IL BATTESIMO:
RINATI
DALL’ALTO.
PARROCCHIA MARIA SS. ADDOLORATAOPERA DON GUANELLA – BARI
Anno Pastorale 2013-2014
Il sacramento del Battesimo nel Catechismo della Chiesa Cattolica
Il santo Battesimo è il fondamento di tutta la vita cristiana, il vestibolo d’ingresso alla vita nello Spirito («vitae spiritualis ianua»), e la porta che apre l’accesso agli altri sacramenti. Mediante il Battesimo siamo liberati dal peccato e rigenerati come figli di Dio, diventiamo membra di Cristo; siamo incorporati alla Chiesa e resi partecipi della sua missione. «Baptismus est sacramentum rigenerationis per aquam in verbo – Il Battesimo può definirsi il sacramento della rigenerazione cristiana mediante l’acqua e la Parola» (n. 1213).
Dai Praenotanda dei nuovi LIBRI LITURGICI
La Chiesa, che ha ricevuto la missione di annunciare il Vangelo e di battezzare, fin dai primi secoli ha conferito il Battesimo non solo agli adulti , ma anche ai bambini. In forza della parola del Signore «Se uno non rinasce dall’acqua e dallo Spirito Santo, non può entrare nel regno di Dio» (Gv 3,5), la Chiesa ha sempre ritenuto che i bambini non debbano essere privati del Battesimo. Essi infatti vengono battezzati nella fede della Chiesa, professata dai genitori, dai padrini e dagli altri presenti al rito: questi rappresentano sia la Chiesa locale sia la società universale dei santi e dei fedeli, la Chiesa Madre, che tutta intera genera tutti e ciascuno (n. 2).
Dalla LUMEN FIDEI
Lettera enciclica sulla fede di Papa Francesco
La trasmissione della fede avviene in primo luogo attraverso il Battesimo. Potrebbe sembrare che il Battesimo sia solo un modo per simbolizzare la confessione della fede, un atto pedagogico per chi ha bisogno di immagini e gesti, ma di cui, in fondo, si potrebbe prescindere. Una parola di san Paolo, a proposito del Battesimo, ci ricorda che non è così. Egli afferma che «per mezzo del battesimo siamo […] sepolti insieme a Cristo nella morte, perché come Cristo è stato risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova» (Rm 6,4). Nel Battesimo diventiamo nuova creatura e figli adottivi di Dio (n. 41)
I Sacramenti e la Bellezza di DioLettere al popolo di Dio
BRUNO FORTE
Vorrei provare a capire con te che cos’è il battesimo, che cosa significa darlo ai nostri bambini o riceverlo da adulti o riscoprirlo a un certo punto del nostro cammino con gli occhi della fede: se ho scelto di parlartene, è perché sono profondamente convinto che in esso si compia l’incontro con Dio che cambia il cuore e la vita, un incontro decisivo in cui – se tu lo vuoi – Gesù risorto si unisce a te, per accompagnare col suo amore fedele la tua esistenza e inondarla della bellezza che inizia nel tempo e non tramonterà mai.
CHE COS’È PER ME IL BATTESIMO?
Vorrei dire anzitutto che per me - e penso per la
stragrande maggioranza di voi - non è un ricordo
personale, perché l’abbiamo ricevuto
quando non eravamo in grado di intendere e di
volere. Non è un ricordo preciso della nostra vita, che possiamo focalizzare,
ma resta avvolto nella nebbia della primissima
infanzia.
Tut t’al più è una reminiscenza indiretta, perché ci hanno detto che abbiamo ricevuto il battesi mo, ci hanno magari
mostrato il fonte battesi male. Riceviamo quindi questo sacramento dai nostri genitori, dai nostri padrini o
madrine, dal prete che ci ha battezzato.
Anzi, a questo proposito, vi pongo
ancora una volta una do manda: sapete la data
del vostro battesimo? Ve la ricordate?
Comunque, il battesimo è un evento del pas sato,
di cui non abbiamo coscienza diretta.
Nasce allora l’interrogativo: Come il batte simo può essere il sacramento-base, l’origine
di tutto, la porta della Chiesa, l’inizio della vita cri stiana, l’evento su cui tutti gli altri sacramenti si fondano?
Come può esserlo se neppure lo ricor diamo con memoria precisa e personale?
Come posso sperimentare il mio battesimo, non median te uno sforzo di immaginazione, ma compren dendo che cosa significa per me, adesso, il fatto che sono battezzato?
