festa del dono del ducato dei da varano (già signoria dal 1259 circa al 1515) e fu un piccolo stato...
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Parrocchia Sant’Andrea dell’Ausa CROCIFISSO - Rimini
FESTA DEL DONO
38ma edizione DOMENICA 21 GENNAIO 2018
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PROGRAMMA DELLA FESTA
La comunità parrocchiale che si riunisce attorno all’Eucaristia,
seguendo l’esortazione contenuta nella lettera di Natale del Vescovo
Francesco, è chiamata a “riconoscere il Bambino di Betlemme nei
poveri”.
Durante la Messa di Sabato 20, quelle di Domenica 21 e le altre attività
della Festa, le offerte raccolte saranno devolute alla Caritas
Parrocchiale.
Ore 12,15 circa arriveranno i nostri amici di Camerino, li accoglieremo
con un caloroso BENVENUTO sul piazzale della Chiesa
Ore 12,45 PRANZO
Ore 14,30 I nostri amici di Camerino si
recheranno in centro per effettuare una visita
guidata, organizzata in collaborazione con i
Musei Comunali di Rimini che sono lieti di
offrire un percorso nella Rimini romana e
malatestiana. L'itinerario fra Museo e Città,
guidato da Romina Pozzi (collaboratrice
Musei Comunali Rimini), vede la
partecipazione di Anna Guerra, Margo
Lengua e Sara Magnani (Volontarie del Servizio Civile Nazionale).
Ore 17,00 ritorno in Parrocchia dove il coro “Canta con noi”
proporrà una rassegna di canzoni popolari italiane. Ci ristoreremo con dolci
vari, cioccolata calda e the.
Ore 18,00 Santa Messa. Noi del Crocifisso, loro di Camerino, “uniti attorno all’Eucarestia”.
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CAMERINO “Territorio che vive”
Camerino a 670 m. s.l.m. Provincia di Macerata, 6.995 abitanti. Noto
soprattutto per la presenza dell'Università fondata in età medievale. Fu la
capitale del ducato dei Da Varano (già signoria dal 1259 circa al 1515) e
fu un piccolo Stato indipendente,
Camerino è uno dei 224 paesi “Bandiera Arancione” conferito dal Touring
Club Italiano, per l’eccellente offerta e un'accoglienza di qualità
Camerino è “Territorio che vive”
“L’impeto delle avversità non fiocca l’animo dell’uomo forte: resta sul posto
e qualsiasi cosa avvenga la piega a sé; è infatti più potente di tutto ciò che
circonda…” Seneca
Tutti ricordiamo che il terremoto del 26 ottobre 2016 ha
colpito anche Camerino
Ora il suo centro storico è Zona Rossa, disabitata e presidiata dai militari
24 ore su 24.
Dove c’erano vita e suoni, ora c’è solo silenzio.
Ma la città di Camerino non è morta, ma ferita, profondamente, e le
sue ferite possono, anzi devono, essere curate, perché questo borgo
meraviglioso torni alla sua splendida vita.
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Operazione “Rimini chiAMA Camerino” si può dire che è nata il 30
di Settembre 2017 ( https://www.youtube.com/watch?v=DpYJ8KBI6bI )
quando in quattro persone ci siamo recati a Camerino in occasione del
decimo weekend arancione organizzato dalla rivista “PLEIN AIR” Il nostro
intento era per vedere, capire… Appena rientrati a Rimini ci siamo messi
in azione coinvolgendo la “nostra “
parrocchia, quella del Crocifisso
Con un gruppo di amici attivi nel
volontariato, ed operatori pastorali
della “Zona Chiesa” abbiamo
organizzato per l’11 novembre,
festa di San Martino una uscita
denominata “Vedere, Condividere,
Testimoniare”. L’adesione è stata
massiccia! I partecipanti hanno
espresso la loro vicinanza ai cittadini
di Camerino, sentendosi
“messaggeri” di tutta la comunità
parrocchiale, alla quale hanno
trasmesso il bisogno di amicizia e di
solidarietà, il desiderio di essere
ascoltati e la loro volontà di
rinascere.
