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N. 1/2016 Trimestrale N. 9 anno iii Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale D.L.353/03 70% Roma Aut C/RM/10/2014 - ISSN 2284-4333 roma RIVISTA DELL’ORDINE DEGLI INGEGNERI DELLA PROVINCIA DI ROMA In questo numero BIG DATA & MACHINE LEARNING: IL FUTURO NELLE APPLICAZIONI DATA INTENSIVE daLLe COMMiSSiONi: 5 aRTiCOLi di aRea 8 CONTRibUTi SPeCiaLiSTiCi L’eVOLUZiONe NORMaTiVa deL PROJeCT fiNaNCiNg VeRSUS L’iNNOVaZiONe dei PROCeSSi di geSTiONe e degLi STRUMeNTi fiNaNZiaRi

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3 romaRIVISTADELL’ORDINE DEGLI INGEGNERIDELLA PROVINCIA DI ROMA

In questo numero

BIG DATA & MACHINELEARNING: IL FUTURO NELLEAPPLICAZIONI DATA INTENSIVEdalle Commissioni:

• 5 artiColi di area• 8 Contributi speCialistiCi

• l’evoluzione normativa del projeCt finanCingversus l’innovazione dei proCessi di gestionee degli strumenti finanziari

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Per ulteriori numeri, articoli, contatti: http://rivista.ording.roma.it
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roma

In copertina:The Admirant Entrance Building - Eindhovenarchitetto M. Fuksas

Foto di:Copyright © Moreno Maggi

RIVISTADELL’ORDINE DEGLI INGEGNERIDELLA PROVINCIA DI ROMA

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GLI EDITORIALI• L’eDItoRIALe: La riqualificazione per Roma . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3

di Francesco Marinuzzi

• DAL PReSIDente: Qual è il contributo degli ingegneri per il futuro di Roma? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4di Carla Cappiello

• DAL ConSIgLIeRe: L’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Roma ed il nuovo Codice dei Contratti . . . . . . . . . . . 5di Tullio Russo

INGEGNERIA CIVILE ED AMBIENTALE• Appalto misto di lavori e servizi: aspetti per la sicurezza . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6

di M. Di Pasquale, A. Coppola

INGEGNERIA INDUSTRIALE• Possibile sviluppo del Project Financing: la formula del “Project Bond” . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 14

di D. Morea, A. Pirone, F. Silleni

INGEGNERIA DELL’INFORMAZIONE• La conferenza mondiale delle radiocomunicazioni 2015 dell’UIT . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 20

di V. Lobianco

INGEGNERIA INTERSETTORIALE• Il Project Manager nei progetti di sviluppo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 24

di Membri iscritti alla commissione “L’Ingegnere per il no profit” al 26 Giugno 2015

• L’antico Porto di Roma Portus Romae . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 28di F. Testaguzza, N. Rempiccia

I CONTRIBUTI SUL QUADERNO N° 1/2016 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 32

I SEMINARI DELL’ORDINE DEGLI INGEGNERI DELLA PROVINCIA DI ROMA • Ciclo di seminari - Luglio 2016 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 36

di T. Russo

I FOCUS• Big Data & Machine Learning: il futuro nelle applicazioni Data Intensive . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 40

di M. Liciani

• L’evoluzione normativa del Project Financing versus l’innovazione dei processi di gestione e degli strumenti finanziari . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 50di D. Morea, G. Belloni Mellini, V. Tranquilli

AREE DEL SITO WEB DELL’ORDINE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 64

SOMMARIO n. 1/2016

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n. 1/2016 trimestrale n. 9 anno iii

Direttore responsabileStefano Giovenali

Direttore editorialeFrancesco Marinuzzi

Comitato di redazioneSezione ACarla Cappiello Manuel CasalboniFilippo Cascone Lucia CoticoniAlessandro Caffarelli Giuseppe CarluccioCarlo Fascinelli Francesco FulviGioacchino Giomi Maurizio LucchiniLorenzo Quaresima Tullio Russo

Sezione BGiorgio Mancurti

Amministrazione e redazionePiazza della Repubblica, 59 - 00185 RomaTel. 06 4879311 - Fax 06 487931223

Progetto grafico e impaginazioneRoberto Santecchia

Assistenza editorialeErika Terrasi, Francesca Tolozzi

Coordinamento editorialeLegislazione Tecnica s.r.l.Via dell’Architettura, 16 - 00144 Roma Tel. 06.5921743 - Fax [email protected]

StampaLitograf Todi s.r.l. - Zona industriale via Umbria 148, 06059 Todi (PG)

Iscritto al Registro della Stampa del Tribunale di Romail 22/11/2013, n. 262/2013

Ordine degli Ingegneri della Provincia di RomaPiazza della Repubblica, 59 - 00185 [email protected]

Finito di stampare: maggio 2016

La Direzione rende noto che i contenuti, i pareri e le opinioni espresse negli articoli pubblicatirappresentano l'esclusivo pensiero degli autori, senza per questo aderire ad esse. La Direzione declina ogni qualsiasi responsabilità derivante dalle affermazioni o dai contenutiforniti dagli autori, presenti nei suddetti articoli.

romaRIVISTA DELL’ORDINE DEGLI INGEGNERI DELLA PROVINCIA DI ROMA

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Care colleghe, cari colleghi,

recentemente si è svolto un convegno sul BIM, ovvero sul Building Information Modeling che ha avutouna grande partecipazione. nel curare l’evento, affinché fosse di successo, devo ringraziare soprattuttola Commissione gestione e manutenzione patrimoni immobiliari e specialmente il suo presidente stefanovalentini per tutte le energie spese, e la struttura dedicata alla formazione dell’ordine.

l’interesse del convegno è stato testimoniato dalla grande partecipazione che ha riempito l’aula da circa400 posti di cui 300 riservati ai nostri iscritti. a livello di relatori si è registrata la partecipazione diretta diaziende e pubbliche amministrazioni importanti a livello nazionale ed internazionale.

fra i rilevanti contributi segnalo quello interessante del direttore tecnico dell’inail, ing. michele meschinoche ha trattato il tema molto attuale della ristrutturazione e riqualificazione con il supporto del BIM nellefasi di simulazioni e decisionali. da segnalare anche quelli specifici sull’approccio e la metodologia BIM,sugli esempi di progetti internazionali e sul ciclo di vita BIM per l’ottimizzazione della gestione patrimoniale.

nell’intervento di apertura ho voluto segnalare quanto il paradigma della rigenerazione e riqualificazionepossa sostituire quello dell’espansione fermato dalla recente crisi. il BIM, infatti, è un approccio utile, incontinuità con il patrimonio informativo dei modelli esistenti 2D (piante, sezioni e prospetti) per realizzaremodelli complessi a più dimensioni oltre le 3 spaziali, che permettano una gestione integrata dell’interociclo di vita dell’edificio e del complesso edilizio. integrazione che può portare a notevoli guadagni in ter-mini di risparmio, ottimizzazione e pianificazione degli interventi manutentivi. tale adozione, si inseriscenel processo di progressiva digitalizzazione dei metodi e strumenti per la professione e richiede una ade-guata formazione per saper gestire anche tutte le tematiche di sicurezza e gestione informatica con-nesse.

ed è proprio nella creazione dei modelli digitali, nella loro gestione e nella loro applicazione che gli inge-gneri possono dare il massimo del loro valore aggiunto anche in linea con quanto pubblicamente dettoe richiesto nel convegno dal direttore generale dell’inail che sta per raddoppiare il suo patrimonio im-mobiliare ed ha invocato pubblicamente durante il convegno, a livello locale e nazionale il nostro supporto.per chi fosse interessato, maggiori dettagli possono esser trovati negli atti del seminario liberamente sca-ricabili da tutti dal sito web dell’ordine www.ording.roma.it come di abitudine per tutti i seminari gratuiti.

tutti noi sappiamo quanto la nostra Città di roma necessiti di maggiore funzionalità e di una estesa ri-qualificazione di molte zone e complessi. Questo può portare anche maggiore bellezza, partecipazioneed opportunità di lavoro.

Ci dobbiamo sentire tutti orgogliosi e partecipi nell’aver creato un momento di riflessione così importantesu una tematica di estrema attualità nella e per la nostra Città di roma indicando soluzioni concrete efattibili.

francesco marinuzziDirettore editoriale

3ordine degli ingegneridella provinCia di roma

L’EDITORIALE DELDIRETTORE

LA RIQUALIFICAZIONE PER ROMA

IngegnereFrancesco MarinuzziDirettore editoriale

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I l buon funzionamento di una nazione dipende dal corretto andamento della p. a.. Conosciamo, anchetroppo bene, i fenomeni che dilaniano la pubblica amministrazione italiana, burocrazia e tempi lunghiprimi su tutto. Credo che gli ingegneri possano dare un grande apporto alla pubblica amministrazione

del paese, poiché per formazione ed esperienza lavorativa, sono specializzati nella progettazione, orga-nizzazione e gestione di imprese ed enti. Hanno una conoscenza approfondita sia dell’approccio mo-dellistico-quantitativo ai problemi decisionali sia delle strategie d’impresa. e sanno essere molto concreti.le attività che possono svolgere all’interno della pa sono molteplici: analizzare costi e prestazioni disingoli dipendenti, squadre di lavoro o settori; progettare, pianificare e controllare la qualità e la sicurezzadei processi; gestire progetti innovativi; progettare e seguire la ristrutturazione di settori della p. a.; ana-lizzare la convenienza di diverse possibilità di investimento o di finanziamento; analizzare i mercati di ap-provvigionamento.

il nostro supporto potrebbe contribuire alla realizzazione di una p. a. moderna e più europea, al vero ser-vizio dei cittadini, che, dobbiamo ricordare, giudicano l’efficienza dello stato proprio attraverso il com-portamento della p. a.. e il nostro apporto può essere davvero significativo anche in ambito territorialelocale, per dare nuova linfa alla nostra città e alla nostra provincia.

prossimamente si svolgeranno le elezioni per il nuovo sindaco della città di roma. Come sappiamo, laCapitale versa in uno stato di difficoltà. roma è una città che deve essere migliorata, poiché si trova inuna situazione di alto degrado, che investe la manutenzione ordinaria, la viabilità, l’emergenza abitativa,la pulizia dei quartieri, il verde pubblico, le strutture sanitarie e scolastiche, le attività produttive. e più sivive in condizioni poco favorevoli allo sviluppo, più subentra un senso di abbandono per la cittadinanza,che può trasformarsi in ulteriori comportamenti negativi nei confronti della città.

noi ingegneri siamo pronti a mettere a disposizione dei prossimi amministratori cittadini, le nostre com-petenze per risollevare la città. vogliamo condividere un nuovo percorso che sperimenti un dialogo co-stante tra ingegneri e amministrazione. È necessario collaborare per realizzare un piano strategico, dacui nasca una visione di roma univocamente positiva per cittadini, turisti e possibili investitori. si develavorare per avere una p. a. locale rinnovata, che abbatta le pesanti barriere poste con i cittadini, i pro-fessionisti e le imprese che operano sul territorio. e contemporaneamente si deve puntare sul concettodi rigenerazione urbana, poiché ci sono delle azioni ormai indispensabili da intraprendere per la bonificaambientale, il recupero del patrimonio costruito e di quello dismesso e abbandonato.

noi ingegneri, vogliamo far sentire la nostra voce, e desideriamo che questa sia ascoltata, perché dob-biamo progettare il futuro, partendo dalle opportunità dall’inestimabile valore che roma ci offre.sappiamo, per formazione e professione, andare oltre i modelli, realizzandone di nuovi, organizzando almeglio ciò che c’è già.

Carla CappielloPresidente Ordine degli Ingegneri

della Provincia di Roma

L’ANGOLO DELPRESIDENTE

4ordine degli ingegneri

della provinCia di roma

QUAL è IL CONTRIBUTO DEGLI INGEGNERI PER IL FUTURODI ROMA?

Dott. Ing.Carla Cappiello

Presidente

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Fra le novità introdotte nel nuovo Codice, spicca “La Qualificazione della Stazione Appaltante” ed il nostroordine non ha perso tempo e, nell’ambito delle attività poste in essere per l’aggiornamento professionale,ha tenuto nel mese di novembre 2015 un corso articolato in 10 seminari. sempre sul tema del nuovoCodice e della qualificazione delle stazioni appaltanti, l’ordine ha programmato un nuovo ciclo di seminari

in collaborazione con il Consiglio Superiore dei LL.PP. per il prossimo mese di luglio 2016, di cui riportiamoall’interno della rivista la locandina. in altri termini, è inutile qualificare le imprese e i tecnici se poi il manico, ossiala stazione appaltante, non è qualificata a programmare e predisporre buoni progetti, a fare gare e bandi inattaccabilie ad affrontare imprevisti e rischi di varia natura che s’incontrano nella realizzazione delle costruzioni.i rischi che possono determinare l’insuccesso di un appalto sono di diversa natura e rilevanza. Quelli più scontati, dasempre considerati come le sfide quotidiane da affrontare, sono i rischi tecnici ed economici oltre a quelli che nel suoinsieme definirei “rischi politici”. sui rischi tecnici ed economici tralasciamo di parlarne in quanto ben noti e in buonaparte derivanti da carenze/errori progettuali, mancati approfondimenti dello stato dei luoghi o delle indagini sui terreni,da contratti carenti, da ritardi di pareri ed autorizzazioni e, non ultimo, da eccessivi ribassi purtroppo molto spessoaccettati.i rischi politici (diretti o indiretti) sono più subdoli, ma a chi opera nel settore delle oo.pp. sarà sicuramente capitatol’affossamento di un progetto, anche in corso di realizzazione, per il cambio dell’indirizzo “politico” dell’amministrazioneo di iniziative di cittadini ed associazioni in qualche modo contrari, a torto o a ragione, alla realizzazione dell’opera.altri rischi possono derivare, per una stazione appaltante non ben organizzata, dai lunghi tempi che intercorrono frala redazione del progetto e la consegna dei lavori, a causa della complessità dell’iter approvativo, del protrarsi deitempi di gara con relativi ricorsi, arrivando poi all’inizio dei lavori con mutate condizioni dei luoghi, interferenze non ri-levate ed aree non disponibili per norme e vincoli sopravvenuti.sempre in tema di novità del nuovo Codice non appare condivisibile la scomparsa, o quasi, dell’appalto integrato,ossia di progettazione esecutiva ed esecuzione dei lavori, che dovrebbe comunque essere mantenuto per le strutturee gli impianti delle opere a rete e per le grandi opere, al fine di meglio responsabilizzare l’esecutore e avvalersi dellesue esperienze e professionalità.l’appalto di progettazione esecutiva ed esecuzione dei lavori, inoltre, si sposa in maniera perfetta con l’offerta eco-nomicamente più vantaggiosa in quanto consente di apportare le proposte migliorative, avanzate in sede di offerta,nel progetto esecutivo, separando nettamente le responsabilità della stazione appaltante e del progettista del definitivodalle responsabilità dell’impresa e del progettista dell’esecutivo. peraltro, andando in gara con il progetto esecutivo el’offerta con proposte migliorative, si deve obbligatoriamente acquisire l’assenso dal progettista del definitivo, con ilrischio di contenziosi ed allungamento dei tempi, per apportare, se condivise, le modifiche offerte sul suo progetto.altro aspetto che non si condivide è l’individuazione dei Collaudatori tecnici amministrativi interni alla stazione appal-tante. il collaudatore, che deve certificare l’esecuzione a regola d’arte e controllare il rispetto dei patti contrattuali, èopportuno che sia terzo fra le parti, in modo tra l’altro da potersi esprimere sulle riserve in maniera obiettiva. il collau-datore interno alla stazione appaltante difficilmente dirà che il progetto approvato dalla sua amministrazione è carente,o che il collega rup ha validato un progetto sbagliato, o che il collega direttore dei lavori non ha operato con tem-pestività e diligenza.il nuovo Codice accenna alla qualificazione delle imprese ed in proposito bisognerebbe premiare, sia nell’affidamentodei lavori che nel rating di reputazione, chi opera con proprie maestranze ed assunzioni di dipendenti ed evitare lecosì dette “scatole vuote”!infine, sarebbe quanto mai opportuno lasciare alle stazioni appaltanti “qualificate” maggiore libertà di scelta delle pro-cedure da adottare in relazione alle peculiarità dell’opera da realizzare, alle loro esperienze pregresse, ai tempi e fi-nanziamenti disponibili, indicando sempre, tramite il rup, le motivazioni delle scelte adottate e condivise dalla stazioneappaltante che ne assume le responsabilità.pur non potendo affermare che con stazioni appaltanti qualificate, non avverranno aumenti per imprevisti, varianti etutto quanto di sbagliato ed inaccettabile oggi succede, la strada da intraprendere è indubbiamente quella dellaformazione, qualificazione e trasparenza delle stazioni appaltanti. magari ci vorrà tempo, com’è successo per lasicurezza nei cantieri, ma con la vera formazione e preparazione di tutti gli addetti ai lavori, si potrà sicuramente arrivarea ridurre i rischi di qualsiasi natura, corruzione compresa, e garantire tempi, costi e qualità nelle costruzioni.un’annotazione per i tanti nostri colleghi che operano correttamente e con impegno nel mondo delle opere pubblicheè che “un appalto andato male fa più notizia di cento appalti finiti bene!”.altra iniziativa dell’ordine, correlata al nuovo Codice, è l’avvenuta apertura di uno sportello sul Codice, tutti i mercoledìdalle 14.30 alle 16.30, con l’avvocato ugo altomare, il collega massimiliano ambrosini e lo scrivente, dove discuteree fornire chiarimenti e pareri.

tullio russoConsigliere 5

ordine degli ingegneridella provinCia di roma

L’ANGOLO DELCONSIGLIERE

L’ORDINE DEGLI INGEGNERI DELLAPROVINCIA DI ROMA ED IL NUOVOCODICE DEI CONTRATTI

IngegnereTullio RussoConsigliere

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INGEGNERIACIVILE

E AMBIENTALEa cura di

Ing. M. Di Pasquale Ing. A. Coppola

commissione Sicurezza nei cantieri

Visto da:Ing. M. Cerri

6ordine degli ingegneri

della provinCia di roma

Non esiste una normativa specifica sullasicurezza negli appalti misti, occorre quindi unavalutazione accurata caso per caso.

APPALTO MISTO DI LAVORI E SERVIZI:ASPETTI PER LA SICUREZZA

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INQUADRAMENTO NORMATIVO

il contesto normativo in materia di contratti pubblicidi lavori e servizi, fa riferimento principalmente aldecreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, “Codicedei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forni-ture in attuazione delle direttive 2004/17/Ce e2004/18/Ce, e s.m.i.”.

prima dell’entrata in vigore del decreto legislativo9 aprile 2008, n. 81, l’aspetto della sicurezza al-l’interno di un contratto pubblico era definito dadisposizioni normative cogenti nel solo ambito deilavori, come riportato nel decreto legislativo del19 settembre 1994, n. 626:

Art. 7 - Contratto di appalto o contratto d’opera1. Il datore di lavoro, in caso di affidamento

dei lavori ad imprese appaltatrici o a la-voratori autonomi all’interno della propriaazienda, o di una singola unità produttivadella stessa, nonché nell’ambito dell’interociclo produttivo dell’azienda medesima:a) verifica, anche attraverso l’iscrizione

alla camera di commercio, industria eartigianato, l’idoneità tecnico-profes-sionale delle imprese appaltatrici o deilavoratori autonomi in relazione ai lavorida affidare in appalto o contratto d’o-pera;

b) fornisce agli stessi soggetti dettagliateinformazioni sui rischi specifici esi-stenti nell’ambiente in cui sono de-stinati ad operare e sulle misure diprevenzione e di emergenza adottatein relazione alla propria attività.

2. Nell’ipotesi di cui al comma 1, i datori dilavoro:a) cooperano all’attuazione delle misure

di prevenzione e protezione dai rischisul lavoro incidenti sull’attività lavorativaoggetto dell’appalto;

b) coordinano gli interventi di protezionee prevenzione dai rischi cui sono espo-sti i lavoratori, informandosi reciproca-mente anche al fine di eliminare rischidovuti alle interferenze tra i lavori dellediverse imprese coinvolte nell’esecu-zione dell’opera complessiva.

3. Il datore di lavoro committente promuove

7ordine degli ingegneridella provinCia di roma

CIVILEE AMBIENTALE

PRIMA DEL TESTO UNICO SULLASICUREZZA, L'ASPETTO DELLASICUREZZA NEI CONTRATTI PUBBLICI ERADEFINITO SOLO NELL'AMBITO DEILAVORI.

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la cooperazione ed il coordinamento dicui al comma 2, elaborando un unico do-cumento di valutazione dei rischi che in-dichi le misure adottate per eliminare leinterferenze. Tale documento è allegatoal contratto di appalto o d’opera. Le di-sposizioni del presente comma non si ap-plicano ai rischi specifici propri dell’attivitàdelle imprese appaltatrici o dei singoli la-voratori autonomi.

3-bis.L’imprenditore committente risponde insolido con l’appaltatore, nonché con cia-scuno degli eventuali ulteriori subappal-tatori, per tutti i danni per i quali il lavora-tore, dipendente dall’appaltatore o dalsubappaltatore, non risulti indennizzatoad opera dell’Istituto nazionale per l’assi-curazione contro gli infortuni sul lavoro.

3-ter. Ferme restando le disposizioni in materiadi sicurezza e salute del lavoro previstedalla disciplina vigente degli appalti pub-blici, nei contratti di somministrazione, diappalto e di subappalto, di cui agli articoli1559, 1655 e 1656 del Codice Civile, de-vono essere specificamente indicati i costirelativi alla sicurezza del lavoro. A tali datipossono accedere, su richiesta, il rappre-sentante dei lavoratori di cui all’articolo18 e le organizzazioni sindacali dei lavo-ratori.

successivamente, con la legge n.123 del 3 agosto2007 recante Misure in tema di tutela della salutee della sicurezza sul lavoro e delega al Governoper il riassetto e la riforma della normativa in mate-ria, è stata introdotta la necessità di redigere, tra idocumenti a corredo dell’appalto, un DocumentoUnico di Valutazione dei Rischi da Interferenze(di seguito duvri) ed è stato modificato l’art. 86del Codice dei Contratti pubblici relativi a Criteri divalutazione delle offerte anormalmente basse, so-prattutto con riguardo all’esclusione di ribassi d’a-sta per il costo relativo alla sicurezza.all’art. 3, comma 1, lett. a) della legge 123/2007,riguardante il miglioramento della sicurezza e dellasalute dei lavoratori durante il lavoro è previsto, in-fatti, l’obbligo per il datore di lavoro committentedi promuovere la cooperazione ed il coordinamentotra committente e appaltatore, attraverso l’elabo-razione di un Documento Unico di Valutazione deiRischi (DUVRI), che indichi le misure adottate perl’eliminazione delle interferenze. in tale disposizionesi aggiunge che tale documento è allegato al con-tratto d’appalto o d’opera. in seguito all’emanazione del d.leg.vo 9/4/2008,n. 81, vengono introdotte alcune novità a ri-guardo, tra cui gli obblighi di cui all’art. 26 comma1: Il datore di lavoro, in caso di affidamento di la-vori, servizi e forniture all’impresa appaltatrice oa lavoratori autonomi all’interno della propriaazienda, […]:

a) verifica, con le modalità previste dal decretodi cui all’articolo 6, comma 8, lettera g), l’i-doneità tecnico professionale delle imprese

CIVILEE AMBIENTALE

8ordine degli ingegneri

della provinCia di roma

CON LA LEGGE N.123 DEL 3 AGOSTO2007 RECANTE MISURE IN TEMA DITUTELA DELLA SALUTE E DELLASICUREZZA SUL LAVORO E DELEGA ALGOVERNO PER IL RIASSETTO E LARIFORMA DELLA NORMATIVA INMATERIA, è STATA INTRODOTTA LANECESSITà DI REDIGERE, TRA IDOCUMENTI A CORREDO DELL’APPALTO,UN DOCUMENTO UNICO DI VALUTAZIONEDEI RISCHI DA INTERFERENZE (DUVRI).

