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Presentazione delle proposte per la formazione del PGT di Brescia

Costruiamo insiemeuna città bella e giusta

Il Piano di Governo del Territorio come patto con le generazioni future

Sabato 25 giugno 2011

Novotel sala/teatro - Brescia

PreSenTazIone - Auditorium Confartigianato - Brescia - 4 Dicembre 2010Brescia città verde di natura e paesaggio - Circoscrizione Nord - 22 Dicembre 2010

Brescia storica al centro della città - Circoscrizione Centro - 13 Gennaio 2011 Brescia città della residenza sostenibile - Circoscrizione Sud - 21 Febbraio 2011

Brescia città per la cultura e per la conoscenza - Circoscrizione Ovest - 4 Aprile 2011Brescia città di nuove identità produttive - Circoscrizione Est - 4 Maggio 2011

Convegno ConClusivo - Costruiamo insieme una città bella e giusta - Brescia - 25 giugno 2011

Segreteria CittadinaGruppo di lavoro Urbanistica e ambiente

Gruppo consiliare in Loggia

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giugno 2011

Bozza di disCussione

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Premessa

1. PreSUPPoSTI e I FonDaMenTI DeL PIano

Una carta dei principi come costruzione di un linguaggio comune 7

PRINCIPI FONDATIVI 7

Il concetto di “sviluppo sostenibile” a garanzia delle esigenze di generazioni future 7 L’identità di Brescia come “valore” da riconoscere, difendere e rafforzare 8 La partecipazione e il “fare politico” come fondamento di un piano realizzabile 9 L’offerta a tutti i cittadini di pari opportunità per costruire il proprio futuro 9

2. STrUMenTo TeCnICaMenTe aGGIornaTo eFFICIenTe eD eFFICaCe

CARATTERI DI PIANO 11

Carattere di prima applicazione 11 Carattere di flessibilità e processualità 12 Carattere di condivisione e concertazione 12

GESTIONE DEL PROCESSO - (L’evoluzione continua del piano) 13

Il “Quadro strutturale” e le invarianti 13 I criteri di compatibilità e di valutazione della qualità territoriale 13 Strumenti di monitoraggio per l’evoluzione del piano 13 Le procedure di adeguamento del piano 14

3. IL ProGeTTo DI PIano

STRATEGIE 15

La qualità dell’ambiente centralità dello sviluppo 15 Centralità della mobilità pubblica, ciclabile e pedonale 16 La città verso un nuovo modello insediativo e una nuova visione del proprio ruolo 17 La riqualificazione del patrimonio edilizio esistente 19 Sviluppo della cultura, della ricerca scientifica e tecnica 19 Tutela del paesaggio e del patrimonio storico e artistico 20

4. Le PoLITICHe Per La CITTÀ

Brescia città verde di natura e paesaggio 23Brescia città della mobilità sostenibile 24Brescia storica al centro di una città di quartieri 26Brescia città della residenza sostenibile 28Brescia città per la cultura e per la conoscenza 31Brescia città di nuove identità produttive 32

Indice

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Questo documento conclude un percorso che per sei mesi ha impegnato il Partito

Democratico nell’approfondimento dei temi del presene e del futuro della nostra città. Una riflessione che ha voluto uscire dai tra-dizionali luoghi della politica per confrontar-si e ricercare, senza vincoli di appartenenza, il contributo di cittadini, esperti, esponenti delle forze sociali e culturali ai quali sta a cuore il futuro della città. I sei seminari pubblici, che si sono svolti in città dal dicem-bre 2010 ad oggi, hanno rappresentato un momento importante di questo percorso. La ricchezza di idee, la partecipazione ,la qualità e pacatezza del dibattito che li hanno caratterizzati ci conforta nella con-vinzione che solo con la più ampia e civile condivisione potremo aspirare a realizzare una città bella e giusta. Una città bella e giusta non vuole essere però uno slogan, ma l’obbiettivo da raggiungere che si carica di significati etici e civili che troppo spesso vengono travalicati e cancella-ti da interessi di parte. Una città bella e giusta non è semplicemente un facile slogan, ma ci racconta di un obiet-tivo da raggiungere che si carica di significati etici e civili, dell’aspirazione a comporre i pur legittimi interessi privati ed economici che si misurano in ambito urbanistico con le esigenze e gli interessi pubblici e collet-tivi che troppo spesso vengono travalicati, dimenticati o addirittura cancellati. Per noi dire di una città bella significa allu-dere ad una città ordinata, civile, piacevole da vivere e da abitare, attraente ed attrattiva. Parlare di una città giusta significa evocare una città dove non ci sono zone di lusso

e luoghi degradati, ma quartieri tutti ben dotati di verde pubblico, di spazi e luoghi di cultura e socialità, di infrastrutture, di servizi alla persona e alla comunità.La città è la casa di tutti e la costruzione della città rappresenta il momento più alto di una società democratica in quanto essa stessa è risultato ed espressione della cultura della comunità che la abita.Il compito del Piano di Governo del Territo-rio Brescia è quello di continuare la costru-zione della “casa comune” fornendo risposte concrete ai problemi e ai bisogni del territo-rio e dei cittadini con senso di responsabilità nei confronti delle generazioni future.Questo documento non è il piano, ma è la proposta che il Partito Democratico mette in campo per dare il proprio contributo di idee per la sua formazione, ritenendo necessario e non più rinviabile la definizione di nuove idee e prospettive per un equilibrato e mo-derno sviluppo e per il rilancio della città. Non dimenticando la visione strategica e le politiche che già erano contenute nella proposta elaborata da mario Venturini che per il suo significato e valore, qui riteniamo ricompresa.Come in tutti i documenti che trattano temi così complessi, anche in questo si potranno trovare involontarie lacune che speriamo però di poter colmare con il contributo di tutti nei momenti di confronto che prosegui-ranno nei prossimi mesi. Questo documento è aperto ai contributi che nel corso del confronto potranno arricchirlo, migliorarlo, precisarne alcuni aspetti. Un documento aperto al confronto nella nostra città.

Premessa

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Una CarTa DeI PrInCIPI CoMe CoSTrUzIone DI Un LInGUaGGIo CoMUne

Ogni processo di pianificazione (ossia di governo del territorio) che assuma come strategia la più ampia condivisio-ne, e come metodo la concertazione fra diversi attori, richiede necessariamente le messa a punto di un insieme condivi-so di “valori” e un “linguaggio” comu-ne. Prima di procedere alla esplicita-zione dei contenuti della nostra visione della città è necessario perciò indicare i “principi” e i “riferimenti” che ne co-stituiscono il fondamento. Una sorta “Carta dei principi”, di patto per la città basato sui valori della col-lettività e della persona che si offre a chi, a diverso titolo, sarà chiamato a dare il proprio contributo nella costru-zione della città futura. Un linguaggio comune appunto, per mezzo del quale misurare la coerenza di politiche e programmi.

I PrInCIPI FonDaTIVI

I principi ispiratori del processo di pia-nificazione - ossia degli obiettivi e delle strategie che si vogliono perseguire, e dei processi che si voglio avviare - deb-

bono essere assunti come base della po-litica di governo del territorio. Essi fan-no riferimento al concetto di “sviluppo sostenibile”, alla necessità di difendere e rafforzare l’identità locale, alla “par-tecipazione” come fondamento di un piano realizzabile e alla garanzia per tutti i cittadini di pari opportunità per costruire il proprio futuro.

“SVILUPPo SoSTenIBILe” a GaranzIa DeLLe eSIGenze DeLLe GenerazIonI FUTUre

Porre questa dichiarazione come gui-da per la costruzione del Piano signi-fica non solo affermare un principio, bensì individuare concretamente nella “sostenibilità”1 l’obiettivo, il criterio e la categoria di giudizio sia per l’identi-ficazione dei problemi e degli interventi possibili, che per la loro valutazione e per l’assunzione delle decisioni conse-guenti. Tale impegno non comporta tut-tavia l’adozione aprioristica e acritica di atteggiamenti conservativi, di “museifi-cazione” dell’ambiente, che poco hanno

1 Il concetto di sviluppo sostenibile è sancito dalla Con-ferenza delle Nazioni Unite su “Ambiente e Sviluppo” (UNCED), tenutasi a Rio de Janeiro nel 1992, come «uno sviluppo che fa fronte alla necessità del presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare le proprie esigenze».

1. Brescia i presupposti e i fondamenti del piano

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a vedere con l’ecologia e la storia del territorio2 ; implica invece assumere la sostenibilità come tema sul quale trova-re un equilibrio fra gli obiettivi, talvol-ta divergenti, dell’efficienza territoriale3

, dell’equità sociale, della salvaguardia e della qualità dell’ambiente e del pa-esaggio - nella consapevolezza che la qualità urbana e territoriale, intesa nel significato più complessivo, è la condi-zione e il termine di verifica dello svi-luppo economico, sociale e culturale.In questo senso, pertanto, il principio proposto rappresenta una sfida e un’oc-casione di verifica per chi intenda co-niugare la “razionalità economica” con la “razionalità ecologica”. Sul versante tecnico-disciplinare ri-chiede di individuare gli strumenti conoscitivi, di indirizzo e procedurali necessari al compimento di un percorso metodologico in grado di produrre un processo decisionale esplicito e verifica-bile, supportato da adeguati strumenti tecnico-scientifici, che permetta di va-lutare il rapporto fra risorse e bisogni, fra mantenimento e trasformazione degli equilibri territoriali e, dove questi ultimi fossero ormai persi, orienti il “progetto” per la loro ricostituzione.

2 È ormai patrimonio comune la consapevolezza come la tutela di territori fortemente antropizzati, ancorché connotati da rilevanti valori ambientali, passi attraverso il mantenimento del presidio umano e, conseguentemen-te, non possa prescindere dallo sviluppo di condizioni economico-sociali in grado di sostenere tale presenza.3 Per efficienza territoriale s’intende la possibilità per ogni soggetto di disporre delle occasioni per migliorare la propria condizione.

