esempio analisi sinistro in fase stragiudiziale 2

7/30/2019 ESEMPIO analisi sinistro in fase stragiudiziale 2

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Esempio analisi lesioni gravi fase stragiudiziale

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Spett.le Soc.

……..

Dott. ………….

Sin. Nr……………. del ……………..

Abbiamo eseguito approfondite verifiche sulla conformazione dei veicoli che sono venuti in

collisione ed abbiamo analizzato attentamente la documentazione in nostro possesso per

addivenire alla dinamica dell’evento per cui è causa.

Il sinistro è avvenuto il giorno ……………., verso le ore 9 del mattino.

L’evento si è verificato a …………., in Via ……….., incrocio con …….. e Via …………..

Figura 1 – vista aerea da Virgilio mappe







Si rileva che il conducente del Veicolo assicurato Sig. ………., alla guida della Fiat Cinquecento tg.

………., mentre percorreva la Via …………… con direzione da …………. verso …………., giunto in

prossimità dell’incrocio con Via ………….. veniva in collisione con un calesse trainato da cavallialla cui guida vi era il Sig. …………. che a seguito dell’impatto cadeva dal calesse rovinando al

suolo e subendo lesioni gravi a causa delle quali decedeva dopo cinque giorni presso l’ospedale

civile di ……….

Figura 2 – …………………







Analizzando la documentazione disponibile si rileva che il calesse si immetteva su Via ………..

proveniente da …………. e diretto verso ……………...

Dall’ispezione del luogo dell’evento emerge che su Via …………, all’incrocio con Via ………….. ……….

grava segnaletica di STOP che obbligava il Sig. ………. ad arrestare la propria marcia e concedere

la precedenza ai veicoli che percorrevano la Via …………., consentendo la immissione su detta

strada solo quando questa fosse stata completamente sgombra.

Figura 3 – Via ……………. A seguito della collisione il calesse non si ribaltava e proseguiva la sua marcia verso Via …….

trainato dai cavalli probabilmente impauriti per l’impatto.

Sul posto interveniva una pattuglia della Polizia Municipale di ……… che redigeva regolare

rapporto sull’accaduto e raccoglieva la dichiarazione testimoniale del Sig. ………. e del Sig. ………..

Entrambe le dichiarazioni indicano una improvvisa occupazione della carreggiata da parte del

calesse ed in particolare il Sig. ………. afferma: “…il carro invadeva improvvisamente la

carreggiata senza rispettare la dovuta precedenza….” ed aggiungeva : “… la vettura finiva tra le

due ruote e veniva trascinata dal carro verso sinistra…”.

Proprio questa ultima precisazione del Sig. ……………, unitamente alle fotografie eseguite dai

militi intervenuti di cui disponiamo di copie in bianco e nero, ci consentirà di meglio

comprendere come i fatti vennero a verificarsi.

Dalle foto eseguite dagli stessi infatti è chiaramente ripresa la posizione di quiete del veicolo Fiat

Cinquecento.







Figura 4 – in rosso la ubicazione dei tombini Da tale foto si può già rilevare che l’autovettura è ferma a cavallo tra le due corsie di marcia,

pochi metri dietro un tombino e ruotata di quasi 90 gradi rispetto l’asse della strada.

Riproducendo lo scenario in scala e ponendo il veicolo così come si vede dalle foto agli atti,

appare chiaro che nella sua posizione finale, il veicolo Fiat Cinquecento occupa di pochi

centimetri la corsia opposta di marcia trovandosi quasi interamente nella corsia di propria

pertinenza.

Figura 5 – grafico posizione finale rispetto alle foto nella pagina precedente

Considerata la posizione del tutto anomala che l’autovettura ha assunto nella fase post-urto

abbiamo ritenuto approfondire le circostanze che hanno potuto generare quel tipo di posizione.







Partendo dunque dai danni riportati dall’autovettura è apparso subito strano che le

deformazioni del cofano anteriore siano state attribuite all’impatto contro il mozzo della ruota

anteriore sinistra del calesse.

Figura 6

Eseguendo un accostamento di un veicolo similare al calesse è infatti emerso che il mozzo è

posizionato troppo in basso per aver prodotto quelle deformazioni e riteniamo dunque che esse

si siano prodotte nell’impatto contro il gradino in ferro posto sulla sezione anteriore sinistra del

calesse.







