Transcript
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Bianca Ara pag 16

Parola al Baffo

Sandro Mazzola pag 2

Severa Bisceglia pag 2

LA PARTITA

AL MEAZZA

SCOMMESSE

Pino Sardiello pag 3

FORMULA1

PER BATTERE LA CROAZIA

OVER 2,5

HAMILTON E ROSBERGALL’ULTIMA CURVA

OGGI SI FA SUL SERIOAntonio Conte

è chiamatoal primo vero esame

domenica 16 novembre 2014 Anno 4 n 48 [email protected] - COPIA OMAGGIOwww.stadio5.it

I t a l i aC r o a z i a

MOTOGP

Marjlja Bisceglia pag 16

MarcMARQUEZ

NELLA LEGGENDA

VALENTINOSUPER

OCCHIO ALLA CROAZIANON SCHERZA

Un grande in bocca al lupoa Roberto Mancini

Page 2: N 48 2014 italia croazia

domenica 9 novembre 2014 2

ITALIA (3-5-2)

Arbitro: Bjorn Kuipers - Olanda -

STADIO

CROAZIA ( 4-3-2-1)

1994 a Palermo, è ancora la Croazia ad avere la meglio, a segno Dino Baggio per gli azzurri e la doppietta di Suker chiude la parti-ta sull’1-2. Se pensiamo a questi quattro incontri, la nostra partita potrebbe ri-sultare tutta in salita: due pareggi e due sconfitte. Ma Conte sa come caricare i suoi ragazzi e noi conoscia-mo la cura maniacale che il mister ha nel preparare ogni partita. A questa sfi-da le due squadre arrivano quasi appaiate nei risultati. Sempre oggi potremmo as-sistere, a partire dalle ore 18.00, gli incontri Olanda-Lettonia, Belgio-Galles, Cipro-Andora, Azerbai-gian-Norvegia. In contem-poranea con Italia-Croazia giocheranno anche Bul-garia-Malta e Repubblica Ceca-Islanda. Lo stadio di San Siro ha portato sem-pre bene alla Nazionale Azzurra, in 54 incontri ha perso solo due partite, en-trambe con l’Ungheria nel 1911 e nel 1925, altri tem-pi. Nel sacco azzurro ben 37 vittorie e 15 pareggi. San Siro ce la metterà tutta per portare bene anche in questa cinquantacinque-sima sfida sotto gli occhi attenti della Madonnina.

Per una volta il Meazza metterà d’accordo tutti, grandi e piccini,

interisti, milanisti e juventini. Sul campo di San Siro scende la Nazio-nale di Antonio Conte e non possia-mo non tifare, almeno questa volta, tutti per la stessa squadra. Si inizia a giocare sul serio e questa è la prima possibilità per il tecnico di dimo-strare i progressi fatti. E’ di scena la fase di qualificazione contro una squadra ostica che conosce il calcio e che i precedenti le danno ragione: il 14 giugno , Euro 2012, a Poznan finisce in parità (1-1) alla rete di Pirlo al 39’ risponde Mandzukic al 72’; 8 giugno 2002, Coppa del Mon-do, la Croazia vince a Ibaraki recu-perando il momentaneo vantaggio azzurro realizzato da Bobo Vieri al 55’ con le reti al 73’ di Olic e Rapaic tre minuti dopo; l’8 ottobre 1995, preliminari di Euro 2006, Croazia-Italia finisce ancora in parità, a Spa-lato vanno in gol Suker e Albertini. Il precedente incontro, novembre

I t a l i a C r o a z i a

Niko KovačAntonio Conte

ORE 20.45Meazza

L’azzurro prova a far di-menticare l’apatia del

nostro calcio. Il “Meazza” si appresta a ricevere la Croa-zia, avversario proverbial-mente ostico per i nostri pe-datori. Roba da analisi, ma a pensar bene, la conforma-zione geopolitica è saltata in aria, così come hanno inse-gnato gli ultimi Mondiali. Niente paranoie, ma un’at-tenta analisi. Tra i 26 con-vocati di Conte, per i match contro Srna e compagni, non c’è Andrea Pirlo, ma si registra il ritorno di Ales-sio Cerci. La notizia della settimana è, però, il ritorno del figliol prodigo Balotelli. Poi alcune novità: Moretti, Rugani, Bertolacci e Soria-no. Roba da leccarsi i baffi. El Shaarawy è stato incluso tra i centrocampisti; questo la dice lunga su come vede il rossonero il ct. A parte l’im-marcescibile Buffon, qui di fuoriclasse nemmeno l’om-bra. Forse perché non ce ne sono. Sono rimasti tutti fer-mi agli anni Novanta. L’ulti-mo papabile è rimasto Pir-lo, perché Totti e Di Natale stanno pianificando a quan-do diventeranno nonni. In questi nomi c’è solo qualche giocatore discreto, volen-teroso, che se in giornata di grazia è capace di fare la differenza. Una cosa estem-poranea, che dura il giro di un orologio, una volta ogni tanto. Conte ha ragione: “E’ un momento in cui bisogna darsi da fare per recuperare posizioni nel ranking, dopo il Mondiale disastroso”. Meglio di questi non ce ne sono, a parte gli infortunati. E’ un paradosso pensare che l’Ita-lia intera s’aggrapperà a Ba-lotelli, nonostante la brutta stagione che sta disputando a Liverpool. Nessuno è do-tato del suo talento, quindi non c’è che incrociare le dita. Tra questi convocati, vi sono molti giocatori involuti: De Sciglio, Immobile (anche se qualche gol in più di Super Mario l’ha segnato), Zaza. Se guardiamo il nostro cam-pionato, e pretendiamo di assomigliare ai tedeschi, è come pensare di sopravvi-vere nudi sul K2. Dobbia-mo ripartire da qui, con la consapevolezza che il nostro grande bagaglio tecnico e culturale l’hanno portato via. Bisogna sopravvivere, come solo i poveri sanno fare, perché la nostra avi-dità ci ha fatto perdere ciò che possedevamo.

Con la mente e col cuo-re sono già proietta-

to sul derby di domenica prossima a San Siro col Milan. Ma visto che gio-ca la Nazionale, tra l’altro proprio qui a Milano, non posso esimermi dal met-tere a fuoco questa partita che vale parecchio per gli azzurri di Conte, in pro-spettiva futura per la qua-lificazione europea. Non so se il ct ha fatto bene o no a chiamare Balotelli perché il ragazzo potrebbe risulta-re un arma a doppio taglio.

OCCHIO ALLA CROAZIA, NON SCHERZASappiamo benissimo che i croati non scherzano e che faranno di tutto, ovviamen-te nei limiti, per provocare il nostro attaccante. Balo-telli, per conto mio, non è ancora maturato come qualcuno ipotizzava dopo il suo rientro in Italia col passaggio al Milan. Anche col Liverpool, infatti, mi sembra che le cose per lui non stiano andando tan-

to bene. Vediamo cosa deciderà Conte in merito al suo impiego. Per il resto ho ab-bastanza fiducia in questa Italia, anche se nelle ultime due uscite con Azerbajgian e Malta si sono sollevati parecchi dubbi.

L’unica gara, diciamo quasi perfetta, è sta-ta quella giocata a Oslo contro la Norvegia e vinta 0-2. Dando un occhiata al girone degli azzurri direi che al di à del risultato di San Siro la qualificazione non dovrebbe essere impossibile visto che la Norvegia, terza forza del gruppo, ha perso in ami-chevole soul proprio terreno con l’Estonia.

