fai da te obi
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La rivista bimestrale contiene originali idee per arredare sfruttando al meglio lo spazio, intelligenti soluzioni per fare riparazioni e manutenzione con successo, le novità del mercato.TRANSCRIPT
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SCEGLIERE IL BOX DOCCIA: DIMENSIONI E APERTURECORNICI, ROSONI, LESENEPER DECORARE LA CASAIMPARIAMO I SEGRETI PER POSARE IL MOSAICORIVESTIAMO LE PARETICON LE CALDE PERLINE
LA POSADEL PARQUETtipi e formati cambiano se il pavimento è flottante, incollato o inchiodato: meglio grezzo o prefinito?a due o a tre strati?oliato o verniciato?
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La nostra casa è particolarmente esigente: richiede cureperiodiche e costanti se non vogliamo che il suo stato diconservazione e il suo aspetto estetico vadano rapida-mente deteriorandosi. Ma ci sono lavori e lavori. Ci sono quelli che richiedono tempo e fatica, oltre all’aiu-to di un professionista: vengono definiti lavori di manuten-zione straordinaria o di vera e propria ristrutturazione. Per questi aspettiamo le ferie...Ci sono quelli che possiamo sbrigare nell’arco di un finesettimana e che, il più delle volte, possiamo fare tranquil-lamente da soli senza aiuti esterni. Sono le piccole ripara-zioni, urgenti e indifferibili, oppure gli interventi di manu-tenzione ordinaria, che si ripresentano a frequenze co-stanti se non proprio tutti gli anni.Di questi ultimi vogliamo parlare in questo fascicolo dellatua rivista fai da te OBI: ecco dunque come far sì che ladoccia sia sempre efficiente, riparandola o trasformando-la; ecco come rivestire con perline, mosaico o piastrelleuna piccola superficie per abbellirla e renderla più funzio-nale; ecco come modulare la luce (che con l’arrivo dellabella stagione si fa più intensa) con tende, persiane, an-toni, tapparelle; ecco come costruire dei mobili per ester-no che saranno preziosi per goderci in compagnia di ami-ci qualche serata all’aperto; ecco come conoscere escegliere il modo più adatto alle nostre esigenze per pavi-mentare con il parquet; ecco come trasformare le paretidi casa utilizzando i prodotti più innovativi dai sorprenden-ti effetti estetici.Rimbocchiamoci le maniche: la nostra casa ci ringrazieràrendendo più confortevole la nostra vita tra le sue mura!
la redazione
QUEI PICCOLI LAVORI DA FARE OGNI ANNO
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n. 71 Maggio - Giugno 2015
SOMMARIO
SCHEDE FAI DA TE
facebook.com/bricolagefaidate @bricoportale
6 La doccia si evolve
22 Saliscendi con soffione
28 Tutta la casa si tinge di nuovo
30 Pitture decorative con effetti speciali
38 Pitturare facile con il paintroller
45 Bordini e rosoni
47 Manutenzione pennello
49 Perline
51 Il mosaico
53 Le fughe
55 Tagliare piastrelle
58 Caldo e naturale il parquet
62 Il parquet galleggiante
64 Il parquet incollato
76 Tavolo da pic-nic
70 Riparazioni sul parquet
92 Aspiratore a tutta potenza
82 Aiuole e bordure
14 Scegliere il box doccia
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fai da te
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Con la collaborazione di
www.edibrico.itdirettore editorialee responsabileNicla de Carolis
N.71/3 MAGGIO - GIUGNO 2015
direttore esecutivo Carlo De Benedetti
redattore capoLaila de Carolis
in redazione:Mauro Balbi, Claudia Cazzulosegretaria di redazione:Patrizia Ferrarifotografi:Carlo Cichero, Dino Ferrettirealizzazioni:Laboratori-studi di posa di EDIBRICO in Gavi (AL)disegni: Pier Giorgio Magrassi
pubblicitàdirettore vendite: Marco Carlini0143 645037335 [email protected]
editore EDIBRICO srl 20135 Milano - via Carlo Botta, 7tel 0143 645037 - fax 0143 645049registrazione tribunale di Milano n. 556 del 14-10-2002EDIBRICO pubblica anche:FAR DA SÉIN GIARDINORIFARE CASAALMANACCO FAR DA SÉALMANACCO IN GIARDINOdistribuzione esclusiva per l’Italia:SODIP associata a.d.n.stampa:Rotolito Lombarda - Seggiano (MI)
SERVIZIO LETTORI8,30-12,30 14,30-18,30
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una copia italia euro 1,00fascicoli arretrati italia il doppio.conto corrente postale n.13844469intestato a: EDIBRICO loc. vallemme, 21 - 15066 gavi (AL)Tutti i diritti di proprietà letterari ed artistici riservati. I manoscritti e le fo-tografie anche se non pubblicate non si restituiscono. I nomi, le ditte e iprezzi, eventualmente pubblicati, sono citati senza responsabilità della rivistaFAI DA TE, a puro titolo informativo per rendere un servizio ai lettori. La riv-ista non si assume alcuna responsabilità circa la conformità alle vigenti leggisulle norme di sicurezza delle realizzazioni.
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LE NOVITÀ> sottili caditoie a filo parete di
grande portata
> sifoni facilmente ispezionabili
> pannelli leggeri preformati per
installazioni a filo pavimento
> grandi griglie di design
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a doccia è sempre stata un ele-mento ben definito nel bagno,oggi la tendenza è quella di de-dicarle “un’area” senza limita-
zioni orizzontali e verticali, quindipiù ampia e transitabile prima e dopoil suo utilizzo. Sono le docce a filo pa-vimento, senza piatto e, spesso, senzacristalli che le delimitano, identificabilisolo da rubinetteria e soffioni che af-fiorano dalla parete e da caditoie ogriglie incastonate in una pavimenta-zione uniforme. • Tuttavia, i box doccia continuano adesistere, ma in versione minimale etecnologica: i piatti, se presenti, hannoaltezze ridotte; le colonne incorporanogetti laterali per l’idromassaggio, i sof-fioni hanno grandi dimensioni e, oltreall’acqua, diffondono musica e luci co-lorate; gli elementi di supporto dei cri-stalli sono ridotti al minimo ingombro.• In tutto questo giocano un ruolo fon-damentale i nuovi sistemi di scarico,ribassati per compensare il mancatorialzo del piatto e assicurare il deflussodell’acqua senza ristagni, nonché ipannelli piastrellabili preformati dainstallare al posto del piatto.
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LA DOCCIAsi evolveLa doccia di oggi non è più un vano stretto tra pareti di vetrosintetico, legato alle dimensioni dei piatti: è uno spazio più ampio in continuità con pareti e pavimenti che invita a verimomenti di piacere, più che alla semplice igiene personale,grazie alle soluzioni tecnologiche dei dispositivi idraulici
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Con piatto doccia sollevato
Oggi sono di gran moda le docce senza piatto, afilo pavimento in cui la zona di scarico è oppor-tunamente inclinata per favorire il deflusso del-l’acqua, ma la situazione più frequente nellenostre case è ancora quella del piatto doccia divaria forma (quadrata, rettangolare, a quarto dicerchio) montato a pavimento e in posizionerialzata.Si adotta la prima quando si può ricavare nelpavimento lo spazio per le tubazioni e per loscarico; si adotta la seconda quando ciò non èpossibile e quindi tubi e scarico devono staresotto il piatto in uno spazio ottenuto con piediniregolabili o opere murarie (in questo caso sonominime le opere di demolizione).
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Monocomando
Tubi di alimentazione
Piatto doccia
Sifone
Colonnadi scarico
Ante scorrevoli
Box doccia
Soffione doccia
Piletta
L’installazione della doccia in un bagno già funzio-nante si può eseguire direttamente sul pavimento,praticando una scanalatura per alloggiare lo scarico,o montando il piatto in posizione sopraelevata suuna fila di mattoni per evitare grossi lavori di demo-lizione.Il sifone si collega alla tubazione già esistente a pa-rete, intercettandola in un punto appena più bassodel piatto.Poiché le tubazioni devono correre sotto traccia, lapiastrellatura del muro va rifatta e deve avere un’al-tezza non inferiore ai 2 metri, almeno nella zonachiusa dal box. Il piatto doccia è costruito con il fondo già inpendenza rispetto ai bordi e orientato verso il forodi scarico; perciò occorre montarlo con i bordi per-fettamente in bolla nei due sensi.
Adduzione e scarico
Si comincia dall’installazione del piatto: un lavoroche sta a metà strada tra l’idraulica e la mura-tura.1-2. Alcuni tipi di piatto doccia sono predispostiper l’applicazione di piedini regolabili che lotengono sollevato di quanto basta per l’alloggia-mento del sifone e per metterlo in bolla.
3. Lo scarico dei piatti doccia è generalmente diplastica, composto da una corta piletta che siavvita nel corpo del sifone, solitamente ribassatoe largo. Già montata nel piatto o come accessorio,è sempre presente una guarnizione di gomma.4. La piletta va avvitata dal lato superiore strin-gendola quanto più possibile.
Preparare il piatto
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1-2. Spesso la profondità della sede del piatto è insufficiente a ospitare lo spessoredell’impianto di scarico. In tal caso è necessario sollevare il piatto con adeguatispessori di cemento cellulare o di laterizi.3. Si colloca in posizione il piatto sulla malta ancora fresca, regolandone la messain bolla, poi si collega il condotto di scarico e si prova subito, a malta fresca, latenuta delle guarnizioni.4. L’apertura che resta fra piatto doccia e pavimento si chiude con tavelline o conun pannello di cartongesso, da tagliare a misura.5. Per chiudere l’apertura alla base, si stende a terra, sulle pareti e sul bordosuperiore del pannello, un cordone di malta.6. Il pannello si monta sotto il profilo del piatto in modo che rientri rispetto al suobordo tanto quanto lo spessore del rivestimento previsto.7. Restano da rivestire il gradino e il bordo laterale con piastrelle.
Installare il piatto doccia
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i piatti docciaA seconda della disponibilità di spazio e della con-formazione della stanza da bagno è possibile adottarepiatti doccia di varia forma e tipologia. Quelli diforma quadrata o rettangolare (1) sono più facilmentedotabili di box con antine scorrevoli, disponibili indimensioni e tipologie molto varie. Quelli a sviluppocurvilineo (2, 3) necessitano di una chiusuradedicata per cui sono in genere accoppiati al box
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L’installazione in un bagno funzionante presentaqualche difficoltà e non sempre è possibile, inquanto bisogna rompere il massetto così da avereuna pendenza sufficiente all’evacuazione dell’acqua.Lo spazio già esiguo in altezza per installare il sifonesi riduce ulteriormente, per questo sono nati sistemiefficaci anche per altezze di soli 50 mm, sia comepilette sifonate sia come caditoie, che assicuranouna portata d’acqua tale da evitare ristagni.Esistono piatti doccia dall’aspetto tradizionale pre-disposti per installazioni a filo, ma anche pannellipreformati piastrellabili di varia forma e dimensione,con foro per scarico centrale o decentrato, che di-spongono già di per sé dell’impermeabilizzazione edella pendenza corretta: il lavoro è più veloce e si ri-duce la possibilità di commettere errori.
