Download - Uil 7/13 Gennaio
Ammortizzatorisociali in Puglia,siglato accordoponte conla Regione finoal 31 gennaio
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Slittamentodi sei mesi perle dichiarazionisostitutivedei cittadinistranieri
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La conferenzastampa UIL:“Il 2013 sarà un anno cruciale,ma può esserequello della svolta”
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Giornale on-line a cura dell'Ufficio stampa della UIL di Puglia e di Bari, ad uso esclusivamente interno e gratuito. Redazione: Ufficio Stampa UIL di Puglia e di Bari.
Corso Alcide De Gasperi, 270 -70125 Bari, tel. 080.5648991 - Fax 080.5018967. Sito web http://www.uilpuglia.it. E-mail: [email protected]
La rivista d’informazionedella Uil di Puglia e di Bari
U I L PUGLIA
N F O R M A
Numero 84 - dal 7 al 13 Gennaio 2013. Per ricevere via e-mail la rivista UIL PUGLIA INFORMA
inviate una mail con la posta elettronica di riferimento all’indirizzo: [email protected]
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UIL INFORMA
pag. 2 Numero 84
“Il peso dello scontro tra Ilva e Procura di Taranto sul
sequestro dei materiali lavorati si sta riversando inte-
ramente sulle spalle esauste dei lavoratori. Eppure,
proprio il dissequestro dei materiali fermati al porto po-
trebbe rappresentare il grimaldello per sbloccare la vi-
cenda e intraprendere, finalmente, la strada che porta
al rispetto della salute e delle garanzie occupazionali”.
Aldo Pugliese, Segretario Generale della UIL di Pu-
glia, invita a “non proseguire con un braccio di ferro
che finirà col soffocare le casse aziendali, già in crisi di
liquidità. La stessa difficoltà che ha già comportato il
pagamento in ritardo delle tredicesime e che sta met-
tendo a serio repentaglio quello degli stipendi del mese
di febbraio. Continuare con il muro contro muro signi-
fica, in soldoni, rinunciare a vendite per un miliardo di
euro e la conseguente conferma della cassa integra-
zione, che ha raggiunto l’apice di 2400 lavoratori, di cui
attualmente 700 nell’area a freddo, oltre a quelli in ferie
forzate, che si prorogheranno indeterminatamente se
i materiali non verranno sbloccati”. In sostanza “uno
brusco stop al ciclo produttivo, anticamera di un’ineso-
rabile chiusura. Ed all’uopo è bene ricordare – sottoli-
nea Pugliese - che i lavoratori dipendenti diretti dello
stabilimento ionico sono circa 12mila, 4mila degli ap-
palti e altrettanti dell’indotto, che diventano 25mila se
sommati a quanti lavorano con i semilavorati nei siti di
Novi Ligure, Genova e Cuneo”.
Alla tolleranza zero da parte della Procura, che fron-
teggia “un’incomprensibile posizione intransigente da
parte dell’Ilva nei confronti della magistratura”, Pugliese
ribatte proponendo “un sano buonsenso, terreno fertile
per bilanciare al meglio salute e lavoro”. “Se è vero –
spiega il Segretario Generale della UIL regionale – che
l’acciaio sequestrato costituisce il corpo del reato, è in-
discutibile che la salute dei cittadini di Taranto non trar-
rebbe alcun giovamento dal sequestro a oltranza del
materiale prodotto prima del 26 novembre. Il seque-
stro, purtroppo, non garantisce ristoro per chi ha re-
spirato per anni e anni polveri e veleni”.
Anche sulla disputa riguardo alla legge salva-Ilva, Pu-
gliese fa appello al buon criterio delle parti in causa.
“Anche nel caso in cui risultasse fondata la richiesta di
incostituzionalità della legge, così come la salute è un
bene costituzionalmente protetto, il lavoro è il pilastro
della Costituzione della Repubblica italiana. Ecco perché
bisogna perseguire con ogni forza una soluzione che
salvaguardi entrambi i beni, i quali, va da sé, assumono
un valore apprezzabile solo a patto che siano in grado
di coesistere”.
