e-book campione liber liber · 2019. 2. 12. · web design, editoria, multimedia (pubblica il tuo...

255
Alessandro Canestrini Nel mondo dei parassiti www.liberliber.it Alessandro Canestrini Nel mondo dei parassiti www.liberliber.it

Upload: others

Post on 07-Oct-2020

3 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

Page 1: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

Alessandro CanestriniNel mondo dei parassiti

www.liberliber.it

Alessandro CanestriniNel mondo dei parassiti

www.liberliber.it

Page 2: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

Questo e-book è stato realizzato anche grazie al so-stegno di:

E-textWeb design, Editoria, Multimedia

(pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!)http://www.e-text.it/

QUESTO E-BOOK:

TITOLO: Nel mondo dei parassitiAUTORE: Canestrini, AlessandroTRADUTTORE: CURATORE: NOTE: CODICE ISBN E-BOOK: n. d.

DIRITTI D'AUTORE: no

LICENZA: questo testo è distribuito con la licenzaspecificata al seguente indirizzo Internet:http://www.liberliber.it/online/opere/libri/licenze/

COPERTINA: n. d.

TRATTO DA: Nel mondo dei parassiti / A. Canestrini.- Torino : Bocca, 1913. - VIII, 252 p. : ill ; 21cm.

CODICE ISBN FONTE: n. d.

1a EDIZIONE ELETTRONICA DEL: 12 febbraio 2019

INDICE DI AFFIDABILITA': 1 0: affidabilità bassa

2

Questo e-book è stato realizzato anche grazie al so-stegno di:

E-textWeb design, Editoria, Multimedia

(pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!)http://www.e-text.it/

QUESTO E-BOOK:

TITOLO: Nel mondo dei parassitiAUTORE: Canestrini, AlessandroTRADUTTORE: CURATORE: NOTE: CODICE ISBN E-BOOK: n. d.

DIRITTI D'AUTORE: no

LICENZA: questo testo è distribuito con la licenzaspecificata al seguente indirizzo Internet:http://www.liberliber.it/online/opere/libri/licenze/

COPERTINA: n. d.

TRATTO DA: Nel mondo dei parassiti / A. Canestrini.- Torino : Bocca, 1913. - VIII, 252 p. : ill ; 21cm.

CODICE ISBN FONTE: n. d.

1a EDIZIONE ELETTRONICA DEL: 12 febbraio 2019

INDICE DI AFFIDABILITA': 1 0: affidabilità bassa

2

Page 3: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

1: affidabilità standard 2: affidabilità buona 3: affidabilità ottima

SOGGETTO:MED103000 MEDICO / ParassitologiaSCI008000 SCIENZA / Scienze della Vita / Biologia /Generale

DIGITALIZZAZIONE:Paolo Alberti, [email protected]

REVISIONE:Raffaele Fantazzini, [email protected]

IMPAGINAZIONE:Paolo Alberti, [email protected]

PUBBLICAZIONE:Catia Righi, [email protected]

3

1: affidabilità standard 2: affidabilità buona 3: affidabilità ottima

SOGGETTO:MED103000 MEDICO / ParassitologiaSCI008000 SCIENZA / Scienze della Vita / Biologia /Generale

DIGITALIZZAZIONE:Paolo Alberti, [email protected]

REVISIONE:Raffaele Fantazzini, [email protected]

IMPAGINAZIONE:Paolo Alberti, [email protected]

PUBBLICAZIONE:Catia Righi, [email protected]

3

Page 4: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

Liber Liber

Se questo libro ti è piaciuto, aiutaci a realizzarne altri.Fai una donazione: http://www.liberliber.it/online/aiuta/.

Scopri sul sito Internet di Liber Liber ciò che stiamorealizzando: migliaia di ebook gratuiti in edizione inte-grale, audiolibri, brani musicali con licenza libera, videoe tanto altro: http://www.liberliber.it/.

4

Liber Liber

Se questo libro ti è piaciuto, aiutaci a realizzarne altri.Fai una donazione: http://www.liberliber.it/online/aiuta/.

Scopri sul sito Internet di Liber Liber ciò che stiamorealizzando: migliaia di ebook gratuiti in edizione inte-grale, audiolibri, brani musicali con licenza libera, videoe tanto altro: http://www.liberliber.it/.

4

Page 5: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

Indice generale

Liber Liber......................................................................4INTRODUZIONE..........................................................9CAPITOLO I.Del parassitismo in generale.........................................11

Che cosa è un parassita? – Un parassita fossile. – Come ebbero origine i parassiti. – La livrea del paras-sita. – La fecondità delle femmine. – Polielmintiasi acuta. – Importanza del parassitismo........................11

CAPITOLO II.Gli ospiti del nostro sangue..........................................27

Un po’ di storia della malaria. – Plasmodi e zanzare. –Il trionfo della scuola italiana. – La malattia del son-no. – Mosche e tripanosomi. – Vermi inseparabili. – Dalle filarie all’elefantiasi........................................27

CAPITOLO III.Altri parassiti interni dell’uomo...................................53

Protozoi parassiti. – Fra Distomi e Tenie. – Non ba-ciate i cani. – La metamorfosi dell’Anguillula. – Il Dragoncello di Medina. – Le Trichine. – L’anemia deiminatori. – Vermi e bambini. – Il prurito dell’ossiuro. – Vermi e appendicite. – Mosche antropofaghe. – Le insidie del formaggio pecorino.................................53

CAPITOLO IV.I parassiti esterni dell'uomo..........................................98

Sanguisughe tropicali. – Una tortura raffinata. – Fem-

5

Indice generale

Liber Liber......................................................................4INTRODUZIONE..........................................................9CAPITOLO I.Del parassitismo in generale.........................................11

Che cosa è un parassita? – Un parassita fossile. – Come ebbero origine i parassiti. – La livrea del paras-sita. – La fecondità delle femmine. – Polielmintiasi acuta. – Importanza del parassitismo........................11

CAPITOLO II.Gli ospiti del nostro sangue..........................................27

Un po’ di storia della malaria. – Plasmodi e zanzare. –Il trionfo della scuola italiana. – La malattia del son-no. – Mosche e tripanosomi. – Vermi inseparabili. – Dalle filarie all’elefantiasi........................................27

CAPITOLO III.Altri parassiti interni dell’uomo...................................53

Protozoi parassiti. – Fra Distomi e Tenie. – Non ba-ciate i cani. – La metamorfosi dell’Anguillula. – Il Dragoncello di Medina. – Le Trichine. – L’anemia deiminatori. – Vermi e bambini. – Il prurito dell’ossiuro. – Vermi e appendicite. – Mosche antropofaghe. – Le insidie del formaggio pecorino.................................53

CAPITOLO IV.I parassiti esterni dell'uomo..........................................98

Sanguisughe tropicali. – Una tortura raffinata. – Fem-

5

Page 6: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

mine sanguinarie. – Caccia minuscola. – La pulce pe-netrante. – Tra cimici e pidocchi. – Morti celebri. – Dalle Zecche all’Acaro della scabbia.......................98

CAPITOLO V.Animali untori.............................................................126

I misfatti delle mosche. – Colera e tifo. – La febbre gialla. – Pulci, topi e peste. – Cimici e tubercolosi. – Le Zecche e la febbre ricorrente.............................126

CAPITOLO VI.I parassiti delle nostre abitazioni................................151

I danni delle blatte. – Il Ptino ladro. – L’orologio del-la morte. – Il vestito delle tignole. – Le devastazioni delle termiti. – Una ricetta contro le pulci. – Gli in-quilini dei «boudoirs».............................................151

CAPITOLO VII.I parassiti degli animali...............................................167

La mosca Tsè-tsè. – Un martire della scienza. – La febbre del Texas. – La pebrina del baco da seta. – I distomi degli animali. – La bara di un verme. – Le perle. – Nuove tenie. – Maschi parassiti delle loro femmine. – La Sacculina. – Castrazione parassitaria. – La scabbia degli animali. – Fra pulci e pidocchi. – Gli estri. – I parassiti delle api. – Il parassitismo so-ciale delle formiche. – Pesci parassiti.....................167

CAPITOLO VIII.Nuove forme di parassitismo......................................203

Otarie e pellicani. – Il Nibbio parassita. – Gli Sterco-rari. – Api e vespe cuculo. – I «Molothrus». – Il Cu-culo.........................................................................203

6

mine sanguinarie. – Caccia minuscola. – La pulce pe-netrante. – Tra cimici e pidocchi. – Morti celebri. – Dalle Zecche all’Acaro della scabbia.......................98

CAPITOLO V.Animali untori.............................................................126

I misfatti delle mosche. – Colera e tifo. – La febbre gialla. – Pulci, topi e peste. – Cimici e tubercolosi. – Le Zecche e la febbre ricorrente.............................126

CAPITOLO VI.I parassiti delle nostre abitazioni................................151

I danni delle blatte. – Il Ptino ladro. – L’orologio del-la morte. – Il vestito delle tignole. – Le devastazioni delle termiti. – Una ricetta contro le pulci. – Gli in-quilini dei «boudoirs».............................................151

CAPITOLO VII.I parassiti degli animali...............................................167

La mosca Tsè-tsè. – Un martire della scienza. – La febbre del Texas. – La pebrina del baco da seta. – I distomi degli animali. – La bara di un verme. – Le perle. – Nuove tenie. – Maschi parassiti delle loro femmine. – La Sacculina. – Castrazione parassitaria. – La scabbia degli animali. – Fra pulci e pidocchi. – Gli estri. – I parassiti delle api. – Il parassitismo so-ciale delle formiche. – Pesci parassiti.....................167

CAPITOLO VIII.Nuove forme di parassitismo......................................203

Otarie e pellicani. – Il Nibbio parassita. – Gli Sterco-rari. – Api e vespe cuculo. – I «Molothrus». – Il Cu-culo.........................................................................203

6

Page 7: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

CAPITOLO IX.I vantaggi del parassitismo.La lotta naturale..........................................................218

Parassiti benefici. – L’iperparassitismo. – I parassiti della cavolaia. – La tignola dell’uva e i suoi nemici naturali. – Le peregrinazioni di un entomologo. – I miracoli della Prospaltella. – La lotta naturale e la zootecnia.................................................................218

INDICE ALFABETICODEGLI ANIMALI DEI QUALI SI FA CENNOIN QUESTO VOLUME.............................................238

7

CAPITOLO IX.I vantaggi del parassitismo.La lotta naturale..........................................................218

Parassiti benefici. – L’iperparassitismo. – I parassiti della cavolaia. – La tignola dell’uva e i suoi nemici naturali. – Le peregrinazioni di un entomologo. – I miracoli della Prospaltella. – La lotta naturale e la zootecnia.................................................................218

INDICE ALFABETICODEGLI ANIMALI DEI QUALI SI FA CENNOIN QUESTO VOLUME.............................................238

7

Page 8: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

Dott. A. CANESTRINI

NEL

MONDO DEI PARASSITI

Con 51 illustrazioni.

8

Dott. A. CANESTRINI

NEL

MONDO DEI PARASSITI

Con 51 illustrazioni.

8

Page 9: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

INTRODUZIONE

Quantunque il parassitismo stia agli antipodi dellavita sociale, quale noi la intendiamo nel senso più otti-mistico della parola, tuttavia è innegabile che questaunione sebbene tollerata per forza, si può riferire legit-timamente ad una forma sociale, per quanto negativa,di grande importanza per chi voglia occuparsi dei rap-porti vari e multiformi che regolano le vicende naturalidegli esseri viventi.

I fatti che ci presenta la natura, male si prestano araggruppamenti dei vari episodi biologici, classificazio-ni soggettive, che sentono troppo dell’artificio. Ond'eche per non cadere nello stesso errore, mi sono limitatoa esporre le più importanti manifestazioni della vita deiparassiti, e al lettore, che li vorrà seguire nelle lorosanguinarie scorribande sul corpo dell’uomo e degli al-tri animali, come pure nelle loro insidiose aggressioni,non sarà difficile scorgere in essi tutta la gamma dellosfruttamento di cui pur troppo abbiamo un fedele ri-scontro nella società umana.

9

INTRODUZIONE

Quantunque il parassitismo stia agli antipodi dellavita sociale, quale noi la intendiamo nel senso più otti-mistico della parola, tuttavia è innegabile che questaunione sebbene tollerata per forza, si può riferire legit-timamente ad una forma sociale, per quanto negativa,di grande importanza per chi voglia occuparsi dei rap-porti vari e multiformi che regolano le vicende naturalidegli esseri viventi.

I fatti che ci presenta la natura, male si prestano araggruppamenti dei vari episodi biologici, classificazio-ni soggettive, che sentono troppo dell’artificio. Ond'eche per non cadere nello stesso errore, mi sono limitatoa esporre le più importanti manifestazioni della vita deiparassiti, e al lettore, che li vorrà seguire nelle lorosanguinarie scorribande sul corpo dell’uomo e degli al-tri animali, come pure nelle loro insidiose aggressioni,non sarà difficile scorgere in essi tutta la gamma dellosfruttamento di cui pur troppo abbiamo un fedele ri-scontro nella società umana.

9

Page 10: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

I parassiti completano e chiudono questa specie diTrilogia animale che nelle Società ha studiato le lorocostituzioni e nelle Alleanze i loro rapporti d’amicizia.

Rovereto (Trentino) nel luglio del 1912.

Dott. ALESSANDRO CANESTRINI.

10

I parassiti completano e chiudono questa specie diTrilogia animale che nelle Società ha studiato le lorocostituzioni e nelle Alleanze i loro rapporti d’amicizia.

Rovereto (Trentino) nel luglio del 1912.

Dott. ALESSANDRO CANESTRINI.

10

Page 11: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

CAPITOLO I.Del parassitismo in generale.

Che cosa è un parassita? – Un parassita fossile. – Come ebberoorigine i parassiti. – La livrea del parassita. – La fecondità dellefemmine. – Polielmintiasi acuta. – Importanza del parassitismo.

Che cos’è un parassita? E consuetudine ormai radica-ta nella maggior parte dei biologi di intendere per paras-sita, nello stretto senso della parola, ogni essere il quale,sia temporaneamente, sia per gran parte della sua esi-stenza o di tutta, viva su di un essere vivo. E poichéquesto libro vuol trattare del parassitismo animale, diròdi quegli esseri che vivono su di un altro animale, nu-trendosi a spese dello stesso o del cibo da esso introdot-to o delle parti organiche del medesimo.

Ho esplicitamente detto in senso stretto, poichè, comegià scrissi nella prefazione, non tutti i naturalisti inten-dono nella stessa misura quest’espressione biologica:parassitismo, prescindendo poi anche dal fatto che alcu-ni episodi da me considerati nelle alleanze degli anima-

11

CAPITOLO I.Del parassitismo in generale.

Che cosa è un parassita? – Un parassita fossile. – Come ebberoorigine i parassiti. – La livrea del parassita. – La fecondità dellefemmine. – Polielmintiasi acuta. – Importanza del parassitismo.

Che cos’è un parassita? E consuetudine ormai radica-ta nella maggior parte dei biologi di intendere per paras-sita, nello stretto senso della parola, ogni essere il quale,sia temporaneamente, sia per gran parte della sua esi-stenza o di tutta, viva su di un essere vivo. E poichéquesto libro vuol trattare del parassitismo animale, diròdi quegli esseri che vivono su di un altro animale, nu-trendosi a spese dello stesso o del cibo da esso introdot-to o delle parti organiche del medesimo.

Ho esplicitamente detto in senso stretto, poichè, comegià scrissi nella prefazione, non tutti i naturalisti inten-dono nella stessa misura quest’espressione biologica:parassitismo, prescindendo poi anche dal fatto che alcu-ni episodi da me considerati nelle alleanze degli anima-

11

Page 12: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

li, si possono ridurre in ultima analisi ad una forma aquesto assai vicina. Così, se si volesse allargare il sensodella parola, è chiaro che tra i parassiti dovrebbero purtrovar posto gli animali predoni come i carnivori, el’uomo stesso risulterebbe come la forma più complessadel parassitismo animale e vegetale.

Nelle diverse forme di parassitismo che verrò svol-gendo rimane adunque stabilito che il parassita debbarestare almeno per qualche tempo entro o sul corpodell’ospite, e che dello stesso non si serva esclusiva-mente quale mezzo di locomozione o di rifugio, ma ben-sì ne tragga anche il sostentamento. Che se il secondocaso non si avvera, allora si potrà più propriamente par-lare di pseudo-parassitismo come nel «Gordius»coll’uomo, o di parecchi crostacei parassiti (Argulus,Caligus), i quali vivono attaccati alle squame dei pesci,nutrendosi della sostanza mucilaginosa da questi secre-ta.

I parassiti si possono dividere in endoparassiti e ecto-parassiti; i primi sono quelli che vivono nell’interno delcorpo dell’ospite, gli altri all’esterno; questa classifica-zione però in certi casi non può esser distinta in duegruppi nettamente divisi, da poi che alcuni esseri che vi-vono sulla superficie del corpo di altri animali possonoanche in certi casi parassitizzare nel loro interno. Quelliche vivono per tutta la loro esistenza sovra o entro ilcorpo dell’ospite si chiamano parassiti permanenti, glialtri temporanei (pulce, sanguisuga).

12

li, si possono ridurre in ultima analisi ad una forma aquesto assai vicina. Così, se si volesse allargare il sensodella parola, è chiaro che tra i parassiti dovrebbero purtrovar posto gli animali predoni come i carnivori, el’uomo stesso risulterebbe come la forma più complessadel parassitismo animale e vegetale.

Nelle diverse forme di parassitismo che verrò svol-gendo rimane adunque stabilito che il parassita debbarestare almeno per qualche tempo entro o sul corpodell’ospite, e che dello stesso non si serva esclusiva-mente quale mezzo di locomozione o di rifugio, ma ben-sì ne tragga anche il sostentamento. Che se il secondocaso non si avvera, allora si potrà più propriamente par-lare di pseudo-parassitismo come nel «Gordius»coll’uomo, o di parecchi crostacei parassiti (Argulus,Caligus), i quali vivono attaccati alle squame dei pesci,nutrendosi della sostanza mucilaginosa da questi secre-ta.

I parassiti si possono dividere in endoparassiti e ecto-parassiti; i primi sono quelli che vivono nell’interno delcorpo dell’ospite, gli altri all’esterno; questa classifica-zione però in certi casi non può esser distinta in duegruppi nettamente divisi, da poi che alcuni esseri che vi-vono sulla superficie del corpo di altri animali possonoanche in certi casi parassitizzare nel loro interno. Quelliche vivono per tutta la loro esistenza sovra o entro ilcorpo dell’ospite si chiamano parassiti permanenti, glialtri temporanei (pulce, sanguisuga).

12

Page 13: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

Una forma intermedia ci è offerta da quelli che percompiere il loro ciclo vitale devono passare pel corpo didue o più animali (tenie), la forma del così detto parassi-tismo a trasmigrazione. Infine ci sono degli esseri chevivono di solito allo stato libero e conducono vita paras-sita solo occasionalmente (parassitismo facoltativodell'Eristalis tenax). Ciò s’incontra non di rado in natu-ra, specialmente in alcuni vermi nematodi. Alcuni diquesti vivono allo stato libero, e solo quando si alteranole condizioni favorevoli di nutrimento conducono vitaparassitica, alternando in fine alcune specie una genera-zione allo stato libero con una generazione parassita(Rhabdonema). Oerley è riuscito artificialmente ad unaforma simile al parassitismo facoltativo con un verme li-bero (Rhabditis pellio), introducendolo nella vagina deitopi, ove visse e si riprodusse. Nell’intestino dell’uomoe dei mammiferi in generale, questo verme muore pre-sto, mentre resiste per qualche tempo in quello dellerane. Alle volte questo parassitismo facoltativo si regolacon un certo ordine come in una specie di mosca (Lep-totema cervi); questo parassita vive durante l’estate su laselvaggina pennuta, e l’autunno passa sui cervi e sui ca-mosci, perdendo su questi ospiti le ali.

Molti animali conducono vita parassitica solamenteallo stato larvale, altri invece sono allo stato libero du-rante il loro periodo giovanile, per passare poi, fattisiadulti, nel corpo di altri animali. Così avviene delle Ler-nee, un gruppo importante di crostacei, le cui larve mo-bilissime s’aggirano liberamente nel mare, sinchè, fatte

13

Una forma intermedia ci è offerta da quelli che percompiere il loro ciclo vitale devono passare pel corpo didue o più animali (tenie), la forma del così detto parassi-tismo a trasmigrazione. Infine ci sono degli esseri chevivono di solito allo stato libero e conducono vita paras-sita solo occasionalmente (parassitismo facoltativodell'Eristalis tenax). Ciò s’incontra non di rado in natu-ra, specialmente in alcuni vermi nematodi. Alcuni diquesti vivono allo stato libero, e solo quando si alteranole condizioni favorevoli di nutrimento conducono vitaparassitica, alternando in fine alcune specie una genera-zione allo stato libero con una generazione parassita(Rhabdonema). Oerley è riuscito artificialmente ad unaforma simile al parassitismo facoltativo con un verme li-bero (Rhabditis pellio), introducendolo nella vagina deitopi, ove visse e si riprodusse. Nell’intestino dell’uomoe dei mammiferi in generale, questo verme muore pre-sto, mentre resiste per qualche tempo in quello dellerane. Alle volte questo parassitismo facoltativo si regolacon un certo ordine come in una specie di mosca (Lep-totema cervi); questo parassita vive durante l’estate su laselvaggina pennuta, e l’autunno passa sui cervi e sui ca-mosci, perdendo su questi ospiti le ali.

Molti animali conducono vita parassitica solamenteallo stato larvale, altri invece sono allo stato libero du-rante il loro periodo giovanile, per passare poi, fattisiadulti, nel corpo di altri animali. Così avviene delle Ler-nee, un gruppo importante di crostacei, le cui larve mo-bilissime s’aggirano liberamente nel mare, sinchè, fatte

13

Page 14: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

adulte e sviluppatisi gli organi sessuali, cambiano com-pletamente vita, fissandosi all’ospite, che di solito è unpesce, con legami indissolubili, sì che solo la morte saràin grado di disgiungerle da esso. In molti casi ancorasolo le femmine sono parassite, mentre i maschi lillipu-ziani stanno attaccati al corpo delle femmine, come incerti crostacei, o conducono vita libera come nelle zan-zare.

Mentre ancora i parassiti nella maggior parte dei casihanno per ospite una specie fissa di animali, altri paras-sitano su parecchie, come ad esempio l'Ascaris lumbri-coides dell’uomo, che si trova comunemente nel bue,nell’asino e nel cavallo, e il Distomum hepaticum pro-prio della pecora, ma che si trova anche nel fegato

14

Fig. 1 – Pleurodictyum problematicum.Parassita fossile dell'epoca devoniana.

adulte e sviluppatisi gli organi sessuali, cambiano com-pletamente vita, fissandosi all’ospite, che di solito è unpesce, con legami indissolubili, sì che solo la morte saràin grado di disgiungerle da esso. In molti casi ancorasolo le femmine sono parassite, mentre i maschi lillipu-ziani stanno attaccati al corpo delle femmine, come incerti crostacei, o conducono vita libera come nelle zan-zare.

Mentre ancora i parassiti nella maggior parte dei casihanno per ospite una specie fissa di animali, altri paras-sitano su parecchie, come ad esempio l'Ascaris lumbri-coides dell’uomo, che si trova comunemente nel bue,nell’asino e nel cavallo, e il Distomum hepaticum pro-prio della pecora, ma che si trova anche nel fegato

14

Fig. 1 – Pleurodictyum problematicum.Parassita fossile dell'epoca devoniana.

Page 15: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

dell’uomo, del coniglio, scoiattolo, cavallo, bue, cervo,ecc. Il massimo di questa adattabilità è raggiunto dallatrichina la quale è stata riscontrata in non meno di tredi-ci specie di mammiferi differenti, non contando ancorauna dozzina di infezioni ottenute artificialmente. Nellamaggior parte dei casi però quando un parassita è giuntoin una specie differente da quella nella quale è solito vi-vere, se non può allontanarsi, muore.

Prima di conoscere i vari modi coi quali questi esserivivono a spese di altri, non sarà inopportuno di conosce-re quello che può dirsi il loro albero genealogico, se-guendone il loro sviluppo evolutivo. Non tutti i parassiticlassificati oggidì esistettero una volta per lo menocome tali, ed ancora molti parassiti di una volta oggisono completamente scomparsi. Le prove di quest’ulti-ma asserzione sono piuttosto di natura speculativa. Sicapisce come fosse difficile il trasmettere nei resti fossi-li avanzi così piccoli e delicati, tuttavia uno di questi ciè conservato e precisamente un verme (Pleurodictyumproblematicum) (fig. 1), parassita di una forma coralloi-de, il quale viveva nel periodo devoniano, vale a direparecchi milioni di anni prima della comparsadell’uomo sulla terra. Si noti che la maggior parte deiparassiti sono più antichi delle specie sulle quali essi vi-vono, così ad esempio i vermi e gli insetti parassitidell’uomo e degli animali ebbero i loro natali in tempiben più remoti di quelli dei vertebrati; non solo, ma dac-chè esiste l’uomo, la sua fauna parassitica deve aver va-riato col modificarsi delle abitudini dello stesso, partico-

15

dell’uomo, del coniglio, scoiattolo, cavallo, bue, cervo,ecc. Il massimo di questa adattabilità è raggiunto dallatrichina la quale è stata riscontrata in non meno di tredi-ci specie di mammiferi differenti, non contando ancorauna dozzina di infezioni ottenute artificialmente. Nellamaggior parte dei casi però quando un parassita è giuntoin una specie differente da quella nella quale è solito vi-vere, se non può allontanarsi, muore.

Prima di conoscere i vari modi coi quali questi esserivivono a spese di altri, non sarà inopportuno di conosce-re quello che può dirsi il loro albero genealogico, se-guendone il loro sviluppo evolutivo. Non tutti i parassiticlassificati oggidì esistettero una volta per lo menocome tali, ed ancora molti parassiti di una volta oggisono completamente scomparsi. Le prove di quest’ulti-ma asserzione sono piuttosto di natura speculativa. Sicapisce come fosse difficile il trasmettere nei resti fossi-li avanzi così piccoli e delicati, tuttavia uno di questi ciè conservato e precisamente un verme (Pleurodictyumproblematicum) (fig. 1), parassita di una forma coralloi-de, il quale viveva nel periodo devoniano, vale a direparecchi milioni di anni prima della comparsadell’uomo sulla terra. Si noti che la maggior parte deiparassiti sono più antichi delle specie sulle quali essi vi-vono, così ad esempio i vermi e gli insetti parassitidell’uomo e degli animali ebbero i loro natali in tempiben più remoti di quelli dei vertebrati; non solo, ma dac-chè esiste l’uomo, la sua fauna parassitica deve aver va-riato col modificarsi delle abitudini dello stesso, partico-

15

Page 16: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

larmente del suo nutrimento. Così non è affatto escluso,anzi è logico l’ammettere che il numero dei suoi paras-siti attuali non debba per il futuro limitarsi alle formeesistenti, senza subire delle variazioni, trasformandosiquesti opportunamente nel lungo volgere dei secoli edelle vicende alle quali la specie umana è continuamen-te sottoposta. E quello che vale per l’uomo lo si può lo-gicamente riferire anche agli altri animali, specie a quel-li domestici, che per opera dell’uomo hanno subìto mo-dificazioni e adattamenti rilevantissimi.

E volendo per maggior chiarezza restringere per ora ilproblema dello sviluppo del parassitismo all’uomo, nonoccorrono certo ardite speculazioni per riconoscere che inostri primi progenitori non avrebbero potuto sostenerel’urto combinato di duecento e più parassiti, chè tanti neannoveriamo oggi giorno tra le diverse popolazioni. Ènecessario dunque ammettere, ed è un’ipotesi corrabora-ta da una numerosa serie di fatti, che tutta la serie deinostri parassiti, nonché quella degli altri animali, sia co-minciata da esseri che una volta vivevano allo stato libe-ro, e che più tardi, sia per mutamento d’ambiente o dellecondizioni di vita, sono andati trasformandosi alla vitaparassitica, raggiungendo le forme oggi a noi note. Enon per solo caso, poichè le nuove condizioni imposeroall’animale questa specie di trasformazione se volevavivere, e quelli atti a questa mutazione sopravvissero adaltre specie dotate di un minor grado di assimilazione,che finirono col perire.

16

larmente del suo nutrimento. Così non è affatto escluso,anzi è logico l’ammettere che il numero dei suoi paras-siti attuali non debba per il futuro limitarsi alle formeesistenti, senza subire delle variazioni, trasformandosiquesti opportunamente nel lungo volgere dei secoli edelle vicende alle quali la specie umana è continuamen-te sottoposta. E quello che vale per l’uomo lo si può lo-gicamente riferire anche agli altri animali, specie a quel-li domestici, che per opera dell’uomo hanno subìto mo-dificazioni e adattamenti rilevantissimi.

E volendo per maggior chiarezza restringere per ora ilproblema dello sviluppo del parassitismo all’uomo, nonoccorrono certo ardite speculazioni per riconoscere che inostri primi progenitori non avrebbero potuto sostenerel’urto combinato di duecento e più parassiti, chè tanti neannoveriamo oggi giorno tra le diverse popolazioni. Ènecessario dunque ammettere, ed è un’ipotesi corrabora-ta da una numerosa serie di fatti, che tutta la serie deinostri parassiti, nonché quella degli altri animali, sia co-minciata da esseri che una volta vivevano allo stato libe-ro, e che più tardi, sia per mutamento d’ambiente o dellecondizioni di vita, sono andati trasformandosi alla vitaparassitica, raggiungendo le forme oggi a noi note. Enon per solo caso, poichè le nuove condizioni imposeroall’animale questa specie di trasformazione se volevavivere, e quelli atti a questa mutazione sopravvissero adaltre specie dotate di un minor grado di assimilazione,che finirono col perire.

16

Page 17: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

«Ora immaginiamo – scrive Piero Giacosa – un inset-to che traesse il suo sostentamento dal trafiggere lepiante per succhiarne i succhi; il quale insetto sia percaso capitato sulla cotenna vellosa di un animale che loha portato lungi dalle sue dimore. Se quest’insetto inge-gnoso trafiggendo l’epidermide dell’ospite riuscì a ca-varne una goccia di sangue, se questa goccia non l’haavvelenato, a poco a poco il parassita si sarà trovato asuo agio, avrà deposto uova, e si sarà iniziata una gene-razione nuova d’insetti avvezzi alla nuova abitazione,che perderanno quei caratteri che aveano dinanzi allor-chè erano vegetariani liberi e acquisteranno quelli atti-nenti al loro nuovo mestiere, di sanguinari masnadieri».

Ma se il caso è stato di aiuto a questa trasformazione,io non vorrei dire che ne sia stato anche l’arbitro assolu-to, poichè indubbiamente l’animale ha saputo trar profit-to da questa nuova condizione di esistenza, e, trovandoivi il nutrimento abbondante e un riparo sicuro da even-tuali pericoli, si è andato a mano a mano abituando aquesta vita comoda e pacifica. Ciò vale tanto per i pa-rassiti esterni come per quelli interni.

Se prendiamo a studiare la vita di questi ultimi, senzafuorviare in peregrine imaginazioni, possiamo benissi-mo figurarci quello che potrebbe avvenire di un piccoloverme che insieme all’acqua viene immesso nel nostrocanale digerente. I vermi inetti a resistere all’azione delnostro succo gastrico devono necessariamente morire.Altri più robusti vengono evacuati dopo breve tempo,non senza però prima aver assaporato la delizia di un

17

«Ora immaginiamo – scrive Piero Giacosa – un inset-to che traesse il suo sostentamento dal trafiggere lepiante per succhiarne i succhi; il quale insetto sia percaso capitato sulla cotenna vellosa di un animale che loha portato lungi dalle sue dimore. Se quest’insetto inge-gnoso trafiggendo l’epidermide dell’ospite riuscì a ca-varne una goccia di sangue, se questa goccia non l’haavvelenato, a poco a poco il parassita si sarà trovato asuo agio, avrà deposto uova, e si sarà iniziata una gene-razione nuova d’insetti avvezzi alla nuova abitazione,che perderanno quei caratteri che aveano dinanzi allor-chè erano vegetariani liberi e acquisteranno quelli atti-nenti al loro nuovo mestiere, di sanguinari masnadieri».

Ma se il caso è stato di aiuto a questa trasformazione,io non vorrei dire che ne sia stato anche l’arbitro assolu-to, poichè indubbiamente l’animale ha saputo trar profit-to da questa nuova condizione di esistenza, e, trovandoivi il nutrimento abbondante e un riparo sicuro da even-tuali pericoli, si è andato a mano a mano abituando aquesta vita comoda e pacifica. Ciò vale tanto per i pa-rassiti esterni come per quelli interni.

Se prendiamo a studiare la vita di questi ultimi, senzafuorviare in peregrine imaginazioni, possiamo benissi-mo figurarci quello che potrebbe avvenire di un piccoloverme che insieme all’acqua viene immesso nel nostrocanale digerente. I vermi inetti a resistere all’azione delnostro succo gastrico devono necessariamente morire.Altri più robusti vengono evacuati dopo breve tempo,non senza però prima aver assaporato la delizia di un

17

Page 18: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

banchetto abbondante, di modo che molti di essi cerca-no di prolungare sempre più il loro soggiorno in un am-biente così favorevole, diventando in siffatta manieraparassiti permanenti.

E del resto questo avviene anche oggi: ci sono dellelarve che non conducono vita parassitica, ma una voltagiunte nel nostro intestino, vi si fermano per qualchetempo rifocillandosi a dovere; e come non ammettereche, col passar degli anni, non vadano anche questecompletamente trasformandosi, adattandosi al nuovo ge-nere di vita? Notate la precauzione che hanno tutti que-sti parassiti di non riprodursi mai nell’ospite che li al-berga, poichè in questo caso non potrebbero ulterior-mente diffondersi, e la morte dell’ospite sarebbe anchela loro fine e quella della loro figliuolanza.

Ne deriva così che il parassitismo non è altro che laforma di adattamento più acconcia per far fronte nel mi-glior modo alla lotta per l'esistenza: una specie di servi-lismo biologico che riduce questi esseri piccini piccini esbiaditi, senza pompa di colori e di forme, malleabili eresistenti ad ogni ingiuria, proprio come il parassitauomo. E nelle file dei parassiti solo le specie più sempli-ci hanno avuto facile gioco in questa trasformazione,che, notate bene, è durata dei secoli, così che i vertebratisono in questo gruppo biologico poco e male rappresen-tati. Tutte le altre classi animali, fatta eccezione di po-che, ne hanno a dovizia. Così tra i protozoi: i parassitiunicellulari, sono in falangi e ogni anno se ne rivelano

18

banchetto abbondante, di modo che molti di essi cerca-no di prolungare sempre più il loro soggiorno in un am-biente così favorevole, diventando in siffatta manieraparassiti permanenti.

E del resto questo avviene anche oggi: ci sono dellelarve che non conducono vita parassitica, ma una voltagiunte nel nostro intestino, vi si fermano per qualchetempo rifocillandosi a dovere; e come non ammettereche, col passar degli anni, non vadano anche questecompletamente trasformandosi, adattandosi al nuovo ge-nere di vita? Notate la precauzione che hanno tutti que-sti parassiti di non riprodursi mai nell’ospite che li al-berga, poichè in questo caso non potrebbero ulterior-mente diffondersi, e la morte dell’ospite sarebbe anchela loro fine e quella della loro figliuolanza.

Ne deriva così che il parassitismo non è altro che laforma di adattamento più acconcia per far fronte nel mi-glior modo alla lotta per l'esistenza: una specie di servi-lismo biologico che riduce questi esseri piccini piccini esbiaditi, senza pompa di colori e di forme, malleabili eresistenti ad ogni ingiuria, proprio come il parassitauomo. E nelle file dei parassiti solo le specie più sempli-ci hanno avuto facile gioco in questa trasformazione,che, notate bene, è durata dei secoli, così che i vertebratisono in questo gruppo biologico poco e male rappresen-tati. Tutte le altre classi animali, fatta eccezione di po-che, ne hanno a dovizia. Così tra i protozoi: i parassitiunicellulari, sono in falangi e ogni anno se ne rivelano

18

Page 19: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

di nuove; mi basti per ora fare cenno dei terribili tripa-nosomi e dei plasmodi della malaria.

Nei vermi poi le file s’ingrossano in vere legioni, edecco le tenie in numerose specie, le trichine, le mignattee così via. Nella classe degli insetti annoveriamo i piùaccaniti succhiatori del nostro sangue, quali zanzare,pulci, cimici. E questo solamente in riguardo all’uomo,poichè quantunque esso sia l’essere che ha maggior-mente destato la cupidigia di questa bramosa schiera,anche gli altri animali ne sono tutt’altro che esenti. Nonesiste famiglia del regno animale che non annoveri dellespecie che servono di ricetto a qualche parassita. Nonsolo, ma vi sono anche dei casi in cui un parassita ospitanel proprio interno un altro parassita, forma curiosa que-sta di iperparassitismo, diffuso specialmente negli inset-ti, come avrò occasione di descrivere più avanti.

Qualcuno potrebbe forse credere che nello sviluppofilogenetico del parassitismo, i naturalisti si siano sbiz-zarriti in ipotesi più o meno fantastiche, senza il dovutocorredo di osservazioni, necessarie per chi non vuole ar-rischiarsi in un labirinto di speculazioni più o meno ge-niali. Tutt’altro; quanto ho esposto sopra è suffragato ingran copia dallo studio morfologico dei singoli parassiti.Prendiamo ad esempio una pulce, la quale ha tanti carat-teri comuni coi ditteri. Senza dubbio i suoi antenati era-no provvisti d’ali e di una tromba per assorbire il nutri-mento. Ebbene l’apparato boccale s’è trasformato in unostiletto per pungere e ugualmente i suoi organi di loco-mozione si sono modificati coll’atrofizzarsi delle ali. E

19

di nuove; mi basti per ora fare cenno dei terribili tripa-nosomi e dei plasmodi della malaria.

Nei vermi poi le file s’ingrossano in vere legioni, edecco le tenie in numerose specie, le trichine, le mignattee così via. Nella classe degli insetti annoveriamo i piùaccaniti succhiatori del nostro sangue, quali zanzare,pulci, cimici. E questo solamente in riguardo all’uomo,poichè quantunque esso sia l’essere che ha maggior-mente destato la cupidigia di questa bramosa schiera,anche gli altri animali ne sono tutt’altro che esenti. Nonesiste famiglia del regno animale che non annoveri dellespecie che servono di ricetto a qualche parassita. Nonsolo, ma vi sono anche dei casi in cui un parassita ospitanel proprio interno un altro parassita, forma curiosa que-sta di iperparassitismo, diffuso specialmente negli inset-ti, come avrò occasione di descrivere più avanti.

Qualcuno potrebbe forse credere che nello sviluppofilogenetico del parassitismo, i naturalisti si siano sbiz-zarriti in ipotesi più o meno fantastiche, senza il dovutocorredo di osservazioni, necessarie per chi non vuole ar-rischiarsi in un labirinto di speculazioni più o meno ge-niali. Tutt’altro; quanto ho esposto sopra è suffragato ingran copia dallo studio morfologico dei singoli parassiti.Prendiamo ad esempio una pulce, la quale ha tanti carat-teri comuni coi ditteri. Senza dubbio i suoi antenati era-no provvisti d’ali e di una tromba per assorbire il nutri-mento. Ebbene l’apparato boccale s’è trasformato in unostiletto per pungere e ugualmente i suoi organi di loco-mozione si sono modificati coll’atrofizzarsi delle ali. E

19

Page 20: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

siccome il parassitismo ha quale unico scopo la conqui-sta del cibo, così si spiega facilmente come soprattutto ilsistema della nutrizione abbia subìto in queste formeparticolari adattamenti. In parecchi vermi intestinali iquali trovano il cibo bell’e digerito, vediamo una ridu-zione così completa di questo sistema che mancano dibocca e di intestino, assorbono il nutrimento direttamen-te attraverso il rivestimento esterno, e, poichè correvanopericolo di seguire il movimento del cibo e finire cosìcoll’essere evacuati all’esterno, si son provvisti di unci-ni e di ventose specialmente sul capo, colle quali si ten-gono attaccati fortemente alle pareti dell’intestino.

Questi speciali congegni assumono talvolta dimensio-ni considerevoli. In un distoma che vive nella cloaca deinostri cantatori, le ventose raggiungono un terzo dellasuperficie del suo corpo. Ed è di somma importanza ilconstatare la grande analogia tra i mezzi di adesione diquesti endoparassiti con quelli di altri parassiti esterni,come ad esempio della sanguisuga. Ognuno conosce lecaratteristiche ventose delle nostre mignatte, anche senon ne ha fatto conoscenza personale. Ora i distomi e lesanguisughe, due vermi spettanti a due gruppi assai di-versi, mostrano tuttavia questo carattere comune, dovutoall’adattamento alla vita parassitica.

Di pari passo colla trasformazione dell’apparato dige-rente, abbiamo anche sensibilmente modificato il siste-ma della locomozione. Molti insetti coll’adattarsi stabil-mente alla vita parassitica hanno perduto le ali, i crosta-cei in gran parte anche le zampe, che non erano più ne-

20

siccome il parassitismo ha quale unico scopo la conqui-sta del cibo, così si spiega facilmente come soprattutto ilsistema della nutrizione abbia subìto in queste formeparticolari adattamenti. In parecchi vermi intestinali iquali trovano il cibo bell’e digerito, vediamo una ridu-zione così completa di questo sistema che mancano dibocca e di intestino, assorbono il nutrimento direttamen-te attraverso il rivestimento esterno, e, poichè correvanopericolo di seguire il movimento del cibo e finire cosìcoll’essere evacuati all’esterno, si son provvisti di unci-ni e di ventose specialmente sul capo, colle quali si ten-gono attaccati fortemente alle pareti dell’intestino.

Questi speciali congegni assumono talvolta dimensio-ni considerevoli. In un distoma che vive nella cloaca deinostri cantatori, le ventose raggiungono un terzo dellasuperficie del suo corpo. Ed è di somma importanza ilconstatare la grande analogia tra i mezzi di adesione diquesti endoparassiti con quelli di altri parassiti esterni,come ad esempio della sanguisuga. Ognuno conosce lecaratteristiche ventose delle nostre mignatte, anche senon ne ha fatto conoscenza personale. Ora i distomi e lesanguisughe, due vermi spettanti a due gruppi assai di-versi, mostrano tuttavia questo carattere comune, dovutoall’adattamento alla vita parassitica.

Di pari passo colla trasformazione dell’apparato dige-rente, abbiamo anche sensibilmente modificato il siste-ma della locomozione. Molti insetti coll’adattarsi stabil-mente alla vita parassitica hanno perduto le ali, i crosta-cei in gran parte anche le zampe, che non erano più ne-

20

Page 21: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

cessarie. Il grado di parassitismo di questi animali si puògiudicare anche senza conoscere la loro vita.

Al posto delle estremità si formano forti ventose attea legare perennemente il parassita al suo ospite, poichèsoltanto per mezzo di questa salda unione quest’ultimopotrà mantenersi in vita. Alcuni acari e i pidocchi, chedevono invece conformemente al loro tenore di vitacondurre vita nomade sul corpo dell’ospite, hanno leestremità fornite di uncini atti a piantarsi saldamentesulla epidermide.

Anche gli organi dei sensi, in modo particolare la vi-sta, hanno subìto una sensibile riduzione: tutti i parassitiinterni e molti di quelli esterni sono ciechi ed in ciò han-no seguito la medesima legge naturale della progressivaperdita degli organi inutili, quale si riscontra, a mo'd’esempio, negli animali che vivono sotterra (talpa) edin quelli delle caverne (proteo). Noi vediamo dunquecome quasi tutti i parassiti, senza costituire un grupposistematico speciale, ma anzi dispersi in tutta la scalazoologica, accennino ad un comune indirizzo morfolo-gico, e specialmente lo studio comparato degli endopa-rassiti è uno dei più bei esempi di questo così detto adat-tamento convergente, di esseri cioè spettanti a gruppidel tutto differenti, che, in causa delle medesime condi-zioni di esistenza, hanno raggiunto una tale somiglianzamorfologica da costituire quasi un abito unico, come ladivisa di una casta speciale.

Ma un altro fatto di non minor importanza concorre adare una nuova impronta marcata al tipo del parassita, la

21

cessarie. Il grado di parassitismo di questi animali si puògiudicare anche senza conoscere la loro vita.

Al posto delle estremità si formano forti ventose attea legare perennemente il parassita al suo ospite, poichèsoltanto per mezzo di questa salda unione quest’ultimopotrà mantenersi in vita. Alcuni acari e i pidocchi, chedevono invece conformemente al loro tenore di vitacondurre vita nomade sul corpo dell’ospite, hanno leestremità fornite di uncini atti a piantarsi saldamentesulla epidermide.

Anche gli organi dei sensi, in modo particolare la vi-sta, hanno subìto una sensibile riduzione: tutti i parassitiinterni e molti di quelli esterni sono ciechi ed in ciò han-no seguito la medesima legge naturale della progressivaperdita degli organi inutili, quale si riscontra, a mo'd’esempio, negli animali che vivono sotterra (talpa) edin quelli delle caverne (proteo). Noi vediamo dunquecome quasi tutti i parassiti, senza costituire un grupposistematico speciale, ma anzi dispersi in tutta la scalazoologica, accennino ad un comune indirizzo morfolo-gico, e specialmente lo studio comparato degli endopa-rassiti è uno dei più bei esempi di questo così detto adat-tamento convergente, di esseri cioè spettanti a gruppidel tutto differenti, che, in causa delle medesime condi-zioni di esistenza, hanno raggiunto una tale somiglianzamorfologica da costituire quasi un abito unico, come ladivisa di una casta speciale.

Ma un altro fatto di non minor importanza concorre adare una nuova impronta marcata al tipo del parassita, la

21

Page 22: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

questione della riproduzione. Mentre al parassita, grazieai suoi adattamenti, è oltremodo facile mantenersi invita, l’esistenza della specie è d’altro canto in pericolo,poichè col morire dell’ospite anche i suoi parassiti van-no nella maggior parte dei casi a perire, specialmentequelli che vivono nell’interno. Ne è inoltre compromes-sa la fecondazione, data la difficoltà di trovarsi e infinela loro dispersione.

Ne deriva così che molti vermi parassiti sono erma-froditi e non hanno in siffatta guisa bisogno di un altroindividuo per effettuare la fecondazione delle uova, altriinvece vivono a coppie, maschi e femmine più o menosaldamente uniti. In altre specie menano vita parassita lesole femmine e i maschi sono liberi, o ridotti di molestanno aggrappati sul corpo delle femmine.

Frequentemente riscontriamo nella vita dei parassitiun cambiamento successivo di ospite, così che, mentrela giovine prole ha per culla una specie determinata,deve giungere in altri animali per arrivare alla maturitàsessuale. E siccome la maggior parte delle uova e dellelarve devono al caso se giungono nell’interno del corpodi quell’ospite prestabilito, ne viene per naturale conse-guenza che la maggior parte di queste periscono senzaessere arrivate a destinazione.

Per ovviare con ciò al pericolo di una completa estin-zione della specie, tutti i parassiti in generale sono diuna fecondità fenomenale. Leuckart1 ha calcolato che

1 LEUCKART R., Die Parasiten des Menschen und die von ihnen

22

questione della riproduzione. Mentre al parassita, grazieai suoi adattamenti, è oltremodo facile mantenersi invita, l’esistenza della specie è d’altro canto in pericolo,poichè col morire dell’ospite anche i suoi parassiti van-no nella maggior parte dei casi a perire, specialmentequelli che vivono nell’interno. Ne è inoltre compromes-sa la fecondazione, data la difficoltà di trovarsi e infinela loro dispersione.

Ne deriva così che molti vermi parassiti sono erma-froditi e non hanno in siffatta guisa bisogno di un altroindividuo per effettuare la fecondazione delle uova, altriinvece vivono a coppie, maschi e femmine più o menosaldamente uniti. In altre specie menano vita parassita lesole femmine e i maschi sono liberi, o ridotti di molestanno aggrappati sul corpo delle femmine.

Frequentemente riscontriamo nella vita dei parassitiun cambiamento successivo di ospite, così che, mentrela giovine prole ha per culla una specie determinata,deve giungere in altri animali per arrivare alla maturitàsessuale. E siccome la maggior parte delle uova e dellelarve devono al caso se giungono nell’interno del corpodi quell’ospite prestabilito, ne viene per naturale conse-guenza che la maggior parte di queste periscono senzaessere arrivate a destinazione.

Per ovviare con ciò al pericolo di una completa estin-zione della specie, tutti i parassiti in generale sono diuna fecondità fenomenale. Leuckart1 ha calcolato che

1 LEUCKART R., Die Parasiten des Menschen und die von ihnen

22

Page 23: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

una tenia possa produrre durante la sua vita ottantacin-que milioni di uova, e siccome il numero di questi pa-rassiti non va sensibilmente aumentando, havvi probabi-lità che una sola di queste uova raggiunga il completosviluppo. Data questa scarsa probabilità di riuscita, sicapisce come la tenia sarebbe destinata a scomparirequalora non possedesse questo alto grado di fecondità.Eschricht2 giudica che l’ascaride dei bambini sia in gra-do di produrre nel termine di un anno non meno di ses-santaquattro milioni di uova. Siccome la femmina è almassimo lunga quaranta centimetri, così si capisce comequeste uova debbano essere straordinariamente piccole,raggiungendo in realtà il diametro di cinque centesimi dimillimetro. Leuckart a questo proposito ha fatto un cal-colo curioso. Egli ha verificato che le glandole genera-trici di questo verme sono capaci di una produzione tre-dici volte maggiore di quella della regina delle api, esiccome una donna quando partorisce nel corsodell’anno ha un aumento di sette grammi su ogni cento,se volesse portare questa percentuale sino a quelladell’ascaride, dovrebbe procreare giornalmente settantafigli!

Un’altra particolarità di non minor importanza pro-pria delle uova e degli embrioni dei parassiti è la straor-dinaria resistenza vitale che essi posseggono. Leuckartha potuto constatare che le uova dell’ascaride lumbri-

herrührenden Krankheiten, Leipzig, 1879-901.2 GRAFF L., Das Schmarotzertum im Tierreich, Leipzig, 1907.

23

una tenia possa produrre durante la sua vita ottantacin-que milioni di uova, e siccome il numero di questi pa-rassiti non va sensibilmente aumentando, havvi probabi-lità che una sola di queste uova raggiunga il completosviluppo. Data questa scarsa probabilità di riuscita, sicapisce come la tenia sarebbe destinata a scomparirequalora non possedesse questo alto grado di fecondità.Eschricht2 giudica che l’ascaride dei bambini sia in gra-do di produrre nel termine di un anno non meno di ses-santaquattro milioni di uova. Siccome la femmina è almassimo lunga quaranta centimetri, così si capisce comequeste uova debbano essere straordinariamente piccole,raggiungendo in realtà il diametro di cinque centesimi dimillimetro. Leuckart a questo proposito ha fatto un cal-colo curioso. Egli ha verificato che le glandole genera-trici di questo verme sono capaci di una produzione tre-dici volte maggiore di quella della regina delle api, esiccome una donna quando partorisce nel corsodell’anno ha un aumento di sette grammi su ogni cento,se volesse portare questa percentuale sino a quelladell’ascaride, dovrebbe procreare giornalmente settantafigli!

Un’altra particolarità di non minor importanza pro-pria delle uova e degli embrioni dei parassiti è la straor-dinaria resistenza vitale che essi posseggono. Leuckartha potuto constatare che le uova dell’ascaride lumbri-

herrührenden Krankheiten, Leipzig, 1879-901.2 GRAFF L., Das Schmarotzertum im Tierreich, Leipzig, 1907.

23

Page 24: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

coide possono restare per oltre un mese all’asciutto. Gliembrioni di alcuni nematodi possono disseccarsi senzamorire. Le uova dell’ascaride e della tenia sopravvivonoanche dopo esser state per qualche mese nell’alcool, aci-do cromico, ecc., vale a dire liquidi velenosissimi edesiziali alla vita di qualsiasi organismo.

Se, come abbiamo visto, il cambiamento di vita con-duce il parassita a rilevanti modificazioni sia morfologi-che che fisiologiche, anche l’ospite non resta in molticasi indifferente ai suoi attacchi. Generalmente quantopiù rilevante è il numero dei parassiti tanto più sensibileè l’ospite alla loro influenza e in casi non rari lo posso-no condurre sino alla morte. Nè è punto da credere cheun animale sia di regola attaccato da una sola specie diparassita; non di rado vi si incontrano specie diverse, lequali contribuiscono cumulativamente a peggiorarne lecondizioni. Meno frequentemente questi individui si ri-scontrano a centinaia od a migliaia nello stesso animale,salvo che non appartengano agli organismi unicellularidella classe dei protozoi. Tuttavia è noto il classicoesempio constatato dal Krause di un cavallo di due anniil quale dava ricetto a più di cinquecento ascaridi, centoe novanta ossiuri, duecento e quattordici strongili arma-ti, diversi milioni di strongili tetracanti, sessantanove te-nie, duecento ottantasette filarie e sei cisticerchi. Un al-tro caso di polielmintiasi in un delfino è stato descrittodal prof. Parona: l’intestino di quel cetaceo era letteral-mente tempestato da un verme, l'Echinorinco capitato,

24

coide possono restare per oltre un mese all’asciutto. Gliembrioni di alcuni nematodi possono disseccarsi senzamorire. Le uova dell’ascaride e della tenia sopravvivonoanche dopo esser state per qualche mese nell’alcool, aci-do cromico, ecc., vale a dire liquidi velenosissimi edesiziali alla vita di qualsiasi organismo.

Se, come abbiamo visto, il cambiamento di vita con-duce il parassita a rilevanti modificazioni sia morfologi-che che fisiologiche, anche l’ospite non resta in molticasi indifferente ai suoi attacchi. Generalmente quantopiù rilevante è il numero dei parassiti tanto più sensibileè l’ospite alla loro influenza e in casi non rari lo posso-no condurre sino alla morte. Nè è punto da credere cheun animale sia di regola attaccato da una sola specie diparassita; non di rado vi si incontrano specie diverse, lequali contribuiscono cumulativamente a peggiorarne lecondizioni. Meno frequentemente questi individui si ri-scontrano a centinaia od a migliaia nello stesso animale,salvo che non appartengano agli organismi unicellularidella classe dei protozoi. Tuttavia è noto il classicoesempio constatato dal Krause di un cavallo di due anniil quale dava ricetto a più di cinquecento ascaridi, centoe novanta ossiuri, duecento e quattordici strongili arma-ti, diversi milioni di strongili tetracanti, sessantanove te-nie, duecento ottantasette filarie e sei cisticerchi. Un al-tro caso di polielmintiasi in un delfino è stato descrittodal prof. Parona: l’intestino di quel cetaceo era letteral-mente tempestato da un verme, l'Echinorinco capitato,

24

Page 25: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

che vi raggiungeva la bella cifra di venticinque mila in-dividui3.

Nell’anguilla sono stati riscontrati trentasette parassitidifferenti e nel luccio una trentina; il numero maggioreperò spetta, come già vedemmo, all’uomo, con nonmeno di duecento specie diverse.

In una stella marina (Asterias richardi) vive un picco-lo verme anellide (Myzostomum asteriae), che fin che èpiccolo, dà poco incomodo all’ospite, ma, col crescere,causa un’irritazione nel tessuto dell’animale, il quale,per difendersi, provoca il distacco del braccio infetto,che a suo tempo viene poi rigenerato di bel nuovo4.

Giard poi ci ha fatto conoscere un importante episo-dio biologico che dipende dal parassitismo e che ha de-finito col nome di castrazione parassitaria. In modo spe-ciale in alcuni crostacei, dei parassiti producono l’atro-fia delle glandole sessuali conducendo l’ospite alla steri-lità. Su quelli ermafroditi l’azione dei parassiti si rivelain altro modo, col permettere cioè lo sviluppo di un solgenere di glandole, riducendo così forzatamente l’ospitea sessi staccati.

Parlare dei vantaggi del parassitismo sembrerà forse ataluno un po’ arrischiato, quasi si volesse prendere la di-fesa di uno già bell’e condannato a morte.

3 ARIOLA, Simbiosi e Parassitismo nel regno animale, Genova,1904.

4 LALOY, S., Parasitisme et Mutualisme dans la nature, Paris,1906.

25

che vi raggiungeva la bella cifra di venticinque mila in-dividui3.

Nell’anguilla sono stati riscontrati trentasette parassitidifferenti e nel luccio una trentina; il numero maggioreperò spetta, come già vedemmo, all’uomo, con nonmeno di duecento specie diverse.

In una stella marina (Asterias richardi) vive un picco-lo verme anellide (Myzostomum asteriae), che fin che èpiccolo, dà poco incomodo all’ospite, ma, col crescere,causa un’irritazione nel tessuto dell’animale, il quale,per difendersi, provoca il distacco del braccio infetto,che a suo tempo viene poi rigenerato di bel nuovo4.

Giard poi ci ha fatto conoscere un importante episo-dio biologico che dipende dal parassitismo e che ha de-finito col nome di castrazione parassitaria. In modo spe-ciale in alcuni crostacei, dei parassiti producono l’atro-fia delle glandole sessuali conducendo l’ospite alla steri-lità. Su quelli ermafroditi l’azione dei parassiti si rivelain altro modo, col permettere cioè lo sviluppo di un solgenere di glandole, riducendo così forzatamente l’ospitea sessi staccati.

Parlare dei vantaggi del parassitismo sembrerà forse ataluno un po’ arrischiato, quasi si volesse prendere la di-fesa di uno già bell’e condannato a morte.

3 ARIOLA, Simbiosi e Parassitismo nel regno animale, Genova,1904.

4 LALOY, S., Parasitisme et Mutualisme dans la nature, Paris,1906.

25

Page 26: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

Gli uomini, nel loro completo misoneismo e nellaloro non meno grande ignoranza, li considerarono comeun castigo di Dio all’umanità non abbastanza tribolata,e, in questa epoca di agnosticismo, come una calamitàdella quale è inutile ricercare la causa. Orbene, niente dipiù falso: l’azione del parassitismo nella natura sta al disopra degli interessi umani e vigila con grande cura adimpedire una soverchia sovraproduzione degli esseri vi-venti. A questo riguardo esso costituisce uno dei fattoripiù importanti per l’equilibrio della specie, come si diràpiù particolarmente nell’ultimo capitolo.

26

Gli uomini, nel loro completo misoneismo e nellaloro non meno grande ignoranza, li considerarono comeun castigo di Dio all’umanità non abbastanza tribolata,e, in questa epoca di agnosticismo, come una calamitàdella quale è inutile ricercare la causa. Orbene, niente dipiù falso: l’azione del parassitismo nella natura sta al disopra degli interessi umani e vigila con grande cura adimpedire una soverchia sovraproduzione degli esseri vi-venti. A questo riguardo esso costituisce uno dei fattoripiù importanti per l’equilibrio della specie, come si diràpiù particolarmente nell’ultimo capitolo.

26

Page 27: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

CAPITOLO II.Gli ospiti del nostro sangue.

Un po’ di storia della malaria. – Plasmodi e zanzare. – Il trionfodella scuola italiana. – La malattia del sonno. – Mosche e tripa -nosomi. – Vermi inseparabili. – Dalle filarie all’elefantiasi.

Quantunque un gran numero di parassiti alberghi oc-casionalmente nel sangue umano, tuttavia pochi condu-cono vita unicamente nello stesso: pochi, ma terribili,come i plasmodi della malaria ed i tripanosomi dellamalattia del sonno. La loro vita si è svelata completa-mente in questi ultimi anni grazie alla tenacia di abiliosservatori, fra i quali il vanto principale spetta allascuola italiana. – Dato l’ambiente in cui vivono, si capi-sce come la loro mole debba essere assai ridotta: cosìche la maggior parte degli esclusivi abitatori del nostrosangue appartiene al gruppo dei protozoi, che compren-de la vasta famiglia degli animali unicellulari.

Il più importante fra questi parassiti è senza dubbio ilplasmodio della malaria, che è la causa delle ben note

27

CAPITOLO II.Gli ospiti del nostro sangue.

Un po’ di storia della malaria. – Plasmodi e zanzare. – Il trionfodella scuola italiana. – La malattia del sonno. – Mosche e tripa -nosomi. – Vermi inseparabili. – Dalle filarie all’elefantiasi.

Quantunque un gran numero di parassiti alberghi oc-casionalmente nel sangue umano, tuttavia pochi condu-cono vita unicamente nello stesso: pochi, ma terribili,come i plasmodi della malaria ed i tripanosomi dellamalattia del sonno. La loro vita si è svelata completa-mente in questi ultimi anni grazie alla tenacia di abiliosservatori, fra i quali il vanto principale spetta allascuola italiana. – Dato l’ambiente in cui vivono, si capi-sce come la loro mole debba essere assai ridotta: cosìche la maggior parte degli esclusivi abitatori del nostrosangue appartiene al gruppo dei protozoi, che compren-de la vasta famiglia degli animali unicellulari.

Il più importante fra questi parassiti è senza dubbio ilplasmodio della malaria, che è la causa delle ben note

27

Page 28: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

febbri malariche. – Già da tempo si sospettava una certarelazione fra le zanzare e la malaria non solo in Europa,ma ben anco nell’Africa, secondo quanto racconta Kocha riguardo degli indigeni dell’Africa orientale tedesca.Questi, constatando che venivano affetti dalla malaria,quando dalle loro montagne discendevano nelle pianure,supponevano che l’infezione dovesse dipendere dallepunture di un insetto. E Nuttal5 scrive che già da temponegli Stati Uniti era stato esperimentato che i veli e lereti metalliche erano un sufficiente ostacolo control’infezione di queste febbri palustri.

Laveran, medico militare francese in Algeria, ha ilmerito di avere per il primo, nel 1880, constatato la pre-senza negli ammalati malarici del parassita in parola. Daprima questa scoperta fu accolta con grande incredulità,sostenendo gli oppositori trattarsi di prodotti di degene-razione dei corpuscoli rossi.

È merito speciale di Marchiava e di Celli di aver po-tuto verificare l’esattezza delle osservazioni di Laveran,dimostrando inoltre che questo parassita era unicamentela causa della malattia in discorso, e ciò col provocarel’infezione iniettando del sangue malarico in una perso-na sana. Ma se questo era il primo passo verso la suc-cessiva marcia trionfale nello studio della malaria, resta-va ancora da trovarsi il veicolo d’infezione del parassita,non potendo gli studiosi accontentarsi delle opinioni po-

5 NUTTAL G. H. F., Rôle des Insectes etc. dans la transmissiondes maladies bact. de l'Homme et des animaux, Paris, 1900.

28

febbri malariche. – Già da tempo si sospettava una certarelazione fra le zanzare e la malaria non solo in Europa,ma ben anco nell’Africa, secondo quanto racconta Kocha riguardo degli indigeni dell’Africa orientale tedesca.Questi, constatando che venivano affetti dalla malaria,quando dalle loro montagne discendevano nelle pianure,supponevano che l’infezione dovesse dipendere dallepunture di un insetto. E Nuttal5 scrive che già da temponegli Stati Uniti era stato esperimentato che i veli e lereti metalliche erano un sufficiente ostacolo control’infezione di queste febbri palustri.

Laveran, medico militare francese in Algeria, ha ilmerito di avere per il primo, nel 1880, constatato la pre-senza negli ammalati malarici del parassita in parola. Daprima questa scoperta fu accolta con grande incredulità,sostenendo gli oppositori trattarsi di prodotti di degene-razione dei corpuscoli rossi.

È merito speciale di Marchiava e di Celli di aver po-tuto verificare l’esattezza delle osservazioni di Laveran,dimostrando inoltre che questo parassita era unicamentela causa della malattia in discorso, e ciò col provocarel’infezione iniettando del sangue malarico in una perso-na sana. Ma se questo era il primo passo verso la suc-cessiva marcia trionfale nello studio della malaria, resta-va ancora da trovarsi il veicolo d’infezione del parassita,non potendo gli studiosi accontentarsi delle opinioni po-

5 NUTTAL G. H. F., Rôle des Insectes etc. dans la transmissiondes maladies bact. de l'Homme et des animaux, Paris, 1900.

28

Page 29: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

polari dianzi accennate. E se la scuola italiana ebbe ilvanto di riconfermare e imporre al mondo la importantescoperta di Laveran, è merito unico degli italiani, con acapo il Grassi, l’aver condotto a buon punto questa di-battuta questione a sollievo e conforto di tanti ammalati.

Premetto che il Grassi ed i suoi compagni sono staticondotti a questa splendida vittoria della scienza da stu-di fatti antecedentemente, su simili parassiti in altri ani-mali, specie dagli Inglesi, i quali, col loro modesto con-tributo, hanno spianata la via all’ardua scoperta. Sopratutto va citato il Manson, il quale nel 1884 osservavacome la filaria del sangue, un piccolo verme del qualeparlerò in fine di questo capitolo, si trovasse di spessonel corpo delle zanzare e venisse inoculata nel sangueumano colla loro puntura, e il R. Ross, che nel 1898 ve-rificava nelle stesse zanzare la presenza di un altro pa-rassita, il quale, introdotto colla puntura delle zanzarenel sangue di alcuni uccelli, era causa della malaria.

Ora è naturale che gli scienziati di tutto il mondo cer-cassero nelle varie specie di zanzare indigene ed esoti-che il focolare d’infezione di questa malattia; il Grassiaveva già da qualche tempo messo gli occhi sopra unaspecie di zanzara, l'Anopheles claviger, nell’ottobre del1898 vedeva coronati i suoi sforzi. Insieme a Bignami ea Bastianelli ebbe il piacere e la soddisfazione di osser-vare come due individui, di perfetta salute, segregati inun locale dell’ospedale di Santo Spirito a Roma, restas-sero infetti dalla malaria, dopo che nello stesso localeerano stati lasciati liberi degli Anopheles.

29

polari dianzi accennate. E se la scuola italiana ebbe ilvanto di riconfermare e imporre al mondo la importantescoperta di Laveran, è merito unico degli italiani, con acapo il Grassi, l’aver condotto a buon punto questa di-battuta questione a sollievo e conforto di tanti ammalati.

Premetto che il Grassi ed i suoi compagni sono staticondotti a questa splendida vittoria della scienza da stu-di fatti antecedentemente, su simili parassiti in altri ani-mali, specie dagli Inglesi, i quali, col loro modesto con-tributo, hanno spianata la via all’ardua scoperta. Sopratutto va citato il Manson, il quale nel 1884 osservavacome la filaria del sangue, un piccolo verme del qualeparlerò in fine di questo capitolo, si trovasse di spessonel corpo delle zanzare e venisse inoculata nel sangueumano colla loro puntura, e il R. Ross, che nel 1898 ve-rificava nelle stesse zanzare la presenza di un altro pa-rassita, il quale, introdotto colla puntura delle zanzarenel sangue di alcuni uccelli, era causa della malaria.

Ora è naturale che gli scienziati di tutto il mondo cer-cassero nelle varie specie di zanzare indigene ed esoti-che il focolare d’infezione di questa malattia; il Grassiaveva già da qualche tempo messo gli occhi sopra unaspecie di zanzara, l'Anopheles claviger, nell’ottobre del1898 vedeva coronati i suoi sforzi. Insieme a Bignami ea Bastianelli ebbe il piacere e la soddisfazione di osser-vare come due individui, di perfetta salute, segregati inun locale dell’ospedale di Santo Spirito a Roma, restas-sero infetti dalla malaria, dopo che nello stesso localeerano stati lasciati liberi degli Anopheles.

29

Page 30: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

Prima di seguire, colla scorta di questo illustre e be-nemerito scienziato, il ciclo evolutivo della malaria, ve-diamo di fare la conoscenza più da vicino della zanzarache ne è l’agente provocatore. La specie più diffusa dizanzara in Italia e generalmente in tutta Europa è il Cu-lex pipiens, e l'Anopheles vi assomiglia tanto per lagrandezza quanto per la conformazione generale delcorpo (fig. 2). Mentre però la zanzara comune ha sulla

30

Fig. 2. – L'Anopheles claviger, veicolo della ma-laria (da GRASSI)

Prima di seguire, colla scorta di questo illustre e be-nemerito scienziato, il ciclo evolutivo della malaria, ve-diamo di fare la conoscenza più da vicino della zanzarache ne è l’agente provocatore. La specie più diffusa dizanzara in Italia e generalmente in tutta Europa è il Cu-lex pipiens, e l'Anopheles vi assomiglia tanto per lagrandezza quanto per la conformazione generale delcorpo (fig. 2). Mentre però la zanzara comune ha sulla

30

Fig. 2. – L'Anopheles claviger, veicolo della ma-laria (da GRASSI)

Page 31: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

testa tre appendici lunghe, l'Anopheles ne ha cinque; no-tisi poi la diversa maniera colla quale questi due insettisi appoggiano sul muro. Mentre la zanzara comune stacol corpo quasi parallelo al muro, l'Anopheles invece lotiene quasi perpendicolarmente col paio posteriore delleestremità sollevato (fig. 3). Le larve della zanzara comu-ne vivono nelle acque sporche e ricche di materie in viadi putrefazione, mentre invece le larve dell’Anophelespreferiscono le acque limpide lentamente correnti.

I parassiti della ma-laria entrano dunquenel sangue umano permezzo delle punturedella femmina assiemealla saliva ch’essaemette con lo scopod’impedire al sangue dicoagularsi. E appuntoquesto liquido dotato diproprietà tossiche lacausa di quelle tumefa-zioni pruriginose checaratterizzano le puntu-re delle zanzare in ge-nerale. — Questi paras-siti sono piccolissimi,misurando in mediapoco più di un centesi-mo di millimetro di

31

Fig. 3. – La zanzara comune (a) el'Anopheles (b) in riposo su di una pa-rete.

testa tre appendici lunghe, l'Anopheles ne ha cinque; no-tisi poi la diversa maniera colla quale questi due insettisi appoggiano sul muro. Mentre la zanzara comune stacol corpo quasi parallelo al muro, l'Anopheles invece lotiene quasi perpendicolarmente col paio posteriore delleestremità sollevato (fig. 3). Le larve della zanzara comu-ne vivono nelle acque sporche e ricche di materie in viadi putrefazione, mentre invece le larve dell’Anophelespreferiscono le acque limpide lentamente correnti.

I parassiti della ma-laria entrano dunquenel sangue umano permezzo delle punturedella femmina assiemealla saliva ch’essaemette con lo scopod’impedire al sangue dicoagularsi. E appuntoquesto liquido dotato diproprietà tossiche lacausa di quelle tumefa-zioni pruriginose checaratterizzano le puntu-re delle zanzare in ge-nerale. — Questi paras-siti sono piccolissimi,misurando in mediapoco più di un centesi-mo di millimetro di

31

Fig. 3. – La zanzara comune (a) el'Anopheles (b) in riposo su di una pa-rete.

Page 32: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

lunghezza, e sono a forma di serpentelli, simili a questianche nei loro movimenti (fig. 4). Giunti nel sangue, co-minciano a penetrare nei corpuscoli rossi, in ciò anchefacilitati da queste contrazioni, e Schaudinn ha potutoconstatare in una goccia di sangue ch’essi impiegano,per penetrare completamente nell’interno, dai quarantaai sessanta minuti. È probabile che nel corpo umano essiimpieghino ancor di meno.

Arrivato così il parassita nell’interno incomincia acambiare di forma, la quale si fa tondeggiante, con unvacuolo nell’interno, e cresce a spese del corpuscolo

32

Fig. 4. – Il plasmodio della malaria: a) il parassita mentre entrain un corpuscolo rosso; b) c) d) lo stesso nell’interno; e) divisionedel parassita; f) la figliolanza asessuale dello stesso dopo aver di-strutto il corpuscolo rosso.

lunghezza, e sono a forma di serpentelli, simili a questianche nei loro movimenti (fig. 4). Giunti nel sangue, co-minciano a penetrare nei corpuscoli rossi, in ciò anchefacilitati da queste contrazioni, e Schaudinn ha potutoconstatare in una goccia di sangue ch’essi impiegano,per penetrare completamente nell’interno, dai quarantaai sessanta minuti. È probabile che nel corpo umano essiimpieghino ancor di meno.

Arrivato così il parassita nell’interno incomincia acambiare di forma, la quale si fa tondeggiante, con unvacuolo nell’interno, e cresce a spese del corpuscolo

32

Fig. 4. – Il plasmodio della malaria: a) il parassita mentre entrain un corpuscolo rosso; b) c) d) lo stesso nell’interno; e) divisionedel parassita; f) la figliolanza asessuale dello stesso dopo aver di-strutto il corpuscolo rosso.

Page 33: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

rosso, del quale si nutre e che finisce col distruggere.Compiuto in tal modo il suo accrescimento, incominciaa suddividersi in tanti piccoli corpuscoli, il cui numerovaria senza però sorpassare i sedici, e questi, che costi-tuiscono una specie di figliolanza asessuale, si disgiun-gono disperdendosi nel siero del sangue, per attaccarepoi singolarmente nuovi corpuscoli rossi, e, dopo averlidistrutti, dar origine ad una nuova discendenza alla ma-niera dei loro progenitori. Ciò si ripete continuamentefino a che il numero dei parassiti si è fatto tanto grande,che questa infezione si rivela con un attacco di febbre.Questa si ripete ad ogni nuova generazione, dopo ungiorno o due o tre a seconda delle forme diverse6.

Questa suddivisione per buona sorte non continuasino alla completa distruzione dei corpuscoli rossi. Ri-sulta che, dopo un certo numero di assalti febbrili, i pa-rassiti malarici si indeboliscono a causa probabilmentedi questa serie ininterrotta di riproduzione asessuale cheli esaurisce; fatto sta che questi a un certo punto noncrescono più e si trasformano in individui sessuati, chepossono però continuare il loro sviluppo solo alloraquando sieno giunti insieme col sangue nello stomacodell'Anopheles, qualora cioè l'Anopheles punga un indi-viduo malarico.

Quelli che restano ancora nel sangue dell’uomo sicomportano differentemente: le forme mascoline muoio-

6 BRAUN, Die tierischen Parasiten des Menschen. 4. Aufl. mit“Klinisch-terapeutisch. Anhang” Würzburg, 1908.

33

rosso, del quale si nutre e che finisce col distruggere.Compiuto in tal modo il suo accrescimento, incominciaa suddividersi in tanti piccoli corpuscoli, il cui numerovaria senza però sorpassare i sedici, e questi, che costi-tuiscono una specie di figliolanza asessuale, si disgiun-gono disperdendosi nel siero del sangue, per attaccarepoi singolarmente nuovi corpuscoli rossi, e, dopo averlidistrutti, dar origine ad una nuova discendenza alla ma-niera dei loro progenitori. Ciò si ripete continuamentefino a che il numero dei parassiti si è fatto tanto grande,che questa infezione si rivela con un attacco di febbre.Questa si ripete ad ogni nuova generazione, dopo ungiorno o due o tre a seconda delle forme diverse6.

Questa suddivisione per buona sorte non continuasino alla completa distruzione dei corpuscoli rossi. Ri-sulta che, dopo un certo numero di assalti febbrili, i pa-rassiti malarici si indeboliscono a causa probabilmentedi questa serie ininterrotta di riproduzione asessuale cheli esaurisce; fatto sta che questi a un certo punto noncrescono più e si trasformano in individui sessuati, chepossono però continuare il loro sviluppo solo alloraquando sieno giunti insieme col sangue nello stomacodell'Anopheles, qualora cioè l'Anopheles punga un indi-viduo malarico.

Quelli che restano ancora nel sangue dell’uomo sicomportano differentemente: le forme mascoline muoio-

6 BRAUN, Die tierischen Parasiten des Menschen. 4. Aufl. mit“Klinisch-terapeutisch. Anhang” Würzburg, 1908.

33

Page 34: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

no; le femmine invece si suddividono più tardi in nuoviserpentelli, i quali, dopo un più o meno lungo intervallo,col loro aumentare considerevole, producono un nuovoscoppio di febbre (recidiva), senza che vi sia stata unanuova infezione.

Gli individui sessuati invece, giunti nello stomacodell'Anopheles, compiono un’ultima trasformazione (fig.5), adattandosi l’abito nuziale e celebrando le loro noz-ze; il corpuscolo maschio penetra nella femmina e sifonde con questa. La quale, in cotal strana guisa fecon-data, penetra attraverso lo stomaco della zanzara e siferma sulla superficie esterna, aumentando di volume informa di piccole cisti che si possono distinguere anchead occhio nudo sulla parete dello stomaco. Nell’internodi queste va maturandosi la figliolanza dei ben noti ser-pentelli in numero di qualche migliaio per ogni cisti.Col rompersi della membrana che li avvolge, questi,muovendosi nel sangue delle zanzare, riescono a pene-trare nelle loro glandole salivali dove si accumulano amilioni, ricominciando colla prossima puntura quel ci-clo vitale che si alterna con mutue vicende dal sanguedell’uomo nel corpo della zanzara.

Perchè però si possano compiere nell’intestino dellezanzare le nozze nel modo sopra descritto, è necessarioche la temperatura non sia troppo bassa e, come è statodimostrato dal Grassi, non sia al disotto dei venti gradi.E questo appare naturale, riflettendo al fatto che: essen-do la zanzara un animale a temperatura variabile a se-conda dell’ambiente, i parassiti della malaria passando

34

no; le femmine invece si suddividono più tardi in nuoviserpentelli, i quali, dopo un più o meno lungo intervallo,col loro aumentare considerevole, producono un nuovoscoppio di febbre (recidiva), senza che vi sia stata unanuova infezione.

Gli individui sessuati invece, giunti nello stomacodell'Anopheles, compiono un’ultima trasformazione (fig.5), adattandosi l’abito nuziale e celebrando le loro noz-ze; il corpuscolo maschio penetra nella femmina e sifonde con questa. La quale, in cotal strana guisa fecon-data, penetra attraverso lo stomaco della zanzara e siferma sulla superficie esterna, aumentando di volume informa di piccole cisti che si possono distinguere anchead occhio nudo sulla parete dello stomaco. Nell’internodi queste va maturandosi la figliolanza dei ben noti ser-pentelli in numero di qualche migliaio per ogni cisti.Col rompersi della membrana che li avvolge, questi,muovendosi nel sangue delle zanzare, riescono a pene-trare nelle loro glandole salivali dove si accumulano amilioni, ricominciando colla prossima puntura quel ci-clo vitale che si alterna con mutue vicende dal sanguedell’uomo nel corpo della zanzara.

Perchè però si possano compiere nell’intestino dellezanzare le nozze nel modo sopra descritto, è necessarioche la temperatura non sia troppo bassa e, come è statodimostrato dal Grassi, non sia al disotto dei venti gradi.E questo appare naturale, riflettendo al fatto che: essen-do la zanzara un animale a temperatura variabile a se-conda dell’ambiente, i parassiti della malaria passando

34

Page 35: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

dal sangue caldo dell'uomo, non devono soffrire unosbilancio troppo forte, poiché in tal caso, invece di finirein una mutua fusione, muoiono e vengono digeritidall’insetto. Così si spiega perchè la malaria infieriscaquasi unicamente nelle stagioni calde.

Gl’individui colpiti da questo parassita soffronod’una grande anemia congiunta ad una estrema debolez-

35

Fig. 5. – Le forme sessuali del plasmodio della malaria; a) cellulafemminile; b) cellula maschile; c) fecondazione; d) cellule fecon-date.

dal sangue caldo dell'uomo, non devono soffrire unosbilancio troppo forte, poiché in tal caso, invece di finirein una mutua fusione, muoiono e vengono digeritidall’insetto. Così si spiega perchè la malaria infieriscaquasi unicamente nelle stagioni calde.

Gl’individui colpiti da questo parassita soffronod’una grande anemia congiunta ad una estrema debolez-

35

Fig. 5. – Le forme sessuali del plasmodio della malaria; a) cellulafemminile; b) cellula maschile; c) fecondazione; d) cellule fecon-date.

Page 36: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

za, alla quale si deve infine aggiungere la generale infe-zione del sangue, la quale nello stadio acuto, cioè neimomenti di suddivisione del parassita, si manifesta inforti attacchi febbrili. A seconda del loro intervallo, ab-biamo la febbre quotidiana, terzana e quartana; questedue ultime sono le forme più comuni. È opinione gene-rale che i parassiti, i quali sono la causa di queste duefebbri intermittenti, appartengano a due forme differen-ti, quantunque la loro forma sia apparentemente la me-desima.

Una forma clinica speciale più grave è quella che ècausa delle così dette febbri estivo-autunnali, la qualevien detta perniciosa quando è accompagnata dalla mor-te dell’individuo colpito. – Ne è la causa un tipo specia-le di parassita (Laverania malariae), dalla forma semi-lunare e che la massima parte degli scienziati ritengonoidentica al parassita che cagiona la febbre perniciosa deitropici.

Conosciuto il parassita ed il modo d’infezione, erachiaro che la questione della malaria passasse dal campoteorico al campo pratico. È vero che dopo l’uso diffusodel chinino, il quale ha un’azione deleteria su questi pa-rassiti, si era fatto un gran passo nella terapia della ma-laria, ma pareva ancor più opportuno il prevenire l’infe-zione stessa, cosa che non era possibile sino a che non siconosceva con precisione l’agente inoculatore. Abbiamovisto come la malaria infetti l’uomo, e l’uomo infetti lamalaria. In sèguito a ciò, per evitare la diffusionedell’infezione, è necessario che gli ammalati malarici si

36

za, alla quale si deve infine aggiungere la generale infe-zione del sangue, la quale nello stadio acuto, cioè neimomenti di suddivisione del parassita, si manifesta inforti attacchi febbrili. A seconda del loro intervallo, ab-biamo la febbre quotidiana, terzana e quartana; questedue ultime sono le forme più comuni. È opinione gene-rale che i parassiti, i quali sono la causa di queste duefebbri intermittenti, appartengano a due forme differen-ti, quantunque la loro forma sia apparentemente la me-desima.

Una forma clinica speciale più grave è quella che ècausa delle così dette febbri estivo-autunnali, la qualevien detta perniciosa quando è accompagnata dalla mor-te dell’individuo colpito. – Ne è la causa un tipo specia-le di parassita (Laverania malariae), dalla forma semi-lunare e che la massima parte degli scienziati ritengonoidentica al parassita che cagiona la febbre perniciosa deitropici.

