Download - LA VOCE DEMOCRATICA
Chissà quanti bambini avran-
no pronunciato questa frase
nelle scorse settimane. E non
si trattava certamente dei
soliti capricci alimentari: que-
sta volta i bambini avevano
proprio ragione. Hanno fatto
bene a rifiutarsi di mangiare
“cibi” che le proprie madri
non avrebbero mai comprato
e mai servito a tavola. Mi
riferisco al Pangasio, pesce
allevato nel fiume Mekong (il
più inquinato del mondo), al
prosciutto cotto con i nitriti,
cioè additivi sintetici respon-
sabili di danni ai reni e alla
muscolatura; per continuare
con i bastoncini surgelati
senza specificazione del tipo
di pesce, oppure le merendi-
ne confezionate senza mar-
ca, codice a barre e data di
scadenza o, per finire in bel-
lezza, la frutta non lavata.
Dopo l’allarme lanciato dai
genitori e dalle insegnati, i
consiglieri di centro-sinistra,
al contrario della giunta co-
munale che probabilmente
ha ritenuto più importante la
questione economica metten-
do in secondo piano la salute
dei bambini, si sono subito
mobilitati andando a control-
lare di persona la qualità del
servizio di refezione e hanno
voluto fare chiarezza sulla
questione facendo convocare
un apposito consiglio comu-
nale. Dopo la fase di denun-
cia, i consiglieri comunali di
centro-sinistra, senza mai
trascurare i rapporti con i
cittadini indignati e nello stes-
so tempo preoccupati per la
salute dei propri bambini,
sono passati alla fase propo-
sitiva. Infatti, hanno presenta-
to in Consiglio Comunale due
mozioni che sono state poi
approvate all’unanimità. La
prima prevede l’istituzione di
una commissione di control-
lo, formata da genitori e inse-
gnanti, che ha il compito di
controllare quotidianamente
gli alimenti somministrati ai
bambini che usufruiscono del
servizio di mensa scolastica.
La seconda proposta preve-
de l’istituzione di una com-
missione di indagine, formata
da alcuni Consiglieri Comu-
nali, per verificare l’iter bu-
rocratico che ha determina-
to la vicenda e di accertare
se vi siano delle manchevo-
lezze. Infine, il Consiglio
Comunale, accertando tutta
una serie di infrazioni com-
messe dalla ditta che gesti-
sce il servizio di mensa sco-
lastica, ha impegnato la
Giunta a revocare tale servi-
zio alla ditta appaltatrice.
Adesso, fallito il tentativo
della Giunta Costantino di
accusare come al solito
l’opposizione di strumenta-
lizzazione politica, i genitori
e le insegnanti ringraziano i
Consiglieri di centro-sinistra
per il lavoro svolto e per i
risultati raggiunti. Alla fine
ha avuto la meglio un mo-
dello di opposizione che ha
saputo coniugare la fase di
denuncia politica a quella di
proposta.
Giovanni Ruberto
Mamma, non voglio pranzare alla mensa
scolastica!
La voce democratica
Editoriale
Il 27 e il 28 agosto 2010, presso il loggiato
Sant ’ Agostino, ha avuto luogo la 1° edizio-
ne della “Festa Democratica ” organizzata
dai Giovani Democratici con la collaborazio-
ne di alcuni esponenti del P.D.
Durante la festa si sono alternati momenti di
riflessione politica, con dialoghi, confronti e
dibattiti sui problemi che affliggono la nostra
società e momenti di divertimento, con le
vignette di Vauro e con i gruppi musicali che
hanno allietato le due serate della festa: “ I
figli dell ’ Officina ” e i “Siculablask ” .
