Contatti: Regione Campania - Settore Piani e Programmi – via S. Lucia, 81 – 80132 Napoli
e-mail: [email protected] tel. 0817962343 - fax 0817962058
Servizi di cura per l'infanzia e gli anziani L’Obiettivo è aumentare i servizi di cura alla persona alleggerendo i carichi familiari per innalzare la partecipazione delle donne al mercato del lavoro attraverso l'incremento:
□ dal 30,5% al 35% della percentuale di Comuni con servizi per l'infanzia □ da 1,5% al 12% della percentuale di bambini che usufruiscono di servizi di cura per
l'infanzia
A tale obiettivo sono associati i seguenti indicatori:
• Indicatore S.04 - Diffusione dei servizi per l'infanzia: percentuale di Comuni che hanno attivato servizi per l'infanzia (asilo nido, micronidi o servizi integrativi e innovativi) sul totale dei Comuni della regione
CAMPANIA – Evoluzione indicatore S04
Anni
Base line Valore attuale
Target 2013
Indicatore
2004 2005 2006 2007 2008 2009
% distanza colmata
rispetto al target **
S04 - Diffusione dei servizi per l'infanzia (%) 30,5 39,2 39,0 38,7 50,5 39,6 35% 100%
Fonte: Istat, Indagine censuaria sugli interventi e i servizi sociali dei Comuni
* Per S04, i dati riferiti all'anno 2008, pubblicati da ISTAT a giugno 2010, aggiornano quanto reso disponibile anticipatamente per le sole regioni del Mezzogiorno a seguito della Convenzione DPS-ISTAT a supporto del meccanismo degli Obiettivi di Servizio. Il valore disponibile a dicembre 2009, utilizzato per il calcolo della premialità intermedia, per la Regione Campania corrisponde a 55,5%.
**La percentuale di distanza colmata rispetto al target è calcolata come distanza coperta tra il valore di partenza e il target al 2013.
Fonte: nostra elaborazione
Contatti: Regione Campania - Settore Piani e Programmi – via S. Lucia, 81 – 80132 Napoli
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• Indicatore S.05 - Presa in carico "ponderata" degli utenti dei servizi per l'infanzia percentuale di bambini tra zero e fino al compimento dei 3 anni che hanno usufruito dei servizi per l'infanzia (asilo nido, micronidi, o servizi integrativi e innovativi) di cui il 70% in asili nido, sul totale della popolazione in età 0-3 anni
CAMPANIA – Evoluzione indicatore S05
Valore attuale
Target 2013
2004 2005 2006 2007 2008 2009S05 - Presa in carico "ponderata" degli utenti dei servizi per l'infanzia (%) 1,5 1,9 1,8 1,9 2,4 2,4 12% 9%
Fonte: Istat, Indagine censuaria sugli interventi e i servizi sociali dei Comuni
Base lineIndicatore
**La percentuale di distanza colmata rispetto al target è calcolata come distanza coperta tra il valore di partenza e il target al 2013.
% distanza colmata
rispetto al target **
Anni
Fonte: nostra elaborazione
Per un approfondimento della tematica si rimanda ai seguenti documenti di analisi: • Primo Dossier Servizi di cura per l’infanzia • Primo Rapporto Servizi di cura per l’infanzia
Primo rapporto Obiettivo di Servizio: Servizi di cura per l’infanzia
Luglio 2011
INDICE 1. GLI INDICATORI DELL’OBIETTIVO DI SERVIZIO “SERVIZI DI CURA PER L’INFANZIA” . ............................................................................................................................ 3
PREMESSA ........................................................................................................................... 3 1.1 EVOLUZIONE TEMPORALE DEI DATI IN CAMPANIA: INDICATORI S04 – S05 ..................................................................................................................................... 7
2. CONFRONTI ..................................................................................................................... 19 2.1 CONFRONTO TRA LA CAMPANIA E LE ALTRE REGIONI CHE CONCORRONO AL MEDESIMO OBIETTIVO ............................................................... 19 2.2 CONFRONTO TRA LA CAMPANIA ED IL MEZZOGIORNO ............................. 22 2.3 CONFRONTO TRA AREE GEOGRAFICHE .......................................................... 23
3. APPROFONDIMENTI ...................................................................................................... 26 3.1. LE INDAGINE CAMPIONARIE CONDOTTE DALL’ISTAT SUL TEMA ........... 26 3.2 LE INDAGINI AD HOC OMMISSIONATE DAL GRUPPO DI COORDINAMENTO PER GLI ODS .................................................................................. 27
4. APPENDICI ....................................................................................................................... 35 4.1 DISTRIBUZIONE DEI COMUNI PER AMBITO TERRITORIALE ...................... 35 4.2 DISTRIBUZIONE DEI SERVIZI PER L’INFANZIA E PRESA IN CARICO PER AMBITO TERRITORIALE ANNO 2009 ........................................................................... 40
3A cura del Gruppo di Coordinamento per l’attuazione del Piano d’Azione Obiettivi di Servizio: Settore 01 - AGC 03
1. GLI INDICATORI DELL’OBIETTIVO DI SERVIZIO “SERVIZI DI CURA PER L’INFANZIA” .
PREMESSA
Il Quadro Strategico Nazionale 2007-2013, in ottemperanza a quanto previsto nell’ambito
della Strategia di Lisbona 2000, ha attribuito un ruolo fondamentale al miglioramento dei
servizi essenziali finalizzati ad aumentare le opportunità degli individui e migliorarne la
qualità della vita. A tale scopo tra gli Obiettivi di Servizio si annoverano i servizi di cura alla
persona orientati alla riduzione dei carichi familiari ed all’innalzamento della partecipazione
delle donne al mercato del lavoro, elevando la percentuale dei Comuni, con servizi dedicati e
la percentuale dei bambini che usufruiscono di tali servizi.
Il sistema premiale degli Obiettivi di servizio, in relazione ai servizi per l’infanzia, ha
individuato i seguenti indicatori:
• S04 “Diffusione dei servizi per la prima infanzia” ovvero la percentuale dei
Comuni della Campania che hanno attivato almeno un servizio per la prima infanzia (asili
nido1 o micro-nidi2, servizi integrativi e/o innovativi3) sul totale dei Comuni,
• S05 “Presa in carico ponderata degli utenti dei servizi per l'infanzia” ovvero la
percentuale di bambini tra zero e tre anni che hanno usufruito dei servizi per l’infanzia
(asili nido, micro-nidi o servizi integrativi o innovativi) sul totale della popolazione in età
tra zero e tre anni.
1 L’asilo nido è una struttura educativa destinata ai bambini di età compresa tra i 3 mesi ed i 3 anni e che precede l'ingresso alla scuola dell'infanzia. 2 Il micronido è una struttura che svolge le attività proprie di un asilo nido ma accoglie un numero inferiore di bambini e presenta un maggior grado di flessibilità.
3 Ai sensi della L. 285 del 28 agosto 1997, i servizi innovativi sono declinati in due tipologie: a) servizi con caratteristiche educative, ludiche, culturali e di aggregazione sociale per bambini da zero a tre anni, che prevedano la presenza di genitori, familiari o adulti che quotidianamente si occupano della loro cura, organizzati secondo criteri di flessibilità; b) servizi con caratteristiche educative e ludiche per l'assistenza a bambini da diciotto mesi a tre anni per un tempo giornaliero non superiore alle cinque ore, privi di servizi di mensa e di riposo pomeridiano.
4A cura del Gruppo di Coordinamento per l’attuazione del Piano d’Azione Obiettivi di Servizio: Settore 01 - AGC 03
L’indicatore S04 ha lo scopo di misurare la diffusione del servizio sul territorio regionale e
contempla i servizi pubblici o cofinanziati attivati dai Comuni (gestione di strutture o
pagamento di rette) anche in forma consorziata. Al riguardo si precisa che nella categoria
“asili nido” rientrano anche i “nidi aziendali”4 e le “sezioni primavera”5 esclusivamente nel
caso in cui il Comune o l’ente associativo che compila il questionario, ha contribuito
nell’anno di riferimento, al finanziamento delle spese di gestione.
Nell’ambito dei servizi integrativi o innovativi per la prima infanzia6, si annoverano invece, i
micronidi, i nidi famiglia o servizio “Tagesmutter”7, nel caso in cui tale servizio sia
organizzato dal Comune.
L’indice S05, che rappresenta uno degli indicatori fissati dalla Strategia di Lisbona 2000 ed è
stato ripreso anche nella Strategia Europa 2020, ha lo scopo di quantificare il numero degli
utenti del servizio erogato sul territorio regionale, attivato dai Comuni anche in forma
consorziata o per il quale sia stato effettuato un cofinanziamento.
L’indicatore è stato costruito affidando al peso dell’utenza servita da asili nido, almeno il 70
per cento del totale, pertanto, i Comuni che presentano una presa in carico di bambini
maggiore in servizi di asili nido, contribuiscono in maniera consistente, all’innalzamento del
valore dell’indicatore S05 rispetto ai Comuni che erogano servizi integrativi ed innovativi.
I "Servizi di cura per l'infanzia e gli anziani", tra l’altro, hanno l’obiettivo di favorire la
partecipazione femminile al mercato del lavoro, offrendo iniziative in grado di incidere sulla
conciliazione dei tempi e sull’allegerimeto dei carichi familiari. Risulta, quindi, interessante ai fini
4 Il nido aziendale è un asilo nido che accoglie bambini fino ai 3 anni, ospitato normalmente all’interno dell’azienda in locali appositamente destinati a questo uso. L’organizzazione deve prevedere la permanenza del bambino con possibilità di usufruire del pasto e del riposo.
5 Le Sezioni Primavera rappresentano un servizio educativo a carattere sperimentale per la primissima infanzia finalizzato ad offrire ai bambini al di sotto dei tre anni di età, un qualificato momento di preparazione e introduzione alla scuola dell'infanzia. La legge finanziaria per il 2007 ha introdotto una disposizione normativa che prevede la costituzione, in via sperimentale, di sezioni “primavera”, da aggregare alla scuola dell’infanzia, per accogliere bambini di età compresa tra i 24 e i 36 mesi. 6 Ai sensi dell'articolo 5 della legge 285 del 28 agosto 1997 e conformi alla legislazione regionale. 7 Il nido famiglia è un nido domiciliare che offre un servizio alternativo rispetto agli asili nido pubblici e privati che può ospitare fino ad un massimo di 6 bambini dai 3 mesi ai 3 anni. Questo tipo di attività è diffusa soprattutto nel Nord Europa dove sono meglio conosciuti come “Tagesmutter” (mamme di giorno), infatti, durante il giorno le mamme accolgono altri bambini nella propria casa, per accudirli mentre i loro genitori sono al lavoro. Non esiste una quota d'iscrizione e si pagano solo le ore di presenza effettiva.
5A cura del Gruppo di Coordinamento per l’attuazione del Piano d’Azione Obiettivi di Servizio: Settore 01 - AGC 03
dell’analisi, osservare l’andamento che assumono alcuni indicatori di contesto, utili a
comprendere meglio lo scenario in cui si muovono i servizi di cura per l’infanzia. Tra i vari
indicatori disponibili dalle fonti statistiche ufficiali, l’attenzione è stata posta, oltre che sul tasso di
occupazione femminile anche su:
tasso di natalità che esprime il rapporto tra il numero dei nati vivi e l’ammontare della
popolazione residente;
tasso di fertilità che esprime il numero medio di figli per donna in età feconda (15-49 anni);
indice di carico di figli per donna dato, nel nostro caso8, dal rapporto tra il numero di
bambini di età inferiori ai 3 anni e il numero di donne in età feconda.
In Italia le donne hanno maggiori difficoltà a conciliare lavoro e famiglia e spesso si trovano
nella condizione di dover scegliere tra il lavoro ed i figli ed il risultato è che sia il tasso di
natalità9 sia il tasso di occupazione femminile, sono bassi: quest’ultimo infatti, é pari al 48%
(la media OCSE é pari al 59%). Come si evince dal grafico sottostante, l’Italia è
caratterizzata da bassi tassi di fertilità e di impiego femminile10 rispetto agli altri paesi.
Grafico n. 1 Rapporto tra tasso di occupazione femminile e tasso di fertilità - Anno 2009
Fonte: OECD - Better Policies for better lives
8 In generale per il calcolo dell’indicatore si considerano i bambini di età inferiore ai 5 anni. 9 Il tasso di nataliatà è dato dal rapporto tra il numero di nati vivi e l'ammontare della popolazione residente. 10 In “Doing Better for families Italia” OECD Better Policies for better lives.
6A cura del Gruppo di Coordinamento per l’attuazione del Piano d’Azione Obiettivi di Servizio: Settore 01 - AGC 03
Uno studio effettuato nel 200611, nel confermare la relazione diretta tra i tassi di occupazione
femminile e i tassi di fertilità, ha dimostrato che anche in Europa, i Paesi più ricchi presentano
tassi di natalità più elevati e l’aumento del tasso di occupazione femminile spiegherebbe più
elevati tassi di fertilità.
Analizzando nel dettaglio la situazione italiana, la serie storica dei dati riferiti al tasso di
occupazione femminile e al tasso di natalità confermano la relazione diretta esistente tra le
due grandezze: a fronte di un peggioramento del tasso di occupazione femminile, registrato in
Italia, nel Mezzogiorno e in Campania, si registra un andamento discendente del tasso di
natalità.
Tabella n. 1 Tasso di occupazione femminile: persone occupate in età 15-64 anni sulla popolazione nella corrispondente classe di età Tasso di occupazione femminile
2006 2007 2008 2009 2010
Campania 28,4
27,9
27,3
26,3
25,7
Mezzogiorno 31,1
31,1
31,3
30,6
30,5
Italia 46,3
46,6
47,2
46,4
46,1
Fonte: elaborazioni su dati Istat
Tabella n. 2 Tasso di natalità tra aree geografiche (per 1000 residenti) Tasso di natalità 2007 2008 2009 2010
Campania 10,7
10,5
10,3
10,0
Nord 9,6
9,7
9,5
9,3
Nord-ovest 9,4
9,6
9,5
9,2
Nord-est 9,7
9,8
9,6
9,4
Centro 9,2
9,7
9,3
9,1
Mezzogiorno 9,6
9,6
9,4
9,2
Italia 9,5
9,6
9,5
9,2
Fonte: Elaborazione su dati Istat
In linea con quanto riportato in precedenza, analizzando l’indice di carico di figli per donna
11 Conclusioni della Conferenza “La Famiglia del Futuro” Roma, 2006 - Vision .
7A cura del Gruppo di Coordinamento per l’attuazione del Piano d’Azione Obiettivi di Servizio: Settore 01 - AGC 03
feconda che stima il “carico” di figli in età prescolare per donna in età fertile (tabella
seguente), si rileva un tendenziale aumento dell’indice, per le aree del Nord ed una riduzione
dello stesso per l’Italia Meridionale ed Insulare, a conferma che laddove i redditi risultino più
bassi (sia per mancanza di opportunità lavorative, sia per la difficoltà di conciliare il lavoro con la
vita familiare), la propensione ad avere figli si riduce. Tabella n. 3 Indice di carico di figli per donna feconda: Confronto tra aree geografiche Indice di carico 2006 2007 2008 2009 2010
Nord 8,5
8,6
8,7
8,8
8,8
Nord-Occ 8,2
8,2
8,6
8,7
8,7
Nord- Est 8,5
8,8
8,8
8,9
8,9
Centro 8,2
8,3
8,3
8,4
8,4
Italia Meridionale
8,8
8,7
8,6
8,5
8,4
Italia Insulare 8,5
8,4
8,3
8,3
8,2
Italia 8,5
8,3
8,5
8,6
8,4
Fonte: elaborazione su dati Istat
1.1 EVOLUZIONE TEMPORALE DEI DATI IN CAMPANIA: INDICATORI S04 – S05
A partire dal 2004 il Dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione economica monitora
l’andamento degli indicatori degli Obiettivi di servizio consentendo un’analisi dell’evoluzione
dei valori di riferimento. Nella tabella seguente è riportato l’avanzamento degli indicatori per
i servizi all’infanzia, evidenziando il progresso della Regione Campania nell’erogazione di
tali servizi.
8A cura del Gruppo di Coordinamento per l’attuazione del Piano d’Azione Obiettivi di Servizio: Settore 01 - AGC 03
Tabella 4: Andamento degli indicatori relativi al servizio di cura per l’infanzia dal 2004 al 2009
Indicatore e relativa descrizione Baseline
(2004)
Verifica
intermedia
Valore
attuale
(2009)12
Target
finale
(2013)
S.04 – Comuni della Campania che hanno attivato almeno un
servizio per la prima infanzia (asili nido o micronidi, servizi
integrativi e/o innovativi) sul totale dei Comuni (%)
30,5 55,5 39,6 35
S.05 – Bambini tra zero e tre anni che hanno usufruito dei servizi
per l’infanzia (asili nido, micronidi o servizi integrativi o
innovativi) di cui il 70% in asili nido, sul totale della popolazione
in età tra zero e tre anni (%)
1,5 2,4 2,4 12
Fonte: Dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione economica
In relazione all’indicatore S04 “Diffusione dei servizi per la prima infanzia” la Campania ha
ampiamente superato il target fissato al 2013, registrando già alla verifica intermedia, un
valore superiore di oltre il 50% del target; tale valore però diminuisce sensibilmente nel 2009,
anche se risulta comunque ampiamente maggiore del valore target fissato.
Ben diversa la situazione dell’indicatore S05 relativo alla presa in carico ponderata degli
utenti dei servizi per l'infanzia, che solo in minima parte riduce il divario con il target al 2013.
Infatti l’incremento intervenuto, dal 1,5% del valore baseline del 2004 al 2,4% della verifica
intermedia, confermata anche nel 2009, appare modesto rispetto a quanto sia ancora
necessario fare per raggiungere la soglia del 12%.
Evoluzione indicatore S04: La Delibera CIPE n. 82 del 3 agosto 2007 "Quadro Strategico
Nazionale 2007-2013 – “Definizione delle procedure e delle modalità di attuazione del
meccanismo premiale collegato agli obiettivi di servizio" fissa al 35% il valore da raggiungere
al 2013 per l’ottenimento delle risorse premiali.
La Regione Campania già in fase iniziale di rilevazione, ha presentato un valore abbastanza
vicino al target da conseguire, infatti, come riportato nel grafico seguente, è passata
agevolmente dal 30,5% del 2004 al 39,2 del 2005 mantenendo tale valore in linea (anche se
con un lieve decremento, registrato nel 2006) fino al 2007. Nel 2008 invece, la percentuale
dei Comuni della Campania che ha attivato almeno un servizio per la prima infanzia (asili
12 La disponibilità dei dati relativi all'anno 2009 è anticipata per le sole regioni del Mezzogiorno attraverso la Convenzione DPS-ISTAT che garantisce una accelerazione della tempistica dell'indagine per il meccanismo degli Obiettivi di Servizio.
