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Aalborg Commitment 8 Ci impegniamo a creare e ad assicurare una vivace economia locale, che promuova l’occupazione senza danneggiare l’ambiente. Lavoreremo quindi per: adottare misure per stimolare e incentivare l’occupazione locale e lo sviluppo di nuove attività. cooperare con le attività commerciali locali per promuovere e imple- mentare buone prassi aziendali. sviluppare e implementare principi di sostenibilità per la localizzazio- ne delle aziende. incoraggiare la commercializzazione dei prodotti locali e regionali promuovere un turismo locale sostenibile Economia locale sostenibile Capitolo 8 130

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Page 1: Economia locale sostenibile - cittametropolitana.mi.it · Economia locale sostenibile Capitolo 8 131 In sintesi Un’economia vitale, che deve diventare sostenibile L’area milanese

Aalborg Commitment 8

Ci impegniamo a creare e ad assicurare una vivace economia locale, che promuova l’occupazione senza danneggiare l’ambiente.Lavoreremo quindi per:

adottare misure per stimolare e incentivare l’occupazione locale e lo sviluppo di nuove attività. cooperare con le attività commerciali locali per promuovere e imple-mentare buone prassi aziendali.sviluppare e implementare principi di sostenibilità per la localizzazio-ne delle aziende. incoraggiare la commercializzazione dei prodotti locali e regionalipromuovere un turismo locale sostenibile

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Economia locale sostenibile

Capitolo 8

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In sintesiUn’economia vitale, che deve diventare sostenibile

L’area milanese si conferma come motore economico del paese. È un’area dove si concentra, si risparmia e si investe ricchezza. Cresce l’entità dei risparmi depositati nelle banche, crescono le imprese. Anche i tassi di di-soccupazione (3,9% contro il 6,8% nazionale) rappresentano una situazione di sostanziale piena occupazione, con un’integrazione dei giovani nel mon-do del lavoro decisamente più alta di quella nazionale (la disoccupazione giovanile è al 15% contro il 24% medio nazionale), anche se va registrato un trend di lieve diminuzione negli ultimi anni. Un altro indicatore di “moder-nità” dell’economia (e della società) è rappresentato dal tasso di attività femminile. Tra il 1993 e il 2006 il tasso cresce di circa 14 punti percentuali: dal 49% al 63,3% e il divario con quello maschile diminuisce: se nel 1993 la differenza era di 26 punti percentuali, nel 2006 si riduce a 15 punti. Quasi 500, le “imprese sociali”, cioè le cooperative che operano con lo scopo, formalizzato per legge, di “perseguire l’interesse generale della comunità alla promozione umana e all’integrazione sociale dei cittadini”.Ma guardando ad altri indicatori, meno tradizionali, si può individuare il potenziale ancora da colmare per quanto riguarda i livelli di innovazione rappresentati dalla sfi da ambientale, riconosciuta in molti altri paesi ad economia avanzata come il terreno sui cui costruire la proiezione futura (la sostenibilità) di un’economia moderna. La diffusione dei sistemi di gestione ambientale delle imprese (ISO14.000 ed EMAS) è in netta crescita (658 imprese, 2 ogni 1.000) ma, considerata la vocazione locale all’innovazione delle imprese e dei processi industriali locali, ci si aspetta che sia in grado di raggiungere, se non di superare, le percentuali di altre province lombarde, leggermente superiore (lo 0,23%

