festa di san ranieri nel prato dei miracoli · primo piano il tema della comunione: «siate gioiosi...

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Scatti D’AUTORE NOTIZIARIO DELLA DIOCESI DI PISA Redazione: Piazza Arcivescovado 18 56126 Pisa tel: 050 565543 fax: 050 565544 Notiziario locale Direttore responsabile Domenico Mugnaini Reg. Trib. Firenze n. 3184 del 21/12/1983 [email protected] 14 giugno 2020 Il mistero della Trinità F ABIO ZAVATTARO a liturgia, domenica scorsa, ci ha invitato a celebrare la festa della Santissima Trinità. E Francesco ha ricordato subito, nel suo primo Angelus dopo il lockdown, con persone presenti in piazza san Pietro, che l’azione delle tre persone divine «è tutta un unico disegno d’amore che salva l’umanità e il mondo, è un disegno di salvezza per noi». C’è da dire che nella Bibbia, e nei Vangeli, non si parla esplicitamente di Trinità; questa parola, insieme alla dottrina collegata, è frutto di un riflessione avviata nei primi anni della vita della Chiesa, e confluita in due concili: il primo di Nicea nel 325, e, 56 anni più tardi, in quello celebrato a Costantinopoli, dove viene affermato che lo Spirito Santo è veramente Dio, come il Figlio e il Padre. Per questo noi, quando recitiamo l’atto della nostra fede, il Credo, ricordiamo, con un linguaggio diverso, l’unione delle tre persone della Trinità: il Figlio, rispetto al Padre, è «Dio da Dio, luce da luce, Dio vero da Dio vero» tre concetti per dire che è stato generato della stessa «sostanza del Padre». È il credo niceno-costantinopolitano. Il legame con lo Spirito Santo lo troviamo più avanti, nella preghiera, quando diciamo che dà la vita, e «procede dal Padre e dal Figlio e con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato». È in questa espressione, in quel Filioque, cioè «e dal Figlio», – introdotto, in verità, 208 anni più tardi, nel concilio di Toledo – che troviamo la difficoltà del rapporto con la Chiesa ortodossa, e una disputa teologica che va avanti da più di mille anni. Sconosciuta ai cristiani dei primi secoli, dunque, e, ancora oggi, alla tradizione cristiana orientale, la Santissima Trinità è entrata successivamente nel calendario delle celebrazioni liturgiche come festa teologico-dogmatica. Festa che segue la Pentecoste – l’effusione dello Spirito Santo sugli apostoli riuniti nel Cenacolo – e precede il Corpus Domini, quasi ad aiutarci a leggere meglio il cammino che abbiamo compiuto nel tempo di Quaresima e della Pasqua. Proprio l’amore è il fondamento e il legame della vita trinitaria, un fil rouge che le letture che accompagnano il Vangelo di Giovanni ci aiutano a comprendere meglio: nell’Esodo leggiamo che Dio è «misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco di amore e di fedeltà». Nella seconda lettura, Paolo mette in primo piano il tema della comunione: «siate gioiosi […] fatevi coraggio a vicenda, abbiate gli stessi sentimenti […] il Dio dell’amore e della pace sarà con voi». Nel Vangelo, Giovanni parla di fede: l’amore di Dio lo troviamo nel Figlio «perché chiunque creda in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna». Spiega Francesco: Dio ha tanto amato il mondo da dare suo Figlio. «Dio ha creato il mondo buono, bello, ma dopo il peccato il mondo è segnato dal male e dalla corruzione. Noi uomini e donne siamo peccatori, tutti, pertanto Dio potrebbe intervenire per giudicare il mondo, per distruggere il male e castigare i peccatori. Invece, ama il mondo, nonostante i suoi peccati; Dio ama ciascuno di noi anche quando sbagliamo e ci allontaniamo da lui». La Trinità è «amore, tutta al servizio del mondo, che vuole salvare e ricreare». Francesco ha chiesto di lasciarsi «affascinare dalla bellezza di Dio; bellezza, bontà e verità inesauribile. Ma anche umile, vicina, che si è fatta carne per entrare nella nostra vita, nella nostra storia, nella mia storia, nella storia di ciascuno di noi, perché ogni uomo e donna possa incontrarla e avere la vita eterna». La fede è accogliere «Dio- amore che si dona in Cristo, ci fa muovere nello Spirito Santo, lasciarsi incontrare da Lui e confidare in Lui». Il mistero della Trinità, dunque, va letto proprio nella chiave dell’amore che si dona, e che chiede un impegno concreto fatto di attenzione verso l’altro, verso colui che mi è prossimo. È il concetto della Chiesa in uscita caro a papa Francesco, il quale chiama i credenti a compiere gesti che siano segno concreto dell’amore di Dio, del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, verso ogni uomo e tutto l’uomo. Amore che costruisce amicizia, dialogo, solidarietà, e che porta alla pace. Prima di far ritorno a Santa Marta, il Papa ha parlato ancora del coronavirus: «la piccola presenza» di romani e pellegrini in piazza, è «segno che in Italia la fase acuta dell’epidemia è superata», anche se è ancora necessario «seguire con cura le norme vigenti». L Papa Francesco ha chiamato i credenti a compiere gesti che siano segno concreto dell’amore di Dio, del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo DI ANDREA BERNARDINI pisani invocheranno la protezione del patrono San Ranieri sulla città e l’intera diocesi. Lo faranno mercoledì 17 giugno, festa liturgica del santo. Al mattino celebrazioni eucaristiche alle ore 8, 9.30, 11 e 12.30: in Cattedrale non potranno entrare - secondo quanto concordato a livello nazionale tra Governo e Cei - più di duecento persone. Ma al pomeriggio l’urna con le spoglie di San Ranieri sarà portata fuori dalla Cattedrale: qui, nel prato tra Duomo e Battistero, c’è spazio fino al limite dei mille posti «distanziati». L’ultima celebrazione all’aperto in piazza dei Miracoli risale al 24 settembre del 1989, quando papa Giovanni Paolo II (nel 2014 proclamato santo da papa Francesco) concluse la sua visita pastorale nelle diocesi di Pisa, Lucca e Volterra. «Memorabile» anche la celebrazione sul prato di piazza Duomo presieduta da papa Paolo VI il 10 aprile del 1965, in occasione del Congresso eucaristico nazionale. Adesso questo nuovo appuntamento, motivato dall’intenzione di dare al maggior numero possibile di persone (nei limiti delle disposizioni governative) di partecipare alla festa del santo in questa delicata fase di lento e prudente ritorno alla normalità dopo il lockdown. Alla concelebrazione in piazza sono invitati a partecipare tutti i sacerdoti della città. Ad essi potranno unirsi tutti i sacerdoti che vorranno e potranno intervenire e che avranno comunicato in Curia la propria presenza. La festa solenne del patrono di Pisa sarà preceduta da un «triduo» di preparazione: domenica 14 giugno Messe in Cattedrale alle 8, 9.30, 11 e 12.30 e 18, lunedì 15 giugno e martedì 16 giugno celebrazioni in Cattedrale alle ore 8.30 e alle ore 18. I Festa di San Ranieri nel prato dei Miracoli Mercoledì 17 giugno, a conclusione della celebrazione all’aperto, i pisani invocheranno la protezione del patrono sulla città e sulla diocesi tutta LA DOMENICA DEL PAPA LA LUMINARA «SOSPESA» E LA «LUMINARA» SPONTANEA ostalgia… È il sentimento che evoca stavolta l’immagine d’archivio di Gerardo Teta. Niente luminara nel 2020, un battito mancato del cuore pisano. Sui lungarni la sera della vigilia di San Ranieri l’assembramento sarebbe forte. Non c’entra nulla la movida di questi anni: un secolo e mezzo fa Renato Fucini chiudeva il sonetto «La luminara» con l’endecasillabo «dalla gran carca ’ni stroppionn’un piede». Il passa parola, che sta riscuotendo consensi per un «lampanino» spontaneo da accendere alla finestra il 16 sera, dimostra che il vuoto nel cuore dei pisani è molto sentito. E allora… accendiamolo un lumino, come s’accende una candela in chiesa: accompagnandolo con una preghiera. Gianni Fochi N

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Page 1: Festa di San Ranieri nel prato dei Miracoli · primo piano il tema della comunione: «siate gioiosi […] fatevi coraggio a vicenda, abbiate gli stessi sentimenti […] il Dio dell’amore

Scatti D’AUTORE

NOTIZIARIODELLA DIOCESI DI PISA

Redazione: Piazza Arcivescovado 1856126 Pisatel: 050 565543fax: 050 565544

Notiziario localeDirettore responsabileDomenico Mugnaini

Reg. Trib. Firenze n. 3184 del 21/12/1983

[email protected]

14 giugno 2020

Il mistero della Trinità

FABIO ZAVATTARO

a liturgia, domenica scorsa, ci ha invitato a celebrare lafesta della Santissima Trinità. E Francesco ha ricordato

subito, nel suo primo Angelus dopo il lockdown, con personepresenti in piazza san Pietro, che l’azione delle tre personedivine «è tutta un unico disegno d’amore che salval’umanità e il mondo, è un disegno di salvezza per noi». C’èda dire che nella Bibbia, e nei Vangeli, non si parlaesplicitamente di Trinità; questa parola, insieme alladottrina collegata, è frutto di un riflessione avviata nei primianni della vita della Chiesa, e confluita in due concili: ilprimo di Nicea nel 325, e, 56 anni più tardi, in quellocelebrato a Costantinopoli, dove viene affermato che loSpirito Santo è veramente Dio, come il Figlio e il Padre. Perquesto noi, quando recitiamo l’atto della nostra fede, ilCredo, ricordiamo, con un linguaggio diverso, l’unionedelle tre persone della Trinità: il Figlio, rispetto al Padre, è«Dio da Dio, luce da luce, Dio vero da Dio vero» tre concetti perdire che è stato generato della stessa «sostanza del Padre». Èil credo niceno-costantinopolitano. Il legame con lo SpiritoSanto lo troviamo più avanti, nella preghiera, quandodiciamo che dà la vita, e «procede dal Padre e dal Figlio econ il Padre e il Figlio è adorato e glorificato». È in questaespressione, in quel Filioque, cioè «e dal Figlio», –introdotto, in verità, 208 anni più tardi, nel concilio diToledo – che troviamo la difficoltà del rapporto con laChiesa ortodossa, e una disputa teologica che va avanti dapiù di mille anni.Sconosciuta ai cristiani dei primi secoli, dunque, e, ancoraoggi, alla tradizione cristiana orientale, la Santissima Trinitàè entrata successivamente nel calendario delle celebrazioniliturgiche come festa teologico-dogmatica. Festa che seguela Pentecoste – l’effusione dello Spirito Santo sugli apostoliriuniti nel Cenacolo – e precede il Corpus Domini, quasi adaiutarci a leggere meglio il cammino che abbiamocompiuto nel tempo di Quaresima e della Pasqua. Propriol’amore è il fondamento e il legame della vita trinitaria, un fil rouge che le letture che accompagnano il Vangelo diGiovanni ci aiutano a comprendere meglio: nell’Esodoleggiamo che Dio è «misericordioso e pietoso, lento all’ira e riccodi amore e di fedeltà». Nella seconda lettura, Paolo mette inprimo piano il tema della comunione: «siate gioiosi […]fatevi coraggio a vicenda, abbiate gli stessi sentimenti […] il Diodell’amore e della pace sarà con voi». Nel Vangelo, Giovanniparla di fede: l’amore di Dio lo troviamo nel Figlio «perchéchiunque creda in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna».Spiega Francesco: Dio ha tanto amato il mondo da dare suoFiglio. «Dio ha creato il mondo buono, bello, ma dopo ilpeccato il mondo è segnato dal male e dalla corruzione. Noiuomini e donne siamo peccatori, tutti, pertanto Diopotrebbe intervenire per giudicare il mondo, per distruggereil male e castigare i peccatori. Invece, ama il mondo,nonostante i suoi peccati; Dio ama ciascuno di noi anchequando sbagliamo e ci allontaniamo da lui». La Trinità è«amore, tutta al servizio del mondo, che vuole salvare ericreare».Francesco ha chiesto di lasciarsi «affascinare dalla bellezzadi Dio; bellezza, bontà e verità inesauribile. Ma ancheumile, vicina, che si è fatta carne per entrare nella nostravita, nella nostra storia, nella mia storia, nella storia diciascuno di noi, perché ogni uomo e donna possaincontrarla e avere la vita eterna». La fede è accogliere «Dio-amore che si dona in Cristo, ci fa muovere nello SpiritoSanto, lasciarsi incontrare da Lui e confidare in Lui».Il mistero della Trinità, dunque, va letto proprio nella chiavedell’amore che si dona, e che chiede un impegno concretofatto di attenzione verso l’altro, verso colui che mi èprossimo. È il concetto della Chiesa in uscita caro a papaFrancesco, il quale chiama i credenti a compiere gesti chesiano segno concreto dell’amore di Dio, del Padre, del Figlioe dello Spirito Santo, verso ogni uomo e tutto l’uomo.Amore che costruisce amicizia, dialogo, solidarietà, e cheporta alla pace.Prima di far ritorno a Santa Marta, il Papa ha parlato ancoradel coronavirus: «la piccola presenza» di romani e pellegriniin piazza, è «segno che in Italia la fase acuta dell’epidemia èsuperata», anche se è ancora necessario «seguire con cura lenorme vigenti».

