“Vi ho portato su ali di aquila” (Es 19,4):
Dio educa il suo popolo
LE DOMANDE DA PORSI
Chi insegna? A chi si insegna? Cosa si insegna? Perché?
Mosè…il legislatore
Come Mosè non può guidare il popolo se non si lascia
condurre da Dio e non può convocarlo in suo nome se
non si lascia continuamente da Lui “con-vocare”, così
Israele non può trasmettere altro patrimonio di fede in YHWH liberatore se non ne
sperimenta la continua azione salvatrice.
IL PROFETA, IL CHIAMATO DA DIOIl termine nāvî, profeta, significa “chiamato” ed esprime la natura della missione di colui che è inviato da Dio a comunicare un messaggio. Uno dei criteri per distinguere il vero dal falso profeta è la qualità dell’ammaestramento: vero, coerente e dinamico. La parola del profeta è innanzitutto (ne’um YHWH) oracolo del Signore, in quanto egli non propina una sua dottrina ma riporta la voce di Dio; in questo senso egli è pro-phétēs, colui che parla davanti e al posto di qualche altro.
IL PROFETA: veritàMichea
Giòsafat disse al re di Israele: "Va a consultare oggi stesso la parola del
Signore". Il re di Israele riunì i profeti, circa quattrocento, e domandò loro:
"Devo muovere contro Ramot di Gàlaad oppure devo farne a meno?". Risposero: "Attaccala; il Signore la metterà nelle mani del re". Giòsafat
disse: "Non c'è più nessun altro profeta del Signore da consultare?". Il re di
Israele rispose a Giòsafat: "Ci sarebbe ancora un uomo, attraverso il quale si
potrebbe consultare il Signore, ma io lo detesto perché non mi predice altro che male, mai qualcosa di buono. Si tratta
di
Michea, figlio di Imla". Giòsafat disse: "Il re non parli così!". Il re di Israele,
chiamato un eunuco, gli ordinò: "Convoca subito Michea, figlio di
Imla”.Il re di Israele e Giòsafat re di Giuda sedevano ognuno sul suo trono,
vestiti dei loro mantelli, nell'aia di fronte alla porta di Samaria; tutti i profeti predicevano davanti a loro.
Sedecìa, figlio di Chenaana, che si era fatte corna di ferro, affermava: "Dice il Signore: Con queste cozzerai contro gli Aramei fino al loro sterminio". Tutti i profeti predicevano allo stesso modo: "Assali Ramot di Gàlaad, riuscirai.
IL PROFEA: veritàMichea
Il Signore la metterà nelle mani del re”.Il messaggero, che era andato a chiamare Michea, gli disse: "Ecco, le parole dei profeti sono concordi nel predire il successo del re; ora la
tua parola sia identica alla loro; preannunzia il successo". Michea rispose: "Per la vita del Signore,
comunicherò quanto il Signore mi dirà". Si presentò al re che gli domandò: "Michea, dobbiamo
muovere contro Ramot di Gàlaad oppure dobbiamo rinunziarvi?".
Gli rispose: "Attaccala, riuscirai; il Signore la metterà nelle mani del
re". Il re gli disse: "Quante volte ti devo scongiurare di non dirmi se
non la verità nel nome del Signore?". Quegli disse:"Vedo tutti gli Israeliti vagare sui monti come pecore senza pastore. Il Signore
dice: Non hanno padroni; ognuno torni a casa in pace". Il re di Israele
disse a Giòsafat: "Non te l'avevo forse detto che non mi avrebbe
profetizzato nulla di buono, ma solo il male?".
IL PROFETA: coerenza, dinamicità
La ricerca continuadella Sapienza
“Il saggio ascolti e
accrescerà il sapere, e chi è
avveduto acquisterà destrezza”
L’abilità politica nella
gestione del bene
pubblico (Sap 6), una conoscenza
tecnica legata
all’abilità di
svolgere un
lavoro (Pr 31):
Acquisire la Sapienza (Hokmâ) significa avere la capacità di discernere tempi e modi dell’arte
del vivere bene maturando tutta una serie di atteggiamenti costruttivi: il retto uso
della ragione e dell’intelligenza (Pr 3,5):
La ricerca continua della Sapienza
UNA SAPIENZA INTELLETTUALE PER COMPRENDERE IL MONDO E LE SUE LEGGI (CF. QOELET 3):
“OGNI COSA HA IL SUO MOMENTO..”
L’ATTEGGIAMENTO RELIGIOSO CHE STABILISCE NEL GIUSTO RAPPORTO CON DIO (SIR 1,12; GIOBBE 28):
“DOVE ABITA LA SAPIENZA?”
La ricerca continuadella Sapienza
La Sapienza rientra
nell’ordine delle realta
INDISPONIBILI:
“Tre cose sono troppo ardue per me, anzi quattro,
che non comprendo
affatto: la via dell’aquila nel cielo, la via del serpente sulla roccia, la via
della nave in alto mare, la via
dell’uomo in una giovane donna”
(Pr 30,18-19)
Il processo di apprendimento sapienziale, perciò, non è mai concluso e richiede un aggiornamento
continuo: “Ascolti chi è sapiente e lo sarà ancor più
e l' istruito acquisterà acutezza” (Pr 1,5)
Le parabole come strumento di educazione. Docilità a lasciarsi condurre e illuminare
. Dinamica teologica
. Si può parlare del
Regno di Dio solo in maniera allusiva
e indiretta
. Utilizzando esempi che
muovono dall’esperienza
sensibile al trascendente.
