figure facilitanti il processo di inclusione

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Figure facilitanti il processo di inclusioneDocenti , assistenti educatori,

Dott.ssa Barbara IorioComo 27 aprile 20121

La grande sfida dellintegrazione oggi passa attraverso i tentativi di costruire, allinterno e allesterno del piano educativo individualizzato, una serie di percorsi che rendano significativa ed efficace la permanenza dellalunno con handicap dentro il suo gruppo classe, a vantaggio dello stesso alunno e dei suoi compagni Tortorello, Pavone, Rollero 20012

Integrare le diversitPedagogia Speciale

Strutture speciali

Integrazione non significa eliminazione delle differenze . La persona fiorisce tanto meglio quanto pi unita alla comunit; si risponde ai bisogni l dove si trovano Le diversit richiedono interventi tecnici molto qualificati.

(M. Pavone)3

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Le tre fasi dellintegrazione1 inserimento iniziale - anni 70, sostegno fuori classe 2 consapevolezza integrativa - anni 80 contenuti e motivazioni pi integranti; aggancio servizi 3 attenzione inclusiva - dopo L.104/92: conoscenza preliminare, colloqui con la famiglia, i servizi sociali e sanitari, continuit, individualizzazione, metodi di 4 insegnamento pi attenti4

Linee guida integrazione disabiliLorientamento attuale nella concezione di disabilit. il modello sociale della disabilit, secondo cui la disabilit dovuta dallinterazione fra il deficit di funzionamento della persona e il contesto sociale. In linea con questi principi si trova lICF, lInternational Classification of Functioning, che si propone come un modello di classificazione biopsico-sociale Nota 4 agosto 2009 MIUR5

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Integrazione

Non una parola dordine ma una raffigurazione che un insegnante si porta dentro ( del rapporto insegnante/discente, della disabilit e dei suoi bisogni, del senso di una presenza diversa nel contesto della scuola, del lavoro, della vita) Su questa raffigurazione bisogna che linsegnanti lavori in modo permanente, perch complessa, non scontata, sensibile allesperienza e quindi modellata continuativamente ad essa.6

IntegrazioneGli obiettivi dellintegrazione per gli alunni con bisogni speciali possono passare da semplici enunciazioni di principio a concreta operativit solo se prendono lo spunto ( = vengono precisati e resi oggetti riconoscibili e perseguibili) da una programmazione integrata OVVERO Una programmazione frutto di un lavoro comune tra insegnanti, in cui insieme si tiene conto del progetto dellistituto, delle linee di progettazione educativa per tutti gli alunni, del programma disciplinare definito per quella classe, dei bisogni di apprendimento del soggetto disabile.

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La Scuola e la PersonaLa Scuola, ambiente educativo intenzionale di apprendimento, promuove e realizza un Progetto centrato sulla persona che apprende, sul suo percorso di vita e sullincontro delle diversit collocando tale progetto nel pi ampio Progetto di vita della persona disabile,8

Struttura di SOSTEGNO

Alunno Famiglia Scuola Servizi Sanitari Enti Locali Associazioni

Diagnosi funzionale Profilo dinamico funzionale P.E.I.9

Linsegnante di sostegno.In realt un insegnante per il sostegno o meglio per attivare le varie forme di sostegni che la comunit scolastica deve offrire. Un insegnante competente che permette al contesto scolastico di essere competente, e che non limiti e chiuda, quindi, la competenze alla sua presenza ma la colleghi allinvestimento strutturale dellambiente scolastico ( Canevaro 2002)10

Quali competenze

Collaborazione mediazione professionale Conoscenza di norme istituzioni e organizzazioni Piano educativo individualizzato e progetto di vita Una metodologia e pi metodi per facilitare lapprendimento Attenzione al funzionamento e non alleziologia dei deficit Considerare la globalit del funzionamento

Documentazione e ricerca11

LeducatoreSi colloca allinterno della cosiddetta categoria dei professionisti dellaiuto e cio di coloro che entrano in contatto con varie tipologie di utenti che necessitano di sostegno. Nellambito scolastico leducatore sostiene il bambino disabile nel processo di integrazione e inclusione scolastica.