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Papa Francesco ha chiamato i credenti acompiere gesti che siano segno concretodell’amore di Dio, del Padre, del Figlio e delloSpirito Santo

DI ANDREA BERNARDINI

pisani invocheranno la protezione del patrono San Ranierisulla città e l’intera diocesi. Lo faranno mercoledì 17 giugno,festa liturgica del santo. Al mattino celebrazioni eucaristichealle ore 8, 9.30, 11 e 12.30: in Cattedrale non potranno entrare -

secondo quanto concordato a livello nazionale tra Governo e Cei -più di duecento persone.Ma al pomeriggio l’urna con le spoglie di San Ranieri sarà portatafuori dalla Cattedrale: qui, nel prato tra Duomo e Battistero, c’è

spazio fino al limite dei mille posti«distanziati».L’ultima celebrazione all’aperto inpiazza dei Miracoli risale al 24settembre del 1989, quando papaGiovanni Paolo II (nel 2014proclamato santo da papa Francesco)concluse la sua visita pastorale nellediocesi di Pisa, Lucca e Volterra.«Memorabile» anche la celebrazionesul prato di piazza Duomo presiedutada papa Paolo VI il 10 aprile del 1965,in occasione del Congresso eucaristiconazionale.Adesso questo nuovo appuntamento,motivato dall’intenzione di dare al

maggior numero possibile di persone (nei limiti delle disposizionigovernative) di partecipare alla festa del santo in questa delicatafase di lento e prudente ritorno alla normalità dopo il lockdown.Alla concelebrazione in piazza sono invitati a partecipare tutti isacerdoti della città. Ad essi potranno unirsi tutti i sacerdoti chevorranno e potranno intervenire e che avranno comunicato inCuria la propria presenza.La festa solenne del patrono di Pisa sarà preceduta da un «triduo»di preparazione: domenica 14 giugno Messe in Cattedrale alle 8,9.30, 11 e 12.30 e 18, lunedì 15 giugno e martedì 16 giugnocelebrazioni in Cattedrale alle ore 8.30 e alle ore 18.

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Festa di San Ranierinel prato dei Miracoli

Mercoledì 17 giugno, a conclusione della celebrazioneall’aperto, i pisaniinvocheranno la protezione del patrono sulla città e sulladiocesi tutta

LA DOMENICA DEL PAPA

LA LUMINARA «SOSPESA» E LA «LUMINARA» SPONTANEA

ostalgia… È il sentimento che evoca stavoltal’immagine d’archivio di Gerardo Teta.

Niente luminara nel 2020, un battito mancatodel cuore pisano. Sui lungarni la sera dellavigilia di San Ranieri l’assembramento sarebbeforte. Non c’entra nulla la movida di questianni: un secolo e mezzo fa Renato Fucinichiudeva il sonetto «La luminara» conl’endecasillabo «dalla gran carca ’ni stroppionn’unpiede». Il passa parola, che sta riscuotendoconsensi per un «lampanino» spontaneo daaccendere alla finestra il 16 sera, dimostra che ilvuoto nel cuore dei pisani è molto sentito. Eallora… accendiamolo un lumino, comes’accende una candela in chiesa:accompagnandolo con una preghiera.

Gianni Fochi

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VITA NOVATOSCANA OGGI14 giugno 2020II

AGENDAIMPEGNI PASTORALI DELL’ARCIVESCOVODomenica 14 giugno 2020 ore 15,30: Adora-zione Eucaristica in Cattedrale; ore 18: S. Messain Cattedrale e conferimento dell’Accolitato adun seminarista.Martedì 16 giugno ore 9,15: udienze per i sa-cerdoti.Mercoledì 17 giugno ore 18: S. Messa in Piazzadel Duomo per la festa di San Ranieri.Giovedì 18 giugno ore 9,30: Riunione in Arci-vescovado dei Responsabili degli Uffici di Cu-ria; ore 16: Riunione degli Uffici Tecnico - Am-ministrativi.Venerdì 19 giugno ore 9,15: udienze.Sabato 20 giugno 2020 ore 10: Benedizione diuna nuova struttura sportiva-riabilitativaNB: Per le udienze ci si atterrà alle norme sani-tarie e si dovrà attendere nel cortile dell’Arcive-scovado.

MUSEI VATICANI FREE PER I MEDICICITTA’ DEL VATICANO - Dallo scorso lunedì efino a sabato 13 giugno (ad eccezione di gio-vedì 11 in cui saranno chiusi) i Musei vaticani eil complesso delle ville pontificie di CastelGandolfo sono gratuitamente visitabili da tuttii medici, gli infermieri e il personale tecnico esanitario ausiliario in servizio nelle strutture sa-nitarie pubbliche e private del territorio nazio-nale italiano. Lo annuncia il Governatoratodello Stato della Città del Vaticano. Gli orari diapertura per venerdì e sabato: dalle ore 10 alleore 22 (ultimo accesso alle ore 20). Sarà suffi-ciente esibire il tesserino di appartenenza al-l’ordine professionale.

UN CORSO PER MINISTRI STRAORDINARIROMA - Ministri straordinari dell’Eucarestia altempo di Covid-19. L’ufficio liturgico naziona-le della Cei, in collaborazione con la Fnopi (Fe-derazione nazionale ordini professioni infer-mieristiche) ha messo a disposizione un videocontente indicazioni utili per quanti sono chia-mati a portare la comunione eucaristica indivi-duale in struttura o a domicilio.

MONASTERO INVISIBILEPISA - È disponibile la scheda di preghiera delmonastero invisibile per le vocazioni. Questomese siamo invitati ad offrire la nostra preghie-ra e le nostre azioni per le tutti i seminaristi, inparticolare per quelli della nostra diocesi. Chie-diamo al Padre, fonte di ogni vocazione, che igiovani in formazione siano docili nel cammi-no di discernimento, che si nutrano alla mensadella Parola e dell’Eucarestia e guidati e soste-nuti dai formatori e dalla comunità tutta, pos-sano essere testimoni del Dio che ama e chia-ma.

GIORNATA SACERDOTALEPISA - Il prossimo venerdì 19 giugno, solennitàdel Sacro Cuore di Gesù, ricorre la Giornata sa-cerdotale. Quest’anno - su indicazione dell’Ar-civescovo - nessuna iniziativa comunitaria: «ce-lebreremo questo momento significativo inpreghiera con le nostre rispettive comunità par-rocchiali».

D’ANGIOLO RICORDA MOSCACAMPO - «Franco: un missionario laico nel suocampo»: monsignor Danilo D’Angiolo ha defi-nito così il professor Franco Mosca, in occasio-ne delle sue esequie, celebrate a Campo. Mon-signor D’Angiolo ha ricordato i suoi rapporticon il professor Mosca «Ci siamo incontrati eabbiamo parlato l’ultima volta il 29 dicembre aForte dei Marmi, in occasione del funerale dimio fratello Vando al quale Franco ha sempredimostrato affetto e considerazione». E ancora:«Già dal 2000 ho potuto apprezzare le suegrandi doti umane, del chirurgo al passo conl’avanzamento delle possibilità anche innova-tive, che ha reso vanto in tutta Italia alla nostraUniversità, anche con le iniziative di solidarietànell’ambito sanitario concretizzatesi con laFondazione ARPA. So dell’ultima: il 9 Gennaioio e la mia famiglia siamo stati coinvolti perconsentire ad una giovane studentessa di medi-cina presso la Pontificia Università Cattolicadell’Equador, di laurearsi nel 2020.Fra le testimonianze belle della sua ricchezzaspirituale e della sua cultura, che ha sempremesso in primo piano la persona umana, ricor-do il suo impegno nell’arte per abbellire gliospedali: un’alleanza fra arte - donazione - soli-darietà.Tutto partì quando nel 2000 organizzai a Pie-trasanta il Giubileo degli Artisti, e ne fa fede lapubblicazione realizzata Il Tempo del Cuore nel2001, in occasione dei lavori di ristrutturazionedell’Unità operativa di Chirurgia generale e tra-pianti, perché, diceva, la presenza dell’arte al-l’interno degli ospedali è espressione dello Spi-rito di solidarietà. E la parola spirito, Franco lascrisse con la S maiuscola.E poi ecco la sua solidarietà la sua sensibilitàumana e cristiana: gli ospedali devono essere casedi sollievo della sofferenza e ancora a rendere bel-li o brutti gli ospedali, per quanto efficienti, sonoi comportamenti degli operatori.

Domenica 14 giugno inCattedrale esposizionedel SantissimoSacramento e, alle ore18, la concelebrazioneeucaristica durante laquale l’arcivescovoconferirà il ministerodell’accolitato alseminarista LorenzoCorrenti

a 24 anni ed è uno deipiù giovani seminaristidel «Santa Caterina»,eppure è più avanti di

tutti gli altri nel camminoformativo e negli studiteologici, che sta perconcludere con la discussionedel baccalaureato prevista perla fine di giugno. LorenzoCorrenti, sangiulianese (obagnaiolo, per essere piùprecisi) al sesto anno diseminario, domenica 14giugno, solennità del CorpusDomini, alle ore 18 inCattedrale riceveràdall’arcivescovo GiovanniPaolo Benotto il ministerodell’accolitato.