La pedagogia dialogica A cosa è simile il regno di Dio…?
Che ve pare….?
“Si pone forse la lampada sotto il vaso di creta o sotto il letto?”
Chi è il mio prossimo…? “Un uomo scendeva da Gerico verso Gesuralemme…”.
Avete capito tutte queste cose?
C o i n v o l g i m e n t o
Lo Spirito Paraclito insegnerà nel futuro ‒ dopo la sua dipartita fisica
da questo mondo ‒ il senso profondo della sua didaché (‘insegnamento’), interpretando e attualizzandone il
messaggio. Questa direzione spirituale conduce alla pienezza della
fede e alla libertà (Gv 8,32).
Paolo non si improvvisa annunciatore solitario ma si pone in continuità con l’insegnamento che anche egli ha ricevuto e che coglie il cuore della fede cristiana: Cristo morto e risorto: (1Cor 15,3-5).
Paolo e il suo Vangelo
“A voi infatti ho trasmesso, anzitutto, quello che anch’io ho ricevuto, cioè che Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture e che fu sepolto e che è risorto il terzo giorno secondo le Scritture 5e che apparve a Cefa e quindi ai Dodici”.
Egli non annuncia se stesso perseguendo fini propri ma Cristo Gesù (Cor 4,5); il suo ammaestramento è servizio libero e appassionato e, pur potendo far leva sulle prerogative di annunciatore encomiabile, coerente e preparato, preferisce individuare il suo punto di forza nell’essere cooperatore e ambasciatore a nome di Dio.
PAOLO E IL SUO VANGELO
“Vi ho portato su ali di
aquila” (Es 19,4):
Dio educa il suo popolo
La dinamica legata all’incarnazione
traccia l’iter formativo che rende docente e discente, maestro e discepolo compagni di strada
(Lc 24) e che caratterizza negli
Atti degli Apostoli lo stile della Chiesa, la
comunità che, mentre cammina,
insegna nel nome di Gesù (At 2,42; 6,26;
9,31).
Società liquida (Baumann)
Positivo
Autenticità
Libertà
Wellness
Sentimenti
Negativo
Non senso
Calo dell’attenzione
Resistenza
Know how (conoscenza del ‘come’ si fa)
Learning by doing (imparare facendo)
Relationship
Chiesa
Singolo
Gv 1,39 “Maestro dove abiti? Venite e vedrete…e stettero con lui”
Annuncio come cooptazione
Strada facendo…
Strada facendo…
Strada facendo …
Strada facendo…annunciate il Vangelo…
Strada facendo….
Lettera a Diogneto (II sec.)
I cristiani né per regione, né per
voce, né per costumi sono da
distinguere dagli altri uomini.
Infatti, non abitano città proprie,
né usano un gergo che si
differenzia, né conducono un
genere di vita speciale.
La loro dottrina non è nella
scoperta del pensiero di uomini
multiformi, né essi aderiscono ad
una corrente filosofica umana, come
fanno gli altri. Vivendo in città
greche e barbare, come a ciascuno
è capitato, e adeguandosi ai
costumi del luogo nel vestito, nel
cibo e nel resto, testimoniano un
metodo di vita sociale mirabile e
indubbiamente paradossale.
Lettera a Diogneto (II sec.)
Vivono nella loro patria, ma come forestieri; partecipano a tutto come cittadini e da tutto sono distaccati come stranieri. Ogni patria straniera è patria loro, e ogni patria è straniera. Obbediscono alle leggi stabilite, e con la loro vita superano le leggi. Sono poveri, e fanno ricchi molti; mancano di tutto, e di tutto abbondano.
A dirla in breve, come è l'anima nel corpo, così nel mondo sono i cristiani.
L'anima è diffusa in tutte le parti del corpo e i cristiani nelle città della terra. L'anima abita nel corpo, ma non è del corpo; i cristiani abitano nel mondo, ma non sono del mondo.
L'anima invisibile è racchiusa in un corpo visibile; i cristiani si vedono nel mondo, ma la loro religione è invisibile.
Santa Maria, donna della strada
Santa Maria, donna della strada, come vorremmo somigliarti nelle nostre corse trafelate, ma non abbiamo traguardi. Siamo pellegrini come te, ma senza santuari verso cui andare. Siamo più veloci di te, ma il deserto ingoia i nostri passi.
Camminiamo sull' asfalto, ma il bitume cancella le nostre orme.Forzàti del "cammina cammina", ci manca nella bisaccia di viandanti la cartina stradale che dia senso alle nostre itineranze.
Donaci, ti preghiamo, il gusto
della vita. Facci assaporare
l'ebbrezza delle cose. Offri risposte
materne alle domande di
significato circa il nostro
interminabile andare. Santa
Maria, donna della strada, fa' che i nostri sentieri siano, come lo furono i tuoi, strumento di
comunicazione con la gente.Santa
Maria, donna della
strada.
Se ci vedi allo sbando, sul ciglio
della strada, fermati,
Samaritana dolcissima, per
versare sulle nostre ferite l'olio della consolazione e il
vino della speranza. E poi
rimettici in carreggiata. AMEN