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Fancello Monica & Manca F rancesca A.A. 2006-2007 1 Università degli studi di Cagliari Facoltà di Scienze Politiche Sede di Nuoro Seminario di Economia Applicata 2 La nuova Politica di coesione

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Page 1: Fancello Monica & Manca Francesca A.A. 2006-20071 Università degli studi di Cagliari Facoltà di Scienze Politiche Sede di Nuoro Seminario di Economia Applicata

Fancello Monica & Manca Francesca A.A. 2006-2007

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Università degli studi di Cagliari Facoltà di Scienze Politiche

Sede di Nuoro

Seminario di Economia Applicata 2

La nuova Politica di coesione

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La nuova politica di coesione:periodo di programmazione 2007 2013

I tre Obiettivi

Ripartizione tra Stati

Ripartizione tra Regioni

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LA NUOVA POLITICA DI COESIONEQuale futuro?

Nel dicembre 2006 si concluderà l’attuale periodo di programmazione dei Fondi e degli strumenti strutturali. In vista di questa scadenza la Commissione, gli Stati membri e le regioni stanno preparando il nuovo periodo di programmazione 2007-2013.

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La nuova politica di coesione (periodo di programmazione 2007-2013)

La politica di coesione europea favorisce uno sviluppo equilibrato e duraturo delle attività economiche attraverso la riduzione delle disparità tra le regioni, la tutela dell’ambiente, l’eliminazione delle ineguaglianze e la promozione delle pari opportunità.

La nuova politica di coesione che sarà avviata a partire dal 2007 comporterà importanti cambiamenti rispetto al periodo 2000-2006. Nel luglio 2004 la Commissione europea ha adottato un pacchetto di proposte di regolamento per il nuovo periodo di programmazione 2007-2013 che andrà a sostituire la normativa attuale.

Il bilancio complessivo proposto (336 miliardi di euro), che rappresenta circa un terzo del bilancio comunitario, sarà destinato per il 48% ai 15 Stati membri che facevano già parte dell’unione prima del 1° maggio 2004, mentre il restante 52% verrà destinato ai 10 nuovi membri.

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Per il periodo 2007-2013 la Commissione propone di incentrare gli interventi su tre assi prioritari;

convergenza,

competitività regionale e occupazione,

cooperazione territoriale europea che andranno a sostituire i tre assi prioritari dell'attuale periodo di

programmazione, ossia l'obiettivo n°1 (regioni in ritardo di sviluppo), l'obiettivo n°2 (zone in fase di riconversione economica e sociale) e l'obiettivo n°3 (sistemi di promozione e formazione del lavoro). Tali obiettivi saranno perseguiti attraverso tre fonti di finanziamento: fondo europeo di sviluppo regionale (FESR),fondo sociale europeo (FSE), fondo di coesione.

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Il pacchetto di proposte presentato dalla Commissione per la politica di coesione 2007 – 2013 si compone di:Un regolamento generale che definisce norme e principi applicabili ai tre strumenti previsti (FESR, FSE e Fondo di coesione) e che dovrà essere approvato all’unanimità dal Consiglio. Tre regolamenti specifici per il FESR, il FSE e per il Fondo di Coesione.

FESR: avrà ancora il compito di promuovere gli investimenti e di intervenire per la riduzione degli squilibri regionali dell’Unione e sarà indirizzato ai settori prioritari come ricerca, innovazione, questioni ambientali e prevenzione dei rischi.

FSE: si basa sulle linee guida della Strategia europea per l’occupazione. Gli obiettivi del FSE sono la promozione e il miglioramento dell’occupazione, il miglioramento di qualità e produttività sul lavoro, la promozione dell’integrazione e della coesione sociale.

Fondo di coesione: si applicherà agli Stati membri con un RNL (Reddito Nazionale Lordo) pro capite inferiore al 90% della media comunitaria e contribuirà insieme al FESR e all’interno dell’obiettivo convergenza ai programmi di investimento pluriennale decentralizzato. Avrà come priorità trasporti, ambiente ed energie rinnovabili.

Il pacchetto di proposte

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3. Un regolamento che istituisce il Gruppo europeo di cooperazione transfrontaliera (GECT), un nuovo strumento giuridico che fornisce un quadro facoltativo per la creazione di autorità europee dotate della personalità giuridica necessaria per attuare programmi di cooperazione transfrontaliera che si baserebbero su un accordo tra le autorità nazionali, regionali, locali e le altre autorità pubbliche interessate.

