949
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Controindicazioni
• Guida al transfert delle acquisizioni
• Formazione dei “maestri” e “competenze sul campo”
5050
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COOPERATIVE LEARNING
Matrice teorico-culturale• Riflessione pedagogica (J.Dewey)
• Psicologia sociale (M.Deutsch)
• Ricerca psico-pedagogica (D. Jonhson e R.Jonhson, R. Slavin, S.Kagan e M.Kagan, E.Cohen)
5151
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Tratti caratterizzanti
• Interdipendenza positiva fra i membri come “ relazione intersoggettiva
indispensabile per conseguire un certo risultato di modo che non possa che essere attribuito all’intero gruppo (la possibilità che ciascuno ha di conseguire il proprio
obiettivo dipende dalla capacità che hanno gli altri di conseguire i propri)”
5252
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• Mediazione educativa a carattere sociale
• Traguardi cognitivi e socio-relazionali
• Obiettivi formativi individuali e di gruppo (valutazione individuale e di gruppo)
• Responsabilità del compito e delle dinamiche nel gruppo allargata a tutti i membri (autovalutazione)
5353
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• Educatore come regista e facilitatore:– definisce i traguardi da raggiungere– stabilisce la composizione dei gruppi
– fissa le modalità di assegnazione dei ruoli
– prepara il setting e i materiali
– spiega il compito– struttura l’interdipendenza positiva (uso comune di risorse, riconoscimenti
individuali ed al gruppo, insegnamento di abilità sociali)
5454
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Insegnamento di ABILITÀ SOCIALI• competenza comunicativa
• leadership distribuita
• negoziazione costruttiva dei conflitti
• soluzione di problemi
• capacità decisionale
5555
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Fasi:– Attività “scoperta” di abilità sociali
- Esperienze di approfondimento (esperienze guidate, modelli di comportamento da valutare….)
- Esercitazioni (assegnazione di ruoli…)
- Pratica di abilità sociali durante lo svolgimento di
compiti
5656
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IndicazioniFlessibilità metodologica e operativa
Controindicazioni Difficoltà a costruire le condizioni
cooperative di lavoro
5757
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1.4. PRINCIPI EDUCATIVI
“Leggi” generali dell’insegnamento/apprendimento che
offrono indicazioni a carattere orientativo e regolativo nella gestione
dell’azione didattica
5858
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PRINCIPIO DI SIGNIFICATIVITPRINCIPIO DI SIGNIFICATIVITÀÀ
• Rendere chiaro a colui che impara il senso del suo apprendere ai fini della formazione personale (stimolo, guida, sostegno al riconoscimento del significato/valore della proposta didattico-educativa) (C.Laneve)
5959
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• Proporre contenuti a cui il soggetto che apprende possa attribuire senso in quanto si pongono in continuità con le sue esperienze precedenti e con il suo patrimonio di conoscenze e rappresentazioni (Ausubel, Pellerey)
6060
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IMPLICAZIONI OPERATIVE
Rilevare la situazione dei soggetti educandi (osservazione, dialogo, interpretazione)
Collocare l’intervento didattico nella “zona di sviluppo prossimale”
6161
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Comunicare il significato educativo
della proposta didattica
Utilizzo efficace dei mediatori didattici
6262
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6363
Sistema integrato dei mediatori didattici (E.Damiano, L’azione didattica, Roma, Armando, 1994, p.235)
ATTIVI
ICONICI
ANALOGICI
SIM BOLICI
Esperienza“ diretta”
Immagini
Giochi
Concetti
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Attivi Iconici Analogici Simbolici
-Esplorazioni
-Esercitazioni
-Realizzazioni di oggetti
-Ricostruzioni di esperienze (mimo, conversazioni)
-Esperimenti
-Disegno “spontaneo”/fruizione d’immagini
-Disegno “preordinato”(contenuti/codice);analisi di immagini selezionate
-Schematizzazione di concetti, mappe, percorsi, eventi
-Drammatizza
zione/role play
-Giochi di simulazione (canovaccio)
-Esecuzione di copioni (soggetti a canovaccio)
- Simulazione finalizzata all’applicazione e controllo di conoscenze
-Discussione finalizzata
-Narrazione, ascolto di eventi (orale/scritta)
-Definizione/
riflessione in riferimento a concetti, regole, formulazione di giudizi…
6464
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6565
+ tempo - tempo
+ distorsione -distorsione
+ motivazione -motivazione
+ sicurezza - sicurezza
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PRINCIPIO DI MOTIVAZIONEPRINCIPIO DI MOTIVAZIONE
Suscitare adesione attiva alle proposte educative (motivazione: stato interno
che attiva, orienta e sostiene l’azione)
6666
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Creare condizioni motivanti
Motivazione come risposta a pressioni esterne (Skinner)
Motivazione in relazione a bisogni interni (Maslow)
Motivazione in relazione a obiettivi personali (Ford)
GESTIONE DEL RINFORZO
RISPOSTA AI BISOGNI PERSONALI
RISPOSTA AGLI OBIETTIVI PERSONALI
6767
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Suscitare il coinvolgimento attivo
Motivazione come capacità di agire in forma autodeterminata ed autocontrollata: motivazione intrinseca (Deci e Ryan)
VALORIZZAZIONE DELLA MOTIVAZIONE INTRINSECA
USO DEL CONFLITTO COGNITIVO E SOCIOCOGNITIVO
6868
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Motivazione come tendenza durevole all’apprendimento di valore: motivazione ad apprendere (J.Brophy)
