effetti del sonno sui processi mnestici g. ficca dipartimento di psicologia, seconda università di...
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EFFETTI DEL SONNO SUI PROCESSI MNESTICI
G. Ficca
Dipartimento di Psicologia, Seconda Università di Napoli
Sonno e processi mnestici
• Effetti del sonno sull’acquisizione di materiale = Imparare stimoli presentati durante il sonno
•Effetti sulla ritenzione ed elaborazione, durante il sonno, di materiale appreso prima del sonno
•Simon e Emmons (1956)Presentazione di materiale verbale durante il sonno, nessun effetto sul ricordo.
Riduzione afferenze sensoriali ? Ridotta risposta alle stesse ?
Trasmissione impulsi nervosi dai corpi genicolati alla corteccia visivaSWS < veglia
Sonno REM: componenti tardive dei potenziali evocati abolite (Llinas e Parè, 1991)
Imparare durante il sonno ?
Teoria di attivazione / recupero
(arousal/retrieval, Koulack e Goodenough, 1976)
La codifica di una traccia dipende dalla presenza di un minimo livello di attivazione (= arousal), non disponibile durante il sonno
Shimizu et al., 1977: apprendimento in sonno quando la somministrazione dello stimolo è seguita da brevi treni di onde alfa
Apprendimento durante il sonno REM > NREM ?
La codifica in sonno di materiale dichiarativo è ridotta, e la somministrazione di tale materiale mentre l’individuo dorme causa essenzialmente una frammentazione del sonno (Roth et al., 1988; Wyatt et al., 1994)
Sembrano invece possibili alcune seplici forme di apprendimento procedurale (Beh e Barratt, 1965)
Ricordare di più grazie al sonno ?
Interferenzaapprendimento
apprendimento
Gli psicologi della memoria iniziano a porre attenzione ai rapporti fra memoria e sonno per rispondere alla domanda:
L’OBLIO E’ DETERMINATO DALL’INTERFERENZA ?
S O N N O
V E G L I A =
Effetto del sonno sulla memoria di materiale pre-sleep
Jenkins e Dallenbach, 1924
Lista* Recall
Lista*
Lista*
Lista*
Recall
Recall
Recall
VEGLIA
SONNO
* sillabe senza senso
Il richiamo del materiale è migliore quando il periodo di ritenzione viene trascorso in sonno rispetto alla veglia (“SLEEP EFFECT”)
Ore1 2 4 8
Molti Autori (Newman, 1939; Lovatt e Warr, 1968;
Idzikowski, 1984, Fischer et al., 2002), nel corso dei
successivi decenni, hanno replicato i risultati di Jenkins e
Dallenbach, utilizzando anche compiti di tipo differente,
come ad esempio il ricordo di brani di prosa o complesse
sequenze motorie.
Pochissime sono state invece le evidenze contrarie allo “sleep effect”, peraltro in studi (e.g., Portnoff, 1966) che soffrivano di limiti metodologici, quali l’assenza di controllo per la variabile circadiana.
Lo “sleep effect”
Messaggi riassuntivi
• Il sonno si è dimostrato efficace nel favorire il consolidamento di materiale appreso prima di dormire, indipendentemente dal tipo di materiale (“sleep effect”)
DURATASonno lungo vs. sonno breve
POSIZIONE RISPETTO AL COMPITOsubito dopo l’apprendimento vs. dopo un periodo di veglia successivo all’apprendimento
Benson e Feinberg, 1968
Ore 4 8
Lista*
Lista*
Lista*
Condizione A
Condizione B
Condizione C
VEGLIA
SONNO
* sillabe senza senso
Recall
Recall
Recall
Effetto sonno nella condizione B > Effetto sonno nella condizione C
Ipotesi: Processi di CONSOLIDAZIONE attiva in sonno
Dopo la scoperta del sonno REM
Cosa c’è nel sonno per la memoria ?