Conosciuto il parassita ed il modo d’infezione, erachiaro che la questione della malaria passasse dal campoteorico al campo pratico. È vero che dopo l’uso diffusodel chinino, il quale ha un’azione deleteria su questi pa-rassiti, si era fatto un gran passo nella terapia della ma-laria, ma pareva ancor più opportuno il prevenire l’infe-zione stessa, cosa che non era possibile sino a che non siconosceva con precisione l’agente inoculatore. Abbiamovisto come la malaria infetti l’uomo, e l’uomo infetti lamalaria. In sèguito a ciò, per evitare la diffusionedell’infezione, è necessario che gli ammalati malarici si

36

Page 37: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

tengano segregati in locali chiusi, affine d’evitare chegli Anopheles col pungerli non determinino un nuovofocolare d’ infezione. Il Celli giunse fino al punto diproporre l’istituzione di sanatori di isolamento e di sor-veglianza. Collo studio della malaria è progredito di paripasso lo studio della biologia dell'Anopheles e la manie-ra di distruggerlo. L'Anopheles, come vedemmo, si svi-luppa nell’acqua, e di giorno sta nascosto nel fogliamedegli alberi, fuggendo la luce troppo diffusa e conducen-do invece vita attiva di sera e nella notte. Inoltre le zan-zare non si alzano che di pochi metri sopra il livello delterreno, di modo che prediligono i locali a pian terreno.Gli antichi Romani, senza conoscere la causa della ma-lattia, tuttavia, forti dell’esperienza, cingevano di alti re-cinti il luogo ove dormivano gli schiavi nella campagnaromana, riuscendo in siffatta guisa a scongiurare il peri-colo del diffondersi della malattia.

Per diminuire il numero e il pericolo d’infezione oc-corre adunque distruggere nei pressi delle case nelle re-gioni malariche anche i più piccoli ristagni d’acqua, enei bacini più grandi annientare per mezzo di veleni (pe-trolio, Kerosene) lo sviluppo delle larve. Una secondamisura è quella di applicare delle reti metalliche alle fi-nestre, porte, ecc., impedendo così all'Anophelesl’ingresso. Chi è costretto a dormire all’aperto dovrà cir-condarsi di una specie di zanzariera in modo da avvilup-pare tutta la persona. Così mentre da prima si procedevaalla cieca, oggi che ci è noto l’intero sviluppo del paras-sita e la causa del suo contagio, si può procedere con vi-

37

tengano segregati in locali chiusi, affine d’evitare chegli Anopheles col pungerli non determinino un nuovofocolare d’ infezione. Il Celli giunse fino al punto diproporre l’istituzione di sanatori di isolamento e di sor-veglianza. Collo studio della malaria è progredito di paripasso lo studio della biologia dell'Anopheles e la manie-ra di distruggerlo. L'Anopheles, come vedemmo, si svi-luppa nell’acqua, e di giorno sta nascosto nel fogliamedegli alberi, fuggendo la luce troppo diffusa e conducen-do invece vita attiva di sera e nella notte. Inoltre le zan-zare non si alzano che di pochi metri sopra il livello delterreno, di modo che prediligono i locali a pian terreno.Gli antichi Romani, senza conoscere la causa della ma-lattia, tuttavia, forti dell’esperienza, cingevano di alti re-cinti il luogo ove dormivano gli schiavi nella campagnaromana, riuscendo in siffatta guisa a scongiurare il peri-colo del diffondersi della malattia.

Per diminuire il numero e il pericolo d’infezione oc-corre adunque distruggere nei pressi delle case nelle re-gioni malariche anche i più piccoli ristagni d’acqua, enei bacini più grandi annientare per mezzo di veleni (pe-trolio, Kerosene) lo sviluppo delle larve. Una secondamisura è quella di applicare delle reti metalliche alle fi-nestre, porte, ecc., impedendo così all'Anophelesl’ingresso. Chi è costretto a dormire all’aperto dovrà cir-condarsi di una specie di zanzariera in modo da avvilup-pare tutta la persona. Così mentre da prima si procedevaalla cieca, oggi che ci è noto l’intero sviluppo del paras-sita e la causa del suo contagio, si può procedere con vi-

37

Page 38: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

gore al risanamento, specialmente per mezzo delle boni-fiche igieniche di interi paesi. Quantunque la malaria siauna malattia mondiale, l’Italia ne è una figlia pur troppobeniamina. Si calcola che il numero dei colpiti nella pe-nisola sia di circa due milioni all’anno, con circa quindi-cimila morti. Ed è una malattia lunga, che può continua-re per anni. La perdita di lavoro e di produzione e lespese necessarie per questa malattia sommano a parec-chi milioni.

S’aggiungono, come dice il Clerici7, i danni indiretti:larghe estensioni di terreno restano incolte per operadella malaria, in altre plaghe la coltivazione, sempre percolpa della malaria, è forzatamente imperfetta. E dalpunto di vista della solidità nazionale, sappiasi che le re-gioni in cui più infierisce la malattia sono fra quelle chedànno maggior tributo alla emigrazione permanente.Cosicchè è giusto ripetere col Celli che la malaria costaannualmente all’Italia incalcolabili tesori. È certo chemolto s’è fatto, ma molto resta ancora da fare, ed è solocolla cooperazione e coll’appoggio morale e materialedelle persone che sono alla testa dell’amministrazionedel bene pubblico, che gli apostoli di questa nobile ideapotranno avere risultati pratici e duraturi. «Soltantol’opera concorde, paziente e continuata di tutti gl’italia-ni» esclamava il Grassi8 or son dieci anni in un suo di-scorso, «potrà condurre a questa meta nobilissima. I no-

7 CLERICI A., La Malaria, “Lettura”, Milano, 1901.8 B. GRASSI, La Malaria, Milano, 1900.

38

gore al risanamento, specialmente per mezzo delle boni-fiche igieniche di interi paesi. Quantunque la malaria siauna malattia mondiale, l’Italia ne è una figlia pur troppobeniamina. Si calcola che il numero dei colpiti nella pe-nisola sia di circa due milioni all’anno, con circa quindi-cimila morti. Ed è una malattia lunga, che può continua-re per anni. La perdita di lavoro e di produzione e lespese necessarie per questa malattia sommano a parec-chi milioni.

S’aggiungono, come dice il Clerici7, i danni indiretti:larghe estensioni di terreno restano incolte per operadella malaria, in altre plaghe la coltivazione, sempre percolpa della malaria, è forzatamente imperfetta. E dalpunto di vista della solidità nazionale, sappiasi che le re-gioni in cui più infierisce la malattia sono fra quelle chedànno maggior tributo alla emigrazione permanente.Cosicchè è giusto ripetere col Celli che la malaria costaannualmente all’Italia incalcolabili tesori. È certo chemolto s’è fatto, ma molto resta ancora da fare, ed è solocolla cooperazione e coll’appoggio morale e materialedelle persone che sono alla testa dell’amministrazionedel bene pubblico, che gli apostoli di questa nobile ideapotranno avere risultati pratici e duraturi. «Soltantol’opera concorde, paziente e continuata di tutti gl’italia-ni» esclamava il Grassi8 or son dieci anni in un suo di-scorso, «potrà condurre a questa meta nobilissima. I no-

7 CLERICI A., La Malaria, “Lettura”, Milano, 1901.8 B. GRASSI, La Malaria, Milano, 1900.

38

Page 39: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

stri padri, al prezzo della loro vita, hanno redenta l’Italiadalla servitù, noi dobbiamo redimerla dal male che tor-menta milioni d’italiani, che rende spopolate tanteestensioni di territorio, che ha trasformato un lembo diparadiso in un deserto.... Nessuno scopo può essere piùnobile e più grandioso di quello personificato dalla mi-tologia in una fatica d’Ercole: sollevare un intero paesedal flagello che l’opprime, rendendogli così la prosperi-tà per cui in epoche passate andò famoso».

Pare che la razza negra presenti una specie di immu-nità relativa alla malaria: secondo alcuni medici, i negrisono tre volte meno suscettibili di restare infetti deibianchi; alcuni vogliono trovarne la causa nell’azioneprotettrice del colore, altri nel grasso del quale molti sispalmano la pelle, altri ancora nell’odore disaggradevo-le che emana dal loro corpo, e che tien lontani quegli in-setti.

Non di rado gli Anopheles pungono i nostri animalidomestici, compresi i volatili. E se queste zanzare sonoinfette, i plasmodi della malaria penetrano nel sanguedell’animale punto senza però attaccare, comenell’uomo, i corpuscoli rossi, di modo che dopo brevetempo vanno a morire. Non è escluso però che alcunimammiferi (scimmie, pipistrelli) non vadano soggetti aforme simili di infezione, dovute a specie tipiche di pla-smodi che non attecchiscono in quella vece nell’uomo.

Un altro non meno pericoloso ospite del nostro san-gue è il Trypanosoma gambiense, che è la causa dellacosì detta malattia del sonno. Le prime notizie di questa

39

stri padri, al prezzo della loro vita, hanno redenta l’Italiadalla servitù, noi dobbiamo redimerla dal male che tor-menta milioni d’italiani, che rende spopolate tanteestensioni di territorio, che ha trasformato un lembo diparadiso in un deserto.... Nessuno scopo può essere piùnobile e più grandioso di quello personificato dalla mi-tologia in una fatica d’Ercole: sollevare un intero paesedal flagello che l’opprime, rendendogli così la prosperi-tà per cui in epoche passate andò famoso».

Pare che la razza negra presenti una specie di immu-nità relativa alla malaria: secondo alcuni medici, i negrisono tre volte meno suscettibili di restare infetti deibianchi; alcuni vogliono trovarne la causa nell’azioneprotettrice del colore, altri nel grasso del quale molti sispalmano la pelle, altri ancora nell’odore disaggradevo-le che emana dal loro corpo, e che tien lontani quegli in-setti.

Non di rado gli Anopheles pungono i nostri animalidomestici, compresi i volatili. E se queste zanzare sonoinfette, i plasmodi della malaria penetrano nel sanguedell’animale punto senza però attaccare, comenell’uomo, i corpuscoli rossi, di modo che dopo brevetempo vanno a morire. Non è escluso però che alcunimammiferi (scimmie, pipistrelli) non vadano soggetti aforme simili di infezione, dovute a specie tipiche di pla-smodi che non attecchiscono in quella vece nell’uomo.

Un altro non meno pericoloso ospite del nostro san-gue è il Trypanosoma gambiense, che è la causa dellacosì detta malattia del sonno. Le prime notizie di questa

39

Page 40: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

malattia rimontano appena a un secolo fa, e precisamen-te dalla Senegambia. – Più tardi poi questa si estese,probabilmente in sèguito al commercio degli schiavi,passando anche nel Brasile e nelle Antille. Tuttavial’Africa si può chiamare il paese classico di questa ma-lattia, dove si diffuse straordinariamente, in modo parti-colare nell’Africa centrale, e siccome il numero dellevittime coincide quasi perfettamente con quello dellepersone infette, essendo la malattia inesorabilmentemortale, esso raggiunse nell’ ultimo mezzo secolo cifrespaventevoli.

Già Livingstone avea notato che la causa di questamalattia era dipendente dalla puntura della mosca «Tse-tsè» (Glossina morsitans), senza però poter comprende-re la essenza del morbo. I singoli governi europei, chel'un dopo l’altro si spartivano l’Africa, preoccupati deldanno che derivava da un simile stato di cose, spedivanoCommissioni sopra Commissioni, ma sempre indarno,sino a che, nel 1902, toccò ad un medico italiano, il fio-rentino Aldo Castellani, che faceva parte della Commis-sione spedita dalla Società Reale di Londra, di constata-re in un negro, affetto da questa malattia, la presenza deiparassiti tanto ricercati.

La scoperta del celebre scienziato italiano fu unosprazzo di luce che permise di perfezionare le ricerche edi istradarle nel campo profilattico su la via giusta.

Il Trypanosoma gambiense è un piccolo protozoo dicirca due centesimi di millimetro di lunghezza (fig. 6),simile nella forma ad un verme, ma col contorno ondu-

40

malattia rimontano appena a un secolo fa, e precisamen-te dalla Senegambia. – Più tardi poi questa si estese,probabilmente in sèguito al commercio degli schiavi,passando anche nel Brasile e nelle Antille. Tuttavial’Africa si può chiamare il paese classico di questa ma-lattia, dove si diffuse straordinariamente, in modo parti-colare nell’Africa centrale, e siccome il numero dellevittime coincide quasi perfettamente con quello dellepersone infette, essendo la malattia inesorabilmentemortale, esso raggiunse nell’ ultimo mezzo secolo cifrespaventevoli.

Già Livingstone avea notato che la causa di questamalattia era dipendente dalla puntura della mosca «Tse-tsè» (Glossina morsitans), senza però poter comprende-re la essenza del morbo. I singoli governi europei, chel'un dopo l’altro si spartivano l’Africa, preoccupati deldanno che derivava da un simile stato di cose, spedivanoCommissioni sopra Commissioni, ma sempre indarno,sino a che, nel 1902, toccò ad un medico italiano, il fio-rentino Aldo Castellani, che faceva parte della Commis-sione spedita dalla Società Reale di Londra, di constata-re in un negro, affetto da questa malattia, la presenza deiparassiti tanto ricercati.

La scoperta del celebre scienziato italiano fu unosprazzo di luce che permise di perfezionare le ricerche edi istradarle nel campo profilattico su la via giusta.

Il Trypanosoma gambiense è un piccolo protozoo dicirca due centesimi di millimetro di lunghezza (fig. 6),simile nella forma ad un verme, ma col contorno ondu-

40

Page 41: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

lato, e provvisto di un ciglio che colle sue vibrazionipermette al parassita un continuo movimento nel sierodel sangue, entro il quale turbinando volteggia attorno aicorpuscoli rossi. Nello stesso liquido esso aumenta con-tinuamente di numero per mezzo di una divisione longi-tudinale. Pare che già nel sangue dell’uomo questi indi-vidui vadano differenziandosi nelle forme sessuali,come vedemmo nei plasmodi della malaria. Colla pun-tura della glossina essi giungono nel corpo di questamosca, nell’interno della quale compiono probabilmenteun ciclo simile a quello della malaria, poichè dei Tripa-nosomi sono stati trovati nelle glandole salivali dellamosca «Tte-tsé».

41

Fig. 6. – Il Tripanosoma della malattia del sonno.

lato, e provvisto di un ciglio che colle sue vibrazionipermette al parassita un continuo movimento nel sierodel sangue, entro il quale turbinando volteggia attorno aicorpuscoli rossi. Nello stesso liquido esso aumenta con-tinuamente di numero per mezzo di una divisione longi-tudinale. Pare che già nel sangue dell’uomo questi indi-vidui vadano differenziandosi nelle forme sessuali,come vedemmo nei plasmodi della malaria. Colla pun-tura della glossina essi giungono nel corpo di questamosca, nell’interno della quale compiono probabilmenteun ciclo simile a quello della malaria, poichè dei Tripa-nosomi sono stati trovati nelle glandole salivali dellamosca «Tte-tsé».

41

Fig. 6. – Il Tripanosoma della malattia del sonno.

Page 42: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

Sotto il nome di «Tte-tsé» si comprendono una decinacirca di specie, che appartengono allo stesso genere de’

42

Fig. 7. – La Glossina palpalis, l’inoculatrice dei tripanosomi dellamalattia del sonno.

Sotto il nome di «Tte-tsé» si comprendono una decinacirca di specie, che appartengono allo stesso genere de’

42

Fig. 7. – La Glossina palpalis, l’inoculatrice dei tripanosomi dellamalattia del sonno.

Page 43: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

ditteri. La maggior parte inoculano altre forme di Tripa-nosomi nei vertebrati a sangue caldo. Il Tripanosomadella malattia del sonno è inoculato dalla Glossina pal-palis (fig. 7); è questa una piccola mosca, grande pressoa poco come la nostra specie domestica; quando nonvola chiude le ali una sopra l’altra come le lame d’unpaio di forbici. – Pungono solo quando fa caldo, inmodo speciale quando splende il sole, e quando scopro-no la preda, sia essa rappresentata dall’uomo o da altrianimali, a seconda della specie, si precipitano sovra diessa con grande rapidità; si avvertono dal battito rapidodelle ali, colle quali producono un rumore, cui è dovutoanche il nome indigeno. Si posano sulla vittima legger-mente, fermandosi pochi secondi, tempo però che è piùche sufficiente per gonfiare di sangue il loro stomaco.Sono vivipare, poichè mettono al mondo delle larve bensviluppate, le quali ben presto si incrisalidano circon-dandosi di un bozzolo a guisa di botte. Abitanonell’Africa tropicale, preferendo i piccoli boschi e ce-spugli, mancano completamente lungo la costa e nellesteppe e deserti, e non oltrepassano mai i mille duecentometri sovra il livello del mare. Pungono sempreall’aperto, non penetrando mai nelle abitazioni. R. Kochcita il caso di una famiglia di cui tutti i membri che eser-citavano la pesca furono attaccati dal male, eccettuata lamadre, che restava a casa.

Dopo un intervallo indeterminato dalla puntura dellamosca, subentra nel paziente un forte dolor di testa ac-compagnato da febbre, che di solito viene attribuita ad

43

ditteri. La maggior parte inoculano altre forme di Tripa-nosomi nei vertebrati a sangue caldo. Il Tripanosomadella malattia del sonno è inoculato dalla Glossina pal-palis (fig. 7); è questa una piccola mosca, grande pressoa poco come la nostra specie domestica; quando nonvola chiude le ali una sopra l’altra come le lame d’unpaio di forbici. – Pungono solo quando fa caldo, inmodo speciale quando splende il sole, e quando scopro-no la preda, sia essa rappresentata dall’uomo o da altrianimali, a seconda della specie, si precipitano sovra diessa con grande rapidità; si avvertono dal battito rapidodelle ali, colle quali producono un rumore, cui è dovutoanche il nome indigeno. Si posano sulla vittima legger-mente, fermandosi pochi secondi, tempo però che è piùche sufficiente per gonfiare di sangue il loro stomaco.Sono vivipare, poichè mettono al mondo delle larve bensviluppate, le quali ben presto si incrisalidano circon-dandosi di un bozzolo a guisa di botte. Abitanonell’Africa tropicale, preferendo i piccoli boschi e ce-spugli, mancano completamente lungo la costa e nellesteppe e deserti, e non oltrepassano mai i mille duecentometri sovra il livello del mare. Pungono sempreall’aperto, non penetrando mai nelle abitazioni. R. Kochcita il caso di una famiglia di cui tutti i membri che eser-citavano la pesca furono attaccati dal male, eccettuata lamadre, che restava a casa.

Dopo un intervallo indeterminato dalla puntura dellamosca, subentra nel paziente un forte dolor di testa ac-compagnato da febbre, che di solito viene attribuita ad

43

Page 44: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

una forma di febbre malarica, e così anche curata; ne se-gue un grande indebolimento, specialmente alle gambe.Gli ammalati sfuggono la compagnia, si fanno misantro-pi e trascurano la pulizia del proprio corpo; si rinvengo-no di spesso nascosti nel folto di un cespuglio cogli oc-chi immoti e fissi in un punto. Soggetti a forti brividi difebbre, non cercano più un ricovero sotto la loro capan-na, ma stanno lungo tempo sotto al sole cocente, fissan-dolo come un benefattore. Il passo si fa sempre più in-certo, ed il corpo va soggetto ad un tremore generale. Laparola esce a stento, la lingua è sempre asciutta, el’appetito manca completamente; sollecitato, il pazienteapre la bocca per ricevere i bocconi immessi da qualchemano pietosa, ma questi alle volte indarno aspettano cheil malato li mastichi. Si capisce come l’organismo vadacosì continuamente deperendo e si manifesti un dima-grimento spaventoso. Gli ammalati vengono di solitosfuggiti da quella gente superstiziosa anche per il loroaspetto ributtante; le mosche sole si soffermano sulmuco che cola dal naso e dalla bocca. Più tardi cadonoin uno stato di sonnolenza quasi continua e, se svegliati,si trovano in uno stato di incoscienza quasi assoluta. Ilsonno si fa sempre più profondo ed a stento si riesce asvegliare l’ammalato; fino a che la morte pone treguaalla triste sorte di questi disgraziati.

Col progredire della malattia è stato constatato che ilnumero dei corpuscoli rossi diminuisce di circa un quar-to ed anche di più, aumentando invece il numero deileucociti; la temperatura del corpo discende anche rapi-

44

una forma di febbre malarica, e così anche curata; ne se-gue un grande indebolimento, specialmente alle gambe.Gli ammalati sfuggono la compagnia, si fanno misantro-pi e trascurano la pulizia del proprio corpo; si rinvengo-no di spesso nascosti nel folto di un cespuglio cogli oc-chi immoti e fissi in un punto. Soggetti a forti brividi difebbre, non cercano più un ricovero sotto la loro capan-na, ma stanno lungo tempo sotto al sole cocente, fissan-dolo come un benefattore. Il passo si fa sempre più in-certo, ed il corpo va soggetto ad un tremore generale. Laparola esce a stento, la lingua è sempre asciutta, el’appetito manca completamente; sollecitato, il pazienteapre la bocca per ricevere i bocconi immessi da qualchemano pietosa, ma questi alle volte indarno aspettano cheil malato li mastichi. Si capisce come l’organismo vadacosì continuamente deperendo e si manifesti un dima-grimento spaventoso. Gli ammalati vengono di solitosfuggiti da quella gente superstiziosa anche per il loroaspetto ributtante; le mosche sole si soffermano sulmuco che cola dal naso e dalla bocca. Più tardi cadonoin uno stato di sonnolenza quasi continua e, se svegliati,si trovano in uno stato di incoscienza quasi assoluta. Ilsonno si fa sempre più profondo ed a stento si riesce asvegliare l’ammalato; fino a che la morte pone treguaalla triste sorte di questi disgraziati.

Col progredire della malattia è stato constatato che ilnumero dei corpuscoli rossi diminuisce di circa un quar-to ed anche di più, aumentando invece il numero deileucociti; la temperatura del corpo discende anche rapi-

44

Page 45: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

damente, e nei giorni che precedono di poco la morte, èdi circa trentacinque gradi; la Commissione portoghesead Angola verificò in un caso che l’ammalato raggiun-geva appena i venticinque gradi9.

Mentre questa malattia fa strage nei negri, i bianchinon ne sono del tutto immuni, prova ne sia che dei me-dici stessi incaricati dello studio di questo morbo ne fu-rono attaccati; fra questi il giovane scienziato, il Dr.Kergallec, che il Governo francese aveva inviato alCongo per fare delle osservazioni su questa malattia. Enon è senza una intensa commozione che si legge il dia-rio di quest’umile eroe della scienza, che contiene la de-scrizione della malattia di cui fu quasi vittima lui stesso.Egli se ne tornò in Francia, e mentre attendeva i risultatidi una cura speciale su di lui praticata, scriveva: «Tuttopersuade a credere che essa avrà su di me una felice in-fluenza. Io spero nella mia guarigione, poichè non risen-tirò l’invincibile bisogno di dormire, che costituisce lafase terminale della malattia, quella contro la quale nonc’è rimedio possibile ed alla quale succede l’eterno son-no».

Il Tripanosoma gambiense, oltre che nel sanguedell’uomo, vive anche in quello delle scimmie, come s’èpotuto dimostrare facendo pungere questi animali damosche infette; le scimmie morirono con un intervalloche oscillò dai tre ai cinque mesi. Siccome per buona

9 MEUSE F. C., Die menschliche Trypanosomenkrankheit undafrikanische Schlafkrankheit, “Handb. f. Tropenkrankh.”, Bd. 3,Leipzig, 1906.

45

damente, e nei giorni che precedono di poco la morte, èdi circa trentacinque gradi; la Commissione portoghesead Angola verificò in un caso che l’ammalato raggiun-geva appena i venticinque gradi9.

Mentre questa malattia fa strage nei negri, i bianchinon ne sono del tutto immuni, prova ne sia che dei me-dici stessi incaricati dello studio di questo morbo ne fu-rono attaccati; fra questi il giovane scienziato, il Dr.Kergallec, che il Governo francese aveva inviato alCongo per fare delle osservazioni su questa malattia. Enon è senza una intensa commozione che si legge il dia-rio di quest’umile eroe della scienza, che contiene la de-scrizione della malattia di cui fu quasi vittima lui stesso.Egli se ne tornò in Francia, e mentre attendeva i risultatidi una cura speciale su di lui praticata, scriveva: «Tuttopersuade a credere che essa avrà su di me una felice in-fluenza. Io spero nella mia guarigione, poichè non risen-tirò l’invincibile bisogno di dormire, che costituisce lafase terminale della malattia, quella contro la quale nonc’è rimedio possibile ed alla quale succede l’eterno son-no».

Il Tripanosoma gambiense, oltre che nel sanguedell’uomo, vive anche in quello delle scimmie, come s’èpotuto dimostrare facendo pungere questi animali damosche infette; le scimmie morirono con un intervalloche oscillò dai tre ai cinque mesi. Siccome per buona

9 MEUSE F. C., Die menschliche Trypanosomenkrankheit undafrikanische Schlafkrankheit, “Handb. f. Tropenkrankh.”, Bd. 3,Leipzig, 1906.

45

Page 46: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

sorte le glossine non si estendono fuori della zona equa-toriale dell’Africa, così non c’è pericolo che questa ma-lattia si possa diffondere anche da noi per mezzo degliuomini infetti. Ciò è stato dimostrato nei numerosi de-cessi avvenuti in America e in Algeria di individui cheprovenivano direttamente dai luoghi infetti, e che innessun modo trasmisero la malattia ad altre persone; fat-to del resto che non abbisognava di questa pratica con-statazione, una volta messo in chiaro il ciclo vitale delparassita. Le misure prese per localizzare la malattianon hanno dato sin qui buoni risultati, in gran parte perla difficoltà di effettuarle, come pure non s’è trovato an-cora alcun rimedio specifico, come sarebbe il chininoper la malaria, atto ad arrestarne il male; s’è provato an-che con sieri senza tuttavia ritrarne un notevole vantag-gio. Ciò non vuol dire che l’opera concorde dei medicinon possa finire col trionfare anche su questo terribilemorbo10.

Fra i vermi troviamo parecchie specie differenti lequali occasionalmente dimorano nel sangue umano, mapoche che vi facciano un soggiorno prolungato. Fra que-sti merita menzione la Bilharzia haematobia, chiamatacosì perchè fu scoperta la prima volta nel 1852 da Bi-lharz, della scuola medica del Cairo. Questi vermi sonoa sessi staccati, ma perchè non abbiano a perdersi di vi-sta e mancare così alla necessaria opera della feconda-

10 Secondo Koch, le iniezioni di atoxyl avrebbero dato inquest’ultimo tempo buoni risultati.

46

sorte le glossine non si estendono fuori della zona equa-toriale dell’Africa, così non c’è pericolo che questa ma-lattia si possa diffondere anche da noi per mezzo degliuomini infetti. Ciò è stato dimostrato nei numerosi de-cessi avvenuti in America e in Algeria di individui cheprovenivano direttamente dai luoghi infetti, e che innessun modo trasmisero la malattia ad altre persone; fat-to del resto che non abbisognava di questa pratica con-statazione, una volta messo in chiaro il ciclo vitale delparassita. Le misure prese per localizzare la malattianon hanno dato sin qui buoni risultati, in gran parte perla difficoltà di effettuarle, come pure non s’è trovato an-cora alcun rimedio specifico, come sarebbe il chininoper la malaria, atto ad arrestarne il male; s’è provato an-che con sieri senza tuttavia ritrarne un notevole vantag-gio. Ciò non vuol dire che l’opera concorde dei medicinon possa finire col trionfare anche su questo terribilemorbo10.

Fra i vermi troviamo parecchie specie differenti lequali occasionalmente dimorano nel sangue umano, mapoche che vi facciano un soggiorno prolungato. Fra que-sti merita menzione la Bilharzia haematobia, chiamatacosì perchè fu scoperta la prima volta nel 1852 da Bi-lharz, della scuola medica del Cairo. Questi vermi sonoa sessi staccati, ma perchè non abbiano a perdersi di vi-sta e mancare così alla necessaria opera della feconda-

10 Secondo Koch, le iniezioni di atoxyl avrebbero dato inquest’ultimo tempo buoni risultati.

46

Page 47: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

zione, la femmina, che è il doppio del maschio, il qualeè lungo dai dodici ai quattordici millimetri, vive entrouna scanalatura del maschio, il così detto canale gineco-foro, sporgendo colle due parti estreme (fig. 8). Il suocorpo è più sottile, simile a un filo di seta e di color bru-no, mentre il maschio è di color più chiaro. Di rado sitrovano disuniti ed in tal caso prima della maturità ses-suale o dopo avvenuta la fecondazione, quando cioè lafemmina abbandona il suo compagno per deporre leuova nei vasi sanguigni più sottili, dove il maschio, datala sua grossezza, non potrebbe seguirla.

La Bilarzia vive nelle vene specialmente nella porta,nelle intestinali e renali e non di rado anche nel cuore,nel fegato e nei polmoni. Quantunque il suo sviluppo eil suo modo di infezione non ci sia ancora del tutto sve-lato, le uova, per poter svilupparsi, devono uscire dalcorpo umano e passare, come si suppone, nell’acqua.

Questo parassita è diffuso in tutta l’Africa settentrio-nale e nella Siria; più tardi, col commercio e coi mezzidi comunicazione fattisi sempre più rapidi, si è sparsoanche nella Cina e nell’America settentrionale. Ha unastrana predilezione per i maschi, quantunque non rispar-mi neppure le donne, specialmente le giovani; il Loos haconstatato che in due scuole del Cairo non meno deltrenta per cento degli scolari ne erano infetti. Sonsino èdell’opinione che un terzo degli abitanti dell’Egitto sia-no attaccati da questo parassita. La Bilarzia producesull’uomo dei gravi disturbi, specialmente negli organidella secrezione e nell’intestino; si suppone che ciò di-

47

zione, la femmina, che è il doppio del maschio, il qualeè lungo dai dodici ai quattordici millimetri, vive entrouna scanalatura del maschio, il così detto canale gineco-foro, sporgendo colle due parti estreme (fig. 8). Il suocorpo è più sottile, simile a un filo di seta e di color bru-no, mentre il maschio è di color più chiaro. Di rado sitrovano disuniti ed in tal caso prima della maturità ses-suale o dopo avvenuta la fecondazione, quando cioè lafemmina abbandona il suo compagno per deporre leuova nei vasi sanguigni più sottili, dove il maschio, datala sua grossezza, non potrebbe seguirla.

La Bilarzia vive nelle vene specialmente nella porta,nelle intestinali e renali e non di rado anche nel cuore,nel fegato e nei polmoni. Quantunque il suo sviluppo eil suo modo di infezione non ci sia ancora del tutto sve-lato, le uova, per poter svilupparsi, devono uscire dalcorpo umano e passare, come si suppone, nell’acqua.

Questo parassita è diffuso in tutta l’Africa settentrio-nale e nella Siria; più tardi, col commercio e coi mezzidi comunicazione fattisi sempre più rapidi, si è sparsoanche nella Cina e nell’America settentrionale. Ha unastrana predilezione per i maschi, quantunque non rispar-mi neppure le donne, specialmente le giovani; il Loos haconstatato che in due scuole del Cairo non meno deltrenta per cento degli scolari ne erano infetti. Sonsino èdell’opinione che un terzo degli abitanti dell’Egitto sia-no attaccati da questo parassita. La Bilarzia producesull’uomo dei gravi disturbi, specialmente negli organidella secrezione e nell’intestino; si suppone che ciò di-

47

Page 48: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

penda da una specie di intossicazione del sangue, quan-tunque anche le uova contribuiscano non poco ad altera-zioni patologiche assai gravi. Nei pazienti l’orina escemescolata al sangue, provocando talvolta delle fistolevescicali dolorose e pericolose; anche nell’intestino av-vengono delle emorragie accompagnate non di rado davegetazioni polipose. La malattia può ad ogni modoprolungarsi per parecchi anni e portare ad un indeboli-mento generale dell’organismo, sino alla morte.

Siccome i vari sistemi di curanon hanno dato sin qui buoni ri-sultati, la profilassi migliore èquella di astenersi dal bere acquanon filtrata nei paesi infetti. I Gre-ci, ad esempio, che vivono inEgitto, i quali bevono solamenteacqua filtrata, sono completamen-te esenti da questa malattia. A taleconsiglio devono attenersi i viag-giatori ed ancor più quelli che inquei paesi prendon dimora pro-lungata. Parecchi soldati italianidell’Eritrea hanno esperimentato ibrutti effetti di questo parassita; lostesso dicasi delle truppe inglesidurante la guerra boera; le truppeitaliane, chiamate a fare della Li-bia un paese italiano, sanno ora a

48

Fig. 8. – La Bilharzia hae-matobia; il maschio, piùgrosso, porta nel canale gi-necoforo la femmina piùsottile e più lunga.

penda da una specie di intossicazione del sangue, quan-tunque anche le uova contribuiscano non poco ad altera-zioni patologiche assai gravi. Nei pazienti l’orina escemescolata al sangue, provocando talvolta delle fistolevescicali dolorose e pericolose; anche nell’intestino av-vengono delle emorragie accompagnate non di rado davegetazioni polipose. La malattia può ad ogni modoprolungarsi per parecchi anni e portare ad un indeboli-mento generale dell’organismo, sino alla morte.

Siccome i vari sistemi di curanon hanno dato sin qui buoni ri-sultati, la profilassi migliore èquella di astenersi dal bere acquanon filtrata nei paesi infetti. I Gre-ci, ad esempio, che vivono inEgitto, i quali bevono solamenteacqua filtrata, sono completamen-te esenti da questa malattia. A taleconsiglio devono attenersi i viag-giatori ed ancor più quelli che inquei paesi prendon dimora pro-lungata. Parecchi soldati italianidell’Eritrea hanno esperimentato ibrutti effetti di questo parassita; lostesso dicasi delle truppe inglesidurante la guerra boera; le truppeitaliane, chiamate a fare della Li-bia un paese italiano, sanno ora a

48

Fig. 8. – La Bilharzia hae-matobia; il maschio, piùgrosso, porta nel canale gi-necoforo la femmina piùsottile e più lunga.

Page 49: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

quali norme debbono attenersi affine di evitare questomorbo pericoloso.

In alcune provincie del Giappone si trova diffusa unaspecie più piccola di Bilarzia (Schistosomum japoni-cum), che vive specialmente nelle vene del mesenterio,ed è causa di ingrossamenti della milza e del fegato conesito non di rado letale.

49

Fig. 9. – Larve della Filaria bancrofti nel sangue dell’uomo.

quali norme debbono attenersi affine di evitare questomorbo pericoloso.

In alcune provincie del Giappone si trova diffusa unaspecie più piccola di Bilarzia (Schistosomum japoni-cum), che vive specialmente nelle vene del mesenterio,ed è causa di ingrossamenti della milza e del fegato conesito non di rado letale.

49

Fig. 9. – Larve della Filaria bancrofti nel sangue dell’uomo.

Page 50: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

Un altro piccolo verme che dimora unicamente nelsangue dell’uomo, per buona sorte fuori dell’Europa, èla Filaria bancrofti (fig. 9). Sono questi dei vermi fili-formi, che raggiungono nel maschio la lunghezza diquaranta millimetri e nella femmina il doppio. Mentre leforme adulte vivono nei vasi linfatici, le loro larve, lun-ghe un paio di decimi di millimetro, si rinvengono innumero di parecchi milioni nel sangue umano. E, fattoche da prima parve molto strano, questi parassiti si rin-vengono nei capillari del sangue solo di notte, e scom-paiono completamente di giorno. O meglio così si cre-deva, poichè la presenza della Filaria nei vasi perifericinon si manifesta nel fatto piuttosto la notte che il giorno,sibbene dipende dalla veglia o dal sonno del paziente.Facendosi durante la notte i vasi sanguigni più larghialla periferia, e precisamente mentre l’ospite dorme,permettono l’accesso a questi parassiti, cosa che non siverifica nello stato di veglia, durante il quale i capillarisi restringono.

E ciò è stato pienamente confermato dal fatto chequando gli affetti della Filaria invertono l’ordine natura-le, dormendo di giorno e vegliando di notte, anche le Fi-larie scompaiono apparentemente di notte e viceversa.In realtà queste si ritirano allora nei grandi vasi centrali.Ed ecco scendere in lizza un insetto di cui abbiamo giàfatto conoscenza: le zanzare, in entrambi i generi di Cu-lex e Anopheles; queste, col succhiare il sangue infetto,assorbono anche le giovani Filarie, le quali per tale re-pentino cambiamento di dimora non si scompongono af-

50

Un altro piccolo verme che dimora unicamente nelsangue dell’uomo, per buona sorte fuori dell’Europa, èla Filaria bancrofti (fig. 9). Sono questi dei vermi fili-formi, che raggiungono nel maschio la lunghezza diquaranta millimetri e nella femmina il doppio. Mentre leforme adulte vivono nei vasi linfatici, le loro larve, lun-ghe un paio di decimi di millimetro, si rinvengono innumero di parecchi milioni nel sangue umano. E, fattoche da prima parve molto strano, questi parassiti si rin-vengono nei capillari del sangue solo di notte, e scom-paiono completamente di giorno. O meglio così si cre-deva, poichè la presenza della Filaria nei vasi perifericinon si manifesta nel fatto piuttosto la notte che il giorno,sibbene dipende dalla veglia o dal sonno del paziente.Facendosi durante la notte i vasi sanguigni più larghialla periferia, e precisamente mentre l’ospite dorme,permettono l’accesso a questi parassiti, cosa che non siverifica nello stato di veglia, durante il quale i capillarisi restringono.

E ciò è stato pienamente confermato dal fatto chequando gli affetti della Filaria invertono l’ordine natura-le, dormendo di giorno e vegliando di notte, anche le Fi-larie scompaiono apparentemente di notte e viceversa.In realtà queste si ritirano allora nei grandi vasi centrali.Ed ecco scendere in lizza un insetto di cui abbiamo giàfatto conoscenza: le zanzare, in entrambi i generi di Cu-lex e Anopheles; queste, col succhiare il sangue infetto,assorbono anche le giovani Filarie, le quali per tale re-pentino cambiamento di dimora non si scompongono af-

50

Page 51: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

fatto e, qualora ben inteso la temperatura non scendasotto i ventiquattro centigradi, da questa oscura prigio-ne, che è lo stomaco delle zanzare, attraversando lamembrana, arrivano nella musculatura del petto. Qui siconcedono un po’ di riposo, aumentando sensibilmentein lunghezza; dopo circa un mese nasce in loro la nostal-gia della vita errabonda, si portano nella bocca dellazanzara, e approfittando della prima occasione in cuiquest’insetto per saziare la fame punge l’uomo, passanoin tale maniera nel sangue umano.

Perchè adunque le Filarie possano raggiungere il lorocompleto sviluppo, occorre ch’esse giungano in un datotempo della loro vita larvale nell’interno del corpo dellazanzara. Una piccola minoranza di scienziati, a questomodo d’infezione vorrebbe anche aggiungere l’infezio-ne per mezzo dell’acqua. Essi cioè sono dell’opinioneche i cadaveri delle zanzare infette sollecitino l’uscitadelle larve dalla Filaria, le quali arriverebbero assiemeall’acqua nello stomaco dell'uomo e di lì negli organidella circolazione; questa seconda forma d’infezionenon è accertata scientificamente e si mantiene nella for-ma di una supposizione. La Filaria bancrofti è diffusa intutte le parti del mondo eccettuata l’Europa.

Nel corpo dell'uomo le Filarie sono la causa di gravidisturbi. L’ammalato soffre di una forte anemia, accom-pagnata da una grande debolezza, gli si formano deigonfiamenti nelle glandole linfatiche grosse come la te-sta di un bambino e anche più, come nei molteplici casipatologici conosciuti sotto il nome di Elefantiasi; quan-

51

fatto e, qualora ben inteso la temperatura non scendasotto i ventiquattro centigradi, da questa oscura prigio-ne, che è lo stomaco delle zanzare, attraversando lamembrana, arrivano nella musculatura del petto. Qui siconcedono un po’ di riposo, aumentando sensibilmentein lunghezza; dopo circa un mese nasce in loro la nostal-gia della vita errabonda, si portano nella bocca dellazanzara, e approfittando della prima occasione in cuiquest’insetto per saziare la fame punge l’uomo, passanoin tale maniera nel sangue umano.

Perchè adunque le Filarie possano raggiungere il lorocompleto sviluppo, occorre ch’esse giungano in un datotempo della loro vita larvale nell’interno del corpo dellazanzara. Una piccola minoranza di scienziati, a questomodo d’infezione vorrebbe anche aggiungere l’infezio-ne per mezzo dell’acqua. Essi cioè sono dell’opinioneche i cadaveri delle zanzare infette sollecitino l’uscitadelle larve dalla Filaria, le quali arriverebbero assiemeall’acqua nello stomaco dell'uomo e di lì negli organidella circolazione; questa seconda forma d’infezionenon è accertata scientificamente e si mantiene nella for-ma di una supposizione. La Filaria bancrofti è diffusa intutte le parti del mondo eccettuata l’Europa.

Nel corpo dell'uomo le Filarie sono la causa di gravidisturbi. L’ammalato soffre di una forte anemia, accom-pagnata da una grande debolezza, gli si formano deigonfiamenti nelle glandole linfatiche grosse come la te-sta di un bambino e anche più, come nei molteplici casipatologici conosciuti sotto il nome di Elefantiasi; quan-

51

Page 52: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

tunque molti medici non ritengano che queste malattiedipendano esclusivamente dalla Filaria. Un’altra formadi malattia causata dalla Filaria è la linfuria, cioè l’emis-sione del liquido linfatico insieme all’orina, che presen-ta un aspetto lattiginoso ed una tendenza a coagularsi, sìche la sua emissione si fa oltremodo difficile.

La profilassi della Filaria ha molti punti di analogiacon quella della malaria: proteggersi adunque dalle pun-ture delle zanzare come cura preventiva, e guardarsi dalbere acque inquinate. Per gli ammalati occorre l’azionedel medico e talora anche del chirurgo.

Oltre della Filaria bancrofti altre specie di Filarie vi-vono parassite nel sangue umano, come la Filaria per-stans, ritenuta da principio la causa della malattia delsonno, ed altre ancora, senza che però queste producanonell’ospite notevoli disturbi.

52

tunque molti medici non ritengano che queste malattiedipendano esclusivamente dalla Filaria. Un’altra formadi malattia causata dalla Filaria è la linfuria, cioè l’emis-sione del liquido linfatico insieme all’orina, che presen-ta un aspetto lattiginoso ed una tendenza a coagularsi, sìche la sua emissione si fa oltremodo difficile.

La profilassi della Filaria ha molti punti di analogiacon quella della malaria: proteggersi adunque dalle pun-ture delle zanzare come cura preventiva, e guardarsi dalbere acque inquinate. Per gli ammalati occorre l’azionedel medico e talora anche del chirurgo.

Oltre della Filaria bancrofti altre specie di Filarie vi-vono parassite nel sangue umano, come la Filaria per-stans, ritenuta da principio la causa della malattia delsonno, ed altre ancora, senza che però queste producanonell’ospite notevoli disturbi.

52

Page 53: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

CAPITOLO III.Altri parassiti interni dell’uomo.

Protozoi parassiti. – Fra Distomi e Tenie. – Non baciate i cani. –La metamorfosi dell’Anguillula. – Il Dragoncello di Medina. –Le Trichine. – L’anemia dei minatori. – Vermi e bambini. – Ilprurito dell’ossiuro. – Vermi e appendicite. – Mosche antropo -faghe. – Le insidie del formaggio pecorino.

Il numero dei parassiti dell’uomo, facendo astrazioneda circa duecento trenta specie di zanzare, è di circacento novanta; siccome però gran parte di questi sonorari od occasionali, i veri parassiti arrivano al centinaio,dei quali solo una cinquantina sono propri degli Euro-pei. Tra questi, una ventina circa hanno una certa impor-tanza per la loro frequenza o per i danni che recanoall’organismo umano; la maggior parte sono parassiti in-terni, come quelli del sangue, dei quali ho già fatto cen-no nel capitolo antecedente.

Nessuna parte del corpo umano viene risparmiata daiparassiti; raramente s’incontrano nelle ossa; altri organi

53

CAPITOLO III.Altri parassiti interni dell’uomo.

Protozoi parassiti. – Fra Distomi e Tenie. – Non baciate i cani. –La metamorfosi dell’Anguillula. – Il Dragoncello di Medina. –Le Trichine. – L’anemia dei minatori. – Vermi e bambini. – Ilprurito dell’ossiuro. – Vermi e appendicite. – Mosche antropo -faghe. – Le insidie del formaggio pecorino.

Il numero dei parassiti dell’uomo, facendo astrazioneda circa duecento trenta specie di zanzare, è di circacento novanta; siccome però gran parte di questi sonorari od occasionali, i veri parassiti arrivano al centinaio,dei quali solo una cinquantina sono propri degli Euro-pei. Tra questi, una ventina circa hanno una certa impor-tanza per la loro frequenza o per i danni che recanoall’organismo umano; la maggior parte sono parassiti in-terni, come quelli del sangue, dei quali ho già fatto cen-no nel capitolo antecedente.

Nessuna parte del corpo umano viene risparmiata daiparassiti; raramente s’incontrano nelle ossa; altri organi

53

Page 54: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

sono al contrario prediletti da questa schiera di insidia-tori del nostro organismo, in modo speciale l’intestino eil fegato. Il modo d’infezione varia a seconda delle spe-cie; molti, similmente a quelli del sangue, hanno biso-gno, per compiere il loro ciclo vitale, di un ospite inter-medio, ed in molti casi questo è fornito dall’uomo stes-so. La maggior parte delle infezioni avviene per mezzodelle immondizie del cibo o dell’acqua; gran parte han-no pure gli animali domestici: il solo cane ne può tra-smettere sedici specie differenti.

Nella loro descrizione io mi terrò alle specie più dif-fuse e più importanti, incominciando dalle più sempliciper finire colle più complesse.

Nel gruppo dei parassiti unicellulari, tra i quali cisono ormai noti i plasmodi della malaria e i tripanosomi,troviamo delle forme così semplici da rassomigliaremolto ai microbi, che, come si sa, costituiscono un grup-po collaterale a quello dei funghi, come la Spirochaetepallida, la quale è la causa della sifilide, i cui microor-ganismi i naturalisti non sono ancora d’accordo se ascri-vere al regno animale o a quello vegetale.

Appena nelle amebe troviamo i caratteri propri dellavita animale. Sono queste dei piccoli esseri, che in sè-guito alle contrazioni del protoplasma variano continua-mente di forma, simili in questo ai corpuscoli bianchidel nostro sangue.

Tra queste alcune sono dei veri parassiti dell’uomo,come la Entamoeba coli, la ameba più diffusa nell’inte-stino umano (più del cinquanta per cento); essa vive per

54

sono al contrario prediletti da questa schiera di insidia-tori del nostro organismo, in modo speciale l’intestino eil fegato. Il modo d’infezione varia a seconda delle spe-cie; molti, similmente a quelli del sangue, hanno biso-gno, per compiere il loro ciclo vitale, di un ospite inter-medio, ed in molti casi questo è fornito dall’uomo stes-so. La maggior parte delle infezioni avviene per mezzodelle immondizie del cibo o dell’acqua; gran parte han-no pure gli animali domestici: il solo cane ne può tra-smettere sedici specie differenti.

Nella loro descrizione io mi terrò alle specie più dif-fuse e più importanti, incominciando dalle più sempliciper finire colle più complesse.

Nel gruppo dei parassiti unicellulari, tra i quali cisono ormai noti i plasmodi della malaria e i tripanosomi,troviamo delle forme così semplici da rassomigliaremolto ai microbi, che, come si sa, costituiscono un grup-po collaterale a quello dei funghi, come la Spirochaetepallida, la quale è la causa della sifilide, i cui microor-ganismi i naturalisti non sono ancora d’accordo se ascri-vere al regno animale o a quello vegetale.

Appena nelle amebe troviamo i caratteri propri dellavita animale. Sono queste dei piccoli esseri, che in sè-guito alle contrazioni del protoplasma variano continua-mente di forma, simili in questo ai corpuscoli bianchidel nostro sangue.

Tra queste alcune sono dei veri parassiti dell’uomo,come la Entamoeba coli, la ameba più diffusa nell’inte-stino umano (più del cinquanta per cento); essa vive per

54

Page 55: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

lo più quale commensale senza produrre alcun danno.Una volta si credeva che fosse la causa della dissenteria,mentre ora ci è noto che in Europa questa è originata daun bacillo. Al contrario, le dissenterie, tanto funeste neipaesi tropicali, sono provocate da una vera ameba,l'Entamoeba hystolitica (fig. 10), la quale si accumula inmasse enormi lungo l’intestino degli ammalati. Esse di-struggono parzialmente anche la mucosa intestinale pro-ducendo emorragie e suppurazioni pericolose. Non dirado nelle forme più acute la malattia ha sèguito letale.

Un’altra, l'Entamoeba buccalis, è stata riscontrata aTrieste e a Rovigno nella cavità boccale di persone cheaveano i denti cariati; sulla sua azione, più o meno dan-nosa all'uomo, mancano ancora osservazioni precise.

55

Fig. 10. – Entamoeba hystoliticapiena di corpuscoli rossi (daRUGE).

lo più quale commensale senza produrre alcun danno.Una volta si credeva che fosse la causa della dissenteria,mentre ora ci è noto che in Europa questa è originata daun bacillo. Al contrario, le dissenterie, tanto funeste neipaesi tropicali, sono provocate da una vera ameba,l'Entamoeba hystolitica (fig. 10), la quale si accumula inmasse enormi lungo l’intestino degli ammalati. Esse di-struggono parzialmente anche la mucosa intestinale pro-ducendo emorragie e suppurazioni pericolose. Non dirado nelle forme più acute la malattia ha sèguito letale.

Un’altra, l'Entamoeba buccalis, è stata riscontrata aTrieste e a Rovigno nella cavità boccale di persone cheaveano i denti cariati; sulla sua azione, più o meno dan-nosa all'uomo, mancano ancora osservazioni precise.

55

Fig. 10. – Entamoeba hystoliticapiena di corpuscoli rossi (daRUGE).

Page 56: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

Altre specie si sono trovate nei polmoni, nell’orina, sul-la cui azione patogena noi sappiamo ancor poco.

Tra i flagellati, protozoi provvisti di poche ciglia vi-bratili sul tipo dei tripanosomi, il Trichomonas intesti-nalis (fig. 11) è un protozoo diffuso nell’intestinodell’uomo, senza però che esso sia la causa di specialidisturbi; più di rado si trova nello stomaco, e, pare, soloquando lo stesso sia affetto da qualche carcinoma, dimodo che la sua presenza sarebbe un indizio importantenella diagnosi di questa malattia. Altre forme affini sisono rinvenute, oltre che nell’intestino, anche nei pol-moni e nell’orina, ma in casi sporadici e senza conse-guenze patologiche speciali.

Alla stessa stregua si può anche considerare il Balan-tidium coli (fig. 11), un piccolo ciliato, il quale fu trova-

56

Fig. 11. – Protozoi parassiti dell’uomo.a) Trichomonas intestinalis; b) Balantidium coli.

Altre specie si sono trovate nei polmoni, nell’orina, sul-la cui azione patogena noi sappiamo ancor poco.

Tra i flagellati, protozoi provvisti di poche ciglia vi-bratili sul tipo dei tripanosomi, il Trichomonas intesti-nalis (fig. 11) è un protozoo diffuso nell’intestinodell’uomo, senza però che esso sia la causa di specialidisturbi; più di rado si trova nello stomaco, e, pare, soloquando lo stesso sia affetto da qualche carcinoma, dimodo che la sua presenza sarebbe un indizio importantenella diagnosi di questa malattia. Altre forme affini sisono rinvenute, oltre che nell’intestino, anche nei pol-moni e nell’orina, ma in casi sporadici e senza conse-guenze patologiche speciali.

Alla stessa stregua si può anche considerare il Balan-tidium coli (fig. 11), un piccolo ciliato, il quale fu trova-

56

Fig. 11. – Protozoi parassiti dell’uomo.a) Trichomonas intestinalis; b) Balantidium coli.

Page 57: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

to nell’intestino crasso dell’uomo ed in quello del maia-le, dal quale animale si crede anche provenga l’infezio-ne. Alcuni medici sono dell’opinione che questo piccoloprotozoo sia la causa di infezioni catarrali dell’intestino,mentre nel maiale non produrrebbero alterazione alcuna.

Tra i vermi troviamo, come già dissi, la schiera piùnumerosa dei nostri parassiti interni. Non è mia inten-zione di farne un’elencazione sistematica, sibbene diesporre succintamente la biologia delle forme più diffu-se e più pericolose per l'uomo.

57

Fig. 12. – Due vermi parassiti dell’uomo.a) Distomum hepaticum; b) Opistorchis felineus.

to nell’intestino crasso dell’uomo ed in quello del maia-le, dal quale animale si crede anche provenga l’infezio-ne. Alcuni medici sono dell’opinione che questo piccoloprotozoo sia la causa di infezioni catarrali dell’intestino,mentre nel maiale non produrrebbero alterazione alcuna.

Tra i vermi troviamo, come già dissi, la schiera piùnumerosa dei nostri parassiti interni. Non è mia inten-zione di farne un’elencazione sistematica, sibbene diesporre succintamente la biologia delle forme più diffu-se e più pericolose per l'uomo.

57

Fig. 12. – Due vermi parassiti dell’uomo.a) Distomum hepaticum; b) Opistorchis felineus.

Page 58: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

Il Distoma epatico (Distomum hepaticum) (figura 12),è un verme appiattito, lungo dai due ai quattro centime-tri, diffuso specialmente nel bestiame, nel quale deter-mina una grave malattia, la cachessia verminosa, checausa la distruzione di intere mandre. E provvisto di dueventose, una boccale e una addominale, colle quali sitiene fissato alle pareti degli organi, che costituiscono ilsuo soggiorno prediletto. Il Distoma è un animale erma-frodita e il suo sviluppo si compie in una grande varietàdi ambienti differenti. Le sue uova, che si schiudononell’acqua, dànno origine ad una piccola larva cigliata,la quale nuota agilmente in cerca del suo primo ospite,costituito da una chiocciola acquatica, la Limnea. Giun-ta nell’interno della stessa, incomincia una trasforma-zione, per cui il giovane parassita viene ridotto ad unaspecie di sacchetto ripieno di piccoli animaletti: le Re-die, che ivi si sono generate per gemmazione. Queste,nella stessa guisa della forma madre, dànno origine nelloro interno a nuovi figlioli, le Cercarie, provviste diuna lunga coda e di due ventose; le quali finalmente siliberano dal corpo del mollusco e nuotano nell’acqua,cercando di penetrare per mezzo della loro codanell’interno delle larve degli artropodi per incistarsi.

Questo secondo inquilino non è del resto necessario,poichè in molti casi le Cercarie si incistano direttamen-te, rivestendosi di una membrana protettrice, e si posanosulle piante acquatiche. Insieme a queste giungono cosìnello stomaco e nel duodeno degli erbivori, e risalendoil condotto coledoco giungono nel fegato, dove diventa-

58

Il Distoma epatico (Distomum hepaticum) (figura 12),è un verme appiattito, lungo dai due ai quattro centime-tri, diffuso specialmente nel bestiame, nel quale deter-mina una grave malattia, la cachessia verminosa, checausa la distruzione di intere mandre. E provvisto di dueventose, una boccale e una addominale, colle quali sitiene fissato alle pareti degli organi, che costituiscono ilsuo soggiorno prediletto. Il Distoma è un animale erma-frodita e il suo sviluppo si compie in una grande varietàdi ambienti differenti. Le sue uova, che si schiudononell’acqua, dànno origine ad una piccola larva cigliata,la quale nuota agilmente in cerca del suo primo ospite,costituito da una chiocciola acquatica, la Limnea. Giun-ta nell’interno della stessa, incomincia una trasforma-zione, per cui il giovane parassita viene ridotto ad unaspecie di sacchetto ripieno di piccoli animaletti: le Re-die, che ivi si sono generate per gemmazione. Queste,nella stessa guisa della forma madre, dànno origine nelloro interno a nuovi figlioli, le Cercarie, provviste diuna lunga coda e di due ventose; le quali finalmente siliberano dal corpo del mollusco e nuotano nell’acqua,cercando di penetrare per mezzo della loro codanell’interno delle larve degli artropodi per incistarsi.

Questo secondo inquilino non è del resto necessario,poichè in molti casi le Cercarie si incistano direttamen-te, rivestendosi di una membrana protettrice, e si posanosulle piante acquatiche. Insieme a queste giungono cosìnello stomaco e nel duodeno degli erbivori, e risalendoil condotto coledoco giungono nel fegato, dove diventa-

58

Page 59: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

no sessualmente mature. Nell’uomo questo parassita èstato riscontrato di rado, l’infezione avviene col cibarsidi piante acquatiche infette (Nasturtium officinale, Car-damine amara). Secondo A. Khouri11 questo distoma sa-rebbe abbastanza diffuso nelle popolazioni del Libano,ove si troverebbe anzichè nel fegato, nella faringe.L’infezione avviene presumibilmente col cibarsi da par-te di queste popolazioni del fegato della capra. Parte diquesti parassiti, anzichè arrivare nello stomaco, doveperirebbero, si fermano sulla mucosa della faringe, dan-do origine ad infiammazioni e congestioni pericolose,non di rado accompagnate dalla morte.

Ancor più raro negli uomini e altrettanto diffuso neglierbivori è il Distoma lanceolato, che vive nei condottibiliari, talvolta associato all’epatico. Un’altra specie af-fine, l'Opistorchis felineus (fig. 12b), è invece relativa-mente diffuso in tutta l’Asia; a Tomsk, in Siberia, è statoriscontrato in una percentuale assai alta. Vive nelle glan-dole epatiche e talvolta assai numeroso. Katsurada12, nelGiappone, ne contò in un individuo, tremila quattrocen-to sessantun individui, e Blanchard in un Annamita oltredieci mila.

Le infiammazioni prodotte nel fegato da questo pa-rassita hanno non di rado conseguenze letali. Esso è an-

11 BRAUN, Die Tierischen Parasiten des Menschen, Würzburg,1908.

12 LOOS A., Von Würmen und Arthropoden hervorgerufenenKrankheiten. “Handbuch fur Tropenkrankh.” Bd. I, Leipzig,1905.

59

no sessualmente mature. Nell’uomo questo parassita èstato riscontrato di rado, l’infezione avviene col cibarsidi piante acquatiche infette (Nasturtium officinale, Car-damine amara). Secondo A. Khouri11 questo distoma sa-rebbe abbastanza diffuso nelle popolazioni del Libano,ove si troverebbe anzichè nel fegato, nella faringe.L’infezione avviene presumibilmente col cibarsi da par-te di queste popolazioni del fegato della capra. Parte diquesti parassiti, anzichè arrivare nello stomaco, doveperirebbero, si fermano sulla mucosa della faringe, dan-do origine ad infiammazioni e congestioni pericolose,non di rado accompagnate dalla morte.

Ancor più raro negli uomini e altrettanto diffuso neglierbivori è il Distoma lanceolato, che vive nei condottibiliari, talvolta associato all’epatico. Un’altra specie af-fine, l'Opistorchis felineus (fig. 12b), è invece relativa-mente diffuso in tutta l’Asia; a Tomsk, in Siberia, è statoriscontrato in una percentuale assai alta. Vive nelle glan-dole epatiche e talvolta assai numeroso. Katsurada12, nelGiappone, ne contò in un individuo, tremila quattrocen-to sessantun individui, e Blanchard in un Annamita oltredieci mila.

Le infiammazioni prodotte nel fegato da questo pa-rassita hanno non di rado conseguenze letali. Esso è an-

11 BRAUN, Die Tierischen Parasiten des Menschen, Würzburg,1908.

12 LOOS A., Von Würmen und Arthropoden hervorgerufenenKrankheiten. “Handbuch fur Tropenkrankh.” Bd. I, Leipzig,1905.

59

Page 60: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

cor più diffuso nel gatto e, quantunque non ci sia notoappieno il suo ciclo vitale, si sa che presceglie qualeospite intermedio alcune specie di pesci, della cui carnecibandosi resterebbero facilmente infetti tanto l’uomoquanto il gatto.

In certe provincie del Giappone è assai diffuso il Di-stomum pulmonare. Oltre che nell’uomo è stato trovatonella tigre reale; vive nelle cavità dei polmoni e può es-ser pericoloso perchè alle volte è causa di emorragie do-vute a parziali rotture dei vasi polmonari. Scrive ilBaelz13 che in un paese del Giappone quasi tutti gli abi-tanti ne sono affetti. In una famiglia lo riscontrò nel pa-dre, nella madre, nel figlio, nel cognato e nella serva.Constatò la loro presenza persino in un principe dellafamiglia reale di Corea, che si trovava a Tokio, e che eraper l’innanzi considerato come tubercoloso, perchè daotto anni andava soggetto, a sputi sanguigni.

Fra i parassiti più noti e più diffusi le Tenie meritanocerto un posto preponderante. Sono queste dei vermi piùo meno lunghi, da un millimetro sino a sei e più metri,ma che hanno quale carattere comune quella catena stro-bilacea formata di un numero più o meno grande dianelli. La testa porta talora delle ventose e degli uncini,che servono a fissarsi fortemente ai villi intestinali, se-guono gli anelli detti proglottidi, i quali coll’allontanarsidalla testa si fanno sempre più larghi e gonfi di uova.

13 LEUCKART R., Die Parasiten des Menschen und die von ih-nen herrührenden Krankheiten, Leipzig, 1879-901.

60

cor più diffuso nel gatto e, quantunque non ci sia notoappieno il suo ciclo vitale, si sa che presceglie qualeospite intermedio alcune specie di pesci, della cui carnecibandosi resterebbero facilmente infetti tanto l’uomoquanto il gatto.

In certe provincie del Giappone è assai diffuso il Di-stomum pulmonare. Oltre che nell’uomo è stato trovatonella tigre reale; vive nelle cavità dei polmoni e può es-ser pericoloso perchè alle volte è causa di emorragie do-vute a parziali rotture dei vasi polmonari. Scrive ilBaelz13 che in un paese del Giappone quasi tutti gli abi-tanti ne sono affetti. In una famiglia lo riscontrò nel pa-dre, nella madre, nel figlio, nel cognato e nella serva.Constatò la loro presenza persino in un principe dellafamiglia reale di Corea, che si trovava a Tokio, e che eraper l’innanzi considerato come tubercoloso, perchè daotto anni andava soggetto, a sputi sanguigni.

Fra i parassiti più noti e più diffusi le Tenie meritanocerto un posto preponderante. Sono queste dei vermi piùo meno lunghi, da un millimetro sino a sei e più metri,ma che hanno quale carattere comune quella catena stro-bilacea formata di un numero più o meno grande dianelli. La testa porta talora delle ventose e degli uncini,che servono a fissarsi fortemente ai villi intestinali, se-guono gli anelli detti proglottidi, i quali coll’allontanarsidalla testa si fanno sempre più larghi e gonfi di uova.

13 LEUCKART R., Die Parasiten des Menschen und die von ih-nen herrührenden Krankheiten, Leipzig, 1879-901.

60

Page 61: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

Sono animali ermafroditi, contenendo ogni anello i pro-dotti sessuali maschili e femminili, ma la fecondazioneavviene di solito fra anelli diversi. Così ne viene cheogni proglottide si possa, facendo astrazione dagli altriorgani, figurare come un individuo a sè, e difatti alcuninaturalisti espressero a questo riguardo l’opinione che leTenie dovessero considerarsi come una propria coloniadi animali. Questi vermi sono privi di bocca e di intesti-no ed il loro cibo, che è costituito dal chimo, che si tro-va nell’intestino, attraversa, sotto forma di un liquidonutriente, l’epidermide del verme, giungendo così diret-tamente e senza difficoltà nell’interno della proglottide.

Dalle uova nascono degli embrioni, i quali però perpotersi sviluppare devono di regola passare in un ospiteintermedio. In questo il verme passa lo stadio giovanilesotto forma di cisticerco, di solito nella muscolatura odin qualche altro organo. Nell’uomo arriva finalmente in-sieme col cibo, raggiungendo ivi la forma adulta. Sonoanimali resistenti e tenaci, la loro vitalità è a tutta prova,come vedemmo già delle loro uova; un individuo dellaTaenia solium è vissuto, per citare il caso osservato inuna persona, ben cinquantasei anni.

Dastre e Stassano, ricercando14 il motivo per il qualequesti vermi possono resistere, prima nello stomaco epoi nell’intestino, al pericolo di esser digeriti, hannoconstatato che questi parassiti sono in grado di produrre

14 BECK C., Définition et Classification des Associations pa-rassitaires, “Revue de l'Université de Bruxelles” Liège, 1906.

61

Sono animali ermafroditi, contenendo ogni anello i pro-dotti sessuali maschili e femminili, ma la fecondazioneavviene di solito fra anelli diversi. Così ne viene cheogni proglottide si possa, facendo astrazione dagli altriorgani, figurare come un individuo a sè, e difatti alcuninaturalisti espressero a questo riguardo l’opinione che leTenie dovessero considerarsi come una propria coloniadi animali. Questi vermi sono privi di bocca e di intesti-no ed il loro cibo, che è costituito dal chimo, che si tro-va nell’intestino, attraversa, sotto forma di un liquidonutriente, l’epidermide del verme, giungendo così diret-tamente e senza difficoltà nell’interno della proglottide.

Dalle uova nascono degli embrioni, i quali però perpotersi sviluppare devono di regola passare in un ospiteintermedio. In questo il verme passa lo stadio giovanilesotto forma di cisticerco, di solito nella muscolatura odin qualche altro organo. Nell’uomo arriva finalmente in-sieme col cibo, raggiungendo ivi la forma adulta. Sonoanimali resistenti e tenaci, la loro vitalità è a tutta prova,come vedemmo già delle loro uova; un individuo dellaTaenia solium è vissuto, per citare il caso osservato inuna persona, ben cinquantasei anni.

Dastre e Stassano, ricercando14 il motivo per il qualequesti vermi possono resistere, prima nello stomaco epoi nell’intestino, al pericolo di esser digeriti, hannoconstatato che questi parassiti sono in grado di produrre

14 BECK C., Définition et Classification des Associations pa-rassitaires, “Revue de l'Université de Bruxelles” Liège, 1906.

61

Page 62: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

una specie di «antikinasi», che li protegge contro l’azio-ne dei succhi della digestione. Riguardo alla loro azionenociva è fuori di dubbio che non si limita al consumodel cibo rubato all’uomo, per quanto in piccola quantità.Alcuni medici ammettono che le Tenie cogli uncini ecolle ventose possano produrre delle abrasioni all’epite-lio dei villi intestinali, le quali poi, in sèguito all’azionedei microrganismi, possono causare delle suppurazionipericolose. Mingazzini15 però, in una serie di osserva-zioni fatte su molte specie di Tenie, ha potuto dimostra-re che le Tenie, fissate alla parete intestinale, produconotutto al più delle lesioni locali, limitate al punto in cuiaderiscono e che si estendono per un raggio di qualchemillimetro all’intorno. Solo in pochi casi, come in unaTenia (Calliobothrium), che vive parassita in alcuni pe-sci, lo stesso autore ha potuto constatare che in determi-nate circostanze si sprofonda colla testa (scolice) e collaparte anteriore del corpo nei tessuti della mucosa, di-struggendo per un tratto notevole l’epitelio.

Se le Tenie sono numerose, data anche la loro lun-ghezza, si capisce come possano produrre dei disturbi,rallentando il normale decorso del cibo; si crede poi chesiano anche in grado di produrre delle sostanze veleno-se, le quali infettando il sangue dànno luogo agli svariatidisturbi, che accompagnano sempre la presenza delleTenie.

15 MINGAZZINI PIO, Osservazioni generali sul modo di adesionedei Cestodi alla parete intestinale, “Atti R. Acc. dei Lincei”, Se-rie V, Vol. VIII, Roma, 1899.

62

una specie di «antikinasi», che li protegge contro l’azio-ne dei succhi della digestione. Riguardo alla loro azionenociva è fuori di dubbio che non si limita al consumodel cibo rubato all’uomo, per quanto in piccola quantità.Alcuni medici ammettono che le Tenie cogli uncini ecolle ventose possano produrre delle abrasioni all’epite-lio dei villi intestinali, le quali poi, in sèguito all’azionedei microrganismi, possono causare delle suppurazionipericolose. Mingazzini15 però, in una serie di osserva-zioni fatte su molte specie di Tenie, ha potuto dimostra-re che le Tenie, fissate alla parete intestinale, produconotutto al più delle lesioni locali, limitate al punto in cuiaderiscono e che si estendono per un raggio di qualchemillimetro all’intorno. Solo in pochi casi, come in unaTenia (Calliobothrium), che vive parassita in alcuni pe-sci, lo stesso autore ha potuto constatare che in determi-nate circostanze si sprofonda colla testa (scolice) e collaparte anteriore del corpo nei tessuti della mucosa, di-struggendo per un tratto notevole l’epitelio.

Se le Tenie sono numerose, data anche la loro lun-ghezza, si capisce come possano produrre dei disturbi,rallentando il normale decorso del cibo; si crede poi chesiano anche in grado di produrre delle sostanze veleno-se, le quali infettando il sangue dànno luogo agli svariatidisturbi, che accompagnano sempre la presenza delleTenie.

15 MINGAZZINI PIO, Osservazioni generali sul modo di adesionedei Cestodi alla parete intestinale, “Atti R. Acc. dei Lincei”, Se-rie V, Vol. VIII, Roma, 1899.

62

Page 63: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

La specie più diffusa in Europa è la Tenia armata(Taenia solium) (fig. 13), la quale misura generalmenteuna lunghezza che varia dai due ai tre metri; la testa, as-sai piccola, è provvista di quattro ventose e del rostello,formato di ventidue sino a trentadue uncini. Vivenell'intestino dell’uomo, specialmente degli adulti, nu-trendosi del cibo, che continuamente affluisce nellostesso. Di solito sono sole; in casi non rari però possonotrovarsi in parecchie, sino a raggiungere il numero diuna trentina e più.

63

Fig. 13. – La Tenia armata;in a) la testa ingrandita (da PFURTSCHELLER).

La specie più diffusa in Europa è la Tenia armata(Taenia solium) (fig. 13), la quale misura generalmenteuna lunghezza che varia dai due ai tre metri; la testa, as-sai piccola, è provvista di quattro ventose e del rostello,formato di ventidue sino a trentadue uncini. Vivenell'intestino dell’uomo, specialmente degli adulti, nu-trendosi del cibo, che continuamente affluisce nellostesso. Di solito sono sole; in casi non rari però possonotrovarsi in parecchie, sino a raggiungere il numero diuna trentina e più.

63

Fig. 13. – La Tenia armata;in a) la testa ingrandita (da PFURTSCHELLER).

Page 64: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

Le uova tondeggianti (fig. 14) sono provviste di unguscio molto resistente; il loro numero è straordinaria-mente grande. Leuckart ha calcolato che, volendo am-mettere che una Tenia viva due anni, produce in questotempo circa mille cinquecento proglottidi con cinquan-tadue mila uova ciascuna, il che darebbe la cifra colos-sale di circa ottantacinque milioni di uova. Queste ven-gono emesse dal corpo umano insieme cogli escrementie passano nel maiale, il quale grufolando nelle immon-dizie ne resta così infetto. Nello stomaco di questo ani-male le larve, liberatesi dal guscio che le racchiudeva,emigrano, approfittando probabilmente dei vasi sangui-gni, nella muscolatura, ove in capo a tre mesi si incista-no in una specie di cassula, che contiene la forma giova-nile delle Tenie, detta cisticerco. Questo è provvisto diuna testa con un rostello del tutto simile alla forma adul-

64

Fig. 14. — Sviluppo della Tenia armata: a) uovo; b) ci-sticerchj incapsulati nella muscolatura del maiale; c) ci-sticerco estroflesso (da PFURTSCHELLER).

Le uova tondeggianti (fig. 14) sono provviste di unguscio molto resistente; il loro numero è straordinaria-mente grande. Leuckart ha calcolato che, volendo am-mettere che una Tenia viva due anni, produce in questotempo circa mille cinquecento proglottidi con cinquan-tadue mila uova ciascuna, il che darebbe la cifra colos-sale di circa ottantacinque milioni di uova. Queste ven-gono emesse dal corpo umano insieme cogli escrementie passano nel maiale, il quale grufolando nelle immon-dizie ne resta così infetto. Nello stomaco di questo ani-male le larve, liberatesi dal guscio che le racchiudeva,emigrano, approfittando probabilmente dei vasi sangui-gni, nella muscolatura, ove in capo a tre mesi si incista-no in una specie di cassula, che contiene la forma giova-nile delle Tenie, detta cisticerco. Questo è provvisto diuna testa con un rostello del tutto simile alla forma adul-

64

Fig. 14. — Sviluppo della Tenia armata: a) uovo; b) ci-sticerchj incapsulati nella muscolatura del maiale; c) ci-sticerco estroflesso (da PFURTSCHELLER).

Page 65: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

ta, ma invaginato come un dito di guanto rovesciato(fig. 14).

Leuckart e Küchenmeister, dando da mangiare a deicondannati a morte di questa carne e riscontrando nelloro corpo, dopo l’esecuzione, le forme adulte della Te-nia, hanno nel 1855 brillantemente dimostrato quanto sisospettava, che cioè la Tenia armata passa nell’uomo colcibarsi di carne di maiale infetta. Se i cisticerchi nonpossono giungere nello stomaco dell’uomo, finisconocol morire, e non si sviluppano neppure se portati nellostomaco di qualche altro mammifero, fatta eccezione delmaiale.

I sintomi coi quali la Tenia manifesta la sua presenzasono svariatissimi e specialmente sono notevoli nellepersone sensibili, a preferenza nel sesso gentile. Gene-ralmente le persone affette dalla Tenia modificano il gu-sto di certi cibi, per alcuni sentono una ripugnanza spe-ciale, per altri un grande desiderio, specialmente se pic-canti. Alcuni avvertono nel ventre dei movimenti anchedolorosi, specialmente dopo certi cibi salati od aromi,che provocano nel verme un’irritazione e lo eccitano aforti movimenti, come invece i cibi dolci e il latte loquietano. Nelle persone nervose la presenza della Teniaè causa anche di convulsioni, vertigini, ecc.

Per questo e per i motivi che dirò in appresso, è op-portuno cercare, al primo accorgersi di quest’ospite in-comodo, di evacuarlo al più presto possibile, usando deimolti tenifughi e attenendosi alle prescrizioni del medi-co; è necessario che alle proglottidi emesse sia unita an-

65

ta, ma invaginato come un dito di guanto rovesciato(fig. 14).

Leuckart e Küchenmeister, dando da mangiare a deicondannati a morte di questa carne e riscontrando nelloro corpo, dopo l’esecuzione, le forme adulte della Te-nia, hanno nel 1855 brillantemente dimostrato quanto sisospettava, che cioè la Tenia armata passa nell’uomo colcibarsi di carne di maiale infetta. Se i cisticerchi nonpossono giungere nello stomaco dell’uomo, finisconocol morire, e non si sviluppano neppure se portati nellostomaco di qualche altro mammifero, fatta eccezione delmaiale.

I sintomi coi quali la Tenia manifesta la sua presenzasono svariatissimi e specialmente sono notevoli nellepersone sensibili, a preferenza nel sesso gentile. Gene-ralmente le persone affette dalla Tenia modificano il gu-sto di certi cibi, per alcuni sentono una ripugnanza spe-ciale, per altri un grande desiderio, specialmente se pic-canti. Alcuni avvertono nel ventre dei movimenti anchedolorosi, specialmente dopo certi cibi salati od aromi,che provocano nel verme un’irritazione e lo eccitano aforti movimenti, come invece i cibi dolci e il latte loquietano. Nelle persone nervose la presenza della Teniaè causa anche di convulsioni, vertigini, ecc.

Per questo e per i motivi che dirò in appresso, è op-portuno cercare, al primo accorgersi di quest’ospite in-comodo, di evacuarlo al più presto possibile, usando deimolti tenifughi e attenendosi alle prescrizioni del medi-co; è necessario che alle proglottidi emesse sia unita an-

65

Page 66: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

che la testa, perchè altrimenti in breve tempo il parassi-ta, rigenerando nuove proglottidi, ritornerà alle dimen-sioni di prima. Il Perroncito ha calcolato che essa crescadi circa settantadue millimetri al giorno colla produzio-ne di circa tredici o quattordici proglottidi (Tenia sagi-nata). Come cura preventiva è indicato non cibarsi maidi carne di maiale poco cotta.

Ma i disturbi che arreca la Tenia armata sono ben piùgravi sotto un’altra forma. Abbiamo visto come i cisti-cerchi si formino nella carne del maiale, ma se questa èla regola, ogni regola ha le sue eccezioni, e così noi ve-diamo svilupparsi i cisticerchi anche nella pecora, nelcane, nel gatto e, quel che più conta, anche nell’uomo. Eciò avviene quando l’uomo s’infetta colle uova della Te-nia indirettamente, come per mezzo dell’acqua o deicibi, specialmente degli erbaggi, oppure anche diretta-mente quando, specialmente nelle contrazioni prodottecol vomito, le uova o le proglottidi risalgono dall’inte-stino nello stomaco.

Più di rado ciò avviene con pezzi interi di Tenia,come nel caso citato dal Daevaern16, di un contadinocioè, dalla bocca del quale usciva col vomito l’apice po-steriore della tenia. Quando il medico con sollecitudinee prudenza tentò di estrarla, il contadino morsicò il ver-me, e per poco anche il medico, poiché credeva che que-sti gli volesse estrarre le budella. Quando le uova sonogiunte nello stomaco, le larve che si sviluppano nella

16 PEIPER E. e MOSLER F., Tierische Parasiten, Wien, 1904.

66

che la testa, perchè altrimenti in breve tempo il parassi-ta, rigenerando nuove proglottidi, ritornerà alle dimen-sioni di prima. Il Perroncito ha calcolato che essa crescadi circa settantadue millimetri al giorno colla produzio-ne di circa tredici o quattordici proglottidi (Tenia sagi-nata). Come cura preventiva è indicato non cibarsi maidi carne di maiale poco cotta.

Ma i disturbi che arreca la Tenia armata sono ben piùgravi sotto un’altra forma. Abbiamo visto come i cisti-cerchi si formino nella carne del maiale, ma se questa èla regola, ogni regola ha le sue eccezioni, e così noi ve-diamo svilupparsi i cisticerchi anche nella pecora, nelcane, nel gatto e, quel che più conta, anche nell’uomo. Eciò avviene quando l’uomo s’infetta colle uova della Te-nia indirettamente, come per mezzo dell’acqua o deicibi, specialmente degli erbaggi, oppure anche diretta-mente quando, specialmente nelle contrazioni prodottecol vomito, le uova o le proglottidi risalgono dall’inte-stino nello stomaco.

Più di rado ciò avviene con pezzi interi di Tenia,come nel caso citato dal Daevaern16, di un contadinocioè, dalla bocca del quale usciva col vomito l’apice po-steriore della tenia. Quando il medico con sollecitudinee prudenza tentò di estrarla, il contadino morsicò il ver-me, e per poco anche il medico, poiché credeva che que-sti gli volesse estrarre le budella. Quando le uova sonogiunte nello stomaco, le larve che si sviluppano nella

16 PEIPER E. e MOSLER F., Tierische Parasiten, Wien, 1904.

66

Page 67: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

stessa guisa che nel maiale, passano nei vari tessuti dovesi trasformano in cisticerchi, i quali in sul principio fu-rono creduti dei parassiti adulti e battezzati col nome diCysticercus cellulosae. Oltre che nella muscolatura, essioccorrono non di rado nel cervello, nell’occhio, nel cuo-re e nei polmoni, talora isolati, altre volte in parecchi,producendo, come è facile arguire, dei gravi disturbi,che variano a seconda dei luoghi colpiti. Cosìnell’occhio possono essere la causa della perdita dellavista, e nel cervello convulsioni e attacchi epilettici,come nel caso citato dal Peiper di una fanciulla morta adiciannove anni in sèguito ad un attacco di convulsioni.L’autopsia mostrò nel suo cervello un gran numero dicisticerchi che avevano provocato la sua morte.

Apparisce chiaro da tutto ciò che una persona infettadalla Tenia, è pericolosa a sè e agli altri, e la sua malat-tia deve esser considerata alla stessa stregua delle malat-tie epidemiche. Le feci non devono mai esser vuotateall’esterno, meno che meno sugli ortaggi, la pulizia delcorpo deve essere d’una meticolosità straordinaria, esino che il verme non sia completamente evacuatol’ammalato deve strettamente tenersi alle norme igieni-che e profilattiche indicate dal suo medico. Del resto ègiusto constatare, che mentre una volta la Tenia armataera un parassita molto diffuso, ora specialmente, grazieal controllo usato sulle carni del maiale, la sua presenzatende continuamente a farsi meno frequente.

67

stessa guisa che nel maiale, passano nei vari tessuti dovesi trasformano in cisticerchi, i quali in sul principio fu-rono creduti dei parassiti adulti e battezzati col nome diCysticercus cellulosae. Oltre che nella muscolatura, essioccorrono non di rado nel cervello, nell’occhio, nel cuo-re e nei polmoni, talora isolati, altre volte in parecchi,producendo, come è facile arguire, dei gravi disturbi,che variano a seconda dei luoghi colpiti. Cosìnell’occhio possono essere la causa della perdita dellavista, e nel cervello convulsioni e attacchi epilettici,come nel caso citato dal Peiper di una fanciulla morta adiciannove anni in sèguito ad un attacco di convulsioni.L’autopsia mostrò nel suo cervello un gran numero dicisticerchi che avevano provocato la sua morte.

Apparisce chiaro da tutto ciò che una persona infettadalla Tenia, è pericolosa a sè e agli altri, e la sua malat-tia deve esser considerata alla stessa stregua delle malat-tie epidemiche. Le feci non devono mai esser vuotateall’esterno, meno che meno sugli ortaggi, la pulizia delcorpo deve essere d’una meticolosità straordinaria, esino che il verme non sia completamente evacuatol’ammalato deve strettamente tenersi alle norme igieni-che e profilattiche indicate dal suo medico. Del resto ègiusto constatare, che mentre una volta la Tenia armataera un parassita molto diffuso, ora specialmente, grazieal controllo usato sulle carni del maiale, la sua presenzatende continuamente a farsi meno frequente.

67

Page 68: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

La specie di Tenia più diffusa per tutto il globo è laTenia inerme (Taenia saginata, fig. 15 a), detta così per-chè la sua testa è senza il rostello della armata. E anchepiù grande della precedente, potendo giungere, quantun-que di rado, sino ai dieci metri. Uno scolaro di Perronci-to, che aveva inghiottito a scopo di studio una formagiovanile di questo parassita (Cysticercus bovis), consta-tò la presenza delle prime proglottidi nelle feci dopocinquantaquattro giorni; quattordici giorni dopo evacuò,mediante una cura antelmintica, un verme della lun-ghezza di quattro metri e ventisette centimetri, con otto-cento sessantasei proglottidi. Queste sono anche piùgrosse di quelle della Tenia armata; lo stesso dicasi delleuova, le quali per potersi sviluppare, devono giungerenello stomaco del bue; ciò avviene coi foraggi ecoll’acqua. Le larve passano poi nella muscolatura, tra-sformandosi in un cisticerco simile a quello della Teniaarmata. È diffusa specialmente presso quelle popolazio-ni che hanno l’abitudine di cibarsi della carne di bove

68

Fig. 15. – a) testa della Tenia inerme;b) testa del Botriocefalo.

