Sintesi dello Studio conoscitivo dei
cambiamenti climatici e di
alcuni loro impatti in
Friuli Venezia Giulia
(slides: maggio 2020)
alcune informazioni sullo Studio
Lo Studio conoscitivo dei cambiamenti climatici e di alcuni loro impatti in Friuli Venezia Giulia, commissionato nel 2016 dalla Regione Autonoma FVG (DGR n 1890-2016), è stato condotto da ARPA FVG in collaborazione con la stessa Amministrazione regionale, con le Università di Udine e di Trieste e con enti di ricerca aventi sede in FVG: ICTP (Centro Internazionale di Fisica Teorica), OGS (Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale) e CNR-ISMAR (Consiglio Nazionale delle Ricerche - Istituto di Scienze Marine, sede di Trieste). Il report è stato pubblicato on-line a marzo 2018.
In questa presentazione proponiamo una sintesi, con alcuni
aggiornamenti, dei principali contenuti dello Studio, insieme a ulteriori informazioni utili a capire come sta cambiando il clima in Friuli Venezia
Giulia anche in riferimento al climate change globale.
Il report integrale può essere scaricato dal sito istituzionale di ARPA FVG (http://www.arpa.fvg.it/cms/tema/osmer/approfondimenti/cambiamenti-climatici.html) e dal sito tematico www.meteo.fvg.it e www.clima.fvg.it: http://www.meteo.fvg.it/clima/clima_fvg/03_cambiamenti_climatici/01_REPORT_cambiamenti_climatici_e_impatti_per_il_FVG/impattiCCinFVG_marzo2018.pdf
approfondimenti tematici:
risorse idriche, agricoltura, ecosistemi
ricognizione e inventario degli impatti
clima futuro cambiamenti
clima FVG
impatti
evidenze oggi
un percorso di conoscenza e collaborazione
come è articolato e impostato lo studio
Lo studio si articola in tre parti:
1
RICOGNIZIONE DEGLI IMPATTI DEI CAMBIAMENTI CLIMATICI: dai documenti nazionali alle prime considerazioni per il FVG: propone una sintesi degli impatti descritti dalla Strategia e dal Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici (SNACC e PNACC), per iniziare a fare alcune considerazioni sulla rilevanza dei diversi impatti per il FVG
CASI STUDIO SUGLI IMPATTI DEI CAMBIAMENTI CLIMATICI IN FVG: approfondimenti su alcuni impatti settoriali (es. risorse idriche, biodiversità/ecosistemi, produzione primaria) attraverso alcuni casi studio.
I CAMBIAMENTI CLIMATICI IN FVG: analizza e illustra la variabilità climatica presente e passata e futura (proiezioni climatiche, per la prima volta disponibili per il FVG), incluse le variazioni della criosfera e del livello del mare
2
3
una premessa per capire: «il clima è quello che ti aspetti, il tempo è quello che ti capita»
CLIMA = media delle condizioni
meteo (temperatura, precipitazioni, vento…) e della loro variabilità registrate in lunghi periodi di tempo (es. 30 anni)
METEO =
condizioni del tempo oggi (o comunque in un certo momento)
Luca Marchesi, ARPA FVG
Grado, 3 marzo2018
Parte 1
I CAMBIAMENTI
CLIMATICI IN FRIULI
VENEZIA GIULIA
1.1 Variabilità climatica
passata e presente
Da sinistra a destra: il ghiacciaio dell'Ursic, l'Orientale del Canin e l'Occidentale del Canin (il M. Canin (2587 m) è in secondo piano alla destra del centrale M. Ursic che risulta apparentemente il più elevato)
Sono evidenti la completa scomparsa del ghiacciaio dell'Ursic e l‘estrema riduzione dell'orientale e occidentale.
1893
2011
i cambiamenti si vedono: i ghiacciai del Monte Canin stanno scomparendo
T FVG
come sta cambiando la TEMPERATURA in FVG?
?
la TEMPERATURA MEDIA annua è sempre più alta
105 anni di temperature medie annuali a Udine
T media 1915-2019 (12.94 °C)
aumentano le TEMPERATURE MEDIE
T medie annuali in pianura (1961-2019) (sintesi ottenuta da diverse serie di temperatura opportunamente validate e omogeneizzate)
l’incremento delle temperature è più accentuato dagli anni ‘90
____
T medie annuali
- - - - T medie decenni
…… T media annua 1961-1990
anni più caldi per località in FVG
2014
2018
2018
2018
2014
2018
2014 2014 2018
2014 2018
2014 2018
2015
2015 2015
2018
2014
2014 2018
2019
2014: Pordenonese, Codroipese, Bassa
2014 e 2018*: Udine, Enemonzo, Gradisca d’Isonzo
2018: Cividale, Gorizia, Tolmezzo, Trieste
2015: alta montagna
*Le differenze tra i due anni sono di pochi decimi di grado
Analisi delle temperature medie annuali
2018 e 2019*: Tarvisio
aumentano le T MEDIE soprattutto in ESTATE
T medie stagionali in pianura (1961-2016)
gli ultimi due decenni risultano decisamente i più caldi della serie in
ogni stagione dell’anno;
l’estate mostra il tasso di
incremento maggiore (+ 0.4°C
per decennio)
i giorni con TMAX > 30 °C sono raddoppiati nel giro di 25-30 anni
N° di giorni con T MAX maggiore di 30 °C in pianura FVG
i giorni caldi sono raddoppiati
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
1991 1993 1995 1997 1999 2001 2003 2005 2007 2009 2011 2013 2015 2017 2019
2019: oltre 60 giorni con TMAX > 30 °C
negli anni ’90 del XX secolo erano 25-30 giorni
N° di notti con T MIN maggiore di 20 °C in pianura FVG
aumentano le notti «tropicali»
2019: oltre 20 notti con temperatura minima > 20 °C
negli anni ’90 del XX secolo erano circa 5
0
5
10
15
20
25
30
1991 1993 1995 1997 1999 2001 2003 2005 2007 2009 2011 2013 2015 2017 2019
diminuiscono i giorni di gelo
Periodo 1991-2019 per la pianura del FVG. La linea rossa rappresenta l’andamento medio quinquennale.
