editoriale popoli e governi democratici uniti · popoli e governi democratici uniti di maurizio...

32
T ra la riorganizzazione delle forze politiche di sini- stra nel primo dopoguerra e la presa del potere da parte del fascismo, ci furono alcuni episodi che sanci- rono la violenta reazione della borghesia monopolista in Italia - e di lì a qualche tempo dopo anche in Europa - dopo gli anni del Biennio rosso , della repubblica di Weimar ed i tentativi rivoluzionari della classe operaia tedesca: - l’ascesa delle forze politiche di destra, che basavano la lotta politica sul terrore e la violenza fisica perpetrata sulla popolazione inerme; - la persecuzione e l’assassinio di militanti delle forze politiche che si opponevano al fascismo. Questa violenta aggressione suscita non solo l’oppo- sizione delle forze progressiste parlamentari, ma degli stessi governi o settori governativi più democratici. E’ il primo dopoguerra e il Regno d’Italia, che siede tra i vincitori del conflitto mondiale, paga a caro prezzo la partecipazione alla guerra: le difficoltà economiche e i debiti di guerra, come naturale conseguenza di ogni conflitto armato, vengono fiscalmente scaricate sulle masse proletarie già in degrado, le quali vedono peg- giorare ulteriormente le loro condizioni di vita. La crisi di sistema che scaturisce in Italia da questo clima di incertezza politica (saranno sette i governi che si succederanno dal ‘19 al ‘22) sarà terreno fertile più che per le forze operaie e contadine rivoluzionare - che dal ‘19 al ‘20, sull’onda della Rivoluzione d’Ottobre, insorgeranno contro la borghesia industriale con scioperi e occupazioni di fabbriche e campagne - per la reazione del monopolismo privato che, da un lato, aveva avuto già modo di saggiare le potenzialità rivoluzionarie della classe operaia e contadina e dall’altro era alla ricerca di referenti politici che potessero salvarla dal grande capi- talismo monopolista transnazionale che minacciava di fagocitarne risorse e mercati. Reazione che consisterà nel appoggiare economica- mente le forze politiche che avrebbero avuto come scopo la soppressione delle opposizioni al Capitale e la gestione oligarchica ed autoritaria del potere politico na- zionale. Il capitalismo industriale italiano sarà la culla del fa- scismo che inizierà la sua era il 30 ottobre 1922. Con l’avvento al potere di Mussolini si inasprisce ancor più la persecuzione fisica degli oppositori antifa- scisti, iniziata nel ‘19, fino alla presa totale del potere con l’instaurazione della dittatura fascista che coinciderà con il delitto Matteotti. Il partito nazionale fascista il 6 aprile 1924 vince le ele- zioni con il 60% dei voti assicurandosi la maggioranza Anno XIX N.26 - Settembre 2015 Euro 6,00 POPOLI E GOVERNI DEMOCRATICI UNITI di Maurizio Ceccio CENT’ANNI DI RELATIVITÀ EDITORIALE

Upload: ngonguyet

Post on 14-Feb-2019

221 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

Page 1: EDITORIALE POPOLI E GOVERNI DEMOCRATICI UNITI · POPOLI E GOVERNI DEMOCRATICI UNITI di Maurizio Ceccio ... Su l’Unità del 15 giugno 1924 compare un articolo in prima pagina dal

Tra la riorganizzazione delle forze politiche di sini-stra nel primo dopoguerra e la presa del potere da

parte del fascismo, ci furono alcuni episodi che sanci-rono la violenta reazione della borghesia monopolistain Italia - e di lì a qualche tempo dopo anche in Europa- dopo gli anni del Biennio rosso, della repubblica diWeimar ed i tentativi rivoluzionari della classe operaiatedesca:

- l’ascesa delle forze politiche di destra, che basavanola lotta politica sul terrore e la violenza fisica perpetratasulla popolazione inerme;

- la persecuzione e l’assassinio di militanti delle forzepolitiche che si opponevano al fascismo.

Questa violenta aggressione suscita non solo l’oppo-sizione delle forze progressiste parlamentari, ma deglistessi governi o settori governativi più democratici.

E’ il primo dopoguerra e il Regno d’Italia, che siedetra i vincitoridel conflitto mondiale, paga a caro prezzola partecipazione alla guerra: le difficoltà economiche ei debiti di guerra, come naturale conseguenza di ogniconflitto armato, vengono fiscalmente scaricate sullemasse proletarie già in degrado, le quali vedono peg-giorare ulteriormente le loro condizioni di vita.

La crisi di sistema che scaturisce in Italia da questoclima di incertezza politica (saranno sette i governi che

si succederanno dal ‘19 al ‘22) sarà terreno fertile piùche per le forze operaie e contadine rivoluzionare - chedal ‘19 al ‘20, sull’onda della Rivoluzione d’Ottobre,insorgeranno contro la borghesia industriale con scioperie occupazioni di fabbriche e campagne - per la reazionedel monopolismo privato che, da un lato, aveva avutogià modo di saggiare le potenzialità rivoluzionarie dellaclasse operaia e contadina e dall’altro era alla ricerca direferenti politiciche potessero salvarla dal grande capi-talismo monopolista transnazionale che minacciava difagocitarne risorse e mercati.

Reazione che consisterà nel appoggiare economica-mente le forze politiche che avrebbero avuto comescopo la soppressione delle opposizioni al Capitale e lagestione oligarchica ed autoritaria del potere politico na-zionale.

Il capitalismo industriale italiano sarà la culla del fa-scismo che inizierà la sua era il 30 ottobre 1922.

Con l’avvento al potere di Mussolini si inasprisceancor più la persecuzione fisica degli oppositori antifa-scisti, iniziata nel ‘19, fino alla presa totale del poterecon l’instaurazione della dittatura fascista che coincideràcon il delitto Matteotti.

Il partito nazionale fascista il 6 aprile 1924 vince le ele-zioni con il 60% dei voti assicurandosi la maggioranza

Anno XIX N.26 - Settembre 2015 Euro 6,00

POPOLI E GOVERNI DEMOCRATICI UNITI

di Maurizio Ceccio

CENT’ANNI DI RELATIVITÀ

EDITORIALE

Page 2: EDITORIALE POPOLI E GOVERNI DEMOCRATICI UNITI · POPOLI E GOVERNI DEMOCRATICI UNITI di Maurizio Ceccio ... Su l’Unità del 15 giugno 1924 compare un articolo in prima pagina dal

della Camera dei Deputati, conquistando 355 seggi gra-zie all’odiosa legge Acerbo.

Due mesi e quattro giorni dopo il deputato socialistaGiacomo Matteotti viene rapito e ucciso dai fascisti peraver denunciato la corruttela fascista.

La storia ufficiale vuole che sia stato il discorso pro-nunciato dal socialista, il 30 maggio alla Camera, ad at-tirare l’ attenzioni delle squadraccie a guardia delregime, discorso in cui denunciava le violenze e le ille-galità commesse dai fascisti per vincere le elezioni.

E’ altresì vero che al momento del sequestro, avvenutoil 10 Aprile, gli venne sottratta la borsa personale checonteneva le prove, che avrebbe esposto il giorno se-guente alla Camera, sulla corruzione esercitata dallacompagnia petrolifera Sinclaire Oil per conto della so-rella maggiore, Standard Oil, nei confronti di Musso-lini.

Il governo fascista infatti, alcune settimane prima,aveva concesso alla Sinclaire Oil, sostenuta dai princi-pali gruppi finanziari di Wall Street tra cui la banca diJohn Davison Rockefeller, già proprietario della Stan-dard Oil, il monopolio per la ricerca e lo sfruttamentodi tutti i giacimenti petroliferi presenti nel sottosuolo ita-liano con il Regio decreto n.677 del 4 maggio 1924 (cheapprova la Convenzione stipulata il 29 aprile 1924 frail Ministero dell’economia nazionale e la Sinclair Ex-

ploration Company1) che prevedeva condizioni vantag-giosissime come l’esenzione dalle imposte e la duratanovantennale delle concessioni.

La reazione delle opposizioni al delitto Matteotti saràl’abbandono della Camera dei Deputati meglio notacome secessione dell’Aventino.

Su l’Unitàdel 15 giugno 1924 compare un articolo inprima pagina dal titolo L’atteggiamento delle opposi-zioni in cui si analizza quale significato e quale sviluppopuò assumere l’atto compiuto da tutti i Gruppi di op-posizione al fascismo con l’abbandono dell’aula par-lamentare.

Sempre nello stesso, chiarito lo spirito unitario con cuiil Partito comunista partecipa all’azione intrapresa cal-colando tutta la portata e prevedendone tutti gli sbocchipossibili, l’articolo conclude evocando la naturale con-seguenza della secessione aventiniana: Ma è necessarioanche che il proletariato sia consapevole di ciò che av-viene e di ciò che può avvenire per difendersi a tempo,per essere in grado di pesare sullo sviluppo degli avve-nimenti, per riacquistare in essi tutte le sue forze e le suefunzioni. La iniziativa e l’azione del Gruppo comunistanel seno dello opposizioni è solo e non può essere chein funzione delle iniziative e delle capacità di azione delproletariato.

E’ necessario, secondo la previsione de Gruppo co-

1http://archivio.camera.it/patrimonio/archivio_della_camera_regia_1848_1943/are01o/documento/CD0000000536

Atene, 5 luglio 2015 - Piazza Syntagma - Festeggiamenti per la vittoria del NO al referendum anti-austerity

CENT’ANNI DI RELATIVITÀ

2 Settembre Gramsci

Page 3: EDITORIALE POPOLI E GOVERNI DEMOCRATICI UNITI · POPOLI E GOVERNI DEMOCRATICI UNITI di Maurizio Ceccio ... Su l’Unità del 15 giugno 1924 compare un articolo in prima pagina dal

munista, che l’azione delle forze parlamentari di oppo-sizione al fascismo si leghino alle lotte delle masse la-voratrici.

Per questo motivo il 17 giugno 1924, sempre dalle co-lonne de l’Unità, il PCd’I chiede a gran voce la procla-mazione dello sciopero generale ribadendo come laclasse operaia sia l’unica forza in grado di dirigere unalotta unitaria contro il fascismo.

La richiesta è respinta dal gruppo delle opposizioni chetemporeggerà in un apatico immobilismo, convinto chel’eco dell’assassinio di Matteotti avrebbe travolto rovi-nosamente il Governo Mussolini congiuntamente al-l’azione legale della magistratura e all’intervento dell’re.Nulla di tutto ciò accadrà, anzi il contrario.

Ancora dalle pagine de l’Unità, il 28 ottobre 1924,Gramsci torna ad insistere sulla proposta del Parla-mento antifascista: Sostanzialmente che cosa chiede-vano i comunisti? Il blocco delle Opposizioni è oggiun’alleanza di partiti su di un terreno negativo per laresistenza passiva al fasciamo. Si convochi invece, incontrapposto al Parlamento fascista, un Parlamentonel quale tutti i partiti - che lo volessero - quindi anchei comunisti - possano partecipare senza altri vincoli for-mali che il regolamento parlamentare... l’assembleaavrebbe veramente rappresentato il popolo italiano,avrebbe dovuto dire a questi, di volta in volta, che cosaoccorresse fare per abbattere il fascismo, sarebbe di-ventato il centro della lotta.

Come storicamente noto, anche questo ennesimo ap-pello, ad una resistenza attiva al fascismo, è totalmenterespinta dal comitato delle opposizioni parlamentariche, in una riunione tenuta il giorno stesso, deciderà dilanciare un manifesto al Paese: «Il Comitato delle Op-posizioni parlamentari, riunitosi questa sera a Monte-citorio...ha deliberato di nominare una commissionecon incarico di redigere un manifesto per spiegare alpaese le ragioni della condotta politica degli oppositori.Tale manifesto sarà presentato nella riunione plenariadelle Opposizioni convocata per l’11 novembre».

Non sarà il caso a volere che, proprio l’11 novembre1924, Gramsci pubblichi il suo articolo su L’anti Par-lamento, che evidenzia ancora come l’attendismo spe-

ranzoso delle opposizioni borghesi e massimaliste stiaimpedendo che la protesta parlamentare antifascista siunisca alla resistenza diretta delle masse lavoratrici.

Gramsci conclude scrivendo: Verrà forse il giorno incui ogni possibilità di vittoria su un terreno parlamen-tare e incruento apparirà inesistente anche ai più ciechi.Allora la proposta comunista verrà giudicata esserestata utile e necessaria; allora i partiti che hanno tra-dizioni e programmi rivoluzionari - purtroppo l’animaè ben diversa - penseranno di potersi rivolgere alleclassi lavoratrici, penseranno che solamente questepossono e vogliono la lotta a fondo contro tutti i fasci-sti.E allora l’anti Parlamento, la costituzione di un or-ganismo cioè rappresentativo e direttivo di tutte le cor-renti antifasciste, facente appello all’azione diretta delpopolo italiano, sarà acclamato. Ma forse sarà tardi.In ogni ora politica vi è un adatto mezzo di lotta. L’anti-Parlamento sarebbe oggi la parola d’ordine che lemasse italiane accetterebbero: domani, aggravandosila situazione, inasprendosi i rapporti di classe, il prole-tariato italiano - ridotto alla disperazione e alla fame -vorrà ben altro. Il Partito comunista adempie oggi eadempirà domani al suo compito di avanguardia.

Meno di due mesi dopo questo scritto di Gramsci,Mussolini pronuncia il noto discorso della Ceka in cuirespinge l’accusa di essere il mandante dell’assassinioMatteotti, ma si assume la responsabilità morale e poli-tica delle violenze e del clima di terrore di quei mesi.

Con questo atto il Governo Mussolini diviene ferocedittatura, che distruggerà i sindacati, abolirà il diritto disciopero, concentrerà tutti i poteri dello Stato nelle pro-prie mani svuotando il Parlamento delle sue principalifunzioni, abolirà la libertà di stampa, i partiti e le orga-nizzazioni antifasciste e dichiarerà decaduti i deputatidella Secessione dell’Aventino.

L’8 novembre 1926, Gramsci viene arrestato e rin-chiuso nel carcere di Regina Coeli e con lui la propostadi trasformare l’Aventino in anti Parlamento fascista.

Gli anni seguenti saranno quelli del consolidamentodel fascismo in Italia e la sua diffusione per quasi tuttal’Europa (Portogallo 1932, Germania 1933, Austria

CENT’ANNI DI RELATIVITÀ

3 Settembre Gramsci

Page 4: EDITORIALE POPOLI E GOVERNI DEMOCRATICI UNITI · POPOLI E GOVERNI DEMOCRATICI UNITI di Maurizio Ceccio ... Su l’Unità del 15 giugno 1924 compare un articolo in prima pagina dal

1933, Norvegia 1933, Bulgaria 1934, Grecia 1936, Spa-gna 1939).

Forte fu la risposta della classe operaia e delle opposi-zioni antifasciste europee all’acutizzarsi dei regimi fa-scisti sopratutto in Germania e in Francia, ma con duerisultati diversi: mentre nella Germania pre-nazista ilmovimento operaio organizzato nel partito comunistatedesco non riuscì, nel luglio del ‘32 ad ottenere la con-vocazione del sciopero generale a causa del rifiuto daparte del partito socialdemocratico tedesco dopo lo scio-glimento del Parlamento da parte di von Papen, in Fran-cia, il 6 febbraio del ‘34, quando a Parigi oltre ventimilafascisti armati tentarono di occupare la Camera dei De-putati, la risposta delle masse fu immediata e circa ven-ticinquemila lavoratori invasero le vie della capitaledisperdendo i fascisti.

