escartons

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A Ispirandosi alle strutture di governo ap- prese durante la sua permanenza alla corte di Ungheria e di Napoli, Umberto II provvide al potenziamento militare del suo principato istituendo un Gran Consiglio e un Consiglio Delfinale, com- posti prevalentemente da nobili e alti prelati, che da Grenoble definivano gli obiettivi politico-amministrativi, prov- vedendo, fin nelle terre più periferiche, a perfezionare i controlli sulle entrate del conte. Tuttavia, la difficile situazio- ne finanziaria poneva il principato di fronte a una grave crisi di solvibilità che spinse Umberto ad alienare i suoi do- mini in cambio della copertura dei de- biti. Tale crisi è stata spesso interpreta- ta come il principale motivo della “svendita” da parte di Umberto del suo dominio sul Briançonnais, sottovalutan- do però i vantaggi che, al Delfino, de- rivarono dalla concessione della carta Escartons Mito e realtà di una comunità alpina Federica Beux Ricercatrice e progettista culturale in ambiente alpino UN APPROCCIO CRITICO ALLA LETTURA DELLA STORIA DEGLI ESCARTONS, MITICA AGGREGAZIONE DI MONTANARI INTORNO AL MONVISO ALPI COZIE Alcune comunità alpine, a cavallo tra Piemonte e Francia, sono state protago- niste di una storia che, come spesso ac- cade nei territori montani di frontiera, travalica i confini locali, assumendo connotazioni europee. È quanto avven- ne nella federazione delle comunità di Briançon, Queyras, Casteldelfino e Oulx e, in seguito, Pragelato: i cosiddet- ti Escartons – dal termine francese escartonner che significa “dividere per quattro”, adducendo dunque alla circo- scrizione territoriale autonoma e fede- rata e alla ripartizione fiscale adottata dal suo sistema amministrativo. Chi vo- lesse approfondire le proprie cono- scenze di questi territori e della loro storia, certo non mancherebbe di trova- re una copiosa produzione letteraria, dalla quale verrebbe facilmente a sape- re che gli Escartons nacquero ufficial- mente nel 1343, quando il Delfino Umberto II di Viennois, Principe del Briançonnais e Marchese di Cesana, sottoscrisse la “Grande Carta delle Libertà”, con la quale tutti gli abitanti dei cinque cantoni vennero considerati “hommes-libres, francs, et bourgeois”. Nel solco di quel patto sociale qualcu- no, in seguito, ha voluto leggere la na- scita prodigiosa di una “repubblica de- gli Escartons”, i cui abitanti sono spes- so presentati come eroici pionieri della democrazia, governati da un sovrano il- luminato. Tuttavia, parte della biblio- grafia sul tema si discosta da una simi- le lettura, a favore di un approccio maggiormente critico, evitando di cade- re in evocazioni ideologico-sentimenta- li: senza negare gli indubbi vantaggi che le comunità locali ebbero da quel- l’accordo – né poteva essere diversa- mente, dal momento che per ottenere quella Carta furono versati, in sei anni, 12.000 fiorini a fronte di una rendita an- nua che complessivamente raggiunge- va i 4.000 ducati – viene piuttosto op- portunamente considerato quanto av- venne a cavallo del Monginevro nel tar- do Medioevo per valutare se attribuirvi la sperimentazione di forme di autono- mia altrove inconsuete, attraverso una libera società predemocratica. Per usci- re dall’impasse occorre dunque riper- correre le tappe principali che coinvol- sero questi territori cercando di inserir- le in un’ottica geopolitica e storica. 7 delle libertà del 1343: la moltitudine di diritti consuetudinari, ma disomogenei e di facile evasione, veniva ridotta a una rendita fissa in denaro, riscossa an- nualmente. Inoltre, i poteri locali del Delfinato furono rafforzati con l’istitu- zione di balivi e giudici. Per quanto concerne poi l’esenzione dalla tassa per i commerci locali, occorre dire che in realtà si trattava di una rendita poco redditizia: infatti il commercio legato agli animali lanuti, l’unico economica- mente significativo, fu espressamente escluso da quell’accordo. Inoltre, rico- noscendo la moneta delfinale come l’unica ufficiale per i contratti e i tributi, se ne favorì la diffusione in una zona di confine, spesso contesa da divise più forti. Si è detto in precedenza che le co- munità di abitanti che si riconoscevano nell’accordo del 1343 acquisivano lo stato giuridico di franchi-borghesi: è ta- Sopra, cippo commemorativo tra Gravere e Chiomonte (foto A. Molino). A fianco, case a Bellino e sculture sul portale della chiesa del cimitero a Ville Vieille, Francia (foto M. Ghigliano). 6