Numero di giorni di gelo (T min minore di 0 °C)
?
come stanno cambiando le PRECIPITAZIONI in FVG?
104 anni di piogge annuali a Udine Serie HistAlp 1916-1991, Osmer-RAFVG 1992-2019
la quantità di pioggia caduta varia molto da un anno all’altro
2014 anno più
piovoso (dal 1960)
2015 anno meno
piovoso (dal 1945)
diminuiscono le precipitazioni nelle ZONE ORIENTALI del FVG
Precipitazione media annua (1961-2015)
trend di variazione annuale ed eventuale grado di significatività
nelle zone orientali della regione: trend annuale (statisticamente significativo) di - 3-4 mm; - 15-20% nel periodo considerato
(elaborazioni ARCIS Archivio Climatologico per l’Italia Centro-Settentrionale www.arcis.it; 90 stazioni FVG).
diminuiscono le precipitazioni in ESTATE
Dati dal 1961 al 2015. Fonte: ARPA FVG - OSMER e progetto ARCIS.
Inverno Estate
Trend delle precipitazioni medie invernali ed estive (mm/anno)
cambia la DISTRIBUZIONE delle PIOGGE nell’anno
piove meno a giugno, piove di più a settembre, ottobre, novembre
aumentano i giorni in cui cadono piogge molto abbondanti
cambia l’INTENSITÀ delle precipitazioni
Immagine da Pixabay
variabilità climatica passata e presente
• Evidente aumento delle temperature in FVG specie nel periodo estivo
• Aumentano i giorni caldi e le notti calde
• Diminuiscono i giorni di gelo
• Meno evidenti i cambiamenti nella pioggia (varia molto da un anno all’altro)
• Su buona parte del FVG generale riduzione delle precipitazioni primaverili ed estive (trend statisticamente molto significativo)
• Aumento delle piogge autunnali ed invernali (meno significativo)
RIASSUMIAMO:
e il livello del mare?
Trieste – livello medio annuo 1875-2016 (riferimento locale)
177.6
140.2
il livello medio del mare aumenta
in 10 anni: 1.1 – 1.5 cm
Grado, 3 marzo2018 Luca Marchesi, ARPA FVG
il cambiamento del clima in Friuli Venezia Giulia
è collegato al «global warming» e al «climate change» globale?
1880-2019: come è cambiata la temperatura superficiale della Terra
fonte: NASA
https://youtu.be/3sqdyEpklFU
le temperature medie aumentano in FVG come in tutto il mondo (e anche di più)
T medie annuali nel mondo
Temperature medie annuali in FVG – pianura dal 1961 ad oggi
IPCC: AR5-WG1 Figure SPM.01
Grado, 3 marzo2018 Luca Marchesi, ARPA FVG
quali collegamenti
con gli eventi estremi?
aumenta l’intensità delle precipitazioni
aumentano siccità e ondate di calore
il maggiore contenuto di energia e vapor d’acqua in atmosfera porta ad
una intensificazione del ciclo idrologico
https://youtu.be/S2PutNxo0Vw
dal globale al locale: eventi estremi
in Friuli Venezia Giulia
modelli climatici
come si studiano i cambiamenti climatici?
enorme quantità di dati + modelli
matematici + supercalcolatori
il clima: un sistema complesso
https://en.wikipedia.org/wiki/Climate_model
Le emissioni di gas serra di origine antropica sono aumentate dall'epoca pre-industriale
e ora sono più alte che mai. Ciò ha portato a
concentrazioni atmosferiche di gas serra senza precedenti
almeno negli ultimi 800.000 anni. È estremamente probabile che i loro effetti siano stati
la causa dominante del riscaldamento osservato dalla metà del 20 ° secolo.
(IPCC 2014)
la causa dominante
gli «scenari»
45
Per produrre le proiezioni climatiche (come sarà
probabilmente il clima in futuro) i modelli climatici partono da diversi
«scenari di emissione» (Representative Concentrantion
Pathways - RCPs)
http://www.clima2014.it/doc/IPCC_WG1_AR5_inforgrafica.pdf
RCP 2.6: forte riduzione emissioni
RCP 8.5: «business as usual»
la Temperatura superficiale della Terra aumenterà: di quanto?
senza misure significative di mitigazione, la TMGS potrebbe crescere di 2°C - 4°C
entro la fine del nostro secolo
All Figures © IPCC 2013
AR5-WG1 - Figure SPM.7a Global average surface temperature change
Temperatura Media Superficiale Globale (TMSG)
due futuri possibili, a seconda degli scenari di emissione
https://youtu.be/dBHL_7dEpTg
Luca Marchesi, ARPA FVG
Grado, 3 marzo2018
REPORT - Parte 1
I CAMBIAMENTI
CLIMATICI IN FRIULI
VENEZIA GIULIA
1.2 variabilità climatica futura
Variabilità climatica futura
Grigliato comune di circa 11 km (0.10°) che copre l’area del FVG: Longitudine 12.30°-14.00°; Latitudine 45.55°-46.75°. Dal 1970 al 2100.
