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News > Spettacolo > SPETTACOLO: DOMANI SERA ERRI DE LUCA IN 'FILI' SPETTACOLO: DOMANI SERA ERRI DE LUCA IN 'FILI' ultimo aggiornamento: 12 settembre, ore 12:19 commenta 0 vota 4 invia stampa Portici (Na), 12 set. (Adnkronos) - Il quarto appuntamento per il Festival Portici Art Box 2009 si avra' domani alle 21 nel Chiostro del Convento di Sant'Antonio. In scena Erri De Luca con ''Fili'', lavoro teatrale su ideazione di Michele Francesco Afferrante per la regia di Renato Cavallo, con la musica di Stefano De Meo. Uno spettacolo che si ramifica tra l'eco evocativa di ricordi e temi che rimandano al viaggio narrativo dello scrittore attraverso una rilettura intensa e dettagliata di pensieri e di sensi: una vasta panoramica sulla poetica immaginaria di Erri Del Luca. La scrittura e' portata in scena con l'espressione del teatro, attraverso un racconto che varca il confine del tempo muovendosi a cavallo tra immagine visiva e verbale. Sulla scenografia essenziale di Silvia Caringi e Omar Toni si muove il filo di una narrazione che coniuga in un'acuta rielaborazione i grandi temi affrontati dall'autore: dalla guerra alla bellezza, dalla nostalgia alla speranza, dalla morte al valore della vita. Il lavoro teatrale sara' proposto in replica lunedi' alle 21, preceduto da un incontro con Erri De Luca alle 18,30 in un'affascinante conversazione che vertera' sui ''Tentativi di scoraggiamento a darsi alla scrittura''. Sempre lunedi' sara' inaugurata alle 19.30 la Galleria Video dello scrittore che rimarra' aperta al pubblico fino alla chiusura del Festival. Ultima replica di ''Fili'' martedi' 15, ore 21. http://www.adnkronos.com/IGN/News/Spettacolo/?id=3.0.3763279242

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di e con Erri De Luca, produzione Ente Teatro Cronaca http://www.enteteatrocronaca.it/produzioni/fili/

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News > Spettacolo > SPETTACOLO: DOMANI SERA ERRI DE LUCA IN 'FILI'

SPETTACOLO: DOMANI SERA ERRI DE LUCA IN 'FILI' ultimo aggiornamento: 12 settembre, ore 12:19 commenta 0 vota 4 invia stampa Portici (Na), 12 set. (Adnkronos) - Il quarto appuntamento per il Festival Portici Art Box 2009 si avra' domani alle 21 nel Chiostro del Convento di Sant'Antonio. In scena Erri De Luca con ''Fili'', lavoro teatrale su ideazione di Michele Francesco Afferrante per la regia di Renato Cavallo, con la musica di Stefano De Meo. Uno spettacolo che si ramifica tra l'eco evocativa di ricordi e temi che rimandano al viaggio narrativo dello scrittore attraverso una rilettura intensa e dettagliata di pensieri e di sensi: una vasta panoramica sulla poetica immaginaria di Erri Del Luca.

La scrittura e' portata in scena con l'espressione del teatro, attraverso un racconto che varca il confine del tempo muovendosi a cavallo tra immagine visiva e verbale. Sulla scenografia essenziale di Silvia Caringi e Omar Toni si muove il filo di una narrazione che coniuga in un'acuta rielaborazione i grandi temi affrontati dall'autore: dalla guerra alla bellezza, dalla nostalgia alla speranza, dalla morte al valore della vita. Il lavoro teatrale sara' proposto in replica lunedi' alle 21, preceduto da un incontro con Erri De Luca alle 18,30 in un'affascinante conversazione che vertera' sui ''Tentativi di scoraggiamento a darsi alla scrittura''. Sempre lunedi' sara' inaugurata alle 19.30 la Galleria Video dello scrittore che rimarra' aperta al pubblico fino alla chiusura del Festival. Ultima replica di ''Fili'' martedi' 15, ore 21. http://www.adnkronos.com/IGN/News/Spettacolo/?id=3.0.3763279242

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Autore: Comunicato pervenuto

Lunedì 14 settembre 2009 triplice incontro con Erri De Luca. In chiusura “Bolero”