9A cura del Gruppo di Coordinamento per l’attuazione del Piano d’Azione Obiettivi di Servizio: Settore 01 - AGC 03
nido o micronidi, servizi integrativi e/o innovativi) sul totale dei Comuni, si attesta al 50,5%
registrando un incremento di circa 12 punti percentuali rispetto all’anno precedente e
risultando in linea con la media nazionale. Tale aumento è generato da un maggior numero di
Comuni che hanno attivato asili nido (19 in più rispetto all’anno precedente) ma soprattutto
dall’aumento del numero di Comuni con servizi integrativi e/o innovativi attivati che
aumentano di 71 unità rispetto all’anno precedente, passando da 167 a 238.
Grafico 2: Analisi del trend di S04 dal 2004 al 2009
38,7
50,5
39,2
42,844,0
49,3
30,5
39,2 39,039,6
51,7
30,0
35,0
40,0
45,0
50,0
55,0
2004 2005 2006 2007 2008 2009
C ampania
Italia
Target 2013
Fonte: elaborazione su dati Istat, Indagine censuaria sugli interventi e i servizi sociali dei Comuni
Il 2009 invece, è stato caratterizzato da una consistente riduzione del valore dell’indicatore
che scende al 39,6%; infatti il numero di Comuni che hanno attivato il servizio di asilo nido in
Campania si riduce da 85 a 78 unità ma la diminuzione più consistente si registra nel numero
di Comuni che hanno attivato micronidi, servizi integrativi e/o innovativi che perde 58 unità
passando da 238 a 180.
Pertanto, nel 2009, come riportato nella tabella seguente, in Campania risultano 218 Comuni
che hanno attivato almeno un servizio tra asili nido o micronidi, servizi integrativi e/o
innovativi, con una presa in carico non ponderata di bambini che hanno usufruito dei servizi
per l’infanzia pari al 5%.
Nel biennio considerato, la diminuzione del numero di Comuni che hanno attivato servizi per
10A cura del Gruppo di Coordinamento per l’attuazione del Piano d’Azione Obiettivi di Servizio: Settore 01 - AGC 03
l’infanzia potrebbe anche essere generata da eventuali criticità di rilevazione che andrebbero
valutate alla luce di una approfondita indagine ad hoc. Infatti, escludendo il 2008, se
analizziamo il trend regionale, la percentuale dei Comuni che hanno attivato servizi per
l’infanzia risulta quasi costante passando dal 39,2% del 2005 al 39,6% del 2009.
Tabella n. 5 Comuni che hanno attivato servizi di asili nido o micronidi, servizi integrativi e/o innovativi nel 2009
Numero
Popolazione media
residente in età 0-2
anni
Bambini di 0-2 anni
che hanno usufruito
del servizio di asilo
nido
Bambini di 0-2 anni
che hanno usufruito
di servizi integrativi
e innovativi per
l’infanzia
Presa in carico non
ponderata di bambini
che hanno usufruito
dei servizi per
l’infanzia (%)
1. Comuni con asilo nido e SII
40 45.523 2.273 609 6%
2. Comuni con solo asilo nido
38 20.825 676 - 3%
3. Comuni con solo SII
140 19.648 - 312 2%
4. TOTALE 218 85.996 2.949 921 5% 5. Comuni senza servizi per l’infanzia
333 95.948 - - -
6. TOTALE 551 181.944 5.898 1.842 4% Fonte: elaborazione su dati 2009 Dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione13
Se consideriamo la modalità di gestione dei servizi per l’infanzia in Campania nel 2009
(tabella n. 6), 44 asili nido sono gestiti in maniera diretta e 33 in gestione associata, mentre
nel caso dei servizi integrativi e/o innovativi ben 154 sono in gestione associata rispetto ai 10
in gestione diretta.
13 Le tabelle n. 5, 6 e 7 sono il frutto dell’aggiornamento dei dati al 2009 pubblicati sul sito del DPS, effettuato
dal Gruppo di Coordinamento per il Piano di Azione degli Obiettivi di Servizio, sulla base del lavoro Formez (2011), Osservazioni sui dati sub-regionali della Campania relativi agli Indicatori S.04 e S.05, Roma.
11A cura del Gruppo di Coordinamento per l’attuazione del Piano d’Azione Obiettivi di Servizio: Settore 01 - AGC 03
Tabella n. 6 Modalità di gestione dei servizi per l’infanzia nel 2009
Con asili nido
solo in gestione
diretta
Con asili nido
solo in gestione
associata
Con entrambe le
gestioni
Con SII solo in
gestione associata
Con entrambe le
gestioni
1. Comuni con asilo nido e SII
40 45.523 2.273 609 6%
2. Comuni con solo asilo nido
38 20.825 676 - 3%
3. Comuni con solo SII
140 19.648 - 312 2%
4. TOTALE 218 85.996 2.949 921 5% Fonte: elaborazione su dati 2009 Dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione14
Tale dato dimostra che la modalità più complessa ma anche la più stabile del servizio, viene
gestita da un solo Comune mentre i servizi più flessibili come quelli innovativi, trovano nella
gestione associata la modalità più consona alle proprie esigenze organizzative. Probabilmente,
ciò è da ricondurre alla difficoltà dei Comuni, nel reperire risorse finanziarie adeguate alla
copertura dei costi di gestione che, nel caso degli asili nido, risultano sicuramente più elevati.
Pertanto, i Comuni che dispongono di minori risorse finanziarie da destinare ai servizi di cura
per l’infanzia, potrebbero considerare meno oneroso aderire ad una associazione o consorzio
di Comuni, per la gestione dei servizi integrativi o innovativi.
Al riguardo è utile osservare gli esiti di un’indagine campionaria condotta dall’ISTAT
Sull’Offerta comunale di asili nido e altri servizi socio – educativi per la prima infanzia15.
“Nel 2009 la spesa impegnata per gli asili nido da parte dei Comuni o, in alcuni casi, di altri
Enti territoriali delegati dai Comuni, è di circa 1 miliardo e 182 milioni di euro, al netto delle
quote pagate dalle famiglie.
Il rapporto fra la spesa sostenuta nell’arco di un anno e il numero degli utenti al 3 dicembre
dello stesso anno fornisce un’indicazione approssimativa dei costi sostenuti dagli enti
pubblici e dalle famiglie per questo tipo di servizio. In media, per ciascun utente, si ottiene
una spesa di 6.126 euro a carico dei Comuni e di 1.351 euro da parte delle famiglie, per un
totale di 7.477 euro impegnati per bambino nel 2009.
14 Vedi nota precedente. 15 L’indagine rientra nel più ampio studio condotto sugli interventi e i servizi sociali dei Comuni singoli o
associati.
12A cura del Gruppo di Coordinamento per l’attuazione del Piano d’Azione Obiettivi di Servizio: Settore 01 - AGC 03
In questo scenario la Campania a fronte di 3.069 bambini iscritti al 31 dicembre 2009 presso
gli asili nido comunali e gli asili nido sovvenzionati dai Comuni, presenta una spesa a carico
dei comuni pari a 9.363 euro a fronte di un contributo delle famiglie pari solo 636 euro. Il
rapporto tra la quota pagata dalle famiglie e la quota erogata dai Comuni (7%) è insieme a
quello della Sicilia (6%)16è tra i più bassi d’Italia.
La spesa per asili nido comprende anche i contributi e le integrazioni alle rette pagati dai
Comuni per gli utenti di asili nido privati, convenzionati o sovvenzionati dal settore pubblico.
In questo caso la spesa media per utente è decisamente inferiore rispetto ai costi di
funzionamento delle strutture comunali.
Se si considerano distintamente le due modalità di erogazione del servizio, si hanno da un
lato, gli asili nido comunali, con circa 154 mila bambini iscritti, una spesa pro-capite di
7.104 euro da parte dei Comuni e un contributo medio da parte delle famiglie di 1.618 euro,
per un totale di 8.722 euro pro-capite di spesa impegnata. Dall’altro lato, si trovano le rette e
i contributi versati dai Comuni a favore di utenti presso strutture private, modalità
variamente distribuita nel territorio sulla base della legislazione regionale vigente: i
contributi di questo tipo riguardano circa 39 mila bambini, per un importo medio di 2.218
euro. Rispetto all’anno precedente, a fronte di una leggera variazione in aumento dei bambini
iscritti in asilo pubblico comunale (+2,1%), si registra un sostanziale aumento del numero di
bambini in convenzione presso le strutture private (+54%).
Il dato appena descritto è dovuto, sostanzialmente al Centro Nord; in Campania, e in generale
nel Mezzogiorno si registra, infatti, un andamento inverso rispetto al resto della nazione: tra il
2008 e il 2009 il numero di utenti di asilo nido comunali è cresciuto mentre è diminuito il
numero di utenti in convenzione presso le strutture private.
Evoluzione indicatore S05: Come indicato dalla Delibera CIPE n. 82/2007, l’indicatore è
misurato a livello regionale, dando all’utenza accolta in asili nido, un peso pari ad almeno il
70% del totale, rispetto all’utenza accolta presso le strutture che offrono servizi integrativi.
Obiettivo fondamentale è quello di ridurre il divario esistente tra le Regioni del Mezzogiorno
ed il resto del Paese nell’erogazione dei servizi per l’infanzia, pertanto tali Regioni devono
coprire, al 2013, il 12% di utenti fino a tre anni, di cui almeno il 70 per cento con il servizio di
asilo nido.
16 In Sicilia i Comuni versano in media 8.973 euro a fronte dei 542 euro versati dalle famiglie per ogni bambino.
13A cura del Gruppo di Coordinamento per l’attuazione del Piano d’Azione Obiettivi di Servizio: Settore 01 - AGC 03
Dall’analisi dei dati riportati nel grafico seguente, la situazione dell’indicatore S05 “Presa in
carico ponderata degli utenti dei servizi per l'infanzia” appare ben diversa da quella
dell’indicatore precedente, infatti la distanza dal target al 2013, risulta ancora consistente. In
Campania, a partire dal 2004, la percentuale ponderata di bambini da 0 a 3 anni che hanno
usufruito di servizi per l’infanzia (asili nido, micronidi, e/o altri servizi integrativi e
innovativi) sul totale della popolazione della stessa fascia d’età, cresce ad intermittenza
dall’1,5% fino al arrivare al 2,4% del 2009.
Grafico 3: Analisi del trend di S05 dal 2004 al 2009
1,5 1,9 1,8 1,9 2,4 2,4
11,3 11,1 11,7 11,912,6
1,0
3,0
5,0
7,0
9,0
11,0
13,0
15,0
2004 2005 2006 2007 2008 2009
C ampania
Italia
Target 2013
Fonte: elaborazione su dati Istat, Indagine censuaria sugli interventi e i servizi sociali dei Comuni
Nello specifico si rileva un andamento costante tra il 2008 ed il 2009, infatti, la presa in carico
ponderata risulta stabile al 2,4%. Il risultato è tale in quanto il numero di bambini da 0 a 3 di
età17 che hanno usufruito del servizio di asilo nido è rimasto fermo a 3.069 unità in entrambi
gli anni, mentre il numero di bambini fino al compimento dei tre anni che hanno usufruito di
servizi integrativi o innovativi è diminuito da 2.054 del 2008 a 1.898 del 2009. Nonostante
tale riduzione di presa in carico l’indicatore non ha mostrato variazioni a causa del peso
percentuale maggiore degli utenti di asili nido rispetto a quelli dei servizi integrativi.
17 fino al compimento dei tre anni.
14A cura del Gruppo di Coordinamento per l’attuazione del Piano d’Azione Obiettivi di Servizio: Settore 01 - AGC 03
Analisi comparata S04 e S05:
Il diverso andamento dei due indicatori dipende anche da una diversa logica utilizzata per la
costruzione degli stessi. Nel primo caso la buona performance registrata dall’indicatore S04 è
attribuibile al fatto che nella diffusione dei servizi per l’infanzia sono considerati anche i
servizi integrativi, sperimentali e/o innovativi, pur se assicurati dai Comuni in forma
associata, che talvolta risultano più numerosi rispetto agli asili nido. Probabilmente, l’ottima
performance regionale è da attribuirsi anche all’applicazione tempestiva della riforma dei
servizi sociali di cui alla L. 328/2000, per la quale la Campania ha fatto da apripista rispetto
alle altre Regioni italiane.
Nel caso dell’indicatore S05 invece, la composizione dell’indice della presa in carico,
costituita da almeno il 70% dei servizi di asili nido e micro-nidi e solo dal 30% dei servizi
integrativi, sperimentali e/o innovativi, favorisce i Comuni che puntano su servizi complessi e
più strutturati. Pertanto il basso valore raggiunto dall’indicatore S05 nel 2009, mostra una
generale carenza di asili nido e micro-nidi, fino alla loro totale assenza in molte aree della
Regione.
Appare utile valutare la performance degli indicatori S04 ed S05, considerando gli Ambiti
territoriali ai sensi della L. 328/2000 e s.m.i., istituiti per favorire l’aggregazione dei Comuni
nell’erogazione dei servizi sociali18.
La presenza di servizi in gestione associata, favorisce la penetrazione degli stessi in ambiti
sovra comunali, garantendo il servizio anche in aree nelle quali, per densità abitativa,
costituzione geomorfologica o per mancanza di risorse finanziarie, non sarebbe stato possibile
erogare i suddetti servizi.
Analizzando la distribuzione dei servizi per l’infanzia e la presa in carico per Ambito
Territoriale19 nell’anno 200920, emerge che su un totale di 52 Ambiti Territoriali, 17 di essi
(32%) non erogano servizi per l’infanzia e sono concentrati soprattutto nelle Province di
Napoli e Caserta. Inoltre, in ben 22 Ambiti sono presenti Comuni che non hanno attivato asili
18 La Regione Campania, nell’esercizio delle funzioni di programmazione, coordinamento e indirizzo degli interventi sociali, con DGR n. 1824 del 29 giugno 2001, ha definito gli ambiti territoriali per la gestione unitaria del sistema locale dei servizi sociali a rete per favorire la formazione di omogenee aggregazioni territoriali sul modello della distrettualizzazione sanitaria. 19 L’elenco completo relativo alla composizione di ciascun Ambito territoriale è riportato in appendice. 20 La tabella integrale è riportata in appendice.
15A cura del Gruppo di Coordinamento per l’attuazione del Piano d’Azione Obiettivi di Servizio: Settore 01 - AGC 03
nido, ciò si verifica, come nel caso precedente, nelle Province di Napoli e Caserta nonché
nella Provincia di Benevento. Inoltre, si rileva che per quanto attiene i servizi integrativi ed
innovativi per l’infanzia, vi sono 31 Ambiti nei quali si è totalmente sprovvisti di tali servizi e
ciò si verifica in particolare negli ambiti della Provincia di Caserta e Napoli ed in maniera
consistente anche nella Provincia di Salerno. Pertanto dall’analisi effettuata emerge che gli
ambiti delle aree interne (Avellino e Benevento) e, parzialmente, quelli della Provincia di
Salerno, risultano più virtuosi in relazione alla diffusione dei servizi per l’infanzia.
Se consideriamo, invece, l’indicatore S05 e la presa in carico ponderata dei bambini che
hanno usufruito dei servizi per l’infanzia, gli Ambiti territoriali che registrano performance
migliori afferiscono alla Provincia di Salerno (S0821 con il 12,8%, S0522 con l’8% e S0923 con
il 7,6%), alla Provincia di Benevento (B424 con il 6,9%) ed alla Provincia di Avellino (A225
con il 6,4% e A126 con il 5,3), confermando anche per questo indicatore, una erogazione
maggiore del servizio nelle aree interne della Regione.
21 Costituito dai seguenti Comuni: Pellezzano, Salerno. 22 Costituito dai seguenti Comuni: Altavilla Silentina, Battipaglia, Campagna, Contursi Terme, Eboli, Oliveto
Citra, Postiglione, Serre, Sicignano degli Alburni. 23 Costituito dai seguenti Comuni: Alfano, Casaletto Spartano, Caselle in Pittari, Ispani, Morigerati, Rofrano, San
Giovanni a Piro, Santa Marina, Sapri, Torraca, Torre Orsaia, Tortorella; Vibonati. 24 Costituito dai seguenti Comuni: Campolattaro, Casalduni, Castelpagano, Circello, Colle Sannita, Fragneto
l'Abate, Fragneto Manforte, Morcone, Pontelandolfo, Reino, San Giorgio La Molara, San Lupo, San Marco dei Cavoti, Santa Croce del Sannio, Sassinoro.
25 Costituito dai seguenti Comuni: Andretta, Aquilonia, Bagnoli Irpino, Bisaccia, Cairano, Calabritto, Calitri, Caposele, Cassano Irpino, Castelfranci, Conza della Campania, Guardia Lombardi, Lacedonia, Lioni, Montella, Monteverde, Morra de Sanctis, Nusco, Rocca San Felice, Sant'Andrea di Conza, Sant'Angelo dei Lombardi, Senerchia, Teora, Torella dei Lombardi, Villamaina.
26 Costituito dai seguenti Comuni: Ariano Irpino, Bonito, Carife, Casalbore,Castel Baronia, Flumeri, Fontanarosa, Frigento, Gesualdo, Greci, Grottaminarda, Luogosano, Melito Irpino, Mirabella Eclano, Montaguto, Montecalvo Irpino, Paternopoli, San Nicola Baronia, San Sossio Baronia, Sant'Angelo all'Esca, Savignano Irpino, Scampitella, Sturno, Taurasi, Trevico, Vallata, Vallesaccarda, Villanova del Battista, Zungoli.
16A cura del Gruppo di Coordinamento per l’attuazione del Piano d’Azione Obiettivi di Servizio: Settore 01 - AGC 03
Tabella n. 7 Ambiti Territoriali maggiormente performanti nella diffusione dei servizi per l’infanzia e nella presa in carico – dati anno 2009
Ambito
Comuni con servizi
per l'infanzia
Comuni con asili
nido
Comuni con SII
Popolazione media
residente in età 0-2 anni
Bambini di 0-2 anni
che hanno usufruito
del servizio di asilo nido
Bambini di 0-2 anni
che hanno usufruito di servizi
integrativi e
innovativi per
l'infanzia
Presa in carico NON
PONDERATA di bambini che hanno usufruito dei servizi
per l'infanzia
S.05 - Presa in carico
PONDERATA (70% in
asili nido) di bambini che
hanno usufruito dei servizi
per l'infanzia
A1 29 4 29 2035 75 86 9,7 5,3
A2 25 5 25 1391 62 120 13,1 6,4
B4 15 2 15 662 32 48 12,1 6,9
S5 9 3 9 3.671 221 72 8 8
S8 2 1 2 3.447 310 430 36,4 12,8
S9 13 13 13 698 37 27 9,2 7,6
Totale 218 78 180 181.944 3.069 1.898 2,7 2,4Fonte: elaborazione su dati 2009 Dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione27 Analizzando ulteriormente il dato, se si valuta il contributo che ciascun aggregato provinciale
offre al raggiungimento del target al 2009, il peso maggiore per la presa in carico è dato dagli
ambiti della Provincia di Salerno (44,5%), di Napoli (20,1%) e di Avellino (16,6%), mentre,
se si considera il numero di utenti (ponderato) sul totale della popolazione media residente in
età 0-2 anni, gli ambiti della Provincia di Napoli coprono ben il 56,82% dell’utenza servita.