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appaltatrici o dei lavoratori autonomi in rela-zione ai lavori, ai servizi e alle forniture da af-fidare in appalto […];

b) fornisce agli stessi soggetti dettagliate infor-mazioni sui rischi specifici esistenti nell’am-biente in cui sono destinati ad operare […].

viene inoltre evidenziata al comma 5 la nullità delcontratto, qualora in esso non siano specificata-mente indicati i costi della sicurezza inerenti lo spe-cifico appalto: Nei singoli contratti di subappalto,di appalto e di somministrazione, anche qualora inessere al momento della data di entrata in vigoredel presente decreto[…], devono essere specifi-camente indicati a pena di nullità ai sensi dell’arti-colo 1418 del Codice civile i costi delle misureadottate per eliminare o, ove ciò non sia possibile,ridurre al minimo i rischi in materia di salute e sicu-rezza sul lavoro derivanti dalle interferenze delle la-vorazioni. I costi di cui al primo periodo non sonosoggetti a ribasso. […].Come si evince da quanto scritto, non esiste unanormativa sulla sicurezza specifica per gli appaltimisti di lavori, servizi e forniture, dunque, con tuttele difficoltà del caso, si deve, di volta in volta, valu-tare la specifica situazione, e applicare di conse-guenza la norma più calzante.

GLI APPALTI MISTI

nel Codice dei Contratti pubblici (d.leg.vo12/4/2006, n. 163) vengono così definite le varietipologie di appalto:

– appalti pubblici di lavori: ai sensi dell’art.3,comma 7, sono appalti di lavori gli appaltipubblici aventi per oggetto l’esecuzione o,congiuntamente, la progettazione esecutivae l’esecuzione […], con qualsiasi mezzo, diun’opera rispondente alle esigenze specifi-cate dalla stazione appaltante o dall’ente giu-dicatore, sulla base del progetto preliminareo definitivo posto a base di gara;

– appalti pubblici di forniture: ai sensi dell’art.3, comma 9, sono appalti di forniture gli ap-palti pubblici diversi da quelli di lavori o servizi,aventi ad oggetto l’acquisto, la locazione fi-nanziaria, la locazione o l’acquisto a riscatto,con o senza opzione per l’acquisto, di pro-dotti. L’appalto di forniture consiste in unaprestazione di dare ovvero nel mettere a di-sposizione beni in favore del committente;

– appalti pubblici di servizi: ai sensi dell’art.3, comma 10, sono appalti di servizi gli ap-palti pubblici diversi da quelli di lavori o for-niture, aventi per oggetto la prestazione deiservizi di cui all’allegato II […]. L’appalto di

servizi consiste nella prestazione di un facere,ma quest’ultimo, differentemente dal casodi appalto di lavori, non comporta trasfor-mazione della materia o creazione di unanuova opera, bensì consiste nell’espleta-mento di prestazioni […], che determinanoun’utilità per il soggetto pubblico commit-tente;

– contratti misti: ai sensi dell’art. 14, comma1 e 2, i contratti misti sono contratti pubbliciaventi per oggetto: lavori e forniture; lavori eservizi; lavori, servizi e forniture; servizi e for-niture. I contratti misti sono considerati ap-palti pubblici di lavori, o di servizi, o di forni-ture, o concessioni di lavori, secondo ledisposizioni che seguono:• un contratto pubblico avente per oggetto

la fornitura di prodotti e, a titolo accesso-rio, lavori di posa in opera e di installazioneè considerato un appalto pubblico di for-niture;

• un contratto pubblico avente per oggettoprodotti e servizi di cui all’allegato II è con-siderato un appalto pubblico di serviziquando il valore dei servizi supera quellodei prodotti oggetto dell’appalto;

• un contratto pubblico avente per oggettodei servizi di cui all’allegato II e che pre-veda attività ai sensi dell’allegato I solo atitolo accessorio rispetto all’oggetto prin-

9ordine degli ingegneridella provinCia di roma

CIVILEE AMBIENTALE

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cipale del contratto è considerato un ap-palto pubblico di servizi.

È evidente, in caso di un contratto di natura mista,la necessità per la stazione appaltante di ricon-durre tale tipologia ad una delle tre previste sopradescritte, per poter correttamente applicare lenorme relative all’aggiudicazione dei lavori. l’art.14, ai comma 2 e 3, stabilisce le regole per identi-ficare un appalto misto come appalto di lavori, diservizi o di forniture:

– in caso di un contratto misto di servizi e for-niture, al fine di qualificare l’appalto si dovràapplicare un criterio di prevalenza econo-mica; l’appalto sarà considerato di servizi seil valore di questi è superiore alla fornitura diprodotti, viceversa, sarà considerato di for-niture se il valore dei servizi è inferiore a quellodella fornitura (criterio quantitativo);

– in caso di un contratto misto di lavori e forni-ture o di lavori e servizi, al fine di qualificarel’appalto si dovrà applicare il criterio di pre-valenza economica mitigato con quello diaccessorietà; il contratto misto sarà consi-derato di lavori se l’importo dei medesimiassume rilievo superiore al 50% rispetto alleforniture o ai servizi, tuttavia se i lavori rive-stono carattere meramente accessorio ri-spetto ai servizi o alle forniture, che costitui-scono l’oggetto principale del contratto,allora l’appalto sarà considerato rispettiva-mente di servizi o forniture indipendente-mente dal valore economico dei lavori ac-cessori (criterio qualitativo).

tra le attività svolte presso terzi, una delle più dif-fuse è quella denominata Global Service, una mo-dalità contrattuale che si prefigge come obiettivola gestione integrata di più servizi (ad es. condu-zione e manutenzione impiantistica, pulizia, manu-tenzione del verde pubblico, efficientamento ener-getico ecc.) da parte di un unico soggetto,all’interno di rilevanti patrimoni immobiliari. tale ti-pologia di contratto ha generalmente durata plu-riennale per consentire all’assuntore, di ottimizzaregli investimenti iniziali, dovuti alla realizzazione degliinterventi (ad esempio per il risparmio energetico).nello specifico, la norma uni 10685:2007, defini-sce Global Service di manutenzione quel con-tratto basato sui risultati, che comprende una plu-ralità di servizi sostitutivi delle normali attività dimanutenzione, con piena responsabilità dei risultatida parte dell’Assuntore. tramite tale modello con-trattuale, quindi, la pubblica amministrazione ester-nalizza alcuni propri compiti istituzionali, deman-dandone lo svolgimento ad un unico soggetto terzo(singolo o raggruppato). di conseguenza, tra lastazione appaltante e l’assuntore del servizio si

crea una sorta di collaborazione, in cui, da un lato,la capacità decisionale riguardo le politiche e lescelte gestionali, rimane in capo all’ente appaltante,dall’altro, si demanda la gestione dei servizi all’as-suntore, che assume un vero e proprio obbligo dirisultato nei confronti dell’amministrazione com-mittente.(1)

essendo un settore di recente formazione non haa disposizione una struttura normativa consolidata;questa debolezza legislativa ha comportato fin dal-l’inizio difficoltà interpretative sia da parte delle sta-zioni appaltanti, sia da parte delle affidatarie, chehanno spesso applicato procedure poco calzantima giocoforza utilizzate come modello, nel tentativodi disciplinare le modalità operative delle attivitàpreviste da questa forma contrattuale.anche l’anaC, autorità nazionale anticorruzione(allora Autorità di vigilanza dei contratti pubbliciAVCP) ha individuato alcune criticità su questotema, sollevando il problema “dell’inadeguatezzadell’attuale quadro normativo (Codice dei contrattipubblici, D.Leg.vo 12/4/2006, n. 163 e relativoRegolamento di attuazione, D.P.R. 5/10/2010, n.207) nel far fronte alle peculiarità del settore deiservizi al patrimonio immobiliare e alle effettive esi-genze di governo e sviluppo del comparto, oggisoggetto ad una notevole espansione. Nel com-plesso si lamenta, a fronte di un eccesso di rego-lamentazione sugli aspetti formali e burocratici delprocesso di approvvigionamento, la carenza distrumenti operativi a disposizione degli operatoriper orientarsi sui casi pratici. è avvertita quindi l’e-sigenza di integrare la normativa di riferimento conuna regolamentazione di livello operativo, che con-senta la semplificazione, tipizzazione e standardiz-zazione dei processi di gara, pur nel rispetto dellepeculiarità di ciascun affidamento.”(2) i contratti diglobal service, puntualizza l’anaC, si caratterizzanoper la complessità dell’oggetto contrattuale, dal

CIVILEE AMBIENTALE

10ordine degli ingegneri

della provinCia di roma

IL GLOBAL SERVICE è UNA MODALITàCONTRATTUALE CHE SI PREFIGGE COMEOBIETTIVO LA GESTIONE INTEGRATA DIPIù SERVIZI DA PARTE DI UN UNICOSOGGETTO, ALL’INTERNO DI RILEVANTIPATRIMONI IMMOBILIARI.

(1) Il Global Service qualeparticolare tipologia di

contratto misto: funzionistruttura e profili operativi,Maura Mancini, Consulente

legale appalti pubblici.

(2) Il Global Service alpatrimonio immobiliaresecondo le indicazioni

dell’Autorità di vigilanza suicontratti pubblici, Giulio Gaito,

Linee ANAC (già AVCP),Rivista Telematica, editoriale

n.2 aprile 2014.

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momento che riuniscono in un unico negozio giu-ridico attività di varia natura, riconducibili tanto al-l’ambito dei lavori, quanto a quello dei servizi edelle forniture.la sicurezza in questa tipologia di appalti è disci-plinata dal duvri, documento che deve quindi ne-cessariamente essere allegato al contratto d’ap-palto. la circolare del ministero del lavoro n. 5dell’11 febbraio 2011, relativa al quadro giuridicodegli appalti, puntualizza l’importanza del suddettodocumento in un paragrafo dedicato proprio allasicurezza del lavoro negli appalti: la declinazionepiù puntuale delle misure di prevenzione e prote-zione incidenti sull’attività lavorativa oggetto del-l’appalto viene realizzata mediante l’elaborazionedi uno specifico documento che formalizza tuttal’attività di cooperazione, coordinamento e infor-mazione reciproca delle imprese coinvolte, ai finidella eliminazione ovvero della riduzione dei possibilirischi legati all’interferenza delle diverse lavorazioni.è questa, infatti, la logica del documento unico divalutazione dei rischi interferenziali (DUVRI), cheestende la stessa logica del Piano di Sicurezza eCoordinamento (PSC) previsto per i cantieri tem-poranei o mobili a tutti i settori di attività, con l’o-biettivo di lasciare una traccia precisa e puntualedelle attività prevenzionistiche poste in essere datutti i soggetti che, a qualunque titolo, interagiscononell’appalto.se all’interno dell’appalto misto sono previste opereper le quali è necessario aprire un cantiere tempo-raneo o mobile (ad esempio in un appalto di servizidi manutenzione ordinaria e straordinaria su im-pianti termici quello che può comportare la sosti-tuzione di un generatore di calore), si ricade nel ti-tolo iv del d.leg.vo. 9/4/2008, n. 81, e quindi lesingole situazioni devono essere affrontate coe-

11ordine degli ingegneridella provinCia di roma

CIVILEE AMBIENTALE

rentemente con quanto previsto dalla suddettanorma.Quindi, per gestire al meglio la sicurezza in un ap-palto misto, una buona base di partenza è sicura-mente la redazione, da parte del Committente, diun Documento Unico di Valutazione dei Rischiche sia specifico e contestualizzato rispetto al sitooggetto dei lavori, ma le singole attività previstedal contratto vanno analizzate e gestite separata-mente, così da definire esattamente, e soprattuttocircoscrivere, il campo normativo cui fare riferi-mento. il documento unico di valutazione dei rischi da in-terferenze redatto dal Committente, deve esserepoi recepito dall’affidataria, la quale deve trasmet-tere un’informativa ai propri lavoratori circa i rischiinterferenziali desunti dall’analisi del duvri ricevuto;sempre l’impresa affidataria deve trasmettere ildocumento agli eventuali subappaltatori previstinell’appalto, vigilando su di essi in modo che tuttele disposizioni siano rispettate.a volte può sembrare difficoltoso individuare l’affi-dataria dell’appalto, ad es. nel caso in cui essanon sia riconducibile ad un unico soggetto, ma siacostituita da un raggruppamento temporaneo diimprese o da un consorzio. si riporta di seguito uno stralcio in merito, trattodal parere dell’autorità di vigilanza sui Contrattipubblici del 22/07/2010, riguardante la correttaapplicazione dell’art. 89, comma 1, lett. i) deld.leg.vo. 9/4/2008, n. 81, dal quale emerge cheil legislatore ha assegnato all’impresa affidataria

PER GESTIRE AL MEGLIO LA SICUREZZAIN UN APPALTO MISTO, UNA BUONA BASEDI PARTENZA è SICURAMENTE LAREDAZIONE, DA PARTE DELCOMMITTENTE, DI UN DOCUMENTOUNICO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI CHESIA SPECIFICO E CONTESTUALIZZATORISPETTO AL SITO OGGETTO DEI LAVORI.

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l’importante ruolo di verificare concretamente incantiere il rispetto delle prescrizioni poste a tuteladella sicurezza e della salute dei lavoratori. Si trattadi compiti di coordinamento e di gestione operativadel cantiere, con controllo del livello di sicurezza intutte le lavorazioni svolte sia dai propri lavoratori,sia dai subappaltatori. Con riferimento all’indivi-duazione del soggetto preposto a tali compiti, l’art.89 del d. leg.vo. 9/4/2008, n. 81, specifica chel’impresa affidataria è l’impresa titolare del con-tratto di appalto con il committente (3). perciò nel caso di un a.t.i. l’affidataria è l’impresamandataria, nel caso di consorzi … l’impresa affi-dataria è l’impresa consorziata assegnataria deilavori oggetto del contratto di appalto individuatadal consorzio nell’atto di assegnazione dei lavoricomunicato al committente o, in caso di pluralitàdi imprese consorziate assegnatarie di lavori,quella indicata nell’atto di assegnazione dei lavoricome affidataria, sempre che abbia espressamenteaccettato tale individuazione.sempre nel suddetto parere si sottolinea l’intentodel legislatore di individuare un unico soggetto

(l’impresa affidataria) deputato all’espletamento deicompiti in materia di sicurezza in cantiere.(4)

per l’appunto, l’affidataria che manda un propriolavoratore a svolgere l’attività presso il sito oggettodell’appalto, ne ha la responsabilità riguardo l’infor-mazione sui rischi presenti e sulle misure preventivee protettive da adottare. l’azione di coordinamentocon il Committente risulta quindi necessaria ai finidella valutazione preventiva dei rischi, e diventaobbligo primario per il datore di lavoro dell’impresaaffidataria relativamente alla tutela della salute esicurezza dei propri lavoratori.a tal fine l’inail ha emesso un’interessante pub-blicazione nella quale analizza le attività che si svol-gono all’esterno della propria sede aziendalepresso terzi, in particolare:

– le manutenzioni;– le installazioni e i montaggi;– il post vendita;– le verifiche e le ispezioni di tecnici di enti

pubblici;– le attività di ricerca in ambito scientifico;– le certificazioni;

suggerendo alcune procedure che possono aiutaread effettuare una corretta valutazione dei rischi.nel documento si indicano preliminarmente le mi-sure generali di prevenzione e protezione, eviden-ziando che in linea generale, per le attività fuorisede […] si fa riferimento, oltre ai principi generalidi prevenzione e igiene del lavoro di competenzadel datore di lavoro (di seguito DL) mandante,alla valutazione dei rischi e alle conseguenti misure,mezzi e disposizioni inerenti l’unità produttiva delsoggetto terzo, che sono state esaminate nella va-lutazione dei rischi effettuata dal DL ospitante. ilDL mandante […] formalizza una procedura dipreaccesso mediante la quale fornisce al lavoratorele necessarie conoscenze […]. a tale scopo, in

CIVILEE AMBIENTALE

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PER GESTIRE AL MEGLIO LA SICUREZZAIN UN APPALTO MISTO, UNA BUONA BASEDI PARTENZA è SICURAMENTE LAREDAZIONE, DA PARTE DELCOMMITTENTE, DI UN DOCUMENTOUNICO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI CHESIA SPECIFICO E CONTESTUALIZZATORISPETTO AL SITO OGGETTO DEI LAVORI.

(3) grassetto sottolineatoaggiunto.

(4) Istanza di parere ai sensidel Regolamento sulla

istruttoria dei quesiti giuridici,Corretta applicazione dell’art.89, comma 1, lettera i) del D.

Leg.vo. 9/4/2008, n. 81,ANCE, 22/07/2010, Avv. G.

Busia.

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collaborazione con la struttura del DL ospitante, ilDL mandante perviene alla stesura di un’informa-tiva a beneficio dei propri lavoratori […]. si ritieneche tale informativa dovrà contenere […] più istru-zioni inerenti almeno:

– le misure di prevenzione e le disposizioni ge-nerali adottate nell’azienda ospitante;

– un estratto del piano di emergenza dell’a-zienda ospitante, di cui al d.m. 10/03/1998;

– i rischi generali e specifici esistenti negli am-bienti dove gli operatori sono destinati adoperare;

– le norme da rispettare nell’azienda ospitanteper l’esecuzione degli interventi in sicurezza;

– le istruzioni ambientali.tutte le informazioni di cui sopra sono necessarieal DL mandante in quanto solo la conoscenza pre-ventiva dei rischi gli permette di fornire al lavoratorei DPI appropriati, anche perché egli deve inoltreassicurare la formazione e l’informazione ai proprilavoratori riferite ai rischi oggettivamente riscon-trabili nei vari ambienti. In particolare […] debbonoessere formati circa i comportamenti da tenere incaso di incendio ed emergenza generica, […] e diprimo soccorso medico […]. In ogni caso, primadi impostare l’attività in un ambiente […] è neces-sario informarsi e prendere accurata visione delladislocazione della segnaletica di sicurezza e salutee delle relative indicazioni e prescrizioni: divieti, av-vertimenti, prescrizioni, salvataggio e soccorso, viedi fuga, uscite di sicurezza, dispositivi di allarme,accesso mezzi di soccorso, ecc..(5)

nella pubblicazione si fa infine riferimento al docu-mento della Commissione Consultiva permanentepubblicato il 23 gennaio 2013, riguardante la buonaprassi per una valutazione dei rischi per i lavoratorinel caso di attività svolte presso terzi: tale modellosi basa principalmente sul coinvolgimento del per-sonale già presente sul sito, utilizzando la sua espe-rienza per creare questionari e schede di valuta-zione che possono essere un valido aiuto per larealtà da valutare.Questo può essere il punto di partenza di un per-corso complesso ma ben strutturato, che ha l’o-biettivo di condurre tutte le figure presenti (Com-mittente, impresa affidataria, imprese esecutrici,lavoratori esterni presenti sullo stesso sito) versouna corretta gestione della sicurezza sul lavoro,per tutta la durata dell’appalto. in tal caso il duvrideve diventare uno strumento dinamico, in gradodi modificarsi a seconda dei cambiamenti chespesso si succedono durante l’arco di tempo pre-stabilito: un documento costantemente aggiornato,che può essere corroborato da altri documentidella sicurezza più specifici a seconda delle situa-zioni che si incontrano di volta in volta (psC, pos,

pimus, ecc.).la tipologia contrattuale degli appalti misti si stadelineando come un settore a sé stante e ben de-finito, e il global service in particolare, come ripor-tato nell’editoriale dell’anaC, beneficerebbe,quindi, della fissazione di regole, flessibili e condi-vise, per uniformare i comportamenti delle stazioniappaltanti e di indicazioni operative volte ad indi-rizzare gli operatori nella soluzione dei casi concreti(bandi-tipo, ma anche linee guida tecnico-proce-durali, capitolati-tipo prestazionali ecc.). […] Ovesi scelga la strada dell’appalto unitario di servizi,occorre tener conto che nella pubblica ammini-strazione non esiste ancora una consolidata prassie cultura di gestione di processi di esternalizzazionecosì complessi, così come non è diffuso un know-how tecnico indirizzato alla progettazione e verificadei servizi, specie se integrati.(6) ■

13ordine degli ingegneridella provinCia di roma

CIVILEE AMBIENTALE

(5) Le attività esterne.Valutazione dei rischi perattività svolte verso terzi –INAIL edizione 2014.

(6) Il global service alpatrimonio immobiliaresecondo le indicazionidell’Autorità di vigilanza suicontratti pubblici - GiulioGaito, Linee ANAC (giàAVCP), Rivista Telematica,editoriale n.2 aprile 2014.

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a cura diIng. D. MoreaIng. A. PironeIng. F. Silleni

commissione Project Financing

Visto da:Ing. G. Boschi

14ordine degli ingegneri

della provinCia di roma

Uno strumento più flessibile, diffuso tra glioperatori qualificati e negoziabile in un mercatoregolamentato.