Infine, Aldo Pugliese chiede all’Ilva “di decidersi, una
volta per tutte, a presentare il piano industriale, che si
affidi per la messa in opera a risorse cospicue e ade-
guate all’emergenza. Ma qualora ciò non dovesse av-
verarsi, non esistono, allo stato attuale delle cose,
alternative a quanto disposto dal decreto. Il Governo,
inoltre, senza indugiare oltremodo, deve nominare
come previsto un garante che controlli la reale appli-
cazione delle misure utili all’ambientalizzazione degli
impianti e non solo. In caso di ulteriore inadempienza,
si presenta l’obbligo inderogabile di procedere al com-
missariamento dell’Ilva, facendo ricadere i costi di
quanto necessario sulla proprietà. Quindi, se la posi-
zione della proprietà non dovesse variare, si dovrà pro-
cedere all’inevitabile esproprio dell’azienda. E’ tempo
di scindere il destino della proprietà da quello di fab-
brica e lavoratori. Del resto – chiosa Pugliese – sin dal
marzo del ’95, siamo sempre stati fermamente contrari
alla privatizzazione dell’Ilva, denunciando l’assenza di
garanzie nei confronti dei cittadini, della salute, del-
l’ambiente e del lavoro. Siamo stati, nostro malgrado,
facili profeti”.
“Dissequestro dei materiali persbloccare la situazione Ilva”
La posizione di Pugliese: “Il braccio di ferro attuale non porta da nessuna parte”
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“La questione ambientale è un’emergenza che
merita la massima attenzione da parte delle
istituzioni e l’inquinamento da uranio impove-
rito, in questo senso, è una priorità da affron-
tare con la massima urgenza. Pertanto
condividiamo le preoccupazioni e la denuncia
dell’Associazione Pugliese per le Vittime Militari
Armi non Convenzionali (Apavac), che da tempo
ormai chiede la bonifica dell’area del poligono
di Torre Veneri e di quella circostante, nonché
del vicino tratto di mare nel quale vengono spa-
rati proiettili di carro armato e altre munizioni
all’uranio impoverito utilizzate per esercita-
zioni”.
Aldo Pugliese, Segretario Generale della UIL
di Puglia, lancia un appello “sui rischi e sui
danni irreparabili che l’uso di uranio impoverito
arreca alla salute di tanti cittadini di Torre Ve-
neri e dei paesi dei dintorni”.
Appello che fa seguito al riconoscimento, da
parte del senatore Giorgio Costa, presidente
della ‘Commissione Parlamentare d’inchiesta
sull’esposizione a possibili fattori patogeni’, di
Torre Veneri quale area ad alta pericolosità am-
bientale.
“La popolazione salentina – chiosa Pugliese –
ha il diritto di vivere in un ambiente salubre, di
difendere la propria salute e di conoscere qual
è la reale situazione della zona, quali sono i ri-
schi che quotidianamente si corrono a causa del
contatto con l’uranio impoverito. Ha il diritto
sacrosanto di sapere se e quando si realizze-
ranno i necessari interventi di bonifica, per i
quali peraltro erano stati stanziati fondi poi ta-
gliati dalla spending rewiev, che la Commis-
sione Parlamentare ha individuato e sollecitato.
La Puglia, già colpita duramente dal caso Ilva e
da una rete di discariche non degna di un Paese
civile, non merita l’ennesima umiliazione am-
bientale”.
Uranio impoverito in Salento“Presto la bonifica dei territori”
Intervento della UIL nell’ennesimo caso di emergenza ambientale nella regione
Relativamente agli ammortizzatori sociali in deroga 2013, è stato siglato un verbale di
accordo ponte con la Regione Puglia alla presenza dell’Assessore al Lavoro, Elena Gentile
(visita il sito www.uilpuglia.it per scaricare o consultare la versione integrale dell’accordo
in pdf). Il verbale evidenzia importanti premesse (derivanti dall’incertezza circa il quadro
delle risorse a disposizione per la Regione Puglia per il finanziamento degli ammortizza-
tori in deroga 2013) che rendono inesorabile quanto convenuto: accordo ponte a valere
fino al 31 gennaio 2013. In tal senso, il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali si im-
pegna a definire con la Regione Puglia l’entità delle risorse entro (appunto) il 31 gennaio
2013.
Le istanze di cassa in deroga in essere al 31 dicembre 2012 possono essere prorogate
fino al 31 gennaio 2013 previa presentazione all’Inps del modello SR 100 entro la stessa
data; in ordine alle nuove domande, queste saranno subordinate alle nuove regole che le
parti definiranno entro il 31 gennaio 2013 a causa, come già anticipato, dell’assenza di
un decreto ministeriale di definizione delle risorse. Relativamente alle domande di mobi-
lità in deroga relative al 2012 (es. dal 15 dicembre 2012), le parti concordano che po-
tranno essere presentate, in deroga a quanto previsto dai precedenti accordi (60 giorni),
entro il termine perentorio del 31 gennaio 2013. Oltre tale data verranno respinte.
