extrait de la publication...di cambiare ogni nostra abitudine di vita e di relazione con il...

20
Extrait de la publication

Upload: others

Post on 21-Feb-2020

5 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

Page 1: Extrait de la publication...di cambiare ogni nostra abitudine di vita e di relazione con il prossimo. La comunicazione entra in gioco in ogni dinamica e componente del-la nostra esistenza,

Extrait de la publication

Page 2: Extrait de la publication...di cambiare ogni nostra abitudine di vita e di relazione con il prossimo. La comunicazione entra in gioco in ogni dinamica e componente del-la nostra esistenza,

Extrait de la publication

Page 3: Extrait de la publication...di cambiare ogni nostra abitudine di vita e di relazione con il prossimo. La comunicazione entra in gioco in ogni dinamica e componente del-la nostra esistenza,

Dai loro frutti li riconoscerete

Extrait de la publication

Page 4: Extrait de la publication...di cambiare ogni nostra abitudine di vita e di relazione con il prossimo. La comunicazione entra in gioco in ogni dinamica e componente del-la nostra esistenza,
Page 5: Extrait de la publication...di cambiare ogni nostra abitudine di vita e di relazione con il prossimo. La comunicazione entra in gioco in ogni dinamica e componente del-la nostra esistenza,

Franco Lever - Fabio Pasqualetti - Valentín A. Presern

DAI LORO FRUTTILI RICONOSCERETE

Mt 7,15-16

Comunicazione Coerenza Azione

LAS - ROMA

Extrait de la publication

Page 6: Extrait de la publication...di cambiare ogni nostra abitudine di vita e di relazione con il prossimo. La comunicazione entra in gioco in ogni dinamica e componente del-la nostra esistenza,

Facoltà di Scienze della Comunicazione socialeUniversità Pontificia Salesiana, 1 - 00139 Roma

Sito della Facoltà: http://fsc.unisal.it

Sito dell’Università: www.unisal.it

Indirizzi e-mail:Franco Lever: [email protected] Pasqualetti: [email protected]ín A. Presern: [email protected]

© 2011 by LAS - Libreria Ateneo SalesianoPiazza del l’Ateneo Salesiano, 1 - 00139 ROMATel. 06 87290626 - Fax 06 87290629e-mail: [email protected] - http://las.unisal.it

ISBN 978-88-213-0789-8–––––––––––––Elaborazione elettronica: LAS Stampa: Tipografia Giammarioli - Via Enrico Fermi, 8-10 - Frascati (Roma)

Extrait de la publication

Page 7: Extrait de la publication...di cambiare ogni nostra abitudine di vita e di relazione con il prossimo. La comunicazione entra in gioco in ogni dinamica e componente del-la nostra esistenza,

PREFAzIONE

Quando il Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali decise di organizzare il Seminario per i Vescovi Responsabili delle Comunicazioni Sociali, nel contesto delle varie Conferenze Episcopali, aveva in mente due obiettivi ben precisi.

Nel variegato panorama della comunicazione, sullo sfondo dei cambia-menti apportati dai veloci sviluppi tecnologici, abbiamo sentito innanzitutto l’urgenza di un confronto con tutti i Vescovi, per affrontare insieme la nuova sfida che si presenta a quanti, oggi, operano nel complesso settore comuni-cativo.

Organizzando il Seminario, un altro obiettivo fondamentale del Dica-stero era suscitare un dialogo aperto tra tutti quelli che sono impegnati nel settore delle comunicazioni sociali, al fine di elaborare un nuovo documento sul tema, a quasi vent’anni dall’Aetatis Novae, che potesse essere un con-tributo, un punto di riferimento nel panorama comunicativo in veloce cam-biamento. Infatti, il tempo trascorso dall’Istruzione Pastorale del 1992 ci ha messo di fronte a imprevedibili sviluppi e innumerevoli possibilità con cui, in quanto Chiesa, ci sentiamo in dovere di confrontarci.

Il Seminario è stato anche l’occasione per toccare con mano quale enor-me ricchezza costituiscono i cattolici che operano nel campo accademico della comunicazione. Durante il lavoro svolto in quei quattro giorni, il nostro Dicastero ha sperimentato con quanta professionalità e spirito partecipativo ogni collaboratore ha prestato il suo servizio, per aiutarci sia nella prepara-zione che nello svolgimento del Seminario. I relatori che hanno accolto il nostro invito hanno contribuito a offrirci un quadro completo delle nuove tecnologie in uso nel campo comunicativo, illustrandoci che la trasforma-zione in atto non è puramente tecnologica, ma soprattutto culturale, capace di cambiare ogni nostra abitudine di vita e di relazione con il prossimo.

