eco n.86
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Bimestrale di informazione religiosa, cultura e attualita'.TRANSCRIPT
Numero 86Marzo 2012
dellaECOBRIGNA
Bimestrale di informazione religiosa, cultura e attualità • Uniti per servire, per crescere nella carità • Sabato al circo • Ricordando Celestino• Spigolature dall’Archivio di San Nicola • Il dialetto siciliano • Il campione corre e vola • San Nicola e il Gonfalone • Cerco un centro di... • Non chiamatelo Mastro di Campo dei piccoli
Nuova serie - Parrocchia Maria SS. AnnunziataPiazza F. Spallitta - 90030 Mezzojuso (PA) - ItaliaSpedizione in a.p. art. 2 comma 20/c legge 662/96 - Filiale di Palermo
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senti , sono stati inoltre distribuiti itradizionali “cuddureddi ri SanBrasi”. La Santa Messa è stata offi-ciata in latino, per risolvere l’incontrotra l’italiano e l’inglese dei vescoviamericani.E’ stata veramente una bela festa, lagente è rimasta sorpresa nel seguireuna messa in latino come avveniva inpassato. I Vescovi inoltre sono statimolto cordiali con i fedeli presenti.Mons. Giuseppe Nunzio Latino hasalutato i presenti e ha raccontato lasua volontà di visitare nel luogo dinascita dei suoi genitori, essendosirecato in Italia in occasione della visi-ta ad limina in Vaticano.
Nunzio Latino e Mons.William RussellHouck. L’occasione della visitaall’Eparchia di Pianadegli Albanesi da partedi Mons. GiuseppeNunzio Latino è legataalle origini contessiote,essendo figlio di perso-ne nate a ContessaEntellina ed emigratenel nuovo continente.
Mons. Giuseppe Nunzio Latino èvescovo nella diocesi di Jackson(Stato del Mississippi). Ad accompa-gnare S.E. Latino vi era Mons.William Russell Houck , vescovoemerito di Jackson.La Celebrazione Eucaristica ha avutoinizio alle ore 18.00. Durante laLiturgia si è svolta la benedizionedella gola, impartita a tutti i fedeli pre-
Festa di San Biagio Vescovo
Venerdì 3 febbraio 2012, nella chiesadell’Annunziata, la tradizionale ricor-renza della festa di San Biagio è statacelebrata in modo ancora più solennedegli anni passati, grazie ad una visitastaordinaria.Nel pomeriggio infatti si sono recatiper celebrare la S.Messa Solenne duevescovi americani: Mons. Giuseppe
editoriale
di
don
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tino
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La Quaresima è iltempo favorevole,
propizio per ritornare alSignore. E’ il tempo dellalotta, della purificazione edella gioia. E’ un cammi-
no segnato dalla preghiera intensa, daldigiuno, dalla condivisione e dal pel-legrinaggio di conversione che ciporta all’incontro con il CristoRisorto.Il Santo Padre Benedetto XVI nel suomessaggio quaresimale ha messo inevidenza tre aspetti di questo cammi-no quaresimale: attenzione all’altro,
reciprocità e santità personale.
L’attenzione all’altro, l’essere attenti
gli uni verso gli altri, a non mostrarsi
estranei, indifferenti alle sorti dei fra-
telli. Ultimamente, con sempre mag-giore frequenza, prevale nella nostraComunità ecclesiale l’indifferenza, ildisinteresse, frutto dell’egoismo e sidelegano altri Organismi edAssociazioni all’impegno nella solida-rietà. L’Amore-Carità è il segnodistintivo del cristiano. Alla fine deitempi saremo giudicati sull’Amore-Carità. Quando l’uomo sta bene ènell’abbondanza, dimentica Dio e glialtri, non si accorge dei poveri e degli
ultimi. In questo cammino quaresima-le deve essere nostro impegno “conta-giare” con la nostra Carità i fratelliche incontriamo, richiamando concarità coloro che si sono allontanatidal Signore. Il compito del Cristiano èanche quello di non tacere di fronte almale, anzi di denunziarlo. Bisognaessere attenti agli altri, senza cercarel’utile proprio ma quello di molti,deve essere questo il nostro impegnonella comunità cristiana. L’Eucaristiaci unisce, ci rende fratelli, ci impegnanel rispetto reciproco. Dobbiamocamminare insieme nella santità, ed“aspirare ai carismi più grandi e a unaCarità sempre più alta e più feconda”( 1Cor 12,31 – 13,13 ). Questo tempoquaresimale è prezioso per scoprire ecompiere le opere di bene. Il Maligno,specie in questo periodo ci tenta,facendo affiorare in noi la tiepidezza,soffocando l’azione dello Spirito,nascondendo i nostri talenti, facendosi che essi non portino frutto.Dobbiamo imparare ad imitare le virtùdei santi “Gareggiate nello stimarvi avicenda” (Rom 12,10). In un mondosempre più esigente il cristiano deveessere luce, affinché coloro che sonolontani, vedendo le sue buone opere,
glorifichino il Padre che è nei cieli.Questo tempo di quaresima è anche unmomento delicato di riflessione sulbene comune e sull’impegno civico diciascuno: nel prossimo mese di mag-gio, la nostra comunità paesana saràchiamata a rinnovare il ConsiglioComunale ed a eleggere il Sindaco. Ilmomento attuale richiede coraggio eresponsabilità per coloro che darannola propria disponibilità in questo ser-vizio. Servizio significa servire e nonoccuparsi dei propri interessi persona-li nel procedere nell’amministrazionedella realtà pubblica. Disponibilità acandidarsi significa gratuità del pro-prio servizio, che di certo non si espri-me unicamente moltiplicando leCommissioni con le quotidiane e steri-li riunioni che non portano frutto.L’impegno del prossimo Sindaco per icinque anni a venire è arduo. Sonocerto che egli non potrà fare coseeccezionali per la mancanza di fondi,ma certamente potrà impegnarsi nellalegalità, nella trasparenza, nel rispettodelle persone, nell’impegno a nonsprecare le poche risorse economichecomunali e a portare avanti un’oculatae responsabile gestione della cosapubblica.
Uniti per servire, per crescere nella carit�
ne che l’episcopato italianorivolge al nostro vescovo e alla nostraChiesa con la vostra presenza, amatiPastori di Sicilia, nella celebrazione enel seguire le nostre vicende con fra-terna carità.Ringraziamo il Signore, infine, per ilvescovo Sotìr donatoci ben due voltedalla Trinità santa come sacerdote epoi come vescovo, il quale tanti di noiha fatto nascere nel sacerdozio e neldiaconato.Signore, Signore vieni anche oggi evisita il tuo figlio e la vigna che gli haiconsegnato e falli prosperare perché l’ha piantata la tua destra.Is pollà èti dhespota.
Eminenza Reverendissima, EccellenzaSotìr, Pastori della terra di Sicilia,Autorità militari, Autorità civili, clero,religiosi e fedeli tutti, ringraziamo ilSignore nostro per il giorno che ci havoluto donare: giorno suo, del Signoreil quale oggi ci ha dato la grazia di riu-nirci in questo luogo, in Sinassi perlodarlo, glorificarlo e celebrarlo.Ringraziamo il Signore perché questacomunità arbëresh, trapiantata in terradi Sicilia, terra ospitale, ha oggi lagrazia di celebrare la figura spirituale,la guida, il pastore che si è fatto cariconon solo di annunciare, predicare,conservare, tramandare il depositumfidei degli Apostoli ma anche di assu-mersi il dovere di perpetuare neglianni il depositum della Tradizionebizantina degli arbëresh. Perciò, la suafesta è anche la nostra festa. Il suoessere qui presente, a presiedere nellasua cattedrale la sinassi liturgica, èanche il nostro essere presenti nellastoria.Ringraziamo il Signore per la cura cheil Santo Padre ha sempre mostratoverso il nostro Vescovo e verso lenostre comunità, per la sollecitudineecumenica e per il suo desiderio divedere la Chiesa di Cristo con duepolmoni in un unico corpo.Ringraziamo il Signore per l’attenzio-
Giovedì 9 febbraio 2012, a conclusionedei lavori della Conferenza EpiscopaleSiciliana (sessione invernale), alcunivescovi di Sicilia: S.E. il CardinalePaolo Romeo arcivescovo di Palermo edelegato Apostolico di Piana degliAlbanesi, Mons. Calogero Peri vesco-vo di Caltagirone, Mons. MarioRussotto vescovo di Caltanissetta,Mons. Salvatore Gristina arcivescovodi Catania, Mons. Vincenzo Manzellavescovo di Cefalù, Mons. Salvatore DiRistina Arcivescovo di Monreale,Mons. Salvatore Muratore, vescovo diNicosia, Mons. Michele Pennisi vesco-vo di Piazza Armerina, Mons. CarmeloCuttitta ausiliare di Palermo, hannopreso parte, nella cattedrale di Pianadegli Albanesi, alla Divina Lirturgia,presieduta dal vescovo S.E. Mons.Sotir Ferrara, per ricordare il suo 50°anniversario di chirotonia presbiterale.Hanno concelebrato tutti i presbiteridell’Eparchia con altri sacerdoti prove-nienti da altre diocesi. Al termine dellacelebrazione il vescovo Mons. SotirFerrara, ha ringraziato gli ospiti pressoil Ristorante Valle Himara di Pianadegli Albanesi. Di seguito riportiamo il saluto delProtosincello dell’Eparchia, Papàs JaniPecoraro all’inizio della DivinaLiturgia.