I SOTTILI “FILI” TEATRALI DELLA SCRITTURA

UN VIAGGIO TRA PAROLE E IMMAGINI DI ERRI DE LUCA

PORTICI – Tra le suggestive atmosfere di Palazzo Reale, domani (ore 18.30) il Festival Portici Art Box 2009 accoglie sulla Terrazza dello Scalone Rosso lo scrittore Erri De Luca in un’affascinante conversazione letteraria con il pubblcio. Un originale, ironico incontro che verterà sui “Tentativi di scoraggiamento a darsi alla scrittura”. Al termine (ore 19.30) sarà inaugurata nella Sala del Baciamano la Galleria Video di Erri De Luca che rimarrà aperta al pubblico tutti i giorni fino alla chiusura del Festival dalle 18.30 alle 20.30. Alle 21, nel Chiostro del Convento di Sant’Antonio, Erri De Luca torna in scena con “Fili”, lavoro teatrale su ideazione di Michele Francesco Afferrante per la regia di Renato Cavallo con le elaborazioni musicali di Stefano De Meo: una produzione Ente Teatro Cronaca in collaborazione con il Festival Life in Gubbio 2009. Uno spettacolo che si ramifica tra l’eco evocativa di ricordi e temi che rimandano al viaggio narrativo dello scrittore attraverso una rilettura intensa e dettagliata di pensieri e di sensi: una vasta panoramica sulla poetica immaginaria di Erri Del Luca. La scrittura è portata in scena con l’espressione del teatro, attraverso un racconto che varca il confine del tempo muovendosi a cavallo tra immagine visiva e verbale. Sulla scenografia essenziale di Silvia Caringi e Omar Toni si muove il filo di una narrazione che coniuga in un’acuta rielaborazione i grandi temi affrontati dall'autore: dalla guerra alla bellezza, dalla nostalgia alla speranza, dalla morte al valore della vita. Il lavoro teatrale sarà proposto in ultima replica martedì 15, sempre alle 21. Al termine dello spettacolo, alle 22, nell’Esedra di Palazzo Reale entra in scena la musica di Ravel e del “Bolero” sui passi di danza della Compagnia Giovanile dell’Accademia dello Spettacolo con le coreografie di Irma Cardano: protagonista uno stile contemporaneo che fonde la danza agli elementi scenici per un ensemble di dinamismo e sensualità. Un caleidoscopio del movimento in un’emozionante sequenza di immagini danzanti.

Per informazioni consultare il sito www.porticiartbox.it, www.vesuvioteatro.it. Tel. 081/480384, 081/273152 . Per prevendite abituali a Napoli e Provincia chiamare al numero 081- 2768878. http://www.oltrecultura.it/index.php?option=com_content&view=article&id=717:mozartbox&catid=39:eventi-musica

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Vistopervoi.L’ex stelladelManchester e capitanodellaFrancia fenomenalene«IlmioamicoEric», direttodaLoach

EricCantonaproduce, scriveerecita inungioiellodi film

Martedì 8 dicembre 2009 21Spettacoli

Marylin Manson è innamoratoSi erano lasciati in maniera burrascosalo scorso anno, ma hanno deciso di ripro-varci. Marilyn Manson e Evan RachelWood sono tornati insieme. Lo ha rivela-to lo stesso Manson in un'intervista rila-sciata al giornale Metal Hammer. Nel de-scrivere quanto stia bene in questo mo-mento, il cantante ha detto che il meritodel suo benessere è da attribuire al fat-to di essere tornato a fare coppia con lagiovane attrice, causa della separazio-ne dalla prima moglie Dita Von Teese.

Ancora guai per DohertyIl cantante Pete Doherty è stato fer-mato dalla polizia sabato mattina aBerlino per aver rotto il lunotto po-steriore di un'auto parcheggiata. Se-condo quanto scrive oggi il tabloidBild, Doherty si trovava nel quartie-re di Kreuzberg in compagnia di dueamici quando, all'uscita da un bar,verso le sette del mattino, ha lancia-to un bicchiere contro l'auto man-dando in frantumi il lunotto. Doher-ty, scrive il giornale, è stato fermatoper circa tre ore.

Papà Canalis difende la figlia«Mia figlia è felice e serena».Lo dichia-ra il padre di Elisabetta Canalis al setti-manale Oggi, in edicola da domani. Al-tro che crisi, altro che scappatella conSeedorf, Elisabetta è sempre più lega-ta a George Clooney. «Chi parla di con-tratto tra lei e George lo fa perché spe-ra che provocandola lei risponda. Manon abboccherà mai», dice il professorCanalis. A chi parla di un presunto con-tratto, papà Canalis replica: «Tra miafiglia e Clooney c'è sincero affetto».

Non capitano tutti i giornifilm prodotti, scritti e in-terpretati da star del cal-cio mondiale, più noti perla loro dedizione a veline,macchine e moda all’ulti-mo grido. Invece Eric Can-tona, stella degli anni no-vanta del Manchester Uni-ted e capitano della nazio-nale francese di Platini,nonché personag-gio atipico delmondo delcalcio, gra-zie alla re-gia di KenLoach e al-la sceneg-giatura diPaul Laver-ty,ha prodot-to un gioiellodi film: Il mioamico Eric. Ma nonbasta il coraggiodell'ex ca-pitano dello United pertrasformarlo in un film diqualità, originale e appas-sionate. C'è voluto il toccomagico di un regista comeKen Loach che ha saputoraccontare la storia di unproletario quando la lottadi classe nonc'è più.E il te-ma della disgregazione so-ciale e sentimentale stamolto a cuore al regista in-glese.

Il postino Eric Bishop èsull'orlo di una terrifican-te crisi di nervi . Dalla pri-ma moglie Lilly, che ha ab-bandonato appena sposa-ta, ha avuto una figlia,adesso ventenne nonchéragazza madre, che sta perlaurearsi; dalla secondamoglie, che lo ha lasciatodasette anni,ha due figlia-stri, che lo trattano comeun cane e che sono a ri-schiomalavita. Anche il la-voro non va poi così bene.