Nome modello (GCM_RCM) RCP2.6 RCP4.5 RCP8.5
CNRM-CM5_CCLM4-8-17 - X X
CNRM-CM5_RCA4 - X X
EC-EARTH_CCLM4-8-17 X X X
EC-EARTH_HIRHAM5 X X X
EC-EARTH_RACMO22E X X X
EC-EARTH_RCA4 X X X
HadGEM2-ES_CCLM4-8-17 - X X
HadGEM2-ES-ICTP-RegCM4 - - X
HadGEM2-ES_RACMO22E X X X
HadGEM2-ES_RCA4 X X X
IPSL-CM5A-MR_RCA4 - X X
MPI-ESM-LR_CCLM4-8-17 - X X
MPI-ESM-LR_RCA4 X X X
MPI-ESM-LR_REMO2009 X X X
Data set 5 coppie di modelli selezionati in base a: 1) Disponibilità di dati per tutti e tre gli scenari; 2) Inclusione di modelli ad alta, media e bassa sensibilità climatica (i.e. risposta ad un dato aumento di gas serra); 3) Performance relativamente buona nel riprodurre la climatologia per il periodo storico considerato (i.e. 1976-2005). Variabili con risoluzione temporale giornaliera in formato NetCDF Grigliato comune In più: tutti i modelli disponibili per Italia-Croazia-Austria (file disponibili in ARPA-OSMER).
Studio conoscitivo dei cambiamenti climatici e di alcuni loro impatti in FVG – cap. 1.2 Variabilità climatica futura
proiezioni climatiche future per il FVG: le scelte effettuate da ICTP
T FVG come cambierà la TEMPERATURA in FVG?
?
anomalia delle temperature
Rispetto al trentennio 1976-2005
RCP 2.6 scenario «Accordo di Parigi» RCP 4.5 scenario intermedio RCP 8.5 scenario senza mitigazione
_
_
_
ensemble di diversi modelli
INVERNO
5.3 °C
2050 2100
8
6
4
2
0
-2
-4
1970
°C
1.3 °C
ESTATE 6 °C
2 - 2.5 °C
2050 2100
8
6
4
2
0
-2
-4
1970
°C
2071-2100 vs.
1976-2005
inverno estate
inverno estate
RCP2.6 estate +2-3 °C
inverno circa +1-2 °C.
cambiamento di temperatura in FVG (RCP 8.5 - scenario emissioni crescenti)
2021-2050 vs.
1976-2005
°C
inverno estate
già ora le temperature medie in FVG sono aumentate significativamente e nel prossimo futuro (2021-2050) continueranno a crescere, soprattutto l’estate
estate inverno
aumento temperature in FVG: quali scenari? anomalia delle temperature medie invernali ed estive
nel 2071-2100 rispetto al 1976-2005 – confronto tra due scenari
rapida e decisa riduzione delle emissioni di CO2,
Accordo di Parigi rispettato (RCP 2.6)
se le emissioni continuano a crescere
come ora (RCP 8.5)
2071 - 2100
2071 - 2100
°C
il clima futuro dipende dalle scelte attuali
né catastrofismo, né ottimismo infondato, ma essere consapevoli che
in questo momento abbiamo la possibilità
di scegliere a quale futuro climatico andremo incontro
siamo a un bivio
Imm
agin
e d
a P
ixab
ay ,
riel
abo
rata
ondate di calore estive future in FVG (RCP 8.5 - scenario ad emissioni crescenti)
1976 - 2005 2021 - 2050 2071 - 2100
Ondata di calore = 5 giorni consecutivi in cui la temperatura è maggiore di 5 °C rispetto alla media di riferimento per quel giorno dell'anno
RCP 2.6: da 5 a 10 giorni quindi ondate di calore estive in media 1 o 2 all’anno RCP 8.5: 2021-2050 1 o 2 ondate di calore estive all’anno, 2071-2100 in pianura anche 40 giorni cioè 8 eventi di ondate di calore più di un mese ogni estate.
Trieste. Notti calde : 40 1976-1985, 70 RCP2.6, 80-90 RCP4.5 e oltre i 120 (aumento del 300 %) RCP8.5. Giorni caldi :20-30 RCP2.6, 40 RCP4.5 e 70 RCP8.5 (aumento di più del 300 %).
Udine-Pordenone-Gorizia. Notti calde: 5-10 nel 1976-85, 20 RCP2.6, 30-40 RCP4.5, 70-80 RCP8.5. Giorni caldi: 20-30 1976-1985, 40-50 RCP2.6, 60-70 RCP4.5, 90-100 RCP8.5.
Tolmezzo. Notti calde: quasi assenza nel 1976-85, 15 RCP2.6 e RCP4.5, 45 RCP8.5. Giorni caldi : circa 10-20 1976-85, 20-30 RCP2.6, 40-50 RCP4.5, 70-75 RCP8.5.