Al termine della giornata, prima di salutarci, li abbiamo invitati a trascorrere
una giornata a Rimini.
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NON È STATA SOLO UNA GITA
Il giorno di San Martino, accompagnati da un tiepido sole novembrino, siamo scesi
(una cinquantina di persone della nostra comunità parrocchiale) nello splendido
parco per poi entrare
nell’Abbazia di Fiastra:
bellissima, suggestiva anche se
qualche piccolo particolare ci ha
dato il segno di quello che era
successo lo scorso anno. Il
terremoto! Ed è con il racconto
fattoci da un monaco che ci
siamo avvicinati all’estrema
paura e al turbamento che
questa esperienza suscita in
ogni persona che vive tale
esperienza. Ci siamo poi
trasferiti a Camerino, per VEDERE non il disagio dei tanti che sono rimasti lì né lo
scempio che la natura in pochi istanti ha fatto delle loro case e dei loro splendidi
monumenti, ma per constatare la loro volontà di tenere viva la città! Ci ha
profondamente colpito
la dignità con la quale
hanno raccontato di
com’è ora il loro vivere
quotidiano
apparentemente uguale
invece così diverso da
prima, nel profondo, e di
come “lottano” per non
farsi sopraffare dalle
difficoltà e dalle
lungaggini della
burocrazia. Con alcuni
rappresentanti della Proloco abbiamo camminato, fin dove è stato possibile
perché non transennato, per le strade della città scorgendone le ferite, ma
abbiamo passato insieme anche alcune ore di festa (compreso un ottimo pranzo!)
e di spensieratezza… e di questo ci hanno ringraziato: di essere lì, insieme a loro,
a testimoniare il bello di condividere delle piccole semplici cose.
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In occasione di questa 38.ma edizione abbiamo chiesto ai nostri
Parrocchiani di raccontarci il significato che per loro ha avuto ed
ha tuttora la Festa del Dono. Riportiamo di seguito alcune di
queste riflessioni.
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• La prima Festa del Dono, credo sia stata celebrata nel 1980, all’inizio del
nuovo cammino pastorale. Lo scopo era quello di educare la comunità alla
carità fraterna, attraverso gesti concreti. La festa veniva lanciata già
durante le feste di Natale, invitando tutta la comunità anche attraverso i
gruppi dei giovani e del catechismo, a mettere qualche cosa da parte da
donare ai poveri (i doni venivano portati all’offertorio). Fino ad allora la
raccolta delle offerte veniva fatta dalla S. Vincenzo la notte di Natale
consegnando delle buste, ma don Tonino non gradiva questo modo,
soprattutto perché in quella notte erano presenti molte persone che
probabilmente venivano a Messa solo in quell’occasione e quindi pensava
non fosse giusto chiedere delle offerte. Uno degli slogan della festa che mi
è rimasto in mente è: “Se il tempo è un dono, dona il tuo tempo”, a
significare che oltre a delle cose concrete, abbiamo tanti altri doni da
condividere e donare gratuitamente (tempo, disponibilità, sorrisi, relazioni
fraterne, ecc.).
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• In 40 anni che vivo in Parrocchia si può dire che ne ho sempre sentito
parlare di questa Festa. Ogni anno è diventata sempre più importante e
le abbiamo dedicato un giorno particolare. Si parla di Dono, ma a chi?