La comunicazione entra in gioco in ogni dinamica e componente del-la nostra esistenza, è parte caratteristica dell’umanità intera che comunica innanzi tutto se stessa. Nuove forme di socialità, lo sviluppo pervasivo dei social network, le prospettive educative, le convergenze di mezzi e linguag-gi nell’era digitale, le controversie, i minori e tutte le innumerevoli sfide che il campo della comunicazione sociale impone a livello mondiale, sono state occasione di confronto e dialogo.

Desidero rivolgere un ringraziamento particolare ai Professori della Pontificia Università Salesiana, che con il loro intervento hanno aiutato i Vescovi presenti a capire quali sono, oggi, le sfide offerte dalla comu-

Extrait de la publication

Page 8: Extrait de la publication...di cambiare ogni nostra abitudine di vita e di relazione con il prossimo. La comunicazione entra in gioco in ogni dinamica e componente del-la nostra esistenza,

6 Prefazione

nicazione, richiamando l’attenzione sul bisogno di tornare al concetto di base della comunicazione sociale, fondamentale soprattutto per tutti noi che come Chiesa, Chiesa che comunica, ci troviamo ogni giorno a dover affrontare. Ma per fare questo, occorre naturalmente superare la prospetti-va puramente tecnologica, riuscendo così a comprendere innanzi tutto cosa significa comunicare.

Non dimentichiamo, infatti, che, al di là degli sviluppi inimmaginabili in campo tecnologico, la comunicazione porta in sé una dimensione che è totalmente umana e pertanto, proprio in virtù di essa, presta un servizio innegabile, fondamentale per la creazione di una comunità. Comunicare è innanzi tutto relazionarsi. Ma soprattutto, comunicare è mantenere una pro-fonda coerenza tra la parola e la vita.

L’invito, oserei dire, “provocatorio” che abbiamo ascoltato nel Semina-rio ci ha interpellato come Chiesa, facendoci riflettere sul fatto che comuni-care non significa solo “parola”. In questo senso occorre dunque ripensare alla comunicazione nel profondo, riflettendo sul binomio parola-vita, bi-nomio inscindibile perché dia frutto, binomio inscindibile perché sia vera comunicazione. La parola da sola, infatti, non può comunicare quello che si comunica con l’atteggiamento di vita.

La vita di Cristo è la prova di ciò. L’esempio di Cristo come perfetto comunicatore rappresenta per tutti coloro che hanno partecipato al Semi-nario un modello di ricchezza inesauribile a cui fare riferimento nel campo della comunicazione. Questo Cristo comunicatore ci ha toccato nella nostra dimensione più intima, nella nostra dimensione profondamente umana, pro-prio perché la comunicazione è prima di tutto umana.

Qui è la provocazione. Qui è la sfida più grande per la Chiesa che comu-nica il messaggio di Cristo, un messaggio che è “proposta di vita” che richie-de soprattutto la credibilità del comunicatore, credibilità attuata nelle azioni di ogni giorno, nei piccoli gesti, prima che con la parola. “La Chiesa deve venire a dialogo col mondo in cui si trova a vivere. La Chiesa si fa parola; la Chiesa si fa messaggio; la Chiesa si fa colloquio” (Ecclesiam Suam, 67).

In questa ottica ogni strumento che l’ingegno umano potrà mettere in-nanzi al comunicatore sarà comunque uno strumento valido per raggiungere ogni uomo nel suo tempo, senza mai dimenticare quanto la comunicazione si attua a livello interpersonale, lasciando aperta la porta al dialogo, mai unidirezionale.

E la Chiesa accoglie la sfida, continua a camminare nel progresso uma-no, avendo come punto di riferimento il Cristo comunicatore, solo con più mezzi e con la consapevolezza che ogni progresso tecnologico non potrà togliere mai alla comunicazione la sua essenziale componente, quella stret-tamente umana, che resta il suo punto di forza.