La specie di Tenia più diffusa per tutto il globo è laTenia inerme (Taenia saginata, fig. 15 a), detta così per-chè la sua testa è senza il rostello della armata. E anchepiù grande della precedente, potendo giungere, quantun-que di rado, sino ai dieci metri. Uno scolaro di Perronci-to, che aveva inghiottito a scopo di studio una formagiovanile di questo parassita (Cysticercus bovis), consta-tò la presenza delle prime proglottidi nelle feci dopocinquantaquattro giorni; quattordici giorni dopo evacuò,mediante una cura antelmintica, un verme della lun-ghezza di quattro metri e ventisette centimetri, con otto-cento sessantasei proglottidi. Queste sono anche piùgrosse di quelle della Tenia armata; lo stesso dicasi delleuova, le quali per potersi sviluppare, devono giungerenello stomaco del bue; ciò avviene coi foraggi ecoll’acqua. Le larve passano poi nella muscolatura, tra-sformandosi in un cisticerco simile a quello della Teniaarmata. È diffusa specialmente presso quelle popolazio-ni che hanno l’abitudine di cibarsi della carne di bove

68

Fig. 15. – a) testa della Tenia inerme;b) testa del Botriocefalo.

Page 69: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

poco cotta, infettandosi così dei cisticerchi, chenell'uomo si trasformano nella forma adulta sessuata.

I sintomi sono i medesimi di quelli della Tenia arma-ta, aggiungo però che talora tanto l’una come l’altra spe-cie non arrecano alcun disturbo, e le persone robuste inmodo particolare non s’accorgono nemmeno di ospitar-le. Così, per esempio, gli Abissini, che sono frequente-mente attaccati da questo verme, lo considerano comeaffatto innocuo, anzi vanno ancor più in là, tanto da rite-nere che senza di esso ammalerebbero. È raro il casoche facciano uso del Kusso, il loro vermifugo più comu-ne. L’infezione diretta, colla successiva formazione delcisticerco, è stata riscontrata nell’uomo in pochissimicasi, sì che sotto questo punto di vista la Tenia inermenon costituisce un pericolo così grave come la armata.

Come ci sono delle persone, le quali restano a lungosenza accorgersi della presenza della Tenia nel loro in-terno, ci son di quelle che credono sempre di possederla,allarmati forse anche dalla emissione insieme colle fecidi fettuccine di tendini delle bistecche, che Küchenmei-ster satiricamente ha battezzato col nome di Taenia ima-ginata!

Altre specie di Tenie occorrono nell’intestinodell’uomo, ma più di rado, e di solito dal contatto coglianimali domestici, dei quali sono parassiti stabili. Traqueste la Tenia cucumerina, comune nell’intestino delcane e del gatto. È lunga una ventina circa di centimetried è stata trovata anche nell’uomo, specialmente neibambini, infezione indubbiamente causata dal baloccarsi

69

poco cotta, infettandosi così dei cisticerchi, chenell'uomo si trasformano nella forma adulta sessuata.

I sintomi sono i medesimi di quelli della Tenia arma-ta, aggiungo però che talora tanto l’una come l’altra spe-cie non arrecano alcun disturbo, e le persone robuste inmodo particolare non s’accorgono nemmeno di ospitar-le. Così, per esempio, gli Abissini, che sono frequente-mente attaccati da questo verme, lo considerano comeaffatto innocuo, anzi vanno ancor più in là, tanto da rite-nere che senza di esso ammalerebbero. È raro il casoche facciano uso del Kusso, il loro vermifugo più comu-ne. L’infezione diretta, colla successiva formazione delcisticerco, è stata riscontrata nell’uomo in pochissimicasi, sì che sotto questo punto di vista la Tenia inermenon costituisce un pericolo così grave come la armata.

Come ci sono delle persone, le quali restano a lungosenza accorgersi della presenza della Tenia nel loro in-terno, ci son di quelle che credono sempre di possederla,allarmati forse anche dalla emissione insieme colle fecidi fettuccine di tendini delle bistecche, che Küchenmei-ster satiricamente ha battezzato col nome di Taenia ima-ginata!

Altre specie di Tenie occorrono nell’intestinodell’uomo, ma più di rado, e di solito dal contatto coglianimali domestici, dei quali sono parassiti stabili. Traqueste la Tenia cucumerina, comune nell’intestino delcane e del gatto. È lunga una ventina circa di centimetried è stata trovata anche nell’uomo, specialmente neibambini, infezione indubbiamente causata dal baloccarsi

69

Page 70: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

che questi fanno coi gatti e coi cani. Ancor più piccola èla Tenia nana, diffusa specialmente nell’uomo in Sicilia;è parassita costante del topo.

La Tenia più pericolosa per l’uomo e anche lapiù piccola è la Tenia echinococco (Taenia echi-nococcus) (fig. 16). L’individuo adulto, che mi-sura dai due ai tre millimetri di lunghezza, abitanell’intestino del cane e di altri animali dellastessa famiglia, mentre invece la forma giovani-le si sviluppa nell’interno dei nostri animali do-mestici più grandi, come nei buoi, nelle pecore,nei maiali, ecc., non di rado anche nell’uomo.L’infezione avviene direttamente per mezzo del-le uova, le quali insieme coi cibi poco puliti arri-vano nello stomaco; più di frequente ciò avvienedal contatto diretto coi cani, specialmente nellepersone che hanno l’abitudine, o meglio il malvezzo, di baciarli.

In tal maniera le uova, che non di rado si tro-vano appiccicate alle loro narici ed alle labbra,

passano nell’interno dell’uomo, facendo pagar ben cara-mente quei baci. Perchè le larve, liberatesi per opera delsucco gastrico dell’involucro che le racchiudeva, emi-grano nei visceri ove prendono stabile dimora, trasfor-mandosi in forma di vescichette dette idatidi. Queste,per mezzo di una proliferazione esterna, dànno originead un gran numero di piccole appendici che si introflet-tono verso l’interno e che portano all’apice la testa. Lagrandezza di queste idatidi varia da quella di una capoc-

70

Fig. 16 –La Teniaechino-cocco

che questi fanno coi gatti e coi cani. Ancor più piccola èla Tenia nana, diffusa specialmente nell’uomo in Sicilia;è parassita costante del topo.

La Tenia più pericolosa per l’uomo e anche lapiù piccola è la Tenia echinococco (Taenia echi-nococcus) (fig. 16). L’individuo adulto, che mi-sura dai due ai tre millimetri di lunghezza, abitanell’intestino del cane e di altri animali dellastessa famiglia, mentre invece la forma giovani-le si sviluppa nell’interno dei nostri animali do-mestici più grandi, come nei buoi, nelle pecore,nei maiali, ecc., non di rado anche nell’uomo.L’infezione avviene direttamente per mezzo del-le uova, le quali insieme coi cibi poco puliti arri-vano nello stomaco; più di frequente ciò avvienedal contatto diretto coi cani, specialmente nellepersone che hanno l’abitudine, o meglio il malvezzo, di baciarli.

In tal maniera le uova, che non di rado si tro-vano appiccicate alle loro narici ed alle labbra,

passano nell’interno dell’uomo, facendo pagar ben cara-mente quei baci. Perchè le larve, liberatesi per opera delsucco gastrico dell’involucro che le racchiudeva, emi-grano nei visceri ove prendono stabile dimora, trasfor-mandosi in forma di vescichette dette idatidi. Queste,per mezzo di una proliferazione esterna, dànno originead un gran numero di piccole appendici che si introflet-tono verso l’interno e che portano all’apice la testa. Lagrandezza di queste idatidi varia da quella di una capoc-

70

Fig. 16 –La Teniaechino-cocco

Page 71: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

chia di spillo sino ad una testa di bambino; assai svariataè pure la loro maniera di sviluppo, che dipende anchedalle condizioni degli organi colpiti.

Non è mia intenzione di dilungarmi sulle varie formedella Tenia echinococco trovate nell’uomo, solo diròche queste cisti idatiche vengono divise in uniloculari emultiloculari; alcuni naturalisti sono anzi dell’opinioneche si tratti di due forme differenti di parassiti tra di loroaffini. Particolarmente pericolosa è la seconda forma,perchè difficile da estirparsi completamente dall’organoentro il quale s’è sviluppata; basta che vi resti una pic-cola parte, perchè il tutto si possa riprodurre di bel nuo-vo nella forma di prima. Qualche volta avviene ancheche il liquido di questa specie di tumore, punto per pro-va, venga a contatto colla cavità addominale, dando luo-go a nuove vescicole; la formazione di echinococchimultipli nella cavità addominale avviene anche sponta-neamente in sèguito a rotture. L’organo più colpito è ilfegato (fig. 17), più di rado l’echinococco; s’incontranei reni, nei polmoni e nel sistema circolatorio. Nel casodi echinococchi al cuore, la morte può avvenire fulmi-neamente, come nell’esempio citato da Rokitansky diuna ragazza morta a ventitré anni, che albergava, senzasaperlo, un sacchetto di idatidi della grossezza di unuovo di gallina nella parete divisoria dei due ventricoli.Lo stesso accadde in ugual maniera in un ragazzetto didieci anni, che morì per lo stesso motivo.

71

chia di spillo sino ad una testa di bambino; assai svariataè pure la loro maniera di sviluppo, che dipende anchedalle condizioni degli organi colpiti.

Non è mia intenzione di dilungarmi sulle varie formedella Tenia echinococco trovate nell’uomo, solo diròche queste cisti idatiche vengono divise in uniloculari emultiloculari; alcuni naturalisti sono anzi dell’opinioneche si tratti di due forme differenti di parassiti tra di loroaffini. Particolarmente pericolosa è la seconda forma,perchè difficile da estirparsi completamente dall’organoentro il quale s’è sviluppata; basta che vi resti una pic-cola parte, perchè il tutto si possa riprodurre di bel nuo-vo nella forma di prima. Qualche volta avviene ancheche il liquido di questa specie di tumore, punto per pro-va, venga a contatto colla cavità addominale, dando luo-go a nuove vescicole; la formazione di echinococchimultipli nella cavità addominale avviene anche sponta-neamente in sèguito a rotture. L’organo più colpito è ilfegato (fig. 17), più di rado l’echinococco; s’incontranei reni, nei polmoni e nel sistema circolatorio. Nel casodi echinococchi al cuore, la morte può avvenire fulmi-neamente, come nell’esempio citato da Rokitansky diuna ragazza morta a ventitré anni, che albergava, senzasaperlo, un sacchetto di idatidi della grossezza di unuovo di gallina nella parete divisoria dei due ventricoli.Lo stesso accadde in ugual maniera in un ragazzetto didieci anni, che morì per lo stesso motivo.

71

Page 72: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

Nessun medicamento vale ad estirparlo, solo il chirur-go può in certi casi allontanarlo dal nostro corpo. Sicco-me è stato dimostrato che nei paesi ove gli uomini sitrovano in maggior contatto coi cani, come in Islanda,più frequenti sono anche le infezioni di questa Tenia (2-3%) è chiaro che tanto più lontani ci teniamo questi ani-mali, tanto minore sarà il pericolo di tale infezione.Meno carità per i cani e di più per gli uomini – conclu-deva il prof. Graff al termine di una sua conferenza suquest’argomento. Per buona sorte in Italia non si riscon-

72

Fig. 17. – Cisti della Tenia echinococconel fegato dell’uomo (da BRAUN).

Nessun medicamento vale ad estirparlo, solo il chirur-go può in certi casi allontanarlo dal nostro corpo. Sicco-me è stato dimostrato che nei paesi ove gli uomini sitrovano in maggior contatto coi cani, come in Islanda,più frequenti sono anche le infezioni di questa Tenia (2-3%) è chiaro che tanto più lontani ci teniamo questi ani-mali, tanto minore sarà il pericolo di tale infezione.Meno carità per i cani e di più per gli uomini – conclu-deva il prof. Graff al termine di una sua conferenza suquest’argomento. Per buona sorte in Italia non si riscon-

72

Fig. 17. – Cisti della Tenia echinococconel fegato dell’uomo (da BRAUN).

Page 73: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

tra quella morbosa passione per i cani come nei paesi te-deschi, tuttavia non si può dire che la Tenia echinococcosia punto rara anche da noi. Già nel 1884, il Calandruc-cio17 scriveva: «Con gran dolore notiamo che l’echino-cocco nella provincia di Catania è straordinariamentefrequente. In quasi tutte le pecore che vengono macella-te a Catania, troviamo più o meno abbondanti echino-cocchi», e più avanti: «noi non possiamo far altro cheraccomandare l’osservanza scrupolosa delle già note re-gole igieniche.... I Municipi poi devono impedire che siesportino dal macello visceri contenenti echinococchi,debbono invece farli raccogliere e distruggere. Saràbene dare ai cani di tanto in tanto dei tenifughi e far bol-lire le feci eliminate successivamente a questa sommini-strazione».

Anche in Islanda il Governo danese con istruzioni esussidi ai medici ed alle popolazioni ha ottenuto buonirisultati, essendo ora la percentuale degli affettidell’echinococco sensibilmente diminuita.

Un altro verme nastriforme è il Botriocefalo (Diboth-riocephalus latus) (fig. 15 b), che può raggiungere lalunghezza della Tenia, ma da questa differisce perchè lasua testa simile ad una mandorla è senza rostello e senzaventose, le quali sono sostituite da una fossetta longitu-dinale. Le uova ovali si aprono da una parte per mezzodi un piccolo coperchio. Queste, per poter svilupparsi,

17 CALANDRUCCIO S., Animali parassiti dell'uomo in Sicilia,“Atti Acc. Gioenia di sc. Natur.”, Anno LXVI, Serie IV, Vol. II,Catania, 1890.

73

tra quella morbosa passione per i cani come nei paesi te-deschi, tuttavia non si può dire che la Tenia echinococcosia punto rara anche da noi. Già nel 1884, il Calandruc-cio17 scriveva: «Con gran dolore notiamo che l’echino-cocco nella provincia di Catania è straordinariamentefrequente. In quasi tutte le pecore che vengono macella-te a Catania, troviamo più o meno abbondanti echino-cocchi», e più avanti: «noi non possiamo far altro cheraccomandare l’osservanza scrupolosa delle già note re-gole igieniche.... I Municipi poi devono impedire che siesportino dal macello visceri contenenti echinococchi,debbono invece farli raccogliere e distruggere. Saràbene dare ai cani di tanto in tanto dei tenifughi e far bol-lire le feci eliminate successivamente a questa sommini-strazione».

Anche in Islanda il Governo danese con istruzioni esussidi ai medici ed alle popolazioni ha ottenuto buonirisultati, essendo ora la percentuale degli affettidell’echinococco sensibilmente diminuita.

Un altro verme nastriforme è il Botriocefalo (Diboth-riocephalus latus) (fig. 15 b), che può raggiungere lalunghezza della Tenia, ma da questa differisce perchè lasua testa simile ad una mandorla è senza rostello e senzaventose, le quali sono sostituite da una fossetta longitu-dinale. Le uova ovali si aprono da una parte per mezzodi un piccolo coperchio. Queste, per poter svilupparsi,

17 CALANDRUCCIO S., Animali parassiti dell'uomo in Sicilia,“Atti Acc. Gioenia di sc. Natur.”, Anno LXVI, Serie IV, Vol. II,Catania, 1890.

73

Page 74: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

devono arrivare nello stomaco di alcune specie dei no-stri pesci d’acqua dolce (luccio, bottatrice, pesce persi-co, trota), ma più frequentemente nel luccio, nella cuimuscolatura si trasformano in una maniera simile aquella delle Tenie, aspettando di passare, insieme collacarne del pesce, nello stomaco dell’uomo e compierecosì il suo ciclo vitale.

Dalla maniera d’infezione si capisce come questo pa-rassita sia quasi esclusivamente diffuso fra le popolazio-ni rivierasche dei laghi. Il suo massimo centro di diffu-sione sono le province baltiche e la Svizzera francese,dalla quale poi irradia in Francia ed in Italia, special-mente nella Lombardia e nel Piemonte. Nel Giappone èil parassita più diffuso. I disturbi prodotti da questo ver-me sono simili a quelli causati dalla Tenia armata e iner-me; è inutile aggiungere che per limitarne la diffusione èconsigliabile di non gettare gli escrementi umani nelleacque dolci, e di far cuocere bene il pesce prima di ci-barsene, astenendosi dall’usarlo semplicemente affumi-cato e salato.

Nel 1876, un medico francese scopriva nelle feci diparecchi soldati reduci dalla Cocincina e affetti da unaforte diarrea una quantità di piccoli vermi nematodi lun-ghi un millimetro, che battezzò col nome di Anguillulastercoralis. Poco dopo, sezionando i cadaveri di alcunidi questi, vi trovava nell’intestino una forma simile, aiquali dava il nome di Anguillaia intestinalis. Più tardiquesti parassiti si riscontravano anche in Italia, e da ope-

74

devono arrivare nello stomaco di alcune specie dei no-stri pesci d’acqua dolce (luccio, bottatrice, pesce persi-co, trota), ma più frequentemente nel luccio, nella cuimuscolatura si trasformano in una maniera simile aquella delle Tenie, aspettando di passare, insieme collacarne del pesce, nello stomaco dell’uomo e compierecosì il suo ciclo vitale.

Dalla maniera d’infezione si capisce come questo pa-rassita sia quasi esclusivamente diffuso fra le popolazio-ni rivierasche dei laghi. Il suo massimo centro di diffu-sione sono le province baltiche e la Svizzera francese,dalla quale poi irradia in Francia ed in Italia, special-mente nella Lombardia e nel Piemonte. Nel Giappone èil parassita più diffuso. I disturbi prodotti da questo ver-me sono simili a quelli causati dalla Tenia armata e iner-me; è inutile aggiungere che per limitarne la diffusione èconsigliabile di non gettare gli escrementi umani nelleacque dolci, e di far cuocere bene il pesce prima di ci-barsene, astenendosi dall’usarlo semplicemente affumi-cato e salato.

Nel 1876, un medico francese scopriva nelle feci diparecchi soldati reduci dalla Cocincina e affetti da unaforte diarrea una quantità di piccoli vermi nematodi lun-ghi un millimetro, che battezzò col nome di Anguillulastercoralis. Poco dopo, sezionando i cadaveri di alcunidi questi, vi trovava nell’intestino una forma simile, aiquali dava il nome di Anguillaia intestinalis. Più tardiquesti parassiti si riscontravano anche in Italia, e da ope-

74

Page 75: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

rai italiani venivan diffusi in Germania, nel Belgio e neiPaesi Bassi.

Occupandosi di questi vermi, il Grassi sospettava giàda bel principio che si trattasse della medesima specie inun’alternanza di generazione, supposizione che fu poiconfermata da Leuckart nel 1882. Siamo difatti di frontea quel fenomeno biologico chiamato dai naturalisti colnome di Eterogonia. L’Anguillula intestinale (fig. 18) èla generazione parassitica, che vive nell’intestinodell’uomo. Si riproduce ermafroditicamente o parteno-geneticamente, dando origine a delle uova, dalle quali

75

Fig. 18. — Un parassita dell’uomo: Strongyloidesstercoralis: a) femmina parassita; b) femmina nonparassita (da BRAUN).

rai italiani venivan diffusi in Germania, nel Belgio e neiPaesi Bassi.

Occupandosi di questi vermi, il Grassi sospettava giàda bel principio che si trattasse della medesima specie inun’alternanza di generazione, supposizione che fu poiconfermata da Leuckart nel 1882. Siamo difatti di frontea quel fenomeno biologico chiamato dai naturalisti colnome di Eterogonia. L’Anguillula intestinale (fig. 18) èla generazione parassitica, che vive nell’intestinodell’uomo. Si riproduce ermafroditicamente o parteno-geneticamente, dando origine a delle uova, dalle quali

75

Fig. 18. — Un parassita dell’uomo: Strongyloidesstercoralis: a) femmina parassita; b) femmina nonparassita (da BRAUN).

Page 76: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

nascono delle piccole larve, che vengono emesse collefeci all’esterno. Quivi esse crescono rapidamente diffe-renziandosi in maschi e femmine, diversi dalla formaparassita perchè più piccoli e per molti altri particolari,che li fecero ascrivere da principio ad un’altra specie.Avvenuta la fecondazione, le femmine depongono po-che uova, le quali si sviluppano ben presto in larve, chemuoiono se non sono in grado di passare insiemecoll’acqua o col cibo nello stomaco dell’uomo, dove ac-quistano l’aspetto dell’Anguillula intestinale.

Queste due forme differenti non rappre-sentano adunque altro che lo stesso animale(Strongyloides stercoralis), che per il suoadattamento temporaneo alla vita parassiti-ca ha subito una trasformazione, mutandonon solo d’aspetto, ma ben anco il modostesso di riprodursi. Questa alternanza èpropria specialmente della varietà tropicale,poichè è stato osservato che in Europa lelarve emesse insieme colle feci dopo unabreve muta passano direttamente nell’inte-stino umano, assumendo senza ulterioripassaggi intermedi l’abito e gli usi parassi-ti. Pare, secondo asserzioni recenti, chequesta larva possa giungere a destinazioneanche attraverso la pelle. I disturbi che arre-ca generalmente questo parassita in Europasono di natura relativamente leggera, e inparte simili a quelli delle tenie più grandi.

76

Fig. 19. – IlDragoncellodi Medina.

nascono delle piccole larve, che vengono emesse collefeci all’esterno. Quivi esse crescono rapidamente diffe-renziandosi in maschi e femmine, diversi dalla formaparassita perchè più piccoli e per molti altri particolari,che li fecero ascrivere da principio ad un’altra specie.Avvenuta la fecondazione, le femmine depongono po-che uova, le quali si sviluppano ben presto in larve, chemuoiono se non sono in grado di passare insiemecoll’acqua o col cibo nello stomaco dell’uomo, dove ac-quistano l’aspetto dell’Anguillula intestinale.

Queste due forme differenti non rappre-sentano adunque altro che lo stesso animale(Strongyloides stercoralis), che per il suoadattamento temporaneo alla vita parassiti-ca ha subito una trasformazione, mutandonon solo d’aspetto, ma ben anco il modostesso di riprodursi. Questa alternanza èpropria specialmente della varietà tropicale,poichè è stato osservato che in Europa lelarve emesse insieme colle feci dopo unabreve muta passano direttamente nell’inte-stino umano, assumendo senza ulterioripassaggi intermedi l’abito e gli usi parassi-ti. Pare, secondo asserzioni recenti, chequesta larva possa giungere a destinazioneanche attraverso la pelle. I disturbi che arre-ca generalmente questo parassita in Europasono di natura relativamente leggera, e inparte simili a quelli delle tenie più grandi.

76

Fig. 19. – IlDragoncellodi Medina.

Page 77: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

Sin dall’antichità troviamo numerosi accenni al Dra-goncello di Medina (Filaria medinensis) (fig. 19). Aquesti vermi si devono riferire i serpenti di fuoco, nomi-nati da Mosè, che molestavano gli Ebrei al mar Rosso.Galeno dà il nome alla malattia da essi causata di Dra-contiasi, che si trova citata diverse volte dagli scrittoriarabi antichi.

È questo un verme della famiglia delle Filarie, filifor-me, bianchiccio, lungo dai cinquanta agli ottanta centi-metri. Vive nello strato interno della pelle dell’uomo,fuori però d’Europa, e causa da prima un piccolo tumo-re, il quale poi si matura in un ascesso assai doloroso.L’infezione avviene per mezzo dell’acqua infetta, e pre-cisamente quando assieme alla stessa giungono nel no-stro stomaco dei piccoli crostacei, i quali albergano lelarve di questa Filaria. Per impedire lo svilupparsidell’infiammazione è necessario estrarre il parassita, maciò deve esser fatto col concorso di un medico, poichèanzitutto è difficile l’estrarlo, e poi, se si spezza, il liqui-do contenuto nel suo corpo dà origine ad un’infiamma-zione dolorosissima, che somiglia ad una forte abbrucia-tura, la quale, degenerando in una forma cancrenosa,può anche esser causa di morte. Gl’indigeni sono in ciòabilissimi; i Nubi, a mo’ d’esempio, legano l’appendicedel verme, che somiglia ad una corda di minugia, con unfilo, perchè non scappi, e tenendo questo attaccato aduno stecco sottile di legno vi fanno avvolgere a poco apoco ed in più riprese il verme. Questa funzione può du-

77

Sin dall’antichità troviamo numerosi accenni al Dra-goncello di Medina (Filaria medinensis) (fig. 19). Aquesti vermi si devono riferire i serpenti di fuoco, nomi-nati da Mosè, che molestavano gli Ebrei al mar Rosso.Galeno dà il nome alla malattia da essi causata di Dra-contiasi, che si trova citata diverse volte dagli scrittoriarabi antichi.

È questo un verme della famiglia delle Filarie, filifor-me, bianchiccio, lungo dai cinquanta agli ottanta centi-metri. Vive nello strato interno della pelle dell’uomo,fuori però d’Europa, e causa da prima un piccolo tumo-re, il quale poi si matura in un ascesso assai doloroso.L’infezione avviene per mezzo dell’acqua infetta, e pre-cisamente quando assieme alla stessa giungono nel no-stro stomaco dei piccoli crostacei, i quali albergano lelarve di questa Filaria. Per impedire lo svilupparsidell’infiammazione è necessario estrarre il parassita, maciò deve esser fatto col concorso di un medico, poichèanzitutto è difficile l’estrarlo, e poi, se si spezza, il liqui-do contenuto nel suo corpo dà origine ad un’infiamma-zione dolorosissima, che somiglia ad una forte abbrucia-tura, la quale, degenerando in una forma cancrenosa,può anche esser causa di morte. Gl’indigeni sono in ciòabilissimi; i Nubi, a mo’ d’esempio, legano l’appendicedel verme, che somiglia ad una corda di minugia, con unfilo, perchè non scappi, e tenendo questo attaccato aduno stecco sottile di legno vi fanno avvolgere a poco apoco ed in più riprese il verme. Questa funzione può du-

77

Page 78: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

rare da dieci a dodici giorni. Ci vuole, come si vede,molta pazienza e abilità.

Non è infrequente che anche gli Europei, che viaggia-no nei paesi tropicali, ne restino infetti. Narra il Powel18

che una compagnia di sedici signori inglesi con cinqueservi si recò da Bombay a visitare una regionedell’interno, bevendo in quell’occasione dell’acqua nonfiltrata. Alcuni mesi dopo, sette di questi e un servos’avvidero della presenza nella loro pelle di questi ver-mi, particolarmente nelle estremità posteriori. Anche inItalia è stata osservata in soldati reduci da Massaua.Pare che il sistema, recentemente adottato, di stordire ilverme col cloroformio e poi levarlo in una sol volta ab-bia dato buoni risultati.

In questi ultimi anni sono state descritte, specialmentenell’Africa, un gran numero di specie diverse di Filarie,le quali vivono occasionalmente od anche regolarmentein diverse regioni del corpo umano; tra queste merita uncenno, unicamente in causa della sua frequente appari-zione, la Filaria loa, la quale vive nella congiuntivadell’occhio.

Nel 1835 Paget trova incapsulato nella muscolatura diun operaio italiano un piccolo verme, che Owen battez-za col nome di Trichina spiralis, dal greco «thrix», chevuol dir pelo, rassomigliando questo vermiciattolo attor-cigliato nella sua capsula ad un capello avvolto a spirale

18 LOOS A., Von Würmen und Arthropoden hervorgerufenenKrankheiten, “Handb. f. Tropenkrankh.”, Bd. I, Leipzig, 1905.

78

rare da dieci a dodici giorni. Ci vuole, come si vede,molta pazienza e abilità.

Non è infrequente che anche gli Europei, che viaggia-no nei paesi tropicali, ne restino infetti. Narra il Powel18

che una compagnia di sedici signori inglesi con cinqueservi si recò da Bombay a visitare una regionedell’interno, bevendo in quell’occasione dell’acqua nonfiltrata. Alcuni mesi dopo, sette di questi e un servos’avvidero della presenza nella loro pelle di questi ver-mi, particolarmente nelle estremità posteriori. Anche inItalia è stata osservata in soldati reduci da Massaua.Pare che il sistema, recentemente adottato, di stordire ilverme col cloroformio e poi levarlo in una sol volta ab-bia dato buoni risultati.

In questi ultimi anni sono state descritte, specialmentenell’Africa, un gran numero di specie diverse di Filarie,le quali vivono occasionalmente od anche regolarmentein diverse regioni del corpo umano; tra queste merita uncenno, unicamente in causa della sua frequente appari-zione, la Filaria loa, la quale vive nella congiuntivadell’occhio.

Nel 1835 Paget trova incapsulato nella muscolatura diun operaio italiano un piccolo verme, che Owen battez-za col nome di Trichina spiralis, dal greco «thrix», chevuol dir pelo, rassomigliando questo vermiciattolo attor-cigliato nella sua capsula ad un capello avvolto a spirale

18 LOOS A., Von Würmen und Arthropoden hervorgerufenenKrankheiten, “Handb. f. Tropenkrankh.”, Bd. I, Leipzig, 1905.

78

Page 79: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

(fig. 20). Non si conosceva però ancora il suo modo disviluppo, nè si supponeva che avesse a recare tanto dan-no al corpo umano.

79

Fig. 20. – La Trichinasa) femmina; b) maschio;

c) Trichina incapsulata nella muscolatura.

(fig. 20). Non si conosceva però ancora il suo modo disviluppo, nè si supponeva che avesse a recare tanto dan-no al corpo umano.

79

Fig. 20. – La Trichinasa) femmina; b) maschio;

c) Trichina incapsulata nella muscolatura.

Page 80: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

È merito specialmente della scuola tedesca di aver,per mezzo di nutrizioni sperimentali, riconosciutol’importanza di questo verme e di aver fatto conoscere ilsuo ciclo vitale. La Germania, del resto, è stata, nei tem-pi passati, il paese classico di questo parassita, dove die-de luogo a delle vere epidemie. Citerò solamente tra letante quella scoppiata nel 1865 nel paesello di Hadersle-ben, in cui ammalarono di trichinosi in breve tempo tre-centotrentasette persone, delle quali ne morirono più diduecento.

Il ciclo vitale di questo insidioso parassita non è mol-to complicato. La Trichina, alla stessa maniera di moltialtri vermi parassiti, compie il suo periodo giovanilenella muscolatura del maiale, e si sviluppa in formeadulte sessuate quando assieme alla carne passa nellostomaco dell’uomo. Allora le larve si trasformano inbreve tempo in maschi e femmine, i primi lunghi unmillimetro circa, le femmine il doppio, e nello stomacodell’uomo compiono le loro nozze.

I maschi poco dopo muoiono, e le femmine, che nelfrattempo si sono fatte più grandi, passano nei vasi lin-fatici, ove depongono la loro prole, che nasce viva informa di piccoli vermi, in numero di circa un migliaioper ogni femmina. I piccoli, giunti nei vasi sanguigni, sidistribuiscono per la muscolatura di tutto il corpo, doveprendono stabile dimora, rivestendosi come di una cap-sula, che a poco a poco si calcifica. In questo stato essipossono mantenersi in vita per parecchi anni. Quandoun ratto, e ciò avveniva specie una volta non infrequen-

80

È merito specialmente della scuola tedesca di aver,per mezzo di nutrizioni sperimentali, riconosciutol’importanza di questo verme e di aver fatto conoscere ilsuo ciclo vitale. La Germania, del resto, è stata, nei tem-pi passati, il paese classico di questo parassita, dove die-de luogo a delle vere epidemie. Citerò solamente tra letante quella scoppiata nel 1865 nel paesello di Hadersle-ben, in cui ammalarono di trichinosi in breve tempo tre-centotrentasette persone, delle quali ne morirono più diduecento.

Il ciclo vitale di questo insidioso parassita non è mol-to complicato. La Trichina, alla stessa maniera di moltialtri vermi parassiti, compie il suo periodo giovanilenella muscolatura del maiale, e si sviluppa in formeadulte sessuate quando assieme alla carne passa nellostomaco dell’uomo. Allora le larve si trasformano inbreve tempo in maschi e femmine, i primi lunghi unmillimetro circa, le femmine il doppio, e nello stomacodell’uomo compiono le loro nozze.

I maschi poco dopo muoiono, e le femmine, che nelfrattempo si sono fatte più grandi, passano nei vasi lin-fatici, ove depongono la loro prole, che nasce viva informa di piccoli vermi, in numero di circa un migliaioper ogni femmina. I piccoli, giunti nei vasi sanguigni, sidistribuiscono per la muscolatura di tutto il corpo, doveprendono stabile dimora, rivestendosi come di una cap-sula, che a poco a poco si calcifica. In questo stato essipossono mantenersi in vita per parecchi anni. Quandoun ratto, e ciò avveniva specie una volta non infrequen-

80

Page 81: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

temente, si ciba dei cadaveri umani, le Trichine cresco-no e si riproducono, come nell’uomo, anche nello sto-maco di questi rosicanti, incapsulandosi poi nella loromuscolatura. I ratti poi aiutano la diffusione della Tri-china nella propria specie, nutrendosi di spesso dei ca-daveri dei loro compagni, i quali trasmettono così l’infe-zione di ratto in ratto.

Il maiale è il terzo protagonista nella biologia dellaTrichina; questo s’inocula il parassita in due modi prin-cipali: il primo col cibarsi non di rado di topi infetti, ilsecondo col mangiare i detriti dei suoi compagni macel-lati e all’occasione infetti che gli vengono datidall’uomo. Inoltre i topi s’infettano nutrendosi degliavanzi dei suini, ed è stato osservato che i rosicanti chedimorano nei sotterranei dei macelli, dànno una percen-tuale altissima di infezione di Trichine (sino al cento percento!). Da quanto dissi risulta che la Trichina per di-ventare sessualmente matura deve cambiare dimora, earrivare nello stomaco del maiale o in quello del ratto odell’uomo. Qualche volta è stata trovata anche nei cani,nei gatti, nelle volpi e nelle martore.

I sintomi della trichinosi sono diversi a seconda delleparti infette. Quando le Trichine si trovano negli organidella nutrizione, dànno luogo a disordini gastro-intesti-nali, non di rado accompagnati da vomito e diarrea, maben più terribili essi si manifestano quando le larve emi-grano in massa nella muscolatura. Notisi che il loro nu-mero è di solito enorme, giungendo fino ai sessanta eanche ai cento milioni. I muscoli colpiti si gonfiano,

81

temente, si ciba dei cadaveri umani, le Trichine cresco-no e si riproducono, come nell’uomo, anche nello sto-maco di questi rosicanti, incapsulandosi poi nella loromuscolatura. I ratti poi aiutano la diffusione della Tri-china nella propria specie, nutrendosi di spesso dei ca-daveri dei loro compagni, i quali trasmettono così l’infe-zione di ratto in ratto.

Il maiale è il terzo protagonista nella biologia dellaTrichina; questo s’inocula il parassita in due modi prin-cipali: il primo col cibarsi non di rado di topi infetti, ilsecondo col mangiare i detriti dei suoi compagni macel-lati e all’occasione infetti che gli vengono datidall’uomo. Inoltre i topi s’infettano nutrendosi degliavanzi dei suini, ed è stato osservato che i rosicanti chedimorano nei sotterranei dei macelli, dànno una percen-tuale altissima di infezione di Trichine (sino al cento percento!). Da quanto dissi risulta che la Trichina per di-ventare sessualmente matura deve cambiare dimora, earrivare nello stomaco del maiale o in quello del ratto odell’uomo. Qualche volta è stata trovata anche nei cani,nei gatti, nelle volpi e nelle martore.

I sintomi della trichinosi sono diversi a seconda delleparti infette. Quando le Trichine si trovano negli organidella nutrizione, dànno luogo a disordini gastro-intesti-nali, non di rado accompagnati da vomito e diarrea, maben più terribili essi si manifestano quando le larve emi-grano in massa nella muscolatura. Notisi che il loro nu-mero è di solito enorme, giungendo fino ai sessanta eanche ai cento milioni. I muscoli colpiti si gonfiano,

81

Page 82: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

dando luogo a delle infiammazioni dolorose; diventanoduri come assi e sensibilissimi a qualunque contatto, ipazienti dolorano assai, specialmente nei movimenti.Talora gli ammalati non sono capaci di star in piedi nèdi camminare, non di rado l’inghiottire stesso è reso as-sai difficile. La percentuale della mortalità varia a se-conda delle epidemie, arrivando fino al trenta per cento.E, siccome nessuna cura giova a lenire il male, è eviden-te che bisogna prevenire il pericolo di un’infezione.Cuocere adunque la carne di maiale e astenersi dal ci-barsi di quella insaccata di origine sospetta (Stati Uniti).Per impedire l’estendersi del contagio è inoltre di gran-de importanza tenere i maiali in luoghi puliti, nè alimen-tarli coi rifiuti dei loro compagni, e, siccome l’infezioneha il suo focolare principale nei ratti, non concedere aglistessi quartiere di sorta, specialmente nei macelli. Delresto dopo le misure igieniche e sanitarie adottate inquasi tutta l’Europa, anche questa malattia può dirsi ri-dotta ai minimi termini.

Un parente della Trichina assai diffuso nell’uomo è ilTricocefalo (Trichocephalus trichiurus). È questo unverme filiforme lungo dai tre ai cinque millimetri, ilquale si trova nell’intestino crasso dell’uomo e anchenell’appendice vermicolare, per il che è stato considera-to da qualcuno come una delle cause dell’appendicite.Di regola però gode abbastanza buona fama, a meno chenon si raccolga in gran numero, specialmente nei bam-bini, nel qual caso può dar origine a disturbi diversi. Il

82

dando luogo a delle infiammazioni dolorose; diventanoduri come assi e sensibilissimi a qualunque contatto, ipazienti dolorano assai, specialmente nei movimenti.Talora gli ammalati non sono capaci di star in piedi nèdi camminare, non di rado l’inghiottire stesso è reso as-sai difficile. La percentuale della mortalità varia a se-conda delle epidemie, arrivando fino al trenta per cento.E, siccome nessuna cura giova a lenire il male, è eviden-te che bisogna prevenire il pericolo di un’infezione.Cuocere adunque la carne di maiale e astenersi dal ci-barsi di quella insaccata di origine sospetta (Stati Uniti).Per impedire l’estendersi del contagio è inoltre di gran-de importanza tenere i maiali in luoghi puliti, nè alimen-tarli coi rifiuti dei loro compagni, e, siccome l’infezioneha il suo focolare principale nei ratti, non concedere aglistessi quartiere di sorta, specialmente nei macelli. Delresto dopo le misure igieniche e sanitarie adottate inquasi tutta l’Europa, anche questa malattia può dirsi ri-dotta ai minimi termini.

Un parente della Trichina assai diffuso nell’uomo è ilTricocefalo (Trichocephalus trichiurus). È questo unverme filiforme lungo dai tre ai cinque millimetri, ilquale si trova nell’intestino crasso dell’uomo e anchenell’appendice vermicolare, per il che è stato considera-to da qualcuno come una delle cause dell’appendicite.Di regola però gode abbastanza buona fama, a meno chenon si raccolga in gran numero, specialmente nei bam-bini, nel qual caso può dar origine a disturbi diversi. Il

82

Page 83: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

suo sviluppo avviene direttamente in sèguito alle uovainghiottite insieme coll’acqua.

Uno dei vermi più pericolosi, che ha dato del filo datorcere a medici e a naturalisti, è l’Ancilostoma o Unci-naria (Ancylostoma duodenale) (figura 21), scoperto dalDubini nel 1838 a Milano nell’intestino di un cadavere.E lungo poco più di un centimetro, di forma cilindrica;la femmina è un po’ più grande. Vive nell’intestinodell’uomo attaccato all’epitelio per mezzo della boccatondeggiante, provvista di alcuni denti chitinosi, nutren-dosi della mucosa intestinale. Ivi questi animali compio-no le loro nozze, che sono state sorprese recentementedal Siccardi19, il quale descrisse due di questi parassitiespulsi in copula: i due vermi ricordano nel loro insiemela forma di una ipsilon, della quale una delle branchemolto più lunga è rappresentata dal maschio, l’altra e ilpiede sono costituiti dalla femmina. Le uova, che ven-gono emesse colle feci, dànno origine a delle piccolelarve, le quali si nutrono degli escrementi e dopo aversubìte alcune mute passano nella terra umida onell’acqua; se restano per lungo tempo all’asciutto, sicircondano di una cuticola, la quale le protegge dalcompleto essiccamento; in questo modo possono essereanche trasportate dal vento assieme alla polvere a gran-de distanza. Le larve giungono poi insieme col cibo

19 SICCARDI, Per lo studio dell’Anchilostomiasi, “Atti R. Ist.Veneto di Scienze” Venezia, 1905-6.

83

suo sviluppo avviene direttamente in sèguito alle uovainghiottite insieme coll’acqua.

Uno dei vermi più pericolosi, che ha dato del filo datorcere a medici e a naturalisti, è l’Ancilostoma o Unci-naria (Ancylostoma duodenale) (figura 21), scoperto dalDubini nel 1838 a Milano nell’intestino di un cadavere.E lungo poco più di un centimetro, di forma cilindrica;la femmina è un po’ più grande. Vive nell’intestinodell’uomo attaccato all’epitelio per mezzo della boccatondeggiante, provvista di alcuni denti chitinosi, nutren-dosi della mucosa intestinale. Ivi questi animali compio-no le loro nozze, che sono state sorprese recentementedal Siccardi19, il quale descrisse due di questi parassitiespulsi in copula: i due vermi ricordano nel loro insiemela forma di una ipsilon, della quale una delle branchemolto più lunga è rappresentata dal maschio, l’altra e ilpiede sono costituiti dalla femmina. Le uova, che ven-gono emesse colle feci, dànno origine a delle piccolelarve, le quali si nutrono degli escrementi e dopo aversubìte alcune mute passano nella terra umida onell’acqua; se restano per lungo tempo all’asciutto, sicircondano di una cuticola, la quale le protegge dalcompleto essiccamento; in questo modo possono essereanche trasportate dal vento assieme alla polvere a gran-de distanza. Le larve giungono poi insieme col cibo

19 SICCARDI, Per lo studio dell’Anchilostomiasi, “Atti R. Ist.Veneto di Scienze” Venezia, 1905-6.

83

Page 84: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

poco pulito, colle mani sporche o coll’acqua infetta nelcorpo umano, dove si sviluppano nella forma adulta.

In questi ultimi anni20 è stata scoperta una nuova for-ma d’infezione per opera del Loos. Mentre egli si occu-pava nel suo laboratorio dello studio di questo parassita,avvenne che un po’ d’acqua contenente delle larve ca-desse sulla sua mano, e poco dopo avvertì in quel puntoun forte bruciore, che lo mise sull’attenti. Egli ripetè

20 LOOS A, Ueber das Eindringen der Ankylostomalarven indie menschliche Haut, “Centrbl. Für Bakt.” XXIX, 1901.

84

Fig. 21. – L’Ancylostoma duodenale; in bl’estremità boccale ingrandita con gli uncini.

poco pulito, colle mani sporche o coll’acqua infetta nelcorpo umano, dove si sviluppano nella forma adulta.

In questi ultimi anni20 è stata scoperta una nuova for-ma d’infezione per opera del Loos. Mentre egli si occu-pava nel suo laboratorio dello studio di questo parassita,avvenne che un po’ d’acqua contenente delle larve ca-desse sulla sua mano, e poco dopo avvertì in quel puntoun forte bruciore, che lo mise sull’attenti. Egli ripetè

20 LOOS A, Ueber das Eindringen der Ankylostomalarven indie menschliche Haut, “Centrbl. Für Bakt.” XXIX, 1901.

84

Fig. 21. – L’Ancylostoma duodenale; in bl’estremità boccale ingrandita con gli uncini.

Page 85: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

l’esperimento con uguali risultati ed allora staccò daquel punto un pezzo della sua pelle e con stupores’accorse che le larve erano sparite. Tre mesi dopo, col-pito da sintomi allarmanti di spossatezza, avendo esami-nate le sue feci, vi riscontrò le uova dell’Ancilostoma.Ripetuti più tardi gli stessi esperimenti su altre personee colle dovute precauzioni, venne alla conclusione chele larve possono giungere nell'interno del corpo umanoattraverso la pelle.

Se questi vermi si trovano in numero limitato, noncausano grande molestia; di solito però occorrono ingran copia, data la quantità enorme di uova prodotta dal-le femmine. Leichtenstern contò in un grammo di escre-menti umani quasi ventimila uova. Ne deriva così chel’infezione avviene di frequente su larga scala, nel qualcaso il paziente s’indebolisce continuamente, accennan-do ad un’anemia che diventa sempre più forte, il coloredella pelle si fa sempre più pallido, poi giallastro, infineterreo. La più piccola fatica è causa di affanni e palpita-zioni di cuore. Nell’ultimo stadio l’ammalato è costrettoa stare a letto, senza esser quasi neppur in grado di muo-versi, sino a che, se non viene debitamente curato, su-bentra la morte. La diminuzione progressiva dei corpu-scoli rossi, oltre che da continue emorragie prodotte dal-le piccole ferite dell’intestino, si crede dipenda anchedal fatto, che questo verme è in grado di secernere un li-quido atto a distruggere parzialmente i corpuscoli rossi.Questo succo tossico dovrebbe ancor essere la causa diun’infezione generale dell’organismo, poichè non è pos-

85

l’esperimento con uguali risultati ed allora staccò daquel punto un pezzo della sua pelle e con stupores’accorse che le larve erano sparite. Tre mesi dopo, col-pito da sintomi allarmanti di spossatezza, avendo esami-nate le sue feci, vi riscontrò le uova dell’Ancilostoma.Ripetuti più tardi gli stessi esperimenti su altre personee colle dovute precauzioni, venne alla conclusione chele larve possono giungere nell'interno del corpo umanoattraverso la pelle.

Se questi vermi si trovano in numero limitato, noncausano grande molestia; di solito però occorrono ingran copia, data la quantità enorme di uova prodotta dal-le femmine. Leichtenstern contò in un grammo di escre-menti umani quasi ventimila uova. Ne deriva così chel’infezione avviene di frequente su larga scala, nel qualcaso il paziente s’indebolisce continuamente, accennan-do ad un’anemia che diventa sempre più forte, il coloredella pelle si fa sempre più pallido, poi giallastro, infineterreo. La più piccola fatica è causa di affanni e palpita-zioni di cuore. Nell’ultimo stadio l’ammalato è costrettoa stare a letto, senza esser quasi neppur in grado di muo-versi, sino a che, se non viene debitamente curato, su-bentra la morte. La diminuzione progressiva dei corpu-scoli rossi, oltre che da continue emorragie prodotte dal-le piccole ferite dell’intestino, si crede dipenda anchedal fatto, che questo verme è in grado di secernere un li-quido atto a distruggere parzialmente i corpuscoli rossi.Questo succo tossico dovrebbe ancor essere la causa diun’infezione generale dell’organismo, poichè non è pos-

85

Page 86: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

sibile che le piccole ferite apportate all’intestino causinosì gravi conseguenze. E questa supposizione viene con-validata dagli esperimenti di Lussana, il quale ha riscon-trato un certo grado di tossicità anche nelle urine degliammalati, le quali, iniettate in animali sani, provocanosintomi somiglianti alla vera ancilostomiasi.

Infine, quando gli Ancilostomi attaccano persone gio-vani, possono causare un ritardo e persino un arrestodello sviluppo del corpo e dell'intelligenza. «Casi nonrari, gravi, tali» scrive il Messedaglia21 «da rendere giu-stificabili fino a un certo punto almeno le denominazio-ni di infantilismo e di nanismo anchilostomiasico. Piùvolte ormai nel corso di pochi anni a Padova abbiamopotuto far la conoscenza di anchilostomiasici sui tredicianni, che ne dimostravano appena otto o nove, e per ildifetto della statura e per l’aspetto infantile di tutto illoro esteriore e per le condizioni mentali». E stato infinenotato che le larve che penetrano attraverso la pelle siportano anche nei canali respiratori e nei polmoni.

Recentemente si è potuto ottenere lo sviluppodell’Ancilostoma duodenale anche in parecchie speciedi scimmie, e per via della pelle il Loos è riuscito ad in-fettare giovani cani. Questo verme è particolarmentediffuso nei paesi caldi e umidi; nel Giappone l’infezioneavviene specialmente insieme colle ortaglie che vengo-no concimate cogli escrementi umani. In Europa il pri-

21 MESSEDAGLIA L., Le malattie del lavoro. La questionedell'’Anchilostomiasi in Italia, “Nuova Antologia”, Anno 45°,fasc. 923, Roma, 1910.

86

sibile che le piccole ferite apportate all’intestino causinosì gravi conseguenze. E questa supposizione viene con-validata dagli esperimenti di Lussana, il quale ha riscon-trato un certo grado di tossicità anche nelle urine degliammalati, le quali, iniettate in animali sani, provocanosintomi somiglianti alla vera ancilostomiasi.

Infine, quando gli Ancilostomi attaccano persone gio-vani, possono causare un ritardo e persino un arrestodello sviluppo del corpo e dell'intelligenza. «Casi nonrari, gravi, tali» scrive il Messedaglia21 «da rendere giu-stificabili fino a un certo punto almeno le denominazio-ni di infantilismo e di nanismo anchilostomiasico. Piùvolte ormai nel corso di pochi anni a Padova abbiamopotuto far la conoscenza di anchilostomiasici sui tredicianni, che ne dimostravano appena otto o nove, e per ildifetto della statura e per l’aspetto infantile di tutto illoro esteriore e per le condizioni mentali». E stato infinenotato che le larve che penetrano attraverso la pelle siportano anche nei canali respiratori e nei polmoni.

Recentemente si è potuto ottenere lo sviluppodell’Ancilostoma duodenale anche in parecchie speciedi scimmie, e per via della pelle il Loos è riuscito ad in-fettare giovani cani. Questo verme è particolarmentediffuso nei paesi caldi e umidi; nel Giappone l’infezioneavviene specialmente insieme colle ortaglie che vengo-no concimate cogli escrementi umani. In Europa il pri-

21 MESSEDAGLIA L., Le malattie del lavoro. La questionedell'’Anchilostomiasi in Italia, “Nuova Antologia”, Anno 45°,fasc. 923, Roma, 1910.

86

Page 87: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

mo paese colpito è stata l'Italia. L’infezione provennecon tutta probabilità dall’Egitto. Da principio non vi sidiede grande importanza, non conoscendosi il dannosoinflusso da esso esercitato. Durante il traforo del Gottar-do si manifestò tra gli operai una malattia assai grave, dicui si ignorava la causa e che fu chiamata anemia deiminatori. È merito del Perroncito di avere nel 1880 di-mostrata la relazione fra questi vermi e la malattia in pa-rola. Dall’Italia questo parassita si è diffuso, per operadei lavoratori italiani, in tutta Europa, destando grave al-larme, sì che molte nazioni opportunamente presero del-le misure igieniche atte ad impedire la diffusione delmale.

In Italia poco s’è fatto ufficialmente. Di recente ilMessedaglia ha fatto sentire la sua voce autorevole, pro-ponendo che il Governo prendesse delle misure energi-che, come sarebbe: impedire che vengano disseminatematerie infette, fonti di nuove infezioni; fornire ai lavo-ratori acqua sana; costruire frequenti latrine igieniche, ecosì via. Per mostrare quanto giovino queste norme ele-mentari basta ricordare che mentre nel traforo del Got-tardo l’Ancilostoma produsse danni immensi, in quellodel Sempione, grazie alle misure prese da egregi sanita-ri, non si ebbe neppure un caso d’infezione. Infine saràopportuno istruire gli operai e metterli in grado di com-prendere i pericoli ai quali vanno incontro; lo stesso di-casi dei nostri emigranti, poichè nell’America è indige-na una specie affine (Necator americanus) coi medesimieffetti dannosi, e non v’è chi non veda il pericolo

87

mo paese colpito è stata l'Italia. L’infezione provennecon tutta probabilità dall’Egitto. Da principio non vi sidiede grande importanza, non conoscendosi il dannosoinflusso da esso esercitato. Durante il traforo del Gottar-do si manifestò tra gli operai una malattia assai grave, dicui si ignorava la causa e che fu chiamata anemia deiminatori. È merito del Perroncito di avere nel 1880 di-mostrata la relazione fra questi vermi e la malattia in pa-rola. Dall’Italia questo parassita si è diffuso, per operadei lavoratori italiani, in tutta Europa, destando grave al-larme, sì che molte nazioni opportunamente presero del-le misure igieniche atte ad impedire la diffusione delmale.

In Italia poco s’è fatto ufficialmente. Di recente ilMessedaglia ha fatto sentire la sua voce autorevole, pro-ponendo che il Governo prendesse delle misure energi-che, come sarebbe: impedire che vengano disseminatematerie infette, fonti di nuove infezioni; fornire ai lavo-ratori acqua sana; costruire frequenti latrine igieniche, ecosì via. Per mostrare quanto giovino queste norme ele-mentari basta ricordare che mentre nel traforo del Got-tardo l’Ancilostoma produsse danni immensi, in quellodel Sempione, grazie alle misure prese da egregi sanita-ri, non si ebbe neppure un caso d’infezione. Infine saràopportuno istruire gli operai e metterli in grado di com-prendere i pericoli ai quali vanno incontro; lo stesso di-casi dei nostri emigranti, poichè nell’America è indige-na una specie affine (Necator americanus) coi medesimieffetti dannosi, e non v’è chi non veda il pericolo

87

Page 88: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

ch’essa si possa trapiantare qui da noi, mentre lottiamoper la distruzione della specie europea. Quali medica-menti, il Siccardi consiglia il felce maschio, il timolo eil cloroformio.

Il verme classico per eccellenza, notosin dall’antichità è l'Ascaris lumbricoides(fig. 22), il così detto verme dei bambini,perchè in questi occorre più di frequente.È questo un verme cilindrico appuntitoalle estremità, di color bianco giallognoloo rossiccio, della lunghezza di circa ventisino a venticinque centimetri nel maschio.Le femmine sono dieci centimetri circapiù lunghe e producono un numero straor-dinario di uova, che si calcola possano su-perare i cinquanta milioni. Queste, chevengono all’esterno per mezzo delle feci,qualora si trovino in condizioni favorevo-li, si sviluppano in forma di un piccoloembrione, il quale però compie il suocompleto sviluppo solo qualora possagiungere nello stomaco umano. Da prima

si credeva che questi vermi avessero un ospite interme-dio, sino a che il Grassi22 ha potuto dimostrare, con op-portune esperienze fatte sulla sua persona, che l’infezio-ne avviene direttamente insieme coll’acqua o colla terra,

22 GRASSI B., Weiteres zur Frage der Ascarisentwickelung,“Centralblatt für Bakteriologie und Parasitenkunde”, III, 1888.

88

Fig 22. –l'Ascaris

lumbricoides

ch’essa si possa trapiantare qui da noi, mentre lottiamoper la distruzione della specie europea. Quali medica-menti, il Siccardi consiglia il felce maschio, il timolo eil cloroformio.

Il verme classico per eccellenza, notosin dall’antichità è l'Ascaris lumbricoides(fig. 22), il così detto verme dei bambini,perchè in questi occorre più di frequente.È questo un verme cilindrico appuntitoalle estremità, di color bianco giallognoloo rossiccio, della lunghezza di circa ventisino a venticinque centimetri nel maschio.Le femmine sono dieci centimetri circapiù lunghe e producono un numero straor-dinario di uova, che si calcola possano su-perare i cinquanta milioni. Queste, chevengono all’esterno per mezzo delle feci,qualora si trovino in condizioni favorevo-li, si sviluppano in forma di un piccoloembrione, il quale però compie il suocompleto sviluppo solo qualora possagiungere nello stomaco umano. Da prima

si credeva che questi vermi avessero un ospite interme-dio, sino a che il Grassi22 ha potuto dimostrare, con op-portune esperienze fatte sulla sua persona, che l’infezio-ne avviene direttamente insieme coll’acqua o colla terra,

22 GRASSI B., Weiteres zur Frage der Ascarisentwickelung,“Centralblatt für Bakteriologie und Parasitenkunde”, III, 1888.

88

Fig 22. –l'Ascaris

lumbricoides

Page 89: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

ed è per questo che i bambini, che si divertono a baloc-care col terreno, e i pazzi, che si cibano di lordure, nesono i più affetti.

La dimora abituale dell'Ascaris lumbricoides è l’inte-stino tenue dell’uomo, nel quale si può trovare anche innumero grandissimo. Volz ne contò, in un fanciullo didodici anni, novecento, ed in un ragazzo negro del Ka-merum, morto in causa di questi, se ne raccolse un am-masso tale da poterne riempire quattro litri. Quantunquequesto verme abbia abitudini sedentarie, non di radocompie delle emigrazioni in varie parti del corpo, facili-tato da particolari condizioni patologiche dell’ospite.Così talora essi risalgono l’intestino, passando nello sto-maco dal quale talvolta vengono emessi col vomito. An-che spontaneamente possono passare nell’esofago e nel-la cavità nasale, talora dall’intestino penetrano nei con-dotti biliari e del fegato, e, approfittando di qualche per-forazione anche nella cavità addominale. Questo paras-sita può infine introdursi per la glottide nelle vie respira-torie, e determinare accessi di soffocazione ed anche lamorte per asfissia. Del resto le opinioni sulla importanzapatogena dell'Ascaris lumbricoides furono sempre di-scordi. Gli antichi lo consideravano come parassita peri-colosissimo, poi venne la reazione, fino al giudizio delBianchi (1741), secondo il quale anche i vermi dovreb-bero essere più o meno utili all’uomo, essendo tutti gliesseri organizzati creati a cagione di lui.

89

ed è per questo che i bambini, che si divertono a baloc-care col terreno, e i pazzi, che si cibano di lordure, nesono i più affetti.

La dimora abituale dell'Ascaris lumbricoides è l’inte-stino tenue dell’uomo, nel quale si può trovare anche innumero grandissimo. Volz ne contò, in un fanciullo didodici anni, novecento, ed in un ragazzo negro del Ka-merum, morto in causa di questi, se ne raccolse un am-masso tale da poterne riempire quattro litri. Quantunquequesto verme abbia abitudini sedentarie, non di radocompie delle emigrazioni in varie parti del corpo, facili-tato da particolari condizioni patologiche dell’ospite.Così talora essi risalgono l’intestino, passando nello sto-maco dal quale talvolta vengono emessi col vomito. An-che spontaneamente possono passare nell’esofago e nel-la cavità nasale, talora dall’intestino penetrano nei con-dotti biliari e del fegato, e, approfittando di qualche per-forazione anche nella cavità addominale. Questo paras-sita può infine introdursi per la glottide nelle vie respira-torie, e determinare accessi di soffocazione ed anche lamorte per asfissia. Del resto le opinioni sulla importanzapatogena dell'Ascaris lumbricoides furono sempre di-scordi. Gli antichi lo consideravano come parassita peri-colosissimo, poi venne la reazione, fino al giudizio delBianchi (1741), secondo il quale anche i vermi dovreb-bero essere più o meno utili all’uomo, essendo tutti gliesseri organizzati creati a cagione di lui.

89

Page 90: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

Di solito questi ascaridi se in pochi nonproducono disturbi di sorta, tutt’al più neibambini cagionano un debole malessere di-pendente da un’irritazione nervosa. Questivermi del resto servono di capro espiatoriopresso molti genitori per spiegare un gran nu-mero di disturbi, che non hanno alcuna rela-zione con essi, e perciò è consigliabile di la-sciare queste diagnosi al medico e non alle co-mari. Se in molti, gli Ascaridi possono provo-care anche la morte, coll’ostruire nell’intesti-no il passaggio del cibo. Infine, e per questoverme e per molti altri, è inutile ripetere ilconsiglio che da queste pagine dovrebbe risal-tare chiaro e continuo di guardarsi dal lordu-me e dal sudiciume di qualsiasi fatta.

Un altro verme non meno frequente, tantonei bambini quanto negli adulti, è l’Ossiuro(Oxyuris vermicularis) (fig. 23), di color bian-co, lungo nei maschi 5 mm., nelle femmine ildoppio. Abita nell’intestino tenue; le femminedopo la fecondazione passano nel crasso, di-scendendo fino nel retto dove depongono leuova. Ivi producono una irritazione assai mo-lesta, dando luogo alle volte a un prurito in-sopportabile, che si fa più forte specialmente

di notte, impedendo anche di dormire. I bambini sopra-tutto diventano pallidi e nervosi; Peiper riferisce il casodi un bambino che ne era così tormentato, da cadere in

90

Fig. 23 –L'Oxyurisvermicula-

ris

Di solito questi ascaridi se in pochi nonproducono disturbi di sorta, tutt’al più neibambini cagionano un debole malessere di-pendente da un’irritazione nervosa. Questivermi del resto servono di capro espiatoriopresso molti genitori per spiegare un gran nu-mero di disturbi, che non hanno alcuna rela-zione con essi, e perciò è consigliabile di la-sciare queste diagnosi al medico e non alle co-mari. Se in molti, gli Ascaridi possono provo-care anche la morte, coll’ostruire nell’intesti-no il passaggio del cibo. Infine, e per questoverme e per molti altri, è inutile ripetere ilconsiglio che da queste pagine dovrebbe risal-tare chiaro e continuo di guardarsi dal lordu-me e dal sudiciume di qualsiasi fatta.

Un altro verme non meno frequente, tantonei bambini quanto negli adulti, è l’Ossiuro(Oxyuris vermicularis) (fig. 23), di color bian-co, lungo nei maschi 5 mm., nelle femmine ildoppio. Abita nell’intestino tenue; le femminedopo la fecondazione passano nel crasso, di-scendendo fino nel retto dove depongono leuova. Ivi producono una irritazione assai mo-lesta, dando luogo alle volte a un prurito in-sopportabile, che si fa più forte specialmente

di notte, impedendo anche di dormire. I bambini sopra-tutto diventano pallidi e nervosi; Peiper riferisce il casodi un bambino che ne era così tormentato, da cadere in

90

Fig. 23 –L'Oxyurisvermicula-

ris

Page 91: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

convulsioni, durante le prime ore della notte. Special-mente endemici sono nelle caserme e negli orfanatrofi.Col grattarsi nelle regioni posteriori le uova arrivano,con le mani infette, nella cavità boccale e nasale, provo-cando così una nuova infezione, che d’altronde avvieneanche con la biancheria sporca, coi cibi e coll’acqua.Nei fanciulli l’irritazione nervosa si propaga anche agliorgani genitali, e può esser una delle cause, specialmen-te nel sesso femminile, che conduce all’onanismo. Sicrede che sia anche la causa di certe particolari infiam-mazioni catarrali dell’intestino.

Nelle acque potabili, specie in quelle con conduttureprimitive, si trovano non di rado dei vermi filiformi, cheassomigliano nel colore ad una corda di violino. Essivengono riguardati dal popolino come parassiti perico-losi, poiché se introdotti nel nostro corpo passerebberopoi nel fegato causando dei gravi disturbi. Niente di piùfalso: i Gordi, così si chiamano questi vermi, sono bensìparassiti, ma degli insetti, nell’interno dei quali passanola loro gioventù, più tardi conducono vita liberanell’acqua, e, se per accidente giungono nel corpo uma-no, o vivi o morti vengono ben presto evacuati. È veroche se ne sono trovati nell’intestino umano, ma in casirarissimi con lunga fermata (pseudo parassitismo), e ilBlanchard23 propende a credere che in tal caso possanodar luogo a fenomeni patologici di varia natura. Il Ca-

23 BLANCHARD M. R., Pseudoparasitisme d'un Gordius chezl'homme. “Bull. Accad. de Médecine” Paris, 1897.

91

convulsioni, durante le prime ore della notte. Special-mente endemici sono nelle caserme e negli orfanatrofi.Col grattarsi nelle regioni posteriori le uova arrivano,con le mani infette, nella cavità boccale e nasale, provo-cando così una nuova infezione, che d’altronde avvieneanche con la biancheria sporca, coi cibi e coll’acqua.Nei fanciulli l’irritazione nervosa si propaga anche agliorgani genitali, e può esser una delle cause, specialmen-te nel sesso femminile, che conduce all’onanismo. Sicrede che sia anche la causa di certe particolari infiam-mazioni catarrali dell’intestino.

Nelle acque potabili, specie in quelle con conduttureprimitive, si trovano non di rado dei vermi filiformi, cheassomigliano nel colore ad una corda di violino. Essivengono riguardati dal popolino come parassiti perico-losi, poiché se introdotti nel nostro corpo passerebberopoi nel fegato causando dei gravi disturbi. Niente di piùfalso: i Gordi, così si chiamano questi vermi, sono bensìparassiti, ma degli insetti, nell’interno dei quali passanola loro gioventù, più tardi conducono vita liberanell’acqua, e, se per accidente giungono nel corpo uma-no, o vivi o morti vengono ben presto evacuati. È veroche se ne sono trovati nell’intestino umano, ma in casirarissimi con lunga fermata (pseudo parassitismo), e ilBlanchard23 propende a credere che in tal caso possanodar luogo a fenomeni patologici di varia natura. Il Ca-

23 BLANCHARD M. R., Pseudoparasitisme d'un Gordius chezl'homme. “Bull. Accad. de Médecine” Paris, 1897.

91

Page 92: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

merano24 però, che è il miglior conoscitore di questogruppo di vermi, tende a credere che anche in questi ra-rissimi casi non possano produrre danni apprezzabili.

Certe specie di mignatte si possono considerare comeveri parassiti interni dell’uomo, come, ad esempio, laLimnatis nilotica, che può esser pericolosa agli uominied al bestiame in tutta l’Africa settentrionale, nella Sici-lia, nella Sardegna e nella penisola Iberica. Queste san-guisughe vengono inghiottite insieme coll’acqua e resta-no attaccate per mezzo delle ventose alla gola, alla tra-chea od all’esofago. Di solito vengono introdotte quan-do sono piccolissime e sottili come un capello. Poi in-grossano assai, gonfiandosi di sangue e aumentandoconsiderevolmente di volume. Scrive il Leuckart, che inAlgeri non si può macellare un cavallo od un bue, chene sia libero. Sono anche frequenti nella cavità nasaledei cammelli. Specialmente i soldati europei che nonusano le dovute precauzioni nell’esame dell’acqua, per-chè ignari del pericolo, ne sono più facilmente esposti.Sono assai difficili da staccare e causano emorragie do-lorose ed infiammazioni croniche. In certe località dellaSicilia le persone attaccate sono discretamente numero-se, particolarmente nei contadini che usano bere l’acquache scorre superficialmente nel terreno argilloso di quel-le contrade.

24 CAMERANO L., Monografia dei Gordii, “Mem. R. Acc. delleScienze”, Vol. 47, Torino, 1897.

92

merano24 però, che è il miglior conoscitore di questogruppo di vermi, tende a credere che anche in questi ra-rissimi casi non possano produrre danni apprezzabili.

Certe specie di mignatte si possono considerare comeveri parassiti interni dell’uomo, come, ad esempio, laLimnatis nilotica, che può esser pericolosa agli uominied al bestiame in tutta l’Africa settentrionale, nella Sici-lia, nella Sardegna e nella penisola Iberica. Queste san-guisughe vengono inghiottite insieme coll’acqua e resta-no attaccate per mezzo delle ventose alla gola, alla tra-chea od all’esofago. Di solito vengono introdotte quan-do sono piccolissime e sottili come un capello. Poi in-grossano assai, gonfiandosi di sangue e aumentandoconsiderevolmente di volume. Scrive il Leuckart, che inAlgeri non si può macellare un cavallo od un bue, chene sia libero. Sono anche frequenti nella cavità nasaledei cammelli. Specialmente i soldati europei che nonusano le dovute precauzioni nell’esame dell’acqua, per-chè ignari del pericolo, ne sono più facilmente esposti.Sono assai difficili da staccare e causano emorragie do-lorose ed infiammazioni croniche. In certe località dellaSicilia le persone attaccate sono discretamente numero-se, particolarmente nei contadini che usano bere l’acquache scorre superficialmente nel terreno argilloso di quel-le contrade.

24 CAMERANO L., Monografia dei Gordii, “Mem. R. Acc. delleScienze”, Vol. 47, Torino, 1897.

92

Page 93: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

Un accenno speciale merita ancora l’azione esercitatadai vermi nell’appendicite, azione che in questi ultimianni è stata esaurientemente discussa dalle prime autori-tà mediche di tutto il mondo, senza che per questo si sia-no ancora messi d’accordo. Incolpati sono gli Ascaridi,gli Ossiuri e i Tricocefali, tanto nelle forme adulte o lar-vali quanto per le uova. Questo è ad ogni modo accerta-to, che in moltissime di queste infiammazioni si trovaro-no nell’appendice uno o più individui dei vermi sopraci-tati. Certi medici sono così convinti dell’azione patolo-gica esercitata da parte di questi parassiti nell’appendi-ce, da consigliare come cura efficace, per impedirel'infiammazione, di prendere frequentemente degli el-mintifughi. L’Auley riferisce di un caso di appendiciteda lui curato nella maniera sopra accennata: l’allontana-mento degli Ascaridi rese superflua l’operazione; i chi-rurghi ne sono però poco persuasi.

Diverse specie di mosche, specialmente quelle dome-stiche vomitorie e cadaverine, nonchè alcuni estri, attac-cano l’uomo, sia deponendo le uova o le larve sulle feri-te della pelle o nella cavità del naso o delle orecchie, siainfine introducendole assieme al cibo nell’intestino,dove soggiornano quali veri parassiti. Ai disturbi patolo-gici causati da questi insetti si dà il nome di Myiasis, eprecisamente nei due primi casi di Myiasis externa enell’ultimo di Myiasis interna. Siccome però nella se-conda maniera della Myiasis externa i disturbi, derivantida questi parassiti, toccano organi in modo speciale in-terni quali il cervello, la laringe, l’orecchio interno, ecc.,

93

Un accenno speciale merita ancora l’azione esercitatadai vermi nell’appendicite, azione che in questi ultimianni è stata esaurientemente discussa dalle prime autori-tà mediche di tutto il mondo, senza che per questo si sia-no ancora messi d’accordo. Incolpati sono gli Ascaridi,gli Ossiuri e i Tricocefali, tanto nelle forme adulte o lar-vali quanto per le uova. Questo è ad ogni modo accerta-to, che in moltissime di queste infiammazioni si trovaro-no nell’appendice uno o più individui dei vermi sopraci-tati. Certi medici sono così convinti dell’azione patolo-gica esercitata da parte di questi parassiti nell’appendi-ce, da consigliare come cura efficace, per impedirel'infiammazione, di prendere frequentemente degli el-mintifughi. L’Auley riferisce di un caso di appendiciteda lui curato nella maniera sopra accennata: l’allontana-mento degli Ascaridi rese superflua l’operazione; i chi-rurghi ne sono però poco persuasi.

Diverse specie di mosche, specialmente quelle dome-stiche vomitorie e cadaverine, nonchè alcuni estri, attac-cano l’uomo, sia deponendo le uova o le larve sulle feri-te della pelle o nella cavità del naso o delle orecchie, siainfine introducendole assieme al cibo nell’intestino,dove soggiornano quali veri parassiti. Ai disturbi patolo-gici causati da questi insetti si dà il nome di Myiasis, eprecisamente nei due primi casi di Myiasis externa enell’ultimo di Myiasis interna. Siccome però nella se-conda maniera della Myiasis externa i disturbi, derivantida questi parassiti, toccano organi in modo speciale in-terni quali il cervello, la laringe, l’orecchio interno, ecc.,

93

Page 94: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

credo opportuno di unirli in questo capitolo alla veraMyiasis interna o intestinalis, continuando nel prossimoa discorrere degli stessi parassiti quali ospiti pericolosidella nostra pelle.

Per fortuna in Europa i malanni prodotti da questi in-setti sono rari e del tutto occasionali, se si fa eccezioneper la Sarcophaga Wohlfarti, la quale è diffusa special-mente in certe province della Russia, e in casi isolati intutta l’Europa centrale. Questa mosca, che attacca però apreferenza il bestiame, depone le uova nelle cavità delnaso, della bocca e delle orecchie nelle persone che dor-mono, all’aperto; le larve poi si dirigono continuamenteverso l’interno, dando luogo a dolori così forti da farperdere anche i sensi. Avvengono non di rado fortiemorragie al naso ed agli orecchi, che indeboliscono as-sai gli ammalati, i quali si fanno pallidi e dimagrano as-sai. Nelle orecchie, dopo aver divorato le parti molli delcondotto auricolare, attraversano il timpano, causandodolori indicibili. Scrive il Linstow che una ragazza undi-cenne della Slesia, dopo aver dormito all’aperto, si la-mentava di un forte dolore nella cavità nasale sinistra;alcuni giorni dopo il dolore s’era fatto sì forte da farperdere alla fanciulla la conoscenza, dopo otto giorniera già nella tomba. Nell’autopsia si potè constatare chela mucosa nasale era completamente distrutta finoall’osso, distruzione che proseguiva sino alla cavità ocu-lare; i muscoli dell’occhio erano in gran parte divoratida una cinquantina di larve lunghe nove millimetri, chestavano continuando il loro banchetto. Di solito le per-

94

credo opportuno di unirli in questo capitolo alla veraMyiasis interna o intestinalis, continuando nel prossimoa discorrere degli stessi parassiti quali ospiti pericolosidella nostra pelle.

Per fortuna in Europa i malanni prodotti da questi in-setti sono rari e del tutto occasionali, se si fa eccezioneper la Sarcophaga Wohlfarti, la quale è diffusa special-mente in certe province della Russia, e in casi isolati intutta l’Europa centrale. Questa mosca, che attacca però apreferenza il bestiame, depone le uova nelle cavità delnaso, della bocca e delle orecchie nelle persone che dor-mono, all’aperto; le larve poi si dirigono continuamenteverso l’interno, dando luogo a dolori così forti da farperdere anche i sensi. Avvengono non di rado fortiemorragie al naso ed agli orecchi, che indeboliscono as-sai gli ammalati, i quali si fanno pallidi e dimagrano as-sai. Nelle orecchie, dopo aver divorato le parti molli delcondotto auricolare, attraversano il timpano, causandodolori indicibili. Scrive il Linstow che una ragazza undi-cenne della Slesia, dopo aver dormito all’aperto, si la-mentava di un forte dolore nella cavità nasale sinistra;alcuni giorni dopo il dolore s’era fatto sì forte da farperdere alla fanciulla la conoscenza, dopo otto giorniera già nella tomba. Nell’autopsia si potè constatare chela mucosa nasale era completamente distrutta finoall’osso, distruzione che proseguiva sino alla cavità ocu-lare; i muscoli dell’occhio erano in gran parte divoratida una cinquantina di larve lunghe nove millimetri, chestavano continuando il loro banchetto. Di solito le per-

94

Page 95: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

sone colpite dalle mosche sono quelle che hanno l'alitopuzzolente, che serve come richiamo alla femmina, at-tratta dal cattivo odore a depositarvi le uova.

Nell’America meridionale è diffusauna simile malattia prodotta dalle larvedella Lucilia macellaria (fig. 24). Lafemmina depone le uova nella cavità delnaso, e le larve cominciano un eguale la-vorìo di distruzione, aiutando l’azionedegli uncini delle mandibole col secer-nere una sostanza vischiosa, verdastra,puzzolente, che affretta la putrefazionedella carne circostante. Non di rado pas-sano anche nella laringe divorando lamucosa della glottide e distruggendo lecorde vocali. In non pochi casi si hannomorti causate da questi parassiti, spe-cialmente nelle popolazioni ignoranti epoco pulite.

La vera Myiasis interna, che è di soli-to intestinale, è stata descritta per la pri-

ma volta dal Redi, e più tardi osservata ripetutamente damolti autori. Non basta però che le larve di queste mo-sche siano emesse vive assieme alle feci; per parlare diveri parassiti occorre dimostrare il loro soggiorno più omeno prolungato nel canale digerente. Anche inquest’ultimo caso si tratta però di parassiti accidentali,che sono giunti nello stomaco sotto forma di uova o dilarve coi cibi o colle bevande. Le specie più frequente-

95

Fig. 24. – Larvadi una mosca pa-rassita (Luciliamacellaria).

sone colpite dalle mosche sono quelle che hanno l'alitopuzzolente, che serve come richiamo alla femmina, at-tratta dal cattivo odore a depositarvi le uova.

Nell’America meridionale è diffusauna simile malattia prodotta dalle larvedella Lucilia macellaria (fig. 24). Lafemmina depone le uova nella cavità delnaso, e le larve cominciano un eguale la-vorìo di distruzione, aiutando l’azionedegli uncini delle mandibole col secer-nere una sostanza vischiosa, verdastra,puzzolente, che affretta la putrefazionedella carne circostante. Non di rado pas-sano anche nella laringe divorando lamucosa della glottide e distruggendo lecorde vocali. In non pochi casi si hannomorti causate da questi parassiti, spe-cialmente nelle popolazioni ignoranti epoco pulite.

La vera Myiasis interna, che è di soli-to intestinale, è stata descritta per la pri-

ma volta dal Redi, e più tardi osservata ripetutamente damolti autori. Non basta però che le larve di queste mo-sche siano emesse vive assieme alle feci; per parlare diveri parassiti occorre dimostrare il loro soggiorno più omeno prolungato nel canale digerente. Anche inquest’ultimo caso si tratta però di parassiti accidentali,che sono giunti nello stomaco sotto forma di uova o dilarve coi cibi o colle bevande. Le specie più frequente-

95

Fig. 24. – Larvadi una mosca pa-rassita (Luciliamacellaria).

Page 96: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

mente incontrate nel canale digerente dell’uomo sonoalcune Antomie, Sarcofile, e la Mosca vomitoria. Certevolte esse passano inavvertite senza dar origine a alcundisturbo, altre volte invece cagionano forti dolori visce-rali, debolezza, più di rado febbre e capogiro. Quando lelarve si soffermano nello stomaco cagionano non dirado vomito unito a sangue, che gocciola dalle piccoleferite della parete dello stomaco punta dagli uncini boc-cali di questi insetti. In uno di questi casi descrittodall’Joseph, il paziente, che soffriva assai, espulse me-diante il lavaggio dello stomaco non meno di cento lar-ve di Callifora, dopo di che si riebbe completamente.

È abitudine di molti di mangiare dei formaggi cosìdetti fermentati, i quali sono ricchi di muffe verdi e fre-quentati dalle larve di una mosca (Piophila casei), laquale vi depone le uova attratta senza dubbio dall’odorepiccante. Queste larve vengono chiamate generalmentedal pubblico vermi. I ghiottoni di questo genere, vannoin cerca dei pezzi più ricchi di larve, e se qualcuna diesse con i suoi salti cerca di sfuggire dal piatto è raccol-ta su di un pezzo di pane e trangugiata avidamente. La-sciando da parte la questione del gusto e del senso dischifo che queste larve possono destare, l’Alessandrini25

si domandò se esse giungendo nel nostro stomaco e fer-mandosi ivi più o meno a lungo, potessero esser danno-se alla nostra salute. Il Calandruccio in uno studio ante-

25 ALESSANDRINI G., Studi e esperienze sulle larve della “Pio-phila casei”, “Archives de Parasitologie” Paris, 1909.

96

mente incontrate nel canale digerente dell’uomo sonoalcune Antomie, Sarcofile, e la Mosca vomitoria. Certevolte esse passano inavvertite senza dar origine a alcundisturbo, altre volte invece cagionano forti dolori visce-rali, debolezza, più di rado febbre e capogiro. Quando lelarve si soffermano nello stomaco cagionano non dirado vomito unito a sangue, che gocciola dalle piccoleferite della parete dello stomaco punta dagli uncini boc-cali di questi insetti. In uno di questi casi descrittodall’Joseph, il paziente, che soffriva assai, espulse me-diante il lavaggio dello stomaco non meno di cento lar-ve di Callifora, dopo di che si riebbe completamente.

È abitudine di molti di mangiare dei formaggi cosìdetti fermentati, i quali sono ricchi di muffe verdi e fre-quentati dalle larve di una mosca (Piophila casei), laquale vi depone le uova attratta senza dubbio dall’odorepiccante. Queste larve vengono chiamate generalmentedal pubblico vermi. I ghiottoni di questo genere, vannoin cerca dei pezzi più ricchi di larve, e se qualcuna diesse con i suoi salti cerca di sfuggire dal piatto è raccol-ta su di un pezzo di pane e trangugiata avidamente. La-sciando da parte la questione del gusto e del senso dischifo che queste larve possono destare, l’Alessandrini25

si domandò se esse giungendo nel nostro stomaco e fer-mandosi ivi più o meno a lungo, potessero esser danno-se alla nostra salute. Il Calandruccio in uno studio ante-

25 ALESSANDRINI G., Studi e esperienze sulle larve della “Pio-phila casei”, “Archives de Parasitologie” Paris, 1909.

96

Page 97: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

cedente aveva negato che queste larve, ingerite special-mente col gorgonzola o col formaggio pecorino detto«marcetto», potessero conservarsi vive nell’intestinodell’uomo e determinarvi delle lesioni. L’Alessandriniinvece è venuto a conclusioni differenti: in un esperi-mento su tre cani, su duecento larve introdotte nel lorointerno osservò l’espulsione di cento settantadue di esse,e constatò che le rimanenti avevano causato delle abra-sioni dell’epitelio intestinale, dovute con ogni probabili-tà all’azione dei loro uncini boccali. Notò infine anchenell’uomo dei disturbi prodotti da queste larve, e tra ivari casi quello di una persona, che da parecchi mediciera stata dichiarata infetta da elmintiasi intestinale pro-dotta dall’Ossiuro e che invece era attaccata dalle larvedella Piofila. E supponibile che il danno principale deri-vi non tanto dalla natura della ferita, quanto dal fattoche essa rappresenta delle porte di facile ingresso a ger-mi patogeni svariati.

97

cedente aveva negato che queste larve, ingerite special-mente col gorgonzola o col formaggio pecorino detto«marcetto», potessero conservarsi vive nell’intestinodell’uomo e determinarvi delle lesioni. L’Alessandriniinvece è venuto a conclusioni differenti: in un esperi-mento su tre cani, su duecento larve introdotte nel lorointerno osservò l’espulsione di cento settantadue di esse,e constatò che le rimanenti avevano causato delle abra-sioni dell’epitelio intestinale, dovute con ogni probabili-tà all’azione dei loro uncini boccali. Notò infine anchenell’uomo dei disturbi prodotti da queste larve, e tra ivari casi quello di una persona, che da parecchi mediciera stata dichiarata infetta da elmintiasi intestinale pro-dotta dall’Ossiuro e che invece era attaccata dalle larvedella Piofila. E supponibile che il danno principale deri-vi non tanto dalla natura della ferita, quanto dal fattoche essa rappresenta delle porte di facile ingresso a ger-mi patogeni svariati.