Per rispondere vi invito a rileggere il testo della Lettera ai Romani:
«O non sapete che quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte? Per mezzo del batte simo siamo dunque stati
sepolti insieme a lui nel la morte, perché come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così an che noi possiamo camminare in
una vita nuova» (6,3-4).
Che cosa dice Paolo? Che per lui e per tutti i
cristiani, pur se loro erano stati battezzati
da adul ti, il battesimo è in ogni caso un evento
del passa to:
«Siamo stati battezzati in Cristo,
siamo stati battezzati nella sua morte, siamo stati sepolti in sieme con
lui».
Anche se i destinatari della lettera dell’apostolo avevano ricevuto il
battesimo da adulti e perciò avevano ancora
l’impressione viva dell’entrare nel fonte,
dell’immergersi nell’acqua, che equivaleva a
immergersi nella passione e nel la morte di Gesù,
dell’uscire dall’acqua tutti ba gnati, che era come un uscire dalla tomba e un risorgere, il battesimo è memoria del passato.
Notate però che l’ultimo verbo è al presen te; il battesimo è una memoria del passato, operante nel presente: «possiamo camminare in una vita nuova». Camminare oggi, adesso, in una vita
nuova.
Ritornando alla domanda fondamentale: Quando rivivo, oggi, il battesimo? Quando sperimento di camminare in una vita nuova? Quan do il battesimo significa qualche
cosa per me, adesso?
Quattro situazioni nelle quali sperimentiamo il battesimo
Individuo, tra le altre, quattro
situazioni nelle quali facciamo o
possiamo fare l’esperienza del
battesimo adesso, sperimentare la vita
nuova che ne deriva.
1. Ogni volta che dico a Dio: “Padre”, che lo chiamo “Padre” - in concreto ogni volta che re cito il “Padre nostro” -, e lo dico con il cuore, con coscienza, sperimento il mio battesimo
come l’essere figlio amato dal Padre, sperimento che Dio mi ama, mi chiama per nome, mi fa suo figlio con amore infinito.
È questo il mio battesimo: Dio che mi ha fatto suo figlio; mi ha fatto perché io lo sia ora. quan do invoco Dio come
“Padre” attualizzo, profes so, vivo il mio battesimo.
2. Ogni volta che scelgo secondo Gesù
Cri sto nelle realtà quotidiane, ogni volta
che scelgo da cristiano, è nella forza del mio battesimo. Per
esempio, la partecipazione alla
catechesi è una scelta secondo Cristo, è una scelta conseguente al
mio battesimo e ho potuto farla perché
sono battezzato.
Quando, per portare un altro esempio, spen go la televisione o decido di cambiare canale per ché un certo programma non va
bene, compio una scelta nella forza e nella coerenza del mio battesimo.
Dunque, in ogni scelta etica, morale, libera, se ria, secondo Gesù Cristo, vivo e attualizzo il mio
battesimo.
3. Quando trovo la forza di seppellire il mio passato e
di guardare avanti, lo posso fare solo radicandomi nel mio battesimo: è questo sacramento che mi dà la
forza. E voglio citare un bel testo di Roger Schutz, fratel
Roger, fondatore della Comunità di Taizé, un uomo avanti negli anni, che lascia
trasparire dalle parole, dagli occhi, dalla preghiera la vita nuova battesima le.
Egli scrive:
«Mi chiedi talvolta dove sia la sorgente, dove sia la gioia della speranza. Ti ri sponderò: tutto il tuo passato, perfino l’istan te appena trascorso, è già sepolto, sommerso con
Cristo nell’acqua del tuo battesimo. Non volgere lo sguardo indietro; in ciò consiste una parte della libertà
del cristiano, che è la libertà di correre avanti. Rinuncia a guardare indietro. Se la tua immaginazione ti presenta l’immagi ne distruttrice del passato, sappi che Dio non
tiene più conto, e questo anzitutto in grazia del battesimo e poi in grazia del sacramento della penitenza,
che rinnova in noi la prima gra zia di purificazione»1.
1. ROGER SCHUTZ, Dio non può che amare, Elledici, Torino 2003, p. 18.
Quindi, ogni volta che trovo la forza di
seppelli re il mio passato e di
guardare avanti, attualizzo il mio
battesimo.
4. Voglio esprimere una
quarta situazione con le parole di
Paolo nella Prima lettera ai Corinzi:
«Siamo stati battezzati in un solo Spirito per formare un solo corpo» (12,13).