• MODELLAMENTO
• FEED-BACK
CORRETTIVI DA
PERSONE
SIGNIFICATIVE
• ISTRUZIONE DIRETTA
• COMUNICAZIONE DI
ASPETTATIVE
6969
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Motivazione legata alle aspettative di successo nello svolgimento di un’attività considerata di valore (Hansen)
COMUNICAZIONE DEL VALORE FORMATIVO DELLA PROPOSTA EDUCATIVA
“CALIBRATURA” DELLE ATTIVITA’ RISPETTO ALL’EDUCANDO
INCORAGGIAMENTO
7070
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Motivazione legata alle attribuzioni causali circa l’esito delle proprie azioni (Weiner)
GUIDA ALL’ATTRIBUZIO NE CAUSALE INTERNA A FATTORI CONTROLLABILI
7171
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PRINCIPIO DI CLINICITPRINCIPIO DI CLINICITÀÀ
Valorizzazione dell’affettività come tratto fondamentale nella gestione della
fondamentale nella relazione educativa
7272
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ATTEGGIAMENTI DELL’EDUCATORE
• Essere autentici• Incontrare• Comprendere• Ascoltare• Confermare• Essere autorità (B.Rossi)
7373
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INDICAZIONI OPERATIVE
COMPETENZE INTERAZIONALI DI BASE
Ascolto attivo Comunicare la percezione ed il vissuto
relazionale
( H.Franta- A.R.Colasanti)
7474
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ASCOLTO ATTIVO
Per favorire la presa di coscienza e la
gestione costruttiva dei vissuti
personali da parte dell’educando
Per comunicare accettazione e rispetto
e potenziare l’efficacia della
comunicazione
7575
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Fasi
1. Ricezione dei messaggi verbali e non verbali (controllo dei vissuti e delle emozioni personali)
7676
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2. Decodifica e lettura dei messaggi
– contenuto (che cosa sta dicendo?)
– autopresentazione (come si presenta l’altro a me?)
– appello (qual è l’obiettivo della comunicazione dell’altro?)
– dimensione relazionale (in che modo l’altro percepisce me e la nostra relazione?)
7777
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3.Comportamenti verbali di supporto all’autocomprensione dei propri vissuti ed alla loro espressione esplicita
– parafrasare– verbalizzare– chiarificare – esplorare le conclusioni– strutturare la comunicazione– personalizzare
7878
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COMUNICARE LA PERCEZIONE ED IL VISSUTO RELAZIONALE
1. Comunicazione descrittiva. Capacità di riferire l’interazione in termini fenomenologici, anziché giudicarli o valutarli …
7979
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….
per evitare comportamenti di difesaper non enfatizzare comportamenti contrari
a quelli proposti dall’educatoreper favorire la fiducia nell’educatoreper favorire capacità di giudizio autonomo per favorire la presa di contatto con le
proprie emozioni
8080
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1. Comunicazione rappresentativa. L’educatore si rivela come portatore di esperienze riferite all’interagire reciproco ed alle aspettative relazionali
- Enunciati prospettico-ipotetici.
Comunicazione della visione soggettiva dell’agire reciproco (in riferimento a principi e regole…)
8181
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– Enunciati espressivi. L’educatore prende contatto coi i propri stati emozionali e li esprime adeguatamente e costruttivamente (enunciati positivi e incoraggianti…)
– Enunciati appellativi . Esplicitazione di un’intenzione o di un desiderio per far sì che si verifichino o per impedire che si manifestino determinati fatti relazionali
8282
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2. PROGETTARE, ORGANIZZARE, GESTIRE L’INTERVENTO EDUCATIVO
8383
![Page 84: CORSO DI DIDATTICA GENERALE CORSO DI METODI E PRATICHE DELLINTERVENTO EDUCATIVO Federico Batini federico.batini@unipg.it 1](https://reader037.vdocuments.net/reader037/viewer/2022110117/5542eb50497959361e8bfd6a/html5/thumbnails/84.jpg)
2.1. CONTESTI DELL’AZIONE DIDATTICA E COMPITI DELL’EDUCATORE
Esperienze educative
• FORMALI
• INFORMALI
• NON FORMALI
8484
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Assi• INTENZIOLALITÀ/PROGETTUALITÀ• ORGANIZZAZIONE• OBBLIGATORIETÀ/CERTIFICAZIONE• DISTINZIONE EDUCATORE/EDUCANDO• RIFERIMENTI AI CONTESTI DI VITA E DI
ESPERIENZA
8585
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L’azione dell’educatore
INFORMALE NON FORMALE FORMALE
8686
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Tratti che connotano l’azione dell’educatore:
INTENZIONALITÀ PROGETTUALITÀ
CONTROLLABILITÀ PEDAGOGICANETTA DISTINZIONE EDUCATORE /EDUCANDO
8787
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Contesti dell’azione educativa (criterio: contesti/momenti di vita)
FAMIGLIA Bisogni: • carente, ridotta, errata proposta axiologica• scompensi nella comunicazione e nel clima
relazionale• …
8888
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Risposta educativa• volta a suscitare la disposizione della
famiglia ad autoeducarsi…
8989
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SCUOLABisogni:• scostamento fra obiettivi
dichiarati/perseguiti e obiettivi effettivamente raggiunti
• potenziamento di occasioni di risposta personalizzata ai bisogni
• …
9090
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Risposta educativa
• supporto
• apertura ad aspetti extra-disciplinari
• valorizzazione della sfera emotivo-affettiva, socio-relazionale, valoriale…
9191
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GRUPPO DEI PARIBisogni• conflittualità nei confronti dei valori
adulti/socialmente condivisi
• esercizio di capacità relazionali e comunicative
• esercizio/conquista dell’autonomia personale