S. E. Mons. Claudio Maria CelliPresidente del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali

Città del Vaticano, 31 gennaio 2011

Extrait de la publication

Page 9: Extrait de la publication...di cambiare ogni nostra abitudine di vita e di relazione con il prossimo. La comunicazione entra in gioco in ogni dinamica e componente del-la nostra esistenza,

7

DAI LORO FRUTTILI RICONOSCERETE

Mt 7,15-16

Comunicazione Coerenza Azione

Premessa ................................................................................................. 9

Introduzione ............................................................................................ 11

1. Comunicazione ................................................................................ 13 L’utilità di una definizione di riferimento Franco Lever

2. Costruire coerenza tra annuncio e vita ........................................ 33 Parola annunciata e stile di vita personale e istituzionale Fabio Pasqualetti

3. Linee di azione ................................................................................. 53 Sfide e criteri operativi Valentín A. Presern

Extrait de la publication

Page 10: Extrait de la publication...di cambiare ogni nostra abitudine di vita e di relazione con il prossimo. La comunicazione entra in gioco in ogni dinamica e componente del-la nostra esistenza,

Extrait de la publication

Page 11: Extrait de la publication...di cambiare ogni nostra abitudine di vita e di relazione con il prossimo. La comunicazione entra in gioco in ogni dinamica e componente del-la nostra esistenza,

Communication is a “symbolic process whereby reality is produced, maintained, repaired, and transformed”.James W. Carey, Communication as culture. Essays on media and society, Unwin Hyman, Boston 1989, p. 15.

Dal 7 al 13 marzo 2009 il Pontificio Consiglio delle Comunica-zioni Sociali ha promosso in Vaticano un Seminario per i Vescovi Re-sponsabili delle Comunicazioni sociali nelle Conferenze Episcopali. Questo il titolo: Nuove prospettive per la comunicazione ecclesiale. Cambiamenti nelle tecnologie e nella cultura delle comunicazioni: una riflessione teologica e pastorale.

Il Seminario vedeva riuniti per un incontro di studio e di lavoro Cardinali e Vescovi in così grande numero da dover risalire ai tempi del Concilio per trovare un’assemblea più qualificata rispetto al tema trattato. Come compito, la definizione delle linee progettuali di un prossimo documento della Santa Sede sulla comunicazione sociale ed ecclesiale a quasi vent’anni dall’Aetatis Novae (1992).

Il Convegno era stato progettato in modo che gli interventi degli specialisti1 non costituissero la parte principale dei lavori, ma fossero una preparazione delle due attività più creative delle giornate: il lavo-ro per gruppi dei convegnisti e la condivisione in assemblea delle idee e delle prospettive emerse.

Per questa ragione Franco Lever, Fabio Pasqualetti e Valentín A. Presern, docenti della Facoltà di Scienze della Comunicazione so-ciale dell’Università Salesiana, non hanno progettato degli interventi “cattedratici” ma dei percorsi esperienziali che fungessero da “provo-cazione”: un invito all’assemblea a lasciarsi immergere nelle proble-matiche grazie all’utilizzazione delle varie forme comunicative con cui i nostri contemporanei sono abituati ad esplorare i problemi ed a cercare le soluzioni. Si è lavorato solo in parte con definizioni e sche-mi, dando invece spazio alle immagini (dell’arte classica e attuale), a canzoni e musiche, a videoclip, a parabole e brani di film. Lo scopo era superare eventuali schemi e formule consolidati, per fare emerge-re altre suggestioni ed altre idee, alla maniera di un brain storming fi-

1 Il programma completo è disponibile in rete nel sito del PCCS: http://www.pccs.va/pccs/congressi/0309_vescovi_media/Ita/Programma_Ita.pdf

Extrait de la publication

Page 12: Extrait de la publication...di cambiare ogni nostra abitudine di vita e di relazione con il prossimo. La comunicazione entra in gioco in ogni dinamica e componente del-la nostra esistenza,

10 Premessa

nalizzato al momento più produttivo che restava appunto il lavoro dei Vescovi, divisi per aree linguistiche e geografiche. Quando, dopo il lavoro dei gruppi, c’è stato il momento della condivisione dei risultati, apparve evidente che l’assemblea aveva gradito il metodo adottato, a tal punto che quasi ogni gruppo volle sottolinearne la validità.

Noi pensavamo, così, di aver assolto ogni nostro compito. Se non che, qualche mese dopo, ci è giunta la richiesta da parte del PCCS di tradurre in forma scritta i nostri interventi in vista della pubblicazione degli atti del Seminario. Dire che siamo stati presi da un certo panico è dire la pura verità, perché la forma scritta non è in grado di presen-tare la ricchezza della proposta a suo tempo fatta e dunque il compito diventava assai impegnativo. Le pagine di questo volume registrano quanto siamo riusciti a preparare. Se compaiono a tanta distanza dalla conclusione del Seminario, la ragione è legata al fatto che nel frat-tempo è tramontata l’idea del volume degli atti e ci è stata concessa la possibilità di pubblicare a parte il nostro lavoro.