Ammortizzatori sociali in Pugliasiglato un accordo ponte fino al 31 gennaio
“La Puglia, dopo le questioni tarantine, non merita una pesante umiliazione”
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“Un anno cruciale per il futuro del nostro Paese e
della Puglia. Un anno in cui sarà vietato ripetere gli
errori del recente passato, che dovranno invece es-
sere seppelliti da un rinnovato processo di crescita,
economica ed occupazionale, frutto di una concer-
tazione intensa tra le istituzioni e le parti sociali”.
E’ un appello alla responsabilità quello lanciato da
Aldo Pugliese, Segretario Generale della UIL di Pu-
glia e di Bari, nel corso della conferenza stampa di
inizio anno del sindacato regionale. UIL che chiude
il 2012 con un bilancio positivo (circa 5000 iscritti
in più), ma che non può certo dirsi soddisfatta della
situazione socio-economica in cui la Puglia continua
a galleggiare. “Il 2013 può essere l’anno della
svolta, certo – conferma Pugliese – a patto che tutti
siano coscienti delle difficoltà che ci attendono al
varco. Del resto, sono proprio i cittadini e i livelli
dei consumi a prospettare un’ardua scalata più che
una comoda discesa. Stavolta, però, se saremo
chiamati a compiere sacrifici, è giusto che chi li im-
porrà, coloro i quali saranno chiamati dalle urne ad
assumere decisioni di peso in tal senso, diano il
buon esempio riducendo, drasticamente e senza in-
dugi, gli sprechi e gli eccessi che continuano, no-
nostante tutto, a contraddistinguere l’universo
politico nostrano, sia nazionale che locale”.
Il Segretario Generale della UIL regionale acco-
glie il capolinea del Governo Monti con l’auspicio
che finisca “finalmente tra i cattivi ricordi la politica
del rigore a senso unico, dei tagli verticali dettati
da mere esigenze ragionieristiche. Il risultato della
scellerata politica attuata dal Governo dei tecnici è,
del resto, sotto gli occhi di tutti: il lavoro è un mer-
cato al palo e il tasso di povertà delle famiglie con-
tinua a crescere senza sosta”.
Ma se l’Italia piange, la Puglia non ride. “Il tasso
di disoccupazione dovrebbe attestarsi ben al di
sopra del 17%, ovvero 6 punti percentuali in più ri-
spetto alla media nazionale, mentre le ore di cassa
integrazione richieste hanno infranto la temibile so-
glia del miliardo.
(continua a pag. 5)
“Il 2013 sarà un anno cruciale
Serve una svolta economica”
La consueta conferenza stampa di inizio anno della UIL di Puglia e di Bari
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Con il 2012 abbiamo finito con il superare indenni leprevisioni catastrofiche dei Maya ma già dobbiamo at-trezzarci per affrontare due mesi impegnativi e, a se-guire, altri dieci mesi che vorremmo cruciali persegnare il futuro del nostro Paese.
Allora: sarà il 2013 l’anno della svolta? A partire dallavoro, dalla ripresa economica, dei consumi?
Facciamo finta che il passato non fa testo, salvo apremunirci dal fare previsioni, ma se sarà così, vuol direche nel 2013 imboccheremmo la strada dei comporta-menti virtuosi e lineari, del raziocinio, della responsa-bilità in quanto, quella calpestata finora non ha fattoaltro che farci regredire raggiungendo numeri iperbo-lici, da irresponsabili.
E i dati forniti dalla Banca d’Italia giorni addietrohanno un effetto scioccante sul quadro socio-econo-mico del nostro Paese; tant’è che il rapporto riferito aldebito del sistema-Paese ha tracimato andando oltre i2.000 miliardi di euro.
È sufficiente considerare questa cifra per compren-dere il destino che ci attende; ovvero, del travaso dallaricchezza privata verso quella pubblica. Resta da sta-bilire come e quando questo accadrà; sarà proprio nel
2013? Riepiloghiamo qualche cifra. La Banca d’Italia hastimato la ricchezza privata in 8.500 miliardi, di cui ilvalore maggiore è costituito dagli immobili, pari a6.000 miliardi. Gli italiani poi, hanno sottoscritto pocomeno della metà del debito pubblico, 900 miliardi, edaltri 1.400 sono depositati sui conti correnti bancari elibretti di risparmio.
Però, da gennaio ad ottobre del 2012 il debito pub-blico è cresciuto di 70 miliardi incrementando del3,7%; mentre le entrate sono state soltanto del 2,9%,per complessivi 310 miliardi.