INDICATORI SELEZIONATI CRITICITÀ TENDENZA NEL TEMPO

8.1 Risparmi

8.2 Sistema economico e imprese

8.3 Tasso di disoccupazione giovanile e complessivo

8.4 Tasso di attività femminile

8.5 Imprese sociali

8.6 Certifi cazioni ambientali

8.7 Infortuni sul lavoro

8.8 Agricoltura biologica

8.9 Agriturismi

8.10 Strutture turistiche ricettive

8.11 Pressione turistica

8.12 Beni paesaggistici

BOX: “LA CITTÀ DI CITTÀ” UN PROGETTO STRATEGICO PER LA REGIONE URBANA MILANESE

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della provincia di Bergamo contro lo 0,18% milanese). Anche il dato degli incidenti del lavoro (55 mortali nel 2005) rappresenta una sfi da che l’eco-nomica milanese deve dimostrare di sapere affrontare. Un altro indicatore cui guardare, considerato il ruolo strategicamente rile-vante che le aree agricole dovranno giocare nel mantenimento di equilibri ambientali dell’area, è quella della diffusione della agricoltura biologica, economia che deve essere considerata non più di nicchia, ma come alter-nativa credibile (e sostenuta dalle politiche europee dei prossimi decenni) al declino dell’agricoltura “industriale”. In questo caso emerge che la superfi cie agricola coltivata a biologico (o in fase di conversione) è ancora marginale in provincia di Milano, pari all’1% di tutta la Superfi cie Agricola Utilizzata (che supera gli 81.000 ettari). In par-ticolare il dato è basso (1%) nel Parco Agricolo Sud Milano, che pur avrebbe una vocazione in tal senso e che negli anni ha contribuito a preservare il paesaggio agricolo di questa zona.Una rifl essione andrebbe fatta infi ne sul potenziale di sviluppo del turismo ambientale della provincia di Milano. Crescono negli ultimi anni gli arrivi e le presenze, in particolare di turisti stranieri, che si concentrano però solo in alcuni periodi dell’anno (l’estate è fuori gioco) probabilmente con-centrando l’attenzione più sullo shopping e l’intreccio con le occasioni di business, e non consapevoli del patrimonio di beni culturali e ambientali che l’area potrebbe offrire.

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8.1 Risparmi

La consistenza dei risparmi (come depositi nelle banche per localizzazione della clientela) può essere considerato un indicatore effi cace per misurare la ricchezza di un ter-ritorio. Nel 2005 in media (quindi con le ovvie semplifi ca-zioni) ciascun abitante della provincia di Milano ha 25.689 euro sul proprio conto corrente, un valore alto, se visto complessivamente, anche considerando che è cresciuto di circa 10.000 euro in meno di 10 anni: il dato medio del 1997 era infatti di 15.934 euro.

Indicatori in dettaglio

Fonte: Regione Lombardia – Annuario Statistico Regionale della Lombardia

Risparmi: depositi nelle banche - Provincia di Milano

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Nei depositi bancari dei residenti della provincia di Milano si concentra il 14,4% di quanto depositato nelle banche di tutta Italia, mentre nello stesso territorio risiede soltan-to circa il 6,6% della popolazione italiana. La consistenza pro capite media dei depositi in provincia di Milano (pari a 25.689 euro) non solo è nettamente maggiore di quella italiana (pari a 11.757 euro), ma anche di quella lombar-da (pari a 17.796). Tra le altre province lombarde Lodi è l’unica che supera i 19.000 euro pro capite, tutte le altre sono comprese tra i 10.787 euro pro capite di Mantova e i 13.748 euro pro capite di Bergamo; soltanto Lecco è sotto i 9.000 euro pro capite.

La provincia di Milano a confronto

Fonte: Regione Lombardia – Annuario Statistico Regionale della Lombardia

Risparmi: depositi nelle banche, Province lombarde - Anno 2005

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8.2 Sistema economico e imprese

Nell’ultimo decennio (1997-2006) il tasso di natalità delle imprese presenta un valore medio del 9%, quello di mor-talità si attesta invece a una media del 7,1%.Negli ultimi tre anni il tasso di natalità è in lieve calo, at-testandosi nel 2006 all’8,8%, mentre il tasso di mortalità è in ascesa dal 2003 ed è pari nel 2006 al 7,4%. Comunque le nuove imprese sono ancora in numero maggiore (30.034) rispetto a quelle che chiudono (25.179), cosicché il tasso di sviluppo rimane positivo (1,4%), seppure in calo rispet-to agli anni precedenti. Tra il 1996 e il 2006 il numero di imprese è cresciuto di circa 50.000 unità (+17,5%), arrivando a 342.766 lo scorso anno, con una densità imprenditoriale pari a 886 imprese ogni 10.000 abitanti. La disaggregazione dei dati fra i vari settori economici mostra un particolare rafforzamento del comparto costru-zioni (+47%) e delle altre attività professionali (+33%). Il settore manifatturiero è invece l’unico che presenta un trend negativo (-9%) perdendo circa 5.000 imprese tra il 1996 e il 2006 (anno in cui diventano 48.947), ma rima-nendo comunque il terzo settore per numero di imprese (pari al 14,3%). Il commercio si conferma come il princi-pale settore con il 26% (89.075) delle imprese, ma ormai è quasi raggiunto dalle altre attività professionali che sono il 24,5% (83.832). Le costruzioni, con la forte crescita de-gli ultimi anni, sono ormai diventate 46.769 pari al 13,6% del totale delle imprese.

Tassi di natalità e mortalità delle imprese - Provincia di Milano

Densità imprenditoriale - Provincia di Milano

Imprese per settore economico - Provincia di Milano

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Fonte: Regione Lombardia – Annuario Statistico Regionale della Lombardia

Fonte: Regione Lombardia – Annuario Statistico Regionale della Lombardia

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Capitolo 8Economia locale sostenibile

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8.3 Tasso di disoccupazione giovanile e complessivo

