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Energia nucleare:il futuro dell’energia

o un incubo che ritorna?

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Il famoso libro di Ernst Fritz Schumacher “Il piccolo è bello” iniziava con questa frase: “La tecnologia è la risposta: ma quale era la domanda?”. Allo stesso modo, a chi dice che l’energia nucleare è la risposta potremmo dire: “Ma quale era la domanda?”.

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La domanda vera da porci è: ci serve altra energia? Quanta ce ne serve? Per fare cosa?

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Partiamo dall’inizio. Già negli anni ’40 negli Stati Uniti si cominciò a pensare che i processi nucleari, oltre che per scopi distruttivi (bombe atomiche) potessero essere utilizzati a fini energetici.

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I tecnici e gli scienziati proposero all’allora presidente degli Stati Uniti di avviare il programma “Atomo per la pace”. C’era però un problema da risolvere: dove mettere in un luogo sicuro le scorie nucleari che rimanevano radioattive per decine e decine di migliaia di anni?

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Questo problema non aveva, e non ha ancora, una risposta, ma i tecnici e gli scienziati americani riuscirono ad avere l’autorizzazione del presidente degli Stati Uniti sulla base di una promessa, risultata poi bugiarda, di trovare in breve la soluzione al problema.

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Da allora diversi paesi hanno costruito centrali nucleari, ma molti altri hanno nel frattempo abbandonato questa via pericolosa, costosa e a rischio di proliferazione di armamenti nucleari.

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I RISCHI

Nella normale vita di una centrale nucleare vi sono continui rilasci di materiale radioattivo, sia in forma liquida che in forma gassosa. Poiché le radiazioni ionizzanti producono tumori in percentuale tanto maggiore quanto maggiore è la dose assorbita, e non vi è una soglia minima sotto la quale non ci sono effetti, anche in condizioni di esercizio “normale” di una centrale vi sono rischi potenziali di tumori per la popolazione che vive in un raggio di qualche decina di chilometri da una centrale nucleare.

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I RISCHI

Ma naturalmente vi è anche il rischio di incidente nucleare, sia grave e gravissimo, come quello del 1979 negli Stati Uniti a Three Miles Island, che catastrofico, come quello del 1986 a Chernobyl, che ha causato molte migliaia di morti. Entrambi questi incidenti erano considerati “impossibili” negli scenari previsti dagli “esperti” del nucleare nel mondo.

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LO STRETTO LEGAME FRA NUCLEARE CIVILE E NUCLEARE MILITARE

Nei dibattiti degli anni’70 sull’energia nucleare i cosiddetti “esperti” negavano ogni legame fra nucleare civile e nucleare militare, irridendo a noi del M.I.R. - Movimento Internazionale della Riconciliazione - che per primi mettemmo in guardia contro questo gravissimo pericolo.

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LO STRETTO LEGAME FRA NUCLEARE CIVILE E NUCLEARE MILITARE

La storia si è incaricata di darci ragione. La mattina del 7 giugno 1981 alcuni cacciabombardieri israeliani si alzarono in volo e andarono a bombardare la costruenda centrale nucleare irakena di Osirak, costruita con l’aiuto dei francesi. Il legame stretto fra energia nucleare e bombe atomiche era stato mostrato nella maniera più evidente possibile.

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LO STRETTO LEGAME FRA NUCLEARE CIVILE E NUCLEARE MILITARE

D’altra parte le recenti vicende della Corea del Nord e dell’Iran dimostrano che la strada dell’energia nucleare è il cavallo di Troia per giungere alle bombe nucleari.Non è un caso che i maggiori paesi produttori di energia nucleare siano anche i principali paesi detentori di armi nucleari: Stati Uniti, Russia, Cina, Francia, Regno Unito.