BuffonOgbonna, Ranocchia, Chiellini;

Darmian, Candreva, De Rossi, Marchisio, De Sciglio;Zaza, Immobile

SubasicSrna, Lovren, Corluka, Vrsaljko;

Modric, Rakitic, Kovacic;Perisic, Mandzukic,

Olic

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3domenica 9 novembre 2014

L’Italia di Antonio Con-

te torna a San Siro per

affrontare la Croazia in un

match valido per le quali-

ficazioni ad Euro 2016. Le

due nazionali sono in te-

sta al girone H con 9 punti

frutto di tre vittorie nelle

prime tre gare ma con i cro-

ati che vantano una miglior

Italia-Croazia, che quota l’1 + Over 2,5!Conte cerca il quinto successo da Ct contro Kovacic e compagni

differenza reti nei con-

fronti degli azzurri. Una

gara tabù per la nazionale

italiana che da quando la

Croazia si è separata dalla

Jugoslavia non sono mai ri-

usciti a vincere, ottenendo

solo tre pareggi e perdendo

in tre occasioni. L’ultimo

e unico successo azzurro

risale al 1942 quando la

formazione di Pozzo, con

in campo anche Valenti-

no Mazzola, si impose 4-0

grazie alle reti di Gabetto,

P. Ferraris, Biavati e Grezar.

C’è dunque da ribaltare la

tradizione e guadagnarsi

il primo posto nel girone

per presentarsi in Croazia

nel giugno prossimi forti

del vantaggio nello scontro

diretto. Sarà sicuramente

una gara equilibrata in cui

gli azzurri possono vince-

re ed in cui ci potrà essere

un discreto numero di gol:

andiamo dunque in dire-

zione di un successo della

squadra di Conte con un

totale di gol segnati nella

gara uguale o superiore a

3 (1 + Over 2,5) che è po-

sto in lavagna con l’ottima

quota che supera di poco

4 volte la posta. Vi propo-

niamo anche un ‘Risulta-

to Esatto’: il 3-1 dell’Italia

che è in lavagna intorno a

20 volta la giocata. Con 5

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di Italia-Croazia: favori del

pronostico che vanno in di-

rezione di Immobile e Zaza

offerti intorno al 4,50, più

staccati Marchisio (7,50) e

De Rossi (9,5). Ma atten-

zione al ritorno di Balotel-

li: dovrebbe partire dalla

panchina ma la sua quota,

intorno a 9 volte la gioca-

ta è molto allettante. Tra le

fila dei croati i più gettonati

risultano essere Mandzu-

kic (5,00) e Rakitic (6,5), e

occhio anche al ‘padrone di

casa’ Kovacic che paga oltre

11 volta la giocata. In boc-

ca al lupo e alla prossima.

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domenica 9 novembre 2014 4

Antonio ConteDue giovani al comando

Antonio Conte, nato a Lecce il 31 luglio del 1969, vanta una carrie-

ra calcistica tutta italiana e di tutto ri-spetto. Come il suo collega croato, da calciatore ha ricoperto il ruolo di cen-trocampista, dotato di grande tenacia e grinta, la sua grande versatilità lo ha reso indispensabile tanto nelle squa-dre di club quanto in Nazionale. Cre-sciuto nelle giovanili del Lecce, squa-dra con cui fa anche l’esordio in Seria A da professionista il 6 aprile 1986. Un grave infortunio, frattura della ti-bia della gamba destra, mette a rischio la sua carriera nell’87, ma la sua tena-cia non lo ha fermato e così fa ritorno in campo, nella stagione 88-89, nella partita vinta contro il Napoli per 3-2 che gli consente anche di realizzare il primo gol nella serie maggiore. Con il Lecce passerà 7 stagioni ed 1 solo gol in 89 presenze. Ma i sette anni passati in terra di Puglia servono a Giovanni Trapattoni (personaggio in comune con il collega croata) per monitorarlo e chiamarlo alla Juventus nella sessio-ne di mercato del 1991. Il club bianco-nero lo acquista per 7 miliardi di lire e lui, Antonio Conte, li valeva tutti. Il debutto con le Zebre è nella decima giornata di campionato in sostituzione dell’attacante Totò Schillaci. Divenuto un simbolo della squadra juventina e pedina inamovibile. La sua storia

calciata è inevitabilmente legata alla Juventus con cui conquista, dal 1991 al 2004, con 295 presenze e 29 gol, 5 campionati italiani, 1 Coppa Italia, 4 Supercoppe italiane, 1 Coppa UEFA, 1 Champions League, 1 Coppa Inter-continentale, 1 Supercoppa UEFA e 1 Coppa Intertoto. Con la Nazionale Azzurra, invece, sarà solo argento nei Mondiali del 1994 negli Stati Uniti e ancora argento negli Europei Belgio Olanda del 2000. Anche nella carrie-ra ha subito dettato legge, ancora una volta con la Juventus. Dopo la gavetta con Siena (ricoprendo il ruolo di vice), Arezzo, Bari (vince il Campionato di Serie B9, Atalanta e ancora Siena, viene chiamato alla corte degli Agnel-li nel 2011. Alla guida della squadra bianconera, dal 2001 al 2014, conqui-sta tre Campionati italiani consecu-tivi e 2 Supercoppe italiane, sempre consecutive. Il 19 agosto di quest’an-no, in sostituzione del dimissionario Cesare Prandelli, firma con la FIGC un contratto biennale per 3,6 milioni di euro a stagione, con l’intenzione, e conoscendolo ce la metterà tutta, di salire sul tetto del mondo vincendo il Mondiale, magari non sarà questo, ma ci riuscirà. Antonio Conte ha in sé la tipica caparbietà pugliese, mol-lerà solo dopo aver vinto il Mondiale.

di Severa Bisceglia

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5domenica 9 novembre 2014

Niko KoVaCDue giovani al comando

Il tecnico della nazionale croata Niko Kovač è nato il 15 ottobre 1971 -Ber-

lino Ovest- e, come Antonio Conte,

mangia pane e calcio da sempre. Prima

di arrivare alla guida dei biancorossi si

è “fatto le ossa” come centrocampista in

grossi club non solo croati. Dal 1991 al

’96 gioca con i colori dell’Hertha Berlino

mettendo a segno 16 gol in 148 partite.

Prima ancora gioca per l’Hertha Zehlen-

dorf (7 gol in 25 presenze). Nell’estate del

’96 passa, per tre stagioni, al Bayer Le-

verkusen (77 presenze e 8 gol) e succes-

sivamente per due anni con l’Amburgo

(55 partite e 12 gol all’attivo). Nel 2001

approda al Bayern Monaco, si fermerà

fino al 2003, con cui vince un campio-

nato ed una coppa tedesca. Dal 2003 al

2006 ancora una parentesi con l’Hertha

Berlino che frutta 8 reti in 75 presenze.

Nel 2006 Giovanni Trapattoni lo chiama

in Austria per giocare fino al 2009 nel

Red Bull di Salisburgo, squadra allena-

ta dal tecnico italiano. Nell’esperienza

austriaca segna 9 reti sentendo in cam-

po 65 volte. Il centrocampista croato

conta anche 85 presenze in nazionale e

15 gol segnati. Nella sua carriera calci-

stica ha vinto un Campionato tedesco e

1 Coppa di Germania con il Bayern Mo-

naco e 2 Campionati austriaci col Red

Bull Salisburgo. Anche in questo corre

parallelo al nostro tecnico, anzi è stato

più fulmineo: nel 2013, appese le clas-

siche scarpette al chiodo, gli viene con-

segna la nazionale croata U-21 per poi

passare subito alla nazionale maggiore.

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Milano non può che portare bene alla Na-

zionale Azzurra. La Madon-nina ha tenuto a battesimo 104 anni fa, 15 maggio 1910 la prima partita degli azzur-ri che batterono la Francia 6-2. Oggi la squadra di Con-te incontrerà la squadra più forte del girone, molto ostica per tecnica e temperamen-to. A San Siro vedremo una squadra con probabili volti nuovi. Antonio Conte dovrà fare una lista convocazio-ni molto lunga, due giorni dopo la sfida del Meazza ci sarà l’amichevole contro l’Al-

L’esordio della Nazionale Azzurra a MilanoCorreva l’anno 1910

L’esordio assoluto del-la Nazionale di calcio

italiana, costituita anche grazie ai milanesi Luigi Bosisio e Arturo Baraldi, rispettivamente Presi-dente e Segretario della FIGC, fu all’Arena Civica di Milano il 15 maggio 1910. La prima forma-zione azzurra, allenata da

bania e non potrà schierare la stessa rosa. L’Italia arriva a questa sfida con il segno più, nonostante le difficoltà con Azerbaigian e Malta sono co-munque arrivate due vittorie che hanno fatto morale, quat-tro vittorie in quattro gare e la testa del girone in condivi-sione con la Croazia che ha asfaltato gli azeri con un pe-rentorio 6-0. Conte dovrà stu-diare molto bene come con-tenere i Mandzukic, Modric e Rakitic. Per l’ItalConte la Croazia sarà di sicuro un test attendibile per capire di qua-le pasta sono fatti gli azzurri.