Quando viviamo la comunione nella Chiesa, la solidarietà con i fra telli battezzati, nella certezza che tale legame di solidarietà che ci
fa fratelli e figli di Dio è supe riore a ogni legame etnico, civile, parentale, e che per esso siamo pronti anche a dare la vita come i martiri di ieri e di oggi, noi proclamiamo il batte simo, confessiamo la sua forza aggregante, che fa di tutti i cristiani un solo corpo con
Gesù.
Esemplifico a livello semplice e quotidiano. Quando
viviamo esperienze nella comunità e vi vedo uniti,
concordi, pronti ciascuno a sacrificare qualcosa di sé per il servizio degli altri e per il
bene comune della comunità, comprendo di trovarmi
davanti a un effetto soprannaturale del bat
tesimo: il battesimo ha fatto di quegli uomini e di quelle
donne di diversa provenienza, origine, carattere, cultura,
una sola famiglia.
Abbiamo così individuato quattro situazio ni in cui io vivo e sento operante, qui e ora, il mio battesimo, che non è quindi un ricordo lontano, un certificato morto, ma in verità è l’essere
amato adesso dal Padre, l’essere fatto a immagine del
suo Figlio Gesù, l’essere capace di operare scelte secondo il vangelo, l’avere for za per seppellire il mio passato
colpevole e guardare avanti, il sentirmi membro vivo di una co munità per la quale mi sacrifico
volentieri.
Il battesimo è vivente per me, sorgente di vita per quest’oggi, per questa sera, per domani e fino
all’ora in cui mi incontrerò con te, Gesù, a cui il battesimo mi ha reso simile facendomi una cosa
sola con te, membro del tuo Corpo.
Il battesimo è puro donoAncora un’osservazione. Proviamo a leggere alcuni versetti dal libro degli Atti degli Apostoli, che parlano del battesimo: «Giovanni ha battezzato con acqua, voi inve ce sarete
battezzati in Spirito santo» (At 1, 5); «Pentitevi e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome
di Gesù Cristo, per la remissione dei vostri peccati» (At 2, 38);
« Uomini e donne si facevano battezzare» (At 8, 12); «Improvvisamente gli caddero dagli occhi come delle
squame e ricuperò la vista; fu subi to battezzato» (At 9, 18);
«Ordinò che fossero battezzati nel nome di Gesù Cristo» (At 10, 48).
Che cosa notiamo in questi versetti? I verbi sono al passivo. Nessuno, cioè, può battezzare se stesso: è la constatazione
unanime di tutta la Scritt ura, fin dall’inizio. Anche se mi immergo nel l’acqua e dico: io mi battezzo, in realtà non c’è battesimo. Devo chiedere questo sacramento, devo essere immerso nell’acqua da un altro. L’al terità del ministero, la necessità di una persona che
me lo conferisca in rappresentanza di Gesù, vuole esprimere che la vita divina conferita nel battesimo non è acquistabile neppure per
un cen timetro o per un grammo: è puro dono.
La grazia del battesimo mi è data gratuitamen te da Cristo.
Quando sono cosciente che la vita divina in me è pura
iniziativa di Dio, che tutto mi è dona to, che tutto ricevo
dal Padre il quale, con amore, mi fa figlio in Gesù e da parte mia non posso fare altro che lodare e ringraziare
il Signore, allora vivo il battesimo come grazia: «Ti ringraziamo, o Pa dre, del
nostro battesimo».
Ciò che importa perciò non è tanto il ricorda re il battesimo come evento del passato (pur se dobbiamo
farlo), quanto il prendere coscienza del dono immenso e divino che è in noi adesso e che ci viene gratuitamente dal Padre. Il Padre me l’ha dato per sempre, legandosi a
me in Gesù, con perenne fedeltà.
E posso cosi esclamare: «O Dio, tu sei il mio Dio in
eterno; questo dono viene da te e tu non me lo toglierai mai più; io sono tuo e niente e nessuno
potrà separarmi da te». Tutto questo per
la grazia unica, eterna, irrepetibile del battesimo che mi unisce al Corpo
di Gesù.
Riferimenti biblici al battesimo
Nella sacra Scrittura, troviamo moltissimi
riferimenti al battesi mo: dalle sue prefigurazioni
veterotestamentarie all’istituzione che ne fa
Gesù, dagli aspetti dottrinali a quelli
pastorali che si trovano nelle lettere degli
apostoli.
Prefigurazioni del battesimo
San Paolo riconosce nella nube che accompagna gli
ebrei nel de serto e nel passaggio del
mar Rosso le prefigurazioni del
battesimo; san Pietro nell’arca di Noè che
salva dal diluvio.