97

Page 98: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

CAPITOLO IV.I parassiti esterni dell'uomo.

Sanguisughe tropicali. – Una tortura raffinata. – Femmine sangui -narie. – Caccia minuscola. – La pulce penetrante. – Tra cimicie pidocchi. – Morti celebri. – Dalle Zecche all’Acaro dellascabbia.

Come ebbi ad accennare nel primo capitolo, fra i pa-rassiti interni ed esterni dell’uomo non troviamo una li-nea netta di divisione, ma alcuni vivono tanto entrocome sopra il corpo umano.

Abbiamo già visto nel capitolo antecedente come al-cune specie di sanguisughe arrechino all’uomo danninon lievi, se arrivano a fissarsi nella retrobocca e nel ca-nale della respirazione. Il corpo delle sanguisughe èperò adattato alla vita ectoparassitica, così dicasi dellanostra sanguisuga medicinale, l’unico parassita, che ab-bia trovato da parte dell’uomo una utilizzazione nelcampo terapeutico. Da giovani queste mignatte vivononutrendosi di piccoli animaletti acquatici, che succhiano

98

CAPITOLO IV.I parassiti esterni dell'uomo.

Sanguisughe tropicali. – Una tortura raffinata. – Femmine sangui -narie. – Caccia minuscola. – La pulce penetrante. – Tra cimicie pidocchi. – Morti celebri. – Dalle Zecche all’Acaro dellascabbia.

Come ebbi ad accennare nel primo capitolo, fra i pa-rassiti interni ed esterni dell’uomo non troviamo una li-nea netta di divisione, ma alcuni vivono tanto entrocome sopra il corpo umano.

Abbiamo già visto nel capitolo antecedente come al-cune specie di sanguisughe arrechino all’uomo danninon lievi, se arrivano a fissarsi nella retrobocca e nel ca-nale della respirazione. Il corpo delle sanguisughe èperò adattato alla vita ectoparassitica, così dicasi dellanostra sanguisuga medicinale, l’unico parassita, che ab-bia trovato da parte dell’uomo una utilizzazione nelcampo terapeutico. Da giovani queste mignatte vivononutrendosi di piccoli animaletti acquatici, che succhiano

98

Page 99: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

o divorano; ma, per poter compiere il loro sviluppocompleto, abbisognano di sangue di vertebrati, preferi-bilmente di quelli a temperatura costante, raramente edaccidentalmente dell’uomo. Incidono la pelle colle loromascelle triangolari provviste di numerosi denti a guisadi una sega (fig. 25). Le glandole salivari impedisconoal sangue di coagularsi, e perciò esso è più facilmentedigeribile; le ferite d’altro canto stentano assai a rimar-ginare. Il numero delle sanguisughe che affliggono conpiù o meno molestia l’uomo, supera la cinquantina, lamaggior parte si trova nei paesi tropicali.

Ho già detto come nell’Africa settentrionale rechigrave molestia la Limnatis nilotica; un non meno mole-sto ectoparassita della stessa famiglia è l'Haemadipsaceylonica, diffusa in tutta l’Asia e l’America meridiona-

99

Fig. 25 – Estremità della testa della mi-gnatta (da SCHMEIL).

o divorano; ma, per poter compiere il loro sviluppocompleto, abbisognano di sangue di vertebrati, preferi-bilmente di quelli a temperatura costante, raramente edaccidentalmente dell’uomo. Incidono la pelle colle loromascelle triangolari provviste di numerosi denti a guisadi una sega (fig. 25). Le glandole salivari impedisconoal sangue di coagularsi, e perciò esso è più facilmentedigeribile; le ferite d’altro canto stentano assai a rimar-ginare. Il numero delle sanguisughe che affliggono conpiù o meno molestia l’uomo, supera la cinquantina, lamaggior parte si trova nei paesi tropicali.

Ho già detto come nell’Africa settentrionale rechigrave molestia la Limnatis nilotica; un non meno mole-sto ectoparassita della stessa famiglia è l'Haemadipsaceylonica, diffusa in tutta l’Asia e l’America meridiona-

99

Fig. 25 – Estremità della testa della mi-gnatta (da SCHMEIL).

Page 100: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

le. È questa una piccola mignatta terragnola di due o trecentimetri di lunghezza, la quale vive, alle volte in nu-mero enorme, fra le foglie degli alberi o sul terreno. Ilrumore dei passi degli uomini e degli animali la fa usci-re dai suoi nascondigli, e con grande rapidità si gettasulla preda, spiccando anche dei salti e lasciandosi cade-re dagli alberi. Si attacca a preferenza alle gambe nudedegli indigeni, attraversando anche le maglie delle calzedegli Europei. Nello staccarle vi restano facilmente at-taccate le mandibole, le quali sono causa di dolorosesuppurazioni. Le sostanze acide le fanno staccare facil-mente. È antichissimo l’uso dei Cingalesi di prenderseco un limone quando debbono portarsi nei boschi. Incerti luoghi impediscono addirittura il soggiornoall’aperto. Le moltissime mutilazioni nell’isola di Cey-lon attestano i pericoli insidiosi di questo parassita, chegl’indigeni temono più dei serpenti e delle fiere.

Continuando la descrizione, interrotta nell’ultimo ca-pitolo, della Myiasis, dirò due parole della malattia cuta-nea causata da mosche, che attaccano gli organi internidell’uomo. Si sono trovate le loro larve nella pelle delcuoio capelluto e della fronte, delle membra, e del ven-tre; di solito questi ditteri vengono attratti a deporre leuova da qualche ferita o suppurazione, specie se emanaun cattivo odore. Siccome poi le larve, per difendersi daun eventuale pericolo di disseccamento, si dirigono me-diante forti contrazioni del capo sempre più versol’interno, ognuno capisce quanto moleste sieno, e causadi dolorose infiammazioni. Talora penetrano anche nelle

100

le. È questa una piccola mignatta terragnola di due o trecentimetri di lunghezza, la quale vive, alle volte in nu-mero enorme, fra le foglie degli alberi o sul terreno. Ilrumore dei passi degli uomini e degli animali la fa usci-re dai suoi nascondigli, e con grande rapidità si gettasulla preda, spiccando anche dei salti e lasciandosi cade-re dagli alberi. Si attacca a preferenza alle gambe nudedegli indigeni, attraversando anche le maglie delle calzedegli Europei. Nello staccarle vi restano facilmente at-taccate le mandibole, le quali sono causa di dolorosesuppurazioni. Le sostanze acide le fanno staccare facil-mente. È antichissimo l’uso dei Cingalesi di prenderseco un limone quando debbono portarsi nei boschi. Incerti luoghi impediscono addirittura il soggiornoall’aperto. Le moltissime mutilazioni nell’isola di Cey-lon attestano i pericoli insidiosi di questo parassita, chegl’indigeni temono più dei serpenti e delle fiere.

Continuando la descrizione, interrotta nell’ultimo ca-pitolo, della Myiasis, dirò due parole della malattia cuta-nea causata da mosche, che attaccano gli organi internidell’uomo. Si sono trovate le loro larve nella pelle delcuoio capelluto e della fronte, delle membra, e del ven-tre; di solito questi ditteri vengono attratti a deporre leuova da qualche ferita o suppurazione, specie se emanaun cattivo odore. Siccome poi le larve, per difendersi daun eventuale pericolo di disseccamento, si dirigono me-diante forti contrazioni del capo sempre più versol’interno, ognuno capisce quanto moleste sieno, e causadi dolorose infiammazioni. Talora penetrano anche nelle

100

Page 101: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

masse muscolari, che divorano tanto, scrive il Condorel-li26, che agli antichi tiranni queste larve servirono comestrumento di atroce e raffinato supplizio. I re di Persia,secondo il racconto di Plutarco, condannavano i grandidelinquenti ad essere divorati dalle mosche, legandolifra due bastoni e ungendo la faccia di miele, allo scopodi attirare gli insetti, e vuolsi che Mitridate, condannatoa questo genere di tortura, sia vissuto ventiquattro giornifra gli spasimi più atroci.

Scrive il Moniez27 che in un mendicante, il quales’era addormentato con un pezzo di carne nello sparatodella camicia, le larve di mosca, le quali si erano svilup-pate dalle uova che si trovavano nella carne, attraversa-rono la pelle, attaccando i muscoli, sì da condurlo inbreve, non ostante le cure prodigategli, alla morte.

Anche gli Estri, insetti simili alle mosche, ma piùgrandi, sono causa di infiammazioni cutanee, ma solo dirado, poichè questa famiglia d’insetti si è dedicata ingran parte al parassitismo dei nostri più grandi animalidomestici (fig. 44). Sulla pelle dell’uomo le loro larvecausano dei tumori grandi talvolta come una noce, e sela larva non viene disturbata, rompe più tardi l’ascesso e

26 CONDORELLI FRANCAVIGLIA, Caso raro di parassitismo dovutoa contemporanea dimora nell'intestino d’una giovinetta dellaHym. diminuta, dell'Ascaris lumbr. e di numerose larve di Calli-phora vomitoria, “Boll. Soc. Zool. It.”, Anno XVII, Vol. IX, f. 1-2, Roma, 1908.

27 MONIEZ R., Traité de parasitologie animale et végétale ap-pliqué à la médecine, Paris, 1896.

101

masse muscolari, che divorano tanto, scrive il Condorel-li26, che agli antichi tiranni queste larve servirono comestrumento di atroce e raffinato supplizio. I re di Persia,secondo il racconto di Plutarco, condannavano i grandidelinquenti ad essere divorati dalle mosche, legandolifra due bastoni e ungendo la faccia di miele, allo scopodi attirare gli insetti, e vuolsi che Mitridate, condannatoa questo genere di tortura, sia vissuto ventiquattro giornifra gli spasimi più atroci.

Scrive il Moniez27 che in un mendicante, il quales’era addormentato con un pezzo di carne nello sparatodella camicia, le larve di mosca, le quali si erano svilup-pate dalle uova che si trovavano nella carne, attraversa-rono la pelle, attaccando i muscoli, sì da condurlo inbreve, non ostante le cure prodigategli, alla morte.

Anche gli Estri, insetti simili alle mosche, ma piùgrandi, sono causa di infiammazioni cutanee, ma solo dirado, poichè questa famiglia d’insetti si è dedicata ingran parte al parassitismo dei nostri più grandi animalidomestici (fig. 44). Sulla pelle dell’uomo le loro larvecausano dei tumori grandi talvolta come una noce, e sela larva non viene disturbata, rompe più tardi l’ascesso e

26 CONDORELLI FRANCAVIGLIA, Caso raro di parassitismo dovutoa contemporanea dimora nell'intestino d’una giovinetta dellaHym. diminuta, dell'Ascaris lumbr. e di numerose larve di Calli-phora vomitoria, “Boll. Soc. Zool. It.”, Anno XVII, Vol. IX, f. 1-2, Roma, 1908.

27 MONIEZ R., Traité de parasitologie animale et végétale ap-pliqué à la médecine, Paris, 1896.

101

Page 102: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

si trasforma in ninfa. E stato osservato che in certi casile larve degli Estri, prima di formare i tumori, scavanodelle gallerie sotto la pelle, come nel caso riferito dalBoek28, il quale osservò sulla superficie del corpo di unfanciullo un cordone a zig-zag, che si estendeva dallaspalla sinistra alla regione ombelicale, e da questa ri-montava alla mammella sinistra, dove aveva formato untumoretto, da cui fu estratta la larva viva. Le persone piùfacilmente colpite sono quelle incaricate della custodiadel bestiame, specialmente dei buoi; la femmina è allet-tata presumibilmente dall’odore del latte a deporre leuova sulla loro pelle. In Europa queste affezioni occor-rono assai di rado; nei paesi caldi invece esse sono rela-tivamente frequenti. Humboldt narra di aver vistonell’America meridionale degli Indiani, che avevanol’addome coperto di piccoli tumori prodotti dalle larvedegli Estridi.

Mentre le mosche allo stato adulto non sono da consi-derarsi quali parassiti dell’uomo, le zanzare invece losono solo allo stato perfetto, e solo le femmine si nutro-no del nostro sangue, qualora non compiano dei danniancor più grandi, come abbiamo già visto nell’Anophe-les della malaria. La nostra zanzara più comune, battez-zata col nome di Culex pipiens, depone le uova neglistagni o nei luoghi acquitrinosi, collocandole su qualcheoggetto galleggiante, come una foglia o un pezzo di cor-

28 CONDORELLI M., Caso di myasis nell'uomo per larva cutico-lare di Hypoderma bovis, “Boll. Soc. Zool. It.” Vol. V, f. 5-6,Anno XIII, Roma, 1904.

102

si trasforma in ninfa. E stato osservato che in certi casile larve degli Estri, prima di formare i tumori, scavanodelle gallerie sotto la pelle, come nel caso riferito dalBoek28, il quale osservò sulla superficie del corpo di unfanciullo un cordone a zig-zag, che si estendeva dallaspalla sinistra alla regione ombelicale, e da questa ri-montava alla mammella sinistra, dove aveva formato untumoretto, da cui fu estratta la larva viva. Le persone piùfacilmente colpite sono quelle incaricate della custodiadel bestiame, specialmente dei buoi; la femmina è allet-tata presumibilmente dall’odore del latte a deporre leuova sulla loro pelle. In Europa queste affezioni occor-rono assai di rado; nei paesi caldi invece esse sono rela-tivamente frequenti. Humboldt narra di aver vistonell’America meridionale degli Indiani, che avevanol’addome coperto di piccoli tumori prodotti dalle larvedegli Estridi.

Mentre le mosche allo stato adulto non sono da consi-derarsi quali parassiti dell’uomo, le zanzare invece losono solo allo stato perfetto, e solo le femmine si nutro-no del nostro sangue, qualora non compiano dei danniancor più grandi, come abbiamo già visto nell’Anophe-les della malaria. La nostra zanzara più comune, battez-zata col nome di Culex pipiens, depone le uova neglistagni o nei luoghi acquitrinosi, collocandole su qualcheoggetto galleggiante, come una foglia o un pezzo di cor-

28 CONDORELLI M., Caso di myasis nell'uomo per larva cutico-lare di Hypoderma bovis, “Boll. Soc. Zool. It.” Vol. V, f. 5-6,Anno XIII, Roma, 1904.

102

Page 103: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

teccia. Queste uova, in numero di tre o quattrocento, aforma di obice, se ne stanno appiccicate le une alle altresu questa piccola zattera e dopo pochi giorni ne esconole giovani larve, che passano nell’acqua e nuotano viva-cemente (fig. 26). Si cibano dei piccoli animaletti di cuisono ricchi quei bacini. Dopo circa un mese, avendo nelfrattempo subìto tre mute, si trasformano in crisalide, laquale si tiene di solito alla superficie dell’acqua, nuotan-do colla parte posteriore del corpo; otto giorni dopo, siapre l’involucro membranoso e ne esce l’insetto perfet-to, il quale, dopo essersi asciugate le ali al sole, si libranell’aria, chiamato dall’istinto della riproduzione a tro-vare, se maschio, una compagna e questa, dall’istintodella conservazione, a pungere l'uomo.

Fig. 26. – Larve della zanzara comune mentre sgusciano dalleuova (da DAHLGREN).

La femmina, che si sente anche ad una certa distanzaper quel sibilo caratteristico prodotto dall’aria compres-sa fuori dai canaletti respiratori, infigge lo stiletto delsuo apparato boccale nella pelle dell’uomo, aspirando il

103

teccia. Queste uova, in numero di tre o quattrocento, aforma di obice, se ne stanno appiccicate le une alle altresu questa piccola zattera e dopo pochi giorni ne esconole giovani larve, che passano nell’acqua e nuotano viva-cemente (fig. 26). Si cibano dei piccoli animaletti di cuisono ricchi quei bacini. Dopo circa un mese, avendo nelfrattempo subìto tre mute, si trasformano in crisalide, laquale si tiene di solito alla superficie dell’acqua, nuotan-do colla parte posteriore del corpo; otto giorni dopo, siapre l’involucro membranoso e ne esce l’insetto perfet-to, il quale, dopo essersi asciugate le ali al sole, si libranell’aria, chiamato dall’istinto della riproduzione a tro-vare, se maschio, una compagna e questa, dall’istintodella conservazione, a pungere l'uomo.

Fig. 26. – Larve della zanzara comune mentre sgusciano dalleuova (da DAHLGREN).

La femmina, che si sente anche ad una certa distanzaper quel sibilo caratteristico prodotto dall’aria compres-sa fuori dai canaletti respiratori, infigge lo stiletto delsuo apparato boccale nella pelle dell’uomo, aspirando il

103

Page 104: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

sangue, che passa dall’esofago nello stomaco. Nè cessafino a che il suo addome non sia ben gonfio, avendol’avvertenza di umettare la ferita con un liquido da essasecreto che deve impedire al sangue di coagularsi. Sonole leggere infiammazioni cutanee causate da questa spe-cie di veleno quelle che allo svegliarsi causano quel mo-lesto senso di prurito, che non si cura col grattarsi furio-samente come fanno taluni, i quali ottengono all’incon-tro un effetto opposto. Una specie somigliante è il Pap-patasi, la cui femmina ha uguali istinti sanguinarii, bennoti particolarmente ai Veneziani. Le zanzare costitui-scono una specie di flagello cosmopolita e nei paesi tro-picali sono di una molestia incredibile. In certi luoghigli abitanti sono talmente sfiniti da queste accanite suc-chiatrici, da non poter chiuder occhio di notte nè lavora-re di giorno.

La pulce dell’uomo (Pulex irritans) (fig. 27) è un pic-colo animaletto di color rosso bruno lucente, i maschisono lunghi circa due millimetri, le femmine da tre aquattro. È sprovvisto di ali, e ciò per l’adattamento allavita parassitica, poiché i suoi antenati appartenevano in-dubbiamente ad un gruppo ancor più affine ai ditteri; lezampe posteriori sono molto più lunghe delle anteriori,atte a spiccare salti. L’apparato boccale è provvisto diuno stiletto per succhiare il sangue, del quale unicamen-te questi insetti si cibano. Le femmine depongono pocheuova in mezzo alla polvere e negli interstizi dei pavi-menti, dalle quali nascono delle larve simili ad un ver-me; queste si nutrono a preferenza dei cadaveri delle

104

sangue, che passa dall’esofago nello stomaco. Nè cessafino a che il suo addome non sia ben gonfio, avendol’avvertenza di umettare la ferita con un liquido da essasecreto che deve impedire al sangue di coagularsi. Sonole leggere infiammazioni cutanee causate da questa spe-cie di veleno quelle che allo svegliarsi causano quel mo-lesto senso di prurito, che non si cura col grattarsi furio-samente come fanno taluni, i quali ottengono all’incon-tro un effetto opposto. Una specie somigliante è il Pap-patasi, la cui femmina ha uguali istinti sanguinarii, bennoti particolarmente ai Veneziani. Le zanzare costitui-scono una specie di flagello cosmopolita e nei paesi tro-picali sono di una molestia incredibile. In certi luoghigli abitanti sono talmente sfiniti da queste accanite suc-chiatrici, da non poter chiuder occhio di notte nè lavora-re di giorno.

La pulce dell’uomo (Pulex irritans) (fig. 27) è un pic-colo animaletto di color rosso bruno lucente, i maschisono lunghi circa due millimetri, le femmine da tre aquattro. È sprovvisto di ali, e ciò per l’adattamento allavita parassitica, poiché i suoi antenati appartenevano in-dubbiamente ad un gruppo ancor più affine ai ditteri; lezampe posteriori sono molto più lunghe delle anteriori,atte a spiccare salti. L’apparato boccale è provvisto diuno stiletto per succhiare il sangue, del quale unicamen-te questi insetti si cibano. Le femmine depongono pocheuova in mezzo alla polvere e negli interstizi dei pavi-menti, dalle quali nascono delle larve simili ad un ver-me; queste si nutrono a preferenza dei cadaveri delle

104

Page 105: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

mosche. In meno di un mese dànno origine ad un insettoperfetto, dopo esser passate prima per lo stadio di ninfaracchiuse in un piccolo bozzolo. Qualche volta le pulcidepongono le uova direttamente sulle persone sudice,così che la loro metamorfosi in questi casi si compie deltutto sul corpo umano.

Fig. 27. – La pulce dell’uomo: in a) e b) larva e ninfa.Le pulci, quando pungono, aprono la guaina, che rin-

chiude come in un fodero le mandibole a forma di lan-cette dentellate, e, attraversando lo strato esterno dellapelle, assorbono il sangue. Contemporaneamente esseversano dalle glandole salivali un liquido irritante, ilquale arrossa la pelle circostante ed è causa di un forteprurito. Le persone molto sensibili, specialmente i bam-bini, che hanno la pelle più delicata, vanno soggetti, incausa delle punture, a delle forme di eruzione cutanea,che può estendersi per un gran tratto del corpo comeun’orticaria. Persone molto sensibili vengono disturbate,

105

mosche. In meno di un mese dànno origine ad un insettoperfetto, dopo esser passate prima per lo stadio di ninfaracchiuse in un piccolo bozzolo. Qualche volta le pulcidepongono le uova direttamente sulle persone sudice,così che la loro metamorfosi in questi casi si compie deltutto sul corpo umano.

Fig. 27. – La pulce dell’uomo: in a) e b) larva e ninfa.Le pulci, quando pungono, aprono la guaina, che rin-

chiude come in un fodero le mandibole a forma di lan-cette dentellate, e, attraversando lo strato esterno dellapelle, assorbono il sangue. Contemporaneamente esseversano dalle glandole salivali un liquido irritante, ilquale arrossa la pelle circostante ed è causa di un forteprurito. Le persone molto sensibili, specialmente i bam-bini, che hanno la pelle più delicata, vanno soggetti, incausa delle punture, a delle forme di eruzione cutanea,che può estendersi per un gran tratto del corpo comeun’orticaria. Persone molto sensibili vengono disturbate,

105

Page 106: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

specialmente di notte, anche dalle semplici peregrina-zioni delle pulci sul loro corpo.

Il trattamento più semplice per tenersele lontane èquello di badare alla più scrupolosa pulizia, dando loroall’occasione la caccia e distruggendole. Del resto pareche esista a questo riguardo anche un vero sport venato-rio. Scrive il Nansen29 che una occupazione preferita daiGroenlandesi è quella di darsi alla caccia delle pulci na-scoste nella loro folta capigliatura. Se sono in parecchi,il fortunato cacciatore mostra la minuscola preda a tuttala comitiva che ne prende vivo interesse. Gli Eschimesi,prima di venir a contatto cogli Europei, non conosceva-no le pulci. E gli indigeni della costa occidentale hannoaffibbiato loro il nome di «Pidocchi europei». La catturadi questi insetti procura a essi un grande divertimento, liprendono anche con arnesi speciali, cioè con certi stec-chi cui sono attaccati dei peli di lepre, che mettono tra lapelle e il vestito; le pulci si rifugiano facilmente in que-sti batuffoli caldi e vengono così prese facilmente.

«Senza bisogno di ricorrere al pettine», scrive il Cou-gnet30, «la sagace mamma eschimese cerca nella testadel suo marmocchio, e si rifà della pena sulla selvaggi-na.… Sovente le comari si mettono in un cerchio e orga-nizzano una caccia monstre. Leste esse saccheggiano lepovere teste, le mani vanno dalla testa alla bocca e dallabocca alla testa». Del resto anche le così dette popola-

29 NANSEN, Voyage au travers du Groenland, Paris, 1893.30 COUGNET A., Il ventre dei popoli, Torino, 1905.

106

specialmente di notte, anche dalle semplici peregrina-zioni delle pulci sul loro corpo.

Il trattamento più semplice per tenersele lontane èquello di badare alla più scrupolosa pulizia, dando loroall’occasione la caccia e distruggendole. Del resto pareche esista a questo riguardo anche un vero sport venato-rio. Scrive il Nansen29 che una occupazione preferita daiGroenlandesi è quella di darsi alla caccia delle pulci na-scoste nella loro folta capigliatura. Se sono in parecchi,il fortunato cacciatore mostra la minuscola preda a tuttala comitiva che ne prende vivo interesse. Gli Eschimesi,prima di venir a contatto cogli Europei, non conosceva-no le pulci. E gli indigeni della costa occidentale hannoaffibbiato loro il nome di «Pidocchi europei». La catturadi questi insetti procura a essi un grande divertimento, liprendono anche con arnesi speciali, cioè con certi stec-chi cui sono attaccati dei peli di lepre, che mettono tra lapelle e il vestito; le pulci si rifugiano facilmente in que-sti batuffoli caldi e vengono così prese facilmente.

«Senza bisogno di ricorrere al pettine», scrive il Cou-gnet30, «la sagace mamma eschimese cerca nella testadel suo marmocchio, e si rifà della pena sulla selvaggi-na.… Sovente le comari si mettono in un cerchio e orga-nizzano una caccia monstre. Leste esse saccheggiano lepovere teste, le mani vanno dalla testa alla bocca e dallabocca alla testa». Del resto anche le così dette popola-

29 NANSEN, Voyage au travers du Groenland, Paris, 1893.30 COUGNET A., Il ventre dei popoli, Torino, 1905.

106

Page 107: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

zioni civili non sono esenti da aberrazioni di simil gene-re, se è vero quanto scrive il Lioy31, che cioè in Franciasi portarono le pulci per galanteria chiuse in medaglionid’oro, come bottino prezioso fatto sul corpo di belledonne! Celebre fra questi medaglioni, narra il naturalistavicentino, era quello che serviva di custodia al piccolomalandrino, il quale aveva compiuto un intimo viaggiocircolare sulla pelle della bellissima Marion Delorme.

Meno male che per qualche persona le pulci rappre-sentano una piccola fortuna, per quelle persone cioè chehanno avuto la pazienza e l’abilità di mantenerle inischiavitù e nutrirle col proprio sangue, per esporle alpubblico, e far loro compiere degli esercizi acrobaticisotto il pomposo nome di pulci ammaestrate!

Ci sono stati anche dei belli spiriti che hanno lanciatal’idea di servirsi delle pulci nella terapia, per levare ilsangue nella stessa guisa delle mignatte. Ciò potrebbeavverarsi realizzandosi il sogno dello Swift dell’uomolillipuziano; in attesa di ciò il Beneden raccomanda ar-gutamente di valersi per quest’opera delle pulci che sitrovano nei pressi di Cette e Montpellier. Pare che inquelle località vi sia una buona razza di pulci delle di-mensioni di una mezza mosca; con una selezione intelli-gente si potrebbe allevare una razza di pulce gigantescaa sollievo dell’umanità!

La pulce del cane è differente per molti caratteri mor-fologici da quella dell’uomo, non è escluso però che

31 LIOY P., Storia naturale in campagna, Milano, 1901.

107

zioni civili non sono esenti da aberrazioni di simil gene-re, se è vero quanto scrive il Lioy31, che cioè in Franciasi portarono le pulci per galanteria chiuse in medaglionid’oro, come bottino prezioso fatto sul corpo di belledonne! Celebre fra questi medaglioni, narra il naturalistavicentino, era quello che serviva di custodia al piccolomalandrino, il quale aveva compiuto un intimo viaggiocircolare sulla pelle della bellissima Marion Delorme.

Meno male che per qualche persona le pulci rappre-sentano una piccola fortuna, per quelle persone cioè chehanno avuto la pazienza e l’abilità di mantenerle inischiavitù e nutrirle col proprio sangue, per esporle alpubblico, e far loro compiere degli esercizi acrobaticisotto il pomposo nome di pulci ammaestrate!

Ci sono stati anche dei belli spiriti che hanno lanciatal’idea di servirsi delle pulci nella terapia, per levare ilsangue nella stessa guisa delle mignatte. Ciò potrebbeavverarsi realizzandosi il sogno dello Swift dell’uomolillipuziano; in attesa di ciò il Beneden raccomanda ar-gutamente di valersi per quest’opera delle pulci che sitrovano nei pressi di Cette e Montpellier. Pare che inquelle località vi sia una buona razza di pulci delle di-mensioni di una mezza mosca; con una selezione intelli-gente si potrebbe allevare una razza di pulce gigantescaa sollievo dell’umanità!

La pulce del cane è differente per molti caratteri mor-fologici da quella dell’uomo, non è escluso però che

31 LIOY P., Storia naturale in campagna, Milano, 1901.

107

Page 108: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

essa possa passare occasionalmente sul corpo umano epungerlo, come, nel caso inverso, si sono trovate le no-stre pulci anche sul cane.

Fig. 28. – La pulce penetrante.Una specie di pulce ben più molesta è la pulce pene-

trante (Sarcopsylla penetrans) (fig. 28), indigenadell’America meridionale e importata più tardi anche inAfrica. È circa la metà della nostra ed anche la sua pun-tura non arrecherebbe grande disturbo, se non vi fosse dimezzo la curiosa abitudine della femmina fecondata diattaccarsi alla pelle dell’uomo, specialmente delle gam-be, e di insinuarsi sotto la stessa. Ivi dà origine a delleleggere infiammazioni, ma coll’andare del tempo essacresce smisuratamente, fino a raggiungere la forma e lagrandezza di un pisello, nel qual caso produce un dolorepiù vivo e più intenso. Quando l’uomo, in causa del pru-rito, si gratta fortemente, rompe la membrana dell’addo-me, e le uova e le larve, infettando e irritando maggior-

108

essa possa passare occasionalmente sul corpo umano epungerlo, come, nel caso inverso, si sono trovate le no-stre pulci anche sul cane.

Fig. 28. – La pulce penetrante.Una specie di pulce ben più molesta è la pulce pene-

trante (Sarcopsylla penetrans) (fig. 28), indigenadell’America meridionale e importata più tardi anche inAfrica. È circa la metà della nostra ed anche la sua pun-tura non arrecherebbe grande disturbo, se non vi fosse dimezzo la curiosa abitudine della femmina fecondata diattaccarsi alla pelle dell’uomo, specialmente delle gam-be, e di insinuarsi sotto la stessa. Ivi dà origine a delleleggere infiammazioni, ma coll’andare del tempo essacresce smisuratamente, fino a raggiungere la forma e lagrandezza di un pisello, nel qual caso produce un dolorepiù vivo e più intenso. Quando l’uomo, in causa del pru-rito, si gratta fortemente, rompe la membrana dell’addo-me, e le uova e le larve, infettando e irritando maggior-

108

Page 109: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

mente la ferita, possono dar origine a delle infiamma-zioni e a degli ascessi cancrenosi, così che si deve ricor-rere non di rado all’amputazione dell’arto.

Schilling32, l’ardito cacciatore ed abile fotografod’animali, nelle sue escursioni nell’Africa occidentaleconstatava che questi insetti costituiscono in quelle re-gioni una vera piaga. La sua diffusione si può riconosce-re nello scorgere ovunque degli indigeni privi di qualchedito del piede od anche di tutti. Abbondano in quei paesii così detti dottori delle pulci, i quali con grande abilità,per mezzo di piccoli stecchi, li estraggono dalla pelle.Per questo insetto Schilling dovette più volte prolungareil soggiorno nei piccoli accampamenti, perchè molti in-digeni non erano momentaneamente in grado di accom-pagnarlo. Gli stivali riparano poco; questi minuscoli ani-mali penetrano giù negli stessi, arrivando ugualmente adestinazione; lo Schilling, ad onta di tutte le precauzio-ni, lo sperimentò personalmente, tanto che il suo servonegro in una sol volta gli estrasse non meno di sette diqueste pulci, che lo molestavano assai.

La cimice dei letti (Acanthia lectularia), che ora èdiffusa per tutto il mondo, si crede sia originariadall’Oriente. Essa ad ogni modo era nota agli antichiGreci e Romani; nell’Europa settentrionale si trovanoaccenni di questi insetti solo nel medio evo; si vuole chein Inghilterra sia stata portata dagli Ugonotti fuggiaschi.La cimice è un insetto appiattito, di color rosso bruno,

32 SCHILLING C. G., Mit Blitzlicht und Büchse, Leipzig, 1905.

109

mente la ferita, possono dar origine a delle infiamma-zioni e a degli ascessi cancrenosi, così che si deve ricor-rere non di rado all’amputazione dell’arto.

Schilling32, l’ardito cacciatore ed abile fotografod’animali, nelle sue escursioni nell’Africa occidentaleconstatava che questi insetti costituiscono in quelle re-gioni una vera piaga. La sua diffusione si può riconosce-re nello scorgere ovunque degli indigeni privi di qualchedito del piede od anche di tutti. Abbondano in quei paesii così detti dottori delle pulci, i quali con grande abilità,per mezzo di piccoli stecchi, li estraggono dalla pelle.Per questo insetto Schilling dovette più volte prolungareil soggiorno nei piccoli accampamenti, perchè molti in-digeni non erano momentaneamente in grado di accom-pagnarlo. Gli stivali riparano poco; questi minuscoli ani-mali penetrano giù negli stessi, arrivando ugualmente adestinazione; lo Schilling, ad onta di tutte le precauzio-ni, lo sperimentò personalmente, tanto che il suo servonegro in una sol volta gli estrasse non meno di sette diqueste pulci, che lo molestavano assai.

La cimice dei letti (Acanthia lectularia), che ora èdiffusa per tutto il mondo, si crede sia originariadall’Oriente. Essa ad ogni modo era nota agli antichiGreci e Romani; nell’Europa settentrionale si trovanoaccenni di questi insetti solo nel medio evo; si vuole chein Inghilterra sia stata portata dagli Ugonotti fuggiaschi.La cimice è un insetto appiattito, di color rosso bruno,

32 SCHILLING C. G., Mit Blitzlicht und Büchse, Leipzig, 1905.

109

Page 110: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

coperto di peli, della lunghezza di quattro millimetri(fig. 29). Il suo apparato boccale a forma di rostro pun-gente è collocato in istato di riposo in una scanalaturasotto la gola. La femmina depone, di solito quattro volteall’anno, una cinquantina di uova nelle fessure dellemuraglie, sotto i tappeti o frammezzo alle tappezzerie,non di rado anche nei letti.

Fig. 29. — La cimice dei letti.Gl’insetti adulti se ne restano tranquilli durante il

giorno nei nascondigli, e la notte escono per compiere leloro imprese sanguinarie, attratte, come si crede,dall’odore della carne umana. Per giungere sul corpodella loro vittima usano tutte le insidie di un astuto cac-ciatore; si vuole che nei casi in cui non possono giunge-re direttamente, vi si lascino cadere perpendicolarmentedal soffitto. Scrive il Brehm che una volta ne vide una,la quale, discendendo appunto in quel modo pericoloso,

110

coperto di peli, della lunghezza di quattro millimetri(fig. 29). Il suo apparato boccale a forma di rostro pun-gente è collocato in istato di riposo in una scanalaturasotto la gola. La femmina depone, di solito quattro volteall’anno, una cinquantina di uova nelle fessure dellemuraglie, sotto i tappeti o frammezzo alle tappezzerie,non di rado anche nei letti.

Fig. 29. — La cimice dei letti.Gl’insetti adulti se ne restano tranquilli durante il

giorno nei nascondigli, e la notte escono per compiere leloro imprese sanguinarie, attratte, come si crede,dall’odore della carne umana. Per giungere sul corpodella loro vittima usano tutte le insidie di un astuto cac-ciatore; si vuole che nei casi in cui non possono giunge-re direttamente, vi si lascino cadere perpendicolarmentedal soffitto. Scrive il Brehm che una volta ne vide una,la quale, discendendo appunto in quel modo pericoloso,

110

Page 111: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

si annegò in una tazza di caffè fumante. La puntura dellacimice è causa di una piccola infiammazione prodottadal liquido acre delle glandole salivali, che cagiona unforte prurito talora anche doloroso. Nelle forme più ac-centuate può condurre ad una forma simile all’orticaria.

Fig. 30. – Il pidocchio del capo; inb) le uova attaccate ai capelli (daHESSE).

Un alleato della miseria e dell’ignoranza è senza dub-bio il pidocchio. Sull’uomo se ne trovano tre specie dif-ferenti. Il pidocchio del capo (fig. 30) è un piccolo ani-maletto attero lungo più di un millimetro; la femmina,per quella speciale prerogativa diffusa nella maggiorparte dei parassiti che spiegai nel primo capitolo, arrivasino ai due. Il colore varia a seconda delle razze umane;

111

si annegò in una tazza di caffè fumante. La puntura dellacimice è causa di una piccola infiammazione prodottadal liquido acre delle glandole salivali, che cagiona unforte prurito talora anche doloroso. Nelle forme più ac-centuate può condurre ad una forma simile all’orticaria.

Fig. 30. – Il pidocchio del capo; inb) le uova attaccate ai capelli (daHESSE).

Un alleato della miseria e dell’ignoranza è senza dub-bio il pidocchio. Sull’uomo se ne trovano tre specie dif-ferenti. Il pidocchio del capo (fig. 30) è un piccolo ani-maletto attero lungo più di un millimetro; la femmina,per quella speciale prerogativa diffusa nella maggiorparte dei parassiti che spiegai nel primo capitolo, arrivasino ai due. Il colore varia a seconda delle razze umane;

111

Page 112: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

negli Europei e in generale nella razza caucasica è gri-gio chiaro, nei Cinesi e nei Giapponesi assume una tintagiallognola, negli Eschimesi è completamente bianco,nei Negri nero. Il torace è provvisto di sei zampe che fi-niscono in unghie robuste, colle quali resta saldamenteattaccato sui capelli, specialmente delle persone sudice.Ivi le femmine depongono le uova dette lendini, che ap-piccicano ai capelli mediante una sostanza vischiosa; lagiovine prole del pidocchio, senza subire complicatemetamorfosi, è matura dopo diciotto giorni.

Il loro apparato boccale è una poderosa arma per pun-gere, in forma di rostro, che piantano nella pelle; il san-gue assorbito viene condotto direttamente allo stomaco.La puntura causa un forte prurito producendo eruzioni,che, in seguito al grattamento, dànno origine a piccoletumefazioni, le quali possono estendersi anche al collo,al petto, e riuscire oltremodo moleste. L’infezione av-viene con grande facilità. Un medico di Francoforteconstatò la pediculosi nei bambini di una ricca famiglia,i quali si erano infettati coi capelli umani di una bambo-la.

Mentre con una accurata pulizia del capo si può, an-che in caso d’infezione accidentale, liberarsele presto,c’è ancora molta gente, la quale considera od è abituataa vedere in questi insetti quasi un necessario inquilinodel nostro capo, e con un fatalismo per davvero mussul-mano e con una non meno superstiziosa ignoranza nonsi cura di impedire il pullulare di questi schifosi insetti.A prova di questo riferisco quanto scriveva il dott. Sim-

112

negli Europei e in generale nella razza caucasica è gri-gio chiaro, nei Cinesi e nei Giapponesi assume una tintagiallognola, negli Eschimesi è completamente bianco,nei Negri nero. Il torace è provvisto di sei zampe che fi-niscono in unghie robuste, colle quali resta saldamenteattaccato sui capelli, specialmente delle persone sudice.Ivi le femmine depongono le uova dette lendini, che ap-piccicano ai capelli mediante una sostanza vischiosa; lagiovine prole del pidocchio, senza subire complicatemetamorfosi, è matura dopo diciotto giorni.

Il loro apparato boccale è una poderosa arma per pun-gere, in forma di rostro, che piantano nella pelle; il san-gue assorbito viene condotto direttamente allo stomaco.La puntura causa un forte prurito producendo eruzioni,che, in seguito al grattamento, dànno origine a piccoletumefazioni, le quali possono estendersi anche al collo,al petto, e riuscire oltremodo moleste. L’infezione av-viene con grande facilità. Un medico di Francoforteconstatò la pediculosi nei bambini di una ricca famiglia,i quali si erano infettati coi capelli umani di una bambo-la.

Mentre con una accurata pulizia del capo si può, an-che in caso d’infezione accidentale, liberarsele presto,c’è ancora molta gente, la quale considera od è abituataa vedere in questi insetti quasi un necessario inquilinodel nostro capo, e con un fatalismo per davvero mussul-mano e con una non meno superstiziosa ignoranza nonsi cura di impedire il pullulare di questi schifosi insetti.A prova di questo riferisco quanto scriveva il dott. Sim-

112

Page 113: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

boli33 in una sua benefica visita nelle paludi Pontine.«Una donna presenta al medico una bambina con unatesta, – come dire? – animata e popolatissima. Carne ecapelli è un impasto sanguinolento ributtante. Le coseerano andate così. I primi... abitatori di quella testa in-fantile furono i figli della palude, ma la mamma dellabimba seppe da un’amica che... quelli in montagna, per-chè più forti e vigorosi, uccidono i colleghi più debolidella palude. E portò la bimba in montagna, ma al ritor-no, ahimè! tutti gli abitatori fraternizzarono e se il dotto-re non fosse giunto in tempo, un flemmone malignoavrebbe finito quella disgraziata bambina».

Fig. 31. – Il pidocchio dei vestiti.Il pidocchio dei vestiti (fig. 31) è un po’ più lungo di

quello del capo; la sua tinta è di un color grigio unifor-me e vive su tutto il corpo nelle parti coperte dai panni.Depone le uova specialmente nella biancheria e la sua

33 SIMBOLI R., Nelle paludi Pontine. L’opera della Croce Ros-sa, “Nuova Ant.”, Anno 45°, Roma.

113

boli33 in una sua benefica visita nelle paludi Pontine.«Una donna presenta al medico una bambina con unatesta, – come dire? – animata e popolatissima. Carne ecapelli è un impasto sanguinolento ributtante. Le coseerano andate così. I primi... abitatori di quella testa in-fantile furono i figli della palude, ma la mamma dellabimba seppe da un’amica che... quelli in montagna, per-chè più forti e vigorosi, uccidono i colleghi più debolidella palude. E portò la bimba in montagna, ma al ritor-no, ahimè! tutti gli abitatori fraternizzarono e se il dotto-re non fosse giunto in tempo, un flemmone malignoavrebbe finito quella disgraziata bambina».

Fig. 31. – Il pidocchio dei vestiti.Il pidocchio dei vestiti (fig. 31) è un po’ più lungo di

quello del capo; la sua tinta è di un color grigio unifor-me e vive su tutto il corpo nelle parti coperte dai panni.Depone le uova specialmente nella biancheria e la sua

33 SIMBOLI R., Nelle paludi Pontine. L’opera della Croce Ros-sa, “Nuova Ant.”, Anno 45°, Roma.

113

Page 114: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

riproduzione è ancora più abbondante di quella del suoconfratello del capo. Scrive il Lioy34 che Leuwenhoek, ilvecchio esploratore nelle nebulose dei minimi, volleesattamente studiarne la rapida moltiplicazione. Chefare? Diede alloggio in una calza di seta a due di code-ste femminuccie fecondate. E portò la calza notte e gior-no. Dopo la prima settimana gli ospiti erano cento, dopodue mesi diciotto mila.

Oltre che sui mendicanti è particolarmente diffusonelle caserme, ed anche le persone più pulite possonooccasionalmente restarne infette, sia in ferrovia, comenegli alberghi, negli stabilimenti di bagni, ecc. La suapuntura causa un insopportabile prurito con la formazio-ne di piccole eruzioni cutanee, e, se anche in seguito algrattare, si formano pustole, foruncoli, ecc.

Col lungo parassitare la pelle assume una stabile pig-mentazione bruna, la quale dà alla stessa un color scurodiffuso, che nei casi estremi somiglia alla carnagione deinegri. Pare che di questa malattia, chiamata ftiriasi omorbo pediculare, siano morti Silla, Erode, Filippo II,ed altri ancora. Si credeva per il passato che un tal malefosse provocato da una specie particolare di pidocchio,della quale opinione erano anche i medici di quel tempo,senza però che lo avessero mai veduto; oggidì questoanimale è stato relegato insieme colle chimere e coi dra-ghi nel regno delle leggende. Del resto che il pidocchiodei vestiti possa avere per causa la morte della persona

34 LIOY P., Storia naturale in campagna, Milano, 1901.

114

riproduzione è ancora più abbondante di quella del suoconfratello del capo. Scrive il Lioy34 che Leuwenhoek, ilvecchio esploratore nelle nebulose dei minimi, volleesattamente studiarne la rapida moltiplicazione. Chefare? Diede alloggio in una calza di seta a due di code-ste femminuccie fecondate. E portò la calza notte e gior-no. Dopo la prima settimana gli ospiti erano cento, dopodue mesi diciotto mila.

Oltre che sui mendicanti è particolarmente diffusonelle caserme, ed anche le persone più pulite possonooccasionalmente restarne infette, sia in ferrovia, comenegli alberghi, negli stabilimenti di bagni, ecc. La suapuntura causa un insopportabile prurito con la formazio-ne di piccole eruzioni cutanee, e, se anche in seguito algrattare, si formano pustole, foruncoli, ecc.

Col lungo parassitare la pelle assume una stabile pig-mentazione bruna, la quale dà alla stessa un color scurodiffuso, che nei casi estremi somiglia alla carnagione deinegri. Pare che di questa malattia, chiamata ftiriasi omorbo pediculare, siano morti Silla, Erode, Filippo II,ed altri ancora. Si credeva per il passato che un tal malefosse provocato da una specie particolare di pidocchio,della quale opinione erano anche i medici di quel tempo,senza però che lo avessero mai veduto; oggidì questoanimale è stato relegato insieme colle chimere e coi dra-ghi nel regno delle leggende. Del resto che il pidocchiodei vestiti possa avere per causa la morte della persona

34 LIOY P., Storia naturale in campagna, Milano, 1901.

114

Page 115: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

che lo ospita, è un fatto incontrastato, che si ripete ancheoggidì, per buona sorte non di frequente, dato lo svilup-po che hanno preso anche nel volgo le nozioni igienichepiù elementari. Scrive il Dottor Seifert35, che nella suaclinica or non è molto comparve un uomo di sessanta-cinque anni in uno stato compassionevole; essendo statoper alcune settimane ammalato su di un giaciglio in unastalla, tutta la superficie del corpo era coperta di nume-rosi foruncoli in parte trasformati in eruzioni, tra le qualisi moveva un esercito tumultuante di pidocchi. Al primoaccenno di una per quanto piccola infezione si faccianofrequenti bagni, mutando di spesso la biancheria.

La terza specie di pidocchio che alberga sull'uomo èil piattone. È meno diffuso degli altri, e abita a preferen-za nei pressi delle regioni genitali di ambo i sessi.

Quando la vita dell’ospite è in pericolo, i parassiti ingenerale lo abbandonano, in parte costretti dal lento av-velenamento che avviene nel nostro organismo primadella morte. In tal caso gli Ascaridi e le Tenie evacuanosenza bisogno di medicamenti, i pidocchi abbandonanogli ammalati, ma le loro uova persistono, in modo cheessi possono così ricomparire più tardi.

Gli Acari, che costituiscono una famiglia ricchissimadi specie, sono dei piccoli animaletti, i quali conduconoin parte vita libera, altri come parassiti di un gran nume-ro di animali; pochi stabilmente sull’uomo, di solito

35 BRAUN, Die tierischen Parasiten des Menschen, mit Klini-sch-Terap. Anhang von Dr. Seifert, Würzburg, 1908.

115

che lo ospita, è un fatto incontrastato, che si ripete ancheoggidì, per buona sorte non di frequente, dato lo svilup-po che hanno preso anche nel volgo le nozioni igienichepiù elementari. Scrive il Dottor Seifert35, che nella suaclinica or non è molto comparve un uomo di sessanta-cinque anni in uno stato compassionevole; essendo statoper alcune settimane ammalato su di un giaciglio in unastalla, tutta la superficie del corpo era coperta di nume-rosi foruncoli in parte trasformati in eruzioni, tra le qualisi moveva un esercito tumultuante di pidocchi. Al primoaccenno di una per quanto piccola infezione si faccianofrequenti bagni, mutando di spesso la biancheria.

La terza specie di pidocchio che alberga sull'uomo èil piattone. È meno diffuso degli altri, e abita a preferen-za nei pressi delle regioni genitali di ambo i sessi.

Quando la vita dell’ospite è in pericolo, i parassiti ingenerale lo abbandonano, in parte costretti dal lento av-velenamento che avviene nel nostro organismo primadella morte. In tal caso gli Ascaridi e le Tenie evacuanosenza bisogno di medicamenti, i pidocchi abbandonanogli ammalati, ma le loro uova persistono, in modo cheessi possono così ricomparire più tardi.

Gli Acari, che costituiscono una famiglia ricchissimadi specie, sono dei piccoli animaletti, i quali conduconoin parte vita libera, altri come parassiti di un gran nume-ro di animali; pochi stabilmente sull’uomo, di solito

35 BRAUN, Die tierischen Parasiten des Menschen, mit Klini-sch-Terap. Anhang von Dr. Seifert, Würzburg, 1908.

115

Page 116: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

solo occasionalmente o in sèguito al contatto cogli ani-mali domestici. Talvolta conducono vita parassitica allostato larvale, come il Leptus autumnalis, che si credevada principio una specie propria, ma che è stato poi rico-nosciuto per la larva del genere Trombidium.

Fig. 32. – Acari parassiti dell'uomo: a) Pediculoides ventricosus;b) Zecca marginata (Argas reflexus).

Questi giovani acari, di color rosso, vivono di solitofra l’erba, e nelle giornate calde dell’estate passano contutta facilità sul corpo dell’uomo, particolarmente men-tre si riposa su di un prato, succhiando col loro rostroacuminato il sangue, e causando un’irritazione della pel-le, accompagnata da forte prurito. È stato anche osserva-to che talora essi penetrano nei canaletti del sudore enelle glandole sebacee, fissandosi fortemente e causan-

116

solo occasionalmente o in sèguito al contatto cogli ani-mali domestici. Talvolta conducono vita parassitica allostato larvale, come il Leptus autumnalis, che si credevada principio una specie propria, ma che è stato poi rico-nosciuto per la larva del genere Trombidium.

Fig. 32. – Acari parassiti dell'uomo: a) Pediculoides ventricosus;b) Zecca marginata (Argas reflexus).

Questi giovani acari, di color rosso, vivono di solitofra l’erba, e nelle giornate calde dell’estate passano contutta facilità sul corpo dell’uomo, particolarmente men-tre si riposa su di un prato, succhiando col loro rostroacuminato il sangue, e causando un’irritazione della pel-le, accompagnata da forte prurito. È stato anche osserva-to che talora essi penetrano nei canaletti del sudore enelle glandole sebacee, fissandosi fortemente e causan-

116

Page 117: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

do delle leggere infiammazioni, che nelle persone moltosensibili dànno grande fastidio e impediscono anche ilsonno. Simili irritazioni locali vengono anche causate daaltri acari che vivono nel grano, come il Pediculoidesventricosus (fig. 32), un acaro carnivoro, le cui larve sitrovano di solito tra le fessure delle legna. La formaadulta è specialmente diffusa nei granai, e vive a prefe-renza sulle larve di alcuni coleotteri divoratori del gra-no. Il Billet36 narra che in un magazzino militare a Co-stantina, dovendosi ammassare dell’orzo e crivellarlo, isoldati a ciò impiegati presentavano sulla pelle degli ar-rossamenti simili ad un’orticaria con eritemi della formapropria della scarlattina. A Bordeaux, scaricandosi delfrumento, gli operai a ciò addetti si lamentarono diun’irritazione al ventre, alle braccia e alla faccia, causa-ta ugualmente dallo stesso parassita. Nel dipartimentodella Gironda un fornaio aveva ricevuto dei sacchi digrano. Fattili scaricare da cinque uomini, questi prova-rono nella regione toracica una forte irritazione accom-pagnata da un’eruzione, che fu causa durante la notte diun’insonnia febbrile. Ne provarono assieme ai familiarigrande spavento, e accusarono il fornaio di qualche ve-neficio. Si scoperse ben presto la causa in questi piccoliacari, ai quali non dispiace concedersi di tanto in tantodi questi lussi gastronomici a tutto scapito dell’ospite in-volontario.

36 COUPIN H., Un acarien omnivore. “La Nature”, Paris, 1901.

117

do delle leggere infiammazioni, che nelle persone moltosensibili dànno grande fastidio e impediscono anche ilsonno. Simili irritazioni locali vengono anche causate daaltri acari che vivono nel grano, come il Pediculoidesventricosus (fig. 32), un acaro carnivoro, le cui larve sitrovano di solito tra le fessure delle legna. La formaadulta è specialmente diffusa nei granai, e vive a prefe-renza sulle larve di alcuni coleotteri divoratori del gra-no. Il Billet36 narra che in un magazzino militare a Co-stantina, dovendosi ammassare dell’orzo e crivellarlo, isoldati a ciò impiegati presentavano sulla pelle degli ar-rossamenti simili ad un’orticaria con eritemi della formapropria della scarlattina. A Bordeaux, scaricandosi delfrumento, gli operai a ciò addetti si lamentarono diun’irritazione al ventre, alle braccia e alla faccia, causa-ta ugualmente dallo stesso parassita. Nel dipartimentodella Gironda un fornaio aveva ricevuto dei sacchi digrano. Fattili scaricare da cinque uomini, questi prova-rono nella regione toracica una forte irritazione accom-pagnata da un’eruzione, che fu causa durante la notte diun’insonnia febbrile. Ne provarono assieme ai familiarigrande spavento, e accusarono il fornaio di qualche ve-neficio. Si scoperse ben presto la causa in questi piccoliacari, ai quali non dispiace concedersi di tanto in tantodi questi lussi gastronomici a tutto scapito dell’ospite in-volontario.

36 COUPIN H., Un acarien omnivore. “La Nature”, Paris, 1901.

117

Page 118: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

In America questo acaro è causa di vere infezioni; ilmolesto parassita viene introdotto nelle abitazioni assie-me ai materassi di paglia; frequentemente colpiti sonoinoltre tutti quelli che si occupano o che vengono a con-tatto colla paglia come sellai, falciatori, vetturali, facchi-ni e cosi via. Le infiammazioni prodotte dalle punture diquesti acari sono più frequenti sul ventre e sul petto, esono causa di un molesto prurito, non di rado accompa-gnato anche da febbre, dolori di capo, mancanza di ap-petito, vomiti, ecc.37.

Le Zecche, che appartengono agli acari più grandi,hanno appetiti sanguinari più accentuati e oltredell’uomo attaccano un gran numero di animali, suc-chiando il sangue con una tale voracità, che il loro corpoacquista un volume relativamente enorme. Una delle piùdiffuse è la Zecca rossa (Ixodes reduvius) (fig. 33), chevive nei cespugli e sulle foglie e s’attacca sugli animalidomestici, a preferenza sulle pecore e sui buoi, non dirado anche sull’uomo, nella cui pelle infigge il suo ro-stro acuto atto a suggere il sangue, diventando in siffattaguisa tre o quattro volte più grossa.

Questa ed altre specie affini possono produrre in certicasi, come scrive il Dott. Ronsisvalle38 non solo feno-meni morbosi locali, caratterizzati da lesioni infiamma-

37 LUDWIG, Neue Uebeltäten zweier Milben, “Aus der Natur”,VII Jahrg., 1912.

38 RONSISVALLE M., Intorno agli effetti morbosi degli Ixodidisull'uomo, “Atti Acc. Gioenia di Sc. Nat.”, Anno 76, Catania,1899.

118

In America questo acaro è causa di vere infezioni; ilmolesto parassita viene introdotto nelle abitazioni assie-me ai materassi di paglia; frequentemente colpiti sonoinoltre tutti quelli che si occupano o che vengono a con-tatto colla paglia come sellai, falciatori, vetturali, facchi-ni e cosi via. Le infiammazioni prodotte dalle punture diquesti acari sono più frequenti sul ventre e sul petto, esono causa di un molesto prurito, non di rado accompa-gnato anche da febbre, dolori di capo, mancanza di ap-petito, vomiti, ecc.37.

Le Zecche, che appartengono agli acari più grandi,hanno appetiti sanguinari più accentuati e oltredell’uomo attaccano un gran numero di animali, suc-chiando il sangue con una tale voracità, che il loro corpoacquista un volume relativamente enorme. Una delle piùdiffuse è la Zecca rossa (Ixodes reduvius) (fig. 33), chevive nei cespugli e sulle foglie e s’attacca sugli animalidomestici, a preferenza sulle pecore e sui buoi, non dirado anche sull’uomo, nella cui pelle infigge il suo ro-stro acuto atto a suggere il sangue, diventando in siffattaguisa tre o quattro volte più grossa.

Questa ed altre specie affini possono produrre in certicasi, come scrive il Dott. Ronsisvalle38 non solo feno-meni morbosi locali, caratterizzati da lesioni infiamma-

37 LUDWIG, Neue Uebeltäten zweier Milben, “Aus der Natur”,VII Jahrg., 1912.

38 RONSISVALLE M., Intorno agli effetti morbosi degli Ixodidisull'uomo, “Atti Acc. Gioenia di Sc. Nat.”, Anno 76, Catania,1899.

118

Page 119: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

torie, suppurative, congiunte ad eruzioni di vescichettesierose, ma sì pure generali cioè: febbre piuttosto alta,accompagnata da grande prostrazione di forze, e talorada coma e da delirio, aventi i caratteri di una febbred'infezione. Dell’azione delle zecche come agenti tra-smettitori di malattie infettive, dirò brevemente nelprossimo capitolo.

Fig. 33 – La zecca rossa (da FLEISCHER).Un acaro molto diffuso tra i nostri pennuti domestici

è il Dermanisso (Dermanyssus avium); di notte questianimali escono dai loro nascondigli e succhiano il san-gue ai canarini, papagalli e così via, sono anche diffusinei pollai, e non è raro il caso che la loro voracità san-guinaria sia causa della morte dei giovani pulcini o deipiccoli dei colombi. Anche l’uomo ne resta occasional-mente infetto, specie quelli che accudiscono questi vola-

119

torie, suppurative, congiunte ad eruzioni di vescichettesierose, ma sì pure generali cioè: febbre piuttosto alta,accompagnata da grande prostrazione di forze, e talorada coma e da delirio, aventi i caratteri di una febbred'infezione. Dell’azione delle zecche come agenti tra-smettitori di malattie infettive, dirò brevemente nelprossimo capitolo.

Fig. 33 – La zecca rossa (da FLEISCHER).Un acaro molto diffuso tra i nostri pennuti domestici

è il Dermanisso (Dermanyssus avium); di notte questianimali escono dai loro nascondigli e succhiano il san-gue ai canarini, papagalli e così via, sono anche diffusinei pollai, e non è raro il caso che la loro voracità san-guinaria sia causa della morte dei giovani pulcini o deipiccoli dei colombi. Anche l’uomo ne resta occasional-mente infetto, specie quelli che accudiscono questi vola-

119

Page 120: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

tili, nel qual caso la loro puntura è causa di un molestoprurito accompagnato da eruzioni cutanee, che però benpresto scompaiono.

Fra gli acari, stabili parassiti dell’uomo, va annovera-to l’acaro della scabbia (Sarcoptes scabiei). È questo unpiccolo animaletto lungo un quarto di millimetro, dalcorpo tondeggiante, finemente striato e coperto di finis-simi aculei, che a guisa di spine sporgono simmetrica-mente dal suo corpo (fig. 34). La testa è provvista di unsottile rostro, col quale scava delle gallerie nella pelledell’uomo; ha otto zampe fornite di uncini. Le femminesono più grandi, lunghe circa mezzo millimetro ed illoro apparato perforatore è meglio sviluppato.

I più antichi accenni alla malattia prodotta da questoparassita sugli animali li troviamo nella Bibbia; i legi-slatori Ebrei escludevano dai sacrifici le bestie colla ro-gna. Polibio parla di questa malattia contagiosa che in-vase la Gallia cisalpina, attaccando i cavalli e gli uominidi Annibale. Già nel medio evo era nota in Italia la cau-sa del male, dovuto alle gallerie scavate da questo, ani-maletto nella pelle dell’uomo e degli animali, ed è meri-to di Francesco Redi di aver sfatato anche in questo ri-guardo la leggenda della generazione spontanea. La pri-ma descrizione completa dell’acaro della scabbia e delsuo sviluppo è dovuta a due naturalisti livornesi, Cosi-mo Bonomi e L. Diacinto Cestoni (1687). Tuttavia nelresto d’Europa si riteneva che questa malattia fosse cau-sata da umori speciali secreti dalla pelle. Fu l’autorità diLinneo a dare il colpo di grazia.

120

tili, nel qual caso la loro puntura è causa di un molestoprurito accompagnato da eruzioni cutanee, che però benpresto scompaiono.

Fra gli acari, stabili parassiti dell’uomo, va annovera-to l’acaro della scabbia (Sarcoptes scabiei). È questo unpiccolo animaletto lungo un quarto di millimetro, dalcorpo tondeggiante, finemente striato e coperto di finis-simi aculei, che a guisa di spine sporgono simmetrica-mente dal suo corpo (fig. 34). La testa è provvista di unsottile rostro, col quale scava delle gallerie nella pelledell’uomo; ha otto zampe fornite di uncini. Le femminesono più grandi, lunghe circa mezzo millimetro ed illoro apparato perforatore è meglio sviluppato.

I più antichi accenni alla malattia prodotta da questoparassita sugli animali li troviamo nella Bibbia; i legi-slatori Ebrei escludevano dai sacrifici le bestie colla ro-gna. Polibio parla di questa malattia contagiosa che in-vase la Gallia cisalpina, attaccando i cavalli e gli uominidi Annibale. Già nel medio evo era nota in Italia la cau-sa del male, dovuto alle gallerie scavate da questo, ani-maletto nella pelle dell’uomo e degli animali, ed è meri-to di Francesco Redi di aver sfatato anche in questo ri-guardo la leggenda della generazione spontanea. La pri-ma descrizione completa dell’acaro della scabbia e delsuo sviluppo è dovuta a due naturalisti livornesi, Cosi-mo Bonomi e L. Diacinto Cestoni (1687). Tuttavia nelresto d’Europa si riteneva che questa malattia fosse cau-sata da umori speciali secreti dalla pelle. Fu l’autorità diLinneo a dare il colpo di grazia.

120

Page 121: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

Fig. 34. — L’acaro della scabbia dell’uomo.La femmina dell’acaro della scabbia fora l’epidermi-

de, riuscendo a sprofondarsi facilmente nello strato diMalpighi. Ivi scava dei canali per lo più arcuati, che cor-rono parallelamente alla superficie dell’epidermide; neipiù grandi non mancano delle piccole aperture che limettono a contatto coll’esterno, specie di finestre permantenere i canali ben aerati. Quelli più vecchi si posso-no distinguere facilmente perchè sono punteggiati innero in causa degli escrementi e del sudiciume, che vi siammassa a poco a poco. Il maschio, alla vita girovagadella femmina, preferisce scavarsi una piccola fossettaimbutiforme, nella quale s’alloga. Nei fondi ciechi deicanali la femmina depone le uova dalle quali nasconodelle larve, le quali escono da questo rifugio e dopo bre-vi peregrinazioni sulla pelle umana vi scavano una fos-setta, nella quale riparano, subendo ivi tre mute. Dopo

121

Fig. 34. — L’acaro della scabbia dell’uomo.La femmina dell’acaro della scabbia fora l’epidermi-

de, riuscendo a sprofondarsi facilmente nello strato diMalpighi. Ivi scava dei canali per lo più arcuati, che cor-rono parallelamente alla superficie dell’epidermide; neipiù grandi non mancano delle piccole aperture che limettono a contatto coll’esterno, specie di finestre permantenere i canali ben aerati. Quelli più vecchi si posso-no distinguere facilmente perchè sono punteggiati innero in causa degli escrementi e del sudiciume, che vi siammassa a poco a poco. Il maschio, alla vita girovagadella femmina, preferisce scavarsi una piccola fossettaimbutiforme, nella quale s’alloga. Nei fondi ciechi deicanali la femmina depone le uova dalle quali nasconodelle larve, le quali escono da questo rifugio e dopo bre-vi peregrinazioni sulla pelle umana vi scavano una fos-setta, nella quale riparano, subendo ivi tre mute. Dopo

121

Page 122: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

un paio di settimane il loro sviluppo è finito, e da allorain poi si dedicano alla riproduzione della specie. La qua-le, e per la celerità dello sviluppo, e per essere le femmi-ne in numero doppio dei maschi, aumenta con una pro-gressione veramente enorme; si è calcolato che, pro-creando la prima generazione cinque maschi e diecifemmine, la sesta, che vedrebbe la luce dopo circa no-vanta giorni, non contando le inevitabili perdite, conte-rebbe non meno di cinquecentomila maschi e un milionedi femmine.

Quest’acaro preferisce i luoghi della pelle ove essa èpiù sottile e precisamente il petto e le palme delle mani,dalle quali regioni va poi continuamente estendendosi. Ilcontagio si propaga dal contatto con persone affette discabbia, in modo particolare col dormire nello stessoletto, dove gli acari sviluppano una maggiore attività incausa del calore. Da principio la persona attaccata daquesti parassiti non sente che un po’ di prurito;coll’aumentare degli stessi esso si fa sempre più forte,inoltre essendo gli scabbiosi costretti a grattarsi, nonfanno che disseminare il contagio. Ciò contribuisce an-che ad irritare maggiormente la pelle, determinando sva-riate alterazioni, le quali nella fase acuta causano un in-duramento cronico cutaneo con formazioni accessorie dicroste pustolose, ulceri, ecc.

Da tutto ciò si capisce facilmente come questa malat-tia, che dà all’uomo un aspetto ripugnante e schifoso,sia un non ambito predominio della gente sudicia; adogni modo, anche se una persona ne resta accidental-

122

un paio di settimane il loro sviluppo è finito, e da allorain poi si dedicano alla riproduzione della specie. La qua-le, e per la celerità dello sviluppo, e per essere le femmi-ne in numero doppio dei maschi, aumenta con una pro-gressione veramente enorme; si è calcolato che, pro-creando la prima generazione cinque maschi e diecifemmine, la sesta, che vedrebbe la luce dopo circa no-vanta giorni, non contando le inevitabili perdite, conte-rebbe non meno di cinquecentomila maschi e un milionedi femmine.

Quest’acaro preferisce i luoghi della pelle ove essa èpiù sottile e precisamente il petto e le palme delle mani,dalle quali regioni va poi continuamente estendendosi. Ilcontagio si propaga dal contatto con persone affette discabbia, in modo particolare col dormire nello stessoletto, dove gli acari sviluppano una maggiore attività incausa del calore. Da principio la persona attaccata daquesti parassiti non sente che un po’ di prurito;coll’aumentare degli stessi esso si fa sempre più forte,inoltre essendo gli scabbiosi costretti a grattarsi, nonfanno che disseminare il contagio. Ciò contribuisce an-che ad irritare maggiormente la pelle, determinando sva-riate alterazioni, le quali nella fase acuta causano un in-duramento cronico cutaneo con formazioni accessorie dicroste pustolose, ulceri, ecc.

Da tutto ciò si capisce facilmente come questa malat-tia, che dà all’uomo un aspetto ripugnante e schifoso,sia un non ambito predominio della gente sudicia; adogni modo, anche se una persona ne resta accidental-

122

Page 123: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

mente infetta, deve con tutta premura, e ciò si può otte-nere facilmente, allontanare i pericolosi inquilini. Oltreche un obbligo per la propria persona, ciò costituisce an-che un dovere per gli altri, che corrono il rischio di re-starne, mercè sua, infetti. È spiegabile quindi che questamalattia sia particolarmente diffusa negli scolari, spe-cialmente nei paesi sperduti sulle montagne, ove stenta-no a penetrare anche le più elementari norme igieniche esanitarie, come una volta era straordinariamente diffusanelle caserme. È noto, che durante le guerre napoleoni-che, i soldati affetti da questa malattia ascendevano acentinaia di migliaia.

Come la scabbia si trasmette dall’uomo sugli animali,specie di acari affini, che vivono parassiti sugli animali,possono infettare l’uomo. Già nel 1845, Gervais aveaconstatato la trasmissibilità dell’acaro della scabbia deldromedario sull’uomo. Questo animale lo trasmise a di-versi custodi del «Jardin des plantes» a Parigi in formaassai violenta, e nel 1885, essendo venute alcune belveda Marsiglia a Parigi, portate dal padrone di un serra-glio, si palesarono infetti dalla scabbia cinque leoni, dueiene e un orso: due leoni e una iena morirono, dopo averprima infettato il proprietario, la di lui figlia ed una per-sona di servizio. L’acaro della scabbia, che vive sullapecora, attacca con facilità i pastori, localizzandosi qua-si unicamente sulla testa, in modo speciale attorno alnaso e alla bocca. Nello stesso modo ha luogo l’infezio-ne per opera dell’acaro della rogna del cavallo; ciò av-viene a preferenza nei reggimenti di cavalleria. Hertwig

123

mente infetta, deve con tutta premura, e ciò si può otte-nere facilmente, allontanare i pericolosi inquilini. Oltreche un obbligo per la propria persona, ciò costituisce an-che un dovere per gli altri, che corrono il rischio di re-starne, mercè sua, infetti. È spiegabile quindi che questamalattia sia particolarmente diffusa negli scolari, spe-cialmente nei paesi sperduti sulle montagne, ove stenta-no a penetrare anche le più elementari norme igieniche esanitarie, come una volta era straordinariamente diffusanelle caserme. È noto, che durante le guerre napoleoni-che, i soldati affetti da questa malattia ascendevano acentinaia di migliaia.

Come la scabbia si trasmette dall’uomo sugli animali,specie di acari affini, che vivono parassiti sugli animali,possono infettare l’uomo. Già nel 1845, Gervais aveaconstatato la trasmissibilità dell’acaro della scabbia deldromedario sull’uomo. Questo animale lo trasmise a di-versi custodi del «Jardin des plantes» a Parigi in formaassai violenta, e nel 1885, essendo venute alcune belveda Marsiglia a Parigi, portate dal padrone di un serra-glio, si palesarono infetti dalla scabbia cinque leoni, dueiene e un orso: due leoni e una iena morirono, dopo averprima infettato il proprietario, la di lui figlia ed una per-sona di servizio. L’acaro della scabbia, che vive sullapecora, attacca con facilità i pastori, localizzandosi qua-si unicamente sulla testa, in modo speciale attorno alnaso e alla bocca. Nello stesso modo ha luogo l’infezio-ne per opera dell’acaro della rogna del cavallo; ciò av-viene a preferenza nei reggimenti di cavalleria. Hertwig

123

Page 124: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

narra il caso di una serva che ebbe la scabbia da un gattorognoso che si portava nel letto per riscaldarsi i piedi.Altre infezioni avvengono sull’uomo per opera dell’aca-ro della scabbia canina.

Fig. 35. – Un acaro parassita del follicolodei peli (Demodex folliculorum); in b) unaglandola sebacea col parassita.

Un altro acaro, parassita dell’uomo, è il Demodex fol-liculorum (fig. 35), un piccolo animaletto lungo tre deci-mi di millimetro, di forma allungata e fornito di quattropaia di brevi estremità provviste di robusti uncini; vivenascosto nelle glandole sebacee che stanno alla base deipeli, particolarmente della regione frontale e attorno alnaso. In una stessa glandola se ne possono trovare anni-dati persino una dozzina. Essi ostruiscono così con tuttafacilità il condotto delle glandole provocando una in-fiammazione cutanea. Ad ogni modo questo parassita,senza escludere che possa essere la causa di qualche al-

124

narra il caso di una serva che ebbe la scabbia da un gattorognoso che si portava nel letto per riscaldarsi i piedi.Altre infezioni avvengono sull’uomo per opera dell’aca-ro della scabbia canina.

Fig. 35. – Un acaro parassita del follicolodei peli (Demodex folliculorum); in b) unaglandola sebacea col parassita.

Un altro acaro, parassita dell’uomo, è il Demodex fol-liculorum (fig. 35), un piccolo animaletto lungo tre deci-mi di millimetro, di forma allungata e fornito di quattropaia di brevi estremità provviste di robusti uncini; vivenascosto nelle glandole sebacee che stanno alla base deipeli, particolarmente della regione frontale e attorno alnaso. In una stessa glandola se ne possono trovare anni-dati persino una dozzina. Essi ostruiscono così con tuttafacilità il condotto delle glandole provocando una in-fiammazione cutanea. Ad ogni modo questo parassita,senza escludere che possa essere la causa di qualche al-

124

Page 125: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

terazione patologica, non arreca neanche in minima par-te i disturbi prodotti dall’acaro della scabbia.

125

terazione patologica, non arreca neanche in minima par-te i disturbi prodotti dall’acaro della scabbia.

125

Page 126: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

CAPITOLO V.Animali untori.

I misfatti delle mosche. – Colera e tifo. – La febbre gialla. – Pulci,topi e peste. – Cimici e tubercolosi. – Le Zecche e la febbre ri -corrente.

Molti animali, senza essere veri parassiti dell’uomo,contribuiscono accidentalmente alla diffusione di moltemalattie infettive col trasportare e diffondere un grannumero di germi patogeni; altri invece, in modo specialei succhiatori del sangue umano, aggiungono alla loroazione deleteria un pericolo non meno grave, quellocioè di inoculare colla loro puntura nuovi parassiti, iquali, giunti così a destinazione sicura, compiono benmaggiori devastazioni nel nostro organismo.

Di alcuni di questi ho già fatto cenno nei capitoli an-tecedenti, come della Glossina e dell’Anopheles; di altrianimali inoculatori dirò qui brevemente nei loro rapporticolla trasmissione dei più virulenti microorganismi, qua-

126

CAPITOLO V.Animali untori.

I misfatti delle mosche. – Colera e tifo. – La febbre gialla. – Pulci,topi e peste. – Cimici e tubercolosi. – Le Zecche e la febbre ri -corrente.

Molti animali, senza essere veri parassiti dell’uomo,contribuiscono accidentalmente alla diffusione di moltemalattie infettive col trasportare e diffondere un grannumero di germi patogeni; altri invece, in modo specialei succhiatori del sangue umano, aggiungono alla loroazione deleteria un pericolo non meno grave, quellocioè di inoculare colla loro puntura nuovi parassiti, iquali, giunti così a destinazione sicura, compiono benmaggiori devastazioni nel nostro organismo.

Di alcuni di questi ho già fatto cenno nei capitoli an-tecedenti, come della Glossina e dell’Anopheles; di altrianimali inoculatori dirò qui brevemente nei loro rapporticolla trasmissione dei più virulenti microorganismi, qua-

126

Page 127: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

li il bacillo della tubercolosi, del tifo, della peste, del co-lera e così via.

Tra i vermi, gli unici che abbiano una certa importan-za sono le mignatte, nel cui apparato boccale si sono ri-scontrati non di rado dei microorganismi patogeni, comei bacilli del tetano. Pacinotti ha potuto osservare, duran-te un’operazione, una pustola maligna causata da mi-gnatta infetta. Il Catterina39 si pose il quesito: per quantotempo mantengono i bacteri la loro virulenza nello sto-maco della mignatta e può questa esser causa di infezio-ne? Egli potè dimostrare che il Bacillus anthracis perdela sua virulenza nel corpo del verme dopo qualche gior-no, di modo che il pericolo d’infezione può occorrereoccasionalmente qualora ne siano infetti i suoi organiboccali.

Il primo posto tra gli animali untori spetta agli insettie in non piccola parte alle mosche; queste, come risultadagli studi più recenti, contribuiscono non poco alla dif-fusione di molte malattie infettive. Così, per quanto ri-guarda il bacillo del carbonchio, è stato dimostrato chele mosche, oltre che infettare animali sani, sono in gradodi far altrettanto anche con noi.

Edward40 riferisce di un uomo, il quale sorprese unagrossa mosca mentre stava pungendolo. Il dolore pro-dotto da questa puntura fu da principio assai forte, alcu-

39 CATTERINA G., Sanguisughe e microbi “Atti d. Soc. veneto-trentina”, Serie II, Vol. III, Padova, 1897.

40 NUTTAL G. H. F., Rôle des Insectes etc. dans la transmissiondes maladies bact. de l'Homme et des animaux, Paris, 1900.

127

li il bacillo della tubercolosi, del tifo, della peste, del co-lera e così via.

Tra i vermi, gli unici che abbiano una certa importan-za sono le mignatte, nel cui apparato boccale si sono ri-scontrati non di rado dei microorganismi patogeni, comei bacilli del tetano. Pacinotti ha potuto osservare, duran-te un’operazione, una pustola maligna causata da mi-gnatta infetta. Il Catterina39 si pose il quesito: per quantotempo mantengono i bacteri la loro virulenza nello sto-maco della mignatta e può questa esser causa di infezio-ne? Egli potè dimostrare che il Bacillus anthracis perdela sua virulenza nel corpo del verme dopo qualche gior-no, di modo che il pericolo d’infezione può occorrereoccasionalmente qualora ne siano infetti i suoi organiboccali.

Il primo posto tra gli animali untori spetta agli insettie in non piccola parte alle mosche; queste, come risultadagli studi più recenti, contribuiscono non poco alla dif-fusione di molte malattie infettive. Così, per quanto ri-guarda il bacillo del carbonchio, è stato dimostrato chele mosche, oltre che infettare animali sani, sono in gradodi far altrettanto anche con noi.

Edward40 riferisce di un uomo, il quale sorprese unagrossa mosca mentre stava pungendolo. Il dolore pro-dotto da questa puntura fu da principio assai forte, alcu-

39 CATTERINA G., Sanguisughe e microbi “Atti d. Soc. veneto-trentina”, Serie II, Vol. III, Padova, 1897.

40 NUTTAL G. H. F., Rôle des Insectes etc. dans la transmissiondes maladies bact. de l'Homme et des animaux, Paris, 1900.

127

Page 128: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

ne ore dopo si mitigò alquanto, ed in quella vece la loca-lità punta andò gonfiandosi, trasformandosi in una pu-stola maligna nella quale si trovò il bacillo del carbon-chio. Corrono soprattutto grave pericolo le persone inca-ricate di scuoiare gli animali morti di carbonchio; oltreche badare a non infettarsi direttamente con piccoli ta-gli, devono stare ben in guardia contro le punture dellemosche che svolazzano attorno, se non vogliono esserevittima di questi piccoli assassini. Nelle ricerche speri-mentali fatte in proposito meritano un accenno quelle diDavaine, il quale, inoculando a delle cavie delle zampee delle ali di mosche infette dal carbonchio ne provocòla morte, e medesimi risultati ebbe inoculando nelle ca-vie il liquido preparato dallo stomaco e intestino di mo-sche, che si erano pasciute per qualche tempo col san-gue di animali carbonchiosi. Gli stessi bacilli si sonotrovati inoltre negli escrementi di questi insetti, e di lìuna nuova maniera di diffondere l’infezione.

Nei rapporti fra la peste e le mosche mancano osser-vazioni precise fatte allo stato libero. Nei numerosiesperimenti dei laboratori è stata dimostrata la presenzadel bacillo della peste nello stomaco di questi ditteri, in-tatto e virulento, quarantotto ore dopo che essi si eranonutriti dei tritumi d’animali morti di peste; motivo que-sto per cui viene espressamente consigliato dai medicidi avvolgere più rapidamente che sia possibile i cadaveridegli appestati in drappi pregni di liquidi disinfettanti,affinchè manchi a questi insetti la possibilità di un’ulte-

128

ne ore dopo si mitigò alquanto, ed in quella vece la loca-lità punta andò gonfiandosi, trasformandosi in una pu-stola maligna nella quale si trovò il bacillo del carbon-chio. Corrono soprattutto grave pericolo le persone inca-ricate di scuoiare gli animali morti di carbonchio; oltreche badare a non infettarsi direttamente con piccoli ta-gli, devono stare ben in guardia contro le punture dellemosche che svolazzano attorno, se non vogliono esserevittima di questi piccoli assassini. Nelle ricerche speri-mentali fatte in proposito meritano un accenno quelle diDavaine, il quale, inoculando a delle cavie delle zampee delle ali di mosche infette dal carbonchio ne provocòla morte, e medesimi risultati ebbe inoculando nelle ca-vie il liquido preparato dallo stomaco e intestino di mo-sche, che si erano pasciute per qualche tempo col san-gue di animali carbonchiosi. Gli stessi bacilli si sonotrovati inoltre negli escrementi di questi insetti, e di lìuna nuova maniera di diffondere l’infezione.

Nei rapporti fra la peste e le mosche mancano osser-vazioni precise fatte allo stato libero. Nei numerosiesperimenti dei laboratori è stata dimostrata la presenzadel bacillo della peste nello stomaco di questi ditteri, in-tatto e virulento, quarantotto ore dopo che essi si eranonutriti dei tritumi d’animali morti di peste; motivo que-sto per cui viene espressamente consigliato dai medicidi avvolgere più rapidamente che sia possibile i cadaveridegli appestati in drappi pregni di liquidi disinfettanti,affinchè manchi a questi insetti la possibilità di un’ulte-

128

Page 129: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

riore diffusione del terribile morbo. Haeser41 narra che aBengasi nel 1858-9 scoppiò violentissima la peste fa-cendo strage dei suoi abitanti, dei quali ne morirono dueterzi. Città sporchissima, i Turchi la chiamavano il re-gno delle mosche, e a questi ditteri egli attribuisce unaparte principale nella straordinaria violenza del conta-gio.

Più convincenti sono le numerose osservazioni, cheattestano come le mosche contribuiscano non poco alladiffusione del colera. Tizzoni e Cattani, che per i primirivolsero la loro attenzione ad esse, quali diffonditricidell’epidemia colerica, poterono constatare nel 1886,che delle mosche catturate nelle sale dei colerici eranoabbondantemente infette degli spirilli tipici di questamalattia. Anche in questo caso la trasmissione del mor-bo può avvenire sia per opera del loro corpo infetto, par-ticolarmente delle zampe, come pure per mezzo dei loroescrementi. E molti medici, appoggiandosi a numeroseesperienze, hanno accennato al grave pericolo che mi-naccia l’intera famiglia la quale abbia un coleroso incasa. Nessun isolamento, per quanto rigoroso, varrà adimpedire che qualche mosca carica del micidiale micro-bo riesca ad infettare, passando dalla camera alla cucina,i cibi destinati ai familiari, estendendo così terribilmentel’epidemia. Flügge ha potuto constatare che i mesi più

41 NUTTAL, Zur Aufklärung der Rolle welche die Insekten beider Verbreitung der Pest spielen, “Centralbl. für Bakt. u. Parasi-tenkunde”, Bd. XXII, Jena, 1897.

129

riore diffusione del terribile morbo. Haeser41 narra che aBengasi nel 1858-9 scoppiò violentissima la peste fa-cendo strage dei suoi abitanti, dei quali ne morirono dueterzi. Città sporchissima, i Turchi la chiamavano il re-gno delle mosche, e a questi ditteri egli attribuisce unaparte principale nella straordinaria violenza del conta-gio.