La nazionale italiana prima dell’inizio della partita

Mar

io D

e Sim

oni

Francesco Calì

Franco VariscoDomenico Capello

Virgilio Fossati

Attilio Trerè Enrico Debernardi Giuseppe Rizzi

Aldo Cevenini

Pietro Lana

Arturo Boiocchi

Umberto Meazza, ebbe Mario De Simoni (por-tiere) -US Milanese, Francesco Calì (difenso-re) - Andrea Doria, Fran-co Varisco (difensore) - US Milanese, Domeni-co Capello (centrocam-pista) - Torino, Virgilio

Fossati (difensore) - In-ter, Attilio Trerè (difen-sore) - Ausonia, Enrico Debernardi (centrocam-pista) - Torino, Giuseppe Rizzi (centrocampista) - Ausonia, Aldo Ceveni-ni (attaccante) - Milan, Pietro Lana (attaccante) - Milan e Arturo Boioc-chi (attaccante) - US Mi-lanese. Undici calciatori, nessuna riserva e quindi niente sostituzioni anche in caso di infortunio. Il

primo capitano azzurro della storia della nostra nazionale è stato il difen-sore dell’Andrea Doria Francesco Calì. La partita fu vinta dagli azzurri con i gol di Lana (tripletta), Fossati, Rizzi e Deber-nardi. Per i francesi sono andati a segno Bellocq e Ducret, l’incontro fu ar-bitrato dall’inglese Harry Goodley che a sua vol-ta giocò nella Juventus.

La prima formazione AZZURRA

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7domenica 9 novembre 2014

La Croazia arriva a questa sfida in testa

al gruppo H con l’Italia, una delle due squadre oggi potrebbe lasciare la testa della classifica. Il tecnico croato Niko Ko-vac prova a non lasciare nulla al caso convocando anche i cosiddetti giova-ni, e non, che militano nel nostro campionato. In questo incontro, vali-

Il nerazzurro Mateo Kovačić

Il difensore neroverde Šime Vrsaljko

Il viola Milan Badelj

La Croazia italiana

do per le qualificazioni di Euro 2016, sul campo di San Siro vedremo volti conosciuti ed amati dai tifosi italiani come il ne-razzurro Kovacic, Badelj in forza alla Fiorentina e Šime Vrsaljko che gio-ca col Sassuolo. Antonio Conte, invece, potrebbe essere costretto a rinun-ciare in questa quarta giornata di qualificazio-

ni ad Andrea Pirlo, uno dei punti fermi di questa Nazionale, per problemi muscolari qualora non riuscisse a recuperare in tempo utile. Il bian-conero ha saltato anche la partita di campionato contro il Parma a causa di una foto contusione

muscolare subita in al-lenamento con i bian-coneri. Gli accertamenti hanno escluso lesioni ma il regista bresciano necessita di riposo. Ov-viamente tutti speriamo in un recupero lampo e di vederlo alla guida sul campo di San Siro.

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domenica 9 novembre 2014 8

Italia-Croazia tinge Milano di Azzurro,

numerose le iniziative organizzate in città. Nel-le giornate di sabato e domenica in piazza del

Milano si tinge diDuomo sarà allestito il “Vivo Azzurro Puma Village” che consentirà ai tesserati delle Scuole calcio dell’area milanese

e i giovani delle scuole locali di godere delle aree di intrattenimento, spor-tive e didattiche. Anche i semplici appassionati,

se si presenteranno in-dossando la maglia della nostra Nazionale e con il biglietto della gara, potranno, fino ad esau-

rimento scorte, ritirare il Kit del tifoso. Bigliet-ti al costo ridotto per i ragazzi che non hanno ancora compiuto i sedici

anni, per le donne, per gli over 65 e per i pos-sessori della Card Vivo Azzurro è previsto il bi-glietto al costo ridotto.

A Z Z U R R O

Antonio Conte si è trovato, nel volgere di pochissimo

tempo, catapultato dalla panchi-na della blasonata Juventus, ab-bandonata dopo aver vinto ben tre scudetti, su quella, senz’altro più prestigiosa della Nazionale. Si era preso un po’ del classico riposo sabbatico, dopo la picco-la tempesta che lo ha coinvolto contro la Madama, per riflette-re e ritrovare se stesso in santa pace. Non ne ha avuto, invece, la possibilità perché quando la Na-zionale chiama devi rispondere sempre alla Garibaldi, ‘obbedi-sco’, per l’onore che ti è toccato ed anche per l’onore che ti spetta. La situazione della nostra compagi-ne gli era ben chiara, dopo la di-sfatta del Brasile e l’abbandono, “giustificato”, di Prandelli che, affossato dal fallimento del mon-diale, ha pensato bene di cam-biare aria in fretta e partire per altre terre, attirato anche da lauti compensi. Antonio Conte, dal carattere di ferro e dalla pazienza limitata, senza tanti preamboli, ha dimostrato una sorprenden-te padronanza della situazione, anche perché gli impegni per la qualificazione ai prossimi euro-pei non ammettevano deroghe. Subito è stato costretto ad un lavoro non facile, per approntare una nuova Nazionale che fosse già capace di vincere e portare

L’alchimistaa casa i tre punti che assicura-no la promozione in un girone non proprio proibitivo, ma pur sempre impegnativo. Finora, tra altalenanti prestazioni, è in te-sta al girone, grazie all’apporto anche dei giovani allievi, poco avvezzi alla partite di alto livel-lo. Antonio è stato furbo ed in-telligente perché, non potendo fare molto sul piano prettamen-te tecnico, ha pensato innanzi tutto a ricreare il gruppo, che non aveva orientamento alcuno e a plasmarlo a sua immagine e somiglianza, con il suo carat-tere, la sua grinta e la sua rico-nosciuta competenza, le stesse armi con cui aveva trasformato la Juve, fino a riportarla in testa al campionata italiano. Ha scelto, il belloccio di Lecce, i giocatori più in forma del momento, pre-levandoli dalle squadre più forti, senza pensare alle ovvie critiche che stampa cocciuta ed allenato-ri improvvisati gli avrebbero ro-vesciato addosso. Ha tirato dritto nei suoi esperimenti, portando alla ribalta giovani sconosciuti, anche di squadre non proprio di primo piano, perchè a lui servi-vano uomini vivi, che corressero senza risparmio. Si è trovato di fronte anche al cosiddetto ‘caso’ Balotelli, che non ha avuto paura di risolvere, non convocandolo per la scarsa forma, non tanto

per i suoi capricci, che interes-sano la sua sfera familiare e per-sonale, salvo poi richiamalo in questa occasione contro la Cro-azia, per dargli l’ultima possibili-tà: o dentro o fuori, per sempre. Il passaggio del turno, anche se non semplice, non dovrebbe es-sere un problema, specialmente

se stasera faremo bottino pieno contro la Croazia che ci appa-ia in classifica. I convocati, con tanti nuovi ragazzi, danno buone garanzie in ogni reparto. Questi dovranno solo dare il massimo anche perché sono sotto esame, non solo per l’immediato, ma per il prossimo futuro. Conte,

da esperto uomo di calcio, oggi, infatti, non guarda solo verso la Tour Eiffel, ma mira al più lon-tano Cremlino, non per scalzare Putin se ci sarà ancora, ma per giocarsi un mondiale degno del-la nostra fama. Ecco cosa farà Antonio da buon tecnico nelle cui mani la Federazione ha po-sto ogni fiducia per un lungo periodo, che non potrà dipen-dere solo dal risultato di Parigi 2016, quanto da come prepare-rà una bella Nazionale per fare bella figura sulle rive del Volga. Lui sa che, per quel tempo, non potrà fare affidamento su uomini che l’anagrafe avrà costretto alla pensione, come Buffon, Pirlo, De Rossi, per esempio, e perciò deve già avere bene in testa i loro so-stituti, specialmente nel delicato settore di centrocampo, dove si dovrà decidere se impiantarvi un playmaker, il classico regista alla Pirlo, o affidarsi ad un nuovo modulo che preveda, piuttosto, un gioco corale che porti ac-qua alle punte, che, a loro volta, dovranno abituarsi a mutevoli situazioni di attacco. Non sarà difficile se Zaza, Immobile, Pellè e forse Balotelli impareranno la lezione e avranno saputo me-ritarsi ancora la fiducia del CT. Verranno fuori, sicuramente, nuovi attaccanti, in questi anni, che faranno bene a tener d’oc-

chio i teoremi di Conte. Il cen-trocampo, la cabina di regia, può contare su calciatori che fanno bene il loro mestiere già nelle proprie squadre. In primis, Cer-ci che più che un metodico è un fantasista puro, a cui non si potrà chiedere uno specifico compito che imbriglierebbe la sua fanta-sia, che dovrà rappresentare la sorpresa costante che metterà gli avversari in difficoltà. Danno buone garanzie anche Cadreva, Pasquali e soprattutto Marchisio che potrebbe ritrovarsi il mae-stro con la bacchetta in mano, da uomo più maturo, da gioca-tore più esperto del gruppo. La difesa, almeno sulla carta, sem-bra un reparto ben assortito con Chiellini, Ogbonna e Ranocchia che dovranno far presto, però, a dimenticare certi imbarazzanti scivoloni. Il CT tutto di un pezzo, non solo dovrà pensare a vincere subito, a convincere c’è sempre tempo, ma dovrà tener conto del futuro, che non si preannuncia certo facile per un neofita che si è trovato in mano, volente o no-lente, una bella gatta da pelare.