9292
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Risposta educativa
• prevenzione del disagio/devianza
• sostegno allo sviluppo personale
9393
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ASSOCIAZIONIBisogni• socialità• sicurezza personale• conoscenza della realtà esterna
Risposta educativa• incremento della portata educativa delle
esperienze associate
9494
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LAVOROBisogni• acquisizione ed affinamento di abilità
(logico-cognitive, tecnico-pratiche, relazionali…)
• individuazione di occasioni di sviluppo personale
9595
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Risposta educativa
• sviluppo della disponibilità ad apprendere e ad autoeducarsi
• promozione di una buona integrazione tra esperienza lavorativa ed esperienza personale
9696
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MEZZI DI COMUNICAZIONE DI MASSABisogni• conoscenza dei linguaggi specifici e delle
“logiche” comunicative
• distanziamento critico rispetto alla proposta di conoscenze, di valori, modelli di comportamento
• fruizione costruttiva
9797
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Risposta educativa
• Alfabetizzazione di base
• proposta di esperienze di fruizione critica
• proposta di esperienze a carattere espressivo
9898
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TERRITORIOBisogni• costruzione di un equilibrato senso di
appartenenza
• fruizione costruttiva del tempo libero
• esercizio di una cittadinanza attiva
9999
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Risposta educativa• riappropriazione di temi e fatti attraverso la
memoria
• fruizione del territorio come ambiente diffuso dell’esperienza educativa
• contatto dialogante con la realtà umana e sociale
100100
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CENTRI SOCIOASSISTNZIALI ED EDUCATIVI Bisogni
• carenze/difficoltà soggettive specifiche
• carenze/difficoltà oggettive specifiche
101101
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Risposta educativa
• coinvolgimento attivo
• acquisizione di conoscenze
• sviluppo di capacità
102102
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VARIETÀ DI CONTESTIVARIETÀ DI SOGGETTI
IN DIFFERENTI CONDIZIONI
DIFFERENTI FORME DELL’AZIONE DIDATTICO-EDUCATIVA
103103
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AZIONE DIDATTICA COME PROMOZIONE
Tende a rendere i soggetti “abili”, capaci di esprimere al meglio le loro potenzialità
104104
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AZIONE DIDATTICA COME PREVENZIONE
contiene il rischio che le potenzialità individuali o collettive possano non svilupparsi adeguatamente
105105
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AZIONE DIDATTICA COME RIABILITAZIONE
“riconsegna ” al soggetto la possibilità di sviluppare le proprie risorse personali
106106
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2.2.PROCESSO EDUCATIVO, PROGETTUALITÀ, PROGETTAZIONE
PROGETTUALITÀ
progettazione
CARATTERE PROCESSUALEDELL’EDUCAZIONE
107107
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PROCESSUALITÀ
• distensione temporale
• sequenzialità e unitarietà di momenti
• tensione verso un fine
108108
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PROGETTAZIONE…..
Elaborazione del progetto educativo che deve far da guida ideale a tutta l’attività educativa e didattica che si svolge in una istituzione formativa, fornendo a tutte le componenti un riferimento prospettico chiaro e condiviso di valori, mete formative, principi d’azione, sistemi di relazione interpersonali e istituzionali e modalità di valutazione (M.Pellerey, 1997)
109109
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Come intendere la progettazione?
VANTAGGI• Intenzionalità• Razionalità• Decisionalità• Previsionalità• Dominio della complessità• Comunicabilità• Sicurezza/consapevolezza
RISCHI• Determinismo
• Lettura semplicistica del reale
• Distanza dal reale
110110
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““PROCEDIMENTO” PROCEDIMENTO”
EDUCATIVOEDUCATIVO
modello logico-modello logico-concettuale concettuale (rappresentazione in (rappresentazione in chiave progettuale)chiave progettuale)
PROCESSOPROCESSO
EDUCATIVOEDUCATIVO
storicitàstoricità
continuitàcontinuità
unitàunità
111111
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Quale modello di progettazione?… dai “MODELLI LINEARI-SEQUENZIALI”ad es (H.Taba, 1962):1. diagnosi dei bisogni2. formulazione obiettivi3. selezione contenuti4. selezione esperienze di apprendimento5. organizzazione delle esperienze di
apprendimento6. Valutazione: oggetti, modalità, strumenti
112112
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recepisce bisogni,
motivazioni ed interessi dei
soggetti coinvolti
non forza la realtà
IL PROGETTO
EDUCATIVO
prevede momenti di verifica e
valutazione
è flessibile e dinamico
113113
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…AI “MODELLI DELLA RICORSIVITÀ PROGETTUALE”
OBIETTIVI
ATTIVITÀ BISOGNI
VALUTAZIONE
114114
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…AI MODELLI DELLA “PROBLEMATICITÀ COGNITIVA:
…..più marcata apertura alle rappresentazioni individuali della realtà…..(ad es. “didattica per concetti)
….AI “MODELLI COOPERATIVI”…centratura sulla partecipazione e sullo scambio
dialogico-discorsivo tra gli attori coinvolti nel processo educativo…( progettazione dialogica)
115115
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…individuazione del bisogno Definizione
del bisogno Definizione degli obiettivi
Definizione delle modalità di azione
Azione Verifica e valutazione
Ridefinizione del bisogno …..