1Cor 10,1-4: Non voglio infatti che ignoriate, fratelli, che i nostri pa dri
furono tutti sotto la nube, tutti attraversarono il mare, tutti furono battezzati in rapporto a Mosè nella
nube e nel mare, tutti mangiarono lo stesso cibo spirituale, tutti bevvero la stessa bevanda spirituale: bevevano infatti da una roccia spirituale che li accompagnava, e quella roccia era il
Cristo.
1Pt 3,18-22: Perché anche Cristo è morto una volta per sempre per i peccati, giusto per gli ingiusti, per ricondurvi a Dio; messo a morte nel corpo, ma reso vivo nello spirito. E nello spirito andò a portare l’an nuncio anche alle anime prigioniere, che un tempo avevano rifiutato di credere, quando Dio, nella sua
magnanimità, pazientava nei giorni di Noè, mentre si fabbricava l’arca, nella quale poche persone, otto in
tutto, furono salvate per mezzo dell’acqua. Quest’acqua, come immagine del battesimo, ora salva anche voi; non porta via la sporcizia del corpo, ma è invocazione di salvezza rivolta a Dio da parte di una buona co scienza, in virtù della risurrezione di Gesù Cristo. Egli è alla destra di Dio, dopo essere salito al
cielo e aver ottenuto la sovranità sugli angeli, i Principati e le Potenze.
Il battesimo di penitenza (annuncio di quello di Cristo)
Giovanni il Battista offre un battesimo di
penitenza e di conversione e
annuncia che Gesù battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Il bat
tesimo che Gesù riceve dal Battista
diventa l’investitura ufficiale della sua
missione e per Gesù è come la sua pentecoste.
Mt 3,4-12: Giovanni portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano cavallette e miele selvatico. Allora Gerusalemme, tutta la Giudea e tutta la
zona lungo il Giordano accorrevano a lui e si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. Vedendo
molti farisei e sadducei venire al suo battesimo, disse loro: «Razza di vipere! Chi vi ha fatto credere di poter sfuggire all'ira
imminente? Fate dunque un frutto degno della conversione, e non crediate di poter dire dentro di voi: “Abbiamo Abramo per
padre!”. Perché io vi dico che da queste pietre Dio può suscitare figli ad Abramo. Già la scure è posta alla radice degli alberi;
perciò ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. Io vi battezzo nell’acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me è più forte di me e io non sono degno di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala e pulirà la sua aia e raccoglierà il suo
frumento nel granaio, ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile».
Mt 3,13-17: Allora Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovan ni, per farsi battezzare da
lui. Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Sono io che ho bisogno di essere
battezzato da te, e tu vieni da me?». Ma Gesù gli rispose: «Lascia fare per ora, perché
conviene che adempiamo ogni giustizia». Allora egli lo lasciò fare. Appena battez zato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui. Ed ecco una voce
dal cielo che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’ama to: in lui ho posto il mio compiacimento».
Il battesimo che ci fa figli di Dio (la novità di Gesù)
Gesù è il Figlio prediletto di Dio:
con il battesimo da lui istituito, anche noi diventiamo figli di Dio e abbiamo la
possibilità di entrare nel regno
dei cieli.
Gv 3,1-6: Vi era tra i farisei un uomo di nome Nicodèmo, uno dei capi dei Giudei. Costui andò da
Gesù, di notte, e gli disse: «Rabbì, sappiamo che sei venuto da Dio come maestro; nessuno infatti può
compiere questi segni che tu compi, se Dio non è con lui». Gli rispose Gesù: «In verità, in verità io ti dico, se uno non nasce dall'alto, non può vedere il regno di Dio». Gli disse Nicodèmo: «Come può nascere un
uomo quando è vecchio? Può forse entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e rina
scere?». Rispose Gesù: «In verità, in verità io ti dico, se uno non rinasce da acqua e Spirito, non può
entrare nel regno di Dio. Quello che è nato dalla carne è carne, e quello che è nato dallo Spirito è
spirito».
Mt 28,18-19: Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni po tere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo».
At 2,38: E Pietro disse loro: «Convertitevi e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome di Gesù Cristo, per il perdono dei vostri peccati, e riceverete il dono dello Spirito Santo».
Nei vangeli, il battesimo di
Giovanni Battista, il precursore, è di
tipo penitenziale e un’anticipazione di quello di Gesù. «Io
vi battezzo nell’acqua... lui... vi
battezzerà in Spirito Santo e
fuoco» (Mt 3,11).