In omaggio alle personalità che hanno preso parte al Seminario e come forma di piena collaborazione al loro lavoro pastorale abbiamo curato da subito la traduzione dei nostri contributi nelle quattro lingue utilizzate durante il seminario stesso.2

Apparirà evidente che c’è una visione di fondo condivisa tra i tre relatori e, tuttavia, ognuna delle tre parti si presenta con una sua auto-nomia ed una diversa modalità di elaborazione, legata anche al tipo di-verso di performance realizzata al momento del Seminario e qui tra-dotta necessariamente nel linguaggio della sola scrittura. Nutriamo la speranza che anche queste pagine costituiscano un qualche contributo al miglioramento della capacità comunicativa nella nostra Chiesa.

2 Pur avendo fatto del nostro meglio, ricordiamo che il testo di riferimento è quello in lingua italiana. La traduzione in lingua inglese e francese la dobbiamo alla collaborazione di nostri colleghi dell’Università Salesiana: per l’inglese, il dottoran-do FSC, Lobo Anthony Clifford, con la revisione del prof. Peter Gonsalves; per il francese, il prof. Morand Wirth. La traduzione in lingua spagnola è stata curata dalla rivista Misión Joven – CCS di Madrid.

Extrait de la publication

Page 13: Extrait de la publication...di cambiare ogni nostra abitudine di vita e di relazione con il prossimo. La comunicazione entra in gioco in ogni dinamica e componente del-la nostra esistenza,

INTRODUzIONE

Grazie a S.E. Mons. Claudio M. Celli e a tutti voi per l’invito che ci è stato rivolto ad offrire il nostro contributo al vostro lavoro in questo seminario. Un onore e una responsabilità. Lo viviamo come espressione di continuità con il servizio che svolgiamo per la Chiesa. Quest’anno la nostra Facoltà compie vent’anni e questa convocazione dà una certo rilievo a questo nostro anniversario.

Nei primi due giorni del Seminario l’attenzione è stata rivolta ai media digitali; li si è studiati nelle loro potenzialità e diffusione, evi-denziando i cambi che stanno inducendo a livello culturale, sociale, educativo; si è cercato di definire le potenzialità e insieme i problemi che pongono alla comunicazione della Parola e alla vita della Chiesa.

Il nostro intervento parte dall’approfondita analisi che è stata fat-ta, accogliendo così i risultati del lavoro fin qui svolto, ma propone di considerare il tutto dentro l’insieme dell’azione comunicante della Chiesa. Riteniamo infatti che sarebbe un errore di prospettiva che il Seminario privilegiasse unicamente o principalmente le novità impo-ste dai nuovi strumenti tecnologici. Vorremmo suggerire, piuttosto, di assumere uno sguardo che abbracci la comunicazione della Chiesa nel suo insieme. A nostro parere non c’è solo il digital divide da tenere sotto controllo e da superare, perché c’è un divide ancora più sfidante, che riguarda la qualità e l’autenticità della comunicazione, rispetto al quale le più svantaggiate non sono necessariamente le Chiese dei popoli poveri.

Vorremmo così spostare un po’ il baricentro dell’attenzione dai mezzi, dagli strumenti – digitali o tradizionali che siano – alla comu-nicazione, perché non ci deve sfuggire che ci sono altre forze in gioco altrettanto decisive per quanto riguarda l’esito della nostra missione. Anche negli interventi dei giorni scorsi ogni tanto questi temi, queste sfide, sono emersi:

– l’autenticità del nostro comunicare– la decisiva importanza della testimonianza e della coerenza– l’urgenza di saper coordinare l’insieme dei nostri interventi co-

municativi.A queste dimensioni intendiamo ritornare, tenendo presente –

come sullo sfondo del nostro lavoro – una precisa esperienza “limite”.

Extrait de la publication

Page 14: Extrait de la publication...di cambiare ogni nostra abitudine di vita e di relazione con il prossimo. La comunicazione entra in gioco in ogni dinamica e componente del-la nostra esistenza,

12 Introduzione

Per noi interessati alla comunicazione non può non apparire una sfida radicale la figura e la vicenda di Madre Teresa di Calcutta: albanese e cristiana in un continente indù, serva degli ultimi, non possedeva, non controllava, non usava i media – né vecchi né nuovi – e, cionono-stante, la sua comunicazione è arrivata ai confini del mondo con l’effi-cacia del Vangelo. Siamo dunque attenti e interessati ai media, ma più attenti e interessati all’autenticità della comunicazione posta in atto.