116116
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2.3. LIVELLI DEL PROGETTARE
PIANIFICAZIONE
PROGETTAZ.ISTITUZIONALE
INTERISTITUZIONALE
PROGETTAZIONE INTRAISTITUZIONALE
Proiezione statistica dei bisogni
Livello politico/amministrativo/gestionale
“Filosofia” dell’ente o del servizio
117117
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PROGETTAZIONE
PROGETTAZIONE “DELL’EDUCATORE” O
PROGETTAZIONE DIDATTICA
Situazione “incarnata” di bisogno
Livello dell’operatività educativa e della relazione diretta con l’utente
118118
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PIANIFICAZIONE
PROGETTAZIONE
PIANIFICAZIONE
PROGETTAZIONE
119119
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2.4. FASI DEL PROGETTARE
• Riconoscimento del problema/segnalazione del bisogno
• Definizione del problema/analisi del bisogno
• Identificazione della situazione finale/definizione dei traguardi da raggiungere
• Organizzazione e gestione dell’intervento/dimensione strategica
• Valutazione
120120
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2.5. DALLA SEGNALAZIONE DEL BISOGNO ALLA SUA ANALISI
COMMITTENZAEsterna (spontanea;
indotta)
Interna
121121
SEGNALAZIONE DEL BISOGNO
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INTREPRETAZIONE DEL BISOGNO
Alcune definizioni: bisogno come…(J. Bradsaw, J.Burton, P.Merril)
• scostamento verso il basso rispetto ad una norma
• desiderio presente nell’animo di una persona
• b. espresso o domanda
122122
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• b. espresso o domanda
• b. che nasce dal confronto con persone o istituzioni simili che possiedono qualcosa in più
• anticipazione di future necessità
123123
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bisogno come
scarto fra uno stato di cose come dovrebbe essere o come si vorrebbe che fosse e la situazione quale essa è,
distanza fra una situazione prefigurata come migliore e la situazione di fatto
124124
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LETTURA DELL’ESISTENTE
QUADRO IDEALE
125125
![Page 126: CORSO DI DIDATTICA GENERALE CORSO DI METODI E PRATICHE DELLINTERVENTO EDUCATIVO Federico Batini federico.batini@unipg.it 1](https://reader037.vdocuments.net/reader037/viewer/2022110117/5542eb50497959361e8bfd6a/html5/thumbnails/126.jpg)
LETTURA DELL’ESISTENTE
Interpretazione
QUADRO IDEALE126126
![Page 127: CORSO DI DIDATTICA GENERALE CORSO DI METODI E PRATICHE DELLINTERVENTO EDUCATIVO Federico Batini federico.batini@unipg.it 1](https://reader037.vdocuments.net/reader037/viewer/2022110117/5542eb50497959361e8bfd6a/html5/thumbnails/127.jpg)
Strumenti per l’analisi dei bisogni
VALIDITÀ E FEDELTÀ
USO INTEGRATO
127127
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• QUESTIONARIO
• INTERVISTA
• COLLOQUIO
• OSSERVAZIONE
• DOCUMENTAZIONE
• RILEVAZ. SOCIOMETRICHE128128
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2.6. DEFINIZIONE DEI TRAGUARDI DELL’AZIONE DIDATTICO-EDUCATIVA
DEFINIZIONE DEGLI OBIETTIVI GENERALI/EDUCATIVI
Mete, traguardi da perseguire in risposta ai bisogni educativi
identificati;orientamenti per l’azione didattica
129129
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DEFINIZIONE DEGLI OBIETTIVI DIDATTICI
Declinano gli obiettivi generali e devono essere espressi il più possibile
come aspetti rilevabili ed osservabili, in termini di cambiamenti attesi al termine di
un intervento.
130130
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Per la definizione degli obiettivi didattici
• Precisare che cosa dovrà essere in grado di fare il soggetto al termine dell’intervento
• definire le condizioni entro le quali dovrà prodursi e dovrà essere rilevato il comportamento
131131
![Page 132: CORSO DI DIDATTICA GENERALE CORSO DI METODI E PRATICHE DELLINTERVENTO EDUCATIVO Federico Batini federico.batini@unipg.it 1](https://reader037.vdocuments.net/reader037/viewer/2022110117/5542eb50497959361e8bfd6a/html5/thumbnails/132.jpg)
• Stabilire un criterio di accettabilità (condizioni minime per le quali si può dire che l’obiettivo sia stato raggiunto)
“Ci aspettiamo che F., ospite di una comunità per minori, impari a prendere parte costruttiva ai giochi di gruppo organizzati e spontanei ( ci aspettiamo che rispetti abitualmente le regole
del gioco, evitando di scontrarsi con i compagni)
132132
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Gli obiettivi didattici possono essere definiti utilizzando tassonomie o sistemi di categorie, ad es:
1. Conoscenze 1.1. di fatti, procedure, concetti 1.2. di principi generali
2. Capacità 2.1. operative e manuali
2.2. Intellettuali e di problem solving basate su algoritmi
2.3. di problem solving basate su processi euristici
3. Comportamenti 3.1. prescrivibili ( in parte) interpersonali 3.2. euristici
133133
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DEFINIZIONE DEGLI OBIETTIVI DI LAVORO
Consistono nell’indicazione precisa delle mete da raggiungere in termini di attività
e di azioni che il soggettoIn formazione deve essere messo in condizione di compiere in risposta ai
bisogni di cui è portatore
134134
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F., ospite di una comunità per minori, frequenterà l’ultimo anno della scuola media il prossimo anno.