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Page 9: N 48 2014 italia croazia

9domenica 9 novembre 2014

Per la sfida di San Siro Conte non ha badato a

spese. I convocati sono 26 per la doppia sfida, ricor-diamo l’amichevole fra due giorni. I calciatori impe-gnati contro la Croazia non giocheranno, ovviamente, l’amichevole contro l’Alba-nia prevista martedì prossi-mo a Genova. Confermate le previsioni che vedevano escluso Andrea Pirlo col-pito da problemi musco-lari. Importanti i ritorni in azzurro di El Shaarawy e Cerci. Seppur nell’aria, cogliamo come sorpresa la convocazione di Mario Ba-lotelli che al Liverpool non sta facendo grandi cose. Il ritorno in nazionale gli darà la possibilità di riscat-tare la disastrosa esperien-za brasiliana. Nell’Italia di

Tornano El Shaarawy e CerciConte c’è spazio anche per il granata Moretti, Soria-no e Bertolacci. Questi i convocati: Portieri: Buffon (Juventus), Perin (Genoa), Sirigu (Paris Saint Ger-main); Difensori: Chiellini (Juventus), Moretti (Tori-no), Ogbonna (Juventus), Ranocchia (Inter), Rugani (Empoli); Centrocampisti:

Bertolacci (Genoa), Bona-ventura (Milan), Candre-va (Lazio), Cerci (Atletico Madrid), Darmian (Tori-no), De Rossi (Roma), De Sciglio (Milan), El Shaa-rawy (Milan), Marchisio (Juventus), Parolo (Lazio), Pasqual (Fiorentina), So-riano (Sampdoria), Verrat-ti costretto poi al ritiro da

Coverciano per problemi muscolari (Paris Saint Ger-main); Attaccanti: Balotel-li, costretto a fare ritorno a casa per problemi musco-lari (Liverpool), Giovinco (Juventus), Immobile (Bo-russia Dortmund), Pellé (Southampton), Zaza (Sas-suolo).

Mancata

Sorpresa Balotelli

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domenica 9 novembre 2014 10

Si fermava tutto, quando gio-cava la Nazione italiana di

calcio. Non c’erano altri avveni-menti che potessero distogliere l’attenzione dei tifosi da quello che, da sempre, rappresenta-va il massimo evento calcistico che coinvolgeva la penisola ed accomunava i tifosi di tutte le squadre in un solo grido di in-citamento: Forza Italia. Oggi le cose sembrano cambiate e l’in-teresse per la Nazionale misura la sua intensità dal gruppo dei giocatori che ne fanno parte. Gli allenatori che si sono succeduti sulla panchina azzurra hanno sempre utilizzato il blocco della squadra che, in quei momenti, guidava il campionato ed era la più forte. Ci ricordiamo, così, del blocco dell’Inter di Herrera, tan-to che si diceva che il pullman della squadra partisse da Milano, allo stesso modo se riguardava il Milan o la Juventus, che erano il serbatoio preferito di campioni, cui si aggiungevano pochi altri elementi “estranei”, tanto per completare la rosa. C’era molto affetto per i nostri moschettieri e l’Italia stessa sembrava ancora di più un Paese unito, da Nord a Sud. Oggi, anche per l’irruzione della politica in un settore non suo, ha cambiato parecchie cose, da dare l’impressione che ognu-no tifi a secondo le proprie con-vinzioni. Cosa è cambiato per la Nazionale, quali, se ci sono, i motivi e quali provvedimenti bisognerebbe adottare per ve-dere tutti uniti sotto la magica bandiera azzurra come il nostro cielo? Noi di Stadio5, come in altre occasioni, abbiamo fatto una mini inchiesta, chiedendo il parere dei tifosi dei Milan ed Inter Club, in una veloce carrel-lata dalle Alpi alla Sicilia, in una campionatura necessariamente ridotta, ma pur sempre significa-tiva. I Templari, Angelo De Can-diziis, Pietro Gallenzi e Mauri-zio Fusco, dirigenti di uno degli Inter Club più famosi, hanno le idee chiare in proposito.” Per noi la Nazionale rappresenta il mas-simo simbolo del calcio e l’affetto che nutriamo nei suoi confron-ti rimane sempre immutato, sia che si vinca o che si perda, come

Fratelli d’Italia

esprimere la nostra insoddisfa-zione per il gioco non brillante e per l’impegno che non sono pro-prio il massimo che una Nazio-nale deve dare. Ma questi sono discorsi tecnici che poco hanno a che fare con l’attaccamento e con l’affetto verso il nostro bel tricolore”. Lo stesso concetto, in sintesi, lo hanno espresso, tra gli altri, quelli di Seregno, Tradate, Paderno e Castellanza “Ganassa”, il cui presidente Bettino Calca-terra, a nome del vasto compren-sorio territoriale che abbraccia, è

stato abbastanza chiaro e cate-gorico: “Noi siamo italiani e pur facendo parte, secondo alcuni, della cosiddetta Padania, nutria-mo in modo smisurato affetto ed attaccamento per la nostra Na-zionale. Come si potrebbe fare diversamente, anche se dell’Inter non vediamo un solo giocatore con quella gloriosa maglia, come succedeva spesso in passato. E nemmeno la presenza in pan-china dell’ex juventino Conte ci disturba più di tanto, perché sia-mo maturi abbastanza per scin-dere gli affari “interni” di Club

Aldo Altobelli non hanno dubbi: “ La Nazionale è l’emblema di tutti gli italiani e rappresenta anche motivo di massima coesione, soprattutto quando gioca all’estero. Le critiche sono all’ordine del gior-no, perché, come si sa, siamo tutti allenatori, ma ce ne passa dal disamorarsene, anzi, se pensiamo anche al momento politico che rappresenta l’Italia a spezzatino, possiamo trovare nel calcio quello slancio necessario di compartecipazione, per su-perare i difficili momenti che stiamo vivendo. Viva sempre la Nazionale”. I club milanisti di Saronno, Alba, Lissone, “Nereo Rocco”, Imperia Rossonera, Seregno, Pesaro e quelli veneti, che sono in grande maggioranza, non si lasciano finire di porre le do-mande che ribadiscono quanto abbiamo sentito finora. “Nemmeno a pensarci di smettere di voler seguire la Nazionale, anche dopo l’amara ritirata dal Brasile. Delusione al massimo, ma vale per quando abbiamo portato a casa la Rimet. Anche se soffia malevole il venticello della secessione geo-politica auspicata da politici incoscienti, sia-mo tutti bravi italiani assai attaccati ai nostri co-lori che portiamo sempre nel cuore. Il calcio deve unire, anche se a dividerci sono le formazioni pro-

è successo quest’anno. L’attacca-mento ai nostri colori non è as-solutamente misurabile dal nu-mero dei giocatori della squadra del cuore, altrimenti noi interisti non dovremmo più tifare Italia, quando invece è proprio in que-sti infelici frangenti che bisogna tirare fuori l’orgoglio nazionale, a dispetto di quanto una parte politica incita alla secessione, al disconoscimento della nostra identità. Piuttosto, potremmo

con quelli generali e nobili della Nazionale, cui auguriamo, dopo le delusioni del recente mondia-le, di ridarci i bei risultati degni del nostro blasone”. Dall’Inter Club Torino, Giovanni Tufaro e

