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Piano per la formazione del personale docente 2016 2019
Il Piano per la Formazione dei docenti rappresenta il quadro di riferimento “rinnovato” per la
formazione e lo sviluppo professionale di tutti gli operatori della scuola.
La legge 107/2015 riconosce che la partecipazione ad azioni formative deve riguardare l’intera
comunità scolastica e il Piano della Formazione definito a livello nazionale: fissa le priorità
formative del paese collegandosi ed ispirando i Piani di Formazione delle scuole organizzate in
rete.
La Legge107/2015 (art. 1, commi 70, 71, 72 e 74) prefigura una nuova organizzazione sul territorio
e una nuova gestione delle risorse, valorizzando sinergicamente l'autonomia scolastica e quella
collaborazione e condivisione propositiva, che si riconosce alla forma organizzativa della rete.
L'aggregazione per ambiti consente alle scuole, nei diversi contesti, grazie alla sinergia di rete, di
rafforzare le proprie competenze e svilupparne di nuove, di gestire e superare le problematicità, di
avvalersi e condividere l'esperienza delle altre scuole partecipanti alla rete.
La formazione in servizio rappresenta oggi il presupposto fondamentale per lo sviluppo
professionale individuale e dell’intera comunità docente, oltre che obiettivo prioritario da
raggiungere per il futuro. La formazione è dunque un dovere professionale oltre che un diritto
contrattuale. La formazione continua è parte integrante della funzione docente (artt. 26 e 29 del
CCNL 2006-2009) e ora la legge 107/2015 (La Buona Scuola) riconosce e dà forza a questo
principio.
La rete di ambito
La legge 107/2015, per dar forza alla formazione “obbligatoria, permanente e strutturale”,
prevede diversi livelli di intervento, tra i quali, oltre la programmazione a livello di scuola, quello
collegato alle reti di ambito, attraverso la stesura di un Piano formativo dell’ambito:
essorappresenta una sintesi e una rielaborazione dei Piani di scuola.
La rete di ambito è dunque il luogo in cui sono progettati e organizzati i percorsi formativi secondo
le seguenti modalità:
• Rilevazione delle priorità dei piani di formazione delle singole scuole dell’ambito
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• Individuazione delle Unità formative da inserire nel Piano di Ambito
• Scelta delle metodologie formative
• Promozione di eventuali reti di scopo su priorità condivise
• Possibile assegnazioni di risorse a singole scuole per attività molto specifiche
• Verifica delle azioni formative realizzate
La scuola polo per la formazione
La nuova gestione della governance prevede che in ogni ambito territoriale sia individuata una
scuola polo per la formazione che ha il compito:
di coordinare la progettazione e l’organizzazione delle attività formative,
garantire la corretta gestione amministrativo-contabile delle iniziative formative,
interfacciarsi con l’USR per le attività di monitoraggio e rendicontazione.
Ogni scuola polo riceve le risorse finanziarie nazionali di cui al comma 124 della legge 107/2015
per attuare il piano formativo dell'ambito. La scuola polo individuata nell’ambito 11 della
Lombardia è il Liceo Artistico “F. Melotti” di Cantù, al quale sono stati assegnati, come prima
tranche € 39.074,00.
Per quanto riguarda l’Ambito 11 i Dirigenti hanno scelto di assegnare all’Istituto capofila anche il
compito di scuola-polo per la formazione.
Per rispondere alle esigenze, anche logistiche, dei docenti delle scuole appartenenti all’Ambito si
prevede la possibilità di organizzare i corsi su 3 sotto-aree territoriali che sono le seguenti:
1a SEDE Cantù/Mariano Comense
2a SEDE Erba
3a SEDE Rovellasca
Competenze del Piano di ambito per la formazione dei docenti
Il Piano triennale dell’Ambito 11 tiene conto di quelle che sono le competenze previste dal Piano
Nazionale per la Formazione, elaborato dal MIUR, e le riconduce ai bisogni formativi propri dello
stesso.
In particolare ci si collega alle seguenti competenze:
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- Competenze di sistema
- Competenze per il 21° secolo
Altre scelte fatte dall’Ambito 11
Considerato che attualmente sono state avviate altre attività di formazione riferite ad altre aree
tematiche, previste dal Piano Nazionale, la rete di Ambito ha deciso di non sovrapporre ulteriori
iniziative in tal senso. In particolare si fa riferimento a:
- Programma PNSD - PON “Formazione del personale” (Istituto Jean Monnet di Mariano
Comense) e
- Generazione WEB (2 progetti finanziati nel territorio della provincia di Como, uno con
capofila l’IIS Da Vinci Ripamonti e l’altro con capofila Cometa. Pur essendo Como la sede delle 2
scuole capofila molti Istituti dell’Ambito 11 hanno aderito ai progetti.