La sua vita è disordina-ta, scalcinata e senza sen-so. Solo il bel rapporto conun gruppo di amici, concui condivide i problemi ela passione calcistica peril Manchester United, losalva un po'. Insomma, iproblemi che lo assillanosono irrisolvibili per lasua crescente depressio-

ne. Fino a quando il posterdel suo idolo calcistico,Eric Cantona, l’attaccantedel Manchester, appeso incamera sua, si materializ-za. E diventa il suo guru.Tra bevute e spinelli Can-tona gli dà suggerimenti egli offre soluzioni per com-battere la depressione,per ritrovare la felicità.

Lentamente Eric cam-bia,riallaccia i rap-

porti con Lilly,che non ha maismesso di ama-re, aiuta comebaby sitter lafiglia che staper laurearsi,

costringe i fi-gliastri a rigar

diritto. Dietro ilcambiamento le

massime di vita che di-spensa Cantona, ma an-che gli amici reali si accor-gono del miglioramento diEric e gli danno una manocon perle di filosofia spic-ciola.

Il finale, poi, è uno spas-so con cento, mille Canto-na che stanano un malavi-toso locale. Così anche perEric Bishop vale la storicafrasedi EricCantona rivol-ta ai media britannici:«Quando i gabbiani seguo-no il peschereccio è perchèpensano che verrano getta-te in mare delle sardine».

Giacomo Mayer

ISEO (BRESCIA) - Natale,tempo di amore e regali,sì, ma anche di mangia-te pantagrueliche. E,proprio, ai sapori dellesettimane a venire, Iseodedica la rassegna“Natale con Gusto”, ilFestival dei sapori piùgrande della Lombardiache si terrà nei weekenddel 12 e 13 e del 19 e 20dicembre.

Per quattro giorni, a ri-dosso delle festività na-talizie, i vicoli del borgostorico di Iseo, le piazzee le vie che si affaccianosul lago si animerannoper una kermesse chemette in vetrina l’eccel-lenza della produzioneenogastronomica del no-stro paese e produzioniartigianali di qualità.

Tutti i visitatori avran-no l’opportunità di pen-sare ai regali di Natale,acquistando prodotti ti-pici difficilmente rin-tracciabili nei punti ven-dita tradizionali o prezio-si oggetti dell’artigiana-to.

E, oltre a degustazionigratuite di spiedo allabresciana e polenta, adallietare le giornate cisaranno anche concerti,mostre, spettacoli itine-ranti, e auguri nataliziin musica.

Insomma un’occasio-ne per immergersi nel-l’atmosfera del Natalevisitando un ambientedi rara suggestione. Eper scambiarsi gli augu-ri sotto l’albero in unapiazza straordinaria de-gustando un bicchierecaldo di vin brulé

Anno sabbatico per la Ferrari

«Invece di ripartire a gennaio conun altro film, smetto di lavorare perun anno», dice a Marrakech IsabellaFerrari. L'attrice, protagonista nelfilm tv Nel Bianco che sta per andarein onda in due serate su Canale 5, hadeciso che si concederà un anno sab-batico. «Quando l'ho deciso ero unpo' spaventata, ma adesso sono piàtranquilla». In tv continueremo a ve-derla grazie ai lavori che ha già gira-to: La storia di Laura, e Amatemi.

BERGAMO - «Io scrivo sempre a penna su un quaderno. Quader-ni a righe e non a quadretti, perché i quadretti mi somiglianoa sbarre e io sono di un secolo che è stato il più carcerario dellastoria dell'umanità, per cui le sbarre non le posso vedere».Esordisce così Erri De Luca in Fili, al teatro Creberg saba-to sera e, ora – pur non avendo di fronte un quaderno aquadretti, ma un foglio di Word e una tastiera – sento indi-spensabile adottare questa metafora. Perché è difficile,credetemi, riuscire a trasmettere anche solo un briciolodella poesia che De Luca ha regalato a una platea estasia-ta, per chi non possiede la sua stessa maestria nel giocarecon le parole. In questo momento l’incedere di articoli, so-stantivi, aggettivi e verbi in qualche riga, non è che unfreddo costrutto grammaticale che imprigiona il lirismoche durante novanta minuti è traboccato dalla bocca diquell’uomo così gracile, dalla voce sottile ed educata.

De Luca, uno dei più grandi scrittori italiani contempo-ranei, ha dedicato la prima metà della sua vita a lavori di-sparati – muratore, operaio, magazziniere, camionista –,vivendo sulla sua pelle i soprusi dei forti, dei grandi, deipadroni. Alcuni di questi li racconta, mentre altri li affidaa due bravissimi attori, Gerolamo Alchieri e Alessio Caru-so. Erri parla della sua infanzia, per poi passare a superberiflessioni linguistiche (legate all’uso di italiano e napole-tano), sociologiche (migrazioni e rivoluzioni), etiche (ma-gistrale la lezione su solidarietà ed omertà impartita dalvecchio docente di greco) e religiose (soffermandosi sul-l’importanza di Giuseppe). E poi canta, facendosi affian-care da un usignolo che risponde al nome di Aurora De Lu-ca: e quel connubio di voci regala brividi a fior di pelle.