Il 12 febbraio venne organizzato uno sciopero controil fascismo e i pericoli di guerra indetto dai sindacati co-munista e socialdemocratico al quale aderirono il Partitosocialista francese, il Partito comunista francese, movi-menti contro la guerra e intellettuali e la partecipazionedi cinque milioni di lavoratori dando dimostrazione diquanta forza era in grado di sviluppare tutta la sinistrafrancese.

Un anti Parlamento fascista che riuscì ad unire le lottesociali dirette dalla classe operaia a quelle istituzionalidei partiti socialdemocratici e socialisti che si opposeroscongiurando la presa del potere da parte del fascismo.2

Senza dubbio questo ed altri scioperi servirono dabanco di prova per quella che fu l’esperienza concretadel Front Populaireche nelle elezioni del 1936 conqui-stò la maggioranza dei seggi alla Camera dei Deputati.3

Nonostante la vittoria delle sinistre in Francia, che re-sterà un episodio isolato in quell’Europa occidentale

ormai in balia dei regimi totalitari, gli anni successivisono quelli di preparazione al secondo conflitto mon-diale.

Oggi il mondo, rispetto a 76 anni fa, é profondamentemutato così come mutati appaiono i rapporti di forza: ilblocco sovietico è ormai crollato e il capitalismo mo-nopolista è dilagato in molte ex repubbliche sovietiche.

Tuttavia tra la fine della prima decade del terzo mil-lenno e l’inizio della seconda, nuovi e storici protagonistisi affermano sullo scacchiere mondiale.

Il contrappeso rappresentato dai BRICSa favore dellacostruzione di una società multipolare, libera dal giogodel monopolismo finanziario privato, è sintomo che c’èun ampio spazio di manovra che puó essere sfruttatocoscientemente dalle forze produttive europee per darenuovo slancio al conflitto di classe.

La fascistizzazione dell’Europa, con tutti i pericoli diguerra che interessano ancora il continente (basti pen-sare al golpe fascista avvenuto in Ucraina e al conse-guente conflitto armato scoppiato nella primavera del2014 tra i golpisti e le repubbliche popolari della regionedel Donbass) è più concreta di quanto si possa pensare.

Sempre piú evidenti appaiono le contraddizioni inseno al monopolismo finanziario che speculando, ap-profittando della crisi economica, apre un nuovo ciclodi accumulazione a discapito delle masse proletarie chesi impoveriscono sempre piú.

Storica è apparsa, in questo contesto, la lotta del popologreco e del governo Tsipras contro l’oligarchia finan-ziaria di Ior, Rothschild e Rockefeller.

Una lotta, il cui esito è ormai noto, che non è riuscitaad oltrepassare i confini nazionali e che, probabilmenteper questo, è risultata una vittoria di Pirro.

Questo, unito alla scarsa mobilitazione delle masse eu-

2Piero De Sanctis, CONGRESSO INTERNAZIONALE CONTRO LA GUERRA E L’Anti Parlamento fascista, Gramscin.22, pag. 10.

3 Ilija Ehrenburg, corrispondente estero di Izvestia (al tempo dei fatti, organo ufficiale del Governo sovietico), all’indomani della manifestazione antifascistasvoltasi ad una settimana di distanza dalla sommossa delle destre in Francia: Il 12 febbraio fu per la Francia una gran data. In apparenza non accadde niente,e il giorno dopo Parigi aveva il suo solito aspetto. La manifestazione fascista del 6 febbraio aveva rovesciato il governo, mentre questa volta tutti i ministrierano rimasti al loro posto, ma fu proprio il 12 febbraio a cambiare molte cose: non la composizione del governo, ma la stessa Francia. Non so come,cessarono di colpo le supposizioni su di un nuovo assalto dei fascisti e sui loro eventuali dirigenti. Tutti capirono che la forza era nelle mani del popolo. Il 12febbraio vi fu la prova generale di quel Fronte Popolare che avrebbe scosso la Francia due anni più tardi.

CENT’ANNI DI RELATIVITÀ

4 Settembre Gramsci

Page 5: EDITORIALE POPOLI E GOVERNI DEMOCRATICI UNITI · POPOLI E GOVERNI DEMOCRATICI UNITI di Maurizio Ceccio ... Su l’Unità del 15 giugno 1924 compare un articolo in prima pagina dal

ropee e delle forze politiche comuniste e progressiste,sopratutto in Germania, Italia, Francia, Austria, Beneluxe Svizzera (dove esistono i più grandi complessi apicalidella produzione e della ricerca), ha determinato la vit-toria della Troika che invece ha saputo mobilitare leforze reazionarie di mezza Europa: non dimenticheremola propaganda elettorale, attuata tramite i mezzi di in-formazione di massa, di molti capi di stato europei du-rante il periodo del referendum greco.

Ad ogni modo una lezione, a mio modesto avviso, vatratta: la vicenda greca conferma, senza ormai piùombra di dubbio, che la lotta di classe si sia irreversibil-mente ed esplicitamente manifestata nella sua dimen-sione continentale!

Le lotte della Resistenza partigiana per la Libertà sa-ranno valse a poco se gli attori più coscienti di questabattaglia non dimostreranno di voler spezzare il circolovizioso all’interno del quale sembra essere nuovamentesprofondata la società italiana ed europea.

Dopo il ventennio fascista, un altro ventennio si ap-presta a chiudere il suo ciclo distruttivo caratterizzatodalla disintegrazione delle tante forze produttive che an-cora sono, e sempre saranno, gli attori della società in-dustriale contemporanea.

Forze produttive che in Italia, come in Europa, pertroppo tempo hanno subito gli attacchi del monopoli-smo privato che, facendosi Stato, ha gestito e sta ge-stendo direttamente la politica e l’economia nazionalea favore degli interessi dei grandi gruppi finanziari dellaCity e di Wall Street.

Le lotte di questi ultimi anni dei minatori spagnoli,

degli operai dell’ ArcelorMittal, dell’ Helleniki Halibour-gia, della FIAT, dell’ILVA e di tutte le fabbriche apicalidelle filiere produttive strategiche sono la dimostrazioneconcreta della forza della classe operaia che tanto piùrisulterà vittoriosa quanto più riuscirà a legarsi alla lottaistituzionale nazionale ed europea.

Parallelamente è necessario che i nuclei gramsciani,avanguardia della classe operaia, all’interno dei partiticomunisti non si perdano nelle allucinazioni particola-ristiche (problema dell’astensionismo elettorale, pro-blema della costituzione di un partito “veramente”comunista ), ma di lavorare a creare le condizioni dimassa in cui sia possibile risolvere tutti i problemi par-ticolari come problemi dello sviluppo organico della ri-voluzione comunista.4

Uno sforzo che dovrà coinvolgere certamente le forzeproduttive e i movimenti di massa e di classe di ogninazione europea e che, ancora ribadiamo, non puó e nondeve limitarsi soltanto ai confini nazionali.

È necessario realizzare un coordinamento internazio-nale che organizzi il conflitto di classe su scala conti-nentale all’interno del quale l’avanguardia della classeoperaia possa svolgere la sua funzione dirigente.

Parimenti è assolutamente prioritario che sorga L’antiParlamento monopolista, cuore del Fronte democraticodiretto dalla classe operaia europea, che trasformerà laguerra già cominciata5 dai monopolisti in lotta rivolu-zionaria di emancipazione sociale e nazionale di massaper affermare le Costituzioni antifasciste, la democrazia,la pace e il socialismo in Europa e nel mondo.6

4Antonio Gramsci, Due rivoluzioni, L’Ordine Nuovo, 3 luglio 1920, II, n. 8

5Togliatti scrisse sullo Stato Operaionel luglio 1932: la guerra scoppierà da uno dei mille contrasti che minano la situazione mondiale. Uno Stato comin-cerà per disperazione, perché deve cominciare. Entrerà in guerra senza dichiararla, come si usa oggi. Farà la guerra. Il resto verrà da sé: il blocco control’Urss si formerà nella guerra stessa. La coagulazione degli interessi si realizzerà sotto la necessità della guerra iniziata, che comporterà di andare avanti,che esigerà la solidarietà capitalistica, che metterà in gioco gli interessi delle altre potenze, di tutte le potenze, di tutto il mondo capitalistico… Il proleta-riato deve combattere contro la guerra con la persuasione che la guerra è già iniziata. Essa è di fatto già cominciata. La sosta, forse di pochi mesi, forse dipoche settimane, della marcia giapponese in Cina contro la Russia dei Soviet, non deve ingannare i lavoratori. La guerra è cominciata. (Paolo Spriano,Storia del Partito comunista italiano,Gli anni della clandestinità, Einaudi, 1969).

6Editoriale Gramscin.22.

CENT’ANNI DI RELATIVITÀ

5 Settembre Gramsci

Page 6: EDITORIALE POPOLI E GOVERNI DEMOCRATICI UNITI · POPOLI E GOVERNI DEMOCRATICI UNITI di Maurizio Ceccio ... Su l’Unità del 15 giugno 1924 compare un articolo in prima pagina dal

La distruttiva volontà del monopolismo con-tro il popolo greco, il suo legittimo governo

Syriza e la stessa Ue dimostra la completa de-composizone del potere finanziario mondiale.

Le distruzioni del monopolismo da decenni in-vestono l’Europa orientale, il Medioriente,l’Africa ed altri continenti, causando bibliche mi-grazioni.

La classe operaia, le sue lotte, le sue organizza-zioni, in Europa, nutrono la piena fiducia e i pen-sieri di Marx, Engels, Lenin, Stalin e l’esempiopolitico e morale di Antonio Gramsci.

La classe operaia, educata dal suo partito, dirigela necessaria Dittatura democratica del proleta-riato in una crescente Educazione del proleta-riato.

La classe operaia, il gruppo sociale più nume-roso e organizzato sul pianeta, può risolvere laprofonda crisi strutturale, culturale, economica,sociale e politica della società.

La classe operaia e i comunisti europei educanouna vasta Alleanza democratica tra il proletariatoe la borghesia per fermare e sconfiggere il mo-nopolismo.

Intorno all’anno Mille, in Europa sorge il lavorosalariato.

Il lavoro salariato, la compravendita della for-zalavoro, base originaria del cosiddetto mercato,dissolve i vincoli durevoli e servili del mondo an-tico e libera i cittadini alla continua e competitivaricerca di sostentamento, di socialità e di nuovacultura.

La scoperta di nuove terre, in Africa, nelle Ame-riche e nelle Indie, accresce i commerci e il la-voro delle botteghe dei mastri artigiani e dei

garzoni, principalmente nei comuni e città me-dievali delle valli dell’Arno e della Scheda.

Protagonisti di questo moto rivoluzionario dellasocietà sono l’intraprendente borghesia e il mo-derno proletariato.

Due classi rivoluzionarie divise da diversi inte-ressi e concezioni dell’uomo e del mondo.

La borghesia muove da interessi più individualie particolari, il proletariato lotta per conquiste piùorganiche e collettive.

In italia le prime lotte dei Ciompi compaionoall’inizio del XIII secolo.

La produzione minuta nei borghi medievali, ladiffusione della manifattura e la fioritura dei co-muni generano la prima rivoluzione industrialecaratterizzata dall’invenzione della stampa nel1455 e della macchina a vapore durante il XVI eXVII secolo, nonché la conseguente prima rivo-luzione scientifica con le scoperte delle leggi ma-tematiche e fisiche dei moti dei gravi di Galileinel 1635 e della cellula nel 1665.

Le rivoluzioni inglese, americana e francesemondializzano il lavoro salariato e il capitalismo,la borghesia diventa classe dominante e la societàentra definitivamente nell’era moderna.

La borghesia rivoluzionaria, con Voltaire e DeTocqueville, ispira il pensiero laico e liberale disinistra.

In lotta politica contro il dominio della borghe-sia, il proletariato moderno, con Marx ed Engels,esprime il Socialismo scientifico.

Verso la fine del XIX secolo, la concorrenza trai diversi settori mondiali della borghesia sfocianelle prime concentrazioni monopoliste, iniziatecon il Trust carbonifero dei Thyssen nel 1857.

EDUCAZIONE DEL PROLETARIATO1

di Ennio Antonini

CENT’ANNI DI RELATIVITÀ

6 Settembre Gramsci

Page 7: EDITORIALE POPOLI E GOVERNI DEMOCRATICI UNITI · POPOLI E GOVERNI DEMOCRATICI UNITI di Maurizio Ceccio ... Su l’Unità del 15 giugno 1924 compare un articolo in prima pagina dal

La Comune di Parigi nel 1871 è la prima rispo-sta del proletariato all’incombente secolo del-l’imperialismo finanziario monopolista suipopoli e sui continenti.

I monopolisti, per potenziare il loro sistema dipotere e di dominio, utilizzano la seconda rivo-luzione industriale con il motore a scoppio del1854 e di quello elettrico del 1871, insieme allaseconda rivoluzione scientifica con le scopertedella Teoria della relatività di Einstein del 1905e dell’atomo del 1911.

La conseguente polarizzazione della ricchezzaacuisce la crisi che scoppia nel 1907.

Il monopolismo, pricipalmente la Troika, sosti-tuisce progressivamente il potere politico dellaborghesia, distrugge gli stati nazionali per im-porre il proprio dominio assoluto: l’etat c’estmoi.Contro ciò e la conseguente Prima GuerraMondiale, insorge la classe operaia con la Ri-voluzione d’Ottobre.

In essa emerge la direzione della classe operaia,sulla vasta Alleanza storica democratica tra bor-ghesia e proletariato contro l’assolutismo feudalee il monopolismo.

Una netta direzione della nuova classe, sia purefortemente contrastata dalla ganga popolare.

Occupazioni coloniali dei Continenti del sotto-sviluppo, due guerre mondiali, una lunghissimaguerra fredda, sanguinosissime dittature militarie stragi di Stato, fomentazioni di guerre civili perimporre il neocolonialismo, distruzione dell’Ursse delle democrazie popolari, restaurazione neo-fascista diretta con aggressioni militari e guerrecivili, assalto della Troika Ior Rockefeller Rot-schild contro la stessa Ue sono le tappe fonda-

mentali del dominio del Secolo lungo monopo-lista.

Contro di esso il proletariato e i popoli rispon-dono con eroiche rivoluzioni in Cina ed altri con-tinenti, resistenze armate con la sconfitta delnazifascismo, ampie lotte democratiche postbel-liche di massa, vaste guerre popolari anticolo-niali.

La classe operaia italiana con i forti scioperidell’inverno e della primavera scuote il regimefascista che scricchiola il 25 luglio e crolla defi-nitivamente l’8 settembre 1943.

La classe operaia euroasiatica in armi innervail triennio rosso 1943 1945.

Il monopolismo imperialista trascina l’UnioneSovietica, le democrazie popolari e i partiti co-munisti su un terreno di lotta prevalentementeistituzionale e statuale, sospingendo nella passi-vità il fondamentale scontro di classe.

Le ultime lotte politiche del proletariato inter-nazionale risalgono all’occupazione di tutte legrandi fabbriche del Maggio francese nel 1968,alle forti lotte dei Consigli di fabbrica italiani,culminate nell’Autunno caldo nel 1969 e altrionfo dell’eroico popolo del Vietnam nel 1975.

L’inadeguata risposta del proletariato interna-zionale permette all’oligarchia monopolista diutilizzare i frutti della terza rivoluzione tecnico-scientifica dell’invenzione del transistor nel1948, delle scoperte della struttura spaziale adoppia elica del Dna nel 1953 e di Internet nel1969.

