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Bollettino A.I.C. nr. 126-127-128/2006

L’esperienza di viaggio è stata perlungo tempo il fondamento della costru-zione del sapere geografico. Come affer-ma Luzzana Caraci (1997) «fintanto chela geografia è stata – come vuole la suaetimologia – semplice descrizione dellaTerra, la dipendenza del sapere geografi-co dall’esperienza di viaggio è stata tota-le, a fondamento dell’intero sistema delladisciplina». Il completamento dell’esplo-

razione del mondo ha poi affievolitoquesto rapporto, ridimensionando ilvalore del viaggio come fonte di cono-scenza. Tramite l’esperienza di viaggiooggi non è più possibile scoprire terrenuove; la descrizione del viaggio nonrisponde più, come avveniva all’epocadelle esplorazioni, ad un’esigenza di enu-merazione, catalogazione e classificazio-ne dello spazio, ma è piuttosto il reso-conto di una comparazione tra la realtàvisitata e la sua immagine precostituita.

IPERMAPPE, SISTEMI MULTIMEDIALIPER L’INFORMAZIONE TURISTICA

Monica Meini (*), Gianfranco Spinelli (**)(*) Dipartimento SEGES, Università del Molise.

(**) Dipartimento SIT, Università del Piemonte Orientale “A. Avogadro”.

Riassunto

Il contributo rappresenta il tentativo di verificare l’affidabilità di nuovi mezzi di espressione multi-mediale partendo da strumenti propriamente geografici come i GIS e basando la flessibilità tipicadell’ipertesto sulla tangibilità propria della cartografia. Gli autori, oltre a chiarire le motivazioni e ilquadro epistemologico che stanno dietro alla loro proposta, illustrano le caratteristiche principali diun prodotto da loro stessi realizzato con riferimento ad un viaggio negli Stati Uniti: l’ipermappa“Amerigo”. Si tratta di un sistema multimediale basato sulla cartografia automatica, che permet-te di accedere ad un sistema organizzato di informazioni secondo percorsi che l’utente può sce-gliere liberamente. L’aspetto innovativo fondamentale è l’inserimento della dimensione soggettiva,legata all’esperienza diretta del viaggio, all’interno di un sistema di riferimento oggettivo, qualequello offerto dalla cartografia.

1. Il viaggio come narrazione geografica

Pur essendo il lavoro frutto di collaborazione e riflessione comune dei due Autori, sono da attribuirsi aMonica Meini il primo e il secondo paragrafo, a Gianfranco Spinelli il terzo e il quarto paragrafo. La realiz-zazione dell’apparato iconografico è a cura di entrambi gli autori.

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Tuttavia il rapporto tra viaggio econoscenza geografica si è a poco a pocoarricchito di una nuova dimensionecognitiva, che va al di là dell’importanzada sempre attribuita all’esperienza diret-ta, per abbracciare l’intero sistema dirappresentazioni che accompagna ilviaggiatore. Tanto è vero che nello studiodei resoconti di viaggio come fonte diconoscenze geografiche acquisisconosempre più rilevanza i meccanismi diosservazione e interpretazione dei viag-giatori; come suggerisce Scaramellini(1980), lo spazio del viaggiatore deveessere considerato, evidenziando il mec-canismo di formazione e trasmissionedella rappresentazione che di quello spa-zio viene data, non solo come «oggetto dipercezione diretta (quindi vissuto)», maanche come «oggetto di codificazioneculturale prima e dopo il momento dellapercezione».

Il tema del viaggio costituisce dun-que, almeno in teoria, un terreno privile-giato di incontro fra la prospettiva razio-nalista e la prospettiva cognitiva o uma-nistica della geografia. Su questo incon-tro si è recentemente sviluppato un inte-ressante dibattito, che coinvolge l’interosistema epistemologico della disciplina ene rimette in discussione gli stessi con-cetti di base. Particolarmente pertinenteal tema del viaggio è quanto emerge daldibattito sul concetto di luogo. Secondola prospettiva razionalista, il luogo è con-siderato come realtà oggettivamentedeterminabile a prescindere dal sogget-to; la prospettiva opposta considera illuogo come realtà presente soltanto nellamente del soggetto. Il punto di incontro,una terza via, considera il luogo come