Tale informazione consente di fare una valutazione più ampia sulle aree nelle quali investire
al fine del raggiungimento del target al 2013.
A seguito dell’analisi realizzata dal Formez28, il Gruppo di Coordinamento per gli OdS ha
effettuato alcune analisi cartografiche che fotografano la distribuzione geografica dei servizi
per l’infanzia in Campania al 2009. Osservando la cartografia, sotto riportata, si notano alcune
aree totalmente sprovviste di servizi per l’infanzia come la provincia di Caserta, alcune zone
interne della provincia di Benevento nonché le aree del Cilento (S07) e le zone interne della
provincia di Salerno, al confine con la Basilicata.
In relazione alla tipologia di servizi per l’infanzia presenti sul territorio si sottolinea la
27 Vedi nota precedente. 28 Per maggiori approfondimenti si rinvia al paragrafo 3.2
17A cura del Gruppo di Coordinamento per l’attuazione del Piano d’Azione Obiettivi di Servizio: Settore 01 - AGC 03
presenza di numerosi servizi integrativi ed innovativi, sia in gestione diretta sia in gestione
associata, rilevati soprattutto nelle aree interne del territorio campano dove sono
maggiormente presenti Comuni di piccole dimensioni.
18A cura del Gruppo di Coordinamento per l’attuazione del Piano d’Azione Obiettivi di Servizio: Settore 01 - AGC 03
Figura n. 1 Localizzazione asili nido o micronidi, servizi integrativi e/o innovativi sul territorio regionale anno 2009
Fonte: elaborazione su dati Istat anno 2009, Indagine censuaria sugli interventi e i servizi sociali dei Comuni
19A cura del Gruppo di Coordinamento per l’attuazione del Piano d’Azione Obiettivi di Servizio: Settore 01 - AGC 03
2. CONFRONTI
2.1 CONFRONTO TRA LA CAMPANIA E LE ALTRE REGIONI CHE CONCORRONO AL MEDESIMO OBIETTIVO
L’analisi delle performances delle regioni che concorrono al meccanismo premiale degli
Obiettivi di Servizio, offre uno spaccato delle singole posizioni regionali in relazione al
raggiungimento del target previsto al 2013.
La tabella seguente riporta i dati concernenti l’evoluzione dell’indicatore S04 della Regione
Campania e delle altre regioni del Mezzogiorno, confrontando i dati emerge che, al 2009,
l’Abruzzo è l’unica Regione a registrare una performance migliore rispetto alla Campania che
risulta seconda rispetto alla totalità delle Regioni oggetto di analisi. Tabella 8 Diffusione dei servizi per l’infanzia: confronto Campania-regioni del Mezzogiorno dal 2004 al 2009
S04-Diffusione dei servizi per l'infanzia
2004 2005 2006 2007 2008 2009 Target 2013
Abruzzo 23,6
26,2
26,9
32,5
52,1
67,5
35,0
Molise 2,2
2,9
2,2
6,6
7,4
9,6
35,0
Campania 30,5
39,2
39,0
38,7
50,5
39,6
35,0
Puglia 24,0
27,5
27,5
36,4
44,2
36,4
35,0
Basilicata 16,8
32,8
31,3
25,2
21,4
27,5
35,0
Calabria 6,6
7,8
8,1
14,2
15,6
18,1
35,0
Sicilia 33,1
33,3
33,8
34,4
34,6
33,8
35,0
Sardegna 14,9
17,2
17,5
20,7
20,4
36,9
35,0
Fonte: elaborazione su dati Istat, Indagine censuaria sugli interventi e i servizi sociali dei Comuni
Fatta eccezione per il Molise, la Basilicata, la Calabria e la Sicilia (anche se il valore è
prossimo), tutte le altre Regioni hanno già raggiunto il target fissato al 2013.
Dal grafico seguente è possibile osservare che nonostante il superamento del target, la
Campania, la Puglia ed in misura minore la Sicilia, hanno fatto registrare una diminuzione
del valore dell’indicatore nel 2009.
20A cura del Gruppo di Coordinamento per l’attuazione del Piano d’Azione Obiettivi di Servizio: Settore 01 - AGC 03
Grafico 4 Trend indicatore S04- Confronto Campania-Regioni del Mezzogiorno dal 2004 al 2009
Fonte: elaborazione su dati Istat, Indagine censuaria sugli interventi e i servizi sociali dei Comuni In relazione all’indicatore S05, come si evince dalla tabella seguente, la Campania a
differenza di quanto evidenziato per l’indicatore S04, è la Regione che registra la
performance peggiore considerando anche che essa è l’unica a presentare un dato stabile
rispetto all’anno precedente.
Tabella 9 Presa in carico “ponderata” degli utenti dei servizi per l’infanzia: confronto Campania-Regioni del Mezzogiorno dal 2004 al 2009 S05- Presa in carico "ponderata" degli utenti dei servizi per l'infanzia
2004 2005 2006 2007 2008 2009 Target 2013
Abruzzo 6,7
7,2
7,2
8,6
9,8
10,0
12,0
Molise 3,2
3,9
4,8
4,8
4,8
5,4
12,0
Campania 1,5
1,9
1,8
1,9
2,4
2,4
12,0
Puglia 4,8
4,9
4,4
4,6
4,9
5,0
12,0
Basilicata 5,1
5,6
5,4
6,9
6,8
7,8
12,0
Calabria 2,0
2,1
2,4
2,0
2,7
3,5
12,0
Sicilia 6,0
6,4
6,3
5,5
6,0
5,2
12,0
Sardegna 10,0
9,1
8,6
8,9
9,3
13,2
12,0
Fonte: elaborazione su dati Istat, Indagine censuaria sugli interventi e i servizi sociali dei Comuni
21A cura del Gruppo di Coordinamento per l’attuazione del Piano d’Azione Obiettivi di Servizio: Settore 01 - AGC 03
Va però segnalato che la Regione Campania, presentava già nel 2004, un valore inferiore
alle altre regioni meridionali, mostrando un incremento complessivo al 2009 dello 0,9%,
mentre vi sono Regioni come la Puglia che nello stesso arco temporale ha fatto registrare
un incremento solo dello 0,2%.
Bisogna quindi precisare, come riportato nel grafico seguente, che ad eccezione della
Sardegna, nessuna delle Regioni analizzate, ha raggiunto il target fissato al 2013 ed anche le
Regioni maggiormente performanti, mostrano difficoltà nel raggiungimento del target.
Grafico 5 Trend indicatore S05- Confronto Campania-regioni del Mezzogiorno dal 2004 al 2009
Fonte: elaborazione su dati Istat, Indagine censuaria sugli interventi e i servizi sociali dei Comuni
Probabilmente la causa è da attribuirsi alle difficoltà oggettive che i Comuni hanno
nell’affrontare i costi di gestione che spesso non consentono l’erogazione costante del
servizio in quanto finanziato con specifiche risorse pubbliche ordinarie, notoriamente
scarse.
22A cura del Gruppo di Coordinamento per l’attuazione del Piano d’Azione Obiettivi di Servizio: Settore 01 - AGC 03
2.2 CONFRONTO TRA LA CAMPANIA ED IL MEZZOGIORNO
Appare utile effettuare un confronto della performance campana rispetto al Mezzogiorno;
dalla tabella seguente, si evince come per l’indicatore S04 i valori del Mezzogiorno
risultano costantemente più bassi rispetto ai dati campani.
Tabella 10 Diffusione dei Servizi per l’infanzia: confronto Campania-Mezzogiorno anni 2004 – 2009
S04-Diffusione dei servizi per l'infanzia
2004 2005 2006 2007 2008 2009 Target al 2013
Campania 30,5
39,2
39,0
38,7
50,5
39,6
35,0
Mezzogiorno 21,1
25,1
25,1
28,1
33,8
35,7
Fonte: elaborazione su dati Istat, Indagine censuaria sugli interventi e i servizi sociali dei Comuni
La situazione è inversa per l’indicatore S05 – tabella n. 8 – rispetto alla quale, invece, il
Mezzogiorno registra valori più alti della Campania, ma il dato conferma la difficoltà di
avanzamento della presa in carico, anche considerando una aggregazione più ampia come
la macro area.
Tabella 11 Presa in carico “ponderata” degli utenti dei servizi per l’infanzia: confronto Campania-Mezzogiorno anni 2004 – 2009 S05- Presa in carico "ponderata" degli utenti dei servizi per l'infanzia
2004 2005 2006 2007 2008 2009 Target al 2013
Campania 1,5
1,9
1,8
1,9
2,4
2,4
12,0
Mezzogiorno 4,2
4,5
4,3
4,3
4,8
5,0
Fonte: elaborazione su dati Istat, Indagine censuaria sugli interventi e i servizi sociali dei Comuni
Infatti l’indicatore S05 per il Mezzogiorno, dal 2004 al 2009 mostra un incremento dello
0,8% confermando le summenzionate difficoltà della presa in carico nel raggiungere livelli
elevati, nel corso di pochi anni.
23A cura del Gruppo di Coordinamento per l’attuazione del Piano d’Azione Obiettivi di Servizio: Settore 01 - AGC 03
2.3 CONFRONTO TRA AREE GEOGRAFICHE
Il confronto tra le macro aree del paese è possibile solo fino al 2008, anno in cui si ferma la
disponibilità dei dati relativi alla percentuale di Comuni che hanno attivato servizi per
l'infanzia (sul totale dei Comuni della regione) per le regioni centro-settentrionali.
In relazione all’indicatore S04, come riportato nella tabella seguente, al 2008 la
perfomance del Mezzogiorno risulta ancora notevolmente distante dalla media nazionale,
attestandosi su un valore pari al 33,8%, con uno scarto di circa 18 punti percentuali. Va
però rilevato che nel 200929 si registra un ulteriore progresso, che porta il valore
dell’indicatore al 35,7%.
Tabella 12 Diffusione dei Servizi per l’infanzia: confronto tra aree geografiche
S04-Diffusione dei servizi per l'infanzia
2004 2005 2006 2007 2008 2009
Nord-ovest 47,2
47,0
49,2
53,5
53,0
Nord-est 50,4
59,9
61,4
73,9
79,4
Centro 44,8
49,8
50,4
54,6
52,3
Centro-Nord 47,6
51,0
52,7
59,1
59,9
Mezzogiorno 21,1
25,1
25,1
28,1
33,8
35,7
Italia 39,2
42,8
44,0
49,3
51,7
Fonte: elaborazione su dati Istat, Indagine censuaria sugli interventi e i servizi sociali dei Comuni
Come riportato nel grafico seguente, si conferma anche la distanza notevole tra i valori del
Mezzogiorno e quelli delle aree del Centro e del Nord.
29 Dato disponibile al momento solo per le Regioni del Mezzogiorno.
24A cura del Gruppo di Coordinamento per l’attuazione del Piano d’Azione Obiettivi di Servizio: Settore 01 - AGC 03
Grafico 6 – Trend indicatore S04 – Confronto tra aree geografiche
‐10,020,030,040,050,060,070,080,090,0
Nord‐ovest
Nord‐est
Centro
Centro‐Nord
Mezzogiorno
Italia
2004 2005 2006 2007 2008
Fonte: elaborazione su dati Istat, Indagine censuaria sugli interventi e i servizi sociali dei Comuni
Anche per l’indicatore relativo alla presa in carico “ponderata” degli utenti dei servizi per
l’infanzia, il confronto dei dati è possibile fino al 2008. Dalla tabella e dal grafico riportati
di seguito, emerge che anche in questo caso il Mezzogiorno registra un forte divario
rispetto al Centro ed al Nord anche se i progressi registrati da tutte le aree geografiche,
confermano la lentezza nell’avanzamento dell’indicatore. Tabella 13 Presa in carico “ponderata” degli utenti dei servizi per l’infanzia: confronto tra aree geografiche S05- Presa in carico "ponderata" degli utenti dei servizi per l'infanzia
2004 2005 2006 2007 2008 2009
Nord-ovest 15,1
14,1
15,0
15,4
16,0
Nord-est 16,7
17,0
17,8
17,9
18,2
Centro 15,0
14,3
15,1
15,5
16,5
Centro-Nord 15,5
15,0
15,9
16,2
16,8
Mezzogiorno 4,2
4,5
4,3
4,3
4,8
5,0
Italia 11,3
11,1
11,7
11,9
12,6
Fonte: elaborazione su dati Istat, Indagine censuaria sugli interventi e i servizi sociali dei Comuni
25A cura del Gruppo di Coordinamento per l’attuazione del Piano d’Azione Obiettivi di Servizio: Settore 01 - AGC 03
Grafico 7 Trend indicatore S05 – Confronto tra aree geografiche
‐2,04,06,08,0
10,012,014,016,018,020,0
Nord‐ovest
Nord‐est
C entro
C entro‐N
ord
Mez zogiorno
Italia
2004 2005 2006 2007 2008
Fonte: elaborazione su dati Istat, Indagine censuaria sugli interventi e i servizi sociali dei Comuni
26A cura del Gruppo di Coordinamento per l’attuazione del Piano d’Azione Obiettivi di Servizio: Settore 01 - AGC 03
3. APPROFONDIMENTI
3.1. LE INDAGINE CAMPIONARIE CONDOTTE DALL’ISTAT SUL TEMA
L’ISTAT, oltre a produrre i dati ufficiali utili a monitorare l’andamento degli indicatori utilizzati
per il meccanismo degli Obiettivi di Servizio, effettua periodicamente indagini campionarie, i cui
risultati sono utili a comprendere meglio il quadro in cui si evolvono i servizi di cura per
l’infanzia.
Tra i diversi studi condotti dall’Istituto italiano di statistica particolarmente interessanti sono
risultati gli esiti derivanti da:
1. Report “Offerta Comunale di asili nido e altri servizi socio educativi per la prima infanzia”
tratto dall’Indagine annuale sugli interventi e i servizi sociali dei Comuni singoli o associati30;
2. Dossier “Famiglia in cifre”, elaborato grazie a molteplici indagini ad hoc realizzate dall’Istituto.
Per quanto riguarda il Report, oltre ai dati relativi alla spesa dei Comuni per i servizi di asilo nido,
già trattati nel paragrafo 1.1, è interessante riportare le seguenti risultanze che confermano,
sostanzialmente, quanto già illustrato in precedenza:
“Nell’anno scolastico 2009/2010 i dati riferiti all’insieme dei servizi per la prima infanzia (asili
nido e servizi integrativi) rilevano una percentuale di presa in carico degli utenti
complessivamente pari al 13,6%..... L’aspetto che emerge con maggiore evidenza è dato dalle
differenze territoriali, ancora molto ampie, in termini sia di spesa sia di offerta e di utilizzo dei
servizi esistenti. Ancora una volta appare evidente la carenza di strutture che caratterizza il
Mezzogiorno, in particolare le regioni del Sud. Infatti, la distribuzione per area geografica degli
utenti dei servizi si presenta fortemente squilibrata a sfavore delle regioni meridionali: sono
queste regioni che, pur raccogliendo il 31% della popolazione di riferimento (bambini fra zero e
due anni), accolgono il 13,2% degli utenti nel 2009/2010 (era il 13,4% nel 2008/2009)….
L’indicatore di presa in carico31 aumenta di 10 volte passando dalle regioni più in basso nella
30 L’unità di rilevazione dell’indagine è costituita dai Comuni singoli, dalle loro associazioni e da tutti gli enti
che contribuiscono all’offerta di servizi per delega da parte dei Comuni: consorzi, comprensori, comunità montane, unioni di Comuni, ambiti e distretti sociali, Asl e altre forme associative. Le informazioni vengono raccolte via web e sono articolate in sette aree di intervento o categorie di utenti dei servizi: “famiglia e minori”, “disabili”, “dipendenze”, “anziani”, “immigrati e nomadi”, “povertà, disagio adulti e senza dimora”, “multiutenza”
31 I dati raccolti con l’indagine sono riferiti ai soli utenti delle strutture comunali1 o delle strutture private convenzionate o sovvenzionate dal settore pubblico
27A cura del Gruppo di Coordinamento per l’attuazione del Piano d’Azione Obiettivi di Servizio: Settore 01 - AGC 03
graduatoria alle regioni più in alto, con valori che passano dal 2,7% e 3,5% rispettivamente in
Campania e Calabria, al 27,7% e al 29,5% dell’Umbria e dell’Emilia-Romagna”.
Il Dossier “Famiglia in cifre” che riporta, invece, informazioni utili a fotografare le abitudini e gli
stili di vita delle famiglie italiane, conferma che “in Italia la rete di aiuto informale continua ad
essere una risorsa fondamentale: le donne che lavorano e hanno figli usufruiscono del supporto
dei nonni più che dei servizi nel caso di bimbi di 1-2 anni (il 52,3% contro il 27,8% che usano i
nidi). Il 13,5% dei bambini frequentano un asilo pubblico, il 14,3% un asilo privato, il 9,2% è
affidato ad una baby sitter, il 63% è accudito da un familiare (52,3% dai nonni, 7,3% dagli stessi
genitori, 3,4% da altri parenti/amici)”.
3.2 LE INDAGINI AD HOC OMMISSIONATE DAL GRUPPO DI COORDINAMENTO PER GLI ODS
La Regione Campania nell’ambito del Progetto “I Sistemi di premialità e la Governance nei
Servizi Pubblici”, finanziato dal Dipartimento Affari Regionali e realizzato dal Formez PA, al fine
di approfondire l’andamento degli indicatori S04 ed S05, ha chiesto di realizzare due studi
specifici aventi ad oggetto:
1. Osservazioni sui dati sub-regionali della Campania relativi agli indicatori S04 e S05
2. L’offerta privata di servizi per l’infanzia
Osservazioni sui dati sub-regionali della Campania relativi agli indicatori S04 e S05
L’indagine, condotta sui dati al 2008, riferiti all’andamento di S04 ed S05, ha confermato quanto
già evidenziato nel paragrafo 1.1.: il diverso andamento dei due indicatori dipende da una diversa
logica utilizzata per la costruzione degli indicatori.
In particolare le ottime performance di S04 sono da attribuire sia alla componente dei “servizi
integrativi” all’interno dei servizi per l’infanzia, sia all’applicazione della riforma di servizi
sociali di cui alla L. 328/2000.
Di contro, il basso valore registrato per S05, è connesso ad una generale carenza di asili nido e dei
servizi più strutturati.
Il box sottostante riporta in dettaglio gli esti dell’indagine.
28A cura del Gruppo di Coordinamento per l’attuazione del Piano d’Azione Obiettivi di Servizio: Settore 01 - AGC 03
Osservazioni sui dati sub-regionali della Campania relativi agli indicatori S04 e S05
Premessa
Questa nota integra ed aggiorna un nostro precedente documento di analisi dei dati sub-regionali della Campania relativi agli Indicatori S.04 e S.0532, relativi ai servizi per l’infanzia nell’ambito degli Obiettivo di Servizio. La nota contiene un’estensione dell’analisi per il 2008 (anno base per la definizione della premialità sub-regionale), relativa in particolare alla situazione degli Ambiti territoriali della Campania. Vengono inoltre presentate alcune elaborazioni relative all’anno 2009, effettuate sui dati pubblicati dal DPS a febbraio 2011.
