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Verona, Provianda Santa Marta, sala interna, 1987 fotografia © 2006 - Enzo Bassotto ENZO BASSOTTO & RAFFAELLO BASSOTTO PHOTOBOOKS u 1979/1999 Enbass Photobooks

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Libri fotografici pubblicati dal 1979 al 1999 da Enzo e Raffaello Bassotto

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Verona, Provianda Santa Marta, sala interna, 1987fotografia © 2006 - Enzo Bassotto

ENZO BASSOTTO&

RAFFAELLO BASSOTTO

PHOTOBOOKS u 1979/1999

Enbass Photobooks

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ENZO BASSOTTO&

RAFFAELLO BASSOTTO

PHOTOBOOKS u 1979/1999

Enbass Photobooks

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Per molto tempo, a partire dai lontani anni Settanta, ho operato in coppia con mio fratello Raffaello, una proficua e felice stagione che ha fruttato una quarantina di libri

fotografici e svariate esposizioni personali e collettive.Sin dagli inizi, i libri hanno costituito il nostro maggior impegno, questi volumi, per la quasi totalità, sono nati come supporto di mostre personali in Italia e all’estero e, pur trattandosi spesso di cataloghi, non abbiamo mai trascurato la grafica, i materiali e la stampa tipografica, che abbiamo sempre preteso essere di qualità, insomma da noi “l’oggetto libro” è sempre stato considerato la nostra vera “opera”. Da un po’ di tempo le cose sono cambiate − le cose cambiano.Ora, fortunatamente, esistono molti modi di far conoscere il proprio lavoro ad un grande numero di cultori della fotografia; internet è sicuramente la più importante di queste opportunità, ed io ho scelto di percorrere questa strada. Oggi si possono costruire storie, creare immagini o documentare situazioni, impaginare, aggiungere testi e didascalie, scegliere i caratteri tipografici più rispondenti al contenuto, comporre frontespizi e copertine realizzando così, a tutti gli effetti, dei libri fotografici. Questi sono libri virtuali e reali nello stesso tempo e se non finiranno, spesso per motivi economici, su di un supporto cartaceo, potranno essere pubblicati in rete e messi a disposizione di tutti, gratuitamente, non escludendo in seguito la possibilità di trasformarli in edizioni tipografiche tradizionali.

Enzo Bassotto

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Verona, Provianda Santa Marta, sala interna, 1987fotografia © 2006 - Enzo Bassotto

LIBRI FOTOGRAFICI

E CATALOGHI DI MOSTRE PERSONALI

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6 … Anche le città, come le persone, hanno, se non un’anima, certo un carattere, una personalità. Essa sfugge alle catalogazioni delle guide per turisti, manca dalle raccolte delle cartoline che elencano i monumenti e i luoghi notabili, ma esiste. Si rivela a chi la ricerca con amore, con dedizione e con serena pazienza, lungo gli itinerari segreti che dimenticano le strade più note e più piene di traffico, che lascia-no in disparte i luoghi classici di una tradizione accademica. Sono, spesso, le strade umbratili di una antica memoria, i sentieri circolari di un ricordo che affiora e subito svanisce, che procede per consonan-ze e assonanze, dimenticando l’assurdo terrore della completezza, della determinatezza, dell’esemplarità.Allora nasce e si ferma l’immagine vera della città, si scompone il panorama schematico e abituale dei monumenti, si ricompone per un attimo il ritratto misterioso di una città che vive. … Giuseppe Brugnoli

1979

VERONA

Colibrì Edizioni / Studio La Città - VeronaCatalogo della mostra alla Galleria Studio La Città, Verona 1979 - Volume realizzato con la partecipazione del fotografo Maurizio BrenzoniTesti di Giuseppe Brugnoli34 x 27 cm, 124 pagine, 111 fotografie b/n

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Verona, Piazza dei Signori, Turista alla Loggia di Fra’ Giocondofotografia © 1979 - Enzo Bassotto

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Verona, Il Ponte della Pietra visto da Lungadige San Giorgiofotografia © 1978 - Enzo Bassotto

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Verona, Piazza Bra, Veduta del Liston dall’alto dell’Anfiteatro Romanofotografia © 1979 - Enzo Bassotto

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10 … E per cominciare, è possibile «cedere l’immagi-ne» a qualcuno, al medesimo modo in cui si «cede la parola» (o si «cede il posto»)? È possibile, per autori di fotografie, una volta scartato il mito di un’immagine neutra e oggettiva, spostare la loro ineludibile soggettività sopra l’oggetto, soggetti-varlo? E fare, dunque, della rappresentazione, del rappresentato, il responsabile autentico della figura, e ribaltarlo, diciamo così, da «natura morta» ( in cui tanto più si risolve, se si tratta di «natura uma-na»), in «natura viva»? A livello delle parole e del discorso, le cose appaiono semplici (e non dico che lo siano). Le didascalie con cui gli uomini di Borgo Nuovo si definiscono e si autopresentano, saranno bene selezionate e trascelte entro un materiale tanto più vasto, disponibile e possibile, ma rispondono, epigraficamente epigrammatiche, a nostre abitudini consolidate, come una sorta di «autoscatto» verbale. Un narratore che accetta che un suo personaggio «prenda la parola», agisce secondo un procedimento cristallizzato, altamente convenzionale, convenzio-nato, pattuito, e pacificamente accolto, e da sempre. Ma in questo libro c’è un tentativo che non è affatto abituale e pacifico. Gli abitanti di Borgo Nuovo non sono «messi in posa», per ottenere un certo risul-

tato estetico o documentario. E non sono nemme-no «sorpresi dall’obiettivo», in osservanza al mito dell’incontrollata verità dell’istante. Sono invitati, piuttosto, a «mettersi in posa». Cioè, come si accen-nava, a «prendere l’immagine». …

… In una «civiltà dell’immagine», tecnologicamente evoluta, non è importante e significativa la figura particolare, empirica, nella sua pura percettività sensibile. Anzi, quello che importa è che, nel docu-mento, attraverso l’immagine ex machina che la fo-tografia propone, emerga il modello culturale da cui il soggetto oggettivato è guidato e regolato, e che si manifesti, a questo modo, la sua struttura profonda.E la più autentica, la sola. Perché niente è più condi-zionato di un riflesso sociale che scatta come spon-taneo. E anzi la «posa» quella che può proclamare la verità (oggettiva davvero, perché oggettivabile) del suo essere sociale: il referto «mette in luce» (attra-verso la «scrittura luminosa» che è la fotografia) la relazione concreta, precisamente perché culturale e storica, sociale e «ideologica», tra il soggetto e il mondo che lo circonda. Edoardo Sanguineti

BORGO NUOVO

Centro Rinascita Editore - VeronaCatalogo delle mostre personali al Palazzo Diamanti, Museo d’Arte Moderna di Ferrara 1982, alla Galleria Studio Studio Due di Suzzara 1982, Galleria Studio La Città, Verona 1980, Galleria Rifredi, A.R.C.I. Regionale, Firenze, 1981, Sala Civica Angelo Dall’Oca Bianca, Verona 2005Testi di Edoardo Sanguineti e Giorgio Bragaja22 x 24 cm, 120 pagine, 83 fotografie b/n

1980

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«Un bambino ci ha regalato tutte queste cose e le stiamo portando a casa.»fotografia © 1980 - Enzo e Raffaello Bassotto

