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1. PremessaUna delle caratteristiche di que-sta forma di allevamento, fina-lizzato a uno sfruttamento so-stenibile del suolo, è la rota-zione delle superfici recintate,nell’ambito di un programmaaziendale di avvicendamentocolturale. Per agevolare il pe-riodico trasferimento sui diversiappezzamenti destinati all’alle-vamento si utilizzano strutturee attrezzature mobili.

La metodica presenta notevolivantaggi per l’allevamento del-le scrofe nelle fasi difecondazione, gestazione, ma-ternità e per i suinetti postsvezzamento, ma può essereestesa anche alla fase di in-grasso.

2. VantaggiAmbientaliPossono essere sfruttate areemarginali collinari e montanee, all’occorrenza, l’allevamen-to può essere inserito nell’am-

Fig. 1 - allevamento all’aperto

L’allevamento all’aperto delsuinoPer allevamento all’aperto dei suini, meglio noto come “plein air”, si intende una me-todica di allevamento che prevede l’utilizzo di superfici di terreno recintate, all’in-terno delle quali i suini dispongono di zone attrezzate per l’abbeverata, l’alimentazio-ne e il riposo.

bito delle rotazioni agrarie concoltivazioni di cereali o altrecolture. Manca completamen-te il problema liquami che vie-ne risolto con lo smaltimentodiretto sui terreni delledeiezioni, rispettando l’equili-brio tra superficie disponibile ebestiame allevato.

EconomiciI costi per la realizzazione ditutto l’impianto sono inferioridel 70-80 % ad un analogo in-tensivo. La manodopera neces-saria per la conduzione dell’al-levamento passa da un rappor-to di un addetto/100 scrofe perun allevamento intensivo a unaddetto/150 scrofe per uno “enplein air”.

Qualità delle produzioniIl plein air risponde appieno alleesigenze di benessere anima-le: i suini hanno la possibilitàdi esprimere tutti i comporta-menti tipici della specie comegrufolare, socializzare e svol-

gere ginnastica funzionale.L’eliminazione degli stress de-termina un netto miglioramen-to dello stato fisico e sanitario.

3. CriticitàOltre ai vantaggi esistono peròanche delle problematiche, le-gate alle caratteristiche stessedell’allevamento, di tipo

AlimentariLa pratica, comune nei nostriallevamenti, di distribuire al

suolo il mangime, soprattuttoin inverno con terreni umidi opeggio sotto la pioggia, com-porta degli sprechi di alimen-to.

ClimaticiProblemi derivanti dal caldoestivo (surriscaldamento dellecapannine e delle tubazioniidriche, esposizione alle radia-zioni solari) possono interferi-re sulla sfera riproduttiva e

Fig. 2 - veduta terreni in aree marginali

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sulle performance di crescita.

TecniciL’allevamento all’aperto com-porta maggiori difficoltà perl’esecuzione di interventi suglianimali (trattamenti sanitari,fecondazione, identificazioneetc.)

4. Scelta degli arealiL’allevamento “en plein air”prevede la disponibilità di ter-reni proporzionata al numerodei capi da allevare. Mediamen-te si considera ottimale un rap-porto di 10/12 scrofe per etta-ro. L’area da destinare all’im-pianto dell’allevamento deveessere recintata, secondo lenorme in vigore, al fine di pro-teggere gli animali da preda-tori o da contatti con selvatici.All’interno si provvederà a re-alizzare dei lotti di terreno de-limitati da recinzioni elettriche,da destinare alle diverse fasidell’allevamento, facilmente

spostabili nel momento in cuisi decide di trasferire gli ani-mali.

Per preservare la struttura delsuolo, per risanare gli areali daiparassiti si interviene trasfe-rendo periodicamente gli ani-mali da una zona ad un'altra.Preferibilmente i terreni devo-no essere leggermente declivie con buona capacità drenan-te. In estate è opportuno posi-zionare le capannine in areeombreggiate e possibilmentepredisporre piccole pozze d’ac-qua per il confort termico deisuini.

5. AttrezzaturePartovengono utilizzate capannineindividuali, provviste o meno difondo sul quale predisporreabbondante lettiera.