realtà che esiste di per sé, esternamenteal soggetto, ma che viene considerata peril modo con cui è trasfusa nell’esistenzadel soggetto (Vallega, 2004). Quest’ulti-ma visione sta inevitabilmente alla basedi qualsiasi resoconto di viaggio elabora-to ai nostri giorni, in un’epoca in cui laconoscenza di luoghi lontani prescindedall’esperienza diretta del viaggio e aquest’ultima è affidata piuttosto una fun-zione di ri-conoscimento. Il viaggiatore dioggi è portato ad affrontare questa espe-rienza come un percorso personale nel-l’intento di confrontare la realtà – purconsiderata come oggettiva – con unproprio apparato simbolico, di appagareil proprio ego in spazi già raccontati daaltri, di vedere in scala 1:1 quello che giàben conosce a 24 pollici o a 35 millime-tri, di raccontare lui stesso quella realtà,magari limitandosi a riproporne l’imma-gine digitalizzata.

Il particolare resoconto di viaggio cheabbiamo personalmente elaborato e chequi presentiamo trae spunto da questeconsiderazioni di base, tentando di inse-rirsi in quella prospettiva multipla cheintende conciliare analisi razionalista eanalisi cognitiva. Le competenze e glistrumenti di cui dispone il viaggiatoregeografo sono tali da permettere, infatti,un approccio multidimensionale nelladescrizione e rappresentazione dei luo-ghi, visti sia come realtà tangibile sianella prospettiva fenomenologica.

La capacità di leggere e di analizzareil territorio, attraverso l’uso degli stru-menti più vari, e le potenzialità di sintesiofferte dalla carta geografica sono ele-menti basilari su cui impostare l’approc-cio multidimensionale sopra descritto.

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Tuttavia tali competenze e tali strumentinon sono di per sé sufficienti se mancaun sistema di riferimento comune in cuifare convergere i diversi linguaggi epunti di vista. Questo terreno comunepuò essere individuato nei sistemi infor-mativi geografici, i quali consentono lagestione di informazioni eterogenee, per-mettono una notevole flessibilità nellascelta delle rappresentazioni e hanno diper sé una natura ipertestuale che con-sente di rappresentare la realtà secondosvariati piani di lettura (Minca, 1996).

Quello che qui presentiamo è dunqueun ipertesto costruito su base GIS eimperniato sulla carta geografica. In que-sto modo ciò che si ottiene è una nuovaforma di descrizione del territorio: unacarta che diventa ipertesto, e che in defi-nitiva possiamo chiamare ipercarta (deSpuches, 1996) o ipermappa. Il tentativoè quello di proporre nuove forme di nar-razione geografica, che attraverso la tan-gibilità della carta si aprano alla multidi-mensionalità dell’analisi territoriale edell’esperienza odeporica, intrecciandoopportunamente il piano soggettivo conquello oggettivo.

Se la carta geografica sia una rappre-sentazione che limita l’immaginazione opiuttosto la sollecita è questione enigma-tica che appassiona da tempo geografi enon geografi e che qui è solo il caso dirichiamare alla memoria; basterà ricor-dare da una parte la funzione delle carteconcepite per la “geografia del potere”,dall’altra gli ‘spazi vuoti’ presenti nellecarte dell’epoca delle esplorazioni allacui conoscenza suppliva ampiamente l’i-conografia da hic sunt leones che inne-scava curiosità e quindi immaginazione.

Nel caso dell’ipermappa da noi realiz-zata, la bilancia pende senza dubbiodalla parte di una sollecitazione dell’im-maginazione. Si tratta tuttavia di un per-corso inverso a quello innescato dall’ico-nografia sopra ricordata, poiché l’iper-mappa parte dalla formalizzazione dellasuperficie terrestre esaustivamente cono-sciuta per aprirsi all’esplorazione sogget-tiva di quello spazio; l’immaginazione,quindi, non viene usata tanto come sti-molo alla conoscenza quanto comemomento di significazione e appropria-zione mentale del territorio. Si tratta insostanza, per usare le parole di Farinelli(2003), di una sollecitazione che partedallo “spazio”, ovvero dall’astrazionegeometrica, per approdare al “mondo” eai suoi molteplici livelli.

