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Page 1: COSTRUIAMO IL FUTURO MARZO_11

COSTRUIAMO I L F U T U R O M

AGAZ

INE

“Il segreto? Innovazione, coraggio e…”

pagina 2

parla luigi nespoli

editoriale

Grandi opere: «valori» non negoziabili

La questione dello sviluppo infra-

strutturale, soprattutto se si parla di

grandi opere viarie e ferroviarie,

dovrebbe appartenere all’ambito dei

«valori non negoziabili»: soprat-

tutto i collegamenti stradali, siano

essi le grandi direttrici autostradali

o la diffusione reticolare delle

strade locali, fanno parte del patri-

monio economico di un Paese e ne

sostengono la crescita. Lo sappiamo

bene noi cittadini della Regione

Lombardia, che una recente inda-

gine della Camera di Commercio di

Milano colloca tra le prime cinque

aree regionali europee per densità

di traffico.

La Pedemontana, come le altre

opere che dovrebbero dare respiro

alla congestionatissima rete auto-

stradale milanese (dalla Tem alla

Brebemi), è uno dei collegamenti

più necessari e utili allo sviluppo

complessivo di un territorio fonda-

mentale per la ricchezza del Paese,

che dalla provincia di Varese si svi-

luppa lungo tutta la Brianza fino

alla bergamasca. E che, soprattutto

nell’area brianzola, rappresenta un

autentico paradigma della struttura

sociale ed economica italiana: un

numero rilevante di piccoli comuni,

un’altissima densità d’impresa per

abitante (una ogni 9) e un forte ra-

dicamento delle attività economiche

al territorio. (...)

“Un Paese che non investe in in-frastrutture è un Paese che non haavvenire” conclude l’On. MaurizioLupi alla presentazione della primaricerca della Fondazione Co-struiamo il Futuro dal titolo “Labo-ratorio Brianza” tenutasi sabato 5febbraio presso la Camera di Com-mercio di Lecco. Davanti a una salagremita da quasi duecento persone,sono intervenuti alcuni degli autoridella ricerca Massimo Ghiloni, ilProf. Andrea Gilardoni, il Prof.Francesco Karrer e il Dott. MarcoVulpiani della Deloitte FAS po-nendo l’attenzione sulle tematichetrattate nella ricerca, dai costi delnon fare illustrati dal Prof. Gilardoni“un esempio emblematico vienedalla Pedemontana lombarda in cui icosti del non fare complessivo sti-mato ammontano a 5, 2 miliardi dieuro. Questa è la somma algebricadei costi e dei benefici attualizzati

nei 20 anni di utilizzo ipotizzato del-l’infrastruttura, è cioè la differenzatra i benefici complessivi per 10,9miliardi di euro e costi complessiviper 5,7 miliardi di euro. Ciò equivalea un costo del non fare unitario di 78milioni di euro per chilometro rica-vato rapportando il valore finale delnostro costo del non fare di progettoalla lunghezza dell’infrastruttura.”

I lavori sono continuati con unatavola rotonda che ha visto interve-nire il vice ministro Roberto Ca-stelli, l’AD delle FS Mauro Moretti,l’assessore regionale Raffaele Cat-taneo e Claudio Tajana presidentecomitato promotore autostrada Va-Co-Lc tutti coordinati dal vice diret-tore RAI Enrico Castelli. “Ilcronoprogramma per il termine la-vori della Pedemontana prevede laconsegna delle opere nel marzo2015 – continua il vice ministro Ca-stelli – questo è un termine che non

mi lascia tranquillo perché troppo aridosso dell’Expo e in Italia il ter-mine lavori non viene quasi mai ri-spettato” dal canto suo l’assessoreCattaneo interviene “in Brianzacome in tutta la Lombardia abbiamodato avvio ai cantieri di opere stra-tegiche come la linea ferroviarie e laPedemontana di cui un anno fa ab-biamo inaugurato i cantieri dopo 45anni di attesa”. La conclusione deilavori affidata a l’On. Maurizio Lupiche sintetizza “La Brianza è un la-boratorio perché qui si sintetizzano,si riassumono le caratteristiche diquesto Paese. Questa zona è pienadi imprese che nascono radicate alterritorio una ogni dieci abitanti puravendo una carenza infrastrutturaleche determina la capacità di concor-renza con problemi che sono legati aun territorio diffuso. Se tutto fosseconcentrato a Milano, per esempio,teoricamente i problemi si potreb-

bero risolvere. Qui invece: am-biente, sviluppo sostenibile e con-senso fra i comuni, sono tuttiostacoli. Che però, a volte, costitui-scono altrettante opportunità”.

“Molto interessante - continuaLupi - il capitolo dedicato come ana-lisi al rapporto pubblico privato, alproject financing e anche alla neces-sità assoluta di una modifica legisla-tiva perché poi alla fine ovviamentese non aiutiamo a liberare le risorsenon si concretizza alcun progetto. Lacaratteristica di questa ricerca è nonessere un libro dei sogni e di portaremolto concretamente delle ipotesioperative di proposte a disposizionepoi dei legislatori.” “Due sono i temisu cui abbiamo discusso – concludeLupi - e da cui derivano le declina-zioni delle proposte della ricerca, ilrapporto pubblico-privato e la cat-tura di valore.”

TIzIAnA COLLA

presentata a lecco la prima ricerca sulle inFrastrutture

“Nel nostro territorio si sintetizzano le caratteristiche del Paese”. Ambiente, sviluppo sostenibile e consenso fra i comuni: problemi ma anche opportunità.

n.2 - marzo/aprile 2011 periodico della Fondazione costruiamo il Futuro www.costruiamoilfuturo.it

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Tutto è iniziato con la vendita porta a porta dei pennelli.Ora “Nespoli Group” opera in più di 60 paesi

e impiega 1900 dipendenti nel mondo.

Il punto di vista di due autorevoli esperti

a pagina 4

Federalismo Fiscale

Intervista a Romano Colozzi, Assessore al Bilancio RegioneLombardia e a Luca Antonini, Presidente della Copaff.

“Il viaggio, passione senza confini”

pagina 7

intervista a giancarlo Frigerio

Il Gruppo Frigerio Viaggi, con 70 agenzie in Italia, ha un giro d’affari di 90 milioni di euro.

Dagli esordi del dopoguerra alle nuove sfide del futuro.

segue a pagina 2

“Il Laboratorio Brianza non è un libro dei sogni”

DI MAURIZIO LUPI

Da sinistra: Claudio Tajana, Raffaele Cattaneo, Maurizio Lupi, Enrico Castelli, Roberto Castelli e Mauro Moretti.

Romano Colozzi Luca Antonini

Direttore responsabile: Angelo Frigerio

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“Innovazione, coraggio, la mia famiglia e ot-timi collaboratori” sono questi i segreti di nespoliGroup, spiega il Presidente Luigi nespoli; Ilgruppo, fondato nel 1945, oggi è leader mondialenel design e nella produzione di attrezzi per la pit-tura, la costruzione e la manutenzione della casa.

Tutto è iniziato con la vendita dei pennelliporta a porta e poi con una piccola produzione,oggi il gruppo commercializza un’intera linea diattrezzi e accessori innovativi per il consumatorefai-da-te e per il professionista, opera in più di 60paesi e impiega 1900 dipendenti in tutto ilmondo.

“Mio padre Oreste e suo fratello Bruno, hannocominciato con una piccola attività, vendere ipennelli per la colla ai falegnami della zona –continua Luigi nespoli, socio fondatore della fon-dazione “Costruiamo il Futuro” - mentre loro co-struivano i pennelli io giocavo sul tavolo con ilmartello ed i chiodi. Prima della guerra andavanoporta a porta, prima con la bicicletta e poi con lamoto partendo da Paina, in zona ogni casa erauna piccola fabbrica di mobili. nel ’68 muoremio papà, io avevo 19 anni, mi sono rimboccatole maniche ed ho iniziato quella che sarebbe statal’avventura più emozionante della mia vita.Avevo la responsabilità della mia famiglia, miamamma era casalinga ed i miei due fratelli eranomolto piccoli. Da quando avevo 15 anni di giornolavoravo sodo e la sera andavo a scuola. Un gio-vedì del 1967 presi la patente e il venerdì iniziaia cercare nuovi clienti, con la cartelletta di pla-stica di mio papà e la sua vecchia Seicento”.

nel corso degli anni l’azienda è diventata sem-pre più grande, inizialmente il mercato di riferi-mento era locale, poi, a poco a poco il gruppo siè affermato nel mercato italiano, negli anni ’80ha iniziato a servire la grande distribuzione in Ita-lia e poi all'estero.