Notti calde: Tmin > 20 °C Giorni caldi: Tmax > 30 °C
notti e giorni caldi
notti e giorni caldi – PN, UD, GO
Giorni caldi: 20-30 1976-1985 Fine secolo: 40-50 RCP2.6 60-70 RCP4.5 90-100 RCP8.5
Notti calde: Tmin > 20 °C Giorni caldi: Tmax > 30 °C
0
20
40
60
80
100
1976198619962006201620262036204620562066207620862096
Pordenone, giorni caldi
0
20
40
60
80
100
120
1976198619962006201620262036204620562066207620862096
Pordenone, notti calde
Notti calde: 5-10 1976-85 Fine secolo: 20 RCP2.6 30-40 RCP4.5 70-80 RCP8.5
RCP 2.6 scenario «Accordo di Parigi»
RCP 4.5 scenario intermedio
RCP 8.5 scenario senza mitigazione
_ _
_
notti e giorni caldi – Trieste
Giorni caldi: 10-20 1976-1985 Fine secolo: 20-30 RCP2.6, 40 RCP4.5, 70 RCP8.5
Notti calde: Tmin > 20 °C Giorni caldi: Tmax > 30 °C
0
20
40
60
80
100
1976198619962006201620262036204620562066207620862096
Trieste, giorni caldi
Trieste, notti calde
Notti calde: 40 1976-1985 Fine secolo: 70 RCP2.6 80-90 RCP4.5 oltre i 120 RCP8.5
RCP 2.6 scenario «Accordo di Parigi»
RCP 4.5 scenario intermedio
RCP 8.5 scenario senza mitigazione
_ _
_
notti e giorni caldi – Tolmezzo
Giorni caldi: 10-20 1976-1985 Fine secolo: 20-30 RCP2.6, 40-50 RCP4.5, 70-75 RCP8.5
Notti calde: Tmin > 20 °C Giorni caldi: Tmax > 30 °C
Notti calde: quasi assenza 1976-1985 Fine secolo: 15 RCP2.6 15 RCP4.5 45 RCP8.5
RCP 2.6 scenario «Accordo di Parigi»
RCP 4.5 scenario intermedio
RCP 8.5 scenario senza mitigazione
_ _
_
0
20
40
60
80
100
120
1976198619962006201620262036204620562066207620862096
0
20
40
60
80
100
1976198619962006201620262036204620562066207620862096
Tolmezzo, notti calde
Tolmezzo, giorni caldi
giorni di gelo (Tmin < 0 °C)
Trieste . Diminuzione da 10-20 a meno di 10 per RCP4.5 e RCP2.6, totale scomparsa RCP8.5.
Udine-Pordenone-Gorizia. 60 e 70 nel 1976-1985, 30-50 per RCP4.5 ed RCP2.6, 10 nel RCP8.5.
Tolmezzo da 80, quasi 3 mesi, a circa 10 nel RCP8.5.
RCP 2.6 scenario «Accordo di Parigi» RCP 4.5 scenario intermedio RCP 8.5 scenario senza mitigazione
_
_
_
?
come cambieranno le PRECIPITAZIONI in FVG?
Anomalia delle precipitazioni
+20-30 %
+/-10 %
- 25 %
Incertezze con alcuni modelli anche in controtendenza, perché la precipitazione è un integratore di molti processi di difficile rappresentazione nei modelli climatici.
anomalia delle precipitazioni
ESTATE
1970 1980 1990 2000 2010 2020 2030 2040 2050 2060 2070 2080 2090 2100
ANNI
INVERNO
1970 1980 1990 2000 2010 2020 2030 2040 2050 2060 2070 2080 2090 2100
ANNI
RCP 2.6 scenario «Accordo di Parigi» RCP 4.5 scenario intermedio RCP 8.5 scenario senza mitigazione
_
_
_
2021-2050 vs.
1976-2005
2071-2100 vs.
1976-2005
Aumento invernale sul FVG in tutti gli scenari, più accentuato nelle regioni settentrionali e centro-meridionali. D'estate un segnale chiaro solo nell’RCP8.5, marcata diminuzione soprattutto nelle regioni centrali del FVG.
cambiamento di precipitazioni in FVG (RCP 8.5 - scenario emissioni crescenti)
inverno estate
estate inverno
%
variazione al 2071-2100 rispetto al 1976-2005
inverno estate
+10/+15 % ca. +5 % ca.
variazione precipitazioni medie in FVG: due scenari possibili a fine secolo
%
rapida e decisa riduzione delle emissioni di CO2,
Accordo di Parigi rispettato (RCP 2.6)
se le emissioni continuano a crescere
come ora (RCP 8.5)
2071 - 2100
2071 - 2100
variazione al 2071-2100 rispetto al 1976-2005
+15/+20 % ca. -15/-20 % ca.
inverno estate +
-
Anomalia delle precipitazioni cumulate oltre il 95° percentile.
Anomalia di giorni con precipitazioni oltre il 95° percentile.
L'entità del cambiamento di precipitazioni intense è in linea con quella della precipitazione media, ma il cambiamento nel numero di giorni con precipitazioni intense è minore in media l'intensità dei singoli eventi estremi tende a variare più marcatamente.
precipitazioni estreme (RCP 8.5)
Grado, 3 marzo2018 Luca Marchesi, ARPA FVG
REPORT - Parte 1
I CAMBIAMENTI CLIMATICI
IN FRIULI VENEZIA GIULIA 1.3 studio preliminare per una classificazione bioclimatica del FVG e sua possibile variazione futura a seguito dei cambiamenti climatici
Ulivi, lecci, cipressi, alloro... Vite, castagneti, querceti, frassineti
Foreste conifere Foreste miste latifoglie
classificazioni bioclimatiche (Pavari)
cambieranno i «fitoclimi» (classificazione dei climi secondo Pavari)
Pavari oggi Pavari 2070-2100
( RCP 8.5 ) alpinetum
picetum freddo
fagetum freddo
fagetum caldo
castanetum caldo umido
castanetum caldo secco
lauretum sottozona fredda senza siccità estiva
lauretum sottozona media senza siccità estiva
lauretum sottozona calda senza siccità estiva
lauretum sottozona media con siccità estiva
lauretum sottozona calda con siccità estiva
Grado, 3 marzo2018 Luca Marchesi, ARPA FVG
quali impatti?
i recenti cambiamenti climatici hanno avuto e avranno
impatti diffusi sui sistemi umani e naturali
continue emissioni
di gas serra
ulteriore riscaldamento e
cambiamenti duraturi del sistema climatico
aumenta la probabilità di effetti gravi, diffusi e
irreversibili per le persone e gli ecosistemi
gli impatti dei cambiamenti climatici in Europa
EEA Agenzia Europea dell’Ambiente – L’ambiente in Europa | Stato e prospettive nel 2015 (cap. 3.9)
aree costiere
biodiversità
incendi boschivi problematici
rischio idrogeologico
risorse idriche
salute
turismo
agricoltura…
anche in Friuli Venezia Giulia ci sono e ci saranno importanti
IMPATTI:
REPORT - Parte 2
RICOGNIZIONE DEGLI
IMPATTI DEI CAMBIAMENTI
CLIMATICI:
dai documenti nazionali alle prime
considerazioni per il FVG
le conoscenze e i documenti a livello
nazionale: la Strategia Nazionale di
Adattamento ai Cambiamenti Climatici (SNACC)
In Italia le basi per le azioni e politiche di adattamento ai cambiamenti climatici sono state poste con la Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici (SNAC, MATTM 2015) e i relativi documenti tecnico-scientifici di supporto.