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Page 1: Escartons

AIspirandosi alle strutture di governo ap-prese durante la sua permanenza allacorte di Ungheria e di Napoli, UmbertoII provvide al potenziamento militaredel suo principato istituendo un GranConsiglio e un Consiglio Delfinale, com-posti prevalentemente da nobili e altiprelati, che da Grenoble definivano gliobiettivi politico-amministrativi, prov-vedendo, fin nelle terre più periferiche,a perfezionare i controlli sulle entratedel conte. Tuttavia, la difficile situazio-ne finanziaria poneva il principato difronte a una grave crisi di solvibilità chespinse Umberto ad alienare i suoi do-mini in cambio della copertura dei de-biti. Tale crisi è stata spesso interpreta-ta come il principale motivo della“svendita” da parte di Umberto del suodominio sul Briançonnais, sottovalutan-do però i vantaggi che, al Delfino, de-rivarono dalla concessione della carta

EscartonsMito e realtà di una comunità alpina

Federica Beux Ricercatrice e progettista culturale in ambiente alpino

UN APPROCCIO CRITICO ALLA LETTURADELLA STORIA DEGLI ESCARTONS, MITICAAGGREGAZIONE DI MONTANARI INTORNOAL MONVISO

ALPI COZIE

Alcune comunità alpine, a cavallo traPiemonte e Francia, sono state protago-niste di una storia che, come spesso ac-cade nei territori montani di frontiera,travalica i confini locali, assumendoconnotazioni europee. È quanto avven-ne nella federazione delle comunità diBriançon, Queyras, Casteldelfino eOulx e, in seguito, Pragelato: i cosiddet-ti Escartons – dal termine franceseescartonner che significa “dividere perquattro”, adducendo dunque alla circo-scrizione territoriale autonoma e fede-rata e alla ripartizione fiscale adottatadal suo sistema amministrativo. Chi vo-lesse approfondire le proprie cono-scenze di questi territori e della lorostoria, certo non mancherebbe di trova-re una copiosa produzione letteraria,dalla quale verrebbe facilmente a sape-re che gli Escartons nacquero ufficial-mente nel 1343, quando il DelfinoUmberto II di Viennois, Principe delBriançonnais e Marchese di Cesana,sottoscrisse la “Grande Carta delleLibertà”, con la quale tutti gli abitantidei cinque cantoni vennero considerati“hommes-libres, francs, et bourgeois”.Nel solco di quel patto sociale qualcu-no, in seguito, ha voluto leggere la na-scita prodigiosa di una “repubblica de-gli Escartons”, i cui abitanti sono spes-so presentati come eroici pionieri dellademocrazia, governati da un sovrano il-luminato. Tuttavia, parte della biblio-grafia sul tema si discosta da una simi-le lettura, a favore di un approcciomaggiormente critico, evitando di cade-re in evocazioni ideologico-sentimenta-li: senza negare gli indubbi vantaggiche le comunità locali ebbero da quel-l’accordo – né poteva essere diversa-mente, dal momento che per ottenerequella Carta furono versati, in sei anni,12.000 fiorini a fronte di una rendita an-nua che complessivamente raggiunge-va i 4.000 ducati – viene piuttosto op-portunamente considerato quanto av-venne a cavallo del Monginevro nel tar-do Medioevo per valutare se attribuirvila sperimentazione di forme di autono-mia altrove inconsuete, attraverso unalibera società predemocratica. Per usci-re dall’impasse occorre dunque riper-correre le tappe principali che coinvol-sero questi territori cercando di inserir-le in un’ottica geopolitica e storica.

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delle libertà del 1343: la moltitudine didiritti consuetudinari, ma disomogeneie di facile evasione, veniva ridotta auna rendita fissa in denaro, riscossa an-nualmente. Inoltre, i poteri locali delDelfinato furono rafforzati con l’istitu-zione di balivi e giudici. Per quantoconcerne poi l’esenzione dalla tassa peri commerci locali, occorre dire che inrealtà si trattava di una rendita pocoredditizia: infatti il commercio legatoagli animali lanuti, l’unico economica-mente significativo, fu espressamenteescluso da quell’accordo. Inoltre, rico-noscendo la moneta delfinale comel’unica ufficiale per i contratti e i tributi,se ne favorì la diffusione in una zona diconfine, spesso contesa da divise piùforti. Si è detto in precedenza che le co-munità di abitanti che si riconoscevanonell’accordo del 1343 acquisivano lostato giuridico di franchi-borghesi: è ta-

Sopra, cippo commemorativo tra Gravere e Chiomonte(foto A. Molino). A fianco, case a Bellino e sculture sulportale della chiesa del cimitero a Ville Vieille, Francia (foto M. Ghigliano).