I sistemi ribassati
Tra le soluzioni a pavimento è la migliore, in quantorimane vicino alla parete e minimizza l’interferenzacon il rivestimento. Nelle soluzioni ad angolo è pos-sibile installare una doppia caditoia alla base delledue pareti: in questo caso la più ampia capienza ri-chiede un canale di evacuazione di minor ingombrosuperficiale e si può fare a meno della griglia.
Con griglia laterale
La soluzione a deflusso centrale vincola a far con-vergere verso il centro della doccia tutti e quattro ilati del piatto: è la soluzione meno utilizzata, siaper questo motivo sia perché lo scarico rimane di-stanziato dalle pareti e la griglia interrompe la con-tinuità del pavimento. Inoltre, se la doccia non èracchiusa in un box, interferisce con il passaggioquando non è in uso.
Con griglia centrale
Doccia a filo pavimento
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Profilati metallici cromati e pannelli di cristallo per chiudere, in varie forme e modalità, lo spazio doccia
SCEGLIEREil box doccia
atta la scelta del tipo di docciache intendiamo installare, con osenza piatto, e decisa la sua pre-cisa ubicazione nello spazio di-
sponibile (a parete, in angolo, dentrouna nicchia, a centro stanza), ecco checi si prospetta il problema di come chiu-dere questa zona. Sono infatti rari i casidi chi dispone di un bagno ampio ab-bastanza da potersi permettere unadoccia senza pareti. • Chi non ha tutto questo spazio, manon vuole rinunciare a una doccia mi-nimalista, può comunque scegliere dichiudere l’angolo doccia con cristalliche non costituiscono limitazione visivaquando si usa la doccia e possono essereaccostati lasciando l’ambiente sgombroquando non la si usa. • Le forme dei box sono quelle classiche(quadrata, rettangolare, quarto di cer-chio o pentagonale), ma le diverse pos-sibilità di apertura (a battente, scorrevole,a soffietto) moltiplicano grandementele soluzioni praticabili.• E queste crescono ancora grazie allediverse lavorazioni del cristallo che puòessere trasparente (la soluzione più mo-derna) o variamente satinato.
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Box doccia angolari. È il posizionamento più frequente: il boxdoccia è appoggiato a due pareti in angolo e gli altri due latisono chiusi da due ante scorrevoli che, in apertura, si vanno asovrapporre a due fisse. Sul lato più lungo di un box rettangolarepuò esserci una porta a battente, oppure, più raramente, idue lati possono essere chiusi da ante a soffietto.
Box doccia a tre lati. Se il box doccia rettangolare appoggiacontro la parete solo con un lato, solitamente, i due lati cortisono chiusi da ante vetrate fisse, mentre sull’altro lato lungopossiamo trovare due ante scorrevoli oppure una semiantafissa e una che si apre a battente.
Box doccia a un lato. Quando la doccia è incassata in una nic-chia, e quindi tre lati sono delimitati da pareti, rimane solo unlato da chiudere con una semianta vetrata fissa e una abattente, oppure con due ante entrambe scorrevoli o unascorrevole che si affianca a una fissa.
Diversi tipi di aperture
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Apertura
Apertura
Apertura Apertura
Apertura Apertura
Angolare con ante scorrevoli Angolare con ante scorrevoli
Angolare con porta a battente
Box a tre laticon ante scorrevoli
Box a tre laticon anta a battente
Porta doccia a battente Porte doccia scorrevoli
Box a soffietto
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Le ante scorrevoli si aprono e si chiudono nell’angoloesterno del box. Il montaggio inizia con l’applicazione aparete di due profili ad “U” da applicare con viti autofilettantie tasselli. Il loro compito è quello di accogliere le vetratefisse. Le vetrate vengono mantenute stabili grazie all’appli-cazione di due giunti angolari che collegano e bloccano iprofili in alto e in basso. 1. Posizioniamo i profili a “U” sul muro controllando conuna livella a bolla che siano in posizione verticale, segniamocon una matita i punti di fissaggio. Foriamo il muro con iltrapano e inseriamo i coni di espansione in modo dafissare i profili ad “U” serrando le viti.2. Incastriamo le pareti di vetro nei profilati verificando laverticalità dell’insieme. Il vetro va ulteriormente fissato albordo superiore mediante un fermo di plastica da serrarecon un cacciavite sul profilo.3. Sulla parte superiore e su quella inferiore delle paretimobili vanno montati quattro carrelli di scorrimento.4. Le pareti mobili, dotate di carrello scorrevole, vannoinserite nel profilo superiore e in quello inferiore tramite in-castro. Una volta inserirti i carrelli verifichiamo che non visiano impedimenti nello scorrimento delle pareti mobili.
Box con ante scorrevoli
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La situazione è frequente: un bagno stretto e lungo dovedifficilmente trova posto una doccia se non relegata allaparete cieca di fondo. Data la situazione, approfittiamodella limitatezza dello spazio che, pur se esiguo in terminiassoluti, risulta più che sufficiente se dedicato interamentealla realizzazione del box.In fase di ristrutturazione, il piatto doccia viene messo alcentro della parete di fondo; al suo fianco le piastrellesono messe in modo da ottenere una base unica fra i duemuri laterali. Per completare il box doccia, a questo punto,è sufficiente chiudere il quarto lato.Per effettuare l’ordine della porta e della relativa antafissa è fondamentale non solo prendere le misure esattedello spazio da coprire, ma anche verificare la linearità e iparallelismi delle pareti opposte che, soprattutto nellecase ristrutturate anni indietro, possono essere anche for-temente fuori squadro.Nella soluzione scelta i vetri sono retti da due montanti inalluminio fissati alle pareti laterali e non ci sono collegamentiorizzontali in metallo. L’intera parete di cristallo è formatada un’anta fissa e da un’anta incernierata su un lato.
Il piatto doccia è da 70 cm e lo spazio la-terale va completato con le stesse piastrelledelle pareti.
prima
Cristallosolo su una parete
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1. Rileviamo la distanza dal muro della linea lungo la quale deve rimanereil cristallo per poi riportarla a lato sul muro. La posizione corretta è vicinoal bordo interno del piatto doccia.2. Posizioniamo contro la parete laterale il montante in alluminio,centriamolo sul segno fatto a terra e, mantenendolo verticalmente inbolla, marchiamo sul muro le asole per il fissaggio con i tasselli.3. Effettuati i fori e inseriti i tasselli, rimettiamo in posizione il montante e,considerando il gioco datoci dalle asole, blocchiamolo verificando che siaperfettamente verticale prima di stringere le viti.
Box con ante scorrevoli
Coperchio cerniera
Guarnizioni verticali
Braccio supportoanta fissa
Ghiera di fissaggioal muro
Montantefissato a parete
Cernieraalla base
Montante a incastro
Guarnizioni alla base
Antafissa
Antaapribile
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1. L’anta fissa del box di cristallo, verso la parete, ha un profilato che si incastra nelmontante fissato al muro. Quest’ultimo è leggermente più stretto, ma nel contempoflessibile, in modo da ricevere l’altro e aderirvi perfettamente.2. Il lato libero dell’anta viene immobilizzato da una bacchetta di plastica trasparentefissata alla parete opposta; mettiamola perfettamente orizzontale con l’aiuto diuna livella, poi rimuoviamola tenendo ferma la ghiera di fissaggio e segniamo ilpunto in cui fare il foro per il tassello che la blocca.3. Dopo aver fissato il bicchierino con un tassello da 6 mm di diametro e vite atesta piatta, rimettiamo in sede la bacchetta e blocchiamola serrando la vite abrugola laterale che con la punta conica si conficca nella plastica.
Un’asta trasparente per immobilizzare l’anta fissa
1. I due montanti, innestati uno nell’altro, dannoampia possibilità di regolazione per far combaciarela battuta fra porta e anta fissa. Trovata laposizione corretta si bloccano con quattro viti,due in alto e due in basso; infine si mettono icappellotti di finitura.2. La maniglia viene montata con due viti che re-stano nascoste da tappini a incastro.3. Alla base della porta viene inserita a pressioneuna guarnizione che convoglia l’acqua all’internodel piatto doccia; due tappi sagomati ne accom-pagnano il profilo alle estremità.
Il montaggio degli ultimi particolari
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SALISCENDIcon soffione
Nelle docce di un tempo il soffione aveva di-mensioni ridotte, affiorava dalla parte altadella parete e aveva solo la testa snodata,senza possibilità di ulteriori regolazioni: persciacquare alcune parti del corpo bisognavadiventare contorsionisti. L’installazione di unsaliscendi con alla sommità un soffione piùgrande e, più in basso, una doccetta collegataa un flessibile, rende la doccia più comoda efunzionale, senza particolari interventi idraulici.
1. Prima di forare per il montaggio dell’astacontrolliamo che nel muro non ci siano tuba-zioni usando un cercametalli che sia in gradodi rilevare la presenza di legno e tubi inplastica, oltre a conduttori in rame e tubi me-tallici.2. Foriamo le piastrelle con una punta alwidia da 6 mm e inseriamo i due tasselli adespansione.3. Il supporto dell’asta si fissa con due viti suitasselli. Per facilitare la centratura si inseriscel’asta prima di serrare a fondo le viti postesul fondo del supporto.4. Sul filetto inferiore della valvola a tre vie siinnesta il flessibile proveniente dall’uscitanella quale era collocato originariamente ilvecchio soffione.5. Regoliamo l’altezza dell’asta in modo chel’erogatore sia a circa 190 cm da terra. Le due viti presenti su ciascun supporto bloc-cano il tubo in posizione.6. Il grosso soffione si avvita sul tubo curvoche fa da supporto per il saliscendi. La pre-senza di ugelli di gomma impedisce l’intasa-mento da calcare.
Sostituiamo la doccetta originaria con un supersoffione munito di doppia uscita,azionabile con un deviatore a tre vie, chepermette d’inviare l’acqua dal grandepiatto superiore oppure dal “telefono” a getti multipli con più configurazioni
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ossiamo cambiare colore a qualsiasisuperficie della nostra casa ogni voltache ci frulla un’idea in testa, grazie aiprodotti della gamma Rinnova tuttoTM:
possiamo farlo in totale sicurezza, perché sonoformulati senza solventi, sono inodori e hannoun’essicazione rapida, inoltre non richiedonoattrezzature specifiche. • Perfino il pavimento, soggetto al ripetutocalpestio, può essere trattato con un prodottodella gamma che garantisce resistenza adabrasione, urti, macchie, lavaggi e ci permettedi avere una colorazione più adeguata allenuove tendenze d’arredo. • Ai nostri bambini possiamo regalare unanuova e coloratissima cameretta semplice-mente impiegando qualche ora del nostrotempo libero, con le tonalità allegre degli smaltiRinnova tuttoTM che rispettano la salute e sonoadatti per qualsiasi supporto.