Ma è nel momento del congedo che De Luca – acclamatodal pubblico – regala l’emozione più forte. «Quando saremodue/ saremo veglia e sonno/ affonderemo nella stessa polpa/ co-me il dente di latte e il suo secondo/ saremo due come le acque,le dolci e le salate/ come i cieli, del giorno e della notte/ due co-me sono i piedi, gli occhi, i reni/ come i tempi del battito/ i colpidel respiro/ Quando saremo due non avremo metà/ saremo undue che non si può dividere con niente/ Quando saremo due/nessuno sarà uno/ uno sarà l'uguale di nessuno/ e l'unità consi-sterà nel due/ Quando saremo due/ cambierà nome pure l'uni-verso/ diventerà diverso», declama. Distillatore di nettaredalla quotidianità, rivelatore di immagini: ecco, quest’uo-mo è un vero poeta.

Rossella Martinelli

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IL MIO AMICO ERIC

Regia: Ken LoachInterpreti: Steve

Evets (Eric Bishop),Eric Cantona (Eric),Stephanie Bishop (Li-ly), Gerard Kearns(Ryan)

Produzione: Fran-cia - Gran Bretagna2009

Distribuzione: BIMGenere: CommediaDurata: 116 minuti

Vistopervoi/2.«Fili», al teatroCrebergsabato sera,delizia, fa riflettereedemoziona,grazieall’immensoscrittorepartenopeo

UnsublimeErriDeLuca, tra lezionidivita e lirismo

Sagre.Nel fine settimana di Santa Lucia e il seguente

A Iseo torna il «Natale con gusto»tra sapori nostrani e artigianato

La scheda del film

Nella commedia i temi della disgregazione sociale e sentimentale

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Cultura➔❈ Sulle montagne ci si sente liberi

TThhoommaass SStteeaarrnnss EElliioott

«Flagellazione» (1520)

Ferrari, scoperte dal restauro delle tavoleAl Palazzo della Ragione fino all’8 dicembre. Tradizione e rinnovamento

arlotta Beccaria,con la soprinten-denza di AmaliaPacia, ha restituitol’originale splendo-re alle due tavole diDefendente Ferrari

– Flagellazione e Cristo in medi-tazione seduto sulla croce (1520ca.) – di proprietà dell’Accade-mia Carrara, ora in mostra nel Pa-lazzo della Ragione fino all’8 di-cembre. La restauratrice ha uti-lizzato una soluzione tensioatti-va che ha tolto il primo strato –il particellato atmosferico accu-mulato nel tempo –, colature divernice, maculature, patinatu-re e finiture da un restauro pre-cedente stese con poca maestria.La pulitura ha reso visibili i co-lori smaglianti carichi di brillii,le finiture dorate, la presenzadell’oro a conchiglia sulla vestedi Cristo, sugli abiti e sui turban-ti dei personaggi comprimari.Defendente eredita il gusto del-le dorature da miniaturista e i co-lori quasi di lacca o smalto dal-le frequentazioni nelle officinedi oreficeria: il padre, FrancescoFerrari, era un orefice. PaolaManchinu e Massimiliano Cal-dera – i due storici dell’Arte, spe-cializzati in pittura piemontesedei secoli XV e XVI, sono stati

Cincaricati da Maria Cristina Ro-deschini (direttore dell’Accade-mia Carrara e della Gamec) perun approfondimento critico del-le opere restaurate – hanno pro-posto l’ipotesi convincente chele due tavole facessero parte inorigine di un piccolo trittico del-la devozione privata, accanto al-la Crocifissione, ora custoditaa Torino nel Museo Civico d’Ar-te Antica, che misura 77,5 x 50,5cm. La lettura del retro delle ta-vole di pioppo ha indicato che idipinti di Ferrari sono stati ridi-mensionati (l’altezza è passatada 72 a 42 cm.), piallati in alto enella parte inferiore, probabil-mente per fare entrare le tavolein un’altra cornice. Le tre tavo-le erano impaginate, invece, en-tro una cornice ad ante mobili,come il Trittico realizzato da De-fendente nel 1523, oggi alla Gal-leria Sabauda di Torino, che hamantenuto l’antica cornice do-rata, ad archi decorati con fin-te pietre preziose e motivi vege-tali. Le due opere della Carraraevidenziano la qualità gemmeadei colori e una commossa in-tensità religiosa, come se fosse-ro un parallelo piemontese delBergognone, con ambientazioniarchitettoniche d’ispirazionebramantesca.

Nella tavola Cristo in medita-zione seduto sulla croce, il pit-tore di Chivasso raffigura il figliodi Dio nel momento d’attesa, do-ve il pensiero della morte immi-nente e il dolore del corpo so-no spinti al parossismo. Atten-de, assiso sul legno ricavato dal-l’albero cresciuto sul Golgota –Jacopo da Varagine tramanda chel’albero della croce sia nato daisemi del frutto che Adamo man-giò nell’Eden –, mentre unosgherro fa un buco nella crocecon un succhiello da falegname.La presenza del tronco tagliato,posto in primo piano a destra,conferma questa tradizione leg-gendaria di origine apocrifa.