L’obiettivo sarà raggiunto:
a. se F. avrà fatto meno del 30% di assenze;
b. se vi riuscirà senza essere sottoposto ad una pressione assillante da parte dell’educatore;
c. se in concomitanza continuerà a svolgere gli impegni che ha già assunto
135135
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2.7. PROGETTAZIONE E VALUTAZIONE
FUNZIONI DELLA VALUTAZIONE
È processo continuo, strettamente intrecciato con l’azione didattica, che contribuisce
a renderla dinamica, flessibile, finalizzata……ha essenzialmente una funzione
regolativa dell’azione e di precisazione dell’intenzionalità educativa
136136
![Page 137: CORSO DI DIDATTICA GENERALE CORSO DI METODI E PRATICHE DELLINTERVENTO EDUCATIVO Federico Batini federico.batini@unipg.it 1](https://reader037.vdocuments.net/reader037/viewer/2022110117/5542eb50497959361e8bfd6a/html5/thumbnails/137.jpg)
RITMI DELLA VALUTAZIONE
VALUTAZIONE INIZIALEVALUTAZIONE INIZIALE
MONITORAGGIOMONITORAGGIO
VALUTAZIONE FINALEVALUTAZIONE FINALE
137137
![Page 138: CORSO DI DIDATTICA GENERALE CORSO DI METODI E PRATICHE DELLINTERVENTO EDUCATIVO Federico Batini federico.batini@unipg.it 1](https://reader037.vdocuments.net/reader037/viewer/2022110117/5542eb50497959361e8bfd6a/html5/thumbnails/138.jpg)
alcune domande che orientano la valutazione:
• Quali sono le direzioni d’intervento da privilegiare?
• Quale impatto hanno le strategie scelte?
• Sono raggiunti o in via di raggiungimento i traguardi fissati?
• Si registrano effetti imprevisti? Possono essere valorizzati?
• L’intervento pianificato si pone in sinergia con altre azioni educative?
• …138138
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MOMENTI DEL PROCESSO VALUTATIVO
RACCOLTA DI INFORMAZIONI o verifica per dire se e in quale misura sono stati soddisfatti i bisogni (raggiunti gli obiettivi)
per dire come i bisogni sono stati soddisfatti (lettura dei processi)
SCELTA DI STRUMENTI VALIDI ED ATTENDIBILI
139139
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INTERPRETAZIONE DI INFORMAZIONI o valutazione
per dare senso ai dati raccolti (quanto e come la realtà rilevata si avvicina alla
realtà attesa?) per comprendere la realtà, attraverso una lettura “multiprospettica” dei dati (lettura intersoggettiva)
140140
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2.8.RICOGNIZIONE DELLE RISORSEPROFESSIONALI
LOGISTICO-STRUMENTALI
TEMPI
SPAZI
FINANZIAMENTI
141141
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ATTIVAZIONE DI RETI
INTRAISTITUZIONALI E
INTERISITUZIONALI ESPLORAZIONE DELLE RETI
SOCIORELAZIONALI DI SUPPORTO
142142
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3. STRATEGIE E TECNICHE DIDATTICHE3. STRATEGIE E TECNICHE DIDATTICHE
143143
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3.1. MEZZI EDUCATIVI E TECNICHE DIDATTICHE
MEZZI EDUCATIVI
Strumenti Tecniche
didattici didattiche
144144
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MEZZI EDUCATIVI: tutto ciò che ha funzione strumentale rispetto alla comunicazione educativa…
STRUMENTI DIDATTICI: oggetti fisici, strumenti, che hanno la funzione di supplire l’esperienza diretta delle cose e di facilitare l’apprendimento
145145
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TECNICHE DIDATTICHE:implicano l’uso degli strumenti;
devono essere intese come “formati” dell’azione didattica, procedure o “programmi sequenziali” di attività d’insegnamento
146146
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3.2. POSSIBILI CRITERI DI SCELTA DELLE TECNICHE DIDATTICHE
Asse istruttività –attività
Coerenza con gli obiettivi
Caratteristiche degli educandi
147147
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Possibilità di utilizzo combinato
Adeguamento alle condizioni contestuali
148148
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3.3. LA LEZIONE
Caratteristiche
Esposizione, a carattere prevalentemente verbale, di
contenuti culturali da parte di un esperto, finalizzata a promuovere
l’acquisizione di conoscenza
149149
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Centralità del ruolo del docente
Sequenza tematica largamente prestabilita
Limitato spazio d’intervento e scambio ai discenti
150150
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Vantaggi
Economicità
Sistematicità della trattazione
Limiti Rischi di astrattezza
Uso di linguaggio poco calibrato rispetto all’utenza
Richiesta di
capacità attentive elevate
Induzione di
modalità di apprendimento riproduttive e passivizzanti 151151
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Modelli
LEZIONE “BASE” (MAGISTRALE)
• Approccio deduttivo• Approccio induttivo• Approccio per problemi• Approccio storico-temporale o narrativo• Approccio euristico-socratico
152152
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Integrazione con:
- supporti visivi (slides, schemi, immagini…);
- materiali di supporto (materiale illustrativo, di sintesi, documentario…);
- esercitazioni
153153
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LEZIONE CON SCAMBI E DIBATTITO
per approfondire un tema, suscitare
la presa di posizione da parte dei partecipanti
esposizione integrata con l’intervento dei partecipanti in forma libera o organizzata, orale o scritta ….
