ekecheiria - numero x parte i

Upload: giorgiolodetti5976

Post on 22-Feb-2018

220 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

  • 7/24/2019 Ekecheiria - Numero X parte I

    1/16

    Ekecheiria organo dinformazione dellAssociazione Culturale Librerie Storiche e Antiquarie dItalia a diffusione gratuita - Registrazione Tribunale di Milano n. 9098 del 31/3/2004Direttore: Andrea Bondanini - Segretaria di Redazione: Drina Xhoga - Progetto grafico: Donatella Ber toletti - Sede: Galleria Vittorio Emanuele II, 12 - 20121 Milano - e.mail: [email protected] t -

    Associazione CulturaleLibrerie Storiche e antiquarie dItalia

    FONDATA a milano NEL 2004 E k e c h e i r i aAnno VI I I - Numero 10

    novembre 2015

    PE R I O D I C O D I I N FO R M A Z I O N E D E L L A S S O C I A Z I O N E

    Giorgio Lodetti, titolare della storica Libreria Bocca in Galleria, Luogo del cuore FAIintervistato da Andrea Bondanini

    Contro tutte le apparenzele librerie hanno un futuro luminoso

    IMPAGINATO 2015 OK_IMPAGINATO 2009 OK 02/11/15 11:28 Pagina 1

  • 7/24/2019 Ekecheiria - Numero X parte I

    2/16

    IMPAGINATO 2015 OK_IMPAGINATO 2009 OK 02/11/15 11:28 Pagina 2

  • 7/24/2019 Ekecheiria - Numero X parte I

    3/16

    3 ekecheiria n. 10

    GIORGIO LODETTI INTERVISTATO DA ANDREA BONDANINIMolte librerie chiudono, i libri si vendo-no nelle edicole e nei supermercati epossono sostituirsi con quelli digitali.

    Esiste ancora un ruolo per i librai?

    Mi sono trovato con Giorgio Lodetti dellaLibreria Bocca di Milano, la pi antica dItaliae il discorso si avviato proprio sugli epo-cali cambiamenti che viviamo attualmente,in particolare nel mercato del libro.E in effetti Giorgio Lodetti ha confermatoche il suo ruolo profondamente cambia-

    to. Da una libreria che vendeva qualunquelibro, pressoch unica in Milano che facevaarrivare una pubblicazione da qualsiasi par-

    te del mondo, si specializzata in arte: ca-

    taloghi di mostre a diffusione spesso mol-to limitata, monografie di pittori frequente-mente a bassa tiratura e molto costose.In aggiunta a questa attivit, che abbastan-za simile alla precedente, vi la ricerca dilibri esauriti, ma importanti per studiosi osemplici collezionisti, uno studio di volumipi o meno antichi per capirne linteressee il valore prima di offrirli sul mercato.Un campo assolutamente esclusivo per lelibrerie quello dei libri dartista, dove la ti-pografia si incrocia con disegno, acquarelloe incisioni originali. L il libraio insostitui-

    bile perch sono opere che vanno viste etoccate, amate e non basta una semplicefoto o una mail. La competenza del libraio importante per la selezione della qualitche deve riflettere anche il gusto dellacqui-rente. Una libreria incentrata sulla culturae la conoscenza del libro mi diceGiorgio porta con s una clientela di al-

    to livello, a sua volta sorgente di conoscen-ze, necessarie a una libreria darte dove esi-ste un continuo affluire di ricerche e novi-

    t. Tutto ci fonte di grande soddisfazio-ne soprattutto alla Libreria Bocca puntodi riferimento di artisti.La porta dingresso unopera darte diNico De Sanctis e il pavimento di vetro, co-stituito da centodue dipinti di altrettanti ar-

    tisti fanno della libreria un unicum, a cui siaggiungono i quadri al soffitto, una versio-ne contemporanea degli studioli rinasci-mentali di Urbino e Mantova.

    Lesperienza nel mondo dei libri comin-ciata per gioco. Figlio di librai ho semprefrequentato il negozio dei miei genitori sin

    da piccolo. Allet di dodici anni, andavo atrovare i miei. Alle volte passavo intere gior-nate al piano superiore per fare i compiti.Una volta terminati gli studi superiori, misono sempre pi catapultato in questomondo. Una cosa tira laltra e oggi da qua-rantenne gestisco la libreria che una voltafrequentavo per svago e studio.Il mondo editoriale si profondamente ri-voluzionato in brevissimo tempo. In questonuovo assetto le librerie indipendenti sonosempre pi emarginate. Lasse editore-dis-

    tributore-libraio si profondamente desta-bilizzato, completamente scollegato, ogni

    anello di questa catena va per conto pro-prio. I grandi editori si sostituiscono ai dis-

    tributori, vendendo in proprio. I distributo-ri, chi pu e non soccombe per le regole dimercato, comprano piccoli e medi editoriper avere lesclusiva del prodotto e i librai?Chiudono. Oggi esiste una nuova forma dilibreria nata dalla trasformazione del siste-ma, quella editoriale, prevalentemente mo-nomarca, o quella supermercato del librodi grandi superfici. Chi perde in tutto que-sto? Il consumatore, che non si pu nean-che pi definire cliente e cultore, perch ri-

    mane ben poco da leggere o comprare!Il rapporto libraio-editore mai esistito?Non mi sembra o almeno non da quandofaccio il libraio. Un rapporto vero e auten-

    tico sarebbe che leditore utilizzasse il li-braio per identificare il prodotto libro man-cante o desiderato dal compratore, ma cmai stato questo rapporto tra chi produ-ce e chi vende? Non mi pare, in passato le-ditore era anche libraio. Oggi chi sceglie?Chi paga? Chi rischia? Raramente leditorespesso gli sponsor! E chi sono questi spon-sor? Una volta istituzioni importati come le

    banche. Oggi? Lidea di alcuni illuminati im-prenditori che con il pubblico hanno unrapporto prevalentemente basato sulla nu-merologia: cio? Si par te con lanalizzare unprodotto che venda un certo numero dicopie. Con quale risultato? Un libro che sivende per tre mesi, e dopo si deprezza nelsecondo mercato! Arriva lo stocchista! Que-sto ciclo quando ho cominciato a lavoraredurava in media due anni, oggi in tre/cin-que mesi avviene sull80% dei titoli editi!Le Associazioni, sono una delle armi difen-sive di questa trasformazione non solo a li-vello nazionale. come in mare, piccoli pe-

    sci formano grandi banchi per non soccom-bere al predatore. Poi in realt in ogni at-

    tacco si salva il gruppo ma soccombono ipi deboli e i pi emarginati. La storia inse-gna il dialogo la panacea di tutti i mali, mamolte Associazioni hanno scopi e interessida tutelare a volte contrastanti tra loro e

    quindi il dialogo viene meno!Il rapporto libraio-lettore pressoch ine-sistenze nella grande distribuzione; di fi-

    ducia, o damicizia nelle piccole realt. Maa farla da padrona la pubblicit, che re-gna e imperversa nella formazione o me-glio nella determinazione del gusto. Sonoconvinto che alla base, di buona parte del-le campagne pubblicitarie, ci sia un discor-so quantitativo individualista e non quali-

    tativo-divulgativo che non agevola nessunrapporto e non comporta alcun migliora-mento nel sistema editoriale in generale.Il ruolo della politica dovrebbe esserequello di modificare e rivedere tutti i pro-grammi scolastici ancora risalenti al 1923.Pi sensibile a un preparazione dinsieme

    delle fasi storiche che alla nozionistica. Non una data che ci rende consapevoli o eru-diti, ma comprendere perch in unepocasono successe determinate cose. Utilizzarele nuove tecnologie per non appesantireun bambino di sei anni con chili di carta daportare ogni giorno sulla schiena. Un sem-plice tablet da 300/400 grammi sostituiscenumerose risme di car ta. Perch non si uti-lizzano rapidamente le nuove tecnologiedove serve? Perch mantenere un carroobsoleto e lobbistico a spese delle futuregenerazioni? In questo modo si cambie-

    rebbe drasticamente, come corretto, ilrapporto famiglie-libri, quelli veri, scritti efatti per durare nei secoli e non un trime-stre (best-seller) o 10 mesi (scolastica ederivati). Sostenere con campagne miratela lettura di libri veri-autentici, magari clas-sici. Con i risparmi, pubblici e privati, crea-re un fondo a tutela delle librerie indipen-denti e dei piccoli editori. Premiare il me-rito e non sempre il business! Ripristinarecon regole lasse editore-libraio e in casiparticolari editore-libraio-distributore senecessario. A ognuno il suo compito per

    un fine unico: il Libro!Sulle nuove tecnologie sono molto aper-to e favorevole ma ritengo ci si muova susettori diversi o non riguardi lintero siste-ma editoriale. Sicuramente potrebbe, anzidovrebbe, sostituirne o meglio moderniz-zarne uno o pi settori, ingiustamente eimpropriamente nomenclati nel mondoeditoriale, soprattutto per una questionedi sprechi e consumi. Si usa la macchina,ma chi ha voglia, ancora oggi, fa una bellacavalcata nei boschi o su una spiaggia. Lamacchina non ha sostituito il cavallo, sonodue cose differenti e grazie ad una usiamo

    in modo diverso laltro, Sul fatto poi chegrazie alle nuove tecnologie si possano ri-sparmiare fortune, basti pensare solo allacarta, allinchiostro, al trasporto e allener-gia oltre che alle schiene di milioni di gio-vani studenti: un progredire non un re-gredire.