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50° della Chirotonia Presbiterale e del 23° di Episcopato di Sua Ecc. Mons. Sotir Ferrara
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Saba t o a l Circ oAnche quest’anno il Branco “Luna
Nuova” del gruppo scoutMezzojuso ha vissuto le sue V.d.B(vacanze di branco) invernali, che sisono svolte a Mezzojuso il 7 e l’8 gen-naio 2012.La scelta dell’ambientazione è stataabbastanza difficile, poiché noiVV.LL. (vecchi lupi) abbiamo avutopoco tempo per poter individuare leproblematiche presenti all’interno delbranco a causa del tardo inizio del-l’anno associativo.Superata questa difficoltà, abbiamoscelto l’ambientazione del Circo, inmodo da far uscire in ognuno dei nostrilupetti quello che è il loro talento.Tutto è pronto.Appuntamento ore 16:00 al pubMarabella, zaino in spalla e si parteper il circo “Yusuf” (casa di SanGiuseppe). I lupetti, subito vengonoaccolti da Yusufino il padrone delcirco (Bagheera), la moglie di
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Yusufino (Paola Sanfilippo) e la figliaSabrina (Akela), i quali chiedonoaiuto affinchè il circo possa riaprire. I lupi-pagliacci trascorrono un pome-riggio ricco ed intenso di attività a tema.Sforzandosi di fare del loro megliohanno aiutato i padroni del circo.Alle ore 20:00 arriva Baloo (DonEnzo), ci prepariamo per la cena:gavetta e tazza alla mano e si mangia.Alle ore 22:00, come consuetudine,proponiamo ai nostri lupi una cacciareligiosa centrata sul tema dellavocazione.Vengono presentati 4 personaggi (sto-rici/religiosi): il soldato romano,l’esattore delle tasse, il ragazzo triste ela Madonna. Ognuno di loro raccontala propria esperienza vocazionale e dicome è cambiata la loro vita incon-trando Gesù.La caccia si conclude con un’intensacatechesi tenuta da Baloo. Stanchi dellagiornata piena di attività, ci prepariamoper dormire: Canto dell’Ula Ula, sispengono le luci e la giungla dorme.Ore 8:00 sveglia, colazione e sistema-zione dei sacchi letto, iniziamo lagiornata con la catechesi sulla parabo-la dei talenti. Ormai manca poco per la riaperturadel circo. I lupi-pagliacci hanno supe-rato tante prove, hanno dimostrato diessere dei bravi attori, ottimi trapezistied equilibristi, insomma dei veri epropri talenti.Alle ore 15:00 al circo, ci allietanocon la loro presenza: GioacchinoVittorino e Andrea Tavolacci, che coni suoi interessanti discorsi riesce acogliere l’interesse dei lupetti. Alle ore 16:00, con l’arrivo dei genito-ri, i lupi-pagliacci e i padroni riapronoil circo e danno via allo spettacolo, ilquale si conclude con una festa.Alle ore 17:30 ci sistemiamo e ci spo-gliamo dalle vesti di pagliaccio e ciprepariamo per andare alla SantaMessa delle ore 18:00. Sono stati due giorni di intenso e durolavoro per noi VV.LL. Se queste V.d.B.sono state portate a termine, io eBagheera dobbiamo ringraziare PaolaSanfilippo (mamma di una lupetta),che ha collaborato attivamente facendoproprio il motto di B.P. “Rimboccati lemaniche e prendi l’iniziativa”.
Akela capo branco
(Caterina Perniciaro)
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figurati sul libro. Lo sfondo, inoltre,doveva essere in oro e le tessere piut-tosto piccole in modo da avere unimmagine molto dettagliata.Avanzate le richieste il prof.Giannaccaro assicurò che l’operaavrebbe rispecchiato pienamente idesideri condivisi, anche se lo stessosi riservava comunque un margine dilibertà esecutiva.Il 25 gennaio, di buon mattino il pro-fessore arrivò in paese con il suo staffe, dopo avere scaricato i 7 pezzi checomponevano il mosaico, si miseall’opera per assemblarlo. A tarda seral’opera era completata.Giorno 29 gennaio, in seguito alsolenne pontificale presieduto da S. E.R. Sotir. Ferrara, alla presenza delleautorità civili e religiose, si è final-mente proceduto all’inaugurazione e,di fronte ad una piazza gremita, è statotolto il velo che celava l’icona tra lostupore e l’ammirazione della gente.A conclusione, corre l’obbligo diricordare che i costi per la realizzazio-ne dell’opera sono stati sostenuti conle offerte dei fedeli, ed è ancora dove-roso ringraziare quanti hanno contri-buito e/o contribuiranno.
Arch. Antonino Giuseppe Schirò
Miracoli e, infine, quello della cappel-la di San Giuseppe (“cappelluzzarussa”) presso la contrada Cursa.La scelta iconografica del soggetto daraffigurare fu stata immediata: ilmosaico avrebbe riproposto l’immagi-ne di San Nicola presente nell’iconadel XVII secolo riconducibile allascuola di Ioannikios e custodita all’in-terno della stessa chiesa. Unicavariante dovevano essere i tre “panuz-
za”, tipici della tradizione locale, raf-
La chiesa di San Nicola di Mira siarricchisce di una nuova “perla”:
finalmente il prospetto principale èstato completato con la posa dell’ico-na musiva del Santo titolare.Già nel 1915, l’ing. FrancescoPalazzotto, a cui era stato commissio-nato il progetto della facciata, avevaprevisto la collocazione di una iconanella lunetta del portale d’ingresso,ma le sue previsioni, purtroppo, forseanche a causa della sua improvvisascomparsa, non andarono a buon fine.Il desiderio di collocare l’effige di SanNicola nel prospetto è stato inseguitonegli anni, ma per varie vicissitudininon si è mai riusciti nell’intento, finquando lo scorso anno, il parroco PapàsPietro Lascari, deliberò che era arrivatoil momento di completare la facciatacon l’immagine del Santo patrono.Fu formato un comitato incaricato dicommissionare l’opera ad un maestromosaicista. La scelta ricadde sul Prof.Pantaleo Giannaccaro, docente pressol’Istituto Statale d’Arte per il mosaico“M. D’Aleo” di Monreale e artista atti-vo sia in Italia che all’estero, nonchéautore di una serie di mosaici presentinel nostro stesso centro e precisamentequelli della chiesa del SS. Crocifisso,quelli della chiesa Madonna dei
Il mosaico di San Nicola
di Concetta Lala
Così scriveva PadreFrank nella cronaca
del n° 1 anno I (gennaio-febbraio 1968) di Eco
della Brigna.Ma chi era Celestino Mandalà? Lo scor-so 21 gennaio c.a. in un incontro dedi-cato a lui, l’Associazione culturaleProspettive ha voluto unire i ricordi dichi lo ha conosciuto e la curiosità dellenuove generazioni.Ma tracciare tutte le sue qualità, siaartistiche che umane, è cosa assai diffi-cile, visto che sono veramente innume-revoli e per non rischiare di esaltarneaspetti effimeri perdendo di vista l’es-senziale, che scaturisce da uno sguardoglobale della persona, è stato richiestol’intervento di coloro che, al meglio eognuno dal proprio punto di vista,hanno saputo aggiungere tutte le tesse-re dello splendido mosaico che è statoCelestino: il suo Amico Prof. SantinoGebbia ha riferito della conoscenzadiretta che vi era tra i due; la Prof. AnnaMaria Ruta si è dedicata ad un’attentaanalisi delle varie opere pittoriche; ilProf. Roberto Lopes, dopo aver traccia-to una accurata biografia, si è sofferma-to su alcuni aspetti della produzionelirica; il Presidente dell’Associazione,
Prof. Giuseppe Di Miceli, ha illustratol’opera di ricerca portata avanti sulMandalà e ha voluto condividere i pro-getti futuri, tra cui la pubblicazione diun catalogo che ne raccolga tutte leopere, con il numeroso pubblico, moltoattento e riconoscente. Del Celestino uomo, modesto, umile,sincero e stimato da tutti hanno raccon-tato, in due interviste realizzate nel2007 e proiettate in quella sede, il caro“mastro” Rosario Schillizzi e il Sig.Rosario Pennacchio, i quali citano inesse degli aneddoti a loro noti.Ma vogliamo, anche qui, per coloro chesono lontani dare qualche notizia.Giuseppe Mandalà nasce a Mezzojusoil 18 ottobre del 1923 da Francesco eSira Selinunte. In ragione degli occhiazzurri tutti lo chiamavano Celestino.Suo rifugio naturale fu la campagnaattorno a Mezzojuso, una natura checonosceva come le sue tasche, perché lapercorreva in lungo ed in largo, semprein pantaloncini corti. Si diploma nel1946 e la sua carriera di insegnante ini-zia nel 1949. Insegnò a Chiusa Sclafani,Bisacquino, a Palermo per poi trasferir-si in Friuli, la sua seconda patria, dovesposa Maria Cattivello. Dal matrimonio nasceranno tre figlie:Simonetta, Rossana e Sira che, nono-stante fossero state solo delle bambine
quando il padre morì, si sentono quantolui attaccate al suo paese e alla sua terra:“trovava ogni occasione per parlarci
della sua Sicilia, dei fichidindia, delle
canzoni popolari che ancora ci piace
ascoltare” così dicono nella letterainviata all’Associazione Prospettive. Ineffetti tutto ciò trapela dalle sue opere,pittoriche e poetiche. Si aveva l’impressione, visitando lamostra fotografica, allestita anch’essanei locali del Castello, in quell’occa-sione e nel giorno successivo, di riper-correre i luoghi della sua infanzia cheper tutta la vita ha desiderato e di darevoce a quegli sguardi che Celestino havoluto fermare, rendendoli eterni.Anche la lettura di alcune delle suepoesie è stata un “viaggio” passandotra le vette di pizzo d’Angelo, la turrita
Busambra, le sorgenti del Giovenco,
Cantreo, Acqua amata, Pizzo di Casi,
la Cerasa, i Serre di Castiddana. Tutto ciò è sicuramente legato alla suamalinconia, ma per noi è memoria. Unamemoria che legava e lega Mezzojusoa Celestino e che si lascia alle genera-zioni future come grande eredità: per-ché Celestino è un valido punto fermonella storia della nostra comunità. Perquesto le occasioni per tornare a parla-re di Celestino non saranno mai abba-stanza. Come si può non ricordarlo?