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Per la manutenzione corrente di tutti isupporti trattati con i prodotti della gammaRinnova tuttoTM c’è un prodotto esclusivo: ilPulitore Universale è studiato per eliminarele macchie quotidiane, rispetta la finitura ènon richiede alcun risciacquo; è ideale perun utilizzo frequente e non è scivoloso.Basta diluire il prodotto, im-bibire uno straccio, una spugnao una scopa, pulire e lasciarasciugare; può essere utilizzatosu pavimenti, piastrelle, pianidi lavoro, calcestruzzo, cemento,scale di ogni tipo.In confezione da 0,5 litri dadiluire in 10 litri d’acqua peruna pulizia normale, in 5 litriper pulizie più accurate; nonaltera il colore della finitura.
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Questa linea è particolarmente studiata per locali destinati ai bambini:non contiene solventi, è inodore, preserva la qualità dell’aria eriduce i rischi di allergie. Lo smalto (0,25-0,75 litri, 12 colori satinati)si applica in mano unica su mobili in legno o melaminico, radiatori,muri senza bisogno di primer; se si vuole conferire alle superfici unaspetto perlato o laccato si può stendere a smalto asciutto (dopo 8-48 ore max) la Protezione Decorativa, incolore e ultraresistente, inconfezioni da 0,5 litri.
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scire dal mondo delle tinte unichee uniformi per trasferire sulle paretieffetti a rilievo, riflessi luminescen-ti, sensazioni tattili simili alla pelle
o al tessuto è una possibilità da sperimen-tare anche in proprio. Sono sempre piùdiffusi i prodotti semiprofessionali prontiall’uso, grazie ai quali si possono realizzaresuperfici di aspetto differente semplice-mente variando lo spessore della manodi fondo e l’attrezzo che ne caratterizza lastruttura: pennello, rullo sagomato, tam-pone, spazzola, spugna ecc. • Le foto che mostrano i vari risultati finaliottenibili possono affascinare e nel con-tempo far pensare a una notevole difficoltàapplicativa, ma oltre alle istruzioni e agliattrezzi spesso forniti insieme ai prodotti,ci sono supporti video che illustrano chia-ramente le fasi di posa, anche questi acorredo o facilmente reperibili sui siti delleaziende produttrici.• In queste pagine riportiamo alcuni esempi,con diversi gradi di difficoltà e qualche ul-teriore personalizzazione che integra ilciclo applicativo con un pizzico di creatività,ingrediente indispensabile.
U
graffiatoeffetto
Applicando con diverse modalità un fondo matericodecorativo si possono ottenere vari effetti utilizzandorulli sagomati o, come in questo caso, spazzole asetole rigide (1): rivestimenti di cuoio, corteccia,pietra, tessuto e altri materiali prendono vita in unaserie di combinazioni condizionate solo dalla fantasiadell’applicatore, oltre che dalla tonalità e dallastruttura scelta per il prodotto di finitura, passato altermine con un rullo (2). Tattoo (www.tattoovernici.it)
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Il corten è un particolare tipo di acciaio “arrugginito” la cuipatina di ossidazione costituisce una finitura con colorisfumati, oggi molto di moda per oggetti d’arredo, strutture,rivestimenti. La patina è in grado di rallentare moltissimol’estensione della corrosione fino ad arrestarla, quindil’acciaio corten si autoprotegge. 1. Su pannelli di MDF o masonite da 60x60 cm, spessi 5mm, si applicano lungo i bordi i tappini di plastica utilizzatiper ricoprire le teste delle viti, per simulare le borchie. Sistende una o due mani di fondo in quanto il legno grezzo as-sorbe molto.2. A pannelli asciutti, si stende sul retro degli stessi unadesivo strutturale (tipo Millechiodi) con l’aiuto di unaspatola larga. Dopo aver tracciato sul muro due linee per-pendicolari, con l’aiuto di una livella, per avere un sicuro ri-ferimento, si posizionano i pannelli distanziandoli di circa 3mm con alcuni spessori per avere fughe regolari.3. Si inizia ad applicare il colore scuro lungo i bordi, poi suuna porzione di pannello non molto estesa, in modo nontroppo uniforme.4. Si ripassa il colore con una seconda tonalità rossastra,con pennellate irregolari per ottenere le sfumature cangiantidel ferro ossidato. Si procede a zone alternando e sovrappo-nendo i colori fino a completamento della parete.
Parete effetto corten
Oxid è un prodotto che permette direalizzare una moltitudine di superficimateriche metallescenti e a rilievo, uti-lizzando vari attrezzi. L’effetto cortenprevede l’applicazione di un fondo e didue colori in successione. Tattoo (www.tattoovernici.it)
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Con i prodotti in pasta a base di quarzo e sabbieselezionate si possono realizzare supporti divario tipo per le finiture, per esempio superficisimili a quelle dei muri come si presentanoprima dell’intonacatura finale, con il solo stratodi rinzaffo lisciato in maniera grossolana.
1. Si utilizza una manara liscia, sulla quale vienecaricata una modesta quantità di prodotto.2. Effettuando movimenti a ventaglio dal bassoverso l’alto si stende uno strato spesso un paiodi millimetri sulla parete, incrociando le passate.A questo punto si decide che aspetto avrà la pa-rete, se completamente coperta, con evidenti leclassiche “creste”, o con una copertura che ma-nifesta zone più o meno cariche: l’importante èche la copertura non sia uniforme e che alternisuperfici lisce ad altre rustiche.3-4. A fondo asciutto si passa direttamente al-l’applicazione della pittura nel colore desideratocon il rullo; le zone sottomesse di difficile co-pertura si possono picchettare con un pennello.
Quarzo spatolato
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Easy Putz è un prodotto pronto all’uso con un elevatopotere riempitivo, ideale per compensare e ricoprirepiccole fessure e irregolarità superficiali. È realizzatocon minerali puri, è disponibile in due granulometrie(0,5 e 1 mm), si stende facilmente e ha una consistenzacremosa. Si può applicare a pennello o a rullo su car-tongesso, su intonaci a cemento, calce e intonaci abase di gesso; assicura una perfetta traspirabilitàalle pareti e ha un tempo di lavorabilità di circa 20minuti, fattore che aiuta nella realizzazione di effettia rilievo o materici. Prima dell’applicazione è preferibileapplicare una mano di fondo Sperrgrund. Knauf (www.knauf.it)
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Rinnovare le pareti non significa necessariamente stendere sututta la superficie una nuova finitura: si può anche considerare ilmuro come una grande tela sulla quale tracciare forme o disegnida completare con più colori, ravvivando la stanza in modooriginale e creativo. Un’idea può essere quella di tracciare bandecolorate orizzontali e verticali che sembrano intrecciarsi.
1. Con l’aiuto di una lunga riga, posizionata esattamente inverticale, e con quello di una livella, in orizzontale, si traccianolinee parallele in modo da ottenere bande spesse alcuni centimetriche alternano riquadri. Conviene scrivere a matita, all’interno diciascun settore, il colore da applicare, per ottenere un accostamentodi tonalità soddisfacente. 2. Si delimitano i settori ricoprendo le bande con larghe striscedi nastro per mascheratura, quindi si applicano i diversi colori intutte le campiture. Il nastro permette di realizzare bordi netti eprecisi, senza sbavature.3. Si lascia asciugare la pittura, poi si ricoprono con il nastro i ri-quadri per colorare le bande. La consistenza cremosa di EasyPutz permette di ottenere superfici ruvide picchettando il colorecon un plafoncino.4. Prima che il colore asciughi completamente si rimuovono conattenzione le strisce di nastro dai riquadri, se lo si fa ad asciugaturaavvenuta qualche “crosta” potrebbe essere asportata dai bordi eil risultato non sarebbe regolare.
I colori compatti della gamma EasyPutz si mescolano facilmente con labase in ciotole di plastica per ottenerele tonalità desiderate, più chiare o piùscure.
Bande e riquadri
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l paintroller PPR 250 di Bosch èuna macchina per pitturare inno-vativa, in grado di pompare la pit-tura direttamente dal secchio in
cui è stata preparata e farla pervenireal diffusore a rullo tramite un tubolungo 5 metri. Il tutto senza maidover interrompere il lavoro e senzasporcarsi, semplicemente premendoil bottone del comando a distanzawireless!
Molte le parti coperte da brevetto.• La pompa peristaltica a bordo delPPR 250 funziona mediante un rotorea due rulli; questi girando premonosul tubo, producendo una depressionesul tubo di aspirazione e una sovra-pressione sul tubo di erogazione. Mon-tata esternamente, fa sì che la vernicenon entri mai in contatto con il corpomacchina, ma solo con il tubo, il rulloe il dispositivo di diffusione.
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La continuità di verniciatura e di pescaggiodella pittura garantiscono sempre risultati aregola d’arte, anche operando in spazi ristrettio con sagomature.
• Il PaintControl, sistema di avviodella pompa, avviene tramite un co-mando a distanza a pulsante, senzafili, collocabile sull’impugnatura delrullo o su quella della prolunga.• EasyClean, la soluzione per la puliziasemplice e veloce; è sufficiente svuo-tare il tubo dalla vernice ancora incircolo e, grazie agli adattatori in do-tazione, attaccarlo al rubinetto delbagno o della cucina per risciacquarlo.In alternativa, si può pompare acquapulita direttamente da un secchio.• Altri vantaggi sono: compatibilitàcon le vernici più comuni in com-mercio, gocciolamento quasi nullo,volume illimitato dei contenitori dellavernice, continuità di utilizzo, bassi ilconsumo e la rumorosità.
1. La placchetta con pulsante è il comando a distanzasenza fili, posizionabile nell’impugnatura del rullo oppurein quella della prolunga. Aziona la pompa e quindi il tra-sporto della vernice dal secchio al rullo.2. La pompa peristaltica è posta sotto il carter nero conl’innesto del tubo di pescaggio, più grosso e corto, con-trassegnato con il simbolo I, e quello di erogazione, piùpiccolo e lungo, contrassegnato col simbolo II.3. La leva rossa posta sotto lo sportello blocca o sbloccail funzionamento della pompa, che però viene avviatasolo premendo il pulsante del comando a distanza.
