energeo magazine anno v settembre - ottobre 2012

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Edipress Communications - Torino - Periodico bimestrale - Poste Italiane Spa - Spedizione postale DI 353/2003 (conv. in L. 27.02.2004 n. 46) art 1, comma 1,CB/Torino - (settembre/ottobre 2012) - N. 4 - Abbonamento 6 numeri 30 euro. Edipress Communications - Torino - Periodico bimestrale - Poste Italiane Spa - Spedizione postale DI 353/2003 (conv. in L. 27.02.2004 n. 46) art 1, comma 1,CB/Torino - (settembre/ottobre 2012) - N. 4 - Abbonamento 6 numeri 30 euro. Anno V - settembre/ottobre 2012 - Prezzo di copertina 5,50 euro Periodico per la promozione dell’attività dell’Istituto Internazionale Conoscenze Tradizionali - ITKI UNESCO, Banca Mondiale sulle Conoscenze Tradizionali - TKWB, Premio Eco and the City Giovanni Spadolini, Distretti Energetici e Ambientali, Poli di ricerca, Rete delle Reti Angelo Vassallo, Osservatorio Europeo del paesaggio di Arco Latino. Carlo d’Inghilterra e Giovanni Spadolini, un’amicizia fondata su ideali comuni UNESCO, una nuova Convenzione Internazionale sul Paesaggio Al nastro di partenza il Premio Eco and the City Giovanni Spadolini

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ENERGEO MAGAZINE (www.energeomagazine.com) è il periodico delle Comunità energetiche sostenibili che puntano ad una maggiore conoscenza delle attività di un mercato in forte crescita. La mission di Energeo Magazine è quella di raccontare le vicende, le storie e le notizie che animano l’intero territorio nazionale nell’ambito delle iniziative di promozione delle energie rinnovabili

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Anno V - settembre/ottobre 2012 - Prezzo di copertina 5,50 euro

Periodico per la promozione dell’attività dell’Istituto Internazionale Conoscenze Tradizionali - ITKI UNESCO, Banca Mondiale

sulle Conoscenze Tradizionali - TKWB, Premio Eco and the City Giovanni Spadolini, Distretti Energetici e Ambientali,

Poli di ricerca, Rete delle Reti Angelo Vassallo, Osservatorio Europeo del paesaggio di Arco Latino.

Carlo d’Inghilterra e Giovanni Spadolini,un’amicizia fondata su ideali comuni

UNESCO, una nuova Convenzione Internazionale

sul Paesaggio

Al nastro di partenza il Premio Eco and the City

Giovanni Spadolini

Page 2: ENERGEO MAGAZINE Anno V Settembre - Ottobre 2012

Campioni di sostenibilitàL’Abruzzo ha vinto l’edizione 2011

del Premio Eco and the City Giovanni Spadolini

Una Regione pronta per farti conoscere le sue realtà virtuoseSuperficie regionale: 10,794 Km65,1% area montana34,9% area collinare

4 province: l’Aquila, Teramo, Chieti, Pescara

305 Comuni

1.500.000 abitanti

Un terzo della Regione è parco nazionale e regionale:

Parchi nazionali: “Gran Sasso e Monti della Laga“,

“Abruzzo, Lazio e Molise e Majella”;

Parco Regionale: “Sirente Velino“.

Le aree protette sono di rilevante importanza ambientale e ospitano rare specie di flora e fauna, come l’orso bruno, il lupo e il camoscio.

E poi …l’Area Marina Protetta “Torre del Cerrano“ e oltre 25 riserve regionali naturali.

www.regione.abruzzo.it

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avuto un ruolo di primo piano nelle azioni di difesa del paesaggio e nei pro-

getti di riqualificazione dei territori agricoli.

Il nostro periodico è stato scelto dall’ITKI UNESCO e da tutti i partners che

hanno determinato il successo del recente evento di Firenze, concluso con

la declamazione della “Dichiarazione UNESCO sul Paesaggio 2012”, per

divulgare tutte le fasi che rappresenteranno le tappe di avvicinamento della

nuova Convenzione UNESCO sul Paesaggio.

L’iniziativa è stata sostenuta da un poderoso gruppo di lavoro, costituito da

organismi internazionali intergovernativi, associazioni nazionali non gover-

native, università e amministratori locali, che hanno messo in atto una

mobilitazione internazionale in difesa del paesaggio.

Un progetto che l’UNESCO vuole divulgare in tutto il mondo. Energeo è

stato scelto come partners privilegiato, insieme alla Fondazione Spadolini

Nuova Antologia, attraverso il Premio, per la divulgazione della Banca Mon-

diale delle Conoscenze Tradizionali, iniziativa sostenuta dal Principe di Galles,

S.A.R. Carlo d’Inghilterra, ambasciatore ufficiale.

Nel compito di ripensare con gli altri partners un nuovo modello di sviluppo

che includa cultura e tutela del paesaggio e dell’ambiente tra i parametri da

considerare come una priorità di un’azione di governo del territorio, ci affianca

autorevolmente il Tg2. Il modello di sviluppo che abbiamo alle spalle è stato

estremamente intensivo nell’uso delle risorse, nel consumo scellerato di

suolo. Siamo convinti che, in questo momento storico, sia necessario che

gli uomini tornino a essere abitanti del loro territorio, riprendano in mano la

questione ecologica della loro sopravvivenza, poiché l’identità è energia

costruttiva per la crescita della coscienza del luogo e per l’affermazione di

modelli di sviluppo fondati sulle peculiarità socioculturali, sulla cura e la

valorizzazione delle risorse locali, territoriali, ambientali, produttive e soste-

nibili e su reti di scambio complementari fra entità locali.

Solo così il cittadino si sentirà parte di una comunità e quindi avrà verso di

essa un comportamento sobrio, responsabile e consapevole.

È necessario un nuovo paradigma, che mostri l’indispensabilità di un muta-

mento epocale sul piano reale: culturale, sociale ed economico. Costruendo

delle identità comunitarie tese al bene comune e alla ciclicità della natura,

si può costruire un sistema che funzioni e che dia un futuro ai nostri figli.

T. R.

Energeo Magazine segna un’altra tappa importante nel percorso

editoriale avviato cinque anni fa.

Non è un’occasione celebrativa, come spesso accade, ma un

momento di ripensamento del giornale, alla luce dell’attualità riguardante le

politiche territoriali e ambientali dell’UNESCO che, tra l’altro, attraverso l’ITKI,

ha promosso la Banca Mondiale delle Conoscenze Tradizionali.

Negli anni scorsi abbiamo seguito passo dopo passo l’evolversi dell’iniziativa

europea Covenant of Mayors.

Allora come ora il territorio, quale realtà composita di un valore collettivo,

ha rappresentato il filo conduttore del nostro progetto editoriale.

Abbiamo sempre aderito alla nostra mission con puntualità, entusiasmo,

passione, tanto da ideare un Premio legato a questo progetto dell’UE.

L’idea era quella di dare un riconoscimeno ai Primi Cittadini virtuosi che

avevano aderito al Patto dei Sindaci, adottando un documento che impegna

le autorità locali e regionali a raggiungere e superare l’obiettivo europeo di

riduzione del 20% delle emissioni di CO2 entro il 2020. Un modo per lanciare

un’iniziativa a carattere internazionale coinvolgendo anche i Comuni e le città

europee. Oggi questa visione del Premio dedicato a Giovanni Spadolini,

fondatore del Ministero per i Beni Culturali e Ambientali, ideato dal nostro

giornale e promosso della Fondazione Spadolini Nuova Antologia che si

avvale dell’Alto Patronato Permanente del Capo dello Stato, con il sostegno

del Distretto delle Energie Rinnovabili, è apparsa leggermente superata, per

un rallentamento dell’iniziativa della Commissione Europea.

Non è diminuito, invece, l’interesse del nostro giornale verso il territorio, col

quale il legame è sempre più stretto.

“Il paesaggio è la rappresentazione materiale e visibile della Patria” (Bene-

detto Croce). “La Repubblica (...) tutela il paesaggio e il patrimonio storico

e artistico della Nazione” (Cost., articolo 9). Basterebbero queste due citazioni

per illustrare lo spessore degli argomenti di cui ci occupiamo.

In questa nuova avventura nostri alleati sono: Res Tipica, l’Associazione delle

Città di Identità Tipiche, l’UNPLI che raggruppa le oltre seimila Pro Loco

d’Italia, l’ITKI UNESCO e lo stesso UNESCO.

Energeo si propone di raccontare, attraverso il Premio Eco and the City

Giovanni Spadolini, l’Italia delle buone pratiche, i progetti volti alla valorizza-

zione dei patrimoni e dei beni culturali, alle associazioni o cittadini che hanno

Il territorio nel cuore

Il mondo cambia, Energeo si rinnova

Senatore Giovanni Spadolini. Val Venegia - Trentino “Dolomiti Patrimonio Umanità”.

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LA MEDAGLIA SPADOLINI 6 Spadolini, pioniere della tutela dei beni culturali e ambientali9 Incontro ravvicinato tra il Premio, la Covenant of Mayors e l’UNESCO10 Un Premio per dare speranza e fiducia al Paese11 Il Tema del Convegno 12 La Medaglia Spadolini per esaltare il valore della solidarietà13 Le categorie previste nel bando

ATTUALITÀ14 Alla ricerca del paesaggio perduto15 Dichiarazione UNESCO, uno strumento solenne e formale 16 Dichiarazione di Firenze sul paesaggio, 21 settembre 201218 Il paesaggio, una relazione tra le genti e l’ambiente19 La nuova visione del paesaggio: dal monumento alle genti 19 Un approccio dinamico, evolutivo, adattativo e multiculturale20 Perpetuazione dei paesaggi attraverso le conoscenze tradizionali 21 Perdita del paesaggio e collasso degli ecosistemi 22 Minacce, rischi e disastri 22 Conoscenze tradizionali per affrontare la crisi globale 24 UNESCO, Francesco Bandarin, l’uomo delle grandi sfide25 Un veneziano ai vertici dell’UNESCO27 Dopo tre giorni di fuoco, alla fine tutti d’accordo, ma quanta fatica28 In prima linea a favore del territorio30 Una convenzione internazionale sulla gestione sostenibile del paesaggio32 Mobilitazione internazionale in difesa del paesaggio36 Salvaguardia dei paesaggi italiani, vera risorsa nazionale

TKWB - LA BANCA DEL SAPERE38 Conoscenze tradizionali per affrontare la crisi globale 39 TKWB - Traditional Knowledge World Bank42 Una giornata particolare44 Convenzione UNESCO per il Paesaggio, il grande contributo del Principe di Galles46 Carlo d’Inghilterra e Giovanni Spadolini, un’amicizia fondata su ideali comuni47 Il principe dell’ambiente al servizio di sua maestà la terra

RETE DELLE RETI ANGELO VASSALLO48 In rete per non dimenticare 52 Insieme per salvare il paesaggio54 Una factory di idee innovative

Si ringrazia per il prezioso contributo Sua Altezza Reale il Principe Carlo d’Inghilterra

Direttore responsabile: Taty [email protected]

Redazione:Pierpaolo [email protected]

Marketing: Luigi Letteriello - 334.120.71.85

Progetti speciali e Pubblicità:Promedia [email protected]

Segreteria di Redazione:Lucrezia Locatelli

Progetto Grafico: Spider S.a.s.

Realizzazione grafica: Stefania De Cristofaro

Consulente tematiche e sviluppo azioni:•DichiarazioneUNESCOsulPaesaggio•SistemidiScienzelocali,Tecniche e Conoscenze Tradizionali•BancaMondialeConoscenzeTradizionali (Banca del sapere) - TKWB•PietroLaureano,Presidente dell’Itki International Traditional KnowledgeInstituteUNESCO.

Comitato Scientifico:•AugustoMarinelli,giàMagnificoRettore dell’UniversitàdegliStudidiFirenze, Presidente della Giuria Premio Eco and the City Giovanni Spadolini.•Prof.GiovanniPuglisiPresidente CNIUNESCOeMagnificoRettore dellaLiberaUniversitàdiLingue eComunicazioneIULM.•DarioCarella,MdAMéritEuropeenne, FondationduMériteEuropeenne, Lussemburgo.•AndreaChiaves,progettistaemerito di impianti innovativi di cogenerazione e teleriscaldamento. •AlbertoChini,AssociazioneCulturale Padre Chini.•CarloFrancini,coordinatorescientifico dell’AssociazioneBeniItaliani PatrimonioMondialeUNESCO.•StefanoMasini,responsabileAmbiente e Consumi Coldiretti.•FabrizioMontepara,Presidente ResTipicaANCI.•DomenicoNicoletti, DocenteUniversitàdegliStudi ScienzeAmbientalidiSalerno.•BiagioLongo,managernelsettore energetico,affermatoesperto di comunicazione nel settore ambientale. •AngeloPaladino,Presidente dell’OsservatorioEuropeoperilPaesaggio diArcoLatino.•DipakPant,ProfessorediAntropologia eEconomia,fondatoreedirettore dell’UnitàdiStudiInterdisciplinari per l’Economia Sostenibile presso l’UniversitàdiCastellanza.•CarlinPetrini,fondatoreePresidente diSlowFood.•LuigiSpagnolli,PresidenteCommissione AmbienteANCI(AssociazioneNazionale Comuni Italiani). •PieroSardo,PresidentedellaFondazione SlowFoodperlaBiodiversità.•AlessandroVercelli,docentediEconomia eAmbienteUniversitàdiSiena.

Collaboratori:MichaelaBarilari,MiriamBruni-Ipogea,DeniseCainelli,MarinaCiceri-Ipogea,PuccioCorona,ClaudioChiaves,LeoneChistè,FilippoDelogu,LelloGaudiosi,GabrieleManiscalco,StefanoMasini,MariaMazzei,AdrianoPessina,MarcoPontoni,FedericaRolle,CarloSacchettoni,AlessandroSbrana,AlessandraSantini,ChiaraSimonetti.

Fotografie:GerryAnnone;AmbrosioEdilizia;Cavagna–UfficioStampaProvinciaAutonomadiTrento;AssociazioneCulturalePadreChini;Coldiretti‐AmbienteeConsumi;CommissioneNazionaleItalianaUNESCO(UfficioStampa);ComunediPollica;ComunediTransacqua;ConsorzioComuniTrentini,Co.Svi.G.:ComunicazioneeTerritorio;Federutility;FotoGermogli;MassimoGherardini;AlessandraCiullo;ITKIUNESCO‐Ipogea,ToninodiMarco;RelazioniEsterneLaCasaVerdeCO2;LubosHazucha‐AuditoriumAlDuomo;AntonioSiani;UfficioStampaRegioneAbruzzo;UfficioStampaRegioneCampania;UfficioStampaRegionePiemonte;ArchivioSlowFood;ArchivioFondazioneSpadoliniNuovaAntologia;AgfBernardinatti,UfficioStampaProvinciaautonomadiTrento(Archivio);UfficiostampaMinisterodell’Interno;UfficioStampaProvinciadiModena;AlessandroZeddaProvinciadelMedioCampidano.

Pubblicità Regione Abruzzo:fotografiediBrunoD’Amicis,RobertoMazzagatti,OsvaldoLocasciulli.

Gli articoli e le note firmate esprimono solo l’opinione dell’autore e non impegnano ladirezioneelaredazionediEnergeoMagazine.

Tutela della Privacy:EnergeoMagazinevieneinviatoinabbonamento postale. Il fruitore del servizio può chiedere la cancellazione o la rettifica dei dati ai sensi della Legge 675/96.

Prezzo di copertina: Euro 5,50Abbonamento a 6 numeri Euro 30,00

Diffusione on line:www.regione.abruzzo.itwww.comunitrentini.itwww.distrettoenergierinnovabili.it www.ecoandthecity.itwww.energeomagazine.comwww.edipress.netwww.ipogea.org/www.osservatoriopaesaggio.eu (in costruzione)

Direzione, Redazione, Abbonamenti:Edipress Communications SasCorsoReUmberto,82-10128Torino(+39)011.568.20.82 - 335.606.04.90334.120.71.85 - [email protected]

Uffici di Corrispondenza:•DistrettoEnergieRinnovabili ViaBellini,58-Firenze Tel.(+39)055.36.81.23-Fax(+39)055.321.70.26•Trento-ConsorziodeiComuniTrentini ViaTorreVerde,23-Tel.0461987139•ITKIUNESCOIpogea(CentroONU) ViaRoma595-50012BagnoaRipoli(Firenze)•OsservatorioEuropeodelPaesaggio Arcolatino-CertosadiSanLorenzo 84034Padula(PatrimonioUNESCO) (+39)366.980.14.55-Fax0974.95.38.14

Stampa:SocietàTipograficaIanniSrlStradaCirconvallazione,180-SantenaTel. (+39)011.949.25.80

Registrazione Tribunale di Torino N° 4282 del 18-12-1990Copyright Energeo MagazineEdipress Communications Sas

Periodico bimestralePoste Italiane SpaSpedizione Postale Dl 353/2003(conv.inL.27.02.2004n.46)art.1,comma1,CB/TorinoAnnoV-N°4–Settembre/Ottobre2012

IlperiodicoEnergeoMagazineèiscrittonelRegistrodegliOperatoridellaComunicazione(ROC)-N°iscrizione17843

Questoperiodicoèassociato all’UnioneStampaPeriodicaItaliana.

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morte, permetterà ancora una volta di confrontarsi sul futuro del nostro

Paese, almeno dal punto di vista della sostenibilità ambientale, rappresen-

tando un momento di condivisione, conoscitivo, di riflessione e propositivo.

Il grande consenso ottenuto, ha spinto la Fondazione Spadolini, a sostenere,

attraverso il Premio, che ha dato un forte segnale di maturità, un importante

ruolo di raccordo in Italia, con le Regioni, le Province, i Comuni e le associa-

zioni territoriali (Res Tipica ANCI, UNPLI che raggruppa tutte le Pro loco

d’Italia, gli Osservatori del Paesaggio e altri sistemi di aggregazione locali),

a sostegno delle iniziative dei governi nazionali e locali per la protezione del

paesaggio, come si evince nell’importantissimo documento contenente le

linee guida per una nuova Convenzione UNESCO, diffusa in tutto il mondo

dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la

cultura. Un percorso che porterà il gruppo di lavoro, in tempi brevi, diretta-

mente a confronto con i massimi esperti internazionali di problematiche

territoriali. Il ruolo operativo è veramente importante, almeno dal punto di

vista organizzativo per mettere in moto la procedura Nazioni Unite che dovrà

stabilire una nuova Convenzione internazionale sul paesaggio, dopo aver

esaminato e discusso le sfide attuali. Una sfida accettata dalla Fondazione

Spadolini Nuova Antologia che ha già svolto, nei mesi scorsi, un ruolo stra-

tegico di coordinamento di iniziative locali, come la Rete delle Reti Angelo

Vassallo e la sottoscrizione di una Patto per la Bellezza e il Paesaggio, attività

propedeutiche e di sostegno alle iniziative dell’UNESCO. Ecco a cosa serve

il Premio, non è soltanto un evento celebrativo, anche se il focus di questa

edizione è dedicato al 40°Anniversario della World Heritage List, ma propo-

sitivo e di riflessione sull’impossibilità di proteggere il Patrimonio separata-

mente dall’ambiente e ignorando i saperi e le pratiche che lo hanno generato.

Il paesaggio è stato definito proprio come quella stretta relazione tra umanità

e ambiente che ogni civiltà e comunità stabilisce realizzando il proprio uni-

verso sociale e produttivo. La seconda sezione, che ha avuto un’impennata

di adesioni, evidenzia proprio questa

esigenza: abbiamo bisogno di pae-

saggio come abbiamo bisogno di

acqua, di aria, di suolo, di foreste ed

energia. Si tratta di beni comuni

ampiamente esaminati nelle nove

sezioni del bando. Come tutte le altre

risorse non sono sostanze ma cicli.

Andiamo alla ricerca di esempi vir-

tuosi come quelli che sono stati pro-

posti dai territori che hanno avuto la

capacità di realizzare idee e progetti

di efficientamento energetico, ma

anche di affrontare i temi della bio-

diversità, sistema dei Parchi, sviluppo

sostenibile, conoscenze tradizionali,

per ritrovare le identità territoriali nel

nostro Paese, mettendo in primo

luogo il sapere delle genti.

E per ristabilire la relazione tra natura

e cultura che si sedimenta e perce-

pisce nel paesaggio e nel territorio,

concretizzando un Patto tra umanità

e luoghi mantenuto tramite l’identità

e la comunità. Esaminando le propo-

ste si evidenzia come i bandi siano

stati compilati da persone attente e

motivate, con la presentazione di

tanti appunti, molte idee, suggeri-

Il progetto della Fondazione

Spadolini Nuova Antologia, giunto

alla seconda edizione, approda

a Trento per la Cerimonia

Ufficiale di Premiazione

(10 novembre 2012),

con l’obiettivo di raggiungere

nuovi traguardi, dimostrando

di saper aggregare, catalizzare,

dialogare, informare, fare rete.

Moltissime le candidature.

Un anno fa (12 novembre 2011) il debutto a Firenze per la prima

edizione del Premio Eco and the City Giovanni Spadolini.

Oggi il progetto della Fondazione Spadolini Nuova Antologia, giunto

alla seconda edizione, approda a Trento per la Cerimonia Ufficiale di Premia-

zione (10 novembre 2012). Nuovi traguardi e la stessa capacità di aggregare,

catalizzare, dialogare, informare, fare rete. Una semplice ricetta che ha creato

un successo senza precedenti con un notevole numero di candidature (circa

3000, duemila Comuni coinvolti, imprese virtuose, osservatori del Paesaggio,

Consorzi di Comuni, acquedotti, ecomusei, Pro Loco), costruendo una rete

di relazioni anche internazionali, grazie alla sinergia con l’UNESCO.

L’iniziativa ha dimostrato di essere un autentico volano per sostenere sul

territorio progetti e iniziative in difesa dell’ambiente, la salvaguardia del

paesaggio e la tutela dei beni culturali. Il Premio Eco and the City, che pro-

muove e valorizza l’eredità culturale di Giovanni Spadolini a diciotto anni dalla

Il Premio Eco and the City rende omaggio alla figura umana e politica dello statista fiorentino

Spadolini, pioniere della tuteladei beni culturali e ambientali

Medaglia Spadolini 2011

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locali, Consorzi agricoli, aziende vitivinicole e private che si sono distinte

nell’ambito della propria attività, dando la chiara percezione di aver acquisito

una stessa identità nazionale dal punto di vista della promozione della soste-

nibilità ambientale ed energetica e dei progetti regionali sugli interventi per

la produzione di energia da fonti rinnovabili.

La Medaglia sarà anche conferita “simbolicamente“ a tutti i candidati che

hanno compilato nelle varie voci il bando, portando in questo progetto la

propria testimonianza di una maniera sostenibile di vivere, per tutti.

In tanti, tutti i candidati e il movimento che si è creato attorno al Premio Eco

and the City Giovanni Spadolini, vorrebbero dire semplicemente grazie al

compianto statista fiorentino, appassionato studioso di storia del Risorgi-

mento, per aver dato inizio a un percorso innovativo per la politica italiana e

per essere stato il precursore di un confronto concreto sui grandi temi del

nostro tempo. Da allora l’educazione ambientale è divenuta uno strumento

fondamentale per sensibilizzare i cittadini nei confronti di questi problemi,

coinvolgendoli direttamente nelle politiche di governo del territorio.

menti efficaci, azioni concrete.

“Il Premio Eco and the City Giovanni

Spadolini - dice il professor Augusto

Marinelli, presidente della Commis-

sione Giudicatrice - è diventato, in

qualche modo, la voce dei territori

ma anche la leva per fare meglio,

per aiutarli al confronto”. Vedremo

chi risulterà ai primi posti di questa

speciale classifica che premierà, per

ogni categoria, con la Medaglia Spa-

dolini, importante riconoscimento

conferito, per quanto riguarda i sin-

daci, ai progetti volti all’adozione di

politiche territoriali integrate e soste-

nibili al fine di ridurre le emissioni di

gas serra attraverso le energie rin-

novabili, il miglioramento dell’effi-

cienza energetica e programmi sul

risparmio energetico e l’uso razionale

dell’energia (sezione 1).

Le altre sezioni riguardano la valoriz-

zazione dei patrimoni e dei beni cul-

turali, le istituzioni, le associazioni o

cittadini che hanno avuto un ruolo di

primo piano nelle azioni di difesa

dell’ambiente e del paesaggio e nei

progetti di riqualificazione dei territori

agricoli, che rappresentano uno stru-

mento importante di promozione

della cultura locale, e le imprese

virtuose e innovative. Sono scesi così

in campo, in maniera massiccia, Enti

locali, Comuni, Associazioni di

Comuni, Comunità montane, Con-

sorzi di municipalità e Associazioni

Comuni d’identità, Organizzazioni

Un’anticaamiciziaunisceGiovanniPuglisieAugustoMarinelli,entrambiAccademicidilungocorso.

Avviata una proposta di collaborazione

con l’iniziativa della Commissione Europea.

Incontro ravvicinato tra il Premio, la Covenant of Mayors e l’UNESCO

L’ idea era quella di premiare

i sindaci virtuosi che avevano

aderito al Patto dei Sindaci,

adottando un documento che impe-

gna le autorità locali e regionali a

raggiungere e superare l’obiettivo

europeo di riduzione del 20% delle

emissione di CO2 entro il 2020: un

modo per lanciare un’iniziativa a carat-

tere internazionale coinvolgendo

anche i Comuni e le città europee.

Tant’è che la Regione Abruzzo si

aggiudicò questa categoria speciale

con il progetto: una Regione per il

Patto dei Sindaci. Oggi questa visione

del Premio è apparsa leggermente

superata, vuoi perché l’iniziativa della

Commissione Europea ha rallentato,

almeno in Italia, la sua corsa iniziale,

vuoi per le evidenti difficoltà in cui i

Comuni si trovano ad operare, evi-

denziate nel quadro riepilogativo sullo

stato di attuazione del Patto dei sin-

daci nel nostro Paese. Rimane di

grande attualità l’ipotesi di avviare

una sinergia tra le due iniziative che

sono sovrapponibili e perfettamente

allineate. Gli uffici della Covenant of

Mayors hanno ricevuto, nel luglio

scorso, una proposta operativa di

collaborazione dalla Fondazione Spa-

dolini Nuova Antologia, in questa fase

attentamente esaminata. Bruxelles,

infatti, sta valutando le varie fasi della

possibile sinergia per dare valore

aggiunto alla Covenant of Mayors,

sviluppando ulteriormente l’interesse

a livello locale (i Comuni cercano di

difendere la propria identità) con il

progetto ambizioso dell’UNESCO

che vuole inventariare, salvaguardare

e far conoscere l’uso innovativo

(anche sostenibile) delle conoscenze

tradizionali ed avviare una nuova linea

di tutela del patrimonio paesaggistico,

come indica la Dichiarazione UNESCO

di Firenze sul paesaggio 2012.

Lo stesso Ministro dell’Ambiente

Corrado Clini ha annunciato, di

recente che “occorre considerare il

paesaggio come una infrastruttura e

le spese per la sua manutenzione

libere dai vincoli del Patto di stabilità”.

Contro i pericoli e i danni provocati

dal rischio idrogeologico e sismico i

Comuni dovranno essere autorizzati

a spendere le risorse esistenti in

deroga al Patto di stabilità. Il Ministro

che già sta lavorando per avere via

libera da Bruxelles, si è impegnato

a chiederlo all’UE, mentre sta per

presentare il Piano nazionale da 20

mld per la manutenzione e la messa

in sicurezza dei territorio dai rischi

idrogeologici e sismici, 1,2 miliardi

di euro l’anno per 20 anni.

Il Percorso del Premio

MarinoSimoni,PresidentedelConsorziodeiComuniTrentini,alSimposioUNESCOmondialesulPaesaggiochesièsvoltoaFirenze.

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Il Ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri, che ha molto apprezzato l’ini-

ziativa, ha promesso al professor Cosimo Ceccuti di essere presente a

Trento, salvo impegni istituzionali inderogabili.

E poi, l’Assessore Mauro Di Dalmazio, in rappresentanza della Regione

Abruzzo (Medaglia Spadolini 2011) consegnerà il testimone al nuovo vincitore.

Ci saranno alcuni notissimi rappresentati dei media e della comunicazione,

ai quali verrà conferita una Medaglia Spadolini Speciale (i nomi sono ancora

top secret). La spazio per il dibattito, utilizzato mentre la Commissione Giu-

dicatrice effettua i lavori di selezione delle candidature finaliste, avrà per

tema: “Paesaggi e territori, tante idee in movimento”.

Sarà condotto dal giornalista scientifico del Corriere della Sera Paolo Virtuani.

Sigle, saluti ufficiali e accompagnamenti musicali, accompagneranno la

Cerimonia mentre crescerà l’attesa per i vincitori.

Al mattino ancora un’iniziativa: gli ospiti potranno recarsi in Val di Non per

conoscere il luoghi dove è nato Padre Eusebio Chini, al quale è stata dedicata

una sezione del Premio. Marino Simoni, Presidente del Consorzio dei Comuni

Trentini, gongola per questo evento esclusivo, fortemente voluto, insieme

alla Provincia Autonoma a Trento, giunto alla fase conclusiva. Il tutto sotto

il segno di Giovanni Spadolini e di Alcide De Gasperi che saranno ricordati

a Trento in maniera solenne.

Il tema del convegno “Alcide De Gasperi e Giovanni Spadolini. Per il dialogo e per l’Europa”: è il

tema del convegno promosso a Trento il 9 novembre - nell’ambito del Premio

Eco and the city Giovanni Spadolini - dalla Fondazione Spadolini Nuova

Antologia e della Fondazione Alcide De Gasperi, in collaborazione con la

provincia di Trento ed il Consorzio dei Comuni trentini. I due statisti, operanti

per ragioni anagrafiche in periodi diversi della vita politica italiana ed europea,

ebbero un idem sentire caratterizzato dalla volontà del dialogo e dalla fede

assoluta nell’unione europea, quale superamento degli egoismi nazionali,

garanzia di pace, di sviluppo, di emancipazione e di progresso. Moderato da

Stefano Folli, editorialista del Sole 24 Ore, il convegno verrà aperto dalla

figlia dello statista trentino, Maria Romana, con una personale testimonianza

dell’affetto per la terra di origine, “De

Gasperi e le sue montagne”. Segui-

ranno le relazioni di studiosi specia-

listi quali Piero Craveri, “I rapporti fra

cattolici e laici nel secondo dopo-

guerra”, Pierluigi Ballini , “L’Europei-

smo di Alcide De Gasperi”, Cosimo

Ceccuti, “L’Europeismo di Giovanni

Spadolini”. Maria Garbari, docente

di storia, “De Gasperi: il ricordo della

Grande Guerra e l’aspirazione alla

pace”. L’attualità dei due statisti,

nella loro vocazione europeista, è

richiamata dalle due citazioni riportate

nel programma: “L’idea dell’unità

europea ha ritrovato i suoi credenti

e se un Risorgimento si avrà nel

secolo XX non sarà soltanto italiano,

o francese, o tedesco,ma soprattutto

europeo” (Giovanni Spadolini).

“Non vi parlerò dell’Italia, ma dell’Eu-

ropa e non dell’Europa di ieri e di

oggi, ma dell’Europa di domani, di

quell’Europa che vogliamo ideare,

preparare e costruire. Continuando

sulla strada intrapresa, noi dobbiamo

perseguire il fine dell’integrazione in

direzioni molteplici. Ed occorre prov-

vedere all’integrazione delle politiche

economiche, finanziarie ed alla coo-

perazione politica internazionale”

(Alcide De Gasperi).

T. R.

I finalisti inseriti nella cinquina

delle nominations verranno

da tutta la penisola

per partecipare

all’evento conclusivo

della Cerimonia Ufficiale

di conferimento della Medaglia

Spadolini. Alla vigilia è previsto

il convegno: Alcide De Gasperi

e Giovanni Spadolini per il dialogo

e per l’Europa. Le figure dei due

grandi statisti saranno ricordate

a Trento in maniera solenne.

La Sala è quella delle grandi occasioni, dove convergono i più presti-

giosi eventi istituzionali. Gli invitati, appartenenti a realtà virtuose,

giungeranno a Trento con ogni mezzo, provenienti da tutt’Italia.

Verranno da lontano per partecipare all’evento conclusivo della Cerimonia

Ufficiale di conferimento della Medaglia Spadolini, secondo un programma

fitto e articolato che alla vigilia avrà come appendice il convegno: Alcide De

Gasperi e Giovanni Spadolini per il dialogo e per l’Europa, coordinato da

Stefano Folli, opinionista del Sole 24 Ore. Com’è stato per la prima edizione

che ha visto tantissimi ospiti provenire dai luoghi più lontani della penisola.

Saranno i personaggi e interpreti di quella che si preannuncia una giornata

veramente speciale che si svolgerà tra gli affreschi di Sala Depero, il luogo

di rappresentanza della Provincia Autonoma di Trento, trasformata dall’artista

Fortunato Depero in “opera d’arte totale” tra il 1953 e il 1956.

Il Premio Eco and the City Giovanni Spadolini ha dimostrato di avere una

prorompente capacità di coinvolgere l’opinione pubblica nell’affrontare pro-

blemi di carattere e interesse collettivo. Lo ha fatto notare il Presidente della

Commissione nazionale Italiana per l’UNESCO, professor Giovanni Puglisi,

il quale, mettendo in risalto l’alleanza tra le due prestigiosi istituzioni, ha

auspicato una proficua collaborazione anche per il futuro. Il focus del Premio,

infatti, è dedicato al 40° Anniversario della World Heritage List.

Quello che stato definito il Premio alla speranza e alla fiducia nelle istituzioni,

ha dimostrato una grande capacità di tessere relazioni, sia con le principali

istituzioni, sia con le organizzazioni di Comuni operanti sul territorio, senza

trascurare i media e le televisioni che hanno dato man forte per far conoscere

questa esclusiva iniziativa. Il Tg2 ha voluto mettere la sua matrice di testata

vicina alle tematiche di difesa del territorio: è media partner ufficiale.

È stato affidato a due alfieri della testata giornalistica di Rai Due la conduzione

della Cerimonia Ufficiale: Bruno Gambacorta, inviato e ideatore della famosa

rubrica Eat-Parade e Cecilia Cappelli, considerata la giornalista che “acca-

rezza” le notizie, tale è il garbo che ci mette nel “confezionare” i servizi

messi regolarmente in onda nelle edizioni di maggior ascolto.

È stato invitato anche il timoniere della gloriosa testata: il direttore Marcello

Masi. Una Cerimonia così avrà una madrina d’eccezione, un nome e un volto

tanto caro non soltanto ai Trentini: Maria Romana De Gasperi.

Dal vicino Veneto è attesa anche l’olimpionica Sara Simeoni, madrina della

prima edizione del Premio.

Un Premio per dare speranza e fiducia al Paese

BrunoGambacorta,ideatoredellaRubricaTg2“Eat Parade”. CeciliaCappelli,giornalistadelTg2. SalaDepero,illuogodirappresentanzadellaProvinciaAutonomadiTrento.

Il Premio Eco and the City Giovanni Spadolini ha dimostrato di avere una prorompente capacità di coinvolgere l’opinione pubblica nell’affrontare problemi di carattere e interesse collettivo. Lo ha fatto notare il Presidente della Commissione nazionale Italiana per l’UNESCO, professor Giovanni Puglisi, il quale, mettendo in risalto l’alleanza tra le due prestigiosi istituzioni, ha auspicato una proficua collaborazione anche per il futuro

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Categoria 1• Amministrazioni locali responsabili di politiche territoriali integrate e sostenibiliCategoria 2• Progetti di valorizzazione dei patrimoni paesaggistici e culturaliCategoria 3• Progetti di riqualificazione dei territori agricoli

Categoria 4• Settore privato ed imprese virtuose e innovativeInoltre cinque Sezioni Speciali:• Focus del Premio (40° Anniversario World Heritage List dell’UNESCO) • Padre Eusebio Chini, il religioso trentino pioniere della cultura della sostenibilità,

rivolta alle Associazioni di identità tipiche, Conoscenze Tradizionali e ai Saperi Antichi• Gestione Forestale Sostenibile• Gestione sostenibile degli acquedotti (Federutility)• Comuni che fanno parte dell’Associazione Nazionale Città del Vino

LE CATEGORIE PREVISTE NEL BANDO

In vincitori della passa edizione del Premio.

Per iniziativa della Fondazione

Spadolini Nuova Antologia,

i sindaci del “cratere” della

dell’Emilia, e delle province di

Rovigo e Mantova, riceveranno

la Medaglia Spadolini, il prossimo

dieci novembre. “La fase della

ricostruzione già avviata - dice

l’Assessore all’Ambiente della

Provincia Modena Stefano

Vaccari - deve diventare una

grande occasione per ripensare

il rapporto con il territorio ferito.

Vogliamo proporci come una

best practice sulla ricostruzione

post emergenza in chiave di

sostenibilità, in linea con gli

obiettivi del Premio”.

Alla vigilia della seconda edizione del Premio Eco and the City, la

Fondazione voluta dal grande statista fiorentino, ufficializza la con-

segna della Medaglia Spadolini (fuori concorso) ai paesi dell’Emilia

colpiti dal sisma. Il riconoscimento va ai Comuni con i Sindaci in testa, le

comunità locali e la loro composta capacità di reazione e di autorganizzazione,

protagonisti assoluti di questi primi cinque mesi. Si fa portavoce l’Assessore

della Provincia di Modena Stefano Vaccari e, con una certa emozione, ricorda:

“Già lo scorso anno abbiamo partecipato al Premio, confermando l’adesione

anche per questa edizione ma con parametri diversi, purtroppo”. Lo spirito

è rimasto quello di allora, quando la Provincia di Modena ha avuto un ruolo

guida per i sindaci del territorio che per primi hanno creduto nel programma

ambizioso dell’Ente ai primi posti nelle scelte sostenibili. I programmi erano

orientati per coniugare le esigenze di crescita e sviluppo sostenibile, con gli

ulteriori traguardi relativi alla pianificazione, programmazione, progettazione

secondo le migliori pratiche possibile sull’energia. Il sisma ha arrecato danni

a 18 Comuni: 200mila abitanti coinvolti, 24mila edifici danneggiati, 3200

imprese coinvolte in settori di eccellenza come il biomedicale, la meccanica

e l’automotive, l’agroalimentare, 23mila lavoratori coinvolti da percorsi di

trattamento integrativo, 12600 persone sfollate accolte in 48 campi e alber-

ghi, 30mila richiedenti l’autonoma sistemazione, 3 ospedali e 8 case protette

evacuate, 92 scuole e 84 impianti sportivi inagibili come 10 municipi, chiese

campanili a perdita d’occhio non ci sono più, 1700 persone bisognose di

assistenza sono state trasferite in altre strutture delle province vicine e della

Regione, danni per 10 milioni di euro ai sistemi di regimazione delle acque

superficiali. Un intero sistema istituzionale, economico e sociale messo a

dura prova e ancora impegnato a gestire la fuoriuscita dall’emergenza accanto

alla ricostruzione. “A partire da questi numeri ed elementi la fase della rico-

struzione già avviata - dice l’Assessore Vaccari - deve diventare una grande

occasione per ripensare il rapporto con il territorio ferito. Vogliamo proporci

come una best practice sulla ricostruzione post emergenza in chiave di

sostenibilità, in linea con gli obiettivi del Premio. La stessa Mr.s Margareta

Wahlströml, Rappresentante speciale del Segretario Generale dell’ONU per

la riduzione del rischio di disastri, che ci ha fatto visita nel mese di giugno,

dopo la visita a imprese e comuni si è congratulata con tutto il sistema

territoriale per la capacità espressa nel costruire pratiche di gestione e

risposta ai rischi anche in partnership col privato, economico e sociale.

Possiamo diventare una best practice solo se acceleriamo e se proponiamo

scelte che ci avvicinano all’Europa della sostenibilità ambientale ed econo-

mica, per scongiurare anche il rischio di aumento della povertà in quel ter-

ritorio”. Ed aggiunge: Ci sono scelte, competenze, saperi, idee e azioni già

in campo, da far dialogare e mettere in rete, ovviamente a partire dal ruolo

fondamentale delle comunità locali, con le loro istituzioni, i sindaci, i cittadini,

le imprese, le associazioni, i lavoratori, il terzo settore, ma con l’attenzione

e lo sguardo oltre i confini comunali ad un territorio più ampio. L’uso e la

tutela del paesaggio e delle risorse del territorio, lo stop al consumo di suolo,

come strumenti di conservazione e trasmissione della storia e cultura del

territorio”. Spiega: “Da noi la richiesta al Governo, al Parlamento perché

definiscano un piano nazionale e pluriennale per la messa in sicurezza e per

la tutela del territorio e paesaggio, per investire risorse ingenti nella preven-

zione dai rischi di varia natura”. E conclude: “Il conferimento della Medaglia

Spadolini ai nostri Comuni sarà anche un’occasione per dire grazie alla

Provincia Autonoma di Trento che eccelle anche nel modo di coniugare la

parola solidarietà”. In effetti il Corpo Permanente dei Vigili del fuoco della

Provincia autonoma di Trento è accorso in aiuto della popolazione dell’Emi-

lia, colpite dal terremoto, (come aveva fatto in Abruzzo e in occasione di altri

disastri) fin dalle ore immediatamente successive alla prima scossa sismica

avvenuta il 20 maggio di quest’anno. Nei primi giorni l’attività venne finaliz-

zata all’allestimento del campo di accoglienza, denominato “campo Trento”,

a San Felice sul Panaro, gestito dalla Protezione Civile. Per il protrarsi dello

sciame sismico la task force della Protezione Civile del Trentino mise in opera

l’ampliamento e la manutenzione del campo Trento. Successivamente avviò,

su richiesta del sindaco di San Felice sul Panaro, i sopralluoghi dei tecnici

per valutare l’agibilità degli edifici e per stimare l’entità dei danni generati

dall’evento sismico, concordando un programma di interventi di puntella-

mento di edifici privati e pubblici che si affacciano sulle vie principali della

zona rossa di San Felice sul Panaro. Molte altre azioni di solidarietà sono

stati effettuate per iniziativa della popolazione trentina che ha fatto realizzare

un edificio scolastico nel comune modenese. E poi un lungo elenco di rea-

lizzazioni come l’operazione Parmigiano che ha impegnato gli appartenenti

ai Corpi volontari dei Vigili del fuoco nel recupero di migliaia di forme di

formaggio dai magazzini del Consorzio del Parmigiano Reggiano. È in cantiere

la ricostruzione della Chiesa di Concordia sul Secchia che appartiene alla

Diocesi di Carpi, con l’oratorio attiguo e il campo di calcio, dove sono stati

avviati interventi urgenti di cerchiatura della cella campanaria e riparazione

delle lesioni murarie del campanile

della Chiesa di San Paolo. Tanto per

continuare a vivere in queste terre

esaltando il “valore della solidarietà”.

Non va dimenticato che, l’UNESCO,

che del Premio è un partner d’eccel-

lenza, nella recente declamazione

della Dichiarazione di Firenze sul

Paesaggio, ha indicato le linee guida

per una nuova Convenzione con una

risposta adattiva e partecipata ai rischi

e alle catastrofi. Il prossimo 10

novembre i Sindaci del “cratere”

della Provincia di Modena sono attesi

a Trento, dove verranno insigniti della

Medaglia Spadolini. Su indicazione

dell’A.N.C.I. (Associazione Nazionale

Comuni d’Italia), il riconoscimento

sarà conferito anche ai Comuni limi-

trofi all’epicentro, interessati da

numerose scosse di terremoto, delle

province di Rovigo e di Mantova.

Il Ministro degli Interni Annamaria

Cancellieri, avendo compreso l’alto

valore simbolico del riconoscimento,

ha accolto l’invito, formulato dai pro-

motori, a presenziare alla Cerimonia

Ufficiale di conferimento dell’ambito

Premio, le cui motivazioni e l’ispira-

zione sono legate al ricordo di Gio-

vanni Spadolini, fondatore del

Ministero per i Beni Culturali e

Ambientali in Italia, del suo impegno

culturale, politico, civile in una dimen-

sione italiana ed europea.

La Medaglia Spadolini per esaltare il valore della solidarietà

StefanoVaccari,Assessoreall’AmbientedellaProvinciadiModena

Il Ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri ha accolto l’invito a presenziare alla Cerimonia ufficiale di conferimento dell’ambito riconoscimento

IlMinistrodell’InternoAnnaMariaCancellierieilPresidentedell’ANCIGrazianoDelrio.

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Come è stato evidenziato in molti degli interventi degli oltre trenta esperti internazionali convenuti a Firenze, sono

le culture, le conoscenze, le tradizioni, i gesti simbolici che danno forma al mondo che viviamo: siamo quindi tra-

sformati dal paesaggio che trasformiamo. Questo aspetto era già stato evidenziato nel 2003 nella Convenzione

UNESCO per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale (nel 2013 ricorre il decennale) che ha messo in

rilievo come “il patrimonio culturale immateriale, trasmesso di generazione in generazione, è costantemente ricre-

ato dalle comunità e dai gruppi in funzione del loro ambiente, della loro interazione con la natura e la loro storia, e

dà loro un senso d’identità e di continuità, promovendo in tal modo il rispetto per la diversità culturale e la creatività

umana”. Energeo affiancherà l’ITKI UNESCO in questo grande viaggio della conoscenza e della ricerca per promuo-

vere la Banca Mondiale delle Conoscenze Tradizionali di cui si è fatto portavoce Sua Altezza Reale il Principe Carlo

d’Inghilterra con uno stimolante video messaggio.

Dichiarazioni UNESCO, uno strumento solenne e formaleLo standard-setting, cioè la fissazione di norme e principi, costituisce una delle più importanti funzioni costituzionali

dell’UNESCO e comprende tre tipi di documenti:

• Convenzioni• Dichiarazioni• Raccomandazioni

• le Dichiarazioni adottate dalla Conferenza Generale UNESCO, sono uno strumento solenne e formale, adatto

per rare occasioni in cui sono enunciati principi di grande importanza.

Il convegno UNESCO di Firenze

si è concluso con quella che è

stata definita, in accordo con gli

oltre trenta esperti internazionali

intervenuti, “The Florentine

Declaration on Landscape”,

ovvero un documento volto

a promuovere la salvaguardia

dei paesaggi, quale elemento

integrato di uno sviluppo

sostenibile, rendendo possibile la

condivisione di informazioni e la

disponibilità delle competenze.

In questo modo si vuole

preparare la strada alla

redazione di una Convenzione

Internazionale sul Paesaggio

che, nel rispetto delle diversità

culturali dei vari paesi, sappia

integrare e rinforzare azioni

condivise per il paesaggio.

Il paesaggio e patrimonio immateriale sono intimamente legati, in quanto

sono i saperi, le conoscenze, le abilità delle popolazioni che hanno dato

e danno forma al paesaggio. E conseguentemente nel paesaggio, come

in un palinsesto in continua evoluzione, possiamo leggere le tracce di quei

racconti e di quelle memorie, possiamo scorgere i segni e le rappresentazioni

che costituiscono il fondamento dell’appartenenza a un luogo. Se n’è parlato

al Convegno internazionale UNESCO dal titolo“The International Protection

of Landscapes”, svoltosi dal 19-21 settembre a Firenze in occasione del 40°

anniversario della prima Convenzione Mondiale del Patrimonio. Il convegno,

organizzato dall’International Traditional Knowledge Institute (ITKI) UNESCO,

ha posto l’accento su quella che Pietro Laureano (Presidente dell’ITKI e

consulente UNESCO) ha definito una “nuova visione del paesaggio” che

sposta finalmente l’ottica “dai monumenti alle persone”. La cornice entro

cui si sono svolte le giornate di studio è, infatti, quella dell’evoluzione che

ha avuto negli ultimi quarant’anni il concetto di “cultural heritage”, a partire

proprio dalla Convenzione UNESCO sulla Protezione del patrimonio culturale

e naturale del 1972 che celebra quest’anno il quarantesimo anniversario.

Altro punto nodale evidenziato nel corso delle giornate di studio, è la neces-

sità di superare la mancanza di integrazione tra le varie convenzioni e i diversi

strumenti giuridici (anche in ambito UNESCO), relativi alla salvaguardia del

paesaggio. Spesso siamo, infatti, in presenza di strumenti che concentrano

il concetto di tutela su un singolo aspetto (ecosistemico, storico culturale,

ecc…), tralasciando la complessità e la multidimensionalità del paesaggio.

Il convegno si è quindi concluso con quella che è stata definita, in accordo

con tutti i presenti, “The Florentine Declaration on Landscape”, ovvero un

documento volto a promuovere la salvaguardia dei paesaggi, quale elemento

integrato di uno sviluppo sostenibile, rendendo possibile la condivisione di

informazioni e la disponibilità delle competenze, attraverso collaborazioni

efficaci. In questo modo si vuole preparare la strada alla redazione di una

Convenzione Internazionale sul Paesaggio che, nel rispetto delle diversità

culturali dei vari paesi, sappia integrare e rinforzare azioni condivise per il

paesaggio. Nel tempo, infatti è apparsa con sempre maggiore evidenza,

l’impossibilità di proteggere i “patrimoni culturali” separatamente dall’am-

biente in cui si trovano, ignorando i saperi e le pratiche che li hanno generati,

trascurando così i profondi legami esistenti tra “natura” e “cultura”.

Alla ricerca del paesaggio perduto

PietroLaureano,PresidenteITKIUNESCOillustrailprogettoaitantissimiospitinell’AnfiteatroAndrzejTomaszewski. Caratteristiche coltivazioni in altura con il sistema a terrazzo.

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• le Raccomandazioni Strumenti adottati dalla Conferenza

Generale che riguardano particolari

questioni sulle quali si invitano gli

Stati Membri ad adottare, nei loro

rispettivi territori, le misure legislative

necessarie, o altre misure che pos-

sono essere richieste in conformità

con la prassi costituzionale di ogni

Stato. Spesso, nell’uso comune, le

Raccomandazioni vengono denomi-

nate anche “Dichiarazioni”.

• Dichiarazioni universali UNESCO

in ordine cronologico a partire dalle

più recenti

- Dichiarazione Universale

sulla Bioetica e i Diritti Umani,

19 ottobre 2005.

- Dichiarazione concernente

la distruzione intenzionale

del patrimonio culturale,

17 ottobre 2003

- Dichiarazione Internazionale

sui dati genetici umani,

16 ottobre 2003

- Carta sulla conservazione

del patrimonio digitale,

15 ottobre 2003

- Dichiarazione Universale

sulla diversità culturale,

2 novembre 2001

- Dichiarazione Universale

sul Genoma Umano e i Diritti

Umani, 1997

- Dichiarazione sulla responsabilità

delle generazioni presenti verso

le generazioni future, 1997

- Dichiarazione dei principi

sulla tolleranza, 1995

- Dichiarazione Internazionale

sull’educazione per tutti

e quadro d’azione per rispondere

ai bisogni formativi di base, 1990

- Carta Internazionale

sull’Educazionefisica

e lo sport, 1978

- Dichiarazione sulla razza

e i pregiudizi razziali, 1978

- Dichiarazione sui principi

fondamentali concernenti

il contributo dei mass media

per rafforzare la pace

e la comprensione internazionale,

per la promozione dei diritti umani

e contro il razzismo, l’apartheid

e l’incitamento alla guerra, 1978

- Dichiarazione di principi guida

per l’utilizzazione

delle trasmissioni satellitari

per la libera circolazione

delle informazioni, la diffusione

di una maggiore istruzione

e scambi culturali, 1972

- Dichiarazione sui principi

della cooperazione culturale

internazionale, 1966

sulla protezione internazionale

dei paesaggi e, in particolare,

Sua Altezza Reale, il Principe

di Galles per suo stimolante video

messaggio;

• avendo esaminato e discusso

le sfide attuali;

• esprimendo la loro profonda

preoccupazione per il degrado

del paesaggio in tutto il mondo

a causa della rapida urbanizzazione,

l’industrializzazione e l’intensifica-

zione dei processi agricoli e altri

rischi e minacce causati

dal cambiamento globale;

• riconoscendo il paesaggio come

espressione del rapporto tra le genti

e l’ambiente che, nel tempo,

ha creato e tuttora crea condizioni

di vita armoniose e benessere;

• constatando l’importanza

del paesaggio come uno strumento

educativo per promuovere

la conoscenza e la consapevolezza

della diversità culturale, l’identità

e la responsabilità;

• considerando che il paesaggio

è un bene comune e che il diritto

al paesaggio è una necessità umana;

• consapevoli che non è possibile

proteggere i paesaggi ignorando

le conoscenze locali e tradizionali

che li hanno generati la cui perdita

distrugge un patrimonio di know-

how utilizzabile per soluzioni

appropriate e innovative;

• considerando che le risoluzioni

internazionali riconoscono intrinseci

aspetti del paesaggio, come la

gestione adattativa e un approccio

olistico tra elementi sociali,

economici ed estetici, come possibili

risposte alle sfide globali;

• tenendo conto della richiesta

delle comunità locali e dei rappre-

sentanti amministrativi di preservare

il paesaggio per migliori condizioni

di vita basate sulla condivisione

globale delle opportunità e comuni

obiettivi;

• ricordando la Dichiarazione di Rio

+20 “il Futuro che vogliamo” e la

revisione in corso degli Obiettivi

di Sviluppo del Millennio;

• prendendo atto delle numerose iniziative rivolte alla gestione del paesag-

gio a livello internazionale, nazionale e locale nel contesto dello sviluppo

sostenibile all’interno

del sistema delle Nazioni Unite;

• affermando l’importanza della salvaguardia e il miglioramento

dei paesaggi per:

- la qualità della vita quotidiana e l’identità culturale e per il miglioramento

del benessere;

- riconoscere il valore delle conoscenze e delle pratiche tradizionali come base

per armonici programmi tecnologici e innovativi;

- incoraggiare il rispetto dei luoghi

e processi decisionali che salvaguardano le comunità e i luoghi;

- promuovere opportunità di lavoro, la sicurezza alimentare, la tutela

dell’ambiente e la resilienza delle comunità;

- promuovere lo sviluppo sostenibile sociale ed economico, estendendo

i confini spaziali e le frontiere concettuali del paesaggio;

- incoraggiare programmi di partecipazione e dal basso verso l’alto insieme

a interventi basati sulla conoscenza locale;

- rinforzare le comunità e le istituzioni locali nei processi decisionali;

- promuovere il rispetto dei diritti umani, compresi i diritti delle comunità

di garantire il loro sostentamento, preservare le loro risorse, la loro identità

e le credenze;

- rispondere in modo adattivo e partecipato ai rischi e alle catastrofi;

- combattere la desertificazione, il degrado dei suoli e la siccità,

la preservazione della diversità biologica e mitigare gli effetti

del cambiamento climatico;

- salvaguardare, la diversità e il patrimonio materiale e immateriale;

- garantire la continuità da parte degli ecosistemi nella fornitura di servizi

alle comunità;

• richiedono alle agenzie intergovernative e i segretariati responsabili per i programmi delle Nazioni Unite, le convenzioni internazionali e le orga-nizzazioni non governative di:- rafforzare la consapevolezza globale sulla necessità di salvaguardare

e migliorare i paesaggi come elemento integrante dei processi

di sviluppo sostenibile;

- condividere le informazioni e rendere disponibili le competenze;

- stabilire partenariati efficaci;

• richiedono a questi organismi insieme ai Centri UNESCO e cattedre concernenti, di creare un Gruppo di Lavoro per favorire il coordinamento tra gli strumenti internazionali e programmi esistenti per promuovere politiche internazionali, nazionali e locali mirate al coordinamento della salvaguardia e il miglioramento dei paesaggi;• richiedono sostegno a iniziative immediate dei governi nazionali e locali per la protezione dei paesaggi comprendendo programmi di consapevo-lezza ed educativi e l’utilizzazione delle conoscenze tradizionali;• richiedono la realizzazione di un Forum internazionale nel 2013 per la salvaguardia dei paesaggi come strumento di sviluppo sostenibile, allo scopo di avanzare proposte per la riflessione sull’Agenda Internazionale per lo Sviluppo post-2015 e l’avvio del processo di creazione di rilevanti meccanismi internazionali.

Dichiarazione di Firenze sul paesaggio, 21 settembre 2012

Dichiarazione finale del Convegno internazionale UNESCO sul tema “La protezione internazionale dei paesaggi” tenutosi a Firenze il 19-21 settembre 2012 in occasione del 40° anniversario della Convenzione del Patrimonio Mondiale

I partecipanti al convegno, incluso

oltre 30 esperti di ogni paese e i

rappresentanti delle Agenzie delle

Nazioni Unite (UNESCO, FAO, UNCCD,

UNEP) organismi internazionali inter-

governativi, centri e associazioni

(ICCROM, EUI, UNU, ICOMOS, IFLA,

ICQHS, ITKI, IPSI, EHP), insieme con

organizzazioni nazionali e non gover-

native, università e amministratori

locali:

• ringraziando gli organizzatori

per aver convocato un convegno Le colline dell’Emilia Romagna.

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e formiamo noi stessi, realizzando quel patrimonio condiviso di identità

collettiva che chiamiamo comunità. In questo processo si costruisce il pae-

saggio che è al tempo stesso causa e conseguenza della realizzazione delle

società umane. Queste rappresentano e affermano se stesse attraverso la

sua percezione, la sua interpretazione e il suo valore. Così, nel paesaggio,

ambiente e cultura formano un tutto inscindibile. A causa della varietà delle

culture, non è possibile dare una definizione fissa e univoca del paesaggio.

Possiamo definirlo solo come una relazione: l’interazione operativa (culturale,

sociale e produttiva) tra i popoli e loro ambienti. Questa relazione si esprime

in forme diverse, nella varietà di culture e ambienti. Fino a quando persiste,

gli ecosistemi sono salvaguardati.

La nuova visione del paesaggio: dal monumento alle gentiLa tabella mostra l’evoluzione della Convenzione del Patrimonio Mondiale

dell’UNESCO verso la nuova visione del paesaggio:

Un approccio dinamico, evolutivo, adattativo e multiculturaleIl paesaggio introduce nel dibattito

sul patrimonio il tema del multicul-

turalismo e della diversità, i concetti

di evoluzione e di cambiamento e

nella strategia di conservazione il

concetto di gestione.

La Terra tutta è in continua metamor-

fosi: i fiumi incessantemente scolpi-

scono i pendii, incidono gli alvei e

riempiono le pianure. Le montagne,

a loro volta continuano a emergere,

offrendo nuovi strati, prima sepolti,

alle forze di erosione.

L’azione umana dirige, favorisce o

ostacola queste tendenze. Diffonde

o distrugge specie vegetali e animali,

contribuisce alla creazione di humus

o promuove la desertificazione.

Ma ogni azione, ogni creazione è

soggetta al processo fisico di entro-

pia ed esiste in uno stato di fragile e

dinamico equilibrio. Anche i monu-

menti, le loro strutture e materiali,

sono sottoposti a sollecitazioni dina-

miche: si espandono e si contraggono

con i cambiamenti di temperatura,

assorbono ed espellono l’umidità,

cambiano con il respiro dei venti,

l’alternarsi del giorno e della notte e

il variare delle stagioni. Ma è con il

paesaggio, per la sua condizione di

continua trasformazione stagionale,

Pietro Laureano, architetto,

esperto dell’UNESCO per le zone

aride, ideatore dell’ITKI UNESCO

e organizzatore del Convegno

internazionale UNESCO dal

titolo“The International Protection

of Landscapes”, nonché membro

del Comitato Scientifico di

Energeo, ci aiuta a capire quali

saranno le nuove tappe di questa

nuova avventura destinata

a cambiare la storia della

definizione del paesaggio e della

sua tutela, attraverso una nuova

Convenzione Internazionale

delle Nazioni Unite.

Il concetto di patrimonio culturale è una categoria in continua evoluzione

storica, soggetta alla revisione costante nel tempo. In quarant’anni dalla

convenzione del World Heritage, l’UNESCO ha compiuto una continua

riflessione concettuale e una quantità enorme di esperienze che hanno

coinvolto scienziati ed esperti di tutto il mondo. Dal considerare il patrimonio

come un’opera d’arte indipendente dal suo contesto, un risultato originale

di ingegno individuale, si è passati alla visione del monumento come un

risultato architettonico corale. Ancora nel XIX secolo i monumenti erano

isolati distruggendo l’ambiente circostante: si demolivano le mura della città

e si lasciavano solo le porte, si aprivano i punti di vista intorno a chiese,

palazzi nobiliari distruggendo la trama delle case popolari che erano intorno.

E’ ormai accettato da tutti che un monumento fa parte di un tessuto edilizio

e che senza di esso è mutilato. Così siamo giunti a considerare le città sto-

riche nella loro interezza e, in seguito, ad estendere il nostro interesse per

il territorio nel suo complesso fino al concetto di paesaggio.

La conoscenza e le risorse naturali sono intrinsecamente collegate in un

continuo processo storico di costruzione dell’ambiente. La natura, infatti,

diventa una risorsa grazie alla conoscenza. Noi stessi siamo parte della

natura, e accumulando e trasmettendo la conoscenza modelliamo la natura

I governi nazionali e locali dovranno sostenere le iniziative per la protezione del paesaggio

Il paesaggio, una relazione tra le genti e l’ambiente

I mille volti del paesaggio.

• Universalismo

• Definizione fissa

• Separazione tra natura e cultura

• Lista di eccellenza

• Valore eccezionale

• Tangibilità

• Staticità

• Monumento

• Approccio museografico

• Conservazione

• Autenticità

• Patrimonio

• Multiculturalismo and diversità

• Definizione adattata localmente

ed evolutiva

• Integrazione tra natura e cultura

• Tutti i paesaggi

• Vita di ogni giorno

• Tangibilità ad intangibilità

• Dinamismo

• Ecosistema

• Approccio sociale, evolutivo

e produttivo

• Prevenzione, gestione

e preservazione

attraverso il cambiamento

• Perpetuazione della conoscenza

attraverso le Conoscenza Tradizionali

• Beni comuni e genti

Convenzione del Patrimonio dell’Umanità

La nuova visione del paesaggio

Nellavigna,ierieoggi.

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sperato e protetto i loro ecosistemi. La creazione e la perpetuazione del

paesaggio nella sua dinamica evolutiva è realizzata grazie alla complessità

millenaria di conoscenze e tecniche che denominiamo sapere tradizionale.

Fino alla rivoluzione industriale, la modifica dell’ambiente avviene attraverso

conoscenza e tecniche che sono il risultato di una lunga esperienza collettiva.

Questa conoscenza è prodotta da persone e trasmessa alle persone da parte

di attori riconoscibili e competenti. È sistemica (intersettoriale e olistica),

sperimentale (empirica e pratica), tramandata di generazione in generazione

e ha un valore culturale. Questo tipo di conoscenza promuove la diversità,

valorizza e riproduce le risorse locali. Ogni tecnica non è un espediente per

risolvere un singolo problema, ma è un elaborato sistema, spesso multifun-

zionale, basato sulla un’attenta gestione delle risorse locali. Fa parte di un

approccio integrato (società, cultura ed economia), che è strettamente legato

a un’idea e una percezione del mondo che si materializza nel proprio pae-

saggio e che diventa un microcosmo concreto frutto di una cosmo visione.

Pertanto, la tecnica tradizionale è parte integrante di un insieme di collega-

menti e relazioni fortemente integrati e sorretti da un sistema simbolico e

di significati. Le conoscenze tradizionali sono prodotte e trasmesse all’interno

di una struttura culturale socialmente condivisa: costituiscono il sistema

della scienza e della conoscenza storica locale. Concepire le conoscenze

tradizionali come più di un semplice insieme di tecniche significa considerarle

nel quadro delle condizioni ambientali, produttive e culturali della società.

Queste mantengono un rapporto con la natura per mezzo di una serie di

modi di utilizzare le risorse che rappresentano la loro dimensione tecnologica

e sono parte integrante del sistema culturale. Grazie a queste conoscenze,

le popolazioni sono in grado di ottenere un numero crescente di risorse

senza esaurirle. I vantaggi aumentano, garantendo così migliori condizioni

di vita che possono portare a ulteriori modifiche positive.

Le comunità che vivono in armonia con le risorse possono durare per periodi

di tempo molto lunghi.

Perdita del paesaggio e collasso degli ecosistemiModernizzazione spinta, tecnologia

invasiva, iper-produttività e industria-

lizzazione dell’agricoltura determi-

nano la crisi del modello tradizionale.

A causa della povertà, perdita di

identità e migrazioni, culture tradi-

zionali stanno scomparendo con il

loro secolare patrimonio di cono-

scenze adeguate. La rottura della

relazione umanità-natura, determina

la scomparsa dei miti, delle narrazioni

e della conoscenza dei luoghi. L’idea

di paesaggio scompare, insieme con

la comunità che la ha generata, e

l’ecosistema collassa. Oggi per la

prima volta nella storia del pianeta, i

cambiamenti climatici si verificano a

causa dell’azione umana e in pre-

senza di fattori che rendono il riscal-

damento globale, con la creazione di

condizioni meteorologiche estreme,

un agente della catastrofe.

Crisi ambientali su larga scala, cau-

sate da eventi meteorologici estremi

e dall’innalzamento del livello dei

mari, avranno un impatto enorme

sociale e produttiva, che le necessità

del cambiamento permeano con più

forza le tematiche e le strategie del

patrimonio culturale. I popoli hanno

avuto a che fare con l’imprevedibilità

dell’ambiente e la variabilità del clima

fin dagli albori del genere umano.

Queste condizioni hanno forgiato

conoscenze localmente adattate in

grado di rispondere alle avversità con

tecniche appropriate per la raccolta

e la distribuzione dell’acqua, la pro-

tezione del suolo, il riciclaggio e l’uso

ottimale dell’energia. In passato le

condizioni di penuria e la variabilità

climatica hanno imposto una pro-

fonda conoscenza nella gestione

delle risorse e l’invenzione di tecno-

logie a basso costo e processi che

non erano distruttivi.

In climi e ambienti diversi, culture

incredibilmente tenaci sono state in

grado di utilizzare i materiali disponi-

bili a livello locale e le risorse rinno-

vabili. Hanno usato l’energia solare

e gli altri processi della natura: isola-

mento termico per la protezione dal

freddo e dal caldo; idrodinamica per

la raccolta e la distribuzione dell’ac-

qua, la conoscenza biologica per la

creazione di humus e di terreno col-

tivabile. Sono riuscite a controllare

la forza dei venti, ad usare la legge

di gravità e a sfruttare i minimi fattori

di umidità per innescare processi

interattivi autocatalitici per amplificare

fenomeni positivi. In questo modo

sono creati i paesaggi.

Perpetuazione dei paesaggi attraverso le conoscenze tradizionaliLe società che hanno promosso l’ar-

monia con l’ambiente attraverso una

concezione simbolica, narrativa e

giuridica del paesaggio hanno pro- TuaregdegliHoggargrandinomadidelSahara,Algeria. TerrazzamentiCinqueTerre-ManarolaRiomaggiore.

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meteorologici e, quindi, esporlo al disastro. È chiaro che la situazione è

dovuta alla cementificazione dei letti dei fiumi, alla costruzione in zone allu-

vionali, all’esodo dalle zone di montagna, all’abbandono delle tecniche tra-

dizionali di gestione dei boschi e di conservazione del suolo, alla creazione

di grandi dighe e all’emigrazione delle comunità.

La crisi globale è determinata dal modello di sviluppo che distrugge l’ambiente

e le competenze necessarie per la gestione e determina il cambiamento

climatico e il collasso degli ecosistemi. Jean Paul Trichet, Presidente uscente

della Banca centrale europea, ha ammesso che la crisi non è finanziaria ma

sistemica. La crescita economica è basata sulla rivendicazione della moder-

nità che le risorse naturali possono essere sfruttate come se fossero ine-

sauribili. In tutto il mondo, negli ultimi anni, l’equilibrio tra le risorse

ambientali disponibili fino alla fine dell’anno e delle risorse consumate è già

andato in deficit nel mese di settembre (Global Footprint Network).

In altre parole, tutte le risorse che la terra mette a disposizione per un anno

sono state consumate in soli nove mesi.

Nei restanti tre mesi, quindi, si attinge a capitale ambientale non rinnovabile

e si crea un deficit che non può essere ripagato: una insolvibilità verso la

natura. La crisi economica è la prova del fallimento di un sistema che è in

debito con l’intero pianeta.

Conoscenze tradizionali per affrontare la crisi globaleNon si può risolvere la crisi globale, che è economica, climatica e ambientale,

applicando i metodi che l’hanno provocata: tecnocrazia, spreco di risorse,

approccio indifferenziato per tutti i paesi, soluzioni top-down. Per affrontare

la crisi globale, è necessario un nuovo paradigma e studiosi, ricercatori,

organismi internazionali, operatori locali e associazioni hanno elaborato varie

strategie: lo sviluppo sostenibile, la green economy, una terza rivoluzione

industriale sulla base di fonti di energia alternative, emissioni zero, km zero;

la slow-economy, decrescita, design per la povertà, teorie di gestione armo-

nica degli ecosistemi.

Sono tutte proposizioni di grande attualità. In ogni caso ciò che va tenuto

presente è che lo sforzo per il cambiamento deve coinvolgere, in primo

luogo la conoscenza, e che le risposte non devono essere univoche e uguali

a livello internazionale, ma devono essere adattate ciascuna ai luoghi spe-

cifici e da questi avere origine grazie al patrimonio materiale e immateriale

della diversità culturale e delle situazioni locali.

I cambiamenti climatici, il collasso degli ecosistemi, i cataclismi, la fine della

civiltà sono condizioni che l’umanità ha dovuto affrontare numerose volte.

La sopravvivenza è stata assicurata dalla conservazione del sistema di cono-

scenze tradizionali.

Questo racchiude la saggezza dei luoghi e delle comunità, le antiche cono-

scenze dell’umanità, lo strato più profondo su cui la scienza moderna e la

cultura si sono sviluppate, le soluzioni locali che hanno permesso la creazione

e la gestione dei paesaggi sulla intera superficie del pianeta.

Esso permette lo sviluppo di soluzioni con un basso utilizzo di energia e di

risorse che sono in grado di adattarsi alla variabilità ambientale e di reagire

alle emergenze e catastrofi in modo flessibile e multifunzionale.

Oggi, mentre l’intero pianeta rischia il collasso ecologico, la conoscenza

tradizionale (vedi servizio a pag. 38)

mostra come interagire con l’am-

biente migliorando la sue risorse

senza esaurirle.

Essa utilizza qualità e tecniche, dif-

fuse su scala territoriale, che hanno

origine dall’impiego di materiali e

oggetti della vita quotidiana.

Si compone di elementi fragili che

sono soggetti all’attacco delle tra-

sformazioni di oggi.

Costituisce un valore apparente-

mente marginale nel pensiero domi-

nante ma è ancora il mezzo di

sussistenza per due terzi dell’umanità

e una riserva ingegnosa di soluzioni

e dispositivi per la produzione di

energia, risorse, riciclaggio per tenere

sotto controllo il microclima e per la

gestione del suolo.

“Documento introduttivo di Pietro Laureano per il convegno

The Internazional Protection of Landscapes”.

sulle aree extra-urbane e urbane già

rese esauste da un consumo iper-

trofico di risorse. La produzione si

basa sulla concentrazione della popo-

lazione in pianura e nelle zone

costiere, con l’abbandono delle aree

collinari e montane. I sistemi di mon-

tagna, non più protetti dalla intera-

zione umana, hanno perso la loro

capacità di assorbire acqua e di miti-

gare il clima. Frane, dilavamento e

inondazioni sono sempre più fre-

quenti, con effetti particolarmente

gravi sulle pianure e le coste, dove i

corsi d’acqua sono stati cementati,

contribuendo (insieme con l’urbaniz-

zazione), al consumo di suolo.

Non è consentito attribuire la respon-

sabilità di questi eventi a fenomeni

meteorologici imprevedibili.

Minacce, rischi e disastriPiogge torrenziali, trombe d’aria,

inondazioni improvvise, frane, disse-

sti idrogeologici e crisi idriche sono

stati a lungo annunciati da tutti gli

esperti e dalle Nazioni Unite.

L’aumento progressivo della tempe-

ratura media del pianeta a causa

dell’effetto serra, dovuto alle emis-

sioni di combustibili fossili di epoca

industriale, è un dato di fatto ormai

stabilito e comprovato da studi regio-

nali. Quando la temperatura sale,

aumenta l’energia in circolazione,

l’evaporazione, e il movimento di

masse d’aria che possono portare a

violente tempeste con forti piogge

e inondazioni lampo in inverno e

siccità e ondate di calore estremo in

estate. Questi eventi sono innestati

su una situazione di degrado del

suolo, abbandono dell’agricoltura

tradizionale, occupazione dello spazio

e creazione di grandi infrastrutture

che rendono l’ambiente non più in

grado di controbilanciare i fenomeni MarthaC.Fajardo,ex-presidenteIFLA. Jean-LouisLuxen,EuromedHeritageProgramme.

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È l’unico italiano, noto per la

sua competenza ed esperienza

internazionale, entrato a far parte

del team del direttore

generale dell’UNESCO,

Irina Bokova. Il responsabile

della Cultura UNESCO a Firenze

è apparso molto determinato a

portare a conclusione l’ultimo suo

progetto: una nuova Convenzione

Internazionale sul Paesaggio.

Sono venuti da tutto il mondo per ascoltarlo e per lanciare insieme la

sfida. Il direttore UNESCO Francesco Bandarin, nella sua relazione

conclusiva al Convegno di Firenze ha detto che questo è stato un

passo chiave nella strategia di protezione del paesaggio.

“Ora si comincia a fare sul serio” - ha dichiarato ai rappresentanti dell’IFLA

che più premevano per una dichiarazione ufficiale in favore di una nuova

Convenzione. Desireè Martinez, Presidente dell’Organizzazione non Gover-

nativa, che ha nella mission come priorità l’uso di alta tecnologia, computer,

banche dati per la gestione, l’intensificazione del programma per lo sviluppo

del Terzo Mondo, l’istruzione e la formazione, la conservazione e la conser-

vazione, controllo bibliografico, soltanto allora si è rasserenata.

Grazie al coinvolgimento dell’UNESCO è stato tracciato un percorso preciso

richiedendo la messa in atto di meccanismi formali previsti nel sistema delle

Nazioni Unite. Innanzitutto la dichiarazione di Firenze a cui deve fare seguito

la costituzione del Gruppo di Lavoro e nel 2013 la convocazione di un Forum

Internazionale. Qui cominceremo a contare gli Stati che aderiscono e veri-

ficare le possibilità concrete di un’azione coordinata.

Le Comunità le istituzioni, gli Organismi, gli Osservatori e le associazioni

interessate al paesaggio hanno un ruolo fondamentale nel partecipare ai

lavori messi in atto e promuoverne le azioni per realizzare una Convenzione

che sia partecipata e l’espressione di interessi che partano dall’identità delle

popolazioni e inneschino un processo dal basso verso l’alto.

Come è chiaramente emerso nel convegno e indicato nella Dichiarazione

non ci occupiamo di paesaggio per motivi estetici ma poiché il mantenimento

di questo rapporto identitario tra i popoli e l’ambiente è una garanzia per

affrontare le sfide globali, fronteggiare i rischi e le catastrofi, operare per la

sicurezza alimentare e mitigare gli effetti del cambiamento climatico.

Oltre agli Amministratori e agli esperti hanno partecipato al convegno i rap-

presentanti delle Agenzie delle Nazioni Unite UNESCO, FAO, UNCCD, UNEP

e numerosi organismi internazionali e inter- governativi insieme a centri e

associazioni come ICCROM, EUI, UNU, ICOMOS, IFLA, ICQHS, ITKI, IPSI,

EHP. Altre Agenzie si vanno aggiungendo a seguito delle azioni intraprese

come l’UICN la CBD e ICCUN.

I prossimi passi sono una riunione alla FAO che potrebbe prendere in mano

il processo di creazione di un piattaforma inter agenzie per la creazione del

Gruppo di Lavoro e la convocazione

del Forum Mondiale sul Paesaggio.

Non è stato facile nemmeno per il

direttore Francesco Bandarin mettere

a regime l’apparato che dovrà affron-

tare la nuova sfida.

Eppure era cominciata male la sua

trasferta a Firenze. Un violento tem-

porale ha costretto l’aereo di linea

su cui viaggiava, proveniente da

Parigi, ad atterrare all’aeroporto inter-

nazionale Galileo Galilei di Pisa, poi

una corsa fino a via dei Cerretani, in

pieno centro del capoluogo Toscano,

giungendo in tempo all’Auditorium

al Duomo, prima del termine della

Cerimonia Ufficiale. Con passo deciso

è salito sul palco ed ha salutato in

pubblico plaudente, senza mostrare

particolare stanchezza, prima della

full immersion dei lavori che sono

proseguiti per tre giorni, tra riunioni,

dibattiti, interviste.

Un sorriso per tutti, tanti si sono fatti

fotografare insieme, come dei buoni

amici, in particolare gli ospiti stranieri,

sempre con un sorriso. Ma chi è

Francesco Bandarin?

Un veneziano ai vertici dell’UNESCOVeneziano, ha 60 anni. Dal 15 novembre del 2009 fa parte del team del

direttore generale dell’UNESCO, Irina Bokova, con l’incarico di vice direttore

generale alla Cultura. Il professor Bandarin per mestiere protegge i luoghi

più belli del pianeta e tutela il paesaggio e l’ambiente e, all’occorrenza non

esita a bacchettare i sindaci, come ha fatto con Luigi De Magistris, lamen-

tando lo stato deplorevole in cui versa il centro storico di Napoli.

Spesso ha fatto sentire la sua voce, contro gli enormi cartelli pubblicitari che

deturpano i monumenti italiani, così come ha detto “basta” alle imbarcazioni

di grandi dimensioni che percorrono la laguna di Venezia (sua città natale e

Patrimonio dell’Umanità). Si è espresso anche contro il degrado dei monu-

menti che, in molte zone del Sud Europa, appare sempre più grave ed ha

ripetutamente denunciato il gravissimo stato di abbandono di Pompei.

È apparso molto determinato, insieme agli archeologi libici, a scovare il tesoro

di Bengasi. Nei mesi scorsi Francesco Bandarin ha lanciato un appello, per

non ripetere in Emilia l’esperienza dell’ Abruzzo, indicando il cambio di rotta

dell’UNESCO, con una risposta adattiva e partecipata ai rischi e alle catastrofi.

L’UNESCO, infatti, ha proposto, attraverso l’International traditional knowledge

institute (Itki), il “Patto per le popolazioni colpite dal sisma”.

Un protocollo che punta a dare “una risposta rapida, di qualità e partecipata

all’emergenza”, individuando “modalità” innovative di tutela del territorio

“cosi” da “dare nel mondo un’immagine un po’ diversa di un Paese che

mostra non pochi problemi”.

L’obiettivo è evitare, ad esempio, che la ricostruzione porti ad un eccessivo

consumo di territorio o vi introduca tipologie architettoniche estranee, pri-

vilegiando il recupero dell’esistente e salvaguardando gli assetti urbani.

Bandarin non è nuovo a cariche di alto livello: aveva già ricoperto l’incarico

di Direttore del Centro del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO dal 2000.

Il professore veneziano dal novembre 2009 è ai vertici dell’Organizzazione delle Nazioni Unite

UNESCO, Francesco Bandarin,l’uomo delle grandi sfide

IlviceDirettoreGeneraleUNESCOFrancescoBandarin. IlprofessorBandarin,chepermestiereproteggeiluoghipiùbellidelpianetaetutelailpaesaggioel’ambiente,intervistatodall’inviatodellaTGRWalterDaviddi.

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Ci hanno riflettuto a lungo, hanno valutato, soppesato, senza conce-

dersi pause neanche di fronte al ricco Tradizional Lunch di prodotti

tipici del Trentino. Per non perdere ulteriore tempo gli esperti inter-

nazionali chiamati a svolgere il compito di stilare la “Dichiarazione finale del

Convegno Internazionale UNESCO” sul tema: “La protezione internazionale

dei paesaggi”, una pausa se la sono presa comunque, ma a una condizione:

non si sarebbe perso tempo per la discussione anche di fronte ad un pranzo

frugale. C’è stato un piccolo “fuori programma” puntualmente registrato da

Energeo. Tra il vociare dei numerosi ospiti, è stata imbandita per iniziativa

del volenteroso maitre, in fretta e furia, una tavola improvvisata dietro un

paravento sistemato in un angolo della sala ristoro dell’Auditorium, dove si

sono accomodati i commensali che si sono accontentati soltanto di piccoli

assaggi e di una sorsata di vino rosso, lontano da occhi indiscreti.

I volti erano comunque tesi. Lo sguardo stanco. Erano passati soltanto due

giorni dall’inizio dei lavori, ma bisognava fare in fretta, restavano solo 24 ore,

termine ultimo per declamare la “Dichiarazione UNESCO di Firenze sul

Paesaggio”. Altrimenti si sarebbe paventato un possibile rinvio con lo scon-

forto di tanti venuti da molto lontano, con una fumata nera definitiva.

Come in un conclave il padrone di casa Pietro Laureano avverte il disagio di

un piccolo gruppo di delegati, alla fine riesce a convincere anche l’autorevole

esponente dell’UNESCO Francesco Bandarin che aveva manifestato in tarda

mattinata qualche dubbio, creando

ulteriore suspense. Alla fine Banda-

rin ha scelto: “andiamo avanti…!!”

Un sollievo per Laureano, che, riflet-

tendo dopo quell’esperienza colle-

giale molto faticosa ha detto: “non

ci sono dubbi, i tempi per esprimere

questi concetti, assolutamente nuovi,

sono maturi. Possiamo procedere...”.

L’emozione non è mancata al

momento della declamazione del

documento UNESCO, che dovrà

aprire un nuovo percorso verso una

nuova Convenzione UNESCO sul

Paesaggio. L’uditorio, ha calorosa-

mente manifestato fiducia nei dele-

gati internazionali, ci sono stati lunghi

applausi e si sono udite entusiastiche

ovazioni : “Bravi!”

L.L.

Dopo tre giorni di fuoco, alla fine tutti d’accordo, ma quanta fatica

Aveva appena portato a compimento

l’esperienza molto impegnativa di

responsabile dell’Ufficio Progetti

Speciali per l’Agenzia per il Giubileo,

concluso con un grandissimo suc-

cesso. In precedenza aveva lavorato

per istituzioni pubbliche e private nel

campo del patrimonio edilizio, della

conservazione del patrimonio cultu-

rale, del patrimonio ambientale e

degli eventi culturali, così come nel

campo del design urbano e architet-

tonico nei paesi in via di sviluppo.

A Venezia ha compiuto la sua carriera

studentesca e universitaria: studente

del Foscarini e poi laureato in Archi-

tettura allo Iuav, ha ottenuto un

secondo diploma a Berkley in Piani-

ficazione Urbanistica e si è occupato

per anni di urbanistica nei Paesi del

Terzo Mondo, di cui è profondo cono-

scitore e per i quali ha studiato solu-

zioni urbanistiche nei centri storici e

nelle periferie lavorando con la Coo-

perazione italiana in molti paesi dell’A-

frica, dall’Angola, all’Algeria, al

Mozambico. Docente allo Iuav, attual-

mente in aspettativa, Bandarin ha

svolto nella sua carriera importanti

consulenze; tra queste, per il Con-

sorzio Venezia Nuova.

Vive da cinque anni a Parigi nel quar-

tiere Saint-Thomas d’Aquin, ma ha

casa a Venezia, città che ama pro-

fondamente, dove torna in ogni pos-

sibile occasione.

In qualità di Direttore del Centro del

Patrimonio Mondiale, Bandarin ha

favorito lo sviluppo di un vasta rete

di collaborazioni tra pubblico e privato

per la conservazione del Patrimonio

Mondiale, nonché lo sviluppo di centri

di categoria II a livello regionale, in

ogni parte del mondo. Il prossimo

Centro UNESCO (Categoria II) toc-

cherà a Firenze?

A dieci anni dalla Convenzione UNESCO per la salvaguardia del Patrimonio intangibile, complessa per la sua

dimensione e per i problemi legati alla sua protezione, qualcosa con la recente Dichiarazione UNESCO di Firenze

sul Paesaggio potrebbe cambiare ad esclusivo vantaggio del territorio. Lo sanno bene anche i sindaci virtuosi.

La riunione che avrebbe dovuto svolgersi lontana da occhi indiscreti.

IN UN MONDO CHE CAMBIA, LA NUOVA SFIDA DI ENERGEOEnergeo si propone di raccontare, attraverso il Premio Eco and the City Giovanni Spadolini, ideato dal nostro giornale e promosso della Fondazione Spadolini Nuova Antologia che si avvale dell’Alto Patronato Permanente del Capo dello Stato, l’Italia delle buone pratiche, i progetti volti alla valoriz-zazione dei patrimoni e dei beni culturali, alle associazioni o cittadini che hanno avuto un ruolo di primo piano nelle azioni di difesa del paesaggio e nei progetti di riqualificazione dei territori agricoli. Energeo è stato scelto dall’ITKI UNESCO per divulgare tutte le fasi che rappresenteranno le tappe di avvicinamento della nuova Convenzione UNESCO sul Paesaggio e della diffusione della Banca Mondiale delle Conoscenze Tradizionali, iniziativa sostenuta dal Principe di Galles, S.A.R. Carlo d’Inghilterra, ambasciatore ufficiale. Due progetti che l’UNESCO vuole divulgare in tutto il mondo.

Periodico per la promozione dell’attività dell’Istituto Internazionale Conoscenze Tradizionali - ITKI UNESCO, Banca Mondiale

sulle Conoscenze Tradizionali - TKWB, Premio Eco and the City Giovanni Spadolini, Distretti Energetici e Ambientali,

Poli di ricerca, Rete delle Reti Angelo Vassallo, Osservatorio Europeo del paesaggio di Arco Latino.

30

Indicando chiaramente nome e indirizzo del versante, nonché la causale del versamento. L’abbonamento decorre dal ricevimento del pagamento. I numeri arretrati (8 Euro a fascicolo, 36 Euro ad annata, spese di spedizione comprese) sono acquistabili se disponibili con le stesse modalità di pagamento. I reclami per numeri non ricevuti vanno inoltrati ad Edipress Communications entro e non oltre 2 mesi dalla data di uscita del fascicolo non pervenuto.

Corso Re Umberto, 82 - 10128 TorinoTel. (+39) 011.588.34.28 - mobile 335.60.60.490 - [email protected] - www.edipress.net

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Energeo Magazine: un giornale dalla parte del territorio

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Pietro Laureano, confrontandosi

con i vertici del mondo che

promuovono le Convenzioni

Universali, vede concretizzarsi

una sua idea e riceve consensi

da più parti, lettere di

congratulazioni, suggerimenti,

sostegno. Ora ha ottenuto anche

il sostegno del primogenito

della Regina Elisabetta, Principe

Carlo, per promuovere la Banca

Mondiale delle Conoscenze

Tradizionali. La sfida riguarda

una nuova Convenzione

Internazionale sul Paesaggio.

Il sistema delle Nazioni Unite, che si configura intorno al nucleo centrale

costituito dall’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU), è articolato in

una decina d’istituzioni intergovernative, ognuna delle quali si dedica

ad un settore determinato dell’economia, della società e della cultura.

Ma, forse meglio ancora che nel loro fine, è nella loro maniera di raggiungere

questo fine che si afferra meglio come tali istituzioni armonizzino con il senso

dell’evoluzione generale della nostra civiltà. Esse effettivamente si propon-

gono di considerare i problemi di cui si occupano da un punto di vista uni-

versale e cercano di dare le soluzioni precise che essi richiedono, tenendo

conto dell’organizzazione dell’ umanità nel suo insieme. L’UNESCO - Orga-

nizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura - è

una di queste istituzioni specializzate. La sua creazione è avvenuta il 4

novembre 1946, a Parigi, dopo che una ventina di Stati avevano accettato

l’Atto costitutivo, redatto un anno prima a Londra, durante una conferenza

organizzata per invito dei Governi della Gran Bretagna e della Francia, cui

avevano partecipato i rappresentanti di 44 Paesi. Sembra semplice ma i

promotori della Dichiarazione internazionale sul Paesaggio di Firenze che fa

da preludio alla nuova Convenzione Internazionale sul Paesaggio, dovranno

interagire con quasi tutte le istituzioni intergovernative per raggiungere

l’ambizioso obiettivo. Nella fase attuale non si può capire se sarà l’UNESCO

a fare da apripista. Ci chiarisce le idee Pietro Laureano, il professionista che,

organizzando l’evento di Firenze, lo scorso settembre, ha fornito un’autentica

dimostrazione di capacità di tessere relazioni. “Non sarà proprio una pas-

seggiata, ma con l’impegno di tutti ce la faremo. Abbiamo sotto gli occhi le

recenti esperienze che hanno fatto i promotori della Convezione contro la

desertificazione e della Convenzione sulla Diversità Biologiche” - confida

Pietro Laureano, profondamente soddisfatto per questo suo progetto che

l’ha portato a confrontarsi con i vertici del mondo che promuovono le Con-

venzioni Universali, ricevendo consensi da più parti, lettere di congratulazioni,

suggerimenti, sostegno. Nel 1952, vennero avviate queste complicate

procedure dall’ONU, la prima sul diritto d’autore firmata a Ginevra il 6 set-

tembre, l’ultima che riguarda la qualità concernente l’alta specializzazione in

Europa, declamata a Lisbona l’11 aprile del 1997. Le più note sono quelle

che riguardano la lotta alla desertificazione, la tutela della diversità biologica

(o biodiversità), la Convenzione delle Alpi, la convenzione di salvaguardia del

patrimonio immateriale (emessa a Parigi nel 2003).

Tutte mirano, attraverso i protocolli

attuativi che comprendono principi,

norme, azioni, alla conservazione

degli ecosistemi, ed allo sviluppo

sostenibile nel suo complesso. Sono

state adottate quelle sui diritti

dell’uomo e sui Diritti Umani e sui

servizi agli studenti disabili, ed altre

ancora. In totale sono trenta, una

ogni due anni. La sede negoziale

dove la Comunità internazionale ela-

bora le nuove politiche di sviluppo è

l’ONU (Assemblea Generale,

ECOSOC /Commissione per lo Svi-

luppo Sostenibile).

L’Assemblea Generale delle Nazioni

Unite, nel settembre 2000 ha appro-

vato gli otto Obiettivi del Millennio,

probabilmente il più grande impegno

collettivo mai sottoscritto dalla comu-

nità internazionale a perseguire una

serie ben definita e verificabile di

scopi in un tempo preciso. Tra questi

figura in modo preminente la soste-

nibilità ambientale, che comprende

a sua volta l’integrazione dei principi

dello sviluppo sostenibile nelle poli-

tiche e nei programmi di governo dei

vari Paesi e l’inversione del trend

attuale di depauperamento delle

risorse. Ci saranno tra gli obiettivi

anche i contenuti della Dichiarazione

di Firenze? Lo vedremo. Pietro Laureano è appena ritornato da una missione,

sempre per conto dell’UNESCO, nel regno del Bahrain, snocciola dati e

progetti, sapendo di avere un’agenda già ricca di appuntamenti, già fissati

anche per il 2013. È un uomo del sud Pietro Laureano, nato a Tricarico, nelle

nobili terre della Lucania, abitata da un antico popolo Italico che gestiva gli

scambi tra le colonie della Magna Grecia. Si deve a lui se i Sassi di Matera,

il Parco del Cilento e del Vallo di Diano con i Siti archeologici di Paestum e

Velia e la Certosa di Padula sono stati riconosciuti Patrimonio dell’Umanità.

Ed è stato anche tra i promotori della iscrizione della Dieta mediterranea,

nata a Pioppi, frazione di Pollica nel Cilento, dagli studi del Dott. Ancel Keys

isc nella lista del patrimonio immateriale. È autore del progetto UNESCO

per la campagna di salvaguardia di Shibam e del progetto di restauro dell’o-

asi di Ighzer in Algeria. Architetto urbanista, ha insegnato presso le Facoltà

di Architettura di Firenze, Algeri e Bari. È consulente UNESCO esperto delle

zone aride, della civiltà islamica e degli ecosistemi in pericolo. Svolge la sua

attività nell’ambito dell’analisi, della pianificazione e della progettazione

urbanistica con specifico riferimento alle problematiche relative all’organiz-

zazione e gestione del territorio e al restauro architettonico per il recupero

dei beni culturali e ambientali. In particolare le sue ricerche e l’impegno

professionale hanno riguardato la lettura di sistemi territoriali in Italia e all’e-

stero per la proposizione di strategie di valorizzazione e amministrazione

urbanistica volte alla salvaguardia di insediamenti storici, archeologici e ambiti

territoriali da assumere nel patrimonio culturale dell’umanità. Con i suoi studi

nelle oasi del deserto, condotti durante l’attività pluriennale di architetto

urbanista nel Sahara e di insegnamento presso la Facoltà di Architettura

dell’Università di Algeri, ha dimostrato come queste non siano eventi spon-

tanei e casuali, ma il risultato di un’ingegnosa organizzazione dello spazio e

delle risorse idriche. Se guardiamo ancora il curriculum, potremmo dilungarci

per ore. È certo che Pietro Laureano gode della stima e dell’amicizia del vice

direttore generale UNESCO Francesco Bandarin e che conosce tutti i mec-

canismi per portare avanti questi impegni, utilizzando contatti con gli orga-

nismi internazionali ben collaudati. Insomma, siamo in buone mani.

Un protagonista del nostro tempo

In prima linea a favore del territorio

IlvicesindacodiFirenzeDarioNardellainsiemeaHoshinoTsuji,LifeBeyondTourism.PietroLaureanoinsiemealviceDirettoregeneraleUNESCOFrancescoBandarin,SraElizabethNobregadeAraujoTsakirogloueMichaelCarrington,rispettivamentePresidenteeDirettoreGeneraledellaTheMariaNobregaFoundation,progettosostenutodalPrincipediGalles.

BeatriceGentilidiPolitecnica,chairpersondellaSezione:TowardsenhancedlandscapemanagementadprotectionAtNazionallevel.

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La sua attività lo ha portato ad acqui-

sire esperienza delle problematiche

urbane e spaziali dei paesi del bacino

mediterraneo (Africa sahariana e

Sahel compresi) e del Medioriente.

Di sicuro è il tassello decisivo di

questa operazione promossa dall’U-

NESCO in occasione del 40° Anni-

versario della Worl Heritage List.

È riuscito a coinvolgere anche il pri-

mogenito della Regina Elisabetta

come ambasciatore della Banca

Mondiale delle Conoscenze Tradizio-

nali, un’autentica dimostrazione di

capacità di tessere relazioni impor-

tanti. Rapporti che probabilmente,

come ammette Pietro Laureano,

sono “serviti da palestra” per un

incarico che oggi si presenta parti-

colarmente gravoso.

Ma non demorde. Ci accompagna

verso l’uscita della sua casa di Bagno

a Ripoli, un magnifico affaccio su

Firenze: “devo pensare anche a rac-

cogliere le olive, le piante sono ben

cariche, pronte per essere portate

al frantoio”. Una coincidenza! Anche

questa antica attività sarà compresa

tra le Conoscenze Tradizionali della

Banca Mondiale. E’ un primo sogno

che si è avverato. Gli impegni non

mancano. Entro l’anno si dovrà met-

tere in moto il gruppo di lavoro per-

manente come passo successivo

alla Dichiarazione di Firenze.

L. L.

Per uno strumento internazionale di tutela del paesaggio, una reale oppor-

tunità risiede nel capitalizzare gli investimenti fatti in trattati ambientali con

similari finalità, ed innestarsi in meccanismi già creati e rodati quale protocollo

di attuazione di specifiche misure. Ciò permetterebbe di snellire i tempi ed

aumentare la sua efficacia rispetto ai costi. Ne sono esempio le concerta-

zioni in corso sulla convenzione sui suoli - altrettanto legittima, importante

ed urgente - che intravedono la possibilità in creare un protocollo operativo

nell’ambito della Convenzione sulla Desertificazione e la Siccità.

Una convenzione internazionale sulla gestione sostenibile del paesaggio

Secondo il corrente bilancio, la strut-

tura della UNCCD genera costi ricor-

renti di quasi 25 milioni di Euro

all’anno tra bilancio regolare, bilancio

straordinario e riunioni degli organi

statutari. Convocare una Conferenza

delle Parti della UNCCD, ad esempio,

costa approssimativamente 4,5

milioni di Euro. Difficile poter fare

una analisi costi/efficacia dei maggiori

trattati internazionali ambientali. Tali

strumenti - indipendentemente dalla

nobiltà della causa che difendono

quale la salvaguardia del patrimonio

culturale, ambientale e sociale -

vedono la loro utilità quando il pro-

blema che affrontano può essere

risolto unicamente tramite un’azione

concertata a livello internazionale.

E vedono espressa la loro efficacia

solo quando gli strumenti operativi

che li appoggiano sono sufficiente-

mente agili. Come bilanciare la neces-

sità di agire a livello concertato su

temi globali, con i costi ed i tempi

necessari a costutuire gli strumenti

e mettere in partatica adeguate stra-

tegie globali? L’attuale crisi finanzia-

ria delle maggiori economie mondiali

potrà mettere a tacere la lecita richie-

sta di attenzione e di azione delle

comunità locali che maggiormente

sentono il bisogno di strumenti di

tutela sovranazionali? In altri termini,

la scarsa disponibiltà di capitali potrà

far passare in seconda priorità la

conservazione, la tutela e la gestione

sostenibile di beni comuni quali il

paesaggio? Per uno strumento inter-

nazionale di tutela del paesaggio, una

reale opportunità risiede nel capita-

lizzare gli investimenti fatti in trattati

ambientali con similari finalità, ed

innestarsi in meccanismi già creati

e rodati quale protocollo di attuazione

di specifiche misure. Ciò permette-

rebbe di snellire i tempi ed aumen-

tare la sua efficacia rispetto ai costi.

Ne sono esempio le concertazioni in

corso sulla convenzione sui suoli -

altrettanto legittima, importante ed

urgente - che intravedono la possi-

Un trattato internazionale richiede investimenti notevoli, in termini

di tempi e di costi. La costituzione di una convenzione sotto l’egida

delle Nazioni Unite infatti comporta: una decisione dell’Assemblea

Generale delle Nazioni Unite; un negoziato internazionale per la preparazione

di un testo preliminare del trattato, condotta da un comitato internazionale

preposto; l’adozione del testo del trattato da parte del comitato; la ratifica-

zione del trattato da parte di un numero minimo di Paesi, per la sua entrata

in vigore; la costituzione di una struttura (segretariato) per organizzare i lavori

propedeutici alla riunione degli organi direttivi; e di strutture e servizi, incluso

un adeguato bilancio, necessari a garantirne la funzionalità. Una volta entrata

in vigore, una convenzione richiede: la convocazione periodica degli organi

direttivi, al fine di verificarne la corretta attuazione; la costituzione di strumenti

operativi, sia a livello nazionale (programmi nazionali per la difesa del patri-

monio paesaggistico) sia a livello internazionale (protocolli di attuazione); la

disponibilità di risorse e strumenti finanziari per garantire l’esecuzione delle

misure e degli interventi a livello nazionale, regionale e globale (fondi fidu-

ciari a livello globale, regionale e nazionale); la predisposizione di strumenti

di monitoraggio e controllo. Prendendo in esame il caso di un trattato globale

ambientale di medie dimensioni - la Convenzione delle Nazioni Unite per la

Lotta alla Desertificazione ed agli effetti della siccità (UNCCD) - si potrà

facilmente constatare quali investimenti siano stati necessari, in termini di

costi e di tempi, per costituire e assicurare la corretta attuazione di questo

strumento. La degradazione dei suoli era stata percepita come problema

ambientale e socioeconomico mondiale sin dal 1975. Dal momento della

decisione dell’Assemblea Generale (1992), sono occorsi due anni per l’ado-

zione di un trattato (1994) ed altrettanti per la sua entrata in vigore (1996).

Gli organi direttivi si sono riuniti a partire dal 1997, e solo nel 2008 è stata

adottata una strategia di azione (box 1).

bilità in creare un protocollo operativo nell’ambito della Convenzione sulla

Desertificazione e la Siccità.

I tempiLa prima Conferenza mondiale delle Nazioni Unite sulla desertificazione

(UNCOD) si è riunita a Nairobi nel 1975 ed ha lanciato un piano di azione che

- in quindici anni di attività - non ha fornito i risultati sperati.

In seguito alle raccomandazioni della Conferenza sull’Ambiente e lo Sviluppo

delle Nazioni Unite (UNCED), meglio nota come il Summit di Rio (1992),

l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite prese decisione di intraprendere

un negoziato internazionale per la stesura di una convenzione sulla lotta alla

desertificazione. Il comitato intergovernativo che è stato in tal modo costi-

tuito, si è riunito dieci volte dal 1993 al 1997, per la predisposizione e la

negoziazione di un testo base e dei suoi annessi regionali; nell’autunno del

1994, a Parigi, è stato adottato il testo finale delle convenzione, ed è stato

quindi aperto al processo di ratifica. Secondo il diritto internazionale, infatti,

un trattato multilaterale deve essere ratificato da un numero minimo di paesi

membri delle Nazioni Unite prima di entrare in vigore; per la Convenzione di

lotta alla Desertificazione, ciò è avvenuto nel dicembre 1996, ovvero quattro

anni dopo la decisione dell’Assemblea Generale.

Da quel momento in poi, sono iniziate le riunioni degli organi direttivi della

convenzione - dapprima annuali e successivamente biannuali.

Il principale organo direttivo, la Conferenza delle Parti si è riunita per la prima

volta a Roma nell’autunno del 1997; si è quindi riunita undici volte dal momento

dell’entrata in vigore della Convenzione.

Nel 2001 è stato costituito un organo sussidiario per il monitoraggio dell’im-

patto della convenzione, che ha registrato una correzione del suo mandato

nel 2001. Solo nel 2003 è stato consentito l’accesso dei paesi colpiti alle

risorse finanziarie del Fondo per l’Ambiente Globale (GEF), che sino a quel

momento non aveva fornito l’appoggio necessario per avviare le adegate

politiche di protezione del territorio e la mesa in opera dei piani nazionali di

lotta al degrado dei suoli. Nel 2008 è stata varata una strategia globale

decennale (2008-2018).

I costiIl bilancio preventivo della UNCCD per il biennio in corso (2012-2013), include

costi per un totale di 48,8 milioni di Euro tra bilancio regolare (personale della

struttura operativa), straordinario (attività della struttura operativa) e le riunioni

degli organi statutari della Convenzione. Riunire una Conferenza delle Parti

della UNCCD costa approssimativamente 4,5 milioni di Euro di servizi e

strutture, ad i quali vanno aggiunti i costi dei partecipanti (viaggio, trasporto

ed alloggio). I costi di gestione del trattato vengono suddivisi tra i paesi che

lo hanno ratificato (195 per la UNCCD) in ragione di quote corrispondenti alla

loro capacità di contribuzione.

Correntemene, il Governo italiano versa il circa il 5% del bilancio ordinario

e fornisce un contributo volontario suppletivo. L’italia è paese membro di

numerosi trattati internazionali in materia ambientale, molti dei quali in ambito

europeo o mediterraneo ed una decina di portata globale - tra i quali le tre

convenzioni post-Rio: cambi climatici, biodiversità e desertificazione.

*Massimo Candelori Convenzione delle Nazioni Unite per la Lotta alla Desertificazione (UNCCD).

APPROFONDIMENTO

MassimoCandeloriin un convegno internazionale.

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e del territorio. Promuovere l’educa-

zione alimentare e nutrizionale è una

sfida nei paesi in via di sviluppo e

sviluppati” - ha affermato Parvin

Koohafkan. Precisando che “mentre

circa 900 milioni di persone sono

sottonutrite in tutto il mondo, 2

miliardi in più soffre di qualche forma

di malnutrizione”.

Il direttore del Land and Water Divi-

sion ha ribadito “l’impegno della FAO

a lavorare con i suoi partner delle

Nazioni Unite e in particolare con

l’UNESCO in linea con le nuove indi-

cazioni sul paesaggio, nella lotta

contro la fame e la malnutrizione”.

“Quando si lavora insieme i risultati

possono essere eccellenti” - ha con-

cluso. La FAO e l’Organizzazione

Mondiale della Sanità (OMS) mobi-

literanno il prossimo novembre 2013

tutte le risorse necessarie per miglio-

rare la nutrizione e la promozione di

un sistema globale multisettoriale a

vantaggio dell’educazione nutrizio-

nale chiave per combattere la fame

e la malnutrizione.

Massimo Candelori, advisor Segre-

tary UNCCD (Convention to combat

desertification dell’Onu), ha sottoli-

neano “la vulnerabilità del nostro

mondo interconnesso ad un pericolo

Un poderoso gruppo

di lavoro, costituito da organismi

internazionali intergovernativi,

associazioni nazionali

e non governative, università

e amministratori locali,

affiancheranno l’UNESCO

e l’ITKI nella sfida per la salvezza

del pianeta. Vogliono avere

un ruolo di primo piano

nella difesa del territorio

e del paesaggio e nelle scelte

future indicate nella recente

Dichiarazione UNESCO

di Firenze.

Gli organizzatori del Convegno di Firenze hanno aperto una serie di

finestre di dialogo con organismi internazionali intergovernativi,

associazioni nazionali e non governative, università e amministratori

locali. Tutti insieme vogliono procedere nella stessa direzione, fornendo tanti

tasselli ed un aiuto determinante, che dovrà provenire innanzitutto dal basso,

per riprendere un cammino per la costruzione del proprio ambiente e del

proprio paesaggio, nell’armonia e nel benessere. Insieme vogliono giocare

un ruolo determinante nelle scelte future indicate nella “Dichiarazione

UNESCO di Firenze sul Paesaggio”. Vediamo nei dettagli chi sono e cosa

fanno gli “alleati” di UNESCO e ITKI. La Fao è una sigla nota.

Il direttore José Graziano da Silva ha inviato nel capoluogo toscano Parvin

Koohafkan, director Landa and Water Division, per sottolineare l’importanza

del Globally Important Agricultural Heritage Systems, per l’utilizzo di cibi

tradizionali, al fine di migliorare e sottoscrivere impegni maggiori da parte

delle Nazioni Unite e nuovi investimenti nella nutrizione.

“Questo fornisce un’opportunità molto importante per promuovere la piccola

agricoltura e la produzione locale, in linea con la difesa del paesaggio agricolo

Un gruppo di lavoro favorirà il coordinamento tra gli strumenti internazionali e i programmi esistenti

Mobilitazione internazionale in difesa del paesaggio

naturale che è destinato ad aumentare in futuro. In una parola la desertifi-

cazione”. Manco a dirlo la causa è “il cambiamento climatico che dovrebbe

aumentare la frequenza, l’intensità e la durata dei periodi di siccità, con

impatti su molti settori, in particolare su prodotti alimentari, acqua ed ener-

gia”. “Abbiamo bisogno di passare da un approccio frammentario, crisi-

driven, e di sviluppare politiche nazionali integrate basate sul rischio siccità”.

“Occorrono soluzioni a lungo termine, - ha avvertito Massimo Candelori -

integrate nei piani di sviluppo nazionali politiche efficaci per mitigare gli effetti

della siccità, della desertificazione e il degrado dei suoli. Per prevenire i

problemi, i governi dovrebbero avere delle politiche di lotta contro i cambia-

menti climatici che per essere efficaci dovrebbero essere coordinate. Oggi

la gestione della crisi volta per volta non è più attuale. Fa bene l’UNESCO a

riunire in un’unica Dichiarazione la difesa del territorio e del paesaggio”.

Una finestra di dialogo è stata aperta anche con il Programma delle Nazioni

Unite per lo Sviluppo (UNDP - United Nations Development Programme), la

più importante fonte multilaterale di sussidi per lo sviluppo umano sosteni-

bile. Il Programma che coordina la maggior parte dell’assistenza tecnica del

sistema delle Nazioni Unite, ha il compito di approvare programmi nazionali

di sviluppo presentati da singoli stati, di stanziare i relativi fondi e di sovrin-

tendere all’esecuzione dei progetti. Iniziative che compongono i programmi,

esecuzioni che di solito sono affidate alle agenzie specializzate, progetti

realizzati in collaborazione con organizzazioni non governative, con l’obiettivo

di favorire lo sviluppo economico e sociale e soddisfare le necessità dei

settori più poveri della popolazione.

L’UNDP è l’organismo che ha ideato l’approccio più sistematico nel definire

lo sviluppo umano, dopo che nel 1988 l’Onu aveva proposto l’avvio di un

approccio globale e totale allo sviluppo, che desse la priorità all’individuo.

Dal 1990 produce una serie di documenti sul tema dello sviluppo umano,

scegliendo ogni anno di focalizzare il rapporto su un argomento specifico.

Insomma si tratta di un alleato prezioso che potrà contribuire a porre le

premesse per la creazione di un percorso condiviso da tanti partners smessi

insieme una sola volta. E non è poco. Viste le proposte degli organismi DrissaKanambaye,NetworkWaterAnthropologyfor Local Development.

IlprofessorFrancescoBandarinconversa,inunapausa,condueospiti.

IlRettoredell’UniversitàIuavdiVenezia,AmerigoRestucciconPietroLaureanoeunospitedelConvegno.

Incontronellabouvettedell’Auditorium.

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internazionali intergovernativi, esaminiamo il ruolo operativo delle associazioni

nazionali e non governative, aprendo una finestra di dialogo con le più note,

a cominciare dal ruolo strategico di ICCROM. Stefano De Caro, direttore

generale del Centro intergovernativo, con un appassionato intervento, ha

spiegato come nel 1956, venne creata la struttura per migliorare i metodi di

restauro. ICCROM è un’organizzazione intergovernativa (IGO) dedicata alla

conservazione del patrimoni culturale. ICOMOS (International Council on

Monuments and Sites), rappresentato a Firenze dalla Presidente Monica

Luengo, venne fondato nel 1965 come risultato della Carta di Venezia del

1964. Si tratta di un’organizzazione internazionale non governativa che ha

principalmente lo scopo di promuovere la teoria, la metodologia e le tecno-

logie applicate alla conservazione, alla protezione e alla valorizzazione dei

monumenti e dei siti di interesse culturale. Ne fanno parte oltre 7000 membri,

provenienti da diversi paesi ed esperti di diverse discipline: architetti, storici,

archeologi, storici dell’arte, geografi, antropologi, ingegneri e urbanisti.

Referente dell’UNESCO, gioca un ruolo importantissimo nell’ambito della

conservazione e del restauro dei monumenti. Tra gli obiettivi principali vi

sono quelli di raccogliere tutte le informazioni e le tecniche di conservazione

e restauro; di incoraggiare l’adozione di Convenzioni internazionali; di riunire

professionisti altamente qualificati al servizio dell’organizzazione; collaborare,

infine, a livello nazionale e internazionale alla creazione di Centri di ammini-

strazione specializzata nella Conservazione. Per il raggiungimento di questi

obiettivi, l’ICOMOS, attraverso l’istituzione di Comitati nazionali, cerca di

diffondere i contenuti della Carta di

Venezia. Anche l’IFLA è una ONG,

come pure si appresta ad essere

l’ITKI che abbiamo imparato a cono-

scere. La Presidente Desirée Marti-

nez ha coordinato una sessione

pomeridiana, sul tema “New chal-

lenges and International experien-

ces” con interventi dello stesso

Laureano, Martha G, Fajardo, Akane

Minohara, Jean Louis Luxex. Presenti

nell’Auditorium nel pieno centro di

Firenze anche i rappresentanti dell’U-

niversità delle Nazioni Unite (UNU),

tra volti noti e meno noti, esperti

internazionali, studenti e studiosi,

gente comune e architetti, curiosi.

Tantissimi, nella sala sempre gremita,

che alla fine, dopo il ciclo di incontri,

dopo la dichiarazione, sono rimasti

a lungo ad applaudire, aspettando

ancora una replica, un discorso, un

suggerimento. La sfida ora si sposta

sul territorio, per comprendere e

capire cosa accadrà al nostro pianeta.

Pierpaolo Bo

StefanoDeCaro,DirettoreGeneraleICCROM,MaurizioDiStefano,PresidenteICOMOSItaliaFrancescoCaruso,ex-Ambasciatored’Italiapressol’UNESCO,attualeDirettoreGeneraledelForumUniversaledelleCulture(Napoli,2013),LuigiPetti,ICOMOSItalia,PaoloDelBianco,PresidenteFondazioneRomualdoDelBianco-LifeBeyondTourismeFrancoSottani,PresidenteSalonedelRestauro,Firenze,inunapausadeilavori.

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recente al Veneto. Occorre quindi

proseguire nella semina culturale che

la CEP auspica per poter vedere a

breve frutti insperati in termini di

innovativa salvaguardia e valorizza-

zione dei paesaggi italiani, vera

risorsa del nostro Paese”.

Com’è organizzata la Rete piemon-tese?“I sette Osservatori del Paesaggio

del Piemonte, rappresentati dall’Os-

servatorio Biellese - Beni culturali e

Paesaggio, Osservatorio del Pae-

saggio Alessandrino, - Osservatorio

del Paesaggio dell’Ecomuseo dell’an-

fiteatro morenico di Ivrea, Osserva-

torio del Paesaggio dei Parchi del Po

e della collina torinese, Osservatorio

per la tutela attiva del paesaggio di

Langhe e Roero, Osservatorio del

paesaggio del Monferrato casalese

e Osservatorio del paesaggio per il

Monferrato e l’Astigiano sono nati

nella prospettiva di azione delineata

dalla Convenzione Europea del Pae-

saggio (CEP). Essi agiscono infatti in

materia di sensibilizzazione sulle

tematiche della conoscenza, salva-

guardia e valorizzazione del paesag-

gio. Hanno inoltre il preciso e comune

obiettivo di diffondere la CEP e la

sua effettiva attuazione.

Essendo l’impegno per la CEP il

denominatore comune i sette Osser-

vatori piemontesi hanno ritenuto di

sottoscrivere un Protocollo di Intenti

il 2 luglio 2009 a Villadeati (AL) per

la della Costituzione della Rete Pie-

montese. La Rete in questi primi anni

costituzione, grazie alle attività dei

singoli Osservatori ha portato avanti

attività di organizzazione a seminari,

workshop e incontri di studio su

tematiche specifiche inerenti il pae-

saggio, senza trascurare la forma-

zione per funzionari e tecnici delle

Pubbliche Amministrazioni. La Rete

Piemontese organizza, inoltre, visite

guidate di vario genere per la cono-

scenza diretta dei propri paesaggi e

realizza progetti di sensibilizzazione

Il Presidente dell’Osservatorio

del Paesaggio per il Monferrato

e l’Astigiano e Coordinatore

della Rete degli Osservatori del

Paesaggio del Piemonte ci aiuta

a capire come, dove, perché nel

nostro Paese sono stati costituiti

gli Osservatori del Paesaggio.

Essi sono espressione locale

della società civile e pertanto

luoghi privilegiati per favorire

un incontro tra esperienze e

sensibilità diverse in tema di

paesaggio e favorire sintesi

culturali e progettuali avanzate.

L’Osservatorio è il luogo dell’incontro tra il sapere esperto e il sapere diffuso di chi vive; e può portare all’attenzione delle comunità gli strumenti necessari per dare un volto culturale

alle proprie terre. Eppure gli osservatori di paesaggio non sono ancora molto diffusi in Italia, così come non lo è la Convenzione Europea del Paesaggio che li istituisce. Una contraddizione evidente, qual è il Suo punto di vista? “La Convenzione Europea del Paesaggio (CEP) prevede espressamente che

vengano avviate “procedure di partecipazione del pubblico, delle autorità

locali e regionali e degli altri soggetti coinvolti nella definizione e nella rea-

lizzazione delle politiche paesaggistiche”.

Si è infatti pienamente compreso come il paesaggio rappresenti un bene

culturale, ma anche un bisogno sociale, costituendo un preciso elemento

identificativo per chi vi abita.

La pianificazione del territorio deve sempre più chiaramente prestare una

costante e continua attenzione al paesaggio, valorizzando gli elementi di

singolarità, di identità e di equilibrio e prevenendo nel contempo le trasfor-

mazioni in quanto fonte di squilibrio e dissonanza. Però queste politiche non

possono avere carattere solamente difensivo, bensì devono richiedere una

forte tensione progettuale per rimuovere le ragioni strutturali del degrado e

perseguire nuovi e lungimiranti equilibri tra le diverse esigenze economico-

sociali e le specificità dei caratteri ambientali. Gli Osservatori del Paesaggio,

quali realtà “bottom-up”, cioè espressione locale della società civile, sono

indubbiamente un luogo privilegiato per favorire un incontro tra esperienze

e sensibilità diverse in tema di paesaggio e favorire sintesi culturali e pro-

gettuali avanzate. Rispetto ad una sempre più pressante esigenza di “qualità

del paesaggio”, l’Italia si sta gradualmente attrezzando per una nuova e più

efficace partecipazione della popolazione alla gestione territoriale.

Ad oltre dieci anni dalla sottoscrizione della Convenzione Europea del Pae-

saggio molta strada deve essere ancora percorsa, ma merita tuttavia sotto-

lineare un fervore culturale sulle tematiche del paesaggio, solo pochi anni

addietro impensabile. Anche la realtà degli Osservatori del Paesaggio, sia

pur ancora sporadica nel contesto italiano, ha peraltro visto di recente un

fiorire di nuove esperienze dal Piemonte, alla Campania, alla Liguria e di

“Gli Osservatori del Paesaggio, per il loro radicamento in specifiche realtà territoriali possono meglio di altre strutture ed organizzazioni cogliere realmente le peculiarità del patrimonio paesaggistico delle comunità locali, facendo emergere sentimenti di appartenenza e conseguentemente azioni concrete ed efficaci di salvaguardia attiva e valorizzazione lungimirante”

Salvaguardia dei paesaggi italiani, vera risorsa nazionale

di vario tipo, rivolti a scuole e al pubblico in generale. Sviluppiamo anche

progetti destinati a favorire l’integrazione tra conoscenze locali e saperi

esperti, attraverso iniziative editoriali”.

Nel nostro paese si realizzano progetti e programmi che sostengono iniziative di valorizzazione di aree e patrimoni immateriali inseriti nelle reti dei paesaggi culturali, parchi culturali, parchi letterari, distretti cul-turali evoluti, che mettono al centro della propria azione di tutela e valorizzazione la nozione di patrimonio. La recente Dichiarazione UNESCO di Firenze allarga ulteriormente la forbice sulla definizione del paesaggio. Qual è il suo punto di vista? L’UNESCO ha anticipato i tempi?“Sì, la recente Dichiarazione finale del Convegno internazionale UNESCO

sul tema “La protezione internazionale dei paesaggi” ha giustamente aperto

una seria riflessione su molti aspetti che coinvolgono direttamente la qualità

del paesaggio. Mi pare particolarmente interessante evidenziare l’enfasi

riservata soprattutto al riconoscimento del “valore delle conoscenze e delle

pratiche tradizionali come base per armonici programmi di sviluppo tecno-

logico e innovativo”. La gestione lungimirante soprattutto dei paesaggi agrari

di interesse bioculturale non potrà fare a meno di una conoscenza attenta

delle pratiche agronomiche tradizionali, così come della componente botanica

“cultivarietale” tipica di ogni realtà territoriale.

In questa prospettiva l’UNESCO sta effettivamente tracciando una via nuova

quanto mai proficua da percorrere nel campo della ricerca e delle azioni

concrete di salvaguardia, anche attraverso l’apprezzata e riconosciuta attività

dell’International Traditional Knowledge Institute”.

Siete pronti a questo cambiamento? Adesso vi tocca “osservare” in un altro modo?“Ritengo che gli Osservatori del Paesaggio per il loro radicamento in speci-

fiche realtà territoriali possano più e meglio di altre strutture ed organizzazioni

cogliere realmente le peculiarità del patrimonio paesaggistico delle comunità

locali, facendo emergere sentimenti più forti ed autentici di appartenenza e

conseguentemente azioni concrete ed efficaci di salvaguardia attiva e valo-

rizzazione lungimirante”.

Quali sono le vostre prospettive future di azione?“Indubbiamente sulla base del proficuo lavoro di coordinamento sin qui

realizzato in ambito piemontese, appare utile valutare un’estensione della

collaborazione al resto delle esperienze italiane per far fronte in modo più

vantaggioso alle tante e stimolanti sfide che il tema del paesaggio pone.

Tra le realtà attive fuori del Piemonte, merita ricordare presso la Certosa di

San Lorenzo in Padula, l’Osservatorio Europeo del Paesaggio di Arco Latino,

in Liguria l’Osservatorio del Paesaggio della Riviera dei Fiori (OSPARF) e in

Veneto l’Osservatorio del Paesaggio del Canale di Brenta e l’Osservatorio

del Paesaggio dell’Alta Marca Trevigiana. Nel 2013, un momento importante

di confronto sugli Osservatori del paesaggio, esteso all’intero contesto

europeo, si terrà a Firenze presso la Villa medicea di Careggi nell’ambito

delle attività della rete UNISCAPE (Rete delle Università europee operanti

per l’attuazione del campo della ricerca e della didattica della Convenzione

europea del Paesaggio)”.

T. R.MarcoDevecchi,PresidentedellaRetedegliOsservatoridelPiemonte.

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TKWB - Traditional Knowledge World BankTKWB (Traditional Knowledge World Bank) è la banca mondiale delle Cono-

scenze Tradizionali elaborata da IPOGEA per l’UNESCO. La validità delle

Conoscenze Tradizionali e l’uso di pratiche da esse derivate è affermata

ormai da diversi anni a vari livelli. Oltre all’UNESCO, molteplici organismi

internazionali ne hanno affermato l’importanza in studi e documenti - orga-

nismi quali l’UNCCD, l’ILO, l’OECD, la FAO, l’UNEP, la World Bank e la NATO.

Nel 2005 Pietro Laureano (IPOGEA) ha presentato il progetto di TKWB a

Nairobi alla Conferenza delle Parti, VII Sessione, della Convenzione sulla

lotta alla Desertificazione delle Nazioni Unite (UNCCD).

TKWB è basata sul web (www.tkwb.org), è di libero accesso a tutti e forni-

sce le informazioni relative all’inventario e diffusione delle conoscenze tra-

dizionali nel mondo. TKWB è un archivio dati ma anche una vera banca del

sapere: raccoglie e protegge le conoscenze storiche e promuove e certifica

le pratiche innovative basate sull’uso contemporaneo della tradizione. Costi-

tuita attraverso la metodologia SITTI, identifica le tecniche tradizionali con

icone di facile riconoscimento, visi-

vamente localizzate nelle aree di

appartenenza tramite la georeferen-

ziazione su Google Earth.

Attraverso una piattaforma informa-

tica di tipo wiki, TKWB si alimenta

continuamente di nuove informazioni

grazie al contributo degli utenti stessi.

Questo sistema “TKWB wiki-like” e

il sistema “TKWB on Google Earth”,

sono due modalità diverse per acce-

dere alle stesse informazioni, e si

può passare facilmente da un sistema

all’altro, in ogni momento, secondo

il tipo di ricerca che si vuole effettuare

(ricerca tematica o ricerca secondo

zone geografiche).

Il metodo di inventario delle tecniche

Oggi, mentre l’intero pianeta

rischia il collasso ecologico, la

conoscenza tradizionale mostra

come interagire con l’ambiente

migliorando la sue risorse senza

esaurirle. Essa utilizza qualità

e tecniche, diffuse su scala

territoriale, che hanno origine

dall’impiego di materiali e oggetti

della vita quotidiana.

Non si può risolvere la crisi globale, che è economica, climatica e

ambientale, applicando i metodi che l’hanno provocata: tecnocrazia,

spreco di risorse, approccio indifferenziato per tutti i paesi, soluzioni

top down. Per affrontare la crisi globale, è necessario un nuovo paradigma

e studiosi, ricercatori, organismi internazionali, operatori locali e associazioni

hanno elaborato varie strategie: lo sviluppo sostenibile, la green economy,

una terza rivoluzione industriale sulla base di fonti di energia alternative,

emissioni zero, km zero; la slow economy, decrescita, design per la povertà,

teorie di gestione armonica degli ecosistemi. Sono tutte proposizioni di

grande attualità. In ogni caso ciò che va tenuto presente è che lo sforzo per

il cambiamento deve coinvolgere, in primo luogo, la conoscenza, e che le

risposte non devono essere univoche e uguali a livello internazionale ma

devono essere adattate ciascuna ai luoghi specifici e da questi avere origine

grazie al patrimonio materiale e immateriale della diversità culturale e delle

situazioni locali. I cambiamenti climatici, il collasso degli ecosistemi, i cata-

clismi, la fine della civiltà sono condizioni che l’umanità ha dovuto affrontare

numerose volte. La sopravvivenza è stata assicurata dalla conservazione del

sistema di conoscenze tradizionali. Questo racchiude la saggezza dei luoghi

e delle comunità, le antiche conoscenze dell’umanità, lo strato più profondo

su cui la scienza moderna e la cultura si sono sviluppate, le soluzioni locali

che hanno permesso la creazione e la gestione dei paesaggi sulla intera

superficie del pianeta. Esso permette lo sviluppo di soluzioni con un basso

utilizzo di energia e di risorse che sono in grado di adattarsi alla variabilità

ambientale e di reagire alle emergenze e catastrofi in modo flessibile e

multifunzionale. Oggi, mentre l’intero pianeta rischia il collasso ecologico,

la conoscenza tradizionale mostra come interagire con l’ambiente

migliorando la sue risorse senza esaurirle. Essa utilizza qualità e tec-

niche, diffuse su scala territoriale, che hanno origine dall’impiego di

materiali e oggetti della vita quotidiana. Si compone di elementi

fragili che sono soggetti all’attacco delle trasformazioni di oggi.

Costituisce un valore apparentemente marginale nel pensiero

dominante ma è ancora il mezzo di sussistenza per due terzi dell’u-

manità e una riserva ingegnosa di soluzioni e dispositivi per la

produzione di energia, risorse, riciclaggio per tenere sotto controllo

il microclima e per la gestione del suolo.

P. L.

Il principio di funzionamento dei sistemi tradizionali si basa su una forte coesione tra la società, la cultura e l’economia

Conoscenze tradizionali per affrontare la crisi globale

Ilvino,nellastoriaenellamemoria.

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Anno V - settembre/ottobre 2012TK

WB

- LA

BAN

CA D

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APER

E

è denominato SITTI, Sistema Icono-

grafico delle Tecniche Tradizionali e

Innovative. Questo sistema è stato

elaborato da IPOGEA per rendere

più facile l’identificazione delle tec-

niche e il loro uso.

Le icone sono raggruppate in 7 cate-

gorie: A) Silvicoltura, allevamento e

caccia; B) Agricoltura, C) Acqua; D)

Suolo e ambiente; E) Energia; F)

Architettura; G) Pratiche sociali, arte

e spiritualità. Ogni icona SITTI rap-

presenta una tecnica tradizionale.

Alle icone vengono associate schede

di approfondimento, compilate

secondo un medesimo formato che

ne permette la comparazione e la

informatizzazione.

Queste schede si possono visualiz-

zare sia all’interno del sistema

“TKWB wiki-like” sia cliccando sulle

icone georeferenziate su Google

Earth. Esistono quattro tipi di schede

di approfondimento per ogni tecnica.

ll primo tipo “definition of the tech-

nique”, fornisce una descrizione

generale della tecnica, avvalendosi

di testo, immagini e schemi.

La scheda di tipo 2 “local application

of the technique” fornisce la descri-

zione della variante locale di una

tecnica in un determinato luogo.

La scheda di tipo 3, “success sto-

ries”, descrive un progetto di suc-

cesso in cui è stata utilizzata o

restaurata una tecnica tradizionale. La scheda di tipo 4, “innovative techno-

logies and solutions”, illustra una soluzione innovativa che reinterpreta i

principi di una tecnica tradizionale alla luce delle nuove tecnologie.

In questa scheda è fondamentale il link all’azienda produttrice della soluzione

innovativa. In questo modo TKWB e le imprese produttrici si incontrano con

la domanda di pratiche e prodotti appropriati per la gestione dei paesaggi,

delle aree urbane e per la richiesta privata. La pubblicazione di un prodotto

su TKWB, adeguatamente vagliato da un gruppo di esperti, diventa un mar-

chio di garanzia. TKWB si configura sia come sistema esperto capace di

contenere, comunicare e elaborare conoscenze che come strumento fina-

lizzato allo studio di paesaggi ed ecosistemi complessi, poiché permette di

comprenderne l’evoluzione storica e di realizzare scenari previsionali alla

base dei processi di pianificazione.

Miriam Bruni

Raccoglitore di lumache in Sardegna.Sotto:l’interventodell’architettoMiriamBruni,Ipogea.

• Soluzione specifica

• Efficacia immediata

• Specializzazione

• Poteri dominanti

• Separazione

• Risorse esterne

• Conflitto

• Monocultura

• Uniformità

• Rigidità

• Manutenzione esterna

e necessità di capitali

• Internazionalizzazione

• Alto costo

• Tecnicismo e razionalismo

• Dipendenza

• Multifunzionalità

• Funzionale nel lungo periodo

• Olismo

• Autonomia

• Integrazione

• Risorse interne

• Simbiosi

• Sintesi e complessità

• Diversità

• Flessibilità

• Autoregolazione e a intensità

di lavoro

• Contestualizzazione

• Risparmio

• Simbolismo e significato

• Autopoiesi

Conoscenze moderne

Conoscenze tradizionali

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aree simili in Europa. Casa Nobrega,

sobria e al tempo stesso austera,

sede della Fondazione Maria

Nobrega, domina le altre abitazioni,

raccolte una accanto all’altra.

Il 16 maggio di quest’anno poteva

essere un giorno come l’altro. Invece

era un giorno speciale. I contadini

dalle facce grosse, gli occhi azzurri

e i capelli biondi non si sono allarmati

per quell’inconsueto via vai. Erano

intenti al lavoro della terra. In quel

luogo magico, nella quiete del borgo,

era atteso Sua Altezza Reale il Prin-

cipe Carlo d’Inghilterra. Il Principe

contadino, dopo una rapida visita al

villaggio, restaurato con tecniche

tradizionali, accompagnato dall’e-

sperto dell’UNESCO Pietro Laureano,

Presidente ITKI, da Elizabeth Tsaki-

roglou, Michael Carrington, Katherine

and Dan Dimancescu rispettivamente

Presidente, Direttore Generale e

sostenitori della “The Maria Nobrega

Foundation”, ha presenziato ai lavori

per mettere le basi alla Banca Mon-

diale delle Conoscenze Tradizionali

(Traditional Knowledge World Bank

- TKWB). Gli ospiti di Casa Nobrega

non si sono concessi nemmeno una

pausa per il lunch: i lavori sono pro-

seguiti attorno ad una tavola imban-

dita con prodotti locali, coperta da

una rigorosa tovaglia bianca, all’om-

bra del terrazzo della casa che si

affaccia sul pianoro, una splendida

veranda con vista sui boschi, lontani

da occhi indiscreti. Il fotografo di

Energeo era presente, ben mimetiz-

zato, per immortalare le varie fasi

dell’incontro: le foto sono state pub-

blicate sullo scorso numero del Maga-

zine. Sorpreso, ma non irritato, Lord

Michael Carrington, nel corso del

simposio UNESCO di Firenze, è salito

sul palco. Senza perdere la compo-

stezza e l’aplomp squisitamente

inglese, ha mostrato il periodico

“ficcanaso”che ha svelato l’enigma

di questa “giornata particolare”.

Energeo, infatti, ha seguito da vicino

le varie tappe della nuova iniziativa

dell’ITKI UNESCO. Il suo commento:

“Ma come hanno fatto i reporters di

Energeo a scattare queste foto?

Eravamo a casa mia? Magnifico

scoop. Li perdono!”. La grande

avventura della Banca Mondiale delle

Conoscenze Tradizionali sulla raccolta

e mappatura delle “Tecniche tradi-

zionali o sistemi di scienze locali”

era appena cominciata.

Pierpaolo Bo

Sul terrazzo di Casa Nobrega,

in Transilvania, il Principe Carlo

d’Inghilterra è stato immortalato

dal fotografo di Energeo insieme

all’esperto dell’UNESCO Pietro

Laureano, Presidente ITKI,

Elizabeth Tsakiroglou, Michael

Carrington, Katherine and Dan

Dimancescu rispettivamente

Presidente, Direttore Generale

e sostenitori della

“The Maria Nobrega Foundation”.

Una giornata storica,

in cui sono state messe

le basi per la costituzione

della Banca Mondiale delle

Conoscenze Tradizionali.

Le case di Archita, nel cuore del Transilvania Tarnava Mare, in Roma-

nia, sono tutte lì con i muri a secco sporgenti, allineate lungo le

strade di campagna, circondate da colline e foreste e casolari sparsi.

Il piccolo villaggio, pittoresco e incontaminato, restaurato con tecniche anti-

che, continua a mostrare la sua inconfondibile caratteristica architettonica

d’insediamento sassone sviluppatosi attorno alla chiesa fortificata, come si

addiceva ad un posto di frontiera in una terra di frontiera, comunque magico.

Qui verrà istituito il Centro Rumeno per le Conoscenze tradizionali o sistemi

di scienze locali. Questo paesaggio di eccezionale biodiversità, creato dagli

agricoltori nel corso di centinaia di anni, può solo essere conservato grazie

alla continua gestione tradizionale dei contadini oggi. Gli agricoltori, le comu-

nità locali, le università, le altre ONG e del governo a tutti i livelli, provano a

risolvere l’insieme dei problemi che minacciano la sopravvivenza di questo

paesaggio straordinario e delle piccole comunità agricole che vivono al suo

interno. Il salvataggio di questa zona è di grande importanza non solo per

se stessa - le specie e gli habitat, il sistema agricolo in armonia con loro, e

le condizioni di vita delle piccole comunità agricole che vivono lì - ma anche

per quello che possiamo imparare da esso circa salvataggio o il ripristino

Lord Michael Carrington, direttore generale della “The Maria Nobrega Foundation” interviene al simposio UNESCO di Firenze illustrando il ruolo strategico della Banca Mondiale delle Conoscenze Tradizionali sulla raccolta e mappatura delle “Tecniche tradizionali o sistemi di scienze locali”

Una giornata particolare

LordMichaelCarrington,direttoregeneraledella“TheMariaNobregaFoundation”mostrailperiodicoEnergeomagazinechehafattoloscoopdellavisitadelPrincipeCarlod’InghilterraacasaNobregainRomania.Colazionedilavoronelvillaggiorestauratocontecnichetradizionali:ospiteCarlod’Inghilterra.

IlPrincipediGalles,nel2004,èintervenutoalSalonedelGustodiTorinoeTerraMadre,laretecheriuniscetutticolorochefannopartedellafilieraalimentareevoglionodifenderel’agricoltura,lapescael’allevamentosostenibili,perpreservareilgustoelabiodiversitàdelcibo.

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La Convenzione del Patrimonio mondiale dell’UNESCO è cresciuta da un focus iniziale sulla protezione dei monumenti

ad un programma molto più ampio che comprende importanti centri storici ed aree di rilievo ambientale. “Perso-

nalmente - dice Carlo d’Inghilterra - trovo estremamente incoraggiante che la Convenzione riconosce la necessità

di tutelare i paesaggi, non solo a causa della loro intrinseca importanza culturale, ma anche per la capacità di queste

aree di sostenere le conoscenze e pratiche tradizionali, di cui mi pare avremo bisogno così disperatamente, ma una

volta che tali pratiche si perdono, come ho detto, non sono facilmente recuperabili, e la capacità delle comunità rurali

di esercitare la loro funzione vitale come guardiane dei nostri paesaggi, sia passati che futuri, è compromessa”.

Convenzione UNESCO per il Paesaggio, il grande contributo del Principe di Galles

S ignore e Signori,

devo innanzi tutto ringraziarvi

per avermi dato l’opportunità

di parlare in occasione del quarante-

simo anniversario della Convenzione

del Patrimonio Mondiale UNESCO.

Sono dispiaciuto di non potere essere

con voi in persona, poiché gli argo-

menti di cui si parlerà nel corso dei

prossimi giorni mi stanno a cuore da

tempo. Da molti anni ho cercato di

evidenziare il pericolo per i nostri

paesaggi più preziosi e fragili, se le

pratiche tradizionali scompaiono.

Può bastare anche una sola una gene-

razione affinché le competenze di

conoscenza tramandate da una gene-

razione all’altra possano essere perse

per sempre, è per questo che sono

felice dell’ambizioso progetto di

creare una Banca Mondiale delle

Conoscenze, the Tradit ional

Knowledge World Bank, poiché

questa idea riconosce proprio quanto

sia importante un approccio basto

su le pratiche e le conoscenze tradi-

zionali. Stranamente, ho trovato

molto difficile, ricordo che sia stato

circa venticinque anni fa, suscitare

l’interesse proprio in questo tipo di

iniziativa, ma in quei giorni nessuno

sembrava comprendere ciò che stavo

cercando di fare. Qualsiasi menzione

della parola “tradizionale” tende a

essere interpretata come antiquata,

sorpassata e irrilevante. Le cono-

scenze e pratiche tradizionali, tutta-

via tramandano alle nuove generazioni

comprensioni vitali e abilità effettive,

che sono stati provate e testate per

secoli. Il sapere tradizionale è quindi

molto lungimirante, si potrebbe

anche definirlo visionario. Si tratta di

una sorta di politica di assicurazione

a lungo termine. Ecco perché credo

che la conoscenza tradizionale sia di

grande importanza critica e perché

la sua perdita sarebbe un disastro.

In un mondo dove il capitale naturale

della terra, cose come l’acqua, il suolo

e la biodiversità, per non citare il

nostro patrimonio culturale, sono

sotto minaccia costante ed esponen-

ziale per l’ignoranza generale della

ricchezza esistente di risorse naturali

e di conoscenze tradizionali e del loro

esaurimento fisico, una conferenza

come questa non può che accrescere

la nostra comprensione e l’apprez-

zamento del nostro patrimonio inter-

nazionale e la sua importanza.

Ora, Signore e Signori, siete tutti

senza dubbio a conoscenza di come

l’enfasi posta della Convenzione del

Patrimonio mondiale dell’UNESCO

si sia modificata dal suo inizio qua-

rant’anni fa. E’ cresciuta da un focus

iniziale sulla protezione dei monu-

menti ad un programma molto più

ampio che comprende centri storici

di importanza ed aree di rilievo

ambientale. Personalmente, trovo

estremamente incoraggiante che la

Convenzione riconosce la necessità

di tutelare i paesaggi, non solo a

causa della loro intrinseca importanza

culturale, ma anche per la capacità

di queste aree di sostenere le cono-

scenze e pratiche tradizionali, di cui

mi pare avremo bisogno così dispe-

ratamente, ma una volta che tali

pratiche si perdono, come ho detto,

non sono facilmente recuperabili, e

la capacità delle comunità rurali di

esercitare la loro funzione vitale come

guardiane dei nostri paesaggi, sia

passati che futuri, è compromessa.

Credo che l’innovazione tecnica

possa beneficiare enormemente da

una migliore consapevolezza delle

conoscenze tradizionali. Trovo ancora

una volta che questi approcci e tec-

niche collaudate e verificate hanno

tanto da insegnarci, e possono essere

adattate usando i progressi tecnici

di oggi e fare la differenza reale

rispetto al nostro modo di affrontare

le cose. In molti campi possono con-

tribuire enormemente a metodi

sostenibili e rispettosi dell’ambiente.

In altre parole, possono contribuire

a creare una miscela del meglio del

vecchio e il meglio del nuovo.

E‘ per questa ragione che sono lieto

di ascoltare le proposte e i passi già

effettuati per creare the Traditional

Knowledge World Bank, la Banca

Mondiale delle Conoscenze Tradizio-

nali, un sistema “wiki” su internet

che sarà uno strumento interattivo

per i partecipanti. La prima fase può

davvero essere vista come una sorta

di censimento internazionale della

conoscenza, un impegno massiccio

a cui posso offrire il mio convinto

sostegno. Il motivo per cui sono stato

a lungo un sostenitore degli ecosi-

stemi vitali della terra e la diversità

del patrimonio umano è perché sono

di immenso valore economico, sopra

ogni altra cosa. Essi offrono la pos-

sibilità di generare una grande occa-

sione di reddito nel futuro, soprattutto

per coloro che dipendono da redditi

agricoli. Questi potrebbero vedere

sostanziali incrementi di valore, ma

ciò sarà possibile solo, e possibile

nel lungo termine, se riusciamo a

trovare il giusto equilibrio tra i ritorni

economici e la conservazione dei

sistemi sociali sostenibili ed ecologici.

Per me questa è una delle preoccu-

pazioni più urgenti per i nostri leaders

internazionali, soprattutto nel clima

economico incerto di oggi.

Al momento, troppo spesso, succede

che gran parte dei progressi di oggi

causino la rottura degli ecosistemi e

in alcuni casi il loro avvicinarsi al

collasso, e quando questo avviene,

molti paesaggi sono distrutti.

Le convenzioni e direttive internazio-

nali, come quelle elaborate dall’U-

NESCO e dal Consiglio d’Europa,

sono assolutamente cruciali. Convin-

cere tutti ad aderirvi è purtroppo

spesso problematico. Ci sono molte

ragioni per questo, ma una delle più

importanti è una generale mancanza di comprensione dell’importanza di ciò

che è in gioco. Credo che il ruolo chiave della Traditional Knowledge World

Bank sarà quello di incoraggiare questa comprensione e rendere la società

consapevole dell’impatto a lungo termine di queste disastrose politiche di

sfruttamento del nostro capitale naturale e forse portare a una battuta d’ar-

resto. Per farlo, dobbiamo invocare il sostegno attivo del pubblico e il settore

privato più in generale, e questo inizia con una visione comune e una mobi-

litazione locale, cose che possono essere indotte con l’educazione.

Ci sono molte iniziative che potrebbero essere lanciate per aiutare a preser-

vare il paesaggio, cose come i piani agro-ambientali, i programmi di gestione

delle risorse idriche, la promozione turistica, le reti di vendita dei prodotti,

la legislazione per salvaguardare e proteggere l’ambiente, l’istruzione e la

innovazione tecnica, ma non dimentichiamo ciò che abbiamo già: le abitudini

tradizionali delle comunità che si sono tramandate per generazioni hanno

garantito un equilibrio tra l’umanità e la natura. Ma questi equilibri stanno

cambiando sempre più velocemente per gli aumenti della popolazione e

l’inarrestabile domanda di crescita e di sviluppo economico.

La Romania, un paese al quale m’interesso da tempo, è un ottimo esempio

di un luogo dove c’è una grande opportunità per sviluppare un approccio

sostenibile supportato da controlli efficaci. In realtà, potrebbe diventare un

esempio di eccellenza nella gestione delle risorse naturali. Mi incoraggia

molto sapere che ci sono piani per stabilire al più presto il Centro Rumeno

per le Conoscenze Locali e Tradizionali. Signore e Signori, le presentazioni

e le discussioni a cui tutti voi parteciperete nel corso dei prossimi due giorni

coprirà una moltitudine di argomenti che fanno parte del programma mondiale

UNESCO. Io posso solo auspicare che possiate avere successo nel vostro

lavoro. Sono sicuro che darete un contributo essenziale agli sforzi di tutto il

mondo nel salvaguardare il capitale naturale della terra, e non posso sotto-

lineare abbastanza che nulla potrebbe essere più importante per il benessere

futuro dei nostri figli e nipoti.

Sua Altezza Reale il Principe Carlo d’Inghilterra

SuaAltezzaRealeilPrincipeCarlod’Inghilterranelvideo-messaggioinviatoallaconferenzaUNESCOdiFirenze.

Un video- messaggio è stato inviato ai relatori di fama mondiale intervenuti alla Conferenza di Firenze

(lingua originale inglese, traduzione Pietro Laureano)

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Il primogenito della Regina Elisabetta aveva espresso

al compianto senatore il desiderio di visitare

la “casa dei libri” di Pian dei Giullari, in occasione di una prossima visita

a Firenze, dove l’inscindibile binomio “paesaggio - cultura” è una concreta, palpabile realtà.

La tenuta di Highgrove, proprietà di Carlo d’Inghilterra nella contea del Gloucestershire, si raggiunge dopo un viaggio

di circa due ore da Londra. Cuore del complesso è una grande villa georgiana costruita nel ’700 da un nobile ugonotto

e poi acquistata nel 1980 dal Principe negli anni in cui era appena iniziata la vita matrimoniale con Lady Diana. La

villa è circondata da un giardino di ben 300 ettari, curati dal Principe con l’aiuto di un piccolo esercito di giardinieri.

Carlo d’Inghilterra e Giovanni Spadolini,un’amicizia fondata su ideali comuni

Un rapporto di reciproca stima

ha unito Carlo d’Inghilterra

a Giovanni Spadolini: fon-

dato sul comune amore per la tutela

del patrimonio artistico e ambientale,

per la cultura nel significato più ampio

della parola.

I loro incontri furono piuttosto fre-

quenti nella prima metà degli anni

Ottanta, allorchè Spadolini accolse

la giovane coppia reale (Carlo era

sempre accompagnato da Lady

Diana) come Presidente del Consiglio

dei Ministri e come Ministro della

Difesa nei governi presieduti da Bet-

tino Craxi: a Roma, La Spezia (a bordo

della nave scuola “Amerigo

Vespucci”), Firenze.

Non vi è dubbio che l’amicizia per-

sonale fosse favorita dalla forte soli-

darietà politica che univa l’Italia alla

Gran Bretagna, di cui Spadolini era

convinto fautore. Basta leggere le

memorie di Margaret Tatcher, la lady

di ferro primo Ministro inglese in quel

periodo, per rendersene conto: la

sua stima per lo statista fiorentino è

apertamente dichiarata. Spadolini - e

la Tatcher non lo dimenticava - non

aveva avuto esitazioni a collocare il

governo italiano in pieno appoggio a

quello britannico in occasione della

crisi delle isole Falkland, nel conflitto

Il Principe di Galles, uomo colto, misurato, austero, ha attraversato le

alterne vicende della vita senza lasciarsi intrappolare dalla malinconia.

L’erede al trono d’Inghilterra, fra gli innumerevoli impegni, ha trovato il

tempo per lanciare un forte messaggio al mondo sulla tutela dei paesaggi

e degli ecosistemi. “Per farlo - ha ricordato nel suo video-messaggio, ascol-

tato con molta attenzione nel corso del simposio UNESCO a Firenze -,

dobbiamo invocare il sostegno attivo del pubblico e il settore privato più in

generale, e questo inizia con una visione comune e una mobilitazione locale,

cose che possono essere indotte con l’educazione. Ci sono molte iniziative

che potrebbero essere lanciate per aiutare a preservare e beneficiare del

paesaggio, cose come i piani agro-ambientali, i programmi di gestione delle

risorse idriche, la promozione turistica, le reti di vendita dei prodotti, la legi-

slazione per salvaguardare e proteggere l’ambiente, l’istruzione e la innova-

zione tecnica, ma non dimentichiamo ciò che abbiamo già: le abitudini

tradizionali delle comunità che si sono tramandate per generazioni hanno

garantito un equilibrio tra l’umanità e la natura. Ma questi equilibri stanno

cambiando sempre più velocemente per gli aumenti della popolazione e l’

inarrestabile domanda di crescita e di sviluppo economico”.

Il Principe Carlo è un pioniere della tutela dell’ambiente e da anni cura per-

sonalmente la tenuta di Highrove nel Gloucestershire, dove ci sono alleva-

menti biologici e grande attenzione all’eco-sostenibilità. Il figlio maggiore

William optò per un matrimonio green con la Principessa Kate, cercando di

limitare i consumi, abbattere le emissioni di CO2 e mantenere un atteggia-

mento responsabile. La tenuta di Highgrove, proprietà del

Principe Carlo d’Inghilterra nella contea del Gloucestershire,

si raggiunge dopo un viaggio di circa due ore da Londra.

Cuore del complesso è una grande villa georgiana costru-

ita nel ’700 da un nobile ugonotto e poi acquistata nel 1980

dal Principe negli anni in cui era appena iniziata la vita

matrimoniale con Lady Diana. La villa è circondata da un

giardino di ben 300 ettari, curati dal Principe con l’aiuto di

un piccolo esercito di giardinieri.

A poche miglia si trova una fattoria chiamata Duchy Home

Farm, un paradiso della biodiversità: 600 ettari di terreno

coltivati a mais, orzo e frumento, oltre che con una cin-

quantina di varietà di ortaggi biologici. Sui prati pascolano

le pregiati bovini Aberdeen Angus, oltre a varie razze di

maiali originali inglesi e pecore delle isole Ebridi.

Non solo qui si respira l’aria delle

vecchie fattorie inglesi, ma questo

è il regno dell’ecosostenibilità e dell’a-

gricoltura biologica: banditi diserbanti

e pesticidi chimici, si innaffia solo

con acqua piovana filtrata e si con-

cima il terreno con compost derivato

dal riciclo degli scarti. Carlo coltiva

antiche specie di ortaggi e alberi da

frutto della tradizione britannica,

alcuni a rischio di estinzione. Anche

il paesaggio è stato sempre tutelato

negli anni, con il ripristino dell’archi-

tettura rurale e dei muretti a secco

in pietra locale. Insomma, è il trionfo

di una filosofia dell’ambiente di cui

il Principe del Galles è sempre stato

promotore e fervido sostenitore. The

prince who talked to plants, lo aveva

soprannominato la stampa inglese:

“il principe che sussurra alle piante”.

L.L.

esploso per l’occupazione da parte

dei militari argentini.

Ma torniamo ai comuni valori e sen-

timenti dei nostri personaggi.

Il vincolo personale si consolidò a

Firenze, nel corso di una visita alla

città compiuta da Carlo e Diana a

metà degli anni Ottanta. Ad acco-

glierli, Lando Conti (nella foto in alto),

il Sindaco repubblicano così legato

a Spadolini, caduto vittima delle bri-

gate rosse il 10 febbraio 1986. Mi

piace ricordarlo in questa sede,

accanto ad Angelo Vassallo e a quanti

sono caduti per avere operato corag-

giosamente per un’Italia migliore.

Ebbene, Spadolini - Ministro della

Difesa - accompagnò il Principe e la

consorte (ospitati durante il soggiorno

fiorentino da Lord Acton, a villa La

Pietra) nella visita a Palazzo Vecchio,

conclusa con una cena offerta dal

Sindaco. Niente cerimoniale, Lando

era fatto così, fiorentino puro, spon-

taneo e naturale. Davanti alla bistecca

alla fiorentina e al vino rosso del

Chianti i Principi furono accolti come

due giovani amici, ogni formalismo

si sciolse fra le battute e l’ilarità nelle

quali il Sindaco era maestro, con la

straordinaria capacità di mettere tutti

a proprio agio, accantonando piace-

volmente ogni etichetta.

Nondimeno Spadolini, seduto accanto

a Carlo, parlò di arte, di storia, di

letteratura. Rimase colpito dalle pro-

fonde conoscenze e dalla vastità degli

interessi culturali del Principe, sincera

e autentica vocazione. I due perso-

naggi, al di là della differenza di età,

erano fatti davvero per intendersi.

Tant’è che la sera stessa Spadolini

mi annunciò con soddisfazione ed

orgoglio il desiderio espresso dal

Principe di visitare la “casa dei libri”

di Pian dei Giullari, in occasione di

una prossima visita a Firenze.

Purtroppo le drammatiche vicende

seguite a quei momenti felici e spen-

sierati non consentirono di realizzare

quel progetto, così gradito al Profes-

sore, che avrebbe accolto nella “casa

dei libri” tanti capi di Stato e di

governo, nonché l’Imperatore di Giap-

pone: ma non Carlo. Chissà se il

Premio Spadolini Eco and City ed il

Patto per la nuova Costituente del

Paesaggio consentiranno all’erede

al trono d’Inghilterra di recarsi nella

casa-museo di Pian dei Giullari, sulle

colline fiorentine care a Michelangelo,

Guicciardini e Galileo, dove l’inscin-

dibile binomio “paesaggio - cultura”

è una concreta, palpabile realtà.

Cosimo Ceccuti

Fra lo statista fiorentino e l’erede al trono inglese si sviluppò negli anni ottanta un rapporto basato sui molti interessi culturali condivisi: dall’arte alla storia, dalla letteratura alla sensibilità ambientale

L’erede al trono di Inghilterra paladino della tutela dei paesaggi e degli ecosistemi

Il principe dell’ambiente al servizio di sua maestà la terra

Il saluto del Professore in omaggio all’ospite (afiancoilSindacodiFirenzeLandoConti),aPalazzoVecchio.

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di Angelo Vassallo e per riaffermare i valori, in cui egli fortemente credeva.

I temi della legalità, della tutela e della salvaguardia dell’ambiente e della

coesione sociale, condizioni essenziali per la crescita economica e civile di

una comunità, tanto cari al Sindaco-pescatore sono stati al centro sia del

prologo, sia della Cerimonia ufficiale d’apertura del simposio UNESCO,

organizzata dall’ITKI UNESCO, in occasione del 40°Anniversario della World

Heritage Convention UNESCO. Commovente, molto sentito e partecipato

il ricordo fatto dal suo successore Stefano Pisani, al quale è stata conferita

dall’UNESCO la Medaglia Michelangelo, per le buone pratiche del territorio.

“Il Sindaco Vassallo - ha detto - ci ha lasciato la volontà di essere il sud che

ce la fa. E noi vogliamo continuare sulla scia del suo insegnamento”.

A Pian de Giullari per la sottoscrizione

del Patto hanno fatto capolino, a

piccoli gruppi, i delegati provenienti

da tutt’Italia e numerosi relatori pro-

venienti da tutto il mondo accom-

pagnati da Pietro Laureano,

organizzatore del Convegno pome-

ridiano, rimasti meravigliati dal fascino

del luogo, nonostante la giornata

grigia e piovosa. Sullo sfondo la

cupola del Brunelleschi illuminata da

un raggio di sole. Gabriele Florindi,

Sindaco di Città Sant’Angelo e il suo

vice Fernando Fabbiani, in rappre-

sentanza di Regione Abruzzo (Meda-

glia Spadolini 2011) son arrivati per

primi ai cancelli della villa, poi gli altri

alla spicciolata. La Regione Piemonte

era rappresentata dal vice Presidente

Ugo Cavallera e da Roberto Cerrato,

Presidente dell’Associazione Pae-

saggio Vitivinicolo Langhe, Roero e

Monferrato, la Provincia Autonoma

di Trento, ed ancora i sindaci del

Consorzio dei Comuni Trentini, del

Südtiroler Gemeindenverband

Genossenschaft e del Friuli Venezia

Giulia (questi ultimi rappresentati

dall’ANCI e dall’UNCEM) aderenti

alla Carta di Primiero, attraverso i

delegati Marino Simoni, Stefano Luc-

chini (UNCEM) e Sergio Chinese,

Sindaco di Resia, in provincia di

Udine. I responsabili dell’Osservato-

rio Europeo del Paesaggio di Arco

Latino (Angelo Paladino e Domenico

Nicoletti), una delegazione di primi

cittadini (il Sindaco di Bari Michele

Emiliano è intervenuto in video con-

ferenza) che hanno sottoscritto il

manifesto “100 Sindaci per la Bel-

lezza e il Paesaggio”.

La città di Firenze era rappresentata

dal vice Sindaco Dario Nardella che

ha portato il saluto del Sindaco

Matteo Renzi, impegnato nelle pri-

marie del suo partito. La Toscana era

altresì rappresentata dai Sindaco di

Fiesole Fabio Incantasciato, Bagno

a Ripoli, Luciano Bartolini, Rosignano

Marittimo, Alessandro Franchi e dal

Co.Svi.G. che raggruppa 15 Comuni

La Rete delle reti a salvaguardia

del territorio e del paesaggio.

A Pian de Giullari per la

sottoscrizione del Patto,

finalizzato alla fondazione di

una “costituente per la bellezza

e il paesaggio” a salvaguardia

del territorio, erano presenti

delegati provenienti da tutt’Italia.

L’iniziativa ha rappresentato

un’importante occasione per

perpetuare il ricordo del Sindaco

di Pollica e per riaffermare

i valori, in cui egli fortemente

credeva. Temi di rilevante

attualità, che si inseriscono

nel dibattito internazionale

sui nuovi indicatori

di performance orientati

alla ricerca di nuovi strumenti

complementari (la qualità)

o alternativi al PIL (il paesaggio

e il territorio sono il migliore

investimento e possono

contribuire in modo significativo

a costruire il Pil del futuro).

Il 5 settembre 2010 veniva assassinato Angelo Vassallo (Medaglia Spa-

dolini 2011 alla memoria), il Sindaco-pescatore, impegnato per l’ambiente

e la legalità, per il riscatto e la valorizzazione del suo territorio.

Un agguato rimasto impunito, a distanza di due anni, le indagini non hanno

sortito alcun risultato. Il 19 settembre scorso, da Firenze è partita una grande

iniziativa a lui dedicata. Si tratta della Rete delle Reti per la tutela e valoriz-

zazione del paesaggio naturale e culturale italiano. In concomitanza è stato

sottoscritto un Patto per attivare un processo di aggregazione finalizzato alla

fondazione di una “costituente per la bellezza e il paesaggio” a salvaguardia

del territorio. Il progetto, promosso dalla Fondazione Spadolini Nuova Anto-

logia, attraverso il Premio Eco and the City e dall’Osservatorio Europeo del

Paesaggio di Arco Latino, è sostenuto dal giovane Sindaco di Pollica Stefano

Pisani e dal Sindaco di Bari Michele Emiliano, i due primi cittadini che hanno

lanciato un anno fa il manifesto “100 Sindaci per la bellezza e il paesaggio”,

al quale stanno aderendo tante altre municipalità dell’intero Paese e orga-

nizzazioni territoriali che operano a tutela del paesaggio e dell’ambiente.

La manifestazione, inserita come prologo dell’atteso evento planetario (19-21

settembre 2012) per la “proposta di tutela internazionale dei paesaggi”,

promosso dall’UNESCO, è stata ospitata in questo angolo suggestivo della

collina di Firenze ( Tondo dei Cipressi), tanto caro al fondatore del Ministero

per i Beni Culturali e Ambientali, nella “Casa dei Libri”. Perché la casa-museo

di Giovanni Spadolini, a Pian dei Giullari, è stata scelta per sancire il Patto

per la bellezza e il paesaggio ed accogliere il prologo del convegno dell’ITKI

UNESCO che avrebbe dato luogo alla “Dichiarazione di Firenze sul Paesag-

gio” che sarà diffusa dall’UNESCO in tutto il mondo? Le ragioni sono nume-

rose. Primo, la persona, Giovanni Spadolini, fondatore del Ministero per i

beni culturali e ambientali nel 1974, che impresse una svolta al concetto di

“ambiente”, unendo ai luoghi le persone, il territorio e lo sviluppo umano,

il “paesaggio” appunto. Secondo, l’ambiente, inteso come straordinaria

congiunzione fra bellezza della natura, arte e cultura. Terzo, ma non ultimo,

il comune intento e obiettivo che muove i partners: lo sviluppo sostenibile,

nel rispetto del territorio e delle identità tradizionali.

E’ il senso profondo del Premio Eco and the City Giovanni Spadolini, con

un’ambizione e una prospettiva internazionale, in sinergia con l’ITKI e l’U-

NESCO ed altri organismi nazionali ed internazionali intergovernativi e asso-

ciazioni nazionali e non governative.

L’iniziativa ha rappresentato un’importante occasione per perpetuare il ricordo

Verso un nuovo rinascimento nel ricordo di Angelo Vassallo

In rete per non dimenticare

StefanoPisani,SindacodiPollica,ritiralaMedagliaMichelangeloconferitadall’UNESCO.

IlvicePresidentedellaRegionePiemonte,UgoCavallera,portailsalutodelPiemontealsimposio.

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le brutture in aree tutelate e, in cambio, di poter edificare, con una premia-

lità in volumi nei territori già costruiti. In questo modo sarebbe il mercato

stesso ad attuare il sogno degli ambientalisti di demolire tutte le costruzioni

che hanno consumato inutilmente territorio pregiato. Si potrebbe così rico-

struire addensando e riutilizzando il suolo secondo normative antisismiche

e con attenzione ai moderni metodi per la raccolta dei rifiuti e per il risparmio

energetico. Basterebbe poco per mettere in moto un meccanismo di tra-

sformazione urbana,finalmente fondato sulla ricerca della bellezza anche da

parte dei privati, senza dei quali l’operazione è impossibile.

E sono sicuro che un’azione siffatta costituirebbe un potente volano econo-

mico e di immagine per il nostro Paese”. Tra i trenta esperti provenienti da

tutti i continenti, invitati alla kermesse, sono rimasti ancora più sorpresi e

meravigliati dalla presa di coscienza dei sindaci italiani sul tematiche del

territorio, testimoniata da Akane Ninohara dell’University United Nations

University e Drissa kananbaye di Mali, come pure tutti gli altri.

La Fondazione Spadolini Nuova Antologia farà da propulsore di questo pro-

getto esclusivo avviato in occasione dei lavori del “The International Protec-

tion of Landscapes, A global assessment on the occasion of the 40th

Anniversary of the World Heritage Convention”, costruendo una Rete di

relazioni internazionali. I proponenti del Patto sono consapevoli che “Il diritto

alla bellezza e la tutela del paesaggio costituiscono una delle missioni irri-

nunciabili della Repubblica italiana, risultato di un’identità millenaria e rico-

nosciuta nel dettato costituzionale”. Insieme potranno svolgere, con il

sostegno del Premio Eco and the City Giovanni Spadolini e dei suoi strumenti

operativi e di comunicazione (Energeo Magazine è l’house organ ufficiale),

una funzione di stimolo, propositiva per programmi e progetti condivisi fra

una pluralità di Enti, per lo sviluppo di sistemi e reti di reti, che vedano il

coinvolgimento anche di soggetti privati, delle fondazioni bancarie, la colla-

borazione degli operatori dei beni e delle attività culturali con le Università,

le Accademie, i Conservatori e gli Istituti di ricerca, l’intreccio fecondo tra il

mondo della cultura e quello dell’economia e del lavoro. Sarà cura della

Fondazione Spadolini Nuova Antologia (Firenze, Pian de’ Giullari), che opera

sotto l’Alto Patronato permanente del Presidente della Repubblica, attraverso

il Premio Eco and the City Giovanni Spadolini, in sinergia con l’Istituto Inter-

nazionale delle Conoscenze Tradizionali denominato ITKI (International Tra-

ditional Knowledge Institute) e dell’Osservatorio Europeo del Paesaggio di Arco Latino, svolgere un ruolo di raccordo

e sviluppo della Rete, concordando con i sottoscrittori e fondatori del Patto, forme e modi per la costituzione e

organizzazione della “costituente per la bellezza e il paesaggio” e della sua operatività. Sono previste giornate di

studio e approfondimento in tutto il Paese per promuovere i “laboratori a cielo aperto delle politiche dell’UNESCO”.

I media pongono particolare attenzione al progetto, tra l’altro sostenuto dal Tg2 (media partner), a conferma dell’im-

pegno della testata giornalistica di Rai Due nell’avviare campagne di successo per sensibilizzare azioni a favore del

territorio e del paesaggio. Temi di rilevante attualità, che si inseriscono nel dibattito internazionale sui nuovi indica-

tori di performance orientati alla ricerca di nuovi strumenti complementari (la qualità) o alternativi al PIL (il paesaggio

e il territorio sono il migliore investimento e possono contribuire in modo significativo a costruire il Pil del futuro).

L’ambizioso progetto della Fondazione Spadolini Nuova Antologia è perfettamente allineato al programma del sim-

posio internazionale voluto dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura, che ha

tracciato, con le sue politiche, la linea a cui si ispirano i progetti dell’ITKI UNESCO (che presto sarà riconosciuto

Istituto UNESCO di Categoria 2) con il compito unico al mondo di inventariare e promuovere le conoscenze tradi-

zionali e il loro uso innovativo e dello stesso UNESCO.

L’incontro a Pian dè Giullari è stato di buon auspicio per il Convegno che si è chiuso, come si è visto, con la “Dichia-

razione di Firenze sul Paesaggio” che, lanciata da questa località, simbolo internazionale delle tradizioni e dell’ar-

monia dei luoghi, la città che ha ospitato la firma della Convenzione Europea del Paesaggio, sarà diffusa dall’UNESCO

in tutto il mondo.

L.L.

dell’area geotermia, con il suo diret-

tore generale Sergio Chiacchella.

Dalla Lombardia era presente un

delegato del Sindaco di Abbiate-

grasso, il consigliere Comunale

Arcangelo Ceretto. Sono intervenuti

anche numerosi membri di Res Tipica

ANCI, le Associazioni Città di Identità

guidati dalla responsabile Gina Di

Liegro, le Città Slow con il Presidente

Gianluca Marconi, nonchè Sindaco

di Castelnuovo né monti, e il direttore

dell’Associazione Giorgio Oliveti.

Infine i l segretario Generale

dell’UNPLI, che raggruppa tutte le

Pro Loco d’Italia, Gabriele Desiderio

e Marco De Vecchi, Presidente della

Rete degli Osservatori Paesaggio

del Piemonte, che ha sottoscritto il

Patto anche a nome degli altri Osser-

vatori Piemontesi.

Quest’ultimo ha partecipato anche

ad un Panel sul paesaggio, un incon-

tro pomeridiano di lavoro propedeu-

tico all’iniziativa UNESCO.

Significativa la rappresentanza dal

sud: Salvatore Adduce, Sindaco di

Matera, ha ricordato la visita del

senatore Spadolini ai Sassi di Matera

avviandone in quell’occasione il recu-

pero. Ed ancora: Antonio Radano,

Sindaco di Stella Cilento, Giuseppe

Del Medico, Sindaco di Sapri, e i

rappresentanti del Comune di Teg-

giano e di Laurito.

Il Sindaco di Bari, intervenuto in video

conferenza, rivela di aver comunicato

al Presidente del Consiglio Mario

Monti, nel corso della recente visita

a Bari, all’inaugurazione della Fiera

del Levante, il progetto “Cento Sin-

daci per la Bellezza e il Paesaggio”.

“La nostra idea di fondo è semplice

- ha spiegato - rendere vantaggioso

per i privati il ripristino della bellezza

del paesaggio e delle città. Servono

normative urbanistiche nazionali e

regionali che consentano di demolire Fotodigruppodituttiipartecipanti.

LafirmadiadesioneallaRetedelleRetiAngeloVassalloelasottoscrizionediunPattoperBellezzaeilPaesaggio.

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Insieme per salvare il paesaggio

Da Pian de Giullari prende il

via un progetto ambizioso

finalizzato ad affiancare

l’UNESCO e la Banca Mondiale delle

Conoscenze Tradizionali nella realiz-

zazione della nuova Convenzione per

il Paesaggio attraverso un approccio

partecipato dal basso, affinché i risul-

tati possono rimbalzare agli occhi del

mondo intero. Un progetto che dovrà

aggregare numerose realtà, sia pub-

bliche che private, agendo in sinergia

con il mondo della scuola, con le

Associazioni (UNPLI, Res Tipica

ANCI) e con il mondo dell’informa-

zione. Un impegno che dovrà valo-

rizzare il ruolo e l’impegno di ciascuno,

operando con un team internazionale

di esperti e di appassionati che hanno

a cuore le tematiche del Paesaggio:

persone che hanno scelto di contri-

buire alla realizzazione delle iniziative

dell’ITKI (Banca Mondiale delle Cono-

scenze Tradizionali) e dell’UNESCO.

La cabina di regia è stata affidata alla

Fondazione Spadolini Nuova Antolo-

gia, attraverso il Premio Eco and the

City. Progettualità e concretezza,

passione ed impegno costante:

queste le parole d’ordine dei promo-

tori. Concetti che costituiscono l’i-

dentità stessa della Fondazione, valori

grazie ai quali può contribuire a “pro-

durre” un bene più alto, come amava

ripetere il senatore Spadolini: “Una

moderna politica dell’ambiente e del

territorio richiede il concorso di tutte

le forze vive della cultura e della

società”. Come in ogni iniziativa, il

compito è affidato ad apripista con-

vinti (se n’è parlato nella Casa dei

Libri in occasione della sottoscrizione

del Patto per la Bellezza e il Paesag-

gio). Il passaparola sta già creando

numerosi proseliti, il progetto dovrà

essere svolto in sinergia dalla Fon-

dazione e l’ITKI UNESCO, candidato

a trasformarsi a breve in Agenzia

UNESCO (categoria 2) e le attività

sul territorio previste dal programma

di lavoro, da qui in avanti, saranno

attuate attraverso l’organizzazione di

eventi e campagne di sensibilizza-

zione. Le parole di Pietro Laureano

testimoniano l’impegno costante nel

costruire, insieme, iniziative innova-

tive a vantaggio del territorio e di

interesse pubblico.

Il Presidente dell’ITKI UNESCO ha

scelto la Fondazione Spadolini Nuova

Antologia come partner privilegiato

per portare avanti l’impegno per la

costruzione e divulgazione della

Banca Mondiale delle Conoscenze

Tradizionali e della partecipazione dal

basso per costruire il percorso verso

la nuova Convenzione UNESCO sul

Paesaggio, dando spunto al nostro

Paese di proporsi come capofila di

un progetto che interessa il mondo

intero. Una fiducia riposta senza

riserve dopo la sperimentata colla-

borazione nel recente convegno

svoltosi a Firenze: la macchina orga-

nizzativa è apparsa ancora una volta

efficace, capace di comunicare e far

conoscere un evento di interesse

planetario. D’altro canto la Fonda-

zione è in grado, in qualsiasi occa-

sione, di mettere in moto iniziative

con il patrocinio delle più importanti

Istituzioni e i media (in particolare il

Tg2 che affianca la Fondazione nel

compito di ripensare con gli altri

partners un nuovo modello di svi-

luppo che include cultura e tutela del

paesaggio e dell’ambiente tra i para-

metri da considerare come una pri-

orità di un’azione di governo del

territorio), mettendo a disposizione

la sede prestigiosa di Pian de Giullari.

Il Premio Eco and the City Giovanni

Spadolini è costantemente impe-

gnato nella costruzione di una rete

di relazioni (anche internazionali),

tramite la creazione di progetti, ricchi

di contenuti e di valori, legati al ter-

ritorio.

Il Presidente dell’ITKI UNESCO ha scelto la Fondazione Spadolini Nuova Antologia come partner privilegiato per la divulgazione della Banca Mondiale delle Conoscenze Tradizionali e della Convenzione UNESCO sul Paesaggio, un progetto che interessa il mondo intero

Gli interventi dovranno essere verificati in base alla sostenibilità e alla conoscenza locale, potenziando le comunità e

le istituzioni nei processi decisionali. Occorre promuovere il rispetto dei diritti umani, compresi i diritti delle comunità

al fine di garantire il loro sostentamento, preservare le loro risorse, la loro identità culturale e le credenze relative.

Un progetto della Fondazione Spadolini dovrà aggregare numerose realtà, sia pubbliche che private, agendo in

sinergia con il mondo della scuola, con le Associazioni (UNPLI, Res Tipica ANCI) e con il mondo dell’informazione.

CosimoCeccuti,PresidentedellaFondazioneSpadoliniNuovaAntologia.

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Il Co.Svi.G. ha costituito con gli Enti di Ricerca un ponte, utilizzando la strut-

tura di Energea, tra gli enti pubblici e le imprese nell’ambito del trasferimento

dell’innovazione tecnologica.

La partecipazione al DTE (Distretto Tecnologico sulle Energie Rinnovabili

della Toscana) e al PIERRE (Polo sulle Energie Rinnovabili) consente a

Co.Svi.G. di avere un ruolo da protagonista nelle attività per la crescita di

competitività delle imprese toscane del settore.

Nel corso degli anni l’attività di Co.Svi.G. ha avuto come oggetto la promo-

zione e la realizzazione, di concerto con gli Enti Pubblici Soci, di progetti

coerenti con un programma di sviluppo sostenibile del territorio di propria

competenza. Tra i progetti di maggior successo il Parco Eolico di Monteca-

tini Val di Cecina (6 aerogeneratori Leitwind da 1,5 MW ciascuno) e l’assi-

stenza ai Comuni di Pomarance, Monterotondo Marittimo, Castelnuovo Val

di Cecina, Santa Fiora nelle fasi di progettazione e realizzazione di impianti

di teleriscaldamento geotermico che attualmente servono immobili per circa

1,5 milioni di metri cubi, con circa 5.000 utenze allacciate, per un beneficio

ambientale pari a circa 12.100 TEP risparmiate e circa 38.000 tonnellate di

CO2 non emessa ogni anno. Tra i progetti futuri sui quali il Consorzio sta

collaborando con i Comuni soci è opportuno ricordare lo sviluppo di reti di

teleriscaldamento per Chiusdino, Radicondoli, Monteverdi Marittimo e

Montieri. Alla luce della nuova normativa in materia di geotermia, Co.Svi.G.

è fortemente impegnato nella valorizzazione delle medie temperature e nella

promozione di una “filiera geotermica toscana” attraverso la realizzazione

di piccoli impianti geotermoelettrici utilizzanti il ciclo binario (ORC).

Con questa premessa appare logico credere che il progetto di laboratorio

viaggerà su gambe solide e, visti i risultati, sarà funzionale per far confrontare

tanti territori che hanno fatto scelte sostenibili diverse per promuovere l’e-

conomia green. Quando un territorio

progetta il suo futuro dichiara subito

la sua vera identità: è facile che il

nuovo modello di sviluppo adottato

possa essere confrontato con altre

realtà. Non soltanto per far conoscere

i propri luoghi per le caratteristiche

turistiche, ma anche per il raggiun-

gimento della consapevolezza di

applicare nuove formule sostenibili

nel rispetto dell’ambiente, della tutela

del paesaggio e del risparmio ener-

getico. Ecco perché in questi luoghi

suggestivi è nata l’idea di andare alla

ricerca dei territori virtuosi che hanno

una gran voglia d’identità.

Succederà anche il prossimo dieci

dicembre a Piancastagnaio, dove

sarà organizzato un convegno sul

tema “Il Calore della Terra, conoscere

per “capire” e condividerne l’uso”,

andando oltre i confini nazionali con

ospiti internazionali.

Anche questo significa fare “labora-

torio delle politiche dell’UNESCO”.

Geotermia e sviluppo sostenibile.

Tutela del pesaggio e risparmio

energetico. Ma anche ricerca e

scambio con altri territori virtuosi.

Il prossimo dieci dicembre a

Piancastagnaio, al convegno

sul tema “Il Calore della

Terra, conoscere per capire e

condividerne l’uso”, sono attesi

ospiti internazionali

In ogni occasione c’è sempre qualcuno che comincia per primo.

Il Co.Svi.G. (il Consorzio che unisce gli Enti e i Comuni dell’area geoter-

mica), alla soglia della ricorrenza dei primi 25 anni di attività, mette in

cantiere nuovi progetti per fornire un’offerta ancora più variegata di iniziative

sul territorio. Un comprensorio situato proprio nel cuore dell’Italia, tra le

province di Grosseto, Pisa e Siena, in un territorio che si riconosce nel

Distretto delle Energie Rinnovabili, caratterizzato dai suggestivi pennacchi

dei soffioni. In questo cantiere aperto di iniziative con un programma artico-

lato, dopo aver sottoscritto il “Patto per la Bellezza e il Paesaggio” e aderito

alla “Rete delle Reti Angelo Vassallo”, si vuole organizzare il primo “labora-

torio a cielo aperto delle politiche dell’UNESCO”, per animare occasioni di

incontri, dibattito, scambi con altri territori virtuosi aderenti alla Rete delle

Reti, e soprattutto adottando le politiche indicate dall’UNESCO.

Politiche che, oggi, sono ancora più attuali dopo la Dichiarazione Internazione

sulla salvaguardia del paesaggio, declamata lo scorso settembre a Firenze.

Il Consorzio, che ha fornito una serie di servizi come partner del “The Inter-

national Protection of Landscapes” promosso dall’UNESCO e l’ITKI (Istituto

Internazionale Conoscenze Tradizionali), prova ad adottare le linee guida che

sono emerse dal simposio internazionale .

Il Co.Svi.G. non è nuovo a questi primati. La Comunità del Cibo ad Energie

Rinnovabili rappresenta un caso unico ed emblematico a livello mondiale di

come si possa applicare il concetto di sostenibilità ambientale alla produzione

alimentare. “La cosa non sorprende, - dice il Presidente Piero Ceccarelli -

siamo abituati ad azioni di questo genere sul nostro territorio, in questo caso

i protagonisti sono un nutrito gruppo di imprenditori che hanno come prio-

rità l’utilizzo delle energie rinnovabili nei propri processi produttivi e la filiera

corta”. La Comunità del Cibo si caratterizza dunque per l’alta qualità e la

sostenibilità di produzioni agro-alimentari ottenute con sistemi innovativi.

A Torino, lo scorso ottobre, gli agricoltori “custodi della Comunità del Cibo

ad Energie Rinnovabili della Toscana”, insieme a Slow Food, hanno dato vita

alle iniziative di promozione della rete delle Comunità del Cibo e di Terra

Madre. È uno degli innumerevoli progetti, avviati nel lontano 1988, per dare

sostegno e vigore alle iniziative degli enti locali delle due aree geotermiche

toscane. Il Consorzio ha un ruolo di primo piano, come braccio operativo

della Regione Toscana, per lo sviluppo sostenibile, la valorizzazione delle

energie rinnovabili e delle tecnologie ambientali, attraverso la risorsa princi-

pale che è la geotermia.

Il Consorzio che unisce gli Enti e i Comuni dell’area geotermica ha un ruolo di primo piano nelle attività per la crescita di competitività delle imprese toscane

Una factory di idee innovative

Coltivazioneinunaserrautilizzataperlaproduzionedibasilico,riscaldataconenergiageotermica.

PieroCeccarelli,PresidenteCo.Svi.G.

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UN’ASSOCIAZIONISMO ISPIRATO AI VALORI DELLA COOPERAZIONEL’A.N.C.I. ha riconosciuto statutariamente (art. 32) il Consorzio dei Comuni Trentini quale sua articolazione istituzionale in Provincia di Trento. Il Consorzio dei Comuni Trentini (A.N.C.I. TRENTINO) è una Società Cooperativa costituita il 9 luglio 1996 alla quale sono associati la totalità dei Comuni (217) e delle Comunità (16).

Considerati gli scopi statutari, il Consorzio dei Comuni Trentini:

presta ai Comuni e alle Comunità ogni forma di assistenza anche attraverso servizi, con particolare riguardo al settore contrattuale, amministrativo, contabile, legale fiscale, sindacale, organizzativo, economico e tecnico;

esercita tutte le prerogative, compiti e funzioni atte ad assicurare al Consigliodelle Autonomie Locali ogni forma di assistenza, collaborazione e supporto;

rappresenta, difende e tutela gli interessi dei Comuni e delle Comunità intrattenendo, allo scopo, opportuni contatti con enti, istituzioni, uffici ed organi di ogni ordine e grado;

promuove e favorisce l’innovazione nei Comuni e nelle Comunità attuando iniziativee compiendo operazioni atte a favorirne l’ottimale assetto organizzativo, anche attraverso relazioni con enti di ricerca;

presta ai Comuni e alle Comunità ogni forma di assistenza per i problemi legati all’applicazione dei contratti provinciali di lavoro al personale dipendente; è presente con un proprio rappresentante nell’A.P.R.A.N. per la definizione degli strumenti contrattuali;

promuove e attua la formazione e l’aggiornamento professionale del personale dipendente dei Comuni e delle Comunità; attiva specifici interventi di formazione e aggiornamento per gli Amministratori comunali;

attua tutte le iniziative previste per il mantenimento della certificazione della gestione forestale sostenibile delle foreste di proprietà comunale secondo lo schema PEFC.

Consorzio dei Comuni TrentiniVia Torre Verde, 23 - 38122 TRENTO

Tel. 0461-987139 - Fax 0461-981978 [email protected] - www.comunitrentini.it

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