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Ricordando CELESTINO
Alle ore 15,30 e alle ore 16
un lugubre suono di campa-
ne “appello” comunicava a
tutti una triste e dolorosa
notizia: la morte tragica di
due giovani nostri compae-
sani a Udine: la guardia di
finanza Calogero Governale
e il Prof. Celestino
Mandalà, periti entrambi
nella stessa macchina. Li
ricorderemo entrambi per la
loro bontà, generosità e spi-
rito di sacrificio.
Il nuovo investito fu immesso nel pos-sesso del beneficio parrocchiale del 19dicembre 1886 dal reverendo papàsDomenico Cuccia, presente l’arcipreteGiuseppe Siragusa, il quale rappresen-tava il cancelliere arcivescovo assen-te, il sacerdote Antonino Como e moltialtri del clero e del popolo.Il 9 maggio 1887 il Procuratore genera-
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Spigolaturedall’Archivio della Parrocchia
di S. Nicola
Franco, papàs Giovanni Cavadi, papàsAntonio M. Figlia, tutti e quattro daMezzojuso.Il Figlia fu riconosciuto il più idoneoe, nonostante la sua giovanissima etàdi anni 23 appena, il cardinaleMichelangelo Celesia, arcivescovo diPalermo lo nominava arciprete-parro-co con bolla del 16 dicembre detto.
XXII Papàs Vincenzo Franco -
Economo spirituale in sede vacante
- dal giugno al 16 dicembre 1886.
[Nel dattiloscritto della Cronologia
non ci sono notizie su papàs VincenzoFranco. Le uniche di mano dell’arci-prete Perniciaro sono le seguenti, rica-vate da un avviato progetto di crono-logia dei papàs, di cui però l’autore halasciato quasi soltanto appunti mano-scritti: Papàs Vincenzo Franco, vicarioforaneo, fu Giuseppe e fu NicolinaSchirò fu battezzato a Mezzojusodall’arciprete Dragotta il 18 dicembre1825. Morì a Palermo il 21 luglio1894 a 68 anni di età.]
XXIII Papàs Antonio Maria Figlia -
Arciprete - 16 dicembre 1886 - 9
novembre 1903.
Il reverendissimo papàs AntonioMaria Figlia fu Carmelo e fu MariaSpallitta, nato in Mezzojuso il 15 apri-le 1863, fu battezzato in questa madri-ce chiesa S. Nicolò il 18 aprile detto.Giovanetto di anni 13 appena, il gior-no 1° di novembre 1876 fu ammessonel pontificio Collegio greco S.Atanasio di Roma, diretto allora dasacerdoti secolari di rito latino.Frequentò gli studi nell’ateneo diPropaganda fide, dove a 21 luglio1884 conseguì il grado di prolita in S.Teologia1.Fu ordinato sacerdote in detto collegioda sua eccellenza monsignor StefanoStefanopoli, arcivescovo filippinese, ilgiorno 1 novembre 18852.Morto l’arciprete Lorenzo Cavadi a 21giugno 1886, fu bandito il concorsoper il nuovo rappresentante della par-rocchia. Agli esami sinodali del 10dicembre 1886 vi parteciparono papàsAngelo Stratigò, papàs Vincenzo
a cura di Nino e Nicola Perniciaro
PaPas Lorenzo Perniciaro. cronoLogia degLi arciPreti.
le presso la Corte d’appello di Palermoin virtù di regia delegazione concedevail regio placet alla bolla detta.Necessitava intanto rimettere la disci-plina del nostro Seminario italo-grecodi Palermo, che il rettore mons.Giuseppe Masi, avanzato in età, inquel tempo mal reggeva.Il cardinale Celesia, conosciute lebuone qualità del Figlia, lo vuole asse-gnare alla direzione del seminario perdare un migliore andamento a quel pioIstituto, che tanto prediligeva.Chiese pertanto il permesso alla S.Sede ed ottenne che il Figlia, rimanen-do arciprete di Mezzojuso, potessereggere il seminario nella qualità divice rettore, funzionante da rettore,coadiuvato dal reverendo papàsBuccola Giovanni fu Pietro daMezzojuso per economo e dal reve-rendo papàs Paolo Schirò di Piana deiGreci per maestro di disciplina.Così il Figlia il 21 novembre 1896 sitrasferiva a Palermo nel detto semina-rio lasciando a reggere l’arcipretura diMezzojuso il reverendo papàs OnofrioBuccola per l’anno 1897 e [poi] ilreverendo papàs Giovanni Cavadi fuGiuseppe, per gli anni 1898- 1901.Scaduto il tempo accordatogli dalla S.Sede, sua eminenza il cardinaleCelesia il 15 febbraio 1901 con letteradi encomio per i servizi prestati dalFiglia in tempi assai difficili nel semi-nario per il periodo di anni 4, permet-teva che rientrasse in Mezzojuso perritornare a reggere questa arcipretura.Il Figlia del suo governo in seminarioci lasciò un’ampia relazione scritta il14 febbraio 1901.Rimase in seminario nella qualità dipro rettore il reverendo papàsDomenico Cuccia, anch’egli diMezzojuso. Intanto il 2 aprile, venerdìsanto, moriva a Palermo sua eccellen-za Giuseppe Masi, vescovo ordinanteper i greco albanesi di Sicilia, titolaredi Tempe, parroco della parrocchia S.Nicolò dei Greci di Palermo, nonchérettore del nostro seminario grecodella stessa città.Da sua eminenza il cardinale Celesiail 28 settembre 1903 fu allora indettoil concorso per la nomina del nuovoparroco della parrocchia dei greci diPalermo, che ebbe luogo il 3 novem-bre 1903.Agli esami parteciparono: papàs PaoloSchirò da Piana dei Greci, papàs Chetta
Francesco da Contessa Entellina, papàsMatesi da Piana, papàs DomenicoCuccia e papàs Antonio Figlia entrambidi Mezzojuso 3.Fu riconosciuto il più idoneo l’arci-prete Figlia, il quale con bolla del 9novembre 1903 venne nominato par-roco di S. Nicolò dei Greci diPalermo.Con officio del 10 novembre 1903, suaeminenza, giusta le disposizioni volutedalle regole del seminario e seguendol’antica prassi, nominava il Figlia ret-tore del medesimo seminario.Il 22 novembre detto il nuovo investi-to prendeva possesso del parrocato diS. Nicolò dei Greci di Palermo e il 15gennaio 1904 gli veniva concesso ilregio placet.Nella riunione del 1 dicembre 1903della Deputazione del seminario, ilcardinale Celesia comunica la nominaa parroco della parrocchia greca diPalermo e rettore del seminario avve-nuta nella persona del Figlia dopo ilconcorso del 3 novembre detto.Papàs Giorgio Dorangricchia, arcipre-te di Piana dei Greci e membro dellaDeputazione del seminario, chiedeperò che tale nomina sia differita per-ché gli albanesi non sono tutti concor-di su ciò. La nomina però viene con-fermata per volontà di sua eminenza.
Il giorno 21 gennaio 1904 da Roma sidecide la separazione fra il parrocatodi S. Nicolò dei Greci di Palermo ed ilvescovado di rito greco di Sicilia.Il Figlia, uno dei candidati al vesco-vado, per le accuse mossegli fudescritto a Roma presso la S.Congregazione di Propaganda, zoppo,impossibilitato a muoversi, ecc.,rimase solo parroco rettore.Il 24 febbraio 1904 però sempre daRoma (per le insistenze di papàs PaoloSchirò?) si decide la separazione tra ilparrocato e l’ufficio di rettore delseminario.Il nuovo parroco e rettore Figlia scrisseallora al cardinal Gotti, prefetto dellaS. Congregazione di Propaganda Fide,protestando contro quelli che gli face-vano l’ingiusta lotta perché egli nonrimanesse rettore del seminario.Scrisse pure al suo amico monsignorGrasselli, arcivescovo di Viterbo, mainvano, poiché contrariamente a quan-to era stabilito dalle regole del semina-rio e dalla prassi, papàs Paolo Schirò,consacrato vescovo, nell’aprile 1904venne da Roma con la nomina di retto-re del seminario ed anche parroco.Il cardinale Celesia in quel tempo persomma sventura era gravementeammalato, ed il Figlia, morto Celesia,non poté più resistere alla sopraffazio-
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ne dell’elemento albanese di Piana deiGreci. Si dovette pertanto rassegnare alasciare il rettorato e ritirarsi nella par-rocchia, da dove purtroppo dovetteassistere a quanto l’esquilibrato vesco-vo e rettore, che per le nuove caricheaveva perduto lo ben dell’intelletto,fece per la completa rovina del nostroseminario greco di Palermo.Durante l’arcipretura del Figlia furonoeseguite le opere seguenti: [Terminaincompleta con queste parole la biogra-fia dell’arciprete Figlia, che morirà aPalermo l’11 novembre del 1941. Nellostesso fascicolo della biografia c’è unfoglietto manoscritto contenente leseguenti brevi notizie:] Parrocchia diPalermo: nel 1910 l’arciprete Figliaprovvide con la somma di £ 4000, alcoro della chiesa disegnato dall’ing.Stefano Paterna Villa, eseguito dalprof. Vinc. La Parola, fu inaugurata il6 11 1910.
1 Grammatica superiore 1877-1878;
Umanità 1878-1879; Rettorica 1879-
1880; Filosofia 1880-1881; Teologia
1881-1885. [Parecchi anni dopo papa
Benedetto XV con un Breve del 15 agosto
1916 stabiliva che “non è consentito ad
alcuno di mettere a prova la propria dot-
trina per raggiungere la laurea in Sacra
Scrittura, se almeno due anni prima non
sia stato dichiarato prolito (licenziato) e
contemporaneamente non abbia insegnato
materie bibliche o non abbia prodotto
qualche studio su di esse”.] 2 SS. Ordini ricevuti: Lettorato 4 dicembre
1881; Suddiaconato 1 marzo 1885;
Diaconato 31 maggio 1885. 3 Papàs P. Schirò nel 1904 fu consacrato
vescovo ordinante per i siculi-albanesi di
Sicilia; papàs F. Chetta il 5 aprile 1919
eletto parroco di S. Maria Damascena nel-
l’isola di Malta; papàs Matesi, che poi
passò al rito latino e alla sua morte, avve-
nuta nel 1935, lasciò £. 30 mila in cartelle
di rendita pubblica alla Madrice S.