La posa di Cristo, rimando al-la melanconia, evoca anche la fi-gura di Giuseppe, spesso rappre-sentata in questa maniera, quan-do il padre putativo di Gesù ap-prende in sogno dall’angelo cheil frutto del ventre di Maria è diorigine divina. Nella tavola spic-ca anche l’insistita presenza del-lo scorpione, associato alla scrit-ta «SPQR» nella bandiera e nel-lo scudo, simbolo del popologiudeo, che, con il beneplacitodei romani, ha ucciso il Messia.La posa di Cristo è mutuata daincisioni di Dürer (Giobbe in me-ditazione, Ecce Homo, 1511 ca.)

e Luca di Leida (Cristo dissetatodai soldati, 1514), richiamandoanche l’immagine di Giobbe, ov-vero il personaggio veterotesta-mentario che prefigura il doloree la sopportazione di Gesù. Nel-la Flagellazione la figura del per-sonaggio in primo piano, in bas-so a destra, intento a bere da unsecchio, pare una ripresa del si-gnificato legato a Cristo che verràdissetato dai soldati, evocandodi nuovo l’incisione di Luca diLeida. La costruzione iconogra-fica delle due tavole induceva ilfedele a soffermarsi sul profon-do dolore morale e sul misterodella Passione.

Defendente Ferrari, attivo nelPiemonte occidentale dal 1509al 1535, è stato allievo di Giovan-ni Martino Spanzotti. Ha eredi-tato dal maestro un’attrazioneverso la pittura filo-fiamminga.Manchinu e Caldera hanno in-dividuato nello stile del pittoredi Chivasso un «ritorno all’in-dietro», avendo presente però lenovità stilistiche del primo Cin-quecento. Tra tradizione e rinno-vamento, dunque, in aree difrontiera, oltre il ritardo perife-rico. Arretrare per meglio salta-re, attraverso il ritorno allo splen-dore di stampo nordico.

Mauro Zanchi«Cristo in meditazione seduto sulla croce» (1520)

La lezioneNon soloPetrarca

sommo poetaante, Petrarca, Ario-sto e Tasso. Secolidopo il canonebembesco, che ave-va eletto Petrarca amodello da imitaredella lingua poetica

italiana, tende ad affermarsi, nel cor-so del Settecento, «Il canone deiquattro poeti». Cui ha dedicato unadocumentata lezione, nella sedeuniversitaria di via Salvecchio, Ar-naldo Di Benedetto, ordinario diLetteratura Italiana all’Università diTorino. Invitato, per questa «terzagiornata tassiana», dalla sezione diItalianistica della Facoltà di Linguee dal Centro di Studi tassiani. Nelcanone settecentesco, ha spiegatoDi Benedetto, «il criterio dell’esem-plarità formale e linguistica vienemeno. Resta il riconoscimento del-la grandezza». Fra le prime testimo-nianze di questo canone dei quattrosommi – «ma uno studio sistemati-co ancora non c’è» –, quelle di Vit-torio Alfieri. «Un suo sonetto del1786», ha ricordato il docente, co-mincia:«Quattrogran vati edi maggiorson questi /Ch’abbiaavuto edavrà la lin-gua nostra».Chiusa «asorpresa:forse c’è po-sto ancheper un quin-to. Alfierinon dice chiè, ma si può immaginare». Altri cen-ni nell’autobiografia, ove Alfieri par-la di «sei luminari della lingua no-stra: i soliti quattro poeti e due pro-satori. Accanto a Boccaccio, final-mente, il Machiavelli. Non era cosìovvio». Tra i quattro, ha continuatolo studioso, la preferenza del trage-diografo «va a Dante. Anche questoè abbastanza nuovo. È solo dal se-condo Settecento che l’Alighieri co-mincia ad apparire come il massi-mo dei poeti italiani». Altre attesta-zioni della solidità e diffusione diquesto canone Di Benedetto ha rin-tracciato, fra l’altro, in MelchiorreCesarotti, nel Di Breme, nella cele-bre Corinna di Mme De Staël, nella Notizia intorno a Didimo chiericodel Foscolo. Attestazioni non sololetterarie, ma anche architettoniche,sulle facciate (e non solo) di teatri epalazzi. O editoriali, nell’uso di pub-blicare, non solo in Italia ma anchein Francia e Germania, in un volu-me unico, i capolavori dei quattro.In chiusa, a cura di Annalisa Gal-biati e Marco Sirtori, «audizione dibrani musicali su testi tassiani».