Utilizzo
Nella dotazione del PPR 250, oltre alla macchinacon tubo della lunghezza di 5 m, sono inclusi lo spe-ciale applicatore con rullo, il bastone prolunga da80 cm (lunghezza totale 120 cm), 2 adattatori perrubinetto M22 e M24, la chiave rimuovifiltro.
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bordini e rosoni
ABC fai da te
solo qualche segnalazione in un mare di proposte
1: rosone centro soffitto 2: rosone a stella 3: cornice per bordatura soffitto4: capitello 5: cornice per angoli soffitto6: bordino 7: cornice angolare con fregi e roselline
• Decorazione: le cornici e i rosoni per la de-corazione degli ambienti hanno la prerogativadi interrompere la monotonia di una parete (odi un soffitto) e ci consentono di avere confiniprecisi e definiti entro cui eseguire tinteggiaturedifferenziate o altre finiture che rendono piùpiacevole l’insieme. • Varietà di elementi: le cornici hanno diversispessori e sagomature e sono differenziateper applicazione su superfici piane, come paretie soffitti, o per coprire l’angolo tra parete esoffitto. Applicate sulla parete ad altezza op-portuna possono anche fungere da battisedie.Esistono bordi a sbalzo e concavi da applicarenella parte alta della parete che possono in-corporare luci per illuminazione soffusa, oppuregusci utilizzabili come applique; inoltre corniciper porte, lesene, capitelli, colonne, nicchiepreformate, decorazioni per angoli. • I materiali: sono realizzati in gesso, masempre più spesso in polistirolo e poliuretanoed esiste in commercio una vastissima gammadi elementi di facile lavorazione, che possonoessere incollati utilizzando adesivi siliconiciprivi di solventi aggressivi.
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Tracciare: prendere correttamente le misureè pratica fondamentale, sia per l’acquisto delmateriale necessario sia per il momento incui si marcano i segmenti di cornice pertagliarli nella giusta lunghezza.
Tagliare e incollare: i soggetti decorativia base di gesso o polistirolo si trovanonei negozi di edilizia, nei centro OBI e sipossono scegliere tra una grande varietàdi formati; per tagliarli serve una sega adorso, meglio se abbinata a una cassettaper tagli angolati; si incollano alla pareteo al soffitto con adesivo di montaggio,raramente servono viti e tasselli.
Tagliare: i decori a base di gesso possonoessere tagliati con un segaccio. La lama deveessere alta e la dentatura abbastanza fine, inmodo da lasciare bordi regolari per giunzioniesteticamente belle.
Fissare: per gli elementi di gesso, di dimensionigenerose, siamo più tranquilli se aggiungiamouna serie di fissaggi a vite con tassello, chepossano collaborare con l’adesivo di montaggio,da utilizzare comunque.
Forare per il lampadario: se necessario, perl’uscita del gancio e dei conduttori del lampa-dario, foriamo con il trapano il centro delrosone di gesso, facendo attenzione a nonscheggiarlo (non va utilizzata la percussione).
Cordoni di adesivo: sulla parte di rosone cheva a contatto col soffitto stendiamo abbondanticordoni di adesivo acrilico con la pistola aestrusione. Un cordone continuo va sulla cir-conferenza, a zig zag all’interno.
Sostegno: se il rosone è di tipo sintetico(esempio poliuretano) rimane subito aderenteal soffitto. Per quello di gesso, invece, collo-chiamo un bastone di sostegno per qualcheora, sino a che l’adesivo sia indurito, anche senon del tutto.
una cornice angolare riccamente decorata
un rosone impreziosisce il soffitto
cosa occorre
ABC fai da te
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come conservarlo
manutenzione pennello
ABC fai da te
• Quale manutenzione: l’accurata pulizia delpennello a fine lavoro è fondamentale per lasua conservazione e un uso prolungato. La manutenzione è diversa a seconda del tipodi pittura utilizzata. Se abbiamo utilizzatopitture oleosintetiche o alla nitro, bisognaprocedere a un lavaggio delle setole con ilsolvente adeguato. Quando il solvente haasportato la maggior parte di pittura, il pen-nello va posto sotto l’acqua corrente, in mododa asportare la pittura rimanente. Se abbiamopitturato con smalti all’acqua o idropitturemurali, basta un accurato lavaggio sotto l’ac-qua del rubinetto per pulire le setole • Le tracce della pittura: per tentare di recu-perare la piena funzionalità di un pennellocon setole indurite possiamo metterlo in unbarattolo in cui abbiamo immesso una misceladi solvente sintetico, solvente nitro e olio dilino (40% + 40% + 20%). Dopo un lungo am-mollo possiamo tentare di recuperarlo conspatole, carta vetrata e altri sistemi piuttostoforti. Ma, visto il costo di un pennello nuovo,spesso non vale la pena di fare questa fatica.
Fasciatura di conservazione: se facciamo unlavoro che si protrarrà per alcuni giorni, invecedi pulire i pennelli di volta in volta o di abbandonarlisporchi sul barattolo di pittura, avvolgiamoli inun foglio di carta stagnola o di pellicola plasticatrasparente e mettiamoli nel frigorifero.Compattare le setole: se le setole del pennellosi allargano nella parte terminale, rendendomeno efficace la stesura della pittura, possiamo,a pennello perfettamente lavato e asciutto,stringere le setole con un elastico in modo cherimangano compatte.
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Lavaggio finale: dopo la prima pulizia poniamoil pennello sotto l’acqua corrente tenendolocon le setole rivolte verso l’alto, in modo che ilgetto d’acqua cada all’interno delle setole e lelavi, allargandole.
Setole incollate: piccole tracce di smaltosfuggite al lavaggio possono unire le setole afasci. Basta inumidirle con poco solvente esepararle singolarmente utilizzando la lamadella spatola.
Pulire la fascetta: asciughiamo per bene,dopo il lavaggio, la fascetta metallica ferma-setole per non farla arrugginire; eventualitracce di pittura secca o ruggine si eliminanocon la carta vetrata.
Pulizia con solvente: dopo aver pulito il pennellocon carta o uno straccio, se abbiamo utilizzatouna pittura a solvente versiamo il solventesulle setole e premiamole in un barattolo conaltro solvente.
Per mantenerlo morbido: ad asciugatura av-venuta poniamo alcune gocce di olio mineraleda lubrificazione sulle setole, schiacciandolecon le mani per distribuire uniformementel’olio e impregnare le setole.
Pettinatura: utilizzando una spazzola di plasticapossiamo riportare le setole in posizione ordi-nata ed eliminare piccole incrostazioni, oppurepossiamo strofinarle con un pezzetto di cartavetrata.
piccole cure per grandi risultati
ABC fai da te
mentre si lavora
Due trucchi: è utile sapere che uno spago teso attraverso il barattolo di pitturaconsente di appoggiare il pennello durante le pause evitando che affondi nella pittura.Durante il rimessaggio il pennello non deve poggiare sul fondo, ma essere sospeso nelliquido (acqua o solvente). Foriamo il manico appena sopra alla fascetta e inseriamo untondino di legno. Il pennello si appoggia a tale tondino e le setole restano sospese.
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Perline, viti, tasselli, chiodini senza testa, piastrine di bloccaggio,listelli sezione almeno 20 x15 mm, colla di montaggio, mordenteprotettivo, vernice di finitura, pennello, sega, trapano avvitatore, supporto a colonna, metro, bordini angolari di finitura.
È utile sapere: per gli usi interni sono in genere adatte perlinespesse 10-12 mm e della larghezza di 10 cm, lunghe 3-4 m.Per usi esterni (anche strutturali) vengono utilizzate perlinespesse 15-25 mm, larghe 10-15 cm, della lunghezza di 3-4 m.
• Quali scopi: due sono gli scopi principalidella perlinatura: decorare e coibentare. A questi si aggiunge il fatto che una perlinaturaben ancorata al muro si presta ottimamente areggere scaffalature, ripiani, bacheche e ar-madietti, contribuendo a migliorare tantol’estetica quanto la razionalità della parete. • Posa con isolante: le perline non dovrebberomai essere fissate direttamente alla pareteperché assorbono l’umidità ambientale o quellaresidua della muratura, deformandosi e riem-piendosi di muffe. La regola prevede quindiche alla parete sia saldamente fissato un telaiodi listelli più o meno spessi (comunque nonmeno di 15 mm) e che le perline vengano an-corate con chiodini o con le speciali piastrineal telaio che, per aumentare l’isolamento, puòessere riempito di lastre di polistirolo espanso.Il telaio permette anche di sanare eventuali ir-regolarità della muratura.
perline
ABC fai da te
cosa serve
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ABC fai da te
La tracciatura: prima di applicare l’intelaiaturaa parete tracciamo alcune linee orizzontaliche verranno poi seguite dai listelli che la com-pongono. Teniamo conto di prese, comandielettrici e altri elementi fissi.
I tasselli: foriamo i listelli con il trapano susupporto a colonna a misura dei tasselli dausare (in rapporto al tipo di parete). In generesono sufficienti tasselli Ø 6 mm, distanziatitra loro di circa 40-50 cm.
Testa incassata: applicati i listelli a parete, ef-fettuiamo l’avvitatura dei tasselli. La testadelle viti va incassata a filo del piano. La tenutadella perlinatura dipende in gran parte dalcorretto montaggio del telaio di supporto.
Incastro maschio-femmina: applichiamo leperline poggiandole sul telaio e incastrando ildente della perlina libera nel canale di quellagià fissata. Le perline devono rimanere sollevatedi un centimetro dal pavimento.
Viti o chiodini: in locali in cui non ha molta im-portanza l’estetica possiamo fissare le perlinecon viti. In alternativa usiamo chiodini inseritidi traverso alla base dell’incastro, oppure lepiastrine a scomparsa.
Incastro a fondo: procediamo nella perlinaturafino a completare la parete. Un pezzo di legnodi scarto serve per incastrare una nell’altrale perline, meglio ancora se usiamo un pezzodi perlina, con il dente intatto.
Graffe di fissaggio: speciali graffe, inchiodateal listello di supporto tramite un’apposita lin-guetta, vengono inserite nell’incastro femminabloccando l’ultima perlina posata. Poi si posala perlina successiva allo stesso modo.
Rivestimento finito: applichiamo un battiscopaalla base delle perline. Possiamo utilizzarechiodini senza testa oppure un adesivo di tipostrutturale, che mantiene da subito il battiscopain posizione.