Più convincenti sono le numerose osservazioni, cheattestano come le mosche contribuiscano non poco alladiffusione del colera. Tizzoni e Cattani, che per i primirivolsero la loro attenzione ad esse, quali diffonditricidell’epidemia colerica, poterono constatare nel 1886,che delle mosche catturate nelle sale dei colerici eranoabbondantemente infette degli spirilli tipici di questamalattia. Anche in questo caso la trasmissione del mor-bo può avvenire sia per opera del loro corpo infetto, par-ticolarmente delle zampe, come pure per mezzo dei loroescrementi. E molti medici, appoggiandosi a numeroseesperienze, hanno accennato al grave pericolo che mi-naccia l’intera famiglia la quale abbia un coleroso incasa. Nessun isolamento, per quanto rigoroso, varrà adimpedire che qualche mosca carica del micidiale micro-bo riesca ad infettare, passando dalla camera alla cucina,i cibi destinati ai familiari, estendendo così terribilmentel’epidemia. Flügge ha potuto constatare che i mesi più

41 NUTTAL, Zur Aufklärung der Rolle welche die Insekten beider Verbreitung der Pest spielen, “Centralbl. für Bakt. u. Parasi-tenkunde”, Bd. XXII, Jena, 1897.

129

Page 130: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

tristi per il diffondersi del morbo sono appunto quelli incui le mosche sono più numerose.

Non meno pericolose sono le mosche quali agenti tra-smettitori della febbre tifoide. I risultati ottenuti da Fic-ker42 hanno dimostrato come delle mosche nutrite conbacilli di tifo possono conservare nei loro escrementiquesti microorganismi vivi per ben ventitrè giorni. È su-perfluo il raccomandare che gli escrementi dei tifosi,previamente disinfettati, vengano posti in luoghi ovequesti insetti non possano giungere; molti medici attri-buiscono il facile diffondersi della febbre tifoide neglieserciti appunto alla mancanza di queste precauzioni. Edè per lo meno opportuno prestare la dovuta attenzioneoltre che all’acqua anche alle mosche, dotate, si puòdire, del dono dell’ubiquità.

Seguendo uguali metodi di ricerca, alcuni medici han-no cercato di studiare l’azione delle mosche nella diffu-sione della tubercolosi. A tale scopo furono presi in esa-me gli escrementi di alcune di esse catturate sui muri esulle finestre di una sala d’ospedale, che ricoverava taliammalati, e si poterono riscontrare in molti casi, tantonell’intestino quanto nelle loro feci, i bacilli della tuber-colosi. Particolarmente infette risultarono quelle mo-sche, le quali avevano potuto soffermarsi per qualchetempo sugli sputi. Le inoculazioni fatte con le loro deie-

42 FICKER, Typhus und Fliegen, “Archiv für Hygiene”, Bd. 46,1903.

130

tristi per il diffondersi del morbo sono appunto quelli incui le mosche sono più numerose.

Non meno pericolose sono le mosche quali agenti tra-smettitori della febbre tifoide. I risultati ottenuti da Fic-ker42 hanno dimostrato come delle mosche nutrite conbacilli di tifo possono conservare nei loro escrementiquesti microorganismi vivi per ben ventitrè giorni. È su-perfluo il raccomandare che gli escrementi dei tifosi,previamente disinfettati, vengano posti in luoghi ovequesti insetti non possano giungere; molti medici attri-buiscono il facile diffondersi della febbre tifoide neglieserciti appunto alla mancanza di queste precauzioni. Edè per lo meno opportuno prestare la dovuta attenzioneoltre che all’acqua anche alle mosche, dotate, si puòdire, del dono dell’ubiquità.

Seguendo uguali metodi di ricerca, alcuni medici han-no cercato di studiare l’azione delle mosche nella diffu-sione della tubercolosi. A tale scopo furono presi in esa-me gli escrementi di alcune di esse catturate sui muri esulle finestre di una sala d’ospedale, che ricoverava taliammalati, e si poterono riscontrare in molti casi, tantonell’intestino quanto nelle loro feci, i bacilli della tuber-colosi. Particolarmente infette risultarono quelle mo-sche, le quali avevano potuto soffermarsi per qualchetempo sugli sputi. Le inoculazioni fatte con le loro deie-

42 FICKER, Typhus und Fliegen, “Archiv für Hygiene”, Bd. 46,1903.

130

Page 131: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

zioni a cavie e a conigli hanno dato ugualmente dei ri-sultati positivi.

Molti medici sono ancora dell’opinione che le mo-sche abbiano una parte importante nelle oftalmie e con-giuntiviti croniche che affliggono gli abitanti delle re-gioni settentrionali dell’Africa, specialmente i bambini.È da notarsi che gli indigeni si comportano di fronte aquesti insetti con una indolenza proprio sbalorditiva, lilasciano avvicinarsi in gran quantità al loro volto e po-sarsi sulla faccia, ove si nutrono delle secrezioni dellacavità orbiculare, senza ch’essi muovano neppure undito per allontanarle. Di qui la facilità con cui trasporta-no l’infezione da una persona all’altra. Anche il bacillodella dissenteria, malattia pericolosa e diffusa in tutti ipaesi tropicali, oltre che dal vento, viene portato dallemosche, come risultò dagli studi di una spedizionescientifica nella Cina43. Ivi le mosche erano a migliaia epiombavano con avidità sulle feci degli ammalati, con-tribuendo assai alla diffusione del morbo. Il quale ebbeuna tregua quando si pensò di installare dei cessi specia-li, che impedissero l’accesso a questi insetti.

Nè meno grande è l’importanza delle mosche nelladiffusione delle uova dei vermi parassiti. Le prime espe-rienze a questo proposito sono dovute a Grassi44, nellasua villa a Rovellasca. Il suo laboratorio è diviso dalla

43 RUGE Dr. R., Bazillenruhr, “Handb. für Tropenkrankh”. Bd.II, Leipzig, 1905.

44 GRASSI G. B., Les méfaits des mouches, “Archives ital. deBiologie”, Vol. IV, 1883.

131

zioni a cavie e a conigli hanno dato ugualmente dei ri-sultati positivi.

Molti medici sono ancora dell’opinione che le mo-sche abbiano una parte importante nelle oftalmie e con-giuntiviti croniche che affliggono gli abitanti delle re-gioni settentrionali dell’Africa, specialmente i bambini.È da notarsi che gli indigeni si comportano di fronte aquesti insetti con una indolenza proprio sbalorditiva, lilasciano avvicinarsi in gran quantità al loro volto e po-sarsi sulla faccia, ove si nutrono delle secrezioni dellacavità orbiculare, senza ch’essi muovano neppure undito per allontanarle. Di qui la facilità con cui trasporta-no l’infezione da una persona all’altra. Anche il bacillodella dissenteria, malattia pericolosa e diffusa in tutti ipaesi tropicali, oltre che dal vento, viene portato dallemosche, come risultò dagli studi di una spedizionescientifica nella Cina43. Ivi le mosche erano a migliaia epiombavano con avidità sulle feci degli ammalati, con-tribuendo assai alla diffusione del morbo. Il quale ebbeuna tregua quando si pensò di installare dei cessi specia-li, che impedissero l’accesso a questi insetti.

Nè meno grande è l’importanza delle mosche nelladiffusione delle uova dei vermi parassiti. Le prime espe-rienze a questo proposito sono dovute a Grassi44, nellasua villa a Rovellasca. Il suo laboratorio è diviso dalla

43 RUGE Dr. R., Bazillenruhr, “Handb. für Tropenkrankh”. Bd.II, Leipzig, 1905.

44 GRASSI G. B., Les méfaits des mouches, “Archives ital. deBiologie”, Vol. IV, 1883.

131

Page 132: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

cucina da un cortile largo dieci metri. Egli collocò nelprimo locale, su di un asse, un gran numero di uova ditricocefalo e dopo alcune ore trovò su dei fogli di cartabianca lasciati in cucina, tra gli escrementi delle mo-sche, le uova stesse, come molte ne potè pure riscontra-re nel loro intestino, dimostrando così non solo possibi-le, ma anche facile l’infezione da parte di questi insetti.Mediante simili esperimenti il Grassi ottenne eguali ri-sultati colla Tenia armata. Stiles collocò alcune larve dimosca vicino a delle femmine di Ascaris lumbricoides;queste, come più tardi l’insetto perfetto, contenevanonel loro apparato digerente le uova del suddetto vermein differenti stadi di sviluppo. È facile così il compren-dere come quest’insetto non di rado trasmetta dei paras-siti, anche col posarsi semplicemente sugli alimenti ocol deporre sugli stessi i suoi escrementi.

Ho già detto come la Taenia nana sia molto diffusa inSicilia. Il Calandruccio45 trovando spesso infetti da que-sti vermi non pochi fanciulli d’ambo i sessi, appartenen-ti a famiglie agiate e scrupolose della pulizia del corpo edella casa, ebbe il sospetto che in questa opera d’infe-zione le mosche avessero una parte importante. A talescopo nutrì alcune mosche con feci infette dalle uova diquesta Tenia, ed esaminando più tardi gli escrementi de-posti su dei quadretti di zucchero, ivi collocati a bellaposta, potè rilevare sotto il microscopio la presenza del-

45 CALANDRUCCIO S., Ulteriori ricerche sulla “Taenia nana”,“Boll. Soc. Zool. It.”, Vol. VII, Roma, 1906.

132

cucina da un cortile largo dieci metri. Egli collocò nelprimo locale, su di un asse, un gran numero di uova ditricocefalo e dopo alcune ore trovò su dei fogli di cartabianca lasciati in cucina, tra gli escrementi delle mo-sche, le uova stesse, come molte ne potè pure riscontra-re nel loro intestino, dimostrando così non solo possibi-le, ma anche facile l’infezione da parte di questi insetti.Mediante simili esperimenti il Grassi ottenne eguali ri-sultati colla Tenia armata. Stiles collocò alcune larve dimosca vicino a delle femmine di Ascaris lumbricoides;queste, come più tardi l’insetto perfetto, contenevanonel loro apparato digerente le uova del suddetto vermein differenti stadi di sviluppo. È facile così il compren-dere come quest’insetto non di rado trasmetta dei paras-siti, anche col posarsi semplicemente sugli alimenti ocol deporre sugli stessi i suoi escrementi.

Ho già detto come la Taenia nana sia molto diffusa inSicilia. Il Calandruccio45 trovando spesso infetti da que-sti vermi non pochi fanciulli d’ambo i sessi, appartenen-ti a famiglie agiate e scrupolose della pulizia del corpo edella casa, ebbe il sospetto che in questa opera d’infe-zione le mosche avessero una parte importante. A talescopo nutrì alcune mosche con feci infette dalle uova diquesta Tenia, ed esaminando più tardi gli escrementi de-posti su dei quadretti di zucchero, ivi collocati a bellaposta, potè rilevare sotto il microscopio la presenza del-

45 CALANDRUCCIO S., Ulteriori ricerche sulla “Taenia nana”,“Boll. Soc. Zool. It.”, Vol. VII, Roma, 1906.

132

Page 133: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

le uova di questo parassita, in qualche caso persinoall’inizio del suo sviluppo larvale. Per meglio assicurar-si della cosa inghiottì e fece inghiottire alla sua bambinaalcuni di questi quadretti di zucchero coperti delle mac-chioline fecali, dopo aver prima accertata nel corpo dientrambi l’assenza completa della Tenia. Per evitare ildubbio che l’infezione potesse venire per altra via, tantolo sperimentatore come la sua bambina mangiarono perventi giorni cibi cotti, non bevendo che acqua bollita.Mentre sullo sperimentatore l’esito fu completamentenegativo, nelle feci della bambina dopo un paio di setti-mane egli cominciò a riscontrare le uova della Tenianana, che aumentarono sensibilmente sino al ventesimosettimo giorno. Il Calandruccio, oltre che ritenere che lemosche sieno il veicolo più importante nella diffusionedi questo parassita, è dell’opinione che nello stomaco enell’intestino di questi insetti le uova si trovino in unambiente tanto favorevole da affrettarne lo sviluppo. Danotarsi del resto, che la Tenia nana in Sicilia viene ospi-tata senza che l’individuo ne risenta nocumento alcuno.

L’Alessandrini46, studiando le vie possibili d’infezio-ne da parte dell’ancilostoma, con numerosi esperimentiè venuto alla conclusione, che anche le mosche possonocontribuire ad infettare l’uomo con questo parassita.Con acconcie esperienze potè constatare, che le uova ele larve di questo verme attraversano il canale digerente

46 ALESSANDRINI S., Brevi osservazioni sullo sviluppo e cicloevolutivo dell'Anchylostoma duodenale, “Boll. Soc. Zool. It.”,Vol. V, Roma, 1904.

133

le uova di questo parassita, in qualche caso persinoall’inizio del suo sviluppo larvale. Per meglio assicurar-si della cosa inghiottì e fece inghiottire alla sua bambinaalcuni di questi quadretti di zucchero coperti delle mac-chioline fecali, dopo aver prima accertata nel corpo dientrambi l’assenza completa della Tenia. Per evitare ildubbio che l’infezione potesse venire per altra via, tantolo sperimentatore come la sua bambina mangiarono perventi giorni cibi cotti, non bevendo che acqua bollita.Mentre sullo sperimentatore l’esito fu completamentenegativo, nelle feci della bambina dopo un paio di setti-mane egli cominciò a riscontrare le uova della Tenianana, che aumentarono sensibilmente sino al ventesimosettimo giorno. Il Calandruccio, oltre che ritenere che lemosche sieno il veicolo più importante nella diffusionedi questo parassita, è dell’opinione che nello stomaco enell’intestino di questi insetti le uova si trovino in unambiente tanto favorevole da affrettarne lo sviluppo. Danotarsi del resto, che la Tenia nana in Sicilia viene ospi-tata senza che l’individuo ne risenta nocumento alcuno.

L’Alessandrini46, studiando le vie possibili d’infezio-ne da parte dell’ancilostoma, con numerosi esperimentiè venuto alla conclusione, che anche le mosche possonocontribuire ad infettare l’uomo con questo parassita.Con acconcie esperienze potè constatare, che le uova ele larve di questo verme attraversano il canale digerente

46 ALESSANDRINI S., Brevi osservazioni sullo sviluppo e cicloevolutivo dell'Anchylostoma duodenale, “Boll. Soc. Zool. It.”,Vol. V, Roma, 1904.

133

Page 134: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

delle larve delle mosche, delle zanzare e delle loro for-me adulte, senza punto alterarsi. In buone condizioniesse si trovarono anche nelle feci emesse da questi in-setti. Studiando il modo d’infezione, l’Alessandrini ven-ne a constatare che le mosche succhiano assieme allefeci o all’acqua le larve dell'ancilostoma e, posandosipoi sulla pelle dell’uomo, vi depongono insieme cogliescrementi le larve giovanili del parassita, il quale,come già vedemmo, attraverso la pelle giunge nell’inte-stino dell’uomo. In un altro modo l’infezione può pro-dursi col posarsi delle mosche infette sulle labbra duran-te il sonno.

Calandruccio ha infine osservato che le mosche tra-sportano da un luogo all’altro e da una persona all’altra,tanto il pidocchio del capo come quello dei vestiti.

Altrettanto importante è l’azione delle zanzare qualiinsetti inoculatoti di terribili malattie. Già vedemmol’opera degli Anopheles, unici propagatori della malaria,e quella di altre zanzare nella trasmissione delle Filarienel nostro sangue. Un’altra specie, la Stegomyia fascia-ta, ha avuto negli ultimi anni il suo quarto d’ora di cele-brità, contribuendo essa alla diffusione del bacillo che ècausa della ben nota febbre gialla. I conquistatori spa-gnoli dell’America centrale furono i primi Europei cheebbero a far conoscenza colla terribile malattia; da que-sto centro d’infezione essa si irraggiò tanto in direzionesettentrionale quanto verso sud, provocando nuovi foco-lari, come quelli dell’isola di Cuba e di Rio de Janeiro.Nel secolo decimo ottavo i battelli negrieri provenienti

134

delle larve delle mosche, delle zanzare e delle loro for-me adulte, senza punto alterarsi. In buone condizioniesse si trovarono anche nelle feci emesse da questi in-setti. Studiando il modo d’infezione, l’Alessandrini ven-ne a constatare che le mosche succhiano assieme allefeci o all’acqua le larve dell'ancilostoma e, posandosipoi sulla pelle dell’uomo, vi depongono insieme cogliescrementi le larve giovanili del parassita, il quale,come già vedemmo, attraverso la pelle giunge nell’inte-stino dell’uomo. In un altro modo l’infezione può pro-dursi col posarsi delle mosche infette sulle labbra duran-te il sonno.

Calandruccio ha infine osservato che le mosche tra-sportano da un luogo all’altro e da una persona all’altra,tanto il pidocchio del capo come quello dei vestiti.

Altrettanto importante è l’azione delle zanzare qualiinsetti inoculatoti di terribili malattie. Già vedemmol’opera degli Anopheles, unici propagatori della malaria,e quella di altre zanzare nella trasmissione delle Filarienel nostro sangue. Un’altra specie, la Stegomyia fascia-ta, ha avuto negli ultimi anni il suo quarto d’ora di cele-brità, contribuendo essa alla diffusione del bacillo che ècausa della ben nota febbre gialla. I conquistatori spa-gnoli dell’America centrale furono i primi Europei cheebbero a far conoscenza colla terribile malattia; da que-sto centro d’infezione essa si irraggiò tanto in direzionesettentrionale quanto verso sud, provocando nuovi foco-lari, come quelli dell’isola di Cuba e di Rio de Janeiro.Nel secolo decimo ottavo i battelli negrieri provenienti

134

Page 135: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

dalle Antille portarono la febbre gialla sulla costa occi-dentale dell’Africa, come i bastimenti carichi di zucche-ro, venendo da Cuba, trasportarono il contagio nelle cit-tà marinare d’Europa. La Spagna fu attaccata per la pri-ma verso il 1700, il morbo si diffuse per tutta l’Andalu-sia e la Catalogna con un totale di circa ottanta mila vit-time. Nel 1812 Barcellona soffrì di una nuova epidemiacausata da un piroscafo proveniente dall’Avana, con nonmeno di venti mila vittime. Piccoli focolari d’infezione,subito però estinti, si manifestarono anche in Francia edin Italia; la più violenta, a Livorno nel 1804, causò lamorte di 1500 persone47.

Solo però nell’America centrale e lungo la costa afri-cana il male si è insediato in modo permanente. Nel1870 su otto mila uomini di truppa spagnola, sbarcatiall’Avana, ne morirono ben due mila nei primi due mesi.La malattia corre celeremente quanto mai ed è accompa-gnata di solito da esito letale. Da prima si annunzia conuna forte febbre e con frequenti vomiti, che nell’ultimafase, perchè accompagnati da piccole o grandi quantitàdi sangue, prende il nome di vomito nero. Già nel 1881,Finlay aveva sospettata la Stegomia quale causa dellamalattia; è merito però degli Americani, dopo la conqui-sta di Cuba, di aver verificata con sicurezza l'azione ino-culatrice di questa zanzara. Fra i numerosi medici ame-ricani addetti a questa filantropica impresa, merita la no-

47 DASTRE A., The fight against yellow fever, “Ann. Report ofthe Smithsonian Institution”, Washington, 1906.

135

dalle Antille portarono la febbre gialla sulla costa occi-dentale dell’Africa, come i bastimenti carichi di zucche-ro, venendo da Cuba, trasportarono il contagio nelle cit-tà marinare d’Europa. La Spagna fu attaccata per la pri-ma verso il 1700, il morbo si diffuse per tutta l’Andalu-sia e la Catalogna con un totale di circa ottanta mila vit-time. Nel 1812 Barcellona soffrì di una nuova epidemiacausata da un piroscafo proveniente dall’Avana, con nonmeno di venti mila vittime. Piccoli focolari d’infezione,subito però estinti, si manifestarono anche in Francia edin Italia; la più violenta, a Livorno nel 1804, causò lamorte di 1500 persone47.

Solo però nell’America centrale e lungo la costa afri-cana il male si è insediato in modo permanente. Nel1870 su otto mila uomini di truppa spagnola, sbarcatiall’Avana, ne morirono ben due mila nei primi due mesi.La malattia corre celeremente quanto mai ed è accompa-gnata di solito da esito letale. Da prima si annunzia conuna forte febbre e con frequenti vomiti, che nell’ultimafase, perchè accompagnati da piccole o grandi quantitàdi sangue, prende il nome di vomito nero. Già nel 1881,Finlay aveva sospettata la Stegomia quale causa dellamalattia; è merito però degli Americani, dopo la conqui-sta di Cuba, di aver verificata con sicurezza l'azione ino-culatrice di questa zanzara. Fra i numerosi medici ame-ricani addetti a questa filantropica impresa, merita la no-

47 DASTRE A., The fight against yellow fever, “Ann. Report ofthe Smithsonian Institution”, Washington, 1906.

135

Page 136: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

stra ammirazione il Lasear, che nel 1901 si lasciò pun-gere da una zanzara, colta nell’ospedale riservato a que-sti ammalati; cinque giorni dopo fu sorpreso dalla feb-bre, ed una settimana più tardi moriva, martire dellascienza, alla quale avea dedicato tutta la sua attività sinoal sacrifizio della propria esistenza.

Fig. 36. – La zanzara della febbre gial-la. (Stegomyia fasciata).

La Stegomyia fasciata è una piccola zanzara, che sidistingue dalle altre perchè il suo dorso è striato a fasciebianche e nere (fig. 36). Essa non può vivere che in con-dizioni di temperatura molto elevata, non punge conenergia che sopra i venticinque gradi, al di sotto deiquindici è come paralizzata e muore presto. Per questosi capisce come le infezioni sporadiche in Europa cessa-rono al giungere dei primi freddi, perchè, col perire di

136

stra ammirazione il Lasear, che nel 1901 si lasciò pun-gere da una zanzara, colta nell’ospedale riservato a que-sti ammalati; cinque giorni dopo fu sorpreso dalla feb-bre, ed una settimana più tardi moriva, martire dellascienza, alla quale avea dedicato tutta la sua attività sinoal sacrifizio della propria esistenza.

Fig. 36. – La zanzara della febbre gial-la. (Stegomyia fasciata).

La Stegomyia fasciata è una piccola zanzara, che sidistingue dalle altre perchè il suo dorso è striato a fasciebianche e nere (fig. 36). Essa non può vivere che in con-dizioni di temperatura molto elevata, non punge conenergia che sopra i venticinque gradi, al di sotto deiquindici è come paralizzata e muore presto. Per questosi capisce come le infezioni sporadiche in Europa cessa-rono al giungere dei primi freddi, perchè, col perire di

136

Page 137: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

queste zanzare, cessa anche il focolare naturaledell’infezione.

La Stegomia ha abitudini casalinghe, simili a quelledella mosca domestica. Per ripararsi dal freddo si ritiranelle cucine, e a bordo dei bastimenti presso le macchi-ne. Ed è così sensibile ai cambiamenti di temperatura,che manca completamente sulle colline, non potendo re-sistere al freddo della notte. Depone le uova nelle acquestagnanti, nelle secchie, nelle bottiglie e la sua metamor-fosi, aiutata dalla temperatura dei paesi tropicali, è oltre-modo rapida. Per quanto sieno diligenti gli studi fatti inproposito, non si è ancora potuto scoprire il microorga-nismo, che, inoculato dalle zanzare nel sangue insiemecolla puntura, è causa di questa terribile malattia, e an-cor meno noti sono gli effetti prodotti sul sangue daquesto misterioso parassita. Il Bacillus icteroides, sco-perto dal Sanarelli nel 1897, non ha ancora ottenuto ilbrevetto nel campo scientifico.

È certo però che il ciclo vitale si alterna, nella stessaguisa della malaria, dalla zanzara all’uomo e dall’uomoalla zanzara. Così si capisce come la febbre gialla nonsia affatto una malattia infettiva; sperimentalmente ciò èstato dimostrato più che a sufficienza; infatti personeche hanno dormito in letti di ammalati di febbre giallanon hanno punto contratta la malattia. Il pericolo unicoinvece deriva dalla puntura della zanzara infetta, la qua-le a sua volta s’infetta, pungendo, l’uomo. È stato anco-ra dimostrato, che perchè la puntura della zanzara infet-ta possa inoculare nell’uomo questa malattia, l’anonimo

137

queste zanzare, cessa anche il focolare naturaledell’infezione.

La Stegomia ha abitudini casalinghe, simili a quelledella mosca domestica. Per ripararsi dal freddo si ritiranelle cucine, e a bordo dei bastimenti presso le macchi-ne. Ed è così sensibile ai cambiamenti di temperatura,che manca completamente sulle colline, non potendo re-sistere al freddo della notte. Depone le uova nelle acquestagnanti, nelle secchie, nelle bottiglie e la sua metamor-fosi, aiutata dalla temperatura dei paesi tropicali, è oltre-modo rapida. Per quanto sieno diligenti gli studi fatti inproposito, non si è ancora potuto scoprire il microorga-nismo, che, inoculato dalle zanzare nel sangue insiemecolla puntura, è causa di questa terribile malattia, e an-cor meno noti sono gli effetti prodotti sul sangue daquesto misterioso parassita. Il Bacillus icteroides, sco-perto dal Sanarelli nel 1897, non ha ancora ottenuto ilbrevetto nel campo scientifico.

È certo però che il ciclo vitale si alterna, nella stessaguisa della malaria, dalla zanzara all’uomo e dall’uomoalla zanzara. Così si capisce come la febbre gialla nonsia affatto una malattia infettiva; sperimentalmente ciò èstato dimostrato più che a sufficienza; infatti personeche hanno dormito in letti di ammalati di febbre giallanon hanno punto contratta la malattia. Il pericolo unicoinvece deriva dalla puntura della zanzara infetta, la qua-le a sua volta s’infetta, pungendo, l’uomo. È stato anco-ra dimostrato, che perchè la puntura della zanzara infet-ta possa inoculare nell’uomo questa malattia, l’anonimo

137

Page 138: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

inquilino deve trascorrere più di dieci giorni nel corpodell’insetto; chi sa quali trasformazioni questo misterio-so parassita deve prima compiere nell’interno della zan-zara!

Per poter estinguere il contagio occorreva adunquedistruggere la zanzara od almeno la sua discendenza,impedendo alla femmina di deporre le uova. Ciò si ot-tenne col distruggere tutti i più piccoli ristagni d’acqua,come quella contenuta negli utensili casalinghi.All’Avana un ordine severissimo impone di non tenererecipienti aperti contenenti acqua, salvo che non sianoricoperti di olio o di petrolio. Questa semplice misura,come pure l’uso delle grate metalliche, nella stessa gui-sa che per la malaria, hanno dato risultati meravigliosi;così che, mentre nel primo anno dell’occupazione diCuba da parte degli Americani i decessi erano assai nu-merosi, dal 1904 in poi non si è avuto più neppure unsol caso epidemico, dopo parecchi secoli di contagio. Ecosì Cuba, sgombrata dal medioevalismo superstiziosodegli Spagnoli e dalla Stegomia, assurge, per opera de-gli Americani, a vita novella, consacrando finalmente lasua fama di perla delle Antille. L’esempio degli Ameri-cani fu seguito con egual successo in altri paesi colpitida questo flagello; così mentre Rio de Janeiro annovera-va nel 1896, 3902 morti di febbre gialla, nel 1904, que-sto numero si riduceva a soli cinque casi48.

48 CARROL JAMES, Gelbfieber, “Handbuch für Tropenkrankh”,Bd. II, Leipzig, 1905.

138

inquilino deve trascorrere più di dieci giorni nel corpodell’insetto; chi sa quali trasformazioni questo misterio-so parassita deve prima compiere nell’interno della zan-zara!

Per poter estinguere il contagio occorreva adunquedistruggere la zanzara od almeno la sua discendenza,impedendo alla femmina di deporre le uova. Ciò si ot-tenne col distruggere tutti i più piccoli ristagni d’acqua,come quella contenuta negli utensili casalinghi.All’Avana un ordine severissimo impone di non tenererecipienti aperti contenenti acqua, salvo che non sianoricoperti di olio o di petrolio. Questa semplice misura,come pure l’uso delle grate metalliche, nella stessa gui-sa che per la malaria, hanno dato risultati meravigliosi;così che, mentre nel primo anno dell’occupazione diCuba da parte degli Americani i decessi erano assai nu-merosi, dal 1904 in poi non si è avuto più neppure unsol caso epidemico, dopo parecchi secoli di contagio. Ecosì Cuba, sgombrata dal medioevalismo superstiziosodegli Spagnoli e dalla Stegomia, assurge, per opera de-gli Americani, a vita novella, consacrando finalmente lasua fama di perla delle Antille. L’esempio degli Ameri-cani fu seguito con egual successo in altri paesi colpitida questo flagello; così mentre Rio de Janeiro annovera-va nel 1896, 3902 morti di febbre gialla, nel 1904, que-sto numero si riduceva a soli cinque casi48.

48 CARROL JAMES, Gelbfieber, “Handbuch für Tropenkrankh”,Bd. II, Leipzig, 1905.

138

Page 139: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

In Europa le zanzare non sono colpevoli di simili at-tentati al nostro organismo, astrazione fatta dagli Ano-pheles. Recentemente però il Blanchard49 riferiva delleosservazioni fatte da medici militari austriaci, che ri-guardano alcuni casi di infezioni prodotte nell’Erzegovi-na dalle punture del Papatasi (Phlebotomus papatasi). Siè constatato che questa zanzara causa nelle truppe au-striache, di guarnigione colà, delle forti febbri, seguiteda una lunga convalescenza, durante la quale l'ammalatoresta debole e apatico. Questo febbrone infuria quasiesclusivamente nei luoghi pianeggianti, mentre non siriscontra sopra i quattrocento metri. Sarebbe anche co-mune lungo tutta la costa dalmata, sino a Trieste e a Go-rizia. L’agente infettivo, inoculato da questa zanzara nelplasma sanguigno, sfuggì a tutte le investigazioni, è in-visibile, nè si potè ottenerne delle colture. Il filtrato in-fettivo iniettato in un uomo sano produce ugual malattiacoi medesimi sintomi, soltanto che il periodo di incuba-zione è un po’ più lungo.

Nelle tristamente famose epidemie pestilenziali, chenei secoli scorsi falciarono tante esistenze anche in Eu-ropa, gli storici ripetutamente accennano al fatto chemolti animali soggiacevano per lo stesso male. Il Boc-caccio nel suo Decamerone, scrive che vide morire duemaiali di peste nelle strade di Firenze. In altri luoghimorirono cani, gatti, polli. Babel (1878), apprese da un

49 BLANCHARD R., Quelques mots sur les Phlebotomus, “Archi-ves de Parasitologie”, Tome XIII, Paris, 1908.

139

In Europa le zanzare non sono colpevoli di simili at-tentati al nostro organismo, astrazione fatta dagli Ano-pheles. Recentemente però il Blanchard49 riferiva delleosservazioni fatte da medici militari austriaci, che ri-guardano alcuni casi di infezioni prodotte nell’Erzegovi-na dalle punture del Papatasi (Phlebotomus papatasi). Siè constatato che questa zanzara causa nelle truppe au-striache, di guarnigione colà, delle forti febbri, seguiteda una lunga convalescenza, durante la quale l'ammalatoresta debole e apatico. Questo febbrone infuria quasiesclusivamente nei luoghi pianeggianti, mentre non siriscontra sopra i quattrocento metri. Sarebbe anche co-mune lungo tutta la costa dalmata, sino a Trieste e a Go-rizia. L’agente infettivo, inoculato da questa zanzara nelplasma sanguigno, sfuggì a tutte le investigazioni, è in-visibile, nè si potè ottenerne delle colture. Il filtrato in-fettivo iniettato in un uomo sano produce ugual malattiacoi medesimi sintomi, soltanto che il periodo di incuba-zione è un po’ più lungo.

Nelle tristamente famose epidemie pestilenziali, chenei secoli scorsi falciarono tante esistenze anche in Eu-ropa, gli storici ripetutamente accennano al fatto chemolti animali soggiacevano per lo stesso male. Il Boc-caccio nel suo Decamerone, scrive che vide morire duemaiali di peste nelle strade di Firenze. In altri luoghimorirono cani, gatti, polli. Babel (1878), apprese da un

49 BLANCHARD R., Quelques mots sur les Phlebotomus, “Archi-ves de Parasitologie”, Tome XIII, Paris, 1908.

139

Page 140: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

missionario francese che in Cina la peste è annunziatadal contegno strano dei topi. Essi abbandonano i loronascondigli senza paura degli uomini, saltano qua e làcadendo finalmente morti sul terreno. Wilm scrivevache in un’epidemia a Hong-Kong nel 1896, i primi col-piti furono i sorci, poi i maiali e i buoi ed anche cani egalline. Sperimentalmente potè constatare l’esito letaleprodotto dal bacillo della peste nei ratti, sorci, cavie, co-nigli, maiali, scimmie, gatti, polli, passeri e mosche;nelle lucertole e nei serpenti solo a un’alta temperatura.

Ciò starebbe in parte in contraddizione colle ricerchepiù recenti del Dott. Mattei50, il quale ha potuto consta-tare che i suini, gli ovini, e i volatili non vanno soggettialla peste bubbonica, e che solo i polli e i piccioni in sè-guito al digiuno possono perdere la loro refrattarietà allapeste. «In antico», egli aggiunge, «le storie e le crona-che raccontano che gli animali lanuti si tenevano divisio si ammazzavano in tempo di epidemia di peste; ma seè anche vero, come si è dimostrato, che alla peste essinon soccombono, si poteva ben pensare che il rigore diquell’ordinanza poteva esser ispirato più dalla paura chetali animali aumentassero la diffusione del morbo, anzi-ché dal saperli vittime di esso. Certo non può mettersi indubbio che gli ovini a causa delle loro lane possono tra-sportare o tenere tra le fibre intricate di quel tessuto, tut-to quel materiale infettivo, che in un dato territorio, in

50 E. DI MATTEI, Intorno alla trasmissione della peste bubbo-nica ai suini, agli ovini e ai volatili, “Atti Acc. Gioenia di Sc.Nat. in Catania”, Vol. XIII, 1900.

140

missionario francese che in Cina la peste è annunziatadal contegno strano dei topi. Essi abbandonano i loronascondigli senza paura degli uomini, saltano qua e làcadendo finalmente morti sul terreno. Wilm scrivevache in un’epidemia a Hong-Kong nel 1896, i primi col-piti furono i sorci, poi i maiali e i buoi ed anche cani egalline. Sperimentalmente potè constatare l’esito letaleprodotto dal bacillo della peste nei ratti, sorci, cavie, co-nigli, maiali, scimmie, gatti, polli, passeri e mosche;nelle lucertole e nei serpenti solo a un’alta temperatura.

Ciò starebbe in parte in contraddizione colle ricerchepiù recenti del Dott. Mattei50, il quale ha potuto consta-tare che i suini, gli ovini, e i volatili non vanno soggettialla peste bubbonica, e che solo i polli e i piccioni in sè-guito al digiuno possono perdere la loro refrattarietà allapeste. «In antico», egli aggiunge, «le storie e le crona-che raccontano che gli animali lanuti si tenevano divisio si ammazzavano in tempo di epidemia di peste; ma seè anche vero, come si è dimostrato, che alla peste essinon soccombono, si poteva ben pensare che il rigore diquell’ordinanza poteva esser ispirato più dalla paura chetali animali aumentassero la diffusione del morbo, anzi-ché dal saperli vittime di esso. Certo non può mettersi indubbio che gli ovini a causa delle loro lane possono tra-sportare o tenere tra le fibre intricate di quel tessuto, tut-to quel materiale infettivo, che in un dato territorio, in

50 E. DI MATTEI, Intorno alla trasmissione della peste bubbo-nica ai suini, agli ovini e ai volatili, “Atti Acc. Gioenia di Sc.Nat. in Catania”, Vol. XIII, 1900.

140

Page 141: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

tempo di epidemia, può trovarsi diffuso nel suolo, maquesto è da temersi per tutte le infezioni e quindi anchepel germe pestogeno».

Quello che a noi più interessa, eliminati gli altri ani-mali, si è vedere quali siano i rapporti tra la diffusionedella peste e i topi. Il documento più antico della pestein rapporto coi topi lo troviamo nella Bibbia. Descriven-do l’epidemia che toccò ai Filistei, lo storico sacro scri-ve: «Et ebullierunt villae et agri.... et nati sunt mures etfacta est confusio mortis magnae in civitate….». Masolo nell’epidemia del 1894, che infierì in quasi tutto ilmondo, si notò una mortalità più o meno grande di ratti,e si constatò che i ratti periscono di vera peste, prodottadal medesimo Bacillus pestis dell'uomo. Anche per ivari casi di peste a Napoli, in sul finire del secolo scor-so, il Santoliquido51 ammette un nesso fra le infezionidei topi e quelle dell’uomo; infatti lo sviluppo epidemi-co venne preannunziato da una impressionante epizoo-zia di topi, che dalle precise indagini batteriologiche ri-sultarono affetti da una infezione pestosa. L'esame dellenumerose carogne raccolte diede, in grande maggioran-za, delle varietà grigie del topo decumano e del topoli-no.

Già il giapponese Ogata nel 1897 avea sospettato cheil veicolo più importante nella diffusione della peste frai topi fossero le pulci loro parassite, ma soltanto Liston

51 SANTOLIQUIDO, Relazioni sui casi di peste bubbonica a Na-poli, Roma, 1902.

141

tempo di epidemia, può trovarsi diffuso nel suolo, maquesto è da temersi per tutte le infezioni e quindi anchepel germe pestogeno».

Quello che a noi più interessa, eliminati gli altri ani-mali, si è vedere quali siano i rapporti tra la diffusionedella peste e i topi. Il documento più antico della pestein rapporto coi topi lo troviamo nella Bibbia. Descriven-do l’epidemia che toccò ai Filistei, lo storico sacro scri-ve: «Et ebullierunt villae et agri.... et nati sunt mures etfacta est confusio mortis magnae in civitate….». Masolo nell’epidemia del 1894, che infierì in quasi tutto ilmondo, si notò una mortalità più o meno grande di ratti,e si constatò che i ratti periscono di vera peste, prodottadal medesimo Bacillus pestis dell'uomo. Anche per ivari casi di peste a Napoli, in sul finire del secolo scor-so, il Santoliquido51 ammette un nesso fra le infezionidei topi e quelle dell’uomo; infatti lo sviluppo epidemi-co venne preannunziato da una impressionante epizoo-zia di topi, che dalle precise indagini batteriologiche ri-sultarono affetti da una infezione pestosa. L'esame dellenumerose carogne raccolte diede, in grande maggioran-za, delle varietà grigie del topo decumano e del topoli-no.

Già il giapponese Ogata nel 1897 avea sospettato cheil veicolo più importante nella diffusione della peste frai topi fossero le pulci loro parassite, ma soltanto Liston

51 SANTOLIQUIDO, Relazioni sui casi di peste bubbonica a Na-poli, Roma, 1902.

141

Page 142: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

nel 1903 ne ottenne nelle Indie la prova definitiva52. Equesta brillante vittoria dello scienziato inglese non haminor importanza della scoperta degli agenti di trasmis-sione della malaria, della febbre gialla e della malattiadel sonno, qualora si pensi che nella sola India moriva-no annualmente per peste dalle venti alle trenta milapersone.

Il primo successo di Liston è stato quello di dimostra-re che i ratti non contraggono il bacillo della peste nècogli escrementi infetti, nè col semplice contatto, nè perla coabitazione in una dimora comune e che nemmeno ilcannibalismo ha quell’importanza che si credeva. L’uni-co agente di trasmissione della peste tra questi rosicantiè la pulce; è stato osservato che i ratti ammalati di pestesono coperti di un gran numero di questi parassiti, pro-babilmente per il fatto che essi trascurano completamen-te la loro toeletta.

Col succhiare il sangue dei ratti pestosi una pulce puòintrodurre nel suo stomaco non meno di cinque mila ba-cilli, i quali, anche in questo nuovo ambiente, aumenta-no per divisione, senza che per ciò la pulce se ne risentaaffatto; un poco alla volta poi essi vengono evacuati.Dopo la morte dell’ospite, le pulci abbandonano entro leventiquattro ore il cadavere, recandosi in cerca di unnuovo animale, ma possono del resto digiunare sino aun paio di settimane. Non trovando ratti, assalgono an-

52 MÜLLER R., Flöhe als Krankheitsüberträger und Krankhei-tserreger, “Die Umschau”, 1911.

142

nel 1903 ne ottenne nelle Indie la prova definitiva52. Equesta brillante vittoria dello scienziato inglese non haminor importanza della scoperta degli agenti di trasmis-sione della malaria, della febbre gialla e della malattiadel sonno, qualora si pensi che nella sola India moriva-no annualmente per peste dalle venti alle trenta milapersone.

Il primo successo di Liston è stato quello di dimostra-re che i ratti non contraggono il bacillo della peste nècogli escrementi infetti, nè col semplice contatto, nè perla coabitazione in una dimora comune e che nemmeno ilcannibalismo ha quell’importanza che si credeva. L’uni-co agente di trasmissione della peste tra questi rosicantiè la pulce; è stato osservato che i ratti ammalati di pestesono coperti di un gran numero di questi parassiti, pro-babilmente per il fatto che essi trascurano completamen-te la loro toeletta.

Col succhiare il sangue dei ratti pestosi una pulce puòintrodurre nel suo stomaco non meno di cinque mila ba-cilli, i quali, anche in questo nuovo ambiente, aumenta-no per divisione, senza che per ciò la pulce se ne risentaaffatto; un poco alla volta poi essi vengono evacuati.Dopo la morte dell’ospite, le pulci abbandonano entro leventiquattro ore il cadavere, recandosi in cerca di unnuovo animale, ma possono del resto digiunare sino aun paio di settimane. Non trovando ratti, assalgono an-

52 MÜLLER R., Flöhe als Krankheitsüberträger und Krankhei-tserreger, “Die Umschau”, 1911.

142

Page 143: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

che altri animali, così per esempio, lasciando girare perquartieri infetti delle cavie, queste vengono colpite benpresto dalla malattia. Nè si può dire che il contagio siaderivato in altro modo che da pulci infette, poichè se lecavie vengono tenute nel medesimo ambiente infetto,ma in gabbie appese all’alto o anche in terra, qualora larete che le circonda non permetta l’accesso alle pulci,non contraggono in nessun caso il male. L’infezione nonavviene come nella Stegomia o nell’Anopheles, per ope-ra dell’apparato boccale infetto. Liston è più propenso acredere che essa invece s’effettui in questo modo: lapulce quando punge l’uomo o un altro animale piega ilsuo addome, in modo che l’apertura anale sfiora la partepunta, e nello sforzo del suo lavoro di perforazioneemette qualche goccia di sterco contenente i bacilli dellapeste, i quali così vengono facilmente a contatto collaferita. La frequenza dei bubboni nella regione lombaresta in relazione colla facilità che hanno le pulci di attac-care le gambe.

Per dare un’idea del numero straordinario di questiinsetti nelle capanne degli indigeni, basti citare uno deitanti esperimenti della Commissione indiana: si fece en-trare un indigeno in una capanna, che da qualche giornoera stata abbandonata dai suoi abitanti; poco dopo, sitrovarono sulle sue gambe nude 154 pulci. È stato inol-tre constatato che la stagione in cui questi insetti sonopiù numerosi corrisponde al periodo più violento dellamalattia. Il protagonista di tale opera nefasta è la Loe-

143

che altri animali, così per esempio, lasciando girare perquartieri infetti delle cavie, queste vengono colpite benpresto dalla malattia. Nè si può dire che il contagio siaderivato in altro modo che da pulci infette, poichè se lecavie vengono tenute nel medesimo ambiente infetto,ma in gabbie appese all’alto o anche in terra, qualora larete che le circonda non permetta l’accesso alle pulci,non contraggono in nessun caso il male. L’infezione nonavviene come nella Stegomia o nell’Anopheles, per ope-ra dell’apparato boccale infetto. Liston è più propenso acredere che essa invece s’effettui in questo modo: lapulce quando punge l’uomo o un altro animale piega ilsuo addome, in modo che l’apertura anale sfiora la partepunta, e nello sforzo del suo lavoro di perforazioneemette qualche goccia di sterco contenente i bacilli dellapeste, i quali così vengono facilmente a contatto collaferita. La frequenza dei bubboni nella regione lombaresta in relazione colla facilità che hanno le pulci di attac-care le gambe.

Per dare un’idea del numero straordinario di questiinsetti nelle capanne degli indigeni, basti citare uno deitanti esperimenti della Commissione indiana: si fece en-trare un indigeno in una capanna, che da qualche giornoera stata abbandonata dai suoi abitanti; poco dopo, sitrovarono sulle sue gambe nude 154 pulci. È stato inol-tre constatato che la stagione in cui questi insetti sonopiù numerosi corrisponde al periodo più violento dellamalattia. Il protagonista di tale opera nefasta è la Loe-

143

Page 144: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

mopsylla cheopis (fig. 37), solito parassita del ratto; lealtre specie di pulci sono meno pericolose.

Fig. 37. – Una pulce dei topiinoculatrice della peste.

Il Tiraboschi53 in Italia, ha potuto sperimentare sullasua persona, che le tre specie di pulci che s’incontranopiù frequentemente sui ratti e sorci d’Italia, non pungo-no mai l’uomo; oltre a ciò, ha trovato sui topi il Pulexirritans, proprio della specie umana, e più frequente-mente sui ratti dei navigli del porto di Genova, prove-nienti in parte da località infette dalla peste. È dunquetutt’altro che escluso che anche la nostra pulce possacontribuire alla diffusione di questo contagio. Per questoperò occorre che la nostra pulce sia stata per qualchetempo su qualche topo infetto, non essendo possibile,per buona sorte, l’infezione delle pulci da parte d’un

53 TIRABOSCHI C., Les rats, les souris et leurs parasites cutanésdans leurs rapports avec la propagation de la peste bubonique,“Archives de Parasitologie”, T. VIII, Paris, 1904.

144

mopsylla cheopis (fig. 37), solito parassita del ratto; lealtre specie di pulci sono meno pericolose.

Fig. 37. – Una pulce dei topiinoculatrice della peste.

Il Tiraboschi53 in Italia, ha potuto sperimentare sullasua persona, che le tre specie di pulci che s’incontranopiù frequentemente sui ratti e sorci d’Italia, non pungo-no mai l’uomo; oltre a ciò, ha trovato sui topi il Pulexirritans, proprio della specie umana, e più frequente-mente sui ratti dei navigli del porto di Genova, prove-nienti in parte da località infette dalla peste. È dunquetutt’altro che escluso che anche la nostra pulce possacontribuire alla diffusione di questo contagio. Per questoperò occorre che la nostra pulce sia stata per qualchetempo su qualche topo infetto, non essendo possibile,per buona sorte, l’infezione delle pulci da parte d’un

53 TIRABOSCHI C., Les rats, les souris et leurs parasites cutanésdans leurs rapports avec la propagation de la peste bubonique,“Archives de Parasitologie”, T. VIII, Paris, 1904.

144

Page 145: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

uomo affetto dalla peste per il fatto, che il sanguedell’uomo pestoso contiene così scarsamente i bacillidella peste, da non dare occasione alla pulce, quandopunge, di assorbirli insieme al sangue.

Scoperta così la maniera più importante della diffu-sione di questa malattia, il governo inglese nelle Indieintima subito una guerra accanita ai topi, dando alle au-torità ed alle popolazioni le opportune istruzioni per unacompleta vittoria, la quale non tarderà, come ha già in-cominciato, per lo meno a frenare il terribile flagello.Essendo la peste un morbo eminentemente contagioso, èevidente che per restarne immuni in un paese infetto,non basta guardarsi dalle pulci e dai topi; in ogni modo,risultando questi due animali i veicoli più importanti didiffusione, si otterrà colla loro distruzione una meno fa-cile dispersione del contagio.

Questo per la forma bubbonica, ma, com’è noto, lapeste si manifesta sotto un’altra forma detta polmonare,come quella che infuriò nel 1910 nella Manciuria e nellaSiberia. Della trasmissione di questa viene incolpato, epare non a torto, un altro rosicante, il Bobac, specie dimarmotta siberiana, simile anche nei costumi alla specieeuropea. Il centro d’infezione della peste polmonarecoincide perfettamente colla regione dove questi animalisono assai numerosi, e precisamente nelle province adoriente del lago Baikal. È stato osservato che questo ro-sicante si infetta nella stessa guisa del ratto. Pare che ibacilli di quest’altra forma di peste possano passaresull’uomo senza alcun intermediario, per mezzo del

145

uomo affetto dalla peste per il fatto, che il sanguedell’uomo pestoso contiene così scarsamente i bacillidella peste, da non dare occasione alla pulce, quandopunge, di assorbirli insieme al sangue.

Scoperta così la maniera più importante della diffu-sione di questa malattia, il governo inglese nelle Indieintima subito una guerra accanita ai topi, dando alle au-torità ed alle popolazioni le opportune istruzioni per unacompleta vittoria, la quale non tarderà, come ha già in-cominciato, per lo meno a frenare il terribile flagello.Essendo la peste un morbo eminentemente contagioso, èevidente che per restarne immuni in un paese infetto,non basta guardarsi dalle pulci e dai topi; in ogni modo,risultando questi due animali i veicoli più importanti didiffusione, si otterrà colla loro distruzione una meno fa-cile dispersione del contagio.

Questo per la forma bubbonica, ma, com’è noto, lapeste si manifesta sotto un’altra forma detta polmonare,come quella che infuriò nel 1910 nella Manciuria e nellaSiberia. Della trasmissione di questa viene incolpato, epare non a torto, un altro rosicante, il Bobac, specie dimarmotta siberiana, simile anche nei costumi alla specieeuropea. Il centro d’infezione della peste polmonarecoincide perfettamente colla regione dove questi animalisono assai numerosi, e precisamente nelle province adoriente del lago Baikal. È stato osservato che questo ro-sicante si infetta nella stessa guisa del ratto. Pare che ibacilli di quest’altra forma di peste possano passaresull’uomo senza alcun intermediario, per mezzo del

145

Page 146: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

vento o col contatto dell’animale infetto. Dall’esamebatteriologico delle pelli di questi animali risultò evi-dente la presenza del bacillo della peste. L’enorme rial-zo del prezzo delle pelliccie di due anni or sono, spinse iMongoli a dare la caccia a questi piccoli animali, chefurono catturati in grande quantità. Contemporaneamen-te però divampava il morbo, il quale e per mezzo dellepelliccie e della gente che fuggiva dai luoghi infetti, pre-se estensione e proporzioni allarmanti.

Come sono strane e futili le cause che decidono allevolte del destino di intere regioni! Il capriccio dellamoda, dettato da qualche arbiter elegantiarum di Parigio di Londra, portava la desolazione e il lutto in milionidi persone, che sarebbero indubbiamente perite ancorain maggior proporzione, senza il soccorso delle Com-missioni mediche internazionali, mandate con sollecitu-dine sul posto, con un’abnegazione e fratellanza, chedovrebbe prometter bene anche per il futuro.

I primi esperimenti sull’azione delle cimici dei lettinella trasmissione delle malattie infettive sono dovuti aNuttal, il quale potè dimostrare che i bacilli del carbon-chio muoiono rapidamente nello stomaco di questi in-setti, e che le loro deiezioni non ne contengono che en-tro le prime ventiquattr’ore. Egli conchiude le sue espe-rienze coll’ammettere che le punture di questi insettinon sono in grado di produrre una infezione carbonchio-sa, salvo naturalmente casi del tutto eccezionali. Più im-

146

vento o col contatto dell’animale infetto. Dall’esamebatteriologico delle pelli di questi animali risultò evi-dente la presenza del bacillo della peste. L’enorme rial-zo del prezzo delle pelliccie di due anni or sono, spinse iMongoli a dare la caccia a questi piccoli animali, chefurono catturati in grande quantità. Contemporaneamen-te però divampava il morbo, il quale e per mezzo dellepelliccie e della gente che fuggiva dai luoghi infetti, pre-se estensione e proporzioni allarmanti.

Come sono strane e futili le cause che decidono allevolte del destino di intere regioni! Il capriccio dellamoda, dettato da qualche arbiter elegantiarum di Parigio di Londra, portava la desolazione e il lutto in milionidi persone, che sarebbero indubbiamente perite ancorain maggior proporzione, senza il soccorso delle Com-missioni mediche internazionali, mandate con sollecitu-dine sul posto, con un’abnegazione e fratellanza, chedovrebbe prometter bene anche per il futuro.

I primi esperimenti sull’azione delle cimici dei lettinella trasmissione delle malattie infettive sono dovuti aNuttal, il quale potè dimostrare che i bacilli del carbon-chio muoiono rapidamente nello stomaco di questi in-setti, e che le loro deiezioni non ne contengono che en-tro le prime ventiquattr’ore. Egli conchiude le sue espe-rienze coll’ammettere che le punture di questi insettinon sono in grado di produrre una infezione carbonchio-sa, salvo naturalmente casi del tutto eccezionali. Più im-

146

Page 147: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

portanti sono le osservazioni fatte da Dewévre54

sull’opera di questi parassiti in riguardo all’infezione tu-bercolare. Chiamato questo medico a prestare il suo soc-corso a un tubercoloso, prescrisse in antecedenza ai fa-miliari una cura meticolosa nei contatti coll’ammalato edopo la morte dello stesso, un’accurata disinfezione.«Fui perciò sorpreso, egli scrive, quando, otto mesi piùtardi, chiamato presso un suo fratello, questi presentavai primi stadi della tubercolosi, mentre quando l’avevovisitato in antecedenza era sano. La superficie del suocorpo era coperta di tumefazioni rossastre, che proveni-vano apparentemente da punture di cimici. L’ammalato,interrogato, confessò di essere letteralmente divorato daquesti insetti, e che da cinque anni aveva smesso ognitentativo per distruggerli, poiché tutte le prove fatte perl’innanzi erano rimaste completamente infruttuose. Que-sti insetti pullulavano in tutti i letti di quella famiglia.Raccoltane una trentina, ed inoculato il liquido da essiestratto a dei cavia, essi morirono mostrando all’autop-sia i caratteri di una tubercolosi generale. Dalla polpadiluita e filtrata di una cinquantina di questi insetti ot-tenni delle magnifiche colture bacillari, che accennava-no ad una grande virulenza. Continuando le mie osser-vazioni su queste cimici, potei constatare che il cinquan-ta per cento contenevano di questi microbi. Ed avendotenuto delle cimici immuni assieme a degli sputi infetti,

54 DEWÉVRE, Note sur la transmissibilité de la tubercolose parla punaise des lits, “Revue de med.”, XII, 1892.

147

portanti sono le osservazioni fatte da Dewévre54

sull’opera di questi parassiti in riguardo all’infezione tu-bercolare. Chiamato questo medico a prestare il suo soc-corso a un tubercoloso, prescrisse in antecedenza ai fa-miliari una cura meticolosa nei contatti coll’ammalato edopo la morte dello stesso, un’accurata disinfezione.«Fui perciò sorpreso, egli scrive, quando, otto mesi piùtardi, chiamato presso un suo fratello, questi presentavai primi stadi della tubercolosi, mentre quando l’avevovisitato in antecedenza era sano. La superficie del suocorpo era coperta di tumefazioni rossastre, che proveni-vano apparentemente da punture di cimici. L’ammalato,interrogato, confessò di essere letteralmente divorato daquesti insetti, e che da cinque anni aveva smesso ognitentativo per distruggerli, poiché tutte le prove fatte perl’innanzi erano rimaste completamente infruttuose. Que-sti insetti pullulavano in tutti i letti di quella famiglia.Raccoltane una trentina, ed inoculato il liquido da essiestratto a dei cavia, essi morirono mostrando all’autop-sia i caratteri di una tubercolosi generale. Dalla polpadiluita e filtrata di una cinquantina di questi insetti ot-tenni delle magnifiche colture bacillari, che accennava-no ad una grande virulenza. Continuando le mie osser-vazioni su queste cimici, potei constatare che il cinquan-ta per cento contenevano di questi microbi. Ed avendotenuto delle cimici immuni assieme a degli sputi infetti,

54 DEWÉVRE, Note sur la transmissibilité de la tubercolose parla punaise des lits, “Revue de med.”, XII, 1892.

147

Page 148: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

gli insetti diedero origine dopo qualche settimana a dellecolture molto attive».

Secondo questo sanitario, il contagio delle cimici av-verrebbe in due modi, col sangue e cogli sputi. In questamaniera egli spiega la diffusione rapida della tisi nelleclassi povere, che dormono nella stessa camera e neimedesimi letti. È probabile però che ben altre sieno lecause di questo terribile morbo; ad ogni modo, senzadarvi grande importanza, non resta escluso che anche lecimici contribuiscano a diffondere questa malattia.

Nel 1897, un medico russo, Fictin, è venuto a scoprireche la cimice propaga il tifo ricorrente, succhiando dagliammalati assieme al sangue le Spirochete, causa di que-sto morbo, e le trasmette ai sani quando li punge col suorostro infetto. Questa scoperta è stata fatta nell’occasio-ne di un’epidemia fortissima scoppiata in quel tempo aOdessa e durata un paio d’anni, colpendo quasi esclusi-vamente i frequentatori di asili notturni, che sono veriricoveri di cimici, rinnovate di continuo da clienti pocopuliti. Fictin, facendo pungere da una cimice infetta unascimmia, la vide, 64 ore dopo, colpita da questa formadi tifo. Le truppe russe in Manciuria soffrirono terribil-mente per questa malattia, ed è probabile che le cimici,senza alcun patto di alleanza coi Giapponesi, abbianoperò contribuito non poco alla loro disfatta.

L’anno scorso una nuova scoperta è venuta ad ag-giungere nuovi fasti delittuosi alle cimici. Una Commis-sione di medici spedita nella provincia brasiliana di Mi-nas, dove particolarmente infuria l’epidemia della così

148

gli insetti diedero origine dopo qualche settimana a dellecolture molto attive».

Secondo questo sanitario, il contagio delle cimici av-verrebbe in due modi, col sangue e cogli sputi. In questamaniera egli spiega la diffusione rapida della tisi nelleclassi povere, che dormono nella stessa camera e neimedesimi letti. È probabile però che ben altre sieno lecause di questo terribile morbo; ad ogni modo, senzadarvi grande importanza, non resta escluso che anche lecimici contribuiscano a diffondere questa malattia.

Nel 1897, un medico russo, Fictin, è venuto a scoprireche la cimice propaga il tifo ricorrente, succhiando dagliammalati assieme al sangue le Spirochete, causa di que-sto morbo, e le trasmette ai sani quando li punge col suorostro infetto. Questa scoperta è stata fatta nell’occasio-ne di un’epidemia fortissima scoppiata in quel tempo aOdessa e durata un paio d’anni, colpendo quasi esclusi-vamente i frequentatori di asili notturni, che sono veriricoveri di cimici, rinnovate di continuo da clienti pocopuliti. Fictin, facendo pungere da una cimice infetta unascimmia, la vide, 64 ore dopo, colpita da questa formadi tifo. Le truppe russe in Manciuria soffrirono terribil-mente per questa malattia, ed è probabile che le cimici,senza alcun patto di alleanza coi Giapponesi, abbianoperò contribuito non poco alla loro disfatta.

L’anno scorso una nuova scoperta è venuta ad ag-giungere nuovi fasti delittuosi alle cimici. Una Commis-sione di medici spedita nella provincia brasiliana di Mi-nas, dove particolarmente infuria l’epidemia della così

148

Page 149: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

detta febbre paludosa, ha riscontrato che essa è causatada un protozoo battezzato col nome di SchizotrypanumCruzi, il quale viene inoculato colla puntura di una cimi-ce indigena chiamata «Barbeiro». Negli ammalati diquesta febbre infettiva particolare, s’ingrossa il fegato ela milza e si gonfia anche la loro faccia. Non di rado lamalattia, che è accompagnata da forti dolori, ha esito le-tale o si riduce in una forma cronica accompagnata dadisturbi nervosi, specialmente negli organi dei sensi enella pelle, nel qual caso l’epidermide assume una tintavioletta. La vita della cimice Barbeiro (Conorhinus me-gistus) è del tutto simile alla nostra; di giorno sta nasco-sta nelle screpolature delle capanne di argilla degli indi-geni, che assale di notte col suo rostro robusto. È peròprovvista di ali e per questo ancor più pericolosa; la loropuntura non è dolorosa. Nei bambini la forma patologi-ca con cui si rivela la malattia è uno sviluppo considere-vole del gozzo. La Commissione ha poi constatato chenelle case pulite e ben intonacate, sì da non offrir ricettoa questo insetto pericoloso, la malattia non attecchisce55.

Anche le Zecche, delle quali mi sono occupato breve-mente nel capitolo antecedente, possono dar luogo, a se-conda della natura dei microbi o germi parassitari cheinoculano nella ferita da loro prodotta nella pelle uma-na, a dei disturbi morbosi, sia locali sia generali, nonesclusi quelli suppurativi o del carbonchio o di altra in-

55 MARTIN G., Trypanosomiase américaine, “Traité de Patholo-gie exotique”, III, Paris, 1912.

149

detta febbre paludosa, ha riscontrato che essa è causatada un protozoo battezzato col nome di SchizotrypanumCruzi, il quale viene inoculato colla puntura di una cimi-ce indigena chiamata «Barbeiro». Negli ammalati diquesta febbre infettiva particolare, s’ingrossa il fegato ela milza e si gonfia anche la loro faccia. Non di rado lamalattia, che è accompagnata da forti dolori, ha esito le-tale o si riduce in una forma cronica accompagnata dadisturbi nervosi, specialmente negli organi dei sensi enella pelle, nel qual caso l’epidermide assume una tintavioletta. La vita della cimice Barbeiro (Conorhinus me-gistus) è del tutto simile alla nostra; di giorno sta nasco-sta nelle screpolature delle capanne di argilla degli indi-geni, che assale di notte col suo rostro robusto. È peròprovvista di ali e per questo ancor più pericolosa; la loropuntura non è dolorosa. Nei bambini la forma patologi-ca con cui si rivela la malattia è uno sviluppo considere-vole del gozzo. La Commissione ha poi constatato chenelle case pulite e ben intonacate, sì da non offrir ricettoa questo insetto pericoloso, la malattia non attecchisce55.

Anche le Zecche, delle quali mi sono occupato breve-mente nel capitolo antecedente, possono dar luogo, a se-conda della natura dei microbi o germi parassitari cheinoculano nella ferita da loro prodotta nella pelle uma-na, a dei disturbi morbosi, sia locali sia generali, nonesclusi quelli suppurativi o del carbonchio o di altra in-

55 MARTIN G., Trypanosomiase américaine, “Traité de Patholo-gie exotique”, III, Paris, 1912.

149

Page 150: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

fezione56. L'azione infettiva delle punture di questi pa-rassiti si riverbera sinistramente, specialmente nei paesitropicali, sur un gran numero di animali domestici,come avrò occasione di accennare in un prossimo capi-tolo. Nell'Africa le Zecche inoculano la Spirochete deltifo ricorrente che, come abbiamo visto, in Europa, tro-va un alleato nelle cimici dei letti. Il protagonista in pa-rola è una Zecca (Ornithodorus moubata) somigliantealla nostra Zecca marginata. Si trova spesso nelle abita-zioni di quelle regioni, e qualche volta giunge anche inEuropa assieme alle balle di merci e ai vestiti57.

Nella trasmissione della febbre ricorrente, nelle Indieoccidentali, i medici ascrivono ai pidocchi una parte im-portante. Mackie in prova di ciò ha segnalato un'epide-mia scoppiata in un educandato presso Bombay: su 143ragazzi ne furono colpiti 137, mentre delle 114 ragazze,solo 35 furono attaccate da questa febbre. Un esame fat-to da questo sanitario sulla loro pelle ebbe per risultatoche mentre i primi ospitavano in gran quantità pidocchi,le seconde ne erano quasi completamente immuni.

56 RONSISVALLE M., Intorno agli effetti morbosi degli Ixodidisull'uomo, “Atti Acc. Gioenia di Sc. Nat.”, Anno 76, Catania,1899.

57 GAIDE, Fièvre récurrente Indo-Chinoise, “Traité de patholo-gie exotique”, II, Paris, 1911.

150

fezione56. L'azione infettiva delle punture di questi pa-rassiti si riverbera sinistramente, specialmente nei paesitropicali, sur un gran numero di animali domestici,come avrò occasione di accennare in un prossimo capi-tolo. Nell'Africa le Zecche inoculano la Spirochete deltifo ricorrente che, come abbiamo visto, in Europa, tro-va un alleato nelle cimici dei letti. Il protagonista in pa-rola è una Zecca (Ornithodorus moubata) somigliantealla nostra Zecca marginata. Si trova spesso nelle abita-zioni di quelle regioni, e qualche volta giunge anche inEuropa assieme alle balle di merci e ai vestiti57.

Nella trasmissione della febbre ricorrente, nelle Indieoccidentali, i medici ascrivono ai pidocchi una parte im-portante. Mackie in prova di ciò ha segnalato un'epide-mia scoppiata in un educandato presso Bombay: su 143ragazzi ne furono colpiti 137, mentre delle 114 ragazze,solo 35 furono attaccate da questa febbre. Un esame fat-to da questo sanitario sulla loro pelle ebbe per risultatoche mentre i primi ospitavano in gran quantità pidocchi,le seconde ne erano quasi completamente immuni.

56 RONSISVALLE M., Intorno agli effetti morbosi degli Ixodidisull'uomo, “Atti Acc. Gioenia di Sc. Nat.”, Anno 76, Catania,1899.

57 GAIDE, Fièvre récurrente Indo-Chinoise, “Traité de patholo-gie exotique”, II, Paris, 1911.

150

Page 151: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

CAPITOLO VI.I parassiti delle nostre abitazioni.

I danni delle blatte. – Il Ptino ladro. – L’orologio della morte. – Ilvestito delle tignole. – Le devastazioni delle termiti. – Una ri -cetta contro le pulci. – Gli inquilini dei «boudoirs».

Non meno molesti dei nostri inquilini interni o esternisono quei rappresentanti poco simpatici del regno ani-male, ai quali la natura ha dato l'incarico di stabilirsinelle nostre case, senza, bene inteso, domandare il per-messo. I parassiti delle abitazioni umane si possono piùpropriamente chiamare i padroni assoluti delle stesse; viscorrazzano per ogni dove, si prendono quanto meglioloro piace, i nostri viveri, i tessuti e persino i mobilistessi, e potete star contenti se anche la vostra casa unbel giorno non precipita, rinchiudendovi come in unatrappola.

Per buona fortuna nei nostri paesi non siamo arrivatisino a tal punto, ma l’economia e sopra tutto l’igieneesigono l’immediato allontanamento di questi invasori,

151

CAPITOLO VI.I parassiti delle nostre abitazioni.

I danni delle blatte. – Il Ptino ladro. – L’orologio della morte. – Ilvestito delle tignole. – Le devastazioni delle termiti. – Una ri -cetta contro le pulci. – Gli inquilini dei «boudoirs».

Non meno molesti dei nostri inquilini interni o esternisono quei rappresentanti poco simpatici del regno ani-male, ai quali la natura ha dato l'incarico di stabilirsinelle nostre case, senza, bene inteso, domandare il per-messo. I parassiti delle abitazioni umane si possono piùpropriamente chiamare i padroni assoluti delle stesse; viscorrazzano per ogni dove, si prendono quanto meglioloro piace, i nostri viveri, i tessuti e persino i mobilistessi, e potete star contenti se anche la vostra casa unbel giorno non precipita, rinchiudendovi come in unatrappola.

Per buona fortuna nei nostri paesi non siamo arrivatisino a tal punto, ma l’economia e sopra tutto l’igieneesigono l’immediato allontanamento di questi invasori,

151

Page 152: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

e però è opportuno che, quantunque non siano diretta-mente nostri veri e propri parassiti, facciamo con essi unpo’ di conoscenza, particolarmente in rapporto ai danniche arrecano alle nostre dimore e al modo di combatter-li.

Fig. 38. – La Blatta: a) maschio; b) femmina (da SCHMEIL).Uno degli insetti più diffusi e meno simpaticamente

accolti nelle nostre abitazioni è la Blatta, che in Europaoccorre in due specie diverse: la Blatta germanica equella orientale, che è un po’ più grande (fig. 38). Questiinsetti sono amanti dell’oscurità e, specialmente di not-te, si aggirano nelle cucine e nelle dispense, non di radoanche nelle camere da letto, attaccando e consumandoquanto di possibilmente mangiabile capita loro sotto lemandibole, guastando il restante. Al più piccolo rumoreche accenni ad un pericolo, si rifugiano nelle screpolatu-

152

e però è opportuno che, quantunque non siano diretta-mente nostri veri e propri parassiti, facciamo con essi unpo’ di conoscenza, particolarmente in rapporto ai danniche arrecano alle nostre dimore e al modo di combatter-li.

Fig. 38. – La Blatta: a) maschio; b) femmina (da SCHMEIL).Uno degli insetti più diffusi e meno simpaticamente

accolti nelle nostre abitazioni è la Blatta, che in Europaoccorre in due specie diverse: la Blatta germanica equella orientale, che è un po’ più grande (fig. 38). Questiinsetti sono amanti dell’oscurità e, specialmente di not-te, si aggirano nelle cucine e nelle dispense, non di radoanche nelle camere da letto, attaccando e consumandoquanto di possibilmente mangiabile capita loro sotto lemandibole, guastando il restante. Al più piccolo rumoreche accenni ad un pericolo, si rifugiano nelle screpolatu-

152

Page 153: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

re delle muraglie, e talvolta si accumulano in tale quan-tità, da obbligare i legittimi proprietari a sgombrare dailoro quartieri. Narra il Brehm che, in una birreria di Bre-slavia, le blatte si erano moltiplicate in tal modo, checorrevano con tutta libertà su e giù pei tavolini, arrampi-candosi persino sugli abiti degli avventori, nasconden-dosi sotto i loro cappotti.

Le uova vengono deposte in una specie di bisaccia,che serve di difesa alla giovine prole e che viene appic-cicata sui muri, negli avvolti ed in altri luoghi. La lorogioventù passa rapidamente in un’incessante distruzionedi quanto si para loro innanzi. Essendo assai ghiotte difarinacei, preferiscono le panetterie e i panifici; i fornaidovrebbero in modo speciale cercare di liberarsi energi-camente da esse, mentre al contrario vengono tolleratecon un’indifferenza inconsulta.

Il Trouessart58 racconta che passando di buon mattinodinanzi alle botteghe dei fornai, ebbe più volte occasio-ne di scorgere questi insetti, che si dibattevano sui mar-ciapiedi in mezzo alle briciole di pane scopate dai gar-zoni. Si può esser certi che essi facevano un po’ alla vol-ta ritorno nell’interno, dal quale poco prima erano statiallontanati, se non con bella maniera almeno senza il pe-ricolo di perdere la testa. Nei casi in cui il nutrimentonon sia soverchiamente abbondante, non si peritano dicibarsi del lucido delle scarpe che distruggono, intac-cando anche il cuoio. Guerra adunque accanita alle blat-

58 TROUESSART, Les parasites des habitations humaines, Paris.

153

re delle muraglie, e talvolta si accumulano in tale quan-tità, da obbligare i legittimi proprietari a sgombrare dailoro quartieri. Narra il Brehm che, in una birreria di Bre-slavia, le blatte si erano moltiplicate in tal modo, checorrevano con tutta libertà su e giù pei tavolini, arrampi-candosi persino sugli abiti degli avventori, nasconden-dosi sotto i loro cappotti.

Le uova vengono deposte in una specie di bisaccia,che serve di difesa alla giovine prole e che viene appic-cicata sui muri, negli avvolti ed in altri luoghi. La lorogioventù passa rapidamente in un’incessante distruzionedi quanto si para loro innanzi. Essendo assai ghiotte difarinacei, preferiscono le panetterie e i panifici; i fornaidovrebbero in modo speciale cercare di liberarsi energi-camente da esse, mentre al contrario vengono tolleratecon un’indifferenza inconsulta.

Il Trouessart58 racconta che passando di buon mattinodinanzi alle botteghe dei fornai, ebbe più volte occasio-ne di scorgere questi insetti, che si dibattevano sui mar-ciapiedi in mezzo alle briciole di pane scopate dai gar-zoni. Si può esser certi che essi facevano un po’ alla vol-ta ritorno nell’interno, dal quale poco prima erano statiallontanati, se non con bella maniera almeno senza il pe-ricolo di perdere la testa. Nei casi in cui il nutrimentonon sia soverchiamente abbondante, non si peritano dicibarsi del lucido delle scarpe che distruggono, intac-cando anche il cuoio. Guerra adunque accanita alle blat-

58 TROUESSART, Les parasites des habitations humaines, Paris.

153

Page 154: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

te, e senza quartiere, ovunque esse si trovino; se questasi farà concordemente e da bel principio, sarà meno fa-cile che da pochi individui aumentino in pericolose le-gioni.

Uno dei rimedi preferiti e più sicuri per liberarsi piùsollecitamente che sia possibile è quello di cospargere iluoghi invasi dalle blatte, a preferenza adunque le fessu-re dei mobili e le screpolature delle muraglie, colla pol-vere di piretro, ma occorre continuare tale operazioneper qualche tempo. I quartieri vicini ai panifici sono piùfacilmente esposti alle visite di questi antipatici nottam-buli. In Germania si usa stendere qua e là dei cenci in-zuppati di acqua o di birra, per la qual bibita questi in-setti sono assai ghiotti. Le blatte che prediligono l’umi-dità, vi si raccolgono sotto in gran numero; vengono in-fine schiacciate con zoccoli di legno o buttate nel fuoco.

Un altro piccolo insetto, che se non viene distruttopuò arrecare danno non indifferente alle nostre dispense,è il Dermeste del lardo (Dermestes lardarius), di colorbruno, con due macchie grigie sulle elitre. La sua larva,che è coperta di un pelo assai ispido, vive, oltre che nellardo, nelle pelli degli animali, nelle pellicce, e nellestanze nelle quali la pulizia lasci a desiderare. I naturali-sti, allarmati dei danni che esse fanno alle raccolte distoria naturale, raccomandano ripetutamente di adope-rarsi con tutte le forze per combatterne la straordinariaattività, che si manifesta con un’incessante quanto peri-colosa opera di distruzione, dalla quale bisogna difen-dersi ad ogni costo.

154

te, e senza quartiere, ovunque esse si trovino; se questasi farà concordemente e da bel principio, sarà meno fa-cile che da pochi individui aumentino in pericolose le-gioni.

Uno dei rimedi preferiti e più sicuri per liberarsi piùsollecitamente che sia possibile è quello di cospargere iluoghi invasi dalle blatte, a preferenza adunque le fessu-re dei mobili e le screpolature delle muraglie, colla pol-vere di piretro, ma occorre continuare tale operazioneper qualche tempo. I quartieri vicini ai panifici sono piùfacilmente esposti alle visite di questi antipatici nottam-buli. In Germania si usa stendere qua e là dei cenci in-zuppati di acqua o di birra, per la qual bibita questi in-setti sono assai ghiotti. Le blatte che prediligono l’umi-dità, vi si raccolgono sotto in gran numero; vengono in-fine schiacciate con zoccoli di legno o buttate nel fuoco.

Un altro piccolo insetto, che se non viene distruttopuò arrecare danno non indifferente alle nostre dispense,è il Dermeste del lardo (Dermestes lardarius), di colorbruno, con due macchie grigie sulle elitre. La sua larva,che è coperta di un pelo assai ispido, vive, oltre che nellardo, nelle pelli degli animali, nelle pellicce, e nellestanze nelle quali la pulizia lasci a desiderare. I naturali-sti, allarmati dei danni che esse fanno alle raccolte distoria naturale, raccomandano ripetutamente di adope-rarsi con tutte le forze per combatterne la straordinariaattività, che si manifesta con un’incessante quanto peri-colosa opera di distruzione, dalla quale bisogna difen-dersi ad ogni costo.

154

Page 155: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

Per lo stesso motivo deve esser insidiata la larvadell’Attageno (Attagenus pellio), un coleottero somi-gliante al Dermeste, ma un po’ più piccolo. Scrive ilBrehm che nel restaurare un lettuccio che gli aveva ser-vito fedelmente per 17 anni ed il cui materasso contene-va molto crine di maiale, il tappezziere fu sorpreso dellaquantità di tarli che non erano altro che pelli di larve diAttageno, e che attestavano l’enorme numero degli in-setti che si erano sviluppati in quel mobile. Nè alcun ri-guardo merita il Ptino ladro (Ptinus latro), il cui nomedi battesimo corrisponde perfettamente alle abitudini diquesto coleottero. Le provviste delle dispense, in modospeciale i farinacei, soffrono per le sue rapine. Ed èstraordinaria la potenza delle mandibole di questi picco-li animali; basti, per farsene un’idea, il sapere che dellelarve del gen. Apate, prossimo parente e di uguali di-mensioni del Ptino, hanno avuto la forza di forare deiclichés tipografici, composti di una lega di antimonio edi piombo.

E chi non ha avuto occasione, in attesa di un beneficosonno, di sentire il battere dell’Anobio (Anobium perti-nax) nelle gallerie dei mobili da essi scavate? L’anticasuperstizione, ignara della causa di tali battiti, vedeva inessi i segni precursori della morte di qualcuno; di lì ilnome appioppato a quest’insetto di orologio della morte.E pensare che questi rumori non sono altro che una spe-cie di duetto amoroso, e servono come richiamo fra idue sessi; dei naturalisti sono riusciti a imitarne il rumo-re, e a farsi rispondere dalla femmina o rispettivamente

155

Per lo stesso motivo deve esser insidiata la larvadell’Attageno (Attagenus pellio), un coleottero somi-gliante al Dermeste, ma un po’ più piccolo. Scrive ilBrehm che nel restaurare un lettuccio che gli aveva ser-vito fedelmente per 17 anni ed il cui materasso contene-va molto crine di maiale, il tappezziere fu sorpreso dellaquantità di tarli che non erano altro che pelli di larve diAttageno, e che attestavano l’enorme numero degli in-setti che si erano sviluppati in quel mobile. Nè alcun ri-guardo merita il Ptino ladro (Ptinus latro), il cui nomedi battesimo corrisponde perfettamente alle abitudini diquesto coleottero. Le provviste delle dispense, in modospeciale i farinacei, soffrono per le sue rapine. Ed èstraordinaria la potenza delle mandibole di questi picco-li animali; basti, per farsene un’idea, il sapere che dellelarve del gen. Apate, prossimo parente e di uguali di-mensioni del Ptino, hanno avuto la forza di forare deiclichés tipografici, composti di una lega di antimonio edi piombo.

E chi non ha avuto occasione, in attesa di un beneficosonno, di sentire il battere dell’Anobio (Anobium perti-nax) nelle gallerie dei mobili da essi scavate? L’anticasuperstizione, ignara della causa di tali battiti, vedeva inessi i segni precursori della morte di qualcuno; di lì ilnome appioppato a quest’insetto di orologio della morte.E pensare che questi rumori non sono altro che una spe-cie di duetto amoroso, e servono come richiamo fra idue sessi; dei naturalisti sono riusciti a imitarne il rumo-re, e a farsi rispondere dalla femmina o rispettivamente

155

Page 156: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

dal maschio. Questi preludi amorosi, che preludiano anuove vite, si crede che abbiano la loro causa dal batterdella testa nel legno, e di lì questo martellare, motivo ditanti melanconici voli di fantasie superstiziose! Si capi-sce come questi insetti non debbano essere tollerati nellenostre case, poichè essi forano i mobili, con gallerie intutte le direzioni, riducendo il legno ad una specie di fa-rina, il legno tarlato. Alcuni loro parenti producono deiguasti considerevoli, specialmente sulle navi, dove rovi-nano il biscotto dei marinai.

Tra le farfalle, le tignole dei panni non godono buonariputazione specialmente fra le nostre massaie. Sonoesse delle graziose farfalline che, di primo acchito, nonrivelano la malvagità delle loro intenzioni. Esse depon-gono le uova sui panni, altre sulle pellicce, e le larvenate in quel soffice nido, si nutrono dei peli che vannostaccando. I loro escrementi, del color della stoffa chehanno mangiato, somigliano a tanti granellini. Poi,quando sono un po’ grandicelle, pensano al vestito, e sicircondano di un involucro di peli a mo’ di astuccio. Colcrescere, tale vestito ha d’uopo d’aumentare di mole, eil mezzo che adoperano, scriveva Réaumur, che per ilprimo le ha fatte oggetto di studio, è precisamente quel-lo al quale avremmo noi pure ricorso in simile circo-stanza. Per allargare infatti un astuccio, un fodero distoffa troppo stretto, non facciamo altro che aprirlo peril lungo ed attaccarvi un pezzo di grandezza convenientefra le parti che avevamo separate. Questo precisamentefanno le nostre tignole.

156

dal maschio. Questi preludi amorosi, che preludiano anuove vite, si crede che abbiano la loro causa dal batterdella testa nel legno, e di lì questo martellare, motivo ditanti melanconici voli di fantasie superstiziose! Si capi-sce come questi insetti non debbano essere tollerati nellenostre case, poichè essi forano i mobili, con gallerie intutte le direzioni, riducendo il legno ad una specie di fa-rina, il legno tarlato. Alcuni loro parenti producono deiguasti considerevoli, specialmente sulle navi, dove rovi-nano il biscotto dei marinai.

Tra le farfalle, le tignole dei panni non godono buonariputazione specialmente fra le nostre massaie. Sonoesse delle graziose farfalline che, di primo acchito, nonrivelano la malvagità delle loro intenzioni. Esse depon-gono le uova sui panni, altre sulle pellicce, e le larvenate in quel soffice nido, si nutrono dei peli che vannostaccando. I loro escrementi, del color della stoffa chehanno mangiato, somigliano a tanti granellini. Poi,quando sono un po’ grandicelle, pensano al vestito, e sicircondano di un involucro di peli a mo’ di astuccio. Colcrescere, tale vestito ha d’uopo d’aumentare di mole, eil mezzo che adoperano, scriveva Réaumur, che per ilprimo le ha fatte oggetto di studio, è precisamente quel-lo al quale avremmo noi pure ricorso in simile circo-stanza. Per allargare infatti un astuccio, un fodero distoffa troppo stretto, non facciamo altro che aprirlo peril lungo ed attaccarvi un pezzo di grandezza convenientefra le parti che avevamo separate. Questo precisamentefanno le nostre tignole.

