Transcript
Page 1: LA CHIAVE DEL TEMPO capitoli, è stata usata la traduzione di Salvatore Quasimodo (Oscar Mondadori, Mila-no 2001). Questa è un’opera di fantasia. Ogni rassomiglianza con persone

ANNE FORTIER

LA CHIAVEDEL TEMPO

Traduzione di Nicoletta Grill

La chiave del tempo_LTC x pdf.qxp 10-03-2010 11:47 Pagina III

Page 2: LA CHIAVE DEL TEMPO capitoli, è stata usata la traduzione di Salvatore Quasimodo (Oscar Mondadori, Mila-no 2001). Questa è un’opera di fantasia. Ogni rassomiglianza con persone

JulietCopyright © 2010 by Anne Fortier

© 2010 Sperling & Kupfer Editori S.p.A.

ISBN 978-88-200-4852-586-I-10

Per le citazioni da Romeo e Giulietta di William Shakespeare di pagina VII e dell’iniziodei capitoli, è stata usata la traduzione di Salvatore Quasimodo (Oscar Mondadori, Mila-no 2001).

Questa è un’opera di fantasia. Ogni rassomiglianza con persone o fatti reali è puramentecasuale.

La chiave del tempo_LTC x pdf.qxp 10-03-2010 11:47 Pagina IV

Page 3: LA CHIAVE DEL TEMPO capitoli, è stata usata la traduzione di Salvatore Quasimodo (Oscar Mondadori, Mila-no 2001). Questa è un’opera di fantasia. Ogni rassomiglianza con persone

113

1

Che c’è nel nome? Quella che chiamiamo rosa,anche con altro nome avrebbe il suo profumo.

LA vista dall’antica fortezza medicea era spettacolare. Non solopotevo distinguere i tetti di coppi di Siena che cuocevano nel so-le pomeridiano, ma almeno trenta chilometri di colline si affa-stellavano attorno a me in un oceano di sfumature che andavanodal verde al blu più intenso. Di continuo, alzavo gli occhi dallepagine per fare mio il vasto paesaggio davanti a me nella speran-za di liberarmi di tutta l’aria insalubre che avevo nei polmoni einebriarmi con gli effluvi dell’estate. E poi, ogni volta che ab-bassavo lo sguardo e riprendevo a leggere il diario di mastro Lo-renzetti, venivo risucchiata nei drammatici avvenimenti del1340.

Avevo trascorso la mattinata nel bar di Malèna in piazza Po-stierla a sfogliare le pagine delle versioni primeve di Romeo eGiulietta, scritte da Masuccio Salernitano e Luigi da Porto, pub-blicate postume rispettivamente nel 1476 e nel 1530. Era inte-ressante vedere come la vicenda si fosse sviluppata e come daPorto avesse conferito un tocco letterario alla storia, che Salerni-tano affermava basarsi su fatti veri.

Nella versione di Salernitano, Romeo e Giulietta – ovveroMariotto e Giannozza – vivevano sì a Siena ma i loro genitorinon erano in conflitto. Si erano sposati in segreto, dopo avercorrotto un frate, ma il vero dramma era cominciato solo quan-do Mariotto aveva ucciso un cittadino di spicco e aveva dovuto

La chiave del tempo_LTC x pdf.qxp 10-03-2010 11:48 Pagina 113

Page 4: LA CHIAVE DEL TEMPO capitoli, è stata usata la traduzione di Salvatore Quasimodo (Oscar Mondadori, Mila-no 2001). Questa è un’opera di fantasia. Ogni rassomiglianza con persone

114

andare in esilio. Nel frattempo i genitori di Giannozza – ignariche la figlia era già maritata – le avevano imposto di sposarequalcun altro. Per la disperazione, la giovane aveva chiesto alfrate di prepararle un potente sonnifero il cui effetto fu tale chequegli imbecilli dei suoi genitori la presero per morta e si af-frettarono a darle sepoltura. Per fortuna il buon vecchio frateera riuscito a estrarla dal sepolcro, dopo di che Giannozza siera messa in viaggio, in segreto, per Alessandria, dove Mariot-to si stava dando alla bella vita. Tuttavia, il messaggero cheavrebbe dovuto informare Mariotto del piano del sonnifero erastato catturato dai pirati, ragion per cui, nel ricevere le novelledel decesso di Giannozza, Mariotto era tornato a spron battutoa Siena per morire al suo fianco. Arrivato in città, era stato cat-turato dai soldati e decapitato. Zac. E Giannozza aveva trascor-so il resto dei suoi anni in convento a consumare pile di fazzo-letti.

Da quel che potevo capire, gli elementi chiave di questa ver-sione originale erano: il matrimonio segreto, il bando di Romeo,la furbata del sonnifero, la sparizione del messaggero e la deter-minazione suicida di Romeo provocata dall’erroneo convinci-mento della morte di Giulietta.

L’elemento spiazzante, naturalmente, era che il tutto sembra-va avere avuto luogo a Siena. Se Malèna fosse stata presente leavrei chiesto se ciò fosse di dominio pubblico. Ne dubitavo alta-mente.

La cosa interessante era che quando da Porto aveva ripreso lastoria, mezzo secolo più tardi, anche lui aveva voluto agganciarela storia a fatti accaduti, come chiamare Romeo e Giulietta con iloro veri nomi di battesimo. Ma pur così, si era fatto intimidiredall’ambientazione e aveva trasportato l’intera vicenda a Vero-na, cambiando tutti i cognomi. Assai probabilmente per evitarerichieste di danni da parte del potente clan coinvolto nello scan-dalo.

Ma lasciamo perdere la logistica: secondo la mia interpreta-zione – supportata da svariate tazze di cappuccino – da Porto

La chiave del tempo_LTC x pdf.qxp 10-03-2010 11:48 Pagina 114

Page 5: LA CHIAVE DEL TEMPO capitoli, è stata usata la traduzione di Salvatore Quasimodo (Oscar Mondadori, Mila-no 2001). Questa è un’opera di fantasia. Ogni rassomiglianza con persone

115

aveva scritto una storia molto più intrigante. Era stato lui a intro-durre la scena del ballo e quella del balcone, e anche il genio cheaveva macchinato il doppio suicidio. L’unica cosa che non mi gi-rava giusta era che aveva fatto morire Giulietta facendole tratte-nere il respiro. Ma forse da Porto sentiva che il suo pubblico nonavrebbe apprezzato spargimenti di sangue… scrupoli cheShakespeare, per fortuna, non aveva.

Dopo da Porto, qualcuno chiamato Bandello si era sentito indovere di scrivere una terza versione aggiungendo una quantitàdi dialogo melodrammatico senza, a mio avviso, alterare il suc-co della storia. Da quel momento in poi gli italiani ne ebbero ab-bastanza e la storia prima si spostò in Francia, poi in Inghilterraper andare finalmente a finire sullo scrittoio di Shakespeare,pronta per essere immortalata.

Da quello che potevo vedere, la differenza più notevole fratutte queste versioni poetiche e il diario di mastro Lorenzetti erache nella realtà erano state coinvolte tre famiglie, non due. I To-lomei e i Salimbeni erano state le due casate in conflitto – in al-tre parole i Capuleti e i Montecchi – mentre Romeo era un Ma-rescotti, cioè un foresto. Sotto questo rispetto, l’antica trasposi-zione di Salernitano era quella che più si avvicinava alla realtà:ambientata a Siena e senza menzione alcuna di una faida tra fa-miglie.