COS’È E COSA FA L’ACCOLITOaccolito assiste il diacono eil sacerdote. A lui,

generalmente, sono demandatialcuni uffici che lo mettono adiretto contatto conl’Eucarestia: la cura dellecelebrazioni e dell’altare,l’assistenza ai ministri durantele azioni liturgiche, lapurificazione dei vasi sacridopo la Comunione. In viastraordinaria, possono essererichiesti all’accolito anche iservizi della distribuzione dellaComunione - anche agliammalati e agli infermi nelleloro abitazioni - o dellaesposizione e reposizione delSantissimo Sacramento perl’adorazione eucaristica. Questo ministero - che puòessere eventualmente conferitoanche ai laici - risultaparticolarmente prezioso nelpercorso formativo delsacerdozio. Attraversol’esercizio dell’accolitato,infatti, il seminarista vienemesso a più stretto contattocon quei santi misteri che dovràordinariamente celebrare,servire e amministrare nelfuturo ministero sacerdotale,come esplicitato anche dalleparole del rito: «Questo

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ministero ti impegni a viveresempre più intensamente ilsacrificio del Signore e aconformarvi sempre più il tuoessere e il tuo operare. Cerca dicomprenderne il profondosignificato per offrirti ogni giornoin Cristo come sacrificio spiritualegradito a Dio». Nel caso di Lorenzo, la datascelta dall’Arcivescovo perl’istituzione è anch’essaparticolarmente significativa: lasolennità del Corpus Domini èla domenica in cui i cattolicidovrebbero rivolgersi consguardo di speciale adorazionee devozione al misteropasquale del SantissimoSacramento dell’Eucarestia. Diventare servi del Corpo diCristo significa anche rendereancora più profondo e radicaleil proprio servizio al Corpomistico, che è la Chiesa,soprattutto nelle sue membrapiù bisognose e sofferenti. Inquesto senso, al momentodell’istituzione l’Arcivescovoesorterà il candidato a nondimenticare che «per il fatto dipartecipare con i tuoi fratelliall’unico pane, formi con essi ununico corpo. Ama di amore sinceroil corpo mistico del Cristo, che è ilpopolo di Dio, soprattutto i poveri

e gli infermi». L’istituzione sarà poicompletata con la consegnadella patena col pane daconsacrare, accompagnata daqueste parole: «Ricevi il vassoiocon il pane per la celebrazionedell’Eucarestia, e la tua vita siadegna del servizio alla mensa delSignore e della Chiesa». Ad accompagnare LorenzoCorrenti in questa tappa diavvicinamento verso ilsacerdozio ci saranno iconfratelli del seminario e - purcon le restrizioni previste dalprotocollo Cei - parenti, amici econoscenti anche dallecomunità dove ha prestatoservizio in questi anni: donElvis Ragusa, parroco di SanLorenzo alle Corti, don CarloCampinotti, parroco di SantoStefano extra moenia - I Passi, emonsignor Stefano Serafini,parroco di Barga.

IL SERVIZIO A BARGAl servizio pastorale nell’unitàpastorale di Barga - composta

dalle parrocchie di Albiano,Barga, San Pietro in Campo,Sommocolonia, CastelvecchioPascoli, Tiglio e Renaio - èiniziato lo scorso ottobre e havisto Lorenzo Correnti

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principalmente impegnatonell’accompagnamento deiragazzi dell’Acr e di quelli, diprima superiore, che avrebberodovuto ricevere la Cresima loscorso maggio. «Purtroppol’emergenza sanitaria per ilCovid-19 ha impedito ilnormale svolgimento delleattività e la mia presenza nelbarghigiano per lungo tempo -dice a Toscana Oggi ilseminarista. Non si può certoparlare di un’interruzionedell’attività pastorale, chenessuna emergenza puòfermare nella Chiesa e che hanumerose vie di attuazione,anche tecnologiche: non sisono interrotte le relazioni, cheanzi in questo periodo si sonomantenute soprattuttoindividualmente coi ragazzicresimandi. Monsignor Serafiniha approfittato dei mezzitecnologici per far seguire lecelebrazioni e i momenti dipreghiera, sapendo coinvolgereanche a distanza un po’ tutte lefasce d’età e creando iniziativeche offrissero a chiunque fosseinteressato la possibilità di dareun senso e un “ritmo”spirituale anche a questotempo così particolare».

LA PREPARAZIONEALL’ACCOLITATO

l tempo della quarantena èstato particolarmente utile e

fruttifero per la preparazione diLorenzo Correnti al ministerodell’accolitato, che ilseminarista aveva richiestoall’Arcivescovo poco dopo laPasqua. Ricostruisce Lorenzo:«È stato un tempo in cui -accompagnato anche dal padrespirituale del Seminario, padreStefano Titta SJ - ho avuto laprovvidenziale possibilità diconcentrarmi con animodisteso nella preghiera, nellameditazione, nelle relazioni enello studio». La preparazione dell’ultimoesame di Teologia - cioè quellodi Eucarestia - «mi ha permessodi approfondire ulteriormenteil senso profondo del misteroeucaristico e del ministero chesto per ricevere. Ma soprattuttola lontananza fisica dallecelebrazioni liturgiche mi haaiutato a cogliernel’importanza e la necessità nellamia vita di credente e nel miocammino di consacrazione.Prego perché il Signore miconceda di metterlo al centrodel mio cuore e della mia vita,sapendo sempre rivolgermi confiducia e desiderio alla Suapresenza nel Sacramento, eanche nei fratelli».

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DI ANDREA BERNARDINI

uest’anno la tradizionale processione con il Santissimo Sa-cramento in occasione della solennità del Corpus Domini

non sarà fatta. È la decisione cui è giunto l’arcivescovo GiovanniPaolo Benotto per non provocare «assembramenti» incontrolla-bili. «Ciò non toglie - ha scritto l’Arcivescovo in una lettera aipresbiteri diocesani e religiosi e ai diaconi permanenti - che nonci si debba preoccupare di sottolineare la centralità del misteroeucaristico nella vita della Chiesa e del cristiano, non solo con lacelebrazione solenne della S. Messa nella festa del Ss. Corpo eSangue di Cristo, ma anche proponendo ai nostri fedeli momen-ti prolungati di adorazione all’Eucarestia».Il suggerimento: «Visto che quest’anno sono saltate sia le “24Ore per il Signore” che le tradizionali “40 Ore” sarebbe bene chenei giorni precedenti la domenica del Corpus Domini si espo-nesse solennemente il Ss Sacramento, per una adorazione pro-lungata, offrendo ai fedeli la nostra disponibilità di preti per lacelebrazione del sacramento della Penitenza». A Pisa, in Catte-drale, celebrazioni eucaristiche alle ore 8, 9.30, 11 e 12.30 con lelimitazioni numeriche dei posti disponibili. Dalle ore 15.30 alleore 17.30 sarà esposto solennemente il Santissimo Sacramento.Alle ore 18 l’arcivescovo Giovanni Paolo Benotto presiederà unaconcelebrazione eucaristica. «Vista la particolare situazione nel-la quale ancora ci troviamo - scrive ancora l’Arcivescovo - que-st’anno, per il Corpus Domini, non ci sarà la abituale sospensio-ne delle Messe pomeridiane in città. Se però qualche sacerdoteverrà a concelebrare in Cattedrale alle ore 18, sarà il benvenuto».Durante la solenne celebrazione eucaristica del giorno del Cor-pus Domini l’Arcivescovo conferirà il ministero dell’accolitato alseminarista Lorenzo Correnti. Ed è alla storia del giovane san-giulianese, in cammino verso il sacerdozio, che dedichiamo que-sta parte del giornale.Vi rimandiamo, invece, a pagina 8, per un pezzo storico scrittoda monsignor Franco Baggiani e dedicato alla festa del CorpusDomini e al Congresso eucaristico nazionale ospitato a Pisa nelgiugno del 1965.

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Sopra, 25 novembre 2019, festa di SantaCaterina d’Alessandria: Lorenzo Correnti,nella chiesa di Santa Caterina, riceveil ministero del lettorato (foto di GerardoTeta). A destra nella foto di archivio (foto di Gerardo Teta) una processione del CorpusDomini nella città di Pisa presiedutadall’arcivescovo Giovanni Paolo Benotto

Corpus Domini senza processione

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VITA NOVA TOSCANA OGGI14 giugno 2020 III

INCONTRI VIRTUALIin San Frediano

DI ANDREA PETRUZZI

a vocazione è ciòche senti essere lamissione principalealla quale dedicare

la tua vita»: così Enrico Letta54 anni, pisano, per dieci mesi- dall’aprile 2013 a febbraio2014 - presidente del consigliodei ministri ed ora direttoredella Scuola di affariinternazionali dell’Istituto distudi politici di Parigi.Enrico Letta, dalla suaabitazione parigina, si èintrattenuto, la scorsa sera,con gli studenti universitaridel Grusf, con lui incollegamento video.Mai ridursi al minimo - è statol’invito rivolto da Enrico Lettaai giovani studenti cattolici.Guai «vivacchiare o lasciarsivivere: la vita è una e vale lapena viverla compiutamente,sviluppando i nostri talenti.Sono sempre stato moltolegato alla parabola deitalenti: chiama allaresponsabilità individuale, alnon sprecare se stessi».«Durante la vita di ciascuno dinoi accadono dei fatti capacidi cambiare la storia: vivetelicon la consapevolezza che veli porterete dietro per tutta lavita»: è il consiglioappassionato rivolto da unadulto a dei giovani che siinterrogano su come lapropria formazione possadiventare vocazione e chedesiderano diventareconsapevoli cittadini. Aveva 23 anni Enrico Lettaquando, nel novembre 1989,cadeva il Muro di Berlino: unepisodio - ha ricordato Letta -che ha permesso ad un’Europaspaccata di riunificarsi.Enrico Letta è da sempre unconvinto europeista. Aigiovani del Grusf ha dipintol’Europa come un insieme digrandi potenzialità,indicandone il punto di forzanella opportunità dellamobilità. Mobilità che è allabase, fra l’altro, di grandiopportunità formative per glistudenti (si pensi, ad esempio,

all’Erasmus). Enrico Letta haanche auspicato unallargamento dellecompetenze dell’Ue, adesempio in materia sanitaria. L’auspicio di una maggioreintegrazione europea, anchein una logica federale, nondovrebbe intaccare le identitànazionali: definirsi italianonon basta, essendo ancheeuropeo, così come non bastadire di essere toscano per

definire l’identità di unpisano.La riflessione sull’Europa si èintrecciata fittamente con ilricordo degli anni universitarie in particolare di quegliavvenimenti e quelle paroleche hanno indirizzato le sceltee il modo di pensare delrelatore. Enrico Letta ricordacon nitore un’omelia di donAntonio Bianchin sul raccontoevangelico della

Trasfigurazione, in cui idiscepoli vorrebbero piantaredelle tende sul monte e Gesùli invita invece a tornare avalle: la nostra missione-secondo l’ex presidente delconsiglio - è quella diincontrare gli altri, evitando lalogica del «fra di noi stiamobene», ma facendocontinuamente circolarel’ossigeno dello scambio congli altri. Ancora una volta unaparola preziosa per chi vive glianni dell’università, che sonoper loro costituzioneun’esperienza transitoria, untrampolino per scenderenuovamente a valle con nuovistrumenti, diversi per ciascunoper la propria esperienza e peril tempo in cui vive. La crisi di questi mesi ci hainsegnato che «tuttidipendiamo da tutti» - è statoripetuto più volte nel corsodella serata - e non possiamopermetterci di ignorare chivive ai piani inferiori delpalazzo di cui noi europeioccupiamo l’attico; fenomenicome la crisi economica, lemigrazioni e la pandemiahanno «pericolosamente»rimescolato gli inquilini diquesto palazzo, rendendoimpossibile istituire dellegerarchie distintive.Tutti noi abbiamo lapossibilità concreta di agiremediante lo strumento delvoto, sebbene la sua efficaciasia ritenuta pressochéirrilevante da chi con il solopotere di un tweet puòesprimere a tutti le proprieidee tutte le volte che vuole. Cisono tuttavia dei passaggi incui il voto è determinante eirreversibile (o vale per 5anni): eloquente l’esempio dialcuni studenti britannici aParigi, danneggiati dal Brexitnelle loro possibilità distudio, i quali si pentivano dinon aver usato il loro voto. Un’ultima parola preziosa pertutti i giovani che scoprono lapropria vocazione,particolarmente nelladimensione civica: la capacitàdi restare fedeli a sé stessi, dimantenere vivo un ideale, didire molti «no», sonocaratteristiche essenziali perun politico, che è chiamato avivere continuamente ladimensione dello scontro ed èesposto al rischio di lasciarsitrascinare; ma forse questa èuna caratteristica essenzialeper ciascun cittadino.