Questa temeraria Restaurazione monopolista,politicamente poco contrastata, accentua l’accu-mulazione della ricchezza, le diseguaglianze so-ciali e la crisi generale che, esplosa nel 1907,

1 sen. Giovanni Barozzino, Ci volevano con la terza Media, Editori Riuniti, Roma, pag. 31, 32, 140, 141: …Nel 2003 eravamo arrivatia novemila provvedimenti disciplinari, tantissimi “illimitati” e soprattutto tanti dimissionari e licenziati. Tutto quello che succedevanon riuscivo a spiegarmelo, Non mi sembrava vero, eppure stava accadendo realmente, forse perché eravamo tanti operai, ma non an-cora una classe.

CENT’ANNI DI RELATIVITÀ

7 Settembre Gramsci

Page 8: EDITORIALE POPOLI E GOVERNI DEMOCRATICI UNITI · POPOLI E GOVERNI DEMOCRATICI UNITI di Maurizio Ceccio ... Su l’Unità del 15 giugno 1924 compare un articolo in prima pagina dal

acuisce nel 1929, dirompe nuovamente nel 2007decomponendo l’intera società internazionale.

Tutto ciò muta il rapporto internazionale tra leclassi e indebolisce fortemente la classe operaia,divisa e sospinta verso rivendicazioni economi-ste2.

In Europa, culla di civiltà millenaria, di tre ri-voluzioni tecnico-scientifiche e di una storica evariegata lotta per la democrazia e il socialismo,esistono le condizioni di sviluppo per un muta-mento di classe della direzione della società.

Per frenare la spaventosa decomposizione dellasocietà internazionale e i crescenti pericoli di unaguerra generale, con il sostegno di una vasta Al-leanza democratica e dei Brics, in ogni conti-nente, principalmente in Europa, i lavoratorid’avanguardia, per espropriare i monopolisti, or-ganizzano i Consigli di filiera.

Approfondendo l’insegnamento di Gramsci sulBlocco storico, una vasta e profonda Alleanza de-mocratica antimonopolista tra il proletariato e laborghesia, diretta dalla classe operaia, isola esconfigge le mille Famiglie finanziarie di WallStreet e della City, la Troika e i loro lacchè piùcorrotti e criminali.

Gli intellettuali rivoluzionari, nel sostenere consincerità l’ultima e discreta direzione statualedella classe operaia, inverano la peculiarità delproprio ruolo.

La classe operaia esercita il potere politico consaggezza e probità, il proletariato e la borghesiagodono felici le voluttà della produzione.

Il profitto individuale e collettivo sviluppa lasocietà, mentre il suo comune nemico è la ricercadel massimo profitto privato monopolista.

La classe operaia, educata dal suo partito comu-nista, vigila sui rigurgiti monopolisti, erge il pro-

letariato e la borghesia dalle illusioni economistee nazionaliste e li dirige lungo la complessa e pa-ziente transizione dal capitalismo al comunismodegli uomini liberi ed eguali.

CENT’ANNI DI RELATIVITÀ

2 Lenin,Relazione al X Congresso del Pc(b)r, Opere scelte, Edizioni Editori Riuniti-Edizioni Progress, vol. VI, pag.410: Dobbiamoinnanzi tutto convincere, e poi costringere. Dobbiamo ad ogni costo convincere prima, e costringere poi. Noi non abbiamo saputo con-vincere le grandi masse e abbiamo incrinato i giusti rapporti che devono intercorrere tra l’avanguardia e le masse.

Libro in fase di redazione edito dal CentroGramsci. Di seguito un estratto della quarta dicoperina:

...dal momento in cui un gruppo subalternodiventa realmente autonomo ed egemone su-scitando un nuovo tipo di Stato, nasce concre-tamente l’esigenza di costituire un nuovoordine intellettuale e morale, cioè un nuovotipo di società e quindi l’esigenza di elaborarei concetti più universali, le armi ideologichepiù raffinate e decisive.

8 Settembre Gramsci

Page 9: EDITORIALE POPOLI E GOVERNI DEMOCRATICI UNITI · POPOLI E GOVERNI DEMOCRATICI UNITI di Maurizio Ceccio ... Su l’Unità del 15 giugno 1924 compare un articolo in prima pagina dal

Sono trascorsi cento anni da quando Einstein pre-sentò il 25 novembre 1915 all’Accademia prus-

siana delle Scienze Le equazioni di campo dellagravitazione. Una Memoria che presentava la strutturacompleta della teoria della relatività generale e alla qualeaveva lavorato già dal 1907.

L’intento era quello di costruire una teoria della gravi-tazione che approfondisse quella di Newton e fossecompatibile con la relatività ristretta del 1905. In effettitra la teoria della relatività ristretta del 1905e quella ge-nerale del 1915, sorsero inizialmente contraddizioni poi-ché, mentre la prima assume come postulato base lavelocità della luce costante, la seconda dice che uncampo gravitazionale flette i raggi di luce rallentandoli.Furono necessari dieci anni di duro lavoro per superarequeste contraddizioni, anni di ispirate e ingrate fatiche aproposito delle quali Einstein disse: « Alla luce della co-noscenza ottenuta, il felice conseguimento sembra quasiuna cosa del tutto naturale, e ogni studente intelligentepuò capirlo senza troppa fatica. Ma gli anni di ansiosericerche nelle tenebre, con le loro intense aspirazioni,l’alternarsi della fiducia e della stanchezza, e l’emergereultimo alla luce…soltanto coloro che hanno fatto essistessi l’esperienza possono capirla.». Alcuni anni prima,infatti, Einstein si trovava prigioniero entro l’intricatolabirinto delle equazioni gravitazionali di cui non avevaancora trovato il filo conduttore giusto, e aveva lanciatoil grido di aiuto all’amico matematico «Grossann, aiu-tami o io divento matto».

In quel 25 novembre,dunque, la teoria era, con la suapossente struttura matematica, completa, bella, diaman-

tina e priva di contraddizioni interne. In questi cento anniessa è stata sottoposta a ogni sorta di prove sperimentaligodendo sempre di ottima salute e, oggi, è il faro che il-lumina le ricerche degli scienziati sulle galassie, suibuchi neri, sulle onde gravitazionali e sull’universo. Ilruolo svolto dalla relatività generale in astronomia e co-smologia, a partire dal 1960 fino ad oggi, è stato l’ele-mento trainante del programma di verifiche della teoriastessa. Così il continuo perfezionamento degli strumentidi misura e di osservazione ha permesso, nel solo de-cennio 1964-’74, la conferma di vecchie previsioni teo-riche di Einstein: stelle esaurite che esplodono nel corsodi collassi gravitazionali (chiamate poi pulsar); stelleparticolari che si allontanano da noi con velocità di90mila km al secondo (chiamate quasar); collassi gra-vitazionali ancora più catastrofici (chiamati buchi neri);stelle fortemente condensate di massa simile al Sole macompressa in una sfera del diametro di 20 km (dettestelle di neutroni).

Ma il 1915 è anche importante perché segna l’iniziodi una storica corrispondenza tra Einstein e due grandimatematici italiani, Levi-Civita e il suo maestro Ricci-Curbastro, i quali, circa 15 anni prima, avevano appron-tato un metodo matematico denominato Calcoloassoluto,oggi chiamato Calcolo tensoriale, destinato acostituire la struttura portante della teoria della gravita-zione relativistica.

Agli inizi della prima guerra mondiale, il cittadinosvizzero Einstein aveva difeso pubblicamente per laprima volta la causa del pacifismo e, continuò a farloanche in seguito, suscitando reazioni ostili da parte degli

CENT’ANNI DI RELATIVITÀ

di Piero De Sanctis

Con il genio la natura resta in eterna unione:ciò che l’uno promette, l’altra certamente mantiene.

Schiller

CENT’ANNI DI RELATIVITÀ

9 Settembre Gramsci

Page 10: EDITORIALE POPOLI E GOVERNI DEMOCRATICI UNITI · POPOLI E GOVERNI DEMOCRATICI UNITI di Maurizio Ceccio ... Su l’Unità del 15 giugno 1924 compare un articolo in prima pagina dal

sciovinisti tedeschi. Le distruzioni e gli sconvolgimentidella guerra influirono in minima parte sulla sua produ-zione scientifica anzi, in una certa misura furono gli annipiù creativi della sua vita: portò a termine la teoria dellarelatività generale, calcolò i valori esatti per la defles-sione della luce, lo spostamento del perielio di Mercurio,condusse ricerche sulla cosmologia e sulle onde gravi-tazionali. Nel gennaio del 1916, mentre le più grandipotenze capitalistiche occidentali si sbranavano tra diloro per la spartizione delle colonie, dei mercati, dellefonti energetiche e di materie prime mondiali, Einstein,scrivendo al suo caro amico Paul Ehrenfest, disse:« Im-magina la mia gioia a causa dell’applicabilità della co-varianza generale e per il fatto che le equazioni hannoindicato il moto esatto di Mercurio al perielio. Sono ri-masto fuori di me e in estasi per giorni».

In effetti i dati sperimentali fino ad allora conosciutitestimoniavano la rotazione del perielio (perielio è ilpunto dell’orbita più vicino al Sole) del pianeta Mercu-rio, ma ciò rimaneva inspiegabile dal punto di vista dellateoria newtoniana della gravitazione. Ma ora, dal nuovopunto di vista dello spazio-tempo curvo della relatività,curvo per effetto della grande massa gravitazionale so-lare, tutto appariva ordinato e necessario, e necessariaappariva anche la deviazione dei raggi solari nel loropassaggio vicino al Sole. Insomma si capì che masse espazio-tempo erano tra loro interagenti e dialetticamentelegati: le masse dicono alla geometria dello spazio-tempo come curvarsi, e lo spazio-tempo dice alle massecome muoversi.

La conferma sperimentale di tale deviazione dei raggisolari avvenne durante l’eclissi totale di Sole del 29maggio 1919. Due spedizioni organizzate dalla RoyalAstronomy Society: una a Sobrel, in Brasile, e l’altraall’isola di Principe, di fronte alla Costa della Guinea,guidata dall’astronomo Arthur Eddington dell’universitàdi Cambridge. Il 6 novembre 1919 davanti ai membridella Royal Society e della Royal Astronomy Societyin seduta congiunta, l’astronomo Dyson disse:« Dopoun attento studio delle lastre, sono pronto a dichiarareche esse confermano la previsione di Einstein. Il risultatoottenuto è ben preciso: la luce viene deflessa in accordocon la legge di gravitazione di Einstein». Il giorno dopo

il Times di Londra titolava: Rivoluzione nella scienza.Nuova teoria dell’universo. La concezione newtonianademolita. Il 9 novembre il New York Time dava la notiziain un articolo dal titolo Storte le luci in cielo. Il 14 di-cembre la rivista Berliner Illustrierte Zeitung riportavauna fotografia di Einstein con la didascalia « nuovo gi-gante della storia del mondo». In Italia a dare la notiziafu il Corriere della Sera con un titolo che nulla aveva ache fare con la teoria della relatività: La divinazione diuno scienziato. La luce proveniente dalle stelle e debol-mente deviata dal campo gravitazionale solare, dimo-strando l’interazione tra campo gravitazionale e campoelettromagnetico, aveva affascinato il grande pubblicoe, all’improvviso, Einstein divenne famoso in tutto ilmondo e le sue conferenze un evento storico.

C’erano però altri aspetti della personalità di Einsteinche non suscitavano un altrettanto unanime entusiasmo:il suo impegno militante per la pace e le sue simpatieper il socialismo. Allo scoppio della Prima guerra mon-diale prese pubblicamente posizione a favore del paci-fismo firmando il Manifesto agli europei nel quale sichiedeva la collaborazione tra gli studiosi delle nazioniin guerra nell’interesse dell’avvenire dell’Europa e pro-ponendo l’istituzione di una Lega degli europei mai peròattuata. La rivoluzione del 9 novembre 1918 in Germa-nia, che portò all’abbattimento della monarchia e allaingloriosa fuga in Olanda del Kaiser Guglielmo II,apriva grandi speranze agli spiriti sinceramente demo-cratici. Anche Einstein, da sempre critico feroce del mi-litarismo prussiano, guardava con interesse epartecipazione alla nascita della Repubblica di Weimarportatrice di idee di uguaglianza sociale, di libertà poli-tica e di pensiero. Nei suoi appunti per le lezioni setti-manali sulla relatività durante il corso invernale del1918-19 a Berlino, alla data 9 novembre c’è scritto «le-zione annullata a causa della rivoluzione». Nel febbraiodel 1920, a Berlino, un gruppo di studenti nazisti inter-ruppe la sua lezione al grido:« Taglieremo la gola aquello sporco ebreo».

Tuttavia la rivoluzione di novembre si fermò alla suafase democratica borghese. Con l’assassinio di KarlLiebknechte e Rosa Luxemburg il 15 gennaio 1919, daparte dell’ex macellaio Noske (dotato di molta forza fi-

CENT’ANNI DI RELATIVITÀ

10 Settembre Gramsci

Page 11: EDITORIALE POPOLI E GOVERNI DEMOCRATICI UNITI · POPOLI E GOVERNI DEMOCRATICI UNITI di Maurizio Ceccio ... Su l’Unità del 15 giugno 1924 compare un articolo in prima pagina dal

sica ma di poco cervello) su mandato del socialdemo-cratico di destra Erbert, la Repubblica, ormai in manoall’apparato militare tedesco, un vero Stato nello Stato,subì un lento ma inesorabile declino democratico finoal 1933, anno della presa del potere nazista.

Nel corso dell’anno 1920 la borghesia dominante te-desca si rafforzò grazie al sostegno dei trusts e delle ban-che americane i quali contribuirono al riarmo dellaGermania e grazie anche alla politica d’inflazione per-seguita dal governo socialdemocratico che permise lacrescita smisurata dei profitti degli esportatori tedeschie l’impoverimento delle masse lavoratrici. Il paesecadde preda delle forze raz-ziste, antisemite e del na-scente nazismo. Nellostesso anno venne organiz-zata in Germania una cam-pagna antisemita, benfinanziata, per diffamareEinstein e attaccare la suateoria della relatività, chevenne definita ebraica e co-munista e il 25 agosto, glistessi organizzatori, non ba-dando a spese, indissero unaben pubblicizzata riunionedi massa contro la relativitànella sala della Filarmonicadi Berlino.

Il prof. Wilhelm Muller,del Politecnico di Aqui-sgrana, nel suo libro Il giudaismo e la scienza immaginòche la relatività fosse un complotto mondiale ebraicoper contaminare le scienze e, di conseguenza, distrug-gere la civiltà. Per il prof. Ludwig Bierberback, dell’uni-versità di Berlino, Einstein era «un ciarlatano straniero».Il prof. Rudolph Tomaschek, direttore dell’Istituto di fi-sica di Dresda disse :« La fisica moderna è uno stru-mento del giudaismo mondiale per la distruzione dellascienza nordica….La vera fisica è creazione dello spiritotedesco…..Infatti tutta la scienza europea è frutto delpensiero ariano, o meglio tedesco». Ma l’attacco più ve-lenoso fu sferrato dal fisico Anton von Lenard dell’uni-

versità di Breslavia, premio Nobel nel 1905, durante ilCongresso degli scienziati e medici tedeschi svoltosi aBad Nauheim nel 1920 e presieduto da Max Planck.Lenard, durante il suo virulento attacco antisemitadisse:« all’ebreo [Einstein ndr] manca fondamental-mente la capacità di capire la verità…..,essendo eglisotto questo punto di vista molto diverso dal ricercatoreariano, dotato dall’attento e serio desiderio di cercare laverità….La fisica ebraica è quindi un fantasma e un fe-nomeno di degenerazione della fondamentale fisica te-desca».