Più tardi, mentre lasciavo la Fortezza con il diario di mastroLorenzetti stretto al petto, mi misi a osservare tutte le personefelici attorno a me e, di nuovo, sentii come la presenza di un mu-ro invisibile tra me e loro. Eccole che camminavano, facevanojogging, mangiavano il gelato, incuranti del passato e nonsconfortate, come me, all’idea di non fare del tutto parte di que-sto mondo.

Quella stessa mattina, davanti allo specchio del bagno, avevoprovato la catena con il crocefisso d’argento proveniente dal co-fanetto di mia madre e avevo deciso che avrei iniziato a portarla.Dopotutto, si trattava di qualcosa che le era appartenuto e il fat-to che fosse stata lasciata nel cofanetto chiaramente significava

La chiave del tempo_LTC x pdf.qxp 10-03-2010 11:48 Pagina 115

Page 6: LA CHIAVE DEL TEMPO capitoli, è stata usata la traduzione di Salvatore Quasimodo (Oscar Mondadori, Mila-no 2001). Questa è un’opera di fantasia. Ogni rassomiglianza con persone

116

che era destinata a me. Forse, pensai, mi avrebbe in qualche mo-do protetta dalla maledizione che aveva condannato mia madre auna morte prematura.

Stavo diventando pazza? Forse. Ma in fondo ci sono molti ti-pi di demenza. Zia Rose aveva sempre dato per scontato che ilmondo intero fosse in uno stato di continua e mutabile follia, eche la nevrosi non fosse una malattia, ma un fatto della vita, co-me i foruncoli. Alcuni ne hanno tanti, alcuni ne hanno pochi, masolo la gente veramente anormale non ne ha neanche uno. Que-sta filosofia spiccia mi aveva dato spesso conforto nel passato, eme lo dava anche adesso.

Quando feci ritorno in hotel, il direttore mi si parò incontrocome un messaggero di Maratona, ansioso di aggiornarmi. «Si-gnorina Tolomei! Dov’è stata? Deve andare! Immediatamente!La contessa Salimbeni la sta aspettando al Palazzo Pubblico!Vada, vada…» Mi fece sciò sciò con le mani come qualcuno chevoglia cacciare un cane alle prese con gli avanzi. «Non può farlaaspettare!»

«Un momento!» Indicai due oggetti bene in vista nel mezzodella reception. «Quelle sono le mie valigie!»

«Sississì, le hanno appena consegnate.»«D’accordo, vorrei salire in camera mia e…»«No!» Rossini spalancò la porta e mi fece cenno di varcarla.

«Deve andare subito!»«Ma non so neppure dove!»«Santa Caterina!» Sebbene sapessi che fosse intimamente

deliziato di avere un’altra opportunità di erudirmi su Siena, il di-rettore alzò gli occhi al cielo e lasciò andare la porta. «Venga, lefaccio uno schizzo!»

Entrare nel Campo fu come entrare in una conchiglia gigan-te. Tutto attorno ai lati c’erano ristoranti e caffè e là dove avreb-be dovuto essere posizionata la perla, al fondo della piazza in di-

La chiave del tempo_LTC x pdf.qxp 10-03-2010 11:48 Pagina 116

Page 7: LA CHIAVE DEL TEMPO capitoli, è stata usata la traduzione di Salvatore Quasimodo (Oscar Mondadori, Mila-no 2001). Questa è un’opera di fantasia. Ogni rassomiglianza con persone

117

scesa, si ergeva il Palazzo Pubblico, l’edificio che fungeva damunicipio fin dal Medioevo.

Mi fermai un attimo ad assaporare il mormorio delle vocisotto la cupola blu del cielo, i piccioni che svolazzavano intorno,e la fontana di marmo bianco con la sua acqua turchese, fino aquando sopraggiunse un’ondata di turisti che mi trascinò via consé ad ammirare stralunata la magnificenza di quella piazza gi-gantesca.

Mentre mi tracciava le indicazioni, Rossini mi aveva garanti-to che il Campo era considerato la piazza più bella d’Italia, e nonsolo da parte dei senesi. Anzi, neppure riusciva a ricordare le in-numerevoli occasioni in cui clienti dell’hotel provenienti daiquattro angoli del mondo – persino da Firenze – lo avevano av-vicinato per magnificare le meraviglie del Campo. Lui natural-mente aveva protestato nominando lo splendore di altre località– ce ne dovevano essere di certo anche altrove – ma le persone sierano rifiutate di ascoltare. Avevano ostinatamente insistito cheSiena era la città più incantevole e meglio preservata del globo,e di fronte a tanta convinzione cos’altro poteva fare il direttorese non confermare che forse era proprio così?

Mi infilai in borsa le istruzioni e mi diressi verso il PalazzoPubblico. L’edificio non passava inosservato con la sua snellatorre campanaria, la Torre del Mangia, la cui costruzione il diret-tore mi aveva illustrato con tale dovizia di particolari che mi cierano voluti diversi minuti per rendermi conto che, di fatto, l’e-dificio non era stato eretto in sua presenza ma in un’epoca remo-ta del Medioevo. Un giglio, l’aveva definita, un fiero monumen-to alla purezza muliebre con il suo fiore di marmo bianco sorret-to da un alto stelo vermiglio. E, curiosamente, era stata costruitasenza le fondamenta. La Torre del Mangia, aveva dichiarato, sta-va in piedi da sei secoli, sorretta solo dalla grazia di Dio e dallafede.

Mi feci ombra con la mano e osservai la torre che si stagliavanel blu infinito del cielo. In nessun altro posto avevo mai visto la

La chiave del tempo_LTC x pdf.qxp 10-03-2010 11:48 Pagina 117

Page 8: LA CHIAVE DEL TEMPO capitoli, è stata usata la traduzione di Salvatore Quasimodo (Oscar Mondadori, Mila-no 2001). Questa è un’opera di fantasia. Ogni rassomiglianza con persone

118

purezza femminile celebrata da un oggetto fallico alto oltre cen-to metri. Ma forse era un mio problema.

Si sentiva letteralmente una certa gravità emanare dal Palaz-zo Pubblico e dalla sua torre, come se il Campo sprofondassesotto tutto quel peso. Rossini mi aveva detto che se avessi avutodei dubbi, avrei dovuto immaginarmi di posare una pallina perterra: ovunque mi trovassi la sfera sarebbe rotolata dritta verso ilPalazzo.

C’era qualcosa in quell’immagine che mi aveva incantato.Forse il pensiero di una pallina che rimbalza sul selciato di pie-tre. O forse il modo in cui aveva pronunciato quelle parole, contono cospiratorio, come un illusionista che intrattiene un bimbodi quattro anni.

Il Palazzo Pubblico, come il governo stesso, era cresciutocon gli anni. All’origine usato come luogo di convegno per i no-ve governatori della città, si era trasformato in una struttura im-ponente. Entrai nel cortiletto interno con la sensazione di esserespiata. Non tanto dalla gente presente, immagino, quanto dalleombre incombenti delle generazioni passate, generazioni che sierano dedicate alla vita di una città che una volta non era nullapiù di un piccolo appezzamento di terreno.

Eva Maria Salimbeni mi stava aspettando nella Sala della Pa-ce. Era seduta su una panca nel mezzo della stanza e guardava insu, come se stesse intrattenendo una silenziosa conversazionecon Dio. Nell’attimo in cui varcai la porta, lei si girò verso di mementre il volto le si distendeva in un sorriso felice.