Sonno NREM = prevalenza di processi anabolici (sintesi proteica)
Sonno REM = Attivazione corticale e neurovegetativa, prevalenza di processi catabolici, quadro elettrofisiologico paradosso, simile a quello di veglia
Il secondo mese
• Fusi del sonno• Organizzazione dell’attività oculare simile a
quella dell’adulto• Scomparsa del tracciato alternante • Prevalenza del sonno nel periodo notturno
rispetto a quello diurno
Il secondo mese
• Percezione di patterns complessi
• Modificazioni del controllo motorio e posturale
• Coordinazione visuomotoria
• “Alert activity”
DURATASonno lungo vs. sonno breve
POSIZIONE RISPETTO AL COMPITOsubito dopo l’apprendimento vs. dopo un periodo di veglia successivo all’apprendimento
STRUTTURASonno REM vs. Sonno NREM
Approcci sperimentali allo studio del ruolo del sonno REM sulla memoria
• Manipolazioni cognitive (training intensivo) ed effetti sul sonno REM.
Aumento della quantità di REM ?
• Manipolazioni del sonno (privazione REM) ed effetti sulla memoria.
Peggioramento della performance mnestica ?
Studi sull’uomo
Compito
Liste di parole
Riconoscimento di parole
Test di Corsi
Torre di Hanoi
Inseguimento circolare
Nessuno
Nessuno
Aumento REM
Aumento REM
Aumento Stadio 2
(Hennevin et al., 1995)
Studi sull’animale
Aumento post-apprendimento del sonno REM all’interno di specifiche
“finestre REM”
(Smith, 1995 e 2001)
Dati molto controversi sugli effetti della privazione di singoli stati di sonno sulle prove di richiamo al risveglio
Modifiche degli stadi di sonno dopo training intensivo
Effetto
(Empson & Clark, 1970; Cipolli & Salzarulo, 1979; Yaroush et al., 1971)
Peggioramento delle prestazioni mnestiche dopo privazione di sonno REM ottenuta nel ratto con la tecnica “swimming pool”
(Pearlman, 1981; Smith, 2001)
Ma:
Risultato dovuto allo stress ?
(Vertes & Eastman, 2000)
REM vs. NREM: una questione insoluta
Vertes R.P. & Eastman K.E.
“The case against memory consolidation in REM sleep”
Stickgold R. “Inclusive versus exclusive approaches to sleep and dream
research”
Fishbein W. “The case against memory consolidation in REM sleep. Balderdash !”
Vertes R.P. & Eastman K.E. “REM sleep is not committed to memory”
Behavioral Brain Research, numero speciale su “Sonno e attività mentale”, 2000
I processi mnestici durante
il sonno dipendono dal
sistema di memoria
implicato ?
Memoria dichiarativa: insieme di nozioni, idee ed eventi che possono essere richiamati in maniera cosciente (o “esplicita”) sotto forma di proposizioni verbali e/o immagini mentali
Memoria procedurale: è inconscia, ed espressa da modifiche del comportamento. Include abilità motorie e percettive, ma anche risposte elementari come l’abitudine e il condizionamento
Classificazione dei sistemi di memoria secondo Squire (1984)
REM -------> memoria procedurale
NREM -------> memoria dichiarativa
L’ipotesi “dual process”
Un compito di tipo procedurale:La discriminazione visiva del tessuto
Esempio di stimolo .Tre barre diagonali nel quadrante in basso a destra dello schermo, inserite su uno sfondo di elementi orizzontali.
Una piccola lettera capovolta (una T o una L) al centro funge da target di fissazione.
Karni et al., Science, 1994“Dependence on REM sleep of overnight improvement of a perceptual skill”
• La performance ad un compito di discriminazione visiva migliora dopo una notte di sonno indisturbato.