Nonostante ciò la fama di Einstein era alle stelle. Nel1921 viene insignito delpremio Nobel per il suocontributo alla fisica, spe-cialmente per la scopertadella legge dell’effetto fo-toelettrico, lavoro questoche risale al 1905. Nellamotivazione ufficiale, comesi può notare, la teoria dellarelatività non veniva men-zionata. Continuava a essereconsiderata troppo contro-versa sia scientificamentema soprattutto politica-mente. Nel 1921 Einsteintenne conferenze a Praga ea Vienna e il 2 aprile arrivòa New York dove ebbe ilbenvenuto dal Sindaco e ri-

cevuto alla Casa Bianca dal Presidente Harding. Maanche qui si accesero polemiche: il Il Dearborn Inde-pendent, settimanale di proprietà di Henry Ford, decisoantisemita, pubblicò in copertina un titolo inequivoca-bile:« Einstein è un plagiario». In giugno rientrò in Ger-mania dove l’atmosfera politica si era fatta moltopesante che fece temere per la sua incolumità. Nell’ot-tobre del 1922 la famiglia Einstein partì per il Giapponesu invito di un editore giapponese. Vi rimase sei setti-mane per un ciclo di conferenze, ovunque accolto concalore e grande simpatia. Fu ricevuto dall’Imperatrice.Il viaggio fu un piacevole diversivo dopo la tensione di

Einisten suona il violino, disegno

CENT’ANNI DI RELATIVITÀ

11 Settembre Gramsci

Page 12: EDITORIALE POPOLI E GOVERNI DEMOCRATICI UNITI · POPOLI E GOVERNI DEMOCRATICI UNITI di Maurizio Ceccio ... Su l’Unità del 15 giugno 1924 compare un articolo in prima pagina dal

Berlino. Nella primavera del 1923 rientrò in Europa enello stesso anno contribuì a fondare l’AssociazioneAmici della Nuova Russia e fu nominato, con i fisiciHendrik Loretz e Marie Curie e con il filosofo HenryBergson, membro del Comitato della Societàdelle Na-zioni per la Cooperazione intellettuale. Pacifismo e in-ternazionalismo furono i due grandi ideali politici diEinstein.

Prima della partenza per il Giappone, nei giorni 22, 24e 26 ottobre 1921, su invito del prof. Federico Enriques,presso l’Archiginnasio di Bologna, Einstein tenne treconferenze affollatissime sulla relatività.

Nella prima conferenza Einstein parlò in italiano (dagiovane trascorse più di sei mesi prima a Padova e poia Pavia dove soggiornò felicemente, insieme alla sorellaMaja, nelle casa di campagna dell’amica Ernestina Ma-rangoni presso Casteggio), spiegò come la teoria dellarelatività fosse sorta da problemi collegati direttamenteo indirettamente dall’esperienza quali la costante velo-cità della luce nel vuoto indipendentemente dal motodella sorgente luminosa e la critica del concetto di con-temporaneità dato autoevidente.

Nella seconda, affrontò i problemi connessi alla teoriadella relatività generale e come ad essa fossero collegatii metodi forniti dalla geometria non euclidea, nonché laestensione dei risultati trovati nella teoria della relativitàristretta relativi ai sistemi di riferimento dotati di motorettilineo uniforme, ai sistemi di riferimento accelerati,per giungere poi alla conoscenza della legge generaledel campo gravitazionale.

Nella terza, si soffermò su alcune conseguenze dellateoria suscettibili di verifiche sperimentali, esponendopoi, sulla base di tutti i risultati ottenuti, la concezionerelativistica dell’universo. Al termine della conferenzaEinstein non mancò di aggiungere che lo strumento ma-tematico di cui si era servito derivava dai metodi mate-matici creati da Gauss, Riemann, Ricci e Levi-Civita,presente alla stessa conferenza.

Ma proprio l’occasione delle conferenze di Einsteinfavorì, in Italia, una serie di reazioni sconcertanti sia inambito scientifico che politico. Sulla Stampa esul Restodel carlino, lo scrittore Adriano Tilgher, commentandole tre conferenze, cercò di interpretare la relatività in

senso idealista. Nel suo libretto Relativisti contempora-nei scrisse:« voglio dire che nel campo delle scienze fi-sico-matematiche la teoria della relatività corrisponde aquello che in filosofia è il pragmatismo, in economia ilcapitalismo dei trusts…., in politica l’imperialismo, inarte il titanismo, l’energetismo». Perfino Benito Mus-solini scrisse un corsivo su Popolo d’Italia in cui asso-ciava il relativismo al fascismo. Mentre lo scrittoreArdengo Soffici nella rivista Gerarchia descriveva Ein-stein come un ebreo tedesco a capo di una filosofia dacui ci si doveva guardare. D’altra parte come meravi-gliarsi se il Consiglio Nazionale delle Ricerche, allorapresieduto dal fascista Giovanni Magrini, era del parereche «….purtroppo oggi scienziati italiani veramente su-periori, ad eccezione di Marconi, non ve ne sono….;nei matematici dei due ora meglio quotati il migliore, ilLevi-Civita è un comunista ed uno squinternato, il Vol-terra è stato fatto un grand’uomo dalla massoneria in-ternazionale, come l’Einstein».

Vito Volterra (1860-1940), nato ad Ancona, uno deipiù grandi matematici del tempo, di livello internazio-nale, fondatore del CRN nel 1923 e suo primo presi-dente, vicepresidente dell’International ResearchCouncil fondata a Bruxelles nel 1918, oppositore delregime fascista (fu tra i 12 accademici italiani nel 1931che rifiutarono di giurare fedeltà al fascismo) e convintosostenitore della relatività in quanto «dal punto di vistamatematico, ossia logico, la teoria della relatività è per-fetta, come è perfetta la ordinaria teoria newtoniana».Tuttavia buona parte degli astronomi italiani – rappre-sentati dall’astronomo teramano Vincenzo Cerulli, inquanto presidente della Società astronomica italiana,Emilio Bianchi direttore dell’osservatorio del CollegioRomano e Pio Emanuelli dell’università di Roma –espressero posizioni pregiudizialmente ostili alla relati-vità. Addirittura il Cerulli si abbandonò a dichiarazioniottuse liquidando in modo sbrigativo la relatività vistacome «una crisi degenerativa» della fisica. Chi invececolse gli aspetti più significativi della nuova teoria, so-prattutto quelli relativi alla struttura dell’atomo e allaequivalenza fra massa e energia secondo la famosa re-lazione matematica E=mc2, fu il ventenne EnricoFermi. In un suo memorabile articolo giovanile dal titolo

CENT’ANNI DI RELATIVITÀ

12 Settembre Gramsci

Page 13: EDITORIALE POPOLI E GOVERNI DEMOCRATICI UNITI · POPOLI E GOVERNI DEMOCRATICI UNITI di Maurizio Ceccio ... Su l’Unità del 15 giugno 1924 compare un articolo in prima pagina dal

Le masse nella teoria della relatività scrive:« La gran-diosa importanza concettuale della teoria della relatività,come contributo ed una più profonda comprensione deirapporti tra spazio e tempo, e le vivaci e spesso appas-sionate discussioni a cui essa ha in conseguenza datoluogo anche fuori degli ambienti strettamente scientifici,hanno forse un po’ distolta l’attenzione da un altro suorisultato che, per essere meno clamoroso e, diciamolopure, meno paradossale, ha tuttavia nella fisica conse-guenze non meno degne di nota, ed il cui interesse è ve-rosimilmente destinato a crescere nel prossimosvilupparsi della scienza. Il risultato a cui accenniamo èla scoperta della relazioneche lega la massa di uncorpo alla sua energia…..Larelazione tra massa ed ener-gia invece ci porta senz’altroa delle cifre grandiose. Adesempio se si riuscisse amettere in libertà l’energiacontenuta in un grammo dimateria si otterrebbeun’energia maggiore diquella sviluppata in tre annidi lavoro ininterrotto da unmotore di mille cavalli(inu-tili i commenti)…..Bastinoquesti brevi accenni a dimo-strare come la teoria dellarelatività, oltre a darci unainterpretazione chiara dellerelazioni tra spazio e tempo, sarà in un prossimo avve-nire, destinata ad essere la chiave di volta per la risolu-zione del problema della struttura della materia, l’ultimoe più arduo problema della fisica.».

Nel 1917 Einstein presentò una memoria all’Accade-mia prussiana che segnò, ancora una volta, l’inizio diun nuovo capitolo della fisica: la cosmologia relativi-stica. «Ho di nuovo combinato qualcosa, a propositodella teoria della gravitazione – Einstein disse al suoamico Ehrenfest -, che mi espone in una certa misura alpericolo di essere rinchiuso in un manicomio». In effettirisolvendo le sue equazioni gravitazionali egli trovò che

l’universo doveva essere finito, ipersferico e stabile incontrasto con le conoscenze astronomiche dell’epoca.Però, meno di due mesi dopo, l’astronomo e matema-tico olandese Willen de Sitter scoprì una nuova solu-zione diversa che dimostrava che le equazioni nonconducevano ad un modello unico di universo e che, adifferenza di quello di Einstein, l’universo di de Sitterera vuoto. Un progresso notevole fu fatto nel 1922 e nel1924, quando un matematico sovietico AlexanderFriedmann trovò nuove soluzioni cosmologiche che at-testavano la possibilità di universi non vuoti, taluni inespansione, altri in contrazione e altri ancora nella fase

transitoria tra espansione econtrazione.

Lo studio, la descrizione ola spiegazione di come si siaformato il cosmo (cosmo-gonie) affondano le radicinella scienza greca che mi-rava a descrivere la nascitadell’universo sulla base deidati e delle leggi disponibiliin quel momento. L’aspettoche accomuna tutte le co-smogonie mitologiche èdato dalla personificazionedelle forze della natura e lacreazione dell’ordine dal di-sordine o, in altre parole, laseparazione degli opposti daun tutto indifferenziato.

Quest’ultimo concetto costituirà, con Anassimandro, ilprincipio fondamentale della prima cosmogonia scien-tifica. Anassimandro (VI secolo a. c.) fu il primo a po-stulare l’esistenza simultanea di un numero infinito dieterni universi. La prima cosmogonia atomistica fuideata da Leucippo (V secolo a.c.). Durante il periodoalessandrino Aristarco di Samo (III secolo a.c.) fu ilprimo ad adottare in modo integrale il punto di vistaeliocentrico, precorrendo Copernico di diciotto secoli.Ma gli inizi dell’astrofisica, nel senso moderno della pa-rola, e della cosmologia, risalgono al I secolo d.c., dopola pubblicazione di un saggio dal titolo: La faccia della

Einstein

CENT’ANNI DI RELATIVITÀ

13 Settembre Gramsci

Page 14: EDITORIALE POPOLI E GOVERNI DEMOCRATICI UNITI · POPOLI E GOVERNI DEMOCRATICI UNITI di Maurizio Ceccio ... Su l’Unità del 15 giugno 1924 compare un articolo in prima pagina dal

Luna di Plutarco. Ha la forma di un dialogo fra variepersone che appartengono a scuole filosofiche diverseche conoscono bene la storia più remota della scienzagreca. E’ un affresco ricco, vivace e affascinante delleopinioni e degli argomenti scientifici correnti a queltempo negli ambienti culturali di Atene e Roma: dallemisurazioni e dei calcoli astronomici di Aristarco, di Ip-parco e di Posidonio, alla determinazione della circon-ferenza della Terra ad opera di Eratostene, fino agliultimi sviluppi delle conoscenze geometriche. Si trattodi un vero e proprio testo di astrofisica, poiché l’astro-fisica applica i metodi e le conclusioni della fisica al-l’astronomia e dove, tuttavia, non mancano influssimitologici. Negli ultimi capitoli del libro, ad esempio,mentre si discute la mitologia della Luna e la sua fun-zione di luogo di raccolta delle anime dei defunti, altreparti spiccano per la chiarezza e l’acume del ragiona-mento scientifico quale si riscontra nel poema di Lucre-zio e più tardi nelle opere di Tolomeo. In Plutarco,inoltre, vi è la chiara coscienza che la Luna è un corpodella stessa specie della Terra e, una teoria che rassomi-glia molto alla teoria gravitazionale di Newton.

Nel dicembre del 1924 l’astronomo americano EdwinHubble scoprì l’esistenza di un oggetto extragalattico:la nebulosa di Andromeda. E nel 1926 l’espansionedell’universo. Grazie ai lavori di Friedmann e a questedue storiche scoperte sperimentali di Hubble, Einsteintornò sulle sue equazioni gravitazionali e nel 1931 pub-blicò un articolo in cui veniva esaminata la possibilitàdi un universo infinito.

Nel 1932, allorché la Repubblica di Weimar stava peresalare l’ultimo respiro, Einstein firmò un appello ai par-titi socialisti e comunisti tedeschi, esortandoli a far frontecomune per allontanare dalla Germania «il terribile pe-ricolo di diventare fascisti».Quando nel gennaio del1933 Hitler prese il potere mediante un colpo di stato,Einstein si trovava in California a Pasadena. Aveva la-sciato definitivamente la Germania dal dicembre del1932. Il 17 ottobre 1933 al suo arrivo a Princeton, pressol’Istituto for Advanced Study, gli fu consegnata una let-tera del primo direttore Flexner nella quale si diceva:«Non c’è alcun dubbio che in questo paese vi siano bandeorganizzate di irresponsabili nazisti. Ho consultato le

autorità locali……e il governo nazionale di Washin-gton, e tutti mi hanno fatto presente…. che la vostra si-curezza in America dipenderà dal silenzio e dal fatto chevi asteniate dal partecipare a manifestazioni pubbli-che…..Lei e Sua moglie sarete assolutamente benvenutia Princeton, ma, alla lunga, la vostra incolumità dipen-derà dalla vostra discrezione». Dopo questo invito-or-dine di stare lontano dalla vita politica, Einstein restòmuto, tranne qualche eccezione, fino al 1940, anno incui gli fu concessa la cittadinanza americana. Nel frat-tempo la nazificazione della società tedesca fu spintafino alle sue ultime conseguenze, fino alla distruzionetotale della cultura tedesca. La storia fu talmente falsifi-cata nei nuovi libri di testo e nelle lezioni degli inse-gnanti fino a diventare una cosa ridicola. Nell’universitàdi Berlino, dove avevano insegnato tanti illustri studiosi,il nuovo Rettore, membro dei reparti d’assalto, istituì 25nuovi corsi di “scienza razziale”. I migliori scienziati eprofessori si dimisero o furono licenziati e quelli che sipiegarono farneticarono di “fisica tedesca” di “chimicatedesca” di “matematica tedesca”.

Il 2 agosto 1939 Einstein firmò (con la collaborazionedi un giovane fisico ungherese Leo Szilard) ed inviòuna lettera rimasta famosa al Presidente Roosevelt, nellaquale si affermava che da «Alcuni recenti lavori di E.Fermi e di L. Szilard che mi sono stati resi noti mediantemanoscritto, mi inducono a prevedere che l’elementouranio possa essere tramutato in una nuova e importantefonte di energia nell’immediato futuro….Ritengo per-tanto mio dovere sottoporre alla Sua attenzione quantosegue….è concepibile….che bombe estremamente po-tenti di tipo nuovo possano….essere costruite. Una si-mile bomba di questo tipo, trasportata da una nave ofatta esplodere in un porto, potrebbe benissimo distrug-gere l’intero porto insieme a parte del territorio circo-stante..».