“nel 1991 è stata effettuata la prima acquisi-zione internazionale – spiega ancora emozionatoLuigi nespoli- è un’azienda Spagnola con sede aBarcellona, molto più grande di noi, eppure condeterminazione e grande impegno, siamo riuscitiad acquisirla.”

“Da lì siamo andati avanti acquisizione dopoacquisizione fino ad oggi con un gruppo checonta 1900 dipendenti, di cui 1300 in Europa e600 in Cina – prosegue nespoli – il fatturato pre-visto per il 2011 è di 330 milioni di euro, con unaproduzione di 150.000.000 pezzi e 82 linee pro-duttive. La nostra missione è di supportare con-sumatori professionisti e non, nella realizzazionedei loro progetti di costruzione, manutenzione,pulizia e restauro con attrezzi e prodotti semprepiù efficaci, comodi ed ecologicamente sosteni-bili. Un quindicina di anni fa abbiamo scelto diproseguire con la produzione in Europa e di nondelocalizzarla nei paesi emergenti. A differenzadei nostri diretti concorrenti, abbiamo aperto una

unità produttiva in Cina come difesa al nostromercato Europeo. I buyers delle grosse catene didistribuzione, infatti, avevano l’ordine di acqui-stare in Cina inseguendo un grosso risparmiosugli acquisti, in questo modo intercettavamo ibuyers e ottenevamo il risultato di far produrreuna piccola parte nella nostra fabbrica Cinese ela maggior parte nelle nostre fabbriche Europee.La scelta strategica di non chiudere le nostre fab-briche in Europa, ci ha permesso in seguito di ac-quisire i nostri concorrenti in difficoltà a causadella perdita del controllo della loro attività pro-duttiva.

Quello che differenzia il gruppo dagli altri èl’approccio al lavoro: “Per i nostri concorrenti èun lavoro piuttosto banale basato sul prezzo, noiabbiamo creato attorno a questi prodotti una ri-cerca e un'innovazione finora impensabili, pos-siamo parlare a lungo delle caratteristiche deinostri prodotti, creando gamme di attrezzi cheaiutano i nostri consumatori a svolgere i lavoripiù velocemente e con meno fatica. Ora veniamocopiati da tutti i concorrenti rimasti che si ispi-rano alle nostre gamme. Per me la parte fonda-mentale è la vendita, sia con i clienti che 30 annifa erano piccoli negozi sia oggi con le catene dellagrande distribuzione Europea dove è importantedimostrare quanto tu sia un partner affidabile. Perloro l'ideale è un fornitore in Europa che li seguaovunque aprano le loro filiali che consegni pun-tualmente e gli rinnovi il banco ogni due anni”.

Quindi una delle tante carte vincenti di ne-spoli group è lo studio del prodotto?

“Certamente! In questo campo è particolar-mente bravo mio figlio Alessandro. Abbiamo treaziende che si dedicano alla ricerca e sviluppo per

migliorare la produzione dei prodotti, limitare losforzo umano, creare prodotti che non inquininoe mettere in sicurezza il lavoro. Stiamo ad esem-pio studiando un tipo di plastica ricavata dal gra-noturco, è ancora presto ma se si apre unospiraglio noi ci siamo dentro, infatti, le grandi ca-tene commerciali promuovo prodotti che rispet-tino l'ambiente e noi siamo i primi ad anche inquesto settore”.

Che rapporto avete con la pubblica ammi-nistrazione, in Italia e nel resto del mondo.

“In Italia non abbiamo mai avuto nessun aiuto,negli altri paesi da cui traiamo la maggior partedel nostro fatturato,che sono la Germania e laFrancia, abbiamo contatti regolari con le Ammi-nistrazioni comunali e regionali che in più di unaoccasione, ci hanno favorito purché restassimonel loro comune con l'attività produttiva, non ab-biamo bisogno di tante cose ma solo che ci la-scino lavorare, cosa che non succede in Italia perla burocrazia e per tanti altri fattori. Addirittura ilsindaco di un paese in Germania dove abbiamoun'azienda ha spostato un campo da calcio per po-terci permettere di ampliare lo stabilimento, unaltro comune in Francia farà il piano regolatoretenendo conto delle nostre esigenze”.

La crisi economica ha avuto ripercussioni?“Posso tranquillamente dire che non abbiamo

sentito la crisi, abbiamo molto lavoro e conti-nuiamo a fare nuove assunzioni, grazie alle inno-vazioni, alle acquisizioni e all'attivitàcommerciale molto buona l'azienda è in continuacrescita. Il nostro fatturato non è mai calato negliultimi vent’anni.

Che consigli si sente di dare ad un giovaneimprenditore?

“Di avere coraggio e di seguire l’istinto, se co-minci a fare solo i calcoli e non decidi in frettaarrivi sempre dopo. Oggi vince chi è più veloce aprendere le decisioni”.

Quindi la chiave del successo nespoli groupè?

E’ la famiglia che lavora, mia moglie Carmen,che si occupa della Gubra, azienda storica Italianae mio figlio Alessandro; senza di loro non sareiriuscito a fare quello che ho fatto, ho avuto, inol-tre, la fortuna di avere dei bravissimi collabora-tori di cui molti famigliari tra cui mio fratelloRoberto mia sorella Assunta. A breve entrerannonel gruppo anche le mie figlie Cristina e nico-letta. nonostante le dimensioni dell’azienda ab-biamo una forte vocazione famigliare. Ladisponibilità a sacrificarsi e la propensione ad en-tusiasmarsi sono tangibili. E’ la passione che ab-biamo cercato di alimentare anche nei nostricollaboratori cercando di farli crescere all’internodell’azienda premiando la capacità, l’impegno ela fedeltà”.

MARA BAIGUInI

IntervIsta a LuIgI nespoLI

“Il segreto? Innovazione, coraggio e…”

Tutto è iniziato con la vendita porta a porta dei pennelli. Ora “Nespoli Group” opera in più di 60 paesi e impiega 1900 dipendenti nel mondo.

2 costruiamo il Futuro magazine marzo/aprile 2011

segue dalla prima

Grandi opere: «valori» non negoziabili

Anche in questo caso, fior di ricer-

che scientifiche dimostrano come i be-

nefici di questa realizzazione, per le

popolazioni locali, per i lavoratori e

per le imprese, siano enormemente su-

periori agli inevitabili disagi. Lo stu-

dio Laboratorio Brianza li quantifica

in 10,9 miliardi di euro in vent’anni di

esercizio. Eppure la Pedemontana, i

cui cantieri sono stati aperti solo un

anno fa, deve fermarsi di nuovo, per

una verifica sulla copertura finanzia-

ria dei costi che saranno sostenuti dal

partner privato.

Ecco, credo che il problema risieda

proprio in questo punto: se dieci anni

fa non fosse stato imposto, grazie alla

Legge Obiettivo, il principio della

«non negoziabilità» di certe opere

strategiche per il Paese, oggi non

avremmo l’Alta Velocità e non viagge-

remmo comodamente in treno da Mi-

lano a Roma in tre ore.

Non si tratta di una battaglia ideo-

logica nel nome della Pedemontana:

devono cambiare la cultura legislativa

e la prassi burocratica, introducendo

elementi di semplificazione, decisio-

nalità, responsabilità.

La stessa Legge Obiettivo può essere

migliorata tenendo conto dei tre fattori

che costituiscono il punto di forza del-

l’esperienza brianzola in ambito in-

frastrutturale.

Primo: la creazione di un ampio

consenso sociale prima ancora che il

progetto prenda corpo. Secondo: la

definizione di forme di partenariato

pubblico-privato per garantire la fi-

nanziabilità delle opere. Terzo: il rap-

porto tra enti locali, Regione e Stato,

secondo il principio di sussidiarietà,

sancito dalla legge che consente alla

Regione Lombardia di intervenire in

autonomia se lo Stato non dà risposta.

