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Annalisa Barbariga Didattica dell’arte per i musei Anno accademico 2011/2012

Presentazione del progetto di multimedialità per i

beni culturali I

I beni culturali presi in esame in questo progetto sono il “ Tempio

Capitolino”, una realtà legata dal punto di vista simbolico e storico

al museo di Santa Giulia (“ Museo della Città”, Brescia) ma esterna

alla struttura stessa del museo dal punto di vista della collocazione,

e l’antistante piazza del foro.

Attraverso questo progetto si intende compiere un’opera di

valorizzazione nei confronti di queste realtà attraverso l’ausilio di

dotazioni multimediali, in particolare attraverso l’utilizzo della

“realtà aumentata”.

La realtà aumentata ( in inglese augmented reality, abbreviato AR)

è la sovrapposizione di livelli informativi (elementi virtuali e

multimediali, dati geolocalizzati, ecc ) all'esperienza reale di tutti i

giorni.

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Gli elementi che "aumentano" la realtà possono essere aggiunti

attraverso un dispositivo mobile, come un telefonino di ultima

generazione ( ad esempio iPhone, Windows Phone o un telefono

Android), con l'uso di un PC dotato di webcam, dispositivi di visione,

di ascolto (auricolari) e di manipolazione, che aggiungono

informazioni multimediali alla realtà già percepita "in sé".

Lo sviluppo delle tecnologie multimediali, della realtà virtuale e la

veloce diffusione sociale dell’uso della rete, sono un’interessante

opportunità per la divulgazione on-line del patrimonio culturale.

Il Web, con proprie espressioni concettuali, strumentali e di

linguaggio si confronta con il settore della cultura, nel suo aspetto

pubblico e specifico della tutela e valorizzazione del patrimonio

culturale.

Tale incontro è innovativo e tuttora in fase sperimentale: da una

parte un mondo, quello della cultura, ben codificato da secoli di

elaborazioni teoriche e pratiche e dall’altra un ambito tecnologico

nuovo, in qualche modo rivoluzionario, certamente di straordinario

impatto per la comunicazione e la diffusione dell’informazione e

della conoscenza.

L’utilizzo di nuove tecnologie nella comunicazione museale è così

al centro del dibattito sulla gestione e valorizzazione dei beni

culturali italiani. Convegni, tavole rotonde, corsi di formazione e

forum online si occupano da tempo del tema, nell’ottica di definire il

ruolo di Internet e della multimedialità nella promozione economica

e culturale dei musei.

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Il pubblico è pronto ad accogliere l’offerta museale online, ma non

sempre i musei sono pronti a comunicare attraverso Internet,

attraverso la multimedialità.

La multimedialità, grazie alla potenza del linguaggio e delle forme di

comunicazione che mette a disposizione, risulta particolarmente

adeguata a svolgere il complesso compito affidatogli dall’ istituzione

museale, quello educativo; grazie alla multimedialità è inoltre

possibile progettare attorno ed in relazione agli oggetti che sono

esposti, occasioni per attivare processi cognitivi, emotivi ed estetici

che accrescano la conoscenza degli individui e la consapevolezza

di se stessi, della propria storia, e del proprio territorio.

Se il primo passo è dunque quello di mettere a disposizione del

pubblico dei musei gli ausili per accedere alla maggior quantità e

qualità di informazioni, ecco che le tecnologie digitali sembrano

rispondere efficacemente a questa esigenza, per almeno tre ordini

di motivi, che coincidono con le caratteristiche di ipermedialità,

interattività e connettività proprie della comunicazione digitale.

Il linguaggio usato è ipermediale, di conseguenza le informazioni

sono veicolate attraverso molteplici sistemi di rappresentazione

simbolica; chi progetta i contenuti può così decidere qual è il miglior

sistema di rappresentazione da usare per quella specifica

informazione, scegliendo fra testo, immagini, audio e video, oppure

integrando due o più di questi sistemi.

Anche il visitatore può decidere il linguaggio simbolico che

preferisce, se questa libertà è stata prevista dai progettisti

multimediali: pensiamo ai vantaggi che da ciò derivano, ad

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esempio, per i disabili sensoriali, che così possono scegliere la

forma di comunicazione a loro più adatta. Inoltre, ipermedialità

significa anche ipertestualità, cioè la costruzione di contenuti che si

collegano l’uno all’altro.

La fruizione dei contenuti è di tipo interattivo, perciò ogni visitatore

sceglie le informazioni che gli interessano e che meglio si

adeguano alle proprie esigenze, stabilendo i tempi e i modi con i

quali riceverle.

Grazie alla telematica, una disciplina scientifica e tecnologica che

nasce dalla necessità di unificare metodologie e tecniche delle

telecomunicazioni e dell'informatica per realizzare il trasferimento a

distanza delle informazioni e delle elaborazioni, le tecnologie digitali

permettono di accedere ai contenuti da qualunque luogo, a

prescindere dalla propria collocazione fisica e dal fatto di essere in

movimento oppure no. Ecco che i contenuti predisposti dagli esperti

possono essere consultati dal pubblico ovunque, attraverso un

rapporto a “ distanza”, sia direttamente in museo, con dispositivi

fissi e mobili, sia a casa, valorizzando la dimensione intima e

personale dell’acquisizione delle conoscenze.