Un doppio leitmotiv accompagna questo nostro intervento a più voci:

• e la Parola si fece Media, per dire che la verità che ci è stata affi-data è una forza che – alla maniera del lievito, del sale, della luce (Mt 5,13-14; 13,33) – sa rinnovare ogni forma ed ogni strumento di comunicazione per rendere attuale la Buona Novella. Nessun linguaggio umano ci è estraneo.

• Dai loro frutti li riconoscerete (Mt 7,15-16), per collocare la comunicazione della Chiesa nel contesto di tutte le sue azioni: la comunicazione non è un ambito a parte, perché coinvolge tut-to ciò che la Chiesa fa ed è. Il messaggio fondamentale, da noi concretamente diffuso ogni giorno, è ciò che siamo. La Chiesa comunica ciò che è e ciò che fa.

Extrait de la publication

Page 15: Extrait de la publication...di cambiare ogni nostra abitudine di vita e di relazione con il prossimo. La comunicazione entra in gioco in ogni dinamica e componente del-la nostra esistenza,

1. COMUNICAzIONEL’utilità di una definizione di riferimento

Franco Lever

1. Un impegno impressionante

Ad uno sguardo complessivo, capace di abbracciare lo spazio e il tempo, appare impressionante l’impegno che la comunità cristiana ha dispiegato nell’ambito della comunicazione. Il comandamento del Si-gnore: “Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo ad ogni cre-atura” (Mc 16,15) l’ha sempre accompagnata: in ogni secolo e “fino ai confini della terra” (At 1,8). Così anche lo storico della comunica-zione constata che la passione per la comunicazione è una costante nell’azione dei cristiani, elemento caratteristico del loro “DNA”. Po-tremmo ricordare che la prima generazione di cristiani ha utilizzato la scrittura in modo originale: non solo con la pratica delle “lettere” che tenevano unite e vive le comunità, piccolissime entità disperse nell’o-ceano dell’Impero Romano, ma anche adottando – se non inventando – la nuova forma del testo scritto che cessa di essere rotolo (volumen) per diventare libro (codex).1 Poi i monasteri, con biblioteche e scripto-ria, le scuole cattedrali, le università. Tutte le forme d’arte sono state coinvolte ed hanno realizzato un patrimonio che dà consistenza alla cultura dell’occidente: la poesia e la letteratura, l’architettura, le arti figurative, la musica. Lo stesso teatro rinasce in ambiente liturgico e celebra i misteri cristiani. Il primo libro stampato fu una Bibbia, le prime parole trasmesse dal telegrafo di Morse sono un testo biblico che esalta la potenza di Dio, i primi film vennero dedicati alla Passio-

1 Per gli Ebrei la Bibbia è un rotolo di papiro o di pergamena letto e custodito nella sinagoga; per i Cristiani è un testo letto nei vari incontri della comunità, lo si porta con sé e, quindi, deve essere un oggetto facile da trasportare: il rotolo non è funzionale quanto lo è il libro. Inoltre i Cristiani non leggono la Bibbia in modo continuo, come fanno gli Ebrei, perché la vita e la parola del Maestro rimandano a passi diversi di libri diversi del Vecchio Testamento: per una lettura così trasversale è impossibile servirsi del rotolo. Sono i cristiani coloro che sviluppano e diffondono il libro vero e proprio.

Page 16: Extrait de la publication...di cambiare ogni nostra abitudine di vita e di relazione con il prossimo. La comunicazione entra in gioco in ogni dinamica e componente del-la nostra esistenza,

14 Franco Lever

ne di Cristo, nella prima trasmissione sonora via radio il 24 dicembre 1906 Fessenden celebrò la festa del Natale proclamando: “Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra gli uomini di buona volontà. Buon Natale a tutti”.2 Molti popoli – compresi gli europei – hanno imparato a leggere e scrivere a scuola di catechismo; molte lingue hanno incon-trato la forma scritta solo grazie all’opera di missionari cristiani.

Tutto questo non riguarda solo il passato. L’impegno attuale dei cristiani nell’ambito della comunicazione è difficilmente quantificabi-le.3 Non sappiamo soltanto che questo impegno è enorme e presente in ogni paese di ciascun continente; sappiamo anche che si identifica con una grandissima parte dell’azione della Chiesa.