Nell’ottobre del 1946 scrive una lettera aperta all’As-semblea delle Nazioni Unite, sollecitando la formazionedi un Governo mondiale. Lettera che aprì un grande di-battito internazionale al quale partecipò un gruppo diaccademici sovietici mettendone in evidenza l’errore diuna simile proposta. Nell’aprile del 1954 stilò una di-chiarazione in difesa del fisico americano J.R.Oppen-

CENT’ANNI DI RELATIVITÀ

14 Settembre Gramsci

Page 15: EDITORIALE POPOLI E GOVERNI DEMOCRATICI UNITI · POPOLI E GOVERNI DEMOCRATICI UNITI di Maurizio Ceccio ... Su l’Unità del 15 giugno 1924 compare un articolo in prima pagina dal

heimer accusato di essere comunista e di attività antia-mericane. L’11 aprile del 1955, pochi giorni prima dimorire, insieme al filosofo Bertrand Russell, firmò unmanifesto per la messa al bando delle armi nucleari.

Ma Einstein non abbandonò mai la fisica. Anche nellapiccola e snob Princeton, dove la vita scorreva tranquillae monotona tra concerti e gite in barca, trovò il modo eil tempo di dedicarsi alla riflessione sui metodi e i prin-cipi della meccanica quantistica le cui basi furono postefin dal 1905 dalla sua celebre memoria che gli valse ilpremio Nobel. Ma non abbandonò mai neanche la fi-losofia che coltivò fin dagli studi liceali e, che tanta parteha avuto sia nella distruzione di inveterati pregiudizi,che nella costruzione di una nuova visione del mondo.Memorabili sono state le sue discussioni-confronti conNiels Bohr, in rapporto al principio di causalità,sul dua-lismo onda-corpuscolo e sul principio di indetermina-zione di Heisenberg.

Una lotta teorica tra due posizioni filosofiche opposte:quella idealistica di Bohr e quella realistica-materiali-stica di Einstein. Materialistica perché Einstein non haavuto mai dubbi sull’esistenza del mondo esterno indi-pendente dall’osservatore o, se si vuole, sull’esistenzadi una realtà oggettiva indipendente dalle condizionisperimentali; mentre Bohr si era sempre opposto al con-cetto di realtà oggettiva. Per quanto Einstein fosse statouno dei principali creatori della meccanica quantistica,tutt’ora riconosciuta come una teoria ricca e feconda,tuttavia i suoi concetti di probabilità, il carattere statisticodelle sue leggi e il principio di indeterminazione cheescludeva il principio di causalità, restavano per Einsteinconcetti transitori se non oscuri. Già nel 1927, in unaconferenza tenuta a Berlino, disse:«Ciò che la naturaesige da noi non è una teoria quantistica o una teoria on-dulatoria, ma piuttosto una sintesi di questi due punti divista, che fin’ora è stata al di là delle possibilità mentalidei fisici», e nel 1935, opponendosi al principio di com-plementarità di Bohr, fissò un canone epistemologicoche mise in subbuglio il mondo dei fisici:«Se, senza tur-bare in alcun modo un sistema, si può prevedere conaccuratezza (cioè con probabilità uguale a 1) il valoredi una grandezza fisica, allora esiste un elemento della

realtà fisica che corrisponde a tale grandezza.».Negli ultimi trent’anni della sua vita (Einstein morì il

19 aprile 1955) lavorò intensamente, con determina-zione giovanile, alla realizzazione della sua grande ideadella teoria unificata del campo, rigorosamente causale,nel tentativo di unificare la teoria del campo gravitazio-nale dello spazio-tempo curvo, con la teoria del campoelettromagnetico, convinto com’era che la meccanicaquantistica fosse una teoria incompleta e che occorresse,quindi, indagare più a fondo la realtà. Non ci riuscì, la-sciando ai posteri questa grande eredità.

Agli inizi degli anni cinquanta, in piena guerra fredda,Einstein era quasi solo a sostenere queste posizioni fi-losofiche, come egli stesso ammise in una lettera in unalettera al suo carissimo amico ingegnere MicheleBesso:« Agli occhi dei miei colleghi sono divenuto uneretico cocciuto…..Il successo momentaneo riesce, piùche non le riflessioni sui principi, a convincere la mag-gior parte delle persone». E a Max Born scrisse:«Sonoconsiderato come una specie di fossile, reso cieco esordo dagli anni. Non trovo affatto sgradevole questoruolo, tanto più che corrisponde abbastanza bene al miotemperamento». E più tardi, ancora a Born scrisse:«Lenostre aspettative scientifiche sono ormai agli antipodi.Tu credi in un Dio che gioca a dadi, e io in leggi perfetteche regolano il mondo delle cose esistenti come oggettireali, e che cerco ansiosamente di afferrare con metodospeculativo».

Al momento opportuno però sapeva essere moltocaustico. Una volta disse che Bohr pensava con moltachiarezza, scriveva in modo oscuro e si considerava unprofeta; mentre in un’altra occasione lo accusò di essereun mistico. Il suo sarcasmo di fronte a posizioni ideali-stiche che sostengono il principio che essere significhiessere percepito, ce lo racconta il suo più grande bio-grafo e amico, il fisico Abraham Pais nel suo libro Ein-stein, La scienza e la vita: «Deve essere stato attorno al1950. Camminavamo, io e Einstein, lungo la strada chedall’Istituto for Advanced Study conduceva alla sua abi-tazione, quando ad un tratto egli si fermò. “Veramenteè convinto – mi chiese- che la Luna esista solo se la siguardi?».

CENT’ANNI DI RELATIVITÀ

15 Settembre Gramsci

Page 16: EDITORIALE POPOLI E GOVERNI DEMOCRATICI UNITI · POPOLI E GOVERNI DEMOCRATICI UNITI di Maurizio Ceccio ... Su l’Unità del 15 giugno 1924 compare un articolo in prima pagina dal

Prima di affrontare il tema del intellettualecollettivo, inteso come la volontà della

avanguardia delle classi sociali subalterne di trac-ciare una netta linea di demarcazione ideologica,strategica, politica, programmatica ed organizza-tiva tra se e le classi sociali nemiche per lottarefino in fondo contro l’oppressione del modo diproduzione capitalista, è opportuno indicare l’in-treccio tra cause economiche, rapporti di forza ecoscienza politica che impongono all’ ordine delgiorno quali obiettivi economici, politici e socialisono perseguibili e che, una volta ottenuti,aprono la strada al raggiungimento di più altiobiettivi storici (e conseguentemente qualiforme organizzative e quale tattica del partito delproletariato sono da adottare per raggiungerequegli obiettivi parziali in vista del persegui-mento dell’obiettivo finale) .

Per comprendere la vita di un partito è necessa-rio analizzare il contesto storico nel quale essoopera, e per capire l’attuale contesto storico ita-liano è necessaria fare una breve disamina degliultimi 70 anni di vita politica, istituzionale e ci-vile italiana.

Brevemente, mentre dal secondo dopoguerraalla prima metà degli anni settanta con la rico-struzione si apriva per il Capitale un nuovo ciclodi accumulazione per cui i monopoli italiani, in-calzati dalle rivendicazioni di maggiori salari eminori orari di lavoro, erano costretti ad adottareinnovazioni tecnologiche per mantenere alti imargini di profitto, con la crisi petrolifera del ‘73si conclude la fase espansiva ed inizia una faserecessiva dell’economia che dura ancora oggi incui le multinazionali per frenare la caduta deltasso di profitto sono costrette a ritirare tutte le

concessioni fatte ai lavoratori nel periodo prece-dente con il lascia passare del partito comunistache nel periodo del compromesso storico fa’ pro-pria la politica dell’austerità che, se nelle miglioriintenzioni avrebbe dovuto portare ad una piùequa redistribuzione del reddito nazionale, neifatti servì soltanto alle grandi imprese per effet-tuare una ristrutturazione a spese dei lavoratori.Poi il crollo dell’Unione sovietica sposta i rap-porti di forza internazionali a favore del Capitale,accelera la mutazione genetica della sinistra ita-liana che passa dalla prospettiva del socialismoall’accettazione della società capitalista, e dopoventi anni di pensiero unico berlusconiano si ar-riva allo smantellamento del art. 18 dello Statutodei lavoratori.

Oggi, mentre i rapporti di forza a livello inter-nazionale si stanno nuovamente modificando afavore di una società multipolare (come dimo-strano le economie emergenti dei Paesi latinoamericani alle prese con modelli autonomi ditransizione al socialismo e il ruolo dei BRICS edella Cina in particolare) ed in Europa le classipopolari si rimettono in movimento contro la po-litica del fiscal compact, in Italia invece di rico-struire un pensiero forte per porre le basi allarinascita di un soggetto politico che lotti per ilsocialismo, si pensa più a quello che succededentro il PD, se si spacca, se alla spicciolata sene escono alcuni parlamentari magari pensandopure a ricostruire qualcosa a sinistra del Pd maper raggiungere quali obiettivi non è dato sapere.Forse per ritornare ai vecchi metodi della concer-tazione e della collaborazione che hanno portatoal risultato attuale? o forse per ritornare ad un ca-pitalismo dal volto umano in un periodo in cui

INTELLETTUALE COLLETTIVO

di Andrea Cardillicchio

CENT’ANNI DI RELATIVITÀ

16 Settembre Gramsci

Page 17: EDITORIALE POPOLI E GOVERNI DEMOCRATICI UNITI · POPOLI E GOVERNI DEMOCRATICI UNITI di Maurizio Ceccio ... Su l’Unità del 15 giugno 1924 compare un articolo in prima pagina dal

però la sovrapproduzione di merci e di capitalinon consente la ripresa di un nuovo ciclo di ac-cumulazione a meno che non scoppi una nuovaguerra mondiale che distrugga i capitali e le forzeproduttive in eccesso dopodiché può ripartireanche un altro boom economico.

Anche perché uno dei maggiori punti di forzadella sinistra è sempre stata una visione lungimi-rante dello scontro di classe; e qui siamo al para-dosso perché, mentre la sinistra non vede l’ora diabbracciare l’ultima novità del momento dal pen-siero di Francoforte di ieri, secondo cui i lavora-tori non sono più antagonisti ma si integrano nelsistema capitalista, al pensiero neokeynesiano dioggi, secondo cui basta applicare misure antici-cliche per uscire dalla recessione attuale, mentreesponenti dell’oligarchia finanziaria come Montio Brunetta, in dichiarazioni alla stampa e in Te-levisione, affermano che per comprendere l’eco-nomia ed i processi di globalizzazione studianoil Capitale di Marx, secondo il quale, l’unico ri-medio stabile alle crisi del sistema capitalista èil suo abbattimento e la sua sostituzione con unasocietà comunista.

Un altro punto di forza della sinistra risiede nel-l’organizzazione per cui nei momenti di crisi eco-nomica, nei momenti di risveglio delle classipopolari si cerca di far avanzare il processo diemancipazione sociale anziché fermarsi a metàstrada come più volte è avvenuto nella Storiad’Italia a partire dal processo di unificazionedove all’intervento diretto del popolo si è prefe-rita l’azione istituzionale. Processo di emanci-pazione che ogni volta che si interrompe produceil fenomeno del trasformismo : cioè quel feno-meno per cui quando i rappresentati delle classipopolari si limitano alla mediazione anziché allarottura con la classe dirigente al potere è inevita-bile il loro riassorbimento negli ingranaggi delpotere dominante producendo di volta in volta ivari Governi di compromesso, i passaggi da unoschieramento politico all’ altro , le mutazioni ge-

netiche dei partiti e le svolte collaborazionistesindacali.

Un esempio attuale di politica della mediazionela stiamo vedendo all’opera in Grecia dove seun’economista come Krugman sul new Yorktimes avverte di non scimmiottare troppoun’eventuale fuoriuscita dall’Euro e dall’Unioneeuropea della Grecia perché questa potrebbe di-mostrare che c’è vita migliore oltre Maastrichtpotendo innescare una serie di processi dalle con-seguenze imprevedibili, perché anziché essere laGrecia a minacciare di uscire dal euro o anchedalla Ue e non pagare il debito, sono invece leistituzioni europee che minacciano di cacciare laGrecia se non paga il debito che le banche privatehanno creato ma che i governi di destra, di sini-stra e di centro dei vari paesi membri hanno resodi pubblico dominio secondo la logica capitalistadella privatizzazione dei profitti ma della socia-lizzazione delle perdite? Questo è un tema chedeve fare i conti con diverse interpretazioni delprocesso di unificazione europea, però senza en-trare nel merito, penso che la sinistra dovrebberiflettere sul fatto che, mentre nelle intenzioni,degne di nota, della svolta eurocomunista si pre-vedevano più ampie possibilità di avanzata de-mocratica al socialismo e soprattutto dibenessere sociale, nei fatti si sono avuti gli effettiopposti e cioè lo smantellamento delle Costitu-zioni antifasciste, l’azzeramento degli stati so-ciali e l’impoverimento generale delle classimedie e basse.

Per cui oggi c’è bisogno di ricostruire una sini-stra di classe che non abbia la vista corta, nelsenso che, mentre lotta per migliorare le condi-zioni di vita e di lavoro e per difendere i principifondamentali della Costituzione repubblicana,contemporaneamente deve favorire la nascita diquegli strumenti di democrazia diretta come iconsigli dei lavoratori nelle aziende pubbliche eprivate, i comitati di strada per il diritto alla casa,i comitati studenteschi per il diritto alla scuola

CENT’ANNI DI RELATIVITÀ

17 Settembre Gramsci

Page 18: EDITORIALE POPOLI E GOVERNI DEMOCRATICI UNITI · POPOLI E GOVERNI DEMOCRATICI UNITI di Maurizio Ceccio ... Su l’Unità del 15 giugno 1924 compare un articolo in prima pagina dal

pubblica e gratuita e, soprattutto, un consiglio na-zionale dei delegati dei lavoratori e dei vari co-mitati per cercare di superare la contraddizionefondamentale della nostra società : cioè la con-traddizione tra chi dirige la cosa pubblica e chi èdiretto, mirando in prospettiva a fare in modo cheanche una semplice cuoca sappia gestire gli affaridello Stato.

Dall’ altra parte è necessario ricostruire l’intel-lettuale collettivo (non già la miriade delle piùsvariate sigle minoritarie che si definiscono co-muniste) per evitare accomodamenti e scivola-menti di ogni sorta della sinistra ai vari Governiborghesi (qualsiasi sia la loro etichetta) soprat-tutto in quei periodi storici di crisi rivoluzionariacome più volte è avvenuto nella storia d’Italiacome durante il biennio rosso dove per la man-

canza del partito comunista non si riuscì a spin-gere il partito socialista all’azione insurrezionalenel periodo ascendente della rivoluzione; invecedurante la resistenza armata al nazifascismo ilPci facendo leva sulla spinta dal basso degli scio-peri dei lavoratori e delle azioni partigiane deiGap, delle Sap e delle Brigate garibaldine riuscìa spingere e a trascinare tutte le forze politiche esociali dei CLN (soprattutto le forze attendistedei liberali e dei democratico-cristiani) nella lottadi Liberazione nazionale (che poi quella chenelle intenzione dei partigiani doveva essere solouna prima e temporanea tappa della lotta diclasse in Italia divenne invece un traguardo du-raturo che procrastinava indefinitamente la lottaper l’instaurazione del socialismo è un tema chemerita un articolo a parte).