154154
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…in forma di ….
• lezione-discussione• lezione-intervista• lezione-sondaggio• lezione-studio
155155
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LEZIONE INTEGRATIVA/ INTERVENTI DI TEORIZZAZIONE
per introdurre o sistematizzare quanto appreso in seguito ad esperienze diretta o ad
approfondimenti individuali o di gruppo
Utilizzo di domande, proposta di quadri generali di riferimento, individuazione di paradigmi impliciti o complementari, rappresentazioni in forma grafica di procedure, valorizzazione dei vissuti …
156156
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LEZIONE MILIARE
per consolidare conoscenze e predisporre all’acquisizione di
nuove
- proposta di concetti complessi, almeno in parte potenzialmente comprensibili
- guida alla riorganizzazione delle conoscenze possedute
- guida alla riflessione per individuare quanto le conoscenze mancanti
157157
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LEZIONE BASATA SU CASI
per favorire l’ elaborazione e la comprensione critico-applicativa
delle conoscenze
158158
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Preparare e condurre una lezione definizione degli scopi di conoscenza
e dei prerequisiti
scelta della sequenza di
presentazione dei contenuti (deduttiva, induttiva…)
159159
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preparazione dei supporti visivi e
dei materiali integrativi
organizzazione del setting
controllo della comprensione e delle delle modalità comunicative
160160
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3.4. LA DISCUSSIONE
Caratteristiche
Tecnica in cui chi insegna non propone conoscenze, ma stimola il confronto fra i partecipanti, allo scopo di favorire il confronto fra i partecipanti e la presa di posizione personale. Mira ad affinare e sviluppare conoscenze, a promuovere autoconsapevolezza e capacità di giudizio, sviluppo di abilità sociali
161161
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ruolo di facilitatore da parte del conduttore
centralità dello scambio tra i partecipanti intorno ad un tema
prestabilito
162162
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forma di ragionamento di argomentazione comune
centralità del conflitto socio- cognitivo
163163
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Ruolo del conduttorepropone il tema in discussione
fa emergere nodi critici
aiuta a chiarire concetti e ragionamenti
valorizza le logiche argomentative più produttive
stempera tensioni
promuove il rispetto di regole e comportamenti sociali
164164
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Preparare e condurre una discussionePREPARAZIONE verifica del possesso di abilità sociali
e comunicative minime
creazione di un clima relazionale idoneo (prevenire dinamiche relazionali poco costruttive; creare condizioni di fiducia, accoglienza ed incoraggiamento fra i partecipanti)
165165
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Fissare i traguardi formativi
Strutturare una scaletta/mappa dell’articolazione tematica
Definire la natura del compito Predisporre materiali di supporto e
per favorire il feed-back
166166
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GESTIRE LA COMUNICAZIONE Ascolto attivo e critico
Utilizzo delle modalità del rispecchiamento (R.I.F.A.R.E)
Definire il “contratto” didattico (regolazione degli interventi durante
la discussione) 167167
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3.5. I GIOCHI DI RUOLO
Caratteristiche
Tecnica di messa in scena attraverso la drammatizzazione di ruoli sociali
finalizzata a far acquisire competenze socio-relazionali e a
sostenere l’apprendimento di contenuti disciplinari
168168
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coinvolgimento attivo da parte di chi apprende (decisione ed espressività)
“gioco” come senso di
divertimento e coscienza della simulazione
169169
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centralità del confronto con il gruppo
educatore come regista e facilitatore
differenti gradi di prescrittività e di strutturazione
170170
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Vantaggi
Creazione di situazioni complesse
Possibilità di espressione soggettiva, di giudizio autonomo
Rischi Espressività fine a
se stessa
Difficoltà a ricomporre i confini dei ruoli e delle persone
Eccessivo sfumarsi della responsabilità educativa 171171
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Preparare e condurre un gioco di ruolo PREPARAZIONE Individuazione dei bisogni e degli
obiettivi e scelta della tipologia di gioco (prescrittività, strutturazione)
Conoscere le caratteristiche dei partecipanti e delle relazioni nel gruppo
172172
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Predisposizione del setting
Predisposizione delle istruzioni circa i ruoli e consegna
Predisposizione della griglia di analisi da consegnare al gruppo
Predisporre eventuali strumenti di registrazione audio-video
173173
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FASI
Introduzione e riscaldamento
Scelta dei protagonisti
Definizione del tempo a disposizione
174174
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Scelta del tipo di intervento
partecipazione del conduttore (nel gruppo, nell’interazione tra gli attori)
Distanziamento dai ruoli
Analisi e commento in gruppo
175175
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3.6. LO STUDIO DI CASO
Caratteristiche
Tecnica di lavoro di gruppo finalizzata a sviluppare la capacità
di analizzare ed affrontare razionalmente situazioni
complesse simili a quelle che concretamente i partecipanti
vivono (Mucchielli, 1971).