POSSIBILE SVILUPPO DELPROjECT FINANCING: LAFORMULA DEL “PROjECT BOND”

INGEGNERIAINDUSTRIALE

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1. INTRODUZIONE

esiste una possibilità di sviluppo del Project Finan-cing, sia in relazione ad opere da realizzarsi sia inordine alla gestione di quelle in esercizio, sosti-tuendo un finanziamento “tradizionale” con unostrumento più flessibile, diffuso tra gli operatoriqualificati e negoziabile in un mercato regolamen-tato: il Project Bond. Ciò, alla luce della situazione venutasi a creare aseguito delle recenti riforme dei regimi d’incentiva-zione ed allo scopo di poter scongiurare possibilitensioni finanziarie che dovessero essere causateda “credit crunch”.i Project Bonds (di seguito PB) sono titoli obbliga-

zionari finalizzati alla realizzazione di opere infra-strutturali o servizi di pubblica utilità, volti a sosti-tuire, ovvero ad integrare, lo strumento del creditobancario. Quest’ultima situazione può generarsiquando debbano essere coperti fabbisogni finan-ziari che non si prestano all’utilizzo di emissioniobbligazionarie (quali, ad esempio, quelli copertida linee di credito stand by o revolving).nel nostro paese, un concreto impulso all’utilizzodei PB medesimi si è avuto a seguito della drasticacostrizione del mercato del credito bancario, so-prattutto a lungo termine, generata dalla vigentecrisi finanziaria e dall’inasprimento dei vincoli di pa-trimonializzazione imposti da “Basilea 3”, con scon-tate conseguenze sul finanziamento delle opereinfrastrutturali. si tratta, pertanto, di uno strumentoparticolarmente adatto al coinvolgimento di capitaliprivati nel finanziamento di progetti, in una fasestorica in cui le tradizionali fonti di finanziamento(di natura pubblica o bancaria) non sono in gradodi assicurare le risorse necessarie.

2. PROJECT BONDS ON PROJECTFINANCING

nella struttura tipica di un’operazione con PB, oltreagli obbligazionisti, assume un ruolo centrale, lasocietà emittente [lo Special Purpose Vehicle(SPV)], la quale, mediante i proventi raccolti dall’e-missione medesima, finanzia l’opera i cui flussi dicassa prospettici garantiranno il rimborso delle ob-bligazioni medesime.sulla tipologia di progetti finanziabili, bisogna di-stinguere tra progetti greenfield (ovvero riguardantiopere di nuova costruzione) e brownfield (quelli ri-guardanti opere già esistenti). rispetto a questi ul-timi, quelli greenfield scontano talune difficoltà (le-gate, ad esempio, all’assunzione del rischio dicostruzione da parte degli investitori ed all’alea che

15ordine degli ingegneridella provinCia di roma

INDUSTRIALE

NEL NOSTRO PAESE, UN CONCRETOIMPULSO ALL’UTILIZZO DEI PROjECTBOND SI è AVUTO A SEGUITO DELLADRASTICA COSTRIZIONE DEL MERCATODEL CREDITO BANCARIO.

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ne consegue circa il raggiungimento della ProjectCompletion). i progetti già realizzati, ovvero in ope-ratività, possono, invece, offrire maggiori garanzie,potendo sovente beneficiare di un track recordprestazionale su cui costruire le aspettative di red-dito future.infatti, per investire, i bondholders chiedono di po-ter valutare progetti con un buon credit rating, sup-portato da flussi di cassa stabili e prevedibili, ratiosfinanziari adeguati ed un security package in lineacon quelli richiesti nelle operazioni di Project Fi-nancing, ovvero in grado di blindare i flussi di pro-getto in favore dei bondholders ed isolare il pro-getto medesimo da rischi esterni all’operazione.al fine di soddisfare i sopra citati criteri, è prassicorrente quella di coinvolgere, nella fase di strut-turazione del deal, consulenti esterni indipendentiin grado, mediante analisi di Due Diligence, di va-lutare il progetto negli aspetti di mercato, tecnici elegali; inoltre, normalmente, la strutturazione è sup-portata dagli advisor finanziari nonché dalle agenziedi rating. Queste ultime si occupano, principal-mente, di valutare i fondamentali del progetto, ana-lizzarne i contratti e giudicare la sostenibilità dellastruttura finanziaria prevista; in particolare, le stessesvolgono un ruolo chiave, in quanto colmano l’a-simmetria informativa tra le parti in possessod’informazioni qualificate (società emittenti) e leparti che non le hanno (bondholders), attribuendoun merito creditizio al progetto che gli investitoripossono incorporare nella formulazione del prezzo

che sono disposti ad accettare, quale remunera-zione delle obbligazioni. la struttura tipica di un’o-perazione finanziata con PB è quella riportata nellafigura 1.al fine di rendere le obbligazioni più appetibili sulmercato, queste ultime possono essere suddivisein “tranche” con diversa “seniority” e diverso ren-dimento: gli investitori che sottoscrivono le tranchepiù sicure vengono rimborsati prima rispetto aglialtri, con i primi flussi di cassa generati dal progetto,ma a discapito di un rendimento minore. in baseal tipo di progetto, poi, l’intervento di soggetti isti-

INDUSTRIALE

16ordine degli ingegneri

della provinCia di roma

PER INVESTIRE, I BONDHOLDERSCHIEDONO DI POTER VALUTAREPROGETTI CON UN BUON CREDIT RATING,SUPPORTATO DA FLUSSI DI CASSASTABILI E PREVEDIBILI, RATIOSFINANZIARI ADEGUATI ED UN SECURITyPACkAGE IN LINEA CON QUELLIRICHIESTI NELLE OPERAZIONI DIPROjECT FINANCING.

Figura 1. Struttura tipica diun’operazione finanziata con

Project Bonds.

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tuzionali, quali la Banca Europea degli Investimenti(BEI), il gruppo SACE e la Cassa Depositi e Prestiti(CDP), può migliorare il merito di credito delle notesemesse dalla SPV, ad un livello di rating accettabileper talune classi d’investitori.in merito a questi ultimi, la sottoscrizione delle no-tes è rivolta, soprattutto, ai grandi investitori istitu-zionali (i così detti “investitori qualificati”) ed ai fondid’investimento, allo scopo di passare da un si-stema di rifinanziamento delle opere, soprattuttoquelle infrastrutturali, prevalentemente di tipo bank-based ad un sistema di tipo market-based.i limiti che si possono riscontrare afferiscono, tut-tavia, ad un mercato che può aver bisogno ditempo per familiarizzare con un nuovo strumentod’investimento nonché con le asimmetrie informa-tive da gestire tra bondholders e società emittenti,che, spesso, richiedono l’intervento di agenzie dirating per essere superate.

3. APPLICAZIONI

le emissioni di PB già realizzate in europa hannoriguardato, prevalentemente, opere infrastrutturali,e, nello specifico, autostrade.tali strumenti finanziari hanno beneficiato, in mas-sima parte, del supporto della Banca Europea degliInvestimenti (BEI) attraverso le misure di creditenhancement (Project Bond Credit Enhancement),ovvero l’assunzione di particolari rischi connessialla gestione dell’opera. l’intervento della BEI con-tribuisce all’innalzamento del rating delle obbliga-zioni e ciò comporta l’ampliamento della plateadei sottoscrittori ai cosiddetti investitori istituzionali(assicurazioni, fondi pensione), i quali sono vincolatia destinare le proprie risorse ad impieghi “invest-ment grade”.in italia, le applicazioni riguardano, soprattutto,operazioni di rifinanziamento di progetti già realizzatio in fase di realizzazione avanzata, strutturati, inorigine, secondo uno schema di Project Financing

con gli istituti di credito quali principali soggetti fi-nanziatori.lo scopo del rifinanziamento, attraverso la sosti-tuzione del credito bancario con PB, è essenzial-mente quello di consentire agli istituti di creditomedesimi un “alleggerimento” delle proprie espo-sizioni a medio/lungo termine, a seguito dei mag-giori vincoli patrimoniali imposti dalla Banca Cen-trale Europea (BCE), e, contemporaneamente, diottenere una riduzione degli oneri finanziari in capoalla società di progetto: il costo dei PB risulta, in-fatti, inferiore al debito bancario, poiché intervienenella fase di regime della gestione del progetto(quindi, con minori rischi impliciti), oltre ad essereassistito da garanzie collaterali (ad esempio, il sud-detto credit enhancement della BEI).il primo PB italiano da 830 milioni di euro e collo-cato da Concessioni Autostradali Venete (CAV),prezzato recentissimamente e garantito dalla BEI,sarà sottoscritto da investitori (in particolare assi-curazioni) nazionali ed internazionali di lungo ter-mine e fondi specializzati in investimenti infrastrut-turali (tra i quali Allianz, Generali, Cassa Depositi ePrestiti ed il fondo francese Score). l’operazione èfinalizzata al rifinanziamento di un’opera già co-struita grazie alle somme anticipate da anas eCassa depositi e prestiti: le due tranche dell’ob-bligazione (la prima da 400 milioni di euro e la se-conda da 430 milioni di euro) serviranno per resti-

17ordine degli ingegneridella provinCia di roma

INDUSTRIALE

LE EMISSIONI DI PB GIà REALIZZATE INEUROPA HANNO RIGUARDATO,PREVALENTEMENTE, OPEREINFRASTRUTTURALI, E, NELLO SPECIFICO,AUTOSTRADE.

Concessione AutostradaleVenete (CAV).

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tuire all’anas medesima i 430 milioni di euro anti-cipati dalla stessa nonché, la restante parte, per ilrifinanziamento del debito. il PB ha ottenuto il ratingda parte di Moody’s, grazie alla presenza della ga-

ranzia della BEI per il 20% del PB medesimo (paria 166 milioni di euro su 830 milioni di euro). lastessa BEI, in europa, ha garantito altri PB peropere infrastrutturali. l’operazione è indice della

INDUSTRIALE

18ordine degli ingegneri

della provinCia di roma

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BIBLIOGRAFIA

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capacità dell’italia di attrarre capitali privati inter-nazionali in favore di opere pubbliche di rilievo. ivantaggi consistono nel pagamento, da parte del-l’emittente, di un interesse più basso rispetto aquello relativo ad un prestito bancario. dal lato in-vestitore, il beneficio è di avere un rendimentocerto, in un mercato caratterizzato da rendimentiprossimi allo zero, essendo l’opera già conclusa epotendo, quindi, la stessa garantire un flusso ditraffico, e, conseguentemente, un flusso di cassasicuro (costituente un’ulteriore garanzia per gli in-vestitori).un’altra applicazione riguarda il rifinanziamento delprogetto di realizzazione di quattro ospedali in to-scana, denominato “H4”. il progetto riguarda larealizzazione, in contemporanea di quattro nuovipresidi ospedalieri nelle città di massa Carrara,lucca, pistoia e prato. per la realizzazione delleopere, è stata prevista una struttura di tipo ProjectFinancing, finanziato da un pool di banche, daequity (da parte dello Sponsor) e da una rilevantecomponente di contributo pubblico, trattandosi di“opere fredde”. tra le varie ipotesi formulate per lasostituzione del debito bancario con PB, quellache prevede un’emissione assistita da garanziaSACE e CDP, è la soluzione ottimale.in italia, i Project Financing nel settore delle energierinnovabili non sono stati oggetto di studi di fatti-bilità per lo sviluppo o la riconversione del debito

bancario outstanding in PB che presentino le ca-ratteristiche sopra descritte; all’estero, invece, siriscontrano importanti progetti realizzati, anche conil supporto della BEI (ad esempio, i grandi parchieolici offshore nel mare del nord).lo strumento più frequentemente adottato dalleimprese energetiche nazionali (utilities, rinnovabili),tipicamente di media-piccola dimensione, princi-palmente per far fronte al drastico credit crunchdegli ultimi anni, è quello dei mini-bonds (quotatinel mercato ExtraMOT PRO), ovvero di obbligazionisottoscritte dal mercato ma emesse dall’impresae non da una società veicolo costituita per talescopo (SPV). sostanzialmente, si tratta di un fi-nanziamento corporate (ovvero il debitore è losponsor e non già la SPV), il quale, indirettamente,contribuisce ai costi di sviluppo e realizzazione: lavalutazione del rating dipende dalla valutazionedell’azienda emittente nel suo complesso e nondalle specifiche del singolo progetto. il ricorso averi e propri PB, in questi casi, è impedito dalle di-mensioni dei progetti, i cui ammontare non giusti-ficherebbero l’elevata incidenza dei costi di arran-gement e l’interesse degli intermediari per il lorocollocamento. non potendo prendere in conside-razione, per i limiti suddetti, i PB, numerose aziendedel settore delle energie rinnovabili hanno preferitofare ricorso al mercato dei capitali di rischio per fi-nanziare i propri progetti. ■

19ordine degli ingegneridella provinCia di roma

INDUSTRIALE

Grandi parchi eolici offshorenel Mare del Nord.

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INGEGNERIADELLA

INFORMAZIONEa cura di

Ing. V. Lobianco

commissione Sistemi di

Telecomunicazioni

Visto da:Ing. D. Principe

Ing. G. D’Agnese

20ordine degli ingegneri

della provinCia di roma

Si è tenuta a Ginevra, dal 2 al 27 novembre2015, la Conferenza Mondiale delleRadiocomunicazioni (WRC-15) dell’UnioneInternazionale delle Telecomunicazioni.

LA CONFERENZA MONDIALEDELLE RADIOCOMUNICAZIONI2015 DELL’UIT

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INTRODUZIONE

nei giorni dal 2 al 27 novembre 2015 si è tenuta aginevra la Conferenza mondiale delle radiocomu-nicazioni (WRC-15) organizzata dall’UIT (Unione In-ternazionale delle Telecomunicazioni), l’agenziadell’onu per il settore delle comunicazioni elettro-niche.le Conferenze mondiali delle radiocomunicazionisi svolgono in genere ogni 4 anni, sulla base diun’agenda di punti all’ordine del giorno che vienedefinita nella precedente conferenza e hanno comeobiettivo quello di pianificare l’uso delle singolebande dello spettro radio non solo per i servizi dicomunicazione elettronica in senso stretto (voce,dati, immagini), ma anche per la trasmissione di

segnali per servizi specifici quali a esempio il con-trollo remoto dei dispositivi, i radar e l’osservazioneterrestre. la pianificazione d’uso delle frequenze viene effet-tuata con anni di anticipo (anche un decennio), inmodo da consentire alle organizzazioni governa-tive, all’industria e agli utilizzatori la definizione deglistandard tecnici, lo sviluppo degli apparati e lamessa in opera delle applicazioni e dei servizi cheutilizzeranno lo spettro radio. Hanno partecipato alla Conferenza circa 3.300 de-legati in rappresentanza di 162 fra i 193 stati mem-bri dell’UIT, nonché alcune organizzazioni edoperatori di settore in qualità di osservatori.alla conferenza ha partecipato una folta delega-zione italiana, composta da circa cinquanta dele-gati, in rappresentanza di vari ministeri e entipubblici (1) e dell’autorità per le garanzie nelle Co-municazioni (AGCOM), e da membri accreditatidell’industria nazionale e dei principali gestori di te-lecomunicazioni e di radiodiffusione.

I LAVORI DELLA CONFERENZA

Articolazione dei lavorila Conferenza si è articolata in 7 Comitati, chehanno svolto in parallelo i propri lavori, ciascunoresponsabile di aspetti di natura amministrativa(pianificazione strategica, controllo delle credenzialidi partecipazione, gestione, ecc.) e di natura tec-nica dedicati agli specifici punti in agenda dellaConferenza 2015. nel presente articolo sarà presentato l’esito dei la-vori dei Comitati tecnici (Comitati 4, 5 e 6), soffer-mandosi in particolare sulle decisioni adottate peri servizi di comunicazione mobile a larga banda.

21ordine degli ingegneridella provinCia di roma

DELLAINFORMAZIONE

LE CONFERENZE MONDIALI DELLERADIOCOMUNICAZIONI SI SVOLGONO INGENERE OGNI 4 ANNI, SULLA BASE DIUN’AGENDA DI PUNTI ALL’ORDINE DELGIORNO CHE VIENE DEFINITA NELLAPRECEDENTE CONFERENZA E HANNOCOME OBIETTIVO QUELLO DI PIANIFICAREL’USO DELLE SINGOLE BANDE DELLOSPETTRO RADIO.

(1) Ministero dello SviluppoEconomico, Ministero dellaDifesa, ENAV.

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Le Comunicazioni mobili a larga bandail soddisfacimento delle ulteriori esigenze di spettroper le comunicazioni dati in mobilità (Mobile Broad-band) è stato uno dei principali argomenti oggettodella Conferenza.Ciò alla luce della sempre più crescente domandadi tali servizi da parte dei cittadini (attraverso l’usodi dispositivi mobili quali smartphone, tablet, ecc.).al riguardo si rammenta che il Mobile Broadbandcostituisce uno strumento importante per il rag-giungimento degli obiettivi dell’Agenda Digitale Eu-ropea, che prevede che entro il 2020, il 100% dellapopolazione abbia a disposizione un accesso datia velocità di almeno 30 mb/s e, alla stessa data,almeno il 50% della popolazione possa fruire di unaccesso a 100 mb/s.durante la Conferenza è emerso che, sia i paesieuropei sia i restanti paesi, in particolare quelli invia di sviluppo, considerano lo spettro (in partico-lare quello al di sotto di 1 gHz) una risorsa fonda-mentale per rispondere all’aumento del traffico datie, soprattutto, per garantire l’accesso alla rete, inparticolar modo nelle zone rurali, al fine di superareil deficit di copertura delle reti fisse. non solo l’europa quindi, ma anche molti paesi dialtre organizzazioni regionali hanno portato in Con-ferenza numerose proposte di attribuzione e armo-nizzazione di spettro addizionale per il MobileBroadband.nella Conferenza sono state individuate, per l’usoda parte dei servizi mobili su base mondiale, altreporzioni della c.d. banda L (1427-1518 mHz), edella c.d. banda C (3400-4200 mHz). per quanto riguarda in particolare la banda l, la

sua porzione intermedia (1452-1492 mHz) era giàda qualche tempo destinata ai servizi mobili e initalia è stata recentemente assegnata a due ope-ratori mobili (tim e vodafone) attraverso un’astache ha visto un ricavo di oltre 460 milioni di euro. in italia, la banda 3400-3600 mHz dal 2009 è stataassegnata ai servizi WiMax per l’accesso dati dapostazione fissa (FWA, Fixed Wireless Access). tuttavia la decisione più importante della Confe-renza, almeno per l’impatto che avrà a livello na-zionale ed europeo, riguarda il futuro utilizzo dellabanda uHf per il Mobile Broadband. la banda uHf, ossia le frequenze comprese tra470 e 860 mHz (canali 21-69 della tv), è stata dasempre utilizzata per la trasmissione dei segnali te-levisivi. da alcuni anni, grazie all’introduzione dellatelevisione digitale terrestre, che ha consentito unuso più efficiente della risorsa (Digital Dividend), labanda è stata progressivamente assegnata ancheai servizi di comunicazione mobile, alla luce dellecrescenti necessità indotte dalla diffusione di di-spositivi di accesso dati in mobilità. in italia, già nel2013, una porzione di questa banda (800 mHzcorrispondente ai canali 61-69) è stata assegnataagli operatori di telefonia mobile ed è utilizzata peri servizi 4g. la porzione immediatamente inferiore(700 mHz, canali 48-60) sarà convertita in europaai servizi mobili, presumibilmente nel biennio 2020-2022. nel corso della Conferenza, numerosi paesi extraeuropei hanno, invece, proposto l’immediata as-segnazione di tutta la banda uHf al Mobile Broad-band, in particolare nella regione 1 dell’UIT(europa ed africa). l’effetto dell’accoglimento diuna tale proposta, contrastata da quasi tutti i paesi

DELLAINFORMAZIONE

22ordine degli ingegneri

della provinCia di roma

L’Assemblea plenaria della laConferenza Mondiale delle

Radiocomunicazioni (WRC-15)

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europei, sarebbe stato dirompente, soprattutto perl’italia, poiché le frequenze terrestri costituiscono ilmezzo di gran lunga più utilizzato nel nostro paeseper la trasmissione della televisione, a differenza dialtri paesi in cui è predominante l’uso della tv viacavo o satellite. Come soluzione di compromesso, è stata adottatadalla Conferenza la decisione di avviare gli studisull’attribuzione della banda uHf ai servizi mobili apartire dal 2019, con l’inserimento nell’agendadella WrC-23 della decisione sulla possibile asse-gnazione al mobile dell’intera banda 470-694 mHz(o di sue porzioni), che potrà comunque avvenirein una data successiva al 2023. il compromessoraggiunto dalla Conferenza risulta accettabile perl’italia e consentirà di pianificare con adeguato an-ticipo la transizione al mobile (Refarming) dellabanda 700 mHz e delle eventuali ulteriori porzionidi banda uHf che cambieranno destinazioned’uso.

Altri punti in Agendanumerose sono state le decisioni adottate dallaConferenza sugli usi dello spettro per i servizi di-versi dalle comunicazioni mobili a larga banda. si segnalano in particolare:

– l’assegnazione di ulteriori bande ai radioa-matori, da impiegare anche in situazioni diemergenza e disastri;

– il rafforzamento dei criteri di protezione dellefrequenze per i sistemi di ricerca e soccorsovia satellite (banda 406-406,1 mHz). se-condo quanto comunicato dall’UIT, tale si-stema ha consentito, sino alla fine del 2013,il salvataggio di almeno 37.000 vite in oltre10.000 incidenti;

– le attribuzioni di ulteriore banda per il serviziodi esplorazione della terra via satellite, a be-neficio anche della evoluzione del sistema ci-vile-militare italiano di osservazione terrestreche utilizza le frequenze a 9 gHz;

– l’avvio di studi per l’armonizzazione dell’uso

dello spettro per i sistemi avionici a controlloremoto (i c.d. droni) allo scopo di consentireall’ICAO (International Civil Aviation Organi-zation), l’organizzazione mondiale dell’avia-zione civile, lo sviluppo di standard mondialiper questi sistemi;

– armonizzazione dello spettro per sistemi dicomunicazione wireless all’interno degli aerei(WAIC - Wireless Avionics Intra-Communica-tions);

– l’armonizzazione delle frequenze (1087,7-1093,2 mHz) per sistemi di tracciamento elocalizzazione degli aerei civili in volo, anchecon l’uso dei satelliti nelle aree non copertedai sistemi di controllo tradizionali (oceani,deserti, ecc.);

– l’armonizzazione di spettro in banda 77.5-78.0 gHz per l’impiego da parte di radar au-tomobilistici ai fini della sicurezza stradale.