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LO STRETTO LEGAME FRA NUCLEARE CIVILE E RISCHIO TERRORISMO

Concentrare la produzione di energia in pochi luoghi ad elevatissimo rischio comporta pericoli gravissimi anche dal punto di vista di attentati terroristici. Colpire una centrale nucleare vuol dire non solo rischiare di causare un incidente nucleare catastrofico, ma anche togliere l’energia a centinaia di migliaia di persone. L’energia va prodotta decentrandola il più possibile, non concentrandola in pochi siti vulnerabili, altrimenti occorre militarizzare il territorio: ne va di mezzo anche il concetto stesso di democrazia.

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LO STRETTO LEGAME FRA NUCLEARE CIVILE E RISCHIO TERRORISMO

Il rischio di terrorismo è dovuto anche a possibili furti di materiale fissile per produrre rudimentali ma catastrofiche bombe nucleari. Negli ultimi decenni sono avvenuti moltissimi furti di materiale radioattivo, ed anche recentemente sono stati arrestati gruppi terroristici che stavano trafficando in materiale per bombe nucleari.

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I COSTI DELL’ENERGIA NUCLEARE

Un’altra bugia che è stata raccontata in questi decenni è che l’energia nucleare costerebbe meno di altre fonti energetiche rinnovabili come il solare o l’eolico. Quando i conti sono stati fatti tenendo conto dell’intero ciclo del nucleare, fino alla conservazione per decine di migliaia di anni delle scorie e tenendo conto delle conseguenze sanitarie dei rilasci “normali” e per incidenti, il nucleare è risultato ben poco conveniente anche dal punto di vista economico.

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L’ENERGIA NUCLEARE NON ELIMINALA DIPENDENZA ENERGETICA

D’altra parte non è neppur vero che l’energia nucleare toglierebbe all’Italia la dipendenza da fonti energetiche estere (petrolio, gas, carbone). L’Italia non dispone di Uranio, elemento base per il funzionamento delle centrali nucleari, e d’altra parte nel mondo di Uranio ce n’è appena per qualche decina di anni ai consumi attuali: quella del nucleare civile è dunque una strada vecchia, senza futuro, rischiosa e costosa.

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QUALE SOLUZIONE DUNQUE?

Torniamo allora alla domanda iniziale: ci serve altra energia? Quanta ce ne serve? Per fare cosa?

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I consumi energetici in Italia sono ripartiti in modo più o meno uguale tra industria, trasporti e settore civile (un peso minore hanno l'agricoltura e gli usi non energetici).

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Questi consumi sono soddisfatti così:

Petrolio: 45%Gas: 33%Carbone: 9%Idroelettrico: 5%Elettricità importata: 5%Rinnovabili (solare, eolico, ecc.): 3%

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NFER1,95%

Cogenerazione0,24%

Tot. Rinn. Tradiz.6,16%

Tot. Biomasse & RSU1,74%

Carbone8,64%

Elettricità importata5,05%

Solare0,01%

Eolico0,21%

Petrolio44,48%

Gas Naturale33,46%

CONSUMO ENERGETICO LORDO NEL 2004 = 197,8 MtepELETTRICITA' IMPORTATA = 10,0 MtepENERGIA RINNOVABILE ENDOGENA = 16,5 MtepFonte: ENEA REA 2005

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Il faraonico programma italiano di produzione di energia nucleare pensato negli anni ’70 prevedeva di avere 44 centrali nucleari attive nel 1989. Nel 1986, all’epoca dell’incidente di Chernobyl, ne funzionavano, ad intermittenza, 4: Caorso, Garigliano, Latina e Trino Vercellese.

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Anche se si fosse realizzato quell’assurdo ed enorme piano nucleare, avrebbe coperto meno del 5% del fabbisogno nazionale.

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Quel misero 5% di energia si può recuperare, per esempio, con un piccolo sforzo di risparmio energetico sugli sprechi delle nostre abitazioni. Facciamo due conti vediamo perché è molto meglio non produrre energia e risparmiarla piuttosto che produrla.