Negli ultimi anni il tasso di disoccupazione nella provincia di Milano diminuisce, passando dal 6,9% del 1997 al 3,9% del 2006. Dal 1995, anno in cui la disoccupazione registra il dato più alto, superando l’8%, il tasso è in continua ri-duzione, se si fa eccezione per un lieve rialzo nel 2004, e comunque dal 2001 è sempre sotto il 5%. Il dato del 2006 (3,9%) è vicino alla soglia della piena occupazione, sotto la quale un lieve livello di disoccupazione è fi siologicoIl tasso di disoccupazione giovanile, che si riferisce alla popolazione tra 15 e 24 anni, varia invece tra il 22,2% del 1993 e il 15,6% del 2005, raggiungendo però il massimo nel 1995 (con il 27,5%) e il valore minimo nel 2001 (11,9). Dopo il 2001 torna a crescere, oscillando intorno al 15%.Dai dati a livello comunale, disponibili solo per l’anno del censimento (2001), non emergono signifi cative differenze per il tasso di disoccupazione tra l’area di Milano e quella della Brianza, che invece registra una media di quasi 2 punti percentuali più bassi per il tasso di disoccupazione giovanile, che si attesta al 16,6%.

Fonte: Istat - Censimento della popolazione

Tasso di disoccupazione giovanile - Provincia di Milano

Tassi di disoccupazione - Anno 2001

Tassi di disoccupazione - Provincia di Milano

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La Lombardia presenta tassi di disoccupazione sempre più bassi rispetto alla media nazionale, pertanto anche le province lombarde con tassi di disoccupazione più alti (Pavia e Cremona sopra il 4%) hanno valori inferiori ri-spetto a quello italiano che nel 2006 arriva al 6,8%. Le altre province lombarde presentano dati ancora più bassi, assimilabili ad una situazione di pieno impiego: Brescia, Varese Como e Milano poco oltre il 3,5%, Lecco, Lodi e Sondrio tra il 3% e il 3,5% Bergamo e Mantova sotto il 3%.Dal confronto sul tasso di disoccupazione giovanile (con dati al 2005), emerge una situazione più variegata: dal 6,7% di Bergamo al 16,9% di Varese, con una media re-gionale che si attesta al 13%, circa 2,5 punti percentuali sotto il dato di Milano. Tassi che comunque sono tutti lar-gamente sotto la media nazionale che è del 24%.

La provincia di Milano a confronto

Tassi di disoccupazione, Province lombarde - Anno 2006

Tassi di disoccupazione giovanile, Province lombarde - Anno 2005

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Fonte: Regione Lombardia – Annuario Statistico Regionale della Lombardia

Fonte: Regione Lombardia – Annuario Statistico Regionale della Lombardia

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8.4 Tasso di attività femminile

Il tasso di attività femminile è dato dal rapporto fra le forze di lavoro (donne occupate e in cerca di occupazione) e la popolazione femminile considerata in età lavorativa, quindi tra i 15 e i 64 anni1. Il tasso di attività femminile rende conto della partecipazione delle donne al mercato del lavoro e quindi può anche essere considerato un indicatore idoneo a misurare le disparità di genere: una forte differenza tra il tasso di attività maschile e femminile testimonia di una società che non favorisce l’ingresso delle donne nel mondo del lavoro. Tra il 1993 e il 2006 il tasso cresce di circa 14 punti percentuali: dal 49% al 63,3%. Inoltre il divario fra il tasso maschile e quello femminile diminuisce: se nel 1993 la differenza era di 26 punti percentuali, nel 2006 si riduce a 15 punti.

Rispetto alla partecipazione delle donne al mondo del lavo-ro, la provincia di Milano è quella che più si avvicina ai livelli europei (sebbene nel nord Europa si superi il 70%), con valori decisamente migliori rispetto alla media italiana, che vede ancora 1 donna su 2 lavorativamente non attiva.Ad eccezione di Milano e di Varese, tutte le altre province lombarde presentano valori inferiori al 60%, compresi tra il 56% e il 58%, ad eccezione di Brescia e Bergamo che si collo-cano sotto il 55%. La media regionale si attesta al 59,3%.

La provincia di Milano a confronto

Nota 1

Fino a pochi anni fa l’Istat misurava il tasso di attività prevalentemente in riferimento a tutta la popolazione maggiore di 15 anni, ciò comportava valori ovviamente più bassi. La scelta di utilizzare la sola classe di età 15-64 è in linea con la metodologia dell’Eurostat.