Enrico Letta al Grusf:«Credete nella parabola dei talenti»L’ex presidente delConsiglio dei ministriin collegamento videocon i giovaniuniversitari cattolici diSan Frediano: «Guaivivacchiare o lasciarsivivere. La vita è una evale la pena viverlacompiutamente». Ilricordo degli annigiovanili e deisacerdoti che lo hannoaccompagnato

BLOCK NOTESQUASI 700MILA EURO IN BUONI ALIMENTARIPISA - Si è conclusa la scorsa settimana la ri-chiesta e l’assegnazione dei «buoni alimenta-ri pisani» ai nuclei familiari in difficoltà acausa della crisi» del Coronavirus. Gli ultimibuoni per fare la spesa alimentare sarannodistribuiti in questi giorni. Dall’inizio dell’e-mergenza, il Comune di Pisa ha distribuitouna cifra complessiva di 693.250 euro asse-gnati a 2.208 nuclei familiari. Di questi471mila euro provengono da trasferimentistraordinari del Governo. Gli altri 222.250dalla campagna di donazioni «Facciamo ibuoni», che, avviata con un generoso contri-buto della fondazione Pisa (che ha offertouna cifra di 300mila euro) ha calamitatomolti donatori privati.«Questo lungo periodo di emergenza sanita-ria ha fatto scivolare tanti pisani nella fasciadella povertà - dichiara il sindaco MicheleConti - ma, al tempo stesso, ha fatto emerge-re anche la vocazione alla solidarietà dellanostra città attraverso la rete di volontariato,la Caritas e anche tanti privati cittadini chehanno dato il loro contributo per chi si è tro-vato più in difficoltà. In queste settimane po-st lockdown sono state molte le iniziativedell’amministrazione comunale per favorirela ripartenza della città e il rilancio dei settoridel commercio e del turismo. Ma non ci di-mentichiamo di chi è più in difficoltà e nonvogliamo lasciar indietro nessuno».La giunta comunale ha deliberato di assegna-re alla Società della Salute la somma di30.000 euro oltre alle risorse rimanenti frut-to delle donazioni che non sono state distri-buite pe la creazione di buoni spesa da desti-nare alle famiglie che evidenziano ancoraestremo disagio economico.

VARIANTE STADIO E MOSCHEAPISA - Il Tar ha annullato gli atti amministra-tivi con cui il Comune di Pisa intenderebbenegare alla comunità islamica di Pisa di co-struire un edificio di culto e la sede della suaassociazione culturale in via del Brennero, inun terreno acquisito con risorse proprie ed’intesa con la precedente amministrazionecomunale.La sentenza è stata pubblicata nei giorni scor-si. Come si ricorderà la nuova amministra-zione intendeva modificare la destinazioneurbanistica dell’area, destinando quel terrenoa verde pubblico e parcheggi.Il Tar, nell’accogliere le impugnazioni dell’as-sociazione culturale islamica, ha precisatoche la potestà, per un’amministrazione loca-le, di modificare la disciplina urbanistica delproprio territorio non può essere esercitatasenza tener nel giusto conto del diritto dellacomunità islamica ad avere un luogo dovepoter esercitare il culto. Un diritto sancitodall’articolo 8 della Costituzione e richiama-to dall’articolo 10 della carta dei diritti fonda-mentali dell’Unione europea e dall’articolo 9della Convenzione per la salvaguardia dei di-ritti dell’uomo e delle libertà fondamentali.Adesso l’amministrazione comunale dovràdecidere se accogliere la decisione del Tar oricorrere al Consiglio di Stato.Il primo cittadino Michele Conti ha dichiara-to di voler incontrare l’imam MohammadKhalil, evidentemente per cercare un accor-do. La vicenda, di là dalla lettura «politica» che sipuò dare, appare piuttosto intricata per duemotivi. Il primo: perché il Comune, nel giustificare ilsuo diniego a costruire, aveva fatto riferimen-to, tra l’altro, al mancato nulla osta della So-printendenza ai monumenti. La Soprinten-denza, infatti, prima aveva dato il parere fa-vorevole alla realizzazione dell’edificio diculto, pur con alcune prescrizioni (ruotarel’edificio e tutelare le aree verdi con l’inseri-mento anche di qualche alberatura), poi, po-co dopo, aveva annullato il parere già espres-so, a causa di un errore riscontrato nella parterelativa alla tutela archeologica, senza peròspecificare una lettura alternativa. Il secondo: la variante urbanistica con cuil’amministrazione comunale intendeva pre-sentare altri progetti per la destinazione del-l’area di via del Brennero acquisita dalla co-munità islamica è stata «assorbita» da una va-riante al piano strutturale e al regolamentourbanistico dedicata alla riqualificazionefunzionale ed ambientale dell’«Arena Gari-baldi - Stadio Romeo Anconetani». Varianteapprovata proprio nei giorni scorsi a maggio-ranza con 20 voti favorevoli (Lega, Noi Ades-so Pisa - Fratelli d’Italia, Forza Italia, Pisa nelCuore) e con la contrarietà di Diritti in Co-mune e di Pd. (assenti i consiglieri del Movi-mento 5 stelle e di Patto Civico).La domanda, dunque, su cui si è aperto il di-battito: l’annullamento degli atti ammini-strativi del Comune circa il diniego a costrui-re la moschea in via del Brennero implica an-che lo stop all’operazione di uno stadio nuo-vo a Porta a Lucca?.

l GrUSF, Gruppo Universitari SanFrediano, dice già nel suo nome la sua

vocazione: si tratta a Pisa di un gruppo distudenti universitari (gruppo in quantoformato da tante persone, non in quantoclub esclusivo!) che, nelle persone dialcuni volenterosi e volontari animatorie con la guida di alcune figure diriferimento adulte, propone attività espazi di confronto per altri studentiuniversitari. Questa dimensione diservizio e di accompagnamentoreciproco nella crescita è fondamentale edà vita ad un ricco calendario diappuntamenti settimanali, incontri infacoltà, appuntamenti di spiritualità,condivisione della mensa eucaristica,serate di gioco, cene… Il motore diquesta grande macchina è costituitodalla creatività dei ragazzi unitamentealla guida delle suore Apostoline e deipadri gesuiti, oltre che dell’insostituibilefigura di don Claudio Masini che haaccompagnato generazioni di studenti.Come per tutte le realtà associative, lasituazione degli ultimi mesi ha impedito

il normale svolgimento degli incontri,ma non ha fermato il bisogno e la vogliadi continuare a crescere insieme. Glianimatori hanno continuato a riunirsigrazie ai mezzi informatici e, dopo unpo’ di tempo passato a interrogarsi sucome continuare un cammino di gruppo,sono nate diverse proposte, culminatenel desiderio di concludere l’anno conun incontro nel nostro stile, anche se invia telematica, capace di interpellarcicome uomini e donne in crescita, comecristiani e come cittadini, inseriti in unastoria più grande. Di qui l’invito a EnricoLetta a testimoniare il suo impegno dipolitico e di docente, lui che hacondiviso con noi lo studio pressol’ateneo pisano e la frequentazione dellaparrocchia di San Frediano, nell’alloraGuc (Gruppo universitari cattolici). Chi volesse rivedere l’incontro, può farlocollegandosi alla pagina Facebook delGrUSF(https://www.facebook.com/events/870525826763250/)

Andrea Petruzzi

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Studenti al servizio di altri studentiL’INIZIATIVA

Enrico Letta

Page 4: Festa di San Ranieri nel prato dei Miracoli · primo piano il tema della comunione: «siate gioiosi […] fatevi coraggio a vicenda, abbiate gli stessi sentimenti […] il Dio dell’amore

VITA NOVATOSCANA OGGI14 giugno 2020IV

Il direttore di «Avvenire»Marco Tarquinio aiwebinar della «Maffi»«San Cerbone non si ferma»: «In questoperiodo soprattutto l’webha visto crescereenormente i suoi fruituritutti alla ricerca di notizie come fosseroacqua, ma acquapotabile»

L’informazione al tempo del CovidDI CRISTINA SAGLIOCCO

ome i media hannogestito lacomunicazione dellacrisi? Perché tante fake

news, cattiva e malainformazione? La stampa el’web hanno davvero aiutato acomprendere e a gestirel’emergenza? A queste e adaltre domande ha provato arispondere il 5 giugno scorso,la Fondazione Casa CardinaleMaffi Onlus con un altro webinar gratuito che ha visto lapartecipazione di MarcoTarquinio, direttore delquotidiano Avvenire. Presentiall’incontro, svoltosi in diretta web attraverso i canali YouTubee Facebook della Fondazione,anche il nostro arcivescovo Giovanni Paolo Benotto, ilpresidente Franco Falorni e ilmoderatore e giornalista Andrea Fagioli, ex direttore delnostro settimanale, prima di Domenico Mugnaini.La rassegna, denominata SanCerbone non si ferma, è statapensata dalla Maffi insostituzione degli weekendomonimi degli anni scorsi.Dopo i momenti formatividelle passate settimane con Nicolò Terminio e Rosy Bindi,il prossimo 19 giugnoincontreremo anchel’onorevole Ermete Realacciche affronterà il tema de «Lacura della casa comune»sempre in diretta dalle 14.30alle 15.30.È stato un piacere sentireuscire dalla bocca di MarcoTarquinio parole anche diapprezzamento nei confrontidei media tradizionali. «Neltempo più acutodell’emergenza la stampaitaliana ha saputo fare la suaparte. Siamo rimasti tuttiincollati ai mezzid’informazione e siamo statiinvestiti da svariate notizie. Si ètrattato di una nube chepoteva diventare anche tossica,ma ciò cui abbiamo assistitonei giorni del lockdown è statauna ripresa di ruolodell’informazione, ma non ditutta l’informazione. Sono statiprivilegiati - come è giusto chesia - solo quei media che sonosoliti dare notizie verificate eattendibili. Soprattutto l’webha visto crescere enormente isuoi fruituri tutti alla ricerca dinotizie come fossero acqua,ma acqua potabile».All’inizio non è stato facile pernessuno, con difficoltà siriusciva a capire cosa stesseaccadendo. In molti abbiamoassistito anche ad unamassiccia campagna diterrorismo psicologico e ci

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sono voluti alcuni giorniperchè potessimo riprenderead orientarci e soprattutto amisurarci con uncambiamento che ciconsentisse di continuare avivere e a comunicare gli unicon gli altri. Ce lo ha ricordatomonsignor Giovanni PaoloBenotto, ricordando come, inquesto periodo, lasacramentalità nella liturgia haricevuto una grandelimitazione: «Ho inziato ilprimo giorno a celebrare in streaming la Messa dellamattina dalla cappelladell’arcivescovado e ladomenica dalla nostracattedrale, completamentevuota. Non è stato facile,anche se vedevamo che lafunzione era seguita datantissime persone». In moltine abbiamo risentito, ma forseciò che ha subito più di tutti e

tutto la situazione sono state leattività giovanili cheinevitabimente si sono dovutefermare: «In ogni caso - haosservato l’Arcivescovo - igiovani hanno realizzato cosebellissime per tutti i fedeli, pertutta la chiesa. E così abbiamopregato insieme, portando lanostra preghiera anche a chi sitrovava nel letto di unospedale con numerose videochiamate con medici einfermieri con i quali mi sonosentito ogni giorno».La speranza è che da tuttoquesto ne esca una chiesamigliore. Marco Tarquinio ne èconvinto. Mentre tutto intornoaleggiava un clima di sospettoe di paura, la Chiesa - secondoil direttore di «Avvenire» - èstata l’unica capace di trovareparole di benedizione,consentendo a tanti diavvicinarsi anche alla

preghiera. «L’annuncio èpassato attraverso mezzi nuovie sarà importantedocumentare anche questaterza fase e ciò che la Chiesafarà. Quello che si èsperimetato non è stato vano,sono pieno di speranza:abbiamo fatto digiuno dallecelebazioni eucaristiche e ciòci ha avvicinati a comprendereanche cosa succede in tanteparti del mondo, dove non cisono sacerdoti e dove devonopassare anni prima di assisteread una funzione liturgica».Un incontro dunqueall’insegna della positività peruna visione futura ottimistica,ma non ingenua proprioperchè fondata su un lucidorealismo. Anche FrancoFalorni, presidente dellaFondazione Casa CardinaleMaffi, ha voluto spendereparole di grandeapprezzamento per ilquotidiano «Avvenire» che datempo ormai sempre più è

diventato uno degli strumentiper eccellenza per dotarsi di«una chiave utile per leggeretutte le altre notizie. L’auspiciodella Fondazione è che con ilsuo manifesto di rivoluzioneche pone al centro delle nostrestrutture i fratelli preziosi,anche noi si possa essere parteattiva in questo processo dimiglioramento della Chiesache ci attende».A concludere l’incontro, unultimo intervento del nostroArcivescovo che ha ricordatocome dobbiamo mantenereviva «la consapevolezza di nonessere soli in questo camminodi ricerca della verità, di unostile nuovo vero di vivereperchè Gesù ha offerto sestesso nella Verità, e ha detto alPadre "consacrali nella Verità,fa sì che crescano nella Verità".Dobbiamo ricordarlo: siamostati resi capaci di entrare nellapienezza della verità che è laParola che Gesù ci haannunciato».