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«Cinquantasei anni di vita in carovana.»fotografia © 1980 - Enzo e Raffaello Bassotto

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«Tra un po’ deve nascere un nuovo nipotino che si aggiungerà alla grande famiglia. Noi siamo molto uniti: mangiamo, lavoriamo e viaggiamo insieme. Abbiamo tre carovane e giriamo con la nostra giostra tutta la Lombardia.»

fotografia © 1980 - Enzo e Raffaello Bassotto

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«Siamo quelli delle dieci e mezza, tutte le domeniche a quest’ora usciamo da messa e andiamo al bar a giocare a carte.»

fotografia © 1980 - Enzo e Raffaello Bassotto

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«Sto preparando la “polenta consà” un piatto che mangiavano i nostri nonni. Quando sarà cotta la rovescerò sulla tavola versandoci sopra salsa

e cotechino. Ognuno poi la mangerà col cucchiaio.»fotografia © 1980 - Enzo e Raffaello Bassotto

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16 … Il gioco è un gomito a gomito sereno e che si ap-paga senza ansie, senza necessità di piccoli o grandi primati. Così la fotografia particolarizza la vicenda e il momentaneo, ritagliando il gesto, l’espressio-ne, nella semplicità di un ricordo lieve, popolare, sociale. Il metodo del fotografare riporta al discorso iniziale degli occhi mentali, della coscienza operativa invece che sensibilistica o meramente emotiva, e il fotografo ribalta in questa occasione ogni suo agire precedente, in una prova di maturità assai qualifica-ta, e realizzatrice. Era necessaria una misura attenta e tempestiva per impressionare con lieve ma necessaria istanza la documentazione del fenomeno collettivo, lasciando così ai protagonisti, qui soggetti attivi, il massimo della spontaneità e della naturalez-za: operazione senz’altro riuscita, con nitida preci-sione. …

Alessandro Mozzambani

IL GRANDE GIOCO

Edizioni Comune di Verona - VeronaCatalogo della mostra alla Galleria Il Diaframma, Brescia 1981Pubblicato in occasione della manifestazione sportiva e popolare che coinvolse tutta Verona nel corso del 1981Testo di Alessandro Mozzambani22 x 24 cm, 108 pagine, 62 fotografie b/n

1981

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Verona, Piazza Bra, Palazzo della Gran Guardia, gara di skate-boardfotografia © 1981 - Enzo Bassotto

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Verona, Corso Porta Nuova, Gara di ski-rollfotografia © 1981 - Enzo Bassotto

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Verona, Borgo Trento, Gara di pallacanestro in parrocchiafotografia © 1981 - Enzo Bassotto

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Verona, Piazza Bra, Partita di canoa polo sul Listonfotografia © 1981 - Enzo Bassotto

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Verona, Borgo Trento, Partita di calcio al campetto in periferiafotografia © 1981 - Enzo Bassotto

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22 … Le acque viola sono diventate adesso una consuetudine. Ma sento che, nell’usare la parola “consuetudine”, non rispetto le splendide metamor-fosi del Garda. La consuetudine genera stanchezza, è come una pagina letta e riletta fino alla noia, come una macchia sul soffitto che ormai non stimola più fantasie e invenzioni. Per il Garda questo non accade, e in ciò risiede il suo fascino che è continuo come il respiro. … … Il Garda era stato squassato da una bufera: nuvo-le bassissime, un vento furioso, le rive tormentate, i tavoli all’aperto buttati per aria. Poi tutto si placò, il cielo ritrovò l’immensa limpidezza dell’estate quan-do la pioggia spazza via l’afa. … … Passò in lontananza una regata: le barche solca-vano le acque rischiarate dalla luna stando a varie distanze una dall’altra, con un carico invisibile di uomini, con le vele scure. Come scrisse Eugenio Montale guardando il volo disperso delle coturnici, anche le barche parevano una “rotta, felice schiera”. Giulio Nascimbeni

IL GARDAEdizioni Futuro - Verona Catalogo della mostra alla Galleria Studio La Città, Verona 1982Volume realizzato con la partecipazione del fotografo Maurizio BrenzoniTesto di Giulio Nascimbeni30 x 24 cm, 120 pagine, 65 fotografie b/n

1982

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Lago di Garda, Maderno, Due barche all’ormeggio nel porticciolofotografia © 1982 - Enzo Bassotto

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Lago di Garda, Maderno, In attesa del piroscafo al pontilefotografia © 1982 - Enzo Bassotto

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Lago di Garda, Limone, Due anziani turistifotografia © 1982 - Enzo Bassotto

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Lago di Garda, Gargnano, Circolo della Velafotografia © 1982 - Enzo Bassotto

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Lago di Garda, Gargnano, Pescatori che vuotano le reti fotografia © 1982 - Enzo Bassotto

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28 … Guardando queste belle immagini e leggendo le significative frasi riportate sotto ogni immagine, pensando ad altri vecchi conosciuti e amati, soprat-tutto delle classi subalterne, sottomesse, per condi-zioni di vita e di lavoro, viene da pensare che la loro vita, la nostra, di molti di noi, sia stata vissuta alla rovescia del bellissimo racconto giapponese che qui riporto nella versione di Claudio Magris (in «Itaca e Oltre», p. 101): «In una fiaba giapponese il pescatore Urashima si innamora di una dea marina, e si getta fra le sue braccia nell’acqua e la segue sul fondo del mare dove vive beatamente “per tre anni”, finché gli viene nostalgia di rivedere casa sua, i genitori e i fratelli, vuole andarli a trovare e parte, promettendo all’amata di tornare presto e ricevendo da lei una misteriosa scatola, con l’ingiunzione di non aprirla mai. Ma arrivato al paese trova tutto mutato, “tran-ne le montagne” : non c’è più la sua casa e neanche il villaggio e qualcuno, interrogato da lui, ricorda solo una vecchia storia, tramandata da più genera-zioni, che diceva di un pescatore, Urashima, anne-gato “or sono quattrocento anni”. Urashima cerca di ritornare nel non-tempo del mare e dell’amore, ma non ricorda più la strada; incurante del divieto, apre la scatola, sperando di trovare qualche indica-

zione, ma ne vede uscire una nuvola di polvere che si disperde sul mare, mentre in pochi istanti i suoi capelli diventano bianchi, il viso si copre di rughe e il corpo diviene decrepito, finché egli cade, morto, sulla spiaggia solitaria.»In quel racconto, in quella fiaba, i quattrocento anni trascorsi sono irraccontabili perché non hanno dive-nire; una volta aperta la scatola il divenire accelerato incanutisce, produce rughe, decrepitezza e morte in pochi istanti. Qui, nella vita di questi vecchi, di moltissimi di noi, quell’estatico, trionfale episodio si dilata a dismisura, diventa raccontabile ripetitiva-mente e copre tutto lo spazio, il terreno della memo-ria, dei successivi anni, anni corti come giorni. … Hrayr Terzian

CENT’ANNI DI VITA

Edizioni Futuro - VeronaCatalogo della mostra personale alla Galleria Studio La Città, Verona 1983Salone Pietro da Cemmo, Centro Culturale Sant’Agostino, Crema 1983 Alcune fotografie del libro sono state scelte per la mostra “L’io e il suo doppio” alla Biennale di Venezia del 1995 Testo di Hrayr Terzian24 x 22 cm, 96 pagine, 96 fotografie b/n

