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EMILIA ROMAGNA 500 g di farina di grano tenero 40 g di strutto Acqua 40 g di lievito di birra GNOCCO FRITTO consiste in un intriso di fior di farina con acqua (alcuni lo impastano con latte, altri con acqua minerale, che aiuterebbe la lievitazione al momento della frittura), lievito, sale e strutto in piccola quantità. Si tira in soglia non troppo sottile, dopo aver fatto riposare la pasta per circa 15/20 minuti e la si ritaglia in rombi, la si frigge in abbondante olio o con strutto molto caldi: è ideale con i salumi, per uno spuntino pomeridiano, una cena genuina o anche una sostanziosa colazione. Una variante consiste nel farcire i pezzi di gnocco con sottilissime fette di formaggio, procedendo come per un tortello. In ogni caso dovrò essere mangiato ben caldo, appena fritto. Preparazione Ingredienti per 4 persone:

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Page 1: Emilia romagna

EMILIA ROMAGNA

•500 g di farina di grano tenero

•40 g di strutto

•Acqua

•40 g di lievito di birra

GNOCCO FRITTO

consiste in un intriso di fior di farina con acqua (alcuni lo impastano con latte,

altri con acqua minerale, che aiuterebbe la lievitazione al momento della

frittura), lievito, sale e strutto in piccola quantità.

Si tira in soglia non troppo sottile, dopo aver fatto riposare la pasta per circa

15/20 minuti e la si ritaglia in rombi, la si frigge in abbondante olio o con strutto

molto caldi: è ideale con i salumi, per uno spuntino pomeridiano, una cena

genuina o anche una sostanziosa colazione.

Una variante consiste nel farcire i pezzi di gnocco con sottilissime fette di

formaggio, procedendo come per un tortello. In ogni caso dovrò essere

mangiato ben caldo, appena fritto.

Preparazione

Ingredienti per 4 persone:

Page 2: Emilia romagna

Lo Gnocco Fritto è un piatto della tradizione emiliana, ormai ampiamente diffuso

in tutto il paese, anche per la semplicità degli ingredienti e della preparazione.

Nonostante la ricetta sia uguale per l’intera regione, la definizione gnocco fritto è

utilizzata nel modenese, nelle altre provincie, la stessa pietanza assume nomi

diversi: crescentina a Bologna, torta fritta a Parma, chisulèn o burtlèina nell’area

di Piacenza. Lo gnocco fritto è sicuramente una preparazione molto antica

pare, infatti, che le origini risalgano ai Longobardi, che lasciarono la ricetta in

eredità agli abitanti della regione, in seguito alla loro lunga dominazione nei

territori emiliani. Solitamente proposto come antipasto, accompagnato dai

gustosi affettati della regione o da formaggi e verdure, ma anche da zampone

tiepido, può essere considerato un piatto unico, visto l’alto valore nutrizionale

degli ingredienti.

CENNI SULL’ORIGINE DEL PIATTO

All’Hosteria Giusti di Modena, alla Trattoria Cà dell’Orso a Ponte dell’Olio,

oppure nell’Appennino modenese a Ponte Gombola nel comune di Polinago

(MO), nella zona definita Valle degli Asinelli, presso la Podesteria, in via

Castello, 16 tel. 335/7018182. La podesteria o Asineria di Gombola è una

fattoria a conduzione familiare e rientra tra i progetti di Aria Aperta, struttura di

servizi per il turismo, l’ambiente e il tempo libero. Il progetto, volto a sviluppare

un’azione di conoscenza dell’asino, nella sua dimensione naturalistica, storica,

didattica e ricreativa, ne suggerisce la valorizzazione nell’ambito

dell’educazione ambientale, escursionistica e di pet-teraphy e propone attività

ludiche, formative, escursioni e gastronomia con prodotti del territorio. E’

possibile soggiornare nell’ostello, ma anche in tenda, negli spazi appositamente

messi a disposizione.

DOVE ASSAGGIARLA

Page 3: Emilia romagna

CARATTERISTICHE ENOGASTRONOMICHE E PRODOTTI TIPICI

La gastronomia dell’Emilia Romagna è estremamente variegata e ricca di

tipicità. I prodotti DOP e IGP sono innumerevoli, espressione della passione e

del legame che lega gli abitanti della regione al proprio territorio e della lunga

esperienza che gli ha condotti a ricavare dalla terra prodotti di grande qualità,

protagonisti di piatti eccellenti. Con tutta probabilità, le lasagne con il ragù alla

bolognese e i tortellini sono tra i piatti italiani più noti, oltre i confini nazionali,

secondi solo alla pizza e agli spaghetti. Nella regione ha, peraltro, avuto origine

uno dei simboli gastronomici nazionali nel mondo: il Parmigiano Reggiano,

celebrato nella regione anche dall’omonimo Museo ubicato nel comune di

Soragna, in provincia di Parma. Per chi desidera acquistarlo sul territorio,

l’Azienda Biologica Hombre di Modena offre un prodotto biologico, lavorato

secondo tradizione, pur nel rispetto di standard produttivi rigorosi. Per

comprendere la complessità della cultura gastronomica dell’Emilia Romagna è

necessario considerare, sia la dimensione territoriale, sia quella storica, che

hanno entrambe contribuito a determinare lo sviluppo di due differenti tradizioni

culinarie, quella emiliana e quella romagnola. L’utilizzo del grano, introdotto

dagli Etruschi già nell’antichità, accomuna le due tradizioni gastronomiche, che

contano tra le proprie tipicità diverse preparazioni che prevedono l’impiego della

farina, come le Tigelle o Crescentine di Modena, la Stria, tipica focaccia

emiliana, oppure l’Erbazzone, torta salata, sempre di origine emiliana, e la

Ciupeta o Coppia ferrarese. La discriminante fondamentale tra la cucina

emiliana e quella romagnola risiede principalmente nel differente processo di

panificazione tradizionale, che viene interpretato, in Emilia, dal gnocco fritto

che prevede l’impiego di strutto, e in Romagna, area costiera e porta verso

l’oriente, di dominazione bizantina, dalla piadina cotta direttamente sul testo

nella brace, senza lievito, e di chiara ispirazione mediorientale. Il territorio

emiliano, prevalentemente continentale, mostra tratti evidenti della

contaminazione culturale con i Longobardi. L’allevamento del maiale, introdotto

dai Galli e praticato in modo intensivo dai Longobardi, ne è la prova lampante.

La geografia dei prodotti e la loro distribuzione segue le caratteristiche

morfologiche del territorio, delineate dalla presenza dell’Appennino a sud e a

ovest, del fiume Po’ a nord e dal mare Adriatico a est.

Page 4: Emilia romagna

La fascia montana offre i prodotti di alpeggio, mentre le zone costiere e fluviali

privilegiano il consumo di pesce di mare e di stagno. Nella Pianura Padana si

praticano l’allevamento e l’agricoltura, la Vacca bianca modenese e la Razza

bovina romagnola, entrambi presidi Slow Food, ne sono esempi straordinari. La

stessa Pianura Padana e le pianure romagnole rappresentano, peraltro, il luogo

di incontro e scambio dei sistemi gastronomici sopra descritti. L’Emilia è terra di

cucina ricca, che propone paste ripiene, sia di carne, sia di magro, come

tortellini e ravioli, che racchiudono ripieni diversi, a seconda della zona, fatti

per esaltare l’ottima sfoglia, realizzata a mano, ma anche, soprattutto a

Bologna, da lasagne e cannelloni, conditi con il celeberrimo ragù alla

bolognese (probabilmente affino parente del ragout francese) e con la

besciamella. Per quanto riguarda i secondi piatti, nel piacentino sono frequenti i

brasati mutuati, con tutta probabilità, dal vicino Piemonte, mentre spostandosi

verso ovest, cioè verso il centro Italia, trionfano gli arrosti. Tuttavia, in Emilia,

l’elemento irrinunciabile di qualsiasi percorso gastronomico, resta degnamente

rappresentato dai derivati del maiale. Oltre ai Ciccioli, cotechini e zamponi,

spiccano gli insaccati: dal Prosciutto di Parma, al Culatello di Zibello (presidio

Slow Food), senza trascurare la Pancetta e la Coppa Piacentina, la Mortadella

Bologna e la Mariola delle colline piacentine e del basso parmense, presidio

Slow Food; un bouquet di prodotti dalla qualità e dal gusto inimitabile. A

Langhirano, nella patria di elezione del prosciutto, ha sede il Museo del

Prosciutto e dei Salumi di Parma, dove è possibile approfondire la conoscenza

dei prodotti e dell’arte salumaria parmense. Per fare rifornimento di salumi,

formaggi e prodotti tipici emiliani di qualità, a un giusto prezzo, è d’obbligo una

tappa a Fidenza, presso Agrifidenza. Per un pranzo o una cena a base di

prodotti nostrani e di cucina emiliana tradizionale ottimamente rivisitata, il luogo

ideale è il ristorante Al Vedel di Colorno, sempre in provincia di Parma. Nel

vasto patrimonio gastronomico emiliano, un posto di sicura eccellenza è

occupato dall’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena, preparato

esclusivamente nel territorio della provincia di Modena, utilizzando mosto cotto

e metodi di lavorazione appartenenti a una tradizione millenaria; l’impiego del

balsamico di Modena era difatti già diffuso alla corte degli Estensi. Nella

cittadina di Spilamberto, a questo versatile e straordinario prodotto è dedicato il

Museo del Balsamico Tradizionale, che ospita anche la sede della Consorteria

dell’Aceto Balsamico Tradizionale, una organizzazione che sostiene e

promuove iniziative e manifestazioni dirette alla tutela del prodotto.

Page 5: Emilia romagna

Presso il museo è anche possibile acquistare balsamico di Modena, selezionato

dalla Consorteria. Prodotti della tradizione regionale e modenese di ottima

qualità, compresi aceto balsamico tradizionale, parmigiano reggiano, ma anche

pesci dell’Adriatico sono disponibili presso il Mercato Albinelli, un mercato

coperto costruito ai primi del novecento, erede del tradizionale mercato che

animava le strade della città di Modena, già nel Medioevo.

Modena è, tra l’altro, una tappa irrinunciabile in un viaggio alla ricerca delle

eccellenze gastronomiche, non solo regionali, in via Stella, infatti, ha sede

l’Osteria Francescana di Massimo Bottura, chef pluristellato Michelin e

classificato al terzo posto tra i migliori cinquanta chef del mondo, nella ormai

nota competizione the World’s 50 Best Restaurants Guide, organizzata dalla

rivista anglosassone Restaurant Magazine.

Se l’Emilia è ricca e grassa, con una cucina fortemente contraddistinta dall’uso

del burro, come in quasi tutto il nord Italia, la Romagna profuma di spezie e

aromi; la cucina romagnola racconta della contaminazione con il centro e il sud

Italia, comprovata dall’impiego di peperoncino, pomodoro e dalla modalità

diffusa di cottura alla griglia, sicuro retaggio culturale degli spiedi medioevali,

ancora in auge nell’Italia centrale. In Romagna si usa anche l’Olio extravergine

di oliva, prodotto a Brisighella nel ravennate in quantità piuttosto modeste, ma

con una qualità molto elevata. La presenza del mare ha sicuramente inciso

nella tradizione gastronomica delle terre romagnole; qui il pesce trionfa nelle

grigliate, nei fritti e nei guazzetti, ma anche - per pesci di qualità, come rombi,

sampietro e sogliole - servito semplicemente condito con olio e limone. In

provincia di Ferrara, nelle Valli di Comacchio, uno dei più complessi sistemi

lagunari italiani, il vero primo attore in cucina è l’anguilla, marinata nel modo

tradizionale (presidio Slow Food) o interpretata, non solo a Natale, in ben

quarantotto piatti diversi, tra cui alcuni molto ricercati. Molto diffusa anche la

miticoltura. La cucina di carne è presente, soprattutto nell’entroterra e impiega,

per lo più, carne bovina, anche se dal maiale si ricava uno dei prodotto tipici

dell’eccellenza gastronomica ferrarese, la Salamina da Sugo .

Page 6: Emilia romagna

Tra i primi piatti prevalgano i Passatelli, le Burricche (un particolare tipo di

agnolotto) e il Pasticcio alla ferrarese, piatto rappresentativo della sontuosa

cucina estense, composto da un involucro di pasta frolla ripieno di pasta corta,

condita con ragù e funghi. Tra le tipicità espresse dalla tradizione gastronomica

romagnola spicca il formaggio di fossa che trova in Valmarecchia,

principalmente nel comune di Sogliano al Rubicone, la sua area di eccellenza.

L’infossatura del formaggio è una pratica che risale al medioevo, quando i

contadini solevano conservare gli alimenti in fosse scavate in ambienti tufacei,

sia per preservarli nel tempo, sia per sottrarli ad eventuali razzie.

In Romagna l’infossatura del formaggio conserva ancora il fascino di una

tradizione antica e le caratteristiche di un rito collettivo; nel mese di agosto, le

fosse vengono preparate bruciandovi all’interno della paglia per assorbire

l’umidità in eccesso e per eliminare eventuali batteri che possono intervenire

nella fermentazione del formaggio.

La fossa viene poi ricoperta con una strato di paglia e, una volta infossato il

formaggio, chiusa con tavole di legno e sabbia per essere riaperta solo tre mesi

dopo, a novembre, nell’ambito dei festeggiamenti organizzati proprio per

celebrare la sfossatura del prezioso formaggio. Prodotto con latte ovino o

vaccino è delizioso saltato in padella con paste o gnocchi, nei ripieni di tortelli e

ravioli, oppure con confetture e miele; può essere anche grattugiato, se giunto

al giusto livello di stagionatura.

Page 7: Emilia romagna

A Sogliano al Rubicone esistono molti produttori del rinomato formaggio, alcuni

dei quali organizzano degustazioni e visite alle fosse; la Fossa Pellegrini è una

delle più conosciute, selezionata anche dal Gambero Rosso quale azienda tra i

maggiori produttori di eccellenze gastronomiche, anche per il suo formaggio di

fossa. Nell’Appennino Tosco-Romagnolo, nelle provincia di Forlì-Cesena, si

produce, invece, il Raviggiolo, un latticino piuttosto raro, presidio Slow Food,

realizzato con latte vaccino crudo e da consumarsi fresco, entro tre, quattro

giorni dalla produzione. Un’altra icona gastronomica della Romagna, è

senz’altro la piadina che in Alta Romagna (Forlì e Ravenna) è preparata in una

versione più spessa, mentre nella Bassa Romagna (Riccione) è molto sottile e

sfogliata. Irresistibile in entrambe le versioni, farcita con affettati, verdure e,

soprattutto, con il famosissimo Squacquerone, un altro formaggio DOP tipico

del territorio, è l’indiscussa protagonista gastronomica di una vacanza in

Romagna. E’ buona quasi ovunque, spesso preparata al momento, soprattutto

nei numerosissimi chioschi presenti un po’ su tutto il territorio. Da assaggiare, a

Ravenna, quella de La Piadina dello Chef, in via Teodorico (poco lontano

dall’omonimo mausoleo) tel. 3394071285 e a Rimini quella della Lella.

Nella vasta gamma delle tipicità regionali non mancano certamente prodotti

ortofrutticoli garantiti da marchi DOP e IGP, che ne tutelano la qualità e ne

certificano l’origine, come le Pere dell’Emilia Romagna, le Pesche e le Nettarine

di Romagna, le Ciliegie di Vignola, le Amarene brusche di Modena e il Marrone

di Castel del Rio, cittadina che ospita anche il Museo del Castagno; tra le

verdure troviamo la Patata di Bologna, il Fungo di Borgotaro, lo Scalogno di

Romagna e il pregiato Asparago verde di Altedo.

La grande abbondanza di frutta fresca e secca, suggerisce la preparazione di

dolci tipici, come la crostata di ciliegie e di castagne, ma anche i ravioli di

marroni e le castagnole e, per Natale, il classico Pan Speziale. Inimitabili

anche la Torta Barozzi e la Torta Muratori, tipiche della cittadina di Vignola, da

gustare rigorosamente presso la Pasticceria Gollini , che ne conserva

gelosamente, da generazioni, le ricette originali.

Ad esaltare gli ottimi sapori dei prodotti e delle preparazioni regionali,

concorrono i tantissimi vini dell’Emilia Romagna, ne citiamo solamente alcuni,

tra le DOC più conosciute: Sangiovese di Romagna, Lambrusco di Sorbara,

Lambrusco Salamino di Santa Croce, Lambrusco Grasparossa di Castelvetro,

Bonarda Colli Piacentini, Gotturnio Colli Piacentini, Colli Piacentini Ortrugo,

Albana di Romagna e Trebbiano di Romagna. Gli amanti del vino, non possono

non programmare una sosta alla Enoteca Regionale della Rocca Sforzesca di

Dozza che espone oltre mille etichette di vino da scoprire e degustare.

Page 8: Emilia romagna

DA NON PERDERE

CASA ARTUSI

E’ un centro di cultura gastronomica dedicato alla cucina domestica italiana. E’

ricavato dalla ristrutturazione del Complesso Monumentale della Chiesa dei

Servi di Forlimpopoli, luogo di nascita di Pellegrino Artusi, scrittore e

gastronomo, padre riconosciuto della cucina italiana moderna. Il Centro intende

promuovere la cucina domestica, in particolare quella romagnola e i prodotti del

territorio. Nell’ambito di Casa Artusi hanno trovato spazio la biblioteca P. Artusi,

un ristorante, la scuola di cucina, uno spazio eventi e una bottega dove è

possibile acquistare oggetti legati al mondo della cucina di casa.

Page 9: Emilia romagna

AUTORI E STORIE IN EMILIA ROMAGNA

Almost Blue, Carlo Lucarelli – Einaudi 1997

“Io, Bologna, non l’ho mai vista. Ma la conosco bene, anche se probabilmente è

una città tutta mia. E’ una città grande: almeno tre ore”

Il romanzo è un giallo a tinte forti, che Lucarelli contestualizza negli ambienti

universitari e nei locali notturni di una Bologna livida e, a tratti, sinistra. La

vicenda ruota attorno a tre personaggi. Grazia, una giovane e ambiziosa

poliziotta, incaricata di indagare sulle misteriose morti di alcuni studenti, uccisi e

orrendamente sfigurati. L’assassino, “l’Iguana”, per come lui stesso si descrive:

“un rettile verdastro, una grossa lucertola con dorso crestato, capace di

cambiare pelle ogni volta”, che uccide e assume l’identità della sua ultima

vittima. Simone, giovane e sensibile ragazzo non vedente, che misura il mondo

con i suoni e le voci che recepisce attraverso uno scanner e che sembra essere

l’unico a “vedere” veramente, oltre la pelle dell’iguana, la sua anima dilaniata.

L’intero romanzo si snoda tra le note struggenti di “Almost Blue”. Il libro scorre

tutto d’un fiato, con ritmo serrato e la giusta dose di suspance. Notevole

l’intreccio tra la trama e il sottofondo musicale, descritto in modo magistrale

dall’autore, tanto che, leggendo il libro, sembra quasi di sentirla, la magica

tromba di Chet Baker.

Page 10: Emilia romagna

L’OGGETTO

Ferro per passatelli

E’ l’utensile più antico e tradizionale usato per fare i tipici passatelli. In Romagna

è chiamato “e fér”, il ferro. E’ possibile acquistarlo, ma è difficilmente reperibile

al di fuori della regione. Oggi, per fare i passatelli, esistono utensili di più facile

impiego, simili ai comuni schiacciapatate, oppure torchietti realizzati in rame o

plastica.

Page 11: Emilia romagna

EVENTI ENOGASTRONOMICI, SAGRE E FIERE

Festa Artusiana, a Forlimpopoli (FC), nel mese di giugno;

Festa dei Ciliegi in Fiore, a Vignola (MO), a cavallo tra marzo e aprile;

Festival del Prosciutto di Parma, evento diffuso nelle zone tipiche di

produzione (provincia di Parma), nel mese di settembre;

Fiera Nazionale del Fungo Porcino di Albareto, ad Albareto (PR), nel mese di

settembre;

SANA, Salone Internazionale del Biologico e del Naturale, quartiere fieristico

Bologna (BO), nel mese di settembre;

Mortadella, please, Festival Internazionale della Mortadella di Zola Predosa,

a Zola Predosa (BO), a settembre-ottobre

MISEN Salone Nazionale delle Sagre, presso quartiere fieristico di Ferrara

(FE), nel mese di aprile;

Coppa del Mondo della Gelateria, presso Rimini Fiera (RN), nel mese di

gennaio;

SIGEP, Salone Internazionale Gelateria, Pasticceria e Panificazione

Artigianali, presso Rimini Fiera (RN), nel mese di gennaio;

Wine Food Festival Emilia Romagna, evento diffuso in tutta la Regione, da

settembre a dicembre.

Page 12: Emilia romagna

SAGRE

Gustasanvito, a San Vito Spilanberto (MO) , nel mese di giugno;

Sagra del Pesce di Gorino, a Gorino (FE) ultimo week end di maggio e tutti i

fine settimana di giugno;

Fiera del Formaggio di Fossa, a Sogliano al Rubicone (FC), nel mese di

novembre;

Vignola è tempo di ciliegie, a Vignola (MO) nel mese di giugno;

Sagra della Salamina da Sugo al cucchiaio, a Madonna Boschi (FE), fine

settembre, inizio ottobre;

Festa della Pancetta, a Ponte dell’Olio (PC), nel mese di giugno;

Festa del Tortello, a Vigolzone (PC), nel mese di luglio;

Sagra del Lambrusco e degli spiriti diVini, ad Albinea (RE), nel mese di

giugno;

Sagra della Patata, a Sant’Agata Bolognese (BO), nel mese di luglio;

Sagra del Cotechino, ad Alberone (FE), fine agosto, inizio settembre;

Sagra della Pera, a Vigarano Pieve (FE), nel mese di settembre;

Fiera dello scalogno di Romagna, a Riolo Terme (RA), nel mese di luglio;

Festa della Coppa piacentina, a Carpaneto Piacentino (PC), nel mese di

settembre;

Sagra del Marrone, a Castel del Rio (BO), nel mese di ottobre;

Sagra dell’Anguilla, a Comacchio (FE), nel mese di ottobre;

Sagra del Cicciolo, a Castellarano (RE), nel mese di novembre;

Sagra del Tortellino, a Calderara di Reno (BO), nel mese di dicembre;

Sagra della Seppia, a Cervia (RA), nel mese di marzo;

Sagra dello Storione e del Pesce di Mare, a Burana (FE), a luglio-agosto;

Sagra della Vongola, a Goro (FE), nel mese di luglio;

Sagra dell’Asparago Verde, ad Altedo (BO), nel mese di maggio;

Festa del Culatello, a Zibello (PR), nel mese di giugno;

GUT, Festival del Gutturnio, a Carpaneto Piacentino (PC), nel mese di

giugno.

Page 13: Emilia romagna

ALTRI EVENTI

Il Mondo Creativo, presso Bologna Fiere (BO), nel mese di novembre;

Santarcangelo Festival Internazionale del Teatro in Piazza, a Santarcangelo

di Romagna nel periodo estivo;

Porretta Soul Festival, a Porretta Terme, nel mese di luglio;

Ferrara Buskers Festival, a Ferrara, nel mese di agosto;

Ferrara Balloons Festival, a Ferrara, nel mese di settembre;

Ravenna Festival, a Ravenna da giugno a novembre;

Future Film Festival, evento diffuso a Bologna, a marzo-aprile;

Bellaria Film Festival, evento diffuso a Bellaria, nel mese di giugno;

Porretta Cinema, a Porretta Terme, la data è stabilita di anno in anno.

FELLINIANNO 2013, evento diffuso a Rimini per le celebrazioni del ventennale

della morte di Federico Fellini.

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ITINERARI (IN) CONSUETI

Bologna, capoluogo della regione, è definita “la dotta” perché ospita una delle

più antiche università d’Italia; animata da migliaia di studenti italiani e stranieri, è

una città giovane e cosmopolita, pur nella sua dimensione raccolta e, per certi

versi, provinciale. A Bologna soffia da sempre il vento della cultura e della

creatività, trasformata in linfa vitale che alimenta progetti e inventa nuovi spazi

di fruizione dell’arte e della cultura. Unico centro abitato esteso percorso da

quasi quaranta chilometri di portici, divenuti luogo di commercio e socialità e

simbolo dell’ospitalità bolognese, la città individua il suo cuore pulsante in

Piazza Maggiore, la famosa “piazza Grande”, cantata dal noto musicista e

cantautore, Lucio Dalla, nato e vissuto a Bologna. Sulla piazza, oltre alla

celebre Fontana del Nettuno, si affacciano i più importanti edifici dell’epoca

medioevale: il Palazzo Comunale, il Palazzo dei Banchi e il Palazzo del

Podestà. A sud della piazza si trova l’imponente Basilica di San Petronio, che

conserva il più grande tra gli organi storici ancora in uso, costruito tra il 1470 e il

1475. Tra le arti care alla città, quella musicale è senz’altro una delle più antiche

e radicate, Bologna, infatti, è stata dichiarata dall’UNESCO “città creativa della

musica”. La collezione Tagliavini, una importante raccolta di strumenti antichi,

unici per bellezza e qualità del suono, è custodita nell’ambito del bellissimo

Complesso Religioso di San Colombano. Documenti relativi alla presenza in

città di personaggi quali Mozart e Liszt sono conservati nelle sale

dell’Accademia Filarmonica, a Palazzo Carrati, ora sede dell’Orchestra Mozart,

fondata da Claudio Abbado e visitabile gratuitamente per gruppi, su

prenotazione (tel. 051/222997). Nelle bellissime e sontuose sale di Palazzo

Aldini Sanguinetti è, invece, allestito il Museo Internazionale della Musica, che

racconta la storia della musica, attraverso strumenti, partiture, documenti, libri e

oggetti rari, appartenuti a cantanti e musicisti. La città ospita anche uno dei più

antichi teatri lirici d’Italia, il primo teatro pubblico, voluto dalla cittadinanza e non

inserito in una residenza nobiliare: Il Teatro Comunale di Bologna che, proprio

nel 2013, compie duecentocinquanta anni. Realizzato su un progetto

dell’architetto Antonio Galli Bibiena, datato 1755, quando Bologna era già un

centro musicale di riferimento a livello europeo.

BOLOGNA CITTÀ “DOTTA” “CREATIVA” E “MUSICALE”

Page 15: Emilia romagna

Il Teatro Comunale, con la sua acustica perfetta, grazie alla pianta “a campana

eufonica” e i suoi meravigliosi palchetti rococò, ospita da oltre due secoli, la

grande musica lirica internazionale.

Nel Museo Internazionale della Musica sono custoditi, il plastico originale del

progetto del Teatro Comunale e il modello del raffinato macchinario in legno,

realizzato sotto la platea, nell’ottocento, che, con argani e corde, consentiva di

sollevare il pavimento fino al palcoscenico, trasformando la spazio in un unico

salone per le feste; usato fino agli anni trenta del novecento è, oggi, in disuso,

per dare spazio alle dotazioni di sicurezza. Parlano, invece, i linguaggi della

modernità, delle nuove tecnologie e della multimedialità progetti come il Link,

che a Bologna ha dato vita, a partire dai primi anni novanta, ad uno spazio

contemporaneo, nato senza una connotazione precisa, che propone proiezioni,

concerti, installazioni e laboratori e che ospita dibattiti, festival e rassegne

all’insegna della “sperimentazione” e della “contaminazione” tra i differenti

linguaggi della comunicazione. Poco fuori dalla città, a Calderara di Reno, ha

invece sede l’Associazione ReMida Bologna_Terra D’Acqua, Centro di Riuso

Creativo dei Materiali di Scarto Aziendale, che mette a disposizione spazi,

attrezzi, materiali e laboratori e organizza corsi, seminari ed eventi sui temi del

riciclo e del ri-uso creativo dei materiali, promuovendo sensibilità ambientali ed

ecologiche. Assolutamente da non perde anche il MAMbo il Museo d’Arte

Moderna di Bologna, quasi diecimila metri quadrati dedicati alla

sperimentazione e alla cultura visiva.

Page 16: Emilia romagna

TRA FIUME E MARE: COMACCHIO I LIDI E IL PARCO DEL DELTA DEL PO

Esistono paesaggi inconsueti che incorniciano valli punteggiate da canali,

boschi, vecchi fari e casette di pescatori nascoste da fitti canneti. Uno scenario

affascinante, che sfuma nei tanti colori dipinti dal riverbero del sole, che

abbraccia la laguna. Si tratta dell’area deltizia emiliano-romagnola del fiume più

lungo e importante d’Italia; un’area protetta di grande suggestione, inserita nel

Parco Regionale del Delta del Po. Un ambiente dalle atmosfere dolci dove è

possibile ammirare i fenicotteri rosa, gli aironi e il cervo delle dune, ma anche

centri storici incantevoli, scorci medioevali e interessanti opere di regimazione

idraulica, perché la storia di queste terre, racconta della continua lotta dell’uomo

contro le acque del fiume e del mare. Gli itinerari percorribili sono numerosi, il

Parco propone escursione organizzate con personale esperto, a piedi, in bici o

con imbarcazioni a motore o elettriche. Gli amanti della natura, gli appassionati

di pesca e di bird watching possono scegliere di visitare la Riserva Naturale

Foce del Po di Volano o di fare una gita in barca, verso l’entroterra, nelle Valli di

Comacchio con visita a due vecchie stazioni da pesca (Pegoraro e Serilla), per

ammirare le strutture, le attrezzature e gli arredi originali dei “casoni” di valle,

dove un tempo vivevano i pescatori. Impossibile non farsi sedurre dalla discesa

del fiume Po fino alla foce del suo delta e all’Isola dell’amore”, una lingua di

sabbia che divide la Sacca di Goro dal mare (per info e tratte Navi del Delta). La

sua spiaggia è stata inserita da Legambiente tra le tredici più belle in Italia.

L’isola si raggiunge via mare dalla cittadina di Goro, nota per l’allevamento

delle vongole, oppure attraverso un sentiero naturalistico che parte da Gorino,

piccolo abitato di pescatori poco distante. L’unica struttura esistente sull’isola è

il faro, una costruzione realizzata nel secondo dopoguerra, che ha sostituito la

“Lanterna Vecchia” che, alla fine dell’ottocento, si ergeva su quella che, allora,

era la foce del Po. Il nuovo faro di Goro ospita La Lanterna (tel. 0336363322),

un romantico ristorante che serve specialità di pesce, tra cui la tradizionale

anguilla e gli immancabili mitili. Poco lontano da Goro, sempre nel Parco del

Delta del Po, nella Valle di Porticino, su una piccola isola collegata alla terra

ferma da un ponte di legno, si rivela il Ristorante La Zanzara, un posto

veramente speciale, aperto anche di inverno quando le nebbie avvolgono l’ex

rifugio di valle e la sala della trattoria accoglie i visitatori nel tepore prodotto da

un grande camino. Il ristorante è a conduzione familiare, in cucina operano la

madre, il padre e un fratello; i piatti sono quelli legati alla tradizione e ai prodotti

del territorio, rivisitati in modo non convenzionale dal giovane Sauro, mentre vini

e liquori sono selezionati da Samuele, che li serve insieme alla storia di ogni

vino e del suo produttore. Non essendo particolarmente grande è consigliabile

la prenotazione.

Page 17: Emilia romagna

Il centro più importante del Delta del Po è Comacchio, pittoresca cittadina di

origini antiche, sviluppata su tredici isolotti, che le conferiscono il tipico impianto

da città lagunare, strutturata su canali, ponti e vie strette e tortuose. Il simbolo

iconografico della cittadina è il celebre Trepponti, un ponte monumentale

costituito da cinque scalinate e cinque archi. Altri edifici storici di rilievo sono la

Cattedrale di San Cassiano, la Loggia del Grano e la Torre dell’Orologio. Da non

perdere il Portico dei Cappuccini (il più lungo di Italia), dal quale si accede

all’Antica Manifattura dei Marinati, perfettamente ristrutturata e tornata in

funzione, ha riavviato il ciclo della lavorazione dell’anguilla, uno dei prodotti più

rappresentativi del territorio. Nella fabbrica, che ospita anche il Museo

dell’Anguilla, è possibile soffermarsi nella Sala dei Fuochi, per vedere i dodici

camini che cuociono le anguille infilate su lunghi spiedi, prima di essere passate

nella Sala degli Aceti per la tradizionale marinatura. L’atmosfera di Comacchio,

soprattutto al tramonto, è straordinaria con le acque chete dei canali che

riflettono i contorni delle case che vi si affacciano e un cielo la cui lucentezza

ricorda che ci si trova a poca distanza dal mare. Le spiagge di Comacchio si

stendono su una strisca costiera di circa venticinque chilometri nel Parco del

Delta del Po; i Lidi di Comacchio sono sette, ognuno dei quali si differenzia per

aspetto, caratteristiche e servizi offerti. Il Lido di Volano è il più selvaggio e

meno sviluppato, adatto per chi ama la pesca e le lunghe passeggiate; i Lidi

degli Scacchi e di Pomposa sono ideali per le famiglie, con vaste aree verdi e

spiagge attrezzate; di sicuro interesse per il rapporto qualità prezzo il Bagno

Miami di Lido degli Scacchi. Negozi, pub e discoteche contraddistinguono il

Lido degli Estensi; tra gli altri il Barracuda, discoteca frequentata da

giovanissimi e il Klink, street bar con ristorante a base di carne e pesce,

condotto dagli stessi gestori del Barracuda. Immediatamente dopo Lido

Scacchi, si arriva a Lido Spina, molto frequentato dai surfisti per l’ottima

esposizione al vento. Porto Garibaldi, il più antico dei lidi ferraresi, è uno dei

centri pescherecci più importanti dell’alto adriatico e adatto, sia ad un turismo

giovanile, sia alle famiglie.

Page 18: Emilia romagna

Nel territorio del delta del Po non mancano elementi di attrazione per quanto

concerne il patrimonio storico e architettonico. L’interesse dei principi estensi

per queste terre, è rappresentato dal Castello della Mesola, con cinta muraria,

torri e relativa riserva di caccia (oggi Bosco di Santa Giustina, oasi naturale

insieme al Gran Bosco della Mesola); la funzione principale della struttura era

probabilmente quella di difendere Torre Abate, una grandiosa infrastruttura

idraulica, capace di portare a mare le acque di scolo delle valli bonificate,

attraverso porte vinciane. Tra le architetture religiose, l’Abbazia di Pomposa si

staglia con il suo alto campanile nella piatta distesa del delta del Po; bellissimo

l’atrio decorato e arricchito di sculture e maioliche.

Presso questa antica abbazia benedettina fu inventato, nel medioevo, il

pentagramma.

La scelta migliore per un soggiorno nel delta del Po, avendo modo di

apprezzare, sia la natura incontaminata, sia il mare è l’Albergo Rurale

Cannevie, nella omonima oasi naturale, con un servizio ristorante di buon

livello, che valorizza in modo creativo i prodotti del territorio.

Page 19: Emilia romagna

RAVENNA CITTÀ DEI MOSAICI

E’ un fascino particolare quello che emana Ravenna, costantemente in bilico

tra la sua vocazione di capitale imperiale e quella di cittadina di provincia,

volutamente appartata e distante, eppure così vicina alle mete turistiche e

mondane della riviera romagnola. Non tutti lo sanno, ma Ravenna è stata per

tre volte capitale di tre imperi e racchiude un patrimonio artistico e culturale che

attira visitatori da ogni parte del mondo. L’arte mirabile e antica del mosaico

trova qui una delle sue massime espressioni. I mosaici cittadini sono, da secoli,

fonte di ispirazione per pittori, scultori, musicisti e poeti. Ad eccezione del

Mausoleo di Teodorico, il percorso monumentale della cittadina, che si snoda

tra: la Basilica di S. Vitale, il Mausoleo di Galla Placidia, il Battistero Neoniano

(o degli Ortodossi), il Battistero degli Ariani, la Basilica di S. Apollinare Nuovo, la

Basilica di S. Apollinare in Classe e la Cappella Arcivescovile, dichiarato

patrimonio dell’umanità dall’UNESCO, è caratterizzato dalla presenza di

splendidi mosaici. Forgiata da un patrimonio storico e artistico così importante e

antico, ma proiettata verso il futuro, la cittadina ha saputo declinare anche in

chiave moderna la nobile arte del mosaico, fatta di pietra e di luce; al MAR

(Museo d’Arte Città di Ravenna), un ex convento con splendidi chiostri, è

conservata una deliziosa collezione di mosaici degli anni ’50 e ’60 e lo spazio

ospita importanti mostre di arte moderna e contemporanea. Bellissimi mosaici

moderni si possono vedere anche nell’insolito scenario rappresentato dal Parco

della Pace, un parco urbano fuori dal centro storico.

Page 20: Emilia romagna

Da non perdere la Ardea Purpurea, una fontana realizzata da un mosaicista

ravennate e ubicata in piazza della Resistenza. Per una pausa di gusto durante

la visita del centro storico, si può pranzare Al Rustichello, via Maggiore, 21 –

tel. 0544 36043, che offre cucina casareccia di buona qualità, oppure al

rinnovato, storico Caffè Belli, via Angiporto Bellini, 9 – tel. 0544 217274, che

ospita spesso mostre di giovani artisti locali; la cena può essere, invece,

l’occasione per provare le atmosfere sofisticate del Ristorante Cinema

Alexander, in perfetto stile Liberty, con cucina tipica rivisitata, ma all’insegna del

rispetto delle tradizioni. Per l’aperitivo o il dopo cena, il locale da vedere è

sicuramente il Fellini Scalinocinque di piazza Kennedy. Chi decide di trascorre

nella capitale dei mosaici più di un giorno, può rendere l’esperienza

indimenticabile soggiornando al Bed & Breakfast Casa Masoli, una stupenda

dimora storica dei primi del 700, con prezzi, tutto sommato, non eccessivi.