176176
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Conta la coerenza interna del processo logico con il quale si giunge a prospettare la soluzione.
L’educatore favorisce lo scambio e sottolinea le diverse logiche adottate e le loro implicazioni.
177177
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Preparare e gestire uno studio di caso
verificare il possesso di abilità
sociali e comunicative minime
creare un clima relazionale idoneo
predisporre materiali di supporto gestire la discussione
178178
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FASI
Scelta del caso Costruzione e presentazione/ricostruzione di una situazione reale o verosimile.
Lavoro di sottogruppo. Discussione
e formulazione di ipotesi.
Plenaria. Confronto sulle soluzioni proposte e sintesi
179179
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Fasi incident-caso a più fasi (Castagna, 1991)
Scelta del caso e consegna
della domanda: “quali informazioni servono e perché?”
Lavoro di sottogruppo. Prima plenaria. Confronto sulle
informazioni necessarie per risolvere il problema.
180180
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Eventuali contributi teorici (educatore, esperti,…)
Lavoro di sottogruppo. Discussione
e formulazione di ipotesi
Plenaria. Confronto sulle soluzioni proposte e sintesi
181181
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Fasi autocaso (Castagna,1991) : Scelta del caso ,In plenaria o in
gruppo, sulla base di alcuni criteri prestabiliti.
Racconto del partecipante
“narratore”.
182182
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Domande del gruppo al “narratore”
Formulazione di ipotesi di
soluzione, in plenaria o in sottogruppo.
183183
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4. POTENZIARE LE CAPACITÀ DI PENSIERO PER PROMUOVERE
L’AUTONOMIA PERSONALE
184184
![Page 185: CORSO DI DIDATTICA GENERALE CORSO DI METODI E PRATICHE DELLINTERVENTO EDUCATIVO Federico Batini federico.batini@unipg.it 1](https://reader037.vdocuments.net/reader037/viewer/2022110117/5542eb50497959361e8bfd6a/html5/thumbnails/185.jpg)
4.1. IL SENSO CRITICO: UNA CATEGORIA
PEDAGOGICA? Evoluzione e affinamento del costrutto
E.Claparède
• DOMANDA - RICERCA DELL’IPOTESI - VERIFICA
• CONTROLLO DELL’IPOTESI
185185
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J.Dewey
SUGGESTIONE – INTELLETTUALIZZAZIONE DEL PROBLEMA – IPOTESI – SVILUPPO DELL’IPOTESI ( SUPPOSIZIONE O RAGIONAMENTO) – CONTROLLO DELL’IPOTESI o VALUTAZIONE FINALE
GIUDIZIO COME CONTROLLO IN TUTTE LE FASI DEL PENSIERO
186186
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A.Binet
GIUDIZIO come tratto caratterizzante dell’intelligenza
DIREZIONE – ADATTAMENTO - CRITICA
DIREZIONE – COMPRENSIONE – INVENZIONE- CENSURA
GIUDIZIO COME CONTROLLO IN TUTTE LE FASI DEL PENSIERO
187187
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J. P. Guilford
EVALUATION come operazione dell’intelligenza:
COMPRENSIONE – MEMORIA – PENSIERO DIVERGENTE – PESIERO CONVERGENTE-
VALUTAZIONE
188188
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a criteri di rispondenza al reale
VALUTAZIONE in rapporto criteri logici (identità, somiglianza, appartenenza ad
una classe, coerenza…)
189189
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….si esplica su
materiale vario ( figurativo, simbolico, comportamentale…)
prodotti diversi (classi, ragionamenti, implicazioni, relazioni, trasformazioni…)
190190
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Data la doppia descrizione: rotondo duro
Scegliere l’opzione corretta:
a. Orob. Discoc. Acciaiod. Moneta
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Data l’affermazione:
Nel mezzo del Pacifico, a Buna Buna, si gioca all’aperto il Tiky-Tiky
Scegliere la risposta corretta:a. Agli abitanti di Buna Buna piace giocareb. Il Tiky-Tiky è un gioco difficilec. C’è un’isola chiamata Buna-Buna
192192
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Date le seguenti definizioni: l = più largo di s = più stretto di e = uguale a nl = non più largo di ns= non più stretto di ne= non uguale a ……
193193
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Rispondere al quesito:“ Se X s Y ( X più stretto di Y), quale
affermazione sarà vera e quale falsa?”