1. La situazione al 2008
1.1 Aspetti generali
I dati definitivi per il 2008 relativi agli Indicatori S.04 “Presenza dei servizi di asilo nido e servizi integrativi e innovativi per l’infanzia” e S.05 “Presa in carico ponderata degli utenti dei servizi per l’infanzia”, pubblicati a metà novembre 2010 dal DPS, confermano per la Campania i principali risultati emersi dalle precedenti rilevazioni e permettono alcune osservazioni di maggiore dettaglio.
Nel 2008, i comuni della Campania in cui sono presenti servizi per l’infanzia sono 278, pari al 50,5% del totale dei 551 comuni della regione (tabella 1, riga 4). L’Indicatore S.04 è quindi molto al di sopra del valore medio delle regioni del Mezzogiorno (33,8%) e quasi in linea con il valore nazionale (51,7%). Il target al 2013 è stato già raggiunto. Il progresso dell’Indicatore rispetto al 2004 è consistente: venti punti percentuali.
Dei 278 comuni che hanno attivato servizi per l’infanzia, 45 (il 16%) hanno attivato sia asili nidi che servizi integrativi e innovativi (SII); 40 (il 14%) solo asili nido; 193 (il 69%) solo servizi innovativi (tabella 1, righe 1-3). In complesso, sono dunque 85 i comuni con asili nido e 238 quelli con servizi innovativi ed integrativi. Non necessariamente la distribuzione dei comuni fra queste tre fasce è strettamente associabile alla taglia dimensionale della popolazione utente: nella prima fascia, dove il servizio è più articolato (sia asili nido sia servizi), ricadono diversi comuni con un numero di bambini residenti inferiore alle 80 unità; nella terza fascia (solo servizi) figurano comuni di dimensioni relativamente rilevanti come Boscoreale, Marigliano, Battipaglia.
Come si nota ancora dalla tabella 1, alla performance dei territori campani in termini di presa in carico contribuiscono peraltro (come vedremo fra breve con maggior dettaglio) le gestioni associate registrate sotto la voce “ambiti territoriali” (tabella 1, riga 5), e non per singolo comune, nelle rilevazioni ISTAT - DPS. La popolazione di bambini della regione residente in comuni serviti da servizi nidi (asili e/o SII) è di poco superiore alla metà del totale.
Tabella 1 – Attivazione dei servizi per l’infanzia e presa in carico nei comuni della Campania
Numero
Popolazione media residente in età 0-2 anni
Bambini di 0-2 anni che hanno usufruito del servizio di asilo nido
Bambini di 0-2 anni che hanno usufruito di servizi integrativi e innovativi per l'infanzia
Presa in carico non ponderata di bambini che hanno usufruito dei servizi per l'infanzia (%)
1. Comuni con asilo nido e SII 45 51.492 2.188 560 5,3
2. Comuni con solo asilo nido 40 18.090 677 - 3,7
3. Comuni con solo SII 193 23.251 - 300 1,3
4. TOTALE 278 92.832 2.865 860 4,0
5. Ambiti territoriali .... .... 204 1.194 0,9
6. Comuni senza servizi per l'infanzia 273 91.057 - - -
7. TOTALE 551 183.889 3.069 2.054 2,8
Per quanto riguarda la tipologia di gestione, prevale per gli asili nido la gestione associata: 48 comuni su 85 (il 56%) hanno adottato solo la gestione associata, 31 comuni (36%) solo la gestione diretta, 6 comuni hanno infine adottato entrambe le forme di gestione. La prevalenza della gestione associata è assoluta se consideriamo invece i servizi integrativi e innovativi. Sono infatti 219 (su 238, il 92%) i Comuni che hanno solo una gestione associata, mentre 9 comuni hanno solo la gestione diretta e 10 comuni hanno entrambe le gestioni per questa tipologia di servizi.
32 Formez (2010), Osservazioni sui dati sub-regionali della Campania relativi agli Indicatori S.04 e S.05, Roma.
29A cura del Gruppo di Coordinamento per l’attuazione del Piano d’Azione Obiettivi di Servizio: Settore 01 - AGC 03
Tabella 2 – Comuni per servizio attivato e tipologia di gestione
Con asili nido solo in gestione diretta
Con asili nido solo in gestione associata
Con entrambe le gestioni
Con SII solo in gestione diretta
Con SII solo in gestione associata
Con entrambe le gestioni
1. Comuni con asilo nido e SII 20 22 3 3 37 5
2. Comuni con solo asilo nido 11 26 3 0 0 0
3. Comuni con solo SII 0 0 0 6 182 5
4. TOTALE 31 48 6 9 219 10
Queste prime osservazioni permettono di notare che un contributo molto alto al raggiungimento del target relativo all’Indicatore S.04 proviene dai comuni che hanno adottato la modalità meno complessa (ma non per questo non valida) di attivazione dei servizi per l’infanzia, quella dei servizi integrativi ed innovativi a gestione associata. Questi comuni (182) rappresentano il 65,5% dei comuni complessivi che hanno attivato servizi per l’infanzia e che contribuiscono alla determinazione dell’Indicatore regionale (50,5%). Questi comuni hanno una media della popolazione utente (102 bambini per comune) molto inferiore alla media regionale (334 bambini per comune).
I dati per il 2008 pubblicati dal DPS confermano invece la situazione di forte ritardo per quanto riguarda l’Indicatore S.05. In complesso, il valore dell’Indicatore è pari al 2,4%, il più basso fra le regioni del Mezzogiorno. Nella tabella 1, si cerca di scomporre il contributo (o meglio il mancato contributo) dei comuni alla formazione dell’Indicatore, raggruppandoli in base alla tipologia di servizio attivato.
Il contributo (relativamente) più rilevante alla formazione dell’Indicatore S.05 proviene dai comuni che hanno adottato forme organizzative più complesse, attivando sia asili nido che servizi integrativi e innovativi. Si tratta, in media, di realtà di taglia dimensionale ampia (il numero medio di bambini utenti potenziali per comune è pari a 1.144 unità). Va però sottolineato che, accanto a Napoli, Salerno ed altre città di maggiori dimensioni, compaiono fra questi comuni anche molte realtà minori, con una popolazione utente inferiore alle 100 unità, che hanno spesso adottato gestioni associate.
Relativamente consistente è anche il contributo associato, nei dati ISTAT – DPS, agli “ambiti territoriali”, in cui presumibilmente confluiscono i dati di “presa in carico” dei comuni con gestioni associate (v. anche il paragrafo successivo).
Il contributo di questi comuni ai valori della presa in carico (nella tabella viene mostrata solo quella non ponderata) non è immediatamente misurabile, in quanto i valori di utenza confluiscono (presumibilmente) nei dati relativi agli “ambiti territoriali”. In generale, il contributo di questi ultimi si riferisce in modo prevalente ai servizi integrativi e innovativi per l’infanzia.
I dati sub-regionali permettono anche di osservare, all’interno di un quadro regionale complessivamente critico, la presenza di un piccolo numero di comuni con una presa in carico relativamente elevata: i comuni con un valore di S.05 superiore al 12% sono 14. Fra questi comuni, generalmente di piccola dimensione, spicca tuttavia la presenza di Salerno (14,1%) e Sorrento (12,2%). Napoli è al 5,3%, Benevento al 5,9%, Avellino al 3,6%. Spiccano i dati di mancata presa in carico per comuni di taglia demografica elevata, concentrati nella provincia di Napoli, come Giugliano, Torre del Greco, Casoria, Pozzuoli, Acerra, Afragola.
1.2 Osservazioni sui comuni con attivazione del servizio (Indicatore S.04) e senza presa in carico (Indicatore S.05)
L’incrocio dei dati sub-regionali relativi agli Indicatori S.04 e S.05 permette di osservare l’esistenza di un ampio numero di comuni che risultano avere attivato i servizi per l’infanzia (di asili nido e/o di servizi integrativi e innovativi) ma che non hanno la presa in carico corrispondente. I comuni in questa situazione sono 229 (il 42% circa del totale). In 202 casi, si tratta di comuni che dichiarano di avere attivato la gestione associata di servizi integrativi e innovativi. Sono invece 45 i comuni che hanno attivato la gestione associata di asili nido.
La ragione della discordanza, a livello comunale, fra lo stato di attivazione del servizio e la presa in carico dipende molto probabilmente dall’attribuzione statistica dell’utenza agli ambiti territoriali (v. il paragrafo precedente). Una verifica più rigorosa delle cause di questo fenomeno potrebbe comunque essere effettuata attraverso una indagine campionaria presso i comuni. In appendice a questa nota, viene presentato il disegno di una possibile indagine campionaria sulle discordanze tra attivazione del servizio e presa in carico nei comuni della Campania.
1.3 Dati per Ambito territoriale
I dati relativi agli Indicatori S.04 e S.05, aggregati per Ambito territoriale, permettono di misurare le performance indicate nella tabella 3.
30A cura del Gruppo di Coordinamento per l’attuazione del Piano d’Azione Obiettivi di Servizio: Settore 01 - AGC 03
Su 52 Ambiti, in 19 non sono presenti comuni che abbiano attivato il servizio Nidi. In 26 ambiti la presa in carico ponderata è nulla. Performance relativamente migliori si registrano nell’Ambito S8 (12,8%), nell’Ambito NA13 (7,5%), nell’Ambito S9 (6,1%), nell’Ambito B1 (5,9%), negli Ambiti A1 (5,6%) e A2 (5,4%).
Tabella 3 – Valori relativi agli Ambiti Territoriali
Ambiti
Comuni con servizi
per l'infanzia
Comuni con asili
nido
Comuni con SII
Popolazione media residente in età 0-2
anni (b)
Presa in carico NON
PONDERATA di bambini che
hanno usufruito dei servizi per l'infanzia (%)
S.05 - Presa in carico
PONDERATA (70% in asili
nido) di bambini che hanno
usufruito dei servizi per
l'infanzia (%)
A1 29 4 29 2.032 11,0 5,6
A2 25 3 25 1.400 12,5 5,4
A3 1 1 0 1.379 3,6 3,6
A4 0 0 0 585 0,0 0,0
A5 0 0 0 1.204 0,0 0,0
A6 29 2 29 2.966 7,7 1,1
A7 7 0 7 1.157 5,6 0,0
A8 0 0 0 570 0,0 0,0
B1 1 1 0 1.553 5,9 5,9
B2 0 0 0 1.655 0,0 0,0
B3 20 0 20 1.848 7,4 0,0
B4 15 1 15 664 10,4 2,2
B5 1 1 0 595 1,7 1,7
B6 0 0 0 1.006 0,0 0,0
C1 1 1 0 5.949 0,8 0,8
C2 0 0 0 2.830 0,0 0,0
C3 1 1 0 5.497 0,5 0,5
C4 0 0 0 1.205 0,0 0,0
C5 0 0 0 3.794 0,0 0,0
C6 1 0 1 1.202 1,1 0,0
C7 1 1 0 3.195 1,9 1,9
C8 1 1 1 3.147 0,0 0,0
C9 0 0 0 1.933 0,0 0,0
C10 0 0 0 785 0,0 0,0
NA1 0 0 0 5.471 0,0 0,0
NA2 1 1 0 6.956 0,5 0,5
NA3 2 0 2 2.175 1,6 0,0
NA4 0 0 0 5.444 0,0 0,0
NA5 5 1 5 3.907 3,8 0,8
NA6 0 0 0 4.649 0,0 0,0
NA7 0 0 0 5.530 0,0 0,0
NA8 0 0 0 4.720 0,0 0,0
NA9 1 0 1 4.396 0,2 0,0
NA10 0 0 0 4.469 0,0 0,0
NA11 1 1 0 3.257 2,5 2,5
31A cura del Gruppo di Coordinamento per l’attuazione del Piano d’Azione Obiettivi di Servizio: Settore 01 - AGC 03
NA12 6 1 6 3.648 6,1 1,2
NA13 8 8 0 2.959 7,5 7,5
NA14 1 1 0 6.229 1,9 1,9
NA15 4 1 4 3.205 2,5 1,6
NA16 0 0 0 4.790 0,0 0,0
NA17 1 1 0 3.295 2,8 2,8
NA18 1 1 1 29.731 5,3 5,3
S1 12 12 12 8.969 3,2 3,2
S2 0 0 0 5.207 0,0 0,0
S3 14 1 14 2.732 2,5 2,5
S4 2 1 1 1.686 4,0 4,0
S5 9 3 9 3.618 4,6 3,2
S6 21 21 0 1.312 0,2 0,2
S7 41 0 41 2.644 7,5 0,0
S8 2 1 2 3.472 37,0 12,8
S9 13 13 13 707 7,9 6,1
S10 0 0 0 573 0,0 0,0
TOTALE 278 85 238 183.889 2,8 2,4
2. La situazione al 2009
I dati ISTAT – DPS sui servizi per l’infanzia relativi all’anno 2009 mostrano un’evoluzione complessivamente non positiva degli Indicatori S.04 e S.05 rispetto all’anno precedente. Il numero di comuni in cui sono presenti servizi per l’infanzia si riduce di 60 unità. Il valore dell’Indicatore S.04 a livello regionale diminuisce di conseguenza al 39,6%. La parte maggiore della riduzione deriva dalla contrazione della presenza dei Servizi Integrativi e Innovativi, che interessa 58 comuni. I comuni in cui scompare invece la presenza di asili nido sono 7. Diminuiscono le gestioni associate, mentre aumentano leggermente quelle dirette. Andrebbe peraltro verificato quanto di questo fenomeno sia reale e quanto dipenda invece da problemi di rilevazione.
I coefficienti di presa in carico, sia ponderati che non ponderati, rimangono sostanzialmente stazionari fra 2008 e 2009, in un quadro in cui si riduce la popolazione utente potenziale e flette leggermente l’ammontare di bambini che hanno fruito di SII.
L’offerta privata di servizi per l’infanzia
Con riferimento all’analisi avente ad oggetto l’offerta privata di servizi per l’infanzia, sono emersi
i seguenti risultati:
• Nelle aree in cui l’offerta pubblica è nulla, l’offerta esercita essenzialmente un ruolo
sostitutivo
• L’offerta privata “sostitutiva” riguarda Comuni con una taglia demografica (bambini
potenziali utenti) molto superiore alla media regionale. Essa sembra quindi concentrarsi nei bacini
di domanda più cospicui.
• Nonostante la presenza di strutture private il quadro generale di sottodotazione del
servizio appare sostanzialmente confermato.
32A cura del Gruppo di Coordinamento per l’attuazione del Piano d’Azione Obiettivi di Servizio: Settore 01 - AGC 03
Le fasi che hanno caratterizzato l’indagine ed i relativi risultati sono riportati nel box successivo
L’offerta privata di servizi per l’infanzia
1. Scopi dell’indagine
Le analisi dei dati sub-regionali della Campania relativi agli Indicatori S.04 e S.0533, svolte nell’ambito del progetto “I Sistemi di Premialità e la Governance nei Servizi pubblici” del Formez, hanno messo in luce la necessità di svolgere alcuni approfondimenti di indagine, per giungere ad una migliore comprensione dei fenomeni in atto e migliorare l’intervento di policy.
Una prima domanda di ricerca, che affrontiamo in questa nota, ha riguardato l’offerta privata di servizi di asilo nido e servizi integrativi e innovativi: in particolare, nelle aree in cui l’offerta pubblica è nulla, l’offerta privata esercita un ruolo sostitutivo? Considerando l’offerta privata, la mappa della disponibilità di servizi per l’infanzia costruita, a livello territoriale, per l’offerta pubblica subisce modificazioni significative?
2. Costruzione della base di dati ed affidabilità della rilevazione
Effettuare una ricognizione statistica sul territorio dell’offerta privata di servizi di asilo nido, escludendo ovviamente il ricorso ad analisi censuarie per motivi di costi e di tempi, è piuttosto difficoltoso. Per la nostra indagine, è stato utilizzato il database del “Registro delle Imprese”, archivio ufficiale delle Camere di Commercio italiane (www.registroimprese.it), disponibile on line. Dal database sono stati estratti i record delle imprese della Campania appartenenti al Codice ATECO 88.91 “Servizi di asili nido e assistenza diurna per minori disabili”. Il database è riportato nel file EXCEL “Database codice 8891 Campania” allegato a questa Nota.
Per ciascuna impresa, il Registro rileva, oltre alle informazioni anagrafiche, identificative e fiscali (denominazione dell’impresa, Camera di Commercio di appartenenza, numeri identificativi del Registro delle imprese e del Repertorio delle notizie Economiche e Amministrative, telefono e fax, codice fiscale e partita IVA), la localizzazione (con il relativo indirizzo), la forma giuridica, l’attività esercitata, il numero di addetti dipendenti e indipendenti, il capitale sociale (per le società di capitali), i conferimenti o il capitale investito.
Per verificare la probabilità del rischio di non considerare imprese che, pur offrendo servizi di asilo nido, non siano registrate sotto il codice ATECO 88.91, è stata compiuta una indagine a campione sulle imprese della Campania registrate sotto il codice ATECO 851 “Istruzione di grado preparatorio: scuole dell’infanzia, scuole speciali collegate a quelle primarie”. Queste imprese sono complessivamente pari a 697. Il campione esaminato è stato composto da 35 imprese. In particolare, per queste società sono state verificate le descrizioni delle attività contenute nel Registro delle Imprese, in modo da escludere che, insieme ai servizi relativi a scuole dell'infanzia e a scuole speciali collegate a quelle primarie, fossero erogati anche servizi di asilo nido. La verifica ha dato esito negativo.
Va anche detto che l’interrogazione “libera” del Registro delle imprese (accessibile dalla home page del sito), in alternativa all’estrazione delle imprese classificate secondo i codici ATECO, dà risultati notevolmente diversi rispetto a questa seconda procedura. Impostando, in particolare, la parola “asilo nido” nel motore di ricerca, per il totale della Campania viene fornito un elenco di 317 imprese. Nei casi di società non comprese nell’elenco estratto sulla base dei codici ATECO, l’attività di asilo nido viene individuata nella sezione dedicata agli “ulteriori dati di impresa” (forniti direttamente dalle aziende) ma non nei dati relativi alle attività censite dal Registro Imprese. Inoltre, quest’uso del Registro delle Imprese non permette di ottenere rilevazioni statistiche strutturate, fornendo solo i dati elementari grezzi sulle imprese presenti.
Naturalmente, la rilevanza dei dati del Registro delle Imprese ai fini della nostra indagine andrebbe valutata anche alla luce dell’incidenza dell’offerta informale o irregolare di servizi nel settore, su cui non sono attualmente disponibili stime.
3. Caratteristiche del settore
Nell’anno 2010, le imprese censite nel Registro delle imprese sotto il Codice ATECO 88.91 sono complessivamente 129, con un’occupazione di 586 addetti, di cui 123 addetti indipendenti (21%) e 463 addetti dipendenti (79%). Le dimensioni medie delle imprese sono pari a 4,5 addetti. La tabella che segue presenta la distribuzione delle imprese per forma giuridica e la loro occupazione.