CENT’ANNI DI RELATIVITÀ

18 Settembre Gramsci

L’adesione allassoiazione culturale Nuova cultura può essere inviata [email protected]. La quota associativa annuale è di euro 200. Lo statuto è sul por-tale del Centro Gramsci: http://www.centrogramsci.it/contatti/pdf/statuto.pdfL’adesione al Centro Gramsci di Educazione può essere inviata al Presidente Vittorio PesceDelfino a [email protected]. Le quote associative annualis sono di: euro 20 persoci individuali, euro 200 pwe soci collettivi ed euro 1.000 per soci sostenitori. Lo statuto èin corso di variazione e la proposta è attualmente consultabile al link: http:www.centrogram-sci.it/gramsci/doc/prop_stat_cge.doc

G r am s c iDirettore Ada Donno

Caporedattore Maurizio CeccioRedazione: Via Memmingen, 35/A - 64100 Teramo - email: [email protected] - Tel. 0861.210012

Il Portale www.centrogramsci.it per approfondire fatti decisivi della realtà della lotta di classe e temi significativi del dibattito cul-turale; conta circa 4000 pagine di libri e 10000 di riviste.

“Associazione Nuova Cultura” Aut. Trib. Te. n. 354 del 31 marzo 1997Abbonamento normale online € 15,00 - Sostenitore € 60,00 - Benemerito € 1000,00

La rivista su carta viene spedita agli abbonati sostenitori e benemeriti; a quelli normali su richiesta e a debito di spese.Versamenti su c.c.p. n. 39974571 intestato a “Associazione Nuova Cultura Teramo”

IBAN IT66 P076 0115 3000 00039974571

LA COLLABORAZIONE A Gramsci È LIBERA, GRATUITA E FIRMATA SALVO ECCEZIONI CONDIVISE

Page 19: EDITORIALE POPOLI E GOVERNI DEMOCRATICI UNITI · POPOLI E GOVERNI DEMOCRATICI UNITI di Maurizio Ceccio ... Su l’Unità del 15 giugno 1924 compare un articolo in prima pagina dal

Abbiamo visto tutti in questi giorni il Presidenteamericano Barack Obama stringere la mano alPresidente cubano Raul Castro, in occasione delVertice di Panama. Obama ha chiesto la finedell’embargo contro il popolo cubano e la nor-malizzazione dei rapporti tra i due paesi. E’ il ri-conoscimento definitivo del ruolo vittorioso dellaRivoluzione Cubana, di un’idea di società cheoltre 50 anni di criminale embargo ed isolamentonon hanno mai affievolito.

A margine della giornata storica di Panama, ilpresidente americano si è incontrato anche conMaduro, il leader del Venezuela bolivariano, ilquale ha riferito di un incontro cordiale che potràportare frutti in futuro.

Anche l’accordo tra Usa e Iran sul nucleare vadelineandosi. Esso prevede la revoca delle san-zioni imposte alla Repubblica islamica ed al suopopolo. Permangono legittimi sospetti da partedella diplomazia iraniana sui tempi e modi di at-tuazione dell’accordo (tutti ricordiamo i trattatiche i cowboys in divisa firmavano con i popoliindiani, prontamente stracciati ogni volta), ma lavoglia di pace e normalità, in un contesto di con-tinue minacce e accerchiamenti, è assolutamentecomprensibile.

Sono immagini che segnano di speranza leaspettative di tutti i popoli amanti della pace.

Non sono però le sole che giungono ai nostriocchi. Il Venezuela stesso è continuamente de-stabilizzato e l’opposizione interna, finanziata

dalle oligarchie Usa, pianifica colpi di stato.Vediamo anche immagini che mostrano poten-

tissimi monopoli come Chevron impadronirsi delgas ucraino per accendere la rivolta golpista,mentre a Kiev il senatore repubblicano JohnMcCain sostiene politicamente il colpo di Statooligarchico e le sue bande armate nazifasciste.

Assistiamo, poi, ad immagini scattate in Siriache mostrano il solito McCain complottare con ivertici del sedicente Califfato islamico1 (Isis) nelruolo di referente politico e mediatore d’affariper finanziamenti e armi a stelle e strisce, con loscopo di rovesciare il governo di Assad, balca-nizzando l’area per meglio sottometterla.

Ci sono poi droni americani che stanno sven-trando il Medio Oriente.

Negli stessi momenti in cui Obama cercava ditenere a freno Israele, ferocemente contrario aqualsivoglia riconoscimento del ruolo iranianonella Regione, una coalizione araba diretta daUsa-Israele e guidata da Arabia Saudita, Qatar,Kuwait, Emirati Arabi, appoggiati dall’Egitto edal Marocco, bombardava ferocemente loYemen, dove la guerriglia sciita Houti aveva de-posto il presidente fantoccio Abd-Rabbu Man-sour Hadi.

Un’aggressione criminale che rappresenta duecose: una minaccia diretta al popolo yemenita euna interposta alla Repubblica islamica dell’Iranche sostiene ideologicamente la guerriglia sciita.

Ma allora cosa diavolo succede, forse c’è con-

SEGNALI DA WASHINGTON

di Erman Dovis

1 http://www.lastampa.it/2014/08/28/blogs/underblog/isis-le-foto-del-senmc-cain-obama-i-neocon-e-altri-retroscena-PX0lTKSMjngBesC1x9t0JI/pagina.html

CENT’ANNI DI RELATIVITÀ

19 Settembre Gramsci

Page 20: EDITORIALE POPOLI E GOVERNI DEMOCRATICI UNITI · POPOLI E GOVERNI DEMOCRATICI UNITI di Maurizio Ceccio ... Su l’Unità del 15 giugno 1924 compare un articolo in prima pagina dal

fusione a Washington? Forse Obama trucca lesue carte ?

Assolutamente no.E’ evidente che si è palesata fin dall’inizio una

contraddizione tra l’area politica facente capoall’attuale Presidente americano e l’apparato mi-litare-industriale dei complessi monopolistici chedeterminano la politica statunitense.

Il tentativo governativo di ridimensionare WallStreet e l’assolutismo delle oligarchie finanzia-rie2 ha generato un forte contrasto che si è mani-festato anche a livello politico, non solo con ilPartito Repubblicano (vedasi ad esempio la du-rissima battaglia sulla sanità e la clamorosa let-tera di 47 senatori repubblicani indirizzata aTeheran, che di fatto annuncia l’invalidità del-l’accordo sul nucleare in caso di vittoria repub-blicana alle prossime presidenziali) ma anchecon una parte stessa del Partito Democratico che,su posizioni fortemente interventiste, ha mal di-gerito la riluttanza generale di Obama ed il suorifiuto ad impegnarsi direttamente in Siria (ve-dasi le pericolose posizioni oltranziste di HillaryClinton in politica estera3 e le sue dure criticheal Presidente proprio sulla questione siriana).

Nondimeno, questa sua debolezza si è manife-stata sul piano sovrastrutturale con le votazionidi Novembre per il rinnovo del Congresso ame-ricano, quando la maggioranza è andata ai repub-blicani4 .

La storia delle assurde sanzioni alla Russia sem-bra rispondere alle esigenze dei monopoli ener-getici Usa di imporre il loro gas sul mercatoeuropeo.

L’accordo sul nucleare Usa-Iran e la contempo-ranea aggressione Usa-Arabia Saudita alloYemen (e indirettamente all’Iran) manifestanouna contraddizione devastante ed una condizionedi estrema debolezza dell’AmministrazioneObama rispetto ai settori repubblicani più retrivi(e parte del suo Partito Democratico) che sono ilriflesso degli intenti aggressivi e guerrafondaidelle elitès industriali e finanziarie.

Una profonda contraddizione che trova le sueradici storiche nel secondo dopoguerra, quando,nel celebre Discorso d’addio alla Nazione del1961, il presidente repubblicano Dwight Eisen-hower arrivò a denunciare pubblicamente il ri-schio di un’ingerenza illiberale del complessomilitare-industriale sulle decisioni del governo.5

Il presidente americano non controlla più l’ap-parato politico.

Tutte queste vicende, dunque, sembrano esserel’interfaccia delle contraddizioni, seppur non de-finite compiutamente, tra i settori più democraticidella società americana e le oligarchie specula-tive finanziarie e i monopoli transnazionali.

L’attuale contesto generale è figlio della crisicapitalista, che è nella sua fase monopolista. Latrasformazione della società contemporanea non

2 http://www.giornalettismo.com/archives/1713033/barack-obama-tasse-ricchi/ – http://archivio.panorama.it/economia/Attacco-alla-Casa-Bianca-Wall-Street-contro-Obama

http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Finanza%20e%20Mercati/2009/01/obama-contro-bonus-manager-wall-street.shtml?uuid=99c024bc-ee9c-11dd-9c9c-821

3 http://www.huffingtonpost.it/2014/08/12/clinton-obama-politica-estera-america_n_5670992.html

4 http://www.repubblica.it/esteri/elezioni-usa/midterm2014/2014/11/05/news/elezioni_usa_la_sconfitta_di_obama_il_congresso_nelle_mani_dei_repub-blicani-99785273/

5 http://mcadams.posc.mu.edu/ike.htm : Nei councils of government, dobbiamo stare in guardia contro l’acquisizione di ingiustificata influenza, voluta onon richiesta, del complesso militare-industriale. Il potenziale per la disastrosa ascesa di potere male assegnato esiste e persisterà. Noi non dobbiamo mailasciare che il peso di questa combinazione metta in pericolo le nostre libertà o i nostri processi democratici. Non dovremmo dare nulla per scontato. Solo unapopolazione in allerta e informata può costringere ad una corretta interazione la gigantesca macchina industriale e militare della difesa con i nostri metodi edobiettivi di pace, in maniera tale che sicurezza e libertà possano prosperare insieme.

CENT’ANNI DI RELATIVITÀ

20 Settembre Gramsci

Page 21: EDITORIALE POPOLI E GOVERNI DEMOCRATICI UNITI · POPOLI E GOVERNI DEMOCRATICI UNITI di Maurizio Ceccio ... Su l’Unità del 15 giugno 1924 compare un articolo in prima pagina dal

si deve alla decadenza dell’egemonia Usa, comesuperficialmente si afferma anche a sinistra, manasce appunto dalla crisi del monopolismo.

Non gli Stati, ma le classi sono le matrici dellosviluppo e del processo storico, in senso positivoo negativo a seconda dei rapporti di forza nellaproduzione.

La violenza della polizia americana è un ulte-riore riflesso a conferma della struttura di classedella società capitalista americana e dello scontrodi classe in corso: essa si comporta con i lavora-tori, le masse popolari e gli afroamericani statu-nitensi come l’esercito di occupazione Usa sicomportava in Vietnam, o come si è comportatoa Falluja, ed in tutti i territori illegittimamenteoccupati nei confronti dei popoli: mostrando im-mane ferocia e violenza, repressioni, esecuzioniarbitrarie ed illegali. Il comportamento della po-lizia Yankee è coerente con il suo ruolo di tutelae protezione del vero potere dominante, cioèdella borghesia monopolista: un organo di repres-sione apparentemente fuori da ogni regolamen-tazione perché incaricato di uno specificocompito repressivo di classe, il quale si intensi-fica man mano che la crisi alimenta e ingiganti-sce le ingiustizie e le disuguaglianze.

Quale sarà il ruolo definitivo dell’apparato im-perialista Usa, se arretrerà o si intensificherà, lodeciderà lo scontro di classe in corso, non solo

in America.Le masse vogliono muovere verso il cambia-

mento, ma senza un’organizzazione consapevolee politica, le forze popolari del progresso sarannofacilmente divise, disperse e represse, come giàsta accadendo.

In questo grande ed epocale scontro di classe,l’unica via di progresso sembra essere la lottadella classe operaia per il controllo della produ-zione da un lato, e per un Fronte democratico eantimonopolista contro la guerra, per la pace e lademocrazia dall’altro. Due momenti, facentiparte un’unico processo di trasformazione, chedovranno necessariamente trovare la loro piùstretta sinergia, secondo l’irrinunciabile dialetticaclasse-masse. Allo stato attuale, infatti, sembranoessere due le possibili vie d’uscita alla crisi: dauna parte una mobilitazione reazionaria dellemasse, sotto la direzione frastornante della bor-ghesia monopolista, dall’altra un impegno demo-cratico e progressivo delle stesse, forti dellaguida leale e solidale della classe operaia.

Una lotta congiunta su due fronti che, dunque,presuppone una solida coscienza politica da partedella classe operaia e dei lavoratori, gli unici ca-paci di soddisfare e tutelare gli interessi di tuttele altre classi sociali, contro l’avido potere accen-tratore e antisociale della borghesia monopolista.

CENT’ANNI DI RELATIVITÀ

Iran 1979, il popolo insorge e caccia lo Scià Reza Pahlavi.

21 Settembre Gramsci

Page 22: EDITORIALE POPOLI E GOVERNI DEMOCRATICI UNITI · POPOLI E GOVERNI DEMOCRATICI UNITI di Maurizio Ceccio ... Su l’Unità del 15 giugno 1924 compare un articolo in prima pagina dal

Mercoledì, 6 maggio u.s., il Presidente dellaRepubblica, senza battere ciglio, ha fir-

mato la nuova legge elettorale Italicum. Moltisperavano che Sergio Mattarella, rispedisse allecamere la legge vergogna con qualche osserva-zione o nota. Potenza delle illusioni. Egli non hatenuto conto della sentenza n.1/2014 della con-sulta da cui si evince l’illegittimità costituzionaledel Porcellum (2005). Ed ha perfino ignorato legrottesche modalità di discussione in Parlamento:niente modifiche o mediazioni, nessuna conces-sione alle opposizioni, tempi imposti dal governo,confronti soffocati, canguro, sedute fiume, voti difiducia e, infine, repentina sostituzione di diecidissidenti in Commissione Affari Costituzionaliin spregio dell’Art. 67 della Costituzione, Chedire di più?

Già Marx ammoniva che il sistema è una piatta-forma organica di interessi, strutture e apparatiove i meccanismi girano da soli. L’esercizio delpotere, infatti, viene sempre affidato agli inte-grati, ai cosiddetti moderati : tecnocrati supina-mente condiscendenti, incapaci di un verodissenso. Ma torniamo all’Italicum. La legge pre-vede:

Premio abnorme di maggioranza alla lista chesupera il 40%. Se nessun partito lo reggiunge, cisarà un secondo turno (senza quorum di af-fluenza) tra i due partiti più votati per intascare ilpremio;

Solo i partiti che raggiungono il 3% entrano allaCamera;

Sono previsti cento collegi plurinominali ove icapilista sono bloccati, mentre gli altri sono eletticon le preferenze.

Attenzione. Se non si ottiene il 40% al primoturno, un partito, dopo il ballottaggio senza quo-

ziente di affluenza, può diventare maggioranzaanche con il 20% e afferrare tutto. Altro sconciodella legge sono le pluricandidature blindate. E’il leader a scegliere i capilista tra i suoi cortigiani,vil razza dannata, proni al servilismo e all’adula-zione.

A integrazione di tale calamitoso scenario ag-giungiamo il nuovo Senato delle autonomie, ri-dotto a dopolavoro per consiglieri regionali,anch’essi nominati. Tale combinato disposto delledue controriforme stravolge il principio basilaredella rappresentanza parlamentare e della demo-crazia partecipata a favore del premier vincitoreche, in assenza di contrappesi, manovrerà indi-sturbato nella determinazione dell’esecutivo,della presidenza della Repubblica, della Consulta,del Consiglio Superiore della Magistratura e dellaRAI. Insomma si avrà un solo uomo al comandocon buona pace della separazione dei poteri, teo-rizzata da Montesqieu nell’opera De l’esprit deslois apparsa a Ginevra nel 1748.