Scuola, università e lavoro al centro dei
dibattiti, dove sono intervenuti : Luca Spataro
( s egretario Provinciale del P.D. di Cata-
nia ) , Giuseppe Vetriolo (segretario Provin-
ciale dei Giovani Democratici di Enna ),
Giulio Ciccia ( Giovane Democratico Cata-
nia ) , il compaesano Simone Amata
( S egretario dei Giovani Democratici di
Troina ) e, in comizio, l ’ On. Mattarella, il
consigliere provinciale Musumeci e il consi-
gliere comunale Venezia che hanno parlato
rispettivam ente del fallimento politico della
destra a livello nazionale, provinciale e
locale.
L ’ 11 dicembre 2010 il nostro gruppo insie-
me a rappresentanti del PD,si è recato a
Roma, per partecipare alla manifestazione
nazionale del Partito Democratico.
Nel mese di novembre, noi giovani democra-
tici, ci siamo costituiti come partito politico e,
attraverso votazioni,sono stati eletti:Simone
Amata (Segretario ) ,Presidente ( Cristian
Pagana ) Tesoriere (Marco Dispinzeri ) .
Tante sono le iniziative che ci siamo preposti
per l ’ anno in corso, una delle più importanti
è sicuramente la scuola di formazione politi-
ca, che consiste, in delle lezioni, presiedute
da persone competenti in materia, con il fine
di promuovere la partecipazione alla vita
politica dei giovani e far si che questi si
facciano una propria idea politica.
Per noi giovani, novizi in politica, sono state
delle occasioni di crescita, di riflessione,
lavoro di gruppo e molto divertimento tanto
da essere considerate un motivo d ’ orgoglio
e di spinta per le future attività dei Giovani
Democratici.
Baudo Angelo e Mare Paolo
Giovani Democratici:
Simone Amata ( Segretario )
Giovanni Ruberto ( Vice Segretario )
Marco Dispinzeri ( Tesoriere )
Cristian Pagana ( Presidente di Assemblea )
Mariagrazia Cantale e Veronica Compagnone ( Entrambe Vice Presidente di As-
semblea ).
Per info potete contattarci su questa email : [email protected] oppure sulla pa-
gina di facebook “ giovani democratici troina “.
Numero 2 marzo 2011
Giovani Democratici : Buongiorno dottore ! Innanzi tutto, grazie per la
sua gentile disponibilità.
Dr. Musumeci : Buongiorno a voi ragaz-zi! Sono io a ringraziarvi ! Mi fa davvero molto piacere vedere dei ragazzi inte-
ressati alla politica come voi.
Giovani Democratici: Grazie! Noi Giovani Democratici avremmo il piacere di porle alcune domande riguardo importanti tematiche poli-tiche e sociali della nostra provin-
cia .
Dr. Musumeci : Bene ! Sono Prontissi-
mo…
Giovani Democratici : Più di due anni sono ormai passati dalle ele-zioni provinciali. Cosa pensa dell’ operato della giunta Monaco? Quali sono i lati positivi e negativi della
sua amministrazione?
Dr. Musumeci : Beh… direi che i lati positivi sono praticamente inesistenti; ci tengo a precisare che la giunta Monaco non è riuscita a portare a termine un solo punto del programma presentato agli elettori. Gli effetti del suo operato possono essere definiti devastanti; ciò è sicuramente dovuto ad una numerosa presenza di inetti a capo della nostra provincia. La giunta Monaco è stata, ahimé , capace di far sottrarre alla pro-vincia di Enna milioni e milioni di Euro dal governo centrale non solo, non po-nendo la ben che minima resistenza ma, addirittura , accettando supinamente tali manovre! Preme ricordare a tutti il caso della scala mobile di Enna; il Governo Regionale ha cancellato del tutto un fi-nanziamento di 30 milioni di Euro per tale progetto senza che attualmente si sappia quale destinazione abbiano preso questi fondi. Appare evidente come la mancata presa di posizione da parte dell’ amministrazione provinciale costituisca
un fallimento per la stessa.
Giovani Democratici : Dato che l’ am-ministrazione Monaco ha deluso le aspettative dell’ elettorato ( anche quello di centrodestra ), il Partito De-
mocratico quali alternative propone ?