Figura 7

Figura 8







Tale impatto, se l’autovettura avesse tenuto una velocità elevata avrebbe senz’altro prodotto il

ribaltamento del calesse ma considerata l’enorme differenza di massa del complesso cavalli –

calesse, rispetto all’autovettura ed ipotizzata una velocità “x” del complesso calesse, riteniamoche la forza imprimente maggiore sia da attribuire proprio a quest’ultimo.

In media un cavallo da tiro pesa all’incirca 700 kg. ed essendo due siamo già a 1400 kg. e cui va

sommato il peso del calesse, circa 300-400 kg. e quello del conducente.

Siamo intorno ai 1800 kg. che sono quasi il doppio del peso dell’autovettura (c.a. 900 kg.)

Infatti, solo nel caso in cui il calesse avesse tenuto una velocità non compatibile con una

ripartenza da fermo si giustificherebbe la rotazione di quasi 90° dell’autovettura.

Riteniamo pertanto che a seguito del primario impatto autovettura – gradino, la velocità tenuta

dal calesse e l’enorme differenza di massa abbiano provocato la rotazione dell’autovettura conconseguente urto secondario del parafango anteriore destro della stessa contro il mozzo

anteriore sinistro della carrozza, secondo il grafico di seguito riportato.







Figura 9 Infine, le abrasioni sul fianco destro dell’autovettura sono la riprova del contatto della stessa

contro il fianco sinistro del calesse.

Figura 10







A questo punto riteniamo di aver provato che l’impatto è avvenuto nella corsia di pertinenza

dell’autovettura Fiat Cinquecento e non ci resta che sconfessare la presunta velocità “non

consona” tenuta dalla stessa.

Avendo dimostrato che il calesse non poteva essere ripartito da una posizione di fermo in

quanto in uno spazio così limitato non poteva tenere una velocità tale da far ruotare

l’autovettura ed imprimere le deformazioni impresse, appare altrettanto chiaro che molto

probabilmente, il complesso cavalli calesse, per motivi imprecisati, non si sia arrestato al segnale

di stop o quantomeno non si sia completamente fermato prima di impegnare la Via …………

Spostando infatti l’impatto al centro della corsia di pertinenza della Fiat Cinquecento abbiamo

che il calesse ha percorso solo 11 metri prima di entrare in collisione con la stessa.

E’ chiaro che in 11 metri, da fermo, lo stesso non poteva avere l’energia necessaria a produrre

quello che ha prodotto.

Figura 11 E’ altrettanto palese che non conoscendo le rispettive velocità dei due veicoli ( calesse ed

autovettura), non ci si può addentrare in calcoli per verificare la evitabilità del sinistro.

Sta di fatto che sul luogo non sono state ritrovate tracce di frenata in quanto probabilmente il

conducente dell’autovettura non ha avuto il tempo materiale per frenare che equivale a circa 1

secondo.

E’ inoltre chiaro che se il calesse fosse stato realmente fermo allo stop, questi sarebbe stato

avvistabile dal conducente dell’autovettura ad una distanza massima di 24-25 metri che avrebbe

consentito allo stesso di porre in essere tutte le manovre necessarie e sufficienti per evitare

l’impatto.







Questa è l’ennesima prova che l’auto procedeva a velocità molto moderata altrimenti il

conducente avrebbe senz’altro avuto modo di reagire.

Questa è l’ennesima prova anche del fatto che il calesse si sia immesso repentinamente su Via …

La collisione è dunque molto probabilmente avvenuta in quanto il calesse si è immesso

repentinamente sulla strada percorsa dall’autovettura senza concedere il tempo materiale al

conducente di arrestarsi.

A 40 km/h infatti l’autovettura nel tempo psicotecnico necessario al conducente per porre in

essere la frenata, avrebbe percorso circa 11 metri.

Ipotizzando la stessa velocità del calesse, ecco che lo stesso avrebbe coperto la distanza

necessaria per raggiungere il PPU nello stesso tempo necessario al conducente dell’autovettura

per frenare.

Concludiamo dunque la nostra analisi con la ferma convinzione che il sinistro sia avvenuto ad

esclusiva responsabilità del conducente del calesse il quale, forse per la perdita di governo dei

due cavalli, non si è arrestato al segnale di stop invadendo a velocità di crociera la via …….. e

venendo così in collisione con la Fiat Cinquecento. Nell’augurare buon lavoro si coglie l’occasione per porgere distinti saluti.

Marigliano………..

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