33 V. Formez (2010), Osservazioni sui dati sub-regionali della Campania relativi agli Indicatori S.04 e
S.05, Roma, nonché l’aggiornamento di questa indagine svolta a febbraio 2011.
33A cura del Gruppo di Coordinamento per l’attuazione del Piano d’Azione Obiettivi di Servizio: Settore 01 - AGC 03
Tabella 1 – Società operanti nel settore dei servizi di asili nido in Campania (Codice ATECO 88.91), per forma giuridica
Forma giuridica Numero Addetti indipendenti
Addetti dipendenti
Addetti totali
Ditte individuali 43 40 128 168
Società di persone (in nome collettivo, in accomandita semplice) 30 31 129 160
Associazioni culturali, organizzazioni non profit, cooperative sociali 37 35 140 175
Società di capitali (società a responsabilità limitata) 19 17 66 83
TOTALE 129 123 463 586
In termini di numerosità prevalgono le ditte individuali (33%), seguite dalle associazioni culturali, le organizzazioni non profit e le cooperative sociali (29%) e dalle società di persone (23%). Le società di capitali sono il 15% del totale. Alla formazione dell’occupazione del settore contribuiscono in modo equamente distribuito le associazioni (30%), le ditte individuali (29%) e le società di persone (27%).
Nella distribuzione provinciale di imprese e addetti (Tabella 2) prevale la provincia di Napoli (41%), seguita da Caserta e Salerno (23% ciascuna), Avellino e Benevento (8% ciascuna). Il rapporto fra numerosità di strutture e popolazione utente potenziale per Provincia (quest’ultima ripresa dai dati ISTAT – DPS) è differenziato. Esso è relativamente più alto a Benevento, Caserta e Salerno (dove il numero di asili nido privati per 1.000 bambini utenti potenziali è rispettivamente di 1,10, 1,02 e 0,98), ed è più basso a Napoli e Avellino (0,51 e 0,71).
I comuni campani in cui sono presenti imprese che offrono servizi di asilo nido sono 73. Delle 53 società della provincia di Napoli, 23 sono localizzate nella città di Napoli, tre a Casalnuovo di Napoli, due rispettivamente a Giugliano in Campania, Piano di Sorrento, Poggiomarino, Pozzuoli, Quarto. Della 30 strutture casertane, cinque sono situate nella città capoluogo. Sono tre le società localizzate nella città di Salerno, mentre sono ben sei a Nocera Inferiore. In media, la popolazione potenziale utente dei comuni in cui sono presenti strutture private di asilo nido è di 1.219 bambini, contro una media regionale di 330 bambini. Quindi la localizzazione di strutture private privilegia, come è comprensibile, i comuni di maggiore dimensione. Non mancano tuttavia i piccoli comuni in cui sono presenti strutture private: otto con meno di 100 bambini, sette con un numero di bambini compreso fra 100 e 200 unità.
Tabella 2 – Società operanti nel settore dei servizi di asili nido in Campania (Codice ATECO 88.91), per Provincia
Province Numero Addetti indipendenti
Addetti dipendenti
Addetti totali
Avellino 8 6 51 57
Benevento 8 8 31 39
Caserta 30 32 114 146
Napoli 53 46 163 209
Salerno 30 31 104 135
TOTALE 129 123 463 586
I Comuni in cui è presente più di una struttura sono 25 (su 73, il 34%): Napoli (23 imprese), Nocera Inferiore (sei imprese), Caserta (cinque imprese), Salerno, Casalnuovo di Napoli e Montecorvino Rovella (tre imprese), altre 19 comuni con due strutture (tra cui il capoluogo di provincia Benevento).
4. Caratteristiche del settore
Pur considerando i limiti, già discussi in precedenza, di un’analisi basata sul Registro delle imprese, la ricostruzione di un database territorializzato delle imprese private che offrono servizi per l’infanzia può consentire, attraverso l’incrocio con le rilevazioni le strutture pubbliche, di avanzare delle risposte alle domande di ricerca: in che misura l’offerta di servizi privati sostituisce o è complementare all’offerta pubblica per l’infanzia? Nelle aree in cui l’offerta pubblica è nulla, l’offerta privata esercita un ruolo sostitutivo?
Il file EXCEL allegato “Asili nido Campania pubblici e privati” incrocia il database (estratto dalla fonte ISTAT – DPS) sulle strutture pubbliche di asili nido e servizi innovativi ed integrativi con le informazioni sulle strutture private tratte dal Registro delle Imprese. Le
34A cura del Gruppo di Coordinamento per l’attuazione del Piano d’Azione Obiettivi di Servizio: Settore 01 - AGC 03
informazioni sulle strutture pubbliche e private hanno un riferimento temporale diverso (al 2009 le prime, al 2010 le seconde) ma la loro elaborazione può comunque fornire comunque indicazioni interessanti. La tabella 3 riepiloga alcune elaborazioni di sintesi condotte a partire dai dati integrati. In particolare, viene presentata la distribuzione dei Comuni a seconda della presenza di sole strutture pubbliche, sole strutture private, entrambe le tipologie di strutture, nessun servizio per l’infanzia.
Tabella 3 – Presenza di servizi per l’infanzia nei Comuni della Campania
Numero Popolazione utente Popolazione media
Comuni con sola offerta pubblica 187 29.672 159
Comuni con sola offerta privata 42 32.649 777
Comuni con entrambe le offerte 31 56.324 1.817
Comuni senza offerta 291 63.299 218
TOTALE 551 181.944 330
Su 73 Comuni in cui è stata rilevata un’offerta privata, in 42 casi quest’offerta appare “sostitutiva” dell’offerta pubblica, mentre in 31 casi c’è complementarità fra le due tipologie di offerta.
Dal punto di vista della taglia demografica, i Comuni con sola offerta privata sono di dimensioni medio-alte (777 bambini potenziali utenti, contro 330 bambini della media regionale). Rientrano in questo gruppo Comuni rilevanti come Giugliano (circa 4.800 bambini utenti potenziali), Pozzuoli (2.700 bambini), Afragola (2.600 bambini), Casalnuovo (1.900 bambini), Portici e Scafati (circa 1.600 bambini), Maddaloni (1.400 bambini), Somma Vesuviana (1.300 bambini).
I Comuni con sola offerta pubblica sono generalmente di taglia molto piccola (159 bambini). La dimensione media dei comuni con entrambe le offerte è molto alta, anche per effetto della presenza della città di Napoli — non mancano però in questo gruppo comuni anche molto piccoli, con una popolazione potenziale utente inferiore alle 100 unità.
I Comuni senza offerta hanno una popolazione media nettamente al di sotto della media regionale. Sono presenti però in questo gruppo numerosi Comuni di taglia demografica rilevante, con una popolazione potenziale utente superiore ai 1.000 bambini: Orta di Atella, Acerra, Arzano, Caivano, Casoria, Gragnano, Mugnano di Napoli, Ercolano, San Giorgio a Cremano, San Giuseppe Vesuviano, Torre del Greco, Villaricca, Sarno.
In realtà, per Comuni come Torre del Greco, Acerra e Casoria (con circa 2.700 bambini utenti potenziali per ciascuno), oppure come Ercolano (2.000 bambini), appare in prima approssimazione poco credibile la totale assenza di servizi per l’infanzia, pubblici o privati, anche considerando le caratteristiche economiche ed occupazionali di questi territori. Una breve ricognizione specifica condotta per questi Comuni sul Registro delle Imprese (utilizzando la parola “asilo nido” nel motore di ricerca) permette di rilevare la presenza di alcune strutture (due a Torre del Greco, 16 ad Acerra, 4 a Casoria, 3 ad Ercolano) classificate come cooperative sociali, con oggetti sociali molto ampi, riconducibili fra l’altro alla gestione di servizi socio-assistenziali ed educativi, all'inserimento di persone svantaggiate, etc.
Possiamo sintetizzare brevemente i principali risultati di questa indagine.
• Nelle aree in cui l’offerta pubblica è nulla, l’offerta privata (129 strutture in 73 Comuni) esercita un ruolo sostitutivo solo in un ridotto numero di casi. In particolare, l’offerta pubblica è nulla in 333 dei 551 Comuni della Campania; solo in 42 casi (il 13% circa) è stata rilevata un’offerta privata “sostitutiva”.
• L’offerta privata “sostitutiva” riguarda Comuni con una taglia demografica (bambini potenziali utenti) molto superiore alla media regionale. Essa sembra quindi concentrarsi nei bacini di domanda più cospicui.
• L’osservazione precedente sembra confermata anche dal fatto che i Comuni in cui è presente più di una struttura sono 25 su 73 (il 34%) e rappresentano un terzo della popolazione utente potenziale della regione.
• In sintesi, la mappa della disponibilità di servizi per l’infanzia costruita, a livello territoriale, per l’offerta pubblica subisce parziali modificazioni considerando l’offerta privata ma il quadro generale di sottodotazione del servizio appare sostanzialmente confermato.
• Un elemento da non trascurare rimane però l’affidabilità o utilizzabilità delle rilevazioni desumibili dal Registro delle Imprese. È infatti da considerare sia la possibilità che un numero significativo di imprese che erogano servizi di asilo nido non vengano censite sotto il Codice ATECO considerato (ricordiamo come il motore di ricerca del Registro, con la parola “asilo nido”, abbia restituito un numero di imprese, 317, molto più alto delle 129 unità rilevate attraverso il Codice ATECO), sia la presumibile incidenza delle attività informali o irregolari, della cui consistenza non esistono attualmente stime.
35A cura del Gruppo di Coordinamento per l’attuazione del Piano d’Azione Obiettivi di Servizio: Settore 01 - AGC 03
4. APPENDICI
4.1 DISTRIBUZIONE DEI COMUNI PER AMBITO TERRITORIALE
Distribuzione dei Comuni campania per Ambito Territoriale
Ambito Comune capofila
Numero comuni Comuni
Provincia di Avellino
A1 Ariano Irpino 29
Ariano Irpino, Bonito, Carife, Casalbore,Castel Baronia, Flumeri, Fontanarosa, Frigento, Gesualdo, Greci, Grottaminarda, Luogosano, Melito Irpino, Mirabella Eclano, Montaguto, Montecalvo Irpino, Paternopoli, San Nicola Baronia, San Sossio Baronia, Sant'Angelo all'Esca, Savignano Irpino, Scampitella, Sturno, Taurasi, Trevico, Vallata, Vallesaccarda, Villanova del Battista, Zungoli
A2 Lioni 25
Andretta, Aquilonia, Bagnoli Irpino, Bisaccia, Cairano, Calabritto, Calitri, Caposele, Cassano Irpino, Castelfranci, Conza della Campania, Guardia Lombardi, Lacedonia, Lioni, Montella, Monteverde, Morra de Sanctis, Nusco, Rocca San Felice, Sant'Andrea di Conza, Sant'Angelo dei Lombardi, Senerchia, Teora, Torella dei Lombardi, Villamaina
A3 Avellino 1 Avellino
A4 Cervinara 15 Altavilla Irpina, Capriglia Irpina, Cervinara, Cianche, Grottolella, Montefredane, Petruro Irpino, Pietrastornina, Prata di Principato Ultra, Pratola Serra, Roccabascerana, Rotondi, San Martino Valle Caudina, Torrioni, Tufo
A5 Mugnano del Cardinale 13
Avella, Baiano, Domicella, Lauro, Marzano di Nola, Moschiano, Mugnano del Cardinale, Pago del Vallo di Lauro, Quadrelle, Quindici, Sirignano, Sperone, Taurano
A6 Atripalda 29
Aiello del Sabato, Atripalda, Candida, Castelvetere sul Calore, Cesinali, Chiusano di San Domenico, Lapio, Manocalzati, Montefalcione, Montefusco, Montemarano, Montemiletto, Montoro Inferiore, Montoro Superiore, Parolise, Pietradefusi, Salza Irpina, San Mango sul Calore, San Michele di Serino, San Potito Ultra, Santa Lucia di Serino, Santa Paolina, Santo Stefano del Sole, Serino, Solofra, Sorbo Serpico, Torre le Nocelle, Venticano, Volturara Irpina
A7 Mercogliano 7 Contrada, Forino, Mercogliano, Monteforte Irpino, Ospedaletto D'alpinolo, Sant'Angelo a Scala, Summonte.
36A cura del Gruppo di Coordinamento per l’attuazione del Piano d’Azione Obiettivi di Servizio: Settore 01 - AGC 03
Distribuzione dei Comuni campania per Ambito Territoriale
Ambito Comune capofila
Numero comuni Comuni
Provincia di Benevento B1 Benevento 1 Benevento
B2 Montesarchio 18 Aiola, Arpaia, Arpaise, Bonea, Bucciano, Campoli del Monte Taburno, Castelpoto, Cautano, Foglianise, Forchia, Moiano, Montesarchio, Pannarano, Paolisi, Ponte, Tocco Caudio, Torrecuso, Vitulano
B3 Cerreto Sannita 20 Amorosi, Castelvenere, Cerreto Sannita, Cusano Mutri, Dugenta, Durazzano, Faicchio, Frasso Telesino, Guardia Sanframondi, Limatola, Melizzano, Paupisi, Pietraroja, Puglianello, San Lorenzello, San Lorenzo Maggiore, San Salvatore Telesino, Sant'Agata de' Goti, Solopaca, Telese Terme
B4 Morcone 15 Campolattaro, Casalduni, Castelpagano, Circello, Colle Sannita, Fragneto l'Abate, Fragneto Manforte, Morcone, Pontelandolfo, Reino, San Giorgio La Molara, San Lupo, San Marco dei Cavoti, Santa Croce del Sannio, Sassinoro
B5 Montefalcone di Val Fortore 12
Apice, Baselice, Buonalbergo, Castelfranco in Mescano, Castelvetere in Val Fortore, Foiano di Val Fortore, Ginestra degli Schiavoni, Molinara, Montefalcone di Val Fortore, Paduli, San Bartolomeo in Galdo, Sant'Arcangelo Trimonte
B6 S. Giorgio del Sannio 12
Ampollosa, Calvi, Ceppaloni, Pago Veiano, Pesco Sannita, Pietrelcina, San Giorgio del Sannio, San Leucio del Sannio, San Martino Sannita, San Nazzaro, San Nicola Manfredi, Sant'Angelo a Cupolo
37A cura del Gruppo di Coordinamento per l’attuazione del Piano d’Azione Obiettivi di Servizio: Settore 01 - AGC 03
Distribuzione dei Comuni campania per Ambito Territoriale
Ambito Comune capofila
Numero comuni Comuni
Provincia di Caserta
C1 Maddaloni 12 Arienzo, Capodrise, Cervino, Macerata Campania, Maddaloni, Marcianise, Portico di Caserta, Recale, San Felice a Cancello, San Marco Evangelista, Santa Maria a Vico, Valle di Maddaloni
C2 Casal di Principe 7 Cancello ed Arnone, Casal di Principe, Casapesenna, Castel Volturno, Frignano,
Grazzanise, Santa Maria la Fossa
C3 Succivo 9 Aversa, Carinaro, Casaluce, Cesa, Gricignano di Aversa, Orta di Atella, Sant'Arpino, Succivo, Teverola
C4 Teano 14 Caianello, Conca della Campania, Francolise, Galluccio, Marzano Appio, Mignano Monte Lungo, Pietravairano, Presenzano, Rocca d'Evandro, Roccamonfina, San Pietro Infine, Teano, Tora e Piccilli, Vairano Patenora
C5 Santa Maria Capua Vetere 15
Bellona, Calvi Risorta, Camigliano, Capua, Casapulla, Curti, Giano Vetusto, Pastorano, Pignataro Maggiore, Rocchetta e Croce, San Prisco, San Tammaro, Santa Maria Capua Vetere, Sparanise, Vitulazio
C6 Piedimonte Matese 15
Alife, Caiazzo, Castel di Sasso, Castello del Matese, Fontegreca, Formicola, Gioia Sannitica, Letino, Liberi, Piana di Monte Verna, Piedimonte Matese, Pontelatone, Raviscanina, San Potito Sannitico, Sant'Angelo d'Alife
C7 Caserta 4 Casagiove, Caserta, Castel Morrone, San Nicola la Strada
C8 Lusciano 7 Lusciano, Parete, San Cipriano d'Aversa, San Marcellino, Trentola Ducenta, Villa di Briano, Villa Literno
C9 Mondragone 5 Carinola, Cellole, Falciano del Massico, Mondragone, Sessa Aurunca
C10 Pietramelara 16 Ailano, Alvignano, Baia e Latina, Capriati a Volturno, Castel Campagnano, Ciorlano, Dragoni, Gallo Matese, Pietramelara, Prata Sannita, Pratella, Riardo, Roccaromana, Ruviano, San Gregorio Matese, Valle Agricola
38A cura del Gruppo di Coordinamento per l’attuazione del Piano d’Azione Obiettivi di Servizio: Settore 01 - AGC 03
Distribuzione dei Comuni campania per Ambito Territoriale
Ambito Comune capofila
Numero comuni Comuni
Provincia di Napoli
N1 Mugnano di Napoli 5 Calvizzano, Melito di Napoli, Mugnano di Napoli, Qualiano, Villaricca
N2 Giugliano di Campania 2 Giugliano in Campania, Marano di Napoli
N3 Ischia 7 Barano d'Ischia, Casamicciola Terme, Forio, Ischia, Lacco Ameno, Procida, Serrara Fontana
N4 Pozzuoli 4 Bacoli, Monte di Procida, Pozzuoli, Quarto
N5 Sant'Antimo 5 Casandrino, Frattamaggiore, Frattaminore, Grumo Nevano, Sant'Antimo
N6 Casoria 3 Arzano, Casavatore, Casoria
N7 Afragola 4 Afragola, Caivano, Cardito, Crispano
N8 Casalnuovo di Napoli 2 Acerra, Casalnuovo di napoli
N9 San Giuseppe Vesuviano 7 Ottaviano, Palma Campania, Poggiomarino, San Gennaro Vesuviano, San
Giuseppe Vesuviano, Striano, Terzigno
N10 Somma Vesuviana 6 Cercola, Massa di Somma, Pollena Trocchia, Sant'Anastasia, Somma Vesuviana,
Volla
N11 Nola 14 Camposano, Carbonara di Nola, Casamarciano, Cicciano, Cimitile, Comiziano, Liveri, Nola, Roccarainola, San Paolo Bel Sito, Saviano, Scisciano, Tufino, Visciano
N12 Pomigliano d'Arco 6 Brusciano, Castello di cisterna, Mariglianella, Marigliano, Pomigliano d'Arco, San
Vitaliano
N13 Sorrento 8 Anacapri, Capri, Massa Lubrense, Meta, Piano di Sorrento, Sant'Agnello, Sorrento, Vico Equense
N14 Castellammare di Stabia 9 Agerola, Casola di Napoli, Castellammare di Stabia, Gragnano, Lettere,
Pimonte, Pompei, Santa Maria la Carità, Sant'Antonio Abate
N15 Torre Annunziata 4 Boscoreale, Boscotrecase, Torre annunziata, Trecase
N16 Ercolano 2 Ercolano, Torre del greco
N17 Portici 3 Portici, San Giorgio a Cremano, San Sebastiano al Vesuvio
N18 Napoli 1 Napoli