Conclusionil’esito della Conferenza, in linea generale, può ri-tenersi ampiamente positivo per l’italia, comeanche rimarcato con soddisfazione dai rappresen-tanti dell’industria nazionale presenti. Ciò vaascritto anche al lavoro che la delegazione italianaguidata dal ministero dello sviluppo economico,con il supporto dell’AGCOM, ha prodotto con im-pegno ed attenzione nelle quattro settimane di la-vori internazionali. ■

23ordine degli ingegneridella provinCia di roma

DELLAINFORMAZIONE

La sede dell’UIT di Ginevradove si è tenuta, dal 2 al 27novembre 2015, laConferenza Mondiale delleRadiocomunicazioni (WRC-15)

DA ALCUNI ANNI, GRAZIEALL’INTRODUZIONE DELLA TELEVISIONEDIGITALE TERRESTRE, CHE HACONSENTITO UN USO PIù EFFICIENTEDELLA RISORSA (DIGITAL DIVIDEND), LA BANDA UHF è STATAPROGRESSIVAMENTE ASSEGNATA ANCHEAI SERVIZI DI COMUNICAZIONE MOBILE.

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a cura diMembri iscritti alla

commissione “L’Ingegnere

per il no profit” al 26 Giugno 2015

commissione L'Ingegnere per

il no profit

Visto da:Ing. P. AndrizziIng. G. Boschi

24ordine degli ingegneri

della provinCia di roma

La complessità dei progetti di sviluppo è legata al fatto che sono sempre integrati, cioèprevedono il perseguimento di più strategie per raggiungere l’obiettivo prefissato.

IL PROjECT MANAGER NEI PROGETTI DI SVILUPPO

INGEGNERIAINTERSETTORIALE

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Per progetto di sviluppo intendiamo uninsieme di azioni integrate entro un perio-do definito e con un budget specifico permigliorare una situazione problematica ini-

ziale con una prospettiva di medio-lungo periodoraggiungendone una desiderata in cui siano tan-gibili i benefici per il target di beneficiari oggettodell’intervento. Ciò implica il passaggio da una situazione inizialedi equilibrio, seppur caratterizzata da disagi peralcuni gruppi di individui, ad una di caos, in cui simodificano i legami e le condizioni esistenti nelcontesto dell’intervento, auspicando di raggiungereuna nuova situazione di equilibrio, in cui i beneficidiretti ai destinatari non vadano contemporanea-

mente a discapito delle condizioni di altri gruppi.la complessità dei progetti di sviluppo è legatasia al fatto che sono sempre integrati, cioè preve-dono il perseguimento di più strategie per raggiun-gere l’obiettivo di progetto o, detto in altre parole,di più strade per raggiungere il traguardo, sia alfatto che coinvolgono un numero molto elevato diportatori di interessi (i cosiddetti stakeholders),compresi eventuali enti finanziatori, sui quali non sipuò esercitare un potere diretto, ma che occorrestimolare continuamente per mantenere alto il lorointeresse e coinvolgimento.ottenere quindi il successo di un progetto di svi-luppo non è per nulla scontato e, soprattutto, nondipende esclusivamente da chi lo implementa. se-condo uno studio dell’oCse/oeCd (Organizza-zione per la Cooperazione e lo Sviluppo Econo-mico/ Organization for Economic Cooperation andDevelopment), condotto dal Cas/daC (Comitato

25ordine degli ingegneridella provinCia di roma

INTERSETTORIALE

LE CAUSE DI FALLIMENTO DI PROGETTINON SONO CORRELATE Né AL SETTOREDI INTERVENTO Né ALLECARATTERISTICHE GEOGRAFICHE,ECONOMICHE O CULTURALI DEL LUOGOIN CUI ESSO SI SVOLGE.

Sede dell’OCSE.

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di Aiuto allo Sviluppo/Development AssistanceCommittee) che ha analizzato migliaia di progettidi sviluppo implementati in diverse nazioni, nei set-tori d’intervento più disparati ed indirizzati a diversetipologie di target di beneficiari, ha evidenziato chele cause di fallimento di progetti non sono correlatené al settore di intervento né alle caratteristichegeografiche, economiche o culturali del luogo incui esso si svolge, ma sono riconducibili alle se-guenti ragioni:

– basso coinvolgimento del territorio e degliattori chiave nelle diverse fasi del ciclo diprogetto, in particolare in quella di identifica-zione;

– obiettivi confusi, e quasi sempre formulaticome attività, e non in termini di benefici;

– assenza di monitoraggio, o basato solo sul-l’efficienza e ridotto a rapporti periodici;

– debole o nessuna attenzione ai fattori di ri-schio;

– insufficiente considerazione di tutti i fattori disostenibilità.

Certamente, se la gestione del ciclo di progetto èaffidata ad un buon Project Manager, è possibileaumentare la probabilità di raggiungere l’obiettivo,cioè il successo.rispetto alle considerazioni fatte, innanzitutto

emerge come un buon Project Manager dovràpossedere molte più competenze trasversali legatealla managerialità che alla conoscenza tecnica delsettore di intervento. solo grazie a spiccate attitudini di comunicazionee facilitazione riuscirà a valorizzare i diversi punti divista degli stakeholders ed a coinvolgerli all’internodei processi partecipativi nelle fasi del ciclo di pro-getto (identificazione/formulazione/implementa-

INTERSETTORIALE

26ordine degli ingegneri

della provinCia di roma

FONDAMENTALE è L’ATTENZIONE CHE ILPROjECT MANAGER DEVE RIVOLGERE AIDIVERSI FATTORI DI SOSTENIBILITà TALIDA FACILITARE IL MANTENIMENTO DEIBENEFICI NEL TEMPO IN TERMINI DIOBIETTIVI ED IMPATTO SOCIALE NELCONTESTO DI INTERVENTO.

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zione), gestendo eventuali conflitti tra gli stessi esviluppando le sinergie esistenti.in mancanza di un vero potere contrattuale, dovràriuscire a conquistare la leadership attraverso la ri-conoscibilità e la fiducia del proprio staff, dei partnere dei beneficiari, responsabilizzandoli e coordi-nando il lavoro di squadra. al contrario dovrà essere in grado di interfacciarsicon gli enti finanziatori, valorizzando gli aspetti po-sitivi dell’intervento con una attenzione nel soddi-sfare le loro richieste, pur essendo consapevoledelle priorità e delle decisioni condivise con glistakeholder.dovrà continuamente porsi degli interrogativi legatial perché delle sue decisioni piuttosto che al come:in questo modo le scelte si focalizzeranno mag-giormente sull’efficacia, e quindi orientate ai bene-fici, e meno sull’efficienza, esclusivamente con-nesse all’implementazione delle attività. soprattutto in fase realizzativa, il Project Managerè vincolato da un budget specifico approvato e fi-nanziato dal donor, per cui il risparmio di eventualirisorse in capitoli di spesa, a volte, diventa più pro-blematico da gestire, che un effettivo vantaggioper il progetto. proprio per questo è bene che il Project managerdefinisca, coinvolgendo staff e partner, non soloun processo di monitoraggio che accompagni l’im-plementazione progettuale nel misurare l’efficienteutilizzo di risorse e realizzazione dei prodotti, ma sifocalizzi soprattutto sull’ottenimento dei beneficicon un piano di monitoraggio di efficacia e sul con-testo dinamico in cui il progetto viene realizzato,con analisi del rischio di condizioni esterne e dieventuali esternalità negative di progetto, che po-trebbero decretarne il fallimento, se non pronta-mente misurate e contrastate da opportune azionicorrettive.fondamentale infine è l’attenzione che il ProjectManager deve rivolgere ai diversi fattori di sosteni-

bilità tali da facilitare il mantenimento dei beneficinel tempo in termini di obiettivi ed impatto socialenel contesto di intervento. dalla componente economico-finanziaria, relativaprincipalmente alle attività, dovrà stimolare l’ow-nership di progetto da parte dei beneficiari estakeholder locali e, tra loro, il coinvolgimento degliattori istituzionali che saranno in grado di prose-guire nella direzione intrapresa del progetto attra-verso politiche di sviluppo di medio-lungo periodo. non trascurabili sono anche i fattori riguardanti gliaspetti ambientali e di genere, nonché quelli cultu-rali che presuppongono un grande e lungo sforzovolto alla sensibilizzazione e alla consapevolezzadelle comunità rispetto alle problematiche e allebuone prassi, fondamentali per il cambiamento at-titudinale degli individui e per la sostenibilità tem-porale dei benefici. ■

27ordine degli ingegneridella provinCia di roma

INTERSETTORIALE

IL PROjECT MANAGER DEFINISCE,COINVOLGENDO STAFF E PARTNER,L’OTTENIMENTO DEI BENEFICI CON UNPIANO DI MONITORAGGIO DI EFFICACIA E NEL CONTESTO DINAMICO IN CUI IL PROGETTO VIENE REALIZZATO.

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INGEGNERIAINTERSETTORIALE

a cura diIng. F. TestaguzzaIng. N. Rempiccia

commissione Attività culturali

28ordine degli ingegneri

della provinCia di roma

Il racconto della volontà di Roma di collegarsi al Mediterraneo per commerciare ed espandere,attraverso il mare, la propria civiltà.

L’ANTICO PORTO DI ROMAPORTUS ROMAE

Vaticano: galleria delle carte geografiche.

I. Danti - veduta di Portus(1582)

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La tradizione vuole che la fondazione diroma sia avvenuta il 21 aprile del 753a.C. É probabile che l’evoluzione dellanuova stirpe romana sia avvenuta per l’e-

sistenza dell’isola tiberina, la quale facilitò l’at-traversamento del fiume e il conseguenteincontro dei popoli etrusco e romano: quest’ul-timo, con il leggendario ratto delle sabine, giàfusosi con i sabini del Quirinale.possiamo dire che roma nacque con una mis-sione: quella di raccogliere il lascito delle civiltà chel’avevano preceduta, ossia la greca e l’orientale, di

fonderlo e diffonderlo in tutto il bacino del mediter-raneo.la storia della portualità romana non è altro che ilracconto della volontà di roma di collegarsi al me-diterraneo per commerciare ed espandere, attra-verso il mare, la propria civiltà. non a caso i romani,dopo augusto, chiamavano il mediterraneo Marenostrum, a conferma dell’importanza che essi da-vano al controllo dei mari, ai commerci in partico-lare, fonte primaria di ricchezza e benessere equindi di pace e prosperità. tale volontà è confer-mata dal fatto che roma fonda la sua prima colo-nia proprio alla foce del tevere, a circa 30 Kmdall’isola tiberina, chiamandola ostia, dal latinoostium, porta, imboccatura del fiume (iv sec. a.C.),creando di fatto la sua porta con il mediterraneo. Con il crescere della città e delle sue necessitàd’approvvigionamento alimentare, il porto fluvialedi ostia si rivelò ben presto inadeguato, poiché lenavi da trasporto di maggiore stazza non riusci-vano ad attraccare in sicurezza, obbligando i ro-mani al trasbordo delle merci su navi più piccole.a più riprese il potere centrale di roma, anche conil grande Cesare, tentò di dare una soluzione alnuovo porto di roma attraverso progetti tantocomplessi quanto irrealizzabili, finché l’imperatoreClaudio nel 41 d.C. diede avvio ad un’opera pub-blica di grande livello e qualità. l’imperatore Clau-dio, scelse di realizzare il porto di roma a norddella foce del tevere, in dissenso con i tecnici, chetemevano l’insabbiamento del bacino causatodalle piene del tevere.il tevere, nel rapporto tra la città e il mare, rappre-sentò la via d’acqua di fusione tra queste duerealtà e la sua foce funzionò, almeno inizialmente,come naturale approdo per le imbarcazioni. unafoce dinamica che a causa delle sedimentazionidelle sabbie trasportate dal fiume proiettava in

29ordine degli ingegneridella provinCia di roma

INTERSETTORIALE

Riposano le pietre soprannaturaliSenza numero i dolmen allineatiNegli abbracci attorcigliati delle vitinella patria dei mortinei denti che cavalcanoe nel cappello delle tre cupole,salvami, Calamita, con la parola prima.

“Francesca Lo Bue”

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avanti la propria linea di costa. Questa progres-sione, obbligò la città a dotarsi di due approdi:prima quello della misteriosa ostia di anco marcio,dopo quello della ostia che conosciamo.i motivi che spinsero Claudio a localizzare proprioin quel punto il porto di roma, furono essenzial-mente quattro: in primo luogo l’esistenza della la-guna salmastra che correva parallelamente allacosta fino alla foce dell’arrone: laguna che risultavanavigabile da un capo all’altro. in secondo luogo,la circostanza che lo scavo dei canali di collega-mento con il fiume tevere sarebbe stato menooneroso, vista la distanza della laguna dal fiumemedesimo. il terzo che la funzionale utilizzazionedel fiume, quale via d’acqua per le imbarcazioniche risalivano il tevere per rifornire di merci l’Em-porium di roma, imponeva questa e non altre lo-calizzazioni (sia più a sud come più a nord). ilquarto, infine, la vicinanza con ostia.il porto era a cavallo della costa, dalla quale si pro-traevano in mare due lunghi moli, protetti da un’i-sola parallela alla costa sul quale era costruito ungrande faro (oggi testimoniato in molti mosaici negliscavi di ostia). l’isola creava un’imboccatura asud e a nord, consentendo un accesso ottimalealle navi secondo la direzione delle mareggiate. il

porto, in questo modo, creava un bacino di formaquadrangolare di circa 1 Km x 1 Km, che venivaalimentato da canali derivati direttamente dal te-vere. Questa soluzione, se risolveva assai bene ilproblema legato al ristagno delle acque nel bacino,ne creava l’insabbiamento conseguente al colle-gamento diretto con il tevere, costringendo i ro-mani a dragare il bacino per mantenerloaccessibile alle navi di maggiore pescaggio.l’imperatore Claudio viene ucciso da agrippina nel54 d.C. con un piatto di funghi velenosi, quindi non

INTERSETTORIALE

30ordine degli ingegneri

della provinCia di roma

I. Danti: ricostruzione dellerovine del Portus, (1582).

IL PORTO ERA A CAVALLO DELLA COSTA,DALLA QUALE SI PROTRAEVANO IN MAREDUE LUNGHI MOLI, PROTETTI DAUN’ISOLA PARALLELA ALLA COSTA SULLAQUALE ERA COSTRUITO UN GRANDEFARO (OGGI TESTIMONIATO IN MOLTIMOSAICI NEGLI SCAVI DI OSTIA).

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solo non poté assistere alla conclusione dell’opera,ma post mortem, dovette subire la beffa di unamoneta celebrativa, emessa per l’inaugurazione uf-ficiale del porto, coniata proprio da nerone, suc-cessore di Claudio, il quale minimizzò l’importanzadel complesso urbanistico, forse anche per nonesserne stato l’ideatore. non solo, ma al succes-sivo imperatore traiano, per alcune modifiche ap-portate, fu accreditata la paternità del progetto delporto interno esagonale. dopo galba, otone, vitellio, vespasiano, tito, do-miziano e nerva, che si successero in un breve pe-riodo (dal 68 al 98 d.C.), fu imperatore traiano. traiano, in seguito alla vittoria su decebalo, re delladacia, riportò a roma una grossa quantità di oro,scavata nelle miniere transilvane, che gli permisedi finanziare un’imponente serie di opere pubbli-che, tra cui la ristrutturazione dell’impianto por-tuale. in particolare, le opere eseguite da traianonel complesso portuale di roma sono delle variantial progetto originario.l’importanza del complesso portuale raggiunse ilculmine quando, intorno ad esso, si sviluppò lacittà di portus. distrutta una prima volta dai visigotidi alarico nel 410 d.C. e, in seguito, dai vandali digenserico nel 455 d.C. fu abbandonata con la ca-duta dell’impero d’occidente nel 476 d.C.. Conl’annientamento del sistema economico conse-guente alla caduta dell’impero, la struttura portualedivenne, per secoli, una grande cava di marmi. la storia medioevale è per lo più legata alle vicendedella comunità cristiana di sant’ippolito e all’epi-scopio, quest’ultimo sorto alla foce del canale na-vigabile di fiumicino. dopo il lungo silenzio medioevale, il ricordo di que-sta grande opera portuale riemerge nel rinasci-mento, nell’ambito della generale riscopertadell’archeologia classica, con il peruzzi e il la-bacco, i quali ci hanno lasciato alcuni rilievi e testi-monianze, probabilmente desunti dagli affioramentiancora presenti. occorrerà arrivare al 1800 peravere una ricostruzione degna di nota con il nibby,il Canina e il texier.nel 1911 rodolfo lanciani, sotto l’impulso di ales-sandro torlonia, fece prosciugare il bacino esago-nale di traiano per utilizzarlo come vasconed’irrigazione nella tenuta adiacente. Questi lavori el’opera dei soprintendenti lugli e gismondi con-sentirono la riscoperta e la valorizzazione dell’im-pianto portuale romano.a chiusura dell’articolo, è interessante rilevareche la ricostruzione della vicenda storica sulporto di roma non è ancora conclusa, anzi ètutta da fare. si tenga presente, quanto scrissegiacomo leopardi:

“[…] l’ultimo grado del sapere, consiste in co-

noscere che tutto quello che noi cercavamo eradavanti a noi, ci stava tra i piedi, l’avessimo sa-puto, e lo sapevamo già, senza studio; anzi lostudio solo e il voler sapere, ci ha impedito disaperlo e di vederlo; il cercarlo ci ha impedito ditrovarlo.” ■

31ordine degli ingegneridella provinCia di roma

INTERSETTORIALE

Salvestro Peruzzi. I portiimperiali.

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ARTICOLISUL QUADERNO

Area civile ambientale

PREVISIONE E VALUTAZIONE DELLE ESONDAZIONI:APPLICAZIONE DELLA MODELLISTICAMATEMATICA MONO E BIDIMENSIONALE NELLAMEDIA VALLE DEL TEVEREAutore: Ing. G. Mellace, Ing. V. PiergrossiVisto da: Ing. M. R. Di Lorenzo, Ing. M. PascaCommissione: Dissesto idrogeologico

Le metodologie e gli strumenti attualmente disponibiliconsentono di simulare le dinamiche di deflusso di una

piena lungo una rete fluviale e valutare gli allagamentiattesi mediante l’utilizzo di modelli numerici idraulici.I modelli per la propagazione di onde di piena si pre-figgono lo scopo di descrivere le modalità con le qualisi modificano nel tempo e nello spazio le caratteristichedi una piena (portata al colmo, forma dell’idrogramma,celerità) intesa come notevole e rapido innalzamento dellivello idrico.La scelta dei modelli applicabili nelle analisi idraulicheavviene in base alle caratteristiche morfologiche e idrau-liche del tratto fluviale oggetto di studio e al principiodi funzionamento dell’opera di difesa idraulica da ese-guire, se prevista.

L’applicazione di due modelli, tra i più diffusi nell’ambitodell’ingegneria idraulica, sarà oggetto di alcune riflessioniriportate nei paragrafi seguenti...

DISPOSITIVI MECCANICI DI SUPPORTO, STRATEGIEDI APPROCCIO PROGETTUALEAutore: Ing. P. LadisaVisto da: Ing. E. Ceracchi, Ing. S. Arangio, Ing. A. BozzettiCommissione: Strutture tipologiche

Le attività manifatturiere coinvolgono attrezzature perpermettere la realizzazione materiale della produzione.

Il campo è vastissimo: dal semplice utensile fino allamacchina a gestione informatizzata. L’imprenditore che voglia investire nella produzione dideterminati beni si trova presto a dover affrontare, tragli altri, il problema dell’allestimento delle aree o deicantieri con le specifiche attrezzature e macchine diproduzione. L’approccio all’approvvigionamento di questecambia in modo determinante in funzione della tipologiadi prodotto e produzione.TipologieLe tipologie di attrezzature sono definite dalla produzioneche si vuole realizzare. Differenze sostanziali vengonoevidenziate soprattutto se si vuole allestire una linea diproduzione industriale in serie o delle isole di lavoroper prodotti in numero limitato o anche pezzi unici, inclu-dendo anche tutte quelle attrezzature da istallare in can-tiere per la realizzazione di opere civili e infrastrutturali...

32ordine degli ingegneri

della provinCia di roma

COME LEGGERE GLI ARTICOLIGli articoli qui riportati solo nell’incipit sonofruibili per intero nel Quaderno e nellerispettive aree tematiche del portale dellarivista agli indirizzi Internet:rivista.ording.roma.it/civilerivista.ording.roma.it/industrialerivista.ording.roma.it/informazionerivista.ording.roma.it/intersettorialea cui è possibile accedere anche attraverso iQR code di area.

GLI ARTICOLI SUL QUADERNO N. 1/2016

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ARTICOLISUL QUADERNO

LA NOMINA DEL RESPONSABILE DEL SERVIZIO DIPREVENZIONE E PROTEZIONE NELLE SCUOLEAutore: Ing. M. Nozzi; Ing. A. SelliniVisto da: Ing. M. CerriCommissione: Sicurezza nelle scuole

L’art. 2 comma 1, lett. l D.Leg.vo. 81/08 definisce ilServizio di Prevenzione e Protezione (SPP) come

l’insieme delle persone, sistemi e mezzi esterni o interniall’azienda, finalizzati all’attività di prevenzione eprotezione dai rischi professionali per i lavoratori.Anche per la scuola, i compiti del SPP sono stabiliti invia prioritaria dall’art. 33 e riguardano, in estrema sintesi,la valutazione dei rischi, l’individuazione delle misure,anche procedurali, di prevenzione e protezione, la for-mulazione di proposte di programmi di informazione eformazione, la partecipazione alle riunioni periodiche exart. 35 e l’effettuazione dell’informazione dei lavoratorie degli allievi (quando equiparati)...

PARTENARIATO PUBBLICO-PRIVATO STRUMENTOPER LO SVILUPPO DEI SISTEMI TPL A GUIDAVINCOLATAAutore: Ing. R. EmiliVisto da: Ing. G. Mantovani; Ing. A. FuschiottoCommissione: Tranvie e sistemi ferroviari

èsempre più evidente la difficoltà per le Am-ministrazioni Locali di procedere alla costruzione di

nuovi sistemi di trasporto pubblico a guida vincolata,come anche per le tradizionali aziende di gestionedell’esercizio di garantire adeguati livelli di manutenzione,efficienza e decoro dei moderni e molto sofisticati sistemiin questione con la tradizionale organizzazione basata sumaestranze e attrezzature interne alle aziende stesse.Caratteristica quest’ultima che ha distinto tutta l’epocadelle tecnologie meccaniche ed elettromeccaniche, ormaiin molta parte soppiantate dall’esteso impiego delletecnologie elettroniche e informatiche.Contribuiscono a questa difficoltà la maggiore com-

33ordine degli ingegneridella provinCia di roma

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ARTICOLISUL QUADERNO

plessità dei moderni sistemi, la rapida obsolescenzae le privative industriali cui sono soggetti i componentidi ricambio in tecnologia elettronica, con le conseguentiproblematicità a reperire questi componenti a mezzodelle tradizionali procedure di gara dell’appalto con-corso...

LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO RINVENIMENTOO.B.I. E LA BONIFICA DEGLI ORDIGNI BELLICIAutore: M. Di Pasquale, N. Scirocco, M. SimonciniVisto da: Ing. M. CerriCommissione: Sicurezza nei cantieri temporanei

La Legge n.177 del 1/10/2012 “Modifiche al decretolegislativo 9 aprile 2008, n. 81, in materia di sicurezza

sul lavoro per la bonifica degli ordigni bellici”, pubblicatain G.U. del 18 ottobre 2012, n. 244, è strutturata in ununico articolo e tre commi:

- Il comma 1, articolato in 6 lettere, apporta modificheal D.Leg.vo. 81/08 e s.m.i., che riguardano diret-tamente Datore di Lavoro, Coordinatore per la pro-gettazione, impresa specializzata per le operazionidi B.O.B.;

- Il comma 2 riporta i modi per la definizione deicriteri per l’accertamento dell’idoneità delle impreseai fini dell’iscrizione all’albo per l’esercizio dell’at-tività specifica di B.O.B.;

- Il comma 3 riporta le tempistiche per l’entrata invigore della legge.

Art. 1, co. 1 lett a. - Modifica il co. 1 dell’art. 28 delD.Leg.vo. 81/08 (Oggetto della Valutazione dei Rischi).1. La valutazione di cui all’articolo 17, comma 1, let-tera a), anche nella scelta delle attrezzature di lavoroe delle sostanze o dei preparati chimici impiegati, non-

ché nella sistemazione dei luoghi di lavoro, deveriguardare tutti i rischi per la sicurezza e la salutedei lavoratori, ivi compresi quelli riguardanti gruppi dilavoratori esposti a rischi particolari, tra cui anchequelli collegati allo stress lavoro-correlato, secondo icontenuti dell’accordo europeo dell’8 ottobre 2004, equelli riguardanti le lavoratrici in stato di gravidanza,secondo quanto previsto dal decreto legislativo 26marzo 2001, n. 151, nonché quelli connessi alle dif-ferenze di genere, all’età, alla provenienza da altriPaesi e quelli connessi alla specifica tipologia con-trattuale attraverso cui viene resa la prestazione dilavoro, e i rischi derivanti dal possibile rinvenimentodi ordigni bellici inesplosi nei cantieri temporanei omobili, come definiti dall’articolo 89, comma 1, letteraa), del presente decreto, interessati da attività discavo...

Area industriale

ILLUMINAZIONE E SEGNALAZIONE DEGLIOSTACOLI AL VOLO - IL DOC. 9157/4 CAP 14Autore: Ing. G. Mazza; Ing P. MazzaracchioVisto da: S. A. SciutoCommissione: Aviazione civile

In base ad una normativa standardizzata a livellointernazionale dalla International Civil Aviation

Organization (ICAO) a cui l’Italia ha aderito in base allaconvenzione di Chicago del 1944, sono definite le SARPs(Standards and Recommended Practices), pubblicate informa di annessi alla citata convenzione (ANNEXs). Taliannessi, oltre che essere operativi nei diversi paesidevono essere trasformati in norme nazionali, in generaleriguardano:

- le regole generali di volo;- il rilascio dei brevetti per i piloti e per il personale

di bordo;- la definizione delle aerovie e la predisposizione delle

carte aeronautiche;- l’immatricolazione degli aeromobili, a ognuno dei

quali è assegnata una sigla (una lettera che iden-tifica il paese di immatricolazione più quattro letterecombinate in modo diverso; ad es. un aereo italianopuò essere identificato come I ALFA);

- la navigabilità, vale a dire l’idoneità tecnica degli

34ordine degli ingegneri

della provinCia di roma

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ARTICOLISUL QUADERNO

aeromobili a volare;- la manutenzione degli aeromobili (ogni quante ore

di volo va fatta la revisione degli aerei, il tipo dicontrolli ai quali devono essere sottoposti, comedeve essere eseguita una revisione ecc.);

- la funzionalità degli aeroporti...

IL RUOLO DEL PROCUREMENT NELLA GESTIONEDI UN PROGETTOAutore: Dott. Ing. A. AvalloneVisto da: Ing. W. Reali, Ing. G. BoschiCommissione: Project Management in ambito industriale

Per le aziende moderne il valore degli acquisti esterni“Outsourcing”, sta assumendo un ruolo sempre più

predominante rispetto alla produzione propria “In House”.Per questo motivo risulta fondamentale, al fine di reggerela sfida di un mercato sempre più competitivo, avere unagestione degli acquisti efficace ed efficiente. L’articolo ha l’obiettivo, attraverso l’analisi di punti chiavecome i vincoli di partnership, pianificazione, analisi deicosti e la competenza nell’acquisto, di evidenziare l’im-portanza strategica del procurement nella gestione diun progetto. Ogni uno dei temi è strato analizzato nel-l’ottica di massimizzare la potenzialità dell’acquisto intermini di tempi, costi e qualità e di riduzione dei rischiassociati ad ogni uno di questi aspetti.In particolare sono stati evidenziati i seguenti temi:

- come un risparmio su un acquisto rappresenti unmargine netto per il progetto;

- i vincoli di partnership del tipo Back to Back edaccordi quadro;

- la pianificazione di acquisto tenendo conto deitempi inerenti le diverse fasi del processo;

- il ruolo fondamentale della conoscenza per effet-tuare un acquisto congruo.

Con la breve trattazione di questi punti chiave, l’articolo

ha il compito di focalizzare l’attenzione su un ruolo, avolte sottovalutato nelle realtà aziendali, su cui si giocauna delle sfide di domani relativamente la redditività diun’azienda e dei suoi progetti...

Area dell’informazione

LA CRITTOGRAFIA E LA SICUREZZA DEI DATIAutore: Ing. M. RasoVisto da: Ing. P. Rocco, Ing. G. D’AgneseCommissione: Sicurezza informatica

Dalla sua etimologia di origine greca (kryptos, nascostoe graphein, scrivere), la crittografia, da scienza incline

allo studio delle scritture segrete, nella sua accezionemoderna ha assunto nel tempo la definizione di disciplinadedita allo studio di tecniche matematiche necessarie aconseguire gli obiettivi di una trasmissione sicura di dati.Al giorno d’oggi, con la globalizzazione e l’avvento diinternet, le comunicazioni avvengono su canali normal-mente accessibili anche a utenti non autorizzati alla loroacquisizione (che chiameremo a seconda del contesto,oppositori, spie, frodatori, falsificatori, ecc.). La sicurezza,in questo caso, dipende dall’ipotesi che un utente nonautorizzato riesca a intercettarla, compromettendo cosìla riservatezza della trasmissione ed eventualmenteanche l’integrità dei dati in transito... ■

35ordine degli ingegneridella provinCia di roma

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PROGRAMMA SEMINARICONTROLLO EMANUTENZIONESTRUTTURALE EDIMPIANTISTICA DELLEGALLERIE STRADALI 4, 11, 18 e 25 Luglio 2016

nel mese di ottobre 2015 si ètenuto un interessante ciclo di

seminari, in virtù della conven-zione in atto in tema di formazionetra l’ordine ingegneri della pro-vincia di roma ed il gruppoatlantia, sul controllo e la manu-tenzione delle opere d’arte stra-dali. in continuità su tale tema,l’ordine, con la collaborazione epartecipazione di membri delConsiglio superiore dei lavori

pubblici, ha predisposto il pre-sente ciclo di seminari su «Con-trollo e manutenzione strutturaleed impiantistica delle gallerie stra-dali». l’iniziativa è destinata prin-cipalmente ai Colleghi che ope-rano nella progettazione, costru-zione e gestione dell’enorme pa-trimonio di gallerie presenti sulterritorio nazionale.

36ordine degli ingegneri

della provinCia di roma

I SEMINARI

a cura diIng. T. Russo

Consigliere e organizzatoredei seminari

Sale Corsi: Ordine degli Ingegneri della

Provincia di RomaPiazza della Repubblica 59,

ROMA

Nota: I seminari si terrannonelle 3 aule della nuova sede

dell’Ordine di cui 2, le piùpiccole adiacenti all’aula

grande, saranno collegate invideo conferenza.

La partecipazione ai seminariè riservata agli iscritti

all’Ordine degli Ingegneri di Roma.

LUGLIO 2016CICLO DI SEMINARI

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si parlerà del controllo delle gal-lerie partendo dal quadro nor-mativo di riferimento di cui ald.leg.vo 264/2006, del temadella manutenzione e risanamen-to delle strutture e delle relativenorme tecniche, per poi trattareil tema dei sistemi impiantistici edi quanto necessario ed utile agarantire la massima sicurezzaper gli utenti. si parlerà inoltre,nel corso dei seminari, delle mo-dalità e procedure per la sorve-glianza e per le esercitazioni pre-viste nei progetti della sicurezzae dell’esercizio delle gallerie.

l’obiettivo che si intende rag-giungere con i seminari propostiè quello di offrire una formazioneed un aggiornamento speciali-stico per gli addetti ai lavori, illu-strando le caratteristiche deinuovi materiali e le nuove tecno-logie oggi disponibili per il con-trollo e migliorare la fruibilità, lamanutenzione e, soprattutto,tutto quanto possa assicuraremigliore sicurezza lungo le nostrestrade ed autostrade. per questo,si intende fornire maggiori co-noscenze sulla sorveglianza e lavalutazione delle problematiche

ricorrenti con le conseguenti idea-zioni dei possibili interventi. inquesto settore i gestori delle retistradali ed autostradali stannoimpegnando attualmente notevolirisorse per la messa in sicurezza.grazie alle esperienze che sa-ranno illustrate dai relatori, saràstimolato, nel corso dei seminari,il confronto, la discussione e ildibattito.l’ordine degli ingegneri dellaprovincia di roma, a cui competeindividuare i docenti garantendocapacità didattiche e professio-nali, ha avuto la disponibilità allapartecipazione da parte di pro-fessori e, soprattutto, di colleghiche operano quotidianamentesulla strada gestendo il settoredel controllo e della manuten-zione. tutti i relatori, che sarannoquindi di grande competenza edesperienza, favoriranno sicura-mente il conseguimento di unottimo livello scientifico del pro-gramma di seminari.

PROGRAMMA SEMINARILA QUALIFICAZIONEDELLA STAZIONEAPPALTANTE NELNUOVO CODICE DEICONTRATTI 5, 12, 19 e 26 Luglio 2016

il d.leg.vo 18 aprile 2016 n. 50sulla rivisitazione del Codice deiContratti è stato pubblicato esat-tamente dopo 10 anni dald.leg.vo 163/2006. difficilmenteverrà completato il quadro di ri-ferimento con i decreti ministerialie le linee guida anaC che do-vranno sostituire il regolamenton. 207/2010 prima dei nostri se-minari, in collaborazione con ilConsiglio superiore dei ll.pp.si teme quindi una lunga fasetransitoria piena di incertezze. ilnuovo Codice dedica un interotitolo, con otto articoli dal 37 al43, alla Qualificazione delle sta-zioni appaltanti prevedendo l’in-troduzione di un apposito siste-

37ordine degli ingegneridella provinCia di roma

I SEMINARI

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ma, gestito dall’anaC, di quali-ficazione delle medesime stazioniappaltanti, teso a valutare l’ef-fettiva capacità tecnica e orga-nizzativa, sulla base di parametriobiettivi. il nuovo Codice ponedecisamente l’attenzione sullaqualificazione e compiti delle sta-zioni appaltanti. in tema di opere pubbliche ed in

particolare dei costi esorbitanti,dei tempi di ultimazione previstie sempre disattesi, per non par-lare poi di varianti onerose perl’amministrazione ed infine delleopere incompiute, si finisce perdarne la responsabilità al pro-gettista e/o all’impresa. ma c’èun terzo soggetto che ha le mag-giori responsabilità del successo

o meno nella realizzazione delleopere che è la stazione appal-tante. soggetto questo che di normapuò non coincidere con l’ammi-nistrazione che finanzia l’operané con l’amministrazione poiusuaria dell’opera. la stazioneappaltante svolge una attivitàcomplessa che necessita di

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della provinCia di roma

I SEMINARI

Ore 09:00 – 09:15SalutiIng. C. CAPPIELLO(Presidente Ordine Ingegneri della Provincia diRoma)Ing. M. SESSA(Presidente Consiglio Superiore dei LL. PP.)Coordinamento e PresentazioneIng. T. RUSSO(Consigliere Ordine Ingegneri/Esperto ConsiglioSuperiore)

1° seminario 4 luglio 2016Ore 09:15 – 10:00“L’adeguamento alla normativa di riferimentoD.Leg.vo 264/2006”Ing. C. RICCIARDI(Membro Consiglio Superiore)Ore 10:00 – 10:45“L’adeguamento alla normativa di riferimentoD.Leg.vo 264/2006”Ing. C. RICCIARDI(Membro Consiglio Superiore)Ore 11:00 – 11:45“Caratteristiche infrastrutturali e viarie dellegallerie stradali”Prof. Ing. G. CANTISANI (Università La Sapienza/Esperto ConsiglioSuperiore)Ore 11:45– 12:30 “Requisiti di sicurezza nella progettazione emanutenzione delle gallerie stradali”Prof. Ing. G. CANTISANI (Università La Sapienza/Esperto ConsiglioSuperiore)Segue dibattito fino alle ore 13:30

2° seminario 11 luglio 2016Ore 09:15 – 10:00“Confronto strutturale gallerie in tradizionale egallerie meccanizzate”Ing. A. FOCARACCI (Presidente Fondazione FASTIGI)Ore 10:00 – 10:45“Confronto strutturale gallerie in tradizionale egallerie meccanizzate”Ing. A. FOCARACCI (Presidente Fondazione FASTIGI)Ore 11:00 – 11:45 “Progettazione in sotterraneo: casi eproblematiche di opere in esercizio o dinuova realizzazione”Ing. A. MICHELI(ANAS S.p.A.)Ore 11:45 – 12:30 “Controllo, monitoraggio e risanamentostrutturale delle galleria”Prof. Ing. S. PELIZZA(Politecnico di Torino)Segue dibattito fino alle ore 13:30

3° seminario 18 luglio 2016Ore 09:15 – 10:00“Sistemi tecnologici nelle gallerie stradali”Ing. L. CARRARINI(Responsabile impianti tecnologici ANASS.p.A.)Ore 10:00 – 10:45“Sistemi tecnologici nelle gallerie stradali”Ing. L. CARRARINI(Responsabile impianti tecnologici ANASS.p.A.)

Ore 11:00 – 11:45“Le norme CEI 64-20 sugli impianti elettriciin galleria”Prof. Ing. G. PARISE(Università La Sapienza/Esperto ConsiglioSuperiore)Ore 11:45 – 12:30 “Le norme CEI 64-20 sugli impianti elettriciin galleria”Prof. Ing. G. PARISE(Università La Sapienza/Esperto ConsiglioSuperiore)Segue dibattito fino alle ore 13:30

4° seminario 25 luglio2016Ore 09:15 – 10:00“La sicurezza antincendio nelle gallerieIng. G. GIOMI”(Capo del corpo dei Vigili del Fuoco)

Ore 10:00 – 10:45“Le esperienze operative nella gestione dellegallerie autostradali tra Liguria e Piemonte”Ing. R. RIGACCI(Direttore di Tronco Autostrade per l’Italia)Ore 11:00 – 11:45“Le esperienze nell’esercizio delle gallerie”Geom. I. LAI(Direttore Generale di Esercizio di Strada deiParchi S.p.A)Ore 11:45 – 12:30“La ventilazione in galleria”Ing. M. BIANGIOTTI(Imgeco S.r.l.)Ing. N. FAGGIONI(Imgeco S.r.l.)

PROGRAMMA SEMINARI CONTROLLO E MANUTENZIONE STRUTTURALE ED IMPIANTISTICA DELLE GALLERIE STRADALI (Orario dei seminari 9.15 – 13.30 – Registrazione 8.45 - Coffee Break dalle 10.45 alle 11.00)

Prenotazione obbligatoria sul sito dell’ordine www.ording.roma.it al costo di € 10 a seminario.La partecipazione a ciascun seminario per l’intera durata rilascia 4 CFP ai fini dell’aggiornamento professionale.Collaboratori all’organizzazione dei Seminari: Ing. n. Staltari - Ufficio [email protected] - Ing. M. Russo - Commissione LL.PP. ordine

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esperienza e professionalità tec-niche, legali, amministrative edoggi anche telematiche e di infor-matica piuttosto avanzate, è certoquindi che le stazioni appaltantidebbano essere qualificate e re-sponsabilizzate.già nel novembre 2015 l’ordineha tenuto un primo ciclo di se-minari sulla Qualificazione e com-piti della stazione appaltante,sicuramente una novità nel cam-po dell’aggiornamento profes-sionale, facendo rilevare che unabuona preparazione degli inge-gneri, o meglio dei funzionari

della p.a. che si occupano diappalti, potrà favorire impulso egaranzie al settore, dove moltiper ignoranza o timore preferi-scono il “non fare non si sbaglia”,oppure, che è peggio, fare suspinta politica e poi trovarsi inappalti sospesi o con maggioricosti e contenzioso. anche nel campo degli interventicon finanza di progetto l’esigenzadi una stazione appaltante pre-parata e qualificata è essenziale,atteso che ad oggi risulta che lamaggior parte delle iniziative av-viate dalle amministrazioni non

arriva a compimento con ovviospreco di risorse. si ricorda con l’occasione che,dopo l’entrata in vigore del d.p.r.n. 137/2012 art. 7, corre l’obbligoper ogni ingegnere di curare ilcostante e continuo aggiorna-mento delle proprie competenzeprofessionali, al fine di migliorarela qualità e l’efficienza delle pre-stazioni tecniche nell’interessedella collettività. Considerata quin-di la sussistenza di tale obbligo,da bravi ingegneri, assolviamoad esso con intelligenza e mas-sima resa. ■

39ordine degli ingegneridella provinCia di roma

I SEMINARI

Ore 09:00 – 09:15SalutiIng. C. CAPPIELLO(Presidente Ordine Ingegneri della Provincia diRoma)Ing. M. SESSA(Presidente Consiglio Superiore dei LL. PP.)Coordinamento e PresentazioneIng. T. RUSSO(Consigliere Ordine-Esperto ConsiglioSuperiore)

1° seminario 5 luglio 2016“Commento sulle novità introdotte nel NuovoCodice dei Contratti”Ore 09:15Prof. Ing. F. RUSSO(Università La Sapienza/Esperto ConsiglioSuperiore)Ing. M. AMBROSINI(Pres. Comm. Contratti LL. PP. OrdineIngegneri)Dott. E. BIANCHI (Vice Presidente ANCE)Ore 10:45 Coffee BreakOre 11:00 – 11:45Il ruolo e le direttive ANACIng. C. CRESTA(Dirigente ANAC)Ore 11:45– 12:30 Stazione Unica Appaltante e ProvveditoratiInterregionali alle OO.PP.Ing. V. RAPISARDA(Provveditore OO.PP.- Membro ConsiglioSuperiore)Segue dibattito fino alle ore 13:30

2° seminario 12 luglio 2016Ore 09:15 – 10:00“Trasparenza e anticorruzione”Prof. V. CAPUZZA(Università Tor Vergata)Ore 10:00 – 10:45“I servizi di architettura e ingegneria”Prof. Ing. F. RUSSO(Università La Sapienza/Esperto ConsiglioSuperiore)Ore 11:00 – 11:45 “La verifica e la validazione del progetto”Prof. Ing. F. RUSSO(Università La Sapienza/Esperto ConsiglioSuperiore)Ore 11:45 – 12:30 “La responsabilità della stazione appaltante edelle figure professionali interne”Avv. V. NAVARRA(Esperto amministrativista)Segue dibattito fino alle ore 13:30

3° seminario 19 luglio 2016Ore 09:15 – 10:00“Le procedure di gara”Arch. L. CONTI(Provveditore OO.PP.- Membro ConsiglioSuperiore)Ore 10:00 – 10:45“Le procedure di gara”Ing. P. BARATONO(Provveditore OO.PP.- Membro ConsiglioSuperiore)

Ore 11:00 – 11:45“Istruttorie e pareri del Consiglio Superiore”Arch. M. AVAGNINA(Membro Consiglio Superiore)Ore 11:45 – 12:30 “L’appalto integrato”Ing. M. AMBROSINI(Pres. Comm. Contratti LL. PP. OrdineIngegneri)Segue dibattito fino alle ore 13:30

4° seminario 26 luglio 2016Ore 09:15 – 10:00“I requisiti di partecipazione alle gare”Avv. U. ALTOMARE(Esperto amministrativista)Ore 10:00 – 10:45“Il contratto”Prof. Avv. A. CANCRINI (Università Tor Vergata/Espertoamministrativista)Ore 11:00 – 11:45“Il contenzioso”Avv. P. CARBONE (Esperto amministrativista)Ore 11:45 – 12:30 “Il ruolo e le direttive ANAC”Avv. A. CANDIA(Dirigente ANAC)Segue dibattito fino alle ore 13:30

PROGRAMMA SEMINARI LA QUALIFICAZIONE DELLA STAZIONE APPALTANTE NEL NUOVO CODICE DEI CONTRATTI (Orario dei seminari 9.15 – 13.30 – Registrazione 9.00 - Coffee Break dalle 10.45 alle 11.00)Prenotazione obbligatoria sul sito dell’ordine www.ording.roma.it al costo di € 10 a seminario.La partecipazione a ciascun seminario per l’intera durata rilascia 4 CFP ai fini dell’aggiornamento professionale.Collaboratori all’organizzazione dei Seminari: Ing. n. Staltari - Ufficio [email protected] - Ing. M. Russo - Commissione LL.PP. ordine

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40ordine degli ingegneri

della provinCia di roma

FOCUS

a cura diIng. M. Liciani

BIG DATA & MACHINE LEARNING:IL FUTURO NELLE APPLICAZIONIDATA INTENSIVEIl superamento dei modelli relazionali che consenteai sistemi NoSQL di ottenere notevoli risultati.