Il risultato finale, utilizzando la media del “pollo diTrilussa”, è che una famiglia di 4 persone con 350.000euro di ricchezza, calcolando la prima casa e i risparmi,e senza un cent di debito, comunque si ritrova sul grop-pone un debito pubblico di oltre 130.000 euro.
E la situazione è destinata a peggiorare come vienedimostrato dall’andamento dei conti pubblici registratosempre ad ottobre: spesi 49, incassati 36 di miliardi.
Tutto questo in un Paese che ormai non riesce più aprodurre ricchezza visto che il rapporto debito/pil hasforato l’insostenibile incidenza del 126%.
(Continua a pag. 6)
“Imboccare la stradadei comportamenti virtuosi”
L’appello della relazione di inizio anno del Segretario Generale, Aldo Pugliese
E anche il Pil regionale, per il 2013, è previsto in calo di 1,3 punti. Insomma, è giunto il
momento – spiega Pugliese – di svoltare di 360 gradi, attraverso un programma serio che
premi l’industria sana e innovativa, che favorisca l’apertura di piccoli e grandi cantieri
bloccati da beghe burocratiche, che abbatta le frontiere dell’isolamento infrastrutturale
e dei trasporti nel quale la Puglia è drammaticamente confinata a causa di una gestione
a dir poco fallimentare da parte di Regione, Trenitalia e Aeroporti di Puglia, che agevoli il
percorso lavorativo di giovani e donne”.
Capitolo a parte merita l’emergenza ambientale e sanitaria. “Sulla questione Ilva – at-
tacca subito Pugliese – siamo stati schietti fin dall’inizio: bisogna scindere gli interessi
della proprietà da quelli della fabbrica e dei lavoratori. La proprietà ha il dovere di fare
tutto quanto necessario per l’ambientalizzazione degli impianti, presentando subito un
piano industriale che attinga da risorse adeguate. In caso contrario non c’è alternativa
alla gestione commissariata dell’Ilva. La salute ed il lavoro devono poter coesistere, in
quanto diritti inalienabili previsti dalla Costituzione: ecco perché il dissequestro dei se-
milavorati è un provvedimento bilanciato rispetto agli interessi in campo. Ma sia chiaro,
decreto e Aia (Autorizzazione Integrata Ambientale) a parte, non è pensabile affrontare
un’emergenza di tali proporzioni con gli investimenti in edilizia sanitaria più bassi d’Italia,
con piante organiche di settore non all’altezza, con ospedali costantemente sotto minaccia
di chiusura (per tacere dei 22 già chiusi), con una politica dei rifiuti tuttora ancorata al
sistema, barbaro e inaccettabile, delle discariche”.
“Il 2013 sarà un anno crucialeServe una svolta economica” (segue da pag. 4)
pag. 6
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pag. 6 Numero 84
(segue da pag. 5)E’ come se una famiglia spendesse 126 euro per ogni
100 che ne entrano in casa. Ma sono ancora i contidella Banca d’Italia a dirci che le famiglie italiane asso-migliano sempre a delle formiche in uno Stato che con-tinua ad essere cicala. Che fare, allora? Per salvare ilsalvabile, si è pensato di dare attuazione ad una tas-sazione preventivata dal precedente Governo, l’IMU, laquale, a conti fatti, ha prodotto un gettito di 24 miliardi.
Ma il vero guaio è che, nonostante tassazioni e au-menti vari, è il sistema-Paese che così come è organiz-zato, brucia qualsiasi risorsa aggiuntiva.
E allora, se non sarà una nuova ipotetica patrimo-niale a ridurre la ricchezza privata, naturalmente unada destinare ai grandi patrimoni per bilanciare quelladel 2012 che noi consideriamo la “patrimoniale dei po-veri”, ad essere svalutati, progressivamente, saranno:la casa, il lavoro, i beni durevoli, i consumi correnti acausa di un mercato dove si spende sempre meno eche riduce sempre meno i valori. Il buco nero che in-goia, rende vano ogni sforzo sta nella pubblica ammi-nistrazione che brucia 100 miliardi l’anno: 60 sciupatidalla corruzione e 40 per sprechi ed inefficienze. Que-sto è un dato che la Corte dei Conti certifica ogni annoall’inaugurazione dell’anno giudiziario. Dal nostro puntodi vista, il Governo Monti ha fallito il suo mandato,anche se è riuscito a non far sprofondare l’Italia nel ba-ratro in cui, viceversa, ci stava trascinando il GovernoBerlusconi. E’ vero, in campo internazionale Monti èriuscito a far riacquistare credibilità all’Italia, obbe-dendo anche ai diktat dell’Unione europea senza batterciglio, ma i conti sono comunque in rosso. E il tutto adiscapito dei più tartassati che poi non sono altri che ipoveri Cristi: lavoratori, pensionati e giovani, precari.