Protezione: l’uso di un impregnante morden-zato a protezione totale all’acqua permette ditrattare le perline dopo il montaggio, solosulla faccia esterna. Possiamo trattarle suentrambe le facce prima del montaggio.
posa su listelli con viti, chiodi e graffe
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il mosaico
ABC fai da te
• Di moda: rivestire superfici di cucine ebagno con il mosaico è una soluzione semprepiù diffusa perché ormai la posa è facile quasicome quelle delle comuni piastrelle.• I tipi: la principale differenza tra i mosaiciceramici e quelli vetrosi è la straordinaria lu-centezza di questi ultimi. Le tessere, seppuropacizzate in vario modo, mantengono inparte la brillantezza del vetro sia che incor-porino smalti colorati o additivi madreperlati.Si puliscono facilmente con acqua calda, laloro superficie è resistente all’abrasione, allarottura e la colorazione si mantiene senza su-bire alterazioni con l’esposizione alla luce. • La posa: si effettua con un classico adesivooper piastrelle e i riempifughe colorati aiutanoa ottenere l’omogeneità cromatica della su-perficie, specialmente per i mosaici vetrosi. Inuna posa a regola d’arte andrebbe evitato iltaglio delle tesserine, effettuando gli adattamentisolo con un cutter attraverso il taglio dellaretina su cui sono premontate, eventualmenteadattando il sottofondo con riporti di malta ostondando angoli e spigoli. Quando questonon è possibile bisogna ricorrere alla taglia-piastrelle e a uno speciale tappetino di gomma.
Oltre ai fogli di tessere a mosaico vetroso, premontate su supporto,servono la colla per rivestimenti, la manara dentata, la cazzuolina, laspatola, la spugna, la tagliapiastrelle con tappetino vulcanizzato, indi-spensabile per questo uso specifico.
Il taglio e lo spacco avvengono tessera per tessera, sfruttando la ce-devolezza locale della gomma, ben diversa dalla rigidità delle piastremetalliche sottostanti, con le quali lavora normalmente la tagliapiastrelle,alle prese con una comune ceramica.
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ABC fai da te
Altezza della colla: stendiamo la colla con lamanara dentata su una superficie ridotta, taleda incollare non più di 2-3 fogli. I canali tra identi permettono di uniformare l’altezza dellostrato di colla su tutta la porzione di parete.
Carta protettiva: le tessere premontate supellicola sono fornite con un foglio di cartaplastificata incollato sulla faccia a vista evanno posate senza rimuoverlo. Rimangonocosì protette da sporco e urti accidentali.
Livellare le tessere: passando sulla superficieun frattazzo di spugna appena inumidito pos-siamo premere i fogli di mosaico in modo dalivellare le tessere senza rovinarle e, al tempostesso, eliminare tracce di sporco.
Acqua calda: quando la colla ha fatto presa,in base alle condizioni ambientali e alle tempi-stiche riportate sul prodotto, si passa tutta lasuperficie con una spugna imbevuta di acquacalda, senza abbondare.
Rimuovere la carta: la carta che ricopre ifogli può essere rimossa, sollevandone unlembo da un angolo e tirandola in diagonale.Si ripassa la spugna o una spazzola a setolemorbide per eliminare tracce di colla.
Una micro-piastrellatura: per rivestire il pa-vimento possono essere utilizzati fogli compostida alternanze di tessere vetrose e grès. L’ef-fetto visivo è quello di una micro-piastrellaturacon posa in diagonale.
Profilo di protezione: anneghiamo nel collante,a battuta sul bordo esterno, il profilo munitodi risalto e di ala che ha il compito di proteggerele piastrelle da urti e sbeccature, oltre a rifinireesteticamente il piano.
Posa dal bordo esterno: i fogli a mosaico siposano iniziando dal bordo esterno, effettuandoeventuali tagli per adattare i fogli a contattocon la parete. Tagliamo solo la fibra di vetrotra le file di tesserine.
Il piano di lavoro della cucina: rifinito con unrivestimento a effetto mosaico rappresentauna soluzione creativa di sicuro impatto esteticoe la piastrellatura così ottenuta facilita le ope-razioni di pulizia.
piastrelle di mosaico con protezione
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le fughe
ABC fai da te
• Come rinnovarle: le fughe nei pavimenti onei rivestimenti di cucine e bagni possono,con il tempo, macchiarsi o degradarsi. Se lapiastrellatura è ancora in buono stato possiamorinnovarla raschiando via la malta o lo stuccopresenti tra una piastrella e l’altra, arrivandoa scoprire una piccola parte della zona lateraledella piastrella per ottenere un ancoraggiorobusto del nuovo riempifughe che andremoa spalmarvi. • Proteggere gli spigoli: in passato gli spigolivenivano rifiniti con piastrelle “jolly”, ossiacon il lato esposto bisellato (dal produttore odal piastrellista) per evitare sbrecciature; oggiesistono paraspigoli di materiale plastico o dimetallo, variamente sagomati, che proteggonoil bordo esposto e rifiniscono con eleganza ilrivestimento. Sono provvisti di un’ala che vainserita sotto l’ultima fila e annegata nellacolla, mandando a battuta il profilo esternocontro le piastrelle.
cosa serve
Stucco a base acrilica, malta pronta per fughe, secchiello o va-schetta, cazzuola, spatola, cutter, frattazzo con spugna, spugna,guanti, panno.
È utile sapere che per pulire le fughe prima di effettuare il ripri-stino, liberandole da eventuali parti mal ancorate, possiamoutilizzare un punteruolo o un cutter, facendo attenzione a nonscheggiare i bordi delle piastrelle interessate. Con un aspiratoresi rimuovono i residui.
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sbiancare le fughe
Le fughe sporche o annerite dimuffa, quando lo sporco è solosuperficiale, si puliscono e sisbiancano con prodotti specificiche si distribuiscono con unostick direttamente sulla fuga.In alternativa si possono usare(con attenzione) prodotti alcalinicome la soda.
ABC fai da te
Riempifughe: per i pavimenti piastrellati usiamostucco riempifughe che impastiamo con acquain modo da ottenere una pasta piuttosto fluidache possa penetrare in profondità tra le pia-strelle.
Il punto di partenza: il ripristino delle fughe diun pavimento inizia dall’angolo più lontanodalla porta. Prepariamo la malta specifica e,con la cazzuola, la inseriamo nelle fughe pertutta la loro estensione, senza vuoti.
Come pulire: con la spugna bagnata, passiamosulle fughe, senza premere troppo, affinché ilriempimento risulti regolare e leggermentepiù basso della superficie della piastrella. Poipuliamo tutta la pavimentazione.
Stendere lo stucco: deve avere una consistenzapiù cremosa, per non colare. Utilizzando unfrattazzo con suola in spugna iniziamo a sten-dere lo stucco in zone di rivestimento, non piùlarghe di un paio di metri.
Regolarizzare: passiamo sulla superficie conil frattazzo di spugna regolarizzando il riempi-mento delle fughe. L’operazione va ripetutafino a che le piastrelle non asciugano senzalasciare striature biancastre.
Le irregolarità: con un bastoncino pareggiamoeventuali irregolarità dei riempimenti e poi,con uno straccio umido, puliamo accurata-mente le piastrelle. La pulizia finale la eseguiamoa indurimento avvenuto.
le fughe a pavimento
le fughe a parete
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tagliare piastrelle
ABC fai da te
• Tagliare la ceramica: per piastrellare unasuperficie, oltre agli attrezzi per la posa, oc-corrono anche quelli per il taglio della ceramica,perché su due lati o in prossimità di angoli espigoli non possiamo usare le piastrelle intere.La ceramica è un materiale molto duro e con-temporaneamente molto fragile. • Incidere lo smalto: la parte “vetrosa” di unapiastrella è solo la superficie a vista, incisaquesta basta poco sforzo per spezzarla lungola linea premarcata. Per questo scopo l’utensiledi taglio deve essere corredato da particelledi un materiale durissimo, il carburo di tun-gsteno. • Quali attrezzi: il più efficace è la tagliapia-strelle che unisce in un solo strumento l’inci-sione e la rottura, con precisione e poca fatica.Ma con un po’ di pazienza, possono bastareanche un incisore e una tenaglia.
una macchina efficienteLa Masterpiuma Montolit completamente “dispiegata” sulpiano di lavoro, mostra tutta la sua ampiezza. Lunghezza e lar-ghezza sono notevoli e permettono l’alloggiamento di piastrelledi grandi dimensioni (fino a 75 cm di lunghezza), ben supportatelateralmente per tagli semplici, molto precisi e rapidi, anche incaso di lavori continuativi e ripetizione di pezzi uguali.Lavora con l’incisore a spinta, la rotella d’incisione è costruitain carburo di tungsteno e rivestita in titanio, per dare maggiorescorrevolezza con il massimo della resistenza.Grazie alla sua particolare forma, il nasello permette lo scontropreciso per pezzi da tagliare a 90°, ma anche a 45°.Sul piatto di rotazione sono ben indicati in pressofusione, iprincipali angoli di taglio: 0°, 15°, 30°, 45°, 60° e via dicendo.
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Punte: si utilizzano punte al widiaper muratura e trapano montatoa colonna, o con guida di foratura.Si aziona senza funzione battente,a bassa velocità e poca pressione.Grandi fori: per aprire fori di dia-metro superiore ai 10-12 mm, ser-ve il “foralastra”, una punta con ri-porti al carburo di tungsteno, daazionare con il trapano a colonna.Diametri non standard: serve ilforalastra a compasso regolabile;occorre aprire un foro d’invito perla punta centrale.Punte a lancia: sulle durissime su-perfici di grès e klinker sono più effi-caci le punte a lancia al carburo ditungsteno che abradono lentamentele pareti del foro conico. È opportunobagnare la zona di taglio con lubrifi-canti leggeri o acqua che manten-gano fredda la punta.
Tenaglia per sagomare: per sagomare lepiastrelle è utile una tenaglia a pappagallo.Con morsi decisi e il più possibile piccoli, ero-diamo la piastrella pezzettino per pezzettino,fino alla forma voluta.
Incisore a pinza: per piccoli lavori invece dellatagliapiastrelle possiamo usare l’incisore apinza. Dopo aver inciso la piastrella passandola punta diamantata, si provoca la rottura fa-cendo leva con la pinza.
Tagli sagomati: l’archetto da ferro con lamaa fili al carburo di tungsteno permette di ese-guire tagli sagomati con una certa facilità eci consente di seguire curve strette, con mo-vimenti lenti e regolari.
Seghetto alternativo: l’alta velocità del seghetto alternativocombinata con una lama rivestita di metallo duro permettedi ottenere il taglio della piastrella in un tempo brevissimo econ una buona precisione.
Rotella: la tenaglia a rotella presenta duebecchi, uno è collegato alla rotella di incisionee l’altro dispone di due alette che servono perfar leva sulla piastrella incisa e spezzarla. Appoggiamoci su un piano robusto e stabile.