    e-mail: [email protected] - cell. 3452886546

    Andrea Bondanini

    IMPAGINATO 2015 OK_IMPAGINATO 2009 OK 02/11/15 11:28 Pagina 3

  • 7/24/2019 Ekecheiria - Numero X parte I

    4/16

    IMPAGINATO 2015 OK_IMPAGINATO 2009 OK 02/11/15 11:29 Pagina 4

  • 7/24/2019 Ekecheiria - Numero X parte I

    5/16

    5 ekecheiria n. 10

    IL CROCEVIA DEL MONDOIl fascino della Galleria, primo centro com-merciale della storia oggi la pi alta concen-

    trazione di botteghe storiche di Milano, dal

    Camparino, luogo storico perCampari, simbolo dellaperitivonel mondo, famoso per i mosai-ci di dAndrea, alla Libreria Boc-ca, punto di riferimento per ap-passionati dar te, bar, caff, risto-ranti da Biffi a Savini, a Prada aCentenari, stampe darte, per fi-nire a Borsalino, copricapo perantonomasia, mantiene intattonel tempo e gode, fin dal suonascere, di una particolare at-

    trattiva. Percorrendo, ancora og-gi, quei famosi musicali Quater

    pass in Galleria continua me-ta per appuntamenti. Milano la sua emblematica Galleria: un incrocio diquattro strade-emporio, coperte da uncielo di vetro. Un insieme archetipo delcentro commerciale: shop-ping e convivialit allinsegnadellincontrarsi. Monumentodi nota riconoscibilit archi-

    tettonica, fu fra le prime amescolare strutture in fer-ro e vetro a vista ed diventanni pi giovane dellal-

    trettanto famosa icona in-ternazionale, la parigina TourEiffel del 1889.La natura e la maniera mi-lanese di essere un croce-via del mondo, testimo-niata nelle centrali Lunettedella Cupola dellOttagono,infatti, queste simboliche pit-

    ture (trasformate in mosai-ci nel 1921) rappresentano le Allegorie diEuropa, Asia, Africa ed America.Una tradizione mediolanense di antica ori-

    gine, come il simbolo della scrofa semilanu-ta: questa area di territorio vide ed ospitLiguri, Etruschi, Insubri, Celto-Galli e Romani,finch non arriveranno francesi, spagnoli eaustriaci. Unaltra simbolica testimonianza,delle attivit e del pensiero dei milanesi, lasi trova sulle vele dei due Archi dei braccibrevi, con le allegorie di Agricoltura, Arte,Industria e Scienza. Le tele originali di que-ste due ultime, restaurate nel 2010, sonoarrotolate nella Galleria dArte Moderna.Nel giugno del 1859, fine della secondaGuerra di Indipendenza, Milano si annetteal Piemonte, liberata dal dominio austriaco

    da Napoleone III, infatti, nel Cortile di Brerariappare il Napoleone I bronzo di Canova,rinchiuso in una cassa dal 1814 e cos ilConsiglio Municipale dedica al re VittorioEmanuele II questa innovativa Strada co-perta, gi pensata, con molti progetti a par-

    tire dal 1857, in onore dellImperatore au-

    striaco per collegare il Teatro alla Scala conil Duomo.Lincarico venne affidato al geniale architet-

    to bolognese Giuseppe Mengoni che ca-dendo dallimpalcatura del Grande Arcodingresso non ne vedr linaugurazione uf-

    ficiale il 24 febbraio 1878.La posa della prima pietra, nellarea del-lOttagono, del 7 marzo 1865. Nel 1867,

    mancava il solo Arco dIngresso, a lavori fi-niti viene aperta la Galleria con linsedia-

    mento di locali storici quali: Biffi, Campari-no, Ramazzotti, Birreria Stocker (poi Savini)e la prima sede redazionale del Corriere

    della Sera. Dellilluminazione agas (1865-1885) resta la memo-ria storica del Rttin, genialemacchinetta a molla che corren-do su un binario, alla base dellaCupola, accendeva 600 fiammel-le (un progetto de Il Salotto diMilano, storica associazione deicommercianti della Galleria, lovorrebbe scenograficamente ri-attivare).Si pass alla luce elettrica con laCentrale Edison nel 1882 (consede nella adiacente via santaRadegonda) come bene raccon-

    tato inMilano si accende di An-drea Colombo. Una preziosa e ricca do-cumentazione di tutti i lavori della sua co-struzione, conservata nel Civico Archi-

    vio Fotografico del CastelloSforzesco. I gravi danni deibombardamenti del 1943 siripararono con restauri dal1948 al 1955. Dalla Galleriae dal Teatro alla Scala r ipar-

    t il riscatto della Milano deldopoguerra. In perfetta e

    calcolata anteprima perlExpo 2015, la Galleria, nel-laprile 2015, rinata e tor-nata a risplendere nel suoaspetto originario, con i co-lori ottocenteschi, dopo cir-ca venti anni. Il restauro del-le Navate, dei due Portici edelle facciate con i MosaicidellOttagono (Gasparoli e

    Formica, Estia) era iniziato nel marzo 2014,correndo con ponteggi davanguardia subinari mobili (Percassi), per garantire sem-

    pre laccesso a negozi e passanti. Un pro-getto milionario promosso dal Comune erealizzato con la collaborazione ed il so-stegno di privati: Prada, Versace e il con-

    tributo di Feltrinelli.Con la preziosa collaborazione della So-printendenza, il restauro stato curato da-gli architetti Daniela Fiocchi e Roberto Ba-ciocchi per conto dellAssessorato LavoriPubblici ed Arredo Urbano, Maria CarmelaRozza: Siamo orgogliosi di questo impe-gno e progetto davanguardia che restitui-r bellezza ed attrattiva per i visitatori adun luogo simbolo della citt e celebre nelMondo e dellAssessorato Casa e De-manio, Daniela Benelli: Un modello nel ri-chiamare i privati alla conservazione e va-lorizzazione dei beni storici ed architetto-nici della citt.

    Pietro Sergio Mauri

    e-mail: [email protected] - cell. 3452886546

    IMPAGINATO 2015 OK_IMPAGINATO 2009 OK 02/11/15 11:31 Pagina 5

  • 7/24/2019 Ekecheiria - Numero X parte I

    6/16

    Linteressantissima monografia si ponelobbiettivo di illustrare in modo organi-co il panorama pittorico della Serenissimarispetto ad un genere ancora poco ap-profondito nella sua complessit di aspet-ti e figure. Oltre agli artisti pi noti al gran-de pubblico la Spadotto approfondiscepersonalit trascurate se non del tutto di-menticate dalla critica. Loperazione con-dotta nel volume non si limita alla classi-ficazione stilistica e formale dei dipinti, mamira ad inquadrare i loro artefici nel ric-chissimo macrocosmo artistico e socio-logico legato ai cosddetti generi minoridella Venezia settecentesca.Da Francesco Aviani (Vicenza, 1662/63-1715) a Giuseppe Bernardino Bison (Pal-

    manova, 1762-Milano, 1844), il volume sipropone, per la prima volta, dillustrare lagenesi e lo sviluppo del paesaggio in Ve-neto, cui segue la definizione critica deisuoi interpreti nel secolo doro dellaSerenissima. Viene infatti strutturato unesauriente profilo biografico di ventitrpersonalit, oltre ad un ricco compendiodi opere, in gran parte inedite, tese ad il-lustrare la maniera di ogni singolo pitto-re lo svolgersi della propria biografia ar-tistica. Oltre ai nomi pi noti, come Fran-cesco Zuccarelli (di cui lautrice ha pub-

    blicato la monografia nel 2007), Marco

    Ricci, Giuseppe Zais, emergeranno dallo-blio figure inedite (Il pensionante zaisia-no), quasi del tutto ignote alla storia del-larte (Flaminio Grapinelli, FrancescoMaggiotto) oppure conosciute in altri ver-santi (Antonio Visentini) o trascurate invirt dellappartenenza geografica (Do-menico Pecchio, Tomaso Porta). Grazie afondamentali scoperte, si potranno inol-tre definire i profili talvolta ancora sfuma-