• La privazione selettiva di sonno REM impedisce tale miglioramento durante un analogo intervallo di ritenzione, mentre…
• …la privazione di Sonno a Onde Lente (SWS) non compromette il miglioramento
Un compito di tipo dichiarativo: La lista di Parole Accoppiate
Sedia MontagnaMoneta CucchiaioBosco StanzaVetro PioggiaFinestra LeoneQuadro TavoloTopo ProfessoreLetto EstateColore Carne
•Il numero di coppie può essere variato a seconda degli scopi della ricerca .
•In alcuni esperimenti, la prima parola della coppia può essere fornita come cue.
•Le parole possono essere associate o non associate.
early late
%
0
10
20
30
40
50
early late
%
0
10
20
30
40
50
% - Improvement
retention interval retention intervalPaired-associate list Mirror tracing
**
SWS
min
0
10
20
30
early late
REM
min
0
10
20
30
early late
Cortisol
µg/dl
0.0
0.2
0.4
0.6
0.8
early late
**
**
Sleep group
Wake group
** ** *
Plihal and Born, 1997, J Cognitive Neurosci
A.) A fronte di solide evidenze sperimentali concernenti la relazione sonno REM-memoria procedurale, il modello non pare spiegare adeguatamente quelle ricerche del passato che non mostravano differenze tra gli stati di sonno, o indicavano persino una superiorità del sonno REM, nella determinazione dello “sleep effect” per il materiale dichiarativo
Alcuni problemi per l’ipotesi “dual-process”
Autori
Test di richiamo Risultati
Empson e Clarke, 1970
Brevi testi
Liste di parole
Peggioramento dopo privazione REM
Peggioramento dopo
privazione REM Tilley e Empson, 1978
Storie
Peggioramento dopo
privazione REM, nessun peggioramento dopo pri vazione SWS
Yaroush et al., 1971 Barrett e Ekstrand, 1972
Liste di parole
1a parte della notte più
benefica della 2a Cipolli e Salzarulo, 1979
Frasi con senso
Frasi senza senso
REM = NREM
REM = NREM
B.) Molti compiti non sono né puramente “procedurali”, né puramente dichiarativi (a.e., apprendimento codici Morse).La suggerita relazione REM-procedurale/NREM-dichiarativo è in effetti confutata da molti studi recenti in cui i compiti hanno caratteristiche “addizionali”.
A.) A fronte di solide evidenze sperimentali concernenti la relazione sonno REM-memoria procedurale, il modello non pare spiegare adeguatamente quelle ricerche del passato che non mostravano differenze tra gli stati di sonno, o indicavano persino una superiorità del sonno REM, nella determinazione dello “sleep effect” per il materiale dichiarativo
Alcuni problemi per l’ipotesi “dual-process”
Wagner et al. 2001; Learning & Memory
SWS – early sleepSWS – early sleep
REM – late sleepREM – late sleep
“Practice with sleep makes perfect: sleep dependent motor skills learning”
(Walker et al., 2002)
“Sleep and the time course of motor skills learning”
(Walker et al., 2003)
Le abilità motorie sono migliorate dallo Stadio 2
Sonno REM -------> memoria procedurale
memoria dichiarativaper materiale con contenuto emotivo
NREM sleep -------> memoria dichiarativaper materiale con contenuto neutrale
memoria procedurale, motoria
E’ realmente plausibile un’interazione fra un sistema di memoria e uno stato di sonno che escluda del tutto l’altro stato ?
oppure:
Un ruolo della cooperazione NREM-REM per lo “sleep
effect” ?