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CALDO E NATURALEil parquetIl fascino e il calore del parquet sono ineguagliabili. Incollato, inchiodato o il galleggiante di facile montaggio: vediamo nel dettaglio le differenti pose
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l parquet può essere di tipo tradizionale o prefinito: ilprimo è di legno massello grezzo, dopo la posa de-v’essere levigato e trattato con oli e vernici; il prefinitoè costituito da un supporto di legno povero e da uno
strato di legno nobile di 3-5 mm già levigato e verniciato,con incastri che ne facilitano la posa. • I parquet prefiniti possono essere a due o a tre strati,quest’ultimo indubbiamente migliore perché costituitoda un’anima di legno povero racchiusa tra due strati dilegno nobile (quello posteriore grezzo e quello a vistaprefinito); la struttura a tre strati viene detta anche“controbilanciata” perché le strisce sono unite alternandola direzione delle venature, in modo da compensare imovimenti, dell’una rispetto alle altre, dovuti a variazionidi temperatura e umidità ambientali. Gli strati devonoessere sempre in numero dispari.• La posa inchiodata è possibile solo con il parquettradizionale, in quanto servono tavole spesse; il prefinitoa tre strati si può posare flottante (galleggiante) oincollato, mentre per quello a due strati è sempre prefe-ribile la posa flottante.
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schemi di posapiù diffusi1. A tolda di nave: gli elementi hannole giunzioni di testa che cadono casualmentee non è, quindi, necessario che siano tuttidella stessa lunghezza.2. A correre regolare, con le giunte aspaziatura costante tra le file; in entrambiquesti primi due casi la posa può essereparallela alle pareti o in diagonale. 3. A mosaico o nido d’ape, con acco-stamento alternato orizzontale e verticaledi quadrotte premontate. Hanno il pregiodi permettere un montaggio molto veloce edi utilizzare materiale di formato minore equindi più economico.4. A spina di pesce: i listelli vengonodisposti a 90 gradi tra loro secondo fileparallele, con la testa di un listone chepoggia sul fianco dell’altro. La posa puòessere diagonale o parallela; è la posa piùcostosa a causa della difficoltà tecniche edel maggior impiego di tempo.
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1. Il legno massello si trova prevalentementegrezzo, non levigato o verniciato, selezionatoin diverse scelte e colori. Le tavole possonoarrivare a spessori di 22 mm e lunghezze di2000-2200 mm e i pavimenti possono essererealizzati solo con la posa incollata o inchiodata;quest’ultima, da effettuarsi su una sottostrut-tura di listelli (magatelli), può avvenire anchesu sottofondi irregolari. La posa di un parquetmassiccio richiede tempi lunghi prima chequesto possa essere calpestabile: le tavolevanno portate nel locale da pavimentarediversi giorni prima di iniziare, in modo chepossano adattarsi alle condizioni di tempera-tura e umidità. Nella posa incollata bisognaaspettare la completa asciugatura della collaprima di eseguire la levigatura che permettedi livellare la superficie, successivamente ve-
niciata o, preferibilmente, oliata. Lo spessorepermette di rinnovare il pavimento (solitamentedopo 10-15 anni) rilevigando la superficie edeffettuando un nuovo trattamento di finitura.Il parquet massello è sensibile alle variazionitermiche e igrometriche causate da radiatori,essiccatori e condizionatori.2. I listoni possono essere squadrati o provvistidi incastri: questi ultimi facilitano sia l’otteni-mento di una superficie planare, riducendola necessità di passate di sgrossatura moltoprofonde, sia la chiodatura, inserendo i chiodidi sbieco nelle maschiature e incassandolinel legno con un cacciachiodi. Sul retro dei listoni sono presenti scalalaturelongitudinali con il duplice scopo di rinforzodell’incollaggio e di assorbire i movimenti dellegno, contrastando possibili imbarcamenti.
Massellomonostrato
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Strato protettivo
Strato decorativo
Pannellohdf
Stratocontrobilanciante
Strato superiore di legno vero.È un pannello composito che ha nel-la parte superiore uno strato di legnopregiato incollato su un compensatoeconomico, ma molto robusto che fa
da supporto e su cui sono ricavatigli incastri. La superficie è le-
vigata e verniciata in fab-brica e non richiede altri
trattamenti.
Riproduzione del legno. Tutto il listone è realizzato con derivati del legno,robusti, ma senza particolari qualità estetiche. Lo strato più importante è quellodi laminato melamminico o fenolico su cui sono stampate le venature del legno.È rivestito da una vernice ad alta durezza e resiste bene al calpestio.
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supportato, stabilizzato o laminato
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Parquet grezzie prefinitiDal punto di vista del risultato estetico e funzionale, ilparquet montato grezzo e quello prefinito non differisconoin maniera sostanziale, cambiano invece le modalitàdi posa e i tempi correlati. Il grezzo ha bisogno di essere incollato, levigato e ver-niciato con tempi di attesa per accedere ai locali chesuperano il mese. Per contro il prefinito è agibile, seincollato, poco dopo il montaggio, e addirittura subitose in posa flottante, infatti non deve essere né levigatoné verniciato, quindi niente polveri o odori sgradevoli.La verniciatura avviene in fabbrica con 6-7 mani divernice (280/350 g/mq); anche il grezzo riceve untrattamento in fabbrica con 2 mani di vernice (80-100g/mq). La resistenza ai graffi del prefinito è pertantodi gran lunga superiore e la prima rilevigatura può ef-fettuarsi anche dopo 20/25 anni contro i 10/15 delparquet fornito grezzo. Il prezzo dei listoni grezzi è molto più basso rispetto alprefinito, su cui incidono il costo dei macchinari edella tecnologia di produzione, ma il costo viene bilan-ciato dalla maggior incidenza della manodopera: circa15-20 euro il metro quadrato per la posa del prefinitocontro circa 30 euro il metro quadrato per il grezzo.
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l parquet galleggiante è costituitoda liste prefinite (nelle essenzepiù disparate), in alcuni casi pro-dotte con particolari strutture a
strati. La copertura che si realizza non vaincollata al pavimento, ma solo po-sata su uno strato isolante e am-mortizzante il cui compito è quellodi compensare piccole variazionidi livello della pavimentazione, edi isolare il parquet da un’eventualerisalita di umidità. Bisogna iniziare
dalla parete più dritta e, se utiliz-ziamo la posa lineare, tener contodella presenza di porte e finestre,disponendo le liste perpendicolaria esse: la luce incidente, infatti puòevidenziare le giunzioni. Prediligia-mo tonalità chiare per gli ambientipoco illuminati; nei locali umidisono migliori le essenze esotiche,in cucina la scelta deve ricadere sulegni duri, per cautelarsi contro lacaduta di oggetti, evitando le specieeuropee notoriamente più deboli.
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IL PARQUETgalleggianteSi posa libero su uno strato ammortizzante,i listoni dotati di incastro maschio-femminasi posano con facilità e risultato sicuro
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1. Per ridurre il rumore del calpestio, ma anche perimpedire la risalita di umidità dal sottofondo, stendiamouno strato di feltro o polietilene, disponibile in rotolo. 2. I listoni sono provvisti di incastri maschio/femminache ne facilitano il collegamento, in modo che rimanganolivellati e perfettamente aderenti gli uni agli altri.3. Tra pavimento e parete lasciamo uno spazio vuoto dicirca 1 cm per consentire la dilatazione del legno. Utiliz-ziamo distanziali dedicati allo scopo.4. Nonostante gli incastri siano molto precisi, sul dentedei listoni applichiamo un filo di colla vinilica prima dellaposa: così facendo stabilizziamo l’unione e scongiuriamola possibilità di infiltrazioni se, accidentalmente, si do-vessero rovesciare liquidi.5. Le liste appena posizionate vanno assestate conqualche colpetto: per fare questo senza rischiare dirovinare l’incastro, possiamo utilizzare un pezzo di scartodello stesso parquet da interporre tra lista e martello, ri-spettandone il profilo.6. Se l’incastro lo consente, è bene stendere la colla sullato inferiore del dente; in caso contrario, posizionando ebattendo le liste, può verificarsi una leggera fuoriuscitadi colla che va rimossa prima della sua asciugatura conuna spugna inumidita.
Velo di colla tra i listoni
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IL PARQUETincollatoForma una superficie compatta e ancorataal supporto che va lucidata e verniciata.Importante la stesura della colla in stratouniforme ben tirato con la manara dentata
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a posa incollata è la soluzione mi-gliore quando si vuole posare un pa-vimento di legno in bagno e in cucina,in quanto viene evitato il pericolo
che, rovesciando acqua sul pavimento,questa penetri attraverso il battiscopa ole fessure tra i listoni. Si utilizza di solitoun collante bicomponente, talvolta mo-nocomponente, applicato con una manaradentata a porzioni inferiori a 2 m2 pervolta. La manara dentata va utilizzata in verticalein modo che le fessure tra i denti lascinorighe di colla aventi la stessa altezza. Il sottofondo deve presentarsi perfetta-mente liscio e asciutto, la temperaturadell’ambiente non deve superare i 20 °C. Iniziamo sempre dalla parete più dritta e,se la posa scelta è lineare, teniamo contodella posizione delle finestre e posiamo ilistoni perpendicolari alla direzione dellaluce che entra, per rendere meno visibilile giunzioni tra una fila e l’altra.
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Uniforme strato di colla 1. Stendiamo l’adesivo con la manara dentata che forma cordoni dicolla intervallati da vuoti; la particolare conformazione di questo stru-mento permette di stendere il quantitativo giusto di collante.2. Inseriamo il listone da posare sulla scanalatura di quello precedente,mantenendolo inclinato. Poi premiamo verso il basso, in modo che ilrisalto si incastri sotto al listone già posato. 3. Lungo il perimetro dobbiamo lasciare una luce di 6-8 mm per con-sentire un’eventuale dilatazione del parquet. Per manterere l’insiemeben compatto usiamo provvisoriamente alcuni cunei. Lo spazio verràpoi occultato dal battiscopa.4. In prossimità di sagome rientranti o irregolari tracciamone concura il profilo sul listone e tagliamolo con la sega. Se si tratta di unaforma complessa realizziamo una dima di cartone e riportiamone ilcontorno sul listone da posare.
ATTREZZI E MATERIALI> servono una manara dentata
e una sega troncatrice oltre ai listoni di parquet e alla colla
> in bagno e in cucina sono più idonei legni esotici quali teak, iroko, doussié; le specie europee sono meno dure
> queste essenze di legno si sposano bene con i sistemi riscaldanti a pavimento
> i listoni in tonalità chiara sono da preferire per locali poco illuminati
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Nei raccordi tra pavimento a parquet e piastrelle dobbiamoapplicare una lista fermaparquet (1) che costituisce unpassaggio inclinato tra i due livelli e blocca le teste (o ilbordo) dei listoni. Possono essere da fissare a pavimentocon tasselli o strisce autoadesive, in diversi materiali e fi-niture.Se la parete non è perfettamente parallela con quella difronte possiamo partire diritti tagliando alcuni pezzi diparquet in larghezza diversa che fungono da riscontro(2). Posiamo tutto il pavimento e, al termine, colmiamolo spazio con listoni opportunamente sagomati.