IDenTITÀ DI BreSCIa CoMe “VaVaV Lore” Da rIConoSCere, DIFenDere e raFForzare

Assumere l’identità come valore non si-gnifica sostenere i localismi, le rivalità e le tendenze autarchiche: economiche, sociali o culturali che siano, o peggio vantare anacronistici privilegi di citta-dinanza o di appartenenza. Significa al contrario, interrogarsi sul senso che questa parola assume oggi per la città di Brescia; significa avere consapevolezza che l’identità storica, economica, culturale di una città con-corrono alla formazione di un carattere necessario ad una comunità per iden-tificarsi con il proprio territorio e per delineare il proprio futuro. Una comunità, quella bresciana, che da tempo è sottoposta a profondi cambia-menti: sia nella struttura economica che sociale, rispetto ai quali non sembra aver ancora trovato un percorso chiaro in grado di valorizzare le proprie risorse, siano esse quelle della struttura urbana, del sistema paesistico-ambientale o di quello socio-economico e culturale.In questa prospettiva il piano deve saper ricercare, interpretare ed iden-tificare tali caratteri - ossia la cultura imprenditoriale e la struttura econo-mica, la configurazione paesistica e la dotazione ambientale, ecc - e proporre indirizzi di intervento attraverso i quali impedirne la dissoluzione, in particola-re per quanto riguarda le forme e i prin-cipi insediativi. Ciò significa sopratutto prefigurare una struttura territoriale

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organizzata, coerente ed efficiente, in grado di fornire una risposta adeguata alle istanze di tutti i cittadini, affinché le trasformazioni territoriali non sia-no portatrici di disvalori, ma possano essere occasioni per costruire un “pa-esaggio sociale” in grado di rappresen-tare in positivo la società odierna.

La ParTeCIPazIone e IL “Fare PoLITICo” CoMe FonDaMen-To DI Un PIano reaLIzzaBILe

Costruire un processo partecipato - non tanto per raggiungere un formale consen-so, ma per acquisire collettivamente con-tenuti che siano prima di tutto culturali e sociali - significa scegliere una strada non semplice e dal risultato incerto, ma indispensabile per offrire una prospettiva realistica al processo di pianificazione.Da qui la necessità di dotarsi - attraver-so la definizione di una metodologia di confronto sulle strategie di governo del territorio e condivisione delle forme di intervento - di uno strumento in grado di produrre non solo effetti territoriali efficaci, coerenti fra loro e con un qua-dro di riferimento generale, ma anche di definire strumenti e condizioni per la ricomposizione di forme di antagoni-smo, conflittualità e contrapposizione, tipiche delle istanze territoriali.

L’oFFerTa a TUTTI I CITTaDInI DI ParI oPPorTUnITÀ Per CoSTrUIre IL ProPrIo FUTUro 4

L’affermazione di questo principio non costituisce né un caso né una novità. Anche se spesso dimenticato, il princi-pio costituzionale per il quale “tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge,” ed “è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e so-ciale che limitano di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini” 5 è alla base dell’ordinamento legislativo e conse-guentemente anche di ogni atto ammi-nistrativo. Applicato in un progetto di pianifica-zione urbanistica assume principalmen-te due aspetti. Il primo si identifica con l’impegno e la responsabilità della città verso le cate-gorie sociali più deboli; il secondo pro-ducendo una azione amministrativa in grado di distribuire con equità benefici o perdite, vantaggi o svantaggi, fra i soggetti che si trovano nella medesima situazione di fatto e di diritto.

4 Si intende la possibilità per ogni soggetto di disporre delle occasioni per migliorare la propria condizione.5 Art. 3 della Costituzione della Repubblica Italiana., comma 1 e 2 .

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I CARATTERI DEL PIANO

Gli scenari futuri delle nostre città, non ancora completamente definiti, sono sempre meno determinati dalle dinamiche locali e sempre più influen-zati dall’evoluzione di un sistema glo-bale che spesso sfugge alle previsioni più attente.

Prova ne sono i cambiamenti che stan-no avvenendo a sud del mediterraneo e gli effetti diretti ed indiretti che stanno producendo sull’intero paese.

Tutto ciò ci obbliga, a ricercare una nuova forma di piano in grado di su-perare la rigidità burocratica e la poca efficacia dimostrata dalla pratica tradi-zionale a favore un nuovo modello di pianificazione, più flessibile e in grado di rispondere in tempi reali alle mute-voli esigenze di cambiamento e di svi-luppo economico-sociale.

La nuova sfida a cui siamo oggi chia-mati è quella di mettere in campo uno strumento di programmazione urba-nistica capace di costruire attorno ad una struttura portante che costituisca le “invarianti” del sistema urbano, un sistema di regole che consentano la ge-

stione dei processi di trasformazione della città assumendo come elementi costitutivi i carattere di prima applica-zione, di flessibilità e processualità, di condivisione e concertazione.

CaraTTere DI PrIMa aPPLICazIone

Il Progetto di piano si deve conseguen-temente configurare come un primo quadro di insieme delle politiche terri-toriali. Di prima applicazione in quan-to, da un lato, rispondente ai bisogni certi, oggi chiaramente individuati, che rappresentano le priorità, ai quali rispondere a medio termine (nei primi cinque anni di validità del Documento di Piano), dall’altro definendo gli sce-nari a medio-lungo termine, la varia-zione dei quali potrebbe essere neces-saria al variare delle condizioni e per il manifestarsi di nuovi bisogni, oggi sconosciuti.

Volutamente non esaustivo, tale carat-tere non costituisce peraltro una rinun-cia del Piano ad assumere una propria strategia di governo del territorio, ma al contrario, attraverso l’attivazione di nuovi strumenti e procedure, il pro-getto di Piano si propone di avviare un processo di pianificazione costante

2. STrUMenTo TeCnICaMenTe aGGIornaTo, eFFICIenTe eD eFFICaCe

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nel tempo e nel metodo, che ricerchi la coerenza e la legittimazione delle scel-te future nel confronto con un quadro di riferimento certo, fornito dal Piano stesso. Pertanto il progetto di Piano da un lato deve identificare gli obiettivi a breve e medio termine e le regole cui poter riferire gli interventi urgenti e non eludibili, dall’altro si pone quale stru-mento di confronto fra le alternative in campo, riconducendole ad un proget-to sistemico in grado di considerare le problematiche territoriali nell’insieme dei loro effetti.

CaraTTere DI FLeSSIBILITÀ e ProCeSSUaLITÀ

La legge urbanistica regionale, con l’obiettivo di superare l’eccessiva ri-gidità dei piani, causa frequente della tardiva e perciò inefficace risposta della pianificazione alle istanze della società, ha da individuato nei caratteri di fles-sibilità e processualità le modalità per governare le trasformazioni territoriali con continuità e coerenza. Saper coniugare questi aspetti significa affrontare una progettualità moderna ed efficace.Flessibilità e processualità non signifi-cano tuttavia predisposizione a repen-tini e continui adattamenti di impianto o disponibilità a qualsiasi mediazione o compromesso. Le possibili integrazioni e modificazioni non devono infatti mettere in discussio-ne la strategia di fondo, ma al contrario devono essere sinergiche con essa, affi-dando alla trasparenza del processo di

formazione delle scelte e alle loro moti-vazioni, il compito di condurre un am-pio confronto politico e culturale.

CaraTTere DI ConDIVISIone e ConCerTazIone

Il perseguimento della condivisione e della concertazione si basa sulla con-vinzione che l’efficacia del Piano si misura nella capacità dei soggetti di orientare il processo decisionale ver-so la produzione di risultati concreti. La legittimazione delle scelte e della loro attuazione risiede pertanto nella costruzione del consenso, e cioè nella capacità dell’insieme dei soggetti di co-gliere e interpretare le esigenze positive espresse dalla collettività locale in re-lazione agli obiettivi che si intendono conseguire, su un piano di pragmatico realismo.

Ciò si traduce nel mettere in campo strumenti e procedure di consultazione in grado di rendere possibile il dialogo ed il confronto fra gli attori delle tra-sformazioni territoriali all’interno di un quadro di regole precise.

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GESTIONE DEL PROCESSO(L’evoluzione continua del piano)

La gestione del processo, affinché il Pia-no sia in grado di rispondere all’evol-versi dello scenario economico-sociale richiede, in primo luogo l’assunzione di un quadro della struttura urbana che identifichi il “telaio non modificabi-le”; in secondo luogo l’individuazione di chiari e semplici strumenti tecnico-operativi, infine la definizione di proce-dure che garantiscano efficacia e rapi-dità nel raggiungimento degli obiettivi. La “gestione del processo” rappresen-ta, in sostanza, la modalità e prevede la strumentazione, per rendere concreti i caratteri di flessibilità e processualità in precedenza enunciati. Tale compo-nente non deve però essere confusa con una sommatoria di “regole burocrati-che”, ma rappresenta la parte centrale di una nuova idea di piano ed è irrinun-ciabile per una concreta attuazione ed evoluzione del Piano stesso.

IL “QUaDro STrUTTUraLe” e Le InVarIanTI

Componente fondamentale del proces-so individua le invarianti che rappre-sentano le componenti strutturali e gli obiettivi irrinunciabili e immodificabili dai processi di evoluzione del piano. Il “Quadro strutturale” costituisce l’os-satura di un integrato ed equilibrato assetto territoriale, interpretabile alla scala urbana, riconducendo i settori di analisi: urbanistico-insediativa, paesi-stico-ambientale, infrastrutturale ad

una sintesi integrata in grado di resti-tuire la complessità e la ricchezza del territorio bresciano.

Il “disegno” territoriale tracciato diven-ta così il supporto sul quale innestare le politiche di sviluppo della città.

CrITerI DI CoMPaTIBILITÀ e VaLUTa-zIone DeLLa QUaLITÀ TerrITorIaLe

Rappresentano i criteri in base ai qua-li valutare la compatibilità dei progetti di trasformazione urbana e territoriale. La compatibilità viene definita attraver-so un procedimento tecnico-scientifico relativo a tre ordini di verifiche:

Grado di coerenza con il Progetto di Piano coerenza con la “Carta dei principi” •posti a base della redazione del Piano;grado di finalizzazione dell’intervento •rispetto alle “Strategie del Piano”;

Grado di coerenza con il Quadro Strutturalevalutazione degli effetti sulla qualità •territoriale.

Tali verifiche vanno assunte quali para-metri fondamentali ed imprescindibili per la valutazione, sia delle scelte di at-tuazione dal piano, sia per quelle che po-tranno essere effettuate in successive fasi a suo completamento e integrazione.