1983

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«Sono stata molto felice perché mio marito mi adorava e diceva sempre:“Prego Cristo che mi faccia morire prima di te altrimenti non potrei vivere da solo”.»

fotografia © 1983 - Enzo e Raffaello Bassotto

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«La California è un paese bellissimo, ci sono andato subito dopo la guerra del Quindici,in Italia non c’era lavoro. Ho visto Hollywood e ho lavorato nella villa di Charlie Chaplin.»

fotografia © 1983 - Enzo e Raffaello Bassotto

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«Ricordo ancora quando, da piccola, in collegio dalle suore, il giorno del saggio recitavo una poesia:“L’è el giorno del sagio, voi farme coragio, el premio l’è belo, voi ’verghelo anca mi”.»

fotografia © 1983 - Enzo e Raffaello Bassotto

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«Ho fatto una vita da bestia. Per una donna in campagna è sempre lavoro, in casa, nei campi, con i figli, neanche il tempo per mangiare.»

fotografia © 1983 - Enzo e Raffaello Bassotto

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«Non fai il facchino se non ti piace il vino, io ho sempre fatto il facchino alla stazione di Isola della Scala. Se tornassi indietro, “faria quel che fa i siori, magnar, béar e andar a spasso”. Molti hanno

paura della morte, io no perché “l’ho imbriagada anca ieri sera”.»fotografia © 1983 - Enzo e Raffaello Bassotto

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«Il mio più bel ricordo è di quando, combattendo sul Pasubio,mi sono meritato la croce di guerra.»

fotografia © 1983 - Enzo e Raffaello Bassotto

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«Un chilo e sette etti pesava la carpa che ho preso quel giorno! Quando morirono i miei genitori smisi di lavorare, così potevo andare a pescare, a ballare al “Canarin” e a raccogliere il ferro e l’ottone. Ero finalmente libero e felice.»

fotografia © 1983 - Enzo e Raffaello Bassotto

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36 … Sono convinto che per «incontrare» un paese, una città non occorra una guida voluminosa. Basta per stabilire un rapporto, una presentazione che sappia dare la fisionomia e l’anima della città e della sua gente. Come accade con una persona: ci sor-prende, sempre, il suo volto, il gesto, la parola. …

… Si parla molto di una «diversità» di Verona, rispetto alle altre città. Il suo fascino longobardo per chi viene dal sud; il colore padano, invece, per il visitatore che scende dal nord; l’architettura sacra di ogni epoca (manca il barocco); Sammicheli che costruisce fortezze e palazzi, con la stessa arte; i giar-dini, il fiume, i monti, la pianura, il lago.Un insieme che deve essere visto con un occhio attento, capace di scrutare la «parte», senza rompere l’incanto dell’intera immagine.Questo compito se lo sono assunto Enzo e Raffael-lo Bassotto, con una evidente autonomia rispetto alla scrittura. Ne viene fuori un’altra narrazione, non più di parole, ma di visioni personali, proposte come una lettura degli spazi monumentali, del colo-re e della vita di una città.Enzo e Raffaello Bassotto non sono nuovi a queste esperienze e tanto meno sconosciuti, ma credo che

la loro arte abbia raggiunto, questa volta, momenti espressivi di rara bellezza. Come la bella Verona merita. Dino Coltro

VERONA - Storia Memoria Immagine

Arsenale Editrice - VeneziaTesti di Dino Coltro, Francesco Butturini e Giuseppe Regazzini29 x 20,5 cm, 160 pagine,105 fotografie fra b/n e colore

1984

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Verona, Panorama della città dal Teatro Romanofotografia © 1984 - Enzo Bassotto

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Verona, Piazza Bra, Scalinata del sottopassaggio pedonalefotografia © 1984 - Enzo Bassotto

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Verona, Piazza delle Erbe, La Torre dei Lamberti vista dalle bancarellefotografia © 1984 - Enzo Bassotto

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40 … E certo un segno dei tempi, che il fotografo odierno torni dall’istantanea, cioè da quel proce-dimento caratteristico di fulminare l’istante cui ci avevano abituato gli inviati speciali di guerra, di eventi, di catastrofi, di gesti in movimento, alla posa tranquilla e ben curata. Ma non è più però la posa di un secolo fa. Anche la natura morta al suo nascere (e infatti la sua definizione in tedesco “stilleben” indica gli oggetti che stanno in posa, “di ferma”, nello spa-zio delimitato) era un mettere la natura in posa, … … dal tempo del famoso canestro di frutta di Cara-vaggio, quell’uva era stata definitivamente staccata dal ramo, per guardarla bene in luce e controluce; dunque per fotografarla. E ora dopo tanti gesti in sospeso, e corpi sfocati, i nostri personaggi stanno in posa non per dar tempo alla pellicola di cogliere senza sbavature l’immagine, come accadeva ai nostri bisnonni costretti a quella micidiale ed esasperante fissità; sono in posa perché il primo piano cine-matografico ci ha insegnato che solo l’analisi e la posizione permette di evidenziare il personaggio nell’ambiente, di coglierne il ruolo in scena. …… Ciò che importa ai fratelli Bassotto, come ha sot-tolineato Sanguineti, è che dall’immagine “emerga

il modello culturale da cui il soggetto oggettivato è guidato e regolato, e che si manifesti a questo modo la sua struttura profonda”.La scritta che commenta autobiograficamente ogni immagine è la traccia di lettura che gli autori del libro, anche nelle loro precedenti opere, ci propon-gono come aiuto alla comprensione della situazione messa a fuoco. Anche da questo dato emerge l’atten-zione che essi pongono nel fare di una sequenza di fotografie un libro parlante, e in questo caso il breve scritto costitusce un legame ulteriore tra la condi-zione della persona e il contesto di cui fa parte, un commento alle idee del tempo e del luogo che corre parallelo all’iconografia ex machina. Licisco Magagnato

1985

PERSONE - Settantaquattro Ritratti

Aurora Editrice - VeronaCatalogo della mostra personale alla Galleria Studio La Città, Verona 1985Testo di Licisco Magagnato33 x 24,5 cm, pagine 166, 75 fotografie b/n

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Verona, Piera De Tassis, giornalista di spettacolo e critico cinematografico:«Il cinema è un grande sogno, ormai concluso.»fotografia © 1985 - Enzo e Raffaello Bassotto

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Verona, Sandro Mozzambani, poeta: «Se respiro le parole vengono di conseguenza. Scrivere è come il salto in alto, con la differenza che io transito spesso sotto invece che sopra

l’assicella continuando però a rimanere in gara e a sorriderne fino alla fine.»fotografia © 1985 - Enzo e Raffaello Bassotto

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Verona, Rodolfo Brustolin, fonditore di opere d’arte: «in 65 anni di lavoro ho sempre raccomandato ai miei allievi di interpretare fedelmente il temperamento dell’artista.»

fotografia © 1985 - Enzo e Raffaello Bassotto

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Verona, Stefano Reggiani, giornalista e critico cinematografico: «Al cinema col rischio di capire anche il resto.»fotografia © 1985 - Enzo e Raffaello Bassotto

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Verona, Vittorino Andreoli, psichiatra: «Ho visto nel mio ritratto la morte. Così, fuori dal tempo, continuerò a vivere immobile.»