Rifiniture e trucchi
Battiscopa Posa sfalsata
Listone di parquet
Colla stesa con manara dentata
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inchiodatoil parquet
La chiodatura è senz’altro il sistemapiù antico per posare il parquet, ma ri-chiede l’utilizzo di doghe spesse nonmeno di 18 mm. Occorre un sottofondosul quale i chiodi possano fare presa,ovvero uno strato di legno applicato almassetto o listelli distanziati e dispostitrasversalmente (magatelli), fissati oannegati nel cemento. Se possibile, sul sottofondo va stesa unabarriera al vapore. Il calpestio produceun effetto cassa armonica accompagnatoda scricchiolii che evocano le pavimen-tazioni storiche, particolare che puòessere affascinante o spiacevole. La posacosta circa un terzo di più rispetto aquella incollata.
1 Lungo il perimetro della stanza lasciamo uno spaziodi almeno 10 mm per consentire i naturali movimentidel legno, utilizzando alcuni cunei come spessori. I chiodi vanno inseriti in corrispondenza dei listelli disottofondo che sono stati installati perpendicolarmenteal senso di posa dei listoni.2 Per ogni listone dobbiamo utilizzare almeno duechiodi lunghi 40-50 mm da inserire con inclinazione di
45° nella maschiatura, dopo aver assestato il listone suquello precedente, se provvisto di incastri, o ben appoggiatoa esso, se a profilo lineare.3 Per evitare interferenze con il listone successivodobbiamo incassare la testa del chiodo dopo averlopiantato a filo della superficie. Per farlo diamo un paiodi colpi di martello sul cacciachiodi, uno specialepunzone a punta cilindrica.
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l pavimento di legno, se ben mantenuto e ri-spettato, dura molti anni, anche se può capitaredi dover intervenire con qualche riparazione.Tra i danni più frequenti vi sono quelli derivanti
dall’esposizione del parquet a un prolungato climasecco, che può determinare la comparsa di fessu-razioni, a volte anche importanti, tra le liste o ledoghe del parquet. Non sono rari i danni da caduta di oggetti, leabrasioni, i rigonfiamenti a causa dell’umiditàche fa dilatare il legno. Rimuoviamo sempre lapolvere con appositi panni attirapolvere e trattiamoannualmente il pavimento con prodotti protettivie con apposito polish per pavimenti in legno.
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RIPARAZIONIsul parquet
Segni lasciati da oggetti caduti, rigonfiamenti da umidità, doghe rotte,ritiri del legno, vernice consumata ecc:sono tanti i piccoli inconvenienti chepossono colpire un pavimento di legnorichiedendo periodici interventi di manutenzione e riparazione
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Segni profondi: la caduta di oggetti pe-santi lascia sul parquet un segno pro-fondo: la riparazione più elementareconsiste nel coprire il foro con cera co-lorata in stick, quindi lucidarla con unpanno di lana.
Colpi e schiacciamenti: per recuperareun’ammaccatura passiamo più volte ilferro con interposto uno straccio umido.Il calore e l’acqua tendono a far gon-fiare il legno livellando di nuovo la su-perficie.
Sostituire una doga: una doga rovinatapuò essere rimossa con un delicato in-tervento di scalpello e sostituita conuna nuova, precedentemente privatadegli incastri, che incolliamo in posizio-ne.
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la lamaturadi rinnovo
Anche se un parquet viene curato emantenuto, dopo alcuni anni di ser-vizio può mostrare una certa usura,soprattutto in termini di differenzadi consumo tra le diverse aree di unlocale. Se il parquet lo “merita” con-viene far eseguire una lamatura (lamacchina lamatrice si trova anchea noleggio) che asporta la finitura eun certo spessore di legno (1-1,5mm). Dopo aver pulito accuratamentesi esegue un nuovo trattamento difinitura.
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Fessure laterali: se in vicinanza dellepareti il parquet mostra delle fessuretra le doghe, utilizziamo l’apposito at-trezzo che (dopo aver tolto il battiscopa)ci permette di ricompattarle stretta-mente.
Vernici vetrificanti: nei punti in cui ilpedonamento è alto il parquet può per-dere lucentezza e mostrare segni diusura. Interveniamo applicando unavernice vetrificante in almeno due mani.
Pulizia di mantenimento: il parquet vatrattato con preparati pulenti una voltaal mese. Oltre a eliminare lo sporco, ilpreparato si insinua negli interstizi mi-gliorando la sigillatura di eventuali spazivuoti.
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Consiglia
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TAVOLO da pic-nic
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l mobile è costituito da una coppia digambe a forma di H sghemba, unpiano d’appoggio quadrato e quattrosedili. Tutti e sette i pezzi sono studiati
per incastrarsi gli uni negli altri fino aformare, con l’aiuto di bulloni, una strut-tura rigida e robusta.• La realizzazione non è particolarmentedifficile, anche se laboriosa per la quantitàdi pezzi in gioco. Qualche difficoltà latroviamo solo nella bisellatura terminaledelle tavole delle gambe e nel tagliocurvo di quelle che reggono le sedute.Ovvia ed indispensabile la precisionenell’apertura degli incastri e dei fori. Per chi possiede una troncatrice diventaun gioco bisellare i capi delle tavole a 15°.
• Qui descriviamo il tavolo a quattroposti; se lo volessimo allungare a sei do-vremmo fare una gamba lunga un mezzometro in più e costruire una terza gambaad H da incastrarvi sopra, più un pianodi 1000x1600 mm (poi per il trasporto civorrebbe una familiare o il portapacchi).• È vero che un tavolo del genere vausato all’aperto, ma è altrettanto veroche quando non viene usato viene ripostoal coperto. Questo permette di non ri-correre a legnami particolarmente resi-stenti alle intemperie: normale abete opino di prima scelta, rifiniti con impre-gnante ed eventualmente smaltati, sonopiù che sufficienti a garantire lunghianni di utilizzo.
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A differenza di quelli inamovibili che si trovano nei parchi, a cui si ispira, questo tavolino con sedili incorporati può essererapidamente smontato e riposto nel bagagliaio dell’automobile
In primo piano le due strutture ad H sghemba che, al centro della traversa,mostrano gli incastri a mezzo legno che permettono di incrociarle. Le gambe sono fissate alle traverse con coppie di bulloni fissi con le teste ei dadi incassati a filo piano. Nella sommità delle gambe si vedono i fori peri bulloni, mobili, che vincolano le H al piano, in alto a sinistra, poggiato sutraverse a coltello (due a tutta lunghezza e due corte) che si inseriscono frale tavole dell’H; in questo caso si possono usare dadi ad alette anziché esa-gonali. Accanto al piano i quattro sedili, da incastrare sulle traverse, neipezzi che sporgono rispetto alle gambe. Anche se non previsto nel progettoè consigliabile un sistema di ancoraggio dei sedili alle traverse.
Interamentesmontabile
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1. I bulloni che uniscono gambe etraverse (due per incrocio) vanno in-cassati a filo piano, sia alla testa siaal dado, perché lasciandoli sporgerepotrebbero ferire le gambe dei com-mensali.2. Montate (stringere bene i bulloni)le due H sghembe, si incastrano unasull’altra; la cosa riesce solo se gli in-castri a mezzo legno sono stati eseguitia regola d’arte.3. Una lignola tesa sul piano del tavoloconsente l’esatto allineamento delleviti di fissaggio.
MontaggioCOSA OCCORRE
> Abete o pino, senza nodi e a fibra diritta.
> Tavole 25x80 mm: 4 traverse per la base da 1000
mm; 12 tavole-gamba da 740 mm; 4 traverse sotto-
piano da 860 mm; 4 elementi per incastro da 170 mm.
> Tavole 28x95 mm: 9 per il piano da 1000 mm.
> Tavole 25x80 mm: 20 traverse sottosedile.
> Tavole 18x25 mm: 40 listelli per i sedili.
> 12 bulloni con quadro sottotesta M10x100 mm, con
rondelle e dadi (4 dadi sostituibili con galletti M10);
viti da legno Ø 4x40 mm; chiodi ad aderenza miglio-
rata; distanziali spessi 10 mm; materiale di finitura.
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1. Per aumentare la stabilità del tavolo le gambesono divaricate (così se ne diminuisce anche l’in-gombro sotto il piano) per cui bisogna bisellare icapi delle tavole che le formano. In mancanza diuna troncatrice che, potendo tagliare di sbieco conangolo da -45° a +45°, risolve in modo immediatoe preciso il problema, la traccia di taglio può ottenersio con una “falsa squadra”, opportunamente angolatao accostando al cappello di una normale squadrada falegname un distanziale di misure opportune.2. Se l’unico strumento da taglio è l’alternativobisogna usarlo con lenta precisione, partendo dallabase e non dalla punta del pezzo.3. La sede degli incastri a mezzo legno va tracciatacon la massima accuratezza, tenendo presenteanche lo spessore della lama che usiamo per iltaglio in profondità. Se l’attezzatura lo consenteconviene tagliare i pezzi tutti assieme o a coppie.4. I blocchetti vanno eliminati con uno scalpello benaffilato. La sede, poi, si rettifica con raspa e lima.5. Le tavole debbono incastrarsi senza forzare e
senza ballare. Come “lubrificante” si possono usareo stearina (una candela) o sapone di Marsiglia.Inutile dire che l’incrocio deve risultare perfettamentea squadra.6. Le tavole vanno levigate smussando tutti glispigoli, in particolare le estremità delle traverse.7. Con l’aiuto di qualche pezzo avanzato dalla bisel-latura delle tavole incrociamo una gamba soprauna traversa alla distanza indicata nel disegno.Tracciamo sulla gamba una diagonale della zona disovrapposizione e sulla diagonale apriamo due foriØ 4 mm che attraversino la gamba ed entrino nellatraversa. Rendiamo passante anche il foro sulla tra-versa e usiamo i due pezzi come dima di foraturaper tutti gli altri fori sui pezzi uguali.8-9. Su ogni gamba esterna (8 pezzi) apriamo conuna mecchia a bandiera o Forstner una cava Ø 35mm, profonda 10 destinata ad ospitare a filo pianotesta e dado dei bulloni, centrata sui fori di guidafatti in precedenza. Tutti i fori vanno poi alesati conuna punta da 10 mm.