E il rigore a senso unico applicato nei loro confronti èancor più evidente se si considera il congelamento dellepensioni, l’aumento dei disoccupati e l’impoverimentodelle famiglie. Il tutto in una logica liberista di thatche-riana memoria. Qualcosa di diverso si poteva fare. Adesempio, non comperare i venti supercaccia bombar-dieri americani per un costo di oltre 20 miliardi. Cosìcome avrebbe dovuto fare l’accordo con le autorità el-vetiche per incassare la quota parte delle tasse riferiteai 140 miliardi che gli italiani hanno depositato pressogli istituti bancari in Svizzera e la patrimoniale per i ric-chi. Ma Monti non ha fatto queste scelte perché espres-sione della “lobby finanziaria”. Adesso siamo nel belmezzo di una campagna elettorale per scegliere il Go-verno che dovrà procedere alla ricognizione delle di-sfunzioni tuttora esistenti in Italia e pilotare laricostruzione di un Paese che riequilibri i criteri finan-ziari e i sistemi della competitività delle sue struttureproduttive. Nel contempo su questa competizione elet-torale sovrasta il sentimento dell’antipolitica a causadi una classe politica incredibile dotatasi di privilegi, dialti costi, in molti casi ingiustificati e che ancor più ri-sultano insopportabili, insostenibili e che si manifestanel rischio di una scarsa partecipazione al voto. Oltrealla crescita di movimenti populisti e antieuropeisti chepotrebbero provocare una prospettiva di ingovernabi-
lità. I partiti, oltre a selezionare i nuovi politici che nonprovengono certo da un altro pianeta, sono in camponella loro duplice funzione di conquistare la maggio-ranza dei consensi ma allo stesso tempo, di concorrerealla creazione di un Governo autorevole, all’altezza deicompiti che lo attendono. Due ruoli che possono en-trare in contrapposizione tra loro perché se il machia-vellismo delle promesse non mantenibili può facilitarela conquista del potere, il suo esercizio può essere mi-nato poi dall’equivocità degli obiettivi da raggiungere edalla fragilità delle maggioranze che lo sostengono. An-tinomia che è intrinseca alla politica in ogni tempo de-scritta dal nostro maggiore scienziato in materia che èNicolò Macchiavelli. Il nuovo Governo quindi, dovràadoperarsi per realizzare quanto non è riuscito a farequello in carica, mettendo mano alla spesa pubblica, alcosto della politica, eliminando inefficienze, corruzionie doppioni, tagliando poltrone, cancellando i privilegi,combattendo l’evasione fiscale ed introducendo unapolitica fiscale equa. Il nuovo Governo deve: program-mare la crescita economica, riducendo le tasse ai lavo-ratori e alle imprese e lo sviluppo, l’occupazione,dotandosi di un piano industriale, di un piano energe-tico, di un altro per i trasporti e di uno nazionale per lasicurezza del territorio. E se in Italia si piange, in Puglianon si ride. Infatti, si annuncia un anno difficile sulfronte del lavoro. Nel Mezzogiorno il tasso di disoccu-pazione per il 2013 dovrebbe attestarsi al 17,9%, ossia6 punti e mezzo percentuali in più rispetto alla medianazionale attesa all’11 e 9. Previsioni? mica tanto. InPuglia, invece, nel terzo trimestre 2012 la disoccupa-zione è stata del 13,8%, in rialzo dell’1% rispetto allostesso trimestre del 2011. In Italia, le ore di cassa in-tegrazione, da gennaio a novembre 2011, sono state892 milioni, mentre, nello stesso periodo del 2012,sono schizzate ad un miliardo con un aumento del12,1%. E restando sempre agli stessi undici mesi, ladifferenza in Puglia è incrementata del 23,2%, pas-sando dai 47,8 milioni di ore del 2011 ai 58,9 milionidel 2012. Dalla fine del 2008 sono 69mila i posti di la-voro andati in fumo e siamo preoccupati dal perduraredella crisi in molte aziende che hanno collocato i lavo-ratori in Cig: 2.400 all’Ilva, 645 alla Filanto, 223 allaMiroglio, 113 all’Adelchi, 180 alla Romano, la Franzoni,Natuzzi con 2.500, l’OM Carrelli 274, Rossi 140, TributiItalia 256, Teleperformance 1.685. Ma non va dimen-ticata la crisi del mondo della stampa con testate chechiudono e lavoratori che da mesi non percepiscono lostipendio. E per il 2013 sugli ammortizzatori sociali cor-riamo il rischio di venir meno della tenuta sociale chepuò esplodere in quanto con le risorse disponibili c’è lacopertura solo per i primi quattro mesi. C’è di fatto chein cinque anni la Puglia ha perso il 5,6% del Pil di cui il2,9% solo nel 2012, mentre per il 2013 si prevede unulteriore riduzione dell1,3.