Sicuramente è legato ad una persona, ad un gruppo, ad un disegno a
favore di chi può avere bisogno di noi. Ogni Parrocchiano si sente coinvolto
nel partecipare ad un progetto comune che può diventare spesso un aiuto
a persone bisognose, ammalate, bambini in difficoltà. Ogni persona sa che
in quella giornata si prega per donare una speranza o un aiuto ad un nostro
fratello. Pensiamo a quanti di noi si adoperano tutto l’anno per i bisogni
della parrocchia: quante catechiste per seguire i bambini nella crescita
religiosa, quante persone collaborano per tenere in condizioni decorose la
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nostra chiesa, quanti ragazzi ed anche giovani coppie seguono i gruppi
scout per evitare che tanti adolescenti si perdano nelle strade più
pericolose, quanti laici collaborano coi sacerdoti durante la liturgia: ognuno
fa dono del suo tempo, sempre. Personalmente mi sentivo realizzata
quando, sapendo che c’era un’anziana che attendeva Gesù, riuscivo ad
arrivare in chiesa, prendere la comunione e portargliela a casa. Era il dono
più grande che potevo farle: mi ringraziava con le parole, con gli occhi, con
il sorriso e diventava una gioia grande anche per me. Questo lavorare
insieme dà l’idea di un alveare dove tutte le api corrono per lo stesso scopo.
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• La Festa del Dono, che si è venuta a radicare negli anni nella nostra
Parrocchia, ci ha permesso di maturare una sensibilità particolare verso i
bisognosi sia materiali che spirituali di chi ci circonda e di mettere in atto
una rete di solidarietà che si esplicita in questa festa, ma che ci coinvolge
ogni giorno. Fulcro di questa crescita è stata la Caritas parrocchiale che ha
avuto ed ha il compito di sensibilizzare la comunità portando a conoscenza
situazioni sia economiche che culturali di cui non avevamo percezione. Ci
sono, tuttora, ancora spazi di interventi soprattutto nell’assistenza alle
famiglie che hanno persone con disabili. Negli ultimi anni sono stati
coinvolti in questa festa anche i giovani che hanno allargato gli spazi di
intervento alla salvaguardia dell’ambiente, alla valorizzazione di realtà
economiche che nel meridione operano per una economia “libera e
solidale” al fine di contenere l’illegalità e le mafie e la corruzione in ambito
politico ed amministrativo. Questa festa è diventata un punto di riferimento
anche per le altre Parrocchie della zona pastorale che partecipano ai
momenti proposti più significativi.
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• Negli anni ottanta, la Parrocchia del Crocifisso sotto la guida di Don
Tonino Brigliadori, cominciava il suo cammino di crescita. Eravamo tutte
coppie giovani con figli che stavano crescendo. Perciò avevamo bisogno
di un punto di riferimento: cosa c’era meglio della parrocchia, e di quella
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guidata dal Don, che con i suoi stimoli e le sue idee innovative, ci
coinvolgeva tutti? E noi rispondevamo con tanta buona volontà cercando
di fare il meglio possibile.
Un brutto giorno i venti della guerra soffiarono nuovamente nella ex
Jugoslavia, Serbia, Croazia, Slovenia, Montenegro ecc…cominciarono
così i bombardamenti. Noi come parrocchia ci gemellammo con un
paesino di nome Nart Savski in Croazia. Da quel momento sapendo la
triste situazione di quella povera gente, ci sentimmo in dovere di fare
qualche cosa. Mancava poco tempo al Santo Natale, cercammo di
procurare tutte le cose che ci venivano richieste, in più anche giocattoli e
dolci per bambini. Questi doni naturalmente dovevano essere portati prima
del Santo Natale. Lorenzo insieme ad un gruppo di ragazzi e pochi adulti,
partirono con tre macchine strapiene di tutti quei doni.
C’era un grande entusiasmo, specialmente nei ragazzi, erano pieni di gioia,
si sentivano utili nel donare ai fratelli meno fortunati portando la solidarietà
di noi italiani. Finalmente partirono. Arrivati al confine, cominciò a nevicare;
mentre proseguivano, le neve si infittiva sempre di più fino al punto che si
bloccarono, senza poter andare né avanti né indietro! Fermi e lontani da
qualsiasi centro abitato, i ragazzi cominciarono a preoccuparsi.