La cooperazione NREM-REM
EVIDENZE NEUROFISIOLOGICHEIl “dialogo” ippocampo-cortecciaREM: flusso di informazioni dalla neocorteccia all’ippocampo, con attivazione delle stesse aree ippocampali attivate nel corso della sessione di apprendimentoSWS: si verifica il cosiddetto “replay” ippocampale: onde sincrone e ampie accompagnano il flusso delle informazioni in direzione opposta (Wilson & McNaughton, 1994, Hinton, 1995; Buszaki, 1998)
EVIDENZE NEUROANATOMICHEDifferenti pattern di attivazione nel NREM rispetto al REM
(Maquet, 1998, 2000)
EVIDENZE DAGLI STUDI SULL’ANIMALEMigliore apprendimento nei ratti per specifiche sequenze di sonno (Giuditta et al., 1995)
Correlation of learning with sleep
-0,20
0,00
0,20
0,40
0,60
0,80
Quartile
r-value
SWS
REMp < 0.05
p < 0.01
L’ipotesi “two-step”
Correlazioni significative sono state trovate fra l’incremento della prestazione mnestica e: a) lo SWS durante il primo quarto della notte (SWS1); b) il REM durante l’ultimo quarto (REM4).
da Stickgold et al., 2001
Alcuni problemi per l’ipotesi “two-step”
Pur indicando la necessità della compresenza nell’episodio di sonno di ambedue gli stati (NREM e REM), fa dipendere l’efficacia dei processi mnestici dalle quantità assolute degli stessi, più che dalla possibilità di una loro reale interazione
Sottolineando l’imprtanza del primo e dell’ultimo quarto di sonno, trascura di chiarire cosa accadrebbe, ai fini dei processi di memorizzazione, nel periodo di sonno intermedio
Messaggi riassuntivi
• Il sonno si è dimostrato efficace nel favorire il consolidamento di materiale appreso prima di dormire, indipendentemente dal tipo di materiale (“sleep effect”)
•Nessuna caratteristica del sonno (durata, collocazione, composizione in stati) si è rivelata necessaria e sufficiente a determinare lo “sleep effect”
DURATASonno lungo vs. sonno breve
POSIZIONE RISPETTO AL COMPITOsubito dopo l’apprendimento vs. dopo un periodo di veglia successivo all’apprendimento
STRUTTURASonno REM vs. Sonno NREM
CONTINUITA’ E ORGANIZZAZIONESonno ininterrotto vs. sonno frammentato
Livelli di organizzazione del sonno
EPISODIO
CICLO
STATO
Aspetti organizzativi intra-stato
Veglia Sonno
NREM REM
NREM-REM
(es.: REMs isolati o in bursts)
La struttura CICLICA del sonno ha una funzione ?
L’organizzazione del sonno, espressa dall’aumento della durata dei cicli NREM-REM, aumenta nel corso del primo sviluppo, in particolare del primo anno di vita
(Fagioli et al., 1981; Ficca et al., 2001)
Total time spent in cycle / Total sleep time
0 10 20 30 40 50 60 70
25-54 weeks
17-22 weeks
8-15 weeks
1-7 weeks
%
Potenziamento a Lungo Termine ?
Il completamento dei cicli di sonno favorisce la sintesi proteica e l’anabolismo
(Barondes, 1989; Bliss & Collinridge, 1995)
La struttura CICLICA del sonno ha una funzione ?