156

Page 157: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

Una specie di tignola ha una predilezione speciale peril crine, col quale s’imbottiscono e divani e poltrone; lasua larva quando abbandona questa dimora, fora la stof-fa che ricopre il crine, arrecando danni non lievi ai mo-bili. Il miglior rimedio contro questi ospiti poco graditi èquello di batter frequentemente i panni e di esporli allaluce, allontanando così, insieme colla polvere, la proledelle tignole che vi si fosse eventualmente annidata. Isoliti preservativi a base di canfora o di tabacco messinegli armadi, dànno scarsi risultati, più consigliabile è ilsistema di mettere le pelliccie o le stoffe ben battute insacchetti di carta, chiudendoli poi ermeticamente. Le ti-gnole in siffatta guisa non arrivano nell’interno.

Qualche volta, specialmente nelle abitazioni di cam-pagna, si possono vedere delle colonne di formiche chein file serrate arrivano a penetrare nei ripostigli delle di-spense o negli armadi dove sono conservate sostanzedolci. Come esse possano giungere in sì numerose pro-cessioni e con tanta sicurezza in quei luoghi non è piùun mistero, dopo che i naturalisti hanno potuto constata-re, come per le api, che i singoli individui, che per av-ventura sono capitati su quelle ricche imbandigioni,sono in grado al loro ritorno al nido di portarne non si sain qual modo, la lieta novella; di qui quel pellegrinaggiogastronomico che continua sinché resta qualche cosa damangiare.

Appena accortici di tale invasione si può con tutta fa-cilità allontanarle, di modo che, anche perchè similiescursioni non sono poi così frequenti, il loro danno si

157

Una specie di tignola ha una predilezione speciale peril crine, col quale s’imbottiscono e divani e poltrone; lasua larva quando abbandona questa dimora, fora la stof-fa che ricopre il crine, arrecando danni non lievi ai mo-bili. Il miglior rimedio contro questi ospiti poco graditi èquello di batter frequentemente i panni e di esporli allaluce, allontanando così, insieme colla polvere, la proledelle tignole che vi si fosse eventualmente annidata. Isoliti preservativi a base di canfora o di tabacco messinegli armadi, dànno scarsi risultati, più consigliabile è ilsistema di mettere le pelliccie o le stoffe ben battute insacchetti di carta, chiudendoli poi ermeticamente. Le ti-gnole in siffatta guisa non arrivano nell’interno.

Qualche volta, specialmente nelle abitazioni di cam-pagna, si possono vedere delle colonne di formiche chein file serrate arrivano a penetrare nei ripostigli delle di-spense o negli armadi dove sono conservate sostanzedolci. Come esse possano giungere in sì numerose pro-cessioni e con tanta sicurezza in quei luoghi non è piùun mistero, dopo che i naturalisti hanno potuto constata-re, come per le api, che i singoli individui, che per av-ventura sono capitati su quelle ricche imbandigioni,sono in grado al loro ritorno al nido di portarne non si sain qual modo, la lieta novella; di qui quel pellegrinaggiogastronomico che continua sinché resta qualche cosa damangiare.

Appena accortici di tale invasione si può con tutta fa-cilità allontanarle, di modo che, anche perchè similiescursioni non sono poi così frequenti, il loro danno si

157

Page 158: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

riduce a ben poca cosa. Diverso è invece il caso se sitratta della formica egiziana, la così detta formica di Fa-raone (Monomorium pharaonis). Dall’Egitto,coll’aumentare dei commerci e delle facilitazioni deimezzi di trasporto, s’è diffusa in gran parte dell’Europastabilendosi in molte città come Parigi, Londra, Amster-dam, Berlino, ecc.; novella piaga d’Egitto, esse s’insi-nuano in modo straordinario nei magazzini, invadono inegozi dei fornai, gli stabilimenti balneari, gli ospedali,arrecando non poca molestia e non piccoli danni; il lorosterminio non è impresa molto facile.

Più tremende nelle loro devastazioni sono le termiti,volgarmente chiamate «formiche bianche». Per buonasorte, in Europa non sono indigene che due uniche spe-cie localizzate in Sicilia59, che vivono in piccole societànegli alberi necrosati. Ciò non ostante alcuni anni orsono esse invadevano i banchi della scuola, gli scaffali ele imposte dell’orto botanico di Catania rendendoli in-servibili. Ben più rilevanti sono i danni arrecati dalletermiti nei paesi tropicali. Fra gli innumerevoli episodidella loro furia devastatrice, basti accennare al seguente:un arabo, che avea passata una notte sopra un nido diquesti insetti, si svegliò alla mattina completamentenudo, tutti i suoi vestiti erano stati distrutti. Un avvocatodi una città del Transvaal, trovò, dopo una settimanad’assenza, la sua casa invasa dalle termiti. Erano bastatiotto giorni perchè queste erigessero di fronte al caminet-

59 CANESTRINI A., Le Società degli Animali, Torino, 1906.

158

riduce a ben poca cosa. Diverso è invece il caso se sitratta della formica egiziana, la così detta formica di Fa-raone (Monomorium pharaonis). Dall’Egitto,coll’aumentare dei commerci e delle facilitazioni deimezzi di trasporto, s’è diffusa in gran parte dell’Europastabilendosi in molte città come Parigi, Londra, Amster-dam, Berlino, ecc.; novella piaga d’Egitto, esse s’insi-nuano in modo straordinario nei magazzini, invadono inegozi dei fornai, gli stabilimenti balneari, gli ospedali,arrecando non poca molestia e non piccoli danni; il lorosterminio non è impresa molto facile.

Più tremende nelle loro devastazioni sono le termiti,volgarmente chiamate «formiche bianche». Per buonasorte, in Europa non sono indigene che due uniche spe-cie localizzate in Sicilia59, che vivono in piccole societànegli alberi necrosati. Ciò non ostante alcuni anni orsono esse invadevano i banchi della scuola, gli scaffali ele imposte dell’orto botanico di Catania rendendoli in-servibili. Ben più rilevanti sono i danni arrecati dalletermiti nei paesi tropicali. Fra gli innumerevoli episodidella loro furia devastatrice, basti accennare al seguente:un arabo, che avea passata una notte sopra un nido diquesti insetti, si svegliò alla mattina completamentenudo, tutti i suoi vestiti erano stati distrutti. Un avvocatodi una città del Transvaal, trovò, dopo una settimanad’assenza, la sua casa invasa dalle termiti. Erano bastatiotto giorni perchè queste erigessero di fronte al caminet-

59 CANESTRINI A., Le Società degli Animali, Torino, 1906.

158

Page 159: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

to di una stanza, un nido dell’altezza di un uomo. Essen-do penetrate le termiti nella nave inglese «Albion»,mentre stava nel porto di Bombay, la distrussero in pocotempo. Ed or fa un secolo, fu distrutto da esse il palazzodel governatore di Calcutta, che avea costato somme in-genti.

Nei paesi tropicali, siccome le case poggiano di solitosu ossature di legno, è assai facile che le termiti intac-chino questi sostegni, di modo che gli inquilini, di nullasospettando, possono un bel giorno avere la brutta sor-presa di veder precipitare la loro casa in un ammasso dirottami. I costruttori di case sono obbligati a fare i conticon quei minuscoli ma infaticabili nemici dell’uomo.Così, nell’Australia del Nord, si è sviluppato un tipospeciale di architettura antitermitica. Gli edifici di Pal-merston, che è il capoluogo del territorio, sono formatida uno scheletro di pino-cipresso, rivestito con piastre diferro galvanizzato. Nella linea telegrafica Palmerston-Adelaide i pali che servono a sostenere i fili sono di fer-ro.

In Europa, la loro diffusione è impedita per buonasorte dal clima che mal loro si adatta; non è raro il casodi qualche locale importazione per mezzo di navigli,come quella avvenuta in sul finire del secolo ottavo inFrancia. Nella città di La Rochelle, le termiti distrusserogli archivi di città, mangiando tutte le carte e rispettandoil cartone che le avvolgeva, di modo che, solo quando idanni erano già rilevanti, si potè accorgersene e mettervirimedio.

159

to di una stanza, un nido dell’altezza di un uomo. Essen-do penetrate le termiti nella nave inglese «Albion»,mentre stava nel porto di Bombay, la distrussero in pocotempo. Ed or fa un secolo, fu distrutto da esse il palazzodel governatore di Calcutta, che avea costato somme in-genti.

Nei paesi tropicali, siccome le case poggiano di solitosu ossature di legno, è assai facile che le termiti intac-chino questi sostegni, di modo che gli inquilini, di nullasospettando, possono un bel giorno avere la brutta sor-presa di veder precipitare la loro casa in un ammasso dirottami. I costruttori di case sono obbligati a fare i conticon quei minuscoli ma infaticabili nemici dell’uomo.Così, nell’Australia del Nord, si è sviluppato un tipospeciale di architettura antitermitica. Gli edifici di Pal-merston, che è il capoluogo del territorio, sono formatida uno scheletro di pino-cipresso, rivestito con piastre diferro galvanizzato. Nella linea telegrafica Palmerston-Adelaide i pali che servono a sostenere i fili sono di fer-ro.

In Europa, la loro diffusione è impedita per buonasorte dal clima che mal loro si adatta; non è raro il casodi qualche locale importazione per mezzo di navigli,come quella avvenuta in sul finire del secolo ottavo inFrancia. Nella città di La Rochelle, le termiti distrusserogli archivi di città, mangiando tutte le carte e rispettandoil cartone che le avvolgeva, di modo che, solo quando idanni erano già rilevanti, si potè accorgersene e mettervirimedio.

159

Page 160: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

Degli invisibili pericoli dei quali ci gratifica in varimodi la mosca domestica, ho già fatto cenno nel capito-lo antecedente. Alla domanda, fattami parecchie volte,come aumentino le mosche in sul principio dell’estate insì breve tempo e in modo sì grande, dirò che le pochefemmine, le quali sopravvivono in inverno nelle screpo-lature delle muraglie o nei vani delle finestre, depongo-no le prime uova nelle immondizie delle stanze. Le altregenerazioni si seguono con una proporzione geometricaallarmante. La mosca carnaria è vivipara; il suo passag-gio lo verifichiamo ben presto se ci siamo dimenticatiun pezzo di carne o della selvaggina nella dispensa.Quei bacherozzoli, che pare diano una seconda vita aquelli avanzi che dovevano essere destinati alla nostracucina, non sono che le larve di questi insetti. La vici-nanza di stalle, scuderie e di macellerie contribuisce nonpoco ad avere i nostri quartieri invasi da tali ditteri.

La poca pulizia, le tappezzerie, i tappeti e così viacontribuiscono pure a mantenere stabili nelle nostre abi-tazioni le cimici e le pulci. Anche i cani e i gatti traspor-tano le crisalidi delle pulci che s’attaccano al loro pela-me, e contribuiscono così alla diffusione del parassita.Una volta si credeva che le pulci provenissero dalla se-gatura di legno rimasta sotto i pavimenti e inzuppata diorina. E ciò si spiega col fatto che in realtà le immondi-zie delle camere miste a segature di legno umide, che sispargono sul pavimento per raccogliere la polvere, co-stituiscono l’ambiente più idoneo per la femmina che staper deporre le uova. Contro le pulci è indicata la benzi-

160

Degli invisibili pericoli dei quali ci gratifica in varimodi la mosca domestica, ho già fatto cenno nel capito-lo antecedente. Alla domanda, fattami parecchie volte,come aumentino le mosche in sul principio dell’estate insì breve tempo e in modo sì grande, dirò che le pochefemmine, le quali sopravvivono in inverno nelle screpo-lature delle muraglie o nei vani delle finestre, depongo-no le prime uova nelle immondizie delle stanze. Le altregenerazioni si seguono con una proporzione geometricaallarmante. La mosca carnaria è vivipara; il suo passag-gio lo verifichiamo ben presto se ci siamo dimenticatiun pezzo di carne o della selvaggina nella dispensa.Quei bacherozzoli, che pare diano una seconda vita aquelli avanzi che dovevano essere destinati alla nostracucina, non sono che le larve di questi insetti. La vici-nanza di stalle, scuderie e di macellerie contribuisce nonpoco ad avere i nostri quartieri invasi da tali ditteri.

La poca pulizia, le tappezzerie, i tappeti e così viacontribuiscono pure a mantenere stabili nelle nostre abi-tazioni le cimici e le pulci. Anche i cani e i gatti traspor-tano le crisalidi delle pulci che s’attaccano al loro pela-me, e contribuiscono così alla diffusione del parassita.Una volta si credeva che le pulci provenissero dalla se-gatura di legno rimasta sotto i pavimenti e inzuppata diorina. E ciò si spiega col fatto che in realtà le immondi-zie delle camere miste a segature di legno umide, che sispargono sul pavimento per raccogliere la polvere, co-stituiscono l’ambiente più idoneo per la femmina che staper deporre le uova. Contro le pulci è indicata la benzi-

160

Page 161: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

na e il piretro; inoltre, siccome i nostri animali domesti-ci più grandi non hanno pulci, e le loro emanazioni lefanno fuggire, basta avvolgersi in una coperta di caval-lo, che abbia servito a lungo, per essere preservati dailoro attacchi; lo stesso espediente pare che giovi ancheai cani. Narra il Gage che un signore risolse di liberarele sue abitazioni dalle pulci in un modo abbastanza ori-ginale. Ordinò a un suo domestico, al quale avea fatto inantecedenza coprire le gambe di carta cosparsa di vi-schio, di camminare per le camere. Pare che queste pas-seggiate abbiano dato un bottino insperato di pulci, lequali volendo saltare sulle gambe, per fare una scorpac-ciata di sangue, vi erano all’incontro rimaste appiccica-te. Per la distruzione delle cimici ha pure dato buonaprova la benzina e il kerosene; se i letti sono metallicibasta dell’acqua calda. Gli americani adoperano conbuon esito l’acido acetico schizzato con una siringa nel-le fessure.

Anche le zanzare, oltre che per la loro puntura più omeno dolorosa, sono moleste di notte in causa di quellostridulo ronzio, che causa alle persone, specialmente senervose, una irritazione che non dà tregua se noncoll’allontanamento di questi insetti. È noto che le so-stanze fortemente odoranti come la canfora, l’olio di eu-calipto e il fumo del tabacco le tengono lontane, ma of-frono lo svantaggio che nelle persone molto sensibiliprovocano dei dolori di capo. Per evitare le loro puntureil miglior rimedio è quello di bagnare la pelle (mani efaccia) con alcool nel quale vi sia sciolta un po’ di za-

161

na e il piretro; inoltre, siccome i nostri animali domesti-ci più grandi non hanno pulci, e le loro emanazioni lefanno fuggire, basta avvolgersi in una coperta di caval-lo, che abbia servito a lungo, per essere preservati dailoro attacchi; lo stesso espediente pare che giovi ancheai cani. Narra il Gage che un signore risolse di liberarele sue abitazioni dalle pulci in un modo abbastanza ori-ginale. Ordinò a un suo domestico, al quale avea fatto inantecedenza coprire le gambe di carta cosparsa di vi-schio, di camminare per le camere. Pare che queste pas-seggiate abbiano dato un bottino insperato di pulci, lequali volendo saltare sulle gambe, per fare una scorpac-ciata di sangue, vi erano all’incontro rimaste appiccica-te. Per la distruzione delle cimici ha pure dato buonaprova la benzina e il kerosene; se i letti sono metallicibasta dell’acqua calda. Gli americani adoperano conbuon esito l’acido acetico schizzato con una siringa nel-le fessure.

Anche le zanzare, oltre che per la loro puntura più omeno dolorosa, sono moleste di notte in causa di quellostridulo ronzio, che causa alle persone, specialmente senervose, una irritazione che non dà tregua se noncoll’allontanamento di questi insetti. È noto che le so-stanze fortemente odoranti come la canfora, l’olio di eu-calipto e il fumo del tabacco le tengono lontane, ma of-frono lo svantaggio che nelle persone molto sensibiliprovocano dei dolori di capo. Per evitare le loro puntureil miglior rimedio è quello di bagnare la pelle (mani efaccia) con alcool nel quale vi sia sciolta un po’ di za-

161

Page 162: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

cherlina. Ciò non reca neanche disturbo, essendo il li-quido in parola di scarso odore e punto sgradevole.

I così detti pidocchi del legno e dei libri spettano adun gruppo di insetti diverso da quello dei nostri parassitiomonimi. Da poco tempo in Germania ha fatto la suacomparsa in numero straordinario un piccolo insetto(Nimphopsoccus destructor), che è causa di danno nonpiccolo ai mobili collo scavare in questi delle piccolegallerie, invadendo ogni più recondito ripostiglio. Unafamiglia fu presso a trovarsi nella dolorosa situazione,di dover cambiare mobili e appartamento, in sèguitoall’eccezionale invasione di pidocchi dei libri (Atropospulsatorius), i quali s’incontrano di solito isolati, nellapolvere o nei vecchi libri. L’Enderlein60 consiglia per laloro distruzione l’uso abbondante e frequente di unabuona polvere insetticida.

Tra gli aracnidi, i nostri ragni, sia per ignoranza o persuperstizione, godono di solito di una brutta fama, e nel-le nostre abitazioni sono le prime ed innocenti vittimedella brutale granata della servente. Ma a torto, perchèessi, a causa del loro cibo che consta esclusivamente dipiccoli insetti, larve e così via, contribuiscono non pocoa liberare le nostre case da un gran numero di insettimolesti. Concediamo adunque loro, qualora l’estetica lopermetta, un angolo remoto, onde possano tendere laloro rete, nè ci spingiamo più oltre in un odio inveterato

60 ENDERLEIN, GÜNTHER, Nymphopsoccus destructor, “Zool.Jahrb.”, Jena, 1903, Bd. XIX.

162

cherlina. Ciò non reca neanche disturbo, essendo il li-quido in parola di scarso odore e punto sgradevole.

I così detti pidocchi del legno e dei libri spettano adun gruppo di insetti diverso da quello dei nostri parassitiomonimi. Da poco tempo in Germania ha fatto la suacomparsa in numero straordinario un piccolo insetto(Nimphopsoccus destructor), che è causa di danno nonpiccolo ai mobili collo scavare in questi delle piccolegallerie, invadendo ogni più recondito ripostiglio. Unafamiglia fu presso a trovarsi nella dolorosa situazione,di dover cambiare mobili e appartamento, in sèguitoall’eccezionale invasione di pidocchi dei libri (Atropospulsatorius), i quali s’incontrano di solito isolati, nellapolvere o nei vecchi libri. L’Enderlein60 consiglia per laloro distruzione l’uso abbondante e frequente di unabuona polvere insetticida.

Tra gli aracnidi, i nostri ragni, sia per ignoranza o persuperstizione, godono di solito di una brutta fama, e nel-le nostre abitazioni sono le prime ed innocenti vittimedella brutale granata della servente. Ma a torto, perchèessi, a causa del loro cibo che consta esclusivamente dipiccoli insetti, larve e così via, contribuiscono non pocoa liberare le nostre case da un gran numero di insettimolesti. Concediamo adunque loro, qualora l’estetica lopermetta, un angolo remoto, onde possano tendere laloro rete, nè ci spingiamo più oltre in un odio inveterato

60 ENDERLEIN, GÜNTHER, Nymphopsoccus destructor, “Zool.Jahrb.”, Jena, 1903, Bd. XIX.

162

Page 163: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

quanto ingiusto contro le innocue bestiole, poichè è utilesi sappia, che nessuna delle specie indigene, esclusa laTarantola della bassa Italia, punge, come si suol credere,l’uomo.

Fig. 39. – Un Acaro delle nostre abi-tazioni (Glyciphagus domesticus)

(da TROUESSART).Non altrettanto degni di rispetto sono gli Acari loro

affini, di alcuni dei quali abbiamo già fatto conoscenzanel novero dei parassiti dell'uomo. Altre specie invado-no i mobili e le suppellettili domestiche, pullulando adun tratto in numero straordinario come se fossero gene-rati spontaneamente. Alcuni preferiscono le sostanzecommestibili delle dispense, come il Glyciphagus spine-pes, il quale, ghiotto delle sostanze zuccherine, nonmanca mai, a mo’ d’esempio, sui fichi secchi. La polve-

163

quanto ingiusto contro le innocue bestiole, poichè è utilesi sappia, che nessuna delle specie indigene, esclusa laTarantola della bassa Italia, punge, come si suol credere,l’uomo.

Fig. 39. – Un Acaro delle nostre abi-tazioni (Glyciphagus domesticus)

(da TROUESSART).Non altrettanto degni di rispetto sono gli Acari loro

affini, di alcuni dei quali abbiamo già fatto conoscenzanel novero dei parassiti dell'uomo. Altre specie invado-no i mobili e le suppellettili domestiche, pullulando adun tratto in numero straordinario come se fossero gene-rati spontaneamente. Alcuni preferiscono le sostanzecommestibili delle dispense, come il Glyciphagus spine-pes, il quale, ghiotto delle sostanze zuccherine, nonmanca mai, a mo’ d’esempio, sui fichi secchi. La polve-

163

Page 164: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

re bianca che circonda questa frutta, e che da principiodovrebbe esser zucchero, dopo qualche tempo si rivelaformata quasi esclusivamente dagli escrementi di talianimaletti. Il Trouessart trovò quest’Acaro in gran nu-mero su la lama di un rasoio che teneva nel cassetto del-la sua toilette. Anche il sapone viene facilmente attacca-to; s’annidano frequentemente nei cassetti degli elegantiboudoirs femminili, al di fuori lucenti per apparente pu-litezza, mentre nell’interno offrono una facile esca alloro sviluppo.

Una specie affine, il Glicifago domestico (fig. 39), èstato trovata dal Ludwig61 in molte abitazioni della Ger-mania, specialmente nei luoghi ove c’è il costume di te-nere nelle camere le frutta, a preferenza le mele; da que-ste gli Acari si diffondono in modo allarmante sui mobi-li, nei cassetti e negli armadi. Un altro modo di diffusio-ne assai facile è fornito dal così detto crine d’Africa, delquale sono imbottiti alcuni mobili, un crine vegetale ches’ottiene da un’alga marina. Esso è una dimora preferitadi questi parassiti. Dopo un po’ di tempo gli Acari cer-cano di cambiare domicilio, e si spandono sulla superfi-cie dei mobili tutto ad un tratto in modo impressionante.Provvisti come sono di una straordinaria resistenza vita-le, è assai difficile il distruggerli completamente. Il pa-drone di una casa in Germania, che avea i quartieri inva-si da tali parassiti, fece da prima disinfettare le pareti

61 LUDWIG FR., Die Milbenplage der Wohnungen, Leipzig,1904.

164

re bianca che circonda questa frutta, e che da principiodovrebbe esser zucchero, dopo qualche tempo si rivelaformata quasi esclusivamente dagli escrementi di talianimaletti. Il Trouessart trovò quest’Acaro in gran nu-mero su la lama di un rasoio che teneva nel cassetto del-la sua toilette. Anche il sapone viene facilmente attacca-to; s’annidano frequentemente nei cassetti degli elegantiboudoirs femminili, al di fuori lucenti per apparente pu-litezza, mentre nell’interno offrono una facile esca alloro sviluppo.

Una specie affine, il Glicifago domestico (fig. 39), èstato trovata dal Ludwig61 in molte abitazioni della Ger-mania, specialmente nei luoghi ove c’è il costume di te-nere nelle camere le frutta, a preferenza le mele; da que-ste gli Acari si diffondono in modo allarmante sui mobi-li, nei cassetti e negli armadi. Un altro modo di diffusio-ne assai facile è fornito dal così detto crine d’Africa, delquale sono imbottiti alcuni mobili, un crine vegetale ches’ottiene da un’alga marina. Esso è una dimora preferitadi questi parassiti. Dopo un po’ di tempo gli Acari cer-cano di cambiare domicilio, e si spandono sulla superfi-cie dei mobili tutto ad un tratto in modo impressionante.Provvisti come sono di una straordinaria resistenza vita-le, è assai difficile il distruggerli completamente. Il pa-drone di una casa in Germania, che avea i quartieri inva-si da tali parassiti, fece da prima disinfettare le pareti

61 LUDWIG FR., Die Milbenplage der Wohnungen, Leipzig,1904.

164

Page 165: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

con aldeide formica, con cloruro di calcio e acido clori-drico; lavò i mobili con una soluzione di carbolo; i lettie i materassi furon tenuti per più di un’ora in un bagno avapore alla temperatura di 110°, e tutto invano. Michaelscrive che in Inghilterra si dovettero abbandonare per al-cuni mesi degli appartamenti, in seguito ad un’invasionedi questi parassiti, i quali coprivano ogni cosa in formadi un bianco rivestimento.

Un altro Acaro, che può svilupparsi in proporzioni al-larmanti, è il così detto Acaro della farina (Aleurobiusfarinae). Più facilmente colpiti sono i quartieri che sitrovano in vicinanza di panetterie o pasticcerie. È statodimostrato che questo animale può occasionalmente es-sere anche un vero parassita dell’uomo. Un medico diDresda narra di una famiglia che ebbe i suoi membriammalati per gli attacchi di questi Acari.

Lo stesso dicasi dell’Acaro del formaggio (Tyrogli-phus siro), trovato in rari casi anche nel corpo umano.Esso è stato riscontrato anche sui crini vegetali, talora innumero considerevole.

La più scrupolosa pulizia dei quartieri è la condizioneindispensabile per tener lontana dalle nostre abitazionila coorte di animali minuscoli, dei quali brevemente hofatto cenno. Occorre prevenire la loro diffusione e sicco-me nella polvere s’annidano le forme giovanili dellamaggior parte di essi, è evidente che questa debba esse-re allontanata con cura, specialmente dalle stoffe; unadistribuzione assai parca di tende e di addobbi negli ap-partamenti va indiscutibilmente a vantaggio dell’igiene

165

con aldeide formica, con cloruro di calcio e acido clori-drico; lavò i mobili con una soluzione di carbolo; i lettie i materassi furon tenuti per più di un’ora in un bagno avapore alla temperatura di 110°, e tutto invano. Michaelscrive che in Inghilterra si dovettero abbandonare per al-cuni mesi degli appartamenti, in seguito ad un’invasionedi questi parassiti, i quali coprivano ogni cosa in formadi un bianco rivestimento.

Un altro Acaro, che può svilupparsi in proporzioni al-larmanti, è il così detto Acaro della farina (Aleurobiusfarinae). Più facilmente colpiti sono i quartieri che sitrovano in vicinanza di panetterie o pasticcerie. È statodimostrato che questo animale può occasionalmente es-sere anche un vero parassita dell’uomo. Un medico diDresda narra di una famiglia che ebbe i suoi membriammalati per gli attacchi di questi Acari.

Lo stesso dicasi dell’Acaro del formaggio (Tyrogli-phus siro), trovato in rari casi anche nel corpo umano.Esso è stato riscontrato anche sui crini vegetali, talora innumero considerevole.

La più scrupolosa pulizia dei quartieri è la condizioneindispensabile per tener lontana dalle nostre abitazionila coorte di animali minuscoli, dei quali brevemente hofatto cenno. Occorre prevenire la loro diffusione e sicco-me nella polvere s’annidano le forme giovanili dellamaggior parte di essi, è evidente che questa debba esse-re allontanata con cura, specialmente dalle stoffe; unadistribuzione assai parca di tende e di addobbi negli ap-partamenti va indiscutibilmente a vantaggio dell’igiene

165

Page 166: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

e della salute in generale. In seconda linea è inutile rac-comandare di allontanare il più presto possibile tutte lesostanze organiche in putrefazione, insieme coi restidella cucina. E siccome i cani e i gatti, oltre che esserepericolosi per i parassiti che albergano e che in partepossono anche trasmettere all’uomo, contribuiscono adiffondere anche i parassiti delle nostre abitazioni, èchiaro che il loro numero deve essere per lo meno limi-tato.

La società esige a questo riguardo una mutua coope-razione, la quale nei paesi più progrediti viene persinoimposta dalle leggi. In Francia, scrive il Trouessart, untribunale di provincia ha condannato al risarcimento didanni rilevanti una persona, la quale avea importato coisuoi mobili delle cimici in una casa considerata find’allora immune da questi parassiti. Solo con una beneintesa pulizia del corpo e della dimora una persona potràevitare di venire in contatto con molti degli esseri, desti-nati a questo genere di vita.

E siccome i parassiti dell’uomo e delle sue abitazionisono in gran parte gli staffieri della miseria e dell’igno-ranza, la loro progressiva diminuzione è un indice im-portante del grado di civiltà di un popolo.

166

e della salute in generale. In seconda linea è inutile rac-comandare di allontanare il più presto possibile tutte lesostanze organiche in putrefazione, insieme coi restidella cucina. E siccome i cani e i gatti, oltre che esserepericolosi per i parassiti che albergano e che in partepossono anche trasmettere all’uomo, contribuiscono adiffondere anche i parassiti delle nostre abitazioni, èchiaro che il loro numero deve essere per lo meno limi-tato.

La società esige a questo riguardo una mutua coope-razione, la quale nei paesi più progrediti viene persinoimposta dalle leggi. In Francia, scrive il Trouessart, untribunale di provincia ha condannato al risarcimento didanni rilevanti una persona, la quale avea importato coisuoi mobili delle cimici in una casa considerata find’allora immune da questi parassiti. Solo con una beneintesa pulizia del corpo e della dimora una persona potràevitare di venire in contatto con molti degli esseri, desti-nati a questo genere di vita.

E siccome i parassiti dell’uomo e delle sue abitazionisono in gran parte gli staffieri della miseria e dell’igno-ranza, la loro progressiva diminuzione è un indice im-portante del grado di civiltà di un popolo.

166

Page 167: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

CAPITOLO VII.I parassiti degli animali.

La mosca Tsè-tsè. – Un martire della scienza. – La febbre del Te -xas. – La pebrina del baco da seta. – I distomi degli animali. –La bara di un verme. – Le perle. – Nuove tenie. – Maschi pa -rassiti delle loro femmine. – La Sacculina. – Castrazione paras -sitaria. – La scabbia degli animali. – Fra pulci e pidocchi. – Gliestri. – I parassiti delle api. – Il parassitismo sociale delle for -miche. – Pesci parassiti.

Si può dire, senza tema di esagerare, che non esistaun animale formato di più cellule, il quale non sia attac-cato da una o più specie di parassiti. In certi casi questisi limitano a vivere su di un animale determinato, talvol-ta invece si stabiliscono su altri esseri più o meno affini.E, come abbiamo già visto nell’uomo, alcuni arrecanoall’ospite notevoli disturbi, altre volte invece, special-mente se sono in numero limitato, non causano danni ri-levanti. In vista del vasto materiale, è mia intenzione dilimitarmi alla descrizione delle forme più importanti che

167

CAPITOLO VII.I parassiti degli animali.

La mosca Tsè-tsè. – Un martire della scienza. – La febbre del Te -xas. – La pebrina del baco da seta. – I distomi degli animali. –La bara di un verme. – Le perle. – Nuove tenie. – Maschi pa -rassiti delle loro femmine. – La Sacculina. – Castrazione paras -sitaria. – La scabbia degli animali. – Fra pulci e pidocchi. – Gliestri. – I parassiti delle api. – Il parassitismo sociale delle for -miche. – Pesci parassiti.

Si può dire, senza tema di esagerare, che non esistaun animale formato di più cellule, il quale non sia attac-cato da una o più specie di parassiti. In certi casi questisi limitano a vivere su di un animale determinato, talvol-ta invece si stabiliscono su altri esseri più o meno affini.E, come abbiamo già visto nell’uomo, alcuni arrecanoall’ospite notevoli disturbi, altre volte invece, special-mente se sono in numero limitato, non causano danni ri-levanti. In vista del vasto materiale, è mia intenzione dilimitarmi alla descrizione delle forme più importanti che

167

Page 168: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

interessano direttamente l’uomo per l’occasionale pas-saggio di alcuni di questi parassiti sulla sua persona, operchè attaccando gli animali domestici causano indiret-tamente dei danni economici anche ad esso; scegliendoinfine alcuni episodi biologici di quei parassiti che me-glio s’addattano a mettere in rilievo la rivoluzione orga-nica che essi apportano alla vita dell'ospite.

Tra i protozoi i Tripanosomi, che nell’uomo sono lacausa della malattia del sonno, affliggono un gran nu-mero di vertebrati; tra gli animali domestici, in modospeciale, il cavallo, il mulo, l’asino, il bue, il cane e ilgatto. Ognuno ha sentito per lo meno accennare allespaventevoli epidemie alle quali vanno soggetti questianimali e che in certe provincie dell’Africa ne rendonoimpossibile l’acclimatamento. E ciò in causa di un pic-colo flagellato, il Trypanosoma brucei, il quale vieneinoculato nell’animale dalla mosca «Tsè-tsè» (Glossinamorsitans), simile a quella già conosciuta per la suapuntura pericolosa per l’uomo. Tali mosche sono, percosì dire, dei vivai ambulanti di questi microscopici pa-rassiti.

Neanche la pelle dei grossi pachidermi resiste al loroapparato perforatore, formato di un arsenale di stiletti edi coltelli. Rankin ha visto degli elefanti punti in siffattaguisa che il sangue colava abbondantemente dai lorofianchi rugosi.

Negli animali colpiti da questa malattia si manifestaben presto una forte febbre, seguita da un generale inde-bolimento, colla testa a penzoloni, non sono più capaci

168

interessano direttamente l’uomo per l’occasionale pas-saggio di alcuni di questi parassiti sulla sua persona, operchè attaccando gli animali domestici causano indiret-tamente dei danni economici anche ad esso; scegliendoinfine alcuni episodi biologici di quei parassiti che me-glio s’addattano a mettere in rilievo la rivoluzione orga-nica che essi apportano alla vita dell'ospite.

Tra i protozoi i Tripanosomi, che nell’uomo sono lacausa della malattia del sonno, affliggono un gran nu-mero di vertebrati; tra gli animali domestici, in modospeciale, il cavallo, il mulo, l’asino, il bue, il cane e ilgatto. Ognuno ha sentito per lo meno accennare allespaventevoli epidemie alle quali vanno soggetti questianimali e che in certe provincie dell’Africa ne rendonoimpossibile l’acclimatamento. E ciò in causa di un pic-colo flagellato, il Trypanosoma brucei, il quale vieneinoculato nell’animale dalla mosca «Tsè-tsè» (Glossinamorsitans), simile a quella già conosciuta per la suapuntura pericolosa per l’uomo. Tali mosche sono, percosì dire, dei vivai ambulanti di questi microscopici pa-rassiti.

Neanche la pelle dei grossi pachidermi resiste al loroapparato perforatore, formato di un arsenale di stiletti edi coltelli. Rankin ha visto degli elefanti punti in siffattaguisa che il sangue colava abbondantemente dai lorofianchi rugosi.

Negli animali colpiti da questa malattia si manifestaben presto una forte febbre, seguita da un generale inde-bolimento, colla testa a penzoloni, non sono più capaci

168

Page 169: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

di camminare e cadono per non più rialzarsi. Le guari-gioni sono rarissime, nè si è potuto ancora scoprire unmetodo di cura tale da avere ragione del male.

Si è constatato che l’infezione, oltre che per la puntu-ra della glossina, è possibile nei carnivori anche col ci-barsi della carne di animali morti di questa malattia,escluso ben inteso l'uomo, il quale, come già sappiamo,ha infido, ma stabile ospite il Tr. gambiense.

Il primo caso, credo, d’infezione del Trypanosomabrucei nell’uomo, si è verificato quest’anno in unoscienziato italiano. Il prof. Lanfranchi, che da oltre seianni faceva delle osservazioni su questo parassita deinostri animali domestici, s’infettò probabilmente in cau-sa di qualche scalfittura. I primi assalti febbrili non fece-ro subito balenare il sospetto della realtà del male; solol’esame del sangue fatto dai suoi assistenti svelò il se-greto della malattia. Coi brividi della febbre, più mortoche vivo, egli si portò subito a Parigi, ove fu sottoposto,data l’affinità del Tripanosoma, alla medesima cura usa-ta per la malattia del sonno (Atoxyl d’Erlich), e conbuon risultato, sì che è da augurarsi che ben presto pos-sa ritornare ai suoi studi prediletti, fatto anche più pru-dente dopo una simile convincente constatazione.

Nella parte settentrionale e occidentale dell’Asia i ca-valli e gli asini soffrono assai degli attacchi di un altroTripanosoma (Tr. Equiperdum); la malattia che ha sinto-mi simili a quelli provocati dalla mosca «Tsè-tsè», vienechiamata dagli arabi Dourine; l’infezione, anzichè peropera di un insetto, ha luogo al contrario direttamente

169

di camminare e cadono per non più rialzarsi. Le guari-gioni sono rarissime, nè si è potuto ancora scoprire unmetodo di cura tale da avere ragione del male.

Si è constatato che l’infezione, oltre che per la puntu-ra della glossina, è possibile nei carnivori anche col ci-barsi della carne di animali morti di questa malattia,escluso ben inteso l'uomo, il quale, come già sappiamo,ha infido, ma stabile ospite il Tr. gambiense.

Il primo caso, credo, d’infezione del Trypanosomabrucei nell’uomo, si è verificato quest’anno in unoscienziato italiano. Il prof. Lanfranchi, che da oltre seianni faceva delle osservazioni su questo parassita deinostri animali domestici, s’infettò probabilmente in cau-sa di qualche scalfittura. I primi assalti febbrili non fece-ro subito balenare il sospetto della realtà del male; solol’esame del sangue fatto dai suoi assistenti svelò il se-greto della malattia. Coi brividi della febbre, più mortoche vivo, egli si portò subito a Parigi, ove fu sottoposto,data l’affinità del Tripanosoma, alla medesima cura usa-ta per la malattia del sonno (Atoxyl d’Erlich), e conbuon risultato, sì che è da augurarsi che ben presto pos-sa ritornare ai suoi studi prediletti, fatto anche più pru-dente dopo una simile convincente constatazione.

Nella parte settentrionale e occidentale dell’Asia i ca-valli e gli asini soffrono assai degli attacchi di un altroTripanosoma (Tr. Equiperdum); la malattia che ha sinto-mi simili a quelli provocati dalla mosca «Tsè-tsè», vienechiamata dagli arabi Dourine; l’infezione, anzichè peropera di un insetto, ha luogo al contrario direttamente

169

Page 170: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

per mezzo del coito. Anche la pestifera Surra, che infie-risce tra i cavalli nelle Indie, è dovuta ad un altro Tripa-nosoma (Tr. evansi) inoculato anch’esso, con tutta pro-babilità, da una mosca. Per dare un’idea del danno pro-dotto da questo piccolo parassita basti sapere che l’eser-cito inglese, nelle spedizioni fatte nel 1880 nell’India,ebbe in alcuni reggimenti i cavalli completamente di-strutti. Non risparmia nemmeno i camelli e gli elefanti;recentemente s’è diffusa anche nelle Indie olandesi enelle Filippine.

Il Tripanosoma, che è stato meglio studiato nel suociclo vitale, è quello che vive nel sangue dei ratti (Tr.lewisi), i quali vengono infettati colla puntura di un pi-docchio che si trova con gran frequenza sugli stessi; èappunto nello stomaco di questo insetto che i Tripanoso-mi compiono la loro maturità, celebrando le nozze inuna intima e completa fusione, nello stesso modo delplasmodio della malaria. Si è osservato che la successi-va figliolanza, nelle peregrinazioni entro il corpo del pi-docchio, può giungere nelle uova allogate nei genitalidell’insetto, infettando così il giovane pidocchio, cheverrà poi alla luce (parassitismo ereditario). Altre diffe-renti forme di Tripanosomi vivono nel sangue di moltiuccelli, rettili, anfibi e pesci.

Un’altra malattia grave che colpisce forse il più utilefra i nostri animali domestici, il bue, è la così detta feb-bre del Texas (piscia sangue), detta così perchè l’infe-zione, che ora s’è diffusa anche fuori dell’America, haavuto il suo focolare in quella regione. La malattia è

170

per mezzo del coito. Anche la pestifera Surra, che infie-risce tra i cavalli nelle Indie, è dovuta ad un altro Tripa-nosoma (Tr. evansi) inoculato anch’esso, con tutta pro-babilità, da una mosca. Per dare un’idea del danno pro-dotto da questo piccolo parassita basti sapere che l’eser-cito inglese, nelle spedizioni fatte nel 1880 nell’India,ebbe in alcuni reggimenti i cavalli completamente di-strutti. Non risparmia nemmeno i camelli e gli elefanti;recentemente s’è diffusa anche nelle Indie olandesi enelle Filippine.

Il Tripanosoma, che è stato meglio studiato nel suociclo vitale, è quello che vive nel sangue dei ratti (Tr.lewisi), i quali vengono infettati colla puntura di un pi-docchio che si trova con gran frequenza sugli stessi; èappunto nello stomaco di questo insetto che i Tripanoso-mi compiono la loro maturità, celebrando le nozze inuna intima e completa fusione, nello stesso modo delplasmodio della malaria. Si è osservato che la successi-va figliolanza, nelle peregrinazioni entro il corpo del pi-docchio, può giungere nelle uova allogate nei genitalidell’insetto, infettando così il giovane pidocchio, cheverrà poi alla luce (parassitismo ereditario). Altre diffe-renti forme di Tripanosomi vivono nel sangue di moltiuccelli, rettili, anfibi e pesci.

Un’altra malattia grave che colpisce forse il più utilefra i nostri animali domestici, il bue, è la così detta feb-bre del Texas (piscia sangue), detta così perchè l’infe-zione, che ora s’è diffusa anche fuori dell’America, haavuto il suo focolare in quella regione. La malattia è

170

Page 171: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

prodotta da un altro flagellato microscopico (Babesiabigemina) simile ad una pera, che vive, di solito, unito acoppie entro i corpuscoli rossi del sangue. Il decorsodella malattia, oltre che essere accompagnato da unaforte febbre, ha, quale sintomo speciale, l’emissione diun’orina sanguinolenta; i corpuscoli del sangue, sia perla lenta distruzione, quanto per la loro continua emissio-ne, subiscono una rilevante diminuzione. La malattia fi-nisce non di rado colla morte, che colla sua falce mietepiù del cinquanta per cento degli animali colpiti. L’infe-zione avviene in seguito alla puntura di una zecca (Boo-philus bovis) che vive parassita sul bue. Ma siccome talemalattia si manifestò anche in paesi, come in Europa,dove questa specie di zecca non è indigena, successiveosservazioni hanno condotto alla scoperta che in queicasi l’infezione ha luogo per opera della Zecca rossa(Ixodes reduvius), una nostra vecchia conoscenza tra iparassiti accidentali dell’uomo. Ulteriori studi pare ab-biano stabilito che la Babesia, che inoculata dall'Ixodescausa in Europa ed in Africa le emoglobinurie, appar-tenga ad una specie diversa (B. bovis).

Una Zecca parassita della pecora inocula in quest’ani-male un’altra Babesia (B. ovis); la malattia prodotta daquesto parassita è stata osservata nella penisola Balcani-ca e in Italia.

Nel fegato dei conigli vivono dei piccoli animalettiunicellulari, oviformi (Coccidium), i quali, col crescerein modo straordinario di numero, dànno origine nel fe-gato ad un ammasso di piccoli noduli. Questa malattia,

171

prodotta da un altro flagellato microscopico (Babesiabigemina) simile ad una pera, che vive, di solito, unito acoppie entro i corpuscoli rossi del sangue. Il decorsodella malattia, oltre che essere accompagnato da unaforte febbre, ha, quale sintomo speciale, l’emissione diun’orina sanguinolenta; i corpuscoli del sangue, sia perla lenta distruzione, quanto per la loro continua emissio-ne, subiscono una rilevante diminuzione. La malattia fi-nisce non di rado colla morte, che colla sua falce mietepiù del cinquanta per cento degli animali colpiti. L’infe-zione avviene in seguito alla puntura di una zecca (Boo-philus bovis) che vive parassita sul bue. Ma siccome talemalattia si manifestò anche in paesi, come in Europa,dove questa specie di zecca non è indigena, successiveosservazioni hanno condotto alla scoperta che in queicasi l’infezione ha luogo per opera della Zecca rossa(Ixodes reduvius), una nostra vecchia conoscenza tra iparassiti accidentali dell’uomo. Ulteriori studi pare ab-biano stabilito che la Babesia, che inoculata dall'Ixodescausa in Europa ed in Africa le emoglobinurie, appar-tenga ad una specie diversa (B. bovis).

Una Zecca parassita della pecora inocula in quest’ani-male un’altra Babesia (B. ovis); la malattia prodotta daquesto parassita è stata osservata nella penisola Balcani-ca e in Italia.

Nel fegato dei conigli vivono dei piccoli animalettiunicellulari, oviformi (Coccidium), i quali, col crescerein modo straordinario di numero, dànno origine nel fe-gato ad un ammasso di piccoli noduli. Questa malattia,

171

Page 172: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

che in certi allevamenti si manifesta in una forma epide-mica, distrugge talvolta una gran quantità di tali rosican-ti. In rarissimi casi è stata constatata la presenza di que-sti coccidi dell’uomo, tanto nel fegato quanto nell’inte-stino; le persone colpite da questi parassiti accennano adelle alterazioni patologiche assai gravi.

La pebrina del baco da seta è prodotta da un protozoounicellulare (Nosema bombycis) del gruppo dei Micro-sporidi, il quale vive nel sangue del bruco, riproducen-dosi enormemente per divisione e penetrando poi in tuttii tessuti. L’infezione, che avviene dall’esterno per mez-zo del nutrimento, procede gradatamente; le prime larvedel baco da seta si sviluppano normalmente, solo nellesuccessive generazioni queste, che hanno acquisito lamalattia dai germi contenuti nelle uova, soffrono terri-bilmente. Prima dell’esame microscopico delle uova,questa malattia parassitaria infierì straordinariamente;solo la Francia ebbe dal 1854-1867 più di un miliardo difranchi di danni62.

Per chi volesse occuparsi un po’ da vicino dei proto-zoi parassiti, l’ospite più consigliabile, che ha già pre-stato il suo corpo ad un numero assai grande di ricerche,è la rana, nel cui intestino si trovano assai frequente-mente tre specie di Opaline, del gruppo degli infusori,insieme con due altri parassiti della stessa famiglia, ilBalantidium entozoon e il Nyctotherus cordiformis, sen-

62 STEMPELL W., Ueber “Nosema bombycis”, “Archiv für Proti-stenkunde” Bd. 16, Jena, 1909.

172

che in certi allevamenti si manifesta in una forma epide-mica, distrugge talvolta una gran quantità di tali rosican-ti. In rarissimi casi è stata constatata la presenza di que-sti coccidi dell’uomo, tanto nel fegato quanto nell’inte-stino; le persone colpite da questi parassiti accennano adelle alterazioni patologiche assai gravi.

La pebrina del baco da seta è prodotta da un protozoounicellulare (Nosema bombycis) del gruppo dei Micro-sporidi, il quale vive nel sangue del bruco, riproducen-dosi enormemente per divisione e penetrando poi in tuttii tessuti. L’infezione, che avviene dall’esterno per mez-zo del nutrimento, procede gradatamente; le prime larvedel baco da seta si sviluppano normalmente, solo nellesuccessive generazioni queste, che hanno acquisito lamalattia dai germi contenuti nelle uova, soffrono terri-bilmente. Prima dell’esame microscopico delle uova,questa malattia parassitaria infierì straordinariamente;solo la Francia ebbe dal 1854-1867 più di un miliardo difranchi di danni62.

Per chi volesse occuparsi un po’ da vicino dei proto-zoi parassiti, l’ospite più consigliabile, che ha già pre-stato il suo corpo ad un numero assai grande di ricerche,è la rana, nel cui intestino si trovano assai frequente-mente tre specie di Opaline, del gruppo degli infusori,insieme con due altri parassiti della stessa famiglia, ilBalantidium entozoon e il Nyctotherus cordiformis, sen-

62 STEMPELL W., Ueber “Nosema bombycis”, “Archiv für Proti-stenkunde” Bd. 16, Jena, 1909.

172

Page 173: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

za contare poi il Polystomum integerrimum, un vermeche si trova nella vescica orinaria di questo anfibio.L’adattamento alla vita parassitaria di questo vermes’intuisce dalla serie di ventose che gli dànno un aspettocaratteristico. Le sue uova cadono sul fondo dell’acqua,e le larve provviste di ciglia e di una ventosa vanno incerca dei girini, alle cui branchie s’attaccano, penetran-do ben presto nell’interno della cavità branchiale, dovecrescono rapidamente. Al momento dell’ultima meta-morfosi della rana emigrano per l’intestino nella vescicaorinaria.

Fig. 40. – Vermi parassiti(Diplozoon paradoxum).

Il più originale tra i vermi parassiti di questo gruppo èsenza dubbio il Diplozoo (Diplozoon paradoxum, fig.40), il quale vive in gran numero sulle branchie di alcu-ni dei nostri pesci d’acqua dolce, in modo speciale dellaScardola. Le giovani larve sono talmente amanti dellacompagnia, che poco dopo la loro nascita vanno in cerca

173

za contare poi il Polystomum integerrimum, un vermeche si trova nella vescica orinaria di questo anfibio.L’adattamento alla vita parassitaria di questo vermes’intuisce dalla serie di ventose che gli dànno un aspettocaratteristico. Le sue uova cadono sul fondo dell’acqua,e le larve provviste di ciglia e di una ventosa vanno incerca dei girini, alle cui branchie s’attaccano, penetran-do ben presto nell’interno della cavità branchiale, dovecrescono rapidamente. Al momento dell’ultima meta-morfosi della rana emigrano per l’intestino nella vescicaorinaria.

Fig. 40. – Vermi parassiti(Diplozoon paradoxum).

Il più originale tra i vermi parassiti di questo gruppo èsenza dubbio il Diplozoo (Diplozoon paradoxum, fig.40), il quale vive in gran numero sulle branchie di alcu-ni dei nostri pesci d’acqua dolce, in modo speciale dellaScardola. Le giovani larve sono talmente amanti dellacompagnia, che poco dopo la loro nascita vanno in cerca

173

Page 174: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

di un altro individuo della stessa specie e, trovatolo, siuniscono ad esso, attaccandosi fortemente mediante unaventosa che posseggono a circa due terzi del loro corpo.Assomigliano così ad un x, e restano uniti per tutta lavita. Ciò del resto non è affatto un capriccio della natu-ra, ma ha uno scopo importante, quello della riproduzio-ne; poichè, quantunque questi animali sieno ermafroditi,si effettua anche in essi la fecondazione incrociata, sìche in tal caso un individuo funge da femmina e l’altroda maschio. Essendo, inoltre, data la loro vita sedenta-ria, assai difficile rincontrarsi, ricorrono a questo espe-diente per poter realizzare più comodamente la riprodu-zione della specie. Se il Diplozoo non può allogarsi sul-le branchie dei pesci che lo sogliono ospitare, in pocheore s’indebolisce e muore. Ciò del resto avviene perquasi tutti i vermi parassiti.

Allo sviluppo del Distoma epatico, rinvenuto acci-dentalmente anche nell’uomo, ho accennato brevementenel terzo capitolo (fig. 12). Questo verme è il parassitapiù diffuso del nostro bestiame, specialmente dei buoi edelle pecore. S’incontra meno frequentemente nelle le-pri, nei conigli, nel maiale, nell’asino e nel cavallo; adogni modo negli erbivori, poichè l’infezione, comenell’uomo, avviene per mezzo delle erbe specialmentedelle piante acquatiche. Il distoma epatico si trova sem-pre in numerosa compagnia nel fegato di questi animali,talvolta il loro numero supera il migliaio. Le infiamma-zioni epatiche prodotte da tali inquilini portano ben pre-sto l’animale alla morte. Nelle forme più lente, nelle

174

di un altro individuo della stessa specie e, trovatolo, siuniscono ad esso, attaccandosi fortemente mediante unaventosa che posseggono a circa due terzi del loro corpo.Assomigliano così ad un x, e restano uniti per tutta lavita. Ciò del resto non è affatto un capriccio della natu-ra, ma ha uno scopo importante, quello della riproduzio-ne; poichè, quantunque questi animali sieno ermafroditi,si effettua anche in essi la fecondazione incrociata, sìche in tal caso un individuo funge da femmina e l’altroda maschio. Essendo, inoltre, data la loro vita sedenta-ria, assai difficile rincontrarsi, ricorrono a questo espe-diente per poter realizzare più comodamente la riprodu-zione della specie. Se il Diplozoo non può allogarsi sul-le branchie dei pesci che lo sogliono ospitare, in pocheore s’indebolisce e muore. Ciò del resto avviene perquasi tutti i vermi parassiti.

Allo sviluppo del Distoma epatico, rinvenuto acci-dentalmente anche nell’uomo, ho accennato brevementenel terzo capitolo (fig. 12). Questo verme è il parassitapiù diffuso del nostro bestiame, specialmente dei buoi edelle pecore. S’incontra meno frequentemente nelle le-pri, nei conigli, nel maiale, nell’asino e nel cavallo; adogni modo negli erbivori, poichè l’infezione, comenell’uomo, avviene per mezzo delle erbe specialmentedelle piante acquatiche. Il distoma epatico si trova sem-pre in numerosa compagnia nel fegato di questi animali,talvolta il loro numero supera il migliaio. Le infiamma-zioni epatiche prodotte da tali inquilini portano ben pre-sto l’animale alla morte. Nelle forme più lente, nelle

174

Page 175: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

quali cioè il numero dei parassiti è minore, il sintomopiù frequente è la mancanza d’appetito, i cibi vengonodigeriti a stento, e l’animale, indebolito, incespica ecade al più piccolo ostacolo. La progressiva degenera-zione del fegato è causa dell’idrope, che tronca la vita anumerose mandre. Nel 1830, le pecore morte in Inghil-terra in causa di questo verme superarono il milione, nel1862 l’Irlanda perdette più della metà dei suoi ovini.

Altri distomi s’incontrano parassiti in una grandequantità di animali diversi. Ve ne sono di tutte le fogge edi ogni grandezza; il più grande è quello che abita nelfegato della balenottera. La loro dimora preferita èl’intestino colle sue glandole, fegato e pancreas. Altri sisono installati nei sacchi aerei degli uccelli e nelle bran-chie dei pesci; non mancano nemmeno nei reni e nellavescica orinaria, come pure nei diversi organi della cir-colazione e in quelli della riproduzione. Si sono trovatiracchiusi persino nelle uova, emesse dagli uccelli. Nellamaggior parte dei casi questi vermi hanno bisogno di unospite intermedio, una specie di culla della loro giovi-nezza.

Curiosissimo è sotto questo aspetto lo sviluppo delDistomum macrostomum (fig. 41), il quale vive allo sta-to adulto nell’intestino dei nostri uccelli canori. Le uovadi questo verme, emesse cogli escrementi, vengono in-trodotte insieme coi vegetali in una chiocciola (Succi-nea). La larva, attraversato lo stomaco, cresce nella ca-vità addominale sviluppandosi in una vasta ramificazio-ne, all’apice della quale si formano dei giovani distomi.

175

quali cioè il numero dei parassiti è minore, il sintomopiù frequente è la mancanza d’appetito, i cibi vengonodigeriti a stento, e l’animale, indebolito, incespica ecade al più piccolo ostacolo. La progressiva degenera-zione del fegato è causa dell’idrope, che tronca la vita anumerose mandre. Nel 1830, le pecore morte in Inghil-terra in causa di questo verme superarono il milione, nel1862 l’Irlanda perdette più della metà dei suoi ovini.

Altri distomi s’incontrano parassiti in una grandequantità di animali diversi. Ve ne sono di tutte le fogge edi ogni grandezza; il più grande è quello che abita nelfegato della balenottera. La loro dimora preferita èl’intestino colle sue glandole, fegato e pancreas. Altri sisono installati nei sacchi aerei degli uccelli e nelle bran-chie dei pesci; non mancano nemmeno nei reni e nellavescica orinaria, come pure nei diversi organi della cir-colazione e in quelli della riproduzione. Si sono trovatiracchiusi persino nelle uova, emesse dagli uccelli. Nellamaggior parte dei casi questi vermi hanno bisogno di unospite intermedio, una specie di culla della loro giovi-nezza.

Curiosissimo è sotto questo aspetto lo sviluppo delDistomum macrostomum (fig. 41), il quale vive allo sta-to adulto nell’intestino dei nostri uccelli canori. Le uovadi questo verme, emesse cogli escrementi, vengono in-trodotte insieme coi vegetali in una chiocciola (Succi-nea). La larva, attraversato lo stomaco, cresce nella ca-vità addominale sviluppandosi in una vasta ramificazio-ne, all’apice della quale si formano dei giovani distomi.

175

Page 176: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

Questi penetrano sino nei tentacoli dell’ospite, ingros-sandoli a guisa di un tubetto che all’esterno assume del-le tinte vivaci a striscie bianco-verdi e fa a scatti dei mo-vimenti vivacissimi. In questo modo i tentacoli somi-gliano stranamente a certe larve di mosche di cui i nostriuccelletti sono assai ghiotti; i quali, attratti dal colore edai movimenti, strappano col becco queste appendici edinghiottono così le larve, le quali giungono in siffattomodo nell'interno del vero ospite, e si trasformano inverme sessuato. Mentre la maggior parte degli animalicolla loro forma e col colore protettivo cercano di nondare nell’occhio ai loro predatori, questo verme inveceprovoca a bella posta il desiderio di esser mangiato.

Fig. 41. – Distomum macrostomum:1. Giovane larva; 3. Larva matura; 2. Il parassita isolato; 4.Succinea col parassita nel tentacolo destro (f.) (da SCHURIG).

176

Questi penetrano sino nei tentacoli dell’ospite, ingros-sandoli a guisa di un tubetto che all’esterno assume del-le tinte vivaci a striscie bianco-verdi e fa a scatti dei mo-vimenti vivacissimi. In questo modo i tentacoli somi-gliano stranamente a certe larve di mosche di cui i nostriuccelletti sono assai ghiotti; i quali, attratti dal colore edai movimenti, strappano col becco queste appendici edinghiottono così le larve, le quali giungono in siffattomodo nell'interno del vero ospite, e si trasformano inverme sessuato. Mentre la maggior parte degli animalicolla loro forma e col colore protettivo cercano di nondare nell’occhio ai loro predatori, questo verme inveceprovoca a bella posta il desiderio di esser mangiato.

Fig. 41. – Distomum macrostomum:1. Giovane larva; 3. Larva matura; 2. Il parassita isolato; 4.Succinea col parassita nel tentacolo destro (f.) (da SCHURIG).

176

Page 177: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

In un unico caso l’azione parassitaria dei vermi delgruppo dei Distomi e delle Tenie ha un valore nel verosenso della parola, intendo dire nella loro cooperazione,per quanto involontaria, alla formazione delle perle. Enoto che le perle sono delle concrezioni madreperlacee,che si trovano di solito appiccicate nella parete internadel guscio di alcuni molluschi, specialmente della Mar-garitifera vera (Meleagrina margaritifera) dell’Oceanoindiano e della Margaritana margaritifera delle acquedolci di tutta Europa. La formazione delle perle è dovutaall’irritazione prodotta dall’ingresso di un corpo estra-neo nelle valve del mollusco; questo emette dalle glan-dole del mantello una sostanza ricca di calcare, che cir-condando il corpo di sottilissimi straterelli, dà allo stes-so un elegantissimo colore bianco latteo, con riflessi ar-gentei. Solo poche perle però raggiungono la perfettaforma sferica che le rende più pregiate. Si è constatatoripetutamente che il corpo estraneo è costituito dalle for-me giovanili di alcune specie di vermi, i quali vengonocosì circondati e immobilizzati da quest’opera di difesadel mollusco. Così nella Margaritana delle nostre acquedolci è stato constatato che le sue perle non sono altroche la custodia delle larve del Dist. duplicatum, che èstato trovato dal De Filippi anche nei conchiferi di Rac-conigi.

In un mollusco affine alla conchiglia di Venere, dellecoste occidentali d’Europa, sono le larve del D. somate-riae la causa principale della formazione delle perle;mentre invece i Mitili, cercando di difendersi dalle larve

177

In un unico caso l’azione parassitaria dei vermi delgruppo dei Distomi e delle Tenie ha un valore nel verosenso della parola, intendo dire nella loro cooperazione,per quanto involontaria, alla formazione delle perle. Enoto che le perle sono delle concrezioni madreperlacee,che si trovano di solito appiccicate nella parete internadel guscio di alcuni molluschi, specialmente della Mar-garitifera vera (Meleagrina margaritifera) dell’Oceanoindiano e della Margaritana margaritifera delle acquedolci di tutta Europa. La formazione delle perle è dovutaall’irritazione prodotta dall’ingresso di un corpo estra-neo nelle valve del mollusco; questo emette dalle glan-dole del mantello una sostanza ricca di calcare, che cir-condando il corpo di sottilissimi straterelli, dà allo stes-so un elegantissimo colore bianco latteo, con riflessi ar-gentei. Solo poche perle però raggiungono la perfettaforma sferica che le rende più pregiate. Si è constatatoripetutamente che il corpo estraneo è costituito dalle for-me giovanili di alcune specie di vermi, i quali vengonocosì circondati e immobilizzati da quest’opera di difesadel mollusco. Così nella Margaritana delle nostre acquedolci è stato constatato che le sue perle non sono altroche la custodia delle larve del Dist. duplicatum, che èstato trovato dal De Filippi anche nei conchiferi di Rac-conigi.

In un mollusco affine alla conchiglia di Venere, dellecoste occidentali d’Europa, sono le larve del D. somate-riae la causa principale della formazione delle perle;mentre invece i Mitili, cercando di difendersi dalle larve

177

Page 178: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

del D. margaritarum, lo imprigionano nei graziosi corpiche costituiscono più tardi la delizia delle signore, senzache queste possano supporre che tali ninnoli non sonoaltro che la bara di un verme.

Le perle più pregiate, quelle orientali, che si trovanospecialmente nelle Meleagrine del golfo Persico, rac-chiudono la forma giovanile di un verme del gruppodelle Tenie (Tetrarhyncus unionifactor). Questi mollu-schi vengono mangiati da una specie di pescecane, allo-ra l’involucro perlaceo, probabilmente per l’azione delsucco gastrico, si dissolve, e le giovani larve, giunte insiffatta guisa nell’ospite definitivo, raggiungono la ma-turità, trasformandosi in quella catena strobilacea tipicaper tutte le Tenie. Le loro uova vengono emesse cogliescrementi nell’acqua e le larve penetrano nei molluschiper continuare così il loro ciclo vitale. Chi avrebbe maisupposto un simile rapporto fra le perle e i pescicani, sìche dal numero di questi ultimi dipende in certo qualmodo anche l’abbondanza delle perle!63.

Si son fatti anche dei seri tentativi per aumentare laproduzione delle perle. In Francia il prof. Dubois tentòdi acclimatare le ostriche perlifere, e di infettarle artifi-cialmente dei parassiti64.

Qualche volta si verifica il caso che un piccolo pescecerchi rifugio fra le valve di questi molluschi; l’irritazio-ne e la successiva secrezione è tanto copiosa da avvol-

63 PINTNER T., Wie aus Würmern Perlen werden, Wien, 1911.64 BOUTAN L., Les perles fines, leur origine, “Arch. de Zoolo-

gie exp. et gen.”, Tome II, Paris, 1904.

178

del D. margaritarum, lo imprigionano nei graziosi corpiche costituiscono più tardi la delizia delle signore, senzache queste possano supporre che tali ninnoli non sonoaltro che la bara di un verme.

Le perle più pregiate, quelle orientali, che si trovanospecialmente nelle Meleagrine del golfo Persico, rac-chiudono la forma giovanile di un verme del gruppodelle Tenie (Tetrarhyncus unionifactor). Questi mollu-schi vengono mangiati da una specie di pescecane, allo-ra l’involucro perlaceo, probabilmente per l’azione delsucco gastrico, si dissolve, e le giovani larve, giunte insiffatta guisa nell’ospite definitivo, raggiungono la ma-turità, trasformandosi in quella catena strobilacea tipicaper tutte le Tenie. Le loro uova vengono emesse cogliescrementi nell’acqua e le larve penetrano nei molluschiper continuare così il loro ciclo vitale. Chi avrebbe maisupposto un simile rapporto fra le perle e i pescicani, sìche dal numero di questi ultimi dipende in certo qualmodo anche l’abbondanza delle perle!63.

Si son fatti anche dei seri tentativi per aumentare laproduzione delle perle. In Francia il prof. Dubois tentòdi acclimatare le ostriche perlifere, e di infettarle artifi-cialmente dei parassiti64.

Qualche volta si verifica il caso che un piccolo pescecerchi rifugio fra le valve di questi molluschi; l’irritazio-ne e la successiva secrezione è tanto copiosa da avvol-

63 PINTNER T., Wie aus Würmern Perlen werden, Wien, 1911.64 BOUTAN L., Les perles fines, leur origine, “Arch. de Zoolo-

gie exp. et gen.”, Tome II, Paris, 1904.

178

Page 179: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

gere completamente l’animale, mummificandolo entroquesto involucro madreperlaceo addossato su di una pa-rete del guscio65.

Di questo espediente si valgono anche i Cinesi, i qualicollocano delle piccole immagini di zinco di Budda frail mantello e il nicchio di alcune conchiglie indigened’acqua dolce. Dopo qualche tempo questi oggetti sonocircondati da un sottile strato di madreperla.

Il numero delle diverse Tenie che attaccano i verte-brati è veramente enorme. Già vedemmo che anchequelle che si trovano nell’uomo, passano gran parte del-la loro infanzia nel corpo dei nostri animali domestici.Una delle più pericolose è la Tenia cenuro; le sue uova,introdotte assieme al cibo nello stomaco delle pecore,passano sotto forma di larva nel cervello, dove si tra-sformano in ammassi vescicolari, che colla loro pressio-ne causano delle alterazioni cerebrali note sotto il nomedi capostorno. Questa Tenia causa una grande mortalitànegli ovini. E poiché i pastori hanno la deplorevole abi-tudine di gettare le parti più ammalate, specialmente ilcervello, ai cani, le vescicole giunte nello stomaco diquesti animali si trasformano nel verme adulto, e le lorouova, emesse cogli escrementi, infettano di bel nuovogli armenti in un continuo alternarsi di questi due ospiti.

I cisticerchi della Tenia armata sono non di rado peri-colosi anche per il maiale, specialmente se si trovano in

65 STEARNS R., On certain parasites, commensales and domici-liars in the pearl oysters Meleagrinae, “Ann. Rep. of the Smiths.Inst.”, Washington, 1889.

179

gere completamente l’animale, mummificandolo entroquesto involucro madreperlaceo addossato su di una pa-rete del guscio65.

Di questo espediente si valgono anche i Cinesi, i qualicollocano delle piccole immagini di zinco di Budda frail mantello e il nicchio di alcune conchiglie indigened’acqua dolce. Dopo qualche tempo questi oggetti sonocircondati da un sottile strato di madreperla.

Il numero delle diverse Tenie che attaccano i verte-brati è veramente enorme. Già vedemmo che anchequelle che si trovano nell’uomo, passano gran parte del-la loro infanzia nel corpo dei nostri animali domestici.Una delle più pericolose è la Tenia cenuro; le sue uova,introdotte assieme al cibo nello stomaco delle pecore,passano sotto forma di larva nel cervello, dove si tra-sformano in ammassi vescicolari, che colla loro pressio-ne causano delle alterazioni cerebrali note sotto il nomedi capostorno. Questa Tenia causa una grande mortalitànegli ovini. E poiché i pastori hanno la deplorevole abi-tudine di gettare le parti più ammalate, specialmente ilcervello, ai cani, le vescicole giunte nello stomaco diquesti animali si trasformano nel verme adulto, e le lorouova, emesse cogli escrementi, infettano di bel nuovogli armenti in un continuo alternarsi di questi due ospiti.

I cisticerchi della Tenia armata sono non di rado peri-colosi anche per il maiale, specialmente se si trovano in

65 STEARNS R., On certain parasites, commensales and domici-liars in the pearl oysters Meleagrinae, “Ann. Rep. of the Smiths.Inst.”, Washington, 1889.

179

Page 180: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

gran numero. Scrive il Peiper, che in un cascinale, ad uncontadino affetto da questa Tenia, restarono infetti, colleuova emesse insieme coi suoi escrementi, ben sediciporci, i quali deperirono sì rapidamente da dover esseruccisi. In un esperimento fatto con un vitello di duemesi, al quale furono date da inghiottire centocinquantaproglottidi della Tenia inerme, si ebbero risultati nonmeno precisi; già dopo undici giorni questo animale mo-strava una grande debolezza accompagnata da ventregrosso e da un tremolìo alle estremità; dopo venti giorniesso non era più in grado di mangiare, e due giorni dopomoriva in seguito ad un attacco di convulsioni. Da ciò sicapisce come i contadini infetti da queste due Tenie, ol-tre che esser pericolosi a sè ed agli altri, lo sono ancheper il proprio bestiame. Forse questo varrà meglio a per-suaderli del bisogno di un’energica cura.

La Tenia cucumerina, trovata anche nell’uomo, è pa-rassita assai diffuso nell’intestino del cane. La sua formacisticercoide vive nel pidocchio del cane (Trichodectescanis), e qualche volta anche nella pulce canina. I cani,coll’inghiottire questi insetti, il metodo per essi più spic-cio per liberarsene, si infettano frequentemente di questaTenia, che nel loro intestino raggiunge la maturità ses-suale. Le uova che non di rado passano sul pelo, special-mente nei pressi della regione anale, vengono introdottedagli insetti parassiti sopra nominati, i quali così si in-fettano alla lor volta delle forme giovanili del verme.Una delle Tenie più frequenti nei ratti è l’Hymenolepsisdiminuta; questi rosicanti si infettano con tutta probabi-

180

gran numero. Scrive il Peiper, che in un cascinale, ad uncontadino affetto da questa Tenia, restarono infetti, colleuova emesse insieme coi suoi escrementi, ben sediciporci, i quali deperirono sì rapidamente da dover esseruccisi. In un esperimento fatto con un vitello di duemesi, al quale furono date da inghiottire centocinquantaproglottidi della Tenia inerme, si ebbero risultati nonmeno precisi; già dopo undici giorni questo animale mo-strava una grande debolezza accompagnata da ventregrosso e da un tremolìo alle estremità; dopo venti giorniesso non era più in grado di mangiare, e due giorni dopomoriva in seguito ad un attacco di convulsioni. Da ciò sicapisce come i contadini infetti da queste due Tenie, ol-tre che esser pericolosi a sè ed agli altri, lo sono ancheper il proprio bestiame. Forse questo varrà meglio a per-suaderli del bisogno di un’energica cura.

La Tenia cucumerina, trovata anche nell’uomo, è pa-rassita assai diffuso nell’intestino del cane. La sua formacisticercoide vive nel pidocchio del cane (Trichodectescanis), e qualche volta anche nella pulce canina. I cani,coll’inghiottire questi insetti, il metodo per essi più spic-cio per liberarsene, si infettano frequentemente di questaTenia, che nel loro intestino raggiunge la maturità ses-suale. Le uova che non di rado passano sul pelo, special-mente nei pressi della regione anale, vengono introdottedagli insetti parassiti sopra nominati, i quali così si in-fettano alla lor volta delle forme giovanili del verme.Una delle Tenie più frequenti nei ratti è l’Hymenolepsisdiminuta; questi rosicanti si infettano con tutta probabi-

180

Page 181: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

lità col mangiare dei coleottori o le larve di una piccolafarfalla, i quali sono gli ospiti del cisticerco di tale Te-nia.

Fra i nematodi il Rhabdonema nigrovenosum ci offreun bellissimo esempio della alternanza fra parassiti enon parassiti (Eterogonia). È questo un piccolo vermecilindrico che vive nei polmoni delle rane, ermafrodita eviviparo. La sua prole arriva insieme cogli escrementidell’ospite sulla terra, le giovani larve crescono svilup-pandosi in maschi e femmine i quali conducono vita li-bera. Nelle femmine fecondate si sviluppano pochi em-brioni, i quali si aprono una breccia nella cavità viscera-le della madre, nutrendosi dei suoi organi. Poi che sonocresciuti, penetrano nella cavità boccale delle rane,giungono nei polmoni prendendo la forma del Rabdone-ma parassita. Queste due sorta di generazioni si succe-dono con precisa alternanza. A seconda adunque chequesto verme vive nella rana o nella terra umida, la suaorganizzazione è tanto differente, che, prima di conosce-re questa alternanza di sviluppo le due forme erano statedescritte come due specie distinte (Rhabditis), nellastessa guisa delle Anguillule parassite dell’uomo.

Anche le Filarie non sono affatto rare nei nostri ani-mali domestici, come la F. immitis, un piccolo verme fi-liforme che vive nel cuore del cane e che pare sia statoosservato anche nell’uomo. L’infezione è causata dallazanzara nello stesso modo di alcune specie di filarie pa-rassite dell’uomo. Un altro di questi vermi, la Spiropte-ra sanguinolenta, avrebbe quale ospite intermedio le

181

lità col mangiare dei coleottori o le larve di una piccolafarfalla, i quali sono gli ospiti del cisticerco di tale Te-nia.

Fra i nematodi il Rhabdonema nigrovenosum ci offreun bellissimo esempio della alternanza fra parassiti enon parassiti (Eterogonia). È questo un piccolo vermecilindrico che vive nei polmoni delle rane, ermafrodita eviviparo. La sua prole arriva insieme cogli escrementidell’ospite sulla terra, le giovani larve crescono svilup-pandosi in maschi e femmine i quali conducono vita li-bera. Nelle femmine fecondate si sviluppano pochi em-brioni, i quali si aprono una breccia nella cavità viscera-le della madre, nutrendosi dei suoi organi. Poi che sonocresciuti, penetrano nella cavità boccale delle rane,giungono nei polmoni prendendo la forma del Rabdone-ma parassita. Queste due sorta di generazioni si succe-dono con precisa alternanza. A seconda adunque chequesto verme vive nella rana o nella terra umida, la suaorganizzazione è tanto differente, che, prima di conosce-re questa alternanza di sviluppo le due forme erano statedescritte come due specie distinte (Rhabditis), nellastessa guisa delle Anguillule parassite dell’uomo.

Anche le Filarie non sono affatto rare nei nostri ani-mali domestici, come la F. immitis, un piccolo verme fi-liforme che vive nel cuore del cane e che pare sia statoosservato anche nell’uomo. L’infezione è causata dallazanzara nello stesso modo di alcune specie di filarie pa-rassite dell’uomo. Un altro di questi vermi, la Spiropte-ra sanguinolenta, avrebbe quale ospite intermedio le

181

Page 182: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

blatte; il Grassi66 scrive come a Catania questi insettisieno molto numerosi, e così pure molti cani sieno vitti-ma di questo verme, che giunge nel loro intestino insie-me alle blatte, da essi non di rado mangiate. Lo stessoinsetto dà ricetto ad un’altra forma giovine di Filaria (F.rytipleurites), la quale prende la forma adulta solo qua-lora giunga nell’interno dei sorci.

L'Oesophagostomum epiostomum è un nematode as-sai diffuso in tutte le scimmie dell’Africa. Weinberg67 lotrovò tra i macachi nella proporzione del trenta al cin-quanta per cento. Le giovani larve provocano nell’inte-stino di questi animali delle cisti emorragiche, e sel’infezione guadagna il peritoneo può condurre ad unaperitonite generale. Un amore eterno è quello di un ver-miciattolo di questo stesso gruppo, che vive quale paras-sita nella trachea di un gran numero di uccelli, comepicchi, fagiani, anitre, ecc. Per questo motivo è statobattezzato col nome di Syngamus; il maschio si trovasempre in amoroso amplesso colle femmine, mantenen-do le loro aperture sessuali in continuo contatto tra loro.Talvolta questi formano degli ammassi sì grandi daostruire il canale respiratorio e soffocare così l’animale

66 GRASSI G. B., Beitrag zur Kenntniss des Entwickelungscy-clus von fünf Parasiten des Hundes, “Centrbl. für Bakt. u. Parasi-tenk.”, 1888.

67 WEINBERG M., Oesophagostomose des anthropoides et dessinges inférieurs, “Archives de Parasitologie” Tome XIII, Paris,1908.

182

blatte; il Grassi66 scrive come a Catania questi insettisieno molto numerosi, e così pure molti cani sieno vitti-ma di questo verme, che giunge nel loro intestino insie-me alle blatte, da essi non di rado mangiate. Lo stessoinsetto dà ricetto ad un’altra forma giovine di Filaria (F.rytipleurites), la quale prende la forma adulta solo qua-lora giunga nell’interno dei sorci.

L'Oesophagostomum epiostomum è un nematode as-sai diffuso in tutte le scimmie dell’Africa. Weinberg67 lotrovò tra i macachi nella proporzione del trenta al cin-quanta per cento. Le giovani larve provocano nell’inte-stino di questi animali delle cisti emorragiche, e sel’infezione guadagna il peritoneo può condurre ad unaperitonite generale. Un amore eterno è quello di un ver-miciattolo di questo stesso gruppo, che vive quale paras-sita nella trachea di un gran numero di uccelli, comepicchi, fagiani, anitre, ecc. Per questo motivo è statobattezzato col nome di Syngamus; il maschio si trovasempre in amoroso amplesso colle femmine, mantenen-do le loro aperture sessuali in continuo contatto tra loro.Talvolta questi formano degli ammassi sì grandi daostruire il canale respiratorio e soffocare così l’animale

66 GRASSI G. B., Beitrag zur Kenntniss des Entwickelungscy-clus von fünf Parasiten des Hundes, “Centrbl. für Bakt. u. Parasi-tenk.”, 1888.

67 WEINBERG M., Oesophagostomose des anthropoides et dessinges inférieurs, “Archives de Parasitologie” Tome XIII, Paris,1908.

182

Page 183: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

che li ospita68. Nelle glandole salivari della formica ros-sa passa la sua gioventù un piccolissimo nematode, chepiù tardi passeggia per tutto il suo corpo. Per dareun’idea della piccolezza di questi vermi parassiti bastidire che Janet69 nella testa di un’operaia ne ha contatiben trecento; ciò non ostante pare che non arrechinogran disturbo.

Un vero rompicapo pei naturalisti è stata la Sphaeru-laria bombi, un piccolo verme filiforme che vive nelcorpo dei Bombi. Questi vermi passano nell’autunno nelterreno, ove raggiungono la maturità sessuale e compio-no le loro nozze, dopo le quali i maschi muoiono e lefemmine fecondate penetrano nell’interno di questi ime-notteri, mentre svernano sotto le foglie sul terreno. Qui-vi giunte avviene un fatto curiosissimo. Gli organi ses-suali, che da principio sono piccolissimi, si estroflettonofuori dell’apertura genitale, aumentando di volume in talmodo che il vero corpo del verme non appare che comeuna piccolissima appendice della vagina, dalla quale fi-nalmente si stacca, mentre il grosso sacco allungato, ri-pieno di migliaia di figlioli, si rompe per liberare e di-sperdere per tutto l’ospite questa nuova ed abbondantegenerazione.

Dei Gordi, quei lunghi vermi setolosi non infrequentianche nelle acque così dette potabili, ho già detto comegodano ingiustamente d’una brutta fama, poichè non

68 CANESTRINI A., Gli amori degli animali, Torino, 1905.69 SCHMITZ H., Das Leben der Ameisen und ihrer Gäste, Re-

gensburg., 1906.

183

che li ospita68. Nelle glandole salivari della formica ros-sa passa la sua gioventù un piccolissimo nematode, chepiù tardi passeggia per tutto il suo corpo. Per dareun’idea della piccolezza di questi vermi parassiti bastidire che Janet69 nella testa di un’operaia ne ha contatiben trecento; ciò non ostante pare che non arrechinogran disturbo.

Un vero rompicapo pei naturalisti è stata la Sphaeru-laria bombi, un piccolo verme filiforme che vive nelcorpo dei Bombi. Questi vermi passano nell’autunno nelterreno, ove raggiungono la maturità sessuale e compio-no le loro nozze, dopo le quali i maschi muoiono e lefemmine fecondate penetrano nell’interno di questi ime-notteri, mentre svernano sotto le foglie sul terreno. Qui-vi giunte avviene un fatto curiosissimo. Gli organi ses-suali, che da principio sono piccolissimi, si estroflettonofuori dell’apertura genitale, aumentando di volume in talmodo che il vero corpo del verme non appare che comeuna piccolissima appendice della vagina, dalla quale fi-nalmente si stacca, mentre il grosso sacco allungato, ri-pieno di migliaia di figlioli, si rompe per liberare e di-sperdere per tutto l’ospite questa nuova ed abbondantegenerazione.

Dei Gordi, quei lunghi vermi setolosi non infrequentianche nelle acque così dette potabili, ho già detto comegodano ingiustamente d’una brutta fama, poichè non

68 CANESTRINI A., Gli amori degli animali, Torino, 1905.69 SCHMITZ H., Das Leben der Ameisen und ihrer Gäste, Re-

gensburg., 1906.

183

Page 184: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

sono da considerarsi quali parassiti dell’uomo. Le gio-vani larve invece vivono nell’interno di molti insetti ac-quatici; giovandosi del loro apparato uncinato praticanoun forellino nel corpo dell’ospite, e di lì passano nellefibre muscolari, specialmente delle zampe, doves’incapsulano. Poco dopo si sviluppano completamentee ritornano nell’acqua. Se in parecchie, l’insetto soffredella loro presenza. Il Camerano70, il ben noto studiosodi questo gruppo di vermi, scrive che fino a tanto che ilGordio è giovane, le funzioni dell’ospite vengono pocodisturbate, ma quando il parassita ha presso che rag-giunto il suo normale sviluppo, l’ospite incomincia adessere seriamente incomodato dalle pressioni che il pri-mo fa sui suoi organi più importanti.

Nella Blaps mucronata il Camerano constatò che losviluppo di questi Gordi era tale da impedire il funzio-nare del canale digerente non solo, ma da ostacolarespesso lo sviluppo normale degli apparati riproduttori,causando una vera castrazione parassitaria, come avrò aricordare più particolareggiatamente negli effetti del pa-rassitismo in qualche crostaceo. Non è raro il caso cheschiacciando col piede un insetto, ad esempio una locu-sta, si scorga nel suo interno uno di questi vermi, cheper la loro lunghezza dai venti a trenta centimetri nonsfuggono tanto facilmente neanche alla vista di un pro-fano, il quale resta meravigliato nel constatare la presen-

70 CAMERANO L., Monografia dei Gordii, “Mem. R. Acc. delleScienze”, Vol. 47, Torino, 1897.

184

sono da considerarsi quali parassiti dell’uomo. Le gio-vani larve invece vivono nell’interno di molti insetti ac-quatici; giovandosi del loro apparato uncinato praticanoun forellino nel corpo dell’ospite, e di lì passano nellefibre muscolari, specialmente delle zampe, doves’incapsulano. Poco dopo si sviluppano completamentee ritornano nell’acqua. Se in parecchie, l’insetto soffredella loro presenza. Il Camerano70, il ben noto studiosodi questo gruppo di vermi, scrive che fino a tanto che ilGordio è giovane, le funzioni dell’ospite vengono pocodisturbate, ma quando il parassita ha presso che rag-giunto il suo normale sviluppo, l’ospite incomincia adessere seriamente incomodato dalle pressioni che il pri-mo fa sui suoi organi più importanti.