STELLA MARIS CONFERMATO IRCCSCalambrone - Il Ministero della Salute ha con-fermato alla Fondazione Stella Maris il ricono-scimento di Irccs (Istituto di ricovero e cura a ca-rattere scientifico) per la disciplina della Neuro-psichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza. Èquanto comunicato dal dicastero, in base alleosservazioni della commissione di valutazionee dei risultati della site visit del 13 novembre2019, e contenuto nel decreto ministeriale del30 aprile scorso.«È un grande risultato in unmomento difficile per i nostri assistiti e le lorofamiglie, per tutti noi e per il nostro Paese - di-chiara il professor Giovanni Cioni, direttorescientifico dell’Irccs Fondazione Stella Maris. Larelazione della Commissione indica l’apprezza-mento per l’elevato livello clinico assistenzialedel nostro ente, in particolare per le patologie dialta complessità, per le quali veniamo indicaticome riferimento a livello nazionale».

ROTARY PER PSICHIATRIA INFANTILEPISA - Il Covid-19 non ferma la solidarietà.Continua l’impegno del Rotary Club Pisa versoenti e strutture che maggiormente risentono de-gli effetti dell’emergenza sanitaria. Il Rotary so-stiene il progetto «Riabilitazione a distanza»portato avanti dall’Unità funzionale salutementale infanzia e adolescenza (Ufsmia) dellazona pisana dell’Azienda Usl Toscana Nord-Ovest. Progetto che si prefigge lo scopo di man-tenere l’efficienza dei servizi nei confronti deipiccoli pazienti in questo momento in cui lemisure di cautela costringono le strutture aduna drastica riduzione, limitando allo strettoindispensabile la presenza fisica negli ambula-tori.L’impiego della piattaforma software, donata inquesti giorni dal Rotary Club Pisa, garantisce dipoter usufruire, ognuno dalla propria abitazio-ne, dei percorsi terapeutici personalizzati in ba-se alla diagnosi effettuata. Alla consegna della piattaforma erano presenti,oltre al presidente del Rotary Club Pisa Gino Di-ni, Sabina Ghilli (direttrice della Società dellaSalute della zona pisana), Roberta Romano (re-sponsabile dell’Ufsmia), Francesca Badalassi(neuropsicomotricista per la riabilitazione), Ester Fornasier (psicologa) e Erika Marradi (lo-gopedista).

MARINAI D’ITALIA PER CALCI

CALCI - La componente nazionale sommergibi-listi dell’Anmi - Associazione nazionale Marinaid’Italia - ha organizzato una raccolta di fondiper aiutare le persone bisognose in seguito alCovid-19. Il consiglio direttivo ha deciso di sud-dividere la somma tra 7 beneficiari. Per quantoriguarda il centro nord la quota è stata destinataalla parrocchia di Calci, consegnata nelle manidel parroco don Antonio Cecconi. La pieve ogni anno ospita le commemorazionidella tragedia del 3.3.1977 quando un C-130dell’Aeronautica Militare durante un volo adde-strativo si impattò sul Monte Serra, con a bordo39 allievi dell’Accademia Militare e i 5 compo-nenti dell’equipaggio, che persero tutti la vita.

BONUS BEBÈ, 90 DESTINATARIPISA - Sono 90 i pisani beneficiari del BonusBebè per l’anno 2019, a fronte di 127 domandepresentate per i nuovi nati nell’anno scorso. IlComune di Pisa erogherà loro una una tantumdel valore di 500 euro, spendibile presso le Far-macie Comunali per l’acquisto di beni di primanecessità per il nuovo nato. Le domande sonostate raccolte dalla Società della Salute zona pi-sana che ha provveduto a stilare la graduatoriadei beneficiari. A partire dal mese di giugno gliassegnatari del Bonus possono ritirare la Carddove viene caricato l’importo di 500 euro, daspendere in prodotti prestabiliti, come ad esem-pio latte per neonati, pannolini, biberon, omo-genizzati e altro.Gli assegnatari del «Bonus Bebè» possono ritira-re la Farmacard, previo appuntamento, nella se-de amministrativa di Farmacie Comunali in viaBattisti 53 (alla Sesta Porta). Per prenotare l’ap-puntamento occorre scrivere a [email protected] o telefonare alnumero 050.8311172 in orario 10.30 - 12.30 e14.30 - 16.30.

Un bonus per gli anziani invalidiPISA - uecento euro al mese per gli ultra65enni invalidi

al 100% o portatori di handicap ai sensi dellalegge 104/92 («minorazione fisica, psichica o sensoriale,stabilizzata o progressiva, che è causa di difficoltà di ap-prendimento, di relazione o di integrazione lavorativa e ta-le da determinare un processo di svantaggio sociale e diemarginazione») residenti nel Comune di Pisa. Già dallascorsa settimana possono essere presentate le domande peraccedere al «Bonus Anziani 2020», la misura di sostegnodecisa dall’amministrazione comunale del capoluogo, cheha previsto un finanziamento ad hoc di 420mila euro, ge-stita dalla Società della Salute della zona pisana.Possono presentare domanda gli anziani «over 65» con i re-quisiti sopra menzionati e residenti nel Comune di Pisa daalmeno cinque anni con Isee ordinario in corso di validitàpari o inferiore a 30 mila euro. È consentita la presentazio-ne di una sola domanda per nucleo. Il modulo di doman-da, scaricabile in versione editabile da www.comune.pisa.ite www.sds.zonapisana.it, dovrà essere compilato e corre-dato di copia del documento d’identità (e del permesso disoggiorno CE di lungo periodo per i cittadini non comuni-tari), documentazione attestante la disabilità (ex art.3l.104/92) o il verbale d’invalidità al 100%, l’Isee in corso divalidità e estratto del codice Iban. Tutta la documentazionedeve essere inviata per mail a [email protected] entro il 30 settembre.L’erogazione del buono sarà effettuata

in soluzioni mensili di 200 euro per unmassimo di 12 rate. Il primo versamen-to comprenderà anche le mensilità ar-retrate a partire dalla data di matura-zione del buono (nel caso il beneficia-rio abbia compiuto il 65esimo com-pleanno nel 2020) e comunque nonpotrà essere antecedente al gennaio2020.Tutta la documentazione è pubblicatasui siti www.sds.zonapisana.it ewww.comune.pisa.it. Informazioni echiarimenti possono essere chiesti allo050.954037/954032 il lunedì e il ve-nerdì mattina dalle 10 alle 12 oppurescrivendo a [email protected].

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L’INIZIATIVA

Dall’alto e da sinistra: il direttore di«Avvenire» Marco Tarquinio, il giornalista di «Avvenire» e già direttore di Toscana OggiAndrea Fagioli, il presidente della fondazioneCasa Cardinal Maffi Franco Falorni el’arcivescovo di Pisa Giovanni Paolo Benotto

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VITA NOVA TOSCANA OGGI14 giugno 2020 V

Riapre la chiesa dei Passi

DI GABRIELE RANIERI

l villaggio dei Passi in festa:il prossimo sabato 13giugno - dopo 14 mesi dichiusura per restauro - alle

ore 18 sarà riaperta al culto lachiesa dedicata all’Immacolatain occasione di una solenneconcelebrazione eucaristicapresieduta dall’arcivescovo Giovanni Paolo Benotto.Tempo permettendo, la Messaverrà officiata nel grandegiardino adiacente alla chiesa,in ottemperanza alle normesul distanziamento sociale aseguito della pandemia dicoronavirus. Ci guida nella chiesa da pocorestaurata don CarloCampinotti, parroco di SantoStefano extra moenia e deiPassi, che ha raccolto iltestimone di don EgidioTridico.Come nacque, don Carlo, ilvillaggio dei Passi e la suachiesa?«Il villaggio dei Passi, sortodopo l’ultima guerra neglianni ’50/’60 come ediliziapopolare, raggiunse benpresto una popolazione dicirca 1800 abitanti. La zona sucui fu realizzato venneinizialmente concepita comepossibile area di espansioneurbanistica della città di Pisa:da qui la necessità di edificareuna chiesa di dimensioniimportanti (la realtà fu poiun’altra, in quanto la città siestese nella zona diCisanello). Le prime Messefurono celebrate nel porticatodi un palazzo (detto grattacielo) e in seguito in unacappella realizzata nei pressidella scuola materna.L’approvazione del progettodella nuova chiesa da parte delComune porta la data del 25gennaio 1971 mentre eraarcivescovo monsignorBenvenuto Matteucci. La

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costruzione è andata avanti tramille difficoltà per 15 annifino alla consacrazioneavvenuta il 27 aprile 1986.Primo parroco fu don EgidioCrisman che mantennel’incarico dal ’62 al ’75quando gli successe donRoberto Bovecchi». Parliamo della nuova chiesache riaprirà ai fedeli ilprossimo 13 giugno...«La chiesa, realizzatacompletamente in cementoarmato su progettodell’architetto GiuseppeCallea, prevedeva che al postodel tetto ci fossero dei giardinipensili, per cui la copertura fufatta tutta a vasche che

avrebbero dovuto contenereterra e piante. Questo non èstato mai realizzato,provocando copioseinfiltrazioni di acqua non solodal soffitto ma anche dallepareti, dagli infissi e dailucernari. Dopo un grossointervento alla copertura agliinizi degli anni duemila, le cuispese furono quasi a totalecarico dell’allora parroco donEgidio, senza purtroppo alcunrisultato soddisfacente, fudeciso di intervenire inmaniera definitiva».Quali interventi furono presiin esame per arrivare allasoluzione del problema?«Furono fatte tre ipotesi:

salvare solo una parte dellachiesa (la cappella e un’altrastanza lasciando deperire ilresto); abbatterecompletamente l’edificio ecostruirne uno nuovo;restaurare completamente lestrutture. Fu sceltaquest’ultima soluzione ma,considerati i pochi abitanti delVillaggio in quegli anni(meno di mille), laConferenza episcopaleitaliana stanziò soltanto200.000 euro appenasufficienti forse per rifare metàdella copertura. Perciò quelprogetto fu rifiutato.Successivamente è statopresentato un nuovo progettoche considerava quella comela chiesa di tutta l’unitàpastorale di Pisa Nord-Ovest(S. Stefano - S. Pio X -Immacolata ai Passi) con unimporto previsto di circa860.000 euro: così ilcontributo della CEI salì a590.000. I lavori,commissionati alla ditta

Tommasini diPontedera, sonoiniziati subito dopoPasqua 2019 eavrebbero dovutoconcludersi entroNatale, ma in corsod’opera fu deciso disostituirecompletamente ancheil lucernario,fortemente deterioratoe non riparabile, conconseguentedilatazione di costi etempi, tempi che sisono ulteriormenteallungati a causa del

Covid 19 fino ai giorni d’oggi.Tutto il tetto attorno allucernario (circa 1000 mq) èstato ricoperto prima conpoliuretano espanso inschiuma e sopra con lamiere ascalare in modo da permettereil corretto deflusso dell’acquapiovana nelle appositecanalizzazioni. Purmantenendo il disegnooriginale delle nervature dellegno delle tavole utilizzareper le colate del cementoarmato, tuttavia si è scelto uncolore più chiaro delle paretiche fosse più caldo rispetto algrigio piuttosto tetroprecedente. Completamentenuovi sono l’impiantoelettrico e quello audio,mentre quello diriscaldamento era già statorifatto in tempi recenti. Allafine il costo complessivo siaggirerà sui 900.000 euro conun debito residuo di 300.000euro parzialmente supportatocon un fido di una bancalocale».