39A cura del Gruppo di Coordinamento per l’attuazione del Piano d’Azione Obiettivi di Servizio: Settore 01 - AGC 03
Distribuzione dei Comuni campania per Ambito Territoriale
Ambito Comune capofila
Numero comuni Comuni
Provincia di Salerno
S1 Scafati 12 Angri, Castel San Giorgio, Corbara, Nocera Inferiore, Nocera Superiore, Pagani, Roccapiemonte, San Marzano sul Sarno, San Valentino Torio, Sant'Egidio del Monte Albino, Sarno, Scafati
S2 Baronissi 17 Acerno, Baronissi, Bellizzi, Bracigliano, Calvanico, Castiglione del Genovesi, Fisciano, Giffoni Sei Casali, Giffoni Valle Piana, Mercato San Severino, Montecorvino Pugliano, Montecorvino Rovella, Olevano sul Tusciano, Pontecagnano Faiano, San Cipriano Picentino, San Mango Piemonte, Siano
S3 Cava dei Tirreni 14 Amalfi, Atrani, Cava de' Tirreni, Cetara, Conca dei Marini, Furore, Maiori, Minori, Positano, Praiano, Ravello, Scala, Tramonti, Vietri sul Mare
S4 Sala Consilina 19 Atena Lucana, Auletta, Buonabitacolo, Caggiano, Casalbuono, Monte San Giacomo, Montesano sulla Marcellana, Padula, Pertosa, Petina, Polla, Sala Consilina, Salvitelle, San Pietro al Tanagro, San Rufo, Sant'Arsenio, Sanza; Sassano, Teggiano
S5 Eboli 9 Altavilla Silentina, Battipaglia, Campagna, Contursi Terme, Eboli, Oliveto Citra, Postiglione, Serre, Sicignano degli Alburni
S6 Capaccio 21 Albanella, Aquara, Bellosguardo, Capaccio, Castelcivita, Castel San Lorenzo, Controne, Corleto Monforte, Felitto, Giungano, Laurino, Magliano Vetere, Monteforte Cilento, Ottati, Piaggine, Roccadaspide, Roscigno, Sacco, Sant'Angelo a Fasanella, Trentinara, Valle dell'Angelo
S7 Castellabate 41
Agropoli, Ascea, Camerota, Campora, Cannalonga, Casal Velino, Castellabate, Castelnuovo Cilento, Celle di Bulgheria, Centola, Ceraso, Cicerale, Cuccaro Vetere, Futani, Gioi, Laureana Cilento, Laurito, Lustra, Moio della Civitella, Montano Antilia, Montecorice, Novi Velia, Ogliastro Cilento, Omignano, Orria, Perdifumo, Perito, Pisciotta, Pollica, Prignano Cilento, Roccagloriosa, Rutino, Salento, San Mauro Cilento, San Mauro la Bruca, Serramezzana, Sessa Cilento, Stella Cilento, Stio, Torchiara, Vallo della Lucania
S8 Salerno 2 Pellezzano, Salerno
S9 Sapri 13 Alfano, Casaletto Spartano, Caselle in Pittari, Ispani, Morigerati, Rofrano, San Giovanni a Piro, Santa Marina, Sapri, Torraca, Torre Orsaia, Tortorella, Vibonati
S10 Palomonte 10 Buccino, Castelnuovo di Conza, Colliano, Laviano, Palomonte, Ricigliano, Romagnano al Monte, San Gregorio Magno, Santomenna, Valva
40 A cura del Gruppo di Coordinamento per l’attuazione del Piano d’Azione Obiettivi di Servizio: Settore 01 - AGC 03
4.2 DISTRIBUZIONE DEI SERVIZI PER L’INFANZIA E PRESA IN CARICO PER AMBITO TERRITORIALE ANNO 2009
Ambito
Comuni con servizi
per l'infanzia
Comuni con asili
nido
Comuni con SII
Popolazione media
residente in età 0-2 anni
Bambini di 0-2 anni
che hanno usufruito
del servizio di asilo nido
Bambini di 0-2 anni
che hanno usufruito di servizi
integrativi e
innovativi per
l'infanzia
Presa in carico NON
PONDERATA di bambini che hanno usufruito dei servizi
per l'infanzia
S.05 - Presa in carico
PONDERATA (70% in
asili nido) di bambini che
hanno usufruito dei servizi
per l'infanzia
A1 29 4 29 2035 75 86 9,7 5,3
A2 25 5 25 1391 62 120 13,1 6,4
A3 1 1 0 1.336 48 0 3,6 3,6
A4 0 0 0 566 0 0 0 0
A5 0 0 0 1.179 0 0 0 0
A6 29 2 29 2.980 27 204 7,8 1,3
A7 7 0 7 1.159 0 55 4,7 0
A8 0 0 0 564 0 0 0 0
B1 1 1 0 1.505 80 0 5,3 5,3
B2 1 0 1 1.633 0 6 0,4 0
B3 20 0 20 1.819 0 149 8,2 0
B4 15 2 15 662 32 48 12,1 6,9
B5 1 0 1 614 0 30 4,9 0
B6 0 0 0 1.036 0 0 0 0
C1 2 1 1 5.853 43 20 1,1 1
C2 0 0 0 2.822 0 0 0 0
C3 1 1 0 5.520 24 0 0,4 0,4
C4 0 0 0 1.202 0 0 0 0
C5 0 0 0 3.803 0 0 0 0
C6 1 1 0 1.199 13 0 1,1 1,1
C7 1 1 1 3.149 60 13 2,3 2,3
C8 0 0 0 3.161 0 0 0 0
C9 0 0 0 1.889 0 0 0 0
C10 0 0 0 773 0 0 0 0
NA1 1 1 0 5.287 10 0 0,2 0,2
NA2 1 1 0 6.856 35 0 0,5 0,5
NA3 1 0 1 2.160 0 16 0,7 0
41 A cura del Gruppo di Coordinamento per l’attuazione del Piano d’Azione Obiettivi di Servizio: Settore 01 - AGC 03
Ambito
Comuni con servizi
per l'infanzia
Comuni con asili
nido
Comuni con SII
Popolazione media
residente in età 0-2 anni
Bambini di 0-2 anni
che hanno usufruito
del servizio di asilo nido
Bambini di 0-2 anni
che hanno usufruito di servizi
integrativi e
innovativi per
l'infanzia
Presa in carico NON
PONDERATA di bambini che hanno usufruito dei servizi
per l'infanzia
S.05 - Presa in carico
PONDERATA (70% in
asili nido) di bambini che
hanno usufruito dei servizi
per l'infanzia
NA4 1 1 0 5.416 5 0 0,1 0,1
NA5 5 1 5 3.836 15 125 3,7 0,6
NA6 0 0 0 4.480 0 0 0 0
NA7 0 0 0 5.415 0 0 0 0
NA8 0 0 0 4.656 0 0 0 0
NA9 0 0 0 4.392 0 0 0 0
NA10 0 0 0 4.386 0 0 0 0
NA11 1 1 0 3.252 80 0 2,5 2,5
NA12 6 2 6 3.645 35 75 6,1 1,4
NA13 8 3 8 2.960 72 75 8,6 3,5
NA14 1 1 0 6.130 80 0 2,6 2,6
NA15 4 1 4 3.150 35 42 2,4 1,6
NA16 0 0 0 4.658 0 0 0 0
NA17 1 1 0 3.239 59 0 1,8 1,8
NA18 1 1 1 29.460 1.294 264 5,3 5,3
S1 3 3 1 8.734 65 23 1 1
S2 1 1 0 5.250 32 0 0,6 0,6
S3 1 1 0 2.686 48 0 1,8 1,8
S4 2 1 1 1.649 50 18 4,1 4,1
S5 9 3 9 3.671 221 72 8 8
S6 21 21 0 1.334 107 0 8 8
S7 1 1 0 2.682 15 0 0,6 0,6
S8 2 1 2 3.447 310 430 36,4 12,8
S9 13 13 13 698 37 27 9,2 7,6
S10 0 0 0 576 0 0 0 0
Totale 218 78 180 181.944 3.069 1.898 2,7 2,4Fonte: elaborazione su dati 2009 Dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione34
34 Vedi nota n. 9.
Primo dossier Obiettivo di Servizio Servizi di cura per l’infanzia
Luglio 2011
Indice
1. DESCRIZIONE DEGLI INDICATORI ............................................................................ 3 2. NORMATIVA DI RIFERIMENTO ................................................................................. 4 3. INDIVIDUAZIONE DEL SISTEMA DI GOVERNANCE ........................................... 16 4. PROGRAMMAZIONE REGIONALE ........................................................................... 19 5. ATTUAZIONE DELLE INIZIATIVE ........................................................................... 22
3
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1. DESCRIZIONE DEGLI INDICATORI
Indicatore S.04 Diffusione dei servizi per l’infanzia (asili nido, micronidi, e/o altri servizi
integrativi e innovativi per l’infanzia), misurata con la percentuale di Comuni che hanno
attivato tali servizi sul totale dei Comuni della Regione.
Target per l'indicatore S.04 alla verifica del 2013: in considerazione dell’ampia flessibilità di
modalità di conseguimento del target relativo all’indicatore, si fissa un’unica soglia pari al
35%. La Campania dovrebbe passare dal 30,5% iniziale al 35% previsto dal target.
Indicatore S.05 Presa in carico degli utenti dei servizi per l’infanzia, misurato con la
percentuale di bambini fino al compimento dei tre anni che hanno usufruito di servizi per
l’infanzia (asili nido, micronidi, e/o altri servizi integrativi e innovativi) sul totale della
popolazione tra zero e fino al compimento dei 3 anni.
Target per l'indicatore S.05 alla verifica del 2013: si ritiene che tutte le Regioni del
Mezzogiorno debbano raggiungere, alla verifica finale del 2013, il 12% di copertura di
popolazione fino a tre anni, garantendo che almeno il 70% dell’utenza usufruisca del servizio
di asili-nido.
Con riferimento alla Campania, sarebbe necessario passare dall’iniziale 1,5% al 12% previsto
dal target.
4
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2. NORMATIVA DI RIFERIMENTO
Normativa nazionale
Legge 1044/1971 “Piano quinquennale per l'istituzione di asili-nido comunali con il
concorso dello Stato”
Con la legge 1044/1971 sono stati istituiti gli asili-nido pubblici. Secondo l’art. 1 della legge:
“L'assistenza negli asili-nido ai bambini di età fino a tre anni nel quadro di una politica per la
famiglia, costituisce un servizio sociale di interesse pubblico. Gli asili-nido hanno lo scopo di
provvedere alla temporanea custodia dei bambini, per assicurare una adeguata assistenza alla
famiglia e anche per facilitare l'accesso della donna al lavoro nel quadro di un completo
sistema di sicurezza sociale”.
La legge affida alle Regioni il compito di determinare i criteri di costruzione e gestione del
servizio, ma contemporaneamente fissa alcuni principi guida vincolanti per i Comuni e per i
consorzi di Comuni che vogliono istituirlo. Secondo l’art. 6: “La Regione, con proprie norme
legislative, fissa i criteri generali per la costruzione, la gestione e il controllo degli asili-nido,
tenendo presente che essi devono:
1. essere realizzati in modo da rispondere, sia per la localizzazione che per le
modalità di funzionamento, alle esigenze delle famiglie;
2. essere gestiti con la partecipazione delle famiglie e delle rappresentanze delle
formazioni sociali organizzate nel territorio;
3. essere dotati del personale sufficiente e idoneo a garantire l’assistenza sanitaria
necessaria, e quella psicopedagogica al bambino;
4. possedere requisiti tecnici, edilizi e organizzativi tali da garantire l’armonico
sviluppo del bambino”.
Legge 285/1997 “Disposizioni per la promozione di diritti e di opportunità per l'infanzia e
l'adolescenza”
La legge 285/1997 costituisce un primo riferimento per ciò che riguarda la sperimentazione e
l’innovazione in materia di servizi socio-educativi per la prima infanzia, destinando a tale
tipologia di interventi parte del Fondo nazionale per l’Infanzia e l’Adolescenza istituito con la
stessa legge.
In particolare, l’innovazione e la sperimentazione riguardano (art. 5):
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– servizi con caratteristiche educative, ludiche, culturali e di aggregazione sociale per
bambini da zero a tre anni, che prevedano la presenza di genitori, familiari o adulti che
quotidianamente si occupano della loro cura, organizzati secondo criteri di flessibilità;
– servizi con caratteristiche educative e ludiche per l'assistenza a bambini da diciotto
mesi a tre anni per un tempo giornaliero non superiore alle cinque ore, privi di servizi di mensa
e di riposo pomeridiano.
È prevista anche la possibilità che le Regioni impieghino una quota non superiore al 5% delle
risorse loro attribuite per la realizzazione di programmi interregionali di scambio e di
formazione in materia di servizi per l'infanzia e per l'adolescenza (art. 2).
Legge 328/2000 “Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e
servizi sociali”
Legge 448/2001 “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello
Stato (legge finanziaria 2002)”
L’art. 70 - “Disposizioni in materia di asili-nido” istituisce un Fondo per gli asili-nido
nell’ambito dello stato di previsione del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, da
ripartire tra le Regioni, che a loro volta ripartiscono le risorse tra i Comuni, per la costruzione e
la gestione di asili-nido e di micronidi nei luoghi di lavoro. In particolare, al comma 5 viene
stabilito che: “Le amministrazioni dello Stato e gli enti pubblici nazionali, allo scopo di
favorire la conciliazione tra esigenze professionali e familiari dei genitori lavoratori, possono,
nei limiti degli ordinari stanziamenti di bilancio, istituire nell’ambito dei propri uffici i
micronidi [...] quali strutture destinate alla cura e all’accoglienza dei figli dei dipendenti, aventi
una particolare flessibilità organizzativa adeguata alle esigenze dei lavoratori stessi, i cui
standard minimi organizzativi sono definiti in sede di Conferenza Unificata di cui all’articolo 8
del decreto legislativo 28 agosto 1997, n.281”.
Con l’Intesa approvata in Conferenza Unificata Stato-Regioni il 17 aprile 2003 sono stati
definiti gli standard minimi organizzativi per i micronidi da realizzare nei luoghi di lavoro,
elencati in otto punti.
1. I micronidi nei luoghi di lavoro rientrano nel sistema dei servizi per la prima
infanzia e sono disciplinati dalla specifica normativa regionale e dagli appositi regolamenti
comunali, ove esistenti. L'ammissione ai micronidi nei luoghi di lavoro è rivolta ai bambini di
età compresa tra i tre mesi e i tre anni di età, figli dei lavoratori di una o più strutture e, ove
possibile, ai bambini residenti nel territorio limitrofo.
2. Le figure educative presenti nel micro-nido devono possedere i titoli di studio
6
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previsti dalla normativa vigente per gli educatori degli asili nido.
3. L'ente gestore assicura il raccordo con il coordinamento comunale della rete dei
servizi per la prima infanzia presenti sul territorio. L'apertura dei micronidi è concordata tra
l'ente gestore ed i genitori lavoratori secondo una flessibilità organizzativa che rispetti le
esigenze del bambino.
4. Il rapporto numerico tra le figure educative e bambini deve essere quello previsto
dalla normativa vigente per gli asili nido.
5. La superficie utile per ogni bambino non può essere inferiore a quella prevista dalla
normativa vigente.
6. Devono essere previsti spazi distinti per lattanti, semidivezzi, oltre a spazi per i
servizi generali e per gli operatori. Gli spazi riservati ai bambini assolvono le funzioni di gioco,
pranzo, riposo e igiene personale. Le funzioni di gioco, pranzo e riposo sono articolate sulla
base delle esigenze evolutive del bambino, privilegiando la differenziazione delle attività in
relazione alle diverse fasce di età. Sono possibili, inoltre, organizzazioni diverse sulla base di
specifici progetti educativi.
7. I micronidi nei luoghi di lavoro sono ubicati in una struttura interna al luogo di
lavoro o nelle immediate vicinanze, al fine di garantire, secondo la normativa vigente,
l'accessibilità e l'agevole utilizzazione delle strutture da parte dei genitori lavoratori.
8. Nella Carta del Servizio o regolamento interno sono definiti i criteri per l'accesso ai
servizi del micro-nido, le modalità di funzionamento degli stessi e di partecipazione dei
genitori, nonché le condizioni per facilitare le valutazioni del servizio da parte degli stessi.
Legge 289/2002 “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello
Stato (legge finanziaria 2003)”
Con l’art. 90 è istituito il Fondo di rotazione per il finanziamento dei datori di lavoro che
realizzano, nei luoghi di lavoro, servizi di asili-nido e micronidi, di cui all'art. 70 della legge 28
dicembre 2001, n. 448. Lo scopo è di assicurare un'adeguata assistenza familiare alle
lavoratrici e ai lavoratori dipendenti con prole, facilitando l'attivazione di nidi sul luogo di
lavoro.
Legge 53/2003(c.d. “legge Moratti”)
La legge assicura la possibilità di iscrivere al primo anno della scuola dell'infanzia i bambini e
le bambine che compiono i tre anni di età entro il 28 febbraio 2004, ovvero entro date
ulteriormente anticipate, fino alla data del 30 aprile. Tali disposizioni influenzano
indirettamente la gestione degli asili-nido, poiché gran parte dei bambini appartenenti alla
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A cura del Gruppo di Coordinamento per l’attuazione del Piano d’Azione Obiettivi di Servizio: Settore 01 - AGC 03
fascia di età grandi/divezzi viene ammessa così alla scuola materna o dell'infanzia; in questo
modo, l'organizzazione della struttura di servizio nido verrebbe quasi del tutto limitata alle
prime due fasce, piccoli/lattanti e medi/semidivezzi, influenzandone la progettazione educativa
e degli spazi.
Legge 296/2006 (legge finanziaria 2007)
Stanzia consistenti risorse per l’attuazione di un Programma Straordinario di interventi per
l’incremento e il riequilibrio territoriale dei servizi per l’infanzia, finalizzato alla creazione di
una rete “integrata, estesa, qualificata e differenziata” in tutto il territorio nazionale di asili-
nido, servizi integrativi e servizi innovativi nei luoghi di lavoro, volti a promuovere il
benessere e lo sviluppo dei bambini, il sostegno del ruolo educativo dei genitori e la
conciliazione dei tempi di lavoro e di cura della famiglia.
Normativa regionale
Legge regionale 12/1973 “Costruzione, gestione e controllo degli asili-nido comunali”,
modificata con L.R. 21/1973
Al fine di realizzare l'istituzione ed il finanziamento degli asili-nido, con la legge 12/1973 la
Regione Campania ripartisce tra i Comuni ed i Consorzi dei Comuni i contributi assegnati dallo
Stato ai sensi della legge 1044/1971, integrati con l’istituzione di un apposito fondo regionale,
destinato all'assegnazione di contributi straordinari a favore dei Comuni e dei Consorzi dei
Comuni che non abbiano i mezzi finanziari per l'integrazione del contributo ordinario.