Tasso di attività femminile - Provincia di Milano

Tasso di attività femminile, Province lombarde - Anno 2006

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Fonte: Regione Lombardia – Annuario Statistico Regionale della Lombardia

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8.5 Imprese sociali

Le cooperative sociali sono state riconosciute dalle legge na-zionale n° 381 nel 1991 con lo scopo di perseguire l’interesse generale della comunità alla promozione umana e all’inte-grazione sociale dei cittadini.L’albo regionale distingue tra tre sezioni: A) cooperative sociali che gestiscono servizi socio-sanitari e educativi; B) cooperative sociali che, attraverso lo svolgimento di attività diverse (agricole, industriali, artigianali, di commercializza-zione prevalente della propria produzione o di servizi), inse-riscono al lavoro persone svantaggiate; C) consorzi composti per almeno il 70% da cooperative sociali.Nel 2006 in provincia di Milano risultano iscritte all’albo re-gionale 465 cooperative sociali (su un totale lombardo di cir-ca 1.300), di cui 312 di tipo A, 140 di tipo B e le restanti sono invece consorzi. L’83% del totale delle cooperative sociali in provincia di Milano hanno sede nell’area di Milano, con un’in-cidenza di 1,2 cooperative sociali ogni 10.000 abitanti. Con 80 cooperative sociali l’incidenza nell’area Brianza è lieve-mente inferiore, pari a una ogni 10.000 abitanti.

Fonte: Regione Lombardia

Cooperative sociali iscritte all’albo regionale - Anno 2006

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Capitolo 8Economia locale sostenibile

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8.6 Certifi cazioni ambientali

I sistemi di gestione ambientale certifi cati secondo la norma ISO 14001 o registrati secondo lo schema di certifi cazione Emas dell’Unione Europea (due procedure che hanno molti aspetti comuni) sono applicabili sia alle imprese industriali, sia ad altre organizzazioni (incluse le pubbliche amministra-zioni) e rappresentano uno strumento di miglioramento e controllo delle prestazioni ambientali, oltre che una dimo-strazione di attenzione alle questioni ambientali.A metà del 2007 in provincia di Milano risultano presenti 610 organizzazioni certifi cate ISO 14001 e 48 registrate Emas. Considerevole è stata la crescita della diffusione di questi strumenti ambientali: solo 3 anni fa, nel 2004, le imprese certifi cate ISO 14001 erano ferme a quota 419 e quelle regi-strate EMAS erano 20. Sebbene questi strumenti stiano diffondendo la loro appli-cazione tra le pubbliche amministrazioni, sono ancora espe-rienze limitate: in provincia risultano 17 certifi cazioni ISO 14001 (che fanno riferimento a 7 Enti Locali2: Boviso Mascia-go, Buccinasco, Corbetta, Dairago, Limbiate, Milano e anche la stessa Provincia di Milano3) e 2 registrazioni EMAS (ancora Dairago e Limbiate).Escludendo le certifi cazioni ISO 14001 di pubbliche ammi-nistrazioni, si hanno poco meno di 2 imprese certifi cate ogni 1.000 attive.

Fonte: Regione Lombardia

Nota 2

Le certifi cazioni ISO 14001 possono essere applicate anche a solo una parte dei siti, delle sedi operative o dei settori di una organizzazione, pertanto alcuni Enti Locali hanno più certifi cazioni parziali.

Nota 3

La Provincia di Milano ha ottenuto 3 certifi cazioni di tre differenti sedi, tutte riferite al Settore Idroscalo.

Certifi cazioni ambientali - Provincia di Milano, Anno 2007

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Capitolo 8 Economia locale sostenibile

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Negli ultimi anni l’Italia ha ampiamente recuperato il ritar-do nella diffusione delle certifi cazioni ambientali: già con i dati al 2006, quando risultavano circa 9.000 siti certifi cati ISO 14001, l’Italia era diventata il quarto Paese al mondo per numero di ISO 14001, preceduta solo da Giappone, Cina e Spagna. Con i dati aggiornati alla metà del 2007, le cer-tifi cazioni ISO 14001 sono diventate 10.750, pari allo 0,21% del totale delle imprese italiane attive, leggermente meglio della media della provincia di Milano che è pari allo 0,18%. Ad eccezione di Sondrio dove si hanno 3 imprese certifi cate ISO 14001 ogni mille attive e Cremona e Pavia che invece ne hanno poco più di 1 ogni mille, le altre province lombarde fanno registrare valori tra lo 0,18% (che è anche la media lombarda) e lo 0,23%.

La provincia di Milano a confronto

Fonte: Sincert

Certifi cazioni ISO 14001, Province lombarde - Anno 2007

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Capitolo 8Economia locale sostenibile

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8.7 Infortuni sul lavoro

Nel corso degli ultimi anni (tra il 2000 e il 2005) gli infortuni sul lavoro registrano una lieve riduzione (-3,9%), passando da 40.943 a 39.336, anche se non si osserva una tendenza univoca, ma un andamento altalenante.Anche gli infortuni mortali non presentano un trend unifor-me: erano 40 nel 2000 e sono stati 55 nel 2005, che però rap-presenta il dato più basso dal 2001, anno cui si è registrato un picco di 112 morti bianche.Il numero di eventi indennizzati è pari al 2% degli addetti.Per valutare la gravità degli incidenti sul lavoro, e non solo il loro numero assoluto, è utilizzato l’indice di gravità che rappresenta il numero di giornate lavorative media-mente perdute da ogni addetto a causa degli infortuni, attribuendo un numero di giorni predefi niti nel caso di infortuni più gravi che comportano inabilità permanente o addirittura la morte. Per la provincia di Milano questo indice risulta in crescita tra il 2000 e il 2004, da 3 a 4,5, mentre nell’ultimo anno scende a 3,6.