I vantaggi offerti dall’ipermappa siprestano molto bene ad essere coltiquando essa viene utilizzata come narra-zione geografica di un viaggio, perché èevidente che il viaggio è l’emblema del-l’incontro non solo tra realtà diverse maanche tra rappresentazioni diverse. Ilviaggio è un’esperienza spazio-temporaleintensissima in cui si sovrappongonopiani di lettura infiniti, e la trasmissionead altri di tale esperienza, come ci inse-gna Corna Pellegrini, mira a riprodurre ilpiù alto numero possibile di questi pianidi lettura. Ciò è tanto più vero per unviaggio mito come il coast-to-coast degliStati Uniti, che attraversa luoghi entrati apieno titolo nell’immaginario collettivo.Il risultato è un’accattivante forma dinarrazione che si snoda su itinerari e per-corsi culturali; una narrazione che ripro-pone un viaggio nell’immaginario stessodell’America.

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Pertanto i referenti usati nella costru-zione dell’ipermappa vanno dal diario dibordo dell’esploratore alla letteratura o-deporica: da una parte, vi è infatti un co-stante riferimento, così come avveniva neidiari di bordo, alla definizione dei luoghiattraverso precise coordinate geografiche;dal punto di vista della descrizione e delracconto, la geografia dei luoghi attraver-sati rimanda invece piuttosto ai resocontidel Grand Tour, allorché la narrazione delviaggio avveniva attraverso una sorta didiario che collocava il viaggiatore, giornodopo giorno, in un contesto spaziale defi-nito attraverso descrizioni paesaggistiche,illustrazioni e bozzetti iconografici.

Attraverso l’uso dell’ipermappa si hadunque sostanzialmente un recupero del-la coordinata spaziale rispetto ad altri tipidi coordinate. La carta viene a costituire ilriferimento base su cui seguire le possibi-li traiettorie di viaggio e la costruzione deireali itinerari personali, la base su cuiseguire i percorsi di altri ed immaginarnedi propri, l’ossatura di un corpus nar-rativo che prende forma vivente attraver-so le ‘arterie’ seguite dal viaggiatore. Untale corpus narrativo viene costruito conuna serie di collegamenti ipertestuali a ma-teriali di varia natura, ma tutti capaci dirappresentare i luoghi visitati attraversomolteplici chiavi di lettura e di mostrare lamultidimensionalità dei filtri culturali o-peranti durante il viaggio. La compren-sione di una simile multidimensionalitàpuò costituire, a sua volta, il punto di par-tenza per la ricerca di nuovi mondi, più omeno personali. Come diceva Dematteisnel suo saggio “Le metafore della Terra”:il geografo deve fare in modo che la rap-presentazione non escluda la scoperta.

Come già notava Guarrasi nel 1996,«i GIS non sono semplice cartografianumerica. Essi sembrano destinati arimettere in discussione la separatezzadei due saperi (cartografico e geografi-co) ed agiscono nel senso della ricompo-sizione». In effetti, anche se tuttora ven-gono da molti considerati come un sem-plice strumento per la rapida produzio-ne di cartografia automatica, il grandevalore aggiunto dei sistemi informativigeografici sta proprio nella capacità dimettere in relazione informazioni econoscenze eterogenee inquadrandolein un sistema di coordinate spazialiattraverso la georeferenziazione.

Se accettiamo l’idea che l’esperienzadi viaggio sia oggi essenzialmente il con-frontare la realtà visitata con il proprioapparato simbolico, allora questa espe-rienza è di per sé un’opera di georefe-renziazione; è un andare alla ricerca diluoghi dove posizionare i propri miti.Non si tratta esclusivamente e necessa-riamente dei luoghi più famosi, cristalliz-zati in immagini stereotipate, i qualiriportano il viaggiatore in un sistema dicoordinate mentali spesso poco legatealla dimensione spaziale; si tratta anchedi una serie di ambienti e paesaggi ritro-vati durante il viaggio, in luoghi specifici,la cui immagine è stata in qualche modogià interiorizzata. Questi luoghi vengonoa riempirsi di significati che riguardanoanche altre esperienze, andando incon-tro da una parte ad un processo di arric-chimento – ad esempio della loro dimen-sione regionale attraverso l’espressività

2. La rappresentazione del viaggiotramite GIS

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del proprio paesaggio – dall’altra ad unaperdita di identità riducendosi a sempli-ce coordinata geografica.