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1. Convergenza e competitività: sulla traccia dell’obiettivo 1, questa priorità è mirata a dare impeto alla convergenza economica delle regioni meno avanzate, favorendo crescita e occupazione, innovazione e società della conoscenza, adattabilità ai cambiamenti economici e sociali, tutela ambientale ed efficienza amministrativa. L’obiettivo convergenza riguarderà, per le sue caratteristiche di ammissibilità, soprattutto i nuovi Stati membri, il cui sviluppo risulta ancora arretrato rispetto alla media europea.

Criteri di ammissibilità:

regioni con un PIL pro capite inferiore al 75% della media dell'UE allargata (la maggior parte dei nuovi aderenti);

per le regioni che superano la soglia del 75% del PIL a causa dell'effetto statistico dell'allargamento, è previsto un sostegno transitorio al fine di consolidare i progressi già conseguiti con i precedenti programmi;

le regioni ultraperiferiche fruiranno di un finanziamento specifico (fesr) volto a favorire l'integrazione nel mercato interno;

Stati membri con un PIL inferiore al 90% della media comunitaria. 23,86%

I tre obbiettivi

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Le risorse destinate all'obiettivo convergenza coprono il 78,54% della dotazione dei fondi pari a 264 Mld di € ripartiti come segue:

67.34% per le regioni con un PIL pro capite inferiore al 75% della media comunitaria;

8.38% per le regioni interessate dal cosiddetto “effetto statistico”;

23.86% per i paesi beneficiari del Fondo di coesione;

0.42% per le regioni ultraperifieriche (RUP)

Risorse obiettivo convergenza

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2. Competitività regionale e occupazione: mira a rafforzare la competitività e l’attrattività delle regioni sostenendo e potenziando innovazione, società della conoscenza, imprenditorialità, protezione ambientale, prevenzione dei rischi, l’adattabilità dei lavoratori e delle imprese

Criteri di ammissibilità:

le regioni non ammissibili ai programmi di convergenza, spetta agli Stati membri individuare tali regioni; 83,44%

le regioni dell'attuale obiettivo 1 che dal 2007 non rientrano più nei programmi di "convergenza", fruiranno di un sostegno transitorio,

erogato a titolo dell'obiettivo "competitività" sino al 2013, per consolidare gli obiettivi raggiunti. 16,56%

Obiettivo: 2

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Le risorse destinate all'obiettivo "competitività e occupazione" sono pari al 17,22% dello stanziamento complessivo. Pari 57,9 Mld €, cosi ripartiti:

83,44% per le regioni che continueranno a soddisfare i criteri di ammissibilità dell’attuale obbiettivo 1;

16,56% per le regioni che fruiranno del sostegno transitorio

Risorse obiettivo competitività e occupazione

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3. Cooperazione territoriale europea: l’obiettivo trae spunto dal Programma d’iniziativa comunitaria Interreg III, e promuove attraverso la cooperazione interregionale un’integrazione armoniosa ed equilibrata a livello transfrontaliero e transnazionale.

Criteri di ammissibilità:

il finanziamento delle reti europee di cooperazione interesserà l'intero territorio UE; 4,54%

quello destinato alla cooperazione transfrontaliera include le regioni situate lungo i confini terrestri interni, talune frontiere terrestri esterne e alcune regioni ai confini marittimi. 47,73%

anche il finanziamento della cooperazione per le zone transnazionali ricopre il 47,73% dei fondi destinati all'obiettivo "cooperazione", che in totale costituisce la parte più esigua dello stanziamento complessivo, pari al 3,94%.

Obiettivo:3

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PRIORITA' PER L'UNIONE EUROPEA ALLARGATA

La strategia di Lisbona si pone l’obiettivo di fare dell’Europa l’economia basata sulla conoscenza più competitiva dinamica al mondo.

Göteborg inserisce in questo contesto la protezione dell’ambiente e lo sviluppo sostenibile.

Sono tre le priorità per le prospettive finanziarie 2007-2013:Sviluppo sostenibileDare concretezza alla cittadinanza

europeaUE quale partner globale

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Linee guide: A) Sviluppo sostenibile

Obiettivo molto ampio che necessita anzitutto del completamento del mercato interno, promuovendo a tal fine specifiche misure di politica economica, sociale e ambientale, che mirano a rafforzare la competitività e la coesione quali fattori di crescita e occupazione, nonché a migliorare la gestione e la protezione delle risorse nazionali.