Demetrio di Piana dei Greci, per la cele-
brazione di una santa messa in tutti i gior-
ni feriali dell’anno; papàs D. Cuccia fu
Francesco Paolo e fu Masi Nicolina, nato
a Mezzojuso e battezzato il 4 luglio 1843
(reg. battesimi pag. 156-157). Fin da gio-
vanetto fu alunno del nostro seminario di
Palermo; di mediocre intelligenza, ma
attaccatissimo alle nostre tradizioni come
si può rilevare dalla numerosa corrispon-
denza che abbiamo nell’archivio parroc-
chiale. Fu ben voluto da sua eminenza il
cardinale Celesia, il quale lo voleva par-
roco-rettore, ma negli esami purtroppo si
venne a scoprire che gli avevano prepara-
to la soluzione del caso morale e l’omelia.
Perciò fu subito dimesso dal concorso. Morì
dopo pochi anni per il grande dispiacere.
x
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La Fondazione San Demetrio Onlus opera nel settore dell’assistenza alle persone svantaggiate, si occupa dell’acco-glienza di immigrati, rifugiati e rom, uomini e donne in difficoltà e minori stranieri non accompagnati.Il servizio è stato e continua ad essere un valido supporto per gli immigrati, che si sono spesso avvalsi della sua operaprofessionale per la gestione di problematiche delicate.Anche quest’anno sarà possibile sostenere la Fondazione San Demetrio Onlus destinandole una quota pari al 5 x mille
dell’Irpef nella dichiarazione dei redditi, come previsto dalla Legge Finanziaria.Il 5 x mille è una quota di imposte a cui lo Stato rinuncia per destinarlo alle organizzazioni no-profit e sostenere le loroattività.Sostenere la Fondazione San Demetrio Onlus significa sostenere un’attività che persegue gli obiettivi dell’integrazione,dell’incontro aperto con altre culture e modelli di vita, che garantisce a tutti, italiani e non, la possibilità di vivere un’au-tentica esperienza di accoglienza ed inclusione sociale.I modelli per la dichiarazione dei redditi CUD, 730 e UNICO contengono uno spazio dedicato al 5 x mille.Si può destinare il 5 x mille alla Fondazione San Demetrio Onlus con 2 passaggi:• ponendo la propria firma nel riquadro “Sostegno del volontariato, delle associazioni non lucrative di utilità sociale, delleassociazioni di promozione sociale, delle associazione riconosciute che operano nei settori di cui all’art. 10, c. 1, lett. a),del D. Lgs. N. 460 del 1997”;• riportando nell’apposito spazio il numero di codice fiscale della Fondazione: 97228970824;La quota dell’imposta sul reddito sarà così devoluta ai progetti della Fondazione San Demetrio a tutela delle personesvantaggiate.Grazie per il tuo sostegno alla Fondazione San Demetrio Onlus.
Il dIaletto SIcIlIanoOrtografia e Grammatica di Santi Mario Gebbia
PARTE SECONDA
e
singolare plurale
la casa li casi
l’aricchia l’aricchi
la pinna li pinni
la fauci li fauci
la vuci li vuci
la matri li matri
Alcuni nomi maschili, accanto al plurale in i, ne hanno unoin ira:
singolare plurale
voscu voschi, vòschira
lupu lupi, lùpira
jocu jochi, jochira
focu fochi, fòchira
Il plurale di omu è omini.
Le principali alterazioni dei nomi sono:
uni, una, azzu, azza, uzzu,
uzza, eddu, edda, ceddu, cedda.
purtuni, purtazza, porticedda, stratuni, stratazza, stratuz-
za, libbruni, libbrazzu, libbriceddu, manuna, manuzza,
manazza.
AGGETTIVI QUALIFICATIVI
Gli aggettivi qualificativi hanno desinenza in u, a, i al sin-golare; i al plurale:
singolare plurale
bonu, bona boni
asciuttu, asciutta asciutti
granni granni
duci duci
L’aggettivo agresta (acerbo) ha una sola uscita per ilmaschile e per il femminile, il singolare e il plurale:
lu muluni agresta
la racina agresta
li cirasi agresta.
I comparativi di maggioranza e di minoranza si formanopremettendo gli avverbi chiù e menu agli aggettivi digrado positivo:
chiù granni
chiù bedda
chiù duci
menu forti
NOMI
Le desinenze dei nomi sono u, a, i per il singolare, i, a peril plurale.I nomi che al singolare terminano in u sono di generemaschile:
celu, libbru, omu, pumu;
ma sono femminili
soru, manu, ficu.
Gli stessi non variano al plurale:
la soru, li soru
la manu, li manu
la ficu, li ficu.
I nomi che al singolare terminano in a sono di genere fem-minile:
casa, finestra, sita, seggia.
I nomi che al singolare terminano in i possono essere digenere maschile:
lu pani, lu suli, lu patri, lu muraturi
e di genere femminile:
la fauci, la sorti, la priggiuni
Dei nomi maschili (in u o in i) alcuni hanno il plurale in i,altri in a:
singolare plurale
l’arvulu l’arvuli
lu cavaddu li cavaddi
lu carrettu li carretti
lu pumu li puma
lu crivu li criva
lu vrazzu li vrazza
singolare plurale
lu cani li cani
lu patri li patri
lu vermi li ver
lu maruni li maruna
lu scarpuni li scarpuna
lu muraturi li muratura
I nomi femminili (in a o in i) hanno il plurale soltanto in i:
e
menu allegru
menu aspru.
L’avverbio chiù (italiano più) si può premettere anche adalcuni aggettivi che sono già per se stessi comparativi dimaggioranza:
chiù megghiu
chiù peggiu
chiù maggiuri
chiù minuri
chiù supraiuri
chiù ’nfiriuri.
I comparativi sopra elencati hanno una sola forma per ilmaschile e il femminile, il singolare e il plurale:
la saluti è megghiu (chiù megghiu) di li ricchizzi;li malatìi su’ peggiu (chiù peggiu) di la miseria.
Il comparativo di uguaglianza si forma aggiungendo agliaggettivi di grado positivo gli avverbi comu, quantu,
accussì…comu, tantu… quantu:
è bonu comu lu pani;è granni quantu ’na catuè accussì duci comu lu meliè tantu duru quantu lu marmu
Il grado superlativo assoluto si forma premettendo l’avver-bio veru (veramenti) al positivo:
veru granni = grandissimoveru bedda = bellissimaveru forti = fortissimo.
Il superlativo assoluto si forma anche aggiungendo il suf-fisso issimu al positivo:
durissimu, grannissimu, fortissimu.
Altre forme di superlativo assoluto si ottengono comenegli esempi:
riccu assai
massaru forti
ginirusu granni
duci duci.
Il superlativo relativo si ottiene premettendo gli articolideterminativi al comparativo di maggioranza o di mino-ranza:
lu chiù granni
la chiù debbuli
li chiù megghiu
lu menu bonu
la menu curaggiusa
li menu forti
Gli aggettivi qualificativi possono alterarsi:
grannuzzu
nicareddu
duciazzu
sfurriusazzu.
Particolarità degli aggettivi
beddu, bellu, sapuritu
L’aggettivo beddu si riferisce a persone:
beddu figghiubedda picciottapicciriddu beddu.
L’aggettivo bellu si riferisce a cose:
bellu quatrubella canzunabelli palazzi.
Riferito ad animali, bellu, può avere il significato di belloe di buono. Bellu cavaddu può significare bel cavallo ebuon cavallo.
Riferito a vivande l’aggettivo bellu significa buono, sapo-rito, gustoso.
bella minestra = minestra buona, saporitabella ’nsalata = insalata gustosabellu pani = pane buono, gustoso.
Sapuritu significa bello, e si riferisce soltanto a persone oa piccoli animali; può alterarsi in sapuriticchiu:
picciotta sapurita
picciriddu sapuritu
cagnuleddu sapuriticchiu.
DETERMINANTI E SOSTITUTIVI
Col vocabolo generico di determinanti s’intendono qui gli
articoli, le preposizioni, gli aggettivi possessivi e gli agget-
tivi dimostrativi; con quello di sostitutivi i pronomi.
e
Articoli
Gli articoli determinativi, ossia i determinanti del genere edel numero dei nomi, nel dialetto siciliano sono tre:
lu (maschile singolare)la (femminile singolare)li (maschile e femminile plurale).
Si usano anche, specie nel dialetto parlato, le rispettiveforme ottenute per aferesi ’u, ’a, ’i.
Scrivendo, soprattutto in prosa, è bene adoperare lu, la, li.
Davanti ai nomi che iniziano per vocale si adoperano sem-pre lu, la, li, che vanno necessariamente apostrofati:l’occhiu, l’occhi; l’aquila, l’aquili.
Le parole lu, la, li (’u, ’a, ’i) si adoperano anche come pro-nomi personali.
Sono articoli se poste davanti ai nomi (lu suli, la casa, liciuri), pronomi se poste davanti ai verbi (lu vitti, la chia-mavi, li salu tavi).La ’i, oltre che articolo e pronome, può essere preposizio-ne. Si ottiene, per aferesi, dalla preposizione di:
’i castagni sunnu frutti di l’autunnu (’i = articolo)
’a famigghia ’i Petru (’i = preposizione).Meglio dire “la famigghia di Petru”.
Gli articoli indeterminativi sono:un (di genere maschile)una (di genere femminile).
Si usano anche le forme ’n,’na ottenute per afersi:
un cani, ’n cani; una casa, ’na casa.