Nonostante la sua apparente sterilità,proprio la coordinata geografica puòrappresentare, all’interno di un GIS, ilpunto d’incontro tra soggettivo e ogget-tivo, il modus con cui viene collegatauna serie di idee ad un insieme di ogget-ti geografici, secondo un approccio cheè stato definito “fenomenico” (Han-gouët, 2004). In quest’ottica è stata rea-lizzata l’ipermappa “Amerigo”.

Uno dei principali obiettivi di questarealizzazione è stato quello di rendereduttile la prospettiva lineare tipica di unitinerario turistico affinché potesse ren-dere conto dell’esplosione di immagini edegli spazi mentali ad esse collegati,spazi mentali che risultano molto piùarticolati e allo stesso tempo frammenta-ri oggi rispetto al passato, in quantosempre più ancorati ad immagini virtua-li di luoghi lontani.

Il modo con cui si è cercato di realiz-zare tale duttilità è principalmente lega-to alla possibilità di passare costante-mente da un piano all’altro di lettura,riproducendo di volta in volta nuovegeometrie spaziali, nuove rappresenta-zioni e nuove chiavi interpretative,lasciando quindi ampio spazio alla stessaimmaginazione di chi usa l’ipermappa.

In pratica avviene uno scambio conti-nuo tra due database: uno soggettivo,con testimonianze scritte e iconografi-che del viaggio effettivamente compiuto;l’altro oggettivo, relativo alle attrattiveturistiche ed ai paesaggi attraversati,presentati attraverso le parole, i disegni,le foto, i film... di altri. Va precisato pe-

raltro che quest’ultimo database è statodefinito oggettivo in quanto presenta inmaniera non personale una serie di ele-menti del paesaggio, i quali sono concre-tamente visibili nei territori attraversatima che sono anche il frutto dei filtri per-cettivi del viaggiatore grazie al lorointrinseco potere evocativo (figura 1).

In “Amerigo” l’esperienza di viaggio èstrutturata su diverse geometrie. Le foto eil diario di viaggio sono rappresentati conoggetti puntuali; le prime sono associatealla coppia di coordinate geografiche cor-rispondenti alla posizione del soggetto cheguarda, il diario ai luoghi di sosta. Gli ele-menti del database oggettivo sono associa-ti ad oggetti lineari corrispondenti all’iti-

FIGURA 1 - Database oggettivo e database sog-gettivo nell’ipermappa “Amerigo”.

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nerario percorso. Tale itinerario è suddivi-so in tappe, quindi ad una segmentazionelineare corrisponde una segmentazionetemporale: fra le varie modalità di lettura,l’utente potrà scegliere quella che rispettala successione temporale dell’esperienzadi viaggio.

Se l’inserimento della soggettività al-l’interno di un GIS rappresenta l’aspet-to più innovativo della nostra proposta,l’apparato cartografico che le fa da sup-porto ha invece un aspetto alquanto tra-dizionale con un’informazione geografi-ca di base il più esauriente possibile. Ciòpermette al lettore di muoversi in unambiente familiare, simile a quello di unatlante, cui fare riferimento costante-mente anche nell’intraprendere percorsipersonali di lettura e di non perdersi nellabirinto ipertestuale.

Riteniamo utile riassumere i caratteriessenziali dell’ipermappa da noi realizza-ta e le principali procedure di costruzio-ne per rendere più chiari i vantaggi e leopportunità d’uso di questo strumento.

Uno degli obiettivi perseguiti riguar-da la piena fruibilità da parte del lettore,nel duplice significato di accessibilità alprodotto e di libertà di azione nella scel-ta di visualizzazione.

La prima operazione è stata quella diricostruire, sulla cartografia di riferi-mento, l’itinerario effettuato, creandoquindi un layer delle tappe giornaliere edei luoghi di sosta e procedendo conse-guentemente a georeferenziare le foto

scattate e gli appunti di viaggio. Laseconda operazione ha riguardato inve-ce la costruzione del database oggettivo:informazioni sui luoghi attraversati, rac-colte sia in preparazione sia nel corso delviaggio così come a viaggio avvenuto,sono state anch’esse strutturate e collo-cate sulla carta. Si tratta di materiali didiversa natura – immagini, testi, suoni efilmati – che sono stati tutti inseriti inpagine htm.