Fonte: ISPESL - Istituto Superiore per la Previdenza e Sicurezza sul Lavoro

Infortuni sul lavoro: eventi indennizati - Provincia di Milano

Infortuni sul lavoro: indice di gravità - Provincia di Milano

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Capitolo 8 Economia locale sostenibile

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Gli incidenti sul lavoro sono riconosciuti come una delle emergenze del Paese: con una media di circa 3 morti sul lavoro al giorno (in diminuzione dai 1.321 morti nel 2000 ai 1.089 nel 2005) e un notevole numero di infor-tuni, sebbene anch’essi in calo dai 681.039 del 2000 ai 607.442 del 2005.L’indice di gravità consente di comparare anche realtà territoriali con differenti tessuti economici (ad esempio numero e tipologia di imprese): nel 2005 tra le province lombarde l’indice varia tra il 2 di Sondrio e il 4,7 di Lodi, con una media regionale di 3,4. Milano con il 3,6 si colloca in una posizione intermedia con Cremona, Lecco e Varese anch’esse con un valore compreso tra 3 e 4. Con un indice minore di 3 (ma comunque maggiore di 2) ci sono Manto-va, Brescia e Como, mentre Bergamo e Pavia presentano un indice maggiore di 4.Confrontando infi ne il numero di eventi indennizzati ri-spetto al numero di addetti, il dato della provincia di Mi-lano (pari al 2%) è inferiore sia alla media lombarda (3%), sia a quella italiana (3,5%).

Infortuni sul lavoro: indice di gravità, Province lombarde - Anno 2005

0,0

0,5

1,0

1,5

2,0

2,5

3,0

3,5

4,0

4,5

5,0

SONDRIO MANTOVA BRESCIA COMO CREMONA LECCO MILANO VARESE BERGAMO PAVIA LODI

La provincia di Milano a confronto

Fonte: ISPESL - Istituto Superiore per la Previdenza e Sicurezza sul Lavoro

Infortuni sul lavoro: indice di gravità, Province lombarde - Anno 2005

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Capitolo 8Economia locale sostenibile

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8.8 Agricoltura biologica

La superfi cie agricola coltivata a biologico (o in fase di con-versione) è ancora marginale in provincia di Milano, con circa 850 ettari pari all’1% di tutta la Superfi cie Agricola Utilizzata che si estende per oltre 81.000 ettari. Nonostante la pre-senza del Parco Agricolo Sud Milano, che ha contribuito a preservare il paesaggio agricolo di questa zona, l’agricoltura biologica nell’area di Milano non raggiunge l’1%, con poco meno di 600 ettari. Paradossalmente l’Area Brianza, benché abbia una Superfi cie Agricola Utilizzata che è circa un decimo di quella dell’intera provincia, ne ha destinato a biologico circa un terzo del totale provinciale.

Fonte: Provincia di Milano – DC Pianifi cazione e assetto del territorio - Settore Agricoltura

Superfi cie ad agricoltura biologica (e in conversione)sulla Superfi cie Agricola Utilizzata - Anno 2005

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Capitolo 8 Economia locale sostenibile

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8.9 Agriturismi

Le strutture ricettive agrituristiche garantiscono per loro natura un minor impatto sul territorio e di conseguenza una maggiore sostenibilità a scala locale del turismo, ri-spetto alle strutture turistiche tradizionali. Al 2006 nel territorio della Provincia di Milano sono pre-senti 61 agriturismi, di cui 54 nell’area Milano e 6 in quel-la di Brianza.Il tasso di presenza, calcolato come numero di agriturismi presenti ogni 10.000 abitanti, è più elevato per la provin-cia di Milano (0,17) rispetto all’area di Monza e Brianza (0,09). In quest’ultima sono presenti agriturismi nel 14% dei comuni (7 sui 50 appartenenti all’area); mentre nel-l’area Milano sono più distribuite (nel 28% dei comuni, 39 su 139 costituenti l’area).