Dobbiamo ammettere che alcuni risultati positiviquesta Giunta Regionale li ha realizzati. Ha sopperitoin alcuni casi alle carenze del governo centrale.
Il testo completo della relazione è disponibilesul sito www.uilpuglia.it
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pag. 7 Numero 84
Segretario, la situazione dell’Ilva sta vi-
vendo una strana fase di stallo che non pare
giovare a nessuno: sul tavolo ci sono l’incosti-
tuzionalità del decreto legge così detto salva
Ilva sollevata dalla Magistratura e il disseque-
stro dei materiali ancora fermi al porto. Il
dramma è che, almeno dall’esterno, non si in-
travede alcuna luce all’orizzonte...
Indubbiamente il dissequestro dei materiali bloc-
cati al porto, il cui valore sarebbe di circa un mi-
liardo di euro, è chiave per creare una schiarita sul
futuro dello stabilimento ionico. L’azienda più volte,
negli ultimi giorni, ha ribadito come abbia la neces-
sità di fare cassa con quei materiali per ottenere la
liquidità necessaria a rilanciare l’attività dell’area a
freddo e quindi mettere fine alla cassa integrazione
per 2400 lavoratori.
Eppure il rebus resta ancora aperto: la Pro-
cura non si smuove dalla posizione di intran-
sigenza.
Avranno indubbiamente le loro ragioni. Eppure io,
ragionando secondo logica, mi chiedo come mai sia
arrivato, in seguito all’emissione del decreto salva
Ilva, al dissequestro degli impianti, ma si faccia
ostruzionismo quando si parla di fare lo stesso con
i materiali in questione, senza i quali l’intera area a
freddo rischia di saltare.
Qual è, realisticamente, lo scenario che si
aprirebbe nel malaugurato caso in cui quei
materiali non venissero dissequestrati?
Nel breve periodo, innanzitutto, i 2400 lavoratori
in cassa integrazione vedrebbero, ovviamente, fru-
strata ogni speranza di tornare sul proprio posto di
lavoro. Quindi, almeno altri 1200/1300 lavoratori
andrebbero incontro al medesimo destino. Nella
peggiore delle ipotesi, infine, si rischia il disimpe-
gno dell’attuale proprietà e quindi lo stop al ciclo
produttivo. Ovvero 12mila lavoratori a Taranto,
4mila degli appalti e altrettanti dell’indotto, 25mila
compresi quanti sono occupati nella lavorazione dei
semilavorati negli impianti di Novi Ligure, Genova
e Cuneo, che vedrebbero il domani a tinte molto fo-
sche e con troppi punti di domanda.
Un dramma occupazionale in piena regola.
Un dramma occupazionale a livello nazio-
nale...
Per questo chiediamo da tempo che il decreto
legge sia applicato alla lettera, che il Governo in-
tervenga a tal fine per scrivere la parola fine di
un’indegna guerra tra poveri. Personalmente ho ac-
colto il decreto come un’ottima iniziativa volta a ri-
solvere la problematica, anche a costo di passare,
ingiustamente, come pedina “anti-Procura”. Ma fin-
ché la legge rimarrà sulla carta, coniugare lavoro e
ambiente rimarrà solo un buon proposito. E si con-
tinuerà a giocare a braccio di ferro sulle teste di mi-
gliaia di lavoratori già esasperati, la cui rabbia,
frutto di un comprensibile timore per il futuro delle
rispettive famiglie, monta giorno dopo giorno. Per
questo insisto: il dissequestro dei materiali sarebbe
un fondamentale punto di partenza per mettere la
proprietà spalle al muro, per sottrarle ogni alibi:
con la capacità di liquidità riacquistata non ci sa-
rebbero più scuse per non presentare finalmente
un piano industriale in tempi brevi, un piano indu-
striale che faccia leva su fondi adeguati all’entità
dell’opera da realizzare per garantire un lavoro si-
curo, non solo dal punto di vista del reddito, ma
anche della salute, a 15000 nuclei famigliari.