STrUMenTI DI MonIToraGGIo Per L’eVoLUzIone DeL PIano

Già previsto dalla procedura della Va-lutazione Ambientale strategica, il mo-nitoraggio dell’evoluzione del piano non deve però arrestarsi alla sola valu-tazione degli effetti sull’ambiente. La natura processuale del piano richie-

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de anche che siano definiti strumenti di “controllo del processo”, pertanto la fase di attuazione ed implementazione del Piano dovrà essere caratterizzata da una pluralità di azioni finalizzate ad esercitare: una verifica della sua attua-zione e della coerenza rispetto agli obiet-tivi; definire le priorità e i gradi di fatti-bilità degli interventi; valutare gli effetti; verificare la congruità fra le indicazioni del P.G.T. e l’evoluzione delle dinamiche territoriali e socio-economiche.

A tale scopo il piano individua:

Organi politico-amministrativi01. , che comprenderanno oltre alla specifi-ca commissione comunale, anche nuove forme di coordinamento e consultazione attraverso la costitu-zione di una Conferenza delle forze sociali;

Organi tecnico-amministrativi02. ; l’Uf-ficio di Piano quale sede tecnica per le verifiche di conformità e gestione tecnica degli strumenti di attuazio-ne, al quale partecipano i settori dell’Amministrazione Comunale in grado di esprimere competenza tec-nico-disciplinare specialistica sulle singole tematiche.

strumenti03. ; costituiti dal Sistema In-formativo Territoriale (S.I.T.) qua-le strumento per l’aggiornamento continuo del “Sistema delle cono-scenze”, per il monitoraggio delle fasi di attuazione e quale suppor-to tecnico alle decisioni e il Centro servizi quale strumento per poter fornire un servizio reale ed efficien-

te sia per la consultazione, che la diffusione dei materiali e delle in-formazioni disponibili presso l’Uf-ficio di Piano e il S.I.T., per attività di divulgazione e promozione del P.G.T. sia per l’attivazione di atti-vità di supporto alla pianificazione comunale.

Urban Center04. come luogo di pro-mozione, come spazio libero di dibattito culturale della città, ar-chivio di consultazione di progetti vecchi e nuovi ecc.

Le ProCeDUre DI aDeGUaMenTo DeL PIano

Onde ridurre il ricorso alle varianti parziali del piano, procedure tradizio-nalmente onerose in termini di tempo, al punto tale che frequentemente il tem-po impiegato per espletare il procedi-mento inficia l’efficacia del provvedi-mento fino a renderlo talvolta inutile, il P.G.T. si dota di regole proprie per l’assunzione dei provvedimenti di inte-grazione, specificazione, implementa-zione del piano e definisce le procedure di verifica di compatibilità con il Piano degli strumenti di attuazione attraver-so le indicazioni contenute nei “Crite-ri di compatibilità e valutazione della qualità territoriale”.

Con i “Criteri di compatibilità” e nel-la “procedura di valutazione” il P.G.T. fornisce dunque lo strumento indispen-sabile per rendere concreto l’obiettivo della processualità e di coerenza con gli obiettivi del Piano.

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LE STRATEGIECondizione strategica alla base del pia-no è l’affermazione che qualsiasi scelta, qualsiasi intervento, qualsiasi azione debba derivare dal rilevamento di bi-sogni oggettivi perciò reali ed a questi offrire una risposta altrettanto ogget-tiva e realizzabile, lasciando da parte le “intuizioni urbanistiche” alle quali abbiamo assistito in questi ultimi anni. È necessario restituire alla disciplina urbanistica, seppur ispirata dalla poli-tica, il proprio ruolo e valore. Solo così si potranno evitare errori grossolani e “monumenti ad personam” come la nuova sede degli uffici comunali, il par-cheggio sotto il castello, piuttosto che la cittadella dello sport, che rispondo-no ad interessi individuali o di specifici gruppi e non agli interessi generali.

La QUaLITÀ DeLL’aMBIenTe CenTraLITÀ DeLLo SVILUPPo

La qualità ambientale come punto di forza di una nuova prospettiva di svi-luppo. Fare di Brescia una città europea significa anche condividere l’impegno che la Comunità Europea ha profuso in questi ultimi vent’anni in relazione al tema della qualità dell’ambiente urbano. Fare questo significa anche ripartire dai

documenti e dagli accordi internazionali che anche il nostro paese ha sottoscritto e che devono essere assunti come obietti-vi di base nella procedura di Valutazione ambientale Strategica in relazione ai qua-li misurare gli effetti del P.G.T. sull’am-biente. Se la Comunità Europea afferma che “la qualità della città é stata ricono-sciuta come un valore nella concorrenza internazionale” e che perciò “l’ambiente e la qualità della vita dovrebbero diven-tare elementi essenziali della pianifica-zione e dell’amministrazione della città sia nei confronti degli abitanti che per promuovere lo sviluppo economico”1 ne consegue che “la protezione delle risor-se ambientali sarà la precondizione di base per una sana crescita economica”2 e la qualità dell’ambiente urbano è “una precondizione di base” per lo sviluppo economico. Ciò detto è necessario prendere atto che lo stato dell’ambiente della nostra città versa in condizioni preoccupanti sotto diversi aspetti, particolarmente in alcuni quartieri e che tale situazione va rove-sciata ponendo il tema ambientale al cen-tro degli obiettivi di sviluppo. È oggi in

1 Comunità Europea, Libro verde sull’ambiente urbano, 1990, p. 42.2 Comunità Europea, Libro verde sull’ambiente urbano, 1990, p. 51

3. IL ProGeTTo DI PIano

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gioco, anche a Brescia, come nelle grandi città europee, un’opzione molto concre-ta: la possibilità di vivere uno sviluppo dell’economia cittadina, una crescita del-la ricchezza e del benessere dei suoi abi-tanti - oppure, al contrario, la penalità di un loro regresso, di una loro decadenza. Il governo del territorio - nel suo versante politico e amministrativo come in quello urbanistico - deve farsi pienamente cari-co di questa nuova realtà. È pertanto indispensabile ricorrere ad un approccio integrato per la gestione dei temi ambientali nella città adottando piani di azione in grado di armonizzare le diverse politiche ed iniziative poste in essere3 . Ogni azione di piano deve es-sere coerente e produrre effetti che non riducano, ma al contrario migliorino, la qualità dell’aria, dell’acqua, del suolo, della vegetazione e di tutte le altre com-ponenti che interagiscono con l’ambien-te, non ultima la qualità del paesaggio, sintesi dei processi umani che modifica-no l’ambiente e il territorio, espressione della cultura della società che lo abita.

CenTraLITÀ DeLLa MoBILITÀ PUBBLICa, CICLaBILe e PeDonaLe

Le città europee più virtuose dal pun-to di vista ambientale sono quelle che offrono ai propri cittadini un accesso ai mezzi pubblici efficiente e rapido.

3 Non è raro che iniziative destinate a risolvere un pro-blema ne possono creare altri. A titolo di esempio, le po-litiche per migliorare la qualità dell’aria attraverso l’ac-quisto di autobus “puliti” possono essere compromesse dall’aumento dei trasporti privati determinato dalle deci-sioni in materia di utilizzazione del territorio (ad esem-pio, la costruzione di parcheggi nel centro città). Estratto dalla “Comunicazione della commissione al Consiglio e al Parlamento Europeo relativa ad una strategia tematica sull’ambiente urbano” Bruxelles, 11.01.2006, p.3.

L’entrata in attività del metrobus rap-presenta un’occasione per cambiare abitudini, stili di vita, comportamenti collettivi. Questo obiettivo può esse-re però raggiunto solo in presenza di scelte intelligenti (oppure lungimiranti) e coerenti che affianchino al metrobus tutte le altre forme di mobilità in grado di assicurare socialità e sostenibilità.È oggi urgente riscrivere la “gerarchia della mobilità” declassando il prima-to dell’automobile in favore di sistemi maggiormente compatibili con una struttura urbana che vuole crescere per ritornare ad essere luogo di eccellenza nei servizi, nel lavoro, nella residenza, riferimento di un territorio ampio che supera il confine provinciale. La nuova Brescia che si trasforma, può crescere solo attorno ad un nuovo mo-dello di mobilità che senza pregiudizi individui per ogni livello territoriale: urbano o di quartiere, per ogni luogo o parte della città, il sistema più idoneo che sappia coniugare efficacia funzio-nale, efficienza ambientale e costi di re-alizzazione e gestione. La legislazione in materia offre numerose possibilità non ancora sufficientemente indagate a Brescia od impiegate in modo limitato al centro storico. Opportunità che in altre città, italiane e straniere, hanno invece dato risultati interessanti. Sono le cosiddette “strade residenzia-li”, la qualità e diffusione del sistema ciclo-pedonale, le “zone 30”, ecc. Non ultimo il tema del trasporto pub-blico, nella consapevolezza che una città che sta per inaugurare il primo

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tracciato della metropolitana non può dimenticarsene, quando compie le scel-te urbanistiche. Un nuovo sistema dun-que capace di avere attenzione per gli utenti deboli: le persone con disabilità, i bambini, gli anziani, non attraverso interventi emblematici e straordinari, riparatori di una cattiva coscienza, ma come normalità di una coscienza civile matura che garantisca a tutti i diritti fondamentali4. Occorre quindi un im-pegno culturale per passare da soluzio-ni ad hoc ad una progettazione ad am-pia accessibilità che tenga conto delle molteplici difficoltà di tutte le persone.