Preposizioni
di, (’i )
a
da
in, ’n
cu
’nta
’ntra
pi, pir, pri
La preposizione da è poco usata nella lingua parlata.L’hanno adoperata però poeti e scrittori. In un verso di
Giovanni Meli si legge:
“fallu vivu manciari da li cani”
La preposizione in seguita dagli articoli diviene ni o nni:
ni lu, ni la, ni li.
Nel dialetto siciliano le preposizioni non si uniscono
agli articoli:
di lu, di la, di li
a lu, a la, a li
ni lu, ni la, ni li
’nta lu, ’nta la, ’nta li
cu lu, cu la, cu li
Tuttavia le preposizioni a, in, ’nta e gli articoli ’u, ’a, ’i
danno luogo a delle contrazioni che vengono a formaredelle vere e proprie preposizioni articolate:
a lu (a ’u) = ôa la (a ’a) = âa li (a ’i) = êni lu (ni ’u) = nôni la (ni ’a) = nậni li (ni ’i) = nê’nta lu (’nta ’u) = ’ntô’nta la (’nta ’a) = ’ntậ’nta li (’nta ’i) =’ntê
Esempi:Si ni eru ô cinima = Si ni eru a lu cinima.
Pusasti li libbra nô scaffali? = Pusasti li libbra ni lu scaffali?
Parravi â sarta = Parravi a la sarta.ậ.
Sbattivi ’ntô scaluni = Sbattivi ’nta lu scaluni.
Avia’i manu ’ntê sacchetti = Avia li manu ’nta li sacchetti.
Anche con gli articoli indeterminativi si ottengono formecontratte di preposizioni articolate.
Le espressioni
’mpristavi un libbru a un canuscentili puma li misi ’nta un piattu,
si possono rendere
’mpristavi un libbru ôn canuscentili puma li misi ’ntôn piattu.
Si consiglia, scrivendo, di adoperare le forme contrattesolo se non se ne può fare a meno, come può accadere inpoesia.
e15
dente meccanico della terza ed ultimaprova, le vittorie nei due rally preceden-ti hanno permesso al nostro campionedi finire la classifica assoluta in secondaposizione. Con tale perfomance Marioha vinto due delle tre gare del campio-nato e dunque il campionato RALLYSU PISTA CLASSE SN1. Principe’sKing, insieme a Bianchina e a tutto ilsuo team, è stato premiato il 19 dicem-bre 2011 sia per la vittoria piena nellaclasse SN1 che per il secondo postonella classifica assoluta. La premiazio-ne dei piloti è avvenuta presso il circui-to MBR Autodromo Piano dell’Occhiodi Palermo. E così, poiché unCampione corre e vola... supera le stel-
le e vola... e non ha mai paura di non
farcela..., avendo Principe’s King vintoil Campionato Regionale 2011, potràpartecipare per l’anno 2012 alCampionato Centro Sud Rally su pistain Campania, Puglia e Calabria. Marioci ha raccontato come il piacere di unavittoria in questo sport è di certo qual-cosa di straordinario e di immensamen-te gratificante che comunque non elimi-na la grande fatica e le difficoltà che siincontrano soprattutto per le spese digestione di ogni singola gara. Un aiutoanche in questo sport può venire dallacondivisione con altri appassionati edalla collaborazione tra amici. Cosìnegli ultimi due anni Mario e alcuniamici hanno fondato, grazie anche alsupporto economico di vari sponsors,
un team dal nome “Principe‘s KingRacing” formato da cinque vetture e davari meccanici che vi partecipano. Unapassione che passione è se non si condi-vide tra amici e se non ci si da una manoper arrivare tutti insieme alla vittoria?Così la coppa che Mario ha innalzato il19 dicembre all’autodromo Pianodell’Occhio è la sua coppa, la coppadella sua vittoria ma di una vittoria rag-giunta e condivisa con Luigi Barbaccia,Navigatore/Copilota di Mario e contutti i tecnici del team “Principe ‘s KingRacing”. La storia di Mario è l’esempiodi un ragazzo che vuole diventare pilotae che lo diventa perseguendo con con-vinzione il “suo sport”, quello che sentenel cuore sin da quando era bambino, enon per forza lo sport che la realtà cir-costante offre. Al Principe’s King e alsuo team, che in questo 2012 hanno giàsuperato lo Stretto per i vari campionati,non possiamo che augurare di correresempre più avanti e di volare semprepiù in alto.
Classifica assoluta classe SN1 (primi 3classificati)ZITO 86
GAGLIO 60RANDAZZO 51
Classifica assoluta (primi 3 classificati)NOBILE 92ZITO 86
FAULISI 85
di Francesca Brancato
Quello delle corse d’auto èun magico universo dovesi compie una perfetta sin-tesi di passione, coraggio,
tecnologia, arte ed alchimie meccani-che, in un quadro competitivo a livellialtissimi. Per chi nasce con la passionedei motori è difficile non subire il con-tagio delle gare automobilistiche. Inquest’ultime, oltre all’abilità del pilotanella guida e nella messa a punto dellavettura, sono fondamentali le prestazio-ni e l’affidabilità dell’automobile maanche il coraggio, la fantasia e la lucidi-tà di chi impugna lo sterzo...“Il
Campione sa ascoltare, il suo cuore è
quello del motore...” recita una canzo-ne, c’è una perfetta armonia tracuore/passione del pilota e cuore/poten-za del motore. Un sogno coltivato sindall’infanzia ha portato alla presenza diun pilota fra di noi. Un pilota chequest’anno ha avuto le sue vittorie e isuoi momenti da campione: Mario Zito,29 anni, di Mezzojuso, operaio di pro-fessione, pilota per passione, con la suaBianchina ( una Peugeot 106) partecipaa gare di rally sin dall’anno 2006.Quest’anno il campionato Rally supista a cui Mario, detto Principe’s King
nel circolo rallistico, ha partecipato si èdisputato all’interno del circuito MBRdell’autodromo Piano dell’Occhio(Palermo) dove si sono formate tretipologie di prove speciali ricavateall’interno dell’autodromo: in ognirally la P. S. (Prova Speciale) venivaripetuta quattro volte scartandone una esommando i tre migliori tempi. Ilprimo rally si è disputato il 29.05.2011ed in esso il Pryncipe’s King ha vinto laclasse SN1 e si è classificato 12° asso-luto su 75 partecipanti. Il secondo rallysi è disputato il 30/31.07.2011 con laspettacolarità della corsa in notturnanella quale il nostro pilota ha vinto nellaclasse SN1 e si è classificato 6° assolutosu 80 partecipanti. Il terzo rally si èdisputato il 16.10.2011, in quest’ultimagara non potendo ambire alla vittoria acausa di rotture meccaniche lungo lacorsa, Principe’s King si è classificato4°, subendo così una penalizzazione perla classifica assoluta dove era in testafino all’ultima gara. Nonostante l’inci-
Mario Zito e Luigi Barbaccia al momento della premiazione.
“Il Campione corre e vola, supera le stelle e vola…”
rappresentanza della collettività in unmomento solenne alla cui partecipa-zione era stato ufficialmente invitato.La presenza della massima autoritàcivile alla inaugurazione del mosaicodava sicuramente maggiore prestigioall’evento ed il Gonfalone innalzavaulteriormente il livello della solennità. Seguivo con lo sguardo il Gonfalone
e il suo piccolo corteo, e mi compiace-vo del fatto che sovente nel nostropaese, in occasioni veramente impor-tanti, le varie autorità, le componentireligiose, i partiti politici, i sindacati,le associazioni, etc. compartecipanoper mero amore del paese e senzadistinzione ad iniziative... ma quandomai! Non feci in tempo a completarela riflessione che mi ritrovai testimoneoculare, ma con la vista disturbatadalla distanza, di un fatto veramentestrano: qualcuno aveva bloccato ilGonfalone sui gradini di San Nicola. Dopo una brevissima discussione,mestamente esso riprendeva la via dicasa e spariva oltre il portone del
Ma tutti, proprio tutti. Papàs PietroLascari aveva fatto le cose per bene el’organizzazione era perfetta.Anch’io stavo in piazza in attesa e,vedendo uscire il Gonfalone dalPalazzo Municipale, chiesi scusa allarocchia di amici con cui stavo a chiac-chierare per andare a salutare mio fra-tello Carlo che del gonfalone delComune di Mezzoiuso è l’alfiere.
L’occasione mi era stata propizia perconoscere il Dott. Girolamo Ganci, ilCommissario straordinario che almomento regge le sorti del nostropaese, in attesa che si insedi un nuovosindaco. Un incontro molto fugace, nelsenso più stretto del termine, appena iltempo di una stretta di mano; lo vidifuggire verso Santanicola con la fasciatricolore, vigili urbani in alta uniforme,gonfalone, qualche funzionario comu-nale, tutti insieme a costituire il nucleodell’Autorità Civile, per l’occasioneospite, visto che l’Autorità Religiosaera quella ospitante. Il Dott. Ganciaveva predisposto benissimo la giusta
Domenica 8 gennaio, verso le dieci,attorno alla chiesa di S.Nicolò era
ancora più festa del solito. I compaesani di rito greco c’eranoproprio tutti. S’arricamparu pure quel-li che quando li vedi in piazza vuoldire che è Venerdì Santo. Anche i lati-ni, come i greci, accedevano via viaalla chiesa per assistere di lì a poco alSolenne Pontificale, che per l’occasio-ne sarebbe stato celebrato nellaMatrice greca, in un clima di ecumeni-smo sentito dai fedeli di entrambi i ritie con la sincera soddisfazione anchedella componente laica della nostracittadinanza.Si, era un momento importante. Lanostra piazza si era impreziosita gra-zie ad un nuovo elemento, voluto dallacomunità della parrocchia di ritogreco: un mosaico in stile bizantino,raffigurante il San Nicolò titolaredella Matrice greca, incastonato aricoprire la lunetta tra portone e roso-ne della stessa chiesa. Inaugurazione solenne. Tutti invitati.