Il Consiglio regionale determina i criteri e gli indirizzi per l'attuazione della politica sociale
degli asili-nido ed approva, entro il 30 settembre di ogni anno, i piani di riparto dei contributi
ordinari e straordinari per la istituzione e la gestione degli asili-nido predisposti dalla Giunta
regionale entro il 15 luglio.
La legge stabilisce che l'asilo-nido deve essere istituito in zona salubre e deve essere dotato di
uno spazio esterno attrezzato a verde. Deve disporre di una sala di visita medica, di una sala di
isolamento, di adeguati servizi igienici e di distinti ambienti per la refezione, il gioco ed il
riposo. Lo spazio interno destinato ai bambini non potrà essere inferiore ad una superficie utile
netta di mq 9 per bambino.
I Consigli comunali e le Assemblee dei Consorzi dei Comuni adottano il regolamento di
gestione degli asili-nido, attenendosi ai seguenti criteri:
a) sono ammessi all'asilo-nido i bambini di età sino a tre anni residenti nell'area di
utenza predeterminata dal Consiglio Comunale o dall'Assemblea del Consorzio, senza riguardo
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ad eventuali minorazioni fisico-psichiche [...];
b) il servizio sociale degli asili-nido è gratuito. Il pagamento di una retta, il cui
ammontare non dovrà in ogni caso superare il costo del servizio, potrà essere stabilito soltanto
se il Comune o il Consorzio dei Comuni non sia in grado di garantire diversamente la
prestazione del servizio in modo adeguato;
c) ogni asilo-nido dovrà avere un numero di posti non inferiore a 30 e non superiore a
60;
d) ove sia possibile, l'asilo-nido è collocato in un unico complesso comprendente
anche la scuola materna o primaria o, almeno, in prossimità di questa;
e) nelle località in cui il numero degli utenti potenziali sia inferiore al minimo sopra
previsto, potranno costituirsi micronidi come unità aggregata a scuole materne o ad altre idonee
strutture già esistenti oppure come nuclei decentrati di altro asilo-nido.
La pianta organica del personale preposto all'attività pedagogico-assistenziale dovrà prevedere
almeno un'addetta per ogni sei bambini di età inferiore ad un anno ed almeno un'addetta per
ogni dieci bambini di età superiore.
Legge regionale 48/1974 “Costruzione, gestione e controllo degli asili nido comunali”
Legge regionale 30/1984 “Normativa regionale per l’impianto, la costruzione, il
completamento, l’arredamento e la gestione degli asili-nido”
Con la legge 30/1984, la Regione Campania persegue l'obiettivo di:
- dare attuazione ai piani di impianto, costruzione, arredamento e completamento
degli asili-nido comunali, approvati in esecuzione della legge statale 6 dicembre 1971, n. 1044
e delle leggi regionali 12 maggio 1973, n. 12 e 4 settembre 1974, n. 48;
- definire le procedure di realizzazione e di finanziamento degli asili-nido sia per
quanto concerne la costruzione che la gestione, il funzionamento e la manutenzione degli
stessi;
- soddisfare nuove esigenze dei Comuni anche con interventi di iniziativa regionale,
ai sensi delle disposizioni e dei criteri di finanziamento fissati in materia di lavori pubblici
dalla legge regionale 31 ottobre 1978, n. 51;
- stabilire i criteri di priorità degli interventi.
Legge regionale 50/1985 “Contributo della Regione per opere di edilizia scolastica”
Con questa legge, la Regione Campania concede a favore delle Amministrazioni provinciali e
comunali, entro i limiti risultanti annualmente dalle somme a tale scopo iscritte nel bilancio,
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contributi per il finanziamento di opere da eseguirsi negli edifici di proprietà dei predetti Enti,
adibiti permanentemente ad uso scolastico, comprese le scuole materne, con preferenza per
quelle dei Comuni con popolazione inferiore ai diecimila abitanti, nonché per l’acquisto di
arredi e di strumentazioni per l’istallazione di aule speciali.
Consiglio Regionale della Campania - VI legislatura - Seduta del 13 febbraio 1996. Delib.
n. 4/1 “Legge 6 dicembre 1971, n. 1044 – leggi regionali 4 settembre 1974, n. 48 e 7 luglio
1984, n. 30 – Strutture asili-nido – criteri per una diversa utilizzazione”
Regolamento n. 6 del 18 dicembre 2006 concernente “Servizi residenziali e
semiresidenziali per anziani, persone diversamente abili e minori”
Statuisce i requisiti strutturali, organizzativi e funzionali minimi, che i servizi socio-
assistenziali residenziali e semiresidenziali, sia privati che pubblici e in qualsiasi modalità
gestionale organizzati, devono possedere per essere autorizzati al funzionamento.
Legge regionale n. 11 del 23 ottobre 2007 “Legge per la dignità e la cittadinanza sociale,
attuazione della legge 328/2000”
Disciplina la programmazione e la realizzazione di un sistema organico di interventi e servizi
sociali, che si attua con il concorso delle istituzioni pubbliche e delle formazioni sociali,
attraverso l’integrazione degli interventi e servizi sociali, sanitari, educativi, delle politiche
attive del lavoro, dell’immigrazione, delle politiche abitative e di sicurezza dei cittadini,
dell’apporto dei singoli e delle associazioni.
Promuove e assicura la pari dignità sociale della persona, le pari opportunità e l’effettiva tutela
dei diritti sociali di cittadinanza, attraverso l’attuazione, nel rispetto del principio di
sussidiarietà, di un sistema di protezione, a livello regionale e locale, fondato sulla
corresponsabilità dei soggetti istituzionali e sociali, che concorrono alla costruzione di una
comunità solidale.
Deliberazione di Giunta regionale 2067/2008 “Piano straordinario per lo sviluppo dei
servizi socio-educativi per la prima infanzia. Provvedimenti”
Con questa deliberazione, la Giunta regionale ha approvato le “Linee di indirizzo per
l’attivazione dei servizi per la prima infanzia (0-36 mesi) nell’ottica della conciliazione tra
tempi di vita e di lavoro”, finalizzate a favorire la creazione di una rete integrata, estesa,
qualificata e differenziata, in tutto il territorio, di servizi socioeducativi per la prima infanzia,
volti a promuovere il benessere e lo sviluppo dei bambini, il sostegno del ruolo educativo dei
genitori e la conciliazione dei tempi di lavoro e di cura.
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Ha, inoltre, approvato il “Piano straordinario di intervento per lo sviluppo del sistema
territoriale dei servizi socio educativi” della Regione Campania, redatto ai sensi dell’art. 1,
commi 1259 e 1260, della legge 296/06 e dei successivi provvedimenti adottati in sede di
Conferenza Unificata Stato-Regioni, dando atto che per l’attuazione del Piano saranno
utilizzate le risorse ministeriali assegnate alla Regione Campania, pari complessivamente ad €
76.347.156,00, maggiorate di una quota di cofinanziamento regionale di € 88.848.180,00, per
un ammontare complessivo di risorse finanziarie pari a € 165.195.336,00.
Il riparto delle risorse previste quale quota di cofinanziamento proviene:
- dal Fondo Nazionale per le Politiche Sociali per un importo di € 4.800.000,00;
- dal Fondo Aree Sottoutilizzate per un importo di € 38.848.180,00;
- dal FSE 2007-13 Asse II Occupabilità – Obiettivo specifico F, Obiettivo
operativo “Consolidare e diffondere gli strumenti di conciliazione ed i servizi per l’occupabilità
e l’occupazione femminile” per un importo di € 20.000.000,00;
- dal FESR 2007-13 Asse VI Sviluppo urbano e qualità della vita – Obiettivo
operativo 6.3 “Città solidali e scuole aperte” per un importo di € 25.000.000,00.
Gli atti approvati sono finalizzati a favorire i seguenti obiettivi:
- potenziamento dell’offerta pubblica tradizionale di servizi per l’infanzia;
- integrazione del sistema pubblico/privato;
- differenziazione e qualificazione dell’offerta complessiva.
Nelle Linee di indirizzo sono definiti i servizi integrativi e sperimentali per la prima infanzia
come “…complementari ai nidi, dai quali si differenziano perché garantiscono una risposta
flessibile e differenziata alle esigenze delle famiglie e dei bambini, con orari più ridotti rispetto
ai servizi tradizionali. Essi sono caratterizzati dal coinvolgimento attivo dei genitori e a
valorizzare l’esperienza ludica come strumento di crescita e conquista dell’autonomia dei
bambini”.
Secondo le previsioni contenute nelle Linee di indirizzo, si intende finanziare interventi volti a
introdurre modalità gestionali integrative e sperimentali:
- creazione di servizi integrativi e sperimentali di cura dell’infanzia: spazi
bambini, centri gioco, centri per la prima infanzia, centri per bambini e genitori o adulti
accompagnatori, nonché ogni altra tipologia di servizio innovativo e sperimentale che assolva
alla funzione di conciliazione vita/lavoro, progettati anche in continuità con le strutture degli
asili nido e/o scuole materne;
- creazione di servizi “ponte” nei periodi di vacanze scolastiche: centri estivi,
centri gioco, spazi laboratoriali, ludoteche, ecc.;
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- attivazione di un adeguato programma di interventi nelle aree rurali e
montane;
- attivazione di servizi di trasporto sociale per l’infanzia, per favorire la
frequenza agli asili nido, ai servizi integrativi dei minori e alle attività socializzanti per
l’infanzia del territorio.
Le linee guida definiscono le seguenti tipologie di servizi, gestite sia da enti pubblici che da
enti privati:
- asili nido comunali;
- asili nido e micronidi aziendali;
- servizi integrativi;
- sezioni primavera;
- servizi sperimentali;
- servizi ricreativi per la prima infanzia.
Decreto del Presidente della Giunta Regionale n. 16 del 23 novembre 2009 “Regolamento
di attuazione della legge regionale 11/2007 (legge per la dignità e la cittadinanza sociale,
attuazione della legge 328/2000)”.
Disciplina le procedure, le condizioni, i requisiti soggettivi e strutturali e i criteri di qualità per
l'autorizzazione e l'accreditamento delle strutture e dei soggetti che provvedono alla gestione e
all'offerta del sistema integrato degli interventi e dei servizi sociali, e in particolare dei seguenti
servizi di cura della prima infanzia:
- nido d’infanzia;
- servizi integrativi al nido (Spazi per bambini e bambine e i Centri per i bambini
e le famiglie);
- ludoteca.
Tipologie di servizi di presa in carico della prima infanzia
La normativa nazionale sugli asili-nido, legge 1044/71, è declinata a livello regionale dalla
L.R. 48/74 e dalla L.R. 30/84, che disciplinano l’istituzione di asili-nido e micronidi comunali,
dettandone sia il sistema di finanziamento ai Comuni, sia i requisiti strutturali e organizzativi.
Sul versante pubblico/privato, invece, per gli asili nido e micronidi aziendali si fa riferimento
alle leggi finanziarie 2002 (art. 70, legge 448/2001) e 2003 (art. 91, legge 289/2002), le quali
istituiscono un fondo per i datori di lavoro pubblici e privati che intendono aprire un asilo-nido
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o micro-nido presso la propria sede.
La legge finanziaria 2002, in particolare, rimanda alla Conferenza Unificata Stato-Regioni la
fissazione di standard minimi organizzativi per i micronidi nei luoghi di lavoro, requisiti
recepiti successivamente con apposite delibere regionali, ultima fra tutte la DGR 2300/2007.
I servizi integrativi e sperimentali per la prima infanzia sono, invece, citati nell’art. 5 della
legge 285/97, che li definisce come servizi non sostitutivi degli asili-nido, previsti dalla legge
n. 1044 del 6 dicembre 1971.
In linea con l’esigenza di diversificare i servizi per la prima infanzia, sono state individuate
competenze e contenuti curriculari delle nuove qualifiche del sociale, attraverso il Dossier sulle
Professioni Sociali della Regione Campania (DGR 2843/2003).
Dal punto di vista dei requisiti dei servizi per la prima infanzia definiti a livello regionale, per
gli asili-nido comunali dettagliata disciplina si ritrova nella L.R. 48/74 e nella L.R. 30/84 e per
i nidi e micronidi aziendali si fa riferimento alla citata DGR 2300/2007.
Il Regolamento regionale n. 6 del 18 dicembre 2006 concernente “Servizi residenziali e
semiresidenziali per anziani, persone diversamente abili e minori”, agli articoli 4 e 5 definisce i
“servizi sperimentali” ed i “servizi temporanei”, ovvero stabilisce l’iter di autorizzazione per
quelle tipologie di progetti non espressamente normate dal Regolamento stesso, per le quali
ciascun ente proponente presenta un progetto da sottoporre all’approvazione regionale.
Da ultimo, il “Regolamento di attuazione della legge regionale 23 ottobre 2007, n. 11 (legge
per la dignità e la cittadinanza sociale. Attuazione della legge 8 novembre 2000, n. 328)”,
approvato con DPGRC 16/2009, disciplina le procedure, le condizioni, i requisiti soggettivi e
strutturali e i criteri di qualità per l'autorizzazione e l'accreditamento dei nidi d’infanzia, di due
tipologie di servizi integrativi (gli Spazi per bambini e bambine e i Centri per i bambini e le
famiglie) e delle ludoteche.
In tale quadro, le linee di indirizzo approvate con DGR 2067/2008 forniscono indicazioni in
merito ai requisiti strutturali e organizzativi dei servizi integrativi o sperimentali non
ricompresi nel Regolamento.
Asil- nido e micronidi
Gli asili-nido sono servizi per minori da 0 a 36 mesi, che provvedono alla loro temporanea
custodia, per assicurare un’adeguata assistenza alla famiglia e anche per facilitare l'accesso
delle donne al lavoro, nel quadro di un completo sistema di sicurezza sociale. Ogni asilo deve
essere progettato per un numero di posti non inferiore a 30 e non superiore a 60.
I micronidi sono istituiti, come unità aggregata a scuole materne o ad altre idonee strutture già
esistenti oppure come nuclei decentrati di altro asilo-nido, nelle località in cui il numero degli
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utenti potenziali sia inferiore a 30.
Il personale preposto a funzioni educative deve essere almeno in numero di un operatore ogni
sei bambini di età inferiore ad un anno e almeno un operatore ogni dieci bambini di età
superiore.
Gli asili-nido prevedono l’erogazione di pasti e il riposo dei minori.
Asili nido e micronidi aziendali
Per asili-nido e micronidi nei luoghi di lavoro o aziendali si intendono le strutture attivate
presso i luoghi di lavoro o nelle loro immediate vicinanze, che destinino ai figli delle
lavoratrici e dei lavoratori delle aziende coinvolte nella realizzazione una quota di posti
superiore al 50%.
Gli asili-nido aziendali hanno le medesime caratteristiche degli asili-nido comunali, mentre i
micronidi aziendali ospitano minori da 0 a 36 mesi, da 6 a 29 posti.
Il personale preposto a funzioni educative deve essere almeno in numero di un operatore ogni
sei bambini di età inferiore ad un anno e almeno di un operatore ogni dieci bambini di età
superiore.
Asili-nido e micronidi aziendali prevedono l’erogazione di pasti e il riposo.
Servizi integrativi
Tutti i servizi integrativi possono essere realizzati da Comuni o altri soggetti pubblici, in forma
singola o associata, ovvero da soggetti del privato sociale e dai datori di lavoro pubblici o
privati, in forma singola o associata. Sono servizi educativi complementari ai nidi, dai quali si
differenziano perché garantiscono una risposta flessibile e differenziata alle esigenze delle
famiglie e dei bambini, con orari più ridotti rispetto ai servizi tradizionali.
Rientrano in questa tipologia:
- Spazio bambini e bambine: servizio con caratteristiche educative e ludiche per
l'assistenza a bambini e bambine da 0 a 36 mesi, per un tempo giornaliero non superiore alle
cinque ore, privo di servizi di mensa e di riposo pomeridiano. Il rapporto numerico tra
educatori e bambini non deve essere superiore a 8 bambini per ogni educatore, elevabile a 9 nel
caso vengano accolti solo bambini tra i diciotto e i trentasei mesi e a 12 per la fascia di età tra i
ventiquattro e i trentasei mesi; il servizio può accogliere un massimo di 50 bambini;
- Centro per i bambini e le famiglie: servizio con caratteristiche educative,
ludiche, culturali e di aggregazione sociale per bambini da 0 a 36 mesi, che prevede la presenza
di genitori, familiari o adulti che quotidianamente si occupano della loro cura, organizzati
secondo criteri di flessibilità. Si prevede un rapporto di 1 operatore ogni 15 minori, fino ad un
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massimo di 30;
- Servizio di pre e post-accoglienza: servizio preposto all’accoglienza dei
bambini e delle bambine di età compresa tra 0-36 mesi, attivato nelle fasce orarie pre e post-
apertura dei nidi. Il servizio è erogato nelle medesime strutture che ospitano i nidi. Il personale
preposto a funzioni educative, come per i nidi e micronidi, deve essere almeno in numero di un
operatore ogni sei bambini di età inferiore ad un anno e almeno di un operatore ogni dieci
bambini di età superiore.
Sezioni Primavera
Si tratta di un servizio socio-educativo integrativo a carattere sperimentale, rivolto ai bambini
nella fascia d’età 24/36 mesi, aggregato alle scuole dell’infanzia statali o paritarie e agli asili
nido comunali o gestiti da privati in convenzione. I progetti possono essere realizzati da
soggetti gestori pubblici e privati, legittimati alla gestione dei servizi educativi 0-6 anni
(amministrazioni comunali, scuole dell'infanzia paritarie, soggetti gestori di nidi convenzionati
con amministrazioni comunali, istituzioni scolastiche statali), nel rispetto della normativa
regionale e nazionale di riferimento.
Servizi sperimentali
Rientrano in questa tipologia tutti i servizi innovativi per l’infanzia, non riconducibili alle
categorie sopraelencate (“nidi-micronidi”, “servizi integrativi”) che rispondono ad esigenze
particolari delle famiglie e/o a particolari caratteristiche territoriali, demografiche e sociali dei
comuni di riferimento e/o a difficoltà di soddisfare la domanda.
Tutti i servizi sperimentali possono essere realizzati da Comuni o da altri soggetti pubblici, in
forma singola o associata, ovvero da soggetti del privato sociale e dai datori di lavoro pubblici
o privati, in forma singola o associata.
Tali servizi sono realizzati sulla base di un progetto sperimentale da parte del soggetto gestore,
contenente le finalità, la rispondenza a specifici bisogni territoriali, il progetto
educativo/pedagogico e assistenziale generale, le modalità organizzative di realizzazione delle
attività, le caratteristiche strutturali dell’immobile destinato ed il piano di verifiche.
A titolo esemplificativo, si elencano alcune tipologie di servizi sperimentali.
- Mamma accogliente: il servizio è svolto, in modo stabile e continuativo, da una
mamma, che accoglie presso la propria abitazione fino ad un massimo di tre minori di età 0-36
mesi, che concorda direttamente con le famiglie coinvolte le modalità di espletamento delle
prestazioni.