La CITTÀ VerSo Un nUoVo MoDeLLo InSeDIaTIVo eD Una nUoVa VISIone DeL ProPrIo rUoLo

Centralità e policentrismo non rappre-sentano necessariamente una dicoto-mia, ma se tradotti in un equilibrato modello insediativo, possono conferire alla città un carattere nuovo, ricco, di-namico e maggiormente attraente. La città non è più l’unico centro di gra-vitazione, ma uno dei centri possibili di una struttura policentrica (già nei fatti) che deve però ritrovare caratteri propri e peculiari (in linea con la storia recente della città) rispetto ad un’area popolata da altri “centri”. Per ruolo centrale si in-tende la capacità di Brescia di esercitare, nel suo insieme, un ruolo di riferimento in un sistema territoriale policentrico,

4 La Repubblica previene e rimuove le condizioni invali-danti che impediscono lo sviluppo della persona umana, il raggiungimento della massima autonomia possibile e la partecipazione della persona handicappata alla vita della collettività”. (art.1, legge 104/92)

non solo di livello provinciale. La parola chiave di questo cambia-mento potrebbe essere riconosciuta nel “riposizionamento” della città che, nell’ambito di obiettivi di sostenibilità forte e reale (e non soltanto enunciata) si fondi sulla valorizzazione delle risor-se locali, siano esse quelle della strut-tura urbana, del sistema paesistico-am-bientale o di quello socio-economico, per diventare luogo delle “eccellenze” nei servizi, nella ricerca, nell’innovazio-ne, nella rappresentazione di un nuovo modello di sviluppo. Conseguenza irrinunciabile è pensare perciò al PGT con una visione ampia, capace di guardare oltre i propri con-fini verso quell’area vasta, dai confini variabili in funzione dei differenti temi che siamo chiamati ad affrontare (pae-sistico, ambientale, economico, sociale, insediativo, infrastrutturale).Prendendo atto che la città è già oggi circondata da una conurbazione che la rende perno di un’area più vasta, il P.G.T., sia sotto il profilo urbanistico, sia sotto il profilo dei servizi deve im-plementare ed integrare una politica da grande città, pena la perdita di ulterio-re capacità di guida, a fronte dell’accen-tuarsi di un aggressivo policentrismo prodottosi in Provincia in questi anni insieme al quale la città deve invece co-struire sinergie importanti. A questo scopo non è possibile prescin-dere da un’adeguata valutazione delle relazioni, esistenti e potenziali, tra il polo urbano di Brescia e il contesto ter-ritoriale in cui la città si inserisce.

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È dunque strategicamente rilevante inte-ragire con la formazione del Piano ter-ritoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) (che non arriva a maturazione e che fino ad oggi - quello vigente e quan-to si è visto di quello in formazione– non ha prodotto alcunché) al fine di chiarire e definire il rapporto tra le scelte della Provincia e le scelte comunali.Altrettanto strategica la definizione di politiche e di scelte in grado di dare senso e corpo alle indicazioni del Piano Territoriale Regionale (PTR) 2010 della Lombardia, nel quale Brescia viene de-finita un “polo di sviluppo regionale”, uno dei vertici della “polarità sovra lo-cale Brescia - Mantova - Verona”. Per policentrismo nella città intendia-mo invece la capacità di riconoscere e valorizzare le specificità paesistico-am-bentali e socio-economiche dei quartieri che compongono la compongono. Ogni parte della città ha una propria storia e una propria immagine che segnano le vicende, urbanistiche e sociali che l’han-no formata e modificata nel tempo. Ogni parte della città offre un pro-prio paesaggio urbano documento e testimone visibile delle vicende uma-ne. Partendo da qui, ai quartieri, cit-tà nella città, va restituita, attraverso la ridefinizione della gerarchia dello spazio pubblico, della mobilità e la do-tazione di adeguati servizi, un propria qualificata struttura urbana, un senso della città e del vivere civile capace di favorire l’acquisizione di un senso di appartenenza, di stabilire relazioni in-terpersonali significative. Un processo, questo, in cui la matura-

zione avviene non nell’individuo in sé, ma nella qualità delle sue relazioni e delle condizioni urbane che le possono facilitare. Il quartiere rappresenta lo “spazio quotidiano” dove soprattutto i bambini e i giovani sperimentano e co-struiscono il senso di appartenenza ad una comunità sociale e dove gli anzia-ni mantengono le proprie relazioni co-struite negli anni, i propri riferimenti.Uscire di casa senza essere accompa-gnati, per andare a scuola, per poter incontrare gli amici e giocare con loro negli spazi pubblici della città: dal cor-tile al marciapiede, dalla piazza al giar-dino senza che ciò costituisca un peri-colo, è un diritto dei giovani cittadini5.

5 La Dichiarazione Universale dei Diritti del Bambino, che nel 1959 proclamava il diritto a un nome, a una fa-miglia, all’educazione, alla salute, è stata ampliata per aggiungervi alcuni “diritti naturali” purtroppo troppo spesso sottovalutati e calpestati.

1. IL DIRITTO ALL’OZIO: a vivere momenti di tempo non programmato dagli adulti;

2. IL DIRITTO A SPORCARSI: a giocare con la sabbia, la terra, l’erba, le foglie, l’acqua, i sassi, i rametti;

3. IL DIRITTO AGLI ODORI: a percepire il gusto degli odori, riconoscere i profumi offerti dalla natura;

4. IL DIRITTO AL DIALOGO: ad ascoltatore e poter pren-dere la parola, interloquire e dialogare:

5. IL DIRITTO ALL’USO DELLE MANI: a piantare chiodi, segare e raspare legni, scartavetrare, incollare, plasma-re la creta, legare corde,accendere un fuoco;

6. IL DIRITTO AD UN BUON INIZIO: a mangiare cibi sani fin dalla nascita, bere acqua pulita e respirare aria pura;

7. IL DIRITTO ALLA STRADA: a giocare in piazza libera-mente, a camminare per le strade;

8. IL DIRITTO AL SELVAGGIO: a costruire un rifugio-gioco nei boschetti, ad avere canneti in cui nascondersi, alberi su cui arrampicarsi;

9. IL DIRITTO AL SILENZIO: ad ascoltare il soffio del vento, il canto degli uccelli, il gorgogliare dell’acqua;

10. IL DIRITTO ALLE SFUMATURE: a vedere il sorgere del sole e il suo tramonto, ad ammirare, nella notte, la luna e le stelle.

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Privarli di normali opportunità, espe-rienze, competenze, occasioni irripeti-bili di socializzazione e di svago signi-fica sottrarli ad una propria crescita sociale.

rIQUaLIFICazIone DeL PaTrIMonIo eDILIzIo eSISTenTe

A fronte di una indiscutibile modifica-zione del mercato immobiliare che vede una consistente riduzione della “tradi-zionale” domanda di immobili adibiti a qualsiasi uso, riconducibile solo in minima parte alla crisi economica e in presenza di un consistente stock immo-biliare invenduto, il piano deve saper attivare nuove politiche in grado di fa-vorire il riposizionamento di un settore, quello delle costruzioni oggi in grande difficoltà, all’interno di nuovi ambiti di intervento. In questo scenario e in presenza di nuove norme nazionali e regionali re-lative al risparmio energetico, all’acu-stica, alle caratteristiche sismiche degli edifici, che declassano la grandissima parte del patrimonio edificato diventa prioritario orientare le azioni del piano verso il rinnovamento del patrimonio esistente e degli ambiti urbani degra-dati, rinunciando a irrealistiche scelte espansive sui suoli agricoli. Non si pen-sa al solo patrimonio storico, in gran parte già recuperato, ma a quanto è stato costruito dal dopoguerra ad oggi che rappresenta la parte preponderante della città costruita. In presenza di una proprietà immobi-liare frazionata, sono miopi e inconclu-

denti incentivi volumetrici come quelli messi in campo dal cosiddetto Piano Casa. Incentivare il recupero del pa-trimonio edilizio esistente comporta la necessità di un radicale cambiamento sia nell’approccio tecnico che ammini-strativo. È ormai chiaro che non basta-no regole scritte, che delegano ai privati l’iniziativa. Servono azioni di governo dell’amministrazione pubblica in grado, da un lato di ridurre i tempi burocrati-ci, che sono tali solo nelle enunciazioni legislative, ma si impaludano nella pra-tica quotidiana, dall’altro servono po-litiche, investimenti, norme adeguate che consentano lo sviluppo di una tale strategia.

SVILUPPo DeLLa CULTUra, DeLLa rICerCa SCIenTIFICa e TeCnICa

Dopo i risultati ottenuti dalla politica delle grandi mostre, che ha caratteriz-zato l’iniziativa degli anni ’90 e 2000, la città deve riprendere una riflessione interrotta ed interrogarsi, sulle proprie dotazioni, sugli spazi museali e della conoscenza e sulla necessità di colmare le attuali carenze. La cultura come oc-casione e valore economico della città non dipende solo dagli eventi, ma da una identità fortemente caratterizzata in tale direzione.Incentivare la ricerca e la formazione a livello privato e universitario non è né una utopia né una velleità, ma una ne-cessità per accompagnare e assistere una nuova industrializzazione della città.Il tema della cultura nelle sue diverse forme non può più essere considerato

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un solo fatto pubblico, ma al contra-rio rappresenta una componente fon-damentale dello sviluppo: economico e sociale. In una situazione in cui le ri-sorse pubbliche sono sempre più scarse saranno dirimenti le scelte che il Piano dei Servizi, componente importante del PGT, avanzerà in stretto rapporto con le risorse economiche pubbliche e pri-vate che la città può mettere in atto.

TUTeLa DeL PaeSaGGIo e DeL PaTrIMonIo STorICo e arTISTICo

La legge regionale ed in particolare il Piano Paesistico Regionale, affidano agli strumenti di pianificazione comu-nale (il PGT) una responsabilità prima-ria rispetto alla tutela del paesaggio e del patrimonio storico e artistico.Il PGT è chiamato a risolvere la dico-tomia fra pianificazione urbanistica e pianificazione paesaggistica che per anni ha operato nella gestione delle tra-sformazioni territoriali. Ciò attraverso una integrazione fra le due componenti in un territorio in cui, il tema prevalente del paesaggio della città costruita, delle frange e dei vuoti urbani intesi, non solo come aree di-smesse, ma anche come aree degradate per usi antropici incongrui e aree agri-cole residuali interposte nel tessuto ur-banizzato, deve fondersi sinergicamen-te con il governo paesaggistico degli spazi aperti e naturali. Il PGT nelle sue diverse articolazioni (D.di P., P.d.S., P.d.R.6), sia in termini

6 Documento di Piano, Piano dei Servizi, Piano delle regole.

di analisi che di ricadute deve assume-re quali irrinunciabili riferimenti gli aspetti e i contenuti della “Convenzio-ne europea sul paesaggio” e del Piano Paesaggstico Regionale per diventa-re esso stesso “strumento di maggior definizione”7 e concreto strumento per la valutazione paesaggistica dei proget-ti. Al fine di dare organicità ed applicazio-ne alle strategie e agli obiettivi contenu-ti nei documenti richiamati si indicano a seguire alcuni principi ed obiettivi che devono trovare sintesi nelle scelte urbanistiche nelle norme e negli stru-menti di attuazione.