    ti di quei pittori dediti al genere campe-

    stre nei territori marciani durante il XVIIIsecolo, epurandone il corpus da opere diemuli, seguaci ed imitatori. A fare da cor-nice ai maestri presi singolarmente in esa-me nei rispettivi capitoli, giunge un affa-scinante affresco della societ contempo-ranea, sia veneziana, sia afferente agli altricapoluoghi gravitanti sul leone di San Mar-co, con particolare attenzione ai mecca-nismi del mercato ed alle specificit fisio-logiche della rispettiva committenza.Ne sortisce un complesso mosaico di dia-loghi, echi, suggestioni pi o meno eviden-ti tra culture e modelli di riferimento inun ambiente spesso molto lontano dalleluci della ribalta: a tratti spietato, a trattiboccaccesco, come rivelano alcuni curio-

    si aneddoti sui pittori presi in esame.Francesco Aviani, Giuseppe BernardinoBison, Pietro Brancaleone, Luca Carlevarijs,Giovan Battista Cimaroli, Antonio Diziani,Gaspare Diziani, Flaminio Grapinelli,Francesco Guardi, Il pensionante zaisiano,Francesco Maggiotto, Antonio Marini,Domenico Pecchio, Bartolomeo Pedon,Andrea Porta, Tomaso Por ta, Marco Ricci,Antonio Stom, Andrea Urbani, AntonioVisentini, Gaetano Zais, Giuseppe Zais,Francesco Zuccarelli.

    Federica Spadotto

    NellAuditorium Alla Frattadi San Daniele del Friuili, haavuto luogo un evento scien-tifico e culturale di primordi-ne. stata presentata al pub-blico ledizione fedelissima infac-simile del prezioso mano-scritto Fontaniniano 200 cu-stodito nella Biblioteca Guar-neriana che tramanda una del-le copie pi antiche al mondodellInferno di Dante Alighieri.Ledizione stata curata da Angelo Flo-ramo, direttore scientifico della Biblioteca.Il prezioso traguardo editoriale, che por-ta i tipi di Roberto Vattori, editore friula-no raffinato e non nuovo a imprese diquesto tipo, gode del sostegno, fra gli al-tri, di Turismo FVG e del Consorzio Pro-sciutti di San Daniele.Un progetto interdisciplinare di altissimo

    livello scientifico volto a valorizzare unodegli esemplari pi antichi dellInferno dan-tesco, arricchito da splendide miniaturenonch da ben due commenti, uno in la-tino, di Graziolo de Bambaglioli, autoreconsiderato fra i pi importanti glossato-ri del Poeta, e laltro, in volgare, compo-

    sto fra il 1324 e il 1334, che sta riservan-do molte sorprese per quanto concernela sua attribuzione, configurandosi comeun inedito assoluto mai prima trascritton debitamente studiato. Il Codice sta-to riproposto sia nella fedele riproduzio-ne fotografica integrale di ogni sua carta,rispettandone dimensioni e formato, sianellesame delle sue parti operato secon-

    do un principio di analisi stratigrafica e te-sa ad evidenziarne tutte le peculiarit pirilevanti e degne di nota. Mario DAngelosi occupato della descrizione del mano-scritto da un punto di vista tecnico, sia co-dicologico che paleografico, offrendo unautile disamina del manoscritto inteso co-

    me laboratorio testuale tota-le. Angelo Floramo ha studia-to il commento latino diGraziolo de Bambaglioli, di cuiil codice depositario assie-me ad altri due manoscritti almondo soltanto, offrendoneuna traduzione in lingua italia-na, affinch ci si possa accosta-re alla bellezza di un testo ric-co di fascino e di vivace eru-dizione. Fabio Valerio, che ha

    riprodotto fotograficamente il codice adaltissima definizione, ha infine curato la tra-scrizione semidiplomatica di tutti i testi as-sieme alla comparazione delle varianti gra-fiche fra i versi di Dante tramandati dalcodice Fontaniniano e la versione univer-salmente accreditata come testo dellaDivina Commedia. Limpaginazione dellatrascrizione stata fedelmente speculare

    alla mise en page del manoscritto, in mo-do da rendere godibile il raffronto con lacopia anastatica. Nella sua veste graficadefinitiva lopera contenuta in un cofa-netto di cui fanno parte la riproduzioneanastatica del manoscritto e la raccolta distudi monografici daccompagnamento.

    PAESAGGISTI VENETI DEL 600

    6 ekecheiria n. 10

    e-mail: [email protected] - cell. 3452886546

    DANTE GUARNERIANO DI ROBERTO VATTORI

    F. Zuccarelli, Caccia al toro

    IMPAGINATO 2015 OK_IMPAGINATO 2009 OK 02/11/15 11:31 Pagina 6

  • 7/24/2019 Ekecheiria - Numero X parte I

    7/16

    7 ekecheiria n. 10

    Giotto lItalia in senso pittorico:da qui il titolo di una magnifica mo-stra, che tale in quanto esibisce

    pubblicamente opere raccolte al-lo scopo, ma dal nostro punto divista poich refrattari alla mo-strite vogliamo vedere con in-

    tenzione diversa.Giotto fu attivo a Milano sul finiredella sua vita, in qualit di artistaprestato allalleato Visconti dallaRepubblica fiorentina: si sa cosarealizz, purtroppo poco rimanee quel poco tenuto a guisa di re-liquia. La sosta milanese fu lultimoviaggio di lavoro di un professio-nista, abituato a muoversi con ca-

    sa e bottega per soddisfare le ne-cessit dimmagine di committen-

    ti ambiziosi.Ebbene, dove si fermato, l ha seminato:nel solco lasciato dal suo aratro di natura-lit e realt crebbe rigogliosa quella pianta,che poi stata la pittura italiana; il suo ope-rato riconosce lo stesso seme, nuovo e for-

    te, che fu della scultura di Giovanni Pisanoe della lingua di Dante. Validi collaboratorine ebbe, seguaci validi in numero minore;

    in un certo senso, il Giottismo banalizz lastraordinariet giottesca, la quale in formadi eredit spirituale e tecnico-formale fudavvero raccolta solo da chi venne non po-co tempo dopo ma si port verso il me-stiere dellarte con analogo decisionismorivoluzionario: Masaccio.La mostra allestita a Palazzo Reale nelle

    stesse sale in cui egli affresc perAzzone signore di Milano: e giquesta una prima emozione. Le

    opere visibili sono solo 13 ma diqualit altissima, riunite qui per laprima volta; esse documentanoper fasi consequenziali una carrie-ra lunga quarantanni.Grazie allimpiego di appropriate

    tecnologie ed alla perizia di esper-ti riconosciuti, lesposizione com-pletata dalla modalit di visione rav-vicinata dei dipinti murali cheGiotto realizz nella CappellaPeruzzi in Santa Croce a Firenze. Alciclo, rovinatissimo per ragioni nu-merose e diverse, stato recente-

    mente dedicato un progetto diret-to dal fiorentino Opificio dellePietre Dure e sostenuto da Villa I

    Tatti The Harvard University Center for Ita-lian Renaissance, che ha svolto indagini as-sai sofisticate e precise ed ha consentito,nonch consentir al visitatore della mostramilanese, di vedere il maestro di tutti dareprova della sua abilit professionale rara.

    Paola Rapelli

    Unincomparabile serie di settantasei capo-lavori giunta a Palazzo Reale di Milano dalMuseo di Belle Arti di Budapest grazie auninteressante nuova linea espositiva de-cisa dallistituzione milanese.Saranno cos esposte, a Palazzo Reale, lecollezioni dei pi importanti musei euro-pei, un risultato di relazioni che listituzione

    milanese intrattiene con almeno cinque-cento di essi.Dobbiamo ricordare che gli ottimi rappor-

    ti con lUngheria ci hanno permesso, nelpassato, di avere prestiti della massima qua-lit di cui La Madonna Esterhazy, di Raffaellone lesempio.