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LA PRODUZIONE E IL CONSUMO

DI ENERGIA HANNO UN ENORME

IMPATTO SANITARIO E AMBIENTALE

  Inquinamento atmosferico

Inquinamento delle acque

Inquinamento del suolo

Produzione di rifiuti

Rischi di incidenti

Guerre

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LA PRODUZIONE E IL CONSUMO DI ENERGIA HANNO UN ENORME

IMPATTO SANITARIO E AMBIENTALE

 

L’Unione Europea ha stimato i danni in Euro per MWh prodotto da: 

Petrolio e derivati 55.8

Gas naturale 27.3

Incenerimento rifiuti 8.9

Idroelettrico 3.4

Eolico, Solare < 0.1

 Il danno totale in Italia dovuto alla produzione di energia è stato stimato essere pari a:

15 miliardi di Euro all’anno

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PIANI ENERGETICI NAZIONALI Il PEN Piano Energetico Nazionale nel 1975 prevedeva per il 1985 un consumo di energia elettrica in Italia di 290.000 di GWh, mentre in realtà il consumo è stato di soli 174.500 GWh.

Nel 1976 l’ENEL prevedeva per il 1990 un consumo di energia elettrica in Italia di 460.000 GWh, mentre in realtà ne sono stati consumati solo 215.000.

Queste previsioni, sistematicamente ed enormemente sovrastimate, unite alla convenienza di acquistare energia elettrica dalla Francia che la svende avendone una enorme quantità per via del legame fra energia nucleare e produzione di armamenti nucleari, hanno prodotto una sovrabbondanza di energia che non ha mai fatto decollare una seria politica energetica basata su (in ordine di importanza):

riduzione ed eliminazione dei consumi inutili di energia;

risparmio energetico (maggiore efficienza energetica);

largo utilizzo di fonti energetiche rinnovabili.

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RIDUZIONE ED ELIMINAZIONE

DEI CONSUMI INUTILI DI ENERGIA vetro invece dell’alluminio (per quanto riciclato, la produzione di alluminio implica un consumo energetico enormemente superiore a quello per produrre vetro);

no a scaldabagni, stufe, asciugamani elettrici (la trasformazione di tutti gli 8 milioni di scaldabagni elettrici che ci sono in Italia a solare ridurrebbe in maniera significativa la necessità di produzione di energia elettrica);

riduzione delle temperature e maggior controllo di questa negli ambienti abitativi e di lavoro;

telelavoro (forte riduzione dei consumi di carburante);

riduzione e razionalizzazione dell’illuminazione pubblica;

aumento della mobilità pubblica (piano razionale dei trasporti passeggeri e merci, con riduzione dei consumi senza riduzione della qualità del servizio);

riorganizzazione delle funzioni della città;

sobrietà e riduzione degli sprechi.

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RISPARMIO ENERGETICO

(MAGGIORE EFFICIENZA ENERGETICA)

(cioè utilizzare meno energia a parità di bene o servizio prodotto)

centrali elettriche combinate (cogenerazione): riutilizzano i 2/3 di energia altrimenti sprecata sottoforma di calore;

teleriscaldamento da impianti di combustione;

auto più efficienti (possono ridurre i consumi di carburante del 50-70%);

a parità di qualità della prestazione, vi sono elettrodomestici che consumano la metà di altri;

a parità di luce prodotta, le lampadine a basso consumo consumano il 20% di quelle normali a incandescenza;

miglioramenti sulla tenuta del calore nelle abitazioni (infissi, sottotetti) e sull’efficienza degli impianti (caldaie, ecc.) possono ridurre i consumi anche del 30-40%.

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RISPARMIO ENERGETICO

(MAGGIORE EFFICIENZA ENERGETICA)

Mentre le abitazioni italiane consumano, in media, circa 15-20 metri cubi di metano per metro quadro all’anno, quelle tedesche sono a 5. Detto in altri termini, una casa italiana ha bisogno di circa 150-200 kWh per metro quadrato all’anno, quando in Germania sono circa a 50 e Bolzano ha reso obbligatorio costruire case che non consumino più di 70.