Sicilia e Sardegna, completano il nostro giro. Interisti e milanisti, deposte le asce di guerra, sem-brano fare a gara per esternare i sinceri sentimenti di affetto per la Nazionale, qualunque cosa faccia, nel bene e nel male. Pino Caprara, da Terranova di Polli-no e Sergio Praino da Lauropo-li, hanno preparato per stasera, bandierine italiane da consegna-re ai bambini dei rispettivi Inter Club, che dovranno sventolare durante la partita”. Nei nostri paesini, esordisce Caprara, già preside dell’Istituto comprensivo ed attuale vice presidente del so-dalizio nerazzurro, la Nazionale è sentita come non mai ed al suo rispetto abbiamo sempre incita-to i nostri ragazzi, perché anche dallo sport, dal calcio scaturisco-no, poi, quei nobili sentimen-ti per la propria Patria, perché bisogna essere italiani non solo quando viene segnato un gol, ma in ogni occasione. In questi giorni di catastrofi ambientali, ne abbiamo avuta la prova più bella della italianità, dell’appar-tenenza ad una sola Nazione. E’ anche un fattore educativo su cui noi insegnanti abbiamo sempre insistito e ne vediamo i risultati tutti i giorni. Le critiche, nelle partite giocate male, non le ri-sparmiamo di certo, ma questo è un fatto naturale che non va a scalfire minimamente il nostro amore per la squadra azzurra”. In Calabria, ci dichiara Sergio Prai-no, dirigente del Club Lauropo-li, la passione per la Nazionale è indescrivibile. Ogni paesino, dal mare alle belle montagne, fa festa quando deve seguire e “gu-stare” la partita in televisione. Le vie deserte e le piazze vuote rimbombano solo per il gran tifo da stadio che si fa in ogni casa e questo dimostra quanto sia forte l’attaccamento ai nostri colori azzurri. Vorremmo solo vedere un gioco migliore che ci ripaghi delle nostre attese. In conclusione, viva l’Italia dalla ge-nerosa Calabria”. Il coro dall’altra sponda del tifo, quello rossone-ro, è simile, a sentire le dichia-razioni di fede e di amore che vengono, per esempio, dai Club di Lauria, Rionero in Vulture, Moliterno e dal decano dei tifosi Natuzzo Imperio, per gli uomini di mister Conte che, concordano tutti, ha portato un vento nuovo, trasmettendo più forza, più com-battività, più grinta alla giovane ciurma, dalla quale fa bene a pretendere sempre il meglio. Da questo campionario, prende for-za un solo concetto: il bene per la Nazionale non muore mai e non tramonta nemmeno di fron-te ad esperienze negative. Allo stesso modo, però, i tifosi italiani pretendono maggiore impegno, maggiore qualità, oltre ai tre punti fondamentali per essere sempre primi. Conte, sicuramen-te contento di quanto avrà letto su stadio5, dovrà tenere conto di tutte le considerazioni espresse, se vuole mantenere, egli stesso, alto il blasone della Naziona-le italiana. Stasera, intanto, alla Scala del Calcio, viene offerto un palcoscenico di alto prestigio agli azzurri, che saranno accolti dal pubblico delle grandi occa-sioni, che sventolerà mille trico-lori con entusiasmo e passione, a dimostrazione che, in fin dei conti, siamo tutti Fratelli d’Italia.

poste che, essendo fatte da nuovi elementi, non possono dare il meglio. Ma ce ne vuole a parla-re di crisi di tifo. Non potremo mai essere tutti d’accordo delle scelte di Conte, ma, tutto som-mato, dobbiamo essere contenti della quasi certa qualificazione agli europei”. Il Centro ed il Sud suonano la stessa musica, dal La-zio alla Sicilia. Adriana De Leva, coordinatrice degli Inter Club della Campania, unitamente agli amici del Milan Club Capri e dell’AIMC del meridione, spriz-za gioia da tutti i pori, quando le chiediamo della Nazionale. “Noi del Sud, compresi anche i tifosi delle altre squadre, non aspettiamo altro che giochi la Nazionale, dalle nostre parti, per rinfocolare la nostra passione, il nostro calore. Vorremmo vedere più nostri beniamini in campo, ma ci arrendiamo all’amara re-altà interista o milanista che sia. L’amore per la nostra bandiera va al di là di ogni considerazio-ne che vorrebbe sempre opposti Nord e Sud, quando, invece, tutti assieme, potremmo fare dell’Ita-lia, non solo calcistica, un mera-viglioso giardino, quello che era considerato la culla della civiltà”.Basilicata, Puglia, Calabria, con

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11domenica 9 novembre 2014

Roberto Soriano

L’altro giocatore felice della Genova calcistica è il 23enne Roberto Soria-

no, anche lui alla prima convocazione in azzurro. Come Bertolacci, anche Ro-berto è un centrocampista che ha par-tecipato la scorsa primavera allo stage della Nazionale, organizzato dall’ex ct Prandelli, unica differenza che gioca con i cugini sampdoriani. Il calciatore nato in Germania, precisamente nella piccola Darmstadt, figlio di emigranti campa-ni dell’Avellinese ha indossato anche la gloriosa maglia del Bayern Monaco nella stagione 2006/2009. La sua carriera, for-se all’inverso, ha una svolta nella stagione 2009/2010, quando il club tedesco cede il calciatore alla Sampdoria. Dopo sei mesi di ambientamento, Soriano viene trasferito stabilmente in prima squadra. Nel frattempo colleziona presenze nelle giovanili azzurre dell’Under 19 nel 2009/ 2010 e nell’Under 21 (14 presenze). Gio-catore forse ideale per il 3-5- 2 di Conte, Sori è un centrocampista centrale, capace anche di svolgere il ruolo di trequartista. “Sono felice di essere qui, è un sogno che si realizza. Sono cresciuto in Germania e mi sono sentito sempre italiano – ha detto il calciatore in conferenza stampa nel riti-ro della Nazionale. Sul suo ruolo preci-sa: “Io mi sento mezz’ala. Nel passato però giocavo da trequartista. Con Mihajlovic mi capita di giocare tra le linee, con la Nazionale mi sto allenando da mezz’ala”. Su Conte il giocatore ha idee chiare: “E’ simile a Mihajlovic. Entrambi hanno un carattere molto forte e questo ci vuole sia in Nazionale che nella Samp”. Soriano ha poi espresso parole lusinghiere per Balo-telli, sempre criticato da tutti: “Mario l’ho conosciuto nell’ Under 21. E’ un ragazzo tranquillo, come tutti e si allena bene. In Germania -aggiunge il calciatore - il gio-vane non si brucia e può far vedere le sue qualità. In Italia ci sono tanti ragazzi forti, ma spesso vengono preferiti gli stranieri”.

Luigi Rubino

inizia da ConteLa felicità di Soriano

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Andrea Bertolacci

Le ultime confortanti prestazioni di Andrea

Bertolacci con la maglia del Genoa hanno convinto il C.t della Nazionale, An-tonio Conte. Dopo la par-tecipazione allo stage della scorsa primavera dell’ex commissario tecnico, Ce-sare Prandelli, il giovane calciatore romano è torna-to ad indossare la maglia della Nazionale maggiore. La chiamata del centro-

Luigi Rubino

Bertolacci brucia le tappe: la Nazionale ora è pura realtàcampista non è casuale, anche perché nasce da un preciso progetto di Conte che intende allestire una squadra competitiva, con l’impiego di giovani vali-di del nostro campionato. Corsa, grinta, insieme ad una buona tecnica sono le indiscusse qualità del gio-vane calciatore (classe ’91) che, in questa prima par-te di campionato, sotto la guida di mister Gasperini, ha portato il Genoa nelle posizioni nobili della clas-sifica. “Ho svolto più ruoli, è un vantaggio per me, anche

se mi sento una mezz’ala. Poi sono stato spostato più avanti, ma ho fatto anche il vertice basso. Sta a Conte decidere dove posso essere utile. Per ora mi sto allenan-do da mezz’ala e preferisco giocare mezz’ala” – ha detto il calciatore nel ritiro della Nazionale. “Potevo resta-re in estate a Roma, ma ho fatto la scelta migliore, per-ché a Genova, posso cresce-re e giocare con continuità. Sono 101 finora le mie pre-senze in A a 23 anni” – ha poi aggiunto il centrocam-pista, in comproprietà tra

Roma e Genoa. Sul futuro dei giovani, Bertolacci spa-ra deciso: “C’è molta pres-sione e questo fa male. E poi ci sono più stranieri che ita-liani, a noi dispiace. Speria-mo che la tendenza cambi”. Per le sue caratteristiche, Bertolacci potrebbe pre-sto adattarsi al modulo del C.t Conte, che non ha mai nascosto di preferire a cen-trocampo giocatori eclet-

tici, come Andrea. Non è facile per un ragazzo pas-sare in poco tempo, dalla convocazione con l’Under 16 del 2006, alla Nazionale maggiore, confezionando presenze in maglia azzur-ra, nelle categorie giovanili fino all’Under 21. Bertolac-ci, invece, ci è riuscito ed ora si appresta a recitare, un ruolo importante negli schemi della Nazionale di

Conte. Il giocatore molto probabilmente non gio-cherà la prima gara, quella importante delle qualifi-cazioni europee contro la Croazia a S.Siro, ma quasi certamente verrà schierato in campo nell’amichevole di martedi, contro l’Albania a Genova, davanti al suo pubblico di casa, pronto a riservargli calorosi salu-ti e applausi a ripetizione.