Probabilmente, in questo modo si

creeranno condizioni condivise per fa-

vorire quel progresso delle opere che

serve alla mobilità delle persone, alla

valorizzazione dei territori, alla com-

petitività delle nostre imprese.

Maurizio Lupi

Presidente Fondazione

«Costruiamo il Futuro»

Luigi Nespoli

La sede di Nepoli Group a Vighizzolo di Cantù.

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“Un centro polifunzionale per la provin-cia di Monza e Brianza” è l’importante eimpegnativo progetto a cui sta lavorandol’architetto Renzo Ascari, presidente diBrianza Fiere, e che ha già trovato l’appog-gio di istituzioni e associazioni di categoria.

Che funzioni avrà il centro polifunzio-nale?

“L’obiettivo è quello di essere attrezzatiad ospitare eventi diversi, al fine di ottimiz-zare spazi e risorse, di auto sostenersi eco-nomicamente durante tutto l’anno e dicoinvolgere la maggior parte della popola-zione di Monza e della Brianza. Pensare adun centro che ospiti esclusivamente eventifieristici è riduttivo ed in controtendenza con opere similiche vengono realizzate in tutta Europa. Per cui le principaliattività di impiego saranno le seguenti: attività fieristica, at-tività convegnistica, mostre permanenti, spazi per associa-zioni amatoriali e di categorie; spazi per eventi musicali divario genere, ristorazione e bar”.

sono stati fatti degli studi? Dove verrebbe realizzata?“Per l’importanza dei finanziamenti necessari alla realiz-

zazione del centro polifunzionale è necessario aver presenteun chiaro disegno strategico avvallato dalle caratteristiche disostenibilità ed effettiva analisi del valore. Lo scorso annoabbiamo affidato ad un ente prestigioso come la FondazionePolitecnico uno studio il cui obbiettivo fosse di verificare lanecessità e la sostenibilità economica di tale struttura, il ri-sultato consegnatoci ha confermato quanto pensiamo: unastruttura di questo tipo è utile, a condizione che sia polifun-zionale, la localizzazione di via Stucchi a Monza è correttain quanto è vicina alle arterie più importanti, ed è sostenibile

economicamente”.a quanto ammonteranno i costi di rea-

lizzazione?“Abbiamo redatto un progetto prelimi-

nare adeguato ai tempi in cui viviamo,mantenendo le caratteristiche estetiche efunzionali che un’opera pubblica di uncerto livello deve avere , ma dai costi con-tenuti: circa otto milioni di euro. Ad oggi,per le conferme ricevute, se pur verbali, daparte della Provincia, di UnionCamereLombardia e per la quota a carico diBrianza Fiere derivante dalla gestione delcentro stesso, è possibile ipotizzare una co-pertura finanziaria di circa tre quarti del-

l’ammontare del costo. Il Comune di Monza ha giàdeliberato l’individualizzazione dell’area pubblica di ViaStucchi.

e per la parte mancante?Per la parte mancante è in atto un’azione per il coinvolgi-

mento di Regione Lombardia da parte di assessori, sottose-gretari e consiglieri regionali di tutti gli schieramenti politici,compresi quelli di minoranza presenti sul territorio Brian-teo. Ci aspettiamo qualcosa anche dalle associazioni di ca-tegoria già presenti in Brianza Fiere, quali Artigiani,Commercianti, Industriali, magari attraverso il coinvolgi-mento della Camera di Commercio di Monza e Brianza. Talecoinvolgimento sarebbe veramente auspicabile e importantein quanto Camera di Commercio è da sempre presente, inaltri luoghi, nella gestione di strutture come la nostra, esvolge un ruolo fondamentale per la promozione delle ec-cellenze derivanti dal territorio.

MARA BAIGUInI

parla renzo ascari, presidente di Brianza Fiere

“a monza serve un centro polifunzionale”La struttura dovrebbe essere realizzata sull’area pubblica di via Stucchi.

L’obiettivo è di riuscire a ospitare eventi diversi, per ottimizzare spazi e risorse.Il costo sarà di otto milioni di euro. Il progetto ha già avuto l’approvazione di istituzioni e associazioni di categoria.

marzo/aprile 2011 costruiamo il Futuro magazine 3

Renzo Ascari

Page 4: COSTRUIAMO IL FUTURO MARZO_11

4 costruiamo il Futuro magazine marzo/aprile 2011

la voce degli esperti

Federalismo fiscale: la grande sfidaRomano Colozzi, Assessore al Bilancio Regione Lombardia e Luca Antonini, Presidente della Copaff,

spiegano cosa comporterà una innovazione così radicale nel nostro sistema.

romano colozzi

“per i lombardi porterà una miglioredistribuzione delle risorse”

Che cos’è il federalismo fiscale?Il federalismo fiscale è un assetto finan-

ziario che si pone l’obiettivo di instaurareuna proporzionalità diretta fra le tasse rac-colte in una determinata area territoriale e l’effettivo utilizzo di quelle risorse nellastessa area. La capacità fiscale di un deter-minato territorio è rappresentata dall’in-sieme delle imposte raccolte. Il Parlamentoha approvato una Legge delega al Governo(la 42/2009) per l’attuazione del federali-smo fiscale, prevista dall’articolo 119 dellaCostituzione. Il Governo sta predisponendoi “decreti attuativi” della riforma, indispen-sabili per tradurre in concreto i principi fon-damentali della riforma del fisco in sensofederalista.

Cosa significa che il fisco sarà basatosulla “territorialità”?

Il fisco basato sulla territorialità significache gli enti territoriali, per il finanziamentodi alcune funzioni, potranno disporre di ri-sorse legate alla capacità fiscale del proprioterritorio. Sarà quindi possibile, ad esempio,promuovere politiche finanziare o incentivibasati sullo “sforzo” fiscale dei propri cit-tadini e delle imprese di una determinataarea. Alcune funzioni ritenute “fondamen-tali” (es. la sanità per leRegioni) saranno invecefinanziate nella loro tota-lità attraverso una formadi solidarietà fra territoridenominata perequa-zione.

Che cosa sono la spesastorica e il costo stan-dard?

La spesa storica è uncriterio per l’assegna-zione delle risorse dalloStato centrale alle realtàterritoriali in base al qualechi ha nel tempo speso dipiù per erogare i servizideve ricevere l’equiva-lente per finanziare talicosti. Si tratta di un prin-cipio assai discutibile che non favorisce laresponsabilità degli amministratori e i com-portamenti virtuosi. Il costo standard di unservizio invece rappresenta il costo ragio-nevole, uguale in ogni area del Paese, dellaprestazione stessa. Uno dei principi cardinedel federalismo fiscale, riconosciuto da tuttele Regioni, è il passaggio graduale dallaspesa storica al costo standard. Il finanzia-mento delle funzioni e dei servizi basato suicosti standard poterà necessariamente, a re-gime, ad un risparmio di risorse che potreb-bero essere utilizzate per migliorare iservizi o per diminuire la pressione fiscalesui cittadini.

si è detto che, grazie al Federalismo,pagheremo meno tasse e avremo servizimigliori. Come?

I principi contenuti nella “legge delega”42/2009 sul federalismo fiscale sono sicu-ramente orientati a migliorare il rapporto fracittadini e pubblica amministrazione pro-prio sul versante dell'erogazione dei servizifondamentali che dovranno essere forniticoniugando l'esigenza di una alta qualitàcon quella di un ricorso giusto alla contri-

buzione dei cittadini sottoforma di imposi-zione fiscale. E' evidente che, come tutte legrandi riforme, questo principio dovrà tro-vare una concreta attuazione nella gestionedel “giorno per giorno” da parte delle am-ministrazioni competenti. La garanzia dun-que di avere servizi migliori pagando menotasse sarà tanto più completa quanto più at-tenta sarà la vigilanza dei cittadini sul-l’operato dell’amministrazione. In altritermini, questa grande riforma e' basata suuna duplice impostazione: la responsabiliz-zazione dell’amministratore che riceve piùdi autonomia e una corrispondente respon-sabilità dei cittadini come fruitori dei ser-vizi da una parte e finanziatori degli stessidall'altra. Se viene meno uno di questi pila-stri non ci sarà alcuna garanzia di migliora-mento rispetto alla situazione attuale.