Fonte: Provincia di Milano - D.C. Pianifi cazione e assetto del territorio - Settore Agricoltura

Agriturismi: strutture autorizzate - Anno 2006

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8.10 Strutture turistiche ricettive

1 Il numero di strutture ricettive, al 2005, vede una net-ta prevalenza della tipologia dell’esercizio alberghiero, sia a livello dell’intera Provincia di Milano, dove risultano 642 alberghi su un totale di 690 strutture, sia per ciascuna delle due aree in esame (l’area Milano e l’area Brianza).La presenza di strutture ricettive è inoltre di molto superiore nell’area Milano (sono 633) con un numero pro capite quasi triplo rispetto all’area Brianza: 2,04 strutture ogni 10.000 abitanti nel primo caso contro le 0,74 nel secondo.Le strutture di altre tipologie (affi ttacamere, bed&breakfast, villaggi turistici, campeggi e altro), trascurando gli agrituri-smi analizzati in precedenza, risultano poco presenti, com-plessivamente 48 esercizi in tutta la provincia, e di scarsa rilevanza in termini di ricettività.

2 I posti letto risultano anch’essi di prevalente natura al-berghiera sia nell’intera Provincia di Milano (con una offerta di 67.254 letti in hotel su 70.545 totali), che in entrambe le aree considerate separatamente. Si nota come l’incidenza dei posti letto di natura alberghiera, analogamente a quanto riscontrato per le strutture, sia di molto superiore nell’area Milano rispetto alla Brianza (con 65.630 posti letto pari a 203,8 ogni 10.000 abitanti contro i 4.915 posti letto pari a 52,6 ogni 10.000 abitanti).La suddivisione percentuale dei posti letto, che ripropone ancora la netta prevalenza di posti letto in albergo (il 95% del totale), fa emergere però come nell’area Brianza una quota pari al 12% dei posti letto sia offerta da villaggi tu-ristici e campeggi.

1

2

Fonte: Regione Lombardia

Strutture ricettive - Anno 2005

Posti letto nelle strutture ricettive - Anno 2005

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Capitolo 8 Economia locale sostenibile

150

Fonte: Regione Lombardia

Fonte: Regione Lombardia

8.11 Pressione turistica

1 Nella provincia di Milano gli arrivi dei turisti, rappresenta-ti dal numero dei clienti degli alberghi e delle altre strutture turistiche alberghiere, sono cresciuti nel periodo 2002-2005: si è passati infatti dai 1.483.470 arrivi del 2002 ai 1.817.274 del 2005 (+22%). Di questi circa il 70% sono italiani. Si ri-leva però una crescita maggiore per il turismo straniero rispetto a quello italiano: +35% contro, +17%.Le presenze turistiche, rappresentate dal numero totale di giorni di permanenza negli alberghi, sono anch’esse cresciu-te nel periodo in esame (2002-2005) segnando un +11%. Si è passati infatti da 3.069.681 presenze al 2002 alle 3.416.125 presenze al 2005. Anche in questo caso il maggior incremento è da attribuire al turismo straniero che segna un +25% mentre quello italiano vede una crescita di solo il 5%.

1 Arrivi di turisti italiani e stranieri - Provincia di Milano

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1

2

La più ridotta crescita percentuale delle presenze turisti-che rispetto agli arrivi è associata a una riduzione della permanenza media dei turisti stessi. Tale permanenza, già bassa, passa infatti da 2,07 giorni nel 2002 a 1,88 giorni nel 2005. Se ne rileva inoltre un valore leggermente su-periore per i turisti stranieri rispetto a quelli italiani (in media 0,1 giorno in più).

2 L’andamento nel 2005 dell’indice di pressione turistica, che valuta la presenza giornaliera di turisti in rapporto alla popolazione residente, vede come mesi con la maggior pre-senza settembre e ottobre, seguiti da aprile e maggio.Signifi cativo risulta invece il calo di agosto (quasi la metà rispetto a settembre) a testimonianza di un turismo per lo più legato allo shopping e agli affari.

Fonte: Provincia di Milano - D.C. Cultura e turismo

Fonte: Provincia di Milano - D.C. Cultura e turismo

Indice di pressione turistica - Provincia di Milano, Anno 2005

Presenze di turisti italiani e stranieri - Provincia di Milano

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8.12 Beni paesaggistici

Nel 2003, in provincia di Milano le bellezze “individue e d’insieme”4 ricoprono il 4,9% della superfi cie provincia-le. Tali aree individuate ai sensi dell’art. 139 del D.Lgs. 490/99 e sottoposte a vincolo, includono complessi o sin-gole cose immobili, ville e giardini che si distinguono per la loro non comune bellezza o che possiedono un valore estetico e panoramico. La presenza di bellezze individue e d’insieme risulta più signifi cativa nell’area Milano, con un’incidenza pari al 5,4% della superfi cie dell’area, ri-spetto all’area Brianza dove invece incidono per il 2,5%. Con beni di interesse storico e artistico, il PTCP della Provincia di Milano individua quegli elementi puntuali (ad esempio edifi ci religiosi, storici, militari, ville, parchi e giardini, edifi ci di archeologia industriale, luoghi della memoria storica) caratterizzati da una valenza storico-architettonica. Il PTCP include i beni vincolati ai sensi del D.Lgs. 490/99 e ne individua altri che dovranno essere sottoposti a tutela. Solo circa un quarto di questi beni, 1.054 su un totale di 4.360, ricadono nella prima catego-ria mentre i rimanenti sono stati individuati dal PTCP. La maggior parte dei beni inoltre sono siti nell’area Milano (3.108 su 4.360).Tra i beni di interesse storico e artistico prevale l’archi-tettura civile e residenziale (2.233 beni individuati) segui-ta da quella religiosa (1.234), che insieme ricoprono più di tre quarti di tutti i beni tutelati.La presenza di alberi monumentali, individuati e tutelati sulla base delle indicazioni del PTCP, riguarda 147 esem-plari; 101 di questi si trovano nell’area Milano mentre i restanti 46 nell’area di Monza e Brianza.