A quel punto Lorenzo cercò di esortarli dicendo: “preghiamo, vedrete che
il nostro “Sponsor” non ci abbandonerà”. Infatti dopo più di un’ora d’attesa,
videro in mezzo alla tormenta una luce che veniva verso di loro, era un
enorme spazzaneve che li aiutò e aprì la strada, accompagnandoli fino alla
meta. Così i doni preparati con tanto entusiasmo arrivarono in tempo, con
tanta gioia di quelle persone e il sorriso dei bambini.
Da quel giorno i ragazzi si diedero un gran da fare nell’aiutare gli altri.
E’ proprio vero che donare, restituisce molto più di quello che doni.
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• Il Signore con il suo Natale si è fatto dono per noi perché anche noi ci
facessimo dono per gli altri. Papa Francesco non si stanca mai di
sottolineare quanto il carisma della carità debba essere stile di vita
essenziale per il Cristiano e la Chiesa. Proprio per questo, anche
quest’anno, la nostra comunità parrocchiale, con la “Festa del Dono” vuole
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rinnovare il suo impegno sempre più generoso e responsabile verso i
fratelli bisognosi. Le persone in difficoltà sono più vicine a noi di quanto
pensiamo, non occorre andare in Missione, sono nelle nostre vie, nel
nostro quartiere. Non importa quanto doniamo ma facciamolo con il cuore
libero e aperto! Ci sarà più gioia nel dare che nel ricevere!!
* * * * * * * * • Il Signore si è offerto a noi: Il dono più grande che potevamo ricevere.
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• L’amore è così: “PIU’ SI DONA, PIU’ CRESCE”
Credo che il centro della Festa del Dono sia proprio questo; l’abbiamo
celebrata tante volte che forse è diventata un’abitudine e ne abbiamo
smarrito il significato iniziale riducendola alla sola raccolta di offerte per la
Caritas, anche perché nella liturgia, in questi anni, non è stata abbastanza
sottolineata. Segue di poco il Natale dove contempliamo Gesù che si fa
dono, e quindi possiamo vederla come la nostra risposta a questo amore
infinito; dare tutto quello che possiamo, che siamo, donarlo al Signore
perché solo lui ha il potere di moltiplicarlo, di espanderlo a tutti gli uomini.
A noi chiede di metterci in gioco, con fiducia…non ritirarci di fronte ai grandi
bisogni del mondo di oggi…tu dai tutto quello che puoi dare, al resto ci
pensa Lui. La Festa del Dono era l’occasione per scambiarci le varie
esperienze di vita della comunità…sembrano piccole cose…ma sono
questi piccoli doni che ognuno di noi è chiamato a mettere a disposizione
a farla crescere. Senza questa disponibilità sarebbe una comunità spenta,
senza avvenire. La Festa del Dono risvegli la consapevolezza che la
comunità ha bisogno del contributo di tutti e tutti abbiamo qualcosa da
donare.
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• La Festa del Dono è l’opportunità che ci fa riflettere sui bisogni di chi è
meno fortunato di noi.
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• Il significato che dò a questa Festa è essere attenti alle persone in
difficoltà economica, a quelle che hanno bisogno di essere ascoltate o
accolte.
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• Ho capito che donare a chi ne ha più bisogno ci fa stare meglio… ma non
nel senso che ci sentiamo a posto perché abbiamo fatto una spesa (il che
non guasta). No! Il vero dono è regalare un po’ del nostro tempo e
condividerlo… l’ascolto è il migliore dei doni perché ascoltando ci rende
capaci di intervenire. Grazie a tutti coloro che sanno donare amore.