2. Segni evidenti di difficoltà

Mentre ci rendiamo conto della vastità dell’impegno nella comuni-cazione da parte di quanti si riconoscono nel nome di Cristo, avvertia-mo assai forte il disagio e il dubbio che tanto lavoro e dedizione siano oggi realmente efficaci. Constatiamo che l’impegno e la generosità non bastano, perché la sfida va oltre l’impegno e la tecnologia: i cam-biamenti non toccano soltanto gli aspetti tecnologici, ma modificano il nostro modo di rapportarci al mondo e agli altri, canalizzano in forma diversa i flussi di informazione, cambiano i ruoli nella società, elaborano una nuova cultura, introducendo – anche in forme inavver-tite dalla gente – criteri e valori che non coincidono con quelli della tradizione cristiana.

In questi ultimi anni la nostra reazione più frequente a tutto que-sto è stata la formulazione nel modo più preciso possibile del det-tato della fede e della morale: pubblichiamo documenti, catechismi, pronunciamenti, encicliche; a scadenze assai ravvicinate ed ai vari

2 Per quanto riguarda la Bibbia di Gutenberg ed i film dedicati alla Passione di Gesù la cosa è risaputa. Non altrettanto per altri casi: il primo messaggio trasmesso da Morse da Washington a Baltimora il 24 maggio 1844 era un’espressione biblica tolta dal libro dei Numeri (23,23): “What hath God wrought”? (Cosa ha creato Dio?). Il 24 dicembre 1906 R.A. Fessenden effettuò la prima trasmissione sonora via radio con il canto degli angeli e l’augurio di Buon Natale: “Glory to God in the highest, and on earth peace to men of good will. Merry Christmas to all”. Poi suonò lui stesso al violino Stille Nacht e il Largo di Händel.

3 Limitiamoci ad un esempio: se in Internet si digita la parola Bible e si limita la ricerca alla lingua inglese si viene a sapere che la parola è presente in 80 milioni di pagine; se si ripete la ricerca per altre lingue, il risultato è 14 milioni di pagine per la lingua spagnola, 7 per il tedesco, 5 per il francese, 3,8 per l’italiano. I siti cattolici italiani registrati in internet sono oltre 13.000. Se si digita “christian sites” le pagine da visitare in Internet superano le 220.000 (22.11.2010).

Page 17: Extrait de la publication...di cambiare ogni nostra abitudine di vita e di relazione con il prossimo. La comunicazione entra in gioco in ogni dinamica e componente del-la nostra esistenza,

1. Comunicazione 15

livelli: a livello centrale, di conferenze episcopali, di singola diocesi. La convinzione sottesa è duplice: a) che la precisione e la ripetizione del messaggio siano garanzia del suo funzionamento nel processo di comunicazione; b) che l’autorevolezza di chi lo pronuncia sia garanzia di accoglienza. Ma questa scelta non dà i frutti che ci si attende. Non basta custodire i tesori del passato, perché i nostri contemporanei rie-scano a scoprili tali. La scelta della custodia assume le caratteristiche di un inconsapevole ma reale tradimento: del messaggio e di quanti aspettano che la messe sia raccolta e il pane spezzato.

3. La proposta di un’artista: è necessaria una conversione

Nel 2007 è uscito in Italia il film Centochiodi, opera-testamento del grande regista italiano Ermanno Olmi, “un uomo di fede più scomodo di un miscredente”.4 Il tema affrontato è proprio il nostro tema, quello della comunicazione del messaggio cristiano oggi. La vicenda pone a contrasto due prospettive radicalmente diverse, impersonate dai due ruoli principali: un vecchio monsignore (nessuno lo chiama mai per nome!) e un giovane professore di filosofia della religione (anche di lui non si conosce il nome; la gente lo chiamerà Gesù ed il regista gli dà i tratti iconografici tipici della figura di Cristo). Il sacerdote ha dedicato ogni risorsa della sua esistenza ad un solo scopo, allo studio e alla custodia di una biblioteca dove ha accumulato tutta la scienza di Dio (in cuore nutre la speranza di affidare il tutto al giovane docente di filosofia, che considera suo discepolo e che frequenta la biblioteca); il secondo personaggio è questo professore, il quale – dopo anni di studio e di fiducia incondizionata nella scienza dei libri – entra in una crisi profonda. Comprende che la vera sapienza è altra cosa, che i libri e la difesa del loro contenuto si sono trasformati in tradimento della verità umana e cristiana: di qui il gesto “delittuoso” di inchiodare i libri sul pavimento e sui tavoli della biblioteca, prima di ritirarsi in un ambiente di vita che privilegia l’autenticità dell’incontro personale. Un solo libro non trafigge, quello sulla cui pagina legge:

Bisogna che ognuno torni a nascere. Chi non comincerà dal principio non potrà riconoscere la verità! L’amore spira dove vuole, ne percepisci la presenza come se udissi un suono. Non sai da dove venga né dove

4 Tullio Kezich, Corriere della Sera, 30 marzo 2007, p. 56. Tutta la produzione di E. Olmi ha una forte connotazione cristiana, ma ci sono alcuni dei suoi film par-ticolarmente significativi dal punto di vista oggetto della nostra attenzione: Genesi. La creazione e il diluvio (1994); Camminacammina (1983): L’albero degli zoccoli (1978); ... e venne un uomo (dedicato a Giovanni XXIII - 1965).

Page 18: Extrait de la publication...di cambiare ogni nostra abitudine di vita e di relazione con il prossimo. La comunicazione entra in gioco in ogni dinamica e componente del-la nostra esistenza,

16 Franco Lever

vada. Ma chi rimane nella verità crede in ogni cosa che il suo occhio vede.5

Olmi, con la sincerità e delicatezza che lo contraddistinguono, for-mula un preciso atto di accusa6 nei confronti della gente di Chiesa. Il suo “Gesù” è in contrasto radicale con il vecchio prete: chiuso in un suo mondo, diventato quasi cieco per il lavoro assiduo sui libri, egli vive in un mondo inautentico, lontano dalla gente. Il giovane ribelle ha conquistato la certezza che i libri sono un pericolo, perché illudono chi si affida a loro quasi fossero garanzia di sapienza. Per questo li in-chioda: perché non possano danneggiare altre persone. La verità non è nei libri ma nella vita e nell’incontro con gli altri; li ripudia per vivere in profonda autenticità ogni gesto ed ogni rapporto con gli altri e con la natura. La sua presenza diventa fonte di autenticità e di sicurezza per quanti lo incontrano; la sua assenza suscita profonda nostalgia in tutti.

La “contestazione” di Olmi esprime in forme nuove una tesi già espressa quasi 2500 anni fa, in una situazione in certo modo analoga alla nostra, il passaggio dalla società a cultura orale alla società della scrittura. È un testo classico del Fedro di Platone, il dialogo nel quale si affronta il tema del valore della scrittura. Socrate racconta il mito della sua origine divina. Al dio Theuth, che presenta la sua invenzione esaltandone i vantaggi, il faraone risponde:

Ingegnosissimo Teuth […] tu, padre della scrittura, per benevolenza hai detto il contrario di ciò che essa è in grado di fare. Questa infatti produrrà dimenticanza nelle anime di chi l’avrà appresa, perché non fa esercitare la memoria. Infatti, facendo affidamento sulla scrittura, essi trarranno i ricordi dall’esterno, da segni estranei, e non dall’interno, da se stessi [… ]. Ai discepoli tu prepari una parvenza di sapienza, non la vera sapienza […].7

Il parallelo tra Olmi e Socrate può aiutarci ad impostare bene il nostro tema.

Di fronte alla crisi evidente della nostra comunicazione possiamo lasciarci prendere dal senso di colpa di chi crede di non fare abbastan-za. È più saggio spostare la nostra attenzione sul fatto che la nostra “

5 Trascrizione dalla colonna sonora del film Centochiodi.6 L’accusa non è solo nei confronti della Chiesa; riguarda tutti coloro che privi-

legiano la presunta “scienza” alla Vita.7 Il testo del Fedro, tradotto da Diego Fusaro, è disponibile anche in rete: http://

www.filosofico.8m.com/fedro.htm (24.07.2009). Rinvio ad un sito internet perché il lettore abbia modo di andarsi a leggere tutto il racconto di Socrate sull’invenzione della scrittura e, poi, il dialogo che segue tra maestro e discepolo.