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13domenica 9 novembre 2014

La Croazia spaventa l’Argentina. La squadra

di Kavac, avversario dell’I-talia oggi a san Siro nella quarta giornata di qualifi-cazione agli Europei 2016, ha fatto vedere i sorci ver-di a Messi e compagni. C’è voluta una grande reazione dei sudamericani per ribal-tare il risultato a proprio favore, dopo la partenza lanciata della Croazia. La formazione biancorossa è andata subito all’attacco mettendo in seria difficol-tà la retroguardia dei vice-campioni del mondo, so-prattutto sulle fasce. Dopo soli 11 minuti è arrivato il vantaggio dell’undici di

KOVAC VUOLE I 3 PUNTIKovac. E’ l’interista Kova-cic che dopo aver superato alcuni avversari trova sulla sinistra libero in aria Shar-bini, bravissimo al volo a fulminare col potente de-stro Romero. Agli argenti-ni ci sono voluti oltre venti minuti per riassestare la situazione ma solo al quar-to del secondo tempo An-saldi è riuscito a cogliere il pareggio battendo Vargic, subentrato al portiere ti-tolare Kalinic. Dopo il gol arriva l’ingresso di Carlito Tevez al posto di Aguero. L’Albiceleste coglie il 2-1 grazie alla rete di Messi che in precedenza aveva colpito un palo. Un riaulta-to negativo per la Croazia, però positivo in prospetti-va della partita di stadera.

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Emiliano Moretti

Ha dovuto aspettare tanto, ma alla fine il sogno si è avverato. Emiliano Moretti

è la terza novità in assoluto della Nazionale di Conte. La convocazione a 33 anni, arriva forse con un po’ in ritardo, ma non importa. “Sono orgoglioso della chiamata in azzurro. Devo ringraziare tutti i miei compagni, alle-natore e direttore del Torino”- ha detto il gio-catore, subito dopo la lieta notizia. Il gioca-tore potrebbe addirittura scendere in campo nell’amichevole che la Nazionale disputerà a Genova martedì 18 novembre contro l’Alba-nia. Il debutto di Moretti in serie A avviene nel 2001 con la maglia della Fiorentina. Ne-gli anni successivi il calciatore passa alla Juve, dove vince la Supercoppa italiana. Prima di passare al Torino, Moretti gioca con Parma, Bologna, Valencia e Genoa. Grande fisi-co, ottimo di testa, ha ricoperto il ruolo sia di terzino sinistro che di difensore centrale.

Nazionale anche per Morettidi Luigi Rubino

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15domenica 9 novembre 2014

giù al nord

Fiore Marro

Prima e dopo la partita... Vino, birra e il gusto di un panino espresso

In questo scorcio di sta-gione calcistica ci accin-

giamo ad una lunga sosta di campionato, pausa di ben due settimane   che come diceva Totò “fanno d’uopo”, si darà spazio alla Nazionale di Antonio Con-te per la doppia sfida  con-

L’ultima corvè tra compleanni e addì

tro Croazia (gara ufficiale) e Albania (amichevole). La pausa   serve anche per re-cuperare gli infortunati ca-pire e per riprendere fiato e fare il punto della situazio-ne. In questo primo stop la situazione si presenta pari alla stagione scorsa, tranne la posizione del Parma che oltre a finire fuori dall’Eu-ropa League per non ave-re pagato a tempo debito l’Irpef rischia davvero la

Gigi Riva Rombo di Tuono

retrocessione, vista la con-dizione psicofisica della squadra di Roberto Dona-doni.  La sosta cade come si dice “a fagiolo” per po-tere dare anche a noi, che attraverso questi momenti

di pausa del campionato, l’occasione per affrontare altri argomenti non solo inerenti alle partite di cui ci occupiamo. Proprio in questi giorni, il cannonie-re principe della Nazionale italiana con i suoi 35 gol in 42 partite compie gli anni, auguri al  grande Gigi Riva, indimenticabile Rombo di Tuono, il paladino di tutti i tifosi non solo del Cagliari ma di tutte quelle tifose-

rie da nord a sud  che non fanno parte dell’élite del calcio di casa nostra. Au-guri quindi una leggenda senza tempo, Gigi Riva è una poesia: forza d’urto, acrobazie, precisione, ele-

ganza nello sport e nella vita,   auguri per i suoi 70 anni a un uomo serio, cosa rara oramai, all’ultimo vero bomber che con Roberto Boninsegna ha rappresen-tato una Italia che non esi-ste più tranne che nei film in bianco e nero che le reti televisive provate ogni tan-to trasmettono per farci ricordare come era bella la nostra terra e le nostre terre. Oltre agli auguri al Antonio Sibilia con Salvatore Di Somma

gol arrivò all’Inter e al Por-to   dove vinse perfino la Coppa Campioni.  Fece ar-rivare Juary ma pure   Ste-fano Tacconi, Beniamino Vignola, Luciano Favero e Bruno Limido tutti cedu-ti in blocco alla Juventus, con cui vinsero scudetto e l’allora Coppa delle Cop-pe giocata dalle squadra europee, vinsero la coppa nazionale del loro paese, De Napoli, che poi sarebbe passato al Napoli di Mara-dona; condusse   l’Avellino dei Ramon Diaz e dei Josè Dirceu. Il  Don’Antò del fa-moso “Amalgama? Quanto costa? Abbiamo comprato tanti calciatori, prendiamo pure lui!”. Addio a Sibilia che rimarrà  un pezzo d’I-talia, non solo calcistica ma di vita vera come lo furo-no i vari Costantino Rozzi, Romeo   Anconetani, An-gelo Massimino, Umberto Lenzini, Giuseppe Farina, Edmeo Lugaresi, Orfeo Pianelli, la loro anima da ragazzi di bottega, di furbi

venditori di provincia, di padroni dell’ emporio dove si risparmiava e i prodotti erano buoni,   uomini che hanno ridato un sorriso e una missione a milioni di altri uomini nel momento della ricostruzione, uomi-ni come mio padre e tanti altri genitori come il mio che magari avevano dei di-fetti di grammatica ma un cuore grande. Ciao a   ‘O commendatò, che sempli-cemente, rappresentava la versione irpina del mira-colo italiano. Per la doppia sfida contro la Croazia e l’Albania dell’Italia di An-tonio Conte si preannun-ciano novità particolari, vedremo per la prima volta in maglia azzurra Emiliano Moretti del Torino, Rober-to Soriano della Sampdo-ria,   e Andrea Bertolacci del Genoa ma soprattutto il ritorno assolutamen-te imprevisto di Mario Balotelli. Sarà evidente-mente l’ultima corvè per l’attaccante del Liverpool.

grande Riva c’è da ricorda-re anche la dipartita di Don Antonio Sibilia, presiden-te dell’Avellino più bello di tutti i tempi, di quella squadra che per 10 anni riuscì a mantenersi in Se-

rie A, Sibilia, esponente di un calcio di provincia che oggi non avrebbe modo di esistere, quando il   calcio delle provinciali riusciva a combinare colpi di mer-

cato oggi negati. Lui portò Juary all’ Avellino, Juary che al Partenio festeggiava i gol danzando la samba intorno alla bandierina del calcio d’angolo,   per quei

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estero

Juventus a valanga

nell’undicesima di cam-

pionato con un Parma che

si è perso progressivamente

per strada dopo il recente

successo del Tardini con-

tro l’Inter. Segnano un po’

tutti i bianconeri e Allegri

ritrova il sorriso dopo un

inizio mese di paura. Alle

sue spalle la Roma scher-

za col Torino rifilandogli 3

gol mentre il Napoli torna

grande riconquistando il

terzo posto con l’importan-

te vittoria al Franchi con la

Fiorentina. Alla squadra di

Benitez basta un acuto di

Higuain per portarsi a casa

JUVENTUS SETTE BELLEZZEMa la Roma non mollai tre punti. Alle spalle del

terzetto di testa tiene duro

la Sampdoria che pareggia

al Marassi col Milan per un

discutibile calcio di rigore

messo a segno da Menez.