«Così alla fine sei venuta!» esclamò mentre si alzava per ba-ciarmi su entrambe le guance. «Stavo cominciando a preoccu-parmi.»

«Mi scusi se l’ho fatta aspettare. Non sapevo…»Il suo sorriso interruppe qualsiasi cosa volessi aggiungere.

«Adesso sei qui. È la sola cosa che conta. Guarda…» Fece unampio gesto in direzione degli immensi affreschi che adornava-

La chiave del tempo_LTC x pdf.qxp 10-03-2010 11:48 Pagina 118

Page 9: LA CHIAVE DEL TEMPO capitoli, è stata usata la traduzione di Salvatore Quasimodo (Oscar Mondadori, Mila-no 2001). Questa è un’opera di fantasia. Ogni rassomiglianza con persone

119

no le pareti della stanza. «Hai mai visto niente di più magnifico?Il nostro grande Maestro, Ambrogio Lorenzetti, li ha eseguiticirca a metà del quattordicesimo secolo. Probabile che abbia ter-minato questo qua sopra le porte nel 1340. Si chiama Gli effettidel buon governo in città e in campagna.»

Mi voltai per ammirare l’affresco che mi stava indicando.Ricopriva l’intera lunghezza della parete e per eseguirlo dove-vano essere stati necessari complicati congegni di scale e di im-palcature, forse addirittura ponteggi appesi al soffitto. La metàdi sinistra rappresentava una tranquilla scena urbana con citta-dini nelle loro faccende affaccendati, la metà di destra un pae-saggio campestre al di là delle mura di cinta. Poi qualcosa miscattò in testa e dissi, sconcertata: «Vuol dire… mastro Ambro-gio?»

«Oh, sì», confermò Eva Maria, per nulla sorpresa che fossi aconoscenza del nome. «Uno dei maggiori Maestri. Dipinse que-ste scene per celebrare la fine del lungo conflitto tra le nostredue famiglie, i Tolomei e i Salimbeni. Poi, nel 1339, ci fu la pa-ce.»

«Davvero?» Pensai a Giulietta e a Frate Lorenzo che fuggi-vano dai banditi al soldo dei Salimbeni sulle strade intorno aSiena. «Avevo come l’impressione che nel 1340 i nostri antenatistessero ancora dandosele di santa ragione. Almeno fuori le mu-ra.»

Eva Maria fece un sorriso ambiguo. O era compiaciuta chemi fossi preoccupata di leggere gli aneddoti di famiglia, o erastizzita perché avevo osato contraddirla. In quest’ultimo caso fuabbastanza amabile da darmi retta. «Hai ragione. La pace portòa delle conseguenze imprevedibili. Capita ogni volta che i buro-crati si impicciano.» Sollevò le braccia. «Se la gente vuole darbattaglia, non puoi fermarla. Se glielo impedisci dentro la città,combatteranno in campagna, e là può succedere di tutto. Ma al-meno a Siena gli scontri furono interrotti prima che si perdesse ilcontrollo. Perché?»

La chiave del tempo_LTC x pdf.qxp 10-03-2010 11:48 Pagina 119

Page 10: LA CHIAVE DEL TEMPO capitoli, è stata usata la traduzione di Salvatore Quasimodo (Oscar Mondadori, Mila-no 2001). Questa è un’opera di fantasia. Ogni rassomiglianza con persone

120

Mi guardò come se sapessi la risposta che naturalmente nonconoscevo.

«Perché», continuò agitando un dito professorale davanti almio naso, «a Siena abbiamo sempre avuto la milizia. Se voleva-no tenere i Salimbeni e i Tolomei sotto controllo, i senesi dove-vano essere in grado di adunare e inviare in pochi minuti tutti ibattaglioni nelle strade della città.» Annuì con vigore alle suestesse parole. «Credo che questo sia il motivo per cui ancora og-gi l’appartenenza alla contrada è così sentita. La dedizione dellamilizia di quartiere fu, nei tempi remoti, quello che rese possibi-le una repubblica senese. Se vuoi averla vinta sui malvagi, assi-curati che i buoni siano armati.»

Sorrisi della sua conclusione e feci del mio meglio per nonsembrare in qualche modo coinvolta. Non era questo il momen-to per comunicare a Eva Maria che non credevo nelle armi e che,per esperienza diretta, i cosiddetti buoni non erano migliori deimalvagi.

«Bella, no?» proseguì lei indicando l’affresco. «Una città inpace con se stessa!»

«Suppongo di sì», dissi, «benché debba ammettere che lagente non appare particolarmente felice. Guardi…» Indicai unagiovane donna che dava l’impressione di essere intrappolata inun cerchio di fanciulle danzanti. «Quella sembrerebbe… non so.Persa nei suoi pensieri.»

«Forse aveva appena visto passare un corteo nuziale?» sug-gerì Eva Maria, indicando un gruppo di persone al seguito diquella che si poteva ritenere una sposa su un cavallo. «E magarila cosa le aveva fatto venire in mente un amore perduto.»

«Sta fissando il tamburo», suggerii, facendo di nuovo un cen-no con il dito, «o il tamburello. E le danzatrici sembrano… cat-tive. Guardi come l’hanno intrappolata nel mezzo. E una di lorole sta fissando il ventre.» Scrutai di sottecchi Eva Maria ma eradifficile interpretare la sua espressione. «O forse mi sto solo im-maginando delle cose.»

«No», disse lei adagio, «è chiaro che mastro Ambrogio vuo-

La chiave del tempo_LTC x pdf.qxp 10-03-2010 11:48 Pagina 120

Page 11: LA CHIAVE DEL TEMPO capitoli, è stata usata la traduzione di Salvatore Quasimodo (Oscar Mondadori, Mila-no 2001). Questa è un’opera di fantasia. Ogni rassomiglianza con persone

121

le che la si noti. Ha fatto questo gruppo di danzatrici più grandedi ogni altro elemento del dipinto. E se osservi meglio vedraiche lei è l’unica con una tiara nei capelli.»

Aguzzai gli occhi e vidi che aveva ragione. «E chi sarebbe?Lo si sa?»

Eva Maria fece spallucce. «Ufficialmente non lo sappiamo.Ma detto tra noi…» si protese verso di me abbassando la voce,«penso che sia la tua antenata. Giulietta Tolomei.»

Fui così scioccata a sentirla pronunciare quel nome – il mionome – e articolare lo stesso identico pensiero che avevo comu-nicato a Umberto per telefono, che ci misi un po’ prima di rivol-gerle l’unica domanda possibile: «Come caspita fa a saperlo?Che sia la mia antenata, intendo…»

Eva Maria per poco non scoppiò in una risata. «Ma non è ov-vio? Perché mai tua madre ti avrebbe dato quel nome? Anzi, peressere precisi, è stata proprio lei a dirmelo… che discendi in li-nea diretta da Giulietta e Giannozza Tolomei.»

Benché elettrizzata dalla notizia – data con tanta sicurezza –mi resi conto che queste erano più informazioni di quante ne po-tessi gestire in una sola volta. «Non sapevo che conoscesse miamadre», mormorai, domandandomi perché non me l’avesse det-to prima.

«Un giorno venne a trovarmi. Con tuo padre. Ancora primache si sposassero.» Eva Maria fece una pausa. «Era molto giova-ne. Più giovane di te adesso. Era in corso una festa con cento in-vitati ma noi, tua madre, tuo padre e io, trascorremmo l’interaserata a parlare di mastro Ambrogio. Furono loro a dirmi quelloche adesso ti sto raccontando. Sapevano moltissime cose dellenostre due famiglie. Quello che successe dopo fu tragico.»