«Tutto sarebbe perduto – avvertiva il filosofo il-luminista- se una sola persona od un unico corpodi grandi, o di nobili, o di popolo, esercitasse que-sti tre poteri: quello di fare le leggi, quello di ese-guire le pubbliche risoluzioni, e quello digiudicare i delitti o le liti dei privati».

Spiace dirlo, neanche il Caimano era giunto atanto. Simili tecniche elettorali vennero inaugu-rate da due campioni del ventennio nero: Gia-como Acerbo, autore della legge maggioritaria(1923) e Alfredo Rocco, inventore della listaunica di nominati (1928). Viene inoltre a mentel’appello del Fatto Quotidiano del 6 luglio 2014in difesa della Costituzione. In pochi mesi arri-vano 350 mila adesioni: gente comune e illustricostituzionalisti, storici, registi, attori. I loro in-

VERSO UNA SVOLTA AUTORITRIA

di Aristide Vecchioni

CENT’ANNI DI RELATIVITÀ

22 Settembre Gramsci

Page 23: EDITORIALE POPOLI E GOVERNI DEMOCRATICI UNITI · POPOLI E GOVERNI DEMOCRATICI UNITI di Maurizio Ceccio ... Su l’Unità del 15 giugno 1924 compare un articolo in prima pagina dal

terventi sono noti. Riportiamone alcuni. Rodotà,Zagrebelsky, Ginsborg, Settis, Carlassare eGianni Ferrara bollano il pacchetto istituzionalerenziano definendolo “svolta autoritaria”. Lo sto-rico Francesco Barbagallo dichiara:« siamo im-mersi in uno dei periodi più bui della storiad’Italia». Il sociologo Pancho Pardi asserisceche«il premio di maggioranza trasforma la piùgrossa delle minoranze in una maggioranza onni-potente e ubbidiente al suo capo». Il saggistaGiannandrea Piccioli, diri-gente delle case editrici Gar-zanti, Sansoni e Rizzoliscrive: « Nulla di quanto siè letto in questi mesi ri-guarda la vera soluzione deiproblemi urgenti, ma tutto èfumo negli occhi per far pas-sare l’unica cosa che inte-ressa: il cambiamento delnostro assetto costituzionalee democratico in vista delnuovo Medioevo». E cosìvia.

Tralasciamo le altre nume-rose testimonianze e ripren-diamo il discorso suldisegno strategico del “gal-letto” da Rignano sull’Arno:traghettare sulla sponda de-stra i resti di una sinistra alladeriva. Maestro cantoredelle “larghe intese”, egli ordisce un “partito-na-zione”, verticistico, personalizzato e leadershipassoluta. La prospettiva è il partito di risulta, rac-catta tutto, capace di aggregare profittatori di ognirisma in una monolitica unità attorno al capo. Alsuo interno, superfluo precisarlo, tensioni idealie libero dibattito verrebbero inceneriti sul nascere.Altre caratteristiche del partito-nazione sono:aclassista, non conflittuale, vicino all’alta finanzae alle imprese, e lontano dalla classe operaia e dai

sindacati, finalizzato alla governabilità come va-lore a sé stante, fondato sul carisma del premier,intollerante di ogni ingerenza popolare. Un mo-dello a stelle e strisce che diventa macchina elet-torale con programmi ispirati ai principineoliberistici. Non è un caso che il jobs act (eli-minazione dell’art. 18 e libertà di licenziamento)sia stato dettato dalla Confindustria per disattivareil welfare.

Tale deficit di democrazia è alimentato dai mass-media, corifei del potere.Non c’è più limite alla ma-nipolazione televisiva egiornalistica: notiziari omis-sivi, realtà artefatta, storiafalsificata, editoriali ipocriti,minuetti spacciati per dibat-titi, esibizionismi fatui deisoliti noti. Secondo Repor-ter Sans Frontieres, Matteoregnante, la libertà distampa italiana è precipitataal 73° posto, tra la Moldaviae il Nicaragua.

A questo punto convienetirare le somme. L’attualecrisi economica, sociale epolitica dell’Italia ha toccatoil fondo e ci vorranno de-cenni per riparare i guastiprodotti. Se la sinistra,quella autentica, vuole recu-

perare senso e destino, deve tornare al suo pas-sato, alla militanza per convinzione, alla visionedei Padri costituenti, a un percorso di unificazioneattorno ad un progetto sociale contro i potentatieconomici. Per ora ricordiamo e accogliamo ilsofferto appello che l’ex Procuratore generaleBorrelli lanciò a Milano il 2 gennaio 2002 perchélo Stato democratico di diritto non venisse sgre-tolato: resistere, resistere, resistere come su unairrinunciabile linea del Piave.

CENT’ANNI DI RELATIVITÀ

Isaak Brodsky - Festa del 1° maggio (1934)

23 Settembre Gramsci

Page 24: EDITORIALE POPOLI E GOVERNI DEMOCRATICI UNITI · POPOLI E GOVERNI DEMOCRATICI UNITI di Maurizio Ceccio ... Su l’Unità del 15 giugno 1924 compare un articolo in prima pagina dal

“182 scuole su 342 sono provviste di locali incomodie 135 di locali indecorosi. 98 scuole su 394 sono senzaluce. Su 396 scuole secondarie, 157 sono dotate di la-trine insufficienti e 176 di latrine indecenti”. (dai datidel Ministero della Pubblica Istruzione, Relazione dellaCommissione per il riordinamento degli studi secon-dari, 1909); “nel 58,5% degli edifici scolastici italiani– 24.000 su 41.000 – gli impianti elettrici, idraulici, ter-mici non funzionano, sono insufficienti o non sono anorma. Oltre 9.000 sono le strutture con gli intonaci apezzi, in 7.200 edifici occorrerebbero nuovi tetti e co-perture. 2.000 sedi espongono i loro 342.000 alunni alrischio amianto” (Censis, 2014); “I bagni sono sprov-visti di carta igienica nel 40% dei casi, di sapone nel44%, di asciugamani nel 66% e di scopini per il wc nel46%” (Cittadinanzattiva, 2014).

Tutti sappiamo che il 5 maggio è la data della mortedi Napoleone Bonaparte. Il 5 maggio, oggi, è

anche il giorno di una poderosa mobilitazione di massacontro il DDL “Buona scuola” del governo Renzi. Soloa Milano, questa mattina, hanno sfilato in corteo almeno30.000 persone.

Opporsi alla “Buona scuola” di Renzi è innanzituttoun atto doveroso per difendere sia il nostro sistema sco-lastico che la migliore tradizione pedagogica italianaemersa nel secondo dopoguerra, incarnata dal Movi-mento di Cooperazione Educativa del partigiano BrunoCiari e da pedagogisti come Raffaele Laporta, France-sco De Bartolomeis e Aldo Visalberghi, solo per citarnealcuni, che hanno lavorato, con la penna e sul campo,per un’organizzazione sempre più democratica e “co-stituzionale” della scuola e dell’educazione in generale.Raffaele Laporta, infatti, nel suo bellissimo testo La co-munità scolastica, frutto di un intensissimo lavoro sulcampo, riconosceva alla scuola il compito di incarnare

e sedimentare nelle coscienze e nella società i principicostituzionali, spesso scarsamente riconosciuti e appli-cati in ogni campo del vivere sociale: la Costituzioneantifascista, con la visione del mondo da essa espressa,diventa dunque l’oggetto, lo strumento e il fine di ogniprocesso formativo agito all’interno della scuola. Nonsolo, ma i principi democratici sanciti dalla Costituzionedevono innervare persino la struttura organizzativa dellascuola: questo significa, ad esempio, che la collegialità,nelle decisioni e nella gestione, rappresenta un aspettodecisamente primario e costitutivo.

Le riflessioni di Laporta non hanno nulla di straordi-nario: esse sono il frutto necessario, inevitabile di chi in-tende edificare una società sempre più democratica,giusta e vivibile. Non solo, ma soprattutto nella fase at-tuale, dove il regresso sul piano dei diritti e delle condi-zioni materiali d’esistenza è sotto gli occhi di tutti, esseacquistano pregnanza e possono, a ragione, essere rico-nosciute come efficaci linee guida per “il cambia-mento”, categoria, quest’ultima, tanto cara a Renzi. Maverso quale “cambiamento” si muove Renzi.

Qualche giorno fa, in un suo intervento pubblico, Mat-teo Renzi ricordava, erigendola a modello di riferi-mento, la sua maestra Eda, che fu una staffettapartigiana. Dietro le belle parole, però, si cela un colos-sale inganno. Il DDL “Buona scuola”, infatti, presentatocome ciò che l’Italia attendeva da decenni, va esatta-mente nella direzione contraria al processo storico in-nescato dalla Resistenza contro il nazifascismo.Scendiamo allora in alcuni dettagli della “Buonascuola”.

Appellandosi al principio dell’autonomia scolastica,interpretato in modo smaccatamente antidemocratico,il DDL rafforza in senso accentratore le funzioni del Di-rigente scolastico: egli diventa così il demiurgo dellascuola, da un punto di vista sia amministrativo che for-

È BUONA QUESTA SCUOLA?

di Danilo Sarra

CENT’ANNI DI RELATIVITÀ

24 Settembre Gramsci

Page 25: EDITORIALE POPOLI E GOVERNI DEMOCRATICI UNITI · POPOLI E GOVERNI DEMOCRATICI UNITI di Maurizio Ceccio ... Su l’Unità del 15 giugno 1924 compare un articolo in prima pagina dal

mativo. Il comma 9 dell’articolo 2, infatti, stabilisce cheè il Dirigente scolastico ad elaborare il Piano triennaledell’Offerta formativa, riducendo il collegio dei docentie il consiglio d’istituto, quindi gli organi collegiali dellascuola, ad una funzione di mera consultazione. Questaimpostazione, come è ovvio, è esecrabile da un puntodi vista sia politico che propriamente formativo: gli in-segnanti, che hanno un contatto diretto con gli studentie quindi ne leggono in modo più approfondito i bisognie le attitudini, possono essere ridotti a meri pareri daascoltare? Se poi un Dirigente scolastico agisce secondoil modus operandi del governo Renzi, che rigetta di nettoogni parere contrario, cosa diventa la scuola se non lacasa dell’uomo solo al comando? C’è il rischio di tor-nare alla situazione di fine otto-cento quando, come ci ricorda ilcompianto storico della pedago-gia Antonio Santoni Rugiu, eradiffuso nei presidi un atteggia-mento possessivo e autoritarionei confronti degli alunni e degliinsegnanti. Infatti, come se nonbastasse, è il Dirigente scola-stico ad essere “responsabiledella valorizzazione delle risorseumane e del merito dei docenti”(art.7, c.1) e a scegliere “il per-sonale da assegnare ai postidell’organico dell’autonomia…” (art.2, c.11). La libertàd’insegnamento, prevista dalla Costituzione, ne esce conle ossa rotte. Inoltre, come stabilito da vari passaggi deldecreto (ad esempio il comma 8 dell’articolo 4), il Di-rigente scolastico (e non i vari organi collegiali) indivi-dua le imprese con le quali attivare convenzioni, rapportie percorsi di alternanza-scuola lavoro: “alternanza”, tra-laltro, per modo di dire, visto che le esperienze degli stu-denti presso le imprese possono essere svolte anche“durante la sospensione delle attività didattiche” (art.4,c.6). Tale aspetto rischia di favorire una forte dipendenzadella scuola dalle imprese private e di fornire ad esseuna manovalanza a “costo zero”: questo nel momentoin cui è un uomo solo, il Dirigente scolastico, a prendere

le redini del rapporto scuola-imprese. Però, nell’ambitodell’alternanza scuola-lavoro, un altro elemento preoc-cupante ci si pone davanti. Il comma 6 dell’articolo 4,infatti, sancisce che “gli studenti a partire dal secondoanno dei percorsi di istruzione secondaria di secondogrado possono svolgere periodi di formazione inazienda attraverso la stipulazione di contratti di appren-distato per la qualifica e per il diploma professionale…”. Ora, si potrebbe intuire che una simile “concessione”,vista alla luce di elevati tassi di dispersione scolastica edi un accesso sempre più ristretto all’Università per l’in-nalzamento dei costi, finirebbe per favorire meccanismidi selezione sociale. I vecchi mali della scuola italianatornano a galla? Sembrerebbe. Fatto sta che, secondo

quanto abbiamo detto, che èsolo una piccola parte di quelloche potevamo dire, contrapporsialla “Buona scuola” di Renzi si-gnifica anche e soprattutto di-fendere e rilanciare un modellodiverso della società e dei rap-porti sociali, fondato sulla parte-cipazione e la collegialità, incontrasto con la logica accentra-trice e neofascista dell’ “uomosolo al comando”. Una logica,questa, che non cade dal pero,ma che è sempre più riscontra-

bile in ogni settore della società, a partire dalla sua strut-tura economica, dove la produzione e la ricchezzaprodotta si concentrano sempre più in poche mani. Pie-gare anche la scuola, spazio decisivo per la formazioneumana, a quella logica ducesca significa legittimarla,segnando una tappa decisiva verso una diffusa svoltaautoritaria. La lotta degli insegnanti e degli studenti con-tro “La buona scuola”, allora, non è altra cosa rispetto aquella dei lavoratori schiacciati dal “Jobs Act” e dei cit-tadini contro la (contro)riforma costituzionale: la difesadei principi costituzionali e democratici è l’aspetto chele accomuna, nella convinzione che la Costituzione nonè un punto d’arrivo, ma una base dalla quale ripartireper trasformare radicalmente la società.

CENT’ANNI DI RELATIVITÀ

Scoprire da se stessi, senza sugge-rimenti e impulsi esterni, una ve-rità è «creazione», anche se laverità è vecchia: in ogni modo sientra nella fase intellettuale in cuisi possono scoprire verità nuove,poiché da se stessi si è raggiunta laconoscenza, si è scoperta una «ve-rità» vecchia.