Politica del paesaggio intesa come 1.formulazione dei principi generali, delle strategie e degli orientamenti che consentano l’adozione di misure specifiche finalizzate a salvaguarda-re, gestire e pianificare il paesaggio.

Obiettivo di qualità paesaggistica in-2.tesa come la formulazione delle aspi-razioni dei cittadini relative alle ca-ratteristiche paesaggistiche del loro ambiente di vita.

Salvaguardia dei paesaggi indica le 3.azioni di conservazione e di mante-nimento degli aspetti significativi o caratteristici di un paesaggio, giusti-ficate dal suo valore di patrimonio derivante dalla sua configurazione naturale e/o dal tipo d’intervento umano.

Gestione dei paesaggi come azioni 4.

7 Regione Lombardia, Piano Paesaggistico Normativa, art. 6., Milano 2010.

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volte, in una prospettiva di sviluppo sostenibile, a garantire il governo del territorio al fine di orientarne e di ar-monizzarne le trasformazioni provo-cate dai processi di sviluppo sociali, economici ed ambientali.

Pianificazione dei paesaggi come 5.azioni lungimiranti volte alla valo-rizzazione, al ripristino o alla crea-zione di “nuovi paesaggi”.

Compito strategico del piano nel suo insieme è la ricerca di un giusto equi-librio tra conservazione/valorizzazio-ne, integrazione/sostituzione e riuso/riconnotazione, ciò deve dipendere dai caratteri del luogo, dagli obiettivi dello scenario futuro e dalla capacità: di guidare i cambiamenti, riconoscere le peculiarità dei paesaggi che abbia-mo ereditato dal passato, sforzandoci di preservarle, o ancor meglio, di ar-ricchirle.

Appare evidente come in questo pro-cesso di riconfigurazione del paesaggio urbano, sia importante il ruolo e l’im-magine della “città pubblica” e conse-guentemente del P.d.S..

La città pubblica è la città di tutti, la città in cui ci riconosciamo, che ci ap-partiene.

Non è solo l’insieme di tutto ciò che patrimonialmente è pubblico, ma l’in-sieme di quelle cose che hanno per noi significato, nelle quali ritroviamo il no-stro essere cittadini.

È l’insieme dei luoghi, degli spazi aper-ti, degli edifici in cui i rapporti sociali, i modi di essere e di esprimersi di una comunità ne definiscono l’identità. Tutto questo deve trovare riscontro e significato a tutte le scale urbane: la città, il quartiere, la via ed è a queste scale che il “bel” paesaggio va necessa-riamente ritrovato.

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BreSCIa CITTÀ VerDe DI naTUra e PaeSaGGIo

Si individuano tre politiche prioritarie:

il contrasto al consumo di nuovo •suolo non urbanizzato

la formazione della rete ecologica ur-•bana e territoriale

la tutela del paesaggio urbano e ter-•ritoriale

In questo contesto riteniamo che i tre atti costituenti il P.G.T. debbano siner-gicamente individuare; le invarianti, come in precedenza definite, capaci di costituire la struttura del piano; le rego-le attraverso le quali attuare le politiche enunciate; i progetti capaci di dare com-pletezza a tali politiche, le risorse alle quali affidare l’attuazione del piano.

Le invarianti, come in precedenza defi-nite, capaci di costituire la struttura del piano sono rappresentate da:

il Parco delle Colline, da ampliare •fino a ricomprendere le aree ancora in edificate ad esso contigue,

il Parco del Mella,•il Parco di S. Polo,•il Parco delle Cave,•

con il compito di “riserva” della bio-diversità, di tutela degli habitat e di

qualificazione ecologica della città;le aree agricole strategiche•

con il compito di preservare la capacità produttiva del territorio ancora esisten-te e di fornire un ambiente

l’individuazione dei “capisaldi del •paesaggio bresciano”

quali ambiti ed elementi attorno ai quali si struttura ed organizza l’imma-gine del paesaggio e che costituiscono i riferimenti irrinunciabili, di particolare valenza e/o potenzialità ambientale, na-turalistica e paesaggistica e di identità individuati nel territorio comunale sia dagli strumenti di grande scala, quali il P.T.P.R. e il P.T.C.P., sia dagli appro-fondimenti attivati dal PGT.Le regole. Governare componenti qua-li l’ambiente e il paesaggio nei processi urbanistici, richiede di invertire, non solo le scala di valori e le priorità di

4. Le PoLITICHe Per La CITTÀ

Le politiche che di seguito illustriamo, seppur non esaustive, intervengono sui temi che oggi individuiamo come prioritari che non possono essere né elusi, né rimandati e vanno interpretate secondo i principi e i caratteri del piano enunciati.

Costruiamo insieme una città bella e giusta

Brescia città verde di natura e paesaggioSeminario del Partito Democratico

22 dicembre 2010 - ore 20,15Auditorium Museo di Scienze NaturaliVia Ozanam, 4 - Brescia

Gruppo consigliare in LoggiaSegreteria CittadinaGruppo di lavoro Urbanistica e Ambiente

Via Risorgimento n. 18 - BresciaTel. 030.3099845 - [email protected]

ore 20,15: Distribuzione documento del gruppo di lavoro

ore 20,30: Benvenuto ai partecipanti

Giorgio De MartinSegretario cittadino del PD

ore 20,40 Presiede e introduce

Alfredo Bazoli

ore 20,50:

Brescia città del paesaggio responsabileLuciano Lussignoli

ore 21,05

Brescia città che riscopre la naturalitàGianluigi Fondra

ore 21,20

Brescia città dai cento giardiniFabiola Zanetti

ore 21,35

Brescia città per una economia del verdePaolo Vitale

ore 21,50

Brescia città che tutela il Creatodon Gabriele Scalmana

INTERVENTI PROGRAMMATI:

ore 22,05

Gianni Marelli Sindaco di Collebeato

Giancarlo Turati C.d.A. Fondazione S.Giorgio

ore 22,25

Contributi dal pubblico

ore 22,50 - conclusioni

Emilio Del Bonocapogruppo del Partito Democratico in Loggia

“Non abbiamo bisogno che dell’in� nito e del miracoloso ed è giusto che l’essere umano non si accontenti e non sia soddisfatto � nché non li avrà conquistati” Vincent Van Gogh in una lettera al fratello Theo

Con questo secondo seminario prosegue il ciclo di iniziative che il Partito Democratico della città ha avviato

al fine di promuovere un confronto sul tema del Piano di Governo del Territorio in fase di predisposizione da

parte dell’Amministrazione Comunale di Brescia

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scelta, ma anche l’approccio tecnico con cui affrontarle.

Auspichiamo pertanto uno sforzo nel superamento di norme tradizionalmen-te quantitative a favore di un apparato qualitativo-prestazionale.

I progetti. Per riportare a sistema gli elementi paesistico-ambientali capaci di dare completezza alle politiche enun-ciate il P.d.S. dovrà prevedere:

La concreta realizzazione del Parco 1.di San Polo e delle Cave quali patri-moni ambientali da predisporre alla fruizione dei cittadini, evitando com-pensazioni volumetriche di qualsiasi genere in contrasto con le politiche enunciate;

L’ndividuazione per i parchi elenca-2.ti di progetti per: la conservazione, il recupero degli ambienti naturali e seminaturali esistenti o la formazione degli stessi ove assenti (nicchie ecolo-giche, macchie boschive, ecc.); la sal-vaguardia degli ambiti e del paesaggio agricolo esistenti; le azioni per il recu-pero, la conservazione e la valorizza-zione del patrimonio rurale, storico e architettonico; il recupero dal punto di vista ambientale, idrogeologico ed eventualmente ricreativo delle aree degradate o soggette a escavazione tramite interventi di rinaturalizzazio-ne; la fruizione ricreativa, didattica e culturale; il raccordo con le aree pro-tette limitrofe attraverso la creazione e/o il mantenimento di corridoi eco-logici e di percorsi di fruizione;

La realizzazione di una rete ecologi-3.ca urbana che attraverso la messa a sistema delle aree verdi e dei giardi-ni esistenti si relazioni con i Parchi e con il più ampio sistema della rete ecologica provinciale; determinante in questa direzione la realizzazione di corridoi ecologici lungo gli assi della grande viabilità, la riqualificazione ambientale delle aree agricole inqui-nate dal pcb;

La riqualificazione della ex-polverie-4.ra nella Valle di Mompiano

BreSCIa CITTÀ DeLLa MoBILITÀ SoSTenIBILe

Il P.G.T. diventerà operativo contem-poraneamente alla linea della metro-politana che a prescindere dalle diverse opinioni oggi costituisce la realtà ed è sulla realtà che si deve costruire un nuovo sistema della mobilità a Brescia. Prioritaria diventa perciò la massima integrazione tra metrobus, rete degli autobus, rete, solo così Brescia po-trà diventare punto di riferimento per un’area vasta. Complementare a questa scelta e ine-ludibile sarà la collocazione lungo il percorso della metropolitana delle fun-zioni pubbliche di maggiore capacità attrattiva.Al fine di rendere centrale la mobilità pubblica, ciclabile e pedonale si indivi-duano tre politiche prioritarie:

integrazione dei trasporti urbani con •il servizio pubblico territoriale su gomma e su ferro;

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ridefinizione di una struttura ge-•rarchica del traffico aumentando la diffusione delle infrastrutture per la mobilità ciclabile e pedonale. ripensare ad una efficace politica per •la sosta

Sarà compito in particolare del P.d.S. dare forma a queste politiche, anche at-traverso piani di settore come un nuovo Piano Urbano del Traffico e un nuovo Piano Urbano dei Parcheggi.

Le invarianti.

Centralità del trasporto pubblico e del-la mobilità “dolce”.

I progetti.

