economisti che sbagliano
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I sentieri dell’errore
Economisti che sbagliano Cinque gravi errori per cinque capi d’imputazione
Enrico Bigli Chiostro Voltorre 1.10.2011
Capo d’imputazione n.1sbagliano le previsioni
La regina d’Inghilterra alla LSE nel 2009 disse: “ma come è possibile che nessuno si sia accorto che ci arrivava addosso questa crisi spaventosa”
Le manovre 1, 2, 3, 3.1, 3.2 e 3.3 del governo italiano
Gli errori nelle previsioni
Le stime media di crescita del PIL 2009, 2010 sono state sbagliate da
OCSE -2,0 Fed -4,1 FMI -2,2 JP Morgan -3,7 Merril Lynch -3,3
Ancora a fine 2007 le previsioni di perdita del sistema finanziario sono a 245 miliardi (a regime 2009 le perdite saranno contabilizzate per 955 miliardi)
Quel fenomeno di Roubini
Nel 2008 scrive: dodici tappe verso la crisi più grave e prevede 1000 miliardi di perdite, denunciava la bolla immobiliare già nel 2005.
La bolla dei derivati era sotto gli occhi di tutti 600.000 miliardi come possono essere considerati una cosa normale?
Perché i grandi giornali gli hanno lanciato campagne contro chimandolo “menagramo”?
Cattolica – Bocconi 2 a 0
Fortis e Vitale ci vanno più vicino ad individuare i rischi, Giavazzi e Alesina (troppo innamorati del modello americano) sottovalutano la bolla immobiliare e il pericolo dei sub-prime
Capo d’imputazione n.2hanno perso il contatto con la realtà
Overdose di matematica
I modelli macroeconomici sono sempre più complessi ma sempre un insieme di variabili indipendenti e dipendenti
I fisici saranno la salvezza? Gli schemi delle reti neurali
I Chicago boys
Chicago è stata trasformati dagli economisti nel simboli del radicalismo liberista
Dal 1980 al 2007 (con eccezioni del 2001) è a loro che vanno i Nobel dell’economia, Reagan e la Thatcher realizzano il mondo da loro indicato
Ma il loro homo oeconomicus è solo un teorema come i loro mercati efficienti
Gli altri Nobel (discepoli e cugini)
Gli studi passano dall’economia alla finanza: Scholes, Merton, Black economisti di Harvard insigniti di premi Nobel assicurano di poter prevedere il futuro e prezzarlo con le loro occasioni.
Nascono i derivati, crescono rapidi come funghi, ne incombono oltre 600.000 miliardi sulle nostre teste.
I loro discepoli ritengono che individuati i livelli di rischio si tratta di frazionarli per farli diventare così piccoli da essere inesistenti
Capo d’imputazione n.3hanno creduto troppo nel mercato
Greenspan: elogio del mercato
Dal 1987 al 2006 favorisce la crescita, bassi tassi, basse tasse, tanto mercato favorita da tanto denaro a disposizione, benedica l’avvento dei derivati stabilizzatori dei mercati, favorisce vent’anni di crescita del PIL e dei debiti.
Stiglitz e Krugman
Krugman. “l’avidità è un bene che favorisce la crescita delle diseguaglianze e le liberalizzazioni selvagge”
Stiglitz: ”Il rischio è uno stile di vita, favorisce l’ individualismo imperante”
Formidabili le loro battaglie contro: le aspettative razionali, la falsa trasparenza del mercato
Produrre valore, produrre valore, produrre valore…
La McKinsey interfaccia organizzativa del liberismo,
La filosofia di “essere” un McKinsey, chi ha lavorato alla McKinsey è un McKinsey per tutta la vita.
I McKinsey italiani: Profumo, Passera, Scaroni, Caio, Scaglia, Capuano e altri 800.
Capo d’imputazione n.4hanno troppo potere
In Italia?
Dal 1994 inizia la stagione degli economisti ma dopo 17 anni siamo al punto di prima, deficit Pil e debito PIL (allora come ora al 120%) non migliorano.
Quante storie: Ciampi, Dini, Prodi, Padoa Schioppa, Siniscalco, Martino, Brunetta
Cattedre e Baroni
Perotti (tornato dalla California alla Bocconi) elabora l’indice di nepotismo tra gli accademici ma il più alto tra gli economisti, 42 su 179 hanno parenti negli atenei.
L’aspirazione? elaborare teorie che li facciano scegliere per andare nei consigli di amministrazione delle aziende
Capo d’imputazione n.5hanno smesso di sognare
Adam Smith: sviluppo per sradicare la miseria;
Karl Marx: eliminare le catene dello sfruttamento dell’uomo sull’uomo;
John Stuart Mill: arrivò a farsi arrestare per diffondere opusoli con le sue idee;
John Maynard Keynes: un sistema economico che dia spazi alla crescita dello stato sociale
Dov’è finito lo spirito di Bretton Woods?
Nel 1944 bastarono poche settimane per definire un sistema complessivo
Latouche e la decrescita felice
Ridurre i consumi per vivere meglio, liberiamoci del PIL
Ma la febbre va via se si rompe il termometro?
Una nuova economia che ricomprenda, classifichi e valuti il progresso di un nuovo sistema di beni:
Beni privati Beni pubblici Beni comuni Beni relazionali