Esistono vari modelli in legno,

Fig. 3 - suini a riposo Fig. 4 - ricovero parto in acciaio con recinto frontale

Fig. 6 - suino con pozza d’acqua

Fig. 5 - ricovero parto in legno

Fig. 7 - area di abbeverata

vetroresina e lamiera zincatacon o senza coibentazione. Persoddisfare le esigenze di be-nessere dei suini devono esse-re atte a riparare i suini daiventi e dalle correnti d’ariadurante la stagione fredda, maanche a favorire, durante lastagione calda, una efficaceventilazione naturale.

Al momento del parto, all’ester-no, in prossimità dell’aperturaanteriore, viene aggiunto unpiccolo recinto con la funzionedi impedire l’uscita dei suinettinei primi giorni di vita.

Fecondazione - gestazioneVengono utilizzate capannine ingrado di alloggiare collettiva-

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Fig. 8 - zona gestazione con recinzione elettrificata

mente le scrofe, in gruppi di 5-8. Possono essere realizzatecon soluzioni costruttive sem-plici ed economiche, con o sen-za fondo.Le capannine per le scrofespesso ospitano anche il verro,sempreché non si decida disepararlo, in ogni caso lecapannine adottate sono lemedesime.

SvezzamentoVengono generalmente adope-rati ricoveri in grado di ospita-re dai 45 agli 80 animali. Sonocoibentati, attrezzati di abbe-veratoi e mangiatoie. All’ester-no si può prevedere un recintodelimitato da transenne chepermette ai suinetti molta liber-tà di movimento.

IngrassoPossono essere utilizzate perl’ingrasso gli stessi ricoveri usa-

ti per la gestazione oppurestrutture particolari ove è pos-sibile frazionare gli ambienti,dividendo gli animali in fasced’età.

RecinzioniLe recinzioni rappresentanol’attrezzatura di base per strut-turare l’allevamento dei suiniall’aperto. Tutto l’allevamentoviene recintato esternamentecon una robusta rete metallicain grado di isolare e protegge-re gli animali. La normativasulla eradicazione della Pestesuina Africana prevede dellanorme ben precise circa lerecinzioni esterne, per cui sirimanda ad esse.

All’interno tutti i frazionamentipossono essere effettuati me-diante l’utilizzo di recinzionielettriche che garantiscano laseparazione degli animali se-

Fig. 9 - interno capannina parto

Fig. 10 - ricovero ingrasso

Fig. 12 - capannina svezzamento Fig. 13 - doppia recinzione metallica ed elettrica

Fig. 11 - doppia recinzione metallica

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condo le varie fasce d’età esono, allo stesso tempo, facil-mente spostabili.

AccessoriPer la distribuzione dell’alimen-to si possono utilizzare man-giatoie mobili (a tramoggia o atruogolo) collocate in modo daessere facilmente disponibilialle scrofe e ai verri presenti inallevamento. Esse permettonoil caricamento periodico delmangime e sono protette dagliagenti atmosferici mediantetelo impermeabile (foto 15).

Per la somministrazione dell’ac-qua si util izzano tubi inpolietilene, stesi lungo lerecinzioni, fuori dalla portatadei suini. I tubi devono essereinterrati in maniera da evitareil riscaldamento dell’acqua, checomporterebbe una diminuzio-ne dell’assunzione da partedegli animali. Si possono uti-lizzare abbeveratoi dotati disucchiotti o di dispositiviantispreco (a vasca o tazzetta).Il ridotto impatto ambientale ,

il ridotto costo delle strutture,il minor costo di produzione delkg di carne, l’ottenimento diprodotti nel rispetto del benes-sere animale sono peculiaritàin grado di favorire questatipologia di allevamento, so-prattutto in aree dove il pascolobrado crea grossi problemi dinatura sanitaria.

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Dipartimento produzionizootecniche

Servizio produzionizootecniche

Via Caprera n. 8 - Cagliaritel. 070 60261

[email protected]

A cura di:Giuseppe Fruttero, DomenicoUsai, Serafino Gusai, GenesioOlmetto, Salvatore Fele,Paola Murru.

Cagliari, 20 marzo 2014

Fig. 15 - mangiatoia mobile

www.sardegnaagricoltura.it


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