“Si applichi il decreto legge e sitolga ogni alibi alla proprietà”
Intervista al Segretario della UIL Metalmeccanici, Antonio Talò, sul caso-Ilva
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Slitta di sei mesi la possibilità per i cittadini stranieri di
utilizzare le dichiarazioni sostitutive. La Circolare del Mi-
nistero dell’Interno 33/2011 in materia di certificati e di-
chiarazioni sostitutive indicava il 31/12/2012 il termine
ultimo. Purtroppo non è stato fatto il nuovo Decreto del
Ministro dell’Interno per individuare le modalità per l’ac-
quisizione d’ufficio dei certificati del casellario giudiziale
italiano, dei dati anagrafici e di stato civile, delle certifica-
zioni concernenti l’iscrizione nelle liste di collocamento del
lavoratore licenziato insomma di tutta quella certificazione
necessaria per il rinnovo del permesso di soggiorno non-
ché le misure idonee a garantire la celerità nell’acquisi-
zione della documentazione.
Tutto slitta di sei mesi: la speranza è che venga quanto
prima eliminata questa disparità di trattamento tra le per-
sone per lavorano e vivono regolarmente nel nostro Paese.
Sulla pagina della Uil Puglia (www.uilpuglia.it) è dispo-
nibile il testo ed i link dei decreti minsteriali.
Slittamento per le dichiarazionisostitutive dei cittadini stranieri
“Come previsto le nostre preoccupazioni in merito all’Imu non si sono dimostrate affatto fuoriluogo, anzi la stessa Unione Europea ha espresso diverse perplessità in merito”.
Valeria Andriano, Segretaria della camera comunale sindacale UIL di Giovinazzo, si esprime inmerito alle obiezioni presentate dell’Unione Europea sull’Imu, che riguardano in particolare la ca-rente progressività dell’imposta, il mancato tenere conto dei gruppi sociali svantaggiati auspi-cando in particolare un cambiamento dai valori catastali delle abitazioni adeguandoli ai valore dimercato delle stesse.
“Come Camera Sindacale Uil di Giovinazzo – prosegue la Andriano – già da luglio scorso abbiamosollevato le nostre critiche sull’Imu, sollecitando un cambiamento da parte dell’amministrazionecomunale guidata dal sindaco Depalma, una virata che puntasse su una ‘disciplina differenziata’piuttosto che su aumenti indiscriminati delle aliquote. Auspicavamo una maggiore considerazionenei confronti delle condizioni particolari presenti in taluni nuclei familiari, quali ad esempio la pre-senza di soggetti portatori di handicap, persone non autosufficienti, figli disoccupati ultraventi-seienni, famiglie monoparentali in condizioni di difficoltà con minori a carico, anziani soli, presenzadi mutui che gravano su immobili e sul bilancio familiare”.
Ma così purtroppo non è stato ed a fronte della riduzione di solo mezzo punto dell’imposta sullaprima casa c’è stato un aumento di ben 2 punti dallo 0.76 allo 0.96 dell’aliquota sulle secondecase.
“Le minori entrate così derivanti da questi sgravi – prosegue Andriano – si potrebbero recupe-rare sia proseguendo sulla strada dei tagli agli sprechi ed ai costi della politica, troppo spesso su-periori rispetto a quanto prodotto dalla stessa, sia tramite l’utilizzo degli strumenti che la leggeoffre ai Comuni nella lotta all’evasione fiscale: è previsto infatti che venga assegnato ai Comuni ilmaggior gettito derivante dall’accatastamento degli immobili finora non dichiarati in catasto (lecosì dette ‘case fantasma’) ed inoltre fino al 50% del gettito in seguito al suo intervento in casodi accertamento fiscale. Tutti strumenti che non i Comuni non possono più permettersi di ignorare.Alla luce dei dubbi sollevati dall’UE, rinnoviamo pertanto l’appello all’amministrazione comunaleaffinché nel nuovo anno provveda a rendere più equa e progressiva l’imposta sulla casa”.
“Anche l’Ue bacchetta l’Italia per l’Imu”, la camerasindacale di Giovinazzo ora chiede al sindaco “equità”
Sul sito della UIL di Pugliail censimento Istatdella popolazionestraniera in Italia
E’ stato pubblicato dall’Istat il con-
sueto censimento della popolazione
straniera in Italia.
