esif: la nuova sigla unitaria dei fondi strutturali europei

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9/5/2014 AgevoBLOG - La piazza dei finanziamenti pubblici: ESIF: la nuova sigla unitaria dei Fondi strutturali per lo sviluppo dei territori europei http://agevo-facile.blogspot.it/2014/05/esif-la-nuova-sigla-unitaria-dei-fondi.html 1/11 venerdì 9 maggio 2014 ESIF: la nuova sigla unitaria dei Fondi strutturali per lo sviluppo dei territori europei Glossario della Programmazione 2014-2020: Fondi ESIF Indice: 1. Lo sviluppo è uno: nuova sinergia fra i fondi strutturali 2. Regolamenti riguardanti i fondi strutturali e di investimento europei 3. Accordi di Partenariato 4. Programmi Operativi 5. Aggiornamento 8 Maggio 2014 6. Codice di condotta europeo per il partenariato 7. I Fondi ESIF nel dettaglio: 7.1. Fondo Europeo di Sviluppo Regionale 7.2. Fondo Sociale Europeo 7.3. Fondo di Coesione 7.4. Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale 7.5. Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca 1.Lo sviluppo è uno: nuova sinergia fra i fondi strutturali La principale novità del periodo di programmazione 2014-2020 è rappresentata dall'approccio unitario fra i diversi settori di attività in tema di finanziamenti per lo sviluppo regionale e per la coesione. Un corpus unico di regole disciplina, infatti, i cinque "fondi strutturali e di investimento" (in Inglese, European Structural and Investment Funds - ESIF ) dell'UE: Fondo europeo di sviluppo regionale - FESR (in Inglese, European Regional Devolopment Fund - ERDF) Fondo sociale europeo - FSE (in Inglese, European Social Fund - ESF)

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venerdì 9 maggio 2014

ESIF: la nuova sigla unitaria dei Fondi strutturali per lo sviluppodei territori europei

Glossario della Programmazione 2014-2020: Fondi ESIF

Indice:

1. Lo sviluppo è uno: nuova sinergia fra i fondi strutturali

2. Regolamenti riguardanti i fondi strutturali e di investimento europei

3. Accordi di Partenariato

4. Programmi Operativi

5. Aggiornamento 8 Maggio 2014

6. Codice di condotta europeo per il partenariato

7. I Fondi ESIF nel dettaglio:

7.1. Fondo Europeo di Sviluppo Regionale

7.2. Fondo Sociale Europeo

7.3. Fondo di Coesione

7.4. Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale

7.5. Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca

1.Lo sviluppo è uno: nuova sinergia fra i fondi strutturali

La principale novità del periodo di programmazione 2014-2020 è rappresentata dall'approccio

unitario fra i diversi settori di attività in tema di finanziamenti per lo sviluppo regionale e per la

coesione. Un corpus unico di regole disciplina, infatti, i cinque "fondi strutturali e di investimento" (in

Inglese, European Structural and Investment Funds - ESIF) dell'UE:

Fondo europeo di sviluppo regionale - FESR (in Inglese, European Regional

Devolopment Fund - ERDF)

Fondo sociale europeo - FSE (in Inglese, European Social Fund - ESF)

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Fondo di coesione - FC (in Inglese, Cohesion Fund - CF)

Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale - FEASR (in Inglese, European

Agricultural Fund for Rural Development - EAFRD)

Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca - FEAMP (European Maritime &

Fisheries Fund - EMFF).

Le nuove regole sono finalizzate a:

creare un legame chiaro con la strategia Europa 2020

migliorare il coordinamento

assicurare un'attuazione coerente

semplificare il più possibile l'accesso ai fondi da parte dei potenziali beneficiari.

Esse garantiranno un impiego più strategico e complementare delle varie fonti di finanziamento

dell'UE, che consentirà di combinarne e semplificarne l'utilizzo migliorandone così l'impatto sulla

crescita e sull'occupazione.