1. X e Y2. X nl Y3. X l Y4. X nl Y
194194
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B.S.Bloom
1. CONOSCENZA
2. COMPRENSIONE
3. APPLICAZIONE
4. ANALISI
5. SINTESI
6. VALUTAZIONE
195195
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Valutazione come espressione di giudizi su idee, opere, soluzioni,
metodi, materiali,
implicante l’uso di criteri (determinati dal soggetto o forniti da altri) per
apprezzare fino a che punto i particolari siano accurati, efficaci, economici,
soddisfacenti…
196196
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CRITERI INTERNI: valutazione in base alla correttezza formale di un processo o di un prodotto
del pensiero
CRITERI ESTERNI: valutazione in relazione ai fini un prodotto ( lavoro, documento…) è destinato ed ai mezzi
197197
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Jane deve scegliere il materiale per un abito da portare a scuola. L’abito dovrà essere portato a lungo e mandato frequentemente in lavanderia.
Indicare le qualità del tessuto che lo rendono più adatto agli scopi di Jane:
….198198
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a. Il materiale ha tinte inalterabili al
lavaggiob. Il materiale è resistente allo
sgualcimentoc. Il materiale non è soggetto a ritirarsid. Il materiale è facile da lavaree. Il materiale è soffice e si indossa benef. Il tessuto è compatto e lisciog. Il materiale ha colori resistenti alla luce
solareh. Il materiale si macchia facilmentei. Il materiale è stampato con la fibra 199199
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IL CONTRIBUTO DI L.CALONGHI
capacità critica come CONTROLLO di processi cognitivi
DI SOLUZIONE DI PROBLEMI
di induzione e deduzione
200200
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SOLUZIONE DI PROBLEMI Osservazione Supposiz. Verifica Valutaz.
Comprensione Invenzione Direzione Censura
Problematizz. P.divergente P.Conv Critica
Induzione/astrazione Deduzione/ragionamento
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in relazione a
CRITERI LOGICO-FORMALI
CRITERI DI RISPONDENZA AL REALE
202202
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4.2. IL CONTRIBUTO DEGLI STUDI SULLA METACOGNIZIONE
J.H.Flavell- H.M.Wellman
ruolo della CONSAPEVOLEZZA METACOGNITIVA
Interazione tra
• conoscenza metacognitiva• esperienza metacognitiva• scopi cognitivi• attività cognitive
203203
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A.L.Brown
Studio del ruolo del “CONTROLLO ESECUTIVO” come
• PREDIZIONE• PROGETTAZIONE• MONITORAGGIO
• VALUTAZIONE
204204
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H.M.Wellman
Metacognizione come insieme integrato di aspetti…..- CONOSCENZE SULL’ATTIVITÀ MENTALE
(memoria, processi conoscitivi, strategie…)
- CONOSCENZE SULLE SITUAZIONI COGNITIVE
- REGOLAZIONE E CONTROLLO DEI PROCESSI COGNITIVI
- SENSAZIONI COGNITIVE E STATI AFFETTIVI relativi alle diverse esperienze cognitive
205205
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206206
… soggetto a fasi di sviluppo:
1. distinzione tra fatti mentali e realtà esterna
2. distinzione tra diversi processi mentali
3. riconoscimento dei fattori che possono influenzare le prestazioni mentali
4. coscienza dell’interazione tra processi mentali ( teoria della mente)
5. controllo dello stato delle proprie conoscenze e dello svolgersi dell’attività della mente
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S.Paris e collaboratori
Metacognizione come
AUTOCONSAPEVOLEZZA cognitiva (conoscenza del compito e delle caratteristiche del processo cognitivo)
AUTOREGOLAZIONE
(valutazione – pianificazione – regolazione )
…..
207207
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….AUTOREGOLAZIONE legata a:
Atteggiamento verso il compito (comp. cognitiva, affettiva, comportamentale)
Percezione di sé
Motivazione intrinseca
208208
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J.Borkowsky e M.Pressley
Metacognizione come “abilità strategica”
1. Conoscenza di singole strategie
2. Conoscenza delle relazioni tra strategie
3. Consapevolezza della necessità di essere strategici e motivazione al comportamento strategico
4. Auto-apprendimento di nuove strategie (regolazione delle strategie messe in atto e messa a punto di nuove più efficaci strategie)
209209
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STUDI SULLA METACOGNIZIONE E INDICAZIONI DI LAVORO …
Promuovere
l’ ATTEGGIAMENTO STRATEGICO
Attraverso:- lo sviluppo dell’ autoconsapevolezza
- l’esercizio dell’autocontrollo
- il sostegno all’affettività e alla motivazione
210210
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4.3. ORIENTAMENTI PER LA
DIDATTICA
Senso critico come:
PENSIERO DI SECONDO LIVELLO
che orienta i processi di pensiero attraverso l’esercizio della
AUTOVALUTAZIONE e dell’AUTOCONTROLLO
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PER UN MODELLO DI INSEGNAMENTO/APPRENDIMENTO
ORIENTATO ALLO SVILUPPO DEL SENSO CRITICO….
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213213
APPRENDIMENTO INSEGNAMENTOAPPRENDIMENTO INSEGNAMENTO
Apprendimento
“profondo”
Atteggiamento osservativo-interpretativo;
sforzo conoscitivo;
valorizzazione dei processi.
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• Apprendimento attivo e costruttivo
Flessibilità e insegnamento di ritorno;offerta di un sapere originale e creatore.
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• Apprendimento consapevole
Reciprocità comunicativa;
stimoli all’autovalutazione.
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• Apprendimento “affettivo”
Prassi educativa incoraggiante (ad es., riconoscimento del progresso e dello sforzo; giudizio espresso in termini desrittivo-fenomenologici ed interazionali).
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