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Se in tutta Italia si applicasse la legge della Provincia di Bolzano, i consumi energetici dei fabbricati diminuirebbero almeno del 30%-35%: tenuto conto che i consumi energetici dei fabbricati rappresentano il 31% dei consumi totali italiani, il risparmio effettivo sarebbe circa il 10%, più del doppio dell’intero faraonico programma nucleare italiano degli anni ’70.

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DISPONIBILITA’ LORDA DI ENERGIA IN ITALIA (IN TWh)

  1975 1980 1985 1990 1995 2000

Combustibili solidi 114,0 145,8 187,7 183,7 145,4 148,8

Gas naturale 212,8 265,1 317,1 454,3 520,9 675,6

Petrolio 1088,4 1149,2 995,8 1076,1 1112,8 1061,6

Elettrica 131,4 149,5 199,4 186,6 95,3 112,8

Fonti rinnovabili 0,0 0,0 0,0 0,0 120,9 150,0

TOTALE 1546,6 1709,6 1700,0 1900,7 1995,3 2148,8

(Fonte: ENEA)

1 MTep = 11,628 TWh

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DISPONIBILITA’ LORDA DI ENERGIA IN ITALIA (IN TWh)

0

500

1000

1500

2000

2500

1975 1980 1985 1990 1995 2000

Combustibilisolidi

Gas naturale

Petrolio

Fonti rinnovabili

Energia elettrica

TOTALE

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PRODUZIONE LORDA DI ENERGIA ELETTRICA IN ITALIA (IN TWh)

  1991 1994 1997 2000

IDROELETTRICA 42,240 44,658 41,600 44,205

EOLICA 0,000 0,006 0,118 0,563(3,56 nel 2007)

FOTOVOLTAICA 0,000 0,002 0,006 0,006

GEOTERMICA 3,182 3,417 3,905 4,705

BIOMASSE E RIFIUTI 0,191 0,285 0,820 1,906

TOTALE DA FONTI RINNOVABILI 45,613 48,368 46,449 51,385

TERMOELETTRICA 173,253 180,648 200,881 219,016

TOTALE DA OGNI FONTE 218,866 229,016 247,330 270,401

FONTI RINNOVABILI SUL TOTALE 20,8% 21,1% 18,8% 19,0%

(Fonte: ENEA)

D. Lgs.vo 79/1999: le industrie devono approvvigionarsi di energia elettrica per almeno il 2% da fonti energetiche rinnovabili (l’obiettivo del 2% è destinato a crescere nei prossimi anni)

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0

10

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30

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50

60

1991 1994 1997 2000

IDROELETTRICA

EOLICA

FOTOVOLTAICA

GEOTERMICA

BIOMASSE E RIFIUTI

TOTALE RINNOVABILI

PRODUZIONE LORDA DI ENERGIA ELETTRICA IN ITALIA (IN TWh)

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GEOTERMICO “La riserva di energia termica a bassa entalpia è praticamente inesauribile, essendo legata al normale gradiente termico del sottosuolo (20-30 °C/km)” (ISS, Laboratorio di Fisica, 1977).  

BIOMASSE

La quantità di biomassa prodotta annualmente sulla terra in termini del suo contenuto energetico può essere stimata in circa 70 Gtep, pari a oltre otto volte il consumo mondiale di energia (che è pari a circa 8.5 Gtep). Al momento la popolazione mondiale soddisfa il 10-15% del proprio fabbisogno primario di energia con biomassa. In Europa la percentuale media è ferma al 6%. (Fonte U.E.)

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ENERGIA EOLICA

Nella Regione Marche “… si può ipotizzare una produzione complessiva di energia elettrica da fonte eolica di almeno 600 GWh/anno”, pari a circa il 10% del consumo di energia elettrica della Regione.

(Del. Giunta Regionale Marche n. 1885 del 29/10/2002 procedure di V.I.A. per impianti eolici)

Libro Bianco CIPE sulle energie rinnovabili (agosto 1999): l’obiettivo per il 2010 è di avere installati almeno 2500-3000 MW eolici, quando nel 2000 ce n’erano solo 427.