Rimanemmo un attimo in silenzio. Eva Maria mi stava fis-sando con un sorriso sardonico, come se fosse al corrente delladomanda che bruciavo dalla voglia di fare senza averne il corag-gio: quale fosse, se c’era, il suo legame con l’empio Luciano Sa-limbeni, e quanto sapesse della morte dei miei genitori.

«Tuo padre credeva», continuò lei senza lasciar tempo a inve-

La chiave del tempo_LTC x pdf.qxp 10-03-2010 11:48 Pagina 121

Page 12: LA CHIAVE DEL TEMPO capitoli, è stata usata la traduzione di Salvatore Quasimodo (Oscar Mondadori, Mila-no 2001). Questa è un’opera di fantasia. Ogni rassomiglianza con persone

122

stigazioni, «che mastro Ambrogio avesse nascosto una storia nelsuo dipinto. Una tragedia avvenuta ai suoi tempi e che non pote-va essere menzionata apertamente. Guarda…» Indicò un parti-colare dell’affresco. «La vedi quella gabbietta appesa alla fine-stra lassù in alto? E se ti dicessi che quell’edificio è Palazzo Sa-limbeni e che l’uomo che si scorge all’interno è Salimbeni inpersona, ossequiato come un re mentre la gente si inchina ai suoipiedi per chiedere denaro a prestito?»

Intendo che quel racconto in qualche maniera era per lei do-loroso, feci un sorriso a Eva Maria, decisa a non permettere cheil passato si mettesse tra di noi. «Non sembra molto orgogliosadi lui.»

Lei fece una smorfia. «Oh, era un grand’uomo. Ma a mastroAmbrogio non piaceva. Non vedi? Osserva… c’è un matrimo-nio… una fanciulla triste che danza… e poi un uccellino in gab-bia. A che conclusione arrivi?» Visto che non rispondevo, EvaMaria rivolse lo sguardo fuori dalla finestra. «Sai, avevo venti-due anni. Quando l’ho sposato. Salimbeni. Lui ne aveva sessan-taquattro. Pensi fosse vecchio?» Mi guardò fissa negli occhi co-me a voler leggere dentro la mia testa.

«Non necessariamente», dissi. «Come sa, mia madre…»«Insomma, io lo pensavo», mi interruppe lei. «Pensavo che

fosse molto vecchio e che presto sarebbe morto. Ma era ricco.Ho una casa splendida. Devi venire a trovarmi. Presto.»

Ero così sconcertata da quella spavalda confessione – e dalsuccessivo invito – che mi limitai a dire: «Certo, mi farebbe pia-cere».

«Ottimo!» Mi appoggiò sulla spalla una mano possessiva: «Eadesso devi trovare l’eroe dell’affresco!»

Per poco non risi. Eva Maria Salimbeni era una vera profes-sionista nell’arte di cambiare argomento.

«Dai», mi sollecitò come un’insegnante rivolta a una classedi studenti svogliati, «dov’è l’eroe? C’è sempre un eroe. Guardabene.»

Scrutai il dipinto dubbiosa. «Potrebbe essere chiunque.»

La chiave del tempo_LTC x pdf.qxp 10-03-2010 11:48 Pagina 122

Page 13: LA CHIAVE DEL TEMPO capitoli, è stata usata la traduzione di Salvatore Quasimodo (Oscar Mondadori, Mila-no 2001). Questa è un’opera di fantasia. Ogni rassomiglianza con persone

123

«L’eroina è dentro le mura con l’aria molto triste», affermò,indicando la fanciulla, «quindi l’eroe deve essere…? Guarda!Sulla sinistra è raffigurata la vita di ogni giorno entro le muradella città. Poi hai Porta Romana, l’accesso sud alla città, che ta-glia il dipinto in due. E sul lato destro…»

«Okay, ora lo vedo», dissi, stando al gioco. «È il tizio a ca-vallo che sta lasciando la città.»

Eva Maria sorrise, non a me, ma all’affresco. «È affascinan-te, vero?»

«Uno schianto. E che ci fa con il berretto di feltro?»«È un cacciatore. Osservalo bene. Ha con sé un falcone da

caccia e sta per liberarlo, ma qualcosa lo trattiene. L’altro uomo,quello più scuro che avanza a piedi sorreggendo la cassetta dapittore, sta cercando di dirgli qualcosa e il nostro giovane eroe sista inclinando indietro sulla sella per ascoltarlo.»

«Forse il tipo a piedi vuole che torni in città?» azzardai.«Forse. Ma cosa succederebbe se lo facesse? Guarda cosa ha

dipinto più in alto mastro Ambrogio. La forca. Una spiacevolealternativa, no?» Eva Maria sorrise. «Chi pensi che sia?»

Non risposi seduta stante. Se il mastro Ambrogio che avevadipinto l’affresco era di fatto lo stesso mastro Ambrogio il cuidiario stavo leggendo, e se la sconsolata fanciulla danzante conla tiara era davvero la mia antenata Giulietta Tolomei, allora ilgiovane a cavallo non poteva che essere Romeo Marescotti. Manon ero sicura di voler rivelare a Eva Maria l’estensione dellemie recenti scoperte, né la fonte del mio sapere. Dopotutto, leiera una Salimbeni. Così, mi limitai ad alzare le spalle e dire:«Non ne ho nessuna idea».

«Supponi che ti dica», mi comunicò Eva Maria, «che è il Ro-meo di Romeo e Giulietta… e che la tua antenata, Giulietta è laGiulietta di Shakespeare…»

Riuscii a confezionare una risata. «Ma non si svolgeva a Ve-rona? E Shakespeare non li ha inventati? Nel film Shakespearein Love…»

«Shakespeare in Love!» Eva Maria mi guardò come se avessi

La chiave del tempo_LTC x pdf.qxp 10-03-2010 11:48 Pagina 123

Page 14: LA CHIAVE DEL TEMPO capitoli, è stata usata la traduzione di Salvatore Quasimodo (Oscar Mondadori, Mila-no 2001). Questa è un’opera di fantasia. Ogni rassomiglianza con persone

124

detto una bestialità. «Giulietta…» mi pose una mano sulla guan-cia, «credimi quando ti dico che è successo proprio qua a Siena.Molto, molto prima di Shakespeare. È tutto lì, su quel muro. Ro-meo che va in esilio e Giulietta che si accinge a sposare un uomoche non può amare.» Sorrise all’espressione del mio viso e allafine ritrasse la mano. «Non preoccuparti. Quando vieni a trovar-mi parleremo ancora di queste dolorose vicende. Che cosa faistasera?»

Feci un passo indietro, nella speranza di nascondere quantofossi sconvolta dalla sua conoscenza della storia della famiglia.«Pulisco il balcone.»

Eva Maria non batté ciglio. «Quando hai finito, vorrei che tumi accompagnassi a un fantastico concerto. Ecco…» pescò inborsetta ed estrasse un biglietto d’ingresso, «è un programmasplendido. L’ho scelto io. Ti piacerà. Alle sette. Dopo ceniamoassieme e così ti racconto dell’altro sui nostri antenati.»