Un nuovo e moderno piano per la mo-•bilità e la sosta che affronti in un'uni-ca sede le diverse questioni afferenti: circolazione libera, limitata o vietata, sosta a rotazione, per residenti e lavo-ratori, tracciato e tipologia dei mezzi di trasporto collettivo in coerenza con l’attivazione del metrobus, attestazio-ni delle linee di trasporto, parcheggi bus turistici, accessibilità con sistemi specifici per il Cidneo, ecc. In partico-lare per il Centro storico una politica per la sosta di prossimità. Anche in questo caso le strutture delle caserme possono offrire opportunità impor-tanti ed irripetibili.

I movimenti sistematici verso il cen-•tro dovranno usufruire del trasporto collettivo come ovunque avviene.

un sistema ciclopedonale diffuso che •partendo da una ciclopedonale at-trezzata che costituisca un anello at-

torno alla città, funzioni da intercon-nessione delle aree e dei corridoi che compongono la rete ecologica urbana e i servizi pubblici;

apertura di un tavolo provinciale per •la definizione di scelte del P.T.C.P. per integrare il sistema urbano a nord con il prolungamento della rete del metrobus e nelle altre direzioni indi-viduando i sistemi più idonei (ferro, gomma).

confermare il ruolo strategico della •Piccola nella ridefinizione del tra-sporto merci ferro/gomma;

l’individuazione delle cosiddette •“strade residenziali” e delle zone pe-donali per riqualificare la mobilità nei quartieri residenziali

la qualificazione delle stazioni della •metropolitana, nuove “porte della città”(senza procedere necessaria-mente all’introduzione di nuove volu-metrie edificabili)

Riqualificazione dell’ambito urbano •della stazione ferroviaria anche at-traverso la costruzione del fronte sud interrompendo e riconvertendo i pro-cessi di degrado urbanistico in atto.

Presentazione delle proposte per la formazione del PGT

Costruiamo insieme una città bella e giustaIl Piano di Governo del Territorio come patto con le generazioni futureSeminario del Partito Democratico di Brescia

Sabato 25 giugno 2011 - ore 9,00

Novotel sala/teatroVia Pietro Nenni, 22 - BRESCIA

Gruppo consigliare in LoggiaSegreteria CittadinaGruppo di lavoro Urbanistica e Ambiente

Via Risorgimento n. 18 - BresciaTel. 030.3099845 - [email protected]

ore 9,00: Distribuzione del documento per il PGT

ore 9,10: Presiede e introduce il segretario cittadino del PD

Giorgio De Martinore 9,20: Saluti del segretario provinciale del PD

Piero Bisinellaore 9,301. I presupposti e i fondamenti del piano2. Strumento tecnicamente efficiente ed efficace3. La gestione del processo di piano 4. Le strategie del piano5. Le politiche per la città

ore 10,45Contributi degli invitati presenti

ore 11,45 - Conclusioni

Emilio Del Bonocapogruppo del Partito Democratico in Loggia

Con questo sesto seminario si conclude il ciclo di iniziative che il Partito Democratico della città ha avviato

al fine di promuovere un confronto sul tema del Piano di Governo del Territorio in fase di predisposizione da

parte dell’Amministrazione Comunale di Brescia

Brescia città verde di natura e paesaggio

Brescia storica al centro della città

Brescia città della residenza sostenibile

Brescia città per la cultura e per la conoscenza

Brescia città di nuove identità produttive

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BreSCIa STorICa aL CenTro DI Una CITTÀ DI QUarTIerI

Tradizionalmente per Brescia storica abbiamo inteso “le tracce ancora visi-bili della città pre-industriale: il nucleo antico, i suoi borghi, le frazioni, la rete delle comunicazioni e altri elementi non edilizi (canali, mura, edicole sacre, ecc.)” Una trama a volte leggera a volte che si impone alla città moderna e che va preservata. Un insieme di elementi, che rappresen-tano le tracce per la ricerca di un’iden-tità urbana, passata e futura, che si fon-dono in un tessuto edificato all’interno del quale si manifestano altri elementi identitari appartenenti alla storia più recente della città. Dalla consapevolezza dell’appartenen-za ad un sistema più complesso emer-gono due convinzioni. La prima è che il centro storico non può essere il centro della città intera. La seconda riguarda l’origine lontana, la lontana “destinazione” e la sua evi-dente diversità, che ci spingono a ra-gionare di un organismo autonomo e speciale: una città dentro un’altra più grande. Non l’unico centro possibile ma un ele-mento fondamentale accanto ad altri centri, a volte storici, a volte moderni, che rappresentano i riferimenti, le ma-trici territoriali attorno alle quali si è sviluppata la città.Il suo essere speciale dipende da molti fattori che vanno oltre alle ragioni sto-riche: l’essere centro (geometrico) della

città, l’essere sede di funzioni impor-tanti e sede di istituzioni, la capacità attrattiva esercitata a livello urbano e provinciale.Affinché il centro storico rimanga o ri-torni ad essere un centro di un insieme urbano articolato ed i quartieri concor-rano alla formazione di un qualificato sistema multicentrico, si devono affron-tare prioritariamente alcune politiche:

in generale:

ampliare il concetto di città storica, •includendo altre parti della città che ne hanno caratterizzato la storia più recente;assicurare la permanenza delle com-•ponenti e dei caratteri peculiari; salvaguardare il carattere residen-•ziale assicurando: i servizi alla resi-denza, in particolare quelli rivolti ai giovani ed agli anziani; il manteni-mento e l’ammodernamento degli edifici scolastici; l’accessibilità al mercato immobiliare alle diverse ca-tegorie sociali;promuovere la riqualificazione dello •spazio pubblico quale luogo privile-giato di incontro e di relazione, in-centivando: il commercio di qualità e di vicinato, la dotazione e la qua-lità degli spazi di vita collettiva: sale pubbliche, cinema, teatro, bibliote-che, piazze senz’auto per la libera fruizione, ecc.

In particolare per il centro storico

contrastare l’aggressione di funzioni •forti rispetto alle quali le funzioni ti-piche soccombono;

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Le invariantiIl colle Cidneo ed il Castello, quale •caposaldo paesaggistico, contenitore di funzioni capaci di richiamare fre-quentazione.La corona verde lungo il ring, oggi •retrocessa a pertinenza stradale, da ricondurre a quelle originarie fun-zioni di servizio/protezione/interfac-cia urbana, pur conservando al suo interno una strada di scorrimento urbano. Le aree dismesse, civili e militari, •ovvero quell’insieme di edifici che hanno perso la loro utilizzazione tra-dizionale, da riconsegnare alla città in una chiave di integrazione delle funzioni.Il sistema delle tre piazze, cuore della •pedonalizzazione del centro storico, e snodi fondamentali del sistema de-gli spazi pubblici.I complessi edilizi privi di valore sto-•rico riadattabili secondo un nuovo disegno, anche attraverso una ridu-zione dell’edificabilità, quando non sostenibile rispetto alle condizioni urbane esistenti. La presenza universitaria in Centro •storico fattore di nuova vitalità da incentivare evitando conflitti con la funzione residenziale ordinaria.Tutela e valorizzazione degli elemen-•ti caratterizzanti i nuovi centri dei quartieri.

Le regole.Coinvolgimento della Soprintendenza •ad un tavolo di lavoro comune che fissi gli elementi strategici e regole, anche di

contenuto paesaggistico, del piano per garantire modalità certe, riducendo i gradi di aleatorietà delle valutazioni postume. Ridefinire e chiarire, impiegando ade-•guati strumenti di dettaglio e regole prestazionali, le modalità di intervento e le destinazioni d’uso in grado di con-sentire un recupero appropriato degli edifici storici compatibilmente con la permanenza dei caratteri originari. Introdurre disposizioni normative che •dosino per ogni edificio doveri di con-servazione e opportunità di innovazio-ne fino alla possibilità di riconfigura-zione per gli edifici incongrui rispetto al contesto in cui sono ubicati (edifici moderni nei tessuti storici, edifici dis-sonanti per funzione o morfologia nei tessuti residenziali). Regolamentazione dell’uso privatistico •dello spazio pubblico che garantisca l’accessibilità a tutti. Controllando con parametri qualitativi il proliferare di gazebi, dehors, allestimenti di ogni ge-nere, pubblicità invasive, ecc. respon-sabili di una condizione di confusione, di mancanza di decoro, di ostacolo alla circolazione protetta.

Costruiamo insieme una città bella e giusta

Brescia storica al centro della cittàSeminario del Partito Democratico

13 gennaio 2011 - ore 20,15Sala PiamartaVia San Faustino, 74 - Brescia

Gruppo consigliare in LoggiaSegreteria CittadinaGruppo di lavoro Urbanistica e Ambiente

Via Risorgimento n. 18 - BresciaTel. 030.3099845 - [email protected]

ore 20,15: Distribuzione documento del gruppo di lavoro

ore 20,30: Benvenuto ai partecipanti

Giorgio De MartinSegretario cittadino del PD

ore 20,40 Presiede e introduce

Alfredo Bazoli

ore 20,50La città nella CittàAlessandro Benevolo

ore 21,05Accessibilità sostenibile del centro storicoGiulio Maternini

ore 21,20Potenzialità del centro storicoClaudio Buizza

ore 21,35Un centro storico per tuttiLaura Venturi

Interventi programmati:

ore 21,50Paolo ValerioDirettore COIN

ore 22,05don Amerigo BarbieriParroco di San Giovanni

ore 22,20Luciano LussignoliDocente di Urbanistica al Politecnico di Milano

ore 22,35Contributi dal pubblico

ore 22,50 - conclusioni

Emilio Del Bonocapogruppo del Partito Democratico in Loggia

Con questo terzo seminario prosegue il ciclo di iniziative che il Partito Democratico della città ha avviato

al fine di promuovere un confronto sul tema del Piano di Governo del Territorio in fase di predisposizione da

parte dell’Amministrazione Comunale di Brescia

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I progetti.Piano di recupero urbano che affron-•ti, in un quadro unitario, le opportu-nità di riutilizzo degli edifici dismessi o dei quali si prevede la dismissione, tenuto conto dello speciale ambiente di origine storica e compensando le dismissioni con nuove funzioni pub-bliche o di interesse generale di pari valore ed importanza.Uno specifico piano unitario per •il recupero delle aree e degli edifici delle caserme, opportunità unica ed ultima di riequilibrio per la funzione residenziale. La vita delle famiglie in Centro ha necessità di servizi di dif-ficile reperimento: sale, spazi per il gioco e lo sport. Questi possono es-sere recuperate quasi esclusivamente negli ambiti delle caserme, che uni-tamente agli edifici, talvolta privi di valore storico testimoniale, hanno molti spazi scoperti.Piani particolareggiati capaci di ride-•finire e sviluppare i luoghi centrali dei quartieri anche attraverso una ade-guata individuazione dei servizi di interesse pubblico e generale, nonché del commercio di vicinato anche con forme incentivanti se necessario.Un nuovo piano per l’edilizia resi-•denziale pubblica diffuso nei quar-tieri della città, compreso il Centro storico, con particolare attenzione all’affitto ed in grado di guardare, da un lato, alla più ampia partecipazio-ne degli operatori ed investitori pub-blici e privati, dall’altro al patrimo-nio esistente.