Nella fase successiva è stata elaboratae realizzata l’architettura dell’ipermap-pa, utilizzando collegamenti ipertestualie analoghe procedure (hyperlink) chepermettono di collegare elementi carto-grafici a documenti esterni alla carta. Sitratta di un’architettura piuttosto sem-plice (figura 2), basata sull’idea di garan-tire una notevole libertà di navigazionefra le pagine, con la possibilità di rien-trare in ogni momento sulla carta.Ampia libertà è concessa anche nellagestione della cartografia: è possibilevisualizzare la carta centrandola su qual-siasi luogo, definendo qualsiasi scala escegliendo la combinazione di strati in-formativi preferita. Da questo punto divista, dunque, l’utente di un GIS svolgeun ruolo interattivo nella rappresenta-zione finale, contrariamente a quantonecessariamente avviene nei confronti diun prodotto cartografico tradizionale.

Oltre a seguire percorsi personalinella visualizzazione e gestione dellacarta, attraverso l’uso delle funzioni dizoom e pan, l’utente può accedere, attra-verso l’uso di bookmark, a quattro visua-lizzazioni predefinite (figura 3). In“Amerigo” tali visualizzazioni corri-spondono a quattro quadri regionali alla

3. Appunti sulla costruzione dell’ipermappa “Amerigo”

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FIGURA 2 - L’architettura dell’ipermappa “Amerigo”.

FIGURA 3 - La cartografia di base e i quadri regionali. (Fonte: Ipermappa “Amerigo”).

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FIGURA 4 - Un esempio concreto di navigazioneipertestuale.

FIGURA 5 - Un esempio di pagina del diario gior-naliero.

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scala di circa 1:6.000.000: ProfondoSud, Texas, Four Corners e California(figura 4). Ad ognuno di essi è associatoun testo di approfondimento, che haanche la funzione di offrire una visioned’insieme dell’area. Ad esempio, il testoche accompagna Four Corners è trattoda un saggio di Costantino Caldo sulSouthwest degli Stati Uniti e la conser-vazione della natura (Caldo, 1996).

L’utente può scegliere la combinazio-ne di strati informativi (layer) attivandoo disattivando la loro visualizzazione.Alcuni layer, tuttavia, sono visibili soloentro certi limiti di scala; ad esempio, laviabilità interstatale appare solo ad unascala superiore a 1:6.000.000. Queste li-mitazioni nella visualizzazione sonoindispensabili in una rappresentazionecartografica interscalare se si vuole man-tenere un costante equilibrio tra quan-tità di informazioni riproducibili e spa-zio di rappresentazione disponibile. Ildiscorso vale sia per gli oggetti rappre-sentati sia per tutto il sistema di informa-zioni geografiche ad essi collegato, in

particolare la toponomastica, che è pre-sente nella carta sia attraverso etichettefisse sia mediante tip che si attivano alloscorrimento del mouse.

Per quanto riguarda il database sog-gettivo, foto e appunti di viaggio sono sta-ti collegati ad oggetti grafici puntuali checostituiscono due strati informativi: gliappunti sono stati strutturati sotto formadi diario giornaliero e collegati ai punti disosta; le foto sono state posizionate lungol’itinerario in corrispondenza dei luoghidove sono state scattate. Mentre i punti disosta sono visibili a qualsiasi scala, e quin-di il diario di viaggio è sempre accessibile,il collegamento alle foto è attivabile solo apartire dalla scala di 1:1.000.000.

Il collegamento avviene attraverso lafunzione di hyperlink, secondo una pro-cedura analoga ai comuni collegamentiipertestuali: gli oggetti grafici a cui èapplicata questa funzione si comportanocome aree sensibili che collegano adocumenti esterni alla carta. In “Ameri-go” vi sono quattro strati informativi chepresentano questa funzione:

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1) FOTO: gli oggetti di questo layer sonocostruiti sulle coordinate geografichedei punti dove sono state scattate lefotografie e rimandano alle immagini;nel caso di serie scattate in sequenzarapida e in luoghi ravvicinati, il collega-mento avviene con un gruppo di foto;