Collegamenti:

http://ec.europa.eu/regional_policy/what/future/index_it.cfm

http://ec.europa.eu/europe2020/index_it.htm

2. Regolamenti riguardanti i fondi strutturali e di investimento europei

Regolamento (UE) n. 1303/2013 recante disposizioni comuni ai 5 Fondi ESIF

Regolamento (UE) n. 1301/2013 relativo al Fondo europeo di sviluppo regionale

Regolamento (UE) n. 1304/2013 relativo al Fondo sociale europeo

Regolamento (UE) n. 1300/2013 del Consiglio relativo al Fondo di coesione

Regolamento (UE) n. 1305/2013 relativo al Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale

Collegamento:

http://ec.europa.eu/contracts_grants/funds_it.htm

3. Accordi di Partenariato

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Gli Accordi di Partenariato definiscono le priorità di investimento per utilizzare i finanziamenti erogati

dai fondi strutturali e di investimento europei dal 2014 al 2020. Con le nuove norme, gli Stati membri

sono infatti tenuti a stilare e mettere in atto piani strategici con le priorità d'investimento

nell'ambito dei cinque fondi ESIF.

Gli Accordi di Partenariato (AP) sono negoziati tra la Commissione europea e le autorità

nazionali in seguito alla consultazione dei vari livelli di governance, dei rappresentanti dei gruppi

di interesse e della società civile e dei rappresentanti locali e regionali. I medesimi Accordi sono

sviluppati a partire da una serie di documenti programmatici indirizzati, nel 2012, dai Servizi della

Commissione a ciascuno Stato membro e riguardanti il modo in cui gli investimenti UE dovrebbero

sostenere la crescita intelligente, sostenibile e inclusiva perseguita dalla strategia Europa

2020, concentrandosi sui principali vantaggi e sui settori di crescita importanti nelle regioni e negli

Stati membri.

Planning:

I regolamenti stabiliscono che ciascun Stato membro sottoponga alla Commissione il

proprio accordo di partenariato entro 4 mesi dalla loro entrata in vigore

(23/12/2013). La data di scadenza per le autorità nazionali era, quindi, fissata al 22

aprile 2014.

Successivamente, la Commissione è chiamata a formulare osservazioni entro 3 mesi a

decorrere dalla data di presentazione dell'AP e ad adottare l'Accordo entro 4 mesi dalla

sua presentazione, a condizione che lo Stato membro abbia preso adeguatamente in

considerazione le osservazioni della Commissione.

I Programmi Operativi non possono essere approvati prima della avvenuta adozione

dell'accordo.

L'Italia ha presentato l'ultima versione dell'Accordo di Partenariato nell'ultima data utile, il 22

Aprile 2014: la Commissione avrà, quindi, tempo fino al 21 Agosto per approvarlo

definitivamente.

Collegamenti:

http://ec.europa.eu/regional_policy/what/future/index_it.cfm#1

http://europa.eu/rapid/press-release_MEMO-14-331_it.htm

4. Programmi Operativi

La Commissione collabora con gli Stati membri anche durante la stesura dei Programmi Operativi

(PO), che traducono le priorità d'investimento e gli obiettivi degli Accordi di Partenariato in azioni

concrete nei singoli settori di attività. I Programmi Operativi possono riguardare interi Stati

membri e/o Regioni oppure essere programmi di cooperazione che coinvolgono vari Paesi.

La Commissione negozia il contenuto definitivo di questi piani d'investimento con le autorità

nazionali e regionali.

Tutti i livelli di governance, compresa la società civile, vanno consultati e coinvolti nella

programmazione e nella gestione dei PO.

Planning:

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Secondo le nuove norme, i PO devono essere presentati dagli Stati membri alla

Commissione entro 3 mesi dalla presentazione dell'accordo di partenariato. Nel

caso dell'Italia, la presentazione deve avvenire entro il 21 Luglio 2014.

La Commissione potrà formulare osservazioni entro 3 mesi dalla presentazione e

dovràadottare il PO entro e non oltre 6 mesi dalla data di presentazione, a

condizione che lo Stato membro abbia preso adeguatamente in considerazione le

osservazioni della Commissione.

Di norma, quindi, i programma operativi dovrebbero essere adottati al massimo entro la

fine del mese di gennaio 2015.

I Programmi Operativi saranno quindi attuati dagli Stati membri e dalle loro Regioni.

Per "attuazione" s'intendono la selezione, la messa in atto, il monitoraggio e la

valutazione dei singoli progetti in base alle priorità e agli obiettivi dei Programmi

concordati con la Commissione. Queste attività sono organizzate dalle Autorità di

Gestione in ciascun Paese e/o Regione in base ai princìpi della gestione condivisa e

della sussidiarietà.