BreSCIa CITTÀ DeLLa reSIDenza SoSTenIBILe

Affrontare il tema della residenza sosteni-bile con realismo e responsabilità, signi-fica oggi affrontare un tema che presenta moltissimi aspetti, sociali, culturali, eco-nomici, demografici. L’eccezionale cambiamento demografico qualitativo e quantitativo della popola-zione in città che ha mantenuto il bisogno primario di abitazione, non giustifica la forte e indifferenziata produzione edilizia abitativa di questo decennio, che ha cor-risposto solo parzialmente alla domanda reale riducendo, solo in parte, le situazio-ni di disagio abitativo che potevano veri-ficarsi di fronte ad un tale cambiamento.Questo scollamento tra domanda e of-ferta ha prodotto un forte disavanzo sui due fronti. Da un lato uno stock di abita-zioni costruite e invendute di dimensioni ragguardevoli; si tratta di abitazioni di taglio e tipologia tradizionali edificate a partire da un valore dell’area sproposi-tato, disponibili di conseguenza a prez-zi medio-alti. Questi numerosi alloggi è ragionevole pensare che vadano in lento esaurimento nei prossimi 15-20 anni se funzioneranno più in generale le politiche di rilancio della città.Sul fronte della domanda serve un ragio-namento nuovo da consegnare al nuovo piano urbanistico. Tutte le analisi oggi disponibili conferma-no che, nonostante l’attuale situazione di mercato, segnato da una domanda quasi inesistente, l'area bresciana presenta an-cora un fabbisogno aggiuntivo di abita-

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zioni, ridotto rispetto agli anni 2000, co-munque ancora significativo, ma diverso.

Oggi il tema della residenza deve ri-spondere a tre fondamentali questioni:

Considerare che il mercato tradizionale •dell’abitazione, quello della famiglia, non rappresenta più la domanda prioritaria e ch l’utenza non è omogenea ed esprime esigenze e condizioni diverse anche in funzione del tempo. Alcune possono es-sere considerate permanenti: pensionati a basso reddito, persone per motivi diversi inabili, ecc., altre temporanee: giovani, studenti, disoccupati, immigrati, ecc.

realizzare abitazioni con un buon livel-•lo di comfort e di buona qualità energe-tica, acustica e sismica; a basso costo di costruzione e a basso costo di gestione diverse da quelle fino ad oggi prodotte, evitando il più possibile il consumo di nuovo suolo, individuando risposte di-verse, oggi non ancora sufficientemen-te studiate ma che, come nel caso del housing sociale, sono presenti anche nell’esperienza italiana e lombarda.

ogni intervento residenziale deve essere •considerato anche come intervento so-ciale di contrasto alla povertà e di rico-struzione della democrazia e dei sensi di appartenenza locale e di cittadinanza.

Le politiche.

Combattere i fenomeni che in molti quar-•tieri popolari delle città europee hanno trasformando le “periferie urbane” in “periferie sociali” producendo luoghi di segregazione e isolamento sempre più spinti ai margini della società.

Coniugare le necessità sociali, produt-•tive, insediative, con le risorse dell’am-biente, energetiche, economiche.Definire una strategia concreta e re-•alizzabile che leghi lo sviluppo terri-toriale, sociale e economico alla con-servazione delle risorse ambientali non riproducibili e alla rigenerazione di quelle riproducibili.Incentivare un approccio alla costru-•zione dell’edificio (e non solo) finaliz-zato alla definizione ed alla gestione responsabile di un ambiente costruito sano, che utilizza in modo efficiente ed ecologico le risorse.

Le invarianti.Fare della peculiarità della tradizione •bresciana, in fatto di politiche per la casa, una virtù, coinvolgendo: un tes-suto cooperativo che dagli anni ’50 ad oggi è aumentato rispondendo ad un gruppo di utenti significativo, un insie-me di imprese costruttrici efficienti, ca-paci di operare con costi contenuti ri-spetto ad altre realtà lombarde, un ente pubblico (ALER) di buona efficienza;

Le regole.Abbattere con una adeguata politica •distributiva dei diritti edificatori la

Costruiamo insieme una città bella e giusta

Brescia città dellaresidenza sostenibileTavola rotonda del Partito Democratico

Lunedì 21 febbraio 2011 - ore 20,15Sala Civica di SanpolinoVia Cavellini, 14 - Brescia

Gruppo consigliare in LoggiaSegreteria CittadinaGruppo di lavoro Urbanistica e Ambiente

Via Risorgimento n. 18 - BresciaTel. 030.3099845 - [email protected]

ore 20,15 Distribuzione documento del gruppo di lavoro

ore 20,30Brescia: una tradizione di cultura sociale e amministrativaAnna Zanettiore 20,45Brescia: città della residenza sostenibilefra urbanistica e crisi edilizia

Luciano Lussignoli

ore 21,00

Idee e opinionidegli operatori nella città futuratavola rotonda con:

Marco BelardiPresidente Ordine Ingegneri

Antonio Angelo BertoniFederabitazione - Confcooperative

Renzo BortoliniFillea - Cgil

Giuliano CampanaPresidente Collegio Costruttori

Fabrizio EspositoSicet - Inquilini Cisl

Giovanni PlattoPresidente Collegio Geometri

Francesco RossiLegacoop Abitanti

Paolo VenturaPresidente Ordine Architetti

Moderatore:

Emilio Del Bonocapogruppo del Partito Democratico in Loggia

ore 22,45

Contributi dal pubblico

Con questo quarto appuntamento prosegue il ciclo di iniziative che il Partito Democratico della città ha avviato

al fine di promuovere un confronto sul tema del Piano di Governo del Territorio in fase di predisposizione da

parte dell’Amministrazione Comunale di Brescia

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quota di costo delle abitazioni rap-presentata dalla rendita fondiaria impiegando il principio perequativo contenuto nella legge regionale.Inglobare nelle regole del piano le indi-•cazioni della Direttiva 2010/31/UE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 19 maggio 2010 sulla prestazione energetica nell’edilizia che partendo dal postulato che “Gli edifici sono respon-sabili del 40% del consumo globale di energia nell’Unione” prevede che:

entro il 31 dicembre 2020 tutti gli edi-•fici di nuova costruzione siano edifici a energia quasi zero;a partire dal 31/12/2018 gli edifici di •nuova costruzione occupati da enti pubblici e di proprietà di questi ulti-mi siano edifici a energia quasi zero; gli Stati membri procedono inoltre, •sulla scorta dell’esempio del settore pubblico, alla definizione di politiche e all’adozione di misure, quali la fissazio-ne di obiettivi, finalizzate a incentivare la trasformazione degli edifici ristrut-turati in edifici a energia quasi zero. che è classificabile Edificio a energia •quasi zero, l’edificio ad altissima presta-zione energetica, nel quale il fabbisogno energetico molto basso o quasi nullo do-vrebbe essere coperto in misura molto significativa da energia da fonti rinnova-bili, compresa l’energia da fonti rinnova-bili prodotta in loco o nelle vicinanze;gli Stati membri adottano e pubbli-•cano, entro e non oltre il 9/7/2012, le disposizioni legislative, regolamen-tari e amministrative necessarie per conformarsi alla direttiva.”

I progetti

Un nuovo programma per l’edili-•zia residenziale pubblica diffuso nei quartieri della città, compreso il Centro storico, con particolare attenzione all’affitto ed in grado di guardare, da un lato, alla più ampia partecipazione degli operatori ed in-vestitori pubblici e privati, dall’altro al patrimonio esistente.

Un programma cioè che operi, per la •nuova edificazione, negli ambiti del-la riconversione urbana e delle aree degradate; nella riqualificazione del-lo stock di abitazioni pubbliche non più adeguate per tipologia o per con-dizioni igienico-edilizie, alla nuova domanda; nella riqualificazione del-lo stock abitativo privato esistente (messa in sicurezza del patrimonio; riqualificazione energetica, riqualifi-cazione acustica, ecc). Un program-ma nel quale gli interventi previsti assolvano anche alla funzione di ri-definizione dei margini urbani e di ri-qualificazione urbanistica dei tessuti edificati.

Queste due quote residenziali, quella tra-dizionale originata dal PRG, attuata o di prossima attuazione secondo le regole pre-vigenti e quella nuova generata dal PGT potranno convivere nel nuovo strumento e messe alla prova come avvenne negli anni ’70 al varo del grande programma residen-ziale pubblico di San Polo. Come allora, sarà il tempo e il mercato a decidere corre-zioni dell’una o dell’altra quota in funzio-ne del gradimento che otterranno.

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BreSCIa CITTÀ Per La CULTUra e Per La ConoSCenza

Pensiamo ad una città vivace, creativa, capace di puntare sulla produzione di innovazione e di cultura come fattori di crescita economica, civile. L’ambizione è quella di una città altra, in cui lo svilup-po si misura sulla qualità, la fantasia, la creatività e non sui tradizionali parametri quantitativi, in cui i luoghi e gli spazi della cultura e della conoscenza sostituiscano nuovamente, come era in passato con le piazze, i centri commerciali.

Per spazi della cultura e della conoscenza, intendiamo in senso lato, tutti quei luoghi pubblici o privati nei quali è possibile la relazione con gli altri, uscire dalla propria solitudine e dalle proprie paure, migliora-re l’integrazione, offrire occasioni ai gio-vani, garantire opportunità ai processi di innovazione. Pensiamo a una città capace di costruire relazioni ed attrarre interessi oltre i confini provinciali e regionali.