    Lo scorso Natale aPalazzo Marino, oggi inquesta mostra che pro-pone, in nove splendidesale, altrettanti periodi del-larte: dal Rinascimentoitaliano fino alle Avan-guardie post impressioni-ste. Curata con perizia daStefano Zuffi in collabo-razione col Museo di BelleArti di Budapest, la rasse-gna segue lar ticolazionedel grande museo unghe-rese e il corpus delle ope-

    re racconta, sala dopo sala la grande bel-lezza dellarte, offrendo al pubbli-co un museo ideale. Colpisce lastraordinaria qualit della collezio-ne che propone autentici capola-vori. Leonardo con Teste di soldati,Tintoretto con Cena in Emmaus,Canaletto conMolo a Dolo, Tiepolo

    con Lapparizione di San Giacomo,Parmigianino con Venere che disar-ma Cupido, Caracci con Cristo e laSamaritana, Artemisia Gentileschicon Giaele e Sisara, Segantini e mol-

    ti altri per parlare degli italiani.E ancora Rembrandt, Rubens con

    Testa duomo, El Greco conMaddalena pe-nitente, Lukas Cranach Il vecchio con Salomcon la testa del Battista, Goya, Velasquez conIl pranzo, Drer con Ritratto di giovane, Mu-rillo, Rodin con Sirene, Van Dyck con Ritrattodi coniugi, Ripple-Ronai con Donna con gab-bia, Manet con Donna con ventaglio, per fi-nire appunto con Schiele. Impossibile citar-li tutti ed elencare tutti le impareggiabiliopere anche se si avrebbe il desiderio didescrivere ogni quadro fin nei dettagli.Alluscita dalla mostra, un vero scrigno, siviene invasi da un inebriante afflato di bel-lezza che permane a lungo.Da vedere.

    Clara Bartolini

    IL RITORNO DEL PADRE: GIOTTO A MILANO

    e-mail: [email protected] - cell. 3452886546

    DA RAFFAELLO A SCHIELE

    Canaletto, Molo a Dolo

    Claud Monet, Le tre barche

    Giotto, Il bacio di Giuda

    IMPAGINATO 2015 OK_IMPAGINATO 2009 OK 02/11/15 11:31 Pagina 7

  • 7/24/2019 Ekecheiria - Numero X parte I

    8/16

    8 ekecheiria n. 10

    Il Capriccio architettonico un termineche compare gi nella terminologia criticadel Seicento, per indicare una o un insiemedi architetture, siano essi templi, palazzi,chiese o edifici vari, prevalentemente ispi-rati, pi o meno realisticamente allantico,quasi sempre animati da figure e spesso inconnubio con elementi naturali paesaggi-stici. Una composizione in cui la realt sin-

    treccia alla fantasia, al fine di generare unasuggestione emotiva, oltre a una gratifica-zione per la giustezza prospettica e tridi-mensionale della inventiva rappresentata,direttamente o parzialmente collegata a da-

    ti realistici. Infatti sin dalle sue prime esem-plificazioni autonome, o almeno circoscrit-

    te o focalizzate sulle succitate tematiche,questo genere sintrecci conquello della veduta, mediante lin-

    serzione di un nucleo realisticoprincipale in un contesto fantasio-so, o allopposto unarchitetturafantasiosa in unambientazione rea-listica. Da cui un succedersi e unalternarsi di sollecitazioni in cui rea-lismo e fantasia, ragione e senti-mento, finalit decorative ed inter-pretative sono coinvolte alluniso-no. Comunque nellexcursus chemi sono prefisso in questa pubbli-cazione, per seguire levoluzionein Italia di tale genere o filone du-

    rante il Sei e Settecento, si posso-no fissare due apici emblematici,oltre che qualitativi, allinizio e allafine di tale processo, in VivianoCodazzi e Gian Paolo Panini.Parallelamente Roma colle sue ve-stigia architettoniche ed anchescultoree ne costituisce natural-

    mente lepicentro, concreto ed

    ideale allo stesso tempo, quale fon-te delle sue pi dirette stimolazio-ni. Tuttavia mi sono subito resoconto che non era possibile circo-scrivere la mia trattazione alle spe-cifiche realizzazioni attuatesi nel-lUrbe, dato che molti furono i pro-

    tagonisti che operarono al di fuo-ri di tale sede, ad iniziaredallo stesso Codazzi, la cuiattivit documentata inizia Napoli dove lavor per al-meno due decenni, prima

    di continuare finire la suacarriera a Roma.Cos pure Giovanni Ghisolfiche costitu un tramite es-senziale tra i due succitatiprotagonisti, veniva da Mi-lano dove ag di certo piassiduamente, pur avendo

    tratto da Roma, dove soggiorn duevolte, la linfa vitale della sua ispira-zione. Le antichit romane, esaltateulteriormente dalla crescente pas-sione archeologica europea, conti-nuarono naturalmente nel Sette-cento ad essere il fulcro dei nuovicultori, specializzati o solo indiretta-mente coinvolti con le tematiche, ful-cro di questa trattazione.Baster ricordare gli interessi, solo momen-

    tanei o parzialmente ad esso collegati maestremamente significativi dei grandi mae-stri veneti, dal Canaletto, sicuramente atti-vo a Roma intorno al 1719 quale sceno-grafo teatrale, rimasto affascinato dalle suevestigia, cos come lo erano stati preceden-

    temente Luca Carlevarjis e Marco Ricci, an-

    che se una loro presenza a Roma non documentata.Da Venezia la mia ricerca si inesorabil-mente allargata a Bologna e allEmilia, coin-volgendo i miei interessi sullascendenteesercitato dalla famiglia dei Bibiena, con lesue correlate esplicazioni anche sul terre-no pittorico, con il Paltronieri, anchegli ini-

    zialmente attratto dal fascino dellUrbe, e ilBigari quali maggiori esponenti, contornatida un nutrito stuolo di pittori coniuganti lalezione dei Bibiena con il genere delCapriccio.DallEmilia e da una sicura prima educazio-ne di timbro scenografico proveniva pureil piacentino Panini, col quale il filone dellearchitetture divenne specificatamente ro-mano, assumendo per una dimensione

    europea, come attesta il suo seguito inter-nazionale, particolarmente vivo in Francia,che ho seguito solo in alcuni pittori pi si-gnificativi. Da Venezia venne infine a Roma,dove si plasm ed oper, GianbattistaPiranesi, ultimo apporto pi determinanteal genere incentrato sulle antichit classichein generale, e romane in particolare, dellequali egli si fece un strenuo paladino.Ma la sua opera fu esclusivamente inciso-ria, esulando quindi dal compito che mi eroprefisso.

    acdr

    Capriccio architettoniconellItalia del XVII e XVIII secoloGiancarlo Sestieri3 volumi cartonati in cofanettopp. 400, ill. 500Italiano/InglesePrezzo !560

    IL CAPRICCIO ARCHITETTONICOIN ITALIA NEL XVII E XVIII SECOLO

    e-mail: [email protected] - cell. 3452886546

    IMPAGINATO 2015 OK_IMPAGINATO 2009 OK 02/11/15 11:32 Pagina 8

  • 7/24/2019 Ekecheiria - Numero X parte I

    9/16

    IMPAGINATO 2015 OK_IMPAGINATO 2009 OK 02/11/15 11:32 Pagina 9

  • 7/24/2019 Ekecheiria - Numero X parte I

    10/16

    10 ekecheiria n. 10

    e-mail: [email protected] - cell. 3452886546

    ESOPO Le favole.Stampate in latino con la versione italia-na di Accio Zucco e le figure delledizio-

    ne veronese del MCCCCLXXIX di nuo-vo incise in legno e colorateOfficina Bodoni, Verona, 1973.!2.900

    In 8o grande, legatura editoriale in mez-zo marocchino rosso, piatti in pergame-na con cornice e titolo oro sul piatto an-teriore, tagli superiori dorati, astuccio concuffie in marocchino, pp. 277, (5), con 68xilografie colorate a mano in pochoir daDaniel Jacomet, secondo lesemplare delBritish Museum.Ristampa delledizione impressa da Gio-vanni Alvise nel 1479. Segue un epilogodi G. Mardersteig con uno studio su E-sopo, ledizione del 1479, Liberale daVerona e le edizioni italiane nel 400 del-le favole. Cfr.: Catalogo Mardersteig,181.Tiratura di 150 esemplari numerati conxilografie colorate e 10 con xilografie in

    numerose favole di animali, ma con tra-sparenti allusioni al mondo degli uomini.

    SOFOCLEEdipo re.Versione italiana di Manara Valgimigli.Acquaforti di Manz.Officinae Bodoni, Verona, 1968.!5.500

    In-folio piccolo (mm 380x280), legaturaeditoriale in mezzo marocchino rosso,piatti in Linson avorio con al centro la te-sta di Edipo (eseguita da Manz) impres-sa a secco, pp. 100 a fogli sciolti. Il volu-me contenuto in una scatola in Linsonrosso con etichetta in carta Ingres avo-rio e titolo in nero, applicata sul quadran-te anteriore. Tragedia greca nella tradu-zione di Manara Valgimigli, con 7 acque-forti originali di Giacomo Manz. Cfr.

    Catalogo Mardersteig,154. Pregevole edi-zione di 114 esemplar inumerati. Il no-

    stro, 6, fa parte della tiratura di 105 sucarta a tino Magnani, con firma autogra-fa di Manz. In perfetto stato.