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BIG DATA

oggi si fa un gran parlare a pro-posito di Big Data e MachineLearning. alcuni si esprimonosenza troppa cognizione di cau-sa. altri lo fanno con grandepassione. C’è poi chi dimostraun certo distaccato scetticismo.ma cosa sono effettivamente iBig Data? per capirlo dobbiamofare un passo indietro e descri-vere lo scenario tradizionale.

i sistemi RDBMS (Relational Da-tabase Management Systems)sono basati su un rigido formali-smo matematico, che consentedi ottenere notevoli risultati, tracui:

– evidenziare le caratteristichedei dati;

– individuare le relazioni che lilegano;

– eliminare le ridondanze; – garantire l’integrità delle infor-

mazioni.

il processo di progettazione pre-vede una fase di normalizzazioneed ha come obiettivo la costru-zione di un modello astratto deidati, lo schema, che ne definisceunivocamente la struttura ed iltipo. il processo porta a suddivi-dere le informazioni in tabelle,nelle quali ogni riga rappresentaun’istanza. i sistemi RDBMS sonoprogettati per consentire un ac-cesso sicuro ed un aggiorna-mento continuo di ogni singolainformazione, presente nel da-tabase realizzato. Queste caratteristiche impongonol’adozione di alcuni comporta-menti, necessari a livello fisicoper garantirne l’integrità: uso dilock, per far si che tutte le infor-mazioni interessate da una mo-difica siano protette da azioniconcorrenti; uso di chiavi ed in-dici, per individuare rapidamentela posizione dei dati d’interesse;uso di JOIN, per consentire lacorrelazione d’informazioni pre-senti in tabelle distinte, eventual-mente su db diversi. ma in spe-cifiche circostanze, ci si trova adover fare i conti con un aspettoche il modello relazionale, persua natura, non riesce a gover-nare: una dimensione troppoestesa che costringe a distribuire

41ordine degli ingegneridella provinCia di roma

FOCUS

IL TERMINE BIG DATA SIRIFERISCE A SISTEMIDISTRIBUITI DI DATASETLA CUI DIMENSIONESUPERA QUELLA DI UNATIPICA APPLICAZIONE,COSTRUITA SUARCHIVIAZIONITRADIZIONALI.

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i dati su macchine diverse, in lo-cation distinte. Con il nuovo paradigma intro-dotto dai Big Data, si cerca diottenere un modello computa-zionale in grado di ovviare a talilimiti, fornendo vantaggi ben iden-tificati:

– località dei dati, evitando itempi di attesa necessari alloro trasferimento;

– assenza di lock e quindimassimo parallelismo pos-sibile;

– accesso ai dati ed ai dischi,con velocità prossime al tran-sfer rate consentito dal-l’hardware ed indipendentedal seek time;

– assenza di uno schema ri-gido, che consenta maggioreflessibilità;

– scalabilità e fault-tolerance.il termine Big Data si riferisce,quindi, a sistemi distribuiti di da-taset la cui dimensione superaquella di una tipica applicazione,costruita su archiviazioni tradi-zionali (figura 1).

Con i Big Data il volume dei datiè dell’ordine degli exabyte edoltre, ovvero milioni di  terabyte(un terabyte è un milione di me-gabyte, che a sua volta è un mi-lione di byte). È, per questo, in-dispensabile una potenza di cal-colo parallelo notevole.Concludendo, è improprio par-lare di Big Data se non si è difronte a soluzioni distribuite supiù server, costruite su archi-tetture diverse da quelle rela-zionali e dove il calcolo paralleloè la tecnica fondamentale perelaborare efficacemente le infor-mazioni. È, infine, necessariodefinirne un modello teorico diclassificazione.

PARADIGMA DELLE 5 V

siamo soliti qualificare il para-digma Big Data attraverso cinqueconcetti, ormai noti, che si iden-tificano con le 5 v iniziali delleparole ad essi associate.

1. Volume: volume oltre la di-mensione abituale;

2. Velocity: velocità con cui idati invecchiano e, di con-seguenza, velocità con cuidevono essere elaborati;

3. Variety: varietà di formato,informazioni strutturate e/odestrutturate (immagini,suoni, blob);

4. Veracity: autenticità ed at-tendibilità dei contenuti;

5. Value: valore di businessdei dati.

la velocità per un Big Data è lacapacità di trasferire grandi volumid’informazioni verso centri di ela-

borazione, nel minor tempo pos-sibile, offrendo così la possibilitàdi compiere analisi in tempi minimied ottenere risultati sempre ag-giornati, anche su agglomeratidi dati che presentano forti va-riabilità di formato (figura 2). ma non basta avere tanti dati esaperli trasferire velocemente: ènecessario che ci sia un realevalore informativo estraibile dalleinformazioni. il dato deve essereattendibile, avere quindi una ve-ridicità intrinseca ed un valore dibusiness garantito e protetto.

SICUREZZA E PRIVACY

la riservatezza dei dati è, dasempre, un aspetto molto deli-cato in ogni scenario informativo.resta un elemento di criticitàdifficile da eliminare, nonostantela continua evoluzione degli stru-menti a disposizione. È legittimala diffidenza del pubblico nei con-fronti dell’uso improprio di datipersonali, richiesti sistematica-mente da transazioni Web e ser-vizi online. la gestione della privacy è unpunto di forte attenzione, sia tec-nico che sociale, che deve essereaffrontato congiuntamente, daentrambe le prospettive. non sicapisce ancora perfettamentecome proteggere le informazioniprivate, se limitare l’accesso oconcedere sufficiente condivisio-

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FOCUS

LA RISERVATEZZA DEIDATI è, DA SEMPRE, UNASPETTO MOLTODELICATO IN OGNISCENARIO INFORMATIVO.

Figura 1. Unità di misura.

Figura 2. Paradigma 5 V.

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ne. molti servizi Web, come isocial network, permettono dipubblicare informazioni personali,ma al di là del controllo di ac-cesso che viene sempre garan-tito, non si comprendono vera-mente le implicazioni e come idati stessi possano essere in-tercettati nei tracciamenti realizzatidai motori di ricerca. le violazioni sono molteplici: daitentativi non autorizzati di accessoai dati, al furto di identità digitale,agli attacchi sferrati ai sistemisoftware, con lo scopo di renderliinutilizzabili e colpire le aziendeprovider e danneggiare gli utenti,ai ricatti che ne possono scaturire.i frodatori stessi evolvono le lorotecniche, per evitare di essereindividuati. le frodi diventanosempre più elaborate e difficilida prevedere, uscendo dai con-testi locali per andare a radicarsisull’intero territorio nazionale eglobale, rendendo sempre piùarduo il lavoro d’intercettazione.per minimizzare i possibili incon-venienti, le applicazioni mettonoin campo strategie di securityche fanno uso di certificati digitalia validità temporanea, algoritmidi Crittografia e tecniche di Pri-vacy differenziale, che valutanoquanto sia elevato il rischio diappropriazione delle informazionie come si possa ridurlo, alterandoi dati sensibili con trasformazionidi mascheramento. le frodi informatiche, occasionaliod organizzate che siano, pos-sono essere combattute più ef-ficacemente se si dispone di unabanca dati centralizzata, che per-metta di analizzare informazioniprovenienti da fonti diverse e tro-vare quelle relazioni nascoste,implicite nei dati, in grado di evi-denziare situazioni sospette ocomportamenti fraudolenti. dato l’elevato grado di variabilitàdelle sorgenti di dati e la naturaeterogenea delle informazioni, lescelte di soluzioni come Big Datae Machine Learning sembranoun fatto quasi naturale, per ga-

rantire il corretto funzionamentodi un sistema così complessoed articolato. È giunto il momentodi parlare di nuove architetture.

ARCHITETTURE NOSQL

NoSQL è un movimento, chenegli ultimi anni si è progressiva-mente rafforzato, producendo ri-sultati soddisfacenti con lo svi-luppo di progetti ed iniziative, ap-plicate anche su larga scala, neisettori di e-commerce e socialnetwork. tale movimento vuoleinfrangere la storica linea struttu-rata dei database relazionali, sinoraadottati in modo quasi esclusivo.il processo di definizione dellenuove linee guida e gli standarddi riferimento, per database chenon utilizzano il linguaggio d’in-terrogazione SQL, sono un’attivitàancora in corso. il tentativo stariuscendo ed ha prodotto risultatitangibili (figura 3).le caratteristiche principali chequalificano i prodotti che adottanotale impostazione sono così rias-sumibili:

– NoSQL abbraccia quasi to-talmente una filosofia open-source;

– è semplice da usare e non

occorre uno specialista diprogettazione RDBMS. il pa-radigma di progettazione èad oggetti;

– i dati sono altamente portabilisu sistemi differenti;

– non si definisce uno schemarigido (schemaless) e nonoccorre tipizzare i campi;

– non esistono limiti o restri-zioni di formato ai dati im-magazzinati in un databaseNoSQL;

– i sistemi permettono inter-rogazioni su grosse concen-trazioni d’informazioni ete-rogenee e realizzano le fun-zioni di distribuzione e replicadei dati, con un meccanismototalmente trasparente perl’utilizzatore;

– i database NoSQL sono fo-calizzati su una scalabilitàorizzontale e non verticale,come accade per i relazio-nali.

dall’altro lato, il paradigma No-SQL non garantisce i requisitiACID su cui si basano i sistemitransazionali.ACID deriva dall’acronimo co-struito sulle iniziali delle parole:Atomicity, Consistency, Isolatione Durability ed indica le proprietàlogiche che devono garantire

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FOCUS

Figura 3. Architettura NoSQL.

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le  transazioni online. affinchéqueste operino in modo correttosui dati, è necessario che i mec-canismi che le implementanosoddisfino le quattro proprietàindicate:

1. Atomicity (Atomicità). latransazione è indivisibilenella sua esecuzione e l’e-laborazione deve essere ototale o nulla: non sonoammesse esecuzioni par-ziali od incomplete;

2. Consistency (Consistenza).Quando inizia una transazio-ne, il database si trova inuno stato consistente e quan-do la transazione termina, ildatabase deve persistere odevolvere in uno stato altret-tanto consistente;

3. Isolation (Isolamento).ogni transazione è eseguitain modo isolato ed indi-pendente dalle altre: l’e-ventuale fallimento di unatransazione non deve in-terferire con le altre attivitàin esecuzione;

4. Durability (Durabilità). peruna transazione che abbiarichiesto una commit work,i cambiamenti apportati aldatabase non dovrannoandare perduti.

i più comuni e diffusi RDBMSsupportano piuttosto bene letransazioni ACID, perché sonodi solito installati su una singolamacchina potente e costosa, di-mensionata per le esigenze dibusiness richieste. ma nell’era

del Web, le applicazioni devonolavorare ogni giorno su bilioni etrilioni di dati memorizzati sunodi, in località sparse sul terri-torio. in queste condizioni, nonè possibile pensare di utilizzareun’architettura monoserver e lascalabilità è un concetto che ri-copre un ruolo fondamentale:

– Scalabilità Verticale (ScaleUp): indica la possibilità d’in-tervenire su di un singolosistema, modificandolo al-l’interno in modo incremen-tale. in questi casi, si parteda una macchina con unacerta configurazione e si au-menta la potenza di calcoloe la sua capacità in terminidi memoria e spazio disco.

– Scalabilità Orizzontale (Sca-le Out): possibilità d’inter-venire sulla propria strutturadi rete, aggiungendo od eli-minando elementi modularicon configurazione simile(figura 4).

ma esiste una condizione certa,una forma di comprensione chegarantisca l’adozione di una scel-ta al posto di un’altra?

TEOREMA CAP

noto anche come  teorema diBrewer (Eric Brewer lo ha for-mulato nel 2000), il teorema Cap

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Figura 4. Scalabilità Verticaleed Orizzontale.

scale UP

scale OUT

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afferma che è impossibile, perun sistema informatico distribuito,fornire simultaneamente le treseguenti garanzie:

– Consistency (Consistenza):tutti i nodi del sistema ve-dono gli stessi dati nellostesso momento;

– Availability (disponibili-tà): ogni richiesta al sistemariceverà una risposta;

– Partition Tolerance (tolle-ranza di partizione): il sistemaesercito continua a funzio-nare nonostante eventualiperdite (fault) di messaggi(figura 5).

Conclusione: se è inevitabilemantenere server e dati geogra-ficamente distribuiti e preservarele prestazioni, si è costretti a sa-crificare la Consistency oppurela Availability, e quindi gli RDBMSnon forniscono una soluzioneottimale. stanno emergendo paradigmiche non si basano più sul classicomodello ACID, caratteristico deiRDBMS. si sta affermando ilnuovo paradigma BASE, termineche deriva dall’acronimo costruitosulle iniziali delle parole: BasicallyAvailable & Soft-state with Even-tual-consistency (Fondamental-mente Disponibile con Stato Softed Eventuale Coerenza), che

estende il concetto di consistenzaa tutti i costi perseguita dai sistemiACID centralizzati, verso una piùrealistica consistenza eventuale,inevitabile in sistemi distribuiti.nel dettaglio i termini che defini-scono il paradigma BASE:

– Basically Available: il siste-ma deve garantire la dispo-nibilità dei dati. Ci sarà sem-pre una risposta a qualsiasirichiesta, ma potrebbe es-sere un successo come pureun fallimento, entrambi leciti;

– Soft State: lo stato del si-stema può variare nel tempo,anche in periodi senza al-cuna richiesta. lo stato delsistema è quindi definito soft.la consistenza dei dati èun problema a carico dellosviluppatore e non deve es-sere garantita dal DBMS;

– Eventual Consistency:quando il sistema si arric-chisce con nuove informa-zioni, si propagheranno gra-

dualmente, un nodo alla voltain modo progressivo, fino arendere consistente l’interodatabase.

finora abbiamo parlato di dati,di come organizzarli e memoriz-zarli su architetture più o menocomplesse. ma come possiamoattingere con efficacia a questaenorme mole d’informazioni? Ègiunto il momento di parlare disoftware intelligente.

MACHINE LEARNING

l’apprendimento automatico, oMachine Learning, si occupa diprocedimenti attraverso i qualiun sistema intelligente miglioranel tempo le proprie prestazioni,nel realizzare il lavoro per cui èstato ideato. il successo dell’ap-prendimento deriva dalla capacitàdi misurare le prestazioni del si-stema, sulla base di esperienzeraccolte durante tutto il ciclo di

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FOCUS

IL TEOREMA CAPAFFERMA CHE èIMPOSSIBILE, PER UNSISTEMA INFORMATICODISTRIBUITO, FORNIRESIMULTANEAMENTE LEGARANZIE DICONSISTENCy,AVAILABILITy E PARTITIONTOLERANCE.

Figura 5. Teorema CAP.

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vita. la natura dell’apprendimentoè, per questo, sintetizzata dallacaratterizzazione quantitativa dellenozioni di prestazione ed espe-rienza. il metodo di analisi utilizzato siaffida a modelli preconfezionati,in grado, però, di migliorare lapropria strategia decisionale. ognibranca della scienza applica mo-delli per descrivere e predire ifenomeni della vita reale. nelcaso di situazioni evolutive sem-plici, la proporzionalità tra causaed effetto è descritta normal-mente da equazioni differenzialidi tipo lineare. per i sistemi distribuiti spazial-mente, invece, la relazione diproporzionalità si esprime me-diante un’equazione lineare allederivate parziali. la complessitàin questo caso è aumentata, mapeggiora ulteriormente quandole leggi evolutive diventano nonlineari: è il caso dei sistemi dina-mici caotici, per i quali una piccolavariazione delle condizioni di par-tenza può comportare forti sco-stamenti dal comportamento at-teso.grazie ad algoritmi molto efficienti,che apprendono iterativamentepartendo dalla base di dati sucui agisce, il Machine Learningpermette ad un sistema softwaredi acquisire nuove logiche com-portamentali, che consentono diprendere decisioni  ed effettuareeventuali predizioni, senza dovernecessariamente costruire un’e-sperienza profonda. in quest’a-spetto, si discosta dai SistemiEsperti tradizionali, basati sucriteri storici più significativi e

tecniche di ricerca più estese(figura 6).le situazioni in cui questa potentedisciplina trova la massima con-ferma, rientrano nelle tre seguentiimpostazioni strategiche:

– apprendimento supervisio-nato;

– apprendimento non super-visionato;

– apprendimento adattativo.

Apprendimento Supervisionatoun sistema software è istruitoutilizzando un database dispo-nibile, popolato con situazionigià definite e che costituisconola sorgente dell’apprendimento.in questa maniera, gli algoritmieffettuano le analisi velocementee risolvono i task in modo auto-nomo, basandosi sull’esperienzagià consolidata. È importante, per il buon funzio-namento del sistema, generareun campione di dati privo di ri-

dondanze, scegliendo un insiememinimale ma completo. troppidati rallentano il processo di ela-borazione. pochi dati abbassanola qualità e la pertinenza delledecisioni.

Apprendimento nonSupervisionatoin questa situazione, è il sistemastesso che organizza e raggruppagli eventi in base a caratteristichecomuni, per cercare di valutarele differenti condizioni. parallela-mente costruisce progressiva-mente una knowledge base suicasi esaminati, applicando glistessi criteri di selezione e clas-sificazione del caso supervisio-nato, registrando una serie diregole di natura inferenziale. l’ipotesi induttiva, in questo caso,è generata con un processo diastrazione di tipo bottom up,basato sull’esperienza e non con-dizionato. il ragionamento Bayesiano for-nisce un approccio probabilistico,alla soluzione del problema postocon l’apprendimento automatico.È basato sull’asserto, che tuttele grandezze d’interesse sonogovernate da distribuzioni di pro-babilità e che, quindi, una deci-sione ottimale può essere presaattraverso l’analisi di tali distri-buzioni, congiuntamente all’analisidei dati osservati. emergono,però, due ostacoli nell’approccioBayesiano: il costo computazio-nale richiesto per determinarel’ipotesi ottimale, nella maggiorparte dei casi d’interesse praticoe la conoscenza a priori delle di-stribuzioni di probabilità, neces-

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FOCUS

LA DISCIPLINA DELLADATA SCIENCE NASCE PERMIGLIORARE IL PROCESSODI RAZIONALIZZAZIONE EDESTRAZIONE DELLEINFORMAZIONI, DAARCHIVI DISPONIBILI.

Figura 6. Motore Inferenziale.

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saria per sfruttare il metodo enon sempre disponibile.

Apprendimento Adattativo(per rinforzo)il sistema ha la capacità di ap-prendere nozioni dall’ambientecircostante, utilizzando sensorie rilevatori di variabili fisiche edadattandosi ai continui cambia-menti, che avvengono all’internodel loro raggio di azione. Questemisure sono memorizzate sottoforma di metadati che arricchi-scono progressivamente la co-noscenza del sistema e ne au-mentano la capacità di predizio-ne. la sua naturale applicazioneha riscontro in tutti i casi di forteinterazione fisica con un ecosi-stema esterno ben delimitato,dove dimostra una maggiore ef-ficacia rispetto ai metodi in pre-cedenza descritti, perché la qua-lità dell’informazione percepitamigliora progressivamente.la stretta attinenza del MachineLearning con le strutture di tipoBig Data è piuttosto plausibile.si viene a creare, quasi in modonaturale, una evidente sinergiadi grande valenza e aspettativa,che coniuga capacità algoritmi-che e tecniche di ricerca efficacialla possibilità di gestire grandivolumi di dati. dalle considerazioni fatte, emergequanto possa essere complessoil processo di formazione di per-sonale specializzato in questetematiche. le implicazioni inve-stono settori che già singolar-mente possono essere difficili daraggiungere.

DATA SCIENCE

la disciplina della Data Sciencenasce per migliorare il processodi razionalizzazione ed estrazionedelle informazioni, da archivi di-sponibili. inizia con la raccolta didati, che possono essere esterniall’organizzazione interessata,oppure interni, provenienti cioè

dai processi di business dell’a-zienda.in seguito si occupa della veridi-cità di quanto raccolto: il pro-cesso che riduce i dati ad infor-mazioni utili, che rispondonoquindi a domande specifiche.tipicamente, le domande defi-niscono l’approccio da seguireper l’estrazione delle informazioni. la Data Science sostiene e in-coraggia il continuo fraseggio in-tellettuale tra ragionamento de-duttivo (ipotesi-based) e proce-dimento induttivo (pattern-based).si tratta di un cambiamento ra-dicale nei confronti degli approccianalitici tradizionali, sicuramentemeno dinamici. l’analisi induttiva fornisce unmezzo efficace per perfezionareipotesi ed individuare nuovi per-corsi di conoscenza. la succes-siva importante interazione conil ragionamento deduttivo, raffor-za e consolida i risultati, defi-nendone in modo chiaro l’inter-pretazione corretta. l’InformationGovernance è la capacità, perun’organizzazione, di creare unafonte d’informazioni attendibili esicure, per chiunque sia autoriz-zato ad usufruirne. una correttastrategia di governance è un pa-trimonio di valore in qualsiasicontesto. la Conoscenza del dominio per-mette di cogliere con maggiordisinvoltura, nella risoluzione deiproblemi, fattori più pertinenticoadiuvati da un processo di ra-gionamento più ampio e coe-rente.l’obiettivo di queste strategie èfar convergere decisioni ed azioninella stessa direzione, per unosfruttamento migliore dei dati di-sponibili. È necessario, per que-sto, selezionare risorse qualifi-cate, motivate e sfruttare le tec-nologie emergenti, per intrapren-dere un processo di riscopertadi quelle informazioni esistentima mai utilizzate, perché gli stru-menti tradizionali non si sonodimostrati adeguati allo scopo.

evitare di fossilizzarsi per inerziasu soluzioni già intraprese, per ilsolo fatto che si conoscono enon introducono nuove incognite(figura 7).Cominciare a comprendere il va-lore di piattaforme come i BigData ed architetture NoSQL, pa-droneggiare le diverse potenzialitàche i prodotti sul mercato offrono,con una fase di sperimentazioneed apprendimento in sintoniacon le nuove esigenze di un bu-siness, ormai divenuto globale.mentre il mercato dei Big Datamatura, le aziende possono ac-quisire parallelamente esperienzae scegliere soluzioni e tecnichenuove, per aumentare la propriacompetitività. Compito del Data Scientist nonè solo quello di analizzare i datidisponibili, per fornire al mana-gement le informazioni utili, maanche di guidare l’azienda versol’utilizzo di discipline più efficientie strumenti più efficaci. Quelladel Data Scientist costituirà pro-babilmente, nei prossimi anni,una tra le figure professionalichiave per tutte le organizzazioniemergenti.

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Figura 7. Data Science.

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APPLICAZIONI

un cenno all’Intelligenza Artificiale(di cui il Machine Learning èstretto parente) ed alle sue pos-sibili applicazioni. disciplina digrande fascino, ha avuto nel cor-so del tempo alterna fortuna,ma non è mai stata trascurata odimenticata dalle grandi orga-nizzazioni o dal mondo accade-mico. in ogni dominio in cui è stata inpassato applicata, indipenden-temente dalle strategie algorit-miche e dalle soluzioni tecnolo-giche, ha avuto sempre un ne-mico acerrimo: la grande quantitàdi casi possibili da valutare perintraprendere decisioni correttee, di conseguenza, ha convissutocon prestazioni non troppo sod-disfacenti.Con l’avvento di architetture No-SQL distribuite ed il ritorno alcalcolo parallelo in forma pre-ponderante, si può pensare diriprendere in mano quei progettiaccantonati, perché ritenuti didifficile se non impossibile rea-lizzazione.