Questa riforma consentirà maggioresussidiarietà? ovvero, garantirà o favo-rirà una leale libertà di impresa educa-tiva, sociale, assistenziale e culturale?

Il federalismo di per sé non offre automa-tiche garanzie di aumento del livello di sus-sidiarietà orizzontale nella gestione deiservizi. Un ottica statalista può esservianche in un’amministrazione locale. Però

sono convinto che se gliamministratori affronte-ranno l’esigenza dell'ero-gazione in termini ottimalidei servizi senza il velo disovrastrutture ideologichedi stampo statalista risul-terà facile capire che uncrescente coinvolgimentodella società civile e deicittadini portatori di biso-gno nella risposta ad essipuò solo migliorare la qua-lità dei servizi e ottimiz-zare i loro costi.

Quali sono gli elementidi reale vantaggio per icittadini e in particolareper quelli della regioneLombardia?

Per i cittadini di Regione Lombardia que-sta riforma, se sarà attuata coerentemente aiprincipi contenuti nella Legge 42 del 2009,potrà portare i vantaggi di una migliore re-distribuzione delle risorse pubbliche cheoggi vedono normalmente avvantaggiate leamministrazioni meno virtuose e con unaspesa storica molto alta. Se diventerà ope-rativo il principio di premiare la virtuosità,questo porterà benefici a quegli enti che datempo lavorano seriamente per migliorare ipropri bilanci.

Quanto tempo ci vorrà per l’attuazionedella riforma?

Purtroppo prima di vedere questa riformaa regime dovremo aspettare non meno di 5o 6 anni perché essa ha dovuto tener conto,forse in modo eccessivo, dei tempi di ade-guamento delle amministrazioni meno vir-tuose. La mia speranza però è che lo Statoriesca a far emergere da subito delle inver-sioni di tendenza rispetto al passato chepossano portare dei benefici in termini diqualità e quantità dei servizi ai cittadinianche prima che la riforma sia definitiva-mente compiuta.

luca antonini

“servirà ad avvicinare chi governa a chi è governato”

In seguito alla recente approvazione deldecreto sul federalismo fiscale abbiamo in-tervistato uno dei massimi esperti sul tema,Luca Antonini, oltre ad aver coordinato di-versi osservatori regionali sulla sussidiarietà,è componente dell’Alta Commissione di stu-dio sul federalismo fiscale insediata pressola Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Come riassumerebbe il decreto sul fede-ralismo fiscale?

La recente approvazione del decreto sul fe-deralismo fiscale dei Comuni segna il pas-saggio epocale dalla finanza derivata allafinanza autonoma. Il federalismo serve adavvicinare chi governa a chi è governato. InItalia si è decentrato il potere di spesa, manon la responsabilità impositiva: questo hafavorito situazioni di inefficienza e non hagarantito un efficace controllo sugli sprechi.A danno delle tasche di tutti gli italiani. In unfederalismo senza responsabilità il cittadinonon vede, paga, vota “al buio”. Il quadro at-tuale della tassazione locale è caotico, es-sendo costituito da ben 18 fonti di gettito, chevanno dall’Ici alla “tassa sull’ombra”.

Come si alimenteranno quindi le finanzecomunali?

Le finanze comunali, oltre a questa selvadi tributi e gabelle si ali-mentano anche di trasferi-menti statali e regionaliper parecchi miliardi dieuro assegnati in base allastratificazione nel tempodel criterio della “spesastorica” che in Italia perben trentacinque anni hasistematicamente premiatogli enti inefficienti e pena-lizzato quelli virtuosi. Il ri-sultato è l’antitesi di unserio federalismo, il cuipresupposto sarebbe in-vece quello di riconoscereuna reale autonomia econsentire al cittadino digiudicare con il voto l’am-ministrazione locale: perTocqueville la democrazia iniziava con lapubblicazione del bilancio sulla casa comu-nale.

Quale è lo scopo della riforma?Lo scopo della riforma è quindi quello di

determinare il passaggio dalla finanza deri-vata a quella autonoma, sostituendo oltre 11MLD di trasferimenti statali annui - assegnatiin base al criterio irrazionale della spesa sto-rica - con tributi propri e compartecipazioni.Vengono eliminate o accorpate ben 10 delle18 attuali forme impositive. Le imposte lo-cali diventano “tracciabili”. Si tratta di unatracciabilità aiutata dai fabbisogni standard,che indicheranno per ogni Comune la spesaopportuna per ciascuna delle funzioni fonda-mentali. Se prima un Sindaco poteva facil-mente aumentare l’addizionale Irpef e ilcriterio della spesa storica non consentivaalcun controllo agli elettori, già da fine 2011un Sindaco non potrà facilmente aumentarel’addizionale comunale in presenza di unaspesa esorbitante i nuovi fabbisogni standard,visibili da chiunque sul sito del Comune.

Che vantaggi ci saranno per il cittadino?Si permette così al cittadino di esercitare il

controllo democratico sui livelli di governoche sono più prossimi alla loro vita. Il con-trollo esercitato nella sequenza “vedo-voto-pago”. Si tratta del massimo risultato diresponsabilizzazione ottenibile senza rein-trodurre l’imposizione sulla prima casa, re-spingendo quindi quelle proposte chemiravano in vari modi a reintrodurla, anchesurrettiziamente – vuoi con formule compli-catissime e destinate a rimanere incompren-sibili al cittadino, vuoi con espedienti cheavrebbero determinato l’effetto contrario aduna responsabilizzazione dei livelli di go-verno locale.

Come sarà organizzato il passaggio?In sintesi estrema, nella prima fase, è pre-

vista la devoluzione ai Comuni, dei gettiti deitributi immobiliari, nella seconda fase, cheparte nell’anno finanziario 2014, inoltre, sa-ranno introdotte nell’ordinamento fiscale duenuove forme di tributi propri dei Comuni, insostituzione di tributi esistenti: un’impostamunicipale propria sulla proprietà immobi-liare destinata, ferma restando l’esenzionesulla prima casa, a ricomprendere l’attualeICI, nonché l’IRPEF relativa ai redditi fon-diari; un’imposta municipale secondaria, sul-l’occupazione di beni demaniali o del

patrimonio indisponibile,anche a fini pubblicitari.Resta ferma, anche a re-gime, la disciplina della ce-dolare secca sugli affitti.

Il federalismo fiscalefarà aumentare le tasse lo-cali?

Infondata è l’afferma-zione che il federalismo fi-scale determinerà unaumento delle tasse locali.nessuna ulteriore imposi-zione viene introdotta pereffetto del decreto. La realtàè un’altra: l’addizionale co-munale all’Irpef, di cui ildecreto sul fisco comunaledispone semplicemente losblocco graduale dello

0,2%, è stata introdotta nel 1998 dal I Go-verno Prodi, con aliquota allo 0,5%, e poiportata, con la finanziaria 2007, allo 0,8% dalII Governo Prodi. Lo stesso vale per l’impo-sta di scopo, anch’essa introdotta dalla leggefinanziaria per il 2007 e che viene restituitase l’opera pubblica che è destinata a finan-ziare non viene iniziata entro due anni. L’in-troduzione dell’imposta di soggiorno non èda ascrivere al decreto sul fisco dei Comuni.

e’ azzardato dire che ci sarà una ridu-zione delle imposte?