“La Commissione europea valuta che un megawatt (eolico) di capacità generativa implichi approssimativamente dai 15 ai 19 posti di di lavoro, alle attuali condizioni del mercato europeo”.

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ENERGIA EOLICA

PAESETotale installato

al 1999 (MW)Totale installato

al 2000 (MW)

Germania 4.443 6.113

Spagna 1.542 2.481

Danimarca 1.771 2.301

Olanda 411 449

Italia 283 427(2700 nel 2007)

1 MW installato produce circa 2 GWh/anno di energia elettricaCiò significa che nel 2007 l’eolico ha prodotto più di 5.4 TWh, più di una centrale nucleare: e l’eolico è appena agli inizi.

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ENERGIA SOLARE In un solo giorno la terra riceve dal sole una quantità di energia trenta volte superiore a quella consumata nel mondo in un intero anno.

“I vantaggi offerti dall’energia solare, rispetto a quella prodotta da altre fonti, sono ben noti: enorme quantità di energia potenzialmente disponibile, gratuità, rinnovabilità e come ultimo aspetto la possibilità di raccogliere tale energia con dispositivi molto semplici. L’intero fabbisogno energetico del 1975 sarebbe coperto con 4000 km2” che costituiscono poco più dell’1% del territorio nazionale, meno del 10% delle sole terre abbandonate”. (ISS, Laboratorio di Fisica, 1977)

Energia solare: “Si tratta di una quantità di energia certamente in grado di coprire, opportunamente captata e convertita, i consumi energetici di una società complessa come la nostra” (Corrado Ratto, docente di Fisica alla Facoltà di Ingegneria di Genova, in “Le energie rinnovabili: prospettive e limiti”, SNABI 1987).

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ENERGIA SOLARE TERMICAPAESE Installato al 2001 (m2) Previsioni al 2002 (m2)

Germania 3.700.000 900.000

Grecia 3.100.000 150.000

Austria 2.371.000 170.000

Francia 554.500 35.500

Spagna 450.000 40.000

Danimarca 273.000 13.000

Italia 272.500 42.000

Nel 2006 sono stati installati in Italia 186.000 mq che hanno portato ad un totale di 700.000 mq.

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ENERGIA SOLARE FOTOVOLTAICA

In Italia c’è un irraggiamento per m2 da 1.1 a 2.6 MWh/anno.1 m2 di fotovoltaico installato genera una potenza di picco di

circa 0.15 kWp che produce circa 0.5 kWh/giorno.Pertanto nel 2007 il solare fotovoltaico in Italia ha prodotto

0.13 TWh.

Paese 2003 2006 MAGGIO 2008

ITALIA 2 26 108.8

GIAPPONE 155 1708

GERMANIA 120 3000

PO TENZA INSTALLATA DI FO TO VO LTAICO (MW)

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Affideresti il futuro dell’energia ad una fonte

che potrà durare solo pochi decenni, oppure ad una che durerà almeno 5

miliardi di anni?

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Rubbia: "Né petrolio né carbone,soltanto il sole può darci energia“

                                                                    

Il petrolio e gli altri combustibili fossili sono in via di esaurimento, ma anche l'uranio è destinato a scarseggiare entro 35-40 anni, come del resto anche l'oro, il platino o il rame. Non possiamo continuare perciò a elaborare piani energetici sulla base di previsioni sbagliate che rischiano di portarci fuori strada. Dobbiamo sviluppare la più importante fonte energetica che la natura mette da sempre a nostra disposizione, senza limiti, a costo zero: e cioè il sole che ogni giorno illumina e riscalda la terra".