V. G.

D

Nel Settecento«si affermò ilcanone dei

quattro poeti»:con lui, Dante,

Ariosto e Tasso. EAlfieri aggiunse

Boccacio eMachiavelli

Lo scrittore Erri De Luca di scena stasera al Creberg Teatro

ERRI DE LUCAPorto in montagna

«Il vecchio e il mare»Un duello fra un cacciatore e un camoscio, due tipi eccezionali

Scalate e solitudine. E stasera lo spettacolo «Fili» al CrebergLo scrittore napoletano Erri De Luca sale sta-sera sul palco del Creberg Teatro (inizio ore21; ingresso 15-20-25 euro; biglietti disponi-bili) per la pièce «Fili». Alle 18 interverràalla libreria Feltrinelli di via XX Settem-bre per incontrare il pubblico e firmare co-pie del suo ultimo libro di racconti «Il pe-so della farfalla» (Feltrinelli Editore).

l vecchio e il mare in versione alpe-stre. Dalla pesca alla caccia, dal ma-re alla montagna. Salve le rispettivespecificità, si intende, di Hemingwayed Erri De Luca. L’ultimo raccontolungo (romanzo breve?) dello scritto-re napoletano, Il peso della farfalla

(Feltrinelli, pp. 70, euro 7,50), narra un’ulti-ma caccia (là era un’ultima pesca). Un duel-lo fra due «solitari». Due esemplari eccezio-nali della propria specie. Due «re dei camo-sci». Uno è un camoscio di stazza, forza, abi-lità straordinaria. L’altro è un cacciatore dicamosci (e alpinista) di capa-cità ineguagliata. È novembre,«l’uomo sente calare la saraci-nesca dell’inverno». Un mat-tino di novembre. Tutti e due,camoscio e cacciatore, si sve-gliano già stanchi. Sentonoche il loro tempo sta per fini-re. Un parallelismo perfetto,ad accomunare preda e preda-tore. Lo stesso ritornello, qua-si. «Quel mattino di novem-bre» il camoscio «si svegliòstanco e seppe che era all’ul-tima stagione di supremazia».«Quel giorno di novembre»l’uomo «si alzò stanco nellegambe… sapeva di rasentareil termine». Sono anni che il bracconiere in-segue il suo più arduo trofeo, il «vero» re deicamosci, a cui davvero spettava il titolo. Per-ché era stato «più bravo di lui». All’uomotoccherebbe meglio il titolo di «ladro di be-stiame»: «rubava al padrone di tutto, che silasciava togliere, ma teneva il conto. Ognigiorno era buono per pagare il saldo tutto in-sieme, pure quel giorno di novembre». Lasua vita «non era roba sua. Era da restituire...Che creditore di manica larga era quello chegliela aveva prestata fresca e se la riprende-va usata, da buttare». Ha delle regole, il cac-ciatore, una morale. «Non lasciava ferita labestia, l’abbatteva con un colpo solo». ComeDe Niro nel film intitolato alla categoria.

De Luca, è un caso che il cacciatore abbia ses-sant’anni, esattamente come lei?

«Gli ho prestato qualcosa, certo. Di certoil mio infarto. Sì, lo può scrivere. Non de-vo fare un’assicurazione sulla vita, per cui

I

mi alzano il premio se lo sanno. Gli ho pre-stato la stanchezza che prende il fiato quan-do il sangue non circola più bene».

Casualmente, il racconto si chiude a pagina60.

«Una cabala editoriale».Come ne «Il giorno prima della felicità», suo

precedente romanzo, l’altro protagonista, il ca-moscio, è orfano.

«L’orfanità è condizione che riassume lasolitudine. Non avere nessuno davanti e nes-suno dietro. Mi interessa questo confine. Per-ché lo bazzico, ne parlo da intenditore, dapraticante».

I suoi protagonisti sono entrambi due solita-ri quasi «assoluti». Lei scrive: «In ogni specie so-no i solitari a tentare esperienze nuove. Sono unaquota sperimentale che va alla deriva».

«Due solitari terminali. Hanno questo istin-to di perdersi che un po’ hanno tutti i bam-bini – poi vengono tenuti a freno –. Istintoche è istinto di esplorazioni. Siamo la spe-

cie animale che si è più impic-ciata di geografia, l’ha volutaconoscere, misurare palmo apalmo, mettere il piede dap-pertutto. L’alpinismo iniziaquando la geografia finisce: ul-timo paragrafo della geografia,quando non c’è più niente daraggiungere».

Perché questo parallelismoquasi assoluto fra cacciatore epreda?

«Due solitudini così spicca-te, così speciali, hanno un ap-puntamento. Poteva succede-re prima, io invece l’ho imma-ginato alla fine, quando le for-ze sono un resto e il futuro è

risvegliarsi il giorno dopo».Perché questa ambientazione in montagna,

sulle cui caratteristiche molto si insiste: il si-lenzio, la solitudine...

«Sono un frequentatore, un praticante. Hovoltato le spalle al mare da cui provengo».

Il tema ricorda, fatalmente, Il vecchio e il ma-re, ma trasposto, appunto, in scena e cac-cia alpestre.

«Se Hemingway si fosse impratichito unpo’ di montagna il suo Il vecchio e il marel’avrebbe piazzato in montagna. A lui piace-va pescare e allora ha scritto quello».

Cosa significa la presenza del «padrone di tut-to», del grande «creditore», di fronte al quale ri-schiamo di passare da ladri, o da pessimi affit-tuari? «È una formula per nominare l’immen-so. Frutto del sentimento di inferiorità cheavverte il singolo quando è immerso nell’im-mensità».