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La professionalit delleducatore prevedeCOMPITO EDUCATIVO Partendo dalla relazione, dal legame con il soggetto aiutarlo nel suo processo di crescita e realizzazioneCAPACITA DI INTERAGIRE CORRETTAMENTE IN UN CONTESTO

Tenendo conto del proprio ruolo e di quello altrui. Non bisogna pensare che si soli davanti ai bisogni che il soggetto esprime e quindi trovare delle alleanze con gli altri agenti educativi13

Per integrare in modo efficaceE necessaria lalleanza che prevede la considerazione del punto di vista altrui funzionale al lavoro educativo personale come pezzi di puzzle che si incrociano con tutti gli altri per una visione pi ampia del disabile. Per esempio insegnanti tendenzialmente pi attenti

alla valutazione degli apprendimenti ,ed educatori, pi vicini al soggetto e sensibili ai bisogni di persona, avranno facilmente visioni diverse dello stesso bambino, ma tale diversit pi che un problema da considerarsi come ricchezza e complementariet14

Le componenti dellinsegnamento

EDUCAREPortare il soggetto a dirigere il proprio processo di personalizzazione, lo sviluppo armonioso della personalit unica e irripetibile

ISTRUIRETrasmettere determinate conoscenze e facilitarne il processo di acquisizione

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Per soggetti con disabilit grave si chiede alleducatoreEDUCARE Di favorire lautonomia, la socializzazione e la comunicazione ISTRUZIONE Di contribuire alla mediazione degli apprendimenti e ad adeguare i materiali

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Operativit professionale delleducatore

Conoscere lalunno e contesto Saper organizzare il lavoro Saper mantenere rete di collaborazioni interdisciplinari e interistituzionali Saper mantenere giusti rapporti con la famiglia

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Conoscenza alunnoAnalisi di partenza:Aspetti comportamentali: Osservazioni informali e sistematiche Scopi: caratterizzare modelli di comportamenti da stimolare o disattivare Aspetti cognitivi / strumentali mediante: prove dingresso nelle varie discipline Scopi:valutare il reale sviluppo cognitivo e le tappe strumentali raggiunte, rilevare ambiti e livelli di possibilit, individuare ritmi di apprendimento, individuare le difficolt18

Conoscenza contesto scolasticoANALISI DELLE RISORSE E DEI BISOGNI DELLA SCUOLA

Materiali e sussidi didattici Locali da utilizzare a disposizione Eventuali barriere architettoniche Disponibilit e collaborazione di docenti e non

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Le buone prassi per una buona inclusione

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LE PRATICHE INCLUSIVE

PASSATO: da inserimento a integrazione PRESENTE:integrazione FUTURO: da integrazione a inclusione21

Pratiche inclusiveInserimento e Integrazione: Riferimento: deficit, lavoro centrato su disabile Inclusione Rif: Abilit differenti, Lavoro su tutti gli alunni Leducazione inclusiva propone di modificare sistemi e pratiche di insegnamento in modo da farle corrispondere alle differenze di tutti gli studenti.22

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Domande per linclusioneDEFICIT, BISOGNI SPECIALI Quanto autonomo? Qual la difficolt che gli crea maggiori problemi nellapprendere? Qual la causa della sua disattenzione? INCLUSIONE Quali condizioni e aiuti gli permettono di gestire la sua autonomia? Quali metodologie sono maggiormente facilitanti? Quali condizioni didattiche e organizzative permettono di mantenere lattenzione?23

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Domande

Quali attivit, quali conoscenze nuove realizzeremo questanno per il fatto che in classe presente un alunno down, cieco,sordo, autistico? Come deve essere la risposta? . Sensata, progettabile, realizzabile e documentabile24

Domande fondamentali per tutti gli insegnanti curriculari e di sostegno dovrebbero porsi sono: c almeno una cosa fra le tante previste per tutta la classe che pu essere svolta anche dallalunno che segue un piano educativo individualizzato? C almeno una cosa fra quelle che contemplate per lalunno in difficolt che pu essere proposta anche agli altri compagni di classe ? Dallalunno che segue un piano educativo individualizzato?25

B.P: 1 Flessibilit organizzativa

Per es. frequenza con orario parte in classe di appartenenza con stimoli adeguati allet cronologica, parte in classe inferiore per acquisire strumentalit di base; continuit verticale anche tra ordini di scuole diverse e classi aperte