Dr. Musumeci : Rispondere a questa
domanda è un po’ difficile ! Credo sia il caso di fare autocritica. Il P.D. sta attra-versando un periodo di crisi che vede la “spaccatura” del partito in due linee di-vergenti; ahimé questa condizione fa si che gli scenari politici attuali non siano
tra i più rosei.
Giovani Democratici: Da anni se ne parla, molte sono le amministrazio-ni provinciali che hanno posto la loro attenzione a riguardo ma, la questione viabilità rimane un can-cro oppure un peso opprimente non un cancro opprimente per la nostra provincia! Cosa ne pensa a propo-sito? Come si sta muovendo in con-siglio per far fronte a tale mancan-
za?
Dr. Musumeci : Sicuramente la questio-ne viabilità è una delle problematiche provinciali per le quali mi sono mag-giormente battuto. Ci sono state molte occasioni in cui il consiglio si é trovato a dover esprimere preferenza su quali fossero le arterie stradali da destinare ad una prioritaria opera di manutenzione ma, data l’ effettiva mancanza dei fondi necessari, l’ immobilismo sembra avere la meglio! Tempo addietro feci perso-nalmente un’ interpellanza al Presidente Monaco, con la quale chiedevo di prov-vedere alla manutenzione della strada Gagliano Castelferrato – Agira che, co-me tutti noi sappiamo, è quasi impratica-bile ! Alla mia richiesta il Presidente ha pensato bene di rispondere dicendomi che non si può procedere alla sistema-zione della strada perche non ci sono soldi !!! La mia domanda a questo punto è : “ A cosa serve un Presidente che non può provvedere alla viabilità della sua provinciale?” I soli fondi al momento stanziati per far fronte alle opere di ma-nutenzione dell’ intera viabilità provincia-le sono circa 50 mila euro; nello specifico 25 mila Euro andrebbero destinati alla zona nord ed i restanti 25 mila alla zona sud. E’ facile capire che l’ esiguità della somma non permetterà neanche l’ inizio dei lavori! Sono una miseria!!! L’ unica speranza che rimane è che, grazie all’ intervento dell’ On. Elio Galvagno, la Regione Sicilia possa sbloccare un fi-nanziamento pari a 10 milioni di Euro da destinare alla viabilità dell’ ennese. An-cora non c’è nulla di concreto, ma ci au-guriamo che gli sviluppi possano essere
dei migliori
Giovani Democratici: Al giorno d’ oggi è quasi unanime l’ idea dei cit-tadini che l’ A.T.O. Rifiuti sia coin-ciso solo con un aumento esagera-to delle bollette e del disservizio !!! L’ immondizia continua a rimanere di fatto nei cassonetti stracolmi o per strada senza essere rimossa. Come è possibile tutto questo ? Come pensa possa essere risolto il
problema ?
Dr. Musumeci : Il problema A.T.O. Ri-fiuti è alquanto intricato. Nonostante il centro destra,durante la campagna elet-torale, abbia fatto dell’ A.T.O. Rifiuti il suo cavallo di battaglia , promettendo di risolvere il disservizio e di porre fine alle assunzioni “facili”, la situazione è peg-giorata se non precipitata.Ciò si può spiegare come segue: essendo stata fatta , da parte del centro-destra, una campagna divulgativa che vedeva i citta-dini a non pagare la tassa sui rifiuti , i comuni si sono visti pervenire un ridottis-simo introito di fondi da destinare all’ A.T.O. ; quest’ ultimo, dato il mancato raggiungimento dei fondi pattuiti con i comuni per la gestione dallo smaltimento dei rifiuti , non fa altro che erogare un ridotto e scarso servizio. Secondo recen-ti dati, a pagare la tassa sui rifiuti. nella provincia di Enna è solamente il 27% dei
cittadini . Il dato è sconfortante!!!