Nella foto in alto l’esterno della chiesa dei Passi. Sopra una immagine dell’interno in restauro

GIARDINI INTITOLATI A EMANUELE SCIERIPISA - Il Comune di Pisa intitolerà i giardinipubblici di via di Gello a Porta a Lucca a Emanuele Scieri. Lo ha deciso la giunta co-munale, approvando una proposta del vice-sindaco Raffella Bonsangue, presentata peromaggiare il ricordo del giovane paracaduti-sta morto a poca distanza da quei giardininel 1999, all’interno della caserma «Gamer-ra» di via di Gello. Nato a Cuneo il 31 ago-sto 1972, Emanuele Scieri si era laureato ingiurisprudenza a Catania il 6 novembre1998 e svolgeva con passione e diligenza lapratica forense, promettendo ottimi risulta-ti. Nel 1999 fu chiamato a svolgere il servi-zio di leva: il 21 luglio iniziò a frequentare ilcentro addestramento reclute (CAR) in ser-vizio di leva a Firenze, nella caserma «Lupidi Toscana», 78°reggimento. Successiva-mente il 13 agosto dello stesso anno, termi-nata la fase di addestramento, Scieri, insie-me ad altri allievi paracadutisti, venne tra-sferito al centro di addestramento della Fol-gore di Pisa, nella caserma «Gamerra», dovearrivò in tarda mattinata. Quel giorno stessoScieri trovò la morte all’interno della caser-ma in circostanze che ancora oggi non han-no trovato una risposta definitiva a livellogiudiziario.

PRATO FIORITO PER LE ANTICHE NAVIPISA - È partito nei giorni scorsi l’interventodi riqualificazione del verde urbano dell’a-rea davanti agli Arsenali Medicei su Lungar-no Simonelli. I lavori, già programmati peril mese di marzo ma rimandati a causa del-l’emergenza Coronavirus, prevedono lacreazione di un giardino con prato fiorito iningresso al Museo delle Navi Antiche, secon-do un progetto teso a valorizzare la facciatacinquecentesca degli Arsenali, ristrutturatidalla Soprintendenza per poter ospitare ilnuovo museo inaugurato lo scorso anno.

L’UNIVERSITÀ RIPARTE CON PRUDENZAPISA - Nei mesi del lockdown, a Pisa, i do-centi universitari hanno comunque garanti-to le loro lezioni, pur a distanza. Gli studen-ti hanno sostenuto ben 21.130 esami e1.146 discussioni di tesi online, che arrive-ranno a oltre 3600 da qui a fine giugno (da-ti sostanzialmente in linea rispetto all’annoprecedente). Anche il prossimo anno acca-demico si aprirà, così, con tutte le lezionifrontali del primo semestre erogate a distan-za attraverso le piattaforme telematichemesse a disposizione dall’ateneo.Il commento del rettore Paolo Mancarella:«Le incertezze sullo sviluppo dell’emergen-za epidemiologica sono tante ed è necessa-rio essere prudenti. Non possiamo ragiona-re come se non fosse successo niente, la tu-tela della nostra comunità deve essere sem-pre al primo posto. Agli studenti e alle fami-glie vogliamo dare un messaggio chiaro,inequivocabile: ricominciamo con pruden-za ma siamo pronti a ripartire nella pienez-za delle modalità tradizionali appena la si-tuazione epidemiologica ce lo consentirà». E se questa sarà la linea da seguire fino al 31dicembre, non mancano però importantieccezioni. Già previsto dal 1° settembre, in-fatti, lo svolgimento «in presenza» per alcu-ne attività; i tirocini dei corsi di studio delleprofessioni sanitarie, di Medicina e Chirur-gia, di Odontoiatria e Protesi Dentaria e del-le scuole di specializzazione di area sanita-ria; i tirocini di laureandi, specializzandi egli internati di tesi; i tirocini curriculari chenon siano in concreto completamente rea-lizzabili a distanza, ad eccezione di quellieventualmente previsti al primo anno deicorsi di studio. Tra le attività che potranno essere erogatefin da subito «in presenza», anche quelleche hanno un numero di studenti più con-tenuto. Ciascun Dipartimento potrà pro-porre entro la fine di giugno un piano per losvolgimento in presenza di attività teoriche,pratiche e di laboratorio.

SCOPERTE STELLE CON MORBILLOPADOVA - Sembrano avere il morbillo alcu-ne stelle osservate dall’Osservatorio astro-nomico di Padova dell’Istituto nazionale diastrofisica (Inaf): portano infatti in sé mac-chie molto luminose, che coprono circa unquarto della loro superficie e sono provoca-te da campi magnetici. La scoperta, pubbli-cata sulla rivista Nature Astronomy dalgruppo coordinato da Yazan Al Momany èstata realizzata grazie ai telescopi dell’Osser-vatorio Europeo Meridionale (Eso). Moltigli italiani coinvolti: degli Osservatori dell’I-naf di Padova, d’Abruzzo e di Trieste, dell’U-niversità di Padova e dell’Istituto Nazionaledi Fisica Nucleare (Infn) di Pisa.

BLOCKnotes

Dopo 14 mesi direstauro, potràtornare a ospitare lecelebrazionieucaristiche. Ilprossimo sabato 13giugno, alle ore 18,Messa solennepresiedutadall’arcivescovoGiovanni PaoloBenotto

Sulle antiche mura pisane nel week-endopo l’emergenza Coronavirus, le Mura di Pisa tornanofruibili al pubblico, ma solo - almeno per ora - nel fine

settimana. È la decisione assunta da CoopCulture,Cooperativa Itinera e Promocultura, l’associazione diimprese chegestisce ilcamminamentoin quota delledelle AnticheMura di Pisa.Realizzate tra ilXII e il XIIIsecolo, le Muradi Pisa sono unesempiodell’architetturamilitaredell’epoca, unsegno dellagrandezza dellaRepubblicaPisana e oggi unpunto di vista privilegiato da cui ammirare la città.Si potrà salire sulle mura sabato e domenica, dalle 10 alle13 e dalle 16 alle 19, con ultimo ingresso rispettivamentealle 12.30 e alle 18.30. Accesso dalla Torre Santa Maria earrivo fino a Porta Nuova. Biglietto intero a 3 euro, ridottoa 2 euro per i residenti, gratis per i bambini fino a 8 anni.

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L’INIZIATIVA

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VITA NOVATOSCANA OGGI14 giugno 2020VI

DI CRISTINA SAGLIOCCO

ncora una voltaDio si èricordato diquesto prete

che è nato 100 anni fa». Conqueste parole ci ha dato ilbenvenuto nella sua casa monsignor Alberto Sarelloniche proprio nel giorno dellasolennità di Pentecoste hafesteggiato il suo centesimocompleanno. Don Albertoama essere definito un pretedella strada: «Vengo dalpopolo, io. Mio padre era unoperaio, un uomo buono esemplice». La vocazione allavita sacerdotale è nata dabambino, con il servizio daministrante alla mensaeucaristica. A 25 anni, il 2luglio di 75 anni fa, il«nostro» fu ordinatopresbitero. Il primo incarico:cappellano nella sua Bientina,dove è rimasto per quattroanni. «Dopo Bientina fuitrasferito a Stagno cheall’epoca rientrava neiterritori di Tombolo e la cuiparrocchia insisteva dunquesulla diocesi di Pisa».Qui don Alberto si distinseper il coraggio: anticomunistaconvinto, si impegnò nelsociale. «E, ad onore deilivornesi, devo dire che fin daprincipio mi hanno volutobene». Don Alberto Sarelloni, nel

1950, fondò una cooperativa«bianca»: «La chiamai“Cooperativa Libertas”. Sì,volli un nome che dicesse giàtutto...»Ed ebbe fortuna: unacooperativa cattolica nellaLivorno che si avviava adessere il cuore rosso d’Italia,la città dove per decenni ilpartito comunista è stato ilprimo partito... «Arrivammoad avere 100 associati. Liproposi alla Stanic che allorasi chiamava Anic. Entraronolì: caricavano e scaricavano». Don Alberto Sarelloni fondòle Acli in paese. Poi si «armò»

di mestola e calcina per fare ilmanovale ai muratoriincaricati di realizzare i localiintorno alla vecchia chiesa diSan Leonardo.Da Stagno a Pisa, perassumere la guida dellaparrocchia di San Sisto eprestar servizio in Curia...«Sì, una volta venne a trovarmimonsignor BenvenutoMatteucci, che mi propose di...diventare cittadino di Pisa. Fuimandato a fare il prete in SanSisto ed ho fatto anche ilcuriale: prima come contabilecon Dell’Omodarme, poi inservizio alla Mensa

arcivescovile che si occupavadei beni dell’arcivescovo. Lìsono rimasto fino agli anniOttanta. In San Sisto avevo ilmio gruppo dell’Azionecattolica femminile econtinuavo ad insegnare nellescuole: prima al Liceo UlisseDini e successivamenteall’Istituto tecnico industrialedi via Contessa Matilde. Hoinsegnato per 29 anni, anchese gli impegni in Curia per unperiodo mi hanno fattoridurre le ore dedicate allascuola».In cento anni ha vistocambiare la chiesa, ha vistosorgere nuove emergenze.Oggi dove crede ci sia piùbisogno dello sguardo di Dioe della sua Chiesa?«Basta uscire di casa percapirlo: oggi c’è tanta genteche ha bisogno di tutto. Noidobbiamo occuparcisoprattutto di loro». Un pensiero ai poveri che«arrivano da oltre frontiera:«ci interpellano, giustamenteil Papa mostra attenzioneverso di loro». Un secolo di vita. «A centoanni si diventa stanchi, micreda. La mente hadimenticato tante cose. Nonposso fare Messa tutte lemattine, perché da solo nonmi fido più. Solo il giovedì ela domenica viene unachierichetta qui a casa mia:Pieranna, una miaparrocchiana di san Sisto. Sìla saprei dire anche da solo laMessa, ma ho sempre pauradi dimenticare qualcosa, nonme la sento più... Mi manca lacomunione quotidiana. Macoraggio...».