    LEdipo re ritenuto il capolavoro di So-focle, nonch il pi paradigmatico esem-pio dei meccanismi della tragedia greca.La data di rappresentazione ignota, masi ipotizza che possa collocarsi al centrodellattivit artistica del tragediografo(430-420 a.C.). Lopera si inserisce nel ci-clo tebano, storia mitologica della citt diTebe, e narra come Edipo nel breve vol-gere di un solo giorno venga a conosce-re lorrenda verit sul suo passato. Senzasaperlo ha ucciso il proprio padre per poigenerare figli con la propria madre. Scon-volto da queta rivelazione che fa di lui un

    uomo maledetto dagli dei, reagisce acce-candosi, perde il titolo di re e va in esilio.

    I Vangeli secondo Matteo, Marco, Luca,Giovanni.Officina Bodoni, Verona, 1963.!2.700

    In 4o piccolo, legatura editoriale in pienomarocchino oasis verde con titolo e con-torno in oro sul piatto anteriore, sovra-coperta trasparente protettiva, tagli su-periori dorati, astuccio originale con cuf-

    fie in pelle, pp. 345, (5), frontespizio inci-so da Reynolds Stone, ornato da 114 xi-lografie, tratte da Epistole et Evangelii del1495, create da Bar tolomeo di Giovanni,nuovamente incise da Bruno Bramanti.I quattro Vangeli sono stati tradotti dalgreco dal Pontificio Istituto Biblico.

    Cfr. Catalogo Mardersteig,130:Ledizionedelle Epistole et Evangelii, stampata aFirenze nel 1495 per Piero Pacini daPescia da parte di Lorenzo de Morgianie Giovanni di Magonza, uno dei pi ra-ri e pi belli incunaboli illustrati con xilo-grafie. Edizione stampata con torchioa mano, in tiratura di 275 esemplari sucarta a mano Magnani di Pescia.Il nostro, 31, fa parte dei 250 numerati 1-

    250. In perfetto stato.

    Sono libri che raccontano la vita e la pre-dicazione di Ges, la base su cui si fondail cristianesimo, la parola deriva dal grecoe significa: Lieto annunzio. Tra i Vangeligiunti fino a noi questi sono i canonici.

    LIBRERIA MALAVASI DI MILANOb.n., su carta a mano Magnani di Pescia.Il nostro, 119, in perfetto stato.

    Esopo visse nel VI secolo avanti Cristo al-lepoca di Creso e Pisitrato ed era ungrande scrittore di favole le sue opereebbero una grandissima influenza sullacultura occidentale. Della sua vita si co-nosce pochissimo e alcuni studiosi han-no messo in dubbio che il corpus di fa-vole a lui attribuito fosse di un unico au-tore. La favola consiste nella narrazioneagevole di una semplice vicenda, i cui pro-tagonisti sono generalmente animali, ta-volta anche uomini, per lo pi identifica-ti attraverso la loro professione: vasaio,pescatore, pastore etc. Nei brevi quadriche mostrano grande naturalezza evoca-tiva e profonda conoscenza delle passio-ni umane, dove gli animali sono caratte-rizzati attraverso una tipologia psicologi-ca convenzionale, la favola si conclude se-condo i canoni di etica pratica. Esopo, dal-lo spirito argutissimo e geniale compose

    IMPAGINATO 2015 OK_IMPAGINATO 2009 OK 02/11/15 11:32 Pagina 10

  • 7/24/2019 Ekecheiria - Numero X parte I

    11/16

    11 ekecheiria n. 10

    Laterza, con le poche librerie sto-riche indipendenti sopravvissute,continua da oltre un secolo a rap-

    presentare un punto di riferimen-to culturale costante, grazie ad unainstancabile attivit di promozio-ne del libro e della cultura.

    VALERIO MAGRELLILo sciamano di famiglia Omeopatia, por-nografia, regia, in 77 disegni di Fellini.Bari, 2015!18,00Valerio Magrelli trasforma in opera il suoinatteso rapporto con Fellini il Tolemaico.

    Un libro disegnato e raccontato, biograficoe autobiografico: aneddoti, corsi e ricorsi,infanzia, maturit, omeopatia e cultura mi-sterica. Su tutto, la prosa di uno fra i nostripi apprezzati poeti. Fellini era omeopa-

    tico, mia madre era un medico omeopata,il fondatore dellomeopatia italiana era ilmedico di Fellini e il maestro di mia madre.Morale: io ho vissuto ventanni sotto il se-gno dellomeopatia, e fu proprio grazie adessa che ebbe luogo il mio incontro colsommo regista, sul set di CasanovaNon era affatto facile, in pieni anni Ses-

    santa, invitare a pranzo un compagno diclasse, o almeno non era facile per me. Ilmotivo presto detto.Accadde un paio divolte. Non appena lignaro suonava il cam-panello, mia madre si precipitava ad aprir-gli, cos, sovrappensiero. Dico sovrappen-siero, perch, evidentemente, labitudine leimpediva di ricordarsi del suo stato, o me-glio, della sua mise. Allieva di un noto ago-puntore, la praticante usava saggiare la stes-sa tecnica su di s. E allora, dinnanzi agli oc-chi atterriti dellamico, sorgeva da dietro lasoglia circonfusa di strali, come un radian-

    te, immenso mostro psicanalitico: Medusaomeopatica, Madonna dei Sette Dolori,Signora delle Spade. A quel punto, era mioingrato compito cercare di convincere ilpovero innocente che quella fosca epifaniadomestica, la fronte zigzagante di barbagli,rappresentava solo il tentativo di una curacontro la sinusite. Simili esperimenti di ago-puntura in famiglia mi alienarono ben pre-sto le simpatie dellintera scuola. Ma annidopo fu proprio la lobby terapeutica a po-

    tere ci che nessun curriculum mi avreb-be mai consentito: avvicinarmi al Sovrano.Valerio Magrelli ordinario di Letteratura fran-

    cese allUniversit di Cassino, collabora a LaRepubblica ed inoltre autore di Profilo deldada (Lucarini 1990); ha pubblicato sei rac-colte di versi e quattro di prose tra cui Nelcondominio di carne (Einaudi 2003);Addioal calcio (Einaudi 2010);Geologia di un pa-dre (Einaudi 2013).

    JAN ZIELONKADisintegrazione. Come salvare lEuropadallUnione europea.

    Bari, 2015!16,00LUnione Europea prometteva di assicura-re la prosperit attraverso lintegrazioneBruxelles non pare capace di guidarelEuropa verso un futuro migliore. Berlinonon sembra disposta a farlo. Lalternativaalla disintegrazione unEuropa ricostrui-

    ta dal basso. LUnione Europea promette-va di assicurare la prosperit attraverso lin-

    tegrazione, ma diventata simbolo di au-sterit, di conflitto, di perturbazioni socialie politiche scaturite dalla crisi economicache non riuscita ad arginare. Pensare unnuovo modello di integrazione che guardioltre le regole di bilancio e i problemi dileadership unesigenza che non possia-mo pi rinviare. Se lUnione Europea pufallire, lintegrazione deve proseguire.Zielonka ci incita a pensare con coraggioe creativit ununit radicalmente diversada quella attuale. La sua proposta un nuo-vo modello di integrazione: funzionale, po-lifonico, democratico, efficace. Un libroprovocatorio, ricco di idee, che arriva nelmomento cruciale per il futuro dellinte-grazione europea Lionel Barber, Financial

    Times. Un libro affascinante, che fa pen-sare. Cambier la nostra visione dellUnioneEuropea. Josef Joffe, Die Zeit.

    Jan Zielonka insegna Politiche europee allaUniversity of Oxford ed Ralf DahrendorfFellow al St Antonys College. Le sue aree diricerca sono i media, la democrazia, le istitu-

    zioni politiche e la storia delle idee politiche.

    GIANRICO CAROFIGLIOCon parole precise.Bari, 2015!15,00

    Nel recensir esser dovr avveduto ed, af-finch niuna parola foriloco dimori ed allotitolo dellopera in primis oltraggio io nonarrechi, lo intero mio intelletto adoprer.Ridicolo, non trovate? Eppure non del tut-

    to condannabile, perch nel campo dellascrittura umanistica, creativa e soprattuttopoetica, la decisione del registro linguisticospetta solo allautore, che non ha alcun ob-bligo verso il lettore. Ma se catapultassimoquesta insalata di paroloni e latinismi con-dita di arcaismi e neologismi dallambitoletterario a quello giuridico o politico, la si-

    tuazione cambierebbe immediatamente,poich imprescindibili sono i doveri etici esociali che queste categorie di persone do-vrebbero rispettare: chiarezza e compren-sibilit nei confronti di tutti, concretezza elimpidit nellesposizione scritta o parlata;in altre parole, giudici e politici non posso-no permettersi il lusso di utilizzare un lin-

    e-mail: [email protected] - cell. 3452886546

    LIBRERIA LATERZA DI BARIguaggio inaccessibile a coloro i quali ri-volto. questo il tema che Gianrico Ca-rofiglio affronta nel suo nuovo libro appe-

    na edito da Laterza, un saggio chiaro edesaustivo che si sviluppa in due parti: la pri-ma, in cui lautore illustra la sua teoria co-stellandola di citazioni eminenti (da Leo-pardi a Calvino a Boris Vian), e la seconda,costituita da un concreto prontuario discrittura comprensibile contrapposta aquella incomprensibile delle leggi e dei giu-dici (dei quali leggeremo stralci ai limiti del-linverosimile). Quando avrete terminatola lettura di questo libro, magistralmentescritto dal noto scrittore a lungo magistra-

    to, non vi rester pi nulla da imparare sul-largomento.