Giovani Democratici : Questa era l’ ultima domanda Dr. Musumeci. La ringraziamo tanto di aver accettato questa intervista per il nostro gior-nalino. Ci auguriamo in futuro di poter discutere ancora con lei ri-guardo i temi politici e sociali della
nostra cara provincia. Arrivederla
Dr. Musumeci : Senz’ altro ragazzi, mi troverete sempre disponibile. È stato un
piacere ! Arrivederci a presto.
Cristian Pagana e
Marco Dispinzeri
“Arriva l’ eco dal consiglio…”
Intervista al Dr. Ninì Musumeci, consigliere provinciale
del Partito Democratico.
Pagina 2 La voce democratica
“Sono una pazza, una mezza pazza,
un’eccentrica. Ho abitudini dissolute;una
comunista raccontava, nel’45,che a
Rouen da giovane mi aveva vista ballare
nuda su due botti; ho praticato con assi-
duità tutti i vizi,la mia vita è un continuo
carnevale,ecc… con i tacchi bassi,i ca-
pelli tirati somiglio ad una patronessa, ad
un’istitutrice, ad un caposquadra dei
boyscout. Passo la mia esistenza tra i
libri o a tavolino, tutto cervello. Nulla
impedisce di conciliare i due tratti.
L’essenziale è presentarmi come anor-
male. Il fatto è che sono scrittrice: una
donna scrittrice non è una donna di casa
che non scrive ma qualcuno la cui intera
esistenza è condizionata dallo scrivere.
E’ una vita che ne vale un’altra: che ha i
suoi motivi, il suo ordine, i suoi fini, che
si possono giudicare stravaganti solo se
di essa non si capisce niente”.Simone de
Beavoir, scrittrice, filosofa e femminista
francese.
A distanza di pochi giorni dalla manife-
stazione del 12 febbraio che ha visto
scendere in piazza milioni di donne e a
poche ore dall’8 marzo sorge un dubbio:
sappiamo cosa festeggiare?
L'origine della Festa dell'8 Marzo risale
al 1908, quando un gruppo di operaie
dell’ industria tessile Cotton di New York
scioperò come forma di protesta contro
le terribili condizioni in cui si trovavano a
lavorare. Lo sciopero proseguì per diver-
se giornate ma fu proprio l'8 Marzo che
la proprietà dell'azienda bloccò le uscite
della fabbrica, impedendo alle operaie di
uscire dalla stessa.
Un incendio ferì mortalmente 129 ope-
raie, tra cui anche delle italiane, donne
che cercavano semplicemente di far
valere i propri diritti. Centinaia di donne
si sono battute nel corso della storia per
garantirsi una condizione sociale pari a
quella degli uomini, ma la strada è anco-
ra lunga. Tante hanno fatto la storia,
quali: Tina Anselmi, prima Ministra nella
storia italiana; Nilde Jotti, prima donna
presidente della camera; Lina Merlin,
prima donna ad essere eletta al senato e
ricordata per la chiusura dei bordelli con
lo scopo di
eliminare la
piaga della
prostituzione;
Indira Ghandi,
nominata
primo ministro
dell’India;
Margherita
Huck, astrofi-
sica e divulgatrice scientifica; Rita Levi
Montalcini, scienziata e senatrice italia-
na; Madre Teresa di Calcutta, premio
nobel per la pace; Rosa Luxem-
burg ,politica teorica socialista e rivolu-
zionaria tedesca; Virginia Woolf, scrittri-
ce saggista e attivista britannica. O an-
cora le “suffraggette” le quali chiedevano
che il diritto di voto fosse esteso anche
alle donne. Oggi nonostante
l’equivalenza dei titoli e delle competen-
ze, sussiste ancora una forte disparità
nell’attribuzione dei ruoli di responsabili-
tà e delle retribuzioni. La scelta degli iter
professionali e delle carriere é tutt’altro
che egualitaria; anche gli stessi partiti
politici disdegnano la parità non conce-
dendo
alle
candi-
date
donne
delle
cariche
eleggi-
bili. Insomma l’immagine del potere è
sempre in” giacca e cravatta”.