Cent’anni di vita e 75 daprete: auguri a don Sarelloni

A PISANO IL PREMIO ANTICO FATTOREFIRENZE - Giovanni Caruso, ricercato-re dell’Università di Pisa, ha vinto ilprestigioso premio «Antico Fattore»istituito dall’Accademia dei Georgofilinel 1931, per la sezione «Moderne tec-nologie di gestione e difesa dell’olive-to». Caruso, già coordinatore naziona-le del gruppo di lavoro «Olivo e Olio»della Società italiana di ortoflorifrutti-coltura (SoiI) e responsabile scientifi-co del Precision Fruit Growing Lab deldipartimento di Scienze agrarie ali-mentari e agro-ambientali dell’Ateneopisano, è stato premiato una pubbli-cazione scientifica su Plos One. L’arti-colo - si legge nella motivazione -espone i risultati dell’uso di un droneequipaggiato con fotocamere RGB emultispettrali per la valutazione deiparametri biofisici e geometrici dell’o-livo. Il metodo di stima per la misuradella chioma dell’olivo, innovativo,messo a punto durante la ricerca, per-mette di monitorare vari parametridell’olivo, dallo stato nutrizionale alvigore vegetativo e alla qualità deifrutti, permettendo così di introdurrenuove modalità di gestione degli oli-veti». Il «Premio Antico Fattore», nato a Fi-renze nel 1931, assunse il nome dellatrattoria (che è tutt’oggi all’angolo divia Lambertesca con via dei Georgofi-li), nella quale si riunivano, i merco-ledì sera, alcuni tra i maggiori espo-nenti del mondo culturale, non solocittadino, rappresentanti del mondodella letteratura, dell’arte, della scien-za e in particolare della poesia, dellapittura e della musica.

CORSO LAUREA PER DIFENSORI WEBPISA - Prenderà il via in settembre al-l’Università di Pisa il corso di laureamagistrale in «Cybersecurity». Si trattadel primo corso di laurea in Italia a of-frire una formazione completa nonsolo sui classici aspetti legati al softwa-re, come la sicurezza di dati, i pro-grammi, i sistemi operativi e i sistemidi comunicazione, ma anche su quelliche riguardano l’hardware, come i di-spositivi elettronici, la propagazionedel segnale e i sistemi biometrici. Ilcorso di laurea magistrale sarà gestitocongiuntamente dai dipartimenti diIngegneria dell’Informazione e diInformatica dell’ateneo pisano.«Il cyberspazio ha le sue fondamentanel mondo fisico - commenta Gian-Luigi Ferrari, direttore del dipartimen-to di Informatica. Tutti i sistemi infor-matici sono realizzati utilizzando i cir-cuiti integrati (hardware) presenti intutti i moderni dispositivi elettronici. Icircuiti stanno diventando più veloci,più economici e più potenti, e ciò hapermesso lo sviluppo di tecnologiechiave come l’intelligenza artificiale,l’Internet of Things e i sistemi autono-mi, da cui la crescita economica e la si-curezza nazionale dipendono sempredi più. Ne segue che la fiducia incon-dizionata nell’hardware non è piùun’opzione sostenibile. Una compo-nente fisica compromessa può minaretutti gli strati superiori della sicurezzainformatica di un sistema, con effettidevastanti».

RIPRENDONO SCREENING ONCOLOGICIPISA - È ripresa, anche nel nostro terri-torio, l’attività degli screening oncolo-gici che era stata sospesa dal 16 dimarzo a causa dell’emergenza Coro-navirus. Ai cittadini e cittadine cherientrano nei target a cui sono destina-ti gli screening è stata inviata, assiemeall’invito, una lettera in cui si spiegache gli esami riprendono, con nuovemodalità organizzative, in grado di ga-rantire la massima sicurezza di utentie operatori: maggior distanziamentotra gli appuntamenti, utilizzo di di-spositivi di protezione individuali, ve-rifica di eventuali sintomi negli utentiche si presenteranno, adeguate proce-dure di sanificazione degli ambienti.Gli screening oncologici - mammogra-fia, Pap test/test Hpv e ricerca del san-gue occulto fecale - rientrano nei Li-velli essenziali di assistenza e sono dicomprovata efficacia, in quanto ridu-cono la mortalità e in alcuni casi lafrequenza dei tumori della mammel-la, del collo dell’utero e dell’intestino.

Nel fotoserviziodi Gerardo Teta

monsignor AlbertoSarelloni intervistatodalla nostra Cristina

Sagliocco. Qui a lato labenedizione apostolica

ricevuta da papaFrancesco in occasione

del suo 70° disacerdozio e, a fianco,

insieme ai canoniciSilvano Burgalassi e

Aldo Armani. Nella fotoa destra immortalatomentre saluta papa

Giovanni Paolo II a fine settembre del

1989 in visitapastorale a Pisa

Nostra intervista al sacerdote di origine

bientinese che nelgiorno di Pentecoste

ha «spento» centocandeline: «Amo

definirmi un prete di strada»

BLOCK notes

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VITA NOVA TOSCANA OGGI14 giugno 2020 VII

fronte delle migliaiadi celebrazioni dimatrimoni rinviati intutta Italia, la scelta

di non aggiornare la datafissata da tempo, muovequalche interrogativo. Ledisposizioni governativehanno impedito anche lapartecipazione di familiariche risiedono in Sicilia. SuorMonica Eterno spiega leragioni per cui non hamodificato il calendario «Farela professione solenne il 23maggio 2020, comeanzitempo deciso, nonostantetutto ciò che sta accadendointorno a noi, non significasminuire la realtà che cicirconda ma anzi dare unsenso all’essenziale, a ciò checonta veramente nella miavita, in questa mia storia,oggi, cioè il mio desiderio diappartenere al Signore, a Luisolo e per sempre,rispondendo: eccomi,all’impegno preso con Lui econ la comunità a favore dellachiesa tutta». La comunità di Arena Metato(alias Pontasserchio), dove èentrata nel marzo 2014 dopoessersi licenziata dal repartodi oncologia del Santa Chiara,è diventata la sua nuovafamiglia a cui sarà legata persempre. La regola benedettinastabilisce la permanenza a vitanella comunità in cui si entracome postulanti. Suor Monicaricapitola per noi la sua vita,sempre all’insegna della«missione» a partire dalvolontariato come educatricea Ragusa, la sua città natale,per passare attraverso lamissione in Africa (Mozambico e Benin), gli annidi studio a Pisa, la professionedi infermiera a Modena inOstetricia e a Pisa inOncologia, fino alla scelta diintraprendere il lungocammino del discernimentopresso il monastero diPontasserchio, sette anni diintenso lavoro su se stessa

A

guidata dalla abbadessa. «Lavita monastica non è ciò cheio avevo in mente per il miofuturo, come dico sempre miimmaginavo con i capelli alvento su di una jeep in Africae mi ritrovo "rinchiusa" aPontasserchio. Ma è qui cheho scoperto la vera libertà,quella che ti dà la possibilitàdi esprimere al meglio chi sei,di guardare in faccia i pregi e idifetti, senza condizionialcune date da persone e cose, di sperimentare l’amoremisericordioso di Dio per mee improvvisamente tutto ilresto non conta». E nell’esprimersi al meglio di

sé c’è anche il continuare asvolgere mansioni diinfermiera per le necessità didue consorelle molto anzianee sofferenti. Il resto dellagiornata, che inizia moltopresto, alle 5.30, è scanditodal recita delle ore, dallaliturgia della messa, dallalectio divina, dalleincombenze pratiche nellaconduzione del monastero:l’orto, la cucina, il laboratorioper le cere o dei presepi, lostudio, la lettura delle rivistecon cui suor Monica si tieneaggiornata in tema di operemissionarie. Il silenzio è ladimensione prediletta, nel

silenzio si scende dentro dinoi e ci si conosce ericonosce, nel silenzio si«ruminano» le parole dellaBibbia e si raggiunge Dio.Madre Laura Natali intervienenel nostro colloquiochiamando, in tema disilenzio e di quotidianitàvissuta comunitariamente, lepossibilità offerte dai duemesi di «sospensione» impostidal coronavirus. Vivere la casa,la famiglia così intensamentee continuativamente è stataun’opportunità per cogliereancor più profondamente ilsenso delle cose da unanuova prospettiva. Per quantoriguarda il monastero, nellaimposta lontananza dallaEucarestia, è stata nella pienacomunione con le sorelle chesi è realizzata la possibilecomunione in Cristo, unaricerca non sempre facile ne’lineare ma, quando realizzata,foriera di grande consolazionee gioia. E suor Monica Eternolo descrive ben il cammino dicomunione con le consorelle,una delle dimensioni che piùcolpisce nel confronto fra chivive fuori e dentro le muradel convento. L’altra è ilsilenzio, una dimensioneirraggiungibile nella frenesiae del frastuono in cui siamoimmersi, più intrusivo adesso,dopo due mesi diisolamento.«È un cammino dicomunione- scrive suorMonica nella lettera agliamici in occasione dellaprofessione- un ritorno alPadre, un continuo divenire:questo mi piace tanto,nonostante la fatica chetalvolta faccio: restare ancoraattaccata ad alcune certezze,anche se sbagliate, è più facileche adattarsi al cambiamento.È un legame forte con la tuacomunità nella quale e con laquale cresci, una comunitàche impari ad amare, con laquale lavori e preghi perchétutte assieme si giunga allavita eterna».

In alto suor MonicaEterno.A lato, in unasuaesperienzamissionaria e in occasionedella suasolenneprofessionereligiosa.Sottosuor Monica da infermiera

DI ANNA GUIDI

ella parete accanto alla porta di ingresso del parlatorio, un af-fresco propone Santa Scolastica e San Benedetto a grandezza

più che naturale, una carta di identità a chiare note per chi giun-gesse qui sprovveduto di informazioni, alla ricerca urgente forse,come già accaduto, di parole di conforto e di di speranza. SuorMonica Eterno e madre Maria Laura Natali, l’abbadessa, mascheri-ne a coprire naso e bocca, siedono alla dovuta distanza, gli occhisereni e sorridenti. Suor Monica ha fatto la professione monasticanelle mani di Madre Maria Laura da una manciata di giorni, il 23maggio scorso, nella chiesa del monastero, alla presenza delleconsorelle, dei sacerdoti che celebrano presso di loro e di pochiamici, durante la messa celebrata dall’arcivescovo Giovanni PaoloBenotto.

N

43 anni, originariadella diocesi diRagusa, ha fatto la suaprofessione perpetuanei giorni scorsi nel monastero delle Benedettine di Pontasserchio, dove era entrata nel marzo del 2014dopo essersi licenziatadal reparto di Oncologiadell’ospedale«Santa Chiara» di Pisa