Nota 4

La distinzione tra bellezze individue e d’insieme dipende dalla diversa procedura con cui viene imposto il vincolo: le bellezze d’insieme sono individuate attraverso un procedimento consistente nella compilazione di un elenco da parte di commissioni provinciali, i cui compiti sono stabiliti dalla Regione.

Il vincolo sorge con la pubblicazione dell’elenco, mentre non è necessaria la notifi cazione del vincolo. Le bellezze individue invece, abbisognano prima della loro individuazione in un elenco e poi della notifi cazione al privato,

con la trascrizione nella conservatoria dei registri immobiliari. In tal caso il vincolo sorge con la notifi ca del provvedimento d’imposizione del vincolo, che va trascritto in conservatoria dei registri immobiliari.

Bellezze individue e d’insieme - Anno 2003

Beni di interesse storico e artistico - Anno 2003

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Fonte: Provincia di Milano: D.C. Pianifi cazione e assetto territorio

Fonte: Provincia di Milano: D.C. Pianifi cazione e assetto territorio

Fonte: Provincia di Milano: D.C. Pianifi cazione e assetto territorio

Alberi monumentali - Anno 2003

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“La città di città” un progetto strategico per la regione urbana milanese5

Il progetto Il Progetto Strategico “Città di città”, è una iniziativa della Amministrazione Provinciale di Milano. Il pro-getto, la cui cura scientifi ca è stata affi data al DiAP del Politecnico di Milano, è stato accompagnato da Milano Metropoli, Agenzia di Sviluppo della Provincia di Milano. Si tratta di un’esperienza importante e innovativa. Poche Province si sono mosse in questa direzione, mentre molte città italiane, seguendo importanti esperienze straniere, hanno avviato percorsi di pianifi cazione strategica volti a costruire una rifl essione critica sul proprio futuro, a partire da un rinnovato dialogo con tutte le forze sociali. L’obiettivo è quello di defi nire una prospettiva progettuale capace di sostenere una nuova fase di svi-luppo e di conquista di migliori condizioni di qualità abitativa, competitività e attrattività dell’area milanese. Attraverso questa iniziativa, la Provincia intende valorizzare il proprio ruolo di soggetto istituzionale capace di mettere in relazione attori pubblici, privati e del terzo settore interessati ai molteplici processi di trasformazione in corso.

Le ipotesi Costruire una prospettiva di sviluppo per la provincia di Milano signifi ca rifl ettere su un’area geografi -ca ben più ampia: quella della regione urbana milanese. Un’area che interessa almeno dieci province del Nord-Ovest italiano (Milano, Lodi, Piacenza, Pavia, Novara, Varese, Lecco, Cremona, Como e Bergamo) e rappresenta l’ambito in cui si svolgono alcuni dei più rilevanti processi economici, sociali e territoriali in atto del territorio milanese. Una regione urbana da indagare per comprendere a fondo le dinamiche e i fenomeni che, negli ultimi trent’anni, hanno concorso alla radicale trasformazione del sistema insediativo, produttivo e sociale della provincia di Milano. La provincia di Milano si confi gura oggi come una “città di città”. Un territorio costituito da una pluralità di ambiti, le “città”, diversi per forme insediative, paesaggi, modello locale di sviluppo, forme di organizzazione sociale. Questo sistema è, in parte, il risultato dell’interazione tra processi di diffusione dell’urbanizzato e caratteri storici del territorio; in parte, l’esito inatteso, e spesso non intenzionale, di forme di sviluppo locale, ma anche di azioni, politiche e progetti istituzionali. Il Pro-getto Strategico riconosce “tre + sette + una città”. Esse non sono strettamente riconducibili a confi ni amministrativi defi niti né necessariamente a nuove ripartizioni. Piuttosto, costituiscono una geografi a fl uida e variabile di occasioni per l’azione di una varietà di soggetti. Attorno ad esse, alle loro poten-zialità e risorse, è possibile costruire ipotesi innovative di governance metropolitana. La “città di città” è anche una città di “popolazioni”. Una città ‘abitata’ da individui che si muovono in un territorio esteso e che abitano, più o meno continuativamente e ritmicamente, una rete diffusa e discontinua di luoghi e di spazi, condividendo determinate pratiche, ora ordinarie e quotidiane (i pendolari), ora più discontinue nello spazio e nel tempo e legate a forme specifi che di socialità (la fruizione di parchi).