Il decreto sul fisco comunale invece riducele imposte: l’imposizione sui redditi da af-fitto passa al 19% e al 21%, rispetto a un’ali-quota che oggi può superare il 40%. Leimposte sui trasferimenti immobiliari ven-gono ridotte di un 1%. L’aliquota dell’Imu(la nuova imposta municipale propria, chesostituisce ICI e Irpef fondiaria) è un’ali-quota di equilibrio rispetto alle imposte cheaccorpa: è quindi a saldo zero per la pres-sione fiscale complessiva. Il Comune ha in-fatti la possibilità di variare in aumento o indiminuzione del 0,3 per cento l’aliquota del-l’Imu.

a cura di Mara Baiguini

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marzo/aprile 2011 costruiamo il Futuro magazine 5

sandro Bondi premia eugenio corti con una medaglia d’oro

Su invito dell’onorevole Maurizio Lupi. il MinistroSandro Bondi potrebbe, a breve, fare personalmentevisita a Eugenio Corti. E’ stato infatti anche grazie al-

l’interessamento del presidente dellafondazione “Costruiamo il futuro”Maurizio Lupi che il Ministro San-dro Bondi ha deciso di avviare leprocedure per il conferimento del di-ploma di prima classe di benemeritodella cultura e dell’arte con medagliad’oro allo scrittore Eugenio Corti.“Apprezzo da anni lo scrittore Eu-genio Corti – ha spiegato il presi-dente della fondazione Maurizio

Lupi – Già prima di creare il solido legame che mi uni-sce alla Brianza, sede appunto della mia fondazionefin dal 2001, ho iniziato a leggere le sue opere, libri

intrisi di una testimonianza di profonda fede e di unainnata capacità di scrivere e raccontare. Il 2011 saràl’anno che la fondazione vuole interamente dedicareallo scrittore di Besana, in primo luogo con l’organiz-zazione del bellissimo convegno a lui dedicato nelgiorno del suo 90° compleanno (21 gennaio 2011) eche ha avuto come relatori monsignor Luigi negri,Luca Doninelli e Renato Farina. nei prossimi mesiverrà inaugurata la mostra dedicata al “Cavallo rosso”e verrà portata in scena, per la prima volta nella storia,la rappresentazione della tragedia scritta da Corti “Pro-cesso e morte di Stalin”. Corti può essere consideratoun vero punto di riferimento, pietra miliare della lette-ratura moderna di questo territorio e non solo”. Il Mi-nistero per i Beni e le attività culturali aveva già datoil patrocinio alle iniziative che saranno organizzate inquesto anno dedicato a Corti dalla fondazione “Co-

struiamo il futuro” dal titolo “Dalla Brianza al mondo:lo scrittore Eugenio Corti”. Per l’importanza e il valoredel riconoscimento di cui il Ministro Bondi ha decisodi fregiare il nostro Eugenio Corti, l’onorevole Lupiha invitato il ministro a consegnare personalmente il ri-conoscimento allo scrittore .

“Ho ben presente – scrive il Ministro Bondi nellalettera con cui comunica la decisione al narratore – edho sempre tenuto in altissima considerazione la suaproduzione letteraria, dagli esordi fino alla pubblica-zione della trilogia del Cavallo Rosso, romanzo chenarra l’Italia della seconda guerra mondiale e quelladella sua rinascita, fino al periodo buoi della minacciaterrorista alle istituzioni democratiche. Ed ancora, leopere successive, i saggi e gli articoli che hanno ali-mentato, con feconda intelligenza, il dibattito delleidee del novecento”.

il convegno

Più di cinquecento persone hanno par-tecipato al convegno promosso dalla fon-dazione Costruiamo il Futuro e dallafondazione Il Cavallo Rosso per festeg-giare il 90° compleanno di Eugenio Cortiall’oratorio di Villa Raverio a Besana inBrianza, patria dello scrittore. Ospiti dellaserata monsignor Luigi negri, vescovo diSan Marino e Montefeltro, lo scrittoreLuca Doninelli e Renato Farina, che neigiorni scorsi ha realizzato una speciale in-tervista allo scrittore Corti, proiettata du-rante la serata.

“Alla fine della scuola media mi sonotrovato tra le mani un testo di Omero – haraccontato Corti nell’intervista - Non sa-pevo chi fosse ma leggendo le sue paginesono rimasto folgorato perché pensai‘tutte le cose di cui di parla le fa diventarebelle’. Anch’io da grande voglio fare così.Noi briantei ci distinguiamo dai milanesiperché siamo dei paolotti e siamo degli ar-tisti. Lo abbiamo dimostrato con le operedei nostri maestri falegnami, la soddisfa-zione del lavoro è fare le cose fatte bene. Igiovani di adesso vengono su con il cer-vello maciullato dalla televisione. Non po-trei mai scrivere sui grandi giornalinazionali perché in queste testate nonviene mai dato spazio a un cristiano”.

Monsignor Luigi negri, invece, fu tra iprimi, appena uscito “Il cavallo rosso” acapirne l’importanza e la profondità.“Leggendo per la prima volta il testo hocapito che era il cantore della Gloria diDio. non si può pensare a Corti senza sen-tire vibrare la sua essenzialità, senza sen-tire il suo modo di analizzare la dignità delpopolo cristiano davanti a Dio. L’uomonon può pensare solo a se stesso e alla suafamiglia altrimenti si condanna ad una vitameschina, il popolo della Brianza è statogrande protagonista di questi secoli e haconsegnato la propria intelligenza e il pro-prio cuore a Dio. ‘Processo e morte di Sta-lin’ di Corti è il libro migliore per capiretutti gli errori del comunismo. Ci sonodelle anticipazioni profetiche nei libri diCorti e la presenza dei cristiani rende piùbenevola la realtà. La mia amicizia conCorti dura da tantissimi anni e mi onora”.Il convegno è stata la serata di apertura diuna grande manifestazione tutta dedicata aEugenio Corti, che si svolgerà durantetutto l’anno 2011. Il prossimo evento saràad aprile, quando la fondazione Co-struiamo il Futuro presenterà la mostra de-dicata all’opera “Il Cavallo Rosso” mentrea giugno sarà portata in scena la tragedia diCorti “Processo e morte di Stalin”.

CARLOTTA BORGHESI

Un’immagine del pubblico presente al convegno organizzato in onore del 90°compleanno di Eugenio Corti.

Sandro Bondi

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6 costruiamo il Futuro magazine marzo/aprile

spazio iMpREsa spazio paRLaMENTo

Con il caso di Eluana, si è messa in pratica anchein Italia una forma di eutanasia, si è deciso che la li-bertà possa significare “libertà di morire”, si è sen-tenziato che si possa intraprendere un percorso cheporti ad un verdetto sulla vita e soprattutto su unavita definita imperfetta, attestando per legge o sen-tenza, quale possa essere il livello non più dignitosoper una vita. Da qui dobbiamo partire per com-prendere perché il Parlamento abbia deciso di pro-porre una legge che, dopo quella sentenza e quellamorte, è doverosa.

Doverosa perché sono circa 3000 le persone chenel nostro paese sono in stato vegetativo, termineche anche la comunità scientifica ha messo recen-temente in discussione e che vuole cambiare in“sindrome della veglia arelazionale” per dare ilsenso che sono persone con gravissima disabilitàma non vegetali. E’ una legge che dice chiaramente“no” all’eutanasia e “no” all’accanimento terapeu-tico. E’ una legge che prevede un’alleanza ed unrapporto di fiducia tra medico e paziente e in que-sto vuole intendere chiaramente che nessun sog-getto esterno potrà interpretare le volontà delpaziente che valuterà rispetto alle cure insieme alproprio medico.

Sulla scia della sentenza, e del precedente En-glaro, sono previste delle Dichiarazioni Anticipatedi trattamento (DAT) che contengono alcuni puntifermi : la Dichiarazione assume rilievo quando ècerta, scritta, firmata, non è quindi più possibile ri-

costruire o immaginare le dichiarazioni di volontà. Assume rilievo quando il paziente, è certo, non

sia più capace di comprendere, quindi se è certal’incapacità. Ha validità di 5 anni, e quindi la vo-lontà deve essere espressa e confermata. Deve es-sere inserita nella cartella clinica. E’ una legge chesegna un percorso pieno di ostacoli che però sonosuperabili e il traguardo paradossalmente è la fine diuna vita. [Questo dato di fatto mi fa tremare i polsinel votarla]. L’alternativa è l’anarchia delle sentenzedi qualche tribunale che più che “accompagnare allamorte” determinano la morte per legge, togliendoacqua e cibo a chi non aveva mai detto di voler mo-rire ed era amorevolmente accudito.