    PAOLA MASTROCOLAStudiare ancora inevitabile.Bari, 2015!14,00Se le mie parole giungono alla vostra men-

    te, vuol dire che i vostri occhi cadono suqueste pagine; e se le vostre mani sfoglia-no questo periodico, vuol dire che, moltoprobabilmente, voi appartenete a quelliche Paola Mastrocola definisce indefinibi-li marziani che abitano per sbaglio questopianeta, ribelli invisibili, a cui dedicato

    questo libro; insomma a coloro i quali stu-diano ed amano studiare. A detta dellau-trice, siamo r imasti in pochi, instancabil-mente innamorati del sapere, della cono-scenza, dellarte: chiavi che aprono nellanostra mente infinite porte che affaccianosu meravigliosi mondi; la societ non vestepi la nostra taglia, siamo giganti in un mon-do fatto di cose piccole: Lo studio spa-rito dalle nostre vite, con queste dure pa-role lautrice d inizio al suo libro, ed innu-merevoli saranno le prove che fornir a so-stegno della sua tesi: ad esempio lo stu-

    dio scomparso dalla scuola, definita anziil tempio della finzione dello studio, unmezzo il cui solo scopo portare a termi-ne la carriera scolastica che preceder quel-la lavorativa; daltro canto, una scuola fi-glia del suo tempo, ovvero costretta a(in)seguire una societ sempre pi globa-lizzata, tecnologica, frenetica, economo-cen-

    trica, che richiede una trasformazione ra-dicale del sapere al fine di una specializ-zazione professionale imperante. Ma chisono i colpevoli (o perlomeno gli imputa-

    ti) di questa inarrestabile dipartita dello stu-dio dalle nostre vite? Non vi resta che sco-prirlo in questo irr iverente e vivace saggio,scritto dalla Mastrocola alle soglie del pen-sionamento dal suo lavoro di insegnante,che per pi di trentanni ha svolto paralle-lamente allattivit di scrittrice.Consigliatissimo.

    Giovanni Lombardo

    IMPAGINATO 2015 OK_IMPAGINATO 2009 OK 02/11/15 11:32 Pagina 11

  • 7/24/2019 Ekecheiria - Numero X parte I

    12/16

    12 ekecheiria n. 10

    e-mail: [email protected] - cell. 3452886546

    Dal 1998 la Biennale veneziana darte fon-data su due pilastri: i Padiglioni Nazionaliciascuno con un suo curatore proposto dal-

    la propria nazione e il Direttore della Bien-nale che anche curatore della mostra dar-te internazionale al Palazzodelle Esposizioni e nei Giar-dini, sceglie il tema delle e-sposizioni che dovrebbeessere seguito dai curatoridei Padiglioni Nazionali.Questo ha ulteriormentearricchito la Biennale checomunque listituzione in-

    ternazionale di maggiorprestigio perch Basilea legata al mercato e Docu-menta di Kassel non ha la

    tradizione pi che secola-re di Venezia. La Serenis-sima sempre stata imma-gine dellestablishment deisuoi tempi, dalla borghesiaal fascismo, al dopoguerrae al secondo Novecento,ed ora ai tormenti degli ini-zi del secondo Millennio.Ma ha sempre saputo superare i limiti delpassato per cui quanto di importante fu fat-

    to dalla fine Ottocento ad oggi stato pre-

    sente a Venezia. Il tema della precedenteBiennale del 2013 Il Palazzo Enciclopedicodel direttore Massimiliano Gioni intendevamostrare la totalit delle conoscenze uma-ne, ovviamente non nei suoi particolari spe-cifici, ma nella loro percezione psicologicae sentimentale. Doveva essere immaginedella totalit delle conoscenze che ognunodi noi porta in s. Nel 2015 il direttore ni-geriano Okui Enzewor ha scelto All theWorlds Futures che non ha la pretesa di sco-prire i futuri nel cristallo di una zingara, maesporre un magma di opere scelte da tut-

    ti i campi dal quale si plasmeranno le real-t future. Un tema totalizzante che nonignora la realt socio economica del mon-do, tanto che troviamo esposti Du contractsocial ou, Principes du droit politique diRousseau e Il Capitale di Marx, che ha lo-nore di venireletto nella sala dellArena alPalazzo delle Esposizioni, ex Padiglione Italiaai Giardini. Dunque una Biennale che nonseleziona i pi bei quadri da appendere insalotto, ma presenta quanto si fa nel siste-ma delle arti per lanciare lar te nel mondo. il lato del concetto che aumenta il suopeso nellarte contemporanea talvolta ascapito del bello, dellestetica, contrariamen-

    te al Rinascimento che invertiva questo or-dine. I Padiglioni Nazionali che mi sono sem-brati pi attinenti al tema di Enzewor sonolAmericano, lo Spagnolo, lIsraeliano e lIn-glese. LAmerica , come sempre, tecnolo-gicamente perfetta e si affida ad un solo ar-

    tista: Joan Jones che con la sua opera TheyCome to Us without a Wordoccupa tutto ilpadiglione. Il racconto avviene attraverso

    una sequenza di video realizzati con unaserie di workshop con bambini dai cinque

    ai sedici anni, che interagiscono e si rela-zionano a fondali girati in massima partein paesaggi canadesi. Le storie si animano

    nel costante riferimento a ci che resta.Siamo abitati da fantasmi, le stanze sonoabitate da fantasmi (Joan Jones). La Spagnapropone tre artisti attivi sotto la presenzanon del Dal artista, ma delluomo Dal. Cosc chi si interessa alla identit cangiante ealle sue potenzialit come posizione poli-

    tica, chi filma processi coinvolgenti perso-naggi nel loro retroterra, chi adopera unvocabolario che suppone un atteggiamen-

    to emotivo complesso e si rivela gradual-mente, chi invece usa i fumetti per insce-nare la comparsa di personaggi gay nei me-

    dia mainstream e ledicola come luogo do-ve indagare una societ che, allo stessotempo, vuole spiegarsi e nascondersi.Israele, come sempre, tra i migliori padi-glioni a rispondere al tema, presenta, co-me lAmerica, un solo ar tista: Tsibi Gevache ha ricoperto lintero edificio di pneu-matici usati, posizionati in verticale, alle-sterno, realizzando una maglia aderente aimuri e alle finestre, rendendoli visibili.Allinterno oggetti trovati, abbandonati emodificati legati al concetto di casa.Listallazione elimina le distinzioni gerarchi-che tra oggetti e suscita interessi autori-flessivi e questioni epistemologiche, insie-me a dibattiti politici e culturali che riguar-dano localit e immigrazione, identit ibri-da, ansia esistenziale, transitoriet ed esi-stenza in unepoca di instabilit. Anche laGran Bretagna presenta solo lopera diSarah Lucas, una serie di sculture chiama-

    BIENNALE DI VENEZIA DI ANDREA BONDANINIte Penetralia e NUD, del 2008 e 2009. Unagrande complessit di forme e dimensio-ni, dove il colore giallo predomina in mo-

    do violento e assoluto, fortemente evoca-tive di membra umane senza forma natu-ralistica, ma dotate di no-

    tevole carica sensuale.Radicate nel Surrealismo,le sculture sono provoca-

    torie e familiari, astratte perconcezione ma diventanofigurative per la capacit direlazionarsi con le mem-bra umane. La scelta degliartisti e delle opere alPalazzo delle Esposizioni(ex Padiglione Italia) sta-

    ta affidata al direttore arti-stico del settore Arti Visivee Curatore della 56a Espo-sizione Internazionale dAr-te, Okvui Enwezor. Un po-sto donore stato riser-vato a Fabio Mauri (1926-2009) artista poliedrico, re-lativamente poco noto invita malgrado esposizioni a

    New York, Amsterdam e le Biennali del1954, 1974 e 1978. Le mostre postumedel 2012 a Documenta 13 a Kassel e a

    Palazzo Reale a Milano ed ora alla 56a

    Biennale lo pongono tra i protagonisti delsecondo Novecento Italiano. Le sue per-formance Ebrea (1971), Oscuramento,Murodi Europa,Muro Occidentale o del Pianto(1993), sono alcuni titoli dei suoi multifor-mi lavori. Da qui si comprende il forte co-involgimento della dimensione socio eco-nomica nellarte, voluta e sollecitata ancheda Enwezor, superato nella realt effettua-le di oggi nelle sue deduzioni teoriche efuturistiche, ma ben vivo nelle radici pro-fonde dei problemi di una societ troppo

    differenziata nel godimento di beni natu-rali e non. Se le Biennali hanno da tempoabbandonato lidea di scegliere le operecon criteri estetici per proporre inveceunarte non puramente estetica, accessibi-le solo alla parte pi evoluta della popola-zione, il fatto contraddittorio, ma fecon-do come innovazione sorgente di forza esuccesso dellumanit. Il bilancio del secon-do dopoguerra sicuramente molto po-sitivo soprattutto dopo la citata riforma.Non cos per i cataloghi diventati di com-plessa consultazione e di insufficiente do-cumentazione delle opere presenti. Ultima-mente sembra che la pubblicazione sia con-cepita pi per fare unopera darte tipo-grafica che per documentare storicamen-

    te un evento importante. Questo, forse, fi-dando sulla consultazione e conservazio-ne del sito www.labiennale.org, ben strut-

    turato in questa edizione 2015.

    Padiglione di Israele

    IMPAGINATO 2015 OK_IMPAGINATO 2009 OK 02/11/15 11:32 Pagina 12

  • 7/24/2019 Ekecheiria - Numero X parte I

    13/16

    LIBRERIA BOCCA DI MILANO

    13 ekecheiria n. 10

    Tra le pi importanti iniziativeeditoriali del XVII secolo, il pibel libro a stampa del barocco.

    La Biblioteca Nazionale di Torino, pren-dendo spunto dalla riapertura della resi-denza sabauda, rende omaggio alla Reggiadella Venaria attraverso preziose testimo-nianze delliconografia barocca, sulle pri-me fasi della sua edificazione e su scenedi vita di corte tra ilXVII e il XVIII secolo. A

    tal fine si sono indivi-duati, tra i volumi pos-seduti, lopera di Ame-deo Castellamonte. I lCastellamonte fa ricor-so allartificio letterariodel dialogo per descri-vere la Reggia a un im-maginario interlocuto-re, Lorenzo Bernini. Lapubblicazione fu realiz-zata dal tipografoBartolomeo Zapattanel 1674. Negli anniprecedenti, intorno al1658, il duca Carlo E-manuele II aveva affida-to allarchitetto regio,conte Amedeo di Castellamonte, il pro-getto per una residenza che fosse in con-dizione di ospitare la Corte durante le

    battute di caccia, e che, nel contempo,apparisse cos grandiosa da contenderealle altre Ville di corte europee il prima-

    to quanto ad ampiezza estile. Era desiderio del du-ca, infatti, edificare una di-mora che conferisse pre-stigio politico a s e allaconsorte, la Duchessa Ma-ria Giovanna Battista di Sa-voia-Nemours.Mediante questo lavoroeditoriale, larchitetto delDuca, pur onorando le at-tese del suo principe, inten-deva, non di meno, celebra-re la propria creazione ar-

    chitettonica. Lopera, tra lepi importanti iniziativeeditoriali del XVII secoloanche, non a torto, la piprestigiosa dal punto di vi-

    sta tipografico del Barocco in Italia, de-scrive nei dettagli il palazzo e il borgo del-la Venaria. Lo splendido corredo di im-magini che arricchisce il volume contie-ne, nella prima parte, le suggestive tavo-le incise da Georges Tasnire e disegna-

    te da Francesco Baroncelli, e rappresen-ta il complesso della Venaria con i suoigiardini impreziositi da sculture, tempiet-

    ti e splendide fontane; la seconda parteinclude le tavole, disegnate da GiovanBattista Brambilla su dipinti di Jan Miel,

    Charles Dauphin e i fratelli Dufour: que-sti capolavori dellarte barocca decora-vano gli appartamenti ducali e la Reggia

    di Diana, secondo regole icono-grafiche suggerite da Emanuele

    Tesauro, umanista e rtore di cor-te. Il Duca aveva concepito il pia-no editoriale con il preciso inten-to di presentare la residenza sa-bauda alle altre Corti europee,dedicandolo alla consorte, secon-da Madama Reale e madre diVittorio Amedeo II. La vicendaeditoriale si era conclusa nel1679, dopo una pausa per la mor-te di Carlo Emanuele II. Lesem-plare posseduto dalla Bibliotecafu pubblicato a Torino da Bar-tolomeo Zapatta nel 1674: que-sta edizione di cui si mostrano al-cune incisioni, si presenta con le-gatura in pergamena del XVIII se-colo, impressioni e fregi in oro,

    labbri decorati. Sul piatto anteriore sini-stro presente lex libris ONeill.

    !12.000

    e-mail: [email protected] - cell. 3452886546

    Maria Giovanna Battista Duchessa di Savoia-Nemours, in abitodi Diana cacciatrice. Incisione di Antoine de Pienne su disegno

    di G.F. Sacchetti

    Venaria Reale, Palazzo di Piacere e di Caccia ideato dallAltezza Reale di Carlo Emanuele IIDuca di Savoia, Re di Cipro etc. disegnato e descritto dal conte Amedeo di Castellamonte

    IMPAGINATO 2015 OK_IMPAGINATO 2009 OK 02/11/15 11:32 Pagina 13

  • 7/24/2019 Ekecheiria - Numero X parte I

    14/16

    14 ekecheiria n. 10

    Tra splendori e miserie, con netta preva-lenza dei primi, i Gonzaga hanno regnatosu Mantova per quattrocento anni. Bastanoi capolavori di Pisanello, Mantegna, Albertie Giulio Romano a segnalare la citt comeuna capitale del nostro rinascimento, non

    a caso inclusa dallUNESCO nel patrimo-nio mondiale dellumanit. Quei grandi me-cenati, insieme con altri celebri componen-

    ti della dinastia condottieri, cardinali, let-terati, intraprendenti spose sono rivissu-ti nella mostra Gonzaga. I volti della storia,svoltasi presso il Museo diocesano Fran-cesco Gonzaga. Unottantina di ritratti, qua-si tutti inediti, costituiti da tele e medaglie,integrate da tre suggestivi alberi genealogi-ci dellepoca, nonch da oggetti cerami-che, uno scrigno prezioso, una colubrina,

    un forziere da viaggio e altri che esemplificano la raffinatez-za della corte. La mostra trova-

    va una sua naturale integrazio-ne nel museo che la ospita, do-ve sono numerose opere di va-rio genere dipinti, sculture, ra-rissime armature, grandi arazzie fiabesche oreficerie appar-

    tenute o commissionate dagliantichi Signori. La mostra sta-

    ta curata dallo storico Giancarlo Malacar-ne, e si correda di catalogo, conferenze diapprofondimento e visite guidate in citt enelle residenze delle linee cadette.

    IL CATALOGO DEL MUSEO FRANCE-

    SCO GONZAGA DI MANTOVAUna raffinata edizione, con splendide im-magini e schede documentarie dovute aglistorici dell'arte Paola Venturelli, RenatoBerzaghi e Stefano LOccaso: cos si presen-

    ta iN quattro (per ora) volumi editi il cata-logo generale di un museo, balzato, dopo ilrecente riordino, allattenzione internazio-nale. il diocesano di Mantova, intitolato aFrancesco Gonzaga, ricchissimo di opere,spesso veri capolavori, che spaziano dall'an-

    tica Roma ai giorni nostri. Il primo volume,

    Gli smalti dipinti Limoges, dedicato alla pinutrita collezione esistente di un genere ar-

    tistico poco noto in Italia, costituito da com-

    posizioni sacre e profane targhe e tritti-ci devozionali, piatti e cofanetti e altri og-getti d'uso di stupefacente bellezza.Il secondo, Ori e avori, riguarda tutta la su-perstite fiabesca oreficeria dei Gonzaga, ladinastia che domin Mantova per quattrosecoli; inoltre, le migliori realizzazioni degliarredi liturgici della diocesi, e una straordi-naria collezione di avori comprendenteopere bizantine, islamiche, indiane, medie-vali e rinascimentali. Il terzo e il quarto trat-

    tano della pittura, dal 1430 al 1630 e dal1630 al 1866, comprendente affreschi diMantegna e Correggio, arazzi francesi del

    Cinquecento, tele del primo barocco ro-mano (Fetti, Baglione) e la pi corposa se-rie di Bazzani, il pittore mantovano ricono-sciuto un caposaldo del Settecento euro-peo. I prossimi volumi in programma avran-no per oggetto altri tesori (sculture, la ce-lebre collezione di armature, mobili e di-pinti del 900) che sono gi ammirabili, nelmuseo di piazza Virgiliana 55; per un'antici-pazione, si pu consultare il sito museodio-cesanomantova.it.

    Roberto Brunelli

    Questo attesissimo volume, primo di unaserie di tre sui dipinti senesi presenti nellecollezioni pubbliche e private ungheresi,presenta 33 opere databili fra il 1420 e il1510. Il catalogo, costituito da schede ric-camente illustrate e corredate di biografiaaggiornata degli artisti, bibliografia specificae accuratissime informazioni su provenien-

    za, committenza, attribuzioni precedenti,iconografia e datazione di ciascun dipinto, accompagnato da un ampio saggio del-lautrice, direttrice del Dipartimento diPittura Antica del Museo di Belle Arti diBudapest, sulla storia del corpus, la conser-vazione e la collocazione dei dipinti.

    e-mail: [email protected] - cell. 3452886546

    GONZAGA I VOLTI DELLA STORIA

    DIPINTI SENESI 1N UNGHERIA

    LETTRES JUIVES

    Dra Sallaygi curatrice presso il Keresztny Mzeumdi Esztergom, oggi, oltre che direttricedel Dipartimento di Pittura Antica del Szp-muvszeti Mzeum di Budapest, curatricedella collezione di dipinti italiani dello stes-so museo. Il suo ambito di ricerca si con-centra sui dipinti italiani delle origini, in par-

    ticolare di scuola senese, e sulla storia delrelativo collezionismo in Ungheria.

    Corpus of Sienese Paintings in Hungary1420 - 1510Edizioni Centro Di!130

    Les Lettres juives ou Correspondance phi-losophique, historique et critique entre un

    Juif voyageur en differens Etats de lEuropeet ses correspondans en divers endroits,connues sous le nom de Lettres juives, sontun roman pistolaire de Jean-Baptiste BoyerdArgens paru en 1738. Paupie Pierre,1738. In-16mo. pagine 363 + 363 + 382 +335 + 480 + 100. Quelques planches dil-lustrations en noir et blanc hors-texte.Bandeaux, lettrines et culs-de-lampe.

    Epidermures et coins frotts. Entre un JuifVoyageur en diffrens Etats de lEurope etses correpondants en divers endroits.Augmente de XX Nouvelles Lettres, deQuantit de Remarques. Les Lettres juivesconsistent en une correspondance de deuxcents lettres entre Aaron Monceca, en vi-site en France, Jacob Brito, juif gnois etIsaac Onis, rabbin de Constantinople. Dansles secondes, cest plus de la philosophiedu bon sens quil est question et lescepti-cisme quy rpand Boyer dArgens tout au

    long de loeuvre sapparente plus, et deloin, lesprit dun Bayle qu celui de

    Montesquieu.Les Lettres Juives sinspirent dun voyageen Turquie que fit Boyer dArgens en com-pagnie de lambassadeur de France dAu-drezel, un ami de son pre.Boyer dArgens dans ces Lettres reste au-dessous de son modle. Elles attirrent enparticulier lattention de Voltaire et deFrdric II qui lui donnrent le surnom defrre Isaac.

    Sei tomi rilegati in piena pelle marrone

    coeva, Fregi e titolo ai dorsi in oro!1000

    IMPAGINATO 2015 OK_IMPAGINATO 2009 OK 02/11/15 11:33 Pagina 14

  • 7/24/2019 Ekecheiria - Numero X parte I

    15/16

    15 ekecheiria n. 10

    MANZONI AlessandroLettera manoscritta autografa, firmata,indirizzata ad Antonio Rosmini.

    datata: Milano, 27 settembre 1842!4.500

    Rosmini Veneratissimo e Carissimo, Il Sig.rePaschond, ministro protestante, e uno diquelli a cui si pu dire: Talis cum sis utinamnoster esses! desidera di conoscere, pas-sando di cost, l'Istituto della Carit, e il suofondatore. questa per me una fortunataoccasione per rammentarmi a Lei e alle suepreghiere, ed esprimerle que' sentimenti diviva, affettuosa profonda, inalterabile vene-razione [...].Il suo Manzoni.

    PALLADIO AndreaI quattro libri dellarchitettura.In Venetia, appresso Bartolomeo Caram-pello, 1616 (in fine: in Venetia, appressoBartolomeo Carampello, 1616).In-folio, leg. settecentesca in mezza pellecon punte dorso a 5 nervi con titolo e fre-gi in oro, piatti in carta marmorizzata (con-sunzioni), tagli rossi, pp. 67, [1], 78, [2], 46,[2], 133, [1].!2.400

    Ne quali, dopo un breve trattato de' cin-que ordini, & di quelli avertimenti, che so-no piu necessarij nel fabricare; si tratta del-le case private, delle vie, de i ponti, dellepiazze, de i xisti, & de tempij. Con 158 xi-lografie a piena pagina, e 62 intercalate n.t.Gore marginali, sempre lievi, ma un pocopi pesanti alle ultime tre carte

    La libreria antiquaria Gozzini

    una delle librerie pi antiche

    dItalia. Aperta nel 1850 da Oreste

    Gozzini, era dapprima situata in piaz-za del Duomo. Nel 1887 aveva unasuccursale a Roma, in via SantIgnazio,44. In seguito, dopo vari trasferimen-

    ti nel 1959 lattivit si sstabil in viaRicasoli, di fronte alla Galleria del Daviddi Michelangelo dove si trova attual-mente. Gli arredi attuali risalgono al1959 e furono realizzati allepoca del

    trasferimento nella nuova sede. La li-breria si sviluppa su tre piani. Un per-

    corso fra arte, storia e scienza, la li-breria antiquaria aperta al pubblicoe lingresso libero. costituita da 23ambienti, alcuni con soffitto a volta,disposti su tre piani, che circondanoun ampio giardino. Essi accolgono ol-

    tre 150.000 volumi di pregio (oltredue Km di libri), che vanno da operedel XV secolo fino alla letteratura con-

    temporanea del Novecento.Visitare le stanze come percorrere

    un viaggio nel tempo.Le migliaia di titoli sulle coste multico-lori dei libri si affollano sugli scaffali gre-miti. I grandi poemi, romanzi, libri dar-

    te, della letteratura italiana e stranie-ra si alternano a trattati di geografia,chimica, guide, saggistica, architettura,musica, scienze, poesia e quantaltropossa destare lattenzione di ricerca-

    tori, bibliofili curiosi o semplicementeamanti dei libri. Apprezzare un libroantico non lunica esperienza chepu accadere infatti dello stesso ti-

    tolo si possono trovare differenti edi-zioni ed ammirarne le caratteristichein relazione allo stile delleditore, del

    traduttore o del redattore.

    LIBRERIA GOZZINI DI FIRENZE

    e-mail: [email protected] - cell. 3452886546

    COPPA DEL MONDOCronistoria del II campionato mondialedi calcio. 1934. A. XII E.F. [A.c.d. B. Zauli].Roma, 1936.

    In-4, tela edit. (cop. ant. decorata a tre co-lori), pp. [4], 230, [2]. Con centinaia di ill. inb.n. comprese nella paginazione.!3.500

    Esemplare eccezionale, della tiratura di lus-so con legatura in tela, donato dal curato-re, Bruno Zauli, al marchese Luigi Ridolfi,durante le Olimpiadi di Berlino del 1936:"Berlino, 9 ago 1936 - XIV. Al MarcheseLuigi Ridolfi, con molta stima e simpatia.Bruno Zauli". Conservati all'interno del vo-lume, due importanti documenti: 1) ungrande invito (impresso a stampa, in-4, for-mato album, pp. 4), indirizzato al Ridolfi adpersonam, del ministro della propagandaGoebbels, a partecipare in occasione del-le Olimpiadi alla festa destate del 15 ago-sto 1936 alla Pfaueninsel; 2) un invito astampa del Presidente del Comitato Or-ganizzatore delle Olimpiadi, Hans von

    Tschammer und Osten, indirizzato anco-ra al Ridolfi, per presenziare a un eventocelebrativo in occasione delle Olimpiadi.Ottime condizioni. Abbastanza incredibil-

    mente questa prima edizione non risultacensita in ICCU.

    Libreria antiquaria

    Gozzini

    dal 1850per la Libert

    della Cultura

    IMPAGINATO 2015 OK_IMPAGINATO 2009 OK 02/11/15 11:33 Pagina 15

  • 7/24/2019 Ekecheiria - Numero X parte I

    16/16

    IMPAGINATO 2015 OK_IMPAGINATO 2009 OK 02/11/15 11:33 Pagina 16