ove suore di età dai trenta ainovanta anni compongono la

piccola comunità che vive nelmonastero di Santa Maria Madre dellaChiesa e di San Benedetto,un’articolata e imponente strutturaedificata negli anni Sessanta- Settantaad Arena, nella piana di Pontasserchio.Prati ben curati circondano gli edifici eun lungo viale, fiancheggiato di alticipressi, in gara con Bolgheri,introduce al coro di quest’oasi dispiritualità, di lavoro e di studio comerecita la regola del santo protettore diEuropa: «Ora, labora et lege». Unpatrimonio, quello del monachesimobenedettino, che la Carta dei dirittifondamentali dell’Unione Europeanon ha voluto, nel 2000, riconoscerecome religioso, preferendo liquidare laquestione in termini di spiritualità emoralità. Un patrimonio di cui, il 24ottobre 1964, papa Paolo VI, nelproclamare San Benedetto, patronod’Europa, voleva far risaltare il valorequando, nella Lettera apostolica «Pacisnuntius» scriveva: «Messaggero di pace,realizzatore di unione, maestro di civiltà, esoprattutto araldo della religione di Cristoe fondatore della vita monastica inOccidente: questi i giusti titoli dellaesaltazione di san Benedetto Abate. Alcrollare dell’Impero Romano, ormaiesausto, mentre alcune regioni d’Europasembravano cadere nelle tenebre e altreerano ancora prive di civiltà e di valorispirituali, fu lui con costante e assiduoimpegno a far nascere in questo nostrocontinente l’aurora di una nuova era.Principalmente lui e i suoi figli portaronocon la croce, con il libro e con l’aratro ilprogresso cristiano alle popolazioni sparsedal Mediterraneo alla Scandinavia,dall’Irlanda alle pianure della Polonia».Nella sua comunità vivevano insieme,goti e latini, schiavi e nobili, ricchi epoveri, chi non sapeva leggere potevaimparare, il nobile lavorava anche dimano, l’ordine dei fratelli eradeterminato in base all’arrivo almonastero con la richiesta di farsimonaco; non erano la classe sociale, ilcenso, l’etnia che determinavanol’organizzazione della fraternità.Il monastero di Arena Metato, l’unicorimasto nell’arcidiocesi di Pisa,riassume a sua volta una lunga storia dipresenze proficue e preziose: a SanPiero Grado, fin dagli inizi del XIIsecolo, poi, a partire dalla fine del XIVsecolo, a San Paolo a Ripa d’Arno per laparte di storia pisana e, dato che nelmonastero confluì negli anni Sessanta,prima che ne fosse ultimata lacostruzione, anche la comunità diEmpoli, è doveroso ricordare, perquella città, il monastero in zona rionedi Fuori il borgo della Porta Pisanatrasferito successivamente in unterreno prossimo alle mura. Pauradelle incursioni di saraceni,requisizioni, allontanamenti,soppressioni,usura del tempo,bombardamenti e sfollamento,vicende tutte inflitte dalla storia,concorsero a far realizzare la strutturadi Pontasserchio che continua a viveree a sostenersi. Le monache offronoospitalità individuale e per seminari ecorsi, producono confetture emanufatti di cera (bellissimi i ceripasquali), lavori di artigianato,scrivono/dipingono icone, accolgono,ascoltano, coltivano il silenzio e lapreghiera, una scelta di vita che pare incontraddizione col mondo, ma non loè poi tanto se il 9 marzo scorso ha fattoil suo ingresso una giovane postulantee se il 23 maggio suor Monica Eterno,già infermiera e amante dellamissione in Africa, con la professionesolenne ha scelto di trascorrere, insororità con le altre monache, il restodella sua vita terrena fra queste muradove ha trovato «la libertà dell’anima».

Anna Guidi

N

LA SCHEDA

IL MOTTO:«ORA,LABORA ET LEGE»

Da infermieraa monaca di clausura: la «svolta»di suor Monica Eterno

La STORIA

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e la devozione all’ Eucaristia èsempre stata diffusa nelmondo cristiano, nell’XIsecolo subì un contraccolpo a

causa di certe teorie erronee chel’arcidiacono di Tours, Berengario(999-1088), con la sua operaintitolata «Coena Domini»,propagò fino a negare la presenzareale di Gesù sotto le specieeucaristiche. Per questo fucondannato dai concili di Franciae di Roma: ma quando arrivaronoi provvedimenti, ormai moltepopolazioni del Nord Europaerano rimaste «contaminate» dalleteorie di Berengario. Nel XIII secolo la devozione ebbeuna nuova spinta, particolarmentenella diocesi di Liegi nel Belgiodove viveva una giovane donna dinome Giuliana (1192-1258),rimasta orfana a cinque anni eaffidata alle cure delle monacheagostiniane della città nella zonadi Monte-Cornillon. Trascorsal’adolescenza, anchella divennemonaca agostiniana mostrandouna spiccata propensione verso lacontemplazione. Meditava spessosulle parole di Gesù: «Io sono convoi tutti i giorni fino alla fine delmondo» (Mt. 28,20), finché ebbeuna visione chemostrava la lunasplendente maattraversata da unastriscia scura. Il Signorele fece capire che la lunarappresentava la chiesauniversale e la lineascura simboleggiaval’assenza di una festaliturgica tra il popoloverso la SS. Eucaristia.Trascorso del tempo,Giuliana confidò lacosa a due amiche, labeata Eva e la monacaIsabella, stabilendo traloro un’«alleanzaspirituale» perimpegnarsi a vivere piùstrettamentenell’adorazione al SS.Sacramento. Alcuniecclesiastici feceroresistenza edopposizione. IntantoGiuliana morì nel 1258contemplando un’altra visionedell’Eucaristia.Fino dal 1240 era canonico«arcidiacono» della cattedrale diLiegi Giacomo Pantaléon cheaveva conosciuto bene Giuliana.Pantaléon si fece promotore diistituire una «Giornata del CorpusDomini» nella sua diocesi ilgiovedì dopo la festa della SS.Trinità: il vescovo Roberto diThorotte approvò nel 1246. Poi ilsacerdote negli anni 1255-1261divenne Patriarca di Gerusalemmee fu nominato cardinale. Inconseguenza della morte del papaAlessandro IV (25 maggio 1261)Pantalèon partecipò al conclave inViterbo, dove il 29 agosto 1261venne eletto papa col nome diUrbano IV. Molti ecclesiastici

allora lo sollecitarono ad estenderela festa del Corpus Domini a tuttala Chiesa universale, ma il papa sidimostrò prudente. Ci volleun’occasione inaspettata e urgenteper far prendere una decisione, equesta fu rappresentata dall’eventodel miracolo di Bolsena quandoun sacerdote boemo, Pietro diPraga, il 19 giugno 1263, dipassaggio da quella cittadina, vollecelebrare la Messa assalito daidubbi sulla divina presenza delCorpo e Sangue di Cristo.Improvvisamente vide sgorgaredall’ostia alcune gocce di sanguevivo che bagnarono il corporale.Subito il corporale, rimastobagnato, fu portato nella vicinaOrvieto dove dimorava il papaUrbano il quale, verificato il

prodigio, si affrettò a promulgareun documento ufficiale perestendere la festa del CorpusDomini a tutta la Chiesauniversale nel giovedì dopo ladomenica della SS. Trinità.Unitamente alla bolla «Transiturusde hoc mundo ad Patrem» (11 agosto1264), preparata probabilmenteda San Tommaso d’Aquino, il papadomandò a lui di comporre anchei testi dell’ufficiatura e della Messaper la nuova festa. Urbano peròmorì il 2 ottobre seguente el’iniziativa rimase sopita econfinata in alcune regioni dellaFrancia e della Germania. Sarà unaltro pontefice, Giovanni XXII, adare, nel 1317, il carattere diuniversalità alla festa del CorpusDomini.

Da quel momento si susseguironogiornate di studio sul Mistero delladivina presenza di Gesùnell’Eucaristia, soprattutto nellaricorrenza dei centenari dellapromulgazione della bolla«Transiturus». Ai nostri tempi corsi di studiovennero organizzati per ricordare ilsettimo centenariodell’avvenimento da svolgersi neglianni 1964-65. Questo centenariodoveva concludersi nel 1965 conun Congresso eucaristiconazionale da celebrarsi a Pisa. Fu ilXVII Congresso nazionale svoltonei giorni 6-13 giugno che vide lapresenza di papa Paolo VI il giorno10 giugno. Tra le varie conferenzedi illustri studiosi, la più attesa fuquella del cardinale Giuseppe Siri,arcivescovo di Genova, che presead analizzare la Bolla «Transiturus»sotto l’aspetto storico e teologico.Egli mise bene in evidenza che laBolla faceva due precisi accenni: 1)al carattere di «memoriale» chel’Eucaristia ha come sacrificio nellaS. Messa; 2) al carattere di«sacramento permanente», cioèdella sua adorazione in forza dellareale presenza. Sosteneva che ilcorpo umano, avuto da Maria, fa sìche il Verbo di Dio rimangainserito nella famiglia umana e larappresenti al Padre per salvarla.L’insistenza sulla «reale presenza»voleva domandare a tutti i fedeliuna «congrua adorazionecontinuata», cioè il cultopermanente che non può esaurirsinella sola partecipazione alla Santa

Messa. Dalla Bolla «Transiturus»:«O Sacramento eccellentissimo, daadorarsi, da venerarsi, a cui volgere ilculto, da glorificarsi, da amarsi, daabbracciarsi, da magnificare con lesomme lodi, da esaltarsi coi canti piùalti, da onorarsi con tutti gli impegni,da circondare con i devoti omaggi, daritenersi sempre nelle menti sincere!».Il Congresso eucaristico nazionaledi Pisa risvegliò la praticadell’adorazione perpetua nellachiesa di Santa Maria dei Gallettiche era già stata destinata a talescopo dal cardinale Maffi fino dal1930. L’arcivescovo Ugo Camozzo,fino dal 1964, aveva affidata lacura pastorale di quella chiesa amonsignor Renato Cappelli ilquale nella preparazione alCongresso nazionale svolgevaanche il compito di presidentedella Commissione per lapreparazione spirituale. Costuipotenziò la presenza dei cittadiniall’adorazione nella piccola chiesacon la collaborazione delle suore«Figlie della Chiesa». Durante legiornate del Congresso quellachiesa venne destinataall’adorazione notturna, giacchél’adorazione diurna veniva svoltanel Battistero.Per una felice coincidenza ilCongresso di Pisa, che chiuse il VIIcentenario di manifestazioni dellapromulgazione della bolla«Transiturus», portò il mottoemblematico «Nobiscum Deus»,con una riproduzione della Cenadegli Apostoli dalla porta diBonanno.

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VITA NOVATOSCANA OGGI14 giugno 2020VIII

10 giugno 1965: papa Paolo VI a Pisa peril Congresso eucaristico nazionale. Qui, inpiazza dei Miracoli, sotto all’arrivo in città(dietro a lui si riconosce il presidente del

Consiglio dei ministri Aldo Moro).Le foto sono dello studio Allegrini

La festa del Corpus Domini nella storia cristiana

LA PIETÀ EUCARISTICA A PISA E NEL MONDO La devozioneall’Eucarestia è sempre statadiffusa nel mondocristiano. In tempi più recenti fu rilanciata dal Congressoeucaristiconazionaleospitato nel 1965 nella città di Pisa

DI FRANCO BAGGIANI

e persone più anziane ricorderanno con quanta solennità veniva svol-ta la processione del Santissimo Sacramento nel giovedì dopo la do-

menica della Santissima Trinità (giorno festivo riconosciuto anche aglieffetti civili), nei tempi passati, sia in città che nelle campagne. L’affolla-mento più vistoso si verificò negli anni seguenti la seconda guerra mon-diale nel clima della ricostruzione dalle rovine e nello spirito di un ritor-no del popolo alle pratiche religiose. Nella città di Pisa la processioneaveva un aspetto spettacoloso quando si consideri che partecipavanotutti i bambini della prima Comunione, tutte le branche dell’Azione cat-tolica dietro i propri gagliardetti, tutti gli iscritti alle varie confraternitecon i loro labari, tutte le suore e i frati con i loro abiti corali. Poi, dietrola croce, venivano i seminaristi (a volte erano 150), poi i cappellani, poi i

canonici con la talare rossa, infine il baldacchino che proteggeva l’o-stensorio sorretto dai ministri celebranti. Seguiva immancabilmente ilcorpo della Filarmonica che ogni tanto suonava inni eucaristici. La lun-ga processione iniziava dal Duomo e, passando per i lungarni, arrivavaal ponte di Mezzo dove l’arcivescovo impartiva la benedizione alla città,poi attraverso il Borgo tutti in fila tornavano al Duomo. Nelle campagnela processione si svolgeva nell’ambito delle pievanie, lasciando alla pieveil giorno del giovedì per avere la partecipazione dei diversi parroci, cia-scuno dei quali poi sceglieva una domenica seguente per la festa nellapropria parrocchia. Ovviamente tutto il percorso era sempre contorna-to da numerose persone che facevano ala. Non era soltanto un avveni-mento folkloristico, ma derivava da una fede abbastanza profonda. Lapietà eucaristica a Pisa ebbe un singolare incremento favorito dal Con-gresso eucaristico nazionale del 1965.

L