Non perde un colpo anche

il Genoa grazie al pareggio

del Sant’Elia col Cagliari di

Zeman. Scivola sulla buc-

cia di banana invece la La-

zio in casa dell’Empoli che

torna sperare nella salvez-

za. All’Inter la nuova aria

portata da Roberto Man-

cini dovrebbe scacciare la

crisi Il futuro del tecnico

livornese vacillava ormai

da tempo. Alla ripresa del

campionato, dopo la sosta

Azzurra, delle care con la

Croazia e l’Albania, c’è già

attesa a Roma per l’arrivo

della Juventus che incro-

cerà le armi con una Lazio

dal dente avvelenato per la

sconfitta rimediata in to-

scana. Da seguire con at-

tenzione, infine, la trasferta

della Roma a Bergamo con

l’Atlanta nell’anticipo di

sabato 22 che aprirà i gio-

chi del dodicesimo turno.

Vince il PSG al Parco dei Principi contro la

capolista Marsiglia e ora il ritardo in classifica del-la squadra di Blanc è di un solo punto. Va in gol Moura, poi arriva il rosso a Imbula Wanga e l’ascia i suoi in 10. Mette il sigil-lo alla partita Cavani. Ter-zo posto per il Lione col Guingamp per 3 a 1 con la doppietta di Fekir e gol di Lacazette. Frena ancora il Monaco che pareggia col Saint Etienne mentre il Lil-

LA SUPER SFIDA VA AL PSG

Southampton di Graziano Pellè. Rallenta paurosa-mente il Manchester City che non va oltre il 2-2 in casa del Qpr. Doppio sci-volone per l’Arsenal ed il Tottenham, al tappeto il primo in casa con lo Stoke City, il secondo in Galles col Swansea. In Bundesliga il Bayern Monaco travolge a Francoforte con un po-ker (tripletta di Moeller e rete di Shaqiri) l’Entracht. Sempre più secondo il Wolfsburg che con le reti di Olic e Hunt batte l’Ambur-go. Torna finalmente, dopo mille polemiche e brivi-di, il Borussia Dortmund che piega il Moenchen-gladbach, grazie all’autore-te di Kramer. Cade all’O-

limpia Stadium l’Herta Berlino con l’Hannover che si riprende il quarto posto grazie alla sconfitta dell’Hoffenheim per opera del Colonia: risultato 3-4. In Spagna il Real Madrid consolida il primo posto con una manolita alla Rayo Valecano in risposta al Bar-cellona vincente ad Alme-ria per 1-2 dopo essere sta-to sotto di un gol nel primo tempo. Va al tappeto, inve-ce, l’Atletico Madrid di Si-meone a San Sebastian con la Real Sociedad. L’ATM va in vantaggio con Mandzu-kic poi i baschi ribaltano il risultato con Vela e Agir-retxe. Valencia stoppato in casa dal rinato Atletico Bil-bao con un importante 0-0.

le perde a Reims. Torna al successo invece il Bordeas a Lens per 1-2. In Premier

League il Chelsea di Mou-rinho non si ferma più e si aggiudica anche la sfida

contro il Liverpool. Non molla, al secondo posto, il sempre più sorprendente

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17domenica 9 novembre 2014

RIAPERTO IL MONDIALEf o r m u l a 1

M A R Q U E Z N E L L A L E G G E N DA

Nico Rosberg si aggiu-dica in volata il Gp

brasiliano guastando la fe-sta al compagno di squadra Lewis Hamilton che si deve accontentare della seconda posizione. Il campione del mondo 2014 si conosce-rà solo nella gara di Abu Dhabi. Da tanto non si ve-deva un mondiale così av-vincente e la vittoria finale non scontata, seppur all’in-terno della stessa scuderia. Rosberg e Hamilton arrive-ranno, dunque, all’ultima gara per vincere il titolo. La casa tedesca il titolo l’ha già vinto c’è solo da met-tere la corona in testa ad uno dei due piloti, fra una settimana, staccati in clas-sifica di soli 17 punti e con 50 ancora in palio. Il Brasi-

MA SOLO IN CASA MERCEDES

Il podio brasiliano

le ha visto dominare per la quinta volta stagionale Ro-sberg che ha tenuto a bada il compagno di squadra per l’intera gara. Terzo gradino del podio per Felipe Massa su Williams, al suo secon-do podio stagionale dopo quello di Monza, peccato per i 5” che l’hanno pena-lizzato per lo stop and go per aver percorso a velocità elevata la pit lane in occa-sione del primo pit stop. Poco male, avrebbe solo diminuito il ritardo dalla coppia di testa. Quarta e quinta posizione per Jen-son Button (McLaren) e Se-bastian Vettel su Red Bull. Le Ferrari ancora indietro, sesto tempo per Fernando Alonso seguito da Kimi Raikkonen, i due nel finale hanno acceso gli animi sfi-

dandosi il sesto tempo. Per l’altra Red Bull giornata no, Daniel Ricciardo è rientra-to ai box per un problema alla sospensione sinistra anteriore. Chiudono la fila Nico Hulkenberg (Force India), Kevin Magnussen (McLaren) e Valtteri Bot-tas, quest’ultimo penaliz-zato dai box Williams. Sarà quindi il circuito della Yas Marina a decretare il nuovo campione del mondo. Nella sfida risulterebbe avantag-giato Lewis Hamilton che per aggiudicarsi il titolo gli basterà arrivare anche secondo dietro al compa-gno di squadra. Tre punti di vantaggio utili ad inco-ronare il britannico Lewis Carl Davidson Hamilton campione del mondo dopo il titolo vinto nel 2008.

L’ultima gara di Valencia è servita al già campio-

ne del mondo 2014 Marc Maquez solo per entrare nella storia delle due ruote. Poca cosa: ad oggi è solo l’unico pilota al mondo ad aver vinto 13 Gp in un uni-ca stagione. Cose dell’altro mondo. Lo spagnolo a casa

VALENTINO ROSSI VICECAMPIONE

sua ha dominato battendo il recod più importante di una stagione che ha visto cadere, uno dopo l’altro, tutti i precedenti record. Questo Marquez è un vero fenomeno! L’ultima gara di questo mondiale dominato dalle Honda ha fatto spera-re per undici giri di vede-re sul gradino più alto del podio l’italiano Iannone ri-uscito a partire benissimo, vincendo persino il duello

con Valentino Rossi, ma tradito ancora una volta dalle gomme. Ancora una volta sfortunato Jorge Lo-renzo che ha perso subito la sfida per il secondo po-sto mondiale col Dottore. Lo spagnolo della Yama-ha non è riuscito a capire molto della sua moto con la pioggia che ha tenuto tutti col fiato sospeso. A nulla è servito il cambio di moto che lo ha penalizzato

ulteriormente fino all’umi-liante ritiro. A Valencia, dunque, Marquez nella storia e Valentino Rossi vicecampione con secon-do piazzamento in gara e seconda posizione in clas-sifica generale, anche que-sto è un risultato storico pensando al “vecchietto” di casa nostra. L’ordine di arrivo ha visto Marquez tagliare lo storico tredice-simo traguardo con alle spalle Rossi. L’altra Honda di Dani Pedrosa solo terza seguita dalle due Ducati, Andrea Dovizioso ha vin-to il duello col compagno di squadra Cal Crutchlow. Da segnalare il sesto tem-po di Pol Espargaro ed il settimo di Aleix Esparga-ro, entrambi su Yamaha.