Il cacciatore ha un’etica molto forte. Nella ge-

nerale, barbarica corsa ad arraffare il più possi-bile, si distingue per un’austerità, un rispetto, unsenso del limite molto rari.

«Cerca di giocare pulito, leale, con le for-ze del mondo. Si è dato queste regole. Ma èsolo una questione di misura. Chi si dà unamisura contenuta e chi saccheggia a più nonposso. Apparteniamo tutti alla stessa speciepredatoria, che sfrutta la terra per ricavar-ne maggiore profitto. La specie che in mez-zo al Giardino si è ritrovata nuda. Non ap-parteniamo, non somigliamo più ad alcu-na specie animale, siamo un variante, cheha, per sua caratteristica, l’istinto di accapar-rarsi del suolo e sfruttarlo. Quando Dio dicead Adam, che ha mangiato il frutto proibito,"Maledetta la terra", sta facendo una consta-tazione. Sta dicendo che l’Adam non si ac-contenterà più del frutto spontaneo della ter-ra, si accanirà su di essa per estrarne maggio-re profitto. La terra sarà maledetta dall’acca-nimento produttivo dell’Adam. Dentro quelgiardino è avvenuta una "mutazione geneti-ca", attraverso la consumazione del fruttodell’albero della conoscenza. Lì la specieumana si distacca da tutte le altre».

Vincenzo Guercio

Caravaggio, una prova per la sepolturaA Porto Ercole, dove fu trasferito nel 1956

ichelangelo Me-risi, detto Cara-vaggio, uno deipiù grandi artistidi tutti i tempi,ha vissuto unavita turbolenta,

conclusasi nel 1610 con una mor-te misteriosa.

Gli studiosi dell’artista che di-pingeva «con carne e sangue», di-battono perfino sul luogo della suanascita, che taluni storici fanno ri-salire, nel 1571, a Milano, mentrealtri a Caravaggio. Sulla fine delgrande pittore si erano profilateotto ipotesi, di cui l’ultima, quel-la del professor Maurizio Marini,storico dell’arte, esperto di Cara-vaggio, lo vuole fuggiasco da Na-poli, gravemente ferito e in attesadella grazia papale per omicidio,sbarcato a Porto Ercole, dove alsuo grave stato di salute si è ag-giunta anche una febbre tifoide

Mpresa con cibo infetto. Caravaggioè così malconcio che viene rico-verato nel reparto femminile del-l’infermeria di S. Maria Ausilia-trice, dove muore nel 1610 e non,come riporta erroneamente l’attodi morte ritrovato nella chiesa diS. Erasmo, nel 1609. L’errore ana-grafico è dovuto al fatto, secon-do Marini che «non era ancora sta-to introdotto il calendario grego-riano nell’area senese». Tuttaviaquesto documento costituisce laprova che Caravaggio è stato sep-pellito nel piccolo cimitero di SanSebastiano, chiuso nel 1956. Tut-ti i reperti ossei del cimitero sonostati trasferiti in quell’anno nel ci-mitero di Porto Ercole, dove, pre-sumibilmente, il Comitato nazio-nale per la valorizzazione dei Be-ni storici, culturali e ambientaliha annunciato, ieri a Roma, di averconcentrato le sue ricerche dei re-sti di Caravaggio, con il patrocinio

del ministero dei Beni culturali.Il professor Giorgio Gruppioni, or-dinario di antropologia all’Univer-sità di Bologna, coordinatore delcomitato scientifico che se ne oc-cupa, ha spiegato ieri come proce-deranno le ricerche, a cui collabo-rano, oltre Bologna, le Universitàdi Lecce, Ravenna e Pisa. La pri-ma fase è quella della raccolta de-gli indizi per localizzare i resti.

La seconda fase punta sulla ri-cerca dei resti nella cripta dellachiesa di Porto Ercole.

La terza, sulla datazione dei re-sti in base al test del carbonio 14.La quarta riguarda il reperimen-to delle informazioni sulle carat-teristiche fisiche di Caravaggio.La quinta punta sull’analisi deldna dei resti ossei, comparata aldna dei discendenti maschi del-la famiglia Merisi. Sesta e ultimafase, la ricostruzione del volto delpittore.

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32 5 Dicembre 2009

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Culture

3MarcelloCalabria orre insiemeai finalisti dellascorsaedizionedelGrandeFratello

Lo scrittore in una messinscena sui generis Il mio spettacolo ondato sulle parole

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3Erri e uca

E OLIS

' emozionato. E sisente molto dallavoce («... Mi scusima sto ancora com-battendo con i nu-

meri e poi le paste, e i crois-sant... Ci possiamo sentire do-po». Certo. Secondo volta:«Non ci crederà ma c'è il ban-conerosso, inmarmochemistafacendo impazzire.... Mi scu-so». Scusato. Anche perché og-gi per Marcello Calabria Torre,finalista del Grande Fratellonumero nove è il giorno deigiorni: debutta, alle , con LaDolce Casa da Marcello , (viaPalazzolo, , nella città di Ca-priolo). Una forneria, pasticce-ria, croissanteria, aperta tuttele notti, anche ladomenica.