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La Festa del Dono per me ha rappresentato, negli anni in cui mi è stato
chiesto di organizzarla, un’occasione di servizio alla comunità e un bel
momento di incontro intergenerazionale in cui confrontarsi su temi etici,
politici, consumeristici e sociali. Serate per comprendere in maniera
profetica quella che poi è diventata la pastorale sociale di Papa Francesco;
cioè di una Chiesa in cammino, che in maniera missionaria, si apre alla
società per coniugare la bella notizia del Vangelo con i valori del buon
cittadino ma anche per scoprire le ricchezze della nostra comunità
parrocchiale che ha sempre dimostrato sensibilità, buona partecipazione e
necessità di dialogo per orientarsi e motivarsi nella lettura dei segni del
nostro tempo, segni che richiedono questi momenti di riflessione.
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• Durante gli anni in cui mi sono occupato di pastorale sociale nel
Consiglio Pastorale, la Festa del Dono ha rappresentato l’occasione per
confrontarsi su temi di attualità e che investono il nostro essere cristiani.
L’idea di fondo che ha ispirato le iniziative del gruppo della Pastorale
sociale era quella di stimolare una riflessione sui nostri stili di vita e su
quanto spesso questi rischino di essere influenzati da logiche mercantili ed
utilitaristiche che ben poco hanno a che fare con il farsi prossimo ai nostri
fratelli come ci insegna Gesù.
In occasione delle assemblee preparatorie della Festa del Dono,
caratterizzate da buona affluenza di pubblico e con presenza di numerosi
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giovani, sono stati affrontati argomenti come la finanza etica quale antidoto
alla finanziarizzazione dell’economia, il commercio equo e solidale quale
risposta al consumismo cieco e fine a sè stesso ed il consumo critico, con
particolare attenzione all’esperienza di quelle comunità che lavorano sui
beni confiscati alla criminalità organizzata. Lo abbiamo fatto, più che con
esperti e teorici della materia, con l’aiuto di “testimoni”, imprenditori,
operatori economici e volontari.
Sul piano personale, prestare servizio alla mia comunità, avendo la
possibilità di approfondire con gli altri parrocchiani, specie con i giovani (e
lo dico da genitore), tematiche che da sempre mi interessano è stata una
esperienza arricchente e gratificante che, ancora una volta mi ha ricordato
che l’essere cristiani passa attraverso gesti che consideriamo banali, ma
che banali non sono, come fare la spesa o investire i nostri risparmi.
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• E’ molto bello che la nostra Parrocchia stia conservando le feste
tradizionali. Esse creano unità, amicizia, scambio di esperienze.
Questa del Dono è una delle più importanti, soprattutto in questi tempi in
cui tutti rischiamo di isolarci e rinchiuderci nelle nostre comode case, e
questo non solo per pigrizia, ma spesso per paura dello straniero e dei tanti
poveri che quasi ci infastidiscono con la loro sola presenza. Ma sono
proprio essi un dono per noi.
L’evangelista Luca (atti 20,35) ci fa notare che “C’è più gioia nel dare che
nel ricevere” e San Paolo (2 Corinzi 9,6 -10) “Dio ama chi dona con gioia”.
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UNA COMUNITA’ IN CAMMINO E’ UNA COMUNITA’ CHE DONA
I momenti forti, che segnano il cammino della nostra comunità
sono possibili se siamo disponibili a farci dono: donare la
nostra partecipazione e le nostre capacità. E’ necessario
ritornare allo slogan iniziale del cammino pastorale “un
piccolo impegno per molti”, segno di una comunità aperta
ad accogliere idee nuove che oggi sono necessarie per
riproporre e rinnovare il cammino iniziato da 40 anni.
La Festa del Dono è l’occasione per ringraziare tutti coloro che
ogni giorno, nel silenzio, rendono possibile la vita della
comunità.
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A settembre ricorre il 60.mo anniversario della consacrazione
della attuale Chiesa, voluta dall’impegno del Parroco Don
Terzo Sanchini nella prospettiva di una comunità in
espansione.
Siamo alla ricerca di foto che testimonino l’avvenimento e la
vita della comunità di quegli anni (Battesimi, Comunioni,
Cresime e Matrimoni).
Portatele in segreteria: saranno copiate e restituite.
Grazie per la collaborazione