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ENERGIE RINNOVABILI ED EFFICIENZA ENERGETICA QUALE FUTURO? Camera di Commercio di Milano 25 novembre 2015 1 Prof. Massimo Beccarello Università di Milano-Bicocca

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Page 1: ENERGIE RINNOVABILI ED EFFICIENZA ENERGETICA QUALE … · 2015-11-30 · Intensità energetica primaria UE27 1991-2013 Fonte: Rapporto Annuale Efficienza Energetica ENEA 2015 Tep/M€

ENERGIE RINNOVABILI ED

EFFICIENZA ENERGETICA

QUALE FUTURO?

Camera di Commercio di Milano

25 novembre 2015

1

Prof. Massimo BeccarelloUniversità di Milano-Bicocca

Page 2: ENERGIE RINNOVABILI ED EFFICIENZA ENERGETICA QUALE … · 2015-11-30 · Intensità energetica primaria UE27 1991-2013 Fonte: Rapporto Annuale Efficienza Energetica ENEA 2015 Tep/M€

Fonte: IEA, WEO 2014 7

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

90%

100%

2020 2030 2040

15.317 17.768 20.039

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

90%

100%

2020 2030 2040

Altre rinnovabili Bioenergie

Idroelettrico Nucleare

Gas Oil

Coal

14.979 16.721 18.292

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

90%

100%

2020 2030 2040

14.522 14.935 15.629

Current Policy Scenario New Policy Scenario 450 Scenario

Il totale dei consumi mondiali al 2040 varia di 5 Mld Tep a seconda degli scenari

Fonti energetiche: Medium - Long Term Demand EvolutionL’importanza di una strategia energetica condivisa

Possibili scenari dei consumi futuri

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3

Scelte di de-carbonizzazione in ambito energetico: WorldL’importanza di una strategia energetica condivisa

Tecnologie con maggiori potenzialità per il mantenimento del riscaldamento

globale al di sotto dei 2 gradi centigradi al 2050

Renewables; 30%

CCS; 13%

Power Generation efficiency; 1%

End-use fuel switching; 10%

End Use Fuel and Electricity

efficiency; 38%

Nuclear; 8%

Contribution of technology area to global cumulative C02

reduction between 2050 6 DS and 2 DS scenario

Fonte: IEA, Energy Technology Perspectives 2015

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5

Scelte di de-carbonizzazione in ambito energetico: World

Fonte: IEA, Energy Technology Perspectives 2015

0

100

200

300

400

500

600

2012 2020 2030 2040 2050

EJ

Savings

Coal

Other

Hydrogen

Oil

Commercial heat

Electricity

Natural gas

Biomass and waste

Impatto dell’Efficienza Energetica per il mantenimento del riscaldamento globale

al di sotto dei 2 gradi centigradi al 2050

20

17

40

48

2

0

20

40

60

80

100

120

140

2012 2015 2020 2025 2030 2035 2040 2045 2050

Services

Residential

Transportpassenger

Transportfreight

Inudstry

Efficienza Energetica per settore necessaria al mantenimento del riscaldamento

globale al di sotto dei 2 gradi centigradi al 2050

38%

2%

31%

13%

16%

EJ

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5

Scelte di de-carbonizzazione in ambito energetico: World

Fonte: IEA, Energy Technology Perspectives 2015

Risparmi di energia finale e emissioni climalteranti stimati nel settore residenziale per il

mantenimento del riscaldamento globale al di sotto dei 2 gradi centigradi

0 4 8 12 16

2050

2040

2030

2020

EJ

Space heating

Water heating

Cooking

Lighting, cooling andappliances

Miscellaneous equipment

Building Energy Savings

0 1 2 3 4

2050

2040

2030

2020

GtCO2

Building Emissions savings

Space and water heating

Cooking

Miscellaneous equipment

Space and water heating

Lighting

Cooling and appliances

Miscellaneous equipment

Direct emissions

Indirect emissions

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6

Scelte di de-carbonizzazione in ambito energetico: World

Settori con maggiori margini di intervento per il mantenimento del riscaldamento

globale al di sotto dei 2 gradi centigradi al 2050

Fonte: IEA, Energy Technology Perspectives 2015

23% 20%

27%21%

12%12%

10%8%

28%39%

2025 2050

Global C02 reduction between 6 DS and 2 DS scenario by sector

Transport

Industry

Buildings

Other transformation

Power generation

Investment requierements by sector

2016-2050

trillion $TOTAL AVERAGE ANNUAL

6 DS 2 DS 2 DS - 6 DS 6 DS 2 DS

Buildings 17,0 28,2 11,2 0,5 0,8

Industry 8,9 10,1 1,2 0,2 0,3

Transport 265,7 284,3 18,6 7,6 8,1

Power 26,8 36,1 9,3 0,8 1,0

Total 318,4 358,8 40,4 9,1 10,3

Investimenti per settore necessari tra il 2016 e il 2020 per mantenere il

riscaldamento globale al di sotto dei 2 gradi centigradi

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519,0575,0

454,0

311,4

103,8

0,0

100,0

200,0

300,0

400,0

500,0

600,0

700,0

1990 2005 2020 2030 2050

Mt CO2

Fonte: Elaborazioni su dati SEN e Roadmap 2050

E’ stato usato il fattore moltiplicativo 2,32 per calcolare la CO2 risparmiata da ogni Mtep

Target CO2

21% al 2020

Target CO2

80% al 2050

7

Emissioni Italia di CO2 equivalente

Target SEN FR:

Da 17% a 20% su CF

Target SEN CO2:

da - 18% a - 21% rispetto al 2005

Target SEN EE:

Da 20% a 24% su CF

TAR

GET

SEN

20

20

Per il nostro paese il solo target di riduzione di CO2 significa portare il livello di emissioni

previsto nel 2020 pari a 454 Mt CO2 a 103,8 Mt CO2.

Target SEN FR:

Da 17% a 20% su CF

Target SEN EE:

Da 20% a 24% su CF

Italia nuovi target al 2030 Obiettivi di sostenibilità ambientale italiani

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Tendenziale Relazione tra riduzione consumi e crescita economica

-20%

-15%

-10%

-5%

0%

5%

10%

15%

20%

1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013

Variazione annuale* del PIL e dei consumi di energia elettrica delle industrie italiane

Consumi Italia PIL Italia*(anno sul precedente)

Fonte: Eurostat

-25%

-20%

-15%

-10%

-5%

0%

5%

10%

15%

2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013

Variazione del PIL e dei consumi di energia elettrica delle industrie in Italia anno base 2005

Consumi Italia PIL Italia

Dal 2005 risulta sempre più evidente il disaccoppiamento fra la crescita economica e i

consumi delle imprese italiane

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9

Intensità energetica primaria UE27 1991-2013

Fonte: Rapporto Annuale Efficienza Energetica ENEA 2015

Tep/M€2005: TEP per Milioni di euro concatenati (anno di riferimento 2005)

L’Italia è il secondo paese con maggiore efficienza energetica

Tep/M€

Posizionamento Italia Efficienza Energetica

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Variazione intensità energetica per settore in Italia 2013/1995

L’industria è il settore che ha ridotto maggiormente l’intensità energetica

Fonte: Rapporto ISPRA

-18%

-19%

-8%

26%

-6%

-30% -20% -10% 0% 10% 20% 30%

Agricoltura e pesca

Industria

Trasporti

Servizi e Residenziale

Totale

Intensità Energetica: performance settoriali

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Evoluzione della spesa protezione dell’ambiente Spese per la protezione dell’ambiente da parte dei comparti industriali

Anni 2003 - 2011

178,67

194,67 198,9

219,75 219,95

189,37182,29

191,75201,9

0,00

50,00

100,00

150,00

200,00

250,00

2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011

Media europea Germania Spagna Italia Finlandia Regno Unito

Fonte: Eurostat

€ pro capite

Le spese per la protezione dell ’ ambiente sviluppate dalle imprese italiane superano

abbondantemente quelle operate dagli altri paesi europei.

Nel settore manifatturiero il 25,8% delle imprese, che hanno sviluppato eco

innovazione, hanno avuto nel 2013 un aumento del fatturato.

Dal 2008 le imprese che hanno effettuato eco-investimenti sono state il 22% del totale, il 33% per

il comparto manifatturiero.

11

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Effetti sull’innovazione

12

L’Italia è tra i dieci paesi che sviluppano innovazione tecnologica nella

green economy e al quarto posto in Europa

USA22%

Japan19%

Korea14%

China14%

Germany12%

France3%

Uk2%

Canada2%

Rissia1%

Italia1%

Altro10%

Share of World climate patented inventions

2000-2011

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Target SEN FR:

Da 17% a 20% su CF

Target SEN CO2:

da - 18% a - 21% rispetto al 2005

Target SEN EE:

Da 20% a 24% su CF

TAR

GET

SEN

20

20

13

(Mtep) Energia Primaria Energia Finale

Paesi Target 2020 Consumi 2005 Consumi 2012 Target 2020 Consumi 2005 Consumi 2012

Italia 158,0 178,8 155,3 126,0 134,6 119,1

Germania 277,0 317,7 298,0 194,0 218,2 212,7

Francia 236,0 261,4 246,3 131,0 162,3 150,4

Spagna 120,0 136,0 121,4 80,0 97,6 83,0

Regno Unito 178,0 223,3 195,8 158,0 152,9 134,0

Media europea 2.874 3.316,4 3.073,7 2.123 2.323,6 2.159,6

Si stima che almeno il 33% delle riduzioni dei consumi nazionali sia derivante

sicuramente da interventi di efficienza energetica.

Fonte: Elaborazioni su dati European Environment Agency rapporto Trends and Projections in Europe 2014

Gli altri paesi che hanno raggiunto il Target sono: Grecia, Irlanda, Lussemburgo e Slovacchia

L’Italia appare uno pei pochi paesi ad aver già raggiunto il target di efficienza energetica

previsto per il 2020 sia per i consumi di energia primaria che finale.

Target SEN FR:

Da 17% a 20% su CF

Target SEN CO2:

da - 18% a - 21% rispetto al 2005

Obiettivi Italia Efficienza Energetica Obiettivi di sostenibilità ambientale italiani

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Target SEN FR:

Da 17% a 20% su CF

Target SEN CO2:

da - 18% a - 21% rispetto al 2005

Target SEN EE:

Da 20% a 24% su CF

TAR

GET

SEN

20

20

14

Target SEN CO2:

da - 18% a - 21% rispetto al 2005

Target SEN EE:

Da 20% a 24% su CF

8,1% 8,6% 9,2%9,9%

10,5%11,2%

12,0%12,9%

13,8%15,1%

17,0%

0,0%

2,0%

4,0%

6,0%

8,0%

10,0%

12,0%

14,0%

16,0%

18,0%

2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020

Fonti Rinnovabili sul Consumo Finale Lordo

Quota FER sul CFL Obiettivo FER su CFL

Fonte: GSE e Mise

L’Italia ha raggiunto il target di fonti rinnovabili previsto per il 2020 dall’Europa.

Obiettivi Italia Fonti Rinnovabili Obiettivi di sostenibilità ambientale italiani

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68,2

25,4

Scenario consumi 2020

inerziale

Trend PAEE 2011 con

obiettivi raggiungibili al

2016

Target FR 20% su consumi finali lordi (MTEP)

20%

28,9

2020

12,7

20%

33,4

2020 2020

20%

26,7

*Per calcolare la CO2 risparmiata si è assunto un coefficiente di emissione pari a 3,12 tCO2/tep media pesata stimata rispetto ai consumi finali in Italia.

2020

20%- 83 Mt CO2

2020: 79 Mt CO2

2030: 101 Mt CO2

167144,8

133,6

10,8

11,2

10,1

Target EE 24%

al 2020

Effetto crisi

PAEE 2007

3,1 Risparmi non previsti1,3

Target EE 20% al

2020

Risparmio incrementale per

centrare target EE 20% al

2020

126,9

6,7

Risparmio incrementale

per centrare target EE 24%

al 2020

Risparmio

34,9 Mt CO2RISPARMIO CO2

EFFICIENZA SUL TENDENZIALE

Target EE 30% al 2030

da Pacchetto UE

120,4

32,5

27%

125,1

Mt CO2

- 79 Mt CO2

2030

6,5

2020: 125 Mt CO2

2030: 145 Mt CO2

69,3

MtCO2

Mtep

145,4

Mt CO2

104,2

Mt CO2

Risparmio

20,9 MtCO2 Risparmio

20,3 MtCO2

- 101 Mt CO2

20,7FER 2013

20,7 20,7 20,7 20,7- 64,6 Mt CO2 - 64,6 Mt CO2 - 64,6 Mt CO2 - 64,6 Mt CO2

4,711,8

NUOVE FER

- 39,6 MtCO2- 25,6 MtCO2 - 18,7 MtCO2 - 14,7 MtCO2

RISPARMIO CO2RINNOVABILI

SUL TENDENZIALE

Risparmio incrementale

per centrare target EE 30%

al 2030

- 64,6 Mt CO2

- 36,8 MtCO2

Fonte: Elaborazioni Confindustria15

Previsioni Consumo Finale Lordo Anno 2020 e 2030 (MTEP)

Obiettivi 2030 Italia Scenario 2030: EE 30% - FER 27%

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Em

iss

ion

i C

O2

20

05

Ob

iettiv

o U

E

CO

2 2

02

0

Ob

iettiv

o

SE

N 2

02

0

Em

issio

ni

tendenzia

le

2020

Em

issio

ni

202

0 c

on F

R

20%

e E

E

24%

Em

iss

ion

i C

O2

19

90

Ob

iettiv

o

Pacchetto

2030

Em

issio

ni

tend

en

zia

le

2030

Em

iss

ion

i 2

03

0 c

on

FR

27

% e

EE

27

%*

575472 454

634

430 519

311

556

310

103 12179

208101

125

145

EE FR

Mt CO2 eq

EE 61%

2020 2030

FER 39%EE 59%

FER 41%

*Per calcolare la CO2 risparmiata si è assunto un coefficiente di emissione pari a 3,12 tCO2/tep media pesata stimata rispetto ai consumi finali

in Italia. Le emissioni tendenziali al 2030 sono calcolate a partire dal calore dei consumi dello scenario baseline 2007 a cui è applicato un fattore

di emissione pari a 2,4 tCO2/tep, attualmente caratterizzante il rapporto fra consumi primari ed emissioni in Italia.

OBIETTIVO OBIETTIVOSCENARIO SCENARIO

Scelte di de-carbonizzazione in ambito energetico: ITAPrevisioni delle emissioni al 2020 e al 2030Scenario GHG 40% - EE 30% - FER 27%

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Stima condotta con riferimento all’Italia, emissioni anno 2012 e costo ipotizzato delle quote di 6,5 €/t CO2

Italia: performance e costi settoriali

Effetti allocativi diretti ed indiretti

19,0

29,224,4

9,6

11,0

6,4

Emissioni CO2 equivalente anno 2012

Fonte: Elaborazione dati Confindustria

Le emissioni annuali tra il 1990 e il periodo 2008-2012 sono decresciute del 4,6% (Target Kyoto 6,5%)

17

STIMA QUANTITA'

EMISSIONI E

COSTI CO2 PER

SETTORE

EMISSIONI COSTI

MtCO2 % M€ %

Industria 81,9 19,0 4771 34,0

Industria

energetica125,6

29,2 9787,0

Trasporti 104,8 24,4 621 4,4

Agricoltura 41,1 9,6 259 1,9

Domestico 47,3 11,0 3190 22,8

Terziario 27,7 6,4 4200 30,0

34,0

7,0

4,41,9

22,8

30,0

Valutazione costi CO2 Industria

Industria energetica

Trasporti

Agricoltura

Domestico

Terziario

Ipotesi costo CO2 da consumi elettrici secondo il fattore di emissione medio nazionale (costo medio)

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Fonte: Elaborazione dati Confindustria

18

29%

30%

2%

27%

12%

Consumi energia finale 2013

Industria

Trasporti

Agricoltura

Residenziale

Servizi

Considerando Usi non energetici e Bunkeraggi all'interno dei consumi industriali

70%

17%

3%10%

Valore economico emissioni evitate2005-2013

STIMA QUANTITA'

CONSUMI E VALORE

EMISSIONI CO2 EVITATE\

CONSUMI FINALI

2013

Cumulato risparmi

sui consumi finali

2005-2013

Emissioni

evitate

periodo

2005-2013*

Valore

economico

cumulato

emissioni CO2

evitate

Valore economico

medio annuo

emissioni CO2 evitate

M tep % M tep M tCO2 M € M € %

Industria 36,5 29% 60,6 189,2 1229,94 136,66 70%

Trasporti 37,8 30% 14,8 46,1 299,68 33,30 17%

Agricoltura 2,7 2% 2,4 7,6 49,24 5,47 3%

Residenziale 34,0 27% 8,5 26,5 172,51 19,17 10%

Servizi 15,5 12% -4,3 - - - 0%

Stima condotta con riferimento all’Italia, emissioni anno 2012 e costo ipotizzato delle quote di 6,5 €/t CO2

*Per calcolare la CO2 risparmiata si è assunto un coefficiente di emissione pari a 3,12 tCO2/tep media pesata stimata rispetto ai consumi finali in Italia.

Italia: performance e costi settoriali

Risparmi derivanti dalla diminuzione dei consumi

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Green Economy risultati significativi ed esigenza di un quadro

regolatorio stabile e razionale

Il nostro paese rappresenta, infatti, nonostante la crisi, il secondo produttore manifatturiero

europeo con una quota (circa il 17%) di valore aggiunto industriale superiore rispetto ai

principali competitor europei.

l valore aggiunto prodotto dalla green economy è stimabile in Italia pari al 10,2%

dell’economia nazionale (101 Mld€).

Si rileva la presenza di circa 3 milioni di "green job", ammontare in costante crescita.

L’American Council for an Energy-Efficient Economy (ACEEE) ha posizionato l’Italia al

secondo posto al mondo, dopo la Germania, per gli sforzi nazionali compiuti a favore

dell’incremento dei livelli di efficienza energetica.

Le imprese della green economy italiane sono verticalmente integrate con altri settori

industriali.

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Le politiche di green economy possono assumere nel Paese un ruolo strategico per

incrementare la tutela delle risorse ambientali, la competitività delle imprese e i livelli

occupazionali. L’Italia si trova in una posizione privilegiata per valorizzare le opportunità

dello sviluppo green, infatti:

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Struttura razionale e stabile delle politiche incentivo

Efficacia delle misure di sostegno all’efficienza energetica

Analisi comparativa degli strumenti

Fonte Rapporto Annuale sull’Efficienza Energetica Enea 2015

Efficienza economica degli strumenti di incentivazione

Misura

Contributo

erogato

(M€)

Vita utile

(anni)

Contributo

annuale

(M€/anno)

Risparmio

conseguito

(GWh/anno)

Costo

efficacia

(€/KWh)

Certificati Bianchi 3359 10 336 39530 0,0085

di cui CAR 154 10 15 8747 0,0018

Detrazioni Fiscali

55/65%

Riqualificazione globale 438 20 22 527 0,0415

Strutture opache e infissi 6457 20 323 3894 0,0829

Pannelli solari 866 20 43 599,3 0,0722

Climatizzazione invernale 3571 12 298 4319 0,0689

Media pesata Detrazioni Fiscali 0,0682

I Certificati Bianchi presentano una elevata efficacia comparando il

contributo erogato e i risparmi conseguiti.

Le Detrazioni Fiscali hanno invece ottenuto risparmi inferiori, nonostante i

contributi erogati siano stati significativi.

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Struttura razionale e stabile delle politiche incentivo

Il rapporto fra il costo degli investimenti per

efficienza energetica nel settore civile e le emissioni

evitate, sia pari a 335 €/ton CO2, valore nettamente

superiore al prezzo del carbonio in vigore sul

mercato dell’ETS (circa 6,5 €/ton CO2).

Risparmio conseguito GWh/anno 9.339

Emissioni evitate ton CO2/anno 3.710.668

Investimento annuo Mln €/anno 1.242

Costo medio emissioni evitate €/ton CO2 335

Risultati detrazioni fiscali 55%-65%

Elaborazioni su dati Enea e Ispra

Per quantificare l’onere della politica di detrazioni fiscali, si tenga presente la quota parte di investimento coperto

attraverso il contributo annuale dello Stato. Per evitare l’emissione di una tonnellata di CO2 si sono posti a

carico della collettività 185 €.

Risultati detrazioni fiscali 55%-

65%

Investimento

annuale

Contributo

annuale

Risparmio

conseguito

Emissioni

evitate

Costo

totale

emissioni

Costo

emissioni ex

contributo

Mln €/anno Mln €/anno GWh/anno ton CO2/anno €/ ton CO2 €/ ton CO2

Riqualificazione globale 39 22 527 209.386 186 105

Strutture opache e infissi 590 323 3.894 1.547.155 381 209

Pannelli Solari 78 43 599 238.112 328 181

Climatizzazione Invernale 535 298 4.319 1.716.015 312 174

Totale 1.242 686 9.339 3.710.668 335 185

Se nel breve termine (2015-2020) appare quindi importante sostenere le attuali policy di

promozione dell’efficienza energetica, quali detrazioni fiscali per riqualificazione energetica e

ristrutturazione edilizia, è importante nel lungo termine (2020-2030) evitare la sovrapposizione fra

diversi meccanismi incentivanti. In particolare, si ritiene più efficace un’impostazione basata su

meccanismi di mercato (TEE e ETS) che favorisca lo sviluppo di investimenti in tecnologie e settori

maggiormente cost-effective.

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Struttura razionale e stabile delle politiche incentivo

Elaborazioni su dati Enea e Ispra

1. strumenti di incentivazione non-economici: tipicamente utilizzati sottoforma di

divieti, obblighi e standard comportamentali vincolanti. In generale, nel Green Act

l’introduzione di questi strumenti dovrebbe essere accompagnata da un’adeguata

analisi di impatto, così da prevederne l’applicazione laddove si riscontri l’esigenza di

avvalersi, in senso stretto, del principio di precauzione. Solo dopo aver valutato,

attraverso un ’ opportuna analisi costi-benefici, l ’ insostenibilità degli strumenti

economici, si dovrebbe passare all’uso di quelli non-economici.

Le politiche ambientali, energetiche e industriali richiedono di essere accompagnate

da adeguati strumenti di enforcement per una loro efficace implementazione. Nello

specifico, le politiche di incentivazione indirizzano i comportamenti – relativi a scelte di

investimento e azioni mirate a ridurre le esternalità ambientali – e svolgono, ex-ante,

un ruolo fondamentale nell’attuazione degli obiettivi di policy.

Nella recente esperienza, le politiche di incentivazione sono state utilizzate in modo

poco razionale, producendo gravi distorsioni sul piano economico ed ambientale e

limitando le opportunità di sviluppo. Una integrazione delle politiche di

sostenibilità ambientale con le politiche energetiche che eviti sovrapposizioni fra i

diversi sistemi di promozione della sostenibilità ambientale.

Gli strumenti che possono essere utilizzati si possono ricondurre a due macro categorie:

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Struttura razionale e stabile delle politiche incentivo

2. strumenti di incentivazione economici: preferendo quelli di mercato e ricorrendo a

quelli più generalmente afferenti alla fiscalità nei casi residuali di fallimento del

mercato per stimolare offerta o domanda green.

A.strumenti di mercato: gli strumenti di mercato sono solitamente preferibili, potendo

vantare caratteristiche di neutralità tecnologica ed uso più efficiente delle risorse. In modo

chiaro si dovrebbe identificare i campi di applicazione degli strumenti di mercato e garantire

che le finalità di politica ambientale siano basate su obiettivi stabili e non modificabili

almeno nel medio periodo (in modo da permettere di programmare gli investimenti). Va però

ricordato che anche l’introduzione di standard può rappresentare un elemento costitutivo

dello sviluppo di un mercato.

B.fiscalità: anche la fiscalità fa parte degli strumenti economici. Tuttavia, diversamente dai

meccanismi di mercato, i segnali economici non sono determinati dall’ interazione tra

domanda e offerta di mercato rispetto agli obiettivi di politica ambientale. La fiscalità

richiede la determinazione amministrativa dei valori economici e per questo motivo è meno

preferibile, in quanto potrebbe generare delle condotte distorsive o non allineate agli

obiettivi. Data la predeterminazione economica del livello impositivo e del campo di

applicazione, lo strumento della fiscalità risulta meno efficace sul piano della neutralità

tecnologica, in quanto richiede continui aggiornamenti dei valori in relazione al mutato

contesto.