L’attenzione rivolta all’ascesa di
un’Angela Merkel o di una Emma Marce-
gaglia (presidente di Confindustria) o di
una Susanna Camusso ( segretario della
Cgil) rappresenta un’eccezione piuttosto
che una regola. La lotta per
l’uguaglianza ha trovato fondamento nel
pensiero delle donne e nelle azioni che
ne sono derivate, come strumento
d’innovazione della politica e della socie-
tà; la si potrebbe definire una” forza
d’urto” che è servita a rompere gli assetti
di potere consolidati. Oggi ci troviamo di
fronte ad una realtà invasa
dall’immagine della donna subrette, veli-
na, che pur di mostrare il proprio corpo
sarebbe disposta a…vendersi! Siamo
davvero sicure che è questa l’immagine
che vo-
gliamo
manda-
re? Cre-
diamo
davvero
di essere
all’altezza
della
grandi
donne
sopra
elencate?
Evidentemente siamo molto lontane dal
prototipo di donna che Simon Weil, An-
gela Cingolani o Hannah Arendt sogna-
vano! Il posto della donna appare del
tutto contraddittorio e aperto a molteplici
possibilità , perché i progressi raggiunti
nel corso di questi decenni restano in-
completi e fragili. Oggi più che di que-
stione femminile bisognerebbe parlare
del cambiamento della società sulla ba-
se delle risorse, dell’intelligenza e della
forza delle donne.
Veronica Compagnone
E Mariagrazia Cantale
“Siamo donne, oltre le gambe c’è di più”
La voce democratica Pagina 3
Il 17 marzo 1861 l'Italia smetteva di essere una penisola formata da diversi stati e gettava le basi per uno stato unitario. Dopo l'ap-provazione del Se-nato e della Camera
dei Deputati furono messi nero su bian-co le seguenti parole: Il Re Vittorio Ema-nuele II assume per sé e suoi Successo-ri il titolo di Re d'Italia. Ordiniamo che la presente, munita del Sigillo dello Stato, sia inserita nella raccolta degli atti del Governo, mandando a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come
legge dello Stato.
Nonostante fosse stata proclamata l'uni-tà nazionale, quello che mancava all'Ita-lia era un assetto amministrativo, politi-co, ed economico unitario. La disparità economica tra Nord e Sud era ed è tutt'oggi profondissima e la "questione meridionale" era presente già da allora. I governi che si sono succeduti hanno accentuato questa spaccatura nel Pae-se. Infatti forti capitali liquidi passavano verso le casse dello Stato per poi essere
investiti in gran parte al centro-nord. Dunque il meridionalismo nasceva dal fatto che all'unificazione della patria non corrispondeva un'unificazione eco-nomica. Questo problema ancora oggi è presente in Italia e rappresenta la principale causa della poca crescita economica del Paese rispetto al resto d'Europa. In base a ciò sarebbe oppor-tuno parlare di un' Italia che va a tre velocità: una parte che riesce a mante-nere il passo con l'economia europea e mondiale, una parte che ha difficoltà a mantenere un confronto anche con paesi sotto-sviluppati e l'ultima che sarebbe una via di mezzo tra le due citate. Oggi ci ritroviamo a festeggiare il 150° anno dell'Unità d'Italia ma mi viene da chiedere quale Unità ? Nel nostro Paese, purtroppo, è ben eviden-te un'assenza di coscienza nazionale che viene evidenziata ed alimentata da ideali leghisti che si sono radicati in buona parte della mentalità del Nord Italia. Ideali che si traducono molte volte in disprezzo tra milanese e sicilia-no, veneto e calabrese, ecc. Come possiamo festeggiare i 150 anni di uni-tà nazionale se poi sentiamo in televi-sione che l'Italia finisce a Napoli, che il
sud è la vergogna del Paese, che i meri-dionali sono tutti mafiosi, che siamo mantenuti dallo Stato e potrei continuare all'infinito. Ben comprensibile è stata l'affermazione di Massimo D’Azeglio " Abbiamo fatto l'Italia, adesso dobbiamo fare gli italiani", perché rispecchia un problema ancora oggi attuale. Prima di essere siciliani, calabresi, romani, mila-nesi siamo prima di tutto "Italiani", accu-munati da bellezze artistiche invidiabili in tutto il mondo, da una cultura gastrono-mica imparagonabile con altri Paesi, siamo il popolo della pizza, il popolo di inventori, di costruttori ecc.. Un tempo eravamo noi i civilizzatori del mondo di cui Roma ne era la capitale. Negli ultimi anni le cose sono cambiate ( nel verso peggiore ), viviamo in uno Stato dove il diverso viene discriminato, dove persone muoiono con la nostra bandiera altre invece sognano di bruciarla, dove altri si credono meglio di altre e quindi possono fare cose che il normale cittadino non può, dove chi ruba fa carriera. Il 17 mar-zo è stata proclama festa nazionale, mi viene da chiedere cosa dobbiamo fe-steggiare?