ALCUNI ESEMPI

Medicina. nella pratica clinica la conclusionediagnostica deriva da un proce-

dimento di assemblaggio del-l’informazione, nel quale il medicofa da regista: il suo scopo è diformulare l’ipotesi definitiva e ve-rificarne la compatibilità alla lucedi tutti i dati disponibili, tenendoconto non solo del livello di evi-denza accumulato ma anche dielementi poco quantificabili, maaltrettanto importanti, dipendentidalla sua esperienza e dal suogiudizio personale. la raccolta di cartelle clinicheelettroniche in un ospedale, com-prende dettati trascritti da diversispecialisti, oltre a dati strutturatiprovenienti da misure fatte consensori ed immagini radiografiche.un aspetto di non trascurabileimportanza, è costituito poi dallanecessità di adeguare i tempidel procedimento diagnosticoalle effettive esigenze del paziente,cioè, in particolare alla gravitàclinica della situazione e alle prio-rità d’intervento. emerge subito la natura intrin-secamente destrutturata del-l’informazione con cui il medicodeve interagire ed è evidenteche più dati si raccolgono e piùvelocemente si elaborano, piùsarà pertinente la valutazione fi-nale della diagnosi. non è, però, l’uomo che devesobbarcarsi l’onere di analizzaretutti i dati: sono auspicabili stru-menti informatici intelligenti, ingrado di dare supporto nel lavoromeccanico di ricostruzione dellerelazioni implicite, nascoste nellabanca dati.la diagnosi clinica, d’altra parte,non può essere il risultato di unprocesso totalmente automatico,ma deve sempre trovare conva-lida dalla scelta finale del medico,arbitro assoluto della partita.

Telecomunicazioni. pensiamo a una grande aziendadi telecomunicazioni, che affittae cede in leasing risorse e servizicon altri gestori concorrenti sulmercato. per ognuno di essi esi-sterà un contratto quadro, con

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CON L’AVVENTO DIARCHITETTURE NOSQLDISTRIBUITE ED ILRITORNO AL CALCOLOPARALLELO IN FORMAPREPONDERANTE, SI PUòPENSARE DI RIPRENDEREIN MANO QUEI PROGETTIACCANTONATI, PERCHéRITENUTI DI DIFFICILE SENON IMPOSSIBILEREALIZZAZIONE.

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clausole ed agreement perso-nalizzati. la gestione del rapportoavviene sulla base di tali accordie sulle scadenze e consegnedelle risorse pianificate. unamancata fornitura genera reclami,contenziosi, le cui informazioniconfluiscono nei vari uffici legaliin grande numero, nei formatipiù disparati. gli esperti legali sitrovano a dover esaminare esmaltire tali pratiche in temporeale, per tutelare efficacementegli interessi dell’azienda. ma ilcompito si presenta a volte arduo,per la difficile lavorabilità delleinformazioni stesse, insita nellavarietà di formato dei documenti.

Social CRM.il CRM è una di quelle paroleche vanno sempre di moda, cheserve per descrivere la “cura neiconfronti del cliente”. nasce initalia negli anni ’90, con l’intro-duzione dei programmi di fedeltàbasati su carte elettroniche esibitein cassa, che permettono ai con-sumatori di collezionare punti adogni acquisto, per poi accederea sconti o premi ed alle aziendedi raccogliere dati in modo strut-turato, per analizzare le abitudinidei consumatori.il Social CRM coniuga questetecniche con il patrimonio incre-dibile d’informazioni che si ac-cumulano ogni giorno sul Web e

sui social network. Questo enor-me potenziale va gestito concura e legalità, per trovare semprenuovi clienti e fidelizzarli. il con-senso dei consumatori è unaprerogativa fondamentale e nonbisogna assumere un atteggia-mento troppo aggressivo, comea volte accade, perché si otter-rebbe l’effetto contrario. anchenel settore NO PROFIT il SocialCRM sta diventando uno stru-mento insostituibile di analisi com-parata, nella cura dei rapporti traistituzione e Comunità pubblica.

CONCLUSIONI

il sodalizio delineato tra Big Data,Machine Learning (o più in ge-nerale Intelligenza Artificiale) ecomponente umana qualificata,sembra costituire una combina-zione vincente, insostituibile, conle carte in regola per recitare unruolo di grande spessore pro-fessionale, in ogni contesto infor-mativo. di nuovo riemerge la ne-cessità di uno skill di tipo DataScientist.

lo scienziato dei dati non è soloun’analista, uno stratega del bu-siness, non è solo un esperto ditecnologia, un information ma-nager. il frutto delle sue analisi copretrasversalmente tutti i reparti diun’azienda, trasformando i datigrezzi in informazioni compren-sibili. proprio perché si è ancorain una fase di start up, perman-gono alcuni dubbi nei riguardidelle tecnologie da adottare, lepossibili applicazioni su cui inve-stire, l’utilizzo efficace dei prodottida utilizzare. se, si riuscirà a sfruttare intera-mente le evidenti potenzialità deiBig Data, si registreranno tra-sformazioni radicali in un’ampiagamma di operazioni ed attivitàquotidiane, dalle più complessee ricercate a quelle più comunidi ogni giorno. i Big Data sono una grande op-portunità tecnologica, commer-ciale, sociale. vale la pena inve-stire, per avere la possibilità diincrementare le attuali possibilità,offerte da strumenti tradizionaliormai maturi. ■

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FOCUS

IL CRM è UNA DI QUELLEPAROLE, NATA IN ITALIANEGLI ANNI ’90, CHESERVE PER DESCRIVERELA “CURA NEI CONFRONTIDEL CLIENTE”.

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a cura diProf. Ing. D. Morea

Ing. G. Belloni MelliniIng. V. Tranquilli

L’EVOLUZIONE NORMATIVA DELPROjECT FINANCING VERSUSL’INNOVAZIONE DEI PROCESSI DI GESTIONE E DEGLI STRUMENTI FINANZIARIBuilding Information Modelling (BIM) e strumentifinanziari innovativi per la sostenibilità degliinvestimenti in Project Financing.

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L’articolo tratta l’evoluzionenormativa del Project Finan-cing in italia e nel quadro re-

golamentare comunitario, allo sco-po di mostrare come la sua evo-luzione ultima, incentivante l’in-novazione dei processi di gestionenonché l’utilizzo di strumenti fi-nanziari innovativi, conceda lapossibilità di sostenere investimentiin Project Financing. Ciò, potrebbeavvenire adottando il BuildingInformation Modelling (BIM), qualestrumento di modernizzazione,nonché strumenti finanziari inno-vativi ed alternativi a quelli tradi-zionali, in considerazione dellacorrente situazione economicanazionale ed internazionale, for-temente condizionante la soste-nibilità dei predetti investimenti.

1. IL PROJECTFINANCING NELLALEGISLAZIONE ITALIANA:DALLA LEGGE 109/1994(C.D. “LEGGE MERLONI”)AL D. LEG.VO. 163/2006.

negli ultimi vent’anni, il legislatoreha sviluppato numerose modifi-che normative in materia di Par-tenariato Pubblico Privato (PPP).in particolare, con diversi decretilegge, il governo ha cercato didare impulso al settore delle ini-ziative di partenariato, con spe-cifico riferimento alle grandi in-frastrutture, in considerazionedell’esigenza di rilanciare lo svi-luppo economico del paese.molteplici sono state le innova-zioni alla disciplina dell’istituto

del Project Finacing (o finanzadi progetto), le quali, tuttavia,sono state introdotte in mododisomogeneo e frammentato. siprocederà, di seguito, alla de-scrizione dell’excursus cronolo-gico normativo in materia.sul piano giuridico, l’istituto dellaconcessione di costruzione egestione di opere pubbliche o dipubblica utilità (e quindi, la par-tecipazione di capitale privatoalla realizzazione di opere pub-bliche) esisteva già con la legge11 febbraio 1994, n. 109 “Leggequadro in materia di lavori pub-blici”, c.d. “Legge Merloni”, de-scritto all’art. 19 “sistemi di rea-lizzazione dei lavori pubblici”, manon si identificava con il terminedi Project Financing. infatti, conil termine di Project Financings’intende non tanto un istitutogiuridico, quanto una tecnica fi-nanziaria, piuttosto articolata, di-retta a consentire il finanziamentodi un’iniziativa economica sullabase della valenza tecnico-eco-nomica del progetto piuttostoche sulla capacità autonomad’indebitamento dei soggetti pro-motori dell’iniziativa stessa. dalmomento che si tratta di un con-cetto proprio del settore econo-

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FOCUS

CON IL TERMINE DIPROjECT FINANCINGS’INTENDE UNA TECNICAFINANZIARIA, PIUTTOSTOARTICOLATA, DIRETTA ACONSENTIRE ILFINANZIAMENTO DIUN’INIZIATIVAECONOMICA.

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mico-finanziario, non esiste unadefinizione strettamente giuridicadel Project Finacing. in proposito,l’autorità di vigilanza per i lavoripubblici (ora anaC) ha definito ilProject Financing come “risultatodel collegamento funzionale framolteplici rapporti giuridici”.tuttavia, sul piano normativo, ladifferenza fondamentale tra ladisciplina della concessione equella del Project Financing con-siste nell’iniziativa del procedi-mento: mentre prima era solol’amministrazione aggiudicatriceche dava avvio alla procedurache si concludeva con il contrattodi concessione, costruzione egestione dell’opera da realizzare,con la legge 18 novembre 1998,n. 415 “Modifiche alla Legge 11febbraio 1994, n. 109, e ulterioridisposizioni in materia di lavoripubblici”, c.d. “Merloni-ter”, sonostate introdotte le regole sulProject Financing, che hanno at-tribuito al privato una funzionedecisiva d’individuazione e diproposta di opere pubbliche (odi pubblica utilità) realizzabili at-traverso il ricorso alla concessionedi costruzione. Questo ruolo d’i-niziativa non è, tuttavia, del tuttolibero. infatti, il secondo principiobase della normativa sul ProjectFinancing consiste nella necessitàche l’iniziativa privata si svolganell’ambito delle scelte program-matiche effettuate dall’Ammini-strazione aggiudicatrice. ai sensidell’art. 37 bis, comma 1, “I sog-getti di cui al comma 2, di seguitodenominati “promotori”, possonopresentare alle amministrazioniaggiudicatrici proposte relativealla realizzazione di lavori pubblicio di lavori di pubblica utilità,inseriti nella programmazionetriennale di cui all’articolo 14,comma 2, ovvero negli strumentidi programmazione formalmenteapprovati dall’Amministrazioneaggiudicatrice sulla base dellanormativa vigente, tramite con-tratti di concessione, di cui al-l’articolo 19, comma 2, con ri-

sorse totalmente o parzialmentea carico dei promotori stessi”.pertanto, il soggetto promotorepuò proporre la realizzazione diopere già inserite nella program-mazione triennale dell’ammini-strazione aggiudicatrice, o, co-munque, in un altro strumentoprogrammatorio, mediante il con-tratto di concessione, di costru-zione e gestione. dunque, laMerloni-ter ha introdotto, a tuttigli effetti, la disciplina della finanzadi progetto con gli artt. 37-bis ess., mediante i quali ha definito ilprocedimento da seguire per ilfinanziamento di opere pubblicheda parte di soggetti privati, indi-viduando termini e modalità daosservare per presentare allepubbliche amministrazioni ag-giudicatrici le proposte relativealla realizzazione di lavori pubblici(o di pubblica utilità), utilizzando,a tal fine, il contratto di conces-sione.Con la legge 17 maggio 1999,n. 144, all’art. 7, nell’ambito delComitato interministeriale per laprogrammazione economica(Cipe), si istituiva l’Unità TecnicaFinanza di Progetto (UTFP), laquale aveva il compito di pro-muovere, all’interno delle pub-bliche amministrazioni, l’utilizzodi tecniche di finanziamento diinfrastrutture con ricorso a capitaliprivati.il contratto di concessione e ge-stione di lavori pubblici, quelloche disciplina i rapporti fra am-ministrazione aggiudicatrice esoggetto prescelto dopo unaprocedura di Project Financing,aveva una serie di limitazioni,previste dalla Merloni Ter, comela durata della concessione ingestione che non poteva maieccedere i 30 anni, ed il prezzo(integrativo del semplice dirittodi gestione) poteva essere pre-visto solo nell’ipotesi di prezzi otariffe amministrative. Con la rifor-ma dettata dalla legge 1 agosto2002, n. 166, “Disposizioni inmateria di infrastrutture e tra-

sporti”, c.d. “Merloni-quater”, ve-nivano introdotte alcune impor-tanti modifiche mirate a favorirela partecipazione di capitali privati,anche nell’ipotesi di opere che,per loro stessa natura, non po-tevano raggiungere livelli di red-ditività molto alti, e, pertanto,contribuivano ad estendere ilcampo di applicazione del ProjectFinancing. tali modifiche, intro-dotte alla disciplina del ProjectFinancing, riguardavano:

– modifiche alle disposizionirelative all’iter delle operazionidi Project Financing (artt. 37bis – 37 quater della LeggeMerloni), allo scopo di snelliree semplificare la procedura,tramite il raddoppio dellescadenze entro le quali ilpromotore poteva presentareproposte all’amministrazione“Le proposte sono presen-tate entro il 30 giugno diogni anno oppure, nel casoin cui entro tale scadenzanon siano state presentateproposte per il medesimointervento, entro il 31 di-cembre”;

– modifiche volte ad assegnare

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FOCUS

CON DIVERSI DECRETILEGGE, IL GOVERNO HACERCATO DI DAREIMPULSO AL SETTOREDELLE INIZIATIVE DIPARTENARIATO, CONSPECIFICO RIFERIMENTOALLE GRANDIINFRASTRUTTURE, INCONSIDERAZIONEDELL’ESIGENZA DIRILANCIARE LO SVILUPPOECONOMICO DEL PAESE.

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un ruolo più incisivo e pro-pulsivo dei soggetti privatinella fase di programmazionedei lavori da parte delle pub-bliche amministrazioni (art.37 bis);

– l’aggiunta del comma 1 ter,al comma 37 quinquies dellaLegge Merloni, relativo alle“Società di Progetto”, con ilquale venivano introdotte di-sposizioni finalizzate ad evi-tare che il subentro dellasocietà di progetto ed even-tuali modifiche al capitalesociale della stessa possanoridurre le garanzie a favoredell’amministrazione conce-dente;

– il riconoscimento del c.d.“diritto di prelazione” in favoredel promotore (art. 37 ter),al quale veniva data la pos-sibilità di adeguare la propriaofferta a quella giudicata piùconveniente dall’amministra-zione in sede di proceduranegoziata “Nella proceduranegoziata di cui all’art. 37quater il promotore potràadeguare la propria propostaa quella giudicata dall’Am-ministrazione più convenien-te. In questo caso, il pro-motore risulterà aggiudica-tario della concessione”;

– l’obbligo di rimborso dellespese sostenute e docu-mentate da parte dei primidue soggetti che abbianopartecipato alla proceduradi appalto concorso (art. 37quater, comma 5).

Con la legge 18 aprile 2005, n.62, c.d. “Legge Comunitaria2004”, venivano aggiunti, in temadi Project Financing, alcuni periodiall’articolo 37 bis, comma 2 bis,disponendo che venisse dataun’idonea pubblicità alla possi-bilità per il promotore di goderedel diritto di prelazione nei con-fronti degli altri concorrenti (dirittointrodotto, come sopra riportato,dalla Merloni-quater). successi-vamente, il decreto legislativo

12 aprile 2006, n. 163 “Codicedei contratti pubblici relativi a la-vori, servizi e forniture”, recepivala disciplina di cui agli artt. 37bis e seguenti della Legge Merloniagli artt. dal 153 al 160, discipli-nando il Project Financing qualeforma di affidamento di una con-cessione, alternativa a quella tra-dizionale (c.d. ad iniziativa pub-blica) di cui all’art. 143, esperibileladdove fosse contemplato l’uti-lizzo di risorse totalmente o par-zialmente a carico dei soggettiproponenti.il decreto legislativo 31 luglio2007, n. 113, c.d. “secondo cor-rettivo”, sopprimeva il diritto diprelazione a favore del promotore,in quanto, secondo la Commis-sione europea, la previsione ditale diritto sarebbe stata suscet-

tibile di recare un vulnus al prin-cipio di parità di trattamento, at-tribuendo una posizione diffe-renziata, in sede di gara, al pro-motore.il decreto legislativo 11 settem-bre 2008, n. 152, “Ulteriori di-sposizioni correttive e integrativedel Decreto Legislativo 12 aprile2006, n. 163, recante il Codicedei contratti pubblici relativi a la-vori, servizi e forniture, a normadell’articolo 25, comma 3, dellaLegge 18 aprile 2005, n. 62”,c.d. “Terzo decreto correttivo”,modificava profondamente la di-sciplina della finanza di progetto,riscrivendo l’art. 153 del Codicedei contratti pubblici, modificandola rubrica da “Promotore” a “Fi-nanza di Progetto” ed abrogandogli artt. 154 e 155 dello stesso

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FOCUS

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Codice, che disciplinavano laprocedura a tre fasi (preliminare,di gara, di costruzione e gestione).inoltre, rivoluzionava il procedi-mento con il promotore, preve-dendo la possibilità di affidamentodella concessione medianteProject Financing attraverso:

– il procedimento del promo-tore c.d. “monofase”, pre-vedendo un’unica gara perl’individuazione del promo-tore stesso e l’aggiudica-zione del contratto di con-cessione (commi 1-14);

– il procedimento del promo-tore c.d. “bifase”, preveden-do una doppia gara con di-ritto di prelazione in favoredel promotore (comma 15),che era stato soppresso dald.leg.vo.113/2007 (c.d. se-condo decreto correttivo);

– una procedura peculiare nelcaso d’inerzia della pubblicaamministrazione, qualoraquest’ultima, dopo l’inseri-mento nell’elenco annualedell’intervento da realizzare,non avesse provveda a pub-blicare il relativo bando digara.

in definitiva, il Terzo decreto cor-rettivo migliorava il processo diproposte d’inserimento nella pro-grammazione di opere pubbliche,da parte di soggetti privati esterniall’amministrazione, mediante laprocedura disciplinata ai commi19 e 20, ed introduceva il comma15-bis all’art. 3 del suddetto Co-dice, dettante un’espressa defi-nizione dei “Contratti di Parte-nariato Pubblico Privato”.più recentemente, la normativasulla finanza di progetto è stataoggetto di ulteriori revisioni, at-testazione dell’importanza che ildecisore pubblico ha attribuitoal coinvolgimento dei capitali pri-vati nella realizzazione di infra-strutture. infatti, si sono, susse-guiti i seguenti diversi interventinormativi riguardanti l’art. 153 ess. del suddetto Codice. il decreto legge 13 maggio2011, n. 70, “Semestre Europeo- Prime disposizioni urgenti perl’economia” c.d. “Decreto svi-luppo”, convertito con modifica-zioni dalla legge 12 luglio 2011,n. 106, apportava modifiche alladisciplina vigente, in particolare,al comma 9 dell’art. 153, del

Codice dei contratti pubblici, pre-vedendo che la garanzia dei pianieconomici e finanziari non fossepiù di competenza esclusiva dellebanche ma, anche, degli istitutidi credito e delle società di serviziiscritte nell’elenco degli interme-diari finanziari. inoltre, modificavasostanzialmente i commi 19 e20 dell’art. 153 del predetto Co-dice, introducendo un nuovo mo-dello di Project Financing ad ini-ziativa totalmente privata, chevede il privato quale promotored’interventi in concessione di la-vori pubblici, non presenti nellaprogrammazione triennale, ovveronegli strumenti di programma-zione approvati dall’amministra-zione aggiudicatrice, ed, inoltre,il comma 20 prevede che la pro-posta di cui al comma 19 possariguardare in alternativa alla con-cessione la locazione finanziaria. il decreto legge 24 gennaio2012, n. 1, convertito, con mo-dificazioni, dalla legge 24 marzo2012, n. 27, c.d. “Decreto libe-ralizzazioni”, invece, sostituivacompletamente l’art. 153 del Co-dice dei contratti pubblici conl’art. 59-bis., e, inoltre, sostituiva

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FOCUS

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l’art. 157 con l’art. 41, che venivarubricato “Emissioni di obbliga-zioni e di titoli di debito da partedelle società di progetto - ProjectBond”. un’altra importante novitàintrodotta dal predetto decretolegge 1/2012 riguardava l’alleg-gerimento e l’integrazione delladisciplina del promotore per leinfrastrutture strategiche; veniva,infatti, modificato l’art. 175, com-ma 14, introducendo la possibi-lità, per il promotore, di presentareproposte per la realizzazione d’in-frastrutture strategiche ricorrendoalle procedure di finanza di pro-getto. in particolare, la modificaera dettata dall’esigenza di ri-correre, in via prioritaria, al ProjectFinancing per la costruzione dinuovi istituti penitenziari per fron-teggiare la grave situazione diemergenza dovuta all’eccessivoaffollamento delle carceri.il decreto legge 22 giugno 2012,n. 83,”Misure urgenti per la cre-scita del Paese”, c.d. “Decretocresci Italia”, convertito, con mo-dificazioni, dalla legge 7 agosto2012, n. 134, all’art. 3, comma2, introduceva il comma 2-bis

all’art. 153 del Codice dei contrattipubblici, veniva previsto l’obbligodelle pubbliche amministrazionidi indire una Conferenza prelimi-nare di servizi con il compito diesprimersi sulla base dello studiodi fattibilità ovvero, per le proce-dure che lo avessero previsto,sulla base del progetto preliminareposto a base di gara. inoltre, pergarantire i necessari requisiti d’e-sperienza e competenza, lo studiodi fattibilità si sarebbe dovuto re-digere da parte di personale in-terno all’amministrazione, solose in possesso dei molteplici re-quisiti soggettivi necessari allasua predisposizione, e, in casocontrario, le amministrazioniavrebbero potuto affidare la rea-lizzazione degli studi di fattibilitàa soggetti esterni individuati congara. Qualora si fosse ricorso asoggetti esterni, una modalità difinanziamento sarebbe stata quel-la di far inserire il relativo onereall’interno del quadro economicodel progetto e, quindi, a caricodel soggetto che si sarebbe ag-giudicato il contratto di partena-riato. il decreto “cresci Italia” pre-vedeva agevolazioni fiscali, con-template nell’art. 157 del suddettoCodice. in particolare, l’aliquotadei Project Bonds veniva fissataal 12,5%, analogamente ai titolidel debito pubblico, si stabilivala completa deducibilità degli in-teressi passivi, l’applicazione delleimposte di registro ipotecarie ecatastali sarebbe avvenuta in mi-sura fissa, si prevedeva la possi-bilità d’emettere obbligazioni, an-che ai fini del rifinanziamento deldebito precedentemente contrattoper la realizzazione dell’infrastrut-tura o delle opere connesse alservizio di pubblica utilità nonchésenza garanzia ipotecaria, purchéfossero state sottoscritte da in-vestitori qualificati, ovvero da tuttii soggetti autorizzati ad operaresui mercati finanziari. La norma,di fatto, ampliava i soggetti coin-volti nel finanziamento delle operepubbliche.