Antonio Gramsci

25 Settembre Gramsci

Page 26: EDITORIALE POPOLI E GOVERNI DEMOCRATICI UNITI · POPOLI E GOVERNI DEMOCRATICI UNITI di Maurizio Ceccio ... Su l’Unità del 15 giugno 1924 compare un articolo in prima pagina dal

Mentre i motivi di aspro scontro politico trala Federazione Russa e l’Occidente Eu-

ropeo non sembrano trovare una soluzione sta-bile, nel rispetto del dirittoall’autodeterminazione dei popoli, il 9 maggio havisto sfilare sulla Piazza Rossa un’imponente pa-rata militare per celebrare il “Giorno della Vitto-ria”. Anche in una data dal così alto valoremorale, durante la quale viene ricordata la capi-tolazione della Germania Nazista durante la Se-conda Guerra Mondiale, i leader delle principalinazioni europee non hanno mancato di mostrarela solita arroganza disertando la commemora-zione. I nostri mass media, anche di fronte al-l’evidenza di un paese che ormai ha saputoriguadagnarsi un posto di prim’ordine a livellomondiale, dopo il collasso dell’Unione Sovietica,ed il rispetto di tutti gli stati che non voglionosottomettersi ai desideri di Washington, conti-nuano a ripetere le solite storielle su un suo pre-sunto isolamento internazionale e su una suavolontà nascosta di conquista dell’intero pianeta.Il presidente Putin durante i festeggiamenti alcontrario non ha esitato ad attaccare la politicaimperialista e di constante ingerenza, amplifi-cando le voci di chi come noi da tanti anni sibatte in favore di un mondo multi-polare e per ilrispetto della sovranità nazionale di ogni popolo,che ormai da decenni viene portata avanti dagliStati Uniti e dai suoi alleati. Un senso di malce-lato orgoglio ci ha percorsi non solo quando ab-biamo udito il ricordo dell’eroico tributo delpopolo sovietico nella lotta per la liberazione del-l’Europa dal nazi-fascismo, ma anche quando ab-biamo visto di nuovo sventolare la bandiera rossa

con i simboli del lavoro e la presenza di diversiesponenti politici dei paesi socialisti. Tra questiil più prestigioso e noto era sicuramente il presi-dente della Repubblica Popolare Cinese Xi Jin-ping, nonché segretario del Partito ComunistaCinese. Una partecipazione la sua non casuale,volta anzi a dimostrare come l’integrazione po-litica ed economica dell’asse sino-russo stiaormai emergendo come principale contrappeso alivello globale contro le strategie guerrafondaieoccidentali. Non possiamo però a questo puntoesimerci da considerazioni più generali. Negli ul-timi anni è sempre più evidente, soprattutto trale giovani generazioni, una mancanza di com-prensione del fenomeno nazista e fascista, delleloro origini e degli interessi di classe che hannosempre tutelato. Mentre i militanti comunisti inUcraina vengono perseguitati dal governo “de-mocratico” e filo occidentale di Poroschenko, nelnostro paese due consiglieri della Lega Nord diMilano propongono la messa al bando di tutti ipartiti “che si ispirano a dottrine bolscevico-mar-xsite”. Le accuse rivolte a chi storicamente e piùconseguentemente ha lottato per una trasforma-zione degli assetti sociali sono le stesse ormai dadecenni. Ai Comunisti sarebbero infatti alieniconcetti come quelli di libertà oppure di demo-crazia! Vorremmo quindi che questi presunti de-mocratici, i quali non disdegnano lapartecipazioni di organizzazioni apertamenteneo-fasciste alle loro manifestazioni, ci spiegas-sero perché quando il regime mussoliniano an-nientò ogni diritto democratico dei lavoratori edi tutti i cittadini, chi se non i comunisti procla-marono la necessità di chiamare alla lotta tutto il

IL GIORNO DELLA VITTORIAE IL VALORE DELL’ANTIFASCISMO

di Fabio Scolari

CENT’ANNI DI RELATIVITÀ

26 Settembre Gramsci

Page 27: EDITORIALE POPOLI E GOVERNI DEMOCRATICI UNITI · POPOLI E GOVERNI DEMOCRATICI UNITI di Maurizio Ceccio ... Su l’Unità del 15 giugno 1924 compare un articolo in prima pagina dal

popolo e praticarono un politica di larga unità tratutte le forze democratiche. Dovremmo inoltrericordare che la maggioranza di chi non vennemai a compromessi con il fascismo, nemico ditutte le libertà, era schierato con i comunisti. Chise non i comunisti, guidati da Palmiro Togliatti,nel dopo guerra lottarono per un profondo rinno-vamento democratico della nostra Patria, controla possibilità che la Democrazia Cristiana potesseinstaurare un nuovo regime autoritario e cleri-cale, per l’applicazione integrale della nostra co-stituzione repubblicana e per aprire le porteall’esercizio effettivo del potere politico allemasse popolari. Queste polemiche servono infattiad eludere il problema principale ben compresoa suo tempo da Antonio Gramsci , il quale du-rante un dibattito alla Camera che lo vide con-trapposto allo stesso Mussolini, disse:” E’rivoluzione solo quella che si basa su una nuovaclasse. Il fascismo non si basa su nessuna nuovaclasse che non fosse già al potere”. Chi se non

la borghesia industriale e agraria finanziò glisquadristi contro il movimento operaio e i suoirappresentanti, sfruttando un periodo di riflussoseguito alla fine del biennio rosso? Chi se non laclasse politica dell’Italia liberale guidata da Gio-litti porta su di sè le maggiori responsabilità perl’elezione dei primi deputati fascisti? Le nostresono ovviamente domande retoriche, perchéormai sappiamo con certezza che sono le classiborghesi le prime ad abbandonare il terreno dellalotta democratica ogni qualvolta i loro egoisticiinteressi sono messi a repentaglio. In conclu-sione, oggi più che mai riteniamo necessaria unalarga convergenza e un lavoro comune di tuttiquei paesi e organizzazioni politiche che, anchenelle loro diversità, combattono per un’evolu-zione più democratica degli assetti internazionali,per evitare il risorgere, nel grembo dei paesi oc-cidentali, di forze che apertamente aspirino aun’involuzione reazionaria e autoritaria, da cuile classi lavoratrici avrebbero tutto da perdere.

Mosca, 2015 - Giornata della vittoria - La Piazza Rossa vista dall'altp. (Host photo agency / RIA Novosti viaGetty Images)

CENT’ANNI DI RELATIVITÀ

27 Settembre Gramsci

Page 28: EDITORIALE POPOLI E GOVERNI DEMOCRATICI UNITI · POPOLI E GOVERNI DEMOCRATICI UNITI di Maurizio Ceccio ... Su l’Unità del 15 giugno 1924 compare un articolo in prima pagina dal

Il prossimo 1 ottobre 2015 sarà l’anniversario dellafondazione della Repubblica Popolare Cinese. In-

tanto il 3 settembre scorso si è celebrato sulla piazza Tie-nanmen il 70° anniversario della vittoria dell’Esercitopopolare contro il nazifascismo e il militarismo giappo-nese. Nell’occasione il presidente Xi Jinping ha detto: «Quest’anno è segnato dalla celebrazione del 70° an-niversario della fine della Seconda Guerra Mondiale.Per la Russia e la Cina questo anniversario ha un si-gnificato speciale. I nostri Paesi erano alleati nella lottaal nazismo e al militarismo giapponese, subirono il pesodegli aggressori e le perdite più gravi. Grazie a corag-gio senza pari, disponibilità al sacrificio e mobilitazionedi tutte le forze, le nostre nazioni riuscirono a sopravvi-vere a quella terribile lotta, e a vincere. […] Oggi ab-biamo di fronte il desiderio palese di falsificare la storiadella guerra e di equiparare vittime e carnefici. Tuttoquesto offende non solo le nostre nazioni, ma colpiscele fondamenta del moderno ordine mondiale sancitodalla Carta delle Nazioni Unite. Pertanto, è imperativoche i nostri Paesi si uniscano nel cercare di continuarea difendere vigorosamente la verità storica e i frutti dellanostra vittoria».

La verità storica è uno degli argomenti più dibattuti diquesti ultimi 70 anni, cioè da quando, finita la secondaguerra mondiale, l’imperialismo statunitense, con il co-dazzo dei servili governi dell’Europa occidentale e glistessi governanti del Giappone, ha continuamente ma-nipolato la storia ai propri fini espansionistici e guerra-fondai, facendo carta straccia dei trattati e di ognisituazione geopolitica. Infatti, in questi 70 anni, l’impe-rialismo si è macchiato di ogni nefandezza storico-po-litica attraverso colpi di Stato, repressioni aperte,assassini politici e quanto altro contro quasi tutti i popolidel pianeta. La Repubblica Popolare Cinese però si èsottratta ai raggiri e ai colpi di mano dell’imperialismo,soprattutto perché il suo popolo ha alle spalle una lunga

storia. La storia della Cina infatti è appunto una lunga storia,

molto lunga. Come storia di una comunità umana or-ganizzata, sicuramente è una delle più lunghe dellaTerra. Spesso sentiamo dire che solo l’entità geopoliticadella Cina è un tutt’altro continente. Chi dice così nonha torto perché, effettivamente, la Cina, sul cui territoriovive un quarto dell’intera popolazione mondiale, svi-luppa la sua storia ininterrottamente da oltre tre millenni.Qui però a noi interessa solo la storia della Cina del No-vecento, epoca in cui in quell’immenso paese si sonoavvicendate potenti rivoluzioni sociali, prima fra tutte,dopo la rivolta di Wuchang (1911), la proclamazionedella Repubblica, avvenuta il 1º gennaio 1912 con acapo del nuovo Stato il presidente Sun Yat-sen.

Da quel momento in poi, e fino al 1° ottobre 1949,giorno, mese e anno in cui il Presidente Mao Zedong,sulla piazza Tienanmen, proclamò la nascita della Re-pubblica Popolare Cinese, il territorio della nazione futeatro di una guerra popolare di lunga durata, che videcontrapposti l’Esercito comunista cinese (l’ArmataRossa cinese, 1926), sotto il comando di Mao da unaparte e dall’altra le forze armate dell’imperial-borghesia,guidate dal generale Chiang Kai-shek, leader della com-ponente borghese del Kuomintang.

Altra data storica importante è quella del 1921 con lafondazione, a Shangai, del Partito comunista cinese. Èscritto: «Nella seconda quindicina di giugno del 1921,tredici persone si presentarono alla scuola femminile divia Pubalu sul territorio della concessione francese diShangai. […] Queste tredici persone erano i rappresen-tanti dei circoli comunisti delle diverse regioni dellaCina, che erano convenute a Shangai per organizzareufficialmente il Partito comunista cinese» (vd. Sun Yat-sen e Mao Sedong, Guerra di liberazione in Cina, Edi-zione di Cultura Sociale, s. d. ma probabilmenteprecedente alla fondazione della Repubblica popolare,

LA CINA NELLA STORIA

di Maurizio Nocera

CENT’ANNI DI RELATIVITÀ

28 Settembre Gramsci

Page 29: EDITORIALE POPOLI E GOVERNI DEMOCRATICI UNITI · POPOLI E GOVERNI DEMOCRATICI UNITI di Maurizio Ceccio ... Su l’Unità del 15 giugno 1924 compare un articolo in prima pagina dal

pp. 3 e sgg.).Tra quelle tredici persone, proveniente dalla provincia

dell’Honan, c’era Mao Zedong, il quale «fissò comeobiettivo principale l’organizzazione della lotta di classeoperaia e lo sviluppo del movimento sindacale». Ebbeinizio così quella che è passata alla storia come la LungaMarcia, che portò le Forze armate popolari cinesi, gui-date dal Partito comunista, prima alla fondazione (1931)della Repubblica sovietica cinese su basi territoriali ri-dotte (le cosiddette aree liberate sulle quali il nuovo po-tere proletario imponeva laridistribuzione delle terre,l’ottenimento della parità deidiritti tra uomini e donne, larepressione dell’usura, delbrigantaggio e della corru-zione morale), poi alla con-quista dell’intero territoriodella Cina. Importante fu ilcontributo dato dalle Forzedi liberazione cinesi durantela seconda guerra mondialecontro l’occupazione del-l’imperialismo giapponese,presente sul territorio dal1937 al 1945.

Dunque, il 1° ottobre 1949fu fondata la Repubblica Po-polare Cinese, il cui primoatto fu quello di abolire tuttala legislazione militare na-zionalista; abolire tutti i pri-vilegi stranieri;nazionalizzare tutti i settori produttivi, in primo luogole industrie; espropriare l’intero settore finanziario del-l’ex governo del Kuomintang, dando un nuovo criteriodi tassazione: i ricchi pagano più tasse dei poveri; svi-luppare l’istruzione pubblica per migliorare le condi-zioni generali di vita del popolo e dare un impulsodemocratico alla cultura e all’educazione popolare sunuove basi scientifiche. «Compito principale – è scrittonel documento citato – del lavoro culturale ed educativo

del governo popolare è l’elevamento del livello culturaledel popolo cinese, l’addestramento dei lavoratori perl’opera di edificazione nazionale [socialista], la liquida-zione dell’ideologia fascista, feudale dei “compradori”,lo sviluppo dell’ideologia [marxista-leninista] al serviziodel popolo» (p. 73).

Tra gli articoli dell’attuale Costituzione della Repub-blica Popolare Cinese c’è il primo che è fondamentale,perché indica l’impianto ideologico di quello che deveessere la Cina: «è «uno Stato socialista soggetto alla dit-

tatura democratica del po-polo», basato sull’alleanzafra la classe operaia e i con-tadini, alla cui guida c’è ilPartito comunista, costi-tuente la loro avanguardia».

Altro articolo importante èil 35, che proclama: «i citta-dini della Repubblica Popo-lare Cinese godono di libertàdi parola, di stampa, di riu-nione, associazione, corteo edimostrazione» nel rispettodella legge e l’osservanzadella disciplina del lavoro edell’ordine pubblico. In pas-sato (22 aprile 1989), sfrut-tando i principi fondamentalidi questo articolo, su apertae dichiarata fomentazionedell’imperialismo statuni-tense, alcuni gruppi di prote-statari tentarono una

sommossa contro lo Stato socialista. Fu un momentodrammatico per la Repubblica Popolare, ma i dirigentidello Stato e del Partito comunista seppero come affron-tarla, evitando qualsiasi spargimento di sangue.

Oggi alla Cina popolare e socialista spettano nuovicompiti e responsabilità, quale quello di resistere agliattacchi dell’imperialismo nella difesa dei valori socia-listi e comunisti e, nello stesso tempo, fare ogni sforzoper evitare una nuova guerra mondiale. A tale proposito,

Pechino 1 ottobre 1969 - Il fondatore del CgeFosco Dinucci e Mao Tsedong al XX della Rpc

CENT’ANNI DI RELATIVITÀ

29 Settembre Gramsci

Page 30: EDITORIALE POPOLI E GOVERNI DEMOCRATICI UNITI · POPOLI E GOVERNI DEMOCRATICI UNITI di Maurizio Ceccio ... Su l’Unità del 15 giugno 1924 compare un articolo in prima pagina dal

scrive bene il giornalista e studioso politico Manlio Di-nucci sulle pagine del «Manifesto» dell’1 settembrescorso nell’affermare che

«il 70° anniversario della vittoria del popolo cinesenella Guerra di resistenza contro l’aggressione giappo-nese [… è stato] boicottato non solo da Tokyo ma daWashington e da quasi tutti i governi della Ue che[hanno] inviato a Pechino solo esponenti secondari.Grottesco tentativo di cancellare la Storia, analogo aquello nei confronti del 70° anniversario della vittoriasul nazismo, celebrato a Mosca il 9 maggio. [… Lo

scorso] 3 settembre, [hanno] sfilato le forze armate diuna Cina profondamente cambiata ma che, come laRussia, gli altri Brics e decine di paesi presenti a Pechinocon i massimi rappresentanti, segnala la volontà di di-fendere la propria sovranità nazionale contro i nuovi di-segni di dominio imperiale».

Così, in questo modo, con l’auspicio cioè che non siverifichino nuovamente le condizioni che facciano ri-cadere l’umanità nella tragedia di una nuova guerramondiale (atomica), salutiamo il 66° Anniversario dellafondazione della Repubblica Popolare Cinese.

CENT’ANNI DI RELATIVITÀ

30 Settembre Gramsci

La seconda a sedere da sinistra è la compagna Paola Romani del consiglio di fabbrica della Monti confezioni diRoseto degli abbruzzi [Nuova Unità del 27-05-1975, organo del Pcd’I (m-l)]

Page 31: EDITORIALE POPOLI E GOVERNI DEMOCRATICI UNITI · POPOLI E GOVERNI DEMOCRATICI UNITI di Maurizio Ceccio ... Su l’Unità del 15 giugno 1924 compare un articolo in prima pagina dal
Page 32: EDITORIALE POPOLI E GOVERNI DEMOCRATICI UNITI · POPOLI E GOVERNI DEMOCRATICI UNITI di Maurizio Ceccio ... Su l’Unità del 15 giugno 1924 compare un articolo in prima pagina dal