2) FOTO E LINK: questo layer com-prende oggetti che sono costruiti conlo stesso criterio del layer precedente,ma in questo caso le foto, inserite inuna pagina htm, presentano un ulte-riore collegamento ed introducono aduna navigazione ipertestuale;

3) SOSTE E DIARIO: gli oggetti rappre-sentano i punti di sosta e sono collega-ti alle pagine del diario giornaliero, ilquale presenta al suo interno ulteriorilink a foto e altri documenti, permet-tendo di seguire percorsi personali dinavigazione tra i due database, sogget-tivo e oggettivo (figura 5);

4) TAPPE E LINK: questo layer rappre-senta l’itinerario di viaggio suddivisoin tappe giornaliere; ogni tappa è col-legata ad una pagina htm che sintetiz-za il percorso giornaliero e presentapiù opzioni di approfondimentotematico (figura 6).La struttura dell’ipermappa “Ameri-

go” consente di visualizzare contempora-neamente più finestre con riferimento adocumenti di diversa natura (figura 7),con possibilità di spostarsi nel percorsoipertestuale scelto attraverso parolecalde, pulsanti avanti-indietro, aree sensi-bili, icone. La carta è comunque il puntodi partenza e il riferimento costante du-rante la navigazione.

Non vanno dimenticate poi le poten-zialità dello strumento GIS riguardo

all’interrogazione dei dati geografici(figura 8): attraverso la funzione di iden-tify è possibile infatti accedere all’interosistema di informazioni immagazzinatein relazione ad ogni elemento cartografi-co (ad es., per i centri urbani il numerodi abitanti, per il rilievo l’altitudine e cosìvia); usando la funzione find possiamoinvece effettuare ricerche specifiche sututti gli strati informativi, posizionare lacarta sull’oggetto della ricerca e accedereal relativo sistema di informazioni.

FIGURA 6 - L’itinerario di un giorno di viaggio coni relativi approfondimenti tematici.

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FIGURA 7 - Un esempio concreto di navigazioneipertestuale.

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Appare evidente come la diffusionedelle tecniche ipertestuali e dei softwareGIS offra ancora oggi, nel terzo millen-nio, ampie opportunità di usare il viag-gio come fonte di conoscenza geografi-ca. L’ipermappa può diventare, a nostroparere, un efficace strumento didattico edi divulgazione su molte regioni delmondo, soprattutto quelle ancora noninserite, a differenza degli Stati Uniti,nei circuiti turistici consolidati, anche alfine di avviare il processo di costruzionedi un’immagine turistica.

Ma il vero valore aggiunto di un iper-testo di questo tipo è la possibilità diimplementare il sistema informativo che

ne sta alla base con nuove esperienzedegli stessi luoghi da parte di soggettidiversi: si tratta di un procedimento chetende a far convergere mondi soggettivi,fatti di ricordi e sensazioni personali, inun unico sistema di coordinate geografi-che. È questo un percorso mentale pocopraticato, anche perché è molto piùcomune il procedimento opposto chetende a trasfigurare il luogo contingentein spazi mentali personali. Ma quello chepuò sembrare un atteggiamento riduzio-nistico, o un inaridimento dell’esperien-za, ha una sua ragion d’essere, allorché lacoordinata geografica diventa codicecondiviso e quindi luogo di mediazione edi confronto delle esperienze.

I viaggiatori, sempre più provvisti di

4. Applicazioni per il turismo

FIGURA 8 - Funzioni di interrogazione degli strati informatici.

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strumentazione GPS e di supporti digi-tali, sono oggi in grado di memorizzare egeoreferenziare direttamente una seriedi dati e informazioni relativi al proprioviaggio e al territorio visitato: gli itinera-ri, i luoghi attraversati, la presenza e laqualità dei servizi, le impressioni avutedurante il viaggio, le fotografie (figura 9).