Mentre più tardi mi avviavo alla sala del concerto, potevosentire che qualcosa mi tormentava dentro. Era una bellissimaserata e la città traboccava di gente felice, ma io non potevo con-dividerne la letizia. Percorrendo le strade a lunghi passi, i mieiocchi non vedevano null’altro che il selciato. Poi, a poco a poco,mi ripigliai e fui in grado di individuare la causa del mio malu-more.

Mi stavano manipolando.Appena ero giunta a Siena, la gente si era premurata di dirmi

cosa fare e cosa pensare. Specie Eva Maria. Le sembrava più chenaturale assecondare i propri desideri o programmi manovrandoi miei movimenti – incluso il look – e ora stava pure cercando diinterferire nei miei ragionamenti. E se io non avessi voluto di-scutere con lei degli avvenimenti del 1340? Insomma, peggioper me, perché non avevo scelta. Eppure, bizzarramente, lei mipiaceva. Per quale motivo? Forse perché era il contrario esatto dizia Rose, che aveva sempre paura di fare qualcosa di sbagliato e

La chiave del tempo_LTC x pdf.qxp 10-03-2010 11:48 Pagina 124

Page 15: LA CHIAVE DEL TEMPO capitoli, è stata usata la traduzione di Salvatore Quasimodo (Oscar Mondadori, Mila-no 2001). Questa è un’opera di fantasia. Ogni rassomiglianza con persone

125

quindi non faceva mai niente? O Eva Maria mi piaceva perchénon avrebbe dovuto piacermi? In questo c’era lo zampino diUmberto: il modo più sicuro per farmi avvicinare ai Salimbeniera dirmi di stare bene alla larga da loro. Immagino si trattasse diuna caratteristica giuliettesca.

Insomma, forse per Giulietta era arrivato il momento di ra-zionalizzare. Secondo Maconi, i Salimbeni si sarebbero semprecomportati da Salimbeni, il che stava a significare, a sentire miocugino Peppo, un sacco di guai per ogni Tolomei che si fosserotrovati tra i piedi. Questo era stato comprovato nel tumultuosoMedioevo e anche ora, nella Siena odierna, lo spettro del proba-bile assassino Luciano Salimbeni non aveva ancora abbandona-to la scena.

O non era stato proprio questo tipo di pregiudizio a mantene-re in vita l’antico conflitto tra famiglie per generazioni e genera-zioni? E se l’elusivo Luciano Salimbeni non avesse neppuresfiorato i miei genitori ma fosse sempre stato un sospetto sem-plicemente a causa del nome? Non c’era da stupirsi che se nefossero perse le tracce. In un Paese dove vieni giudicato presun-to colpevole, il boia non è tipo che aspetti con pazienza che ilprocesso si concluda.

A dirla tutta, più ci pensavo e più la bilancia pendeva a favo-re di Eva Maria. Dopotutto, era lei quella che sembrava più deci-sa a provare che – malgrado la nostra ancestrale rivalità – pote-vamo ancora essere amiche. E se le cose stavano veramente co-sì, non volevo certo essere io a rovinare la festa.

Il concerto di quella sera era offerto dall’Accademia Musica-le Chigiana nel Palazzo Chigi-Saracini, proprio di fronte al salo-ne di parrucchiere del mio amico Luigi. Entrai nell’edificio at-traverso un cancello coperto ed emersi in un cortile con una log-gia e un vecchio pozzo nel centro. Cavalieri con tanto di coraz-za, pensai tra me e me, avranno tirato su l’acqua da quel pozzoper abbeverare i loro destrieri da battaglia. Sotto i miei sandali a

La chiave del tempo_LTC x pdf.qxp 10-03-2010 11:48 Pagina 125

Page 16: LA CHIAVE DEL TEMPO capitoli, è stata usata la traduzione di Salvatore Quasimodo (Oscar Mondadori, Mila-no 2001). Questa è un’opera di fantasia. Ogni rassomiglianza con persone

126

tacco alto, l’acciottolato del suolo era levigato da secoli di zoc-coli e di birocci. Il posto non era né troppo grande né troppo im-ponente, ma possedeva una sua sobria dignità che mi fece riflet-tere se gli avvenimenti esterni a quel quadrilatero senza tempofossero davvero importanti.

Mentre me ne stavo lì ad ammirare a bocca aperta il soffitto amosaico sotto la loggia, un usciere mi porse un dépliant e mi in-dicò la porta per salire alla sala del concerto. Sulle scale diediun’occhiata al dépliant pensando si trattasse del programma mu-sicale. L’opuscolo illustrava invece la storia del palazzo, in di-verse lingue:

Palazzo Chigi-Saracini, uno dei più belli di Siena, appartene-va in origine alla famiglia Marescotti. Il corpo centrale del-l’edificio è molto antico. Nel corso del Medioevo, la famigliaMarescotti iniziò a incorporare le costruzioni limitrofe e, co-me altre potenti famiglie senesi, avviò l’edificazione di unatorre. Fu da questa torre che, al rullo di tamburi, venne an-nunciata la vittoria di Montaperti nel 1260.

Mi arrestai a metà delle scale per rileggere il passaggio. Seciò era vero, e se non avevo fatto confusione con i nomi contenu-ti nel diario di mastro Ambrogio, allora io in quel momento mitrovavo in quello che originariamente era Palazzo Marescotti,cioè la casa di Romeo nel 1340.

Solo quando la gente dovette cominciare a fare manovre su-gli scalini per superarmi, scrollai via la sorpresa e mi mossi an-ch’io. E anche se fosse stata la casa di Romeo? Lui e io eravamoseparati da quasi settecento anni, senza considerare che alloralui aveva la sua Giulietta personale. Malgrado i vestiti e la petti-natura nuovi, io non ero altro che una patetica imitazione dellacreatura da sogno che lei era stata.

Se fosse venuta a conoscenza delle mie romantiche fantasti-cherie, Janice avrebbe riso di me. «Eccoci di nuovo», avrebbesogghignato, «Jules che sogna di un uomo che non può avere.»

La chiave del tempo_LTC x pdf.qxp 10-03-2010 11:48 Pagina 126

Page 17: LA CHIAVE DEL TEMPO capitoli, è stata usata la traduzione di Salvatore Quasimodo (Oscar Mondadori, Mila-no 2001). Questa è un’opera di fantasia. Ogni rassomiglianza con persone

127

E avrebbe avuto ragione. Solo che talvolta queste sono le fanta-sticherie migliori.

La mia bizzarra ossessione per i personaggi storici mi era ve-nuta fuori a nove anni con il presidente Jefferson. Mentre tuttigli altri – inclusa Janice – avevano tappezzato le camere da lettocon poster delle loro eroine pop con le tette di fuori, la mia stan-za era il santuario del mio padre fondatore preferito. Mi ero datada fare un sacco per imparare a scrivere «Thomas» in bella gra-fia, e avevo perfino ricamato un cuscino con una T gigantesca daabbracciare prima di addormentarmi. Per mia sfortuna, Janiceaveva scoperto il mio diario segreto e l’aveva fatto circolare inclasse causando unanimi ululati di ilarità alla visione dei dise-gnini che mi raffiguravano in velo e abito da sposa di fronte aMonticello, la tenuta del presidente, mano nella mano con un as-sai muscoloso presidente Jefferson.

Da allora, tutti avevano iniziato a chiamarmi Jeff, anche gliinsegnanti, che non sapevano il perché e – incredibilmente – nonsi accorgevano di come la cosa mi desse fastidio. Alla fine avevosemplicemente smesso di alzare la mano in classe, per starmenelì seduta all’ultimo banco, nascosta dai capelli, con la speranzache nessuno mi notasse.