La sospensione dell’alimentazione di Eluana èstato un omicidio così come è omicidio quello chequalche associazione e qualche deputato dichiaranella sua volontà di aprire all’eutanasia. La que-stione è più grave in quanto si vuole impedirel’esercizio della carità, perché c’è chi si stava pren-dendo cura di Eluana e, come dichiarato pubblica-mente, avrebbe continuato gratuitamente a farlo equesto vale per tanti altri. Il caso Eluana, e il dibat-tito su questa legge, ci mette davanti alla prima evi-denza che emerge nella nostra vita: non ci facciamoda soli. Siamo voluti da un Altro. «Persino i capellidel vostro capo sono contati». Rifiutare questa evi-denza vuol dire rifiutare la realtà e chi rifiuta la re-altà rifiuta di vivere.

On. Gabriele Toccafondi

eutanasia: una legge che ha come traguardo la fine di una vita

L’INTERVENTO DI GAbRIELE TOccAFONDI

Mentre questo numerodel magazine “Costruiamoil futuro” sta per andare instampa, alla Camera staper prendere il via – preci-samente lunedì 14 marzo –la discussione del progettodi legge AC 2754 normeper la tutela della libertàd’impresa meglio notocome “Statuto delle Im-prese” di cui sono il primofirmatario.

Lo Statuto delle Impresepropone due rivoluzioni culturali, nell’ot-tica del principio di sussidiarietà e di unaconcezione liberale e personalistica. Laprima è passare dal sospetto alla fiduciaverso chi fa impresa. Gli imprenditori, in-fatti, come ha affermato a giugno 2010 ilPresidente del Consiglio Silvio Berlusconiall’Assemblea di Confartigianato, “sonoquelle persone che mettono in gioco laloro libertà e la loro responsabilità ognigiorno; sono quelli che ogni giorno ri-schiano in proprio e del proprio per crearela ricchezza e il lavoro dell’Italia, per rea-lizzare il pil e l’occupazione e così garan-tiscono il benessere del nostro popolo”. Laseconda rivoluzione è sintetizzata dalloSmall Business Act dell’Unione Europea:“Pensare innanzitutto al piccolo”. Se il99% delle imprese italiane sono micro,piccole e medie, dobbiamo partire da esse.

Come lo Statuto realizza queste due ri-voluzioni? Trasformando in diritti delleimprese i dieci principi dello SBA, maanche introducendo altri diritti pensatispecificamente per la situazione italiana.Sono diritti verso lo Stato e le Ammini-strazioni pubbliche: come la certezza dellanorma, il silenzio-assenso sistematico, lacertificazione privata come sostituto delcontrollo pubblico, la divisione degli ap-palti in lotti e una quota riservata alle pic-cole imprese. Poi diritti speciali per lemicro e piccole imprese e le nuove im-prese. E, ancora, diritti verso il fisco, comeun limite alla tassazione complessiva,forme semplificate di corresponsionedelle tasse per le piccole imprese, una ri-serva minima del 50% degli incentivi perl’innovazione e l’internazionalizzazioneper piccole imprese. Lo Statuto prevedeun’Agenzia delle Micro e Piccole Im-prese, una legge annuale per le Micro ePiccole Imprese e una Commissione par-lamentare speciale che abbia il potere di

fare l’analisi preventivadell’impatto delle nuovenorme su di esse e di pre-vedere oneri minori e tempidi adeguamenti più lunghi.

Il disegno di legge è so-stenuto da tutti i gruppi ed èstato sottoscritto da oltre150 parlamentari. Il Presi-dente Berlusconi si è impe-gnato pubblicamente asostenere la sua approva-zione. Poco più di quaran-t’anni fa (era il 1970) è

stato approvato lo Statuto dei Lavoratori,un faro e una pietra di paragone impre-scindibile per tutte le leggi sul lavoro suc-cessive. C’è da augurarsi che il sostegnounanime del Parlamento possa, analoga-mente, far diventare lo Statuto delle Im-prese un patrimonio comune per il futurodella produzione legislativa e della for-mulazione delle politiche in Italia in ma-teria. Ma soprattutto – come è scritto nellaRelazione al progetto di legge –, “a qua-rant’anni dalla promulgazione dello Sta-tuto dei Lavoratori, l’emanazione delloStatuto delle Imprese, un corpus dei dirittidi chi intraprende, è un obbligo, innanzi-tutto morale, nei confronti dei milioni diitaliani che ogni giorno in silenzio co-struiscono il benessere del nostro popolo”.

Perché “la libertà economica è la con-dizione necessaria della libertà politica”(Giulio Einaudi, Chi vuole la libertà?,Corriere della sera, 13 aprile 1948).

Raffaello VignaliVicepresidente della X° Commissione

Attività produttive della Camera dei Deputati

Consigliere del Ministro per lo Sviluppo economico per le politiche delle PMI

scrivetemi! Dal prossimo numerorisponderò alle vostre domande

A partire dal prossimo numero del ma-gazine “Costruiamo il Futuro” gli im-prenditori ma non solo loro, potrannoscrivere a Raffaello Vignali interpellan-dolo sulle tematiche di tipo economico eimprenditoriale.

Il Vicepresidente della X° Commis-sione Attività produttive della Camera deiDeputati e Consigliere del Ministro per loSviluppo economico per le politiche dellePMI risponderà da queste colonne [email protected].

statuto delle imprese: fiducia al small Business act

L’INTERVENTO DI RAFFAELLO VIGNALI

appuntaMentI• poLItICa In Corso

sabato 12 marzo ore 10 Villa Greppi – Monticello Brianza, lezione con On. Cazzola, Filippo Boscagli eEmmanuele Massagli dal titolo “Welfare, una giurisdizione da concretizzare”

• rICerCaPresentazione Laboratorio Brianza

sabato 26 marzo ore 9,30 – Villa Reale a Monza, interverranno Ministro Paolo Romani, il Vice presidente Maurizio Lupi.

• preMIo CostruIaMo IL Futuroè aperto il bando per l’edizione della provincia di Lecco e la zona erbese.

Chiusura bando 30 aprile. Premiazione 22 maggio all’interno di Manifesta a Osnago.

• Mostra“DaLLa BrIanZa aL MonDo Lo sCrIttore eugenIo CortI”

esposizione della mostra inedita dal 10 al 17 aprile a Villa Cusani a Carate.

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marzo/aprile 2011 costruiamo il Futuro magazine 7

Tutto è iniziato nel secondo dopoguerra con degli auto-carri utilizzati per trasportare le persone nei cantieri di la-voro dove venivano ricostruite le case, le strade e le piazze.In questi anni il Gruppo Frigerio Viaggi, oltre ad aver fattofare tanta strada ai suoi clienti portandoli in tutto il mondo,ha fatto strada arrivando a riunire 70 agenzie viaggi in tuttaItalia con giro d’affari di circa 90 milioni di euro. Il tuttograzie alla passione di Giancarlo Frigerio, presidente delgruppo che ha portato avanti l’attività dei suoi genitori, eche ha trasmesso lo stesso amore per questo lavoro ancheai quattro figli Paola, Simone, Chiara e Carlo che lavoranoin azienda.

“Questo lavoro lo fai prima di tutto per passione – ci ha spiegatoGiancarlo Frigerio, che è anche uno storico socio della FondazioneCostruiamo il Futuro”- E’ un bel lavoro, vedi tanta gente contentaperché la porti in vacanza. Dico sempre alle mie ragazze che noisiamo diventati come una farmacia perché andare in vacanza è unacura anti stress, loro devono essere sempre sorridenti perché quandouno entra da noi è già stanco, ha già tutti i suoi problemi, vuole ri-lassarsi e chiede a noi dove può andare per riposare la testa”.

Oggi il gruppo Frigerio Viaggi è presente su tutto il territorio na-zionale anche grazie alle agenzie affiliate in franchising. negli anni90 infatti è stata fondata la “Frigerio viaggi network” che aggregadiversi punti vendita dando servizi, soprattutto a chi ha bisogno diuna maggiore incidenza sul mercato, nuova tecnologia o semplice-mente offrendo servizi alle nuove agenzie.