L’organizzazione del sonno, espressa dall’aumento della durata dei cicli NREM-REM, aumenta nel corso del primo sviluppo, in particolare del primo anno di vita
(Fagioli et al., 1981; Ficca et al., 2001)
Il Potenziamento a Lungo Termine
Wake
REM
Stage 1
Stage 2
Stage 3
Stage 4
hours of sleep
1 2 3 4 5 6 7 8
CORRELAZIONI TRA MISURE DEL SONNO E RICORDO DI PAROLE IN SOGGETTI ANZIANI
0
0,1
0,2
0,3
0,4
0,5
0,6
NREM/REM cycles TCT/TST
Spearman's rho
p < 0.005
p < 0.05
Mazzoni et al., 1999
Veglia
Stadio 1
Stadio 2
Stadio 3
Stadio 4
Sonno REM
Notte C -Risvegli 40’
Notte C + Risvegli 10’
Manipolazione sperimentale dei cicli NREM-REM
0
12
34
5
Continuous Cycles + Cycles -
Conditions
Word pairs
p < 0.05p < 0.05
Ficca et al., 2000
Prestazione mnestica di giovani adulti al risveglio da notti continue, frammentate o disorganizzate
DURATASonno lungo vs. sonno breve
POSIZIONE RISPETTO AL COMPITOsubito dopo l’apprendimento vs. dopo un periodo di veglia successivo all’apprendimento
STRUTTURASonno REM vs. Sonno NREM
CONTINUITA’ E ORGANIZZAZIONESonno ininterrotto vs. sonno frammentato
ORA DEL NICTEMERIOSonno diurno vs. sonno notturno
SONNELLINI POMERIDIANI: UN MODELLO UTILE PER STUDIARE IL RUOLO DEI CICLI NREM-REM
•Circa metà dei pisolini pomeridiani hanno almeno una fase di sonno REM (=1 ciclo)
•La quantità totale di sonno REM è comunque molto limitata
•Anche la quantità di SWS è limitata, perché all’inizio dei sonnellini diurni, per ragioni circadiane, la quasi totalità del sonno NREM è costituita da Stadio 2
(Salzarulo, 1970)
Mednick et al., Nature Neuroscience, 2003
Veglia
Veglia
13.30 14.00 16.00
Sonno
DISEGNO SPERIMENTALE
Montaggio elettrodi
Karolinska Sleepiness Scale Test di richiamo
19.00
Somministrazione materiale e primo richiamo
L‘obiettivo é verificare se un sonnellino diurno favorisca il ricordo di materiale dichiarativo
Misure del sonno Media ± d.s.
Tempo a letto (min) 124,8 ± 20,2
Tempo Totale di Sonno (min) 73,7 ± 23
Efficienza di sonno (%) 60 ± 11
Stadio 2 (%) 61,4 ± 8,9
SWS (%) 29,4 ± 12,3
REM (%) 9,1 ± 8,9
50
60
70
80
90
100
110
120
h 14 h 16 h 19
Recall scores (%)
NapWake
Ftime= 0,3 ns; Fcondition= 9,0 **
Richiamo delle coppie di parole ai tre tempi
Muto et al. 2005
***
0
1
2
3
4
5
6
7
8
9
h 14 h 16 h 19
KSS scores
NapWake
Ftempo= 1,4, ns; Fcondizione= 8,9 **
Punteggi KSS dei due gruppi ai tre tempi
Muto et al. 2005
Conclusioni (1)
• I sonnellini pomeridiani non hanno mostrato nel nostro studio significativi effetti sulla memoria di materiale verbale
NAPS ----------------- Prevalente composizione in NREM
• Evidenza a sfavore della relazione “one-to-one” sonno NREM-memoria dichiarativa
Differenze fra naps contenenti esclusivamente sonno NREM e naps contenenti anche sonno REM?
40
50
60
70
80
90
100
110
120
130
140
h 14 h 16 h 19
recall scores (%)
Nap noREM
Nap REM
Richiamo del materiale verbale al risveglio da naps con o senzasonno REM (almeno 10’)
*
• Sonnellini diurni contenenti almeno 10 minuti di sonno REM sembrano migliorare il ricordo di liste di parole al risveglio
• Presenza del REM = Completamento del ciclo ?
Conclusioni (2)
Messaggi riassuntivi
• Il sonno si è dimostrato efficace nel favorire il consolidamento di materiale appreso prima di dormire, indipendentemente dal tipo di materiale (“sleep effect”)
• Nessuna caratteristica del sonno (durata, collocazione, composizione in stati) si è rivelata necessaria e sufficiente a determinare lo “sleep effect”
•La ricerca sta attualmente considerando con molta attenzione gli aspetti di tipo architetturale e organizzativo (compartecipazione di sonno NREM e REM, cicli di sonno)
(....) the pre-sleep stimulus is involved in sleep
mentation not just once (in a particular stage
or sleep type) but many times. This in turn
suggests that the match between the features of
the stimulus and those of other information in
memory is ITERATED.
Cipolli et al., 1983