San Nicola e il Gonfalone
di Lillo Pennacchio
e16
linguistiche in italiano le prendiamofino a quando parliamo la lingua uffi-ciale traducendo mentalmente dal dia-letto, ma le cose si complicano tre-mendamente quando usiamo il sicilia-no per spiegare una parola scritta initaliano. Qualcuno avrebbe dovutodire al ricamatore che il bue scorticato
al naturale voleva dire che il bue erascurciato, cioè escoriato, pensando aquando da bambini si tornava a casachi cavusi sfardati e i rinocchia scur-
ciati, ma, poiché scurciato nella nostralingua vuol dire pure scuoiato, trattan-dosi di un bue forse sembrò naturalequest’ultima interpretazione: cosìsullo stemma del Gonfalone ci ritro-viamo un bue rosa, il meglio che “l’ar-tista” abbia saputo fare per raffigurareun bue pronto per essere quartiato emangiato. Il commento più efficace,quando ci fu mostrato la prima volta,lo fece il vicesindaco di allora, NicolaMuscarello: «Ma quali bue! Mi pareun porcu chi corna!».Lancio una proposta al futuro sinda-co, chiunque egli sia, affinchè vengarestituita la pelle al bue del nostroGonfalone, che mio fratello non nepuò più, quando si trova a fare daalfiere fuori paese, di essere avvici-nato da gente che gli chiede incurio-sita: «Ma chi armalu è?». Il bue scor-
ticato al naturale vuol dire colorato,ricco di sfumature, con una evidenteescoriazione un po’ sanguinantesulla spalla, non stilizzato, in modoche tutti capiscano cos’è e cosavuole significare.
Municipio. Ma come, qualcuno avevaavuto l’ardire d’ impedire l’ingresso inchiesa al Simbolo rappresentativo ditutta la cittadinanza? Non potevo cre-dere che Il Commissario Straordinarioavesse fatto portare il Gonfalonesapendo che esso sarebbe rimastofuori; allora, tanto valeva lasciarlo inMunicipio e recarsi da solo in chiesa, investe ufficiosa… ma, visto che incede-va con fascia e seguito, andava accoltocome si doveva ed al Gonfalone com-peteva il posto come da regolamento ecerimoniale stabiliti da protocolli pre-cisi. In questi casi, se la cerimonia pre-vede la compartecipazione in pompamagna dell’Amministrazione Civica, ilGonfalone va accolto in chiesa e posto,come prevede il cerimoniale, alladestra araldica dell’altare. A mio modesto parere è la cerimoniache ha perso qualcosa con l’allontana-mento del Gonfalone, che rimane unvalore aggiunto in qualsiasi contesto.Tutto sommato credo che bene abbiafatto il Dott. Ganci nel dare grandeprova di buonsenso, rimanendo a rap-presentarci con la sua persona e senzascatenare una nuova controversia lipa-rota. Resta comunque certo che unimprovvisato gran cerimoniere hasemplicemente commesso una gaffe eche il simbolo rappresentativo di tuttala comunità mezzoiusara, intesa pro-prio come “Universitas”, pur avendosubito un torto, continuerà a esserepresente ovunque si vorrà dare provadi partecipazione e impegno civile deimezzoiusari tutti.
Ma, già che ci siamo, proviamo a far sìche il torto subito diventi spunto perrimediare a una offesa materiale per-petrata, ora ci vuole, sulla pelle delsimbolo principale dello stemma delnostro Gonfalone. Vengo e mi spiegocambiando completamente registro.Il 31 gennaio 1929, con disposizionedel Capo del Governo, si dichiaravaufficialmente che al Comune diMezzojuso spettava il diritto di fareuso dello stemma civico tuttora adot-tato e quindi stampato su tutti i docu-menti ufficiali del Comune oltre che,naturalmente, riccamente ricamato alcentro del Gonfalone.Il decreto, nel dare la descrizione aral-dica dell’Arma così recita: “trinciato
nel 1° d’oro, nel 2° d’azzurro al bue
scorticato al naturale uscente dal
mare fluttuoso d’argento”.Tralasciamo le due trinciature d’oro eazzurro e soffermiamoci sul bue, checostituisce il simbolo più forte e signi-ficativo dello stemma. Fin dalle ele-mentari ai bambini si spiega che il buesta a rappresentare la forza, la costanzaed il coraggio della comunità che riescead affrontare indicibili difficoltà ed asuperarle. Il bue porta i segni del peri-colo attraverso cui è passato, le scorti-cature del mantello, e, nonostante leferite, riemerge possente dalle acque‘fluttuose’ per riguadagnare la sicurez-za e il benessere. Bello! Ci si identificavolentieri con i valori espressi. Nella seconda metà degli anni ‘80l’Amministrazione comunale decisedi sostituire il vecchio Gonfalonecommissionandone uno nuovo. Forseera ancora il primo fatto fare a seguitodel decreto del ’29, quello che si uti-lizzava fino ad allora. Si era ridottosbiadito nei colori e anche un po’ lace-ro nel tessuto. Andava cambiato.Se bandiera vecchia onora capitano,non si può dire lo stesso delGonfalone. Espletate le procedure fu affidato l’in-carico a una ditta specializzata e final-mente il nuovo Gonfalone, quello chesi usa tuttora, arrivò.Non appena fu srotolato rimanemmoammutoliti. Ci guardavamo in faccia enessuno parlava.Nel tempo sono riuscito ad elaborareuna teoria su quanto era accaduto e viprego di pazientare un po’.E’ noto che noi siciliani le cantonate
17e
18e
di Ciro Muscarello
Spesso sentiamo parla-re del centro storico,
indicando questo puntocruciale come il fiore
all’occhiello di ogni città. Ma cos’èveramente il centro storico? Un primoconcetto di centro storico è rintraccia-bile a metà Ottocento, quando gli anti-chi tessuti urbani delle precedenti epo-che iniziarono a rappresentare un“ostacolo” alle esigenze di organizza-zione spaziale che l’imperante proces-so industriale imponeva alla società eall’urbanistica. In questo clima diammodernamento, la “città nuova”mise in luce, ora più che mai, quella“vecchia”, ovvero quella che oggicostituisce il centro storico. Uno deiprimi intellettuali che si occupò delrispetto del centro storico (quandoancora il concetto era in embrione) ful’esteta J. Ruskin, che riconobbe lamonumentalità dei vecchi impiantiurbani pur non essendo nati per esseremonumenti. Il pensiero si fondavasoprattutto su una visione romantica e
malinconica delle antiche vestigia, ilcui degrado poteva essere soltanto ral-lentato ma mai fermato dall’uomo eche in Italia s’incarnerà nel “cultodelle ruine”. L’opera di Ruskin fusubito affiancata dal pensiero di W.Morris, che allargò il concetto di con-servazione a tutto l’ambiente costrui-to, quindi anche al centro inteso comepatrimonio comune1. Durante la primametà del ‘900 è Gustavo Giovannoniad attribuire per la prima volta una“storicità” all’ambiente urbanistico, inquanto testimonianza materiale delpassato ed eredità da salvaguardare;rivoluzionando di fatto il significatodel centro, che appunto adesso diventa“storico”. Il concetto sarà più volterivisto e studiato, fino ad essere sotto-scritto da molti comuni italiani (tra cuiquello di Erice) nella carta di Gubbiodel 1960 che ne ha sancito la tutela.“...L’estensione a scala nazionale del
problema trattato è stata unanimemen-
te riconosciuta, insieme alla necessità
di un’urgente ricognizione e classifi-
cazione preliminare dei Centri Storici
con la individuazione delle zone da
salvaguardare e risanare. [...] Si invo-
ca una immediata disposizione di vin-
colo di salvaguardia, atto ad efficace-
mente sospendere qualsiasi intervento,
anche di modesta entità in tutti i Centri
Storici, dotati o no di Piano
Regolatore, prima che i relativi piani
di risanamento conservativo siano
stati formulati e resi operanti...2”.
Appare chiara la volontà di porre unfreno allo sventramento che ha carat-terizzato gli anni della cementificazio-ne e l’intenzione di avviare una legi-slazione che, almeno sulla carta, tutelii centri storici. Nonostante la copiosanormativa e le diverse dichiarazionifatte negli anni, molti sono i casi diabbandono dei centri, anche ai giorninostri, così come molti sono i casi incui il tentativo di “valorizzarli” (pren-dendo come assurdo assioma la man-canza di valori prima dell’intervento)sia stato deleterio. Oltre alle istanzepuramente materiale e storico – artisti-ca, esiste poi quella sociale; il centronon solo si mostra come specchiodella società che lo ha prodotto, mapuò rappresentare un indicatore dello
Cerco un centro di…Cerco un centro di…
stato in cui versa la società locale chelo sta ereditando e della sensibilità cheessa stessa ha verso gli stimoli prove-nienti dalla cultura in senso lato. Perintendersi, anche se l’abito non fa ilmonaco un centro storico curato nonpuò che migliorare la visita del turistadi turno e soprattutto lo stato d’animodi chi lo vive. Rappresenta dunqueuna buona parte del biglietto da visitadi una città e dei suoi abitanti, da cura-re in ogni suo dettaglio e proprio que-st’aspetto socio-culturale influiscenotevolmente sulle scelte collettive epersonali in tema di rispetto verso ilbene comune. Anche il nostro piccolopaese, del quale centro tanto si parla eci si vanta, non gode di buona salute eciononostante poco si è fatto per ele-varlo a punto di forza della propagan-data cultura locale3. È da chiedersicosa realmente si pretende da esso(riscatto sociale, risvolti economici eculturali, turismo ecc.) se poi non cene prendiamo cura e assistiamo passi-vamente al suo degrado (se non addi-rittura accelerandolo). Insomma, se ilcentro è “storico”, in quanto passato diun popolo, noi rischiamo di strappareogni giorno le pagine del nostro libro,assumendoci inconsapevolmente la tri-ste responsabilità di non trasmetterealle prossime generazioni nessunaidentità materiale del passato percostruire il futuro e di annullare tuttociò che ci ha permesso di vivere ilnostro tempo, con le nostre feste e inostri riti giornalieri.“Inoltre lo scena-
rio del nostro piccolo centro subisce
la minaccia di un deturpamento cau-
sato spesso dalla poca attenzione alla
pulizia delle strade, da un’insufficien-
te illuminazione, dal degrado architet-
tonico e dalla mancanza di rispetto
per l’arredo urbano.”4 Non a casoquest’anno la redazione di Eco dellaBrigna ha voluto regalare ai lettori ilcalendario con le immagini di alcunidei più caratteristici scorci del nostropaese, allo scopo di sensibilizzarli alrispetto di una particolare tipologia dibene, che troppo spesso trascuriamo:la nostra cultura materiale. Purtroppooggi l’opinione pubblica crede che latutela dei centri spetti solo alleIstituzioni preposte e che laddove que-ste non potessero più farlo il centroandrebbe perduto. In parte è così, con-siderate le ingenti risorse economicheche servono al mantenimento, ma inparte accade che proprio i luoghi,dove le stesse istituzioni non possonoessere presenti (o danno cattivo esem-pio) rischiano di scivolare nel vorticedelle leggi del mercato, che li plasme-ranno a loro piacimento, portandolinon alla loro morte ma a vivere neltempo presente (c’è solo da capire inche modo li si vuol continuare adavere). Sono dunque molti gli attoricoinvolti nell’azione di tutela; entipubblici e privati ma soprattutto noistessi che il centro storico lo viviamoquotidianamente, le cui scelte (o pur-troppo le “non scelte”) non sempremirano a salvaguardare ciò che abbia-mo, tanto o poco che sia, e che incido-no pesantemente sulla vitalità e la curadei centri storici. La speranza è che leattuali generazioni e soprattutto quellefuture, crescano con una spiccata sen-sibilità in tal senso, per evitare di ripe-tere i cattivi esempi ereditati e non tro-varsi impreparati.