Competitività per la crescita e l'occupazione:

Una maggiore competitività industriale richiede un'Europa più dinamica e più strettamente collegata, ciò implica azioni che migliorino la ricerca, incoraggino le imprese e l'innovazione, che istituiscano reti a livello europeo, che accrescano il ruolo dell'istruzione e che in particolare valorizzino le potenzialità inutilizzate del mercato interno.

Fondamentale è potenziare la ricerca e lo sviluppo tecnologico, infatti gli sforzi in tale ambito rimangono frammentati e poco connessi con la cooperazione internazionale.

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realizzare uno "spazio europeo della ricerca", accrescere i finanziamenti destinati a questo settore;

Interconnettere l'Europa mediante reti transeuropee essenziali per una mobilità sostenibile delle merci, dei cittadini e dell'energia.

Migliorare la qualità dell'istruzione e formazione nell'UE perché il capitale umano è uno dei principali fattori che determinano la crescita.

Rafforzare la politica sociale quale fattore produttivo.

Obiettivi: per un’Europa più coesa

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Coesione per la crescita e l'occupazione:

L'allargamento costituisce una sfida sul piano della competitività e della coesione interna dell'Unione. Finora la politica di coesione ha accresciuto la resa economica e allo stesso tempo ha ridotto le disparità socio-economiche; tale politica è ora più che mai auspicabile visto che nell'UE allargata il PIL medio pro capite è minore del 12% rispetto all'UE a quindici e ciò aumenta le disparità di reddito. La nuova politica di coesione a partire dal 2007 si articola su tre nuovi obiettivi prioritari: convergenza, competitività regionale e occupazione, cooperazione territoriale europea

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B) Concretezza alla cittadinanza europea

Tra gli obiettivi vi è anzitutto la creazione di uno "spazio di libertà, sicurezza e giustizia". L'Unione deve gestire le sue frontiere esterne in modo integrato per accogliere l'immigrazione legale in modo coordinato e proteggere dall'immigrazione clandestina (per es.: creazione di un corpo di guardie di frontiera europee);

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C) L'UE quale partner globale

L'Unione non è uno Stato ma la sua influenza esterna è ben più forte di quella che possono esercitare i singoli Stati membri. L'UE allargata conta 450 milioni di abitanti e un quarto della produzione mondiale e ciò dovrebbe esercitare una notevole influenza non solo sull'economia dei singoli Stati membri ma nel mondo in generale.

Importante è poi la cooperazione e l'integrazione con i paesi vicini (Russia, Balcani e Mediterraneo fino al Golfo Persico). Cooperazione che non può limitarsi ai soli ambiti economico e politico, ma è necessario intervenire anche per garantire la stabilità, prevenire i conflitti e gestire eventuali crisi.

La cooperazione con i paesi in via di sviluppo è diretta principalmente ad

abbassare il livello di povertà, offrendo un contributo per raggiungere gli obiettivi di sviluppo stabiliti dall'ONU.

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Nel 2006 il tetto degli stanziamenti d’impegno per la prospettiva finanziaria corrente di un' Unione a 25 membri ammonterà a 1,11% del reddito nazionale lordo (RNL). Gli stanziamenti nell’ambito del Nono FES aggiungerebbero in media un altro 0,03 % dell’RNL.

il Consiglio Europeo ha fissato per quanto riguarda il sostegno all’Agricoltura una durata fino al 2013

ancora essendo più basso il livello di sviluppo dei nuovi stati membri rispetto all’Europa dei 15 richiederà un aumento della spesa.

Perciò un piano credibile per soddisfare i bisogni dell’Unione può essere elaborato nel contesto delle attuali discipline di bilancio vale a dire del tetto di risorse proprie dell’1,24% dell’RNL.

L’EREDITA’ DEGLI ATTUALI STANZIAMENTI

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Per quanto riguarda la semplificazione dei bilanci l’Unione vuole adottare un sistema che consenta di evitare i doppioni di strumenti e fornire ai beneficiari e alle autorità partner la creazione di uno Sportello Unico.

L'obiettivo della Commissione è quello di applicare i seguenti principi:

“un unico strumento per ambito politico, un unico fondo per programma”. Gli strumenti di finanziamento dell’UE saranno consolidati e razionalizzati in modo che ciascun ambito politico con responsabilità di spesa operativa abbia un unico strumento di finanziamento che copra l’intera gamma dei suoi interventi.

Semplificazione degli strumenti di gestione della spesa

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