Nella Blaps mucronata il Camerano constatò che losviluppo di questi Gordi era tale da impedire il funzio-nare del canale digerente non solo, ma da ostacolarespesso lo sviluppo normale degli apparati riproduttori,causando una vera castrazione parassitaria, come avrò aricordare più particolareggiatamente negli effetti del pa-rassitismo in qualche crostaceo. Non è raro il caso cheschiacciando col piede un insetto, ad esempio una locu-sta, si scorga nel suo interno uno di questi vermi, cheper la loro lunghezza dai venti a trenta centimetri nonsfuggono tanto facilmente neanche alla vista di un pro-fano, il quale resta meravigliato nel constatare la presen-

70 CAMERANO L., Monografia dei Gordii, “Mem. R. Acc. delleScienze”, Vol. 47, Torino, 1897.

184

Page 185: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

za di un verme proporzionatamente tanto grande entroun ospite relativamente sì piccolo.

Le sanguisughe avide di sangue umano non disdegna-no neppure quello dei nostri mammiferi, sì che avvieneche anch’essi abbiano, specialmente nei paesi tropicali,a soffrire da parte di queste accanite succhiatrici.

Non pochi sono infine gli Anellidi che conduconovita parassitica sui rettili e sui pesci, per non citare chela Piscicola geometra, una vera piaga dei nostri pescid’acqua dolce quali tinche, lucci, salmoni e trote. Questivermi s’attaccano sulla loro pelle, sulle branchie e giun-gono persino nella cavità boccale; il pesce, che eviden-temente soffre assai, spicca salti nell’acqua di qua e dilà, cercando di liberarsene. Non di rado esso finisce an-che col morire. Un Anellide marino (Myzosthomumasteriae) penetra nell’interno delle Asterie, grosse stelledi mare, allogandosi a preferenza in uno dei bracci. Colcontinuo crescere, questo parassita provoca una tale irri-tazione nel tessuto dell’animale, che, per liberarsene, ri-corre ad un vero mezzo draconiano, l’Asteria cioè conun atto volontario (autotomia) si libera del braccio e perconseguenza anche del verme. Il braccio più tardi si ri-genera.

In un altro verme, nella Bonellia, si manifesta un fattocurioso. La femmina di questo Anellide somiglia ad unpiccolo cetriolo verde scuro, lungo circa cinque centi-metri, provvisto di una proboscide suddivisa all’apice indue cirri. I maschi che sono al massimo lunghi due mil-limetri, vivono parassiticamente sul suo corpo, da prima

185

za di un verme proporzionatamente tanto grande entroun ospite relativamente sì piccolo.

Le sanguisughe avide di sangue umano non disdegna-no neppure quello dei nostri mammiferi, sì che avvieneche anch’essi abbiano, specialmente nei paesi tropicali,a soffrire da parte di queste accanite succhiatrici.

Non pochi sono infine gli Anellidi che conduconovita parassitica sui rettili e sui pesci, per non citare chela Piscicola geometra, una vera piaga dei nostri pescid’acqua dolce quali tinche, lucci, salmoni e trote. Questivermi s’attaccano sulla loro pelle, sulle branchie e giun-gono persino nella cavità boccale; il pesce, che eviden-temente soffre assai, spicca salti nell’acqua di qua e dilà, cercando di liberarsene. Non di rado esso finisce an-che col morire. Un Anellide marino (Myzosthomumasteriae) penetra nell’interno delle Asterie, grosse stelledi mare, allogandosi a preferenza in uno dei bracci. Colcontinuo crescere, questo parassita provoca una tale irri-tazione nel tessuto dell’animale, che, per liberarsene, ri-corre ad un vero mezzo draconiano, l’Asteria cioè conun atto volontario (autotomia) si libera del braccio e perconseguenza anche del verme. Il braccio più tardi si ri-genera.

In un altro verme, nella Bonellia, si manifesta un fattocurioso. La femmina di questo Anellide somiglia ad unpiccolo cetriolo verde scuro, lungo circa cinque centi-metri, provvisto di una proboscide suddivisa all’apice indue cirri. I maschi che sono al massimo lunghi due mil-limetri, vivono parassiticamente sul suo corpo, da prima

185

Page 186: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

attaccati fortemente all’esofago della femmina; maquando incomincia a farsi sentire lo stimolo amoroso,escono dalla apertura boccale e dopo aver fatto un trattodi strada sul corpo della femmina, si fermano davantialla sua apertura genitale, prendendo stabile dimoranell’interno della stessa. Se ne sono contati sul suo orifi-zio sessuale sino a diciotto.

Fra i molluschi troviamo pochi rappresentanti i qualisi siano esclusivamente dedicati alla vita parassitaria.Ma altrettanto pieni d’interesse, come la famosa Ento-concha mirabilis, una chiocciola che vive parassita nellacavità dei ricci e delle stelle di mare. Il suo corpo, in sè-guito a questo nuovo genere di vita, ha subìto tali tra-sformazioni, che i primi naturalisti che la scoprirononon sapevano a che gruppo di animali ascriverla; solo lostudio delle sue larve, che sono provviste di un nicchio,ha potuto rivelare la misteriosa incognita di questi esse-ri.

Alcuni dei nostri molluschi d’acqua dolce, come leAnodonte e le Unioni dei pittori, conducono vita paras-sita nella loro gioventù; dalle uova di questi animali na-scono delle specie di larve dette Glochidi, che posseg-gono, all’apice dei loro piccoli gusci, un uncino, colquale si aggrappano saldamente alle squame dei pesci,sulla cui pelle causano una irritazione, seguita da una tu-mefazione del tessuto circostante. In questa specie diconca, così formatasi, le larve aumentano di mole e,dopo aver rinnovate le due valve e la relativa muscola-

186

attaccati fortemente all’esofago della femmina; maquando incomincia a farsi sentire lo stimolo amoroso,escono dalla apertura boccale e dopo aver fatto un trattodi strada sul corpo della femmina, si fermano davantialla sua apertura genitale, prendendo stabile dimoranell’interno della stessa. Se ne sono contati sul suo orifi-zio sessuale sino a diciotto.

Fra i molluschi troviamo pochi rappresentanti i qualisi siano esclusivamente dedicati alla vita parassitaria.Ma altrettanto pieni d’interesse, come la famosa Ento-concha mirabilis, una chiocciola che vive parassita nellacavità dei ricci e delle stelle di mare. Il suo corpo, in sè-guito a questo nuovo genere di vita, ha subìto tali tra-sformazioni, che i primi naturalisti che la scoprirononon sapevano a che gruppo di animali ascriverla; solo lostudio delle sue larve, che sono provviste di un nicchio,ha potuto rivelare la misteriosa incognita di questi esse-ri.

Alcuni dei nostri molluschi d’acqua dolce, come leAnodonte e le Unioni dei pittori, conducono vita paras-sita nella loro gioventù; dalle uova di questi animali na-scono delle specie di larve dette Glochidi, che posseg-gono, all’apice dei loro piccoli gusci, un uncino, colquale si aggrappano saldamente alle squame dei pesci,sulla cui pelle causano una irritazione, seguita da una tu-mefazione del tessuto circostante. In questa specie diconca, così formatasi, le larve aumentano di mole e,dopo aver rinnovate le due valve e la relativa muscola-

186

Page 187: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

tura, cadono sul fondo per riprendere la vita libera delmollusco adulto.

Fra i crostacei troviamo degli esseri nei quali la vitaparassitica ha portato una vera rivoluzione organica euna trasformazione sotto molti aspetti interessantissima.Molti di questi durante la vita larvale scorrazzano libe-ramente per il mare, più tardi si attaccano ad un ospite,che è di solito un pesce, installandosi comodamente sul-la pelle o sulle branchie, e, poichè ivi possono banchet-tare allegramente senza preoccupazione di sorta, perdo-no tutti gli organi inutili a questa vita sedentaria.L’apparato boccale si riduce sensibilmente, la segmenta-zione tipica degli artropodi scompare a poco a poco, e illoro corpo s’ingrossa nella parte posteriore in un grossosacco pieno di uova, si sviluppano infine organi robu-stissimi di presa sì che l’animale assume il vero abito diparassita (fig. 42).

La maggior parte dei crostacei parassiti è rappresenta-ta quasi esclusivamente da femmine, poichè i maschimantengono in gran parte, in causa della loro vita libera,la forma primitiva. Ne deriva così che essi sono assaipiù piccoli delle femmine; tale differenza è sì grandeche nessuno di primo acchito potrebbe sospettare di tro-varsi di fronte ad una coppia della stessa specie. Le fem-mine per evitare di perdere questi mariti lillipuziani se litengono stabilmente sul corpo, nella stessa guisa dellaBonellia.

187

tura, cadono sul fondo per riprendere la vita libera delmollusco adulto.

Fra i crostacei troviamo degli esseri nei quali la vitaparassitica ha portato una vera rivoluzione organica euna trasformazione sotto molti aspetti interessantissima.Molti di questi durante la vita larvale scorrazzano libe-ramente per il mare, più tardi si attaccano ad un ospite,che è di solito un pesce, installandosi comodamente sul-la pelle o sulle branchie, e, poichè ivi possono banchet-tare allegramente senza preoccupazione di sorta, perdo-no tutti gli organi inutili a questa vita sedentaria.L’apparato boccale si riduce sensibilmente, la segmenta-zione tipica degli artropodi scompare a poco a poco, e illoro corpo s’ingrossa nella parte posteriore in un grossosacco pieno di uova, si sviluppano infine organi robu-stissimi di presa sì che l’animale assume il vero abito diparassita (fig. 42).

La maggior parte dei crostacei parassiti è rappresenta-ta quasi esclusivamente da femmine, poichè i maschimantengono in gran parte, in causa della loro vita libera,la forma primitiva. Ne deriva così che essi sono assaipiù piccoli delle femmine; tale differenza è sì grandeche nessuno di primo acchito potrebbe sospettare di tro-varsi di fronte ad una coppia della stessa specie. Le fem-mine per evitare di perdere questi mariti lillipuziani se litengono stabilmente sul corpo, nella stessa guisa dellaBonellia.

187

Page 188: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

Fig. 42. – Crostacei parassiti, di pesci:a) Penella; b) Tracheliastes

(da KRAEPELIN).Questi crostacei non arrecano del resto gran danno ai

pesci sui quali vivono; se però sono in gran numero, al-lora le condizioni sanitarie del pesce, a causa della per-dita di sangue e di umore, si fanno critiche, e non dirado le morie di pesci, che di quando in quando si mani-festano nei laghi e nei mari, sono dovute a questi anima-li famelici, tormento dei loro ospiti. Così, a mo’ d’esem-pio, non dev’essere piacevole per le aringhe la presenzadel Lernaeonema monilaris, il quale introduce la testanell’occhio di questi pesci.

188

Fig. 42. – Crostacei parassiti, di pesci:a) Penella; b) Tracheliastes

(da KRAEPELIN).Questi crostacei non arrecano del resto gran danno ai

pesci sui quali vivono; se però sono in gran numero, al-lora le condizioni sanitarie del pesce, a causa della per-dita di sangue e di umore, si fanno critiche, e non dirado le morie di pesci, che di quando in quando si mani-festano nei laghi e nei mari, sono dovute a questi anima-li famelici, tormento dei loro ospiti. Così, a mo’ d’esem-pio, non dev’essere piacevole per le aringhe la presenzadel Lernaeonema monilaris, il quale introduce la testanell’occhio di questi pesci.

188

Page 189: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

Fig. 43. – a) Un granchio attaccato dalla Sacculina (S)b) La Sacculina libera.

L’episodio più curioso fra i crostacei parassiti ci è for-nito dalla Sacculina. Le loro larve, dopo aver condottovita libera nel mare, si attaccano ad un granchiolino, pe-netrando nell’interno dello stesso in un modo per davve-ro sorprendente. Esse dànno origine ad un tubetto chiti-noso aguzzo, che penetra nel tessuto dell’animale; ilcorpo del parassita passa attraverso questo tubo dopoaver preso una forma allungata e s’inietta così da per sènel corpo del granchio, dopo essersi liberato della pellee della sua appendice, ormai parti inutili pella sua futuraesistenza. La quale incomincia con una nuova trasfor-mazione; l’animale cioè emette delle propaggini fine-mente ramificantisi, che si attaccano al tubo digestivodel granchio dal quale ritrae il nutrimento; il resto delparassita, in forma di un sacco ripieno dei prodotti ses-suali, sguscia fuori dal corpo dell’ospite, di solito fra unsegmento e l’altro della coda (fig. 43). E così ritorna

189

Fig. 43. – a) Un granchio attaccato dalla Sacculina (S)b) La Sacculina libera.

L’episodio più curioso fra i crostacei parassiti ci è for-nito dalla Sacculina. Le loro larve, dopo aver condottovita libera nel mare, si attaccano ad un granchiolino, pe-netrando nell’interno dello stesso in un modo per davve-ro sorprendente. Esse dànno origine ad un tubetto chiti-noso aguzzo, che penetra nel tessuto dell’animale; ilcorpo del parassita passa attraverso questo tubo dopoaver preso una forma allungata e s’inietta così da per sènel corpo del granchio, dopo essersi liberato della pellee della sua appendice, ormai parti inutili pella sua futuraesistenza. La quale incomincia con una nuova trasfor-mazione; l’animale cioè emette delle propaggini fine-mente ramificantisi, che si attaccano al tubo digestivodel granchio dal quale ritrae il nutrimento; il resto delparassita, in forma di un sacco ripieno dei prodotti ses-suali, sguscia fuori dal corpo dell’ospite, di solito fra unsegmento e l’altro della coda (fig. 43). E così ritorna

189

Page 190: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

all’esterno in forma di un animale ben curioso, di unsacco cioè senza bocca, senza apparato digerente, senzaorgani dei sensi e così via, il massimo della riduzionepossibile in un animale, anche se parassita. Sovra il suocorpo s’aggirano i maschi piccolissimi, unicamentechiamati a dare un soffio di vita a quell’ammasso enor-me di uova.

I naturalisti, sorpresi dal curioso aspetto di questo,non sapevano a quale bolgia destinarlo; è stata la sco-perta della sua larva che permise di sciogliere questoenigma vivente. E come si comportano i poveri granchidi fronte alla inqualificabile sfrontatezza di questi esseri,che vanno da prima bucando il loro corpo, poi vi pas-seggiano nell’interno, mettendovi ben salde radici nelvero termine della parola, e da ultimo ne squarcianol’addome ricomparendo alla superficie? Quantunqueessi non muoiano, crescono meno rapidamente di quelliimmuni dalla Sacculina e, cosa strana, i loro organi ses-suali ne sono talmente turbati, da restare per lo più im-maturi; in causa di ciò i maschi somigliano in siffattaguisa alle femmine da esser alle volte confusi con lestesse, come toccò in sul principio allo stesso Giard71, ilfelice scrutatore di questi misteriosi rapporti biologici.Smith72 ha infine osservato che dei maschi attaccati dal-la Sacculina hanno i loro organi sessuali ermafroditi e

71 GIARD A., La Castration parasitaire, “Boll, scient. du Dép.du Nord”, X Année, Paris, 1887.

72 SMITH, GEOFROY, Rhizocephala. “Fauna u. Flora des Golfesvon Neapel”, 1906.

190

all’esterno in forma di un animale ben curioso, di unsacco cioè senza bocca, senza apparato digerente, senzaorgani dei sensi e così via, il massimo della riduzionepossibile in un animale, anche se parassita. Sovra il suocorpo s’aggirano i maschi piccolissimi, unicamentechiamati a dare un soffio di vita a quell’ammasso enor-me di uova.

I naturalisti, sorpresi dal curioso aspetto di questo,non sapevano a quale bolgia destinarlo; è stata la sco-perta della sua larva che permise di sciogliere questoenigma vivente. E come si comportano i poveri granchidi fronte alla inqualificabile sfrontatezza di questi esseri,che vanno da prima bucando il loro corpo, poi vi pas-seggiano nell’interno, mettendovi ben salde radici nelvero termine della parola, e da ultimo ne squarcianol’addome ricomparendo alla superficie? Quantunqueessi non muoiano, crescono meno rapidamente di quelliimmuni dalla Sacculina e, cosa strana, i loro organi ses-suali ne sono talmente turbati, da restare per lo più im-maturi; in causa di ciò i maschi somigliano in siffattaguisa alle femmine da esser alle volte confusi con lestesse, come toccò in sul principio allo stesso Giard71, ilfelice scrutatore di questi misteriosi rapporti biologici.Smith72 ha infine osservato che dei maschi attaccati dal-la Sacculina hanno i loro organi sessuali ermafroditi e

71 GIARD A., La Castration parasitaire, “Boll, scient. du Dép.du Nord”, X Année, Paris, 1887.

72 SMITH, GEOFROY, Rhizocephala. “Fauna u. Flora des Golfesvon Neapel”, 1906.

190

Page 191: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

perfettamente sviluppati in grado di produrre regolar-mente uova e sperma. A sì strana perturbazione organicapuò condurre l’azione di un parassita!

L’atrofia parziale o completa degli organi sessualiprodotta dai parassiti o, come è stata chiamata, castra-zione parassitaria, non è limitata a questo solo caso.Essa occorre già nel regno vegetale. Così ad es. si mani-festa nel Melandryum album quando è infestato da unfungo del gruppo delle Ustilaginee. Sul suo fiore biancoermafrodito abortiscono in questo caso talvolta gli sta-mi, tal’altra gli ovari, diventando così unisessuale. Unfenomeno contrario si manifesta invece nella Lychnisdioica che, come lo dice il nome, è a sessi staccati. Ilfungo parassita provoca sulle piante femminili la forma-zione degli stami, trasformando così una pianta dioica inermafrodita.

In una stella di mare ermafrodita (Amphiura squama-ta), un piccolo crostaceo attacca le ovaie che si atrofiz-zano e si sviluppano invece benissimo gli organi ma-schili. Siccome questi animali, quando sono senza pa-rassiti, dànno origine in preponderanza a prodotti fem-minili a scapito di quelli maschili, tale castrazione haper risultato di ristabilire l’equilibrio dei sessi, e di ren-dere fisiologicamente dioica una specie morfologica-mente ermafrodita. Anche le larve del Distoma epaticoche infestano, come già dissi, un mollusco d’acqua dol-ce (Lymnaeus), impediscono allo stesso la maturità delleglandole sessuali; talora ciò avviene anche per opera dei

191

perfettamente sviluppati in grado di produrre regolar-mente uova e sperma. A sì strana perturbazione organicapuò condurre l’azione di un parassita!

L’atrofia parziale o completa degli organi sessualiprodotta dai parassiti o, come è stata chiamata, castra-zione parassitaria, non è limitata a questo solo caso.Essa occorre già nel regno vegetale. Così ad es. si mani-festa nel Melandryum album quando è infestato da unfungo del gruppo delle Ustilaginee. Sul suo fiore biancoermafrodito abortiscono in questo caso talvolta gli sta-mi, tal’altra gli ovari, diventando così unisessuale. Unfenomeno contrario si manifesta invece nella Lychnisdioica che, come lo dice il nome, è a sessi staccati. Ilfungo parassita provoca sulle piante femminili la forma-zione degli stami, trasformando così una pianta dioica inermafrodita.

In una stella di mare ermafrodita (Amphiura squama-ta), un piccolo crostaceo attacca le ovaie che si atrofiz-zano e si sviluppano invece benissimo gli organi ma-schili. Siccome questi animali, quando sono senza pa-rassiti, dànno origine in preponderanza a prodotti fem-minili a scapito di quelli maschili, tale castrazione haper risultato di ristabilire l’equilibrio dei sessi, e di ren-dere fisiologicamente dioica una specie morfologica-mente ermafrodita. Anche le larve del Distoma epaticoche infestano, come già dissi, un mollusco d’acqua dol-ce (Lymnaeus), impediscono allo stesso la maturità delleglandole sessuali; talora ciò avviene anche per opera dei

191

Page 192: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

Gordi, come già vedemmo, nel corpo dell’insetto che liospita.

Anche alcuni gamberi, come il Bernardo l’Eremita,vengono attaccati da un crostaceo della stessa famigliadelle Sacculine (Peltogaster); la sua azione nefasta simanifesta ugualmente sugli organi sessuali, atrofizzan-doli anche del tutto, e facendo scomparire il dimorfismoche è solito nelle specie immuni. Più marcato si mostraancora l’effetto del parassitismo causato da un piccoloinsetto (Stylops), il quale vive su di una vespa (Andre-na). In tal caso i due sessi si avvicinano assai, tanto neiloro caratteri morfologici quanto in quelli biologici. An-che i loro istinti vanno lentamente modificandosi, cosìche le femmine parassitizzate non vanno più raccoglien-do il polline per portarlo nel nido, esse svolazzano difiore in fiore tanto per nutrirsi, senza preoccuparsi di al-tro. Nei vertebrati è stata osservata la castrazione paras-sitaria per opera delle larve di una mosca (Cuterebra),che vive nell’interno di una specie di scoiattolo america-no; esse distruggono a poco a poco i loro testicoli, senzaprodurre apparentemente conseguenze più dannose; piùdel cinquanta per cento degli scoiattoli che vengono uc-cisi dai cacciatori hanno subìto questa castrazione73.

Ritornando ora alla Sacculina, che è stata la causa diquesta digressione, si è osservato che ogni eccitazioneprodotta sul corpo della stessa, per esempio col toccarla,

73 SEMPER, Die natürlichen Existenzbedingungen der Tiere,1880.

192

Gordi, come già vedemmo, nel corpo dell’insetto che liospita.

Anche alcuni gamberi, come il Bernardo l’Eremita,vengono attaccati da un crostaceo della stessa famigliadelle Sacculine (Peltogaster); la sua azione nefasta simanifesta ugualmente sugli organi sessuali, atrofizzan-doli anche del tutto, e facendo scomparire il dimorfismoche è solito nelle specie immuni. Più marcato si mostraancora l’effetto del parassitismo causato da un piccoloinsetto (Stylops), il quale vive su di una vespa (Andre-na). In tal caso i due sessi si avvicinano assai, tanto neiloro caratteri morfologici quanto in quelli biologici. An-che i loro istinti vanno lentamente modificandosi, cosìche le femmine parassitizzate non vanno più raccoglien-do il polline per portarlo nel nido, esse svolazzano difiore in fiore tanto per nutrirsi, senza preoccuparsi di al-tro. Nei vertebrati è stata osservata la castrazione paras-sitaria per opera delle larve di una mosca (Cuterebra),che vive nell’interno di una specie di scoiattolo america-no; esse distruggono a poco a poco i loro testicoli, senzaprodurre apparentemente conseguenze più dannose; piùdel cinquanta per cento degli scoiattoli che vengono uc-cisi dai cacciatori hanno subìto questa castrazione73.

Ritornando ora alla Sacculina, che è stata la causa diquesta digressione, si è osservato che ogni eccitazioneprodotta sul corpo della stessa, per esempio col toccarla,

73 SEMPER, Die natürlichen Existenzbedingungen der Tiere,1880.

192

Page 193: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

si ripercuote anche nel granchio in una specie di contra-zione dolorosa, prodotta dalle appendici radiciformi irri-tate. Se il parassita viene ferito e muore, anche l’ospitedi solito soggiace, probabilmente in causa del disfaci-mento delle radici interne dell’animale. Alle volte peròla Sacculina ha fatto i conti senza l’oste, chè un altrocrostaceo parassita (Entoniscus porcellanae) si fissa sul-la Sacculina, e, a forza di succhiarla, finisce col distrug-gerla, attaccandosi poi al condotto che porta le ramifica-zioni nell’interno del granchio e assorbendo il nutrimen-to per proprio conto.

Parlando degli Acari che affliggono l’uomo, ho già ri-petutamente accennato come alcuni che vivono suglianimali possano anche occasionalmente passaresull’uomo, in modo speciale quelli che provocano lamalattia della scabbia. Il cane è attaccato frequentemen-te dal Sarcoptes canis, che causa da prima la perdita deipeli e poi la squamazione della pelle; dal capo, sua pri-ma residenza, il parassita passa per tutto il corpodell’animale. Non di rado i cani periscono vittima deisuoi attacchi. Inoltre il cane è attaccato da due altri Aca-ri, un Demodex che vive nei follicoli dei suoi peli e ilChorioptes ecaudatus, che produce una forte irritazionenelle orecchie, stimolando la secrezione del cerume, delquale vive.

Anche il Leptus autunnalis, parassita dell’uomo, at-tacca i cani, specialmente quelli da caccia, producendosugli stessi i medesimi disturbi che arreca all’uomo.L’Acaro della scabbia pecorina (Sarcoptes ovis) può

193

si ripercuote anche nel granchio in una specie di contra-zione dolorosa, prodotta dalle appendici radiciformi irri-tate. Se il parassita viene ferito e muore, anche l’ospitedi solito soggiace, probabilmente in causa del disfaci-mento delle radici interne dell’animale. Alle volte peròla Sacculina ha fatto i conti senza l’oste, chè un altrocrostaceo parassita (Entoniscus porcellanae) si fissa sul-la Sacculina, e, a forza di succhiarla, finisce col distrug-gerla, attaccandosi poi al condotto che porta le ramifica-zioni nell’interno del granchio e assorbendo il nutrimen-to per proprio conto.

Parlando degli Acari che affliggono l’uomo, ho già ri-petutamente accennato come alcuni che vivono suglianimali possano anche occasionalmente passaresull’uomo, in modo speciale quelli che provocano lamalattia della scabbia. Il cane è attaccato frequentemen-te dal Sarcoptes canis, che causa da prima la perdita deipeli e poi la squamazione della pelle; dal capo, sua pri-ma residenza, il parassita passa per tutto il corpodell’animale. Non di rado i cani periscono vittima deisuoi attacchi. Inoltre il cane è attaccato da due altri Aca-ri, un Demodex che vive nei follicoli dei suoi peli e ilChorioptes ecaudatus, che produce una forte irritazionenelle orecchie, stimolando la secrezione del cerume, delquale vive.

Anche il Leptus autunnalis, parassita dell’uomo, at-tacca i cani, specialmente quelli da caccia, producendosugli stessi i medesimi disturbi che arreca all’uomo.L’Acaro della scabbia pecorina (Sarcoptes ovis) può

193

Page 194: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

passare sull’uomo e sui cani, più frequentemente sui pa-stori e sui suoi fedeli alleati. Il Sarcoptes var. lupi, si ac-climata anche sul cavallo, dando origine ad una formagrave di rogna, coi caratteri propri di quella del lupo,che poi vanno avvicinandosi a quelli specifici per il ca-vallo; il parassita si modifica a poco a poco diventandopiù grande e allungandosi sensibilmente.

Il gatto porta non di rado il Sarcoptes minor; i felinisoffrono assai della presenza di questo parassita e fini-scono, qualora non si intervenga con un’energica cura,col morire. La malattia può passare anche all’uomo. Giàdissi il caso toccato ad una ragazza attaccata da questoparassita in sèguito alla brutta abitudine di dormire conun gatto. Il Sarcoptes suis attacca preferibilmente la te-sta del maiale, specialmente le orecchie e la regione at-torno agli occhi, causando non piccola molestia a questianimali.

Abbiamo già visto come i pollai e le piccionaie sienoinfetti abbondantemente dal Dermanyssus gallinae, ecome questi Acari causino un forte prurito ancheall’uomo. Tutti i volatili da cortile sono inoltre attaccatidal Sarcoptes mutans, il quale dimora in modo specialesulle loro dita; i bipedi colpiti finiscono col perdere ilsonno e muoiono sfiniti. Un’altra specie affine, il S. lae-vis, provoca negli stessi la caduta delle penne, mentre ilCytodites nudus s’insedia nei canali respiratori dei pollie può, se in gran numero, causare l’asfissia degli anima-li che l’ospitano. Forse unico fra tutta questa schiera dimalandrini è un Acaro che vive sul pelo del coniglio,

194

passare sull’uomo e sui cani, più frequentemente sui pa-stori e sui suoi fedeli alleati. Il Sarcoptes var. lupi, si ac-climata anche sul cavallo, dando origine ad una formagrave di rogna, coi caratteri propri di quella del lupo,che poi vanno avvicinandosi a quelli specifici per il ca-vallo; il parassita si modifica a poco a poco diventandopiù grande e allungandosi sensibilmente.

Il gatto porta non di rado il Sarcoptes minor; i felinisoffrono assai della presenza di questo parassita e fini-scono, qualora non si intervenga con un’energica cura,col morire. La malattia può passare anche all’uomo. Giàdissi il caso toccato ad una ragazza attaccata da questoparassita in sèguito alla brutta abitudine di dormire conun gatto. Il Sarcoptes suis attacca preferibilmente la te-sta del maiale, specialmente le orecchie e la regione at-torno agli occhi, causando non piccola molestia a questianimali.

Abbiamo già visto come i pollai e le piccionaie sienoinfetti abbondantemente dal Dermanyssus gallinae, ecome questi Acari causino un forte prurito ancheall’uomo. Tutti i volatili da cortile sono inoltre attaccatidal Sarcoptes mutans, il quale dimora in modo specialesulle loro dita; i bipedi colpiti finiscono col perdere ilsonno e muoiono sfiniti. Un’altra specie affine, il S. lae-vis, provoca negli stessi la caduta delle penne, mentre ilCytodites nudus s’insedia nei canali respiratori dei pollie può, se in gran numero, causare l’asfissia degli anima-li che l’ospitano. Forse unico fra tutta questa schiera dimalandrini è un Acaro che vive sul pelo del coniglio,

194

Page 195: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

dove si rende utile cibandosi di un suo parassita, col far-ne una grande distruzione.

Molti mammiferi sono afflitti da numerose specie dipidocchi, che vivono sul loro corpo nella stessa guisa diquello dell’uomo. Il pidocchio del bue (Haematopinuseurysternus), preferisce le regioni del collo e della testa,ove dà origine a delle papule rosse accompagnate da unprurito molesto. Specie proprie di pidocchi hanno il ca-vallo, la capra e il maiale; il cane ne ha due, l'Haem. pi-liferus e il Trichodectes canis; quest’ultimo, che appar-tiene ad un altro gruppo, è più grande, ed è diffuso solonei cani a pelo folto; il primo tormenta a preferenza ipiccoli cani d’appartamento, le sue punture provocanouna irritazione simile a quella delle pulci, e se sono ingran numero, possono arrecare ai cani grande molestia.

Mentre la pulce dell’uomo è un parassita temporaneo,quelle degli altri mammiferi passano tutta la vita sulcorpo del loro ospite, e lo abbandonano soltantoquand’esso è morto. «Le singole specie di pulci», scriveil Tiraboschi74, «non sono strettamente legate ad unospite determinato, e viceversa si possono su uno stessoanimale trovare specie diverse; però ogni specie di pulcericerca di preferenza gli individui di una determinataspecie, dalla quale essa può passare su individui di unaspecie affine o di una specie che abbia con la prima de-

74 TIRABOSCHI C., Gli animali propagatori della peste bubboni-ca, “Boll. Soc. Zool. It.”, Vol. V, Roma, 1904.

195

dove si rende utile cibandosi di un suo parassita, col far-ne una grande distruzione.

Molti mammiferi sono afflitti da numerose specie dipidocchi, che vivono sul loro corpo nella stessa guisa diquello dell’uomo. Il pidocchio del bue (Haematopinuseurysternus), preferisce le regioni del collo e della testa,ove dà origine a delle papule rosse accompagnate da unprurito molesto. Specie proprie di pidocchi hanno il ca-vallo, la capra e il maiale; il cane ne ha due, l'Haem. pi-liferus e il Trichodectes canis; quest’ultimo, che appar-tiene ad un altro gruppo, è più grande, ed è diffuso solonei cani a pelo folto; il primo tormenta a preferenza ipiccoli cani d’appartamento, le sue punture provocanouna irritazione simile a quella delle pulci, e se sono ingran numero, possono arrecare ai cani grande molestia.

Mentre la pulce dell’uomo è un parassita temporaneo,quelle degli altri mammiferi passano tutta la vita sulcorpo del loro ospite, e lo abbandonano soltantoquand’esso è morto. «Le singole specie di pulci», scriveil Tiraboschi74, «non sono strettamente legate ad unospite determinato, e viceversa si possono su uno stessoanimale trovare specie diverse; però ogni specie di pulcericerca di preferenza gli individui di una determinataspecie, dalla quale essa può passare su individui di unaspecie affine o di una specie che abbia con la prima de-

74 TIRABOSCHI C., Gli animali propagatori della peste bubboni-ca, “Boll. Soc. Zool. It.”, Vol. V, Roma, 1904.

195

Page 196: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

terminati rapporti; queste altre specie possono indicarsicol nome di ospiti accidentali».

Ho già detto dell’importanza di certe pulci parassitedei topi nella diffusione della peste. Su questi rosicantiil Tiraboschi ha trovato non meno di 43 pulci diverse,compresa quella propria dell’uomo.

Tanto pericolosi quanto diffusi parassiti dei nostri ani-mali domestici sono gli Estri, insetti affini alle mosche,colla differenza che mentre queste ultime compiono illoro sviluppo larvale di solito sugli avanzi organici, gliEstri passano i primi stadi della loro vita nell’interno deimammiferi o sulla loro pelle, per abbandonare poil’ospite quando s’avvicinano all’epoca della trasforma-zione in insetto perfetto. Essi occorrono qualche voltaanche nell’intestino dell'uomo. Uno dei più diffusi èl’Estro pecorino (Oestrus ovis). La femmina depone leuova nelle narici di quest’animale. Alcuni naturalisti ri-tengono che le pecore conoscano gli effetti del temutoparassita e quando s’accorgono della vicinanzadell’Estro, cerchino di sfuggirlo o di nascondersi il capofra il branco. Le larve che sgusciano dalle uova si ag-grappano alle mucose nasali, della cui secrezione si nu-trono; dopo nove mesi ne escono per incrisalidarsi nelterreno. Qualche volta giungono anche nella cavità cra-nica; il Neubaur75 constatò la loro presenza contempora-nea a quella della Tenia cenuro.

75 NEUBAUR R., Gleichzeitige Drehkrankheit und Bremsen-krankheit beim Schafe, “Aus der Natur”, I, Leipzig, 1905-6.

196

terminati rapporti; queste altre specie possono indicarsicol nome di ospiti accidentali».

Ho già detto dell’importanza di certe pulci parassitedei topi nella diffusione della peste. Su questi rosicantiil Tiraboschi ha trovato non meno di 43 pulci diverse,compresa quella propria dell’uomo.

Tanto pericolosi quanto diffusi parassiti dei nostri ani-mali domestici sono gli Estri, insetti affini alle mosche,colla differenza che mentre queste ultime compiono illoro sviluppo larvale di solito sugli avanzi organici, gliEstri passano i primi stadi della loro vita nell’interno deimammiferi o sulla loro pelle, per abbandonare poil’ospite quando s’avvicinano all’epoca della trasforma-zione in insetto perfetto. Essi occorrono qualche voltaanche nell’intestino dell'uomo. Uno dei più diffusi èl’Estro pecorino (Oestrus ovis). La femmina depone leuova nelle narici di quest’animale. Alcuni naturalisti ri-tengono che le pecore conoscano gli effetti del temutoparassita e quando s’accorgono della vicinanzadell’Estro, cerchino di sfuggirlo o di nascondersi il capofra il branco. Le larve che sgusciano dalle uova si ag-grappano alle mucose nasali, della cui secrezione si nu-trono; dopo nove mesi ne escono per incrisalidarsi nelterreno. Qualche volta giungono anche nella cavità cra-nica; il Neubaur75 constatò la loro presenza contempora-nea a quella della Tenia cenuro.

75 NEUBAUR R., Gleichzeitige Drehkrankheit und Bremsen-krankheit beim Schafe, “Aus der Natur”, I, Leipzig, 1905-6.

196

Page 197: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

Fig. 44. – L’Estro del cavallo: a) Uovo appiccicato aun pelo; b) Larva; c) Insetto perfetto.

Nei Bovini vive una specie di Estro sotto la pelle, cheera già noto agli antichi. Virgilio nel terzo libro delleGeorgiche descrive il terrore di questi ruminanti quandovengono attaccati dall’Estro. L’Estro bovino (Hypoder-ma bovis) depone le uova sui peli di questi animali, e lelarve munite di un apparato perforatore penetranonell’epidermide, dando origine ad un tumoretto purulen-to, che non guarisce se non quando la larva lo abbando-na per trasformarsi sotto terra in ninfa. Nei grandi centribovini, come nell’America del Sud, questo parassita at-tacca non di rado anche l’uomo, deponendo le uova spe-cialmente sulla testa e sul dorso. Nell’interno dell’asces-so, che può giungere sino alla grandezza di un uovo digallina, si trova la larva76.

76 SCHNEIDEMÜHL, Neuereszur Entwickelungsgeschichte derBremsenlarven des Rindes, “Centrbl. für Bakt. u. Parasitenkun-de”, Bd. XIII, Jena, 1897.

197

Fig. 44. – L’Estro del cavallo: a) Uovo appiccicato aun pelo; b) Larva; c) Insetto perfetto.

Nei Bovini vive una specie di Estro sotto la pelle, cheera già noto agli antichi. Virgilio nel terzo libro delleGeorgiche descrive il terrore di questi ruminanti quandovengono attaccati dall’Estro. L’Estro bovino (Hypoder-ma bovis) depone le uova sui peli di questi animali, e lelarve munite di un apparato perforatore penetranonell’epidermide, dando origine ad un tumoretto purulen-to, che non guarisce se non quando la larva lo abbando-na per trasformarsi sotto terra in ninfa. Nei grandi centribovini, come nell’America del Sud, questo parassita at-tacca non di rado anche l’uomo, deponendo le uova spe-cialmente sulla testa e sul dorso. Nell’interno dell’asces-so, che può giungere sino alla grandezza di un uovo digallina, si trova la larva76.

76 SCHNEIDEMÜHL, Neuereszur Entwickelungsgeschichte derBremsenlarven des Rindes, “Centrbl. für Bakt. u. Parasitenkun-de”, Bd. XIII, Jena, 1897.

197

Page 198: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

Nell’Estro equino (Gastrophilus equi) (fig. 44) le pic-cole larve, che nascono dalle uova appiccicate sui peli diquesti animali, vengono introdotte nell’interno, di solitocolla lingua quando l’animale si lecca, e, giunte nellostomaco, si sprofondano nella mucosa ove se ne stannofino al loro completo accrescimento, che dura da nove adieci mesi. Dopo di che insieme cogli escrementi giun-gono sul terreno ove si incrisalidano. Si sono constatatianche dei casi di perforazione dello stomaco e dell’inte-stino. Nessun rimedio ha giovato sin ora ad affrettare laloro espulsione. È più facile distruggere la mucosa ga-strica che staccare le larve. Mégnin77 le trovò ancora invita dopo quarantotto ore da che erano state in una solu-zione abbastanza concentrata di sublimato, soluzioneche sarebbe stata sufficiente per ammazzare un cavallo;durante l’autopsia di cavalli avvelenati dall’arsenico sividero le larve di quest’Estro perfettamente vive attac-cate alle pareti del suo stomaco.

Un minuscolo dittero privo di ali e di occhi è la Brau-la coeca, che vive sulle nostre api, di solito aggrappataalle loro zampe. È lungo un millimetro e mezzo e, quan-tunque cieco, si muove con sufficiente celerità sul corpodi questi imenotteri attaccandosi saldamente ai loro peli.Si nutre del cibo destinato alle larve emesso dal gozzodell’imenottero in forma di piccole goccie; per far que-sto le Braule si avvicinano di quando in quando alla

77 MÉGNIN P., Les parasites et les maladies parasitaires chezl'homme et les animaux, Paris, 1880.

198

Nell’Estro equino (Gastrophilus equi) (fig. 44) le pic-cole larve, che nascono dalle uova appiccicate sui peli diquesti animali, vengono introdotte nell’interno, di solitocolla lingua quando l’animale si lecca, e, giunte nellostomaco, si sprofondano nella mucosa ove se ne stannofino al loro completo accrescimento, che dura da nove adieci mesi. Dopo di che insieme cogli escrementi giun-gono sul terreno ove si incrisalidano. Si sono constatatianche dei casi di perforazione dello stomaco e dell’inte-stino. Nessun rimedio ha giovato sin ora ad affrettare laloro espulsione. È più facile distruggere la mucosa ga-strica che staccare le larve. Mégnin77 le trovò ancora invita dopo quarantotto ore da che erano state in una solu-zione abbastanza concentrata di sublimato, soluzioneche sarebbe stata sufficiente per ammazzare un cavallo;durante l’autopsia di cavalli avvelenati dall’arsenico sividero le larve di quest’Estro perfettamente vive attac-cate alle pareti del suo stomaco.

Un minuscolo dittero privo di ali e di occhi è la Brau-la coeca, che vive sulle nostre api, di solito aggrappataalle loro zampe. È lungo un millimetro e mezzo e, quan-tunque cieco, si muove con sufficiente celerità sul corpodi questi imenotteri attaccandosi saldamente ai loro peli.Si nutre del cibo destinato alle larve emesso dal gozzodell’imenottero in forma di piccole goccie; per far que-sto le Braule si avvicinano di quando in quando alla

77 MÉGNIN P., Les parasites et les maladies parasitaires chezl'homme et les animaux, Paris, 1880.

198

Page 199: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

bocca dell’ospite, libando il nettare delizioso. Preferi-scono le regine, sulle quali se ne sono trovate insino acento; se vengono allontanate dal corpo delle api muoio-no in poche ore. Esse generano delle piccole larve, lequali si trasformano in breve tempo in ninfe. Gli apicol-tori, che conoscono le funeste conseguenze di questi pa-rassiti, ricorrono a parecchi mezzi per distruggerli.

Un altro parassita degli alveari è una piccola farfalla(Galleria cerella), la quale depone le uova nell’internodel nido. I piccoli bruchi scavano delle gallerie nellacera, alterando il miele e minando i favi. La Testa dimorto è invece ghiotta del miele che si trova nelle celledell’alveare; le api che non di rado riescono a sorpren-dere questi ladroni notturni, li ammazzano infiggendo ilpungiglione nel loro corpo, e, poichè talvolta non sonoin grado di trasportare questa grossa farfalla fuori delnido, la circondano di cera, preservandosi così dal peri-colo di eventuali infezioni.

Anche la larva della Meloe variegata frequenta vo-lentieri gli alveari, ed è assai dannosa, perchè insinuan-dosi talvolta tra i segmenti di questi insetti, perfora illoro corpo causandone la morte. Di regola però si nutresolo del loro miele. Le giovani larve giungononell’alveare in un modo curioso. Le uova vengono de-poste sul terreno e le larve, appena sgusciate, si portanonell’interno dei fiori; quando un’ape, in cerca di nettare,vi passa vicino, si aggrappano al loro corpo e, per mez-zo di questo velivolo vivente, giungono nell’internodell’alveare penetrando nelle celle. Qui giunte divorano

199

bocca dell’ospite, libando il nettare delizioso. Preferi-scono le regine, sulle quali se ne sono trovate insino acento; se vengono allontanate dal corpo delle api muoio-no in poche ore. Esse generano delle piccole larve, lequali si trasformano in breve tempo in ninfe. Gli apicol-tori, che conoscono le funeste conseguenze di questi pa-rassiti, ricorrono a parecchi mezzi per distruggerli.

Un altro parassita degli alveari è una piccola farfalla(Galleria cerella), la quale depone le uova nell’internodel nido. I piccoli bruchi scavano delle gallerie nellacera, alterando il miele e minando i favi. La Testa dimorto è invece ghiotta del miele che si trova nelle celledell’alveare; le api che non di rado riescono a sorpren-dere questi ladroni notturni, li ammazzano infiggendo ilpungiglione nel loro corpo, e, poichè talvolta non sonoin grado di trasportare questa grossa farfalla fuori delnido, la circondano di cera, preservandosi così dal peri-colo di eventuali infezioni.

Anche la larva della Meloe variegata frequenta vo-lentieri gli alveari, ed è assai dannosa, perchè insinuan-dosi talvolta tra i segmenti di questi insetti, perfora illoro corpo causandone la morte. Di regola però si nutresolo del loro miele. Le giovani larve giungononell’alveare in un modo curioso. Le uova vengono de-poste sul terreno e le larve, appena sgusciate, si portanonell’interno dei fiori; quando un’ape, in cerca di nettare,vi passa vicino, si aggrappano al loro corpo e, per mez-zo di questo velivolo vivente, giungono nell’internodell’alveare penetrando nelle celle. Qui giunte divorano

199

Page 200: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

l’uovo e poi la provvista di cibo destinata alla giovineprole, sino a che, compiuta la metamorfosi, esconodall’alveare in forma di insetto perfetto.

Un altro coleottero della stessa famiglia, con abitudiniparassitiche, è la Sitaris, la cui femmina depone in au-tunno le uova all’ingresso dei nidi di un’ape (Antopho-ra). Poco dopo sgusciano le piccole larve nere lungheun millimetro circa, le quali, serrate le une presso le al-tre, passano ivi l’inverno. Ma quando viene la primaverasi scuotono da questo letargo, aspettando la loro vittimaal varco. I primi a comparire sono i maschi delle Anto-fore, che nell’uscire incontrano le giovani Sitaris, lequali si aggrappano ai loro peli, senza però recar loro of-fesa alcuna; essi non rappresentano che un semplicemezzo di trasporto, poichè queste larve nel momentodell’accoppiamento passano sulla Antofora femmina, laquale trova, come dice Fabre, in questa unione col ma-schio la vita e la morte della sua progenitura. Quando lafemmina depone le uova nelle celle le giovani Sitaris vientrano di soppiatto, distruggendo l’uovo e il miele.

Nella famiglia dei Bombi troviamo alcune specie(Apathus, Bithyrus) le quali non conducono vita sociale,mancano di operaie e dimorano nell’interno dei nidi deiBombi sociali, nutrendosi del cibo da essi raccolto.L’adattamento alla vita parassitica di questi insetti haportato, oltre che ad una riduzione del loro apparato rac-coglitore, anche ad una curiosa somiglianza coll’ospite,tanto nella forma, quanto nel colore. Anche fra le Termi-

200

l’uovo e poi la provvista di cibo destinata alla giovineprole, sino a che, compiuta la metamorfosi, esconodall’alveare in forma di insetto perfetto.

Un altro coleottero della stessa famiglia, con abitudiniparassitiche, è la Sitaris, la cui femmina depone in au-tunno le uova all’ingresso dei nidi di un’ape (Antopho-ra). Poco dopo sgusciano le piccole larve nere lungheun millimetro circa, le quali, serrate le une presso le al-tre, passano ivi l’inverno. Ma quando viene la primaverasi scuotono da questo letargo, aspettando la loro vittimaal varco. I primi a comparire sono i maschi delle Anto-fore, che nell’uscire incontrano le giovani Sitaris, lequali si aggrappano ai loro peli, senza però recar loro of-fesa alcuna; essi non rappresentano che un semplicemezzo di trasporto, poichè queste larve nel momentodell’accoppiamento passano sulla Antofora femmina, laquale trova, come dice Fabre, in questa unione col ma-schio la vita e la morte della sua progenitura. Quando lafemmina depone le uova nelle celle le giovani Sitaris vientrano di soppiatto, distruggendo l’uovo e il miele.

Nella famiglia dei Bombi troviamo alcune specie(Apathus, Bithyrus) le quali non conducono vita sociale,mancano di operaie e dimorano nell’interno dei nidi deiBombi sociali, nutrendosi del cibo da essi raccolto.L’adattamento alla vita parassitica di questi insetti haportato, oltre che ad una riduzione del loro apparato rac-coglitore, anche ad una curiosa somiglianza coll’ospite,tanto nella forma, quanto nel colore. Anche fra le Termi-

200

Page 201: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

ti dell’America meridionale il Silvestri78 ha trovato unaspecie (Microtermes fur), la quale vive nei termitai diun’altra Termite (Eutermes), occupandone le celle ripie-ne di cibo raccolto dalle proprietarie del nido.

Nelle multiformi manifestazioni sociali delle formi-che, le varie forme del commensalismo, come già esposidettagliatamente in un mio lavoro antecedente, giungo-no sino ad un grado accentuato di parassitismo. Più pa-rassiti che commensali sono da considerarsi certi Acari(Antennophorus), i quali passeggiano sul corpo di questiimenotteri, talvolta in parecchi, nutrendosi dell’umorezuccherino emesso dalle formiche. L’Acaro affamatosolletica questa emissione tastando colle sue zampine lagola dell’ospite. Lo stesso dicasi di molti altri insetti,che vivono nei formicai con intenzioni poco pacifiche,come quelli che si nutrono delle uova delle formiche.

Il parassitismo sociale delle formiche occorre in qual-che specie (Strongylognatus), che in causa della struttu-ra particolare delle mandibole, non è capace di nutrirsiper proprio conto. In sèguito a ciò, esse vivono nei nididi altre formiche dalle quali si fanno nutrire. Nell'Aner-gates questo modo di vivere ha condotto la specie aduna decadenza sociale, così che mancano completamen-te le operaie e i maschi, assai piccoli, sono privi di ali.

Fra i pesci si riscontrano rari casi di parassitismo. IlFierasfer, del quale mi sono occupato nelle alleanze de-

78 SILVESTRI F., Termiti e Termitofili dell'America meridionale,“Redia”, Vol. I, Portici, 1903.

201

ti dell’America meridionale il Silvestri78 ha trovato unaspecie (Microtermes fur), la quale vive nei termitai diun’altra Termite (Eutermes), occupandone le celle ripie-ne di cibo raccolto dalle proprietarie del nido.

Nelle multiformi manifestazioni sociali delle formi-che, le varie forme del commensalismo, come già esposidettagliatamente in un mio lavoro antecedente, giungo-no sino ad un grado accentuato di parassitismo. Più pa-rassiti che commensali sono da considerarsi certi Acari(Antennophorus), i quali passeggiano sul corpo di questiimenotteri, talvolta in parecchi, nutrendosi dell’umorezuccherino emesso dalle formiche. L’Acaro affamatosolletica questa emissione tastando colle sue zampine lagola dell’ospite. Lo stesso dicasi di molti altri insetti,che vivono nei formicai con intenzioni poco pacifiche,come quelli che si nutrono delle uova delle formiche.

Il parassitismo sociale delle formiche occorre in qual-che specie (Strongylognatus), che in causa della struttu-ra particolare delle mandibole, non è capace di nutrirsiper proprio conto. In sèguito a ciò, esse vivono nei nididi altre formiche dalle quali si fanno nutrire. Nell'Aner-gates questo modo di vivere ha condotto la specie aduna decadenza sociale, così che mancano completamen-te le operaie e i maschi, assai piccoli, sono privi di ali.

Fra i pesci si riscontrano rari casi di parassitismo. IlFierasfer, del quale mi sono occupato nelle alleanze de-

78 SILVESTRI F., Termiti e Termitofili dell'America meridionale,“Redia”, Vol. I, Portici, 1903.

201

Page 202: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

gli animali, è un pesciolino che si trova non di radonell'interno delle Oloturie, i così detti cetrioli di mare, eprecisamente in sul principio dei canali respiratori. Dissicome si possa considerare quale commensale, poichè lasua presenza non reca alcun danno all’ospite. Però, se sitrova in più di uno, può non solo riuscire molestoall’Oloturia, ma esser causa anche della sua morte. Que-sti pesciolini hanno una gran smania di nascondersi;senza dubbio fanno ciò per sfuggire ai loro nemici. Tal-volta sono stati trovati anche nell’interno delle valve deimolluschi perliferi; in non pochi casi il mollusco, secca-to dalla loro presenza, l’ha fissato al proprio guscio co-prendolo di uno strato di madreperla.

Ai pesci parassiti appartengono le lamprede ed inmodo speciale la Myxine glutinosa, diffusa nei mari set-tentrionali. Somiglia nella forma ad un’anguilla, ma lasua bocca è un’enorme ventosa tappezzata nell’internodi un gran numero di denti in forma di uncini cornei.Con questa si attacca alla pelle di altri pesci, mangian-done la carne e penetrando a poco a poco nell’interno,come nei muscoli e nella cavità addominale. Per dareun’idea della loro voracità basti accennare al fatto, chequelle che restano imprigionate nelle reti non smettonodall’aderire fortemente al loro ospite, nemmeno quandoi pesci, dibattendosi negli ultimi spasimi dell’agonia,balzano sull’assito dell’imbarcazione, cercando inutil-mente uno scampo alla loro prossima fine.

202

gli animali, è un pesciolino che si trova non di radonell'interno delle Oloturie, i così detti cetrioli di mare, eprecisamente in sul principio dei canali respiratori. Dissicome si possa considerare quale commensale, poichè lasua presenza non reca alcun danno all’ospite. Però, se sitrova in più di uno, può non solo riuscire molestoall’Oloturia, ma esser causa anche della sua morte. Que-sti pesciolini hanno una gran smania di nascondersi;senza dubbio fanno ciò per sfuggire ai loro nemici. Tal-volta sono stati trovati anche nell’interno delle valve deimolluschi perliferi; in non pochi casi il mollusco, secca-to dalla loro presenza, l’ha fissato al proprio guscio co-prendolo di uno strato di madreperla.

Ai pesci parassiti appartengono le lamprede ed inmodo speciale la Myxine glutinosa, diffusa nei mari set-tentrionali. Somiglia nella forma ad un’anguilla, ma lasua bocca è un’enorme ventosa tappezzata nell’internodi un gran numero di denti in forma di uncini cornei.Con questa si attacca alla pelle di altri pesci, mangian-done la carne e penetrando a poco a poco nell’interno,come nei muscoli e nella cavità addominale. Per dareun’idea della loro voracità basti accennare al fatto, chequelle che restano imprigionate nelle reti non smettonodall’aderire fortemente al loro ospite, nemmeno quandoi pesci, dibattendosi negli ultimi spasimi dell’agonia,balzano sull’assito dell’imbarcazione, cercando inutil-mente uno scampo alla loro prossima fine.

202

Page 203: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

CAPITOLO VIII.Nuove forme di parassitismo.

Otarie e pellicani. – Il Nibbio parassita. – Gli Stercorari. – Api evespe cuculo. – I «Molothrus». – Il Cuculo.

Al sèguito dei più potenti abitatori dell’aria troviamonon di rado un codazzo di mendicanti, tollerati e di-sprezzati, i quali vivono nei pressi od alla base delle abi-tazioni di questi signorotti, che troneggiano con aria dicompatimento sui loro vassalli, in continua attesa degliavanzi dei loro banchetti. Socialmente parlando questisono dei veri e propri parassiti, quali si incontrano nondi rado in altri bipedi più evoluti: come sarebbe nella so-cietà umana.

Altre specie di uccelli carnivori, per risparmiarsi lafatica della caccia o della pesca, attendono che un altropennuto abbia fatto un buon bottino, per costringerlo siacolla violenza sia coll’astuzia a cederne una parte. Visono degli uccelli i quali si sono quasi interamente dedi-

203

CAPITOLO VIII.Nuove forme di parassitismo.

Otarie e pellicani. – Il Nibbio parassita. – Gli Stercorari. – Api evespe cuculo. – I «Molothrus». – Il Cuculo.

Al sèguito dei più potenti abitatori dell’aria troviamonon di rado un codazzo di mendicanti, tollerati e di-sprezzati, i quali vivono nei pressi od alla base delle abi-tazioni di questi signorotti, che troneggiano con aria dicompatimento sui loro vassalli, in continua attesa degliavanzi dei loro banchetti. Socialmente parlando questisono dei veri e propri parassiti, quali si incontrano nondi rado in altri bipedi più evoluti: come sarebbe nella so-cietà umana.

Altre specie di uccelli carnivori, per risparmiarsi lafatica della caccia o della pesca, attendono che un altropennuto abbia fatto un buon bottino, per costringerlo siacolla violenza sia coll’astuzia a cederne una parte. Visono degli uccelli i quali si sono quasi interamente dedi-

203

Page 204: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

cati a questa specie di parassitismo predatore, che è di-ventato col tempo un bisogno assoluto della loro esi-stenza.

Fig. 45. – Il Nibbio parassita.Scrive il Dr. Esch79 che, trovandosi in navigazione

lungo la costa cilena, il piroscafo fu circondato da unacomitiva di Otarie, specie di grosse foche, attratte dallapresenza di numerosi pesci, i quali alla loro volta eranoallettati dal cibo abbondante costituito dagli avanzi dellacucina. Se non che, nel momento in cui uno di questipinnipedi, favorito da una fortunata cattura sollevava ilcapo dall’acqua, dei pellicani che se ne stavano sugli

79 ESCH, Pelikan und Robbe, “Kosmos” Stuttgart, 1907.

204

cati a questa specie di parassitismo predatore, che è di-ventato col tempo un bisogno assoluto della loro esi-stenza.

Fig. 45. – Il Nibbio parassita.Scrive il Dr. Esch79 che, trovandosi in navigazione

lungo la costa cilena, il piroscafo fu circondato da unacomitiva di Otarie, specie di grosse foche, attratte dallapresenza di numerosi pesci, i quali alla loro volta eranoallettati dal cibo abbondante costituito dagli avanzi dellacucina. Se non che, nel momento in cui uno di questipinnipedi, favorito da una fortunata cattura sollevava ilcapo dall’acqua, dei pellicani che se ne stavano sugli

79 ESCH, Pelikan und Robbe, “Kosmos” Stuttgart, 1907.

204

Page 205: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

scogli vicini strappavano con grande agilità di bocca lapreda agognata, mentre l’Otaria, seccata da quel tiro bir-bone, emetteva delle grida che dovevano essere di la-mento, e che si ripetevano ad ogni colpo fortunato diquesti palmipedi.

Fra gli uccelli rapaci troviamo delle specie che eserci-tano su vasta scala questo nuovo genere di parassitismo.Così dicasi del Nibbio parassita (Milvus aegyptius) (fig.45), il quale, a detta del Brehm80, è fra i rapaci l’uccellopiù audace ed invadente. «Siccome», egli scrive, «lamendicità costituisce la sua occupazione principale, èospite giornaliero dei cortili, delle palme sparse nei giar-dini e dei minareti. Le aquile e i falchi, che hanno cattu-rata una preda qualsiasi, sono circondate all’istante daquesti uccelli, che li inseguono con grande accanimentoe aumentano sempre più di numero e di audacia. Il cari-co che tiene negli artigli impedisce al falco nobile di vo-lare colla consueta velocità e perciò può accadere spessoche i tardi nibbi lo raggiungano senza affaticarsi meno-mamente. Stanco delle loro ignobili richieste il fiero uc-cello cede quasi sempre ai tenaci mendicanti la predafatta; ritorna al suo campo di caccia e procura di cattu-rarne un’altra. È pure odiato dagli avoltoi, a cui si rendemolesto mendicando tutti i pezzetti di carne ch’essi la-sciano cadere a terra durante i pasti. I cani ringhiano ap-pena lo vedono comparire da lontano, cercano di mor-

80 BREHM A. E., La Vita degli animali, Vol. VI, Torino.

205

scogli vicini strappavano con grande agilità di bocca lapreda agognata, mentre l’Otaria, seccata da quel tiro bir-bone, emetteva delle grida che dovevano essere di la-mento, e che si ripetevano ad ogni colpo fortunato diquesti palmipedi.

Fra gli uccelli rapaci troviamo delle specie che eserci-tano su vasta scala questo nuovo genere di parassitismo.Così dicasi del Nibbio parassita (Milvus aegyptius) (fig.45), il quale, a detta del Brehm80, è fra i rapaci l’uccellopiù audace ed invadente. «Siccome», egli scrive, «lamendicità costituisce la sua occupazione principale, èospite giornaliero dei cortili, delle palme sparse nei giar-dini e dei minareti. Le aquile e i falchi, che hanno cattu-rata una preda qualsiasi, sono circondate all’istante daquesti uccelli, che li inseguono con grande accanimentoe aumentano sempre più di numero e di audacia. Il cari-co che tiene negli artigli impedisce al falco nobile di vo-lare colla consueta velocità e perciò può accadere spessoche i tardi nibbi lo raggiungano senza affaticarsi meno-mamente. Stanco delle loro ignobili richieste il fiero uc-cello cede quasi sempre ai tenaci mendicanti la predafatta; ritorna al suo campo di caccia e procura di cattu-rarne un’altra. È pure odiato dagli avoltoi, a cui si rendemolesto mendicando tutti i pezzetti di carne ch’essi la-sciano cadere a terra durante i pasti. I cani ringhiano ap-pena lo vedono comparire da lontano, cercano di mor-

80 BREHM A. E., La Vita degli animali, Vol. VI, Torino.

205

Page 206: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

derlo quando s’avvicina, perchè sanno che è un ladromolto esperto nell’arte sua».

Anche il nostro Nibbio è assai pigro; posandosi sullepietre spia i movimenti del falcone e appena s’accorgeche questi ha ghermito una preda accorre frettoloso e glitoglie il bottino conquistato. Il falcone, così ardito e co-raggioso, quando vede arrivare l’importuno parassita,gli cede la preda fatta e spicca il volo abbandonandoquel luogo. I naturalisti, scrive il Brehm, cercano dispiegare in vari modi questa strana abitudine del falco-ne. Alcuni dicono che questo rapace cede senz’altro agliuccelli parassiti la preda conquistata per non intavolareuna lotta inutile, altri credono che voglia scansare unalotta di cui non può sempre prevedere l’esito con sicu-rezza. Il Riesenthal, che professa questa seconda opinio-ne, accerta di aver osservato che gli uccelli parassiti nonaggrediscono mai il falcone mentre vola portando lapreda fra gli artigli, ma gli si avvicinano soltanto quan-do incomincia a divorarla posato sul terreno.

Hocke ha messo recentemente quest’episodio in unaluce nuova. Egli suppone cioè che il falco non lasci lapreda per la paura degli assalti del nibbio, sibbene spa-ventato dalla vicinanza dell’uomo che ne osserva i suoimovimenti. Ed a prova di questo aggiunge che se il fal-co viene osservato a grande distanza coll’aiuto di uncannocchiale si comporta ben diversamente. Nuove os-servazioni varranno a metter in chiaro questo discussoepisodio biologico.

206

derlo quando s’avvicina, perchè sanno che è un ladromolto esperto nell’arte sua».

Anche il nostro Nibbio è assai pigro; posandosi sullepietre spia i movimenti del falcone e appena s’accorgeche questi ha ghermito una preda accorre frettoloso e glitoglie il bottino conquistato. Il falcone, così ardito e co-raggioso, quando vede arrivare l’importuno parassita,gli cede la preda fatta e spicca il volo abbandonandoquel luogo. I naturalisti, scrive il Brehm, cercano dispiegare in vari modi questa strana abitudine del falco-ne. Alcuni dicono che questo rapace cede senz’altro agliuccelli parassiti la preda conquistata per non intavolareuna lotta inutile, altri credono che voglia scansare unalotta di cui non può sempre prevedere l’esito con sicu-rezza. Il Riesenthal, che professa questa seconda opinio-ne, accerta di aver osservato che gli uccelli parassiti nonaggrediscono mai il falcone mentre vola portando lapreda fra gli artigli, ma gli si avvicinano soltanto quan-do incomincia a divorarla posato sul terreno.

Hocke ha messo recentemente quest’episodio in unaluce nuova. Egli suppone cioè che il falco non lasci lapreda per la paura degli assalti del nibbio, sibbene spa-ventato dalla vicinanza dell’uomo che ne osserva i suoimovimenti. Ed a prova di questo aggiunge che se il fal-co viene osservato a grande distanza coll’aiuto di uncannocchiale si comporta ben diversamente. Nuove os-servazioni varranno a metter in chiaro questo discussoepisodio biologico.

206

Page 207: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

Gli Stercorari, quantunque affini ai gabbiani, hannocostumi differenti e ne sono acerrimi nemici. «Amanomolto il pesce, ma siccome», come scrive il Savi81, «onon lo sanno pescare o non vogliono prendersi una talbriga, per procurarselo, si servono di un modo singola-rissimo. Seguono e si aggirano attorno ai branchi de’gabbiani, e, incontrandone alcuno che sembri esser benpasciuto, gli volano addosso ed arditamente incomincia-no ad inquietarlo e percuoterlo col becco. Il gabbiano al-lora, ad oggetto forse di esser più agile nella fuga, forseanche conoscendo il volere del suo temuto nemico, fa ri-salire nel becco quel che avea ammassato nel gozzo, efuori lo rigetta. Lo Stercorario, ciò visto, lascia imme-diatamente la sua vittima, e serrate le ali, piomba soprail cibo cadente, e quasi sempre lo afferra avanti che siagiunto a toccare la terra o l’acqua. Un tal costume, statomale osservato, e da lontano, valse a questi uccelli negliscorsi tempi il nome di Stercorari, giacchè fu credutoch’essi si nutrissero non del cibo vomitato da’ gabbiani,ma de’ loro escrementi».

Questo svergognato accattonaggio, scrive il Brehm,procaccia agli Stercorari l’odio di tutti gli altri uccellidel paese, i quali però li temono assai, a cagione dellaloro indole sommamente predatrice. Non v’ha infatti unsolo uccello marino che nidifichi presso le loro colonie.

L’episodio più saliente fra tutte le svariate manifesta-zioni del parassitismo animale, è senza dubbio quello

81 SAVI P., Ornitologia toscana, Firenze, 1873-77.

207

Gli Stercorari, quantunque affini ai gabbiani, hannocostumi differenti e ne sono acerrimi nemici. «Amanomolto il pesce, ma siccome», come scrive il Savi81, «onon lo sanno pescare o non vogliono prendersi una talbriga, per procurarselo, si servono di un modo singola-rissimo. Seguono e si aggirano attorno ai branchi de’gabbiani, e, incontrandone alcuno che sembri esser benpasciuto, gli volano addosso ed arditamente incomincia-no ad inquietarlo e percuoterlo col becco. Il gabbiano al-lora, ad oggetto forse di esser più agile nella fuga, forseanche conoscendo il volere del suo temuto nemico, fa ri-salire nel becco quel che avea ammassato nel gozzo, efuori lo rigetta. Lo Stercorario, ciò visto, lascia imme-diatamente la sua vittima, e serrate le ali, piomba soprail cibo cadente, e quasi sempre lo afferra avanti che siagiunto a toccare la terra o l’acqua. Un tal costume, statomale osservato, e da lontano, valse a questi uccelli negliscorsi tempi il nome di Stercorari, giacchè fu credutoch’essi si nutrissero non del cibo vomitato da’ gabbiani,ma de’ loro escrementi».

Questo svergognato accattonaggio, scrive il Brehm,procaccia agli Stercorari l’odio di tutti gli altri uccellidel paese, i quali però li temono assai, a cagione dellaloro indole sommamente predatrice. Non v’ha infatti unsolo uccello marino che nidifichi presso le loro colonie.

L’episodio più saliente fra tutte le svariate manifesta-zioni del parassitismo animale, è senza dubbio quello

81 SAVI P., Ornitologia toscana, Firenze, 1873-77.

207

Page 208: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

che ha per protagonista il Cuculo. Già negli insetti si ri-scontra qualche cosa di simile in un gruppo di api e ve-spe cuculo. Le Criside, dette anche vespe dorate per iloro splendidi colori, appartengono a questa famiglia diimenotteri parassiti, e sono particolarmente note per laloro originale maniera di difendersi: quando cioè si ve-dono in pericolo, si avvolgono a palla come il riccio. Leloro femmine depongono le uova nei nidi di altri ime-notteri, specialmente di quelli scavatori, e le larve chene nascono divorano il cibo collocato dalla provvidamadre per le sue creature, le quali, quando poco dopo sischiudono dalle uova, muoiono affamate.

Come è noto, alcune vespe del genere Sphex hannol’abitudine di deporre un uovo in un buco nel terreno edi collocarvi lì vicino la larva di un insetto narcotizzataper mezzo di una puntura, acciocché la larva, all’uscitadall’uovo, possa trovare carne fresca onde cibarsi. Mabisogna fare i conti anche con queste vespe cuculo, lequali collocano in ciascun nido un proprio uovo; le lorolarve, quando escono, dividono il cibo colle altre, oppu-re in certi casi, essendo dotate di uno sviluppo precoce evenendo al mondo prima delle legittime proprietarie delnido, si cibano anche del loro uovo.

In simil guisa si comportano anche alcune specie diapi. Questi insetti, biologicamente, vanno distinti in so-ciali, solitari e parassiti. Le api parassite depongono leloro uova nei nidi delle specie appartenenti ai due primigruppi; anche la struttura del corpo concorda perfetta-mente col loro tenore di vita. Mancano cioè dell’appara-

208

che ha per protagonista il Cuculo. Già negli insetti si ri-scontra qualche cosa di simile in un gruppo di api e ve-spe cuculo. Le Criside, dette anche vespe dorate per iloro splendidi colori, appartengono a questa famiglia diimenotteri parassiti, e sono particolarmente note per laloro originale maniera di difendersi: quando cioè si ve-dono in pericolo, si avvolgono a palla come il riccio. Leloro femmine depongono le uova nei nidi di altri ime-notteri, specialmente di quelli scavatori, e le larve chene nascono divorano il cibo collocato dalla provvidamadre per le sue creature, le quali, quando poco dopo sischiudono dalle uova, muoiono affamate.

Come è noto, alcune vespe del genere Sphex hannol’abitudine di deporre un uovo in un buco nel terreno edi collocarvi lì vicino la larva di un insetto narcotizzataper mezzo di una puntura, acciocché la larva, all’uscitadall’uovo, possa trovare carne fresca onde cibarsi. Mabisogna fare i conti anche con queste vespe cuculo, lequali collocano in ciascun nido un proprio uovo; le lorolarve, quando escono, dividono il cibo colle altre, oppu-re in certi casi, essendo dotate di uno sviluppo precoce evenendo al mondo prima delle legittime proprietarie delnido, si cibano anche del loro uovo.

In simil guisa si comportano anche alcune specie diapi. Questi insetti, biologicamente, vanno distinti in so-ciali, solitari e parassiti. Le api parassite depongono leloro uova nei nidi delle specie appartenenti ai due primigruppi; anche la struttura del corpo concorda perfetta-mente col loro tenore di vita. Mancano cioè dell’appara-

208

Page 209: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

to raccoglitore e sono meno pelose delle altre; i maschisono più numerosi delle femmine. Queste si vedono dispesso svolazzare attorno ai nidi di altre specie in attesadel momento opportuno, evitando di incontrarsi collapadrona del nido. Alcune non si dànno nemmeno questofastidio, tutt’altro; così, per esempio, se un’Andrena fa-cendo ritorno carica di polline, trova nel suo nido unaNomada parassita, torna indietro, attendendo la partenzadell’usurpatrice. Non si sa se ciò faccia perchè il suopungiglione è troppo piccolo o per dabbenaggine. Se ilparassita ha deposto un uovo, la proprietaria del nido necolloca lo stesso un altro, di modo che di frequente oc-corre vedere in una stessa cella, fra mezzo alla sostanzanutritiva, due uova che appartengono a specie diverse.Siccome l’uovo dell’ape parassita si sviluppa prima, lagiovane Andrena va a morire di fame. Si è osservatoinoltre che le api cuculo frequentano le medesime piantee si nutrono del polline dei fiori prediletti dal rispettivoimenottero ospite.

Ritornando agli uccelli, il loro passaggio al parassiti-smo si riscontra in gradazioni differenti, sino alla formacostante del nostro Cuculo. «Alcune specie Molothrusaffine ai nostri storni», scrive Darwin82, «hanno abitudi-ni parassitiche come il Cuculo. Secondo le notiziedell’Hudson, esimio osservatore, i due sessi del Moloth-rus badius vivono a stormi promiscuamente e talvolta si

82 DARWIN, L’origine delle specie per elezione naturale, trad.,Torino, 1875.

209

to raccoglitore e sono meno pelose delle altre; i maschisono più numerosi delle femmine. Queste si vedono dispesso svolazzare attorno ai nidi di altre specie in attesadel momento opportuno, evitando di incontrarsi collapadrona del nido. Alcune non si dànno nemmeno questofastidio, tutt’altro; così, per esempio, se un’Andrena fa-cendo ritorno carica di polline, trova nel suo nido unaNomada parassita, torna indietro, attendendo la partenzadell’usurpatrice. Non si sa se ciò faccia perchè il suopungiglione è troppo piccolo o per dabbenaggine. Se ilparassita ha deposto un uovo, la proprietaria del nido necolloca lo stesso un altro, di modo che di frequente oc-corre vedere in una stessa cella, fra mezzo alla sostanzanutritiva, due uova che appartengono a specie diverse.Siccome l’uovo dell’ape parassita si sviluppa prima, lagiovane Andrena va a morire di fame. Si è osservatoinoltre che le api cuculo frequentano le medesime piantee si nutrono del polline dei fiori prediletti dal rispettivoimenottero ospite.

Ritornando agli uccelli, il loro passaggio al parassiti-smo si riscontra in gradazioni differenti, sino alla formacostante del nostro Cuculo. «Alcune specie Molothrusaffine ai nostri storni», scrive Darwin82, «hanno abitudi-ni parassitiche come il Cuculo. Secondo le notiziedell’Hudson, esimio osservatore, i due sessi del Moloth-rus badius vivono a stormi promiscuamente e talvolta si

82 DARWIN, L’origine delle specie per elezione naturale, trad.,Torino, 1875.

209

Page 210: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

accoppiano. Qualche volta si costruiscono un proprionido, altre volte ne scelgono uno che appartiene ad unaltro uccello, e espellono la nidiata. Questi uccelli de-pongono le loro uova ora nel nido così appropriatosi,ora, cosa molto strana, se ne costruiscono uno proprio,che sovrappongono a quello. Inoltre, generalmente, co-vano da sè le uova, ed alimentano i propri giovani. Mal’Hudson crede probabile che occasionalmente vivanoparassitici, avendo osservato i pulcini di questa speciementre seguivano uccelli vecchi di un’altra specie e in-vocavano da essi il nutrimento. Le abitudini parassitichedi un’altra specie, del Mol. bonariensis, sono assai piùsviluppate che quelle del primo; ma sono ancor lontanedall’essere perfette. A quanto si sa, questo uccello mettele sue uova invariabilmente nel nido altrui; ma è rimar-chevole che parecchi di essi incominciano talvolta a co-struirne uno proprio, irregolare, fuori di tempo, in luogosingolarmente poco adattato, per esempio nelle foglie diun grande cardo. Essi però, come Hudson ha potuto rile-vare, non finiscono mai da sè il nido. Spesso mettonomolte uova (da quindici a venti) nello stesso nido, di cuisolo poche o nessuna vengono covate. Lasciano anchecadere molte uova sul nudo terreno, che per conseguen-za vengono distrutte. Una terza specie, il Mol. pecorisdell’America settentrionale, ha acquistato perfettamentegli istinti del Cuculo, giacchè non depone mai più cheun uovo in nido straniero, così che il pulcino viene cer-tamente allevato».

210

accoppiano. Qualche volta si costruiscono un proprionido, altre volte ne scelgono uno che appartiene ad unaltro uccello, e espellono la nidiata. Questi uccelli de-pongono le loro uova ora nel nido così appropriatosi,ora, cosa molto strana, se ne costruiscono uno proprio,che sovrappongono a quello. Inoltre, generalmente, co-vano da sè le uova, ed alimentano i propri giovani. Mal’Hudson crede probabile che occasionalmente vivanoparassitici, avendo osservato i pulcini di questa speciementre seguivano uccelli vecchi di un’altra specie e in-vocavano da essi il nutrimento. Le abitudini parassitichedi un’altra specie, del Mol. bonariensis, sono assai piùsviluppate che quelle del primo; ma sono ancor lontanedall’essere perfette. A quanto si sa, questo uccello mettele sue uova invariabilmente nel nido altrui; ma è rimar-chevole che parecchi di essi incominciano talvolta a co-struirne uno proprio, irregolare, fuori di tempo, in luogosingolarmente poco adattato, per esempio nelle foglie diun grande cardo. Essi però, come Hudson ha potuto rile-vare, non finiscono mai da sè il nido. Spesso mettonomolte uova (da quindici a venti) nello stesso nido, di cuisolo poche o nessuna vengono covate. Lasciano anchecadere molte uova sul nudo terreno, che per conseguen-za vengono distrutte. Una terza specie, il Mol. pecorisdell’America settentrionale, ha acquistato perfettamentegli istinti del Cuculo, giacchè non depone mai più cheun uovo in nido straniero, così che il pulcino viene cer-tamente allevato».

210

Page 211: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

Osservazioni recenti hanno messo sempre più in chia-ro l’imperfetta abitudine parassitica di questi uccelli.Bendire83 riferisce che talvolta il numero delle uova de-poste dagli stessi in un sol nido rende impossibilel’incubazione. Egli trovò in un nido di Milvulus tyran-nus 47 uova, delle quali solo dodici appartenevano alproprietario del nido. Inoltre, non di rado avviene cheentrambi i sessi distruggano col becco tutte le uova chesi trovano nel nido, non rispettando neppur quelle dellapropria specie. Bendire ha potuto ripetutamente osserva-re che dopo che una femmina di Molothrus aveva depo-sto un uovo in un nido straniero, il maschio vi si collo-cava sopra e distruggeva a colpi di becco tutte le uova,non risparmiando neppure quelle della sua compagna. Èstrano poi che in questi uccelli la deposizione delle uovasi continui per un periodo molto lungo; è probabile checiò stia in relazione coi loro costumi. Dal principio disettembre sino alla fine di gennaio, i maschi continuanoad amoreggiare colle femmine e queste a deporre uova.Secondo Bendire, ogni femmina depone in quella sta-gione dalle sessanta alle cento uova. I genitori adottivi,qualora ciò sia loro possibile per il numero non esorbi-tante di uova, prodigano ai loro pupilli le cure che pro-digherebbero ai loro figli.

Uno degli uccelli sul quale si è fatto forse il maggiornumero di osservazioni e che ha attirata in sommo grado

83 BENDIRE CH., The Cowbirds, “Ann. Rep. of the SmithsonianInst.”, Washington, 1895.

211

Osservazioni recenti hanno messo sempre più in chia-ro l’imperfetta abitudine parassitica di questi uccelli.Bendire83 riferisce che talvolta il numero delle uova de-poste dagli stessi in un sol nido rende impossibilel’incubazione. Egli trovò in un nido di Milvulus tyran-nus 47 uova, delle quali solo dodici appartenevano alproprietario del nido. Inoltre, non di rado avviene cheentrambi i sessi distruggano col becco tutte le uova chesi trovano nel nido, non rispettando neppur quelle dellapropria specie. Bendire ha potuto ripetutamente osserva-re che dopo che una femmina di Molothrus aveva depo-sto un uovo in un nido straniero, il maschio vi si collo-cava sopra e distruggeva a colpi di becco tutte le uova,non risparmiando neppure quelle della sua compagna. Èstrano poi che in questi uccelli la deposizione delle uovasi continui per un periodo molto lungo; è probabile checiò stia in relazione coi loro costumi. Dal principio disettembre sino alla fine di gennaio, i maschi continuanoad amoreggiare colle femmine e queste a deporre uova.Secondo Bendire, ogni femmina depone in quella sta-gione dalle sessanta alle cento uova. I genitori adottivi,qualora ciò sia loro possibile per il numero non esorbi-tante di uova, prodigano ai loro pupilli le cure che pro-digherebbero ai loro figli.

Uno degli uccelli sul quale si è fatto forse il maggiornumero di osservazioni e che ha attirata in sommo grado

83 BENDIRE CH., The Cowbirds, “Ann. Rep. of the SmithsonianInst.”, Washington, 1895.

211

Page 212: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

l’attenzione dei biologi è il Cuculo. Ciò non ostantecontinuano le dispute e le discussioni su quest’uccello,che sa così bene infischiarsi dei naturalisti, facendo loroversare dei fiumi d’inchiostro. Il Cuculo è diffuso in tut-te le regioni dell’Europa, dell’Asia e dell’Africa, dallaSiberia e dalla Cina sino al Portogallo e al Marocco. Tragl’italiani, il Savi è quello che ci ha dato la più bella de-scrizione dei costumi di questi uccelli, ch’io non mi sotrattenere dal riportare almeno in parte.

«La femmina, dovendo partorire», scrive il Savi, «de-posita un uovo sull’erba delicata di un prato, o sopra laborraccina; poi, avendolo preso e nascosto nell’internodella sua larga bocca, volando, va a depositarlo nel nidodi qualche piccolo uccello che prima avea prescelto, e lopone accanto alle uova che quello già conteneva. Secon-do le osservazioni del signor Bettoni, qualche volta,benchè raramente, ne pone due in uno stesso nido; difat-ti esso asserisce di aver trovate due uova di Cuculo inun nido di Lodola. Per il solito i nidi preferiti sono quel-li di Pettirosso, Capinera, Strisciaiola, Sterpazzola, Ver-la, Tordi, Luì, Re di macchia, Peppola, Zigolo, Lodole,ecc., quasi sempre però di uccelli insettivori. Dopo unintervallo, che è assai lungo e vario, e ciò supponesi chesia una delle cause per cui i Cuculi non fabbricano da sèstessi il nido, va a depositare un secondo uovo in altronido, e così seguita a ripetere quest’operazione fino ache non abbia terminato di collocare tutta la sua covata,la quale ordinariamente è di cinque o sei uova e che, se-

212

l’attenzione dei biologi è il Cuculo. Ciò non ostantecontinuano le dispute e le discussioni su quest’uccello,che sa così bene infischiarsi dei naturalisti, facendo loroversare dei fiumi d’inchiostro. Il Cuculo è diffuso in tut-te le regioni dell’Europa, dell’Asia e dell’Africa, dallaSiberia e dalla Cina sino al Portogallo e al Marocco. Tragl’italiani, il Savi è quello che ci ha dato la più bella de-scrizione dei costumi di questi uccelli, ch’io non mi sotrattenere dal riportare almeno in parte.

«La femmina, dovendo partorire», scrive il Savi, «de-posita un uovo sull’erba delicata di un prato, o sopra laborraccina; poi, avendolo preso e nascosto nell’internodella sua larga bocca, volando, va a depositarlo nel nidodi qualche piccolo uccello che prima avea prescelto, e lopone accanto alle uova che quello già conteneva. Secon-do le osservazioni del signor Bettoni, qualche volta,benchè raramente, ne pone due in uno stesso nido; difat-ti esso asserisce di aver trovate due uova di Cuculo inun nido di Lodola. Per il solito i nidi preferiti sono quel-li di Pettirosso, Capinera, Strisciaiola, Sterpazzola, Ver-la, Tordi, Luì, Re di macchia, Peppola, Zigolo, Lodole,ecc., quasi sempre però di uccelli insettivori. Dopo unintervallo, che è assai lungo e vario, e ciò supponesi chesia una delle cause per cui i Cuculi non fabbricano da sèstessi il nido, va a depositare un secondo uovo in altronido, e così seguita a ripetere quest’operazione fino ache non abbia terminato di collocare tutta la sua covata,la quale ordinariamente è di cinque o sei uova e che, se-

212

Page 213: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

condo asserisce Bettoni, hanno un colore analogo aquello dell’uovo nel cui nido son poste».