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Page 2: Escartons

ALPI COZIE

In questa pagina, dall’alto: Ratifica della Camera dei Conti delDelfinato dell’acquisto dei diritti signorili da parte dellacomunità di Bardonecchia, Grenoble, 1865 (p.g.c. Arc. storicoComune di Bardonecchia); Festa de “La Vallado”, Briançon2007 (foto D. Rosselli/arc. Parco Val Troncea); Croce dellaPassione a St. Véran, Queyras, Francia (foto M. Ghigliano).

Per saperne di più:

• AA.VV., Lous Escartoun. Vicende

storiche degli Escartons d’Oulx e della

Val Chisone, Associazione Culturale la

Valaddo, Alzani Editore, Pinerolo, 1998.

• AA.VV., Storia della castellata

“Escartoun” di Casteldelfino, 2003.

• Bartolomasi N., Valsusa Antica,

Alzani Editore, Pinerolo, 1985.

• Bouvet Baccon C., Salbertrand.

Storia di una comunità alpina e della

sua Valle, Editrice Melli, Borgone di

Susa, 1999.

• Maurice C., Aux confins du

Briançonnais d’autrefois, Società di

ricerche e studi Valsusini, Susa, 1976.

• Perrot M., Pragelato nel medioe-

vo, Società di Studi Valdesi, Torre

Pellice, 1993.

• Routier J., Briançon à travers l’hi-

stoire, Société d’Études des Hautes-

Alpes, Gap, 1981.

le concessione che, più di altre, facilitòla concreta organizzazione di assem-blee intercomunitarie. L’accordo con-cluso con il Delfinato, infatti, fortifican-do le comunità di fronte alla debole ari-stocrazia locale e alle sue sopraffazioni,rendeva meno necessaria la presenzadegli ufficiali signorili e dei castellanimilitari, ma questo perché gli uominierano già ligi al Delfino, in quanto vin-colati dall’atto di fedeltà. Un altro aspet-to su cui occorre porre l’attenzione èche al patto sociale, siglato a Beauvoir-en-Royans tra il Delfino e i suoi uomi-ni, parteciparono nelle terre cisalpine aipiedi del Monginevro solo le comunitàdi Cesana, Sauze di Cesana, Oulx,Sauze d’Oulx e Salbertrand; quest’ulti-ma, inoltre, non concluse il contrattoper l’affrancamento dei diritti signorilifino al 1459, quando aderì alle libertàbriansonesi con Exilles. Allo stesso mo-do anche la Val Chisone aderì alla car-ta solo nel 1344. Tali dati dimostranocome vi fosse una differenziata situa-zione di regimi signorili, peraltro tipi-ca del mondo medievale, contenutiin distretti di castellanie dove lo stes-so elemento unificatore, il balivatodi Briançon, era di matrice signori-le. Analizzando come la carta um-bertina modificò il rapporto con ilpotere scopriremo che la sua appli-cazione non fu priva di ostacoli. Idebiti che il delfino aveva tampo-nato, ma mai risolto, ebbero delleripercussioni anche sulle conces-sioni del 1343: alcuni

redditi, riscattati dalle comunità valligia-ne, erano già impegnati per onorareprecedenti debiti. In altre parole le co-munità si accorsero di aver compratodiritti di difficile esercizio, rivendicatispesso da vecchi poteri locali. Senza ri-cercare nella carta umbertina l’eccezio-nalità di una libertà, certo presente maspesso enfatizzata secondo categoriepolitiche contemporanee, è dunquepossibile concludere che essa contribuìalla formazione di assemblee tra comu-nità di valle, ma non fu in grado di ge-nerare da sola, in pieno Trecento, unaprassi e una forma organizzativa databi-le, con una certa sicurezza, soltanto apartire dalla seconda metà del XV seco-lo. L’esperienza degli Escartons fu cer-tamente un esempio positivo della ca-pacità di alcune popolazioni a collabo-rare con spirito “democratico” in una si-tuazione storica di confusione e disor-dine politico: tale aspetto la rende indi-scutibilmente una pagina di storia e cul-tura degna di valorizzazione. In tal sen-

so muovono iniziative come quelleintraprese dalle cinque aree protet-te delle zone che anticamente for-mavano la comunità escartonese,che, all’interno di un finanziamentoInterreg III A 2000-2006 Alcotra ,sviluppano progetti di stampo cultu-rale e ambientale capaci di coniuga-re le molteplici vocazioni di un ter-ritorio ricco di fascino come quellodegli Escartons.

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