Il battesimo di Gesù è rinascita dall’alto, nell’acqua e nello Spirito e, «a quanti lo hanno accolto ha dato il potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali non da sangue, né da volere di carne,
né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati» (Gv 1,12s). Si diventa così figli di Dio e destinati alla salvezza; ecco perché «chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato» (Mc
16,16), ammonisce il Risorto prima di ascendere al cielo.
San Paolo asserisce che il battesimo ci assimila alla morte e alla ri surrezione di Cristo: «O non
sapete che quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte? Per mezzo del battesimo dunque siamo stati sepolti insieme a lui
nella morte affinché, conte Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova. Se infatti siamo stati
intimamente uniti a lui a somiglianza della sua morte, lo saremo anche a somiglianza
della sua risurrezione» (Rm 6,3-5).
Ma perché questo sacramento continui a essere vitale per tutta la vita, è
necessario che venga riscoperto nelle sue ragioni e nel suo significato,
ricercando tutte quelle possibilità e prospettive che lo ren dono più efficace
nella propria storia personale.
Momenti e simboli dei battesimo
Tutte le religioni ricorrono a gesti
simbolici che rivelano il miste ro, come pure
prevedono la gioia e la responsabilità per una
vita che nasce. Anche il cristianesimo, nel rito del battesimo, ha dei simboli
che esprimono gioia, appartenenza,
accoglienza, insomma la festa per l’aggregazione
di nuovi membri.
SCHEMA DEL RITO
Ministro del battesimo: un sacerdote, un diacono, o, in caso di emergen za, qualsiasi fedele, purché abbia intenzione di fare ciò che fa la Chiesa.
Materia del sacramento: l’acqua. Formula trinitaria: «Io ti battezzo nel nome del
Padre, del Figlio e dello Spirito Santo». (Rito del battesimo dei bambini 132; Rito del battesimo degli adulti 220).
Soggetto: i bambini, i cui genitori chiedono il battesimo, e i catecumeni.
Effetti: si diventa figli di Dio, partecipando a una vita nuova, e membri della Chiesa.
I padrini non sostituiscono i genitori, come erroneamente si tende a pen sare, ma rappresentano la Chiesa e sono garanti delle rette intenzioni dei genitori.
La struttura del rito prevede diversi momenti:
il rito di accoglienza evidenzia non solo l’atteggiamento accogliente della comunità cristiana, ma anche le motivazioni di fede e gli impegni che ne derivano. Questo momento viene sottolineato con un canto, con il saluto del celebrante ai genitori e ai padrini, con la richiesta ufficiale del battesimo per il bambino di cui viene comunicato il nome;
il segno di croce sulla fronte del candidato,
all’inizio della celebrazione, richiama
l’evento salvifico di Cristo morto e risorto ed
«esprime il sigillo su colui che sta per appartenergli»;
inoltre, «la grazia della redenzione che Cristo ci ha acquistato per mezzo
della sua croce»2; è anche l’impegno da parte degli adulti di testimoniare la
propria fede;
2. Cfr. CCC 1235.
la liturgia della Parola mette in primo piano
l’alleanza con Dio, che si può effettuare solo con l’ascolto del suo
messaggio di salvezza. Alla lettura del brano biblico può seguire il
canto di un salmo responsoriale, una breve omelia, la
preghiera dei fe deli, l’invocazione dei
santi, l’orazione di esorcismo e l’unzione
pre-battesimale;
le promesse battesimali, formate dalla triplice rinuncia a Satana, seguita dalla triplice professione di fede, indicano il cammino del battezzando verso Dio-Trinità, che prelude la formula «Io ti battezzo nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo»;
il battesimo costituisce la parte centrale del rito e può avveni re per immersione, immergendo il battezzando nell’acqua, o per infusione, versando l’acqua su di lui. Che sia prevalso il battesimo per infusione è dipeso solo da ragioni di comodità. Dapprima, si effettua una preghiera e un’invocazione sull’ac qua, quindi vengono rinnovate le promesse battesimali con la rinuncia a satana e la professione di fede.
Acqua* In natura, si
presenta: nei suoi aspetti negativi quando inonda,
uccide, distrugge, sconvolge il
paesaggio, causa annegamenti, porta
la morte...; negli aspetti positivi quando disseta, irrora, rinfresca,
lava, nutre, fertiliz za, rilassa, abbellisce, fa
crescere...