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B.P: 2 Accessibilit spazi

Oltre alleliminazione delle barriere architettoniche, importante: laccessibilit di angoli e spazi stimolanti entro la classe (biblioteca, materiali, ecc); il posizionamento dei banchi mirati a favorire la partecipazione dellalunno utile un banco in pi dove poter effettuare spostamenti temporanei in base a necessit alunno o attivit27

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B.P: 3-4 Sensibilizzazione e alleanze

Sensibilizzare famiglie e alunni con film, teatro, discussioni, giochi di ruolo Allearsi con famiglie, associazioni di disabili, sportive, culturali, ecc. Per es.: far invitare a turno lalunno disabile a casa dei compagni restando anche a cena. Lalunno disabile: si sente incluso,come gli altri, allarga le sue esperienze e relazioni Il compagno ospitante: sperimenta un ruolo da mediatore tra il compagno disabile e la propria famiglia.28

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B.P: 5-6 Formazione e documentazione

Costante, continuo, mirato aggiornamento! La documentazione preziosissima nei cambi figure educative ma anche per lasciare traccia del lavoro svolto.

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B.P: 7 Didattica di classe

Attivare apprendimento cooperativo; a coppie (tutoring), in piccolo gruppo con compiti differenti (per es alunno disabile disegna, incolla, imposta cartellone) Molto utili i compiti polirisolvibili, o attivit a cui seguono risposte diverse (per pi alunni non solo il disabile). Per es. la rielaborazione di un brano narrativo pu essere fatta con domande verbali, stesura fumetti, ritaglio sequenze, fatti principali evidenziati, ricerca

immagini, ecc.

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B.P: 8 Didattica individuale

Non solo linsegnante di sostegno nel rapporto individuale, ma pu cambiare con la curricolare che tiene la lezione a tutti Attivit utili a tutti: Es. per bambino autistico: in accoglienza al mattino ascolta musica classica che lo rilassa (e di cui fruiscono anche gli altri). Attenzione alle possibilit di raccordo interdisciplinare; per es. il linguaggio musicale pu favorire lapprendimento della sfera logicomatematica (lunghezze, battute, durata, 3131

B.P: 8 Didattica individuale

Le attivit devono essere il pi possibile contigue e avere ricaduta entro la classe. Si possono creare occasioni di apprendimento da fatti reali: per es. lalunno disabile racconta di aver raccolto delle castagne e ne fa un disegno che appende in classe; dai dati si imposta un problema di matematica per i compagni; oppure una videotrascrizione di quanto fatto dai compagni, ecc.32

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B.P: altre risorse

laboratori: creativi, manuali, teatrali, emotivi perseguire autonomia individuale e sociale uso nuove tecnologie raccordo con le varie figure dallass. educatore ai riabilitatori, ai centri sanitari

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Il disabile al centro

Il minore disabile si trova al centro di interesse di diverse professionalit ciascuna portatrice di un sapere specifico, differente per ogni ambito, sia esso educativo, scolastico, sociale o sanitario che si confronta a sua volta con la . . famiglia e il territorio di appartenenza.. . .

Ciascun percorso ha i suoi presupposti e una storia che ha depositato nel tempo significati con i quali necessario confrontarsi.

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SitologiaSoftware didattici particolarmente utili per il sostegno: Io comunico.it (autismo) www.ivana.it (software vario gratutito) lannaronca.it (dai prerequisiti alle classi primarie) rinonellastoriarinonellageografia- rino amico scienziato (software gratuito ) iprase.tn.it (prov. Trento, attivit varie anche matematiche)35

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Riferimenti bibliograficiLegge 5 febbraio 1992, n. 104: "Legge-quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate". Linee guida per lintegrazione scolastica degli alunni con disabilit, MIUR, 4 agosto 2009 L. DALONZO, Disabilit e potenziale educativo, Ed La Scuola, Brescia, 2002 L. DALONZO, Handicap: obiettivo libert, Ed La Scuola, Brescia, 1997 D. IANES, Bisogni educativi speciali e inclusione, Erickson , Trento, 2005 Software didattici: www.ivana.it lannaronca.it rinonellastoria- rinonellageografia- rino amico 36 scienziato- iprase.tn.it (prov. Trento,)

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