Simone Amata
altro, termini com e "riconosce" e
"promuove" legati da sempre all'ambito
dei diritti inalienabili dell'uomo. Un'impor-
tante forma di contrappeso per le assem
blee di Roma è, comunque, già rappre-
sentato dalla presenza di regioni, come
quella siciliana, che, avendo avuto attri-
buito il valore di statuto speciale, godono
di una forte autonomia. Non per ultima,
la compresenza, in Regioni e Province,
di competenze legate a medesimi ambiti
quali istruzione professionale, assistenza
scolastica, enti culturali, caccia e pesca
in acque interne ed, infine, vie di comuni-
cazione non fa che convalidare l'inutilità
delle assemblee provinciali. Entra, quin-
di, qui in gioco il latinismo "Cui pro-
dest?" (a chi giova?) che mette a galla
gli interessi di coloro che vedono una
poltrona ben salariata nella presenza di
province come quella ennese. Ciò è
Quante volte abbiamo sentito e sentire-
mo esclamazioni del tipo: "Ho comprato
casa a Catania", "Vado a studiare a Ca-
tania" o ancora, "Passo la Domenica a
Catania, vieni?". Ciò è sicuramente sino-
nimo di un fenomeno privilegiato che
vede lo sguardo dei troinesi, così come
quello degli abitanti di molti centri dell'en-
nese, volgersi sempre verso l'Etna che,
da culla di una metropoli quale Catania,
domina un pò tutta la Sicilia Orientale.
Con i suoi 295 mila abitanti, che sfiorano
il milione se si prende in considerazione
anche l'agglomerato urbano periferico, la
città dell'elefante potrebbe, infatti, attri-
buirsi faci lmente l 'amministrazione
dell'est dell'isola lasciando i rimanenti
centri in mano a Palermo. Sorge allora
spontaneo il quesito: com'è possibile che
ciò non avvenga? L'articolo 5 della Costi-
tuzione favorisce, infatti, fortemente il
decentramento del potere usando, per
un'indubbia espressione della mentalità
italiana imperante che, tramite l'istituzio-
ne di enti con un'autorità così ristretta,
acuisce il peso dei rapporti interpersonali
in politica. Tale fenomeno non è, comun-
que, da addossare alle colpe ennesi in
quanto si colloca in un quadro più ampio
di decentramento che ha portato, negli
ultimi anni, alla costituzione di nuove
province quali quella monzese e le nu-
merose sorte immotivatamente in Sarde-
gna. La fioritura di quest'ultime non fa
che motivare forme di federalismo, non
ultimo quello fiscale in attuale fase di
discussione, che vanno contro le lungi-
miranti idee di federalismo europeo che
vorrebbero gli Stati Europei forti della
loro unione e lontani da decreti legge
condannabili come quelli berlusconiani.
Lorenzo Ruberto
L'Unità d'Italia?! Solo utopia!!!
Enna: servono ancora 9 province in Sicilia?
Pagina 4 La voce democratica