Al liceo – grazie a Umberto – avevo cominciato a interessar-mi al mondo degli antichi, e le mie fantasticherie si erano spo-state da Leonida lo spartano a Scipione il romano, per arrivareall’imperatore Augusto, finché non avevo messo a nudo il latooscuro del personaggio. Una volta alle soglie dell’università, miero proiettata così indietro nel tempo che il mio eroe era diventa-to un anonimo cavernicolo della steppa siberiana, un tipo cheuccideva pelosi mammut e che, solo soletto nelle notti di pleni-lunio, intonava melodie di caccia sul suo flauto d’osso.

L’unica a farmi notare che i miei fidanzati avevano tutti unacosa in comune fu naturalmente Janice. «Peccato», aveva dettouna notte che stavamo cercando di prendere sonno sotto una ten-da montata in giardino dopo che era riuscita a farmi sputare tutti

La chiave del tempo_LTC x pdf.qxp 10-03-2010 11:48 Pagina 127

Page 18: LA CHIAVE DEL TEMPO capitoli, è stata usata la traduzione di Salvatore Quasimodo (Oscar Mondadori, Mila-no 2001). Questa è un’opera di fantasia. Ogni rassomiglianza con persone

128

i miei segreti più reconditi in cambio di caramelle che erano inorigine mie, «che siano tutti morti e sepolti.»

«Non è così!» avevo protestato già pentita di averle rivelato imiei segreti. «La gente famosa vive per sempre!»

Al che, Janice si era limitata a ribattere: «Forse, ma chi vuo-le baciare una mummia?»

Malgrado i notevoli sforzi di mia sorella, tuttavia, mi vennedel tutto naturale provare una certa eccitazione al pensiero chestavo «tampinando» Romeo nella sua stessa dimora. L’unico re-quisito affinché la nostra stupenda relazione potesse continuareera che lui restasse nello stato in cui era: defunto.

Eva Maria stava tenendo banco nella sala del concerto, cir-condata da uomini in abito scuro e donne vestite di lustrini. Eraun locale dagli alti soffitti decorato in una tonalità lattemiele erifinito con accenni dorati. Circa duecento poltroncine erano adisposizione del pubblico e, a giudicare dalle persone già pre-senti, non si sarebbe fatto fatica a occuparle tutte. All’estremitàdella sala i membri dell’orchestra stavano accordando gli stru-menti mentre una cicciona in rosso aveva purtroppo tutta l’ariadi voler cantare. Come in quasi tutta Siena, non c’era nulla dimoderno che disturbasse la vista, a parte qualche raro adole-scente con le scarpe da tennis sotto i calzoni con la piega.

Nell’attimo in cui mi vide entrare, Eva Maria mi fece segnodi avvicinarmi con un cenno regale del braccio. Mentre esegui-vo, la sentii presentarmi al gruppo con superlativi che non meri-tavo, e in pochi minuti diventai pappa e ciccia con alcuni altiesponenti della cultura senese, uno dei quali era il presidente delMonte dei Paschi di Siena a Palazzo Salimbeni.

«Il Monte dei Paschi», mi spiegò Eva Maria, «è il maggioreprotettore delle arti a Siena. Niente di quello che vedi qua attor-no sarebbe stato possibile senza il supporto finanziario dellaFondazione.»

Il presidente mi guardava con un lieve sorriso, come pure sua

La chiave del tempo_LTC x pdf.qxp 10-03-2010 11:48 Pagina 128

Page 19: LA CHIAVE DEL TEMPO capitoli, è stata usata la traduzione di Salvatore Quasimodo (Oscar Mondadori, Mila-no 2001). Questa è un’opera di fantasia. Ogni rassomiglianza con persone

129

moglie, abbarbicata al di lui gomito. Al pari di Eva Maria, anchela signora era estremamente elegante e, benché anch’io mi fossidata da fare per l’occasione, il suo sguardo mi diceva che avevoancora molto da imparare. Mi parve addirittura che facesse uncommento in tal senso con il marito.

«Mia moglie mi sta dicendo che lei non ci crede», dissescherzosamente il presidente, con un timbro di voce così dram-matico che pareva stesse recitando i versi di un poema. «Forselei pensa che noi si sia…» fece una pausa alla ricerca delle paro-le, «troppo fieri di noi stessi?»

«Non necessariamente», risposi mentre mi si imporporavanole guance a causa del loro insistente scrutinio, «trovo solo… pa-radossale che la casa dei Marescotti dipenda dai buoni uffici deiSalimbeni per sopravvivere, ecco tutto.»

Il presidente accolse la mia osservazione con un lieve accen-no di assenso, come a confermare che i superlativi di Eva Mariaavessero un fondamento. «Sì, un paradosso.»

«Ma il mondo è pieno di paradossi», intervenne una vocedietro di me.

«Alessandro!» esclamò il presidente, all’improvviso tuttogiulivo, «devi venire a conoscere la signorina Tolomei. Si stacomportando in maniera molto… severa con tutti noi. Special-mente con te.»

«Chiaro che lo fa.» Alessandro mi prese la mano e la baciòcon beffarda cavalleria. «Se non lo facesse, non crederemmomai che è una Tolomei.» Mi guardò fisso negli occhi prima di la-sciarmi il polso. «Giusto, signorina Jacobs?»

Ci fu un momento di gelo. Chiaramente Alessandro non s’a-spettava di incontrarmi al concerto, e la sua reazione non era sta-ta lusinghiera per nessuno dei due. Ma non potevo certo biasi-marlo per la villania, dato che non l’avevo mai richiamato dopoche era venuto in hotel a cercarmi tre giorni prima. Per tutto queltempo il suo biglietto da visita era rimasto sul mio tavolino comeuna predizione nefasta trovata in un biscotto della fortuna. Soloquella mattina l’avevo alla fine strappato in due e buttato nel ce-

La chiave del tempo_LTC x pdf.qxp 10-03-2010 11:48 Pagina 129

Page 20: LA CHIAVE DEL TEMPO capitoli, è stata usata la traduzione di Salvatore Quasimodo (Oscar Mondadori, Mila-no 2001). Questa è un’opera di fantasia. Ogni rassomiglianza con persone

130

stino, immaginando che se avesse voluto arrestarmi l’avrebbegià fatto.

«Sandro, non pensi che stasera Giulietta sia uno splendore?»intervenne Eva Maria mal interpretando quel momento di ten-sione.

Alessandro si sforzò di sorridere. «Una favola.»«Sissì», interloquì il presidente, «ma chi sta di guardia al de-

naro, mentre tu sei qui?»«Il fantasma dei Salimbeni», replicò Alessandro, senza disto-

gliere lo sguardo da me. «Una forza invincibile.»«Basta!» Segretamente soddisfatta delle parole del figlioc-

cio, Eva Maria finse di corrucciarsi e lo colpì sulla spalla con ilprogramma arrotolato. «Saremo tutti dei fantasmi anche troppopresto. Stanotte si celebra la vita.»

Dopo il concerto Eva Maria insistette che noi tre si andasse acena assieme. Alle mie obiezioni, tirò fuori la scusa del suocompleanno e disse che per quella particolare serata, «nel corsodella quale avrebbe girato un’altra pagina di quella commediasplendida e dolorosa che è la vita», il suo unico desiderio era diandare nel suo ristorante preferito con due delle sue persone pre-ferite. Stranamente Alessandro non fece obiezioni. A Siena evi-dentemente non si contraddiceva la propria madrina in un giornocosì importante.