5. Aggiornamento 8 Maggio 2014

La Commissione sta attualmente analizzando gli Accordi di Partenariato ufficiali e le bozze dei

Programmi Operativi ricevuti dai 28 Stati membri.

Il 5 Maggio 2014 la Commissione ha adottato il primo Accordo di Partenariato, quello

dellaDanimarca.

Un elenco regolarmente aggiornato degli accordi di partenariato e dei programmi operativi è

disponibile al seguente link :

http://ec.europa.eu/contracts_grants/funds_it.htm

6. Codice di condotta europeo per il partenariato

Per garantire il massimo impatto dei fondi, le autorità nazionali, regionali e locali dei Paesi dell'UE

devono lavorare in stretta collaborazione e in partenariato con:

sindacati

datori di lavoro

organizzazioni non governative

altri soggetti che promuovono, ad esempio, l'integrazione sociale, la parità uomo-donna

e la lotta alle discriminazioni.

Tutti i Paesi dell'UE devono assicurare di tenere conto di tutti i punti di vista per individuare le

priorità di finanziamento, progettazione e attuazione delle strategie di investimento più efficaci.

7. I Fondi ESIF nel dettaglio

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7.1. Fondo Europeo di Sviluppo Regionale

Il FESR mira a consolidare la coesione economica e sociale dell’Unione europea correggendo gli

squilibri fra le regioni. Gli investimenti sono concentrati su diverse aree prioritarie chiave: tale

approccio assume, infatti, il nome di «concentrazione tematica».

Aree prioritarie:

innovazione e ricerca;

agenda digitale;

sostegno alle piccole e medie imprese (PMI);

economia a basse emissioni di carbonio.

L'ammontare e la distribuzione di risorse FESR stanziate a favore di tali priorità dipendono dalle

caratteristiche della singola regione. I territori sono convenzionalmente raggruppati nelle seguenti

categorie (in base al PIL regionale pro capite messo a confronto con la media UE a 27 Stati

membri), a cui corrispondono specifiche attribuzioni di risorse:

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Regioni sviluppate: almeno l’80% dei fondi deve concentrarsi su almeno due priorità;

Regioni in transizione: la suddetta concentrazione concerne il 60% dei fondi;

Regioni in ritardo di sviluppo: la concentrazione concerne il 50% dei fondi.

Una parte di risorse FESR - in misura decrescente all'aumentare dello svantaggio - deve, poi,

essere specificamente destinata a progetti attinenti l’economia a basse emissioni di carbonio:

Regioni più sviluppate: 20%;

Regioni in transizione: 15%;

Regioni in ritardo di sviluppo: 12%.

I Programmi di cooperazione territoriale europea prevedono la concentrazione di almeno l’80%dei

fondi disponibili sulle 4 aree prioritarie menzionate in precedenza.

Il FESR riserva particolare attenzione alle specificità territoriali:

La sua azione mira a ridurre i problemi economici, ambientali e sociali che affliggono le

aree urbane, investendo principalmente nello sviluppo urbano sostenibile. Almeno

il5% delle risorse FESR è destinato alle specificità territoriali mediante le «azioni

integrate» gestite dalle città;

Le aree svantaggiate dal punto di vista geografico (in quanto isolate, montagnose o a

scarsa densità demografica) ricevono un trattamento particolare;

Le aree più periferiche, infine, godono di specifici aiuti economici da parte del FESR per

far fronte agli eventuali svantaggi derivanti dalle condizioni di lontananza.

Collegamento:

http://ec.europa.eu/regional_policy/thefunds/regional/index_it.cfm

7.2. Fondo Sociale Europeo

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Il Fondo sociale europeo (FSE) è il principale strumento utilizzato dall’UE per sostenere

l'occupazione dei cittadini europei, grazie a una dotazione di 10 miliardi di euro l’anno. L’Unione

europea si è infatti impegnata, con la strategia Europa 2020, a realizzare una società inclusiva.

Tra le priorità dell'FSE, si citano:

adattabilità dei lavoratori e delle imprese,

miglioramento dell'accesso all'occupazione da parte dei giovani che escono dal mondo

della scuola

formazione dei disoccupati scarsamente qualificati

apprendimento permanente dei cittadini

inclusione sociale dei cittadini svantaggiati attraverso la loro occupazione

I progetti dell'FSE variano significativamente per natura, dimensioni e portata e si rivolgono a una

rosa variegata di gruppi di destinatari finali:

sistemi di istruzione, insegnanti e scolari

disoccupati giovani e meno giovani

aspiranti imprenditori in ogni campo

in altre parole...l'FSE si concentra sulle persone!