- area “Inclusione e disabilità”: le proposte di formazione risultano ben compensate dalle
numerose proposte elaborate dalla Rete CTS-CTI della provincia di Como.
- Area CLIL: saranno valutate possibilità di formazione per ampliare l’insegnamento con
modalità CLIL nelle scuole di ogni grado.
IL PIANO DI FORMAZIONE DELL’AMBITO 11
Il presente Piano Triennale per la formazione dei docenti dell’ambito Lombardia n. 11 ha
individuato alcune priorità formative. Nel periodo dicembre-gennaio è stato proposto alle scuole
dell’Ambito un questionario per la ricognizione dei bisogni formativi
Il questionario è stato somministrato ai 31 Istituti dell’Ambito 11:hanno risposto in 21.
Gli Istituti che hanno risposto al questionario, come richiesto hanno anche fornito informazioni sui
percorsi formativi autonomamente attivati da loro.
Dalla rilevazione emerge che i bisogni formativi maggiori delle scuole si attestano intorno alla
seguente priorità del Piano Nazionale:
1. Didattica per competenze e innovazione metodologica (100%)
Le opzioni previste dal questionario di rilevazione dei bisogni formativi sono tutte riconducibili a
questa macro-area.
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Didattica per competenze, innovazione metodologica e competenze di base
Sono numerosi i documenti europei che negli ultimi decenni hanno consolidato la necessità di
porre come obiettivo dei sistemi scolastici nazionali il raggiungimento da parte degli allievi di
competenze disciplinari e trasversali (cfr. competenze chiave di cittadinanza). Con le Indicazioni
Nazionali per la scuola dell’infanzia e del primo ciclo del 2012, il sistema scolastico italiano
“assume come orizzonte di riferimento verso cui tendere il quadro delle competenze-chiave per
l’apprendimento permanente definite dal Parlamento Europeo”. Gli ordinamenti prevedono come
esiti delle attività formative sia le competenze, racchiuse nel profilo dello studente in uscita da
ogni ordine e grado di scuola, sia i traguardi di competenze squisitamente disciplinari che nel
primo ciclo sono resi “prescrittivi” per la progettazione dei curricoli delle scuole.
La didattica per competenze rappresenta inoltre la risposta a un nuovo bisogno di formazione di
giovani che, nel futuro, saranno chiamati sempre più a reperire, selezionare e organizzare le
conoscenze necessarie a risolvere problemi di vita personale e lavorativa. Questa evoluzione
concettuale rende evidente il legame che si intende oggi realizzare tra le aule scolastiche e la vita
che si svolge al di fuori di esse, richiedendo alla scuola - e soprattutto a ciascun insegnante - una
profonda e convinta revisione delle proprie modalità di insegnamento.
Inoltre l’elevazione dell’obbligo a 16 anni fa sì, come dice Cerini, che il raccordo tra scuola media
e biennio sia un passaggio fondamentale. In questa prospettiva diventa molto importante
indirizzare la formazione dei docenti anche in quest’ottica in modo tale da favorire un forte
raccordo tra le scuole del 1° grado e gli Istituti del 2° grado in un’ottica di curricolo verticale, anche
allo scopo di vincere le sfide che la società e l’Europa pongono alla scuola di oggi.
Lavorare sulle competenze degli studenti, per svilupparle al meglio, richiede un cambiamento di
paradigma nell’azione didattica complessiva - a partire dalla valutazione dei risultati - e dunque
richiede una profonda azione di formazione in servizio degli insegnanti di ogni ordine e grado di
scuola, come accompagnamento ad un processo di ricerca continua. Allo stesso tempo, occorre
lavorare nella direzione di rafforzare l’applicazione di metodologie attive che rendano lo studente
protagonista e co-costruttore del suo sapere attraverso il procedere per compiti di realtà,
problemi da risolvere, strategie da trovare e scelte da motivare. È sempre più forte, quindi, la
necessità di integrare nelle discipline il concetto di competenza, inteso come capacità di
ricontestualizzare conoscenza e abilità, per l’acquisizione dei saperi fondanti. Questo significa
sancire l’allontanamento da un modello di didattica prevalentemente trasmissiva, basata sulla
progettazione per obiettivi e sulla sola valutazione di contenuti appresi.
L’idea sarebbe di orientare il percorso verso alcuni importanti traguardi:
1. Il punto di partenza sarebbero le attestazioni delle competenze che le scuole sono tenute
a redigere in momenti diversi della vita scolastica degli studenti. Ciò permetterebbe di sottolineare
che non viene chiesto ai docenti l’ennesimo sovraccarico di lavoro, ma di imparare a fare meglio
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ciò che già si deve fare. Si partirà quindi da ciò che già si fa, per mettere in luce gli aspetti positivi e
negativi e individuare un modello efficace.