Ciò, unitamente all’eliminazionedell’obbligo d’ipoteca, avrebbepotuto incentivare il ricorso allostrumento dei Project Bonds daparte dei concessionari. inoltre,la possibilità d’emettere obbli-gazioni e titoli di debito fin dallafase di costruzione dell’opera,avrebbe alimentato i flussi per larealizzazione d’infrastrutture egarantito la copertura dei rischidi costruzione. nella fase di co-struzione dell’opera, ove nonvengono generati cash-flow, leobbligazioni ed i titoli di debitosarebbero stati garantiti da ban-che e fondi privati. avrebbero potuto usufruire ditale possibilità, come forma al-ternativa al contributo pubblico,non solo infrastrutture stradalied autostradali, ma qualsiasi nuo-va infrastruttura da realizzarsi inProject Financing, purché previstanei programmi pubblici. inoltre,lo strumento dei c.d. mini bonds,previsto dall’art. 32 del suddettodecreto legge, permetteva allesocietà non quotate, anche dimedia e piccola dimensione (adesclusione delle micro-imprese),di emettere strumenti di debitoa breve termine (cambiali finan-ziarie) e a medio lungo termine(obbligazioni e titoli similari, ob-bligazioni partecipative subordi-nate), seppure sotto specifichecondizioni elencate nella stessanorma (emissione assistita dauno sponsor, revisione legaledell’ultimo bilancio societario,collocazione dei titoli presso in-vestitori qualificati che non fosserodirettamente o indirettamentesoci dell’emittente e destinati acircolare esclusivamente tra taliinvestitori).il decreto legge 18 ottobre 2012,n. 179, convertito, con modifi-cazioni, dalla legge 17 dicembre2012, n. 221, modificava il com-ma 4 dell’art. 157 del Codicedei contratti pubblici, chiarendoche le società nei confronti dellequali trovava applicazione il di-sposto dei commi 1, 2 e 3 del

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FOCUS

LE NORME PERL’AGGIUDICAZIONE DICONCESSIONI SONOMIRATE A STABILIRE UNQUADRO GIURIDICOCHIARO ED HANNO,INOLTRE, L’OBIETTIVO DIGARANTIRE UN AGEVOLEACCESSO AL MERCATODELLE CONCESSIONI ATUTTE LE IMPRESEEUROPEE.

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medesimo art. 157 erano, anche,quelle “operanti nella gestionedei servizi di cui all’articolo 3-bisdel Decreto-Legge 13 agosto2011, n. 138, convertito, conmodificazioni, dalla Legge 14settembre 2011, n. 148”.il decreto legge 21 giugno 2013,n. 69, convertito, con modifica-zioni, dalla legge 9 agosto 2013,n. 98, introduceva il comma 21-bis all’art. 153 del suddetto Co-dice, che, al fine di assicurareadeguati livelli di bancabilità ed ilcoinvolgimento del sistema ban-cario nell’operazione, prevedeval’applicazione, alla finanza diprogetto, ed in quanto compati-bili, delle disposizioni di cui all’art.144, commi 3-bis, 3-ter e 3-quater.il decreto legge 12 settembre2014, n. 133 convertito, conmodificazioni, dalla legge 11 no-vembre 2014, n. 164, introducevarilevanti modifiche ai commi 1,2, 3 e 4 dell’art. 157 del Codicedei contratti pubblici in favoredello strumento del Project Bonded, inoltre, modificava l’art. 159del predetto Codice, inserendo,tra l’altro, “i titolari di obbligazionie titoli assimilati emessi dal con-cessionario” tra i soggetti che,nei casi ivi indicati, avrebberopotuto impedire la risoluzionedel rapporto concessorio.

2. IL QUADROREGOLAMENTARECOMUNITARIO

il diritto comunitario, non conosceuna specifica definizione diProject Financing, relativamenteagli appalti pubblici, cui si ac-compagni un’autonoma e spe-cifica disciplina, mentre si occupadi disciplinare l’appalto di lavoripubblici e la concessione di lavoripubblici. più recentemente, l’u-nione europea ha elaborato unpacchetto di misure legislative,attraverso le direttive2014/23/ue, 2014/24/ue e

2014/25/ue, volto a moderniz-zare le norme sugli appalti pub-blici, a livello comunitario, nonchépermettere alle autorità pubblichedi ottimizzare l’utilizzo delle pro-cedure di appalto pubblico.nello specifico, con la direttiva2014/23/ue del parlamento eu-ropeo e del Consiglio, del 26febbraio 2014, sull’aggiudicazionedei contratti di concessione, l’u-nione europea ha stabilito unvero e proprio quadro giuridicoper l’assegnazione dei contrattidi concessione (principale stru-mento per lo sviluppo di formedi partenariato pubblico-privato),definendo le norme per gli appalti,rivolte alle amministrazioni ag-giudicatrici o agli enti aggiudi-catori, per concessioni pari osuperiori a un valore di € 5.186.000. le concessionisono definite quali contratti atitolo oneroso tra le amministra-zioni aggiudicatrici (stato, autoritàregionali o locali oppure organismidi diritto pubblico) o gli enti ag-giudicatori (autorità o operatorinel settore dei servizi) e gli ope-

ratori economici, per l’affidamentodell’esecuzione di lavori o la pre-stazione e gestione di servizi, ilcui corrispettivo, consiste nel di-ritto di gestire tali lavori o servizi.le norme per l’aggiudicazionedi concessioni sono mirate astabilire un quadro giuridico chiaroed hanno, inoltre, l’obiettivo digarantire un agevole accesso almercato delle concessioni a tuttele imprese europee (incluse lepiccole e medie imprese).la direttiva 2014/24/ue del par-lamento europeo e del Consiglio,del 26 febbraio 2014, sugli appaltipubblici e che abroga la direttiva2004/18/Ce, stabilisce, invece,le norme riguardanti l’utilizzo degliappalti pubblici per la prestazionedi lavori, servizi o forniture, daparte di aziende o persone, non-ché le relative esenzioni applica-bili; la predetta direttiva, stabilisce,inoltre, che le autorità nazionali,qualora si servano degli appaltipubblici per invitare gli offerentia prestare lavori, servizi o forni-ture, debbano trattare tutti i can-didati su un piano di parità ed inmodo non discriminatorio non-ché, in generale, agire in manieratrasparente. tra le principali novità apportatedalla direttiva 2014/24/ue, è dasegnalare quella relativa all’art.22 (Regole applicabili alle co-municazioni), comma 4, il qualeriporta che “Per gli appalti pubblicidi lavori e i concorsi di progetta-zione, gli Stati membri possonorichiedere l’uso di strumenti elet-tronici specifici, quali gli strumentidi simulazione elettronica per leinformazioni edilizie o strumentianaloghi”, nonché al comma 52“I mezzi elettronici di informazionee comunicazione possono sem-plificare notevolmente la pubbli-cazione degli appalti e accrescerel’efficacia e la trasparenza delleprocedure di appalto.” le soglieper l’applicazione di dette nor-mative riguardano i seguenti im-porti: € 5.225.000, per gli appaltidei lavori pubblici; € 135.000,

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FOCUS

LE IMPOSTE CHE ICITTADINI VERSANO ALLEPUBBLICHEAMMINISTRAZIONIAFFLUISCONO A DIVERSIENTI PUBBLICI. IL GRUPPODI TRIBUTI PIùIMPORTANTE, PERNUMERO E GETTITO,AFFLUISCE AL GOVERNOCENTRALE (STATO) ECOSTITUISCE L’INSIEMEDELLE COSì DETTEIMPOSTE ERARIALI.

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per gli appalti pubblici aggiudicatidalle autorità governative centrali;€ 209.000, per gli appalti pubbliciaggiudicati dalle autorità gover-native locali e regionali; € 750.000, per gli appalti deiservizi sociali e di altri servizispecifici. l’appalto viene aggiu-dicato all’offerente che presental’offerta economicamente piùvantaggiosa, da individuare, inparticolare, in base al migliorrapporto qualità/prezzo. tale cri-terio tiene conto di fattori qualil’efficacia generale sotto il profilodei costi, la qualità, gli aspettisociali e ambientali, le condizionicommerciali e di consegna. Lanormativa introduce una nuovaprocedura volta a promuoverelo sviluppo di prodotti, servizi odopere che siano innovativi. perfacilitare la partecipazione dellepiccole imprese, le nuove normeincoraggiano, inoltre, le autoritàpubbliche a suddividere i grandiappalti in singoli lotti. infine, la direttiva 2014/25/uedel parlamento europeo e delConsiglio, sulle procedure d’ap-palto degli enti erogatori neisettori dell’acqua, dell’energia,

dei trasporti e dei servizi postalie che abroga la direttiva2004/17/Ce, stabilisce le normesull’utilizzo degli appalti pubbliciper la prestazione di lavori, servizio forniture da parte di aziende opersone, in specifici settori quali,acqua, energia, trasporti e servizipostali. Quest’ultima direttiva ri-calca le norme contenute nellaprecedente direttiva 2014/24/ue,ma applicate ai predetti singoli

settori, tenendo conto delle spe-cificità che gli stessi ricoprononel soddisfare le esigenze dellasocietà. la direttiva si applicaagli appalti con soglie di € 414.000, per gli appalti di for-niture e di servizi nonché per iconcorsi di progettazione, € 5.186.000, per gli appalti dilavori, ed € 1.000.000, per i con-tratti di servizi relativi a servizisociali e ad altri servizi specifici.

3. VERSUSL’INNOVAZIONE DEIPROCESSI DI GESTIONEE DEGLI STRUMENTIFINANZIARI

Con la legge 28 dicembre 2015,n. 208, “Disposizioni per la for-mazione del bilancio annuale epluriennale dello Stato (Legge distabilità 2016)”, è stata soppressal’Unità Tecnica Finanza di Pro-getto. specificatamente, al com-ma 589 della predetta legge, “Alfine di razionalizzare e ridurre icosti delle strutture tecniche delDipartimento per la Programma-zione e il Coordinamento della

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FOCUS

PER FACILITARE LAPARTECIPAZIONE DELLEPICCOLE IMPRESE, LENUOVE NORMEINCORAGGIANO LEAUTORITà PUBBLICHE ASUDDIVIDERE I GRANDIAPPALTI IN SINGOLI LOTTI.

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Politica Economica della Presi-denza del Consiglio dei Ministri,l’Unità Tecnica Finanza di pro-getto, di cui all’articolo 7 dellaLegge 17 maggio 1999, n. 144,è soppressa e le relative funzionie competenze sono trasferite almedesimo Dipartimento. Il Di-partimento, per lo svolgimentodelle funzioni trasferite e di quelleesercitate a supporto del Nucleodi consulenza per l’attuazionedelle linee guida per la regolazionedei servizi di pubblica utilità, pre-viste dal Decreto del Presidentedel Consiglio dei Ministri 25 no-vembre 2008, pubblicato nellaGazzetta Ufficiale n. 42 del 20febbraio 2009, può avvalersicomplessivamente di un massi-mo di diciotto esperti in materiadi investimenti pubblici e Finanzadi Progetto. Con Decreto delPresidente del Consiglio dei Mi-nistri, da emanare entro sessantagiorni dalla data di entrata in vi-gore della presente Legge, sonodefiniti i requisiti professionali, icriteri per l’attribuzione degli in-carichi, la durata, le cause di in-

compatibilità e il trattamento eco-nomico degli esperti. I richiamiall’Unità Tecnica Finanza di Pro-getto contenuti in atti normatividevono intendersi riferiti al Di-partimento per la Programma-

zione e il Coordinamento dellaPolitica Economica. Dall’attua-zione della presente disposizionenon devono derivare nuovi omaggiori oneri a carico della fi-nanza pubblica.”. nella correntelegislatura, le Camere hanno ap-provato la legge 28 gennaio2016, n. 11, “Deleghe al Governoper l’attuazione delle Direttive2014/23/UE, 2014/24/UE e2014/25/UE del Parlamento eu-ropeo e del Consiglio”, il qualeha delegato il governo ad adot-tare, entro il 18/04/2016, un de-creto legislativo (c.d. “decretorecepimento direttive”) per l’at-tuazione delle predette direttive2014/23/ue, 2014/24/ue e2014/25/ue relative all’aggiudi-cazione dei contratti di conces-sione, agli appalti pubblici edalle procedure d’appalto deglienti afferenti ai settori acqua,energia, trasporti e servizi postali.la predetta legge 11/2016 ha,inoltre, delegato il governo adadottare, entro il 31/07/2016,un decreto legislativo per il rior-dino complessivo della disciplinadei contratti pubblici (c.d. “de-creto di riordino”), fermo restandola possibilità di adottare un unicodecreto per le materie sopraspecificate, entro il 18/04/2016.in particolare, tra le disposizioniche dovranno essere recepitenel nuovo decreto, la legge11/2016, al comma ss, specificache si dovrà prevedere la “razio-nalizzazione ed estensione delleforme di Partenariato PubblicoPrivato, con particolare riguardoalla Finanza di Progetto e alla lo-cazione finanziaria di opere pub-bliche o di pubblica utilità, in-centivandone l’utilizzo anche at-traverso il ricorso a strumenti dicarattere finanziario innovativi especifici ed il supporto tecnicoalle stazioni appaltanti, garan-tendo la trasparenza e la pubbli-cità degli atti”.in data 5 marzo 2016, è statotrasmesso alla presidenza delConsiglio dei ministri l’atto di

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FOCUS

L’EVOLUZIONE NORMATIVAULTIMA, INCENTIVA LAMODERNIZZAZIONE DEIPROCESSI DI GESTIONEDEL SETTORE DEGLIAPPALTI PUBBLICI,INVITANDO ACONSIDERARE L’UTILIZZODI STRUMENTIINFORMATICI, TRA I QUALIIL BIM.

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governo n. 283 “Schema di De-creto Legislativo recante dispo-sizioni per l’attuazione delle Di-rettive 2014/23/UE, 2014/24/UEe 2014/25/UE sull’aggiudicazionedei contratti di concessione, sugliappalti pubblici e sulle procedured’appalto degli enti erogatori neisettori dell’acqua, dell’energia,dei trasporti e dei servizi postali,nonché per il riordino della di-sciplina vigente in materia di con-tratti pubblici relativi a lavori,servizi e forniture”, oggi in fasedi giudizio da parte delle com-missioni di Camera e senato.nel predetto schema di decreto,si palesa una chiara incentiva-zione all’utilizzo di modalità dipartenariato pubblico privato,tra le quali il Project Financing,per la realizzazione delle infra-strutture e degli insediamentiprioritari per lo sviluppo del paese,inseriti negli appositi strumentidi pianificazione e programma-zione. la tecnica del Project Fi-nancing viene disciplinata al Capoiii “Esecuzione delle Concessioni”,parte iv “Partenariato Pubblico

Privato e contraente generale”,titolo i “Partenariato PubblicoPrivato”, all’art. 183 (finanza diprogetto). tra le modifiche ap-portate all’articolo, si rileva, an-zitutto, tra i lavori pubblici o dipubblica utilità, soggetti a con-cessione mediante finanza diprogetto, l’inserimento di quellirelativi alle strutture dedicate allanautica da diporto, viene intro-dotta la possibilità di ricompren-dere, nel quadro economico delprogetto, gli oneri relativi alle at-tività dello studio di fattibilità affi-date a soggetti esterni all’am-ministrazione, l’amministrazioneaggiudicatrice ha la possibilitàdi richiedere al promotore pre-scelto di apportare modifiche,eventualmente intervenute in fased’approvazione del progetto, alprogetto definitivo (anziché alprogetto preliminare, come dad. leg.vo 163/2006) e, di con-seguenza, anche l’offerta dovràcontenere, oltre alla bozza diconvenzione ed al piano econo-mico-finanziario, il progetto defi-nitivo (al posto del progetto pre-

liminare). inoltre, viene introdottala possibilità, per gli operatorieconomici, di presentare alle am-ministrazioni aggiudicatrici pro-poste per la realizzazione in con-cessione, di lavori pubblici o dipubblica utilità che non sianopresenti negli strumenti di pro-grammazione. ancora, l’art. 23 (Livelli della pro-gettazione per gli appalti, per leconcessioni di lavori nonché peri servizi), comma i, del suddettoatto di governo prevede che“La progettazione in materia dilavori pubblici … è intesa ad as-sicurare: ...

h) la razionalizzazione delleattività di progettazione edelle connesse verifiche at-traverso il progressivo usodi metodi e strumenti elet-tronici specifici quali quellidi modellazione per l’ediliziae le infrastrutture”, mentreil comma 13 prevede che“Le stazioni appaltanti pos-sono richiedere per le nuo-ve opere nonché per in-terventi di recupero, riqua-

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Atto di Governo n. 283 trasmesso alla Presidenza delConsiglio dei Ministri il 05/03/2016.

Autorità Nazionale Anticorruzione, “Linee guida perl’affidamento delle concessioni di lavori pubblici e diservizi ai sensi dell’articolo 153 del decreto legislativo12 aprile 2006, n. 163”, Determinazione n. 10 del23/09/2015.

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Decreto Legge 13 maggio 2011, n. 70.Decreto Legge 24 gennaio 2012, n. 1.Decreto Legge 22 giugno 2012, n. 83.Decreto Legge 18 ottobre 2012, n. 179.Decreto Legge 21 giugno 2013, n. 69.Decreto Legge 12 settembre 2014, n. 133.Decreto Legislativo 12 aprile 2006, n. 163.Decreto Legislativo 31 luglio 2007, n. 113.Decreto Legislativo 11 settembre 2008, n. 152.

Direttiva 2014/23/UEDirettiva 2014/24/UEDirettiva 2014/25/UE

Legge 11 febbraio 1994, n. 109.Legge 18 novembre 1998, n. 415.Legge 17 maggio 1999, n. 144.Legge 1 agosto 2002, n. 166.Legge 18 aprile 2005, n. 62.Legge 12 luglio 2011, n. 106.Legge 24 marzo 2012, n. 27.Legge 7 agosto 2012, n. 134.

Legge 17 dicembre 2012, n. 221.Legge 9 agosto 2013, n. 98.Legge 11 novembre 2014, n. 164.Legge 28 dicembre 2015, n. 208.Legge 28 gennaio 2016, n. 11.

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BIBLIOGRAFIA

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lificazione o varianti, prio-ritariamente per i lavoricomplessi, l’uso dei metodie strumenti elettronici spe-cifici di cui al comma l, let-tera h). Tali strumenti uti-lizzano piattaforme intero-perabili a mezzo di formatiaperti non proprietari, alfine di non limitare la con-correnza tra i fornitori ditecnologie e di non limitareil coinvolgimento di speci-fiche progettualità tra i pro-gettisti. L’uso dei metodi estrumenti elettronici puòessere richiesto soltantodalle stazioni appaltanti do-tate di personale adegua-tamente formato e che di-spongono di idonei sistemidi monitoraggio. Con De-creto del Ministero delleInfrastrutture e dei Trasportisono individuati i tempi diprogressiva introduzionedell’obbligatorietà del me-todo, valutata in relazionealla tipologia delle opereda affidare e tenuto contodei relativi importi, nonchéadeguati sistemi di moni-toraggio. …”.

Come sopra esposto, l’evolu-zione normativa ultima, incentivala modernizzazione dei processidi gestione del settore degli ap-palti pubblici, invitando a consi-derare l’utilizzo di strumenti infor-matici, tra i quali si può, sicura-mente, includere il Building Infor-mation Modelling (BIM). diversi stati, già oggi, stannooperando con tale metodologiao hanno previsto piani d’adozionedel bim medesimo: norvegia,paesi bassi, danimarca, svezia,finlandia, Canada, stati uniti,singapore, ecc., hanno adottatoapposite linee guida per facilitareed incentivare l’adozione del BIMda parte dei vari operatori eco-nomici. Rendere obbligatorio ilBIM può costituire un importanteincentivo per l’adozione di pro-cedure di tipo Project Financing

in Partenariato Pubblico Privato,e ciò garantirebbe un abbatti-mento consistente dei costi af-ferenti all’iniziativa. inoltre, l’atto di governo, n. 283specifica che si dovrà prevederela “razionalizzazione ed esten-sione delle forme di PartenariatoPubblico Privato, con particolareriguardo alla Finanza di Progettoe alla locazione finanziaria diopere pubbliche o di pubblicautilità, incentivandone l’utilizzoanche attraverso il ricorso a stru-menti di carattere finanziario in-novativi e specifici ed il supportotecnico alle stazioni appaltanti,garantendo la trasparenza e lapubblicità degli atti”. il ricorso a strumenti finanziariinnovativi renderebbe certamenteredditizie e bancabili iniziatived’investimento in Project Finan-cing, essendo gli stessi econo-micamente più convenienti ri-spetto a quelli tradizionali.

4. CONCLUSIONI

l’evoluzione normativa del ProjectFinancing, trattata nei precedentiparagrafi, ha mostrato una suaconvergenza verso l’innovazionedei processi di gestione e deglistrumenti finanziari. Ciò, alla lucedella difficile situazione economicanazionale ed internazionale, co-stituisce un importante incentivoalla sostenibilità d’investimentieffettuati ricorrendo alla tecnicadel Project Financing, allorquandofossero adottati strumenti attialla modernizzazione dei processidi gestione, tra i quali vi è il Buil-ding Information Modelling (BIM),nonché strumenti finanziari in-novativi ed economicamente piùconvenienti rispetto a quelli tra-dizionali. Quanto predetto, trovasostegno in diversi studi in ma-teria, citati in bibliografia, ai qualisi rimanda il lettore per eventualiapprofondimenti specifici. ■

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Architetto M. Fuksas - THE ADMIRANT - EINDHOVEN© Moreno Maggi

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aree del sito Webdell’ordine

L’Homepagehttp://www.ording.roma.it

La Ricerca dei Professionistihttp://www.ording.roma.it/albo/ricerca.aspx

L’Albo degli iscrittihttp://www.ording.roma.it/albo

L’Area degli Iscritti http://www.ording.roma.it/area_iscritti

Gli eventi http://www.ording.roma.it/iniziative

La Formazione http://www.ording.roma.it/formazione

I seminari http://www.ording.roma.it/formazione/seminari.aspx

Sito della rivista http://rivista.ording.roma.it

roma

ORDINE DEGLI INGEGNERI DELLA PROVINCIA DI ROMApiazza della repubblica, 59 - 00185 romatel.:06.487.9311 - fax:06.487.931.223

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