Così con il suo carattere interattivo, dinamico e allo stesso tempo

ludico, la realtà aumentata risulta particolarmente efficace nel

processo educativo e informativo.

Porta con se ulteriori vantaggi quali, la possibilità di mostrare ciò

che non è più visibile , grazie all’aiuto di tour e ricostruzioni virtuali;

da inoltre la possibilità , attraverso la comunicazione remota

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(internet in particolare), di rendere disponibili informazioni

scientifiche e pratiche di ogni genere in anticipo e successivamente

rispetto alla visita effettiva.

Attraverso la realtà aumentata e quindi grazie all’ausilio di testi,

tracce audio, video e ricostruzioni virtuali mi piacerebbe fornire

informazioni storiche (cenni storici, costruzione e funzioni

dell’edificio, crollo di parte del terreno del colle Cidneo e successivo

abbandono, scavi archeologici, recupero, …) strutturali e spaziali

(collocazione dei vari elementi architettonici, collocazione delle

celle, decumanus maximus, antica piazza del foro e porticati, …)

culturali (usi e costumi del tempo, commercio, …) ; al fine di ridare

vita ad una delle più importanti ed antiche colonie romane, Brixia.

Il progetto si rivolge a tutti coloro che hanno il desiderio di rivivere

uno dei più emozionanti e austeri periodi della storia dell’umanità. Il

destinatario oltre ad essere munito di curiosità ed interesse, deve

avere a disposizione uno smartphone in modo da poter usufruire

del materiale offerto dalla realtà aumentata.

Ciò garantisce l’accesso ad una quantità considerevole di

informazioni, creando allo stesso tempo le condizioni per cui gli

individui possano entrare in contatto gli uni con gli altri, con

modalità del tutto nuove e per molti aspetti più efficaci rispetto a ciò

che è possibile fare con i media tradizionali.

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Brevi cenni storico- culturali: Il Tempio Capitolino e la

Piazza del Foro.

L’ antico Tempio Capitolino bresciano, “Il Capitolium”, è collocato

presso via Musei.

Al centro della città di Brescia sono visibili i resti della Piazza del

Foro e del Tempio Capitolino.

Oggi…

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Una volta…

In quella che ancora oggi si chiama Piazza del Foro, che risale al

periodo in cui comandavano gli imperatori Flavi (dal 69 al 96 d.c.)

ed era, in epoca romana, il luogo di ritrovo per i commercianti e

artigiani che scambiavano le loro merci, s’incrociavano

perpendicolarmente le due vie principali della città: il decumanus

maximus (da est a ovest) ora via dei Musei, e il cardus ( da nord a

sud) ora via Agostino Gallo.

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Queste strade romane si trovano ad un livello inferiore rispetto

alle strade attuali. Oggi su questa Piazza sorgono vari edifici

e il Palazzo Martinengo, sotto il quale vi sono resti di una bottega

romana.

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A nord della Piazza vi è il Tempio Capitolino, che fu eretto nel 73

d.C. dall’imperatore Vespasiano sopra il Santuario Repubblicano

del I sec. a.C.

Il Tempio era destinato alla venerazione degli dei Giove, Giunone,

Minerva, la Triade Capitolina da cui deriva il nome del Tempio.

E’ possibile entrare nel Tempio tramite due rampe di scale.

La seconda rampa conduce alla facciata del Tempio, costituita da

sei colonne scanalate (cioè rigate) e capitelli corinzi, delle quali ne

sono state ricostruite solo quattro. Infatti si può notare che le

colonne sono costituite da parti bianche, in marmo (le parti originali)

e da parti più scure, di mattoni, che sono quelle ricostruite.

Distanziata dalle 4 colonne della facciata c’è l’unica colonna rimasta

intatta, ed è per questo tutta bianca.

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Sul Frontone (la parte triangolare posta sopra le colonne) del quale

è visibile oggi soltanto una parte, c’è la scritta dedicata al suo

fondatore, l’imperatore Vespasiano.

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Infine il Tempio si suddivide in 3 celle, ciascuna delle quali dedicata

ad una delle tre divinità.

I resti di Brescia romana, sotterrati dai detriti e dalle frane

precipitate dal colle Cidneo, furono ritrovati grazie all’unica colonna

rimasta intatta. Infatti nel 1800, nel giardino di una casa, sporgeva

appena dal terreno un pezzo di colonna, per cui il Comune un

giorno decise di scavare: scava e scava, vennero alla luce i resti di

una città romana. Il cuore di Brescia romana era formato dal

Tempio, dalla Piazza e da un teatro, situato vicino al Tempio.

Bibliografia:

Consultazione del seguente materiale:

- Claudia Lamberti, Il Web del museo tra promozione turistica e

comunicazione culturale: progetti ed esperienze a confronto

- Ministero per i beni e le attività culturali, Progetto Minerva;

Manuale per la qualità dei siti Web pubblici culturali

edizione italiana a cura di Fedora Filippi

- Materiale didattico, tesi del professor Tonini

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