“Siamo un’azienda che è nata dopo la guerra, trasportavamo lagente con i pullman non per farli rilassare ma per fargli riempire lapancia, cioè portavamo le persone a lavorare. La domenica, invece,mio padre Ugo metteva un telone e della panchine sugli autocarriche utilizzava in settimana e li trasformava in pullman , così portavaa spasso la gente, non a Parigi, new York o Sharm ma al SacroMonte di Varese, alla Madonna di Caravaggio…e in quei tempi sem-brava di andare chissà dove”.

Sabato 5 marzo si è svolta la prima convention globale del gruppo,che oggi conta 10 agenzie di proprietà, con 80 dipendenti interni euna sessantina di agenzia affiliate, con altri 150 collaboratori esterni,

che in totale fanno circa 250 dipendenti. “E’ un impegno – ha proseguito Frigerio - perché devi saper dare

anche a queste agenzie le armi per rimanere sul mercato, se non ti im-pegni e non sai dare le armi giuste diventa difficile anche per loro an-dare avanti. E’ fondamentale sapere quello che vuole il cliente e nonbisogna avere paura di confrontarsi con i grandi gruppi. noi, adesempio, siamo attivi anche nelle vendite online tramite il nostro sitowww.frigerioviaggi.com, dove ci troviamo ad avere come competi-tor colossi mondiali e, nonostante tutto, nella maggior parte dei casise non abbiamo gli stessi prezzi i nostri sono addirittura inferiori, equesto la dice lunga. Il nostro punto di forza, inoltre, è che offriamoun servizio più completo, cioè non forniamo solo biglietteria onlinema anche pacchetti vacanza completi, e questo è merito dell’impe-gno e della bravura dei miei figli e del nostro staff. Quindi la piccolaFrigerio combatte con i mostri sacri del viaggiare”.

“E’ un mondo sempre in evoluzione: 40 anni fa, quando andavoall’università, studiavamo i piani quinquennali, poi siamo passati aitriennali e oggi si lavora sulla base di piani trimestrali”.

Cosa fa nel tempo libero?“Pratico molto sport, prima correvo a piedi, adesso corro in bici,

vado con dei vecchi campioni, riesco ancora a fregarli, forse perchéhanno qualche anno più di me, però la mia grande passione è la cac-cia in montagna. E poi mi diverto ancora a lavorare, soprattutto afare l’incastro dei servizi e degli orari dei pullman, che è un po’ comegiocare a scacchi.”.

si dice che chi ha il pane non ha i denti e chi ha i dentinon ha il pane, con tutto questo lavoro riesce a fare deiviaggi? Quali sono i tre posti più belli che ha visitato?

“non ho girato moltissimo ma ho girato molto, i postiche più mi hanno colpito sono stati: il Perù e la Cina. Unaltro bel viaggio, più vicino, ma che va preparato e studiatoprima della partenza, è l’Egitto con la navigazione sul nilo.Mentre per quanto riguarda l’Italia io dico sempre “Ca-raibi? no grazie, Puglia!”, per me è stata una vera scoperta,abbiamo il mare dei Caraibi e reperti storici unici.

La crisi economica ha colpito anche il vostro settore?Come va ora?

“La crisi ha colpito il nostro settore molto violentemente, grazie aDio siamo ancora qui, ma l’abbiamo vista brutta. noi abbiamo trecomparti, i pullman, il business travel e le vacanze. Abbiamo avutole prime avvisaglie nell’agosto del 2008, in particolare nel businesstravel, settore con il quale serviamo le grandi aziende, portiamo iloro manager e dipendenti nel mondo. La crisi ha preso prima leaziende e ce ne siamo accorti perché i manager e i vari dipendentihanno smesso di viaggiare, si sono fermate le prenotazioni. Questacrisi ha raggiunto il massimo a febbraio 2009, anno drammatico incui abbiamo registrato un calo. nonostante tutto non abbiamo la-sciato a casa nessuno e non abbiamo fatto fare un’ora di cassa inte-grazione, questo grazie ai miei figli che hanno saputo gestire in modostupendo la situazione. nel 2010 c’è stata una piccola ripresa, leaziende hanno iniziato nuovamente a mandare i manager in giro peril mondo, quindi significa che il lavoro è ripreso. Per quanto riguardale famiglie, capitolo a parte, dai 15 giorni di vacanza sono passati auna settimana, scendendo anche come categoria di albergo, nellamaggior parte dei casi non perché manchino i soldi ma per l’incer-tezza nel futuro creata dalla crisi. Tuttavia anche in questo compartol’emorragia sembra si sia arrestata. Anche se, ovviamente, le preno-tazioni hanno un po’ risentito della grave situazione in cui versanoattualmente alcuni stati del nord Africa. Ma possiamo dire che l’altastagione è ormai alle porte e negli ultimi giorni un numero sempremaggiore di clienti viene a trovarci in agenzia”.

MARA BAIGUInI

“il viaggio, passione senza confini”Il Gruppo Frigerio Viaggi, con 70 agenzie in Italia, ha un giro d’affari di 90 milioni di euro.

Dagli esordi del dopoguerra alle nuove sfide del futuro.

intervista a giancarlo Frigerio

La nona in provincia di Lecco e la quarta in provincia di Monza eBrianza sono le edizioni del Premio “Costruiamo il Futuro 2011” chesono state presentate sabato 19 febbraio in una conferenza stampache si è tenuta presso “le scuderie” di Villa Greppi a MonticelloBrianza.

“In questa edizione 2011 abbiamo voluto introdurre tre importantinovità”, ha spiegato Maurizio Lupi, presidente della Fondazione Co-struiamo il Futuro. “In provincia di Lecco un premio sarà destinato,per la prima volta, ad una associazione culturale, la seconda novitàsarà un premio destinato ad una associazione di volontariato socialeche opera nella zona di Erba. Per quanto riguarda la terza innova-zione, consiste nel fatto che l’edizione in provincia di Monza eBrianza verrà aperta anche alle associazioni sportive. Il grande suc-cesso riscontrato fin dalla prima edizione del premio testimonia ungrande interesse e allo stesso tempo un grande bisogno da parte delleorganizzazioni. Sono sempre molto colpito dall’entusiasmo con cuii volontari delle associazioni portano avanti il loro lavoro, nonostantele difficoltà economiche e la mancanza di strumenti necessari”.

Alcuni dati rendono esprimono meglio di qualsiasi parola il nostroimpegno per sostenere e valorizzare le piccole realtà non profit:

al via il premio “Costruiamo il Futuro 2011”Presentate le nuove edizioni dell’iniziativa.

Maurizio Lupi, presidente della Fondazione: “Diamo forza e valore al volontariato delle associazioni. Un esempio da seguire”.

provInCIa DI LeCCo:

8 edizionioltre 550 associazioni

incontrate65 associazioni premiate

170.000 euro di premi in denaro

31 medaglie d’oro per i volontari meritevoli

20 forniture complete di materiale sportivo

1 riconoscimentoCamera dei Deputati

provInCIa DI MonZa e BrIanZa:

3 edizioni250 associazioni

incontrate27 associazioni premiate

104.000 euro di premi in denaro

11 medaglie d’oro per i volontari meritevoli

4 premi per i giovani volontari

1 riconoscimento Camera dei Deputati

oltre 270mila euro in sostegno del mondo non proFit

A testimoniare lo stretto rapporto con leistituzioni per favorire l’incontro con le re-altà del territorio, sono intervenuti gli as-sessori provinciali Antonio Conrater eGiuliana Colombo che hanno commentatolo stato del terzo settore nelle rispettiveprovince e hanno garantito il massimo ap-

poggio per contribuire alla crescita e alladiffusione del premio. Tre testimonianzehanno raccontato l’attività e l’incontro conla Fondazione di altrettante realtà premiatenegli anni precedenti: Maria Sala, volonta-ria dell’associazione Il Melograno diTriuggio, Marinella Pizzini dell’associa-

zione Una lanterna della speranza di Mol-teno e Bruno zapparoli, volontario delGruppo Sportivo Disabili Limbiate.