Fig. 46. – Un giovane Cuculo nutritoda una coppia di cutrettole.

F. Prevost, del Museo di Storia Naturale di Parigi,crede esser causa nella specie del Cuculo del provvederecon quell’eccezionale maniera all’incubazione delle pro-prie uova, la sovrabbondanza del numero dei maschi suquello delle femmine, per cui queste, onde soddisfare aibisogni di numerosi maschi, conviene sieno poliandre, ilche rendendo loro impossibile non tanto d’accudire allacostruzione dei nidi, ma più specialmente di trattenersi a

213

condo asserisce Bettoni, hanno un colore analogo aquello dell’uovo nel cui nido son poste».

Fig. 46. – Un giovane Cuculo nutritoda una coppia di cutrettole.

F. Prevost, del Museo di Storia Naturale di Parigi,crede esser causa nella specie del Cuculo del provvederecon quell’eccezionale maniera all’incubazione delle pro-prie uova, la sovrabbondanza del numero dei maschi suquello delle femmine, per cui queste, onde soddisfare aibisogni di numerosi maschi, conviene sieno poliandre, ilche rendendo loro impossibile non tanto d’accudire allacostruzione dei nidi, ma più specialmente di trattenersi a

213

Page 214: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

covare le proprie uova, le obbliga a depositarle ne’ nidialtrui e affidarle alle cure di altre femmine.

Invece le poche femmine fermatesi nel paese nonprendono in alcun luogo stabile domicilio, ma dall’unoall’altro passano, per poco, in ciascuno, trattenendosicioè solo quel tempo che trascorre fra la partorizionedelle loro uova e la deposizione di queste ne’ nidi stra-nieri (fig. 46).

Le uova del Cuculo sono assai piccole in confrontodella mole dell’uccello, essendo di poco più grandi diquelle di un fringuello. La femmina depone le uova adintervalli che variano e dipendono probabilmentedall’età della madre. Alcuni naturalisti ritengono che ciòavvenga ogni sette o otto giorni, altri invece fissano unintervallo minore. Si sono trovate le uova del Cuculo inpiù di settanta nidi di diversi cantatori, poche specieperò ne godono la preferenza. Tra questi, ad esempio, ilBrehm non cita la rondine. Stöffel84 scrive che in unpaese della Germania meridionale si trovarono due gio-vani rondini fuori del nido sul terreno; credendo ad unacaduta accidentale, furono rimesse a posto, ma il giornodopo esse giacevano morte a terra. Esaminato il nido, visi trovò nell’interno un giovine Cuculo, causa di questomisfatto, il quale veniva ugualmente nutrito con granpremura dai genitori adottivi, che, data la loro piccola

84 STÖFFEL L., Ein junger Kuckuck in einem Schwalbennesteim Schlafzimmer eines Bauernhauses, “Kosmos”, Stuttgart, 1910.

214

covare le proprie uova, le obbliga a depositarle ne’ nidialtrui e affidarle alle cure di altre femmine.

Invece le poche femmine fermatesi nel paese nonprendono in alcun luogo stabile domicilio, ma dall’unoall’altro passano, per poco, in ciascuno, trattenendosicioè solo quel tempo che trascorre fra la partorizionedelle loro uova e la deposizione di queste ne’ nidi stra-nieri (fig. 46).

Le uova del Cuculo sono assai piccole in confrontodella mole dell’uccello, essendo di poco più grandi diquelle di un fringuello. La femmina depone le uova adintervalli che variano e dipendono probabilmentedall’età della madre. Alcuni naturalisti ritengono che ciòavvenga ogni sette o otto giorni, altri invece fissano unintervallo minore. Si sono trovate le uova del Cuculo inpiù di settanta nidi di diversi cantatori, poche specieperò ne godono la preferenza. Tra questi, ad esempio, ilBrehm non cita la rondine. Stöffel84 scrive che in unpaese della Germania meridionale si trovarono due gio-vani rondini fuori del nido sul terreno; credendo ad unacaduta accidentale, furono rimesse a posto, ma il giornodopo esse giacevano morte a terra. Esaminato il nido, visi trovò nell’interno un giovine Cuculo, causa di questomisfatto, il quale veniva ugualmente nutrito con granpremura dai genitori adottivi, che, data la loro piccola

84 STÖFFEL L., Ein junger Kuckuck in einem Schwalbennesteim Schlafzimmer eines Bauernhauses, “Kosmos”, Stuttgart, 1910.

214

Page 215: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

mole, penetravano con tutta la testa nelle fauci del gio-vane Cuculo.

La femmina del Cuculo non depone mai più di unuovo nel medesimo nido e solo quando questo contengagià qualche uovo della legittima proprietaria. Nei raricasi in cui se ne rinvennero due, ciò fu opera senza dub-bio di femmine diverse. Ienner vide due Cuculi nel me-desimo nido d’una capinera e potè osservare come que-sti si disputassero il possesso del nido, con una lotta perlungo tempo rimasta indecisa, ma che finì colla vittoriadel più grosso, che mise alla porta il suo rivale gettando-lo fuori del nido. Gli uccelli che conoscono la minacciadella vicinanza d’un Cuculo, quando sentono il noto gri-do, cercano tutti i mezzi per dissuaderlo dal deporrel’uovo nel proprio nido, gli svolazzano attorno, e pareche cerchino anche di ferirlo, per costringerlo ad allon-tanarsi; per questo il Cuculo si avvicina di solito concautela ai nidi altrui, cercando di fare meno rumore chesia possibile. Ed è strano come odiando il Cuculo ne al-levino con gran cura la sua prole. Si credeva che il Cu-culo, per trar maggiormente in inganno i genitori adotti-vi, deponesse le sue uova di ugual forma e colore diquelle dei padroni del nido. Recenti osservazioni hannosfatato questa leggenda; sembra invece accertato, che disolito la femmina del Cuculo cerca di deporre le proprieuova sempre nel nido di una sola specie di uccelli, cer-tuni anzi credono di quella specie nella quale è stato al-levato, supposizione d’altro canto assai difficile da con-trollarsi.

215

mole, penetravano con tutta la testa nelle fauci del gio-vane Cuculo.

La femmina del Cuculo non depone mai più di unuovo nel medesimo nido e solo quando questo contengagià qualche uovo della legittima proprietaria. Nei raricasi in cui se ne rinvennero due, ciò fu opera senza dub-bio di femmine diverse. Ienner vide due Cuculi nel me-desimo nido d’una capinera e potè osservare come que-sti si disputassero il possesso del nido, con una lotta perlungo tempo rimasta indecisa, ma che finì colla vittoriadel più grosso, che mise alla porta il suo rivale gettando-lo fuori del nido. Gli uccelli che conoscono la minacciadella vicinanza d’un Cuculo, quando sentono il noto gri-do, cercano tutti i mezzi per dissuaderlo dal deporrel’uovo nel proprio nido, gli svolazzano attorno, e pareche cerchino anche di ferirlo, per costringerlo ad allon-tanarsi; per questo il Cuculo si avvicina di solito concautela ai nidi altrui, cercando di fare meno rumore chesia possibile. Ed è strano come odiando il Cuculo ne al-levino con gran cura la sua prole. Si credeva che il Cu-culo, per trar maggiormente in inganno i genitori adotti-vi, deponesse le sue uova di ugual forma e colore diquelle dei padroni del nido. Recenti osservazioni hannosfatato questa leggenda; sembra invece accertato, che disolito la femmina del Cuculo cerca di deporre le proprieuova sempre nel nido di una sola specie di uccelli, cer-tuni anzi credono di quella specie nella quale è stato al-levato, supposizione d’altro canto assai difficile da con-trollarsi.

215

Page 216: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

È certo che quest’abitudine parassitica del Cuculo èdovuta ad un adattamento, avvenuto in quest’animaleper cause che in gran parte ci sono ignote. Probabilmen-te, scrive il Laloy85, quest’uccello seguiva le truppe deiruminanti estinti europei, come faceva una volta il Mo-lotro pei bisonti. Questa abitudine dipende anche dalladeposizione delle uova, che si sussegue a lunghi inter-valli, di modo che le femmine non potrebbero covar leultime e contemporaneamente provvedere al sostenta-mento dei primi nati. Bisogna infine aggiungere la vora-cità dei maschi, che non si peritano di distruggere anchele proprie uova, il che sarebbe stato, avendo un proprionido, un ostacolo alla loro riproduzione. Darwin, traen-do argomento dai costumi del Cuculo americano, il qua-le solo raramente depone le proprie uova nei nidi di altriuccelli, scriveva: «Supponendo che l’antico progenitoredel nostro Cuculo d’Europa avesse le abitudini del Cu-culo americano e se il vecchio Cuculo da questa abitudi-ne accidentale avesse tratto profitto per migrare più pre-sto, o in altro modo; oppure se il Cuculo giovane in sè-guito al traviato istinto materno di un’altra specie fossedivenuto più robusto che non sotto le cure della propriamadre, la quale era sopraccaricata dalla cura contempo-ranea per le uova e pei figli giovani di diversa età, ne sa-rebbe derivato un vantaggio, o per i genitori o per i gio-vani nutriti a spese di altri uccelli. L’analogia mi indur-

85 LALOY L., L'origine de l'instinct du Coucou, “La Nature”,Paris, 1901.

216

È certo che quest’abitudine parassitica del Cuculo èdovuta ad un adattamento, avvenuto in quest’animaleper cause che in gran parte ci sono ignote. Probabilmen-te, scrive il Laloy85, quest’uccello seguiva le truppe deiruminanti estinti europei, come faceva una volta il Mo-lotro pei bisonti. Questa abitudine dipende anche dalladeposizione delle uova, che si sussegue a lunghi inter-valli, di modo che le femmine non potrebbero covar leultime e contemporaneamente provvedere al sostenta-mento dei primi nati. Bisogna infine aggiungere la vora-cità dei maschi, che non si peritano di distruggere anchele proprie uova, il che sarebbe stato, avendo un proprionido, un ostacolo alla loro riproduzione. Darwin, traen-do argomento dai costumi del Cuculo americano, il qua-le solo raramente depone le proprie uova nei nidi di altriuccelli, scriveva: «Supponendo che l’antico progenitoredel nostro Cuculo d’Europa avesse le abitudini del Cu-culo americano e se il vecchio Cuculo da questa abitudi-ne accidentale avesse tratto profitto per migrare più pre-sto, o in altro modo; oppure se il Cuculo giovane in sè-guito al traviato istinto materno di un’altra specie fossedivenuto più robusto che non sotto le cure della propriamadre, la quale era sopraccaricata dalla cura contempo-ranea per le uova e pei figli giovani di diversa età, ne sa-rebbe derivato un vantaggio, o per i genitori o per i gio-vani nutriti a spese di altri uccelli. L’analogia mi indur-

85 LALOY L., L'origine de l'instinct du Coucou, “La Nature”,Paris, 1901.

216

Page 217: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

rebbe a credere che gli uccelletti così allevati, sarebberoatti a seguire per eredità l’accidentale e aberrante abitu-dine della loro madre; e alla loro volta diverrebbero ca-paci di depositare le uova nei nidi degli altri uccelli eriescirebbero in questo modo ad allevare una prole piùrobusta. Per un continuo processo di tal fatta, credo cheil singolare istinto del nostro Cuculo possa essersi for-mato. È stato anche recentemente e per sufficienti ragio-ni sostenuto da Adolfo Müller, che il Cuculo depone oc-casionalmente le sue uova sul nudo terreno, le cova, enutre i pulcini; questo raro e interessante fenomeno èprobabilmente un ritorno all’istinto originario di nidifi-cazione da lungo tempo perduto».

Ad ogni modo nel Cuculo noi possiamo vedere unodegli adattamenti più curiosi, che hanno salvato questouccello da una completa estinzione; solo il parassitismolo ha potuto conservare nel novero delle specie viventi.

217

rebbe a credere che gli uccelletti così allevati, sarebberoatti a seguire per eredità l’accidentale e aberrante abitu-dine della loro madre; e alla loro volta diverrebbero ca-paci di depositare le uova nei nidi degli altri uccelli eriescirebbero in questo modo ad allevare una prole piùrobusta. Per un continuo processo di tal fatta, credo cheil singolare istinto del nostro Cuculo possa essersi for-mato. È stato anche recentemente e per sufficienti ragio-ni sostenuto da Adolfo Müller, che il Cuculo depone oc-casionalmente le sue uova sul nudo terreno, le cova, enutre i pulcini; questo raro e interessante fenomeno èprobabilmente un ritorno all’istinto originario di nidifi-cazione da lungo tempo perduto».

Ad ogni modo nel Cuculo noi possiamo vedere unodegli adattamenti più curiosi, che hanno salvato questouccello da una completa estinzione; solo il parassitismolo ha potuto conservare nel novero delle specie viventi.

217

Page 218: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

CAPITOLO IX.I vantaggi del parassitismo.

La lotta naturale.

Parassiti benefici. – L’iperparassitismo. – I parassiti della cavola -ia. – La tignola dell’uva e i suoi nemici naturali. – Le peregri -nazioni di un entomologo. – I miracoli della Prospaltella. – Lalotta naturale e la zootecnia.

Dopo aver considerato tutto il male che i parassiti ar-recano all’ospite, ben volentieri mi accingo a riabilitarein parte questi esseri invisi, tollerati per forza dall’uomoe dagli altri animali. E dirò brevemente della grande im-portanza ch’essi hanno nell’equilibrio delle specie e deivantaggi ch’essi indirettamente arrecano all’uomo coldistruggere una gran quantità di insetti dannosi. Negliultimi anni, questo capitolo si è arricchito di interessan-tissime osservazioni, le quali, ristrette da prima nellabreve cerchia di pochi biologi, hanno finito col passaredal campo dell’indagine dei laboratori in quello pratico

218

CAPITOLO IX.I vantaggi del parassitismo.

La lotta naturale.

Parassiti benefici. – L’iperparassitismo. – I parassiti della cavola -ia. – La tignola dell’uva e i suoi nemici naturali. – Le peregri -nazioni di un entomologo. – I miracoli della Prospaltella. – Lalotta naturale e la zootecnia.

Dopo aver considerato tutto il male che i parassiti ar-recano all’ospite, ben volentieri mi accingo a riabilitarein parte questi esseri invisi, tollerati per forza dall’uomoe dagli altri animali. E dirò brevemente della grande im-portanza ch’essi hanno nell’equilibrio delle specie e deivantaggi ch’essi indirettamente arrecano all’uomo coldistruggere una gran quantità di insetti dannosi. Negliultimi anni, questo capitolo si è arricchito di interessan-tissime osservazioni, le quali, ristrette da prima nellabreve cerchia di pochi biologi, hanno finito col passaredal campo dell’indagine dei laboratori in quello pratico

218

Page 219: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

dell’agricoltura, apportando sorprendenti e benefici ri-sultati. E siccome la lotta naturale applicata in simil gui-sa con criteri pratico-scientifici è appena in sull’inizio,chi sa quali sorprese essa ci arrecherà nel futuro.

Fig. 47. – Una vespa parassita, che depone le uova at-traverso il terreno, nella larva di un insetto (da HESSE).

Una grande importanza nell’equilibrio delle specieviene giustamente attribuita ai così detti insetti endofagi,vale a dire a quel gruppo composto per lo più di imenot-teri parassiti, i quali, depongono, mediante il loro acutoovopositore, le uova nel corpo di altri insetti; le piccolelarve che si schiudono nel loro interno, si cibano a pocoa poco dell’ospite, causando la sua morte. Il curiosomodo di questi insetti, di provvedere cioè in simile guisaalla nascita e allo sviluppo della prole, è stato per la pri-

219

dell’agricoltura, apportando sorprendenti e benefici ri-sultati. E siccome la lotta naturale applicata in simil gui-sa con criteri pratico-scientifici è appena in sull’inizio,chi sa quali sorprese essa ci arrecherà nel futuro.

Fig. 47. – Una vespa parassita, che depone le uova at-traverso il terreno, nella larva di un insetto (da HESSE).

Una grande importanza nell’equilibrio delle specieviene giustamente attribuita ai così detti insetti endofagi,vale a dire a quel gruppo composto per lo più di imenot-teri parassiti, i quali, depongono, mediante il loro acutoovopositore, le uova nel corpo di altri insetti; le piccolelarve che si schiudono nel loro interno, si cibano a pocoa poco dell’ospite, causando la sua morte. Il curiosomodo di questi insetti, di provvedere cioè in simile guisaalla nascita e allo sviluppo della prole, è stato per la pri-

219

Page 220: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

ma volta osservato e descritto dal Vallisnieri, e poi arric-chito di nuove interessanti osservazioni dal Rondani, ilquale dimostrò il vantaggio apportato all’uomo da que-sti insetti, che chiamò endofagi. È necessario che gliagricoltori, in modo speciale, conoscano questi loro pre-ziosi alleati, che rappresentano un coefficiente impor-tantissimo nella maggior parte delle colture, poichè allo-ra soltanto essi potranno abbandonare errori e idee vec-chie, in una collaborazione che è della massima impor-tanza economica.

Gl’insetti sui quali si sono fatte le prime osservazioni,appartengono al gruppo degli Icneumonidi, delle piccolevespine, le quali, compiuta la metamorfosi e celebrate ingran fretta le loro nozze, vanno continuamente in cercadell’insetto, nella maggior parte dei casi, della larva, chedovrà servire come futura culla e pasto della loro prole.Alcuni hanno bisogno di un ospite determinato, altri in-vece si giovano anche di altri insetti, più o meno affini.Una volta che l’hanno trovato vi si collocano sopra, pernulla spaventati dalla mole e dalle mosse dell’insetto,che non di rado cerca di liberarsene, e vi infiggono illoro ovopositore in forma di un sottile tubetto, attraver-so il quale passano le microscopiche uova che si sgrana-no dai loro organi sessuali ed entrano così in quella nuo-va dimora, per incominciare una vita propria (fig. 47).Le piccole larve, che poco dopo escono dall’involucrodell’uovo, attaccano ben presto il cibo succulento, costi-tuito da prima dal grasso dell’insetto, e poi vanno nu-trendosi anche degli altri organi, così che l’insetto, a

220

ma volta osservato e descritto dal Vallisnieri, e poi arric-chito di nuove interessanti osservazioni dal Rondani, ilquale dimostrò il vantaggio apportato all’uomo da que-sti insetti, che chiamò endofagi. È necessario che gliagricoltori, in modo speciale, conoscano questi loro pre-ziosi alleati, che rappresentano un coefficiente impor-tantissimo nella maggior parte delle colture, poichè allo-ra soltanto essi potranno abbandonare errori e idee vec-chie, in una collaborazione che è della massima impor-tanza economica.

Gl’insetti sui quali si sono fatte le prime osservazioni,appartengono al gruppo degli Icneumonidi, delle piccolevespine, le quali, compiuta la metamorfosi e celebrate ingran fretta le loro nozze, vanno continuamente in cercadell’insetto, nella maggior parte dei casi, della larva, chedovrà servire come futura culla e pasto della loro prole.Alcuni hanno bisogno di un ospite determinato, altri in-vece si giovano anche di altri insetti, più o meno affini.Una volta che l’hanno trovato vi si collocano sopra, pernulla spaventati dalla mole e dalle mosse dell’insetto,che non di rado cerca di liberarsene, e vi infiggono illoro ovopositore in forma di un sottile tubetto, attraver-so il quale passano le microscopiche uova che si sgrana-no dai loro organi sessuali ed entrano così in quella nuo-va dimora, per incominciare una vita propria (fig. 47).Le piccole larve, che poco dopo escono dall’involucrodell’uovo, attaccano ben presto il cibo succulento, costi-tuito da prima dal grasso dell’insetto, e poi vanno nu-trendosi anche degli altri organi, così che l’insetto, a

220

Page 221: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

poco a poco distrutto, non può più resistere e muore.Compiuto lo stadio larvale e consumata la mensa abbon-dante, le larve escono dall’involucro dell’ospite, filan-dosi un bozzolo (fig. 48) e trasformandosi in crisalide,per poi uscirne sotto forma di insetto perfetto. Il quale,avvenuta la fecondazione, va in cerca di nuove vittime,ed essendo esse in gran parte rappresentate da insettidannosi alle piante, la loro distruzione ridonda di granvantaggio all’agricoltura.

Fig. 48. – Il bruco di una farfalla con lecrisalidi di un imenottero parassita (daHESSE).

221

poco a poco distrutto, non può più resistere e muore.Compiuto lo stadio larvale e consumata la mensa abbon-dante, le larve escono dall’involucro dell’ospite, filan-dosi un bozzolo (fig. 48) e trasformandosi in crisalide,per poi uscirne sotto forma di insetto perfetto. Il quale,avvenuta la fecondazione, va in cerca di nuove vittime,ed essendo esse in gran parte rappresentate da insettidannosi alle piante, la loro distruzione ridonda di granvantaggio all’agricoltura.

Fig. 48. – Il bruco di una farfalla con lecrisalidi di un imenottero parassita (daHESSE).

221

Page 222: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

Gli studiosi degli Imenotteri parassiti si sono doman-dati se essi rispettino, e fino a qual punto, gli organi es-senziali dell’ospite. «Io ritengo», scrive il Grandori86,«che debbasi ammettere come regola generale che i pa-rassiti sono così bene adattati all’ambiente, da rispettaregli organi vitali dell’ospite finchè la vita dell’ospite ènecessaria al loro sviluppo. È evidente che se essi lo uc-cidessero precocemente dovrebbero soccombere; ed èsoltanto dopo un adattamento completo a questa condi-zione di rispettare la vita dell’ospite, che fu possibile lasopravvivenza di tali imenotteri divenuti parassiti».

È straordinario l'accanimento e la perseveranza concui queste provvide madri raggiungono il loro scopo.Una piccola vespa (Agriotypus armatus) svolazza lungol’orlo dei ruscelli, sul fondo dei quali vivono le larvedelle Friganee. Adocchiatane una, veloce si immergenell’acqua, facendo passare nel suo corpo le uova. Lelarve di molti coleotteri che vivono nel legno sono pureassaliti da queste madri, le quali con un intuito specialesanno le posizioni da essi occupate, e, forando col loroacuto ovopositore il legno, fanno arrivare le uova inquei reconditi nascondigli; lo stesso dicasi delle larveche dimorano nelle galle.

Di fronte a questa incessante distruzione di una specieprefissa, qualcuno potrebbe giustamente obiettare chealla fine l’animale ospite dovrebbe scomparire comple-

86 GRANDORI R., Contributo all’embriologia e alla biologiadell’“Apanteles glomeratus”, “Redia Vol. VII, Firenze, 1911.

222

Gli studiosi degli Imenotteri parassiti si sono doman-dati se essi rispettino, e fino a qual punto, gli organi es-senziali dell’ospite. «Io ritengo», scrive il Grandori86,«che debbasi ammettere come regola generale che i pa-rassiti sono così bene adattati all’ambiente, da rispettaregli organi vitali dell’ospite finchè la vita dell’ospite ènecessaria al loro sviluppo. È evidente che se essi lo uc-cidessero precocemente dovrebbero soccombere; ed èsoltanto dopo un adattamento completo a questa condi-zione di rispettare la vita dell’ospite, che fu possibile lasopravvivenza di tali imenotteri divenuti parassiti».

È straordinario l'accanimento e la perseveranza concui queste provvide madri raggiungono il loro scopo.Una piccola vespa (Agriotypus armatus) svolazza lungol’orlo dei ruscelli, sul fondo dei quali vivono le larvedelle Friganee. Adocchiatane una, veloce si immergenell’acqua, facendo passare nel suo corpo le uova. Lelarve di molti coleotteri che vivono nel legno sono pureassaliti da queste madri, le quali con un intuito specialesanno le posizioni da essi occupate, e, forando col loroacuto ovopositore il legno, fanno arrivare le uova inquei reconditi nascondigli; lo stesso dicasi delle larveche dimorano nelle galle.

Di fronte a questa incessante distruzione di una specieprefissa, qualcuno potrebbe giustamente obiettare chealla fine l’animale ospite dovrebbe scomparire comple-

86 GRANDORI R., Contributo all’embriologia e alla biologiadell’“Apanteles glomeratus”, “Redia Vol. VII, Firenze, 1911.

222

Page 223: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

tamente, il che provocherebbe poi anche l’estinzione delsuo parassita. In realtà la natura previdente ha saputoprevenire anche questo coll’aumentare, nel caso in cui ilnumero dei parassiti sia assai grande, le nascite dei ma-schi in confronto delle femmine; ne deriva così chel’anno successivo il numero delle uova deposte è dimi-nuito assai. Pare che qualcosa di simile si manifesti an-che nella società umana, se è vero, come parecchi de-mografi sostengono, che dopo guerre sanguinose, comequelle napoleoniche, la percentuale dei nati maschi su-pera di gran lunga quella delle femmine, acciò di ristabi-lire la proporzione normale; ciò si sarebbe verificato an-che nel Giappone dopo la guerra recente colla Russia.

Il parassitismo va complicandosi in certi casi, nel cosìdetto iperparassitismo. Alcuni di questi piccoli imenot-teri depongono le uova nelle larve parassite mentre sitrovano nell’interno dell’ospite, così che esse si trovanocome in due astucci: la larva parassita della quale si nu-trono, e l’ospite che ha fornito di nutrimento la successi-va vittima. Ciò ad esempio nel Tetrastico (Tetrastichusrapo), che depone le sue uova nella larva dell’Erinnia,mentre quest’ultima si trova ancora nella larva viva del-la Galerucella, un coleottero parassita dell’Olmo87. Lostesso avviene da parte dell'Eutelus mediterraneus, unapiccola vespa, la quale attacca le larve e le ninfe diun’altra vespa (Ageniaspis fuscicollis) quando ormai

87 SILVESTRI G., Contribuzioni alla conoscenza degli insettidannosi e dei loro simbionti, Portici, 1910.

223

tamente, il che provocherebbe poi anche l’estinzione delsuo parassita. In realtà la natura previdente ha saputoprevenire anche questo coll’aumentare, nel caso in cui ilnumero dei parassiti sia assai grande, le nascite dei ma-schi in confronto delle femmine; ne deriva così chel’anno successivo il numero delle uova deposte è dimi-nuito assai. Pare che qualcosa di simile si manifesti an-che nella società umana, se è vero, come parecchi de-mografi sostengono, che dopo guerre sanguinose, comequelle napoleoniche, la percentuale dei nati maschi su-pera di gran lunga quella delle femmine, acciò di ristabi-lire la proporzione normale; ciò si sarebbe verificato an-che nel Giappone dopo la guerra recente colla Russia.

Il parassitismo va complicandosi in certi casi, nel cosìdetto iperparassitismo. Alcuni di questi piccoli imenot-teri depongono le uova nelle larve parassite mentre sitrovano nell’interno dell’ospite, così che esse si trovanocome in due astucci: la larva parassita della quale si nu-trono, e l’ospite che ha fornito di nutrimento la successi-va vittima. Ciò ad esempio nel Tetrastico (Tetrastichusrapo), che depone le sue uova nella larva dell’Erinnia,mentre quest’ultima si trova ancora nella larva viva del-la Galerucella, un coleottero parassita dell’Olmo87. Lostesso avviene da parte dell'Eutelus mediterraneus, unapiccola vespa, la quale attacca le larve e le ninfe diun’altra vespa (Ageniaspis fuscicollis) quando ormai

87 SILVESTRI G., Contribuzioni alla conoscenza degli insettidannosi e dei loro simbionti, Portici, 1910.

223

Page 224: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

questa ha ridotto alla semplice spoglia la larva o la cri-salide della Tignola dell’olivo.

«Sono forme solo più sagaci in questo», scrive il Ber-lese88, «che mentre il parassita endofago primario si ac-contenta di saper deporre il suo uovo entro il corpo diuna vittima, quello iperparassita o secondario sa depor-lo, attraverso al corpo della prima vittima, entro quellodel parassita primario». Questi iperparassiti, se in grannumero, possono paralizzare l’utile attività degli endo-fagi primari e sono in tal modo da considerarsi quali in-setti dannosi.

L'esempio classico, vorrei dire, di questa forma spe-ciale di parassitismo ci è fornito da quell’Icneumonide(Limneria) che pone le sue uova entro le larve della Ca-volaia maggiore, farfalla ben nota pei danni che arrecaai cavoli. La Limneria trova poi altri alleati o meglioconcorrenti nei Braconidi ed anche in qualche dittero(Tachina), i quali tutti, vivendo a spese del bruco di que-sto nocivo lepidottero, fanno sì che solo pochissimi diessi potranno salvarsi e svilupparsi più tardi nell’insettoperfetto.

Di un altro imenottero parassita (Litomastix trunca-tellus) il Silvestri89 scrive che le femmine quando si tro-vano sopra una foglia che porta attaccate le uova di Plu-

88 BERLESE A., Considerazioni sui rapporti tra piante, loro in-setti nemici e cause nemiche di questi, “Redia”, Vol. IV, Firenze,1907.

89 SILVESTRI F., Contribuzione alla conoscenza biologica degliimenotteri parassiti, Portici, 1906.

224

questa ha ridotto alla semplice spoglia la larva o la cri-salide della Tignola dell’olivo.

«Sono forme solo più sagaci in questo», scrive il Ber-lese88, «che mentre il parassita endofago primario si ac-contenta di saper deporre il suo uovo entro il corpo diuna vittima, quello iperparassita o secondario sa depor-lo, attraverso al corpo della prima vittima, entro quellodel parassita primario». Questi iperparassiti, se in grannumero, possono paralizzare l’utile attività degli endo-fagi primari e sono in tal modo da considerarsi quali in-setti dannosi.

L'esempio classico, vorrei dire, di questa forma spe-ciale di parassitismo ci è fornito da quell’Icneumonide(Limneria) che pone le sue uova entro le larve della Ca-volaia maggiore, farfalla ben nota pei danni che arrecaai cavoli. La Limneria trova poi altri alleati o meglioconcorrenti nei Braconidi ed anche in qualche dittero(Tachina), i quali tutti, vivendo a spese del bruco di que-sto nocivo lepidottero, fanno sì che solo pochissimi diessi potranno salvarsi e svilupparsi più tardi nell’insettoperfetto.

Di un altro imenottero parassita (Litomastix trunca-tellus) il Silvestri89 scrive che le femmine quando si tro-vano sopra una foglia che porta attaccate le uova di Plu-

88 BERLESE A., Considerazioni sui rapporti tra piante, loro in-setti nemici e cause nemiche di questi, “Redia”, Vol. IV, Firenze,1907.

89 SILVESTRI F., Contribuzione alla conoscenza biologica degliimenotteri parassiti, Portici, 1906.

224

Page 225: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

sia, sono molto mansuete e che una volta che abbianraggiunto le uova stesse non se ne lasciano allontanareche colla forza. Mentre poi hanno l’ovopositore confic-cato nell’uovo, bisogna fare addirittura violenza per to-glierle dall’uovo stesso; alle volte accade che si stacchianche l’uovo di Plusia senza che esse per questol’abbandonino prima di avere dato completa soddisfa-zione al loro istinto. Le larve parassite si nutrono di tuttigli organi interni del loro ospite, e riducono in fine ilbruco della Plusia ad un semplice sacco che assume for-me svariate. Per dare un’idea del numero straordinariodi uova iniettate, ben inteso, da più femmine, basti sape-re che il Silvestri calcola che i bruchi sviluppatisi in unalarva di Plusia s’aggirano dai mille sino ai due mila e,cosa strana, quelli che si sviluppano in uno stesso ospitesono di solito dello stesso sesso (fig. 49).

È evidente che, conosciuta intimamente la biologia diquesti piccoli parassiti, gli entomologi cercassero di au-mentarne il numero coll’impedire la loro distruzione ediffondendoli nei luoghi ove essi mancano, tentando diacclimatarli in regioni forestiere. Questo nuovo metododi lotta naturale si oppone in gran parte alla lotta artifi-ciale degli insetticidi e agli altri metodi di distruzione,poichè è chiaro che distruggendo gli insetti dannosi ven-gono a perire anche i parassiti annidati nel loro interno.Nè minore importanza ha infine un terzo personaggio,l’iperparassita, che lasciato alle volte in disparte senzatenerne il dovuto conto, è stata la causa in certi speri-menti di grandi insuccessi.

225

sia, sono molto mansuete e che una volta che abbianraggiunto le uova stesse non se ne lasciano allontanareche colla forza. Mentre poi hanno l’ovopositore confic-cato nell’uovo, bisogna fare addirittura violenza per to-glierle dall’uovo stesso; alle volte accade che si stacchianche l’uovo di Plusia senza che esse per questol’abbandonino prima di avere dato completa soddisfa-zione al loro istinto. Le larve parassite si nutrono di tuttigli organi interni del loro ospite, e riducono in fine ilbruco della Plusia ad un semplice sacco che assume for-me svariate. Per dare un’idea del numero straordinariodi uova iniettate, ben inteso, da più femmine, basti sape-re che il Silvestri calcola che i bruchi sviluppatisi in unalarva di Plusia s’aggirano dai mille sino ai due mila e,cosa strana, quelli che si sviluppano in uno stesso ospitesono di solito dello stesso sesso (fig. 49).

È evidente che, conosciuta intimamente la biologia diquesti piccoli parassiti, gli entomologi cercassero di au-mentarne il numero coll’impedire la loro distruzione ediffondendoli nei luoghi ove essi mancano, tentando diacclimatarli in regioni forestiere. Questo nuovo metododi lotta naturale si oppone in gran parte alla lotta artifi-ciale degli insetticidi e agli altri metodi di distruzione,poichè è chiaro che distruggendo gli insetti dannosi ven-gono a perire anche i parassiti annidati nel loro interno.Nè minore importanza ha infine un terzo personaggio,l’iperparassita, che lasciato alle volte in disparte senzatenerne il dovuto conto, è stata la causa in certi speri-menti di grandi insuccessi.

225

Page 226: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

Fig. 49. – a) Un Litomastix nell’atto di deporre unuovo nell’uovo di Plusia; b) Una larva di Plusiariempita dei bozzoli del Litomastix (da SILVESTRI).

Da un quarto di secolo appena data il primo classicoesperimento pratico di questo genere di lotta, tentatocon buon esito da parte degli entomologi degli StatiUniti, che l’Italia, paese eminentemente agricolo, ha se-guìto con vivo interesse non solo, ma a cui ha dato, spe-cialmente per opera del Berlese e del Silvestri, un im-pulso attivissimo. Colla scorta di questi due scienziaticercherò di dare al lettore un’idea della lotta naturale ap-plicata all’agricoltura.

Uno dei parassiti più diffusi della Cavolaia maggioreè l'Apanteles glomeratus, indigeno dell’Europa; il Rileylo introdusse nel 1883 dall’Inghilterra negli Stati Uniti,

226

Fig. 49. – a) Un Litomastix nell’atto di deporre unuovo nell’uovo di Plusia; b) Una larva di Plusiariempita dei bozzoli del Litomastix (da SILVESTRI).

Da un quarto di secolo appena data il primo classicoesperimento pratico di questo genere di lotta, tentatocon buon esito da parte degli entomologi degli StatiUniti, che l’Italia, paese eminentemente agricolo, ha se-guìto con vivo interesse non solo, ma a cui ha dato, spe-cialmente per opera del Berlese e del Silvestri, un im-pulso attivissimo. Colla scorta di questi due scienziaticercherò di dare al lettore un’idea della lotta naturale ap-plicata all’agricoltura.

Uno dei parassiti più diffusi della Cavolaia maggioreè l'Apanteles glomeratus, indigeno dell’Europa; il Rileylo introdusse nel 1883 dall’Inghilterra negli Stati Uniti,

226

Page 227: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

dove si acclimatò e si diffuse benissimo. Il Grandori90 hafatto recentemente su questo imenottero delle osserva-zioni interessanti. «Quando», egli scrive, «l'Apanteless’incontra con la sua vittima, la stringe con le lunghezampe, e ripiegando l’addome in basso, infigge l’ovopo-sitore sul dorso o sul fianco della vittima. Questa, appe-na aggredita, reagisce, e per scacciare l’aggressore, sol-leva bruscamente il capo e il torace dando ripetuti colpiall’indietro, e mandando fuori dalla bocca alcune goc-ciole del liquido difensivo, come fanno tutti i bruchi irri-tati. Ma l’imenottero persiste nel tenere infitto il suoovopositore nel corpo del bruco, nè desiste dall’attaccoquando il povero bruco si dimena così energicamente daarrivare a gettare il liquido difensivo tra le ali spiegatedell’imenottero, il quale talvolta, se il bruco è piuttostogrosso, rimane con l’ovopositore infitto nella vittima econ le ali e le antenne aggrovigliate lungo il corpo colliquido suddetto. È solo dopo venti o trenta secondi chel'Apanteles si ritira malconcio, strisciando il corpo e leali bagnate sulla foglia, e si allontana dal gruppo dellePieridi per potersi ricomporre. Si direbbe che dopo averoperato un assalto così disastroso, la femmina dell’ime-nottero debba lasciar passare molte ore prima di ricon-quistare la libertà e l’integrità dei suoi movimenti. Inve-ce, dopo dieci minuti, essa è pronta a un nuovo assalto.– Quando si pongono in lotta molte femmine di Apante-les e molti bruchi, è una vera e aspra battaglia che si

90 GRANDORI, op. cit.

227

dove si acclimatò e si diffuse benissimo. Il Grandori90 hafatto recentemente su questo imenottero delle osserva-zioni interessanti. «Quando», egli scrive, «l'Apanteless’incontra con la sua vittima, la stringe con le lunghezampe, e ripiegando l’addome in basso, infigge l’ovopo-sitore sul dorso o sul fianco della vittima. Questa, appe-na aggredita, reagisce, e per scacciare l’aggressore, sol-leva bruscamente il capo e il torace dando ripetuti colpiall’indietro, e mandando fuori dalla bocca alcune goc-ciole del liquido difensivo, come fanno tutti i bruchi irri-tati. Ma l’imenottero persiste nel tenere infitto il suoovopositore nel corpo del bruco, nè desiste dall’attaccoquando il povero bruco si dimena così energicamente daarrivare a gettare il liquido difensivo tra le ali spiegatedell’imenottero, il quale talvolta, se il bruco è piuttostogrosso, rimane con l’ovopositore infitto nella vittima econ le ali e le antenne aggrovigliate lungo il corpo colliquido suddetto. È solo dopo venti o trenta secondi chel'Apanteles si ritira malconcio, strisciando il corpo e leali bagnate sulla foglia, e si allontana dal gruppo dellePieridi per potersi ricomporre. Si direbbe che dopo averoperato un assalto così disastroso, la femmina dell’ime-nottero debba lasciar passare molte ore prima di ricon-quistare la libertà e l’integrità dei suoi movimenti. Inve-ce, dopo dieci minuti, essa è pronta a un nuovo assalto.– Quando si pongono in lotta molte femmine di Apante-les e molti bruchi, è una vera e aspra battaglia che si

90 GRANDORI, op. cit.

227

Page 228: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

svolge sotto i nostri occhi, nella quale le due parti met-tono in opera tutte le armi di offesa e di difesa di cui lanatura le ha fornite. Allorchè una o più femmine diApanteles sono passate su un gruppo di bruchi a deporrele uova, le piccole larve ferite sono divenute estrema-mente irritabili, e reagiscono al più piccolo eccitamentomeccanico anche indiretto».

Questo studioso ha potuto inoltre constatare che esi-ste un rapporto costante fra le dimensioni della larvaospite e quella dei parassiti, e precisamente di uno a die-ci; quando cioè le larve della Cavolaia misurano un cen-timetro quelle dell'Apanteles sono lunghe un millimetro,e quando il bruco è maturo della lunghezza solita di cin-que centimetri, le larve delle vespine endofaghe sonolunghe cinque millimetri.

Tra le farfalline più dannose dei nostri vigneti occupapur troppo un posto importante la Tignola dell’uva(Conchylis ambiguella), ben nota pei suoi funesti effettiai viticoltori, i quali hanno esperimentato su vasta scalatutti i rimedi possibili per la sua distruzione, ma semprecon scarso successo. Per buona sorte, un gran numero diIcneumonidi si incaricano della parziale distruzione diquesto piccolo flagello; in Francia è stato recentementericonosciuto il vantaggio che arreca una vespina (Oop-thora)91, la quale inocula le sue uova entro quelle delladannosa Tignola. Questo imenottero ha inoltre il pregio

91 MARCHAL P. et FEYTAUD J., Sur un parasite des œufs de laConchylis et de l'Eudemis, “Comptes rendus hebd. des séances del’Ac. des Sciences”, Paris, 1911.

228

svolge sotto i nostri occhi, nella quale le due parti met-tono in opera tutte le armi di offesa e di difesa di cui lanatura le ha fornite. Allorchè una o più femmine diApanteles sono passate su un gruppo di bruchi a deporrele uova, le piccole larve ferite sono divenute estrema-mente irritabili, e reagiscono al più piccolo eccitamentomeccanico anche indiretto».

Questo studioso ha potuto inoltre constatare che esi-ste un rapporto costante fra le dimensioni della larvaospite e quella dei parassiti, e precisamente di uno a die-ci; quando cioè le larve della Cavolaia misurano un cen-timetro quelle dell'Apanteles sono lunghe un millimetro,e quando il bruco è maturo della lunghezza solita di cin-que centimetri, le larve delle vespine endofaghe sonolunghe cinque millimetri.

Tra le farfalline più dannose dei nostri vigneti occupapur troppo un posto importante la Tignola dell’uva(Conchylis ambiguella), ben nota pei suoi funesti effettiai viticoltori, i quali hanno esperimentato su vasta scalatutti i rimedi possibili per la sua distruzione, ma semprecon scarso successo. Per buona sorte, un gran numero diIcneumonidi si incaricano della parziale distruzione diquesto piccolo flagello; in Francia è stato recentementericonosciuto il vantaggio che arreca una vespina (Oop-thora)91, la quale inocula le sue uova entro quelle delladannosa Tignola. Questo imenottero ha inoltre il pregio

91 MARCHAL P. et FEYTAUD J., Sur un parasite des œufs de laConchylis et de l'Eudemis, “Comptes rendus hebd. des séances del’Ac. des Sciences”, Paris, 1911.

228

Page 229: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

che può vivere e perpetuarsi anche se mancano le uovadelle Conchylis o dell’affine Eudemis. Basta cioè che sitrovino nelle vicinanze delle piante con uova di altri in-setti, perchè queste vengano infettate dal detto parassita.Ne deriva così che la presenza nei vigneti o in vicinanzadi essi di piante selvatiche o coltivate, che nutrono ungran numero di insetti nei quali il parassita può trovareospitalità, esercita una ripercussione favorevole sul rac-colto dell’uva.

Gli studi fatti sui parassiti della Tignola hanno inoltredimostrato che i soliti procedimenti, che distruggono lelarve di queste farfalle, contribuiscono più che alla lorodistruzione ad aumentarne il numero, poichè insieme coibruchi vengono anche distrutti i loro parassiti.Dell’importanza dei quali il lettore può farsi un’ideaqualora pensi che su cento crisalidi di Tignola, non nerimangono che circa una ventina di sane, riflettendoinoltre a quali condizioni sarebbe ridotta la viticoltura ingenerale qualora mancassero questi preziosi alleati. Insèguito a ciò, il Berlese prima, e il Catoni poi, hanno in-dicato un nuovo metodo di cura razionale che serve adimpedire la distruzione delle farfalle, salvando i parassi-ti. Il Catoni propone di disporre in agosto, alla base deitralci, degli stracci, che costituiscono un prezioso rifu-gio ai bruchi quando stanno per incrisalidarsi, e di rac-coglierli la primavera successiva quando incomincianoad uscire le prime farfalline delle Tignole e distruggerli.In questo frattempo tutti gli insetti utili, compresi i pa-rassiti della Tignola, hanno già abbandonata la dimora

229

che può vivere e perpetuarsi anche se mancano le uovadelle Conchylis o dell’affine Eudemis. Basta cioè che sitrovino nelle vicinanze delle piante con uova di altri in-setti, perchè queste vengano infettate dal detto parassita.Ne deriva così che la presenza nei vigneti o in vicinanzadi essi di piante selvatiche o coltivate, che nutrono ungran numero di insetti nei quali il parassita può trovareospitalità, esercita una ripercussione favorevole sul rac-colto dell’uva.

Gli studi fatti sui parassiti della Tignola hanno inoltredimostrato che i soliti procedimenti, che distruggono lelarve di queste farfalle, contribuiscono più che alla lorodistruzione ad aumentarne il numero, poichè insieme coibruchi vengono anche distrutti i loro parassiti.Dell’importanza dei quali il lettore può farsi un’ideaqualora pensi che su cento crisalidi di Tignola, non nerimangono che circa una ventina di sane, riflettendoinoltre a quali condizioni sarebbe ridotta la viticoltura ingenerale qualora mancassero questi preziosi alleati. Insèguito a ciò, il Berlese prima, e il Catoni poi, hanno in-dicato un nuovo metodo di cura razionale che serve adimpedire la distruzione delle farfalle, salvando i parassi-ti. Il Catoni propone di disporre in agosto, alla base deitralci, degli stracci, che costituiscono un prezioso rifu-gio ai bruchi quando stanno per incrisalidarsi, e di rac-coglierli la primavera successiva quando incomincianoad uscire le prime farfalline delle Tignole e distruggerli.In questo frattempo tutti gli insetti utili, compresi i pa-rassiti della Tignola, hanno già abbandonata la dimora

229

Page 230: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

invernale. Con tale sistema sono state raccolte nella solaplaga di Lavis, nel Trentino, non meno di trenta milionidi crisalidi. La Tignola della vite, aggiunge giustamenteil Catoni, è uno dei tanti malanni, per togliere il quale,occorre una lotta disciplinata e concorde di tutti i viti-cultori. Ognuno deve avere il diritto di controllare il suovicino e considerare come il più pericoloso nemico quelcoltivatore, che per insipienza o per neghittosità rendenulla l’azione spiegata con tanta fatica dai volonterosi92.

Nè minore importanza per l'entità dei danni ha la Ti-gnola dell’olivo (Prays oleellus), della quale il Silve-stri93 ha fatto un bellissimo studio. Le larve di questo in-setto si nutrono delle foglie, dei fiori e dei frutti dell’oli-vo, arrecando a questa pianta danni ingenti. Per buonasorte anche la Tignola dell’olivo ha numerosi nemici,fra i quali primeggiano gli imenotteri parassiti e tra que-sti in modo speciale una piccola vespa (Ageniaspis fu-scicollis), che deposita un uovo entro quello dellaPrays. Il Silvestri ha potuto constatare, che in certe re-gioni il numero di queste Tignole infette può salire finoal novanta per cento. Qualche volta però l’intervento dipiù parassiti sovra una stessa vittima può essere più didanno che di vantaggio, come propriamente si verificaper questa Tignola, la cui larva viene mangiata dai bru-chi di un’altra vespa (Elasmus), che distrugge insiemecoi suoi parassiti. Il Silvestri raccomanda agli oliviculto-

92 CATONI G., Contributo per un metodo pratico di difesa con-tro le Tignole dell'uva. Casale Monferrato. 1910.

93 SILVESTRI F., La Tignola dell’olivo, Portici, 1907.

230

invernale. Con tale sistema sono state raccolte nella solaplaga di Lavis, nel Trentino, non meno di trenta milionidi crisalidi. La Tignola della vite, aggiunge giustamenteil Catoni, è uno dei tanti malanni, per togliere il quale,occorre una lotta disciplinata e concorde di tutti i viti-cultori. Ognuno deve avere il diritto di controllare il suovicino e considerare come il più pericoloso nemico quelcoltivatore, che per insipienza o per neghittosità rendenulla l’azione spiegata con tanta fatica dai volonterosi92.

Nè minore importanza per l'entità dei danni ha la Ti-gnola dell’olivo (Prays oleellus), della quale il Silve-stri93 ha fatto un bellissimo studio. Le larve di questo in-setto si nutrono delle foglie, dei fiori e dei frutti dell’oli-vo, arrecando a questa pianta danni ingenti. Per buonasorte anche la Tignola dell’olivo ha numerosi nemici,fra i quali primeggiano gli imenotteri parassiti e tra que-sti in modo speciale una piccola vespa (Ageniaspis fu-scicollis), che deposita un uovo entro quello dellaPrays. Il Silvestri ha potuto constatare, che in certe re-gioni il numero di queste Tignole infette può salire finoal novanta per cento. Qualche volta però l’intervento dipiù parassiti sovra una stessa vittima può essere più didanno che di vantaggio, come propriamente si verificaper questa Tignola, la cui larva viene mangiata dai bru-chi di un’altra vespa (Elasmus), che distrugge insiemecoi suoi parassiti. Il Silvestri raccomanda agli oliviculto-

92 CATONI G., Contributo per un metodo pratico di difesa con-tro le Tignole dell'uva. Casale Monferrato. 1910.

93 SILVESTRI F., La Tignola dell’olivo, Portici, 1907.

230

Page 231: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

ri, invece di distruggere le foglie raccolte dell’olivo at-taccate dalla Tignola, di collocarle in cassette provvistedi forellini in modo tale che solo gli adulti degli Agenia-spis vi possano passare, e che le olive vengano tenute inlocali colle finestre provviste di tele metalliche che im-pediscano l’uscita delle farfalle parassite mentre lo per-mettono ai suoi parassiti.

Un eguale provvedimento il Silvestri94 consiglia nellalotta contro la mosca delle olive, un altro formidabilenemico di queste piante, affine di salvare dalla distruzio-ne i parassiti che sono assai numerosi; inoltre egli ritie-ne che la vicinanza dei boschi sia utile per lo sviluppodei parassiti di questa mosca, come già vedemmo per laTignola dell’uva.

Un’altra mosca, la Ceratitis capitata, arreca gravidanni agli aranci di quasi tutto il mondo. La femminadepone le uova, oltre che nella polpa delle arancie, an-che in quella delle pesche, albicocche, ecc. È special-mente diffusa nell’Australia, e gli agricoltori, allarmatidel pericolo, affidarono l’incarico all’entomologo Com-père di stabilire la vera patria di questa mosca, di cerca-re i suoi parassiti e di mandarli in Australia. Pieno di en-tusiasmo e di fiducia Compère visitò l’Europa meridio-nale, le Filippine, la Cina e il Giappone con scarso suc-cesso. Senza voler seguire questo naturalista nelle suenumerose peregrinazioni e affannose ricerche, dirò che,

94 SILVESTRI F., Notizie e considerazioni sugli Imenotteri pa-rassiti della mosca delle olive in Italia, Napoli, 1907.

231

ri, invece di distruggere le foglie raccolte dell’olivo at-taccate dalla Tignola, di collocarle in cassette provvistedi forellini in modo tale che solo gli adulti degli Agenia-spis vi possano passare, e che le olive vengano tenute inlocali colle finestre provviste di tele metalliche che im-pediscano l’uscita delle farfalle parassite mentre lo per-mettono ai suoi parassiti.

Un eguale provvedimento il Silvestri94 consiglia nellalotta contro la mosca delle olive, un altro formidabilenemico di queste piante, affine di salvare dalla distruzio-ne i parassiti che sono assai numerosi; inoltre egli ritie-ne che la vicinanza dei boschi sia utile per lo sviluppodei parassiti di questa mosca, come già vedemmo per laTignola dell’uva.

Un’altra mosca, la Ceratitis capitata, arreca gravidanni agli aranci di quasi tutto il mondo. La femminadepone le uova, oltre che nella polpa delle arancie, an-che in quella delle pesche, albicocche, ecc. È special-mente diffusa nell’Australia, e gli agricoltori, allarmatidel pericolo, affidarono l’incarico all’entomologo Com-père di stabilire la vera patria di questa mosca, di cerca-re i suoi parassiti e di mandarli in Australia. Pieno di en-tusiasmo e di fiducia Compère visitò l’Europa meridio-nale, le Filippine, la Cina e il Giappone con scarso suc-cesso. Senza voler seguire questo naturalista nelle suenumerose peregrinazioni e affannose ricerche, dirò che,

94 SILVESTRI F., Notizie e considerazioni sugli Imenotteri pa-rassiti della mosca delle olive in Italia, Napoli, 1907.

231

Page 232: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

quattro anni dopo, nel 1907, egli portava dall’India inAustralia quasi centomila crisalidi di queste mosche pa-rassitizzate e, non ostante novanta giorni di viaggio,ebbe la consolazione in patria di ottenere dal suo raccol-to 120.000 parassiti che furono distribuiti nelle zone piùinfette; 20.000 furono spedite nell’Africa meridionale.Esaminate posteriormente le crisalidi di Ceratitis austra-liane, se ne trovarono di infette del parassita indiano, ese questi parassiti riusciranno, come si spera, ad accli-matarsi definitivamente, saranno in grado di domare ilfunesto nemico delle arance. Sarà una grande vittoria,scrive il Silvestri, la più bella forse sino a oggi sostenu-ta, perchè per conseguirla è stata necessaria una convin-zione pertinace, eccezionale di un entomologo ed ancheuna eccezionalissima pertinace fiducia di un governo inun suo impiegato. Egli aggiunge: sarebbe un vero delittose, specialmente oggi, dopo l’esperimento coi parassitidei Dacus dell’India, con pieno successo trasportati, ac-climatati e adattati a combattere la Ceratitis in Austra-lia, non si tentasse con maggior fiducia anche da noil’introduzione dei parassiti prima dall’Asia e poi da altreregioni, se sarà necessario.

La Cocciniglia bianca del gelso (Diaspis pentagona)è il parassita più dannoso del gelso, poichè, in causa delsucchiare che fa l’insetto l'umore di queste piante sullequali vive in numero straordinariamente grande, riduceben presto i gelsi ad un avvizzimento parziale sino alcompleto disseccamento. La Diaspis è diffusa in quasitutto il mondo dove si trovano gelsi coltivati, e la parte

232

quattro anni dopo, nel 1907, egli portava dall’India inAustralia quasi centomila crisalidi di queste mosche pa-rassitizzate e, non ostante novanta giorni di viaggio,ebbe la consolazione in patria di ottenere dal suo raccol-to 120.000 parassiti che furono distribuiti nelle zone piùinfette; 20.000 furono spedite nell’Africa meridionale.Esaminate posteriormente le crisalidi di Ceratitis austra-liane, se ne trovarono di infette del parassita indiano, ese questi parassiti riusciranno, come si spera, ad accli-matarsi definitivamente, saranno in grado di domare ilfunesto nemico delle arance. Sarà una grande vittoria,scrive il Silvestri, la più bella forse sino a oggi sostenu-ta, perchè per conseguirla è stata necessaria una convin-zione pertinace, eccezionale di un entomologo ed ancheuna eccezionalissima pertinace fiducia di un governo inun suo impiegato. Egli aggiunge: sarebbe un vero delittose, specialmente oggi, dopo l’esperimento coi parassitidei Dacus dell’India, con pieno successo trasportati, ac-climatati e adattati a combattere la Ceratitis in Austra-lia, non si tentasse con maggior fiducia anche da noil’introduzione dei parassiti prima dall’Asia e poi da altreregioni, se sarà necessario.

La Cocciniglia bianca del gelso (Diaspis pentagona)è il parassita più dannoso del gelso, poichè, in causa delsucchiare che fa l’insetto l'umore di queste piante sullequali vive in numero straordinariamente grande, riduceben presto i gelsi ad un avvizzimento parziale sino alcompleto disseccamento. La Diaspis è diffusa in quasitutto il mondo dove si trovano gelsi coltivati, e la parte

232

Page 233: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

settentrionale d’Italia ne è specialmente infetta. Trattan-dosi poi di parassiti di piante esotiche introdotte assiemeal vegetale senza la necessaria coorte dei suoi parassiti,era naturale che la Diaspis avesse buon giuoco e si svi-luppasse e diffondesse fuor di misura. Ciò considerato,il Berlese, nel 1905, essendo venuto a cognizione chenell'America settentrionale esistevano vari parassiti en-dofagi della Diaspis, chiedeva che gliene venissero spe-diti. E fra questi si trovava la benvenuta Prospaltellaberlesei.

Fig. 50. – Prospaltella che depone l'uovo nella Diaspis(da A. BERLESE).

È questa una piccola vespa lunga più di poco mezzomillimetro, la quale, appena è schiusa, scrive il Berle-se95,dopo alquanta «toilette» specialmente alle antenne e

95 BERLESE A., La “Diaspis pentagona” e gli insetti suoi nemi-

233

settentrionale d’Italia ne è specialmente infetta. Trattan-dosi poi di parassiti di piante esotiche introdotte assiemeal vegetale senza la necessaria coorte dei suoi parassiti,era naturale che la Diaspis avesse buon giuoco e si svi-luppasse e diffondesse fuor di misura. Ciò considerato,il Berlese, nel 1905, essendo venuto a cognizione chenell'America settentrionale esistevano vari parassiti en-dofagi della Diaspis, chiedeva che gliene venissero spe-diti. E fra questi si trovava la benvenuta Prospaltellaberlesei.

Fig. 50. – Prospaltella che depone l'uovo nella Diaspis(da A. BERLESE).

È questa una piccola vespa lunga più di poco mezzomillimetro, la quale, appena è schiusa, scrive il Berle-se95,dopo alquanta «toilette» specialmente alle antenne e

95 BERLESE A., La “Diaspis pentagona” e gli insetti suoi nemi-

233

Page 234: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

alle ali, si mette alla ricerca della vittima, esplorandominutamente l’ambiente; incontrato uno scudo proteg-gente una Diaspis vi sale sopra e lo esplora diligente-mente colle antenne finchè si decide a deporre l’uovotraverso lo scudo proteggente la cocciniglia (fig. 50).Tale operazione dura circa quattro minuti, dopo di che laProspaltella si mette in cammino a ricercare un’altra vit-tima. L’uovo è in forma di pera molto allungata, collaparte ristretta assai sottile. Da questo nasce una larvasenza piedi, bianca, molle, simile ai cacchioni delle api,che vive entro la cocciniglia ospite, divorandone gli or-gani fino a che matura e grande si vede piegata ad arcoentro la pelle della cocciniglia (fig. 51), la quale intantoè diventata rossa, di un rosso mattone molto vivo, fragi-le, quasi vitrea. Così la Diaspis ha perduto il colore, laforma, l’aspetto comune, insomma, di quando è sana peracquistarne uno caratteristico, che più non si dimenticauna volta veduto e che è bene conoscere per constatarel’attecchimento o meno del prezioso ausiliario. La larvadella Prospaltella, sempre rimanendo entro la pelle dellavittima ormai del tutto vuotata, si trasforma in ninfa, chemostra rudimentali gli organi definitivi. Quivi la ninfa,gettata la spoglia, diviene insetto adulto e questo comin-cia a rodere la pelle della cocciniglia in cui è chiuso, peruscirne all’esterno.

Due anni dopo la diffusione della Prospaltella in Ita-lia, il Berlese in un suo lavoro: Come progredisce la

ci, “Redia”, Vol. VI.

234

alle ali, si mette alla ricerca della vittima, esplorandominutamente l’ambiente; incontrato uno scudo proteg-gente una Diaspis vi sale sopra e lo esplora diligente-mente colle antenne finchè si decide a deporre l’uovotraverso lo scudo proteggente la cocciniglia (fig. 50).Tale operazione dura circa quattro minuti, dopo di che laProspaltella si mette in cammino a ricercare un’altra vit-tima. L’uovo è in forma di pera molto allungata, collaparte ristretta assai sottile. Da questo nasce una larvasenza piedi, bianca, molle, simile ai cacchioni delle api,che vive entro la cocciniglia ospite, divorandone gli or-gani fino a che matura e grande si vede piegata ad arcoentro la pelle della cocciniglia (fig. 51), la quale intantoè diventata rossa, di un rosso mattone molto vivo, fragi-le, quasi vitrea. Così la Diaspis ha perduto il colore, laforma, l’aspetto comune, insomma, di quando è sana peracquistarne uno caratteristico, che più non si dimenticauna volta veduto e che è bene conoscere per constatarel’attecchimento o meno del prezioso ausiliario. La larvadella Prospaltella, sempre rimanendo entro la pelle dellavittima ormai del tutto vuotata, si trasforma in ninfa, chemostra rudimentali gli organi definitivi. Quivi la ninfa,gettata la spoglia, diviene insetto adulto e questo comin-cia a rodere la pelle della cocciniglia in cui è chiuso, peruscirne all’esterno.

Due anni dopo la diffusione della Prospaltella in Ita-lia, il Berlese in un suo lavoro: Come progredisce la

ci, “Redia”, Vol. VI.

234

Page 235: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

Prospaltella berlesei in Italia96, faceva risaltare i benefi-ci risultati di questo prezioso parassita. Nelle sue visitenelle diverse regioni d’Italia il Berlese ha riconosciutol'attecchimento avvenuto, in alcuni centri addirittura piùintenso assai del prevedibile e del previsto, mai al disotto. Naturalmente, alla sua diffusione hanno concorsotutti gli agricoltori avveduti col risparmiare a questoimenottero le grandi distanze, portando da un luogoall’altro i rami di gelso colla Diaspis parassitizzata.

Fig. 51. – Femmina di Diaspis contenente lalarva matura di Prospaltella (da A. BERLESE).

Ne venne così che, in questi due anni, la Prospaltellasi è diffusa straordinariamente con una progressiva di-struzione della Diaspis. Per citare un solo caso, a Rivadi Trento, i gelsi mostrarono la Diaspis ancora in posto,ma tutta distrutta dal parassita che vi era stato introdotto

96 BERLESE A., Come progredisce la “Prospaltella berlesei” inItalia, “Redia” Vol. VIII, Firenze, 1911.

235

Prospaltella berlesei in Italia96, faceva risaltare i benefi-ci risultati di questo prezioso parassita. Nelle sue visitenelle diverse regioni d’Italia il Berlese ha riconosciutol'attecchimento avvenuto, in alcuni centri addirittura piùintenso assai del prevedibile e del previsto, mai al disotto. Naturalmente, alla sua diffusione hanno concorsotutti gli agricoltori avveduti col risparmiare a questoimenottero le grandi distanze, portando da un luogoall’altro i rami di gelso colla Diaspis parassitizzata.

Fig. 51. – Femmina di Diaspis contenente lalarva matura di Prospaltella (da A. BERLESE).

Ne venne così che, in questi due anni, la Prospaltellasi è diffusa straordinariamente con una progressiva di-struzione della Diaspis. Per citare un solo caso, a Rivadi Trento, i gelsi mostrarono la Diaspis ancora in posto,ma tutta distrutta dal parassita che vi era stato introdotto

96 BERLESE A., Come progredisce la “Prospaltella berlesei” inItalia, “Redia” Vol. VIII, Firenze, 1911.

235

Page 236: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

nel 1910. In altre regioni limitrofe la percentuale delleDiaspis parassitizzate non era minore dell’ottanta percento. Così il Berlese prevede che, in pochissimi anni, laDiaspis in Italia sarà talmente ridotta di numero che isuoi effetti dannosi sul gelso non saranno più che un ri-cordo storico. Risultato per davvero meraviglioso, dovu-to all’alleanza dell’uomo con questi piccoli parassiti,trionfo superbo della scienza che ha di mira il benessereumano. E l’Italia, sempre alla testa di nobili iniziative,viene in soccorso delle altre nazioni consorelle e manda,quantunque non ne possegga a dovizia, le Prospaltellenell’Uraguay e nella Repubblica Argentina, che ripetu-tamente le chiedono, a portare anche là il loro influssobenefico e a legare sempre più di perenne gratitudinequelle popolazioni alla grande madre latina.

Anche su altre Cocciniglie l’azione degli imenotteriparassiti si esplica con grande vantaggio delle piante at-taccate. Tutti conoscono il danno che negli ultimi anniha arrecato una Cocciniglia (Chionaspis Evonymi)all’Evonimo Giapponese, una pianta sempre verde mol-to diffusa da noi per ornamento e che ora, in causa diquesto parassita, è scomparsa quasi completamente, sìche dovette essere sostituita da altre piante. Il Berlesepotè osservare che le poche piante superstiti sono oggidìin buone condizioni in causa specialmente di uno diquesti imenotteri parassiti, il quale, sviluppatosi inmodo straordinario, ha messo un freno alle devastazionidella Cocciniglia. Lo stesso dicasi della Cocciniglia delFico (Ceroplastes Rusci), sul cui trattamento il Berlese

236

nel 1910. In altre regioni limitrofe la percentuale delleDiaspis parassitizzate non era minore dell’ottanta percento. Così il Berlese prevede che, in pochissimi anni, laDiaspis in Italia sarà talmente ridotta di numero che isuoi effetti dannosi sul gelso non saranno più che un ri-cordo storico. Risultato per davvero meraviglioso, dovu-to all’alleanza dell’uomo con questi piccoli parassiti,trionfo superbo della scienza che ha di mira il benessereumano. E l’Italia, sempre alla testa di nobili iniziative,viene in soccorso delle altre nazioni consorelle e manda,quantunque non ne possegga a dovizia, le Prospaltellenell’Uraguay e nella Repubblica Argentina, che ripetu-tamente le chiedono, a portare anche là il loro influssobenefico e a legare sempre più di perenne gratitudinequelle popolazioni alla grande madre latina.

Anche su altre Cocciniglie l’azione degli imenotteriparassiti si esplica con grande vantaggio delle piante at-taccate. Tutti conoscono il danno che negli ultimi anniha arrecato una Cocciniglia (Chionaspis Evonymi)all’Evonimo Giapponese, una pianta sempre verde mol-to diffusa da noi per ornamento e che ora, in causa diquesto parassita, è scomparsa quasi completamente, sìche dovette essere sostituita da altre piante. Il Berlesepotè osservare che le poche piante superstiti sono oggidìin buone condizioni in causa specialmente di uno diquesti imenotteri parassiti, il quale, sviluppatosi inmodo straordinario, ha messo un freno alle devastazionidella Cocciniglia. Lo stesso dicasi della Cocciniglia delFico (Ceroplastes Rusci), sul cui trattamento il Berlese

236

Page 237: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

scrive: «Chi accogliesse la proposta già messa innanzidai più e da taluni messa anche in pratica di togliere laCocciniglia dai rami di fico strofinandoli con un pannobagnato o meno nell’insetticida, certo commetterebbeopera discretamente biasimevole se praticata durantel'inverno, ma certo riprovevolissima se fosse seguìta du-rante l’autunno, prima della chiusa di settembre». Poi-chè in tal caso verrebbe a distruggere i suoi parassiti.

Forti di questi successi, i naturalisti si sono domanda-ti se non fosse il caso di aiutare la lotta naturale anchecontro i parassiti del bestiame. Alcuni esperimenti sisono fatti a questo scopo nelle isole Hawai, dove produ-ce grandi danni al bestiame una mosca, succhiatrice delloro sangue. Dagli Stati Uniti si sono introdotti degliimenotteri parassiti di questo dittero, che non si sonoperò moltiplicati nel modo desiderato, così che nel 1908è stato mandato un entomologo in Europa per rintrac-ciarne di più idonei.

Ad ogni modo questo è certo che nuove sorprese enuovi trionfi verranno a mano a mano ad aggiungersiagli allori sin qui raccolti, nè verrà mai meno il favore el’interesse degli agricoltori per gli arditi pionieri dellalotta naturale. Ciò sarà di incoraggiamento e di confortoa perseverare su questo cammino, già così brillantemen-te tracciato.

237

scrive: «Chi accogliesse la proposta già messa innanzidai più e da taluni messa anche in pratica di togliere laCocciniglia dai rami di fico strofinandoli con un pannobagnato o meno nell’insetticida, certo commetterebbeopera discretamente biasimevole se praticata durantel'inverno, ma certo riprovevolissima se fosse seguìta du-rante l’autunno, prima della chiusa di settembre». Poi-chè in tal caso verrebbe a distruggere i suoi parassiti.

Forti di questi successi, i naturalisti si sono domanda-ti se non fosse il caso di aiutare la lotta naturale anchecontro i parassiti del bestiame. Alcuni esperimenti sisono fatti a questo scopo nelle isole Hawai, dove produ-ce grandi danni al bestiame una mosca, succhiatrice delloro sangue. Dagli Stati Uniti si sono introdotti degliimenotteri parassiti di questo dittero, che non si sonoperò moltiplicati nel modo desiderato, così che nel 1908è stato mandato un entomologo in Europa per rintrac-ciarne di più idonei.

Ad ogni modo questo è certo che nuove sorprese enuovi trionfi verranno a mano a mano ad aggiungersiagli allori sin qui raccolti, nè verrà mai meno il favore el’interesse degli agricoltori per gli arditi pionieri dellalotta naturale. Ciò sarà di incoraggiamento e di confortoa perseverare su questo cammino, già così brillantemen-te tracciato.

237

Page 238: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

INDICE ALFABETICODEGLI ANIMALI DEI QUALI SI FA CENNO

IN QUESTO VOLUME

238

INDICE ALFABETICODEGLI ANIMALI DEI QUALI SI FA CENNO

IN QUESTO VOLUME

238

Page 239: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

INDICE ALFABETICOdegli animali dei quali si fa cenno

in questo volume.

A

Acanthia lectulariaAcariAcaro della farinaAcaro del formaggioAcaro della scabbiaAgeniaspis fuscicollisAgriotypus armatusAleurobius farinaeAmebeAmphiura squamataAncilostomaAncylostoma duodenaleAndrenaAnellideAnergatesAnguillaAnguillulaAnguillula intestinale

239

INDICE ALFABETICOdegli animali dei quali si fa cenno

in questo volume.

A

Acanthia lectulariaAcariAcaro della farinaAcaro del formaggioAcaro della scabbiaAgeniaspis fuscicollisAgriotypus armatusAleurobius farinaeAmebeAmphiura squamataAncilostomaAncylostoma duodenaleAndrenaAnellideAnergatesAnguillaAnguillulaAnguillula intestinale

239

Page 240: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

Anguillula intestinalisAnguillula stercoralis,AnitraAnobioAnobium pertinaxAnodontaAnophelesAnopheles clavigerAntennophorusAntomieAntophoraApanteles glomeratusApateApathusApeApe cuculoApe parassitaAquilaAracnidiArgulusAringaAscarideAscaride lumbricoideAscaris lumbricoidesAsinoAsteriaAsterias richardiAtropos pulsatoriusAttageno

240

Anguillula intestinalisAnguillula stercoralis,AnitraAnobioAnobium pertinaxAnodontaAnophelesAnopheles clavigerAntennophorusAntomieAntophoraApanteles glomeratusApateApathusApeApe cuculoApe parassitaAquilaAracnidiArgulusAringaAscarideAscaride lumbricoideAscaris lumbricoidesAsinoAsteriaAsterias richardiAtropos pulsatoriusAttageno

240

Page 241: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

Attagenus pellio

B

Babesia bigeminaBabesia bovisBaco da setaBalantidium coliBalantidium entozoonBalenotteraBilarziaBilharzia haemotobiaBisonteBithyrusBlaps mucronataBlattaBlatta germanicaBlatta orientaleBobacBomboBonelliaBoophilus bovisBotriocefaloBottatriceBraula coecaBue

241

Attagenus pellio

B

Babesia bigeminaBabesia bovisBaco da setaBalantidium coliBalantidium entozoonBalenotteraBilarziaBilharzia haemotobiaBisonteBithyrusBlaps mucronataBlattaBlatta germanicaBlatta orientaleBobacBomboBonelliaBoophilus bovisBotriocefaloBottatriceBraula coecaBue

241

Page 242: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

C

CaligusCalliforaCalliobothriumCamoscioCaneCapineraCapraCavalloCavieCavolaia maggioreCeratitis capitataCercarieCeroplastes RusciCerviChionaspis EvonymiChorioptes ecaudatusCimiceCimice BarbeiroCimice dei lettiCisticercoCoccidiumCocciniglia dell'evonimoCocciniglia del gelsoCocciniglia del ficoConchiglia di VenereConchylis ambiguellaConiglio

242

C

CaligusCalliforaCalliobothriumCamoscioCaneCapineraCapraCavalloCavieCavolaia maggioreCeratitis capitataCercarieCeroplastes RusciCerviChionaspis EvonymiChorioptes ecaudatusCimiceCimice BarbeiroCimice dei lettiCisticercoCoccidiumCocciniglia dell'evonimoCocciniglia del gelsoCocciniglia del ficoConchiglia di VenereConchylis ambiguellaConiglio

242

Page 243: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

Conorhinus megistusCrisideCuculoCuculo americanoCulexCulex pipiensCuterebraCysticercus bovisCysticercus cellulosaeCytodites nudus

D

DacusDelfinoDemodexDemodex folliculorumDermanissoDermanyssus aviumDermanyssus gallinaeDermeste del lardoDermestes lardariusDiaspis pentagonaDibothriocephalus latusDiplozooDiplozoon paradoxumDistoma epaticoDistomi

243

Conorhinus megistusCrisideCuculoCuculo americanoCulexCulex pipiensCuterebraCysticercus bovisCysticercus cellulosaeCytodites nudus

D

DacusDelfinoDemodexDemodex folliculorumDermanissoDermanyssus aviumDermanyssus gallinaeDermeste del lardoDermestes lardariusDiaspis pentagonaDibothriocephalus latusDiplozooDiplozoon paradoxumDistoma epaticoDistomi

243

Page 244: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

Distomum duplicatumDistomum hepaticumDistomum macrostomumDistomum margaritarumDistomum polmonareDistomum somateriaeDragoncello di Medina

E

Echinorinco capitatoElasmusElefanteEntamoeba buccalisEntamoeba coliEntamoeba hystoliticaEntoconcha mirabilisEntoniscus porcellanaeErinniaEristalis tenaxEstroEstro bovinoEstro equinoEstro pecorinoEudemisEutermesEutelus mediterraneus

244

Distomum duplicatumDistomum hepaticumDistomum macrostomumDistomum margaritarumDistomum polmonareDistomum somateriaeDragoncello di Medina

E

Echinorinco capitatoElasmusElefanteEntamoeba buccalisEntamoeba coliEntamoeba hystoliticaEntoconcha mirabilisEntoniscus porcellanaeErinniaEristalis tenaxEstroEstro bovinoEstro equinoEstro pecorinoEudemisEutermesEutelus mediterraneus

244

Page 245: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

F

FagianoFalcoFalconeFierasferFilariaFilaria bancroftiFilaria immitisFilaria loaFilaria medinensisFilaria perstansFilaria rytipleuritesFocaFormicaFormica di FaraoneFormica rossaFriganee

G

GabbianoGalerucellaGalleria cerellaGallinaGamberoGastrophilus equiGatto

245

F

FagianoFalcoFalconeFierasferFilariaFilaria bancroftiFilaria immitisFilaria loaFilaria medinensisFilaria perstansFilaria rytipleuritesFocaFormicaFormica di FaraoneFormica rossaFriganee

G

GabbianoGalerucellaGalleria cerellaGallinaGamberoGastrophilus equiGatto

245

Page 246: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

Glicifago domesticoGlossina morsitansGlossina palpalisGlyciphagus spinepesGordiGordiusGranchio

H

Haemadipsa ceylonicaHaematopinus eurysternusHaematopinus piliferusHymenolepsis diminutaHypoderma bovis

I

IcneumonidiIxodes reduvius

L

LampredaLaverania malariaeLepreLeptotema cervi

246

Glicifago domesticoGlossina morsitansGlossina palpalisGlyciphagus spinepesGordiGordiusGranchio

H

Haemadipsa ceylonicaHaematopinus eurysternusHaematopinus piliferusHymenolepsis diminutaHypoderma bovis

I

IcneumonidiIxodes reduvius

L

LampredaLaverania malariaeLepreLeptotema cervi

246

Page 247: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

Leptus autumnalisLernaeonema monilarisLerneeLimnatis niloticaLimneaLimneriaLitomastix truncatellusLocustaLodolaLoemopsylla cheopisLuccioLucertoleLucilia macellariaLuìLupoLymnaeus

M

MacacoMaialeMargaritana margaritiferaMargaritifera veraMeleagrina margaritiferaMeloc variegataMicrosporidiMicrotermes furMignatta

247

Leptus autumnalisLernaeonema monilarisLerneeLimnatis niloticaLimneaLimneriaLitomastix truncatellusLocustaLodolaLoemopsylla cheopisLuccioLucertoleLucilia macellariaLuìLupoLymnaeus

M

MacacoMaialeMargaritana margaritiferaMargaritifera veraMeleagrina margaritiferaMeloc variegataMicrosporidiMicrotermes furMignatta

247

Page 248: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

Milvulus tyrannusMilvus aegyptiusMitiliMolotroMolothrusMolothrus badiusMolothrus bonariensisMolothrus pecorisMonomorium pharaonisMoscaMosca carnariaMosca delle arancieMosca delle oliveMosca domesticaMosca Tsè-tsèMosca vomitoriaMuloMyxine glutinosaMyzostomum asteriae

N

Necator americanusNibbioNibbio parassitaNimphopsoccus destructorNomadaNosema bombycis

248

Milvulus tyrannusMilvus aegyptiusMitiliMolotroMolothrusMolothrus badiusMolothrus bonariensisMolothrus pecorisMonomorium pharaonisMoscaMosca carnariaMosca delle arancieMosca delle oliveMosca domesticaMosca Tsè-tsèMosca vomitoriaMuloMyxine glutinosaMyzostomum asteriae

N

Necator americanusNibbioNibbio parassitaNimphopsoccus destructorNomadaNosema bombycis

248

Page 249: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

Nyctotherus cordiformis

O

Oesophagostomum epiostomumOestrus ovisOloturiaOophtoraOpalinaOpistorchis felineusOrnithodorus moubataOssiuroOstricheOtariaOxyuris vermicularis

P

PappatasiPasseroPecoraPediculoides ventricosusPellicanoPeltogasterPenellaPeppolaPescecane

249

Nyctotherus cordiformis

O

Oesophagostomum epiostomumOestrus ovisOloturiaOophtoraOpalinaOpistorchis felineusOrnithodorus moubataOssiuroOstricheOtariaOxyuris vermicularis

P

PappatasiPasseroPecoraPediculoides ventricosusPellicanoPeltogasterPenellaPeppolaPescecane

249

Page 250: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

Pesce persicoPettirossoPhlebotomus papatasiPiattonePicchioPiccionePidocchioPidocchio del buePidocchio del canePidocchio del capoPidocchio del legnoPidocchio dei libriPidocchio dei vestitiPiophila caseiPipistrelloPiscicola geometraPlasmodio della malariaPleurodictyum problematicumPlusiaPolliPolystomum integerrimumPrays oleellusProspaltellaProspaltella berleseiProteoPtino ladroPtinus latroPulcePulce penetrante

250

Pesce persicoPettirossoPhlebotomus papatasiPiattonePicchioPiccionePidocchioPidocchio del buePidocchio del canePidocchio del capoPidocchio del legnoPidocchio dei libriPidocchio dei vestitiPiophila caseiPipistrelloPiscicola geometraPlasmodio della malariaPleurodictyum problematicumPlusiaPolliPolystomum integerrimumPrays oleellusProspaltellaProspaltella berleseiProteoPtino ladroPtinus latroPulcePulce penetrante

250

Page 251: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

Pulex irritans

R

RagniRaneRattoRe di macchiaRedieRhabditisRhabditis pellioRhabdonemaRhabdonema nigrovenosumRiccio di mareRondine

S

SacculinaSalmoneSanguisugaSarcofilaSarcophaga WohlfartiSarcopsylla penetransSarcoptes canisSarcoptes laevisSarcoptes minor

251

Pulex irritans

R

RagniRaneRattoRe di macchiaRedieRhabditisRhabditis pellioRhabdonemaRhabdonema nigrovenosumRiccio di mareRondine

S

SacculinaSalmoneSanguisugaSarcofilaSarcophaga WohlfartiSarcopsylla penetransSarcoptes canisSarcoptes laevisSarcoptes minor

251

Page 252: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

Sarcoptes mutansSarcoptes ovisSarcoptes scabieiSarcoptes suisScardolaScoiattoloScimmieSchistosomum japonicumSerpentiShizotrypanum CruziSitarisSorcioSphaerularia bombiSphexSpirochaete pallidaSpiropteraStegomiaStegomyia fasciataStella marinaStercorariSterpazzolaStrisciaiolaStrongilo armatoStrongilo tetracantoStrongylognatusStrongyloides stercoralisStylopsSuccineaSyngamus

252

Sarcoptes mutansSarcoptes ovisSarcoptes scabieiSarcoptes suisScardolaScoiattoloScimmieSchistosomum japonicumSerpentiShizotrypanum CruziSitarisSorcioSphaerularia bombiSphexSpirochaete pallidaSpiropteraStegomiaStegomyia fasciataStella marinaStercorariSterpazzolaStrisciaiolaStrongilo armatoStrongilo tetracantoStrongylognatusStrongyloides stercoralisStylopsSuccineaSyngamus

252

Page 253: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

T

TachinaTaenia echinococcusTaenia nanaTaenia soliumTaenia vaginataTalpaTeniaTenia armataTenia cenuroTenia cucumerinaTenia echinococcoTenia inermeTermitiTesta di mortoTetrarhyncus unionifactorTetrastichus rapoTetrasticoThrichodectes canisTignola dell'olivoTignola dell’uvaTignola dei panniTigreTincaTopoTopo decumanoTopolinoTordo

253

T

TachinaTaenia echinococcusTaenia nanaTaenia soliumTaenia vaginataTalpaTeniaTenia armataTenia cenuroTenia cucumerinaTenia echinococcoTenia inermeTermitiTesta di mortoTetrarhyncus unionifactorTetrastichus rapoTetrasticoThrichodectes canisTignola dell'olivoTignola dell’uvaTignola dei panniTigreTincaTopoTopo decumanoTopolinoTordo

253

Page 254: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

TracheliastesTrichinaTrichina spiralisTricocefaloTrichocephalus trichiurusTrichomonas intestinalisTripanosomiTrombidiumTrotaTrypanosoma bruceiTrypanosoma equiperdumTrypanosoma evansiTrypanosoma gambienseTrypanosoma lewisiTyrogliphus siro

U

UncinariaUnione dei pittori

V

VerlaVespa cuculoVespe parassite

254

TracheliastesTrichinaTrichina spiralisTricocefaloTrichocephalus trichiurusTrichomonas intestinalisTripanosomiTrombidiumTrotaTrypanosoma bruceiTrypanosoma equiperdumTrypanosoma evansiTrypanosoma gambienseTrypanosoma lewisiTyrogliphus siro

U

UncinariaUnione dei pittori

V

VerlaVespa cuculoVespe parassite

254

Page 255: E-book campione Liber Liber · 2019. 2. 12. · Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) ... di grande importanza per chi voglia occuparsi

Z

ZanzareZeccaZecca rossaZigolo

255

Z

ZanzareZeccaZecca rossaZigolo

255