Eppure, dagli Stati Uniti all'Europa e ancora più nei Paesi emergenti, c'è una gran voglia di nucleare. Anzi, una corsa al nucleare. Secondo lei, sbagliano tutti?"Sa quando è stato costruito l'ultimo reattore in America? Nel 1979, trent'anni fa! E sa quanto conta il nucleare nella produzione energetica francese? Circa il 20 per cento. Ma i costi altissimi dei loro 59 reattori sono stati sostenuti di fatto dal governo, dallo Stato, per mantenere l'arsenale atomico. Ricordiamoci che per costruire una centrale nucleare occorrono 8-10 anni di lavoro che la tecnologia proposta si basa su un combustibile, l'uranio appunto, di durata limitata. Poi resta, in tutto il mondo, il problema delle scorie".Ma non si parla ormai di "nucleare sicuro"? Quale è la sua opinione in proposito?"Non esiste un nucleare sicuro. O a bassa produzione di scorie. Esiste un calcolo delle probabilità, per cui ogni cento anni un incidente nucleare è possibile: e questo evidentemente aumenta con il numero delle centrali.

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Ora c'è anche il cosiddetto "carbone pulito". La Gran Bretagna di Gordon Brown ha riaperto le sue miniere e negli Usa anche Hillary Clinton s'è detta favorevole ... "Questo mi ricorda la storia della botte piena e della moglie ubriaca. Il carbone è la fonte energetica più inquinante, più pericolosa per la salute dell'umanità. Ma non si risolve il problema nascondendo l'anidride carbonica sotto terra. In realtà nessuno dice quanto tempo debba restare, eppure la CO2 dura in media fino a 30 mila anni, contro i 22 mila del plutonio. No, il ritorno al carbone sarebbe drammatico, disastroso".

E allora, professor Rubbia, escluso il petrolio, escluso l'uranio ed escluso il carbone, quale può essere a suo avviso l'alternativa? "Guardi questa foto: è un impianto per la produzione di energia solare, costruito nel deserto del Nevada su progetto spagnolo. Costa 200 milioni di dollari, produce 64 megawatt e per realizzarlo occorrono solo 18 mesi. Con 20 impianti di questo genere, si produce un terzo dell'elettricità di una centrale nucleare da un gigawatt. E i costi, oggi ancora elevati, si potranno ridurre considerevolmente quando verranno costruiti in gran quantità".

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Ma noi, in Italia e in Europa, non abbiamo i deserti ..."E che vuol dire? Basti pensare che un ipotetico quadrato di specchi, lungo 200 chilometri per ogni lato, potrebbe produrre tutta l'energia necessaria all'intero pianeta. E un'area di queste dimensioni equivale appena allo 0,1 per cento delle zone desertiche del cosiddetto sun-belt. Per rifornire di elettricità un terzo dell'Italia, un'area equivalente a 15 centrali nucleari da un gigawatt, basterebbe un anello solare grande come il raccordo di Roma".

Il sole, però, non c'è sempre e invece l'energia occorre di giorno e di notte, d'estate e d'inverno."D'accordo. E infatti, i nuovi impianti solari termodinamici a concentrazione catturano l'energia e la trattengono in speciali contenitori fino a quando serve. Poi, attraverso uno scambiatore di calore, si produce il vapore che muove le turbine. Né più né meno come una diga che, negli impianti idroelettrici, ferma l'acqua e al momento opportuno la rilascia per alimentare la corrente".

Se è così semplice, perché allora non si fa?"Il sole non è soggetto ai monopoli. E non paga la bolletta. Mi creda questa è una grande opportunità per il nostro Paese: se non lo faremo noi, molto presto lo faranno gli americani, com'è accaduto del resto per il computer vent'anni fa".

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VALUTAZIONI DI IMPATTO AMBIENTALE E SANITARIO

Trascurabile Basso Medio Alto

ARIA ACQUE SUOLO RIFIUTI VISIVO ACUSTICO FLORA E FAUNA

DIPENDENZA GUERRE INCIDENTI

RIDUZIONE DEI CONSUMI

RISPARMIO ENERGETICO

FUSIONE FREDDA

SOLARE

EOLICO

IDRO ELETTRICO

GEOTERMICO

BIOMASSE E RIFIUTI

GAS NATURALE

PETROLIO

COMBUSTIBILI SOLIDI

FUSIONE NUCLEARE

NUCLEARE

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