* Nella liturgia, si trova nel rito del battesimo, nelle aspersioni, nelle bene dizioni e nelle purificazioni. È simbolo di
lavacro, purificazione, rigenerazione, rinascita, augurio e benedizione, grazia di Dio; distrugge il male, lava dal peccato e
da ogni colpa...
L’acqua del battesimo esprime non solo l’idea di purificazione ma anche di rigenerazione; infatti, è
simbolo della morte, attraverso cui è necessa rio
passare per rinascere a nuova vita, come Cristo che, risorto, è tornato a vivere per
sempre. Come Gesù è passato attraverso la morte per risor gere, così colui che
viene battezzato passa attraverso l’acqua (simbolo
di morte e di vita) per essere purificato dal peccato e rinascere a vita nuova.
* Anticamente, il battesimo si riceveva per immersione totale in una vasca d’ac qua, scavata di solito sotto il livello del pavimento e fornita di
scalini per scendere e per risalire. Presso gli ortodossi si usa ancora questa forma. II
battesimo per infusione è stato introdotto in occidente nel III secolo per i malati e poi esteso
anche ai bambini.
o Nella Chiesa cattolica l’olio dei catecumeni è l’olio che viene utilizzato durante l’amministrazione del sacramento del Battesimo. Prende il nome dal fatto che gli adulti che si preparano per diventare cristiani vengono chiamati catecumeni. L’olio dei
catecumeni viene usato nei riti preparatori al Battesimo come segno di fortezza nella lotta contro il peccato. Si tracciano con quest'olio una croce sul petto e un'altra fra le scapole del catecumeno, per significare la forza di Cristo. Nella forma ordinaria
del rito romano non è prescritto dove o come ungere il battezzando, ma la prassi per lo più
rispetta quanto previsto dal Rituale romanum. Nella forma ordinaria il celebrante dice: Ti ungo con l’olio, segno di salvezza: ti fortifichi con la sua potenza Cristo Salvatore, che vive e regna nei
secoli dei secoli..
L’olio dei catecumeni
o l’unzione con l’olio benedetto (crisma), usato anche per le cresi me, per le
ordinazioni sacerdotali e per le consacrazioni episco pali,
esprime l’appartenenza del battezzato a Cristo (l’Unto, il
Consacrato, il Re) e la condivisione della sua missione sacerdotale, regale e profetica. Determina anche l’ingresso del
nuovo membro nel corpo di Cristo che è la Chiesa, da cui
dipende la chiamata a collaborare all’edificazione del
regno di Dio;
L’olio del crisma
o la consegna della veste candida e del cero acceso sottolinea il significato del battesimo come chiamata al banchetto eterno, al quale ci si deve recare con l’abito delle nozze della grazia di Dio e con la lampada accesa della fede e delle buone opere (chiaro rife rimento alle parabole evangeliche degli invitati a nozze e delle vergini prudenti che attendono lo sposo)3. La candela viene ac cesa dal padrino al cero pasquale, simbolo del Cristo risorto, fondamento della fede;
La veste bianca e il cero acceso
3. Cfr. Mt 22,2-14; 25,1-13.
il rito dell’ effatà, cioè il toccare da parte del celebrante le orecchie e le labbra del battezzato, è un chiaro riferimento alla guarigio ne evangelica del sordomuto (cfr. Mc 7,33s). Al battezzato viene rivolto l’augurio di ascoltare la parola di Dio e di professare la fede;
Il rito dell’ effatà
o i riti di conclusione intendono sottolineare che il battesimo è il primo passo
per diventare cristiani e che è il preludio alla cresi ma e
all’eucaristia, con le quali si completa l’iniziazione cristia na. Davanti all’altare, tutti
coloro che hanno partecipato al rito sacramentale sono invitati a recitare il Padre nostro per espri mere la
comune fraternità in quanto figli dello stesso Padre, dopodiché ricevono la
benedizione.
I riti di conclusione
Il carattere indelebile
Il battesimo conferisce alla persona un carattere indelebile, stabi lendo un rapporto indistruttibile (di figlio) con Dio e permettendo di partecipare a una vita nuova. Il battezzato dovrà fare proprio il pro getto di Dio contro ogni tentazione di autosufficienza e di egoismo.
Per queste ragioni, la nuova creatura dovrà tenere sempre presente l’ammonimento di san Paolo: «Comportatevi in maniera degna della chia mata che avete ricevuto» (Ef 4,1). I padri della Chiesa amavano ripetere: «Battezzato, diventa ciò che sei».