1 G. Carbonara, Avvicinamento al restauro.
Teoria, storia, monumenti, 1997, p.169.2 Carta di Gubbio, 17-18-19/09/19603 Ruskin parla di un’»economia volgare …finalizzata al risparmio sia esso di tempo,di lavoro o di denaro» come conseguenzadella speculazione, che già nell’Ottocentoportava a non curare i monumenti quandola loro sopravvivenza era d’intralcio allaconvenienza.4Don Enzo Cosentino; dalla presentazionedel calendario 2012 di Eco della Brigna.
19e
Lo scenario del nostro piccolo centro subisce la minaccia di un deturpamento causato spesso dalla poca attenzione alla pulizia delle strade, da un’insufficiente illuminazione, dal degrado architettonico e dalla mancanza di rispettoper l’arredo urbano.
20e
Non chiamatelo
Mastro di Campo
dei piccoli
organizzando un breve ma molto sug-gestivo Mastro di Campo, hanno com-pletamente capovolto la tendenza degliultimi anni, fornendoci l’occasione perfare una profonda riflessione.I preparativi, segreti, sono durati alcu-ne settimane e non si è tralasciato ilminimo dettaglio: dai cappelli di car-tone per i garibaldini alle casse per lamusica nascoste tra i vestiti dei sara-ceni, perché una Corte che entra inpiazza senza le note dell’Orientalenon si è mai vista! Il tutto poi, rigoro-samente autofinanziato. a Non c’erano turisti da convincere,solo tanta voglia di divertire e divertir-si e per noi, a carnevale, non c’è dilet-to senza le note della generale.Questi adolescenti ci hanno dettochiaramente che il Mastro di Campo èuna festa, che non c’è bisogno difinanziamenti, bastano buona volontà,fantasia, coesione e giusto un po’ dispirito di sacrificio.Insomma, non si può certo dire che nel2012 a Mezzojuso non ci sia statoMastro di Campo. Sicuramente è statauna versione un po’ ridotta, ma nonchiamatela dei piccoli!
di Margherita Reres
Èpossibile immaginareMezzojuso senza il
Mastro di Campo?Sarebbe come se la piazza
avesse una sola chiesa o la SettimanaSanta una sola processione. Come ogni cosa, credo che la festa siacambiata col tempo e con le persone.Allora mi chiedo quale sia il suo verovolto e in quale direzione si stiaandando. Negli ultimi anni ci siamo abituati avederla come una «manifestazione»,come un oggetto commerciale, troppospesso dimenticandoci del significatodella carnevalata, subordinando la suariuscita all’esistenza di un’ammini-strazione comunale che si prendal’onere di organizzarla, e, qualchevolta, snaturandone il vero significato. Eppure l’amore che ci lega a questastrana e brutta maschera è sempre lì,abbraccia tutti, e come ogni cosa cherichiede entusiasmo, colpisce soprat-tutto i più giovani.Quest’anno, il 18 febbraio, un gruppodi ragazzi, i più grandi di sedici anni,
La passione
che questi ragazzi
hanno profuso
nella realizzazione
del loro progetto
ha reso giustizia
al vero spirito
del Mastro di Campo.
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25 ANNI DI MATRIMONIO
Francesco Arato e Rosalia Luca 25/04/1987
Carmelo Gattuso e Rosa Maria Chiarello 01/06/1987
Vincenzo Mamola e Giuseppa Como 11/07/1987
Giuseppe Vitale e Giuseppa Cuccia 13/08/1987
Salvatore Salemi e Lucia M. Muscarello 22/08/1987
Giuseppe P. Pinnola e Dorotea Burriesci 07/09/1987
Vincenzo Barone e Marianna Cannucio 14/09/1987
Giuseppe La Gattuta e M. Patrizia Bronzolino 26/09/1987
Antonino Viscardi e Francesca M. Lo Monte 28/09/1987
40 ANNI DI MATRIMONIO
Salvatore Melagranato e Fortunata Meli 16/03/1972
Pietro Tavolacci e Gaetana Burriesci 04/10/1972
45 ANNI DI MATRIMONIO
Giovanni Morales e Fortunata Lisciandrello 30/09/1967
50 ANNI DI MATRIMONIO
Pietro Battaglia e Rosa La Noma 13/01/1962
Matteo Barna e Anna Streva 05/05/1962
Nicolò D’Orsa e Giuseppa M. R. Raimondi 04/06/1962
Giuseppe D’India e Pietra Di Grigoli 12/09/1962
Filippo Crispiniano e Caterina Crispiniano 19/09/1962
Salvatore D’Orsa e Giuseppa Polizzi 13/10/1962
Antonino Rigoglioso e Francesca Smeraldo 20/10/1962
Nicola La Barbera e Antonina Lo Monte 29/10/1962
Alle ore 18.00 di domenica 22 Gennaio 2012, ha avuto inizio nella chiesa dell’Annunziata la Celebrazione Liturgica pre-sieduta da S.E. Luigi Bommarito, Arcivescovo emerito di Catania, durante la quale è stata impartita la benedizione a cia-
scuna coppia di sposi della Comunità che nel corso del 2012 festeggerà l’anniversario di matrimonio. Alle tante coppie chefesteggiano il 25° o il 50° anniversario si sono aggiunti due 40° e un 45°. Come negli anni precedenti, numerosi sono stati ifedeli che hanno partecipato alla Celebrazione, condividendo con i parenti festeggiati la commemorazione dello Sposaliziodella Vergine vissuta insieme come una vera Festa della famiglia.
Le coppie di sposi che nel 2012 festeggeranno l’anniversario (Foto Danilo Figlia).
Sposalizio di San Giuseppe
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BREVIBREVIBREVIBREVIBREVIBREVIBREVIBREVIBREVI
Carissimo don Enzo, gradisco tantoricevere Eco della Brigna. Mi sentopiù vicino a Mezzojuso.Cordiali saluti per tutti.