Riconoscere tali “città di popolazioni” signifi ca intercettare le domande (potenziali o esplicite) da loro espresse, ma anche riconoscere loro una funzione di risorsa fondamentale per la produzione di beni pub-blici.Sulla base di queste premesse, il Progetto Strategico propone un “dialogo” progettuale sul futuro della Provincia: dove siamo? dove potremmo andare a fi nire? dove vorremmo invece arrivare? come possiamo farlo? di quali strumenti ci dobbiamo dotare?

1.

2.

3.

Nota 5

Box elaborato da Provincia di Milano - Assessorato Progetto speciale per il Piano strategico dell’area metropolitana.

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A partire dalla descrizione di un quadro problematico, caratterizzato da crescenti elementi di criticità, ma anche ricco di risorse già attive o ancora inespresse, offre una visione auspicabile di trasformazione territoriale e, coerentemente con essa, defi nisce una prospettiva strategica. Nella Provincia di Milano e nella regione urbana, in futuro, le esigenze dell’economia, quelle della produzione e quelle del vivere quo-tidiano degli abitanti dovranno essere convergenti. La competitività, il benessere individuale e collettivo, la coesione sociale e la coesione territoriale saranno strettamente dipendenti dalla capacità di irrobustire e promuovere la sua abitabilità. In relazione a tale prospettiva, il Progetto non si limita ad elencare auspicabili strategie e azioni; esso de-fi nisce piuttosto dei campi entro i quali operare concretamente attraverso nuovi progetti (da attivare o già messi in opera dall’Amministrazione provinciale, ma anche da altri soggetti istituzionali e non) e attraverso la costruzione di politiche urbane destinate a promuovere e a potenziare “buone pratiche”. Riconosce e promuove reti di progetti e appronta strumenti operativi e dispositivi utili a conseguirla.

I prodottiIn un arco temporale di circa due anni e mezzo, sono state condotte diverse attività progettuali e di ricer-ca, che hanno generato un patrimonio signifi cativo di documenti e di prodotti, oggi consultabili in Mostra e sul sito internet www.cittadicitta.it e che costituiscono nel loro insieme il “Progetto Strategico della Provincia di Milano”.Il Documento strategico, presentato nel febbraio del 2006, ha proposto per la prima volta a un pubblico ampio i temi, le ipotesi e la visione che il Progetto strategico intende perseguire. Il Bando per Idee Progettuali e Buone Pratiche, promosso nel marzo 2006 e conclusosi a febbraio 2007, ha rappresentato una prima modalità di mobilitazione delle forze vive della società nella dire-zione proposta. Uno spazio, che ha riscosso notevole successo, per rendere visibile ciò che la società milanese sta già producendo o è in grado di produrre per migliorare le condizioni del vivere e del produrre nell’area milanese. L’Atlante dei progetti e delle azioni per l’abitabilità rappresenta, anche dal punto di vista temporale, il complemento dell’operazione del Bando. Esso mira a rendere visibili agli interlocutori esterni le molte azioni che sono già attivate dai diversi settori e assessorati della Amministrazione provinciale e a mettere a loro disposizione un insieme di occasioni di interconnessione con la propria progettualità. Al tempo stesso si propone di costruire relazioni strategiche tra le attività dei diversi assessorati provinciali.Il Documento è inteso come un secondo stato di avanzamento, il cui obiettivo è quello di mostrare il pos-sibile proseguimento di un percorso chiamato alla verifi ca degli attori interessati, per candidarsi a essere una strategia condivisa. Esso propone 60 nuove idee progettuali e alcuni innovativi strumenti di lavoro (un nuovo Bando, un Metrocenter) ed è accompagnato da 6 studi di fattibilità riguardanti i Progetti Pilota sviluppati nel percorso come strumenti ulteriori di concretizzazione e di focalizzazio-ne dell’approccio Città di Città.La Mostra alla Triennale, nell’ambito della quale questi materiali saranno disponibili, rappresenta a una opinione pubblica allargata questa rifl essione; presenta gli elementi essenziali della trasformazione della metropoli, gli aspetti principali del Progetto, i progetti dei diversi attori che hanno contribuito a realizzarlo, attraverso una fi tta serie di iniziative di presentazione e discussione di esperienze progettuali a diverse scale.La Mostra è occasione per rafforzare il dialogo con il territorio dell’area milanese e con le istituzioni lo-cali, che rimangono gli interlocutori privilegiati con cui costruire questo percorso progettuale condiviso e partecipato.

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Defi nizione degli indicatori e fonti dei dati

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