Queste informazioni, una volta im-magazzinate nel PC, possono seguiredue percorsi attraverso i quali potrannoessere condivise, diventando prodottimultimediali utili per altri utenti. Ilprimo percorso consiste nell’associare,per mezzo di software dedicati, i dati diviaggio ad altre fonti di informazione esoprattutto alla cartografia, dando vitaad ipermappe e guide multimediali. È

questo il percorso illustrato nel presentecontributo. L’altro prevede l’utilizzo dipiattaforme WebGIS già esistenti ed inrapida diffusione, come Google Earth,su cui far migrare i dati memorizzatidurante il viaggio. Questo procedimentopermette di divulgare in rete le informa-zioni raccolte raggiungendo un elevatogrado di capillarità nella diffusione: l’a-spetto innovativo è che l’informazionespaziale viene resa disponibile su sup-porti cartografici utilizzabili da chiun-que su qualsiasi computer collegato adInternet. Ciò permette di accedere facil-mente a corpus di informazioni tratte daesperienze dirette dei luoghi, in grado diarricchire l’informazione già disponibileper il turista.

FIGURA 9 - Ipermappe e WebGIS per l’informazione turistica.

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La sovrabbondanza di informazioniche viene in tal modo prodotta va di paripasso con la crescita del turismo virtuale,ovvero quel modo di utilizzare lo schermodel PC come se fosse il finestrino di unaereo che ci fa vedere il mondo dall’alto eci permette di atterrare ovunque voglia-mo; è un passatempo sempre più comunequello di visitare rappresentazioni tridi-mensionali della Terra e curiosare nelleinformazioni associate a luoghi specifici.

Un’ulteriore innovazione riguarda lapossibilità che le informazioni di cuisopra possano raggiungere i turistidurante il loro viaggio attraverso l’usodei GPS e dei computer portatili (pal-mari, PDA ecc.). Il viaggiatore potràquindi utilizzare le informazioni relativeal luogo in cui si trova, farsi guidare suitinerari specifici, accedere agliapprofondimenti proposti, confrontarele impressioni di altri con la propriaesperienza diretta. Esperienza che, a suavolta, potrà essere memorizzata e diffusaattraverso i canali sopra descritti.

Tornando ai due percorsi che abbia-mo delineato, dobbiamo precisare cheessi non sono indipendenti e divergenti.A parte il fatto scontato che entrambisono diretti alla stessa utenza, esiste lapossibilità che le due tipologie di pro-dotto interagiscano fra loro. Anche leipermappe e le guide multimedialicostruite come prodotti stand alone pos-sono migrare, con tutta la loro strutturaipertestuale, all’interno di WebGIS giàesistenti o diventare essi stessi WebGIS.

Nel quadro di profonda innovazionecui abbiamo accennato, è da chiedersiquale sia il ruolo attuale della cartografiaper l’informazione turistica. Può sem-

brare paradossale, ma nell’era del GPS,a fronte di una crescita esponenziale diinformazione geografica corrisponde unimpoverimento del supporto cartografi-co. I navigatori satellitari, infatti, forni-scono al viaggiatore prevalentementeinformazioni di direzione, oltre ovvia-mente alla posizione assoluta; la basecartografica di riferimento è, anche perragioni di memoria, estremamente sem-plificata; peraltro, lo sviluppo del pro-dotto va verso l’implementazione dellefunzioni vocali, quindi a scapito di quel-le di visualizzazione.

Più complesso è il discorso sui Web-GIS. Tra quelli più diffusi e di accessolibero, come il già citato Google Earth oNASA World Wind, il layer di copertu-ra globale è l’immagine da satellite, cui siaggiungono carte stradali e altri stratiinformativi relativi ad esempio ai confi-ni, ai luoghi abitati e ai loro nomi. Siamoquindi di fronte ad una cartografia par-ziale, non omogenea e alquanto rozza;tuttavia l’unione di questi strati informa-tivi in associazione con la copertura glo-bale delle immagini telerilevate produceun efficace strumento di rappresentazio-ne spaziale che di fatto sostituisce la car-tografia tradizionale.

Al contrario le ipermappe offrono unesempio di valorizzazione della cartogra-fia tradizionale. Il ricorso alla cartografiaautomatica, in questo caso, non deveessere visto come una scelta riduttiva neiconfronti della cartografia; semmai offrela possibilità di mantenere in uso l’appa-rato cartografico all’interno di nuoviambiti di informazione multimediale.Da questo punto di vista restano davalutare le effettive potenzialità dei

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WebGIS globali in quanto organizzatoridi informazione georeferenziata, capacipertanto di accogliere anche le ipermap-pe come “Amerigo” così come giàhanno iniziato ad accogliere cartografiaspecialistica, tradizionale, storica.

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Bibliografia


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