Per scaricare in formato pdf un breve
riassunto dello studio, visitate il sito
www.uilpuglia.it (o cercate il link
http://www.uilpuglia.it/?p=11859). In
alternativa, per ogni informazione sulle
questioni relative all’immigrazione, è
possibile visitare il profilo Facebook
dell’associazione UNITI, oppure i profili
Facebook e Twitter della UIL di Puglia.
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UIL INFORMA
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Neanche il tempo di archiviare i pagamenti dell’Imu
e di prepararsi psicologicamente ed economicamente
alla prossima scadenza prevista, quella della Tares ad
Aprile, non si sa ancora per quali importi e con quali
agevolazioni di pagamento, che i brindisini, in questi
giorni, stanno vivendo un nuovo incubo: quello relativo
agli avvisi di accertamento Tarsu riguardanti il periodo
2007 – 2011. A denunciare l’episodio è l’Adoc di Brindisi
che non ha dati ufficiali ma dall’affluenza constatata
presso gli uffici del concessionario ABACO S.p.a. e dalle
decine di contatti ricevuti in sede, con contribuenti di-
sorientati, si è del parere che siano centinaia, se non
migliaia le famiglie alle prese con le richieste di paga-
mento.
Un ulteriore colpo alla già fragili finanze delle famiglie
brindisine costrette a sostenere, non solo gli oneri re-
lativi alla differenza tra le superfici dichiarate e quelle
risultanti dai dati catastali, ma anche per interessi e
sanzioni cresciuti per i ritardi accumulati dalla pubblica
amministrazione rispetto all’entrata in vigore delle di-
sposizioni di legge (art.1, comma 340 L.311/2004,
legge finanziaria 2005) la quale stabilisce che la super-
fice dichiarata non possa essere inferiore all’80% di
quella catastale.
“Se da una parte rimaniamo convinti sostenitori della
necessità di far pagare a tutti quanto dovuto, con l’au-
spicio di una riduzione della pressione fiscale – sostiene
Giuseppe Zippo, Presidente dell’Adoc provinciale -,
dall’altra non ci convince la carenza di informazione ri-
volta ai cittadini e le modalità stabilite per il pagamento
delle somme. Il dubbio che rischia di radicarsi sempre
più nei contribuenti è che si assumono atteggiamenti
differenti a seconda dell’interlocutore anche quando in
gioco c’è il recupero di somme per svariati milioni di
euro”.
Nel recente passato, sostengono ancora dalla sede
dell’associazione dei consumatori, si è appreso di crediti
vantati dalla pubblica amministrazione in cui non risulta
siano stati richiesti interessi o pagamenti in archi tem-
porali così perentori. Per queste motivazioni l’Adoc di
Brindisi ha inoltrato al Sindaco e all’assessore al ramo
l’attivazione urgente di un tavolo di confronto al fine di
valutare misure atte a ridurre l’impatto economico sui
bilanci famigliari.
L’occasione è utile anche per comprendere quali
siano gli indirizzi dell’amministrazione circa l’utilizzo
delle somme rivenienti dal recupero che riteniamo deb-
bano necessariamente essere destinate ad una ridu-
zione dei costi dei servizi per i cittadini o ad una loro
implementazione.
Adoc: a Brindisi impazzano gli avvisi di accertamento Tarsu
Il presidente dell’HBari 2003, Gianni Romito, premia il presidente dell’Adoc Puglia, Pino Salamonper gli ottimi risultati ottenuti grazie alla collaborazione tra le due associazioni.
Adoc Puglia e HBari 2003, insieme per il sociale
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COMUNICATO DEL SEGRETARIO GENERALE
UIL PUGLIA INFORMA RAPPRESENTA, PER LA
NOSTRA ORGANIZZAZIONE, UNO STRUMENTO
DI COMUNICAZIONE DI FONDAMENTALE
IMPORTANZA. PERTANTO VI INVITIAMO
A DIFFONDERE VIA E-MAIL LA RIVISTA
ALL’INTERNO DELLE SINGOLE CATEGORIE, TRA
GLI RSU E TRA GLI ISCRITTI. IN
ALTERNATIVA, E’ POSSIBILE COMUNICARE LE
E-MAIL A [email protected], CHE
SI INCARICHERA’ DI EFFETTUARE
LA SPEDIZIONE ON-LINE. VI RICORDIAMO DI
STAMPARE ALCUNE COPIE IN CARTACEO DA POTER
DISTRIBUIRE NELLE SEDI PERTINENTI.
SICURI DELLA VOSTRA COLLABORAZIONE
IL SEGRETARIO GENERALE
ALDO PUGLIESE