Successivamente il vice presidente Fran-cesco Sangiorgio ha esposto le novità in-trodotte per l’anno 2011 e ha indicato lemodalità e le tempistiche per iscriversi:

Le iscrizioni per la provincia di Lecco sono già aperte e par-tecipare per vincere uno dei seguenti premi (su un totale di23mila euro a cui vanno aggiunti altri numerosi riconosci-menti) è facile:

Chi può partecipare?Tutte le realtà operanti in campo sociale, culturale e sportivo

con sede nella Provincia di Lecco. Quando?La domanda deve pervenire entro e non oltre sabato 30 aprile

2011.Come iscriversi?Utilizzando l’apposito modulo di domanda reperibile sul sito

della Fondazione (www.costruiamoilfuturo.it) o chiamando gliuffici di Costruiamo il Futuro al numero 039.5969259.

Quando verranno consegnati i riconoscimenti?Il Premio Costruiamo il Futuro per la provincia di Lecco si

conclude con la premiazione durante la Fiera di Manifesta adOsnago, il 22 maggio 2011.

Come viene diffusa l’iniziativa?Le segnalazioni provengono direttamente dalle realtà e dai

loro volontari/operatori, da persone che conoscono e apprez-zano le loro attività, dai sindaci e dagli assessori dei comunidella provincia. Grazie alla collaborazione con i media par-tner raccontiamo periodicamente le attività delle realtà cheincontriamo; ci impegniamo a presentare questa opportunitàanche ai sindaci e agli assessori competenti; infine diffon-diamo l’iniziativa anche grazie all’estesa rete di contatti eamicizie.

novItÀ preMIo LeCCo 2011aMBIto CuLturaLe

destinato ad una associazioneculturale

1 premio da 2.500 euro

novItÀ preMIo MonZa e BrIanZa 2011preMIo per Lo sport

introduzione di premi destinati alle associazionisportive della provincia di Monza e Brianza

3 premi in denaro3 forniture complete

seZIone erBasarà assegnato anche un premio di 2.500 euro ad una realtà operante

in uno dei seguenti comuni:albavilla, albese con Cassano, alserio, Canzo, Caslino d’erba, Castelmarte, erba, eupilio,

Longone al segrino, Merone, ponte Lambro, proserpio, pusiano.

Giancarlo Frigerio

La sede di Frigerio Viaggi. Una foto d’epoca dei trasporti Frigerio.

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8 costruiamo il Futuro magazine marzo/aprile 2011

“Con la strage del popolo libico prosegue ilsommovimento che sta capovolgendo gli equilibridell’area del Mediterraneo. In quarantuno anni dipotere, il governo di Gheddafi ha represso ogniforma di opposizione politica e, attraverso il con-trollo dei media e del sistema di istruzione, ha difatto sopito l’opinione pubblica”. E’ l’analisi del-l’onorevole Mario Mauro (foto), parlamentare eu-ropeo e membro della commissione Affari esteri,in uno dei periodi più tragici per le proteste con-

tro i regimi nordafricani.Ci sono similitudini tra la protesta libica e

quella della tunisia, dell’egitto e degli altripaesi in subbuglio?

Sì, ci sono similitudini e soprattutto c’è una piùprofonda similitudine tra quello che sta accadendoin questi Paesi dell’arco sud del Mediterraneo equello che è accaduto più di 20 anni fa all’est del-l’Europa quando è caduto il blocco sovietico. Es-senzialmente si tratta di un cambiamento epocale

in tutta l’area, avrà conseguenze profonde eanche per il destino del nostro continente e perl’Europa. Proprio per questo appare sproporzio-nata la reazione dell’Unione Europea che, men-tre nel caso del crollo del blocco sovietico si èsubito concentrata sull’emergenza umanitaria esull’emergenza politica che era all’origine diquanto accadeva, oggi appare incapace di affron-tare la sostanza dell’emergenza politica. Questovuol dire che rispetto ai differenti scenari di Tu-

nisia Egitto Libia ma anche che nel Bahrein equanto si preannuncia in Giordania e Marocco,non c’è la capacità di comprendere che il sistemadei regimi politici che si erano definiti all’indo-mani della conquista dell’indipendenza verso glianni ’50 va in crisi perché le dinastie o le oligar-chie che si erano assicurati il potere hanno esau-rito il proprio compito storico e la propria spintaegemonica.

C’è il rischio di un’ invasione di clandestini?L’europa sta reagendo in modo adeguato?

Mi preme dire qualcosa che possa fare chia-rezza sui numeri. Crollato il potere in Tunisia si èaperto il pericolo di un vuoto di potere all’internodel paese e noi abbiamo avuto una mini invasionecomposta da un mix di rifugiati politici e clande-stini, da prendere con le dovute cautele poiché av-venuta all’indomani del caos avvenuto in Tunisiache ha causato la fuga di quasi 11.000 detenutidalle carceri. Chi sono questi 6.300 che hannochiesto asilo politico all’Italia? Per la maggiorparte sono giovani spinti dal bisogno, il problemadella Tunisia è che pur avendo cominciato unacrescita economica importante non riusciva a ri-distribuire abbastanza in fretta i proventi dellapropria crescita, e come tutti gli altri paesi del-l’area, come l’Egitto, ha un forte problema di na-tura demografica, a cui va aggiunto il bisogno dichi aveva un diploma o una laurea di essere col-locato in un posto corrispondente. E’ vero peròche alla fine sono 6.300 persone, faccio un esem-pio per farmi capire, nello stesso periodo la Ger-mania è stata fatta oggetto di 40.000 richieste diasilo politico. Questo spiega in parte la tiepidezzadi alcuni governi europei che si rendono conto chel’Italia rischi di diventare la porta d’accesso delsud del mondo all’Unione Europea e allo stessotempo tendono a sottolineare che i numeri indi-cano che non è l’Italia il luogo in cui tutte questepersone hanno intenzione di stazionale. Infatti ungran numero di tunisini ha manifestato l’inten-zione di raggiungere la Francia, anche perché nondimentichiamo che se sono 130 i chilometri che liseparano da Lampedusa, non dimentichiamo chesi tratta per la maggior parte di persone di culturafrancofona che mirano a ricongiungersi con laloro famiglia. Bisogna essere misurati nell’ap-proccio però di sicuro bisogna insistere nel direche questo non può essere un problema solamenteitaliano. non perché abbiamo bisogno di farfronte, in termini umanitari, al bisogno di tanti,ma perché solo un’impostazione di carattere eu-ropeo globale può avere come esito la capacità,non soltanto di stabilizzare il flusso, ma di crearein quei paesi delle risposte attraverso rapporti dipartnernariato che portino quei paesi allo sviluppoe alla pace.

L’Italia ha la forza per svoltare, per imporrenuove relazioni alla Libia dopo gheddafi?

non sappiamo come sarà il dopo Gheddafi, nonsappiamo in che tempi e in che modi si arriverà aldopo Gheddafi. Penso che sarà la Libia ad essereinteressata ad avere rapporti stabili e di sviluppocon l’Italia. Già dall’indomani della cacciata degliitaliani ad opera di Gheddafi nel 1970, i rapportitra i due Paesi non sono mai venuti meno. Siamodue paesi destinati ad interloquire, ad averescambi economici e culturali, imprenditoriali, diformazione, perché essendo l’uno di fronte all’al-tro abbiamo tutta la convenienza ad avere un rap-porto aperto e proficuo. Come è mio auspicio chepossa esserci uno sviluppo unitario di quella cheè la Libia, perché non dimentichiamo che in que-sti giorni la regione appare spaccata in due, cheparadossalmente sembra, in termini storici, ripro-porre il primo intervento italiano a quelle latitu-dini. Credo che così non sarà, l’Unione Europeapuò fare molto per aiutare a stabilizzare quell’areae non dimentichiamo che i problemi in Libia sonoessenzialmente di natura politica, meno di naturaeconomica perché è un paese che aveva già un li-vello significativo come Prodotto interno lordo, ecome prodotto procapite già da alcuni anni e cheè una terra con enormi risorse e con non molti abi-tanti, non arrivano infatti a 7 milioni e parte diquesti sono immigrati che arrivano dall’Egitto,dalla Tunisia e dall’africa sud sahariana.

MARA BAIGUInI

parla mario mauro

“nord africa, un problema di tutti”“Prosegue il sommovimento che sta capovolgendo gli equilibri dell’area del Mediterraneo”.


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