Una città che anche nella cultura, nella formazione e nella ricerca scientifica sap-pia vincere la competizione territoriale (con l’area milanese da una parte e l’area veronese dall’altra) e costruire collega-menti con l’Europa. Diversamente la città rischia di perdere le eccellenze che già esprime: si pensi per esempio al rischio di declassamento del-la sede universitaria a mera “università di insegnamento”, con la mortificazione del ruolo di centro di ricerca, anche di eccellenza. Al contrario l’università deve compiere un salto in avanti per proporsi in una dimensione non solo sovra provin-

ciale, ma europea. Nel nuovo PGT il tema università/città/integrazione è cruciale. La presenza di studenti giovani è fattore di modernizzazione. L’università promuove eccellenze, dinamismo, modernità, ma per fare ciò un’università che vuole cresce-re richiede spazi, strutture servizi. Ma non basta è necessario verificare e aggiornare l’intera dotazione delle strutture per la formazione e per la cultura.

Le politiche:Promuovere una dotazione diffusa •dei luoghi della cultura, sapendo che nelle dotazioni di interesse generale non vi sono solo le attrezzature ma-teriali, ma anche le attività che pro-ducono valori immateriali, come la socialità e l’integrazione.Promuovere con urgenza un’inten-•sa attività di modernizzazione delle strutture per l’istruzione primaria e secondaria, soprattutto nel centro storico, ormai molto datate.Destinare gli edifici del Centro Stori-•co, oggi dismessi, ad attività univer-sitarie o di eccellenza nei settori della formazione e della cultura.Individuare nuovi spazi –anche poco •strutturati- per promuovere attività,

Costruiamo insieme una città bella e giusta

Brescia città per la cultura e per la conoscenzaSeminario del Partito Democratico

4 aprile 2011 - ore 20,15LABA Libera accademia di belle artiVia Don G. Vender, 66 - Brescia

Gruppo consigliare in LoggiaSegreteria CittadinaGruppo di lavoro Urbanistica e Ambiente

Via Risorgimento n. 18 - BresciaTel. 030.3099845 - [email protected]

ore 20,15: Distribuzione documento del gruppo di lavoro

ore 20,40: Presiede e introduce

Giorgio De MartinSegretario cittadino del PD

ore 20,50I servizi di eccellenza risorsa di una città policentricaAlfredo Bazoli

ore 21,05Memoria dell’industrializzazione, progetto culturale e progetto urbanoPaolo Corsini

ore 21,20Gli spazi per l’arte: quali, come, perchéMassimo Minini

ore 21,35Il Museo della città: un percorso da riprendere e reinterpretareVasco Frati

ore 21,35Cultura: una risorsa per l’uomo, l’economia, la cittàElisabetta Selmi

ore 22,35Contributi dal pubblico

ore 22,50 - conclusioni

Emilio Del Bonocapogruppo del Partito Democratico in Loggia

Con questo quinto seminario prosegue il ciclo di iniziative che il Partito Democratico della città ha avviato

al fine di promuovere un confronto sul tema del Piano di Governo del Territorio in fase di predisposizione da

parte dell’Amministrazione Comunale di Brescia

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esperienze, culture (dei popoli non solo bresciane), vetrine, occasioni per musica, arti grafiche, visive, installazioni ecc. Promuovere la formazione di ulterio-•ri spazi per la ricerca e l'innovazione, nell'Università e fuori dalle istituzioni. Implementare una nuova visione dei musei •come occasioni di dinamismo culturale ed economico, attorno ai quali, magari gra-zie anche al contributo di risorse private, costruire grandi momenti di sviluppo.

Le invariantiMantenimento e sviluppo del sistema mu-•seale bresciano.

Le regole.Se si vogliono riprogettare gli spazi per •la cultura è necessario censire la presenza di luoghi, in ogni quartiere della città, in grado di soddisfare questa esigenze e que-sta funzione: luoghi aperti, come piazze o parchi, ma anche luoghi chiusi, come sale pubbliche, sui quali far crescere le relazio-ni nei quartieri.

I progettiRiprendere e rivisitare principi e pro-•poste del progetto per la costruzione del “Museo della città” interrotto dalla stagione delle grandi mostre, per sviluppare sinergie nuove con gli altri “contenitori” culturali già esistenti.Realizzare la Galleria d’Arte moderna •dove ospitare le collezioni cittadine.Riconferma del Musil, riconoscimen-•to di una storia recente e di una pro-spettiva futura della città. Realizzare spazi “liberi” per attività •culturali diverse nei quartieri. Auditorium•

BreSCIa CITTÀ DI nUoVe IDenTITÀ ProDUTTIVe

Anche sul fronte delle attività produt-tive Brescia rischia di perdere le grandi opportunità per vincere la competizio-ne territoriale interregionale.

È necessario pertanto che le politiche di piano siano in grado di individuare i fabbisogni di un settore e le relative ri-sposte che consentano di connettere la nostra città alla “piattaforma produtti-va pedemontana”.

In un mondo dove contano sempre di più i flussi di relazioni, tra le reti pro-duttive, tra le persone, Brescia deve in-trecciare e rafforzare il ruolo urbano rispetto alla realtà provinciale ed extra provinciale (rapporto con l’area metro-politana milanese e veronese).

Il Piano post-crisi deve basarsi sull’as-sunto che il Piano dovrebbe avere una “vision” di città in cui la centralità è rappresentata dai “saperi”, con par-ticolare riferimento alla formazione, implementazione e rigenerazione del capitale umano, indispensabile per la competitività delle imprese e del terri-torio.

Questi saperi a livello territoriale si stratificano su tre scale diverse:

la scala locale, nel circuito della vita •quotidiana (casa, scuola, lavoro, consumi ricorrenti);la scala metropolitana, per l’uso sal-•tuario dei servizi “rari” e il contatto con competenze specializzate (pro-fessionisti, terziario avanzato, centri

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commerciali, sport, entertainement, università, ospedali ecc.);la scala globale, per i prodotti facil-•mente trasferibili e i servizi immate-riali codificati, perfettamente mobili o quasi (componentistica, moduli standard, Internet, e.commerce, call centers ecc.).Questa stratificazione che intreccia •in ogni luogo tre livelli di relazione differenti, e spesso contrastanti, in-duce a ripensare al ruolo della città, intesa come “fabbrica di servizi” e di produzioni qualificate ed innovative.

Le Politiche

Favorire la riconversione delle tradi-•zionali tipologie produttive, quando in dismissione, in luoghi per le mo-derne produzioni di beni materiali ed immateriali.

Le invarianti

Confermare la dotazione di spazi per •la produzione, così come identificata, contrastando fenomeni di depaupe-ramento delle aree esistenti a favore di destinazioni più remunerative sul piano immobiliare.

Le regole.

Introdurre principi perequativi e/o •compensativi in grado di rendere indifferenti le scelte di destinazione urbanistica, riducendo così la con-correnzialità dei valori immobiliari.

I progetti

Creazione di un laboratorio che si •affianchi alle attività secondarie della città e le sappia accompagnare

verso la nuova identità del futuro.Definizione di un programma capa-•ce di offrire spazi adeguati, flessibili, che indichi le condizioni di compati-bilità affinché anche queste attività possano convivere con gli ambiti re-sidenziali, di servizi ed altro.

Costruiamo insieme una città bella e giusta

Brescia città di nuove identità produttiveSeminario del Partito Democratico

4 maggio 2011 - ore 20,30Auditorium Capretti Istituto Artigianelli Brescia

Accesso pedonale: via Piamarta, 6Parcheggio: via B.Avogadro, da p.le Arnaldo salita per il castello Cidneo

Gruppo consigliare in LoggiaSegreteria CittadinaGruppo di lavoro Urbanistica e Ambiente

Via Risorgimento n. 18 - BresciaTel. 030.3099845 - [email protected]

Gruppo di lavoro Urbanistica e AmbienteVia Risorgimento n. 18 - BresciaTel. 030.3099845 - [email protected]

ore 20,30: Distribuzione documento del gruppo di lavoro

ore 20,35: Benvenuto ai partecipanti

Giorgio De MartinSegretario cittadino del PD

ore 20,45Introduzione:Alfredo Bazoli

ore 21,55Le attività produttive nella città di Brescia

Alessandro Benevolo

Tavola rotonda: Quale futuro per la produzione e il lavoro nella Città di Brescia

Giuseppe PasiniEugenio MassettiFlavio PasottiEnzo TorriModeratore

Diletta Scaglia

ore 22,30Interventi programmati:

Giuseppe Salvinelli

Aldo Rebecchi

ore 22,50 - conclusioni

Emilio Del Bonocapogruppo del Partito Democratico in Loggia

Con questo sesto seminario prosegue il ciclo di iniziative che

il Partito Democratico della città ha avviato al fine di promuovere un confronto sul tema

del Piano di Governo del Territorio in fase di predisposizione da parte

dell’Amministrazione Comunale di Brescia

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Costruiamo insieme una città bella e giustaIl Piano di Governo del Territorio come patto con le generazioni future Seminario del Partito Democratico di Brescia

sabato 25 giugno 2011 - ore 9,00

novotel sala/teatroVia Pietro Nenni, 22 - BRESCIA

ore 9,00:

Distribuzione del documento per il PGT

ore 9,10: Presiede e introduce il segretario cittadino

giorgio de Martin

ore 9,20: Saluti del segretario provinciale del PD

Piero Bisinella

ore 9,30

le trasformazioni urbane nella città contemporaneastefano di vita

ore 9,45

Presentazione del documento:il Piano di governo del Territorio come patto con le generazioni future

luciano lussignoli

Claudio Buizza

alessandro Benevoloore 10,45Contributi degli invitati presenti

ore 11,45 - Conclusioni del capogruppo PD in Loggia

emilio del Bono

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Via Risorgimento n. 18 - Brescia

[email protected] - Tel. 030 3099845

Gruppo consigliare in Loggia Partito Democratico

[email protected]

Gruppo di lavoro Urbanistica e Territorio

Luciano Lussignoli - [email protected]

Gruppo di lavoro Ambiente e Ecologia

Mario Sileo - [email protected]

Brescia città verde di natura e paesaggio

Brescia storica al centro della città

Brescia città della residenza sostenibile

Brescia città per la cultura e per la conoscenza

Brescia città di nuove identità produttive


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