Costruzione delle gambe passo passo
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25X18 MM
370 MM
1. Ricopiando la sagoma del disegno, prepariamo unamaschera di masonite, compensato o cartone e usiamolaper tracciare sulle 20 traverse dei sedili la linea di taglio.2. Il taglio può farsi con l’alternativo o con la sega anastro; nell’uno o nell’altro caso, bisogna tenersi legger-mente all’esterno della traccia.3. Stringendo assieme i pezzi a gruppi di cinque ne levi-ghiamo con un platorello abbastanza flessibile l’esternoe l’interno così da pareggiarli con precisione.4. Se vogliamo che la seduta sia, come qui, di aspetto di-verso dalle traverse, queste vanno finite, a mordente osmalto, prima di passare al montaggio.5. Da un listello o da un pezzo di multistrato o truciolarespessi 10 mm tagliamo 18 pezzetti da usare come di-stanziali fra le stecche della seduta, già rifinite prima delmontaggio. Le stecche si fissano alle traverse o conchiodi ad aderenza migliorata o con viti tropicalizzate Ø3x30 mm.6. Il sedile si incastra sulle sporgenze delle traverse dellastruttura di base. È consigliabile prevedere un sistema diancoraggio.
Quattro comodi sedili
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AIUOLEe bordure
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MATERIALI E MODALITÀ
> Mattoni, blocchi di pietra,
elementi di plastica
> Muretti e scalinate
> Giardini rocciosi
in libertà
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a natura fa nascere i fiori nella ma-niera più libera possibile mentre noisiamo portati a raggruppare e ordinarele zone fiorite in insiemi geometri-
camente definiti. Il giardinaggio tradizionaleprevedeva la realizzazione di spazi bendifferenziati: pietre, bordure verdi, cordoli,ecc. Più moderna è la tendenza a raggrup-pare fiori e piante in insiemi che si distac-chino dal resto grazie alla corposità dellemasse cromatiche più che a elementi dicontenimento. È una scuola in larga parteproveniente dai Paesi anglosassoni in cuiil prato termina con un preciso taglio lungobordure multicolori oppure contorna edingloba macchie colorate, spesso con an-damento sinuoso. Naturalmente ogni giar-dino fa storia a sé e deve confrontarsi conla specificità del luogo oltre che con i desi-deri e il senso estetico di chi lo crea. Nella pagine seguenti esaminiamo un sin-tetico campionario delle soluzioni possibili:tra di esse possiamo trovare quella che faal caso nostro.
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Con il generico nome di “aiuole” si comprende
una grande varietà di zone del giardino
adatte ad accogliere fiori e piante. Come realizzarle?
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modularibordure
Per contenere la terra all’interno di piccole aiuolee bordure è possibile utilizzare bordi ornamentaliin plastica: in pratica si tratta di un rapidosistema ad incastro, di facile impiego che consenteun’installazione solida e robusta. Il bordo permette di realizzare facilmente sago-mature molto diversificate grazie anche allapiccola dimensione di ogni singolo componente.
I vialetti e i passaggi in pietra, auto-bloccanti o piastrelle, possono esserecontornati da aiuole fiorite, ma è anchepossibile ottenere veri e propri “inserticolorati” al centro di piazzole e cortiletti.A tal fine è necessario creare un cordolointerno, in cemento, sufficientementerobusto, contro cui la pavimentazionepossa appoggiarsi. Il cordolo, che deli-mita l’area da riempire di terriccio eche riceve piante e fiori, dev’esserealto almeno 25-35 cm per evitare smot-tamenti della massicciata della pavi-mentazione verso la terra dell’aiuola,poco consistente e frequentemente ir-rigata.
Al limite del passo
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Seguici anche su
ASPIRATOREa tutta potenza
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Indispensabile in laboratorio e nel garage, può disporre di sistemi filtranti di vario tipo per residui solidi e liquidi; accetta vari accessori per agire su grandi superfici o zone di difficile accesso e, talvolta, funge anche da soffiatore
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ELEMENTI> Bocchetta: accessorio di varia
forma per pavimenti, tappeti,
angoli, fessure.
> Filtro: cartuccia cilindrica
intercambiabile con elemento
filtrante di carta
> Tubo: zigrinato e flessibile
si collega al serbatoio e alla
bocchetta con innesto rapido
li aspiratori nascono come appa-recchiature che facilitano la puliziadomestica, sotto forma di scopeelettriche e aspirapolvere, ma in la-
boratorio vanno oltre questa funzione: ser-vono soprattutto per evitare di sporcare,eliminando segatura e trucioli nel momentoin cui vengono prodotti. • Questo facilita nel seguire le tracciaturedurante il taglio, permette di lavorare suuna zona mediamente pulita e fa rispar-miare tempo nelle successive operazionidi pulizia a fine lavoro. I modelli sono piùrobusti e capienti (da 15 a 50 litri), del tipoa bidone; importante è la potenza che de-termina la quantità d’aria aspirata e ladepressione che la ventola può creare, siparla almeno di 1200-1300 watt. • È preferibile un aspiratore in grado diaspirare anche i liquidi, per eliminare ra-pidamente l’acqua di lavaggio del pavi-mento in caso di pulizia ordinaria o di ro-vesciamento di prodotti che richiedono unimmediato ed energico lavaggio. Utile, inquesti casi, l’interruttore galleggiante disicurezza che spegne il bidone quando ilserbatoio è pieno.• Un’opzione importante che offrono alcunimodelli è la presenza a bordo di una presaelettrica per elettroutensili (2000-2200 W)quali levigatrici e seghetti alternativi, co-mandata da un interruttore dedicato: al-l’accensione dell’elettroutensile, l’aspiratoresi avvia automaticamente, anche lo spe-gnimento è simultaneo.• Una corretta manutenzione e sostituzionedei filtri garantisce la massima efficienzadell’apparecchio, riduce l’emissione di pol-veri nell’ambiente ed evita surriscaldamentidel motore. Se si aspirano polveri moltofini, quali cemento o gesso, il sacco di cartaall’interno del contenitore va sostituito conmaggior frequenza.
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CoperchioBocchetta scarico aria Impugnatura
di trasporto
Interruttoredi avviamento
Cavo dialimentazione
Bocchetta per angoli
Prolungherigide
Bocchettapiana
Serbatoiodi raccolta
Tuboflessibile
Filtro
Motore
Bloccaggiocoperchio
Quando si inserisce un elettroutensile nellapresa supplementare, il suo interruttore vamantenuto in posizione di marcia: in tal modol’aspiratore si aziona accendendo l’elettrou-tensile. Lo spegnimento dell’aspiratore è ri-tardato di alcuni secondi rispetto all’arrestodell’elettroutensile, in modo da consentirel’aspirazione dei residui ancora presenti neltubo e nelle prolunghe. Questa funzione ècontrollata da un circuito elettronico.Oltre alla funzione di aspirazione, alcunimodelli permettono di deviare il percorso del-l’aria trasformandosi in soffiatori, per radunarevelocemente lo sporco volatile: utili ancheper ammucchiare le foglie del giardino in au-tunno!
Aspirazione diretta e soffiaggio
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La progettazione di un’aiuola dipende, in granparte, dalla conformazione del terreno in cuivogliamo realizzarla. Dislivelli naturali possonoessere tappezzati apportando terreno per ac-compagnare il declivio oppure creando ter-razzamenti con muretti in pietra. La realizza-zione di muretti e pareti è in ogni caso neces-saria per rialzare rispetto al suolo le nostreaiuole, in modo da delimitare viali oppure ascopo unicamente ornamentale.Lo stesso criterio può essere seguito anchenel caso opposto, ovvero un terreno pianeg-giante ove si possono predisporre grandiaiuole rialzate contenute da muretti di pietranaturale o altri materiali, avendo sempre l’ac-cortezza di compattare molto bene il terreno.
Muretti e paretiI cordoli di contenimento di una scalinata formanobordi ideali per delimitare aiuole: soprattutto seil terreno adiacente ne segue il profilo. In casodi leggeri dislivelli è opportuno pareggiare l’altezzaapportando terriccio e compattandolo bene inmodo che non si verifichino smottamenti.
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Esistono diversi tipi di giardino roccioso, dallaparete scoscesa davanti casa, alle gradinate,alle aiuole rialzate lungo un viale, alle pietraie,ai muretti a secco, ai letti di torba acida.Un’aiuola rialzata lungo un camminamentorichiede meno profondità, mentre una tradi-zionale aiuola rocciosa necessita di moltospazio in larghezza per risultare naturale erealistica. Nei giardini in cui lo spazio scarseggiaè possibile “aumentarlo” realizzando falsecolline, con materiali di recupero quali vecchitronchi, pietre, terreno proveniente da scaviecc. In tali situazioni il terreno tende a diventarepovero e arido, un substrato in cui alcunespecie arboree più esigenti non sopravvive-rebbero, mentre le piante per rock garden vi-vono bene.
A tutto rock
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Occultiamo il coperchio del pozzo realizzando una bella aiuola delimitatada mattoni. La copertura in ghiaia ci consente, in ogni caso, di poteraccedere al pozzo, grazie al coperchio di servizio.1. Lungo il perimetro del pozzo scaviamo una trincea profonda circa 15cm che ci consente di inserire i mattoni del bordo.2. Versiamo nel solco ghiaia fine con malta cementizia, avendo l’accortezzadi non riempire del tutto la trincea.3. Posiamo i mattoni lungo la circonferenza e li stabilizziamo con malta dicemento e calce.4. Per dare stabilità alla struttura, interponiamo pezzi di mattone tra ilpozzo in cemento e il bordo esterno.
La piazzolasul pozzo
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E il pozzoresta
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1. Prima di procedere con l’inserimento della terra aspettiamo qualchegiorno in modo tale che la malta sia perfettamente asciutta.2. Riempiamo di terra lo spazio rimasto tra i mattoni ed il pozzo, proseguendocon la messa a dimora di piante a nostra scelta.3. Copriamo tutta la superfice del coperchio con ghiaia bianca che bencontrasta con il rosso dei mattoni.4. La ghiaia ci consente di poter accedere in qualsiasi momento al pozzo:basta infatti spostarne una parte e sollevare il coperchio di servizio.
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DAL 15 MAGGIO AL 15 LUGLIO
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I bidoni possono montare i filtri più disparati (per esempio dispugna o di tessuti in fibra sintetica a porosità controllata),ma i più tanti ne hanno uno di carta a forma di sacco che siinnesta internamente, all’arrivo del tubo flessibile, e un altrocilindrico di carta “millepieghe”, innestato nel coperchio allabocchetta di aspirazione del motore.Il primo, oltre alla funzione di filtro, ha anche quella diraccolta e contenimento dei detriti, mentre il secondo ha sol-tanto la funzione di ulteriore filtraggio delle particelle piùpiccole, che rimangono imbrigliate nelle pieghe della carta.Va ricordato che, per l’aspirazione dei liquidi, questi filtrivanno rimossi dalle loro sedi, in quanto non hanno alcunacompatibilità funzionale con l’acqua. Per tornare all’aspirazionedi polveri asciutte è necessario svuotare l’acqua, dare un’asciu-gata e rimontare i filtri.
Tanti filtri, quasi tutti di carta
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