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LA NOTTOLAGIORNALE CRITICO DEL REALE

ANNO 0 - N. 1www.liceoscordia.gov.it

LA BATTAGLIA DELLE ARANCE CONTINUA

Da diversi anni l’agrumicoltura italia-na, e quella siciliana in particolare, è in profonda crisi dal momento che

le istituzioni italiane e comunitarie non aiutano gli agricoltori in questa lotta per la sopravvivenza di un comparto vitale per la nostra economia. Le cause che hanno provocato un crollo nel settore sono sva-riate e tutte concatenate tra loro. Prima di tutto l’introduzione di agrumi provenienti dall’estero: dall’1 gennaio la Turchia è stata esclusa dal mercato russo, rappresentan-do un ulteriore avversario da cui guardarsi. Inoltre, come affermano i rappresentanti di Agrinsieme Catania, queste arance pro-venienti dall’estero spesso non rispettano i criteri di etichettatura e di tracciabilità. A causa di ciò nel 2008 gli agrumeti sono stati colpiti da un’epidemia di “tristeza”, un virus proveniente dalla Spagna che provo-ca un deperimento generale della pianta; infatti associazioni come Cia, Confagricol-tura, Alleanza delle Cooperative Agroali-mentari e Copagri vorrebbero che si pre-venissero epidemie di Citrus black spot e di Citrus greening, che si registrano in alcune realtà produttive estere. In secondo luogo, a destabilizzante l’economia agrumicola siciliana è la mancanza di una politica o di un piano di marketing che sia in grado di ristabilire la vecchia redditività del setto-re agricolo: scelte sbagliate fatte da am-ministrazioni inefficienti, scarsa capacità

di commercializzazione, un modo errato di utilizzare i fondi statali si ripercuotono inevitabilmente sul settore. La battaglia delle arance è più che mai accesa, proprio come nella famosa manifestazione che si svolge ogni anno a Ivrea. Come se non ba-stasse gli agrumi sono stati recentemen-te penalizzati da fattori climatici che ne hanno ridotto notevolmente la pezzatura, cosa che ha determinato un prezzo di ven-dita di massimo 10-12 centesimi al chilo, un valore improponibile nell’età d’oro del settore agricolo nemmeno sufficiente a coprire i costi di produzione. A livello eu-ropeo si registra un calo della richiesta da parte della Svizzera del 24% rispetto allo scorso anno, così come in Germania, dove la richiesta è diminuita nientemeno che del 47%. Oltretutto sarà in vigore da maggio l’accordo tra UE e Marocco sulla liberalizzazione di alcuni prodotti orto-frutticoli e ittici. Una questione assai pre-occupante per gli agricoltori siciliani, che tra qualche mese dovranno correre al ri-basso per competere con le arance pro-venienti dal Marocco che arriverebbero sul mercato italiano con prezzi insoste-nibili per i produttori dell’isola. Il fatto è che l’agrumicoltura siciliana, nonostante possieda un prodotto di qualità superiore, è in ginocchio, ma la battaglia continua!

di M. Coniglione e A. Carrera Nulla

L’UE DIMENTICA LE ARANCE SICILIANE PREFERENDO QUELLE DEI PAESI VICINI

Nella foto: battaglia delle arance di Ivrea

Esportazioni in calo:Svizzera -24%Germania -47%

Dopo la pubblicazione della foto scelta per il progetto FAI abbiamo intervi-stato Padre Franco Messina, parroco

a Scordia, per discutere con lui dei princi-pali problemi che affliggono la Parrocchia Gesù Redentore.

Padre Franco potrebbe esporre breve-mente la sua giornata tipo da quando pre-sta servizio presso questa parrocchia?

Il mio servizio qui a Scordia prosegue or-mai da quasi tre anni. Solitamente ogni mattina dopo essermi alzato mi dedico alla preghiera, successivamente per l’intera mattinata mi reco dai malati per portare assistenza e durante il pomeriggio, finita la messa, passo il tempo a leggere o esco per stare insieme ai parrocchiani.

In che stato ha trovato la parrocchia e il territorio circostante da quando è stato assegnato a Scordia?

Da quando sono qui non ha fatto che peg-giorare. In un primo momento ho chiesto aiuto agli stessi cittadini e successivamen-te ad alcuni enti comunali, ma l’unico cam-biamento é stato quello dell’attivazione del servizio della raccolta rifiuti. Il degrado che avete immortalato, nella vostra foto, dipende anche dal fatto che ogni mattina travasano i rifiuti in un camion più gran-de proprio nelle adiacenze della chiesa, col risultato che il piazzale della chiesa si è trasformato in una discarica abusiva. In-vece di preservare un luogo in cui si riuni-scono i ragazzi e le famiglie, sono gli stessi cittadini che mangiano vicino la chiesa a

lasciare i rifiuti nell’aria verde della parroc-chia. A questo si aggiunga la negligenza di quelle persone, amanti degli animali - che però non amano altrettanto il proprio pae-se - che non ripulisce dagli escrementi dei propri animali il marciapiede contribuendo

così a imbrattare i dintorni della chiesa.

Quali servizi ha promosso la sua parroc-chia per aiutare i cittadini e il territorio?

La chiesa principalmente ha iniziato un progetto Caritas di doposcuola pomeridia-no per i ragazzi meno fortunati, allo scopo di riavvicinare allo studio questi ragazzi ed evitare che abbandonino precocemente gli studi e siano privi di un futuro. La Caritas diocesana ha, inoltre, attivato una raccolta

SENZA PAROLE

A TU PER TU CON DON FRANCOINTERVISTA AL PARROCO DELLA CHIESA DEL GESÙ REDENTORE DI SCORDIA

di alimenti, da destinare alle famiglie bisognose della città, alla quale sta contribuendo il gruppo scout Scordia 1.

Come pensa che si possa rimediare a questo stato di abbandono dei luo-

ghi pubblici?

Partiamo dal presupposto che la ter-ra è un dono di Dio e come tale deve essere rispettata assieme a tutte le sue creature. Se i credenti si ricordas-sero di ciò, cosi come si ricordano di andare la domenica a messa, non ci sarebbe motivo di discutere dei rifiuti che circondano la chiesa e del degra-do che la avvolge.

di Giulio Lardaruccio

di Francesca Spatola

NiscemiManifestazione NoMuos

STOP ALLE ONDE ELETTROMAGNETICHEIl comitato NoMuos in marcia per fermare il sistema di comunicazione satellitare militare

Il M.U.O.S. (Mobile User Objective System) è un modernissimo sistema di telecomunicazioni satellitare usa-

to dalla marina militare statunitense, composto da 4 stazioni di terra e 5 sa-telliti geostazionari di enormi dimen-sioni. Lo scopo principale di questo sistema è coordinare tutti i sistemi mi-litari statunitensi sparsi nel globo. Da tempo un comitato (NoMuos) si oppo-ne all’attivazione di questa struttura a Niscemi poiché ritiene che le onde elet-tromagnetiche emesse dalle enormi antenne paraboliche del Muos possa-no essere nocive per la salute umana,

soprattutto per i portatori di apparec-chi elettromedicali come i pacemaker. Nell’aprile dal 2015 la procura della Re-pubblica di Caltagirone ha messo sotto sequestro l’impianto, in attesa delle verifiche del caso. I tecnici dell’Arpa in questi giorni dovranno verificare se le emissioni elettromagnetiche dell’im-pianto superano i limiti consentiti dalla legge. Intanto non si placa la protesta. La salute potrebbe essere compromes-sa dall’esposizione prolungata a cam-pi elettromagnetici causando tumori, leucemie e cateratte. Gli Stati Uniti, per bocca del loro ambasciatore John

Philips, hanno dichiarato che l’im-pianto è fondamentale non solo per la sicuerzza americana, ma anche “dell’Italia e dell’Unione Eu-ropea”. Gli scenari internazionali del mediteraneo potrebbero spin-gere per una riattivazione dell’im-pianto, ma il Comitato NoMuos con il sostegno di Legambiente e del Movimento Cinque stelle continua a presidiare l’area. di Daniele D’Agosta

Curiosità

Talvolta l’associazione di certi termini può sembrare molto più assurda e paradossa-le della reale situazione. E’ questo il caso

dell’associazione tra “mare” e “Scordia”. I due ter-mini infatti, sembrerebbero scarsamente associabi-li o addirittura antitetici. Questo, però, dipende dal nostro punto di vista antropocentrico. Dalla per-cezione “umana” del tempo scaturisce l’assurdità di collegare la città di Scordia con il mare, lontano idealmente più delle poche decine di chilometri che realmente li separano. Ma allora dove sta l’a-nalogia? Cosa realmente accomuna le due realtà, apparentemente così lontane? Dove si incontrano? La risposta può essere trovata facilmente ponendo-si la domanda appropriata: ci si deve chiedere non tanto “dove” si incontrano bensì “quando”. Se facciamo, infatti, scorrere velocemente all’indie-tro le lancette del tempo scopriremo che c’è stato un tempo in cui Scordia, o almeno il territorio in cui sorge, si trovava sotto il livello del mare. Tra il periodo Pliocene e quello del Pleistocene la forma del Mar Mediterraneo e, in generale della nostra Sicilia, era profondamente diversa.Quest’ultima era costituita da un arcipelago di più minute isolette prospicienti le coste nordafricane. In seguito al contatto delle due placche della cro-sta terrestre, quella africana e quella euro-asiatica,

che si sono fronteggiate per milioni di anni, si ebbe l’emersione della Sicilia.Col passare dei milioni di anni immensi fondali mari-ni, ivi compresi gli organismi che li popolavano, han-no costruito la nostra isola così come la conosciamo oggi. Le prove di tutto ciò le possiamo rintracciare tra le rocce del territorio della Sicilia, ricche di testimo-nianze geologiche e non solo.Da questo panorama prende forma il progetto “idro-sfera e paleoidrosfera” che alunni e docenti del Liceo scientifico E. Majorana di Scordia si sono proposti di sviluppare. Tale progetto ha visto come protagonisti principalmente i ragazzi delle classi terze dell’Istituto che, con una serie di esplorazioni sul campo, hanno reperito numerose testimonianze di organismi fossi-li. Questi sono stati poi trattati nel laboratorio della scuola per pulire, assemblare e rendere esponibili i reperti rinvenuti.Numerosi sono stati gli organismi ritrovati ed esposti all’interno delle vetrine che la scuola ha messo a di-sposizione degli alunni. Fra i numerosi reperti fossili spiccano gusci e scheletri di organismi come le con-chiglie dei Molluschi e dei Brachiopodi, nonchè gli scheletri dei Briozoi. Ma anche le parti più dure, per calcare, di delicati organismi come le alghe. I denti dei pesci che popolavano il mediterraneo di allora trova-no spazio negli spazi espositivi, dove artistiche rico-

struzioni consentono ai visitatori di affacciarsi e “tuffarsi” nella Scordia di qualche milione di anni fa.La conclusione del progetto vedrà, a fine anno scolastico, l’allestimento di tutte le vetrine che accoglieranno tutto il materiale rinvenuto. E’ fa-cile immaginare che esso susciterà la curiosità di tutti coloro che accoreranno a vederle. Rim-marrà, comunque, un’esperienza indimentica-bile per tutti i ragazzi che vi hanno preso parte, riuscendo ad effettuare - è proprio il caso di dirlo - un “tuffo” nel passato di un mare ormai ridotto in pietra. di Alessandro Ferraro e Emanuele Strano

“Il mare di Scordia”

Rinvenuti fossili di Brachiopodi e schele-tri di Briozoi

Un tuffo nel passato tra Pliocene e Pleistocene

Redazione: Classe 4CIstituto: Liceo Scientifico “E.Majorana” Scordia

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