- Educatrice Familiare: servizio svolto da un’educatrice presso il domicilio di
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famiglie con bambini di età 0-36 mesi, disponibili ad aggregarsi e a mettere a disposizione un
ambiente domestico adeguato. Il servizio è rivolto ad un massimo di 3 minori.
- Educatrice Domiciliare o Piccolo gruppo educativo: è gestito da un
educatrice, che opera, insieme ad una figura di supporto, presso il proprio domicilio o presso
locali in sua disponibilità o messi a disposizione dal comune o da altro soggetto, ove ospita un
massimo di cinque minori di età 0-36 mesi.
- Servizio Babysitting: il servizio si rivolge ai bambini di età 0-36 mesi e
prevede l’assistenza dei minori da parte di babysitter, individuate dal Comune e inserite in
appositi elenchi. Il servizio può essere svolto sia presso il domicilio delle famiglie, che nei
locali dei nidi o di altri servizi educativi e ricreativi messi a disposizione dal Comune.
- BabyTrasporto Sociale: il servizio coinvolge più bambini, di età compresa tra i
18 e i 36 mesi, che frequentano i servizi per la prima infanzia presenti sul territorio e prevede la
presenza di una o più figure di accompagnamento. Si caratterizza anche come servizio
aziendale per garantire il trasporto dei figli delle lavoratrici e dei lavoratori dal nido agli spazi
aziendali dedicati.
- Ufficio Genitore-Bambino: si tratta di un’apposita stanza che i lavoratori e le
lavoratrici possono utilizzare nei casi di emergenza e che oltre alle attrezzature d’ufficio per
lavorare, dispone di un’area attrezzata con giochi per bambini.
- Agrinido: si tratta di un servizio rivolto ai bambini nella fascia d’età da 3 a 36
mesi attivato esclusivamente in appositi spazi collocati in contesti agricolo-rurali, quali per
esempio, agriturismi, fattorie didattiche e sociali, aziende agricole, parchi naturali. L’Agrinido
prevede lo svolgimento delle attività prevalentemente all’aperto, ha come base una cultura di
attenzione alla qualità della vita ed alla sostenibilità ambientale e deve essere integrato da un
servizio di trasporto progettato in base alle esigenze del territorio. Si prevede 1 operatrice ogni
4 bambini, fino ad un massimo di 12. Servizi ricreativi per la prima infanzia
Rientrano in questa tipologia i servizi (per es. ludoteche) che offrono ai bambini, di età
compresa tra 6 e 36 mesi, occasioni di gioco e di socializzazione, guidate da personale adulto,
con funzioni di animazione ed accompagnamento.
Si tratta di un luogo di aggregazione di bambini e ragazzi, che promuove e valorizza la
funzione educativa del gioco, per uno sviluppo armonico e completo della loro personalità. Si
prevede un rapporto di 1 operatore ogni 5 minori, per la fascia di età 6-18 mesi ed 1 operatore
ogni 8 minori per la fascia di età superiore.
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3. INDIVIDUAZIONE DEL SISTEMA DI GOVERNANCE
Comuni
I Comuni, in forma singola o associata, sono titolari delle funzioni amministrative concernenti
gli interventi sociali svolti a livello locale e concorrono alla programmazione regionale. Ai
Comuni spetta l'esercizio delle seguenti attività:
a) programmazione, progettazione, realizzazione del sistema locale dei servizi sociali;
b) erogazione dei servizi;
c) autorizzazione, accreditamento e vigilanza dei servizi sociali.
Province
Il ruolo delle Province si riferisce:
a) alla raccolta delle conoscenze e dei dati sui bisogni e sulle risorse rese disponibili dai
Comuni e da altri soggetti istituzionali presenti in ambito provinciale per concorrere
all'attuazione del sistema informativo dei servizi sociali;
b) all'analisi dell'offerta assistenziale per promuovere approfondimenti mirati sui fenomeni
sociali più rilevanti in ambito provinciale fornendo, su richiesta dei Comuni e degli enti locali
interessati, il supporto necessario per il coordinamento degli interventi territoriali;
c) alla promozione, d'intesa con i Comuni, di iniziative di formazione, con particolare riguardo
alla formazione professionale di base e all'aggiornamento;
d) alla partecipazione alla definizione e all'attuazione dei piani di zona.
Regioni
Le Regioni esercitano le funzioni di programmazione, coordinamento e indirizzo degli
interventi sociali nonché di verifica della rispettiva attuazione a livello territoriale e
disciplinano l'integrazione degli interventi stessi.
Alle Regioni spetta in particolare l'esercizio delle seguenti funzioni:
a) determinazione degli ambiti territoriali, delle modalità e degli strumenti per la gestione
unitaria del sistema locale dei servizi sociali a rete;
b) definizione di politiche integrate in materia di interventi sociali, ambiente, sanità, istituzioni
scolastiche, avviamento al lavoro e reinserimento nelle attività lavorative, servizi del tempo
libero, trasporti e comunicazioni;
c) promozione e coordinamento delle azioni di assistenza tecnica per la istituzione e la gestione
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degli interventi sociali da parte degli enti locali;
d) promozione della sperimentazione di modelli innovativi di servizi in grado di coordinare le
risorse umane e finanziarie presenti a livello locale e di collegarsi altresì alle esperienze
effettuate a livello europeo;
e) promozione di metodi e strumenti per il controllo di gestione atti a valutare l'efficacia e
l'efficienza dei servizi ed i risultati delle azioni previste;
f) definizione, sulla base dei requisiti minimi fissati dallo Stato, dei criteri per l'autorizzazione,
l'accreditamento e la vigilanza delle strutture e dei servizi;
g) istituzione, secondo le modalità definite con legge regionale, sulla base di indicatori
oggettivi di qualità, di registri dei soggetti autorizzati all'esercizio delle attività disciplinate
dalla presente legge;
h) definizione dei requisiti di qualità per la gestione dei servizi e per la erogazione delle
prestazioni;
i) definizione dei criteri per la concessione dei titoli da parte dei comuni, secondo i criteri
generali adottati in sede nazionale;
l) definizione dei criteri per la determinazione del concorso da parte degli utenti al costo delle
prestazioni;
m) predisposizione e finanziamento dei piani per la formazione e l'aggiornamento del personale
addetto alle attività sociali;
n) determinazione dei criteri per la definizione delle tariffe che i comuni sono tenuti a
corrispondere ai soggetti accreditati;
o) esercizio dei poteri sostitutivi nei confronti degli enti locali inadempienti.
Stato
Allo Stato spetta l'esercizio delle seguenti funzioni:
a) determinazione dei principi e degli obiettivi della politica sociale attraverso il Piano
nazionale degli interventi e dei servizi sociali;
b) individuazione dei livelli essenziali ed uniformi delle prestazioni, comprese le funzioni in
materia assistenziale, svolte per minori ed adulti dal Ministero della giustizia, all'interno del
settore penale;
c) fissazione dei requisiti minimi strutturali e organizzativi per l'autorizzazione all'esercizio dei
servizi e delle strutture a ciclo residenziale e semiresidenziale; previsione di requisiti specifici
per le comunità di tipo familiare con sede nelle civili abitazioni;
d) determinazione dei requisiti e dei profili professionali in materia di professioni sociali,
nonché dei requisiti di accesso e di durata dei percorsi formativi;
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e) esercizio dei poteri sostitutivi in caso di riscontrata inadempienza delle regioni;
f) ripartizione delle risorse del Fondo nazionale per le politiche sociali.
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4. PROGRAMMAZIONE REGIONALE
Piano di Azione OdS
Nel Piano di Azione sono presenti le seguenti azioni per il raggiungimento dei target:
– azione di sistema per la ricognizione ed il monitoraggio dei servizi per l’infanzia in
età pre-scolare;
– accreditamento di servizi per l'infanzia-acquisto di posti/servizio: accreditamento
delle strutture private per i servizi all’infanzia;
– contributi per la costruzione, la ristrutturazione, l’arredamento e la gestione di
strutture per l’infanzia (asili-nido comunali e micronidi aziendali):
1. costruzione di nuove strutture;
2. completamento delle opere in corso di esecuzione;
3. ristrutturazione di immobili;
4. arredamento di immobili;
5. gestione di strutture già funzionanti.
– differenziazione dell’offerta attraverso la creazione di servizi integrativi e
innovativi, anche a carattere sperimentale;
– azione di sistema per l’assistenza tecnica ai Piani Sociali di Zona ed i Comuni
singoli e associati per l’attivazione e il potenziamento di servizi per l’infanzia.
Deliberazione di Giunta regionale 2067/2008 “Piano straordinario per lo sviluppo dei
servizi socio-educativi per la prima infanzia. Provvedimenti”
Per l’attuazione del “Piano straordinario di intervento per lo sviluppo del sistema territoriale
dei servizi socio educativi” della Regione Campania, approvato con DGR 2067/2008, saranno
utilizzate le risorse ministeriali assegnate alla Regione Campania, pari complessivamente ad €
76.347.156,00, maggiorate di una quota di cofinanziamento regionale di € 88.848.180,00, per
un ammontare complessivo di risorse finanziarie pari a € 165.195.336,00.
Il riparto delle risorse previste quale quota di cofinanziamento proviene:
- dal Fondo Nazionale per le Politiche Sociali per un importo di € 4.800.000,00;
- dal Fondo Aree Sottoutilizzate per un importo di € 38.848.180,00;
- dal FSE 2007-13 Asse II Occupabilità – Obiettivo specifico F, Obiettivo
operativo “Consolidare e diffondere gli strumenti di conciliazione ed i servizi per l’occupabilità
e l’occupazione femminile” per un importo di € 20.000.000,00;
- dal FESR 2007-13 Asse VI Sviluppo urbano e qualità della vita – Obiettivo
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operativo 6.3 “Città solidali e scuole aperte” per un importo di € 25.000.000,00.
Deliberazione di Giunta regionale n. 694 del 16 aprile 2009 “Piano Sociale Regionale
2009-2011 (legge regionale n. 11/2007)”
Il Piano sociale regionale, recependo le priorità fissate dal QSN 2007-2013, fa proprie le azioni
previste per il raggiungimento dei target S.04 ed S.05, intendendo il tema della presenza delle
donne nel mercato del lavoro quale prioritario per uno sviluppo, non solo sociale, armonico del
tessuto produttivo locale.
Difatti, nel corso del triennio di vigenza del Piano sociale regionale il Servizio di asili-nido e
servizi integrativi-innovativi per la prima infanzia assume la veste di un progetto obiettivo.
Decreto Dirigenziale 1441/2009
Con D.D. 1441/2009 è stato approvato il “Piano regionale degli interventi per la costruzione e
la gestione di asili-nido e micronidi nei luoghi di lavoro ai sensi della L. 448/2001”. Sono
previsti contributi per la costruzione (€ 1.250.000) e la gestione (€ 167.286,42) di asili-nido nei
luoghi di lavoro.
Legge regionale 4/2011 “Disposizioni i per la formazione del bilancio annuale 2011 e
pluriennale 2011-2013 (legge finanziaria regionale 2011)” - Commi 83-92
Con legge finanziaria, la Regione Campania ha stanziato risorse finanziarie pari a euro
1.000.000,00, come specificato nei seguenti commi della legge 4/2011:
Comma 83: La Regione, al fine di agevolare l’accesso al lavoro dei genitori, e in particolare
delle donne, e di promuovere la conciliazione tra scelte professionali e familiari, garantisce il
sostegno alle famiglie promuovendo la realizzazione all’interno dei luoghi di lavoro di asili
nido, micronidi e altri servizi educativi per la prima infanzia.
Comma 84: A tal fine sono concessi contributi in conto capitale a fondo perduto a sostegno dei
progetti per interventi strutturali per la realizzazione di asili nido e micronidi all’interno di
aziende private con almeno tre madri lavoratrici.
Comma 85: Tali contributi in conto capitale saranno erogati fino al 45 per cento del costo
dell’intervento ritenuto ammissibile e comunque non oltre l’importo massimo di euro
10.000,00.
Comma 86: Ciascun soggetto richiedente potrà presentare una sola domanda di contributo.
Comma 87: L’asilo nido nei luoghi di lavoro accoglie un numero di bambini non inferiore a
trenta e non superiore a sessanta, con un’età compresa tra i tre mesi e i tre anni.
Comma 88: Il micro-nido nei luoghi di lavoro accoglie un numero di bambini non inferiore a
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tre e non superiore a ventinove, con un’età compresa tra i tre mesi e i tre anni.
Comma 89:Agli asili nido e ai micronidi aziendali si applicano le disposizioni delle vigenti
normative in materia di autorizzazioni, permessi, controlli igienico-sanitari.
Comma 90: Si provvederà all’erogazione del contributo fino ad esaurimento delle risorse
stanziate per l’anno in corso.
Comma 91: Il bando di attuazione e tutti gli adempimenti consequenziali, vengono demandati
al settore regionale competente la stesura e la pubblicazione del bando per la concessione dei
contributi.
Comma 92: Per l’attuazione dei da 83 a 91 si provvede con lo stanziamento di euro
1.000.000,00 sull’U.P.B. 4.16.41.
Decreto Dirigenziale n. 48 del 4 aprile 2011 “Approvazione del programma attuativo di
cui all’Intesa sui criteri di ripartizione delle risorse, le finalità, le modalità attuative
nonchè il monitoraggio del sistema di interventi per favorire la conciliazioni dei tempi di
vita e di lavoro, sottoscritta nella seduta della Conferenza Unificata del 29 aprile 2010”
Per la realizzazione del suddetto programma saranno utilizzate le risorse del Fondo per le
politiche relative ai diritti e alle pari opportunità, anno 2009, stanziate in favore della Regione
Campania, pari ad Euro 3.371.361,00, prevedendo il seguente riparto:
a) creazione o implementazione di nidi, nidi famiglia, servizi e interventi – Intervento
Educatrice familiare o domiciliare: € 750.000,00;
b) creazione o implementazione di nidi, nidi-famiglia, servizi e interventi – Intervento
Mamma accogliente: € 750.000,00;
c) erogazione di incentivi all’acquisto di servizi di cura in forma di voucher/buono per
i servizi offerti da strutture specializzate (nidi, centri diurni/estivi per minori, ludoteche,
strutture sociali diurne per anziani e disabili, ecc.) o in forma di “buono lavoro” per prestatori
di servizio - Intervento Voucher di conciliazione: € 900.000,00;
d) sostegno a modalità di prestazione di lavoro e tipologie contrattuali facilitanti (o
family friendly) come banca delle ore, telelavoro, part time, programmi locali dei tempi e degli
orari, ecc. - Intervento Telelavoro: € 371.361,00;
e) altri eventuali interventi innovativi e sperimentali proposti dalle Regioni e dalle
Province autonome, purché compatibili con le finalità dell’Intesa – Intervento Ludoteca
aziendale: € 500.000,00;
f) attività di monitoraggio del programma attuativo: € 100.000,00.
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5. ATTUAZIONE DELLE INIZIATIVE
Decreto Dirigenziale n. 378 del 28 aprile 2009
Con D.D. 378/2009, è stato approvato l’ “Avviso Pubblico per il finanziamento di Asili Nido,
di Micro Nidi Comunali e di Progetti per Servizi Integrativi, innovativi e/o sperimentali”.
Le risorse finanziarie previste ammontano a euro 35.000.000,00, di cui:
- euro 25.000.000,00 a valere sull’Obiettivo Operativo 6.3 “Città solidali e
scuole aperte” del POR FESR 2007/2013;
- euro 10.000.000,00 a valere sulle risorse nazionali stanziate ai sensi dell’art.
1 comma 1259 della L. 27/06, n. 296, D.M. del 27 giugno 2007),
per la realizzazione di tre tipologie di azioni:
- ristrutturazione, ampliamento e/o ammodernamento di strutture già esistenti e
funzionanti destinate a servizi per l’infanzia e pienamente operative, a condizione che la
realizzazione dell’intervento porti ad un incremento dei posti disponibili non inferiore al 25%;
- ristrutturazione o adeguamento di strutture sottoutilizzate di proprietà dei
comuni (o di altri enti pubblici dai quali sia concessa la disponibilità alle amministrazioni
comunali), da destinare alla realizzazione di nidi e micronidi;
- contributi destinati a finanziare servizi integrativi (quali Spazio bambini e
bambine, Servizio di pre e post-accoglienza) , sperimentali e/o innovativi educativi.
Le risorse sono così suddivise:
- 70% per i progetti di cui alle azioni 1 e 2 ;
- 30% per i progetti di cui all’azione 3 .
I soggetti beneficiari sono i Comuni in forma singola e associata.
La procedura di attuazione ha previsto tre finestre temporali per la presentazione e valutazione
dei progetti.
Sono stati valutati positivamente ed ammessi a finanziamento, per le tre finestre temporali,
complessivamente 65 nuovi asili nido sul territorio regionale e 31 servizi integrativi o
sperimentali, a fronte di 149 progetti presentati.
La mission del Piano di espansione degli servizi per la prima infanzia, come pure dell'Avviso
Pubblico, è stata ben intesa dei Comuni. In seguito alla importante risposta del territorio sia con
la prima scadenza che con la terza finestra prevista, si è deciso di incrementare la dotazione
finanziaria dell’avviso nella misura di circa euro 5.000.000,00.
Gli interventi finanziati avranno un ulteriore impatto positivo sull’incremento del numero di
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utenti presi in carico. I nuovi posti previsti in seguito all’implementazione dei progetti è di
circa 2.000 unità per la sola terza finestra, mentre nelle precedenti due finestre i nuovi posti
ammontano a circa 1.870 unità.
Decreto Dirigenziale n. 44 del 24 febbraio 2010 - "Avviso Pubblico per il Finanziamento
di Asili Nido, di Micronidi Aziendali".
Con tale Avviso si attua una stretta complementarietà tra il POR FESR ed il POR FSE,
finanziando azioni che comprendono sia interventi strutturali, sia interventi di rafforzamento
dei servizi erogati. Infatti, attraverso il POR FESR, obiettivo operativo 6.3 "Città solidali e
scuole aperte”, sono finanziati interventi, per complessivi 5 Meuro, finalizzati alla
realizzazione di nuovi asili nido o micronidi aziendali, all’ampliamento, ristrutturazione e/o
ammodernamento di strutture già esistenti destinate ad asili nido o micronidi aziendali presso i
luoghi di lavoro. Attraverso il POR FSE, obiettivo operativo f1 “Consolidare e diffondere gli
strumenti di conciliazione e i servizi per l'occupabilità e per l'occupazione femminile”, si
finanziano interventi immateriali per complessivi 8 Meuro, finalizzati allo start up delle
attività e/o gestione di asili nido o micronidi aziendali e all’acquisto da parte dei Comuni di
posti/servizio presso asili nido o micronidi aziendali (voucher destinati alle donne per
l’acquisizione di servizi che ne facilitino la partecipazione al mercato del lavoro).
L’avviso, rivolto a soggetti pubblici e privati, ha visto la presentazione di n. 33 proposte, di cui
è al momento in corso l’istruttoria di valutazione.