Il ristorante preferito di Eva Maria era in via delle Campa-ne, appena fuori i confini della contrada dell’Aquila. E il suotavolo preferito risultò essere su una pedana sopraelevata all’e-sterno, davanti un negozio di fiorista che stava chiudendo leserrande.

«Insomma», mi disse dopo aver ordinato una bottiglia di Pro-secco e un piatto di antipasti, «non ti piace l’opera?»

«No, mi piace!» protestai, seduta di traverso con le gamberaggomitolate nell’esiguo spazio sotto il tavolo. «L’opera mipiace. Il cameriere di mia nonna l’ascoltava sempre. Soprattutto

La chiave del tempo_LTC x pdf.qxp 10-03-2010 11:48 Pagina 130

Page 21: LA CHIAVE DEL TEMPO capitoli, è stata usata la traduzione di Salvatore Quasimodo (Oscar Mondadori, Mila-no 2001). Questa è un’opera di fantasia. Ogni rassomiglianza con persone

131

l’Aida. Solo che… Aida dovrebbe essere una principessa etiope,non un peso massimo sulla cinquantina. Spiacente.»

Eva Maria rise di gusto. «Dovresti fare quello che fa sempreSandro. Ascoltare a occhi chiusi.»

Diedi un’occhiata ad Alessandro. Durante il concerto era se-duto dietro di me e avevo sentito il suo sguardo fisso sulla mianuca per tutta la durata. «Perché? È pur sempre la stessa donnache canta.»

«Ma è una voce che arriva dall’anima!» sostenne Eva Maria,chinandosi verso di me, «devi solo stare ad ascoltare e riuscirai avedere Aida com’è veramente.»

«Ciò è molto generoso.» Mi rivolsi ad Alessandro. «Anchelei è sempre così generoso?»

Non rispose. Non era necessario. «La magnanimità», replicò Eva Maria assaggiando il Prosec-

co e giudicandolo degno di essere consumato, «è la più grandedelle virtù. Stai lontana dai gretti. Sono intrappolati in animucceda nulla.»

«Secondo il cameriere di mia zia», confidai, «la bellezza è lapiù grande delle virtù. Ma avrebbe aggiunto che la generosità èuna forma di bellezza.»

«La verità è bellezza», disse Alessandro, finalmente pren-dendo la parola. «La bellezza è verità. Secondo Keats. La vita èmolto facile se ci credi.»

«Lei non ci crede?»«Non sono un’urna.»Cominciai a ridere ma lui neppure sorrise.Per quanto volesse che diventassimo amici, Eva Maria era in-

capace di lasciare il pallino a noi soli. «Dicci di più su tua zia!»mi sollecitò. «Perché pensi che non ti abbia mai rivelato chieri?»

Guardai prima l’una e poi l’altro, consapevole che avevanoparlato di me ed erano in disaccordo. «Non ne ho idea. Credoche avesse paura… o forse che volesse…» abbassai lo sguardonel mio piatto. «Non lo so.»

La chiave del tempo_LTC x pdf.qxp 10-03-2010 11:48 Pagina 131

Page 22: LA CHIAVE DEL TEMPO capitoli, è stata usata la traduzione di Salvatore Quasimodo (Oscar Mondadori, Mila-no 2001). Questa è un’opera di fantasia. Ogni rassomiglianza con persone

132

«A Siena il nome che portiamo significa tutto», affermòAlessandro tormentando il suo bicchiere d’acqua.

«Nomi, nomi, nomi!» sospirò Eva Maria. «Quello che noncapisco è perché questa tua zia – Rosa? – non ti abbia mai porta-to a Siena.»

«Forse temeva che la persona che ha assassinato i miei geni-tori potesse assassinare anche me», risposi, questa volta più riso-luta.

Eva Maria si appoggiò indietro sulla sedia. «Che pensierotremendo!»

«Be’, buon compleanno!» presi un sorso di Prosecco, «e gra-zie di tutto.» Fissai decisa Alessandro obbligandolo a incrociareil mio sguardo. «Non si preoccupi, non rimarrò a lungo.»

«No», rispose con un cenno d’intesa, «immagino che qui siatutto troppo pacifico per lei.»

«La pace mi piace.»Catturai un cenno di avvertimento dalle profondità dei suoi

occhi color foresta. Fu inquietante. «Ovviamente.»Invece di rispondere, feci un sorriso tirato e rivolsi le mie at-

tenzioni all’antipasto. Purtroppo Eva Maria non si accorse dellesfumature più recondite delle mie emozioni, ma solo del mio vi-so paonazzo. «Sandro», disse, cavalcando quello che le era sem-brato un inizio di flirt, «perché non hai fatto vedere a Giulietta lecose belle della città? Le piacerebbe.»

«Ne sono certo.» Alessandro infilzò un’oliva senza mangiar-la. «Ma purtroppo non abbiamo statue di sirenette.»

Fu allora che ebbi la conferma che aveva rintracciato il miodossier e che aveva trovato tutto quello che c’era da sapere su Ju-lie Jacobs: Julie Jacobs la manifestante pacifista che non era an-cora tornata da Roma che già si era fiondata a Copenhagen perprotestare contro la partecipazione della Danimarca alla guerrain Iraq con azioni di vandalismo ai danni della statua della Sire-netta. Disgraziatamente, il fascicolo non riportava che si era trat-tato solo di un grosso equivoco e che in realtà Julie Jacobs era

La chiave del tempo_LTC x pdf.qxp 10-03-2010 11:48 Pagina 132

Page 23: LA CHIAVE DEL TEMPO capitoli, è stata usata la traduzione di Salvatore Quasimodo (Oscar Mondadori, Mila-no 2001). Questa è un’opera di fantasia. Ogni rassomiglianza con persone

133

andata in Danimarca al solo scopo di far vedere a sua sorellache, sì, lei era una con le palle.

Con in gola un cocktail infernale di rabbia e paura, allungaila mano alla cieca verso il cestino del pane, augurandomi di nonfar trapelare il panico.

«No, ma abbiamo altre statue altrettanto belle!» Eva Mariascrutò prima me e poi lui nel tentativo di capire cosa stesse suc-cedendo. «E fontane. Devi portarla a Fontebranda…»

«Forse alla signorina Jacobs farebbe piacere vedere via deiMalcontenti», suggerì Alessandro interrompendo la propria ma-drina. «Era il posto dove portavamo i criminali, in modo che leloro vittime potessero lanciar loro addosso della roba mentre ve-nivano condotti alla forca.»

Visto che non c’era più bisogno di fingere, ricambiai il suosguardo feroce con uno altrettanto feroce.

«Nessuno veniva mai graziato?» «Come no! Si chiamava esilio. Si diceva loro di andarsene da

Siena e di non tornare più indietro. In cambio, avevano salva lavita.»

«Ah, capisco», replicai, «proprio come la sua famiglia, i Sa-limbeni.» Guardai di sottecchi Eva Maria che era, per la primavolta, senza parole. «Giusto?»

Alessandro non rispose immediatamente. A giudicare dalguizzo dei muscoli della mascella, gli sarebbe piaciuto moltissi-mo rispondere a tono, ma sapeva che di fronte alla madrina gliera impossibile. «La famiglia Salimbeni», disse alla fine con vo-ce strozzata, «fu espatriata dal governo nel 1419 e obbligata a la-sciare la repubblica di Siena.»