Relativamente alla programmazione ed all'attuazione della strategia FSE, ciascuno Stato

membroconcorda, insieme alla Commissione europea, uno o più Programmi Operativi per i

finanziamenti dell'FSE durante il periodo di programmazione 2014-2020. I PO definiscono le priorità

di intervento delle attività dell’FSE e i relativi obiettivi.

L’UE distribuisce i finanziamenti dell'FSE agli Stati membri e alle Regioni al fine di sostenerne i

Programmi Operativi. Tali programmi finanziano progetti nel campo dell’occupazione gestiti da un

ventaglio di organizzazioni pubbliche e private, denominate beneficiari.

Il Fondo sociale europeo è definito e attuato in partenariato dalla Commissione europea e dalle

autorità nazionali e regionali. Altre parti, come ONG e organizzazioni dei lavoratori, sono coinvolte

nell'elaborazione della strategia FSE e nel monitoraggio della sua attuazione.

Alla base del funzionamento dell'FSE sono incardinati due importanti princìpi:

Il cofinanziamento assicura la partecipazione a livello nazionale e regionale: i

finanziamenti dell’FSE sono sempre accompagnati da un finanziamento pubblico o

privato. I tassi di cofinanziamento variano tra il 50% e l’85% (il 95% in casi eccezionali)

dei costi totali dei progetti, a seconda della ricchezza relativa della Regione;

La gestione condivisa consente una corretta ripartizione delle responsabilità: le linee

guida dell’FSE vengono stilate a livello europeo attraverso consultazioni con un’ampia

rosa di parti interessate, mentre i Programmi Operativi sono negoziati tra le autorità

nazionali e la Commissione. L’attuazione, tramite i Programmi Operativi, è a cura delle

autorità competenti di ciascun Paese.

Il livello dei finanziamenti dell'FSE e i tipi di progetti finanziati variano da una Regione all'altra a

seconda della loro ricchezza relativa. I gruppi di Regioni sono i medesimi già citati per il FESR.

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Collegamento:

http://ec.europa.eu/esf/main.jsp?catId=35&langId=it

7.3. Fondo di Coesione

Il Fondo di coesione assiste gli Stati membri con un reddito nazionale lordo (RNL) pro

capiteinferiore al 90% della media dell’Unione europea. I suoi obiettivi sono la riduzione delle

disparitàeconomiche e sociali e la promozione dello sviluppo sostenibile.

In virtù del Regolamento sulle disposizioni comuni, attualmente il Fondo di coesione è soggetto alle

medesime norme di programmazione, gestione e controllo che disciplinano FESR e FSE.

Gli Stati membri ammissibili al Fondo di coesione nel periodo 2014-2020 sono: Bulgaria, Cipro,

Croazia, Estonia, Grecia, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Portogallo, Repubblica ceca, Romania,

Slovacchia, Slovenia e Ungheria.

Il Fondo di coesione prevede lo stanziamento di complessivi 63,4 miliardi di EUR da destinarsi ad

attività comprese nelle seguenti categorie:

Reti transeuropee di trasporto, in particolare i progetti prioritari di interesse europeo

così come definiti dall’UE. Il Fondo di coesione sosterrà i progetti infrastrutturali rientranti

nell’iniziativa "Meccanismo per collegare l’Europa";

Tutela dell’ambiente. In tale campo, il Fondo di coesione può anche intervenire nel

quadro di progetti correlati al settore dell’energia o dei trasporti, a condizione che questi

offrano chiari vantaggi sotto il profilo ambientale in termini di efficienza energetica,

utilizzo delle energie rinnovabili, sviluppo del trasporto ferroviario, sostegno

all’intermodalità, potenziamento dei trasporti pubblici e così via.

Il sostegno finanziario del Fondo di coesione può essere interrotto per decisione (adottata a

maggioranza qualificata) del Consiglio qualora uno Stato Membro evidenzi un deficit pubblico

eccessivo e né abbia risolto né si sia attivato per risolvere la situazione deficitaria.