2. A questo punto si può passare alla fase sul come progettare e valutare per competenze in
modo da arrivare ad apprendere anche le tecniche più opportune per preparare prove per classi
parallele, costruite in modo da rendere credibili le attestazioni delle competenze già affrontate al
punto 1.
3. Le attività proposte dai formatori devono mirare alla realizzazione di prodotti, di materiali
utili per creare anche un archivio.
4. Un altro momento potrebbe riguardare l’analisi dei risultati così ottenuti, in vista di una
ricaduta positiva sulla programmazione didattica successiva.
Si ritiene importante puntare alla disseminazione di buone pratiche con ricadute su tutto il
personale, in particolare sui docenti del biennio. La finalizzazione del lavoro, oltre che sulla
didattica, deve essere centrata alla valutazione delle competenze con una ricaduta sul biennio e in
progressione anche sul triennio,con un riferimento all’Alternanza Scuola-Lavoro
Modalità di intervento
Per la realizzazione delle attività formative saranno privilegiati corsi in modalità blended; la
formazione d’aula potrà essere diffusa anche attraverso un uso condiviso della piattaforma Touch
School, a disposizione di tutte le scuole della provincia.
Il modello privilegiato sarà quello della ricerca-azione e della sperimentazione concreta di
strumenti didattici individuati.
Particolare attenzione sarà data all’operatività per far sì che i docenti siano parte attiva nella
costruzione di quanto previsto.
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ALTRE TEMATICHE
Dalla “Conferenza dei servizi” dell’Ambito sono scaturite anche le seguenti priorità:
- Costruire e valutare le competenze nei percorsi di Alternanza Scuola-Lavoro con la
costituzione di una rete di scopo con gli Istituti del 2° grado
- Approfondimento di tematiche legate ai curricoli delle discipline con riferimento anche alla
disabilità. In questo caso, per meglio definire il collegamento con il tema dell’inclusione,
l’eventuale programmazione di attività sarà fatta tenendo conto di quanto sarà approvato a
seguito dello “Schema di decreto legislativo recante norme per la promozione dell’inclusione
scolastica degli studenti con disabilità a norma dell’art. 1 commi 180 e 21981, lettera c), della
legge 13 luglio 2015 n. 107 attualmente in discussione.
- Tra le discipline si ritiene importante prestare particolare attenzione alla didattica della
lingua italiana. Si evidenziano sempre più problematiche varie legate all’uso corretto della lingua
italiana, come viene messo in evidenza da anni a vari livelli. Obiettivo della formazione deve essere
quello di fornire strumenti e strategie per il recupero delle abilità di base e per la corretta codifica
e decodifica delle varie tipologie testuali.
- I Dirigenti delle scuole dell’Ambito 11 ritengono importante dare, in rete, risposta alle
necessità della maggior parte delle Istituzioni Scolastiche alle problematiche legate alla
formazione sulla sicurezza. L’Istituto “Sant’Elia” di Cantù dispone delle risorse necessarie per
attivare percorsi di formazione riferiti a:
- Figure previste dalle norme relative alla sicurezza (T.U. 81/2008)
- Formazione del personale riferita a quanto previsto dall’Accordo Stato-Regioni
- Formazione per gli studenti per l’Alternanza Scuola-Lavoro.
Anche in questo caso si procederà ad una rilevazione dei bisogni per poter organizzare e gestire al
meglio la formazione nelle tre aree territoriali cui appartengono le scuole dell’Ambito 11.
Con riferimento a queste ultime due aree di possibile intervento in provincia di Como, grazie
all’Ufficio Scolastico Territoriale e alle ATS di Pavia e Como, sarà possibile utilizzare per la
formazione una apposita piattaforma che permetterà di gestire online e con costi ridotti per gli
Istituti questa formazione specifica. La piattaforma al momento permette di certificare la
formazione per gli studenti per 4 delle ore previste dalla normativa, in attesa di una
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implementazione della stessa. La piattaforma dovrebbe consentire anche la formazione di base
per il personale scolastico.
- Corsi di formazione per l’acquisizione di competenze in una lingua straniera: far acquisire ai
docenti delle scuole di ogni livello competenze in una lingua straniera organizzando corsi mirati a
far ottenere la certificazione.
Il presente piano non esclude l’iniziativa di gruppi di scuole aderenti alla Rete: l’Ambito, purchè le
iniziative siano coerenti con l’impostazione del presente Piano, si farà carico di esse
Conclusioni
Il presente Piano sarà oggetto di revisione con possibili modifiche e/o integrazioni per le quali si
terrà conto di eventuali ulteriori necessità degli Istituti aderenti all’Ambito n. 11 della Lombardia.
In questa prima fase di elaborazione del Piano, pur avendone discusso, non sono presenti iniziative
di formazione rivolte al Personale ATA, se non per la parte relativa alla sicurezza.