«Per sempre?»«Evidentemente no. Ma fu un esilio molto lungo.» Il modo in

cui mi guardava mi spinse a pensare che stesse di nuovo parlan-do di me. «E probabilmente se lo meritavano.»

«E cosa sarebbe successo… se fossero tornati indietro co-munque?»

«Allora…» Fece una pausa a effetto, e fui colpita che il ver-

La chiave del tempo_LTC x pdf.qxp 10-03-2010 11:48 Pagina 133

Page 24: LA CHIAVE DEL TEMPO capitoli, è stata usata la traduzione di Salvatore Quasimodo (Oscar Mondadori, Mila-no 2001). Questa è un’opera di fantasia. Ogni rassomiglianza con persone

134

de dei suoi occhi non somigliasse al fogliame che si trova in na-tura ma fosse gelido e cristallino come la scheggia di malachiteche avevo portato in classe in quarta elementare, presentandolacome qualcosa di speciale, prima che la maestra mi dicesse chesi trattava di un minerale da cui si estraeva il rame, con dannievidenti per l’ambiente. «Dovevano avere una ragione molto im-portante.»

«Basta!» Eva Maria alzò il bicchiere. «Niente più esili. Nien-te più battibecchi. Adesso siamo tutti amici.»

Per circa dieci minuti riuscimmo ad avere una conversazionecivile. Dopo di che Eva Maria si scusò per andare alla toilettecosì Alessandro e io tornammo ai ferri corti. Lo sorpresi mentremi stava squadrando con attenzione e, per qualche breve mo-mento, riuscii a convincermi che si trattava solo della strategiadel gatto con il topo per vedere se ero abbastanza resistente datenergli testa per una settimana. Bene, pensai tra me e me, qual-siasi cosa il gatto stia complottando, ne vedrà delle belle.

Cercai di afferrare una fetta di salame. «Crede nella reden-zione?»

«Non mi interessa quello che hai fatto a Roma. O altrove»,disse Alessandro sospingendo il vassoio verso di me e passandoal tu. «Ma m’importa di Siena. Allora, dimmi, perché sei qui?»

«È un interrogatorio?» chiesi con la bocca piena. «Devochiamare l’avvocato?»

Si sporse verso di me. «Ti potrei sbattere in prigione così…»Mi fece schioccare le dita davanti al naso. «È quello che vuoi?»

«Sai», ribattei mentre impilavo altro cibo nel piatto e speravoche non vedesse come mi tremavano le mani, «le prove di forzacon me non hanno mai funzionato. Può darsi che funzionasseroalla grande con i tuoi antenati ma, se ricordi bene, ai miei ante-nati non facevano un baffo.»

«D’accordo…» si appoggiò allo schienale e cambiò tattica.«Che ne dici: ti lascio in pace a una condizione. Che tu stia lon-tana da Eva Maria.»

«Perché non lo dici direttamente a lei?»

La chiave del tempo_LTC x pdf.qxp 10-03-2010 11:48 Pagina 134

Page 25: LA CHIAVE DEL TEMPO capitoli, è stata usata la traduzione di Salvatore Quasimodo (Oscar Mondadori, Mila-no 2001). Questa è un’opera di fantasia. Ogni rassomiglianza con persone

135

«È una donna molto speciale e non voglio che soffra.»Posai la forchetta. «Invece io lo vorrei? Che soffra? È questo

quello che pensi di me?»«Davvero lo vuoi sapere?» Alessandro mi passò di nuovo al

vaglio manco fossi un oggetto messo in vendita a un prezzospropositato. «Penso che tu sia stupenda, intelligente… unagrande attrice…» Vedendo la mia confusione, si accigliò e con-tinuò con voce fredda: «E penso che qualcuno ti abbia pagato unsacco di soldi per venire qui a far finta di essere Giulietta Tolo-mei».

«Cosa?»«…e ritengo che parte del tuo incarico sia stato di avvicinarti

a Eva Maria. Ma sai una cosa? Non permetterò che succeda più.»Non sapevo neppure da che parte cominciare. Per fortuna che

le sue accuse erano così surreali da non riuscire neanche a ferir-mi. «Perché non credi che io sia Giulietta Tolomei?» chiesi. «Èperché non ho gli occhi color del mare?»

«Vuoi sapere perché? Te lo dico io.» Si sporse verso di meappoggiando i gomiti sul tavolo. «Giulietta Tolomei è morta.»

«Allora come lo spieghi che sto seduta qua?» replicai spor-gendomi anch’io in avanti.

Mi scrutò per alcuni interminabili minuti alla ricerca di qual-cosa nel mio viso che evidentemente non c’era. Alla fine distol-se gli occhi, la bocca contratta, e seppi che per qualche ragionenon ero riuscita a convincerlo e che probabilmente non ce l’avreimai fatta.

«Sai una cosa?» Spinsi indietro la sedia e mi alzai. «Seguiròil tuo consiglio e mi priverò della compagnia di Eva Maria. Dil-le che la ringrazio del concerto e della cena, e riferiscile che puòavere indietro i suoi vestiti non appena lo desidera. Non ne hopiù bisogno.»

Non aspettai la sua reazione, ma caracollai giù dalla pedana efuori dal ristorante, senza voltarmi indietro. Appena girato il pri-mo angolo, e fuori portata, sentii lacrime di rabbia che mi saliva-no agli occhi e, malgrado le scarpette, cominciai a correre. L’ul-

La chiave del tempo_LTC x pdf.qxp 10-03-2010 11:48 Pagina 135

Page 26: LA CHIAVE DEL TEMPO capitoli, è stata usata la traduzione di Salvatore Quasimodo (Oscar Mondadori, Mila-no 2001). Questa è un’opera di fantasia. Ogni rassomiglianza con persone

136

tima cosa che volevo era che Alessandro mi raggiungesse perscusarsi della sua villania, ammesso fosse abbastanza uomo perfarlo.

Tornando in hotel quella notte, scelsi le strade maggiormentein ombra e meno frequentate. Mentre avanzavo nel buio, più conla speranza che con la sicurezza di essere nella direzione giusta,ero così sconvolta a causa della mia discussione con Alessandro– e più precisamente per le cose brillanti che avrei potuto dire eche non avevo detto – che ci misi un po’ a rendermi conto chequalcuno mi stava seguendo.

Da principio fu solo la sgradevole sensazione di essere osser-vata. Ma presto cominciai a sentire il suono soffocato di una pre-senza che si muoveva furtiva dietro di me. Tutte le volte che ac-celeravo potevo distinguere un fruscio di vestiti e suole di gom-ma, ma, se rallentavo, il fruscio scompariva e non restava che unsilenzio minaccioso che era quasi ancora peggio.

Girando di colpo in una strada a caso, con la coda dell’occhiofui in grado di catturare il movimento e la sagoma di un uomo. Ameno che prendessi una cantonata, si trattava dello stesso bruttoceffo che mi aveva seguita alcuni giorni prima, quando ero usci-ta da Palazzo Tolomei con il cofanetto di mia madre. Il mio cer-vello aveva ovviamente archiviato quell’incontro sotto la voce«pericolo» e, adesso che ne aveva riconosciuto le sembianze,dentro di me era scattato un assordante sistema d’allarme in gra-do di annullare ogni pensiero razionale. Mi tolsi le scarpe e, perla seconda volta quella notte, iniziai a correre.

La chiave del tempo_LTC x pdf.qxp 10-03-2010 11:48 Pagina 136


Top Related