Giuseppe Carnesi
New York, USA
Gent.mo Don Enzo,come sempre, è un piacere per me rice-vere l’Eco della Brigna, e per questoringrazio a Lei e tutti i collaboratori. Inquesto ultimo numero - 84 - che ho rice-vuto, ho letto l’articolo del SignorSalvatore Giardina, riguardo i problemidella Brigna, con la paura di qualchealtra frana che potrebbe portare deigrossi danni. Conosciamo bene la buro-crazia italiana, prima che arriva unaiuto, arriva un’altra disgrazia. Credoche dobbiamo pregare Dio e laMadonna dell’Udienza, ma cercare diprevenire è un nostro obbligo comemezzoiusari. Sono sicuro che se doves-se avvenire qualche disastro, come si èmanifestato in altre parti dell’Italia, imezzoiusari vicini e lontani saremouniti ad offrire il nostro aiuto.Come dice il Signor Giardina, dobbia-mo essere noi mezzoiusari ad “operareper proteggere il nostro territorio” e diessere “sentinelle della nostra natu-ra”. Per compiere questo, penso che laBrigna dovrebbe avere un bel rimbo-scamento con alber adatti, con perso-nale competente ed onesto del comuneo della forestale. Per mezzo dell’Ecodella Brigna si può pregare tutte lefamiglie e persone di offrire il costo diun albero o un’offerta a piacere.L’albero offerto potrà essere marcatocon una targhetta permanente con ilnome della persona o famiglia che fal’offerta. Potrebbe essere offerta inmemoria di qualche defunto.Capisco bene che ci sarebbe lavoroper un tale progetto, se possibile, maci sarebbe alla fine, un orgoglio nel
Vassallo Serafino, Legnano € 70,00Fucarino Matteo, Coccaglio € 50,00Perniciaro Caterina, Castellanza € 35,00Bua Nicolò, Portici (NA) € 50,00Burriesci Nicolò, PA € 20,00La Barbera Paola Barcia € 30,00Li Vaccari Domenico, Misilmeri € 20,00Perniciaro Nicola € 30,00Morales - Pennacchio, Germania € 20,00Schirò Ernesto, Palermo € 30,00La Scala Giuseppe, Misilmeri € 20,00Gnizio Francesco, PA € 25,00Magnate Maria € 20,00La Barbera Leonardo € 20,00Princiotta Nicola, Bolzano € 20,00Schillizzi Antonino € 30,00Bonanno Morales Ina € 25,00Napoli Domenico, PA € 50,00Fraschitta Nicola € 20,00Bua Giovanni € 20,00La Gattuta Antonino, PA € 50,00La Barbera Paola, PA € 10,00De Lisi Giuseppe, Pisogne (BS) € 20,00Muscarello Antonino, TO € 50,00Cuccia Antonino, PA € 25,00Accascina Giuseppe (RM) € 50,00Zambito Pietro, Bari € 35,00D’India Anna Di Marco, PA € 25,00Parrucche Boutique di Spata, TO € 50,00Mamola Carmelo, Leinì (TO) € 30,00Burriesci-Russo Nicolina, Castelforte € 20,00Tantillo Tommaso, PA € 30,00Catania Paolo, Verbania € 25,00Di Miceli C., Lugagnano di S. (VR) € 25,00Ingraffia Ulisse, PA € 20,00Bisulca Maria, AG € 30,00La Gattuta Franc., Casteldaccia € 20,00La Gattuta Anna, MI € 20,00Rotolo Maria Carla, San Marino € 20,00Grifo Anna, PA € 20,00Lo Monte Nicolò, Bolzano € 60,00Barcia Paolino, PA € 25,00Rizzo Francesco, PA € 25,00Raviotta Calogero, Garbagnate (MI)€ 25,00Fucarino Giovanni, PA € 25,00Albanese Filippo, PA € 50,00Gebbia Pina, PA € 25,00Bisulca Vittorio, AG € 25,00Meli Ignazio-BelloneAnt.na, USA € 50,00
OFFERTE RICEVUTE
RIPOSANO NEL SIGNORE
GRIFO CARMELO 14/12/1931 - 01/01/2012
NUCCIO ISIDORA14/05/1936 - 22/01/2012
GERVASI FRANCESCO11/01/1923 - 30/01/2012
I nostri lettori ci scrivono
vedere la Brigna come una volta, cosìverde e bella, ma che, allo stessotempo, protegge la gente ed il paese.Qui, in America si dice: “an ounce ofprevention is worth a pound of cure”,che sarebbe come dire “un grammo diprevenzione vale un chilo di cura”.Cordiali saluti,
Antonino Barna
La ringrazio di cuore e congratulazio-ni per avermi inviato regolarmentel’Eco della Brigna, che reca tantagioia a noi che siamo emigrati e lonta-ni dal nostro paese. Mi congratulo perLei e con tutto lo staff della redazioneper il lavoro che svolgete dandocinotizie della nostra cara Mezzojuso.Vi faccio tanti auguri di andare avantisempre con lo stesso entusiasmo e latenacità dimostrata in questi anni. Grazie di cuoreMr. Ignazio Meli e Antonina Bellone
Ozone Park – New York - USA
Ringrazio vivamente tutta la Redazioneed in particolare Don Enzo per averciinviato puntualmente L’eco dellaBrigna. Nel congratularMi con tutto lostaff per il lavoro proficuo svolto inquesti anni, dandoci notizie della nostracomunità, iniziativa molto apprezzata egradita per noi emigrati che viviamolontani dal nostro paese d’origine.Grazie di cuore.
Rosolino e Fortunata Perniciaro
Castellanza (VA)
Da oggi può essere consultato unnuovo sito Web: http://www.dimarcomezzojuso.itCredo di aver fatto qualcosa di utile perquanti vogliono conoscere e/o appro-fondire la storiografia di Mezzojuso.Un caro saluto e auguri di serenità.
Pietro Di Marco
I NUOVI ARRIVATI
MIRJAM LABARE di Mohamed e Samira El Khouaja
ROSARIO EDOARDO BONGIOVANNIdi Giosafat e Maria Mamola
GIUSEPPE EMANUEL SCHIRòdi Salvatore Mario e Rosaria Morana
YAHYA AIT SOUSSdi Hassan e Fatima Bahni
In data 2 giugno 2011 il Presidentedella Repubblica Giorgio Napolitanoha conferito al nostro concittadinoNicolò Lala l’onorificenza di Cavalieredell’Ordine al merito della RepubblicaItaliana, con facoltà di fregiarsi dellerelative insegne.Al neo Cavaliere le felicitazioni diEco della Brigna.
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GENNAIO
Giovedì 5
Alle ore 17.00 papàs Pietro Lascaricelebra nella parrocchia di S. Nicolò diMira, i Vespri Solenni dell’Epifania, altermine dei quali viene celebrata la S.Messa di S. Basilio e l’Aghiasmòs,ovvero la benedizione delle acque.
Venerdì 6
Epifania di Gesù Cristo: Dopo la cele-brazione della Santa Messa nelle dueParrocchie, alle ore 12,00 sul sagratodella chiesa di S. Nicolò di Mira, papàsPietro Lascari e don Enzo Cosentinoconcelebrano il rito dell’Aghiasmòs, labenedizione delle acque, con il tradi-zionale volo della colomba bianca.
Sabato 7
Sabato e Domenica il gruppo Scout diAlcamo 1 viene a Mezzojuso perun’uscita collettiva.
Martedì 17
Festa di S. Antonio Abate: Dopo il tri-duo di preparazione svoltosi nei giorniprecedenti, alle ore 11,15 papàs PietroLascari celebra la Divina Liturgia altermine della quale benedice gli ani-mali in Piazza Umberto I, mostrandoai fedeli l’icona del Santo.
Mercoledì 18
A partire da oggi fino al 25 gennaio,presso la chiesa del SS. Crocifisso sisvolge la celebrazione della settimanadi preghiera per l’unità dei cristiani.Ogni giorno alle 16,30 papàs PietroLascari celebra la S. Messa precedutadalle preghiere.
Domenica 22
In occasione della settimana di pre-ghiera per l’unità dei cristiani la SantaMessa delle ore 11,30 viene concele-brata dai due parroci nella chiesadell’Annunziata alla quale hanno par-tecipato i vari gruppi parrocchiali.
Martedì 24
A partire da oggi fino al 31 gennaio,ogni giorno presso la chiesa del SS.Crocifisso si svolge la novena per lafesta della Madonna Candelora. Ognigiorno alle 16,30 papàs Pietro Lascaricelebra la S. Messa preceduta dallepreghiere.
BREVIBREVIBREVIBREVIBREVIBREVIBREVIBREVIBREVI
FEBBRAIO
Mercoledì 1
Presso la chiesa del SS. Crocifisso alle16,30 papàs Pietro Lascari celebra iVespri Solenni per la festività dellaPresentazione di Gesù al Tempio.
Giovedì 2
Presentazione di Gesù al tempio
Festa della Madonna Candelora
Alle ore 10,30 nella chiesa del SS.Crocifisso papàs Pietro Lascari cele-bra la Divina Liturgia preceduta dallaDoxologhia. Al termine della Messasono state benedette le candele. Alleore 17.45 dal Collegio di Maria parteuna breve processione verso laMatrice Latina dove don Enzo celebrala Santa Messa, al termine della qualebenedice le candele.
Venerdì 3
Festa di S. Biagio Vescovo: Alle ore18,00, nella chiesa Maria SS.Annunziata, don Enzo celebra la S.Messa. Durante la Liturgia si procedecon la benedizione della gola di tutti ifedeli presenti e la distribuzione deitradizionali “cuddureddi ri San Brasi”.- La Sovrintendenza dei BB.CC. dellaRegione Siciliana effettua un sopral-luogo con la Ditta Oliveri per definirela collocazione dell’organo presso lachiesa dell’Immacolata.
Giovedì 9
Al Santuario Maria SS. dei Miracoliinizia il momento di preparazione allafesta della B.V. Maria di Lourdes, conla celebrazione della S. Messa.
Sabato 11
Anniversario del’apparizione della
B.V. Maria di Lourdes – Celebrazione
della Giornata Mondiale per il mala-
to. Alle 17,30 presso il Santuario dellaMadonna dei Miracoli, don Enzo cele-bra la S. Messa. Al termine dellaLiturgia si snoda una breve processio-ne per le vie del quartiere del simula-cro della Madonna di Lourdes.
Mercoledì 22
Le Sacre Ceneri: alle ore 16,30, inParrocchia, è celebrato durante la SantaMessa l’austero rito delle Sacre Ceneri.
Giovedì 23
Alle ore 20,30, presso la Chiesa delSacro Cuore di Gesù, la Comunità deiServi dell’Amore Misericordioso ini-ziano le Stazioni Quaresdimali in pre-parazione della Santa Pasqua, con pre-ghiere e riflessioni.
Sabato 25
Alle ore 15,00 presso il campo sporti-vo comunale si svolgono la semifinalee la finale del torneo di calcio catego-ria “Pulcini”, per il I Memorial MikeBongiorno organizzato dall’A.S.D.Adrasto.
Domenica 22 Gennaio, Don Enzo celebra la Liturgia Eucaristica in occasione del 50°anniversario di Matrimonio dei coniugi Battaglia Pietro e La Noma Rosa
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eDirettore Responsabile: Vincenzo CosentinoCondirettore: Carlo ParisiRedazione: Francesca Brancato, Doriana Bua, Danilo Figlia, Concetta Lala, Ciro Muscarello, Margherita ReresIndirizzo: Piazza F. Spallitta - Mezzojuso (PA) - Tel e fax 091 8203179 - [email protected] - IBAN: IT60 C076 0104 6000 0000 9228 668Grafica ed impaginazione: Gianni SchillizziStampa: Istituto Poligrafico Europeo s.r.l.
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della
In copertina:Mastro di Campo 2012
(foto di
Mariangela Siragusa)
PERIODICO BIMESTRALE - PARROCCHIA MARIA SS. ANNUNZIATA - MEZZOJUSONuova Serie, Registrato presso il Tribunale di Palermo al n. 33 del 15.10.97
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Foto di Danilo Figlia