Extrait de la publication

Page 19: Extrait de la publication...di cambiare ogni nostra abitudine di vita e di relazione con il prossimo. La comunicazione entra in gioco in ogni dinamica e componente del-la nostra esistenza,

1. Comunicazione 17

inadeguatezza” è legata ai for-tissimi cambiamenti in atto, una vera rivoluzione a livello di “si-stema comunicazione”: non c’è bisogno di un surplus di buona volontà, urge un surplus di in-telligenza e di comprensione di quanto sta avvenendo. Viviamo un momento di profonda tra-sformazione, confrontabile solo con pochi altri momenti nella storia: l’avvento della scrittu-ra, la stampa a caratteri mobi-li, i mezzi di comunicazione di massa (dal giornale, al film, alla radio, alla tv). In ognuna di que-ste epoche la comunità cristiana ha reagito con creatività: tocca a noi fare altrettanto.

La nostra è l’epoca della co-municazione digitale, con la con-vergenza di tutti i linguaggi ad un’unica modalità di trattamento e di trasmissione, così che spazio e tempo non sono più dei confini invalicabili. Le conseguenze non riguardano solo i modi di comu-nicare e di trattare le informazio-ni: cambiano progressivamente e radicalmente le strutture stesse della nostra società. Con l’aggra-vante di una incredibile accele-razione: se la scrittura ha impie-gato millenni per riplasmare la società e la cultura, se la stampa ha impiegato secoli e i mass me-dia decenni … l’esperienza che viviamo ci dice che per il digitale neppure l’anno è una unità di mi-sura adatta.

A quanti osservano che la comunicazione digitale è un fenomeno che tocca soltanto

Extrait de la publication

Page 20: Extrait de la publication...di cambiare ogni nostra abitudine di vita e di relazione con il prossimo. La comunicazione entra in gioco in ogni dinamica e componente del-la nostra esistenza,

18 Franco Lever

una minoranza della popolazione mondiale, va ricordato che l’aspet-to caratteristico delle grandi “rivoluzioni” a livello comunicativo è che si manifestano in un determinato luogo e tempo, per poi imporsi progressivamente ovunque.8 Non modificano solo le forme di comu-nicazione, riorganizzano l’intera struttura economica e politica della società e le culture. Per tutti, nessuno escluso.

Sia Socrate – alias Platone – sia Olmi (ma si potrebbero citare al-tri pensatori come Karl Rahner, Romano Guardini, Johann Baptist Metz …) mettono in evidenza che l’autenticità dell’evento comuni-cazione dipende dalla verità dell’incontro tra persone: il nuovo me-dium adottato può modificarlo, potenziarlo, condizionarlo, ma non ne garantisce senz’altro la qualità. Secondo questo punto di vista, ciò che va privilegiato è anzitutto la comunicazione come incontro vero tra persone, la promozione di comunità che vivano concretamente la comunicazione; l’interesse per i nuovi media viene dopo (in termini logici, non di tempo) e in funzione di questi valori.

La Chiesa cristiana – da questo punto di vista – si trova in una condizione davvero privilegiata, perché è comunità di comunità e da sempre la sua forza comunicativa dipende da questa sua struttura. Sa-rebbe strano che proprio lei, ora, si dimenticasse di questo suo “tesoro nascosto” e privilegiasse (ad esempio) la rete di internet piuttosto che la rete delle sue comunità, il virtuale piuttosto che il reale. Al riguar-do mi piace ricordare un testo di Karl Rahner, scritto oltre cinquanta anni fa, proprio in merito all’adozione delle nuove tecnologie per la comunicazione religiosa:

Per l’uomo dei secoli futuri sarà […] una fortuna indicibile se esisterà ancora un luogo, e precisamente la Chiesa, in cui egli potrà conservare integra la sua naturale indipendenza umana. Sarà un prezioso rifugio. […] All’uomo del futuro parrà una benedizione avere ancora a portata di mano un luogo […] in cui egli riuscirà a conservare nella sua esistenza un po’ di posto per farvi regnare – come nel buon tempo antico – il fattore puramente umano, […] la sua dimensione concreta di uomo.9

8 Si pensi alla scrittura alfabetica, nata attorno al 1500 avanti Cristo nei territori asiatici che si affacciano sul Mediterraneo; alla stampa a caratteri mobili di Gu-tenberg a Mogonza, attorno al 1450; alla trasmissione elettromagnetica di un segnale con Marconi (1895). Ciascuna di queste invenzioni ha innescato un dinamismo tale da modificare l’intera società, compresa la vita di chi non sa leggere, di chi non pren-de in mano un libro o non ha ascoltato mai la radio.

9 K. rahner, Missione e grazia, Ed. Paoline, Roma 1964, p. 289. L’articolo originale è del 1953 ed era una riflessione sull’utilizzo della televisione per la tra-smissione della Messa.

Extrait de la publication