M LL è un signore: edu-cato prima di tutto. Indaffaratooggi (ieri, ndr), per la vigilia delsuo sogno:«Cheho realizzato»,tuona a voce alta e con quell'ac-cento molto, molto particolare.«È vero - ammette - ho realiz-zato un traguardo importan-te». E come dargli torto. Lui,nella passata edizione delGrandeFratello ha evidenzia-to e mostrato di che pasta erafatto. «Sono così», ripetevamentre le telecamere lo spiava-no. Vero. Stavolta, inteso comeaggettivo da cucirgli addosso.Un uomo vero, Marcello. «Sa -dice - penso che bisogna lottareper quello che veramente unovuol fare: cercare fino in fondodi realizzare quello che uno sisente e soprattutto sa fare».

iego incenticulture epolis.sm

■ Allachitarra,comenoncisiaspetterebbe. Menestrello delrepertorionapoletanoediqual-che propria creazione. Oppuredi lato, seduto su una seggiola,occhio esterno delle sue stesseparole. Sempre interessante in-crociare Erri De Luca. Intellet-tuale vero, di quelli senza timo-

re di metterci la faccia e far gi-rare pensiero, dà la rara sensa-zione di non sprecare mai unaparola, che ogni sillaba sia pon-derata. Un fascino che ha cat-turato anche Michele Afferran-te e Riccardo Cavallo, rispetti-vamente ideatoreeregistadi, stasera alle ospite del Cre-

berg (info: 5. 4 5 , ingresso5 5euro).Dovebrani tratti dauna vita editoriale, vengono in-

terpretati da alcuni attori, in-tervallati da inserti musicalieseguiti dallo stessoDeLuca in-sieme alla nipote Aurora. Giù,in profondità. «Mi sembra chela tournée vada bene. Le perso-ne rimangono a chiacchierefuori, a scambiarsi delle opinio-ni.Èunospettacolofondatosul-le parole e le parole devono riu-scire a tenere compagnia, piùche lamessinscena. Io faccio da

accompagnatore, da cucitura».Un occhio esterno su palco-scenico. «Sono uno che raccon-ta le sue storie invece che dalladistanza della scrittura da di-rimpettaio, da vicino. In mezzoa uno spettacolo che invece usadelle scenografie e dei veri epropri attori che interpretano ibrani». La scelta degli episodi èaccurata: «C è una vicenda sco-lastica, con un professore chetiene una lezione circa la diffe-renza fra solidarietà e omertà.Mentre un secondo racconto èdi vita operaia. Imiei interventiinvece riguardano Napoli, ilmioluogodiorigine.Epoi l emi-grazionee la scrittura sacra».■

Giusto. E lui, da inquilino dellaCasa non ha pensato alle lucidella ribalta, allo spettacolo oalla televisione ma alla realtà.«Che non è un reality», certi-fica. «Sto seguendo ancora i la-voridelmio locale - raccontaor-goglioso - il finalista del reality' 9 - o fatto il pittore, il car-pentiere il muratore e anche ilpasticciere e il panettiere». Tut-topronto insomma,per lagran-de inaugurazionediquesta seraalle ? « Speriamo bene», so-spira Calabria quasi per scara-manzia. «Oggi - auspica - spero

sia un grande giorno per tuttiquelli che avranno piacere divenire a trovarmi nella DolceCasa da Marcello ». Panettieredal cuore immenso. Anche per-ché lui parla quasi sottovocedella beneficenza (uomo d'altritempi, ndr) all'associazionebresciana Angeli Per La Vita ,che lotta contro la SindromediMen es , malattia genetica checolpisce i bimbi appena nati.«Cercodi dareunamanoa chi èmeno fortunato di me». Altroche reality: reale al cento percento. ■

La c ia e

Finalista del Gfe amato da tutti

■ ■ Marcello orreCalabriaèstatounadelle rivelazionidella scorsaedizionedelrealitydiMediaset. antodaarrivareall'ultimapuntatainsiemeaFerdiBerisa ilvincitore ,Cristina elBasso

Per nulla scontatoin televisione■ ■ Marcellononhamainascosto il suopassatodagrande lavoratore.Sia fuorichedentro laCasadiCinecit-tà. « o fatto il fornaioprimadi arrivarequi convoi», avevasubitodettoai suoi inquilini.

a Gialappa simpazzisce per lui■ ■ rotagonistaanche fuori:laGialappa snella rubricaMaidireGf nondimenticaMarcello e tifaper lui.Conia ilsoprannomedi Carismio .

uelle parolenel primo provino■ ■ «IlGf Non loconsiderounvero traguardomasoloungrande inizioper tutte lealtreopportunitàchepuoffrirmi».

Il dato

ra gente comunee volti glamour

a panetteria■ ■ Oggi alle via alaz-zolo 2 debutta La olceCasadaMarcello . LocaleideatoecostruitodaMar-celloCalabria: « o invita-toalcuni exdellaCasa.EGianluca, grandeamico».

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55iO 5 dicembre 2009

salva con nome. agendaa cura di Emilia Grossi

IN MOSTRAMilanoPrima rassegna su uno dei più popolari personaggi manzoniani: 60 opere di artisti ottocenteschi (sotto, un