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domenica 9 novembre 2014 18

“Sister Cristina”, nei negozi e in tutti gli

store digitali. L’album con-tiene 10 brani brani rivisi-tati e reinterpretati: “Try” (Pink), “Like A Virgin” (Madonna), “Somewhere Only We Know” (Keane), “Blessed Be Your Name” (Newsboys), “Fix You” (Coldplay), “No One” (Ali-cia Keys), “I Surrender” (Hillsong United), “True Colors” (Cindy Lauper), “Price Tag” (Jessy J) e “Per-to, Longe Ou Depois”, ver-sione portoghese di “Or-dinary World” dei Duran Duran, oltre a due canzo-ni inedite: “Fallin’ Free” e “L’Amore Vincerà”. “Oggi

Dopo un singolo su

Toolroom, la label

di Mark Knight, in com-

pagnia di Jay C, il dj di 105

InDaKlubb Lello Mascolo

torna a a pubblicare con

un’etichetta italiana, per

la precisione la JE, ovvero

la Just Entertainment. Il

singolo che lo vede nuo-

vamente in pista si chia-

ma “Beat Of Paradise” ed

è un pezzo house energico,

melodico, con un mood

che strizza un po’ l’occhio

ai migliori anni Novanta.

Senza dubbio un’altra pro-

Lello Mascolo, fine della trilogia con “Beat Of Paradise”duzione di livello per il dj

producer di origini campa-

ne (e milanese d’adozione),

che proprio quest’anno fe-

steggia 25 anni di successi,

tra radio, studi di registra-

zione e club di tutto il mon-

do. Incontreremo a breve

Mascolo grazie a una video

intervista in cui analizza lo

stato del clubbing italiano.

Info su

www.j-e.com/”www.j-e.com

“My Type”, il singolo dei Saint Motel, è

senza dubbio il brano del momento. Dopo aver con-quistato l’Inghilterra è ora

Saint Motel e la sigla di “Quelli che il calcio”in una scuola cinematogra-fica in California e hanno debuttato nel 2009 quando hanno incominciato ad esi-birsi nei posti più strani, da una festa in mutande in un magazzino, dal retro di un camion a un party di San Valentino dove gli ospiti erano ricoperti di sangue e vestiti da mummie. Hanno così suonato in tutti gli Stati Uniti fino ad aprire i con-certi degli Arctic Monkeys e degli Imagine Dragons.Info suwww.facebook.com/sain-tmotel”www.facebook.com/sain-tmotel

ai vertici delle classifiche radio e di iTunes, sigla del programma tv “Quelli che il calcio” e fenomeno di co-stume con la sua musica che

sembra uscita direttamente dalla colonna sonora di un film anni ‘70. Il Guardian ha definito i Saint Motel “New band of the day” e ha scritto di loro: “Ogni loro canzone si annuncia con un fiorire e molto slancio, e c’è una leggera spolvera-ta di ritmi caraibici, sapori tropicali e salotto-jazz”. I Saint Motel sono una band di Los Angeles composta da A/J Jackson (cantante), Aa-ron Sharp (chitarra), Dak (basso) e Greg Erwin (bat-teria) che si sono conosciuti

Arriva l’al

bum di de

butto di S

uor Cristin

a è un giorno per me molto speciale. Mai avrei imma-ginato che in pochi mesi avrei vinto l’edizione di The Voice of Italy, pubblicato un album internazionale e che sarei riuscita a portare il mio messaggio in così tanti paesi. Sono molto emozio-nata, ed è davvero il frutto di un duro lavoro! Questa è la testimonianza che Dio può farci fare grandi cose se solo ci lasciamo guidare e ci fidiamo di lui. Che que-ste note possano toccare il cuore di tutti così come son giunte e sono entrate nel mio”, dice Suor CristinaInfo suwww.sistercristinaofficial.comwww.sistercristinaofficial.com

DUE FRATEL

LI PER 4 DA

ME

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19domenica 9 novembre 2014

DUE FRATEL

LI PER 4 DA

ME

Per la prima volta riuniti a milano i dipinti di Antonio e Piero Pollaiolo

La celebre Dama del Polla-iolo insieme agli altri tre

splendidi ritratti femminili di epoca Rinascimentale possia-mo ammirarli dal 7 novembre al noto Museo Milanese Poldi Pezzoli. Con il sostegno della Fondazione Bracco, protagoni-sti della mostra sono i quattro splendidi ritratti femminili, ri-feribili ad Antonio e Piero del Pollaiolo riuniti per la prima volta nella loro storia uno ac-

Antonio del PollaioloScudo parata con Milone di Crotone

Piero del Pollaiolo Apollo e Dafne Londra

Immagine 4 Dame dei Pollaiolo

Antonio del Pollaiolo Ercole e l’Idra Galleria

Piero del Pollaiolo Davide vincitore

canto all’altro. Nella mostra, inoltre, sono presenti anche gli altri dipinti femminili che pro-vengono da importanti istituti internazionali come la Galle-ria degli Uffizi di Firenze, la Gemaldegalerie di Berlino e il Metropolitan Museum of Art di New York. L’esposizione racconta la storia di un gene-re, quella del ritratto nuziale,

specchio della società elegante di fine Medioevo praticata nel-le tradizionali botteghe fioren-tine gestite dalle famiglie che, come i Pollaiolo, fecero ricca e famosa in tutto il mondo, la tradizione dell’arte non solo pittorica ma sculturea e orafa fiorentina. Di fatto i Pollaio-lo, Antonio e Piero, figli di un venditore di polli da cui pre-sero l’allegro cognome, erano artisti a tutto tondo e come

nella tradizione rinascimenta-le artisti e artigiani di grande maestria. Dei due fu Antonio il più versatile. Esperto nell’ar-te orafa prima che in quella pittorica, diede vita insieme al fratello a una bottega arti-giana, sullo sfondo di una To-scana moderna, dove era nata una classe sociale raffinata e ricca che amava posare, per farsi ritrarre, come facevano gli imperatori e le gentil donne dell’antichità, di profilo, come nei cammei e nelle monete. Giorgio Vasari, biografo e cri-tico dell’epoca, nel suo libro Vita di Antonio e Piero Polla-iolo scritta nel 1550 parla di Antonio come un bravo orafo e Piero più votato alla pittura. Racconta il Vasari: “ Antonio dunque tirato innanzi da Bar-toluccio, oltre il legare le gioie e

lavorare a fuoco smalti di ar-gento, era tenuto il più valente che maneggiasse ferri in quella arte”. A questo proposito, tro-viamo nel percorso espositivo la grandiosa croce d’argento del Battistero di Firenze, alta quasi 2 metri di cui Anto-nio realizzò la parte inferiore mentre l’altra parte è opera di un maestro sconosciuto. Il maestro nella sua nota botte-ga Fiorentina, a due passi da Palazzo della Signoria, realiz-zava non solo croci, candelieri e rilegature di libri ma anche disegni che poi si traducevano e declinavano nelle tecniche più diverse. In mostra è anche esposto un selezionato grup-po di disegni realizzati nella maturità tra i quali spicca

l’Arciere dei Musei di Berlino, che dimostra la straordinaria conoscenza e perizia di Anto-nio nella rappresentazione del nudo in azione. Ma per torna-re a quel genere del “ritratto” per cui il Rinascimento fu un secolo proficuo, Il Museo Poldi Pezzoli, cavalcando il glamour senza tempo della sua presti-giosa Dama, ha organizzato in concomitanza con la mostra, un ciclo di shooting fotografici per le dame di oggi che amano

i ritratti principeschi. I gran-di nomi della fotografia come Maki Galimberti, Giovanni Gastel, Maria Mulas e Massi-mo Zingardi si cimentano nel ritratto e offrono al pubblico femminile la possibilità di farsi ritrarre e di diffondere on line e sui media istituzionali del Museo alcune immagini sele-

zionate che saranno successi-vamente esposte in alcune sedi civiche come l’Urban Centre in Galleria Vittorio Emanuele II e nello spazio dell’Ex Fornace di via Gola. Un momento ma-gico per riscoprire non solo la voglia di selfie ma anche quella di farsi ritrarre dai professioni-sti dell’immagine.

“Le Dame del Pollaiolo, una bottega fiorentina del Rinascimento”

da venerdì 7 novembre al 16 febbraioMuseo polsi Pezzoli, via Manzoni 12 Milano

info: 02794889

arte

Marby

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