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Collegamento:

http://ec.europa.eu/regional_policy/thefunds/cohesion/index_it.cfm

7.4. Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale

In linea con la strategia Europa 2020 e con gli obiettivi generali della Politica Agricola Comune

(PAC), è possibile individuare tre obiettivi strategici a lungo termine per la politica di sviluppo rurale

dell’UE nel periodo 2014-2020:

il miglioramento della competitività dell’agricoltura;

la gestione sostenibile delle risorse naturali e l’azione per il clima;

uno sviluppo territoriale equilibrato per le zone rurali.

Al fine di gestire l’utilizzo del Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (FEASR) attraverso

iProgrammi di Sviluppo Rurale (PSR), i suddetti obiettivi generali sono stati tradotti più

concretamente nelle seguenti 6 priorità:

1. Promuovere il trasferimento di conoscenze nel settore agricolo e forestale e nelle zone

rurali

2. Potenziare la competitività dell'agricoltura in tutte le sue forme e la redditività delle

aziende agricole

3. Incentivare l'organizzazione della filiera agroalimentare e la gestione dei rischi nel settore

agricolo

4. Preservare, ripristinare e valorizzare gli ecosistemi dipendenti dall'agricoltura e dalla

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silvicoltura

5. Incoraggiare l'uso efficiente delle risorse e il passaggio a un'economia a basse emissioni di

carbonio e resiliente al clima nel settore agroalimentare e forestale

6. Promuovere l'inclusione sociale, la riduzione della povertà e lo sviluppo economico

nellezone rurali

Per ciascuna priorità dei PSR saranno identificate specifiche aree di intervento (aree principali o

prioritarie). Le priorità e le aree prioritarie del PSR costituiranno la base per programmare e

garantire il sostegno del FEASR alle zone rurali dell’UE.

La preparazione dei PSR nazionali e regionali è un processo in più fasi che coinvolge attori diversi. I

PSR devono riflettere gli obiettivi strategici stabiliti a livello nazionale e delineati negli accordi di

partenariato (AP). L’intero processo dipende dal coinvolgimento attivo dei partner economici e

sociali e della società civile.

Unitamente al sostegno del FEASR, le zone rurali possono beneficiare del sostegno

supplementare erogato nell’ambito degli altri fondi ESIF.

Per il nuovo periodo di programmazione, lo "sviluppo locale di tipo partecipativo" (in Inglese,

Community-Led Local Development - CLLD), già attuato nei periodi precedenti con il cosiddetto

approccio LEADER, è stato proposto come strumento per coinvolgere i cittadini, a livello locale,

nell’elaborazione di risposte alle varie problematiche sociali, ambientali ed economiche. Il CLLD

faciliterà un approccio integrato all’utilizzo dei Fondi ESIF e un rafforzamento dei collegamenti

tra le zone rurali, costiere e di pesca.

Gli Stati membri sono, infatti, chiamati a specificare, nei propri Accordi di Partenariato, come

intendono finanziare il CLLD e ad indicare in quali programmi e territori lo stesso può essere

utilizzato.

Il CLLD è facoltativo nel quadro del FESR, del FSE e del FEAMP, mentre

è obbligatorionell’ambito del FEASR. Saranno, pertanto, mantenuti alcuni elementi fondamentali

di LEADER, come i Gruppi di Azione Locale (GAL).

Collegamenti:

http://enrd.ec.europa.eu/policy-in-action/cap-towards-2020/rdp-programming-2014-2020/en/rdp-

programming-2014-2020_en.cfm

http://ec.europa.eu/agriculture/rural-development-2014-2020/index_it.htm

7.5. Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca

Il FEAMP:

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aiuta i pescatori nella transizione verso una pesca sostenibile

incentiva le comunità costiere a diversificare le loro economie

finanzia progetti per creare nuovi posti di lavoro e migliorare la qualità della

vitalungo le coste europee

rende più facile l'accesso al finanziamento.

Il Fondo viene utilizzato per progetti che prevedono il cofinanziamento da parte della Commissione

UE. Ad ogni Paese viene assegnata una quota del bilancio totale del Fondo, in base alle dimensioni

della sua industria della pesca.

Ogni Paese elabora un Programma Operativo per stabilire nel dettaglio come saranno spese le

risorse disponibili. Le autorità nazionali e la Commissione sono congiuntamente responsabili per

l'attuazione del programma.

Collegamento:

http://ec.europa.eu/fisheries/index_it.htm

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