La Strategia Nazionale: • ha individuato i principali impatti dei cambiamenti climatici sulle
risorse ambientali e su un insieme di settori socio-economici rilevanti a livello nazionale;
• ha indicato per ciascuno di essi delle prime proposte di azioni di adattamento a tali impatti.
http://www.minambiente.it/notizie/strategia-nazionale-di-adattamento-ai-cambiamenti-climatici-0
le conoscenze e i documenti a livello
nazionale : il Piano nazionale di
adattamento ai CC (PNACC)
Il Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici (PNACC) è finalizzato all’attuazione della Strategia Nazionale attraverso l’aggiornamento e la migliore specificazione dei suoi contenuti ai fini operativi, per la progettazione di azioni di adattamento ai diversi livelli di governo e nei diversi settori di intervento. Una bozza del PNACC è stata sottoposta a consultazione pubblica nel 2017:
http://www.minambiente.it/pagina/consultazione-su-piano-nazionale-adattamento-cambiamenti-climatici
come abbiamo impostato la ricognizione
e perché
• mole dei documenti e complessità delle conoscenze prodotte a livello nazionale (SNACC e PNACC)
• impatti dei CC sui sistemi naturali e sui contesti socio-economici: molteplici e tra loro collegati da complesse relazioni
• SNACC e PNACC individuano una serie di temi/settori di impatto
operata una sintesi e schematizzazione per offrire a cittadini, decisori e portatori di interesse del FVG una panoramica utile per inquadrare gli impatti e iniziare a contestualizzarli rispetto al FVG
per coerenza con l’impianto dei documenti nazionali: adottata la medesima articolazione dei temi/settori di impatto
i settori di impatto
Quantità e qualità delle risorse idriche Desertificazione, degrado del territorio e siccità Dissesto idrogeologico Biodiversità ed ecosistemi
Ecosistemi terrestri Ecosistemi marini Ecosistemi di acque interne e di transizione
Salute Foreste Agricoltura, pesca e acquacoltura
Agricoltura e produzione alimentare Pesca marittima Acquacoltura
Energia Zone costiere Turismo Insediamenti urbani Infrastruttura critica
Patrimonio culturale Trasporti e infrastrutture Industrie e infrastrutture pericolose
18 capitoli della ricognizione impatti
come sono strutturati i capitoli della ricognizione impatti
In ogni capitolo troviamo:
un testo introduttivo, che consente anche ai non esperti di farsi un’idea di come ciascun settore venga toccato dai cambiamenti climatici
una tabella in cui si riporta l’elenco degli impatti descritti a livello nazionale, come base per poter formulare per ciascun impatto delle considerazioni in riferimento al FVG (che, in generale, dovranno essere oggetto di approfondimenti successivi)
un testo in cui si evidenziano e si sintetizzano le informazioni ritenute più interessanti per il contesto regionale
Per alcune tematiche, alla ricognizione degli impatti si aggiunge un “focus” che mette in luce alcuni aspetti specifici dell’argomento trattato. I focus sono stati realizzati sia dai tecnici di ARPA FVG già autori della ricognizione impatti, sia da esperti esterni citati nei rispettivi contributi.
Per chi fosse interessato a consultare le fonti originali, in fondo ad ogni capitolo sono indicate le pagine che trattano l’argomento specifico nei documenti nazionali e, ove disponibili, in documenti/ricerche regionali.
la scelta di alcuni temi da approfondire
Quantità e qualità delle Risorse idriche Desertificazione, degrado del territorio e siccità Dissesto idrogeologico Biodiversità ed ecosistemi
Ecosistemi terrestri Ecosistemi marini Ecosistemi di acque interne e di transizione
Salute Foreste Agricoltura, pesca e acquacoltura
Agricoltura e produzione alimentare Pesca marittima Acquacoltura
Energia Zone costiere Turismo Insediamenti urbani Infrastruttura critica
Patrimonio culturale Trasporti e infrastrutture Industrie e infrastrutture pericolose
Risorse idriche Dissesto idrogeologico (piogge alluvionali, eventi di acqua alta)
Ecosistemi terrestri Ecosistemi marini
Agricoltura e produzione alimentare Acquacoltura
Energia
Report - Parte 3
CASI STUDIO SUGLI IMPATTI
DEI CAMBIAMENTI
CLIMATICI
i casi studio
3.1 Effetti dei cambiamenti climatici sulla disponibilità di risorsa idrica
3.2 Dissesto idrogeologico: la frequenza degli eventi di acqua alta
3.3 Dissesto idrogeologico: eventi precipitativi ed eventi alluvionali
3.4 L'ecosistema marino del golfo di Trieste
3.5 Colture economicamente rilevanti
3.6 Acquacoltura (mare, acque interne e di transizione)
3.7 Allevamento: produzione quanti-qualitativa del latte bovino
3.8 Produzione forestale: impatti dei cambiamenti climatici sulle foreste. Effetti
sull’accrescimento di piceo-abieteti della val Pesarina
3.9 Impatti dei cambiamenti climatici sulle foreste: eventi di disseccamento e mortalità
degli alberi a seguito di episodi di aridità
3.10 Relazioni tra la crescita degli arbusti-nani e la diversità vegetale ad alta quota:
evidenze degli effetti indiretti del riscaldamento climatico nella tundra alpina
3.11 Energia: effetti del riscaldamento globale sui consumi energetici per il riscaldamento
di civili abitazioni
3.1 Effetti dei cambiamenti climatici sulla disponibilità di risorsa idrica
Utilizzando gli scenari di previsione futura di 5 modelli climatici si sono valutati gli effetti dei cambiamenti climatici sulla disponibilità di risorsa idrica in Friuli Venezia Giulia mediante la realizzazione di un modello di bilancio idrico a scala regionale., da cui emerge un probabile aumento complessivo, in termini di volume medio annuo, del quantitativo d’acqua affluito al suolo, ma con andamento non omogeneo durante l’anno della variazione (aumento della risorsa disponibile nei mesi invernali; significativo calo nei mesi estivi). Per l’effetto dell’aumento della temperatura media sulla vegetazione, si osserva anche una maggiore richiesta di acqua con un aumento dei giorni in cui le coltivazioni subiscono uno stress idrico che è necessario compensare con una maggiore irrigazione. La maggiore necessità di irrigazione combinata a un’inferiore disponibilità di risorsa idrica per i corsi d’acqua, nel periodo estivo, potrebbe rendere difficoltoso l’approvvigionamento per l’agricoltura, in particolare nell’Alta Pianura in sinistra Tagliamento, dove il quantitativo di acqua disponibile per l’irrigazione dipende direttamente dalla portata del Fiume Tagliamento. In particolare nello scenario business as usual, si assiste inoltre ad una diminuzione della ricarica complessiva annua della falda freatica unita a un marcato calo nel periodo estivo.
Paolo Olivo1, Daniela Iervolino1, Andrea Cicogna2, Stefano Barbieri3
1Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia- Direzione centrale ambiente ed energia- Area tutela geologico-idrico-ambientale-Servizio gestione risorse idriche 2ARPA-FVG – S.O.C. Osmer 3ERSA –FVG
3.2 Dissesto idrogeologico: la frequenza degli eventi di acqua alta
Sono studiate le variazioni della frequenza degli eventi di acqua alta nel XXI secolo rispetto alla fine del XX secolo. Sono stati considerati gli effetti della pressione e del vento, secondo le proiezioni di cinque modelli climatici, e della variazione del livello medio marino in tre scenari futuri. Il maggiore impatto viene dell’aumento del livello medio con un significativo aumento della frequenza già a metà secolo, mentre l’impatto del forzante atmosferico non appare cambiare sensibilmente.
Fabio Raicich -CNR- ISMAR U.O.S. di Trieste
3.3 Dissesto idrogeologico: estremi precipitativi ed eventi alluvionali
Sono state analizzate le precipitazioni giornaliere di tre eventi alluvionali molto significativi del passato in FVG: l’alluvione di Latisana del 1966, l’alluvione nel pordenonese del novembre 2002 e l’alluvione in Valcanale dell’agosto 2003. Questi esempi illustrano chiaramente come precipitazioni giornaliere molto intense, che si ripresentano raramente con tempi di ritorno di decine o centinaia di anni, possano determinare eventi alluvionali importanti. Per il futuro i modelli climatici utilizzati indicano come, per le stesse località e per gli stessi livelli di precipitazione analizzati negli esempi storici, i tempi di ritorno delle piogge estreme potrebbero diminuire. Quindi, rispetto allo stato attuale e in funzione dei diversi scenari di emissione, eventi simili a quelli analizzati potrebbero riproporsi in futuro con maggiore frequenza. Questi risultati potrebbero essere perfezionati considerando anche l’apporto nivale e, ancor più, utilizzando opportuni modelli idrogeologici di simulazione. Infine, si pone l’attenzione sull’importanza di considerare gli scenari futuri di cambiamenti climatici per definire gli strumenti di pianificazione (ad es. PAI e PGRA) e per l’implementazione di misure di adattamento su una scala temporale a lungo termine
Andrea Cicogna1, Valentina Gallina2, Arturo Pucillo1 1 ARPA-FVG – S.O.C. Osmer 2 ICTP
3.4 L’ecosistema marino del golfo di Trieste
Negli ecosistemi marini il numero e la tipologia di impatti dei cambiamenti climatici è molto ampia e, soprattutto in area costiera, essi si sovrappongono a quelli di numerosi altri impatti antropici. Basandosi su studi relativi all’alto Adriatico e sulle lunghe serie temporali di dati disponibili per il Golfo di Trieste, si passano in rassegna gli impatti diretti e indiretti collegabili ai cambiamenti climatici sia sulla componente fisica e chimica del sistema marino (es. aumento della temperatura superficiale del mare, modificazione della densità dell’acqua e accentuata stratificazione che limita il livello di ossigenazione delle acque di fondo, favorendo la formazioni di eventi ipossici, incremento della salinità superficiale relazionato alla diminuzione degli apporti di acque dolci fluviali), sia sulle componenti viventi degli ecosistemi (es. modificazioni significative della biomassa e della composizione del fitoplancton, delle componenti dello zooplancton, delle reti trofiche; cambiamenti nella struttura e riduzione della diversità delle comunità bentoniche; modificazioni nell’abbondanza e nella composizione degli stock ittici, con aumento di specie affini ai climi caldi e scomparsa di un quinto circa delle specie indigene e native; effetti delle ondate di calore marine sulle attività di acquacoltura, ed in particolare di molluschicoltura, amplificati dall’acidificazione delle acque marine che impatta sugli organismi dotati di strutture carbonatiche).
Cosimo Solidoro, Annalisa Falace, Paola Del Negro - OGS
3.5 Colture economicamente rilevanti
In questo lavoro si presenta una metodologia che, utilizzando sinergicamente modelli che sono stati sviluppati in specifici ambiti scientifici, permette di eseguire simulazioni di sistemi naturali complessi. L’applicazione del metodo ha per oggetto lo sviluppo e la produttività di piante in condizioni meteorologiche che evolvono negli anni, tenendo conto dei cambiamenti climatici. A partire dagli scenari climatici per l’intero XXI secolo, generati tramite modelli atmosferici, sono stati valutati gli impatti su alcune colture economicamente rilevanti per la regione Friuli Venezia Giulia: il mais e la vite. Gli impatti sono stati realizzati per mezzo di modelli colturali, sviluppati dall’Università di Udine, che prendono in considerazione anche le proprietà del terreno e l’irrigazione. I risultati mostrano che gli impatti si collocano entro un intervallo di possibilità, che dipendono dal tipo di scenario climatico futuro: RCP8.5, di sicuro e considerevole riscaldamento, e RCP2.6, di moderato innalzamento delle temperatura media del pianeta. Per il mais, sino alla fine del secolo e nel caso RCP2.6, la produzione è stimata rimanere invariata, o perfino leggermente aumentare per alcuni tipi di terreni. Invece nel caso RCP8.5 la produzione diminuirà sistematicamente, nonostante l’aumento delle irrigazioni richieste per evitare eccessivo stress alle piante. Per la vite, in caso di moderato aumento delle temperature, tutte le fasi fenologiche manterranno l’attuale calendario annuale. Al contrario, nell’eventualità dello scenario RCP8.5, è atteso un progressivo arretramento delle date corrispondenti agli stadi evolutivi delle piante e dei frutti, con anticipi prossimi ad un mese per la fine del secolo.
Francesco Danuso1, Dario Giaiotti2,3, Filippo Giorgi4, Michele Zuppichin2 1 Università degli Studi di Udine 2 Università degli Studi di Trieste 3 ARPA FVG 4 ICTP
3.6 Acquacoltura (mare, acque interne e di transizione)
L’acquacoltura del Friuli-Venezia Giulia è leader nazionale nella troticoltura e riveste importanza lungo la fascia costiera con la molluschicoltura (mitili e vongole). Si caratterizza per l’utilizzo di tutte le tipologie di acque disponibili (dolci, salmastre, marine costiere) e sistemi produttivi in funzione della localizzazione geografica, condizioni ambientali ed input tecnologico (allevamenti estensivi nelle valli da pesca e lagune, long-line lungo la costa e sistemi intensivi a terra). Marginale è l’allevamento in gabbie a mare. Partendo dalle analisi dell’IPCC, dalle conoscenze disponibili e dal giudizio esperto frutto di interviste ad operatori rappresentativi delle diverse tipologie produttive, si ritiene che la molluschicoltura e la vallicoltura siano più vulnerabili ai cambiamenti climatici attesi e saranno sottoposte al maggior numero di pressioni con impatti rilevanti sulle attività produttive. Mentre la tecnologia long-line può rappresentare un’alternativa “meno vulnerabile” per la mitilicoltura, la venericoltura ha minori possibilità di adattamento. L’innalzamento del livello del mare e le inondazioni, minacciano l’esistenza stessa delle aree lagunari dove viene praticata la venericoltura e la vallicoltura con conseguenze anche sulla produttività di questi ambienti. La disponibilità di risorse idriche e gli eventi meteoclimatici estremi rappresentano invece i rischi maggiori rispettivamente per la troticoltura e l’ittiocoltura marina.
Francesca Tulli, Emilio Tibaldi - Università degli Studi di Udine
3.7 Allevamento: produzione quanti-qualitativa del latte bovino
La produzione di latte delle bovine in regione nell’ultimo ventennio è aumentata poiché la popolazione è stata molto selezionata e sono migliorate le tecniche di allevamento. Si è registrato però un progressivo aumento della differenza tra produzione invernale ed estiva e quindi il tipico calo produttivo dovuto alla stagione calda sembra accentuarsi. Per il futuro si può, purtroppo, ipotizzare un aumento delle problematiche dello stress da caldo poiché alleveremo bovine sempre più produttive, ma molto sensibili al caldo estivo.
Mauro Spanghero - Università degli Studi di Udine
3.8 Produzione forestale. Impatti dei cambiamenti climatici sulle foreste:
effetti sull’accrescimento di piceo-abieteti della val Pesarina
In questo caso studio si è voluto verificare l’esistenza di relazioni tra l’accrescimento di piceo-abieteti della Val Pesarina e le variazioni di temperatura e piovosità registrate nell’ultimo secolo mediante il confronto tra serie dendrocronologiche e serie climatiche. I dati raccolti hanno evidenziato un significativo aumento della temperatura media annua nell’ultimo secolo (+0.03°C anno-1), ma nessuna variazione significativa delle precipitazioni: il clima nell’area di studio è diventato più caldo e secco con ondate di calore nel 2003, 2005 e nel 2007, che sono stati anni caratterizzati da estati molto calde e secche in tutta Europa. I dati dendrocronologici normalizzati per l’età delle piante campionate hanno evidenziato una diversa sensitività delle specie al cambiamento climatico. In particolare, l’abete bianco ha evidenziato un significativo aumento dell’accrescimento, mentre l’abete rosso ha mostrato una diminuzione dell’accrescimento, sebbene non significativa.
Giorgio Alberti, Mattia Cleva - Università degli Studi di Udine
3.9 Impatti dei cambiamenti climatici sulle foreste: eventi di disseccamento e
mortalità degli alberi a seguito di episodi di aridità
Gli ultimi decenni hanno proposto una serie di stagioni estive particolarmente calde e aride che hanno indotto nelle piante condizioni di stress idrico e che in alcuni casi hanno innescato fenomeni di deperimento e mortalità degli alberi, con impatti diversi sulle diverse specie e potenziali conseguenze per vegetazione e biodiversità. Eventi di disseccamento delle chiome e di mortalità degli alberi hanno interessato anche l’area del Carso durante l’ultimo decennio e sono stati documentati da una serie di studi scientifici che evidenziano come la vulnerabilità ai cambiamenti climatici sia specie-specifica, ma venga anche influenzata da fattori quali la competizione per l’acqua tra le diverse piante e l’accesso differenziale a risorse idriche da parte degli apparati radicali. Lo studio dei meccanismi di trasporto dell'acqua nelle piante ha permesso di identificare, per le diverse specie di alberi, soglie fisiologiche di vulnerabilità ad eventi di aridità anomala: queste soglie possono aiutarci a prevedere l'impatto dei cambiamenti climatici sulle foreste nonché a selezionare specie e genotipi (varietà) maggiormente adatti a scenari climatici futuri, e quindi preferibili per pianificare interventi di riforestazione in ambienti naturali o urbani.
Andrea Nardini - Università degli Studi di Trieste
3.10 Relazioni tra la crescita degli arbusti-nani e la diversità vegetale ad
alta quota: evidenze degli effetti indiretti del riscaldamento climatico nella tundra alpina
La biodiversità delle comunità vegetali d’alta quota diminuisce se aumenta la copertura degli arbusti nani come il mirtillo nero, la cui crescita ed espansione sono risposte generalizzate al riscaldamento globale in molti ecosistemi artici e alpini. Con l’aumento delle temperature che le proiezioni climatiche indicano anche per il FVG, è ragionevole aspettarsi che la presenza e la copertura degli arbusti nani si espanderà verso quote più elevate, a scapito dell’abbondanza e varietà di altre specie tipiche della tundra alpina.
Francesco Boscutti, Enrico Braidot, Marco Zancani, Valentino Casolo – Università di Udine
3.11 Energia: effetti del riscaldamento globale sui consumi energetici per il
riscaldamento di civili abitazioni
L’energia utilizzata per di riscaldamento delle civili abitazioni è collegata alle variazioni delle condizioni atmosferiche in cui gli edifici saranno immersi negli anni a venire. A partire dagli scenari climatici per l’intero XXI secolo, generati tramite modelli atmosferici, sono stati valutati gli impatti sul consumo di metano per il riscaldamento di una civile abitazione nella pianura della regione FVG. Sulla base dei consumi attuali e della loro dipendenza dalle condizioni meteorologiche, sono stati simulati i consumi futuri. Le variazioni si collocano entro un intervallo di possibilità, che dipendono dal tipo di scenario climatico futuro: RCP8.5, di sicuro e considerevole riscaldamento, e RCP2.6, di moderato innalzamento delle temperatura media del pianeta. Il cambiamento climatico in atto ci farà risparmiare sulla bolletta del gas. Nel caso moderato RCP2.6 potremmo immaginare una riduzione del consumo energetico del 10%, a partire dal 2030. Invece nel caso RCP8.5, il risparmio sarà progressivo nel corso degli anni che seguiranno il 2030, sino al 50% di fine secolo. Un’analoga stima dei costi per la climatizzazione estiva, che assume la proporzionalità tra il consumo energetico estivo e l’aumento della temperatura dell’aria in cui saranno immerse la abitazioni, indica che dal 2030 al 2070 raddoppieremo i consumi, inoltre verso file secolo potrebbero essere perfino quattro volte le attuali. Gli impatti del clima che cambia a scala regionale ci dicono che probabilmente ridurremo le risorse per riscaldare le nostre case d’inverno, ma sicuramente spenderemo di più per raffrescarle d’estate.
Andrea Cicogna1, Valentina Gallina2, Dario Giaiotti 1, 3, Elena Gianesini 1, Fulvio Stel1,2 e Michele Zuppichin3 1ARPA FVG 2ICTP 3Università degli Studi di Trieste
Alcune considerazioni
i cambiamenti climatici sono un problema complesso: questo Studio ne ha trattati alcuni elementi
Cause, effetti e risposte ai cambiamenti climatici: schema concettuale secondo il modello DPSIR (Driving Force - Pressure - State - Impact - Response). Fonte: Umweltbundesamt, 2015. Traduzione e rielaborazione a cura di ARPA FVG
Studio 2018
cambiamenti climatici e sviluppo sostenibile
http://www.un.org/sustainabledevelopment/sustainable-development-goals/ https://www.unric.org/it/agenda-2030
I cambiamenti climatici :
• un tema prioritario che coinvolge scienza, società e politica
• uno dei settori interconnessi dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite (Ob. 13 Agire per il clima: Promuovere azioni, a tutti i livelli, per combattere il cambiamento climatico)
• in Italia: nella Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile 2017-2030
• In FVG: Strategia Regionale per lo Sviluppo Sostenibile avviata nel 2019
https://agenda2030.fvg.it
Dove troviamo il report e altre informazioni
sui cambiamenti climatici in FVG a cura di ARPA FVG - OSMER?
www.clima.fvg.it
= www.meteo.fvg.it > clima
www.clima.fvg.it report e slides
www.arpa.fvg.it - risorse su clima e CC
www.arpa.fvg.it – OSMER: news
ARPA FVG - struttura OSMER e GRN Osservatorio Meteorologico Regionale
Settore Meteo del CFD di Protezione Civile FVG
Via Natisone 43 (Jalmicco)
33057 Palmanova (UD)
tel. +39 0432 926831
info@ meteo.fvg.it
www.meteo.fvg.it
www.clima.fvg.it
@meteo.fvg
@meteo_fvg
meteo.fvg