fotografia © 1985 - Enzo e Raffaello Bassotto

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Verona, Dino Coltro, scrittore e poeta: «… g’ho ancora ‘l to odore de luàme e de cristian e camino con ’l passo che g’avéa su la torba e le foje rosse …»

fotografia © 1985 - Enzo e Raffaello Bassotto

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Verona, Arrigo Rudi, architetto: «Scarpa diceva: “L’architetto è un mestiere da vecchi”, spero di essere sulla strada buona.»

fotografia © 1985 - Enzo e Raffaello Bassotto

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48 … Nelle conversazioni serali il professore e il pittore potevano credere di possedere una propria città, ritagliata in una propria regione, in una propria storia. Era stato il professor Calzicane a trovare la mano. Stava scegliendo in Piazza delle Erbe alcu-ne mele da un mucchio esposto in una bancarella quando trovò, sotto due delicious rosse e squillanti, la mano, tanto esangue e slavata che quasi non si vedeva, tanto delicata e piatta che quasi sfuggiva al contatto. La prese con cura e la mise nella piccola borsa che portava al braccio, poi pagò le mele, senza far cenno alla mano. “È semplicemente il frutto di un delitto” disse la sera il pittore, che era stato ecce-zionalmente convocato sul balcone del ritrovatore. “Siamo negli Anni Trenta e un fatto simile non desta sorpresa”. Ma Calzicane aveva una sua teoria, poiché sapeva tutto sulla coltivazione della regione e sulle enormità che ogni frutto può celare. Spiegò: “Le mele, le pesche, i fichi di questa regione sono di una bellezza che chiede necessariamente il contatto della mano, il riconoscimento tattile prima del piacere degustatorio. Non mi sorprende che qualcuno abbia lasciato una mano su questa bellezza; mi stupisce che non l’abbia ritirata”. Il pittore scuoteva il capo con un piccolo sorriso che non sapevi s’era di com-

plicità o di provocazione: “Insisto, è colpa degli Anni Trenta. Non si dice comunemente che in Europa qualcuno ci ha preso la mano”. Calzicane ribatte-va: “Ma non sarà la prima volta, altri prevaricatori verranno, forse peggiori di questi. Che dovremmo trovare allora sui banche della frutta? Che organi, adatti ai tempi?”.Chiese il pittore: “Tenere una mano altrui, sia pure esangue e delicata, non è piacevole. Che intende farne?”. …

… “Signorina com’è avvenuta la perdita?” “Lei cono-sce la gioventù degli Anni Trenta. Non riusciamo a star ferme, mettiamo le mani dappertutto, è facile che qualche inconveniente capiti, senza quasi che ce rendiamo conto”. …

… “Per carità. Non debbono saperlo. In casa mia c’è ancora quella vecchia usanza di dire: tieni le mani a casa tua. Se una donna sta col suo uomo sul divano, e questi allunga, com’è naturale, una mano, è neces-sario che lei dica, almeno per salvare le apparenze: tenga la mano a casa sua”. … Stefano Reggiani

LUOGHI DEL PAESAGGIO VERONESE

Editrice Nuova Grafica Cierre - VeronaCatalogo delle mostre personali alla Galleria Studio La Città, Verona 1986 e alla Kent University Graphics Gallery, Canterbury 1987Tre racconti di Stefano Reggiani29 x 33 cm, pagine 156, 76 fotografie a colori

1986

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Lessinia Occidentale, Sulla strada per Sant’Anna D’Alfaedofotografia © 1984 - Enzo Bassotto

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Valeggio sul Mincio, Ponte Visconteo e sullo sfondo il castello di Valeggiofotografia © 1984 - Enzo Bassotto

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Lessinia, Cerro Veronese, Torretta votivafotografia © 1984 - Enzo Bassotto

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Lago di Garda, Bardolino, Passeggiata sul lungolagofotografia © 1984 - Enzo Bassotto

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Villafranca Veronese, Il castellofotografia © 1984 - Enzo Bassotto

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54 L’anima popolare di Verona e della sua provincia riscattata dalla fredda ufficialità della storia e resti-tuita al sentimento nostalgico che palpita nel nostro profondo e solitario “io”, recluso sotto gli impietosi sedimenti del tempo …

Jean Pierre Jouvet

CANTAR VERONA

Edizioni Artistiche Cortina - VeronaConfezione contenente una audiocassettacon lettura da parte dell’attore Roberto Pulierodi alcune poesie vernacolari veronesiTesto di Jean Pierre Jouvet27,7 x 31 cm, 120 pagine, 26 fotografie a colori

1987

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Verona, Piazza San Zeno, Ragazzi che giocano davanti alla Basilicafotografia © 1982 - Enzo Bassotto

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Verona, Luna park lungo i bastioni di Porta Paliofotografia © 1984 - Enzo Bassotto

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Verona, L’Ala dell’Arena e il panorama verso Piazza delle Erbefotografia © 1982 - Enzo Bassotto

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Verona, Il Ponte della Pietra visto dalle regaste Redentorefotografia © 1982 - Enzo Bassotto

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Verona, Chiesa di San Zeno in Oratoriofotografia © 1982 - Enzo Bassotto

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60 … Questa serie dei Bassotto, mi ha fatto riaprire tutti i cassetti di casa ed ho iniziato un viaggio stra-ordinario tra i “robivecchi”. Ho riacceso il desiderio dei mercati delle pulci, delle strade rotte, deserte, lontano dal centro, dove tutto è scontato. In questo mondo voglio aprire i miei occhi e scattare una serie infinita di immagini per l’album della mia esistenza. Non so quante dimensioni abbia un’immagine fo-tografica. Almeno tre, come un dipinto del Rinasci-mento, dopo la “scoperta” della prospettiva. Ma non bastano: vi è certamente anche il tempo. …

… Ma oltre al tempo: la quarta dimensione, c’è an-che quella del dolore, della gioia. In una fotografia si vedono i sentimenti, l’affettività. Una fotografia ha persino la dimensione dell’inconscio, che nascosto entro il nostro scheletro, talora si fa mostro, talora bambino sconsolato, talora narciso. …

Vittorino Andreoli

INTERNI DA UN’ALTRA CITTÀ

Edizioni dell’Aurora - VeronaEstratto del volume “Portfolio”Testi di Vittorino Andreoli e Arrigo Rudi32 x 24 cm, 96 pagine, 30 fotografie b/n

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Verona, Via Cappello, Atrio di un palazzo privatofotografia © 1988 - Enzo Bassotto

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Verona, Piazza Bra, Sottopassaggio pedonalefotografia © 1988 - Enzo Bassotto

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Verona, Via Cappello, Protomoteca della Biblioteca Civicafotografia © 1987- Enzo Bassotto

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Verona, Piazza Bra, Museo Lapidario Maffeianofotografia © 1988 - Enzo Bassotto

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Verona, Museo degli affreschi G. B. Cavalcasellefotografia © 1988 - Enzo Bassotto

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66 … La fotografia ha consentito ulteriori verifiche del nostro concetto di sito, di paesaggio; lo strumento ottico, come protesi, è stato concepito in funzione della nostra evoluzione culturale, e non viceversa; come realizzazione di un antico anelito, di arcaiche curiosità; per vedere diversamente, oltre che meglio e di più; per conservare la memoria, verificare, con-frontare gli emblemi dello spazio (l’unica garanzia della realtà), emergenti incessantemente nel quo-tidiano, che si riscatta e configura soprattutto in immagine, spesso in immagine fotografica, offrendo essa inarrivabili illusioni di verosimiglianza. Para-dossalmente, l’immagine fotografica, è più ideale, più fantastica, più emblematica di ogni altra raffigu-razione iconica.

Emblemi sono, innanzitutto (ma come sarebbe possibile sottrarsi ai ricatti della figura retorica, quasi implicita in ogni fotografia, al di là della loro “documentarietà”?) anche le categoriche immagini di Enzo e Raffaello Bassotto, “nature vive”, racchiuse in rettangoli tassativi, le cui cornici ampie del foglio, non vorrebbero concedere altro, al di fuori dei loro limiti; un confine concettuale, piuttosto che dimen-sionale.

La scala di rilievo è di volta in volta scelta e assegnata al soggetto in funzione catartica, quasi religiosa, escludendo, se possibile, l’idea di contesto, che qui non conta e sembra non esistere, nemmeno in modo allusivo. Sono emblemi, totem, di un Eden primitivo intoccato, improbabile, rintracciati dai Bassotto, in siti sempre più aggrovigliati, descriven-done le forme adottando funzionali spostamenti della camera, spesso vicina, vicinissima al soggetto, di cui tende a cogliere macroscopicamente i segni essenziali, la loro grafia autentica, sostanziata da una nitidezza iperrealistica, che soltanto la fotografia sa rendere così fantastica, conducendo la curiosi-tà dell’occhio oltre l’apparenza delle cose, in una dimensione prossima al loro mistero naturale, di cui i Bassotto tendono a dare una delicata, sublime versione. Italo Zannier

PORTFOLIO - NATURE VIVE

Edizioni dell’Aurora - VeronaCatalogo delle mostre personali: Istituto Italiano di Cultura, Monaco di Baviera 1988, Kulturhaus, Wolfsburg 1989, Galeria Merkua Versicherung, Innsbruck 1993, Dresdner Bank, Augsburg 1990, Galerie Mielich / Werber, Monaco di Baviera 1990Testo di Italo Zannier32 x 24 cm, 156 pagine, 21 fotografie b/n

1988

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Verona, Giardini di Piazza Indipendenzafotografia © 1987 - Enzo Bassotto

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Mantova, Bosco della Fontanafotografia © 1984 - Enzo Bassotto

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Verona, Valpolicella, Giardino di Villa Santa Sofiafotografia © 1982 - Enzo Bassotto

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Verona, Bovolone, Alberi nella Bassa Veronesefotografia © 1983 - Enzo Bassotto

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Mantova, Bosco della Fontanafotografia © 1984 - Enzo Bassotto

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72 … Enzo e Raffaello Bassotto ci eliminano con poetica tirannia molte possibili divagazioni. Sul lago di Garda, fuori stagione, chiedono ai nostri occhi di non indugiare sui detriti dell’insediamento umano, ma di guardare fissi con la terra alle spalle verso i segni essenziali della natura e verso quelli meno inaccettabili della società. A pensarci bene - nell’alta definizione del formato 6x6 - è il taglio all’orizzon-te tra acqua e cielo il loro vero, ed eterno stimolo visuale.

Intorno al motivo del riflesso, i due propongono scenografie diverse e poi introducono, come atto-ri o comparse... i sassi, le foglie, i muri, e qualche silenzioso abitante degli approdi. A questo punto è proprio la castità formale del bianconero a rendere imprevedibili questi ambienti.Filtrati da occhiali polverosi, da cattive videocasset-te, da inserti turistici troppo invitanti, da aggressivi cassonetti in plastica, essi hanno affollato la nostra memoria e ormai stravolto le nostre attese: forse le hanno narcotizzate. Perciò il lavoro di censura tonale, o di astrazione, di Enzo e Raffaello appare inatteso e meritorio, come un’invettiva durante un noioso party.

In questa raccolta di tavole esemplarmente stampate si cela però un’altra operazione, in parte tecnica e in parte ideologica: il tentativo di superare la diffe-renza fisica, tattile, tra la copia fotografica e la sua riproduzione in offset. La qualità, per me inedita, della resa grafica (attraverso passaggi successivi con inchiostri grigi) conserva i valori della raffinatezza lungo decine o forse centinaia di copie uguali; e in-tanto predispone queste inquadrature un po’ purita-ne ed elitarie ad una diffusione non elitaria. O addirittura di massa. …

… In piedi presso la riva del lago, continuando a fissare l’orizzonte, ci chiediamo a mezza voce: cos’è veramente, stavolta, una stampa fotografica?

Cesare Colombo

PORTFOLIO - GIORNI DI SETTEMBRE

Edizioni dell’Aurora - VeronaCatalogo delle mostre personali: Istituto Italiano di Cultura, Monaco di Baviera 1988, Kulturhaus, Wolfsburg 1989, Galeria Merkua Versicherung, Innsbruck 1993, Dresdner Bank, Augsburg 1990, Galerie Mielich / Werber, Monaco di Baviera 1990Testo di Cesare Colombo32 x 24 cm, 156 pagine, 21 fotografie b/n

1988

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Lago di Garda, Lazise, Pescatore sul pontile del lungolagofotografia © 1986 - Enzo Bassotto

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Lago di Garda, Sirmione, Pontilefotografia © 1986 - Enzo Bassotto

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Lago di Garda, Cisano, Resti di un pontile privatofotografia © 1986 - Enzo Bassotto

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Lago di Garda, Baia delle Sirenefotografia © 1986 - Enzo Bassotto

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Lago di Garda, Punta San Vigiliofotografia © 1986 - Enzo Bassotto

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78 … Le fotografie di questo ultimo “Portfolio” sono raccolte sotto il titolo “Interni da un’altra città” per cui ci si prepara a vedere interni di specifici luoghi, di specifiche architetture, scelti e descritti per la loro singolarità e distinguibili e riconoscibili per conno-tati peculiari.Ecco un primo inganno: nessuna di queste imma-gini è immediatamente situabile o riconoscibile, o anche quando lo è, il suo senso è altro. Questo viene dall’isolamento all’interno dell’”Interno” prescelto di una parte o porzione in sé significante ma non come parte di un intero, anzi proprio in virtù del suo isolamento da questo. …… L’esito è comunque, quale sia il pretesto di par-tenza, quello di una decontestualizzazione, di uno sradicamento, di una perdita di senso di ogni cosa per avvolgere ogni forma, ogni immagine, in una atmosfera di inquietante solitudine. E una sorta di straniamento da isolamento che carica le immagini di luoghi ricondotti all’anonimato attraverso l’ar-tificio fotografico. In una atmosfera sospesa si ha la sensazione che questi luoghi abitati da umani siano stati improvvisamente abbandonati e che l’abban-dono sia recente, irrevocabile e definitivo: che nessu-no torni a mettersi al pianoforte per provare su un

palcoscenico deserto, o a ritirare il lenzuolo pendulo sul vuoto di un cortile tutto serrato, unica presenza una statua che da una nicchia scruta verso il cielo; ovvero ad abitare una solitaria vuota poltrona, o a spegnere la luce lasciata accesa in uno stanzino. …… Ma tutto questo, tutto il senso che viene dalle im-magini o che noi attribuiamo loro non è che il frut-to dell’“Arte del mestiere” di una applicazione al fare che salda creatività e tecnica in un’unico sistema. E pare giusto sottolineare la straordinaria importanza della tecnica nel processo creativo citando Carlo Argan ove scrive: “Se la tecnica ha un potenziale cre-ativo, è essa stessa invenzione: l’artista non inventa l’immagine e la traduce mediante una tecnica, ma inventa una tecnica produttiva d’immagine. Perciò, … ogni artista ha una propria tecnica o, comunque, un proprio modo tecnico. Arrigo Rudi

PORTFOLIO - INTERNI DA UN’ALTRA CITTÀ

Edizioni dell’Aurora - VeronaCatalogo delle mostre personali: Istituto Italiano di Cultura, Monaco di Baviera 1988, Kulturhaus, Wolfsburg 1989, Galeria Merkua Versicherung, Innsbruck 1993, Dresdner Bank, Augsburg 1990, Galerie Mielich / Werber, Monaco di Baviera 1990Testi di Vittorino Andreoli e Arrigo Rudi32 x 24 cm, 156 pagine, 56 fotografie b/n

1988

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Verona, Casa di Giulietta, graffiti sulla parete d’ingresso al cortilefotografia © 1987 - Enzo Bassotto

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Verona, Istituto Don Bosco, ritratto di Giuseppe Verdifotografia © 1987 - Enzo Bassotto

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Verona, Zona Agricola Industriale, Macello Comunalefotografia © 1987 - Enzo Bassotto

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Verona, Abitazione privatafotografia © 1987 - Enzo Bassotto

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Verona, Via Stella, Cortile di abitazione privatafotografia © 1983- Enzo Bassotto

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Verona, Museo degli Affreschi G. B. Cavalcasellefotografia © 1988 - Enzo Bassotto

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Verona, Palazzo del Mutilato, particolare dell’atriofotografia © 1988 - Enzo Bassotto

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86 … Sì Verona è una maga; assorta, parecchio indif-ferente, un po’ crudele. Proprio come lo sono le creature, direbbe Laing, non divise. Come la beltà che non dubitano di se stesse. La riguardo in alcune di queste foto, diciamo quelle di taglio più classico, di Enzo e Raffaello Bassotto. Come può dividere sè da sè, una città simile, nel dubbio, o in un troppo di consapevolezza e autocritica?

…E perciò Verona è così poco una città metafisica o anche “intellettuale”. Guardate qui, nella piazza Bra, quella bambina flessuosa che gioca a palla sulla sinistra, in un giorno d’aprile. Per un poco, può sembrare che arrivi lì direttamente da “Mistero e malinconia di una strada”, a Ferrara (1914), o da una piazza metafisica di Giorgio de Chirico, da una di quelle piazze settentrionali immerse nel silenzio, quello appunto delle “città del silenzio” dannunzia-ne. Ma Verona è più sensitiva che intellettuale, più fisica – pur in attenzione e coloratura venete – che metafisica.Dunque neanche inganni quel disegno di geometria metafisica che, in un’altra foto dei Bassotto, ritaglia, astraendo, un cielo terso: si tratta delle mirabili ma-glie di ferro che difendono e ornano le Arche Scali-

gere, ma se poi quelle, le tombe, tornate a guardarle, vi trovate sì davanti un sogno gotico, con qualcosa dell’astrazione antica del settentrione, ma subito in-tenerita da quel carnato di un magico rosa che tocca anche le Arche e che è la “pelle” della città-maga. Gilberto Lonardi

LUOGHI DI VERONACierre Edizioni - VeronaTesto di Gilberto Lonardi29 x 33 cm, 112 pagine, 59 fotografie a colori

1989

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Verona, Piazza Bra, Stella di Natale, l’Arena e il Listonfotografia © 1985 - Enzo Bassotto

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Verona, Quartiere de La Carega, Bambini che giocano a pallafotografia © 1981 - Enzo Bassotto

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Verona, Via San Sebastiano, Senso unicofotografia © 1984 - Enzo Bassotto

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Verona, Porta Palio, Luna Parkfotografia © 1988 - Enzo Bassotto

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Verona, Piazza Bra, Anfiteatro Romano, scenografie della liricafotografia © 1989 - Enzo Bassotto

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92 … Non è un caso che – nelle immagini dei Bassot-to – l’uomo sia assente. E non è certo un caso che questa assenza si traduca nella metafisica allucinata degli “attraversamenti”: ci sono molte fotografie, in questo ultimo lavoro, che restituscono in pieno il senso della fuga, dell’assenza.Ogni lettura è sempre proiettiva: ma credo che l’allargamento dell’inquadratura realizzato dalla fotocamera dei Bassotto non sia un semplice fatto tecnico. Il loro occhio – nell’allontanarsi – non cerca solo disperatamente di abbracciare il massimo di si-gnificatività. Tende anche a negare il coinvolgimento emotivo, a mantenere un minimo di presenza di fronte al pericolo dello stritolamento.Ne nascono, alla fine, atmosfere rarefatte, in cui la negazione dell’orizzonte è compensata dalla fitta trama delle linee che strutturano le quinte di un “paesaggio” che forse s’avvia a diventare “memoria”, ma che è ancora troppo vivo nella nostra carne per aver perso del tutto la propria capacità urticante.

Lanfranco Colombo

… Conosco moltissime se non tutte le opere di Enzo e Raffaello; peraltro questa è una delle raccolte più intense e significative. È curioso e stimolante il fatto che i due fotografi si comportino davanti ad un paesaggio nello stesso modo in cui operano nel caso di un “ritratto”; posa lunga, attesa, nessuna nevrosi alla moda. Il loro è un modo ribelle ed attualissimo di mantenere vivi, nella prassi fotografica, il senso antichissimo della magia della luce, la ricerca e la fiducia nel disvelamento dell’essenza segreta delle cose. Nella grande tradizione di Edgar Degas e di Man Ray, si direbbe. In qualche modo si; e non cito a caso questi nomi: è con loro infatti, più che con altri, che la fotografia apre anche il brivido della luce mentale, quasi la veggenza dell’occhio proietasse le proprie visioni del mondo direttamente sulla lastra.

Giorgio Cortenova

MEMORIE DI UN PAESAGGIO INDUSTRIALE

Cierre Editrice & Studio Forma - VeronaCatalogo delle mostre personali: Diaframma Galleria dell’Immagine, Milano 1990, Museen der Stadt, Lüdenscheid 1990, Staatlichen Fachakademie für Fotodesign, Monaco di Baviera 1990, Istituto Italiano di Cultura, Colonia 1991, Museen im Kulturzentrum, Rendsburg 1992Testi di Giorgio Cortenova e Lanfranco Colombo24,5 x 27,5 cm, 118 pagine, 83 fotografie b/n

1989

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Verona, Zona Agricola Industriale, Ex stabilimento della Manifattura Tabacchifotografia © 1989 - Enzo Bassotto

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Verona, Zona Agricola Industriale, Stabilimento di bevande gassatefotografia © 1989 - Enzo Bassotto

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Verona, Zona Agricola Industriale, Accademia Circensefotografia © 1989 - Enzo Bassotto

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Verona, Via Albere, Cartellone stradalefotografia © 1989 - Enzo Bassotto

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Verona, Zona Agricola Industriale, Ex Magazzini Generali, fabbrica ghiaccio rapidofotografia © 1989 - Enzo Bassotto

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Verona, Zona Agricola Industriale, Ex Mercato Ortofrutticolofotografia © 1989 - Enzo Bassotto

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Verona, Zona Agricola Industriale, Uno dei piazzali interni della Fierafotografia © 1989 - Enzo Bassotto

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100 … I Bassotto rivendicano un modo di fare fotografia non semplicemente documentario, ma nel quale è invece presente un loro preciso intervento di scelta, di gestione dell’immagine che, oltre a essere elemen-to indispensabile nella creazione artistica, imprime all’oggetto fotografato l’impronta del fotografo, che lo riempie del proprio spirito del tempo cercando, nello stesso momento, di cogliere anche i segnali che emanano dall’oggetto della fotografia.Può convivere in un volume che ha precise finalità di approfondimento storiografico una simile impo-stazione? Si, in questa nuova veste di dignità scien-tifica, lo può certamente, nel momento in cui non si chiede alla fotografia di essere semplicemente l’illu-strazione di quanto è scritto, ma di essere, invece, un nuovo modello di analisi. …

Maurizio Zangarini

OPIFICI MANIFATTURE INDUSTRIE

Cierre Edizioni - VeronaTesti di Nadia Olivieri e Maurizio Zangarini24 x 27 cm, 166 pagine,19 fotografie b/n e 50 a colori

1990

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San Giovanni Lupatoto, Cotonificio Festi Rasinifotografia © 1990 - Enzo Bassotto

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Verona, Borgo Venezia, Officina delle Strade Ferratefotografia © 1990 - Enzo Bassotto

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Verona, Borgo Venezia, Officina delle Strade Ferratefotografia © 1990 - Enzo Bassotto

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Verona, Borgo Venezia, Officina delle Strade Ferratefotografia © 1990 - Enzo Bassotto

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Verona, Via Daniele Manin, Ex Garage Fagiuolifotografia © 1990 - Enzo Bassotto

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Verona, Lungadige Galtarossa, Fonderia Galtarossa, palazzo degli ufficifotografia © 1990 - Enzo Bassotto

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Verona, Lungadige Galtarossa, Fonderia Galtarossa, internofotografia © 1990 - Enzo Bassotto

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Verona, Via xx Settembre, Dopolavoro ferrovierifotografia © 1990 - Enzo Bassotto

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Verona, Via Rosa, Sede della Cassa di Risparmio di Verona, Vicenza e Bellunofotografia © 1990 - Enzo Bassotto

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110 … I ritratti di gruppo di una famiglia all’interno di una abitazione o dei membri di un circolo, i vol-ti degli anziani o i corpi muscolosi dei culturisti, appaiono come pagine di un atlante geografico della loro vita dove segrete aspirazioni, sogni, delusioni e aspettative mai realizzate trovano forma.Le immagini fotografiche dei Bassotto diventano così documenti che testimoniano piccole storie del vivere quotidiano e riportano alla mente la lunga serie di ritratti, quasi una sorta di catalogazione, di August Sander e, ancora prima, il lavoro svolto da Eugene Atget per le strade di Parigi, quello più recente di Paul Strand, o la radicale ricerca di Diane Arbus. In tutte questa serie di immagini fotografiche sono presenti alcune costanti comuni e cioè il rap-porto con la parola, la didascalia, la scelta del foto-grafo di mettere in posa i soggetti davanti all’obietti-vo e non di rubare un pezzo di realtà cogliendola in un solo istante, nel momento dello scatto. …

Laura Gasparini

… Le storie che i Bassotto hanno ripreso agiscono, in noi, su piani diversi: quello della memoria e del confronto delle diverse vicende; quello dell’anali-si delle immagini e della loro durata; quello della lettura, partecipe, sulle figure dell’oggi. Queste belle foto di anziani non sono le solite, violente, impudi-che, a volte crudeli, e non sono neppure figurazioni quasi folcloriche, di anziani in attesa, al paese, dei figli emigrati, e a cui il fotografo infila tra le mani il santino dei ragazzi lontani.No, qui nessuna violenza, neppure delle luci, che sono sempre morbide, aggiranti, partecipi, o delle inquadrature, che sono frontali, appena più basse del livello degli occhi, come per dare un minimo di stacco, di distanza, a questo dialogo a volte troppo immadiato fra lettore e rappresentati.Immagini esemplari.Per loro, per i vecchi, ma anche per noi, che dobbia-mo imparare a guardarli. E a capire.

Arturo Carlo Quintavalle

STORIE QUOTIDIANE

Cierre Edizioni - VeronaCatalogo della personale alla Sala Mostre Antico Foro Boario, Assessorato alle Istituzioni Culturali, Fototeca Biblioteca Panizzi, Reggio Emilia 1990Testi di Laura Gasparini, Arturo Carlo Quintavalle, Edoardo Sanguineti, Gilberto Lonardi e Maria Gallotti Wagner32 x 24 cm, 64 pagine, 60 fotografie b/n

1990

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«A dodici anni sono andata a servizio dai Gambuzzini, mi pagavano una miseria però mi volevano bene.».

fotografia © 1983 - Enzo e Raffaello Bassotto

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«Imitare Totò è sempre stata una cosa che mi riusciva molto bene quando, da giovane, facevo l’attore. Ora che sono in pensione mi dedico completamente alla pittura.

Al bar, dove vado a bere qualche “goto”, mi chiamano tutti “Sabbion”.»fotografia © 1980 - Enzo e Raffaello Bassotto

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«Questa moto arriva ai 100 all’ora in 5 secondi, è senza freni e rallento strisciando i piedi per terra.Ora vado ad allenarmi per la gara di domenica, è uno sport costoso e pericoloso.»

fotografia © 1980 - Enzo e Raffaello Bassotto

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Verona, Hrayr Terzian, neurologo: «I gesti, anche i più semplici, della tenerezza dell’amore e dell’amicizia,sono l’argine più valido, la sfida più alta contro la barbarie della guerra, del genocidio e delle distruzioni.»

fotografia © 1985 - Enzo e Raffaello Bassotto

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Verona, quartiere di Santa Lucia, Teresa, casalingafotografia © 1990 - Enzo Bassotto

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Verona, Maria, disoccupatafotografia © 1989 - Enzo e Raffaello Bassotto

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Verona, Silvano, falegnamefotografia © 1989 - Enzo e Raffaello Bassotto

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118 … Da loro due insieme, così simili e così diversi e unici, Verona esclama a voce bassa, a occhi presenti, respirando a fondo; e con me vanificante l’immagi-nazione lei forza il triangolo psichico, s’affianca alla non-realtà per caricamento estremo del reale: cioè Verona lucente e colorata dalla luce, dalle luci, dal massimale impossibile di portata già nella “Centra-le” apposita e anch’essa speciale per Verona, di que-sta e quella Verona ora ammainata, quindi accuccia-ta su scalini rosa, quindi distesa e arrossita del suo apparire flagrante, inedito di sempre lei alta così. Voglio restare in queste mie parole di Verona …

Alessandro Mozzambani

VERONA DI NOTTE

Aurora Edizioni - VeronaTesti di Alessandro Mozzambani30 x 24 cm, 104 pagine, 70 fotografie a colori

1991

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Verona, Piazzetta Municipio, Sala giochi “Florida”fotografia © 1991 - Enzo Bassotto

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Verona, Via Barbarani, Piazzale dell’ex stadio Bentegodifotografia © 1991 - Enzo Bassotto

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Verona, Via Armando Diaz, Ingresso di un negozio-laboratorio di fotografiafotografia © 1991 - Enzo Bassotto

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Verona, Monumento al Sammicheli nei giardini di Pradavalfotografia © 1991 - Enzo Bassotto

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Verona, Giardini di San Giorgio, sullo sfondo la chiesa di San Giorgio e il Duomofotografia © 1991 - Enzo Bassotto

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Verona, Via Filippini, Statua della Madonna sul parapetto di una terrazza privatafotografia © 1991 - Enzo Bassotto

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Verona, Teatro Nuovo, la cassafotografia © 1991 - Enzo Bassotto

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Verona, Piazza dei Signori vista da Via Scala Santafotografia © 1991 - Enzo Bassotto

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Verona, Piazza Cittadella, Scritte sul vetro di una cabina telefonicafotografia © 1991 - Enzo Bassotto

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128 … Con il Panorama si estrapola così una nozione di paesaggio, che è un’idea, da un punto di vista, in un momento determinato, scegliendo quindi una sola ipotesi di realtà, conforme all’ideologia storica dello spazio, al comportamento culturale.La fotografia ha consentito ulteriori verifiche del nostro concetto di sito, di paesaggio; lo strumento ottico, come protesi è stato concepito in funzione della nostra evoluzione culturale, e non viceversa; come realizzazione di un antico anelico, di arcaiche curiosità; per vedere diversamente, oltre che meglio e di più; per conservare la memoria, verificare, con-frontare gli emblemi dello spazio (l’unica garanzia della realtà), emergenti incessantemente nel quo-tidiano, che si riscatta e configura soprattutto in immagine, spesso in immagine fotografica, offrendo essa inarrivabili illusioni di verosimiglianza. Para-dossalmente, l’immagine fotografica è più ideale, più fantastica, più emblematica di ogni altra raffigura-zione iconica. …

Italo Zannier

PAESAGGIO INTERNO ESTERNO

Edizioni Grafiche Aurora - VeronaCatalogo della mostra all’Istituto Italiano di Cultura, Vienna 1993Testi di Gian Paolo Ferrari, Luigi Meneghelli, Italo Zannier e Maria Gallotti Wagner32 x 24 cm, 48 pagine, 37 fotografie b/n

1993

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Verona, Piazza Duomo, Atrio di palazzo privatofotografia © 1993 - Enzo Bassotto

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Verona, Piazza Bra, Sala Arazzi di Palazzo Barbierifotografia © 1987 - Enzo Bassotto

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Verona, Via Forti, Palazzo Forti Emilei, patto delle scale per il piano nobilefotografia © 1990 - Enzo Bassotto

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132 Scrivere di fotografia può avere un significato molto particolare in questa fase della storia della rappre-sentazione. La fotografia è stata definita come l’arte di disegnare/scrivere con la luce.L’ambiguità connaturata nel concetto di disegnare/scrivere è caratteristica dell’opera di Enzo e Raffael-lo Bassotto. Si è indotti a chiedersi continuamente dove finisce il disegno e dove inizia il racconto. Come per gli ideogrammi cinesi, queste fotografie svuotate della dimensione sonora trasmettono la rappresentazione del soggetto, ma in virtù dell’in-quadratura del soggetto stesso, della scelta dell’ora del giorno e della luce che ne deriva, diventano pura astrazione. Enzo e Raffaello Bassotto sono perfetta-mente consci del silenzio del mezzo fotografico inte-so nell’accezione più letterale. È per questa ragione che l’Officina degli Angeli è incentrata sul tema di una fabbrica di campane. È la presenza di questa as-senza di suono del soggetto fotografico che comple-ta la nozione di perfetto ideogramma cinese, inteso non solo passivamente come nella parola francese le mot, ma anche attivamente come parole. Sotto molti aspetti, queste fotografie parlano nel senso più alto del termine.In queste immagini, sembra di guardare fuori dalla

grotta di Platone nel chiaroscuro di un interno di fabbrica. È una nuova grotta, che produce gli angeli e le loro melodie. Da Pindaro a Sant’Agostino e finanche al Cimitero Marino di Paul Valéry, il fruscio delle orme leggere delle colombe bianche danza sul tetto della mia anima. La silenziosa melodia degli angeli vibra nella luce, nel metallo, nella polvere, nel colore. E nel sottofondo, parafrasando Anatole Fran-ce, risuona la voce dei bambini che riflette la luce di Dio e si ripercuote sulla rétina. …

Livio Dimitriu

L’OFFICINA DEGLI ANGELI

Edizioni dell’Aurora - VeronaCatalogo delle mostre personali: Joseph D. Carrier Art Gallery, Toronto 1996, Studio La Città 2, Verona 1996, Protomoteca Biblioteca Civica, Verona 1996, London Gallery, New York 1996, Chapelle Historique du Bon Pasteur, Montreal 1996, IIC Gallery, Chicago 1996, Chiostri di San Domenico, Fototeca Biblioteca Panizzi, Reggio Emilia 1997Testi di Arrigo Rudi, Livio Dimitriu e Lanfranco Franzoni30 x 24 cm, 112 pagine, 47 fotografie a colori

1996

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Verona, Via xx Settembre, Fonderia di campane Cavadinifotografia © 1996 - Enzo Bassotto

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Verona, Via xx Settembre, Fonderia di campane Cavadinifotografia © 1996 - Enzo Bassotto

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Verona, Via xx Settembre, Fonderia di campane Cavadinifotografia © 1996 - Enzo Bassotto

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Verona, Via xx Settembre, Fonderia di campane Cavadinifotografia © 1996 - Enzo Bassotto

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Verona, Via xx Settembre, Fonderia di campane Cavadinifotografia © 1996 - Enzo Bassotto

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138 … Rivediamo oggi queste fotografie che ci portano indietro nel tempo quasi in atmosfere metafisiche: spazi vasti e silenziosi, ombre lunghe o comple-tamente assenti, piazze assolate con luci radenti e figure umane immobili a colloquiare... a ciacolar, ed una assenza di primi piani prospettici, come quinta di sfondamento sugli spazi più lontani.I fratelli Bassotto fissano nelle loro immagini la Ve-rona di oggi con l’occhio della tradizione, in bianco e nero, la sensibilità della composizione e del gioco sapiente della luce distesa sulle plastiche superfici dei monumenti e sulle morbide sinuosità degli into-naci screpolati dal tempo.La Verona che ora rivediamo in queste immagini, è una città vista e letta in momenti astratti, senza tem-po, che solo un’attenta analisi ci porta a riconoscere ed a ricostruire con la mente. … Rinaldo Olivieri

1998

VERONA FOTOGRAFIA DI UNA CITTÀ

Edizioni dell’Aurora - VeronaTesto di Rinaldo Olivieri30 x 24 cm, 144 pagine,118 fotografie b/n e 7 a colori

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Verona, Piazza Bra, L’anfiteatro Arena e Palazzo Barbierifotografia © 1997 - Enzo Bassotto

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Verona, La zona inferiore del Teatro Romanofotografia © 1997 - Enzo Bassotto

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Verona, La zona superiore del Teatro Romanofotografia © 1997 - Enzo Bassotto

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Verona, Cortile del Museo di Castelvecchio, statua di Cangrande della Scalafotografia © 1997 - Enzo Bassotto

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Verona, Largo Castelvecchio, Arco dei Gavi, selciato romanofotografia © 1997 - Enzo Bassotto

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Verona, Ingresso principale del Cimitero Monumentalefotografia © 1997 - Enzo Bassotto

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Verona, Piazza delle Erbe, il leone di San Marco visto da Corso Santa Anastasiafotografia © 1997 - Enzo Bassotto

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Enzo e Raffaello Bassotto - autoritratto

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