Gli strumenti di identificazione del rischio
Adele Rulli - Maria Bernadette Di Sciascio Servizio Qualità, Accreditamento e Rischio ClinicoASL2 Lanciano – Vasto - Chieti
RILEVAZIONE DEGLI EVENTIRILEVAZIONE DEGLI EVENTI
Sorveglianza attivaRaccolta dei dati dalle cartelle cliniche Raccolta dei dati dai flussi informativi Indicatori
attiva
Sorveglianza passivaIncident reportingNon conformitàReclami dell’utenteProcedimenti legali attivati
passiva
DEFINIZIONE DI INCIDENT
REPORTING (IR)
Modalità di raccolta di segnalazioni spontanee,
in modo strutturato, su eventi (near miss,
incidenti senza e con danno) allo scopo di
fornire una base di analisi per azioni correttive
e azioni preventive finalizzate al miglioramento
della sicurezza per il paziente e per gli
operatori.
Incident
reporting
Incident reportingIncident reporting
Caratteristiche di un sistema di reporting Caratteristiche di un sistema di reporting
efficaceefficace
�� Non punitivoNon punitivo
�� ConfidenzialeConfidenziale
�� IndipendenteIndipendente
�� Analisi da parte di espertiAnalisi da parte di esperti
�� TempestivoTempestivo
�� Orientato al sistemaOrientato al sistema
�� Sensibile alle raccomandazioni (feedSensibile alle raccomandazioni (feed--back back
costruttivo)costruttivo)
Incident
reporting
Incident reportingIncident reporting
Informazioni contenute nell’incident Informazioni contenute nell’incident
reportingreporting
�� Luogo dell’ eventoLuogo dell’ evento
�� Giorno e oraGiorno e ora
�� Persone coinvoltePersone coinvolte�� Persone coinvoltePersone coinvolte
�� Chi/come ha rilevato l’evento (ruolo) Chi/come ha rilevato l’evento (ruolo)
�� Tipo di prestazione in corso con una breve Tipo di prestazione in corso con una breve
descrizione dei fattidescrizione dei fatti
�� Gravità dell’eventoGravità dell’evento
�� Piccola sezione dedicata ai farmaciPiccola sezione dedicata ai farmaci
MODULO DI SEGNALAZIONE (IR)
Incident
reporting
Informazioni contenuteInformazioni contenute
nell’Incident reportingnell’Incident reportingarea del paziente
Allergie non segnalate
Scambio pazienti
Errori di comunicazione
farmaci Errori di prescrizione
Errori di preparazione
Errori di somministrazione
trasfusioni Trasfusione errata
Trasfusione non eseguita
nursing Errori piano di cura
Errori di medicazione
inefficienze Rinvio/cancellazione/ripetizione esame
Errori di comunicazione
Incident
reporting
Incident reportingIncident reporting
•Costruire una banca dati
•Predisporre strategie
•Individuare azioni correttive
•Migliorare per prevenire la ricaduta
SafetySafety WalkWalk AroundAround
Il SWA è una risorsa del Risk Management alternativa all’Incident Reporting per ottenere informazioni sulla safety del paziente individuando, sulla safety del paziente individuando, attraverso il colloquio con gli operatori, le aree maggiormente a rischio e le insufficienze del sistema.
Il SWA si propone, come Il SWA si propone, come obiettivi:obiettivi:
- aumentare la consapevolezza, tra i clinici, del problema della “safety” del paziente, - fare della “safety” una priorità a livello leadershipleadership- educare l’ambiente ad una cultura blame free,- raccogliere le informazioni fornite dagli operatori sui problemi inerenti alla safety- individuare le azioni correttive e le barriere da implementare.
Passiva
reclami
ReclamiReclami
Reclami
informazioni ricavabili da esposti,
segnalazioni di disservizio, etc.
Responsabilità civile
segnalazione di possibili casi di
responsabilità civile
Passiva
reclami
Reclami
Una buona comunicazione medico-paziente riduce
i reclami e la contenziosità per “malpractice”
(JAMA 1997)
Programmi di formazione sulla comunicazione
•Prolungare il tempo della visita
•Lasciare che il paziente decida il ritmo e lo
scopo della discussione
•Favorire l’emergere di problemi e timori
latenti
Passiva
reclami
Reclami
Cosa desidera in realtà il paziente che si
lamenta?
37% la testa del medico su un piatto d’argento!
49% scuse
74% spiegazioni
80% più attenzione da parte degli operatori sanitari
90% essere rassicurati sul fatto che non si ripeterà più
Cineas, 2004- UK PHIP
RRevisione della documentazione clinica
Cartella
clinica �Campione rappresentativo di cartelle cliniche
�Ricerca di “indizi” predefiniti
RRevisione della documentazione clinica
Cartella
clinica
Griglia di lettura mutuata da Wolf
� Morte
� Reintervento entro sette giorni
� Trasferimento presso un’unità di terapia intensiva
�� Riammissione non programmata entro ventotto giorni dalla
dimissione
� Arresto cardiaco
� Trasferimento in un’altra struttura per acuti
� Durata di degenza maggiore di trentacinque giorni
� Cancellazione di intervento programmato
RRevisione della documentazione clinica
Cartella
clinica
Scala di correlazione dell’evento con
l’assistenza medica:
� Possibilità nulla o minima
� Possibilità modesta� Possibilità modesta
� Di poco inferiore al 50%, ma buona probabilità
� Superiore al 50%, ma con buona probabilità
� Evidenza probabile
� Praticamente certa
RRevisione della documentazione clinica
Cartella
clinica
Scala di graduazione della severità dell’evento:
�Minore severità
�Minore temporanea
��Minore permanente
�Maggiore temporanea
�Maggiore permanente
�Potenzialmente maggiore o continuativamente
maggiore
�Morte
Informazioni• anagrafica • timing intervento• data e ora• tipo di intervento • durata dell’intervento• tipo di anestesia
Verbali operatori
• tipo di anestesia• scheda anestesiologica• 1° operatoreInformazioni• utilizzo emocomponenti• profilassi antibiotica• profilassi TVP• eventuali complicanze
Complicanze chirurgiche:•emorragia o ematoma•lesione di visceri o organi parenchimatosi•lesione tendinea o nervosa•lesione vascolare•frattura
Verbali operatori
•frattura•sindrome compartimentale•diffusione liquido artroscopico•lesione ostetrica madre•lesione ostetrica neonato•decesso intraoperatorio
Re-interventi:•emorragia o ematoma•fistola/deiscenza di anastomosi o sutura di organo•diastasi o deiscenza di sutura di parete•infezione di ferita
Verbali operatori
•infezione di ferita•infezione di organo o spazio•infezione di protesi•dislocazione di protesi o mezzo di sintesi•frattura•ripetizione di procedura invasiva•intervento per complicanza di procedura invasiva
Attiva
flussi
“…insieme di informazioni, raccolte
all’interno dell’A.O. per soddisfare
esigenze di natura amministrativa,
conoscitiva, epidemiologico-sanitaria,
Flussi informativiFlussi informativi
conoscitiva, epidemiologico-sanitaria,
osservabili entro un determinato
intervallo di tempo”.
Attiva
flussi
Flussi informativiFlussi informativi
Il sistema informativo disponibile è
la fonte informativa principale
per il calcolo degli indicatori:
flussi informativi correnti
flussi da documentazione clinica
flussi per la rilevazione di eventi specifici
Attiva
flussi
Flussi informativi correnti
SDO, certificati di assistenza al parto,prestazioni ambulatoriali, movimentodegenti, flussi informativi ministeriali,degenti, flussi informativi ministeriali,interruzioni volontarie di gravidanza,abortività spontanea, reclami, RC/T, etc.
•Dati anagrafici paziente (data nascita, sesso, cittadinanza)
•Tipo di accesso alla struttura•Percorso nella struttura (trasferimenti fra reparti)
•Interventi (tipo e data)
Scheda di Dimissione OspedalieraFlussi informativi correnti - SDO
•Interventi (tipo e data)•Diagnosi (complicanze)•Modalità di dimissione•Data ricovero e data dimissione
•DRG •MDC•INTERVENTO PRINCIPALE
Attiva
Indicatori
Indicatori misurabili sulla base di dati
routinari
mortalità intra-ospedaliera
Mortalità per DRG, Patologia, reparto, entro 24h
trasferimenti ad altri ospedali
la frequenza di ricoveri ripetuti
le complicanze dei ricoveri
Volumi di procedure
gli eventi sentinella
Attiva
Indicatori
Gli indicatori sono variabili ad altocontenuto informativo checonsentono di descrivere in modosintetico fenomeni anche complessi e
Scelta INDICATORI
sintetico fenomeni anche complessi edi prendere decisioni per ottenere omantenere cambiamenti
Attiva
Indicatori
• Confronti con dati di letteratura
• Confronti con dati regionali o nazionali
• Confronti riferiti alla stessa unità di• Confronti riferiti alla stessa unità di
osservazione in tempi successivi (es. carte
controllo)
• Confronti riferiti a differenti unità di
osservazione omologhe (benchmarking)
Attiva
Indicatori
Come costruire un indicatore
Esempio dal DM 12/12/2001 sistema di garanzie per ilmonitoraggio dell’assistenza sanitaria
Mortalità intraospedaliera per IMA
Note: L’indicatore è una misura del grado diefficacia e di tempestività di assistenza verso iefficacia e di tempestività di assistenza verso iricoverati per IMA.
E’ da tenere presente che tale indicatore è fortemente influenzato dall’assistenza extraospedaliera (tempestività del sistema di emergenza)
Mortalità intraospedaliera per IMA
Numero di morti per IMA
Numero di dimessi per IMAx 100
Per le dimissioni per IMA si considera la presenza
Definizione: rapporto tra numero deceduti nelcorso del ricovero con diagnosi di dimissioneIMA e il numero totale di dimissioni per IMA
Per le dimissioni per IMA si considera la presenzadel codice ICD9CM 410xx in qualsiasi diagnosi(principale o secondaria)
Fonte dati: SDO
Parametro di riferimento: valore medio nazionale
ESEMPIO: mortalità intra-ospedaliera (Azienda ASL 2 Abruzzo 2012)
CHIRURGIA ricoveri mortalità tasso di mortalità %
chirugia 1 861 14 1.63
chirurgia 2 923 21 2.28
chirurgia 3 763 25 3.28
chirurgia 4 858 9 1,05
chirurgia 5 193 5 2.59
chirurgia 6222 4 1.80
Presidio n. dimessi n. deceduti %Ricoveri Ripetuti
MDC a 30 gg % ripetuti
P.O. CHIETI 17553 581 3,3% 786 4,48%
P.O. Renzetti Lanciano 8451 337 4,0% 410 4,85%
P.O. Vasto 8853 292 3,3% 306 3,46%
P.O. Atessa 2140 131 6,1% 254 11,87%
P.O. GUARDIAGRELE 1470 132 9,0% 116 7,89%
P.O. ORTONA 3822 137 3,6% 109 2,85%
Casa di Cura Villa Pini 3469 165 4,8% 228 6,57%
Casa di Cura Spatocco 3836 38 1,0% 78 2,03%
Casa di Cura San Francesco 273 2 0,7% 6 2,20%
49.867 1.815 3,6% 2.293 4,60%
Attiva
Indicatori
Indicatori AHRQ Indicatori AHRQ (Agency for Healthcare Research and Quality)(Agency for Healthcare Research and Quality)
Gli AHRQ Quality Indicators (QIs) sono un set di indicatori qualitativi organizzati in tre “moduli”:
Prevention Quality IndicatorsInpatients Quality IndicatorsPatient safety IndicatorsPatient safety Indicators
Tutti e tre i moduli sono stati realizzati utilizzando i database amministrativi relativi ai file dei pazienti ricoverati in ospedale
Attiva
Indicatori
Indicatori AHRQ Indicatori AHRQ (Agency for Healthcare Research and Quality)(Agency for Healthcare Research and Quality)
Gli AHRQ Quality Indicators (QIs) sono un set di indicatori qualitativi organizzati in tre “moduli”:
Prevention Quality IndicatorsInpatients Quality IndicatorsPatient safety IndicatorsPatient safety Indicators
Tutti e tre i moduli sono stati realizzati utilizzando i database amministrativi relativi ai file dei pazienti ricoverati in ospedale
Attiva
Indicatori
Indicatori AHRQ Indicatori AHRQ (Agency for Healthcare Research and Quality)(Agency for Healthcare Research and Quality)
Consentono di:
• Evidenziare potenziali problemi diqualità dell’assistenza
• Identificare aree che meritino ulterioriapprofondimenti e studi
• Monitorare i cambiamenti
Attiva
Indicatori
Rilevazione di eventi avversi Rilevazione di eventi avversi
(flussi informativi (flussi informativi –– indicatori)indicatori)
Raccomandazioni AHRQ:
Il sistema di indicatori è stato costruito come strumento di screeningstrumento di screening
(a basso costo organizzativo) per identificare possibili problemi di qualità dell’assistenza.
No: strumento sanzionatorio
No: strumento decisionale
Attiva
Indicatori
Indicatori AHRQ AHRQ
Set di indicatori organizzati in tre moduli
1) Prevention QI
� Ricoveri evitabili in presenza di assistenza extra-ospedaliera miglioreassistenza extra-ospedaliera migliore
� Severità clinica prevenibile con assistenza più tempestiva o appropriata
Attiva
Indicatori
Indicatori AHRQ AHRQ
Set di indicatori organizzati in tre moduli
2) Inpatient QI
� Mortalità intra-ospedaliera
� Inappropriato utilizzo di procedure (sovra-sotto-cattivo utilizzo)
Attiva
Indicatori
Indicatori AHRQ AHRQ 2) Inpatient QI:
Mortality rates for conditions•Acute myocardial infarction•Congestive heart failure•Gastrointestinal hemorrhage•Hip fracture•Pneumonia•Stroke•Stroke
Mortality rates for procedures•Abdominal aortic aneurysm repair•Coronary artery bypass graft•Craniotomy•Esophageal resection•Hip replacement•Pancreatic resection•Pediatric heart surgery
Attiva
Indicatori
Indicatori AHRQ AHRQ
3) Patient safety indicators
� Complicanze prevenibili� Complicanze prevenibili
� Eventi iatrogeni
Attiva
Indicatori
Indicatori AHRQ AHRQ
3) Patient safety indicators
•Accidental puncture or laceration
•Complications of anesthesia
•Death in low-mortality diagnosis-related groups (DRGs)(DRGs)
•Decubitus ulcer
•Failure to rescue
•Foreign body left during procedure
•Iatrogenic pneumothorax
•Postoperative hemorrhage or hematoma
•Postoperative hip fracture
• ecc.
Attiva
Indicatori
Failure to RescueFailure to Rescue
Analizza differenti aspetti della qualità dell’assistenza:
• efficacia nel curare • efficacia nel curare
tempestivamente un paziente con una
complicanza
• la possibilità di prevenire tale
complicanza
Attiva
Indicatori
Failure to RescueFailure to Rescue
Diagnosi di inclusione Diagnosi di inclusione
(diagnosi secondarie)(diagnosi secondarie)
• Insufficienza renale acuta• Insufficienza renale acuta
• Embolia polmonare/TVP
• Polmonite
• Sepsi
• Shock/arresto cardiaco
• Emorragia GI/ulcera acuta
Attiva
Indicatori
Failure to RescueFailure to Rescue
Dimessi che hanno sviluppato le complicanze presenti nella definizione di “Failure to Rescue”. Ci sono criteri di esclusione specifici per ogni diagnosi.Escludere pazienti con 75 anni o più
Denominatore
Dimessi con il codice 4 (deceduti) Numeratore
Pazienti deceduti che hanno sviluppato specifiche complicanze durante il ricovero
Definizione
Livello ospedalieroTipo di indicatore
Età, sesso, DRG, comorbiditàRisk adjustment
Escludere pazienti con 75 anni o piùEscludere neonati in MDC 15Escludere pazienti trasferiti da un ospedale per acutiEscludere pazienti trasferiti ad un altro ospedale per acuti Escludere pazienti ammessi da una lungodegenza
Attiva
Indicatori
Death in LowDeath in Low--Mortality DRGsMortality DRGs
Questo indicatore identifica pazienti
deceduti durante il ricovero con un DRG
in cui la probabilità che si verifichiin cui la probabilità che si verifichi
l’evento morte è inferiore allo 0.5%.
Vengono esclusi i pazienti con diagnosi (sia
principale che secondarie) di trauma,
immunodepressione o tumore.
•cadute accidentali•piaghe da decubito• infezioni ospedaliere• reazioni avverse
Rilevazioni ad hoc
Rilevazioni ad hoc
• reazioni avverse trasfusionali/segnalazione di errori
• reazioni avverse da farmaci
Flussi
Dal latino“AUDIO”che significa ascoltare, ascolto attivo.
In ingleseIntegrato il significato verso il concetto di verificare, controllare, raccogliere evidenze.
COSA SIGNIFICA AUDIT?
controllare, raccogliere evidenze.
L’Audit è una delle principali metodologie di
approccio alla verifica e revisione della
qualità, obiettivo proprio del governoclinico.
TIPOLOGIE DI AUDIT IN SANITA’
INTERNIrevisione, sulla base di criteri espliciti, delle attività svolte da operatori interni
all’organizzazione, allo scopo di esaminare e valutare l’appropriatezza, l’efficacia,
l’efficienza nonché la sicurezza delle prestazioni erogate. I report prodotti a seguito
di un audit interno si configurano come indicazioni finalizzate al miglioramento.
ESTERNIsono verifiche esterne che coinvolgono solitamente l’intera organizzazione,
effettuate da organismi o enti terzi indipendenti, sulla base di criteri espliciti (es.
Joint Commission International, Accreditation Canada, Ente di Certificazione ISO,
sistemi di accreditamento istituzionale).
AUDIT DI SISTEMA/QUALITA’
Esame sistematico e indipendente mirato a stabilire se le attività svolte per la qualità e i risultati ottenuti sono in accordo con quanto stabilito e se, quanto stabilito, viene effettuato efficacemente e risulta idoneo al conseguimento degli obiettivi.
- Oggetto: il modello di riferimento non professionalizzante (Accreditamento-Norme ISO 9001 ecc.)(Accreditamento-Norme ISO 9001 ecc.)- Campo di applicazione: intera organizzazione o sue parti- Scopo: il posizionamento dell’organizzazione rispetto al modello di riferimento
�AUDIT DI PARTE PRIMA audit interno svolto dall’organizzazione stessa�AUDIT DI PARTE SECONDA audit svolto da chi ha un interesse nell’organizzazione�AUDIT DI PARTE TERZA auditor esterni da organismi indipendenti
� ALTI VOLUMI di produzione/occorrenza� ALTI COSTI� ALTA RISCHIOSITA’� RECLAMI
Aree PrioritarieAree Prioritarie
es. impianti di defibrillatori
es. dimissioni precoci per particolari patologie o pazienti
es parto cesareo, piaghe da decubito, infarto
� ALTA VARIABILITA’ DELLA PRATICA CLINICA� ALTA COMPLESSITA’� ALTO CONTENUTO INNOVATIVO (HTA)� RILEVANZA PER L’ORGANIZZAZIONE� CAMBIAMENTI ORGANIZZATIVI RILEVANTI
es. uso degli antibioticies. percorso clinico di un politraumatizzato
es. introduzione nuove tecniche chirurgiche, protesi
es. accorpamenti
AUDIT CLINICO
APPROCCIO “PROATTIVO”
APPROCCIO “REATTIVO”
Approccio “proattivo”L’analisi parte dalla revisione dei processi e delle procedure esistenti, identificando, nelle diverse fasi, i punti di criticità.
Approccio “reattivo” Opera su base “retrospettiva”, si parte dall’analisi di un evento indesiderato alla ricerca delle cause organizzative e di sistema.
punti di criticità.
Quali obiettivi stiamo
cercando di
raggiungere?
Il CICLO dell’AUDITIl CICLO dell’AUDIT
Li stiamo
raggiungendo?
Perché non li stiamo
raggiungendo?
Facciamo quello che
serve per far
migliorare le cose
Abbiamo avuto un
miglioramento?
L’AuditL’Audit del del BuonBuon CaffèCaffè
Un caso da studiareUn caso da studiare
Problema
Criterio
• I chirurghi ritengono che il caffè che
bevono a fine intervento chirurgico non
sia buono
• Per soddisfare la richiesta dei medici il
L’Audit del Buon Caffè
Criterio
Standard
• Per soddisfare la richiesta dei medici il
caffè deve essere ben caldo
• per avere il 90% degli operatori
soddisfatti il caffè dovrebbe essere
servito ad una temperatura di 85-90 °C
in almeno l’80% dei casi.
Metodo
• Un operatore controllerà giornalmente
la temperatura del caffè per 2
settimane.
• Si farà circolare un questionario tra gli
operatori chiedendo loro di segnare il
L’Audit del Buon Caffè
operatori chiedendo loro di segnare il
livello di soddisfazione del caffè
(punteggio tra 1 e 10).
• Si coinvolgerà la ditta per avere
informazioni circa la disponibilità, i
costi, la qualità e la tipologia di caffè
disponibile.
Nel corso dell’Audit è emerso che:
• la temperatura del caffè in almeno il33% dei casi era al di sotto dei 37°C esolo nel 10% delle occasioni lo standardera stato raggiunto.
L’Audit del Buon Caffè
Review era stato raggiunto.
• Il punteggio dato dagli operatori avevaottenuto una media di 3/10 e duepersone ritenevano il caffè imbevibile.
• Veniva inoltre riferito quanto appresodalla Ditta.
Cambiamento
• Alla luce dei dati è stato deciso di sostituire lavecchia macchina del caffè con una nuova
L’Audit del Buon Caffè
vecchia macchina del caffè con una nuovafiammante.
• Come un ulteriore “iniziativa di qualità”, si è decisodi mettere a disposizione dei dolcetti insieme alcaffè.
• Inoltre si decide di cambiare tipologia di contrattocon la Ditta.
Re-audit • Per altre due settimane si è convenuto di
controllare la temperatura del caffè e di far
ricircolare il questionario di gradimento.
E’ stato gratificante trovare il 100% di
L’Audit del Buon Caffè
E’ stato gratificante trovare il 100% di
correlazione con gli standard concordati con
l'eccezione di un operatore a cui il caffè
comunque non piace.
AuditFuturo
•Valutazione dei costi per mantenere lo standard
•Test del colesterolo per gli operatori
“L’audit clinico è un incontro tra pari, strutturato, multi ed interdisciplinare in cui i protagonisti di un evento evento avversoavverso discutono le criticità
Definizione GRC
L’AUDIT CLINICO
avversoavverso discutono le criticità incontrate e ricercano le soluzioni correttive di miglioramento.”
Comitato Tecnico Scientifico GRC – Regione Toscana (2005)
II FASEAttuare l’Audit
I FASEPreparare l’Audit
Usare la Creare
LE FASI DELL’AUDIT CLINICOLE FASI DELL’AUDIT CLINICO
IV FASERivalutare i risultati
Usare la metodologia
Creare l’ambiente
III FASEAttuare le
Azioni di Miglioramento
1. Una valutazione di fondatezzadella proposta
• Criticità dell’oggetto in questione
LE FASI DELL’AUDIT CLINICOLE FASI DELL’AUDIT CLINICO
I FASEPreparazione dell’AUDIT
Valutazione della Segnalazione
2. Una valutazione di opportunità della proposta
• Disponibilità di risorse e vincoli organizzativi della struttura e dei professionisti coinvolti
• Possibili risultati dell’audit
Segnalazione da parte della Geriatria: risultati errati degli esami
di laboratorio, in una pz proveniente dal PS, che hanno
comportato un grave errore di terapia.
LE FASI DELL’AUDIT CLINICOLE FASI DELL’AUDIT CLINICO
• Stabilire con cura la data e luogo della riunione• Convocare i partecipanti esponendo le motivazioni e le finalità
dell’audit
I FASEPreparazione dell’AUDIT
• Preparare la documentazione e l’ambiente dove si tiene l’incontro
Il facilitatore in collaborazione con i professionisti coinvolti:• Ricerca in letteratura standard di riferimento• Recupera linee guida, protocolli e procedure inerenti al caso• Contatta eventualmente specialisti esterni da coinvolgere nella
discussione del caso come analisti super partes
LE FASI DELL’AUDIT CLINICOLE FASI DELL’AUDIT CLINICO
II FASEAttuare l’Audit
I FASEPreparare l’Audit
• il caso viene presentato descrivendo la sequenza di eventi con l’ausilio di FMEA
• Il facilitatore conduce la discussione secondo la tecnica del brainstorming per:
�Identificare le criticità
�Proporre le azioni di miglioramento
La FMEA è uno strumento di analisi del lavoro e valutazione
dell’affidabilità umana, consiste sostanzialmente in uno schema che
guida gli addetti alla sicurezza nell’analisi delle criticità presenti in un
processo di lavoro e nell’individuazione di possibili azioni di
miglioramento per ridurre il rischio d’incidenti.
FMEA FMEA ““FailureFailure ModesModes and and EffectsEffects AnalysisAnalysis””(Analisi delle modalità e degli effetti della vulnerabilità del sistema)
Area Operativa: P.O. Raccomandazioni /
(Kirwan e Ainswoth, 1997)
Sequenza di eventi Dalla C. Clinica Criticità
Raccomandazioni / Azioni di Miglioramento
Procedure, Protocolli, LG,Disposizioni servizio, N.A.
Formazione, Informazione,Comunicazion
e
Tecnologia,Spazi,
Struttura
CONSIDERAZIONI FINALI ERACCOMANDAZIONI
Si descrive la sequenza degli eventi in
maniera molto sintetica e precisa,
limitandosi all’asciutta descrizione
dei fatti senza aggiungere commenti
Aiuta ad individuare per
ciascuna fase le criticità
presenti
Aiuta a scomporre l’oggetto di
analisi in fasi ordinate in
sequenza temporale
• Descrivere la sequenza degli eventi in maniera molto sintetica e precisa, limitandosi all’asciutta descrizione dei fatti senza aggiungere commenti
CONSIGLI PRATICI PER L’APPLICAZIONE DI FMEA
descrizione dei fatti senza aggiungere commenti
• Individuare per ciascuna fase le criticità presenti
• Prima di applicare FMEA, può essere utile costruire un diagramma di flusso per la descrizione del processo di lavoro oggetto di analisi
Esame clinico-anamnestico corretto del paziente al momento dell’ingresso
Processo diagnostico-terapeutico
Richiesta accertamenti di laboratorio e strumentali adeguata
Esame clinico-anamnestico insufficiente
Richiesta accertamenti di laboratorio e strumentali non
Processo ideale Processo reale
PROCESSO DI CURA
Terapia tardiva
laboratorio e strumentali adeguata alle ipotesi diagnostiche
Diagnosi corretta della patologia
Trattamento adeguato
Risoluzione del quadro clinico
di laboratorio e strumentali nonadeguata alle ipotesi diagnostiche
Diagnosi scorretta della patologia
Complicanze in corso di ricovero
• E’ uno strumento piuttosto semplice ed intuitivo
• Può essere applicato a diversi livelli di analisi, dal singolo compito ad un intero processo di lavoro
PREGI
CONSIDERAZIONI SULLA FMEA
• Aiuta a scomporre l’oggetto di analisi in fasi ordinate in sequenza temporale
• Invita a prendere sempre in considerazione la parte attiva e quella latente di ogni errore
• E’ uno schema di base per focalizzare le discussioni in gruppo sulle criticità e le relative proposte di miglioramento del sistema
LE FASI DELL’AUDIT CLINICOLE FASI DELL’AUDIT CLINICO
III FASEAttuare le
Azioni di Miglioramento
Definire il piano d’azioneDefinire il piano d’azione
Guidare e supportare il cambiamento
• Alert Report conclusivo costruito sulla base del modello di pianificazione e coerente con l’impianto teorico di riferimento
• Diffusione dell’Alert Report ai partecipanti e ad altri soggetti
Stesura alert report
LE FASI DELL’AUDIT CLINICOLE FASI DELL’AUDIT CLINICO
• Diffusione dell’Alert Report ai partecipanti e ad altri soggetti eventualmente interessati alla verifica del caso in questione
• Raccolta dei commenti dei partecipanti o di altri stakeholders al report finale
• Riflessione sulla validità dell’impostazione dell’audit
ALERT REPORT
LE FASI DELL’AUDIT CLINICOLE FASI DELL’AUDIT CLINICO
LE FASI DELL’AUDIT CLINICOLE FASI DELL’AUDIT CLINICO
DATA AUDIT N°OGGETTO : Piano di Miglioramento alert report n.
Azioni di miglioramento Responsabili Scad.data
Verificadata
PIANO DI MIGLIORAMENTO
Corsi di formazione sulla
Azioni di miglioramentoAzioni di miglioramento
PS / Lab /Ufficio
ResponsabiliResponsabili
Corsi di formazione sulla
corretta modalità di prelievo
Implementazione procedura
sulla gestione dei valori di
panico
Gestione dei POCT
PS / Lab /Ufficio
formazione
Lab. Analisi
DG/Lab. Analisi/
Provv.to/SIC
LE FASI DELL’AUDIT CLINICOLE FASI DELL’AUDIT CLINICO
IV FASERivalutare i risultati
Valutazione dell’efficacia dei miglioramenti apportatiValutazione dell’efficacia dei miglioramenti apportati
• Re-Audit
• Utilizzo di indicatori
•Spinta al cambiamento del
comportamento
•Miglioramento della
performance
Percezione dei Professionisti in tema di Audit
•Sottrazione di tempo al lavoro
clinico
•Restrizione dell’autonomia del
lavoro clinicoperformance
•Miglioramento del lavoro
di gruppo
•Miglioramento della
soddisfazione
•Miglioramento delle cure
al paziente
lavoro clinico
•Manifestazione di
comportamenti negativi
accusatori, intimidatori etc.
•Senso di abbandono per
mancanza di supporto e
facilitazione
(Johnston & coll., Quality in Health Care 2000)
Facilitazione e ostacoli alla realizzazione di Audit efficaci
•Semplicità e facilità nella
raccolta dati
•Staff dedicato a tempo
“protetto”
•Mancanza di chiarezza sugli
obiettivi
•Mancanza di risorse
•Mancanza di chiarezza sul metodo
(Johnston & coll., Quality in Health Care 2000)
“protetto”
•Leadership e conduzione
robusta
•Buona pianificazione
•Monitoraggio dei risultati
•Mancanza di chiarezza sul metodo
•Mancanza di supporto facilitante
•Clima relazionale negativo
•Discontinuità negli assetti
organizzativi aziendali
L’Audit in sintesi …
•Educa ad un atteggiamento autovalutativo
•Facilita l’individuazione di fattori chiave che
condizionano la buona pratica professionale
… ha valore formativo per il professionista perché:
condizionano la buona pratica professionale
•Incoraggia l’aggiornamento delle conoscenze e il
miglioramento della pratica
•Obbliga all’uso della misurazione
•Allena all’interpretazione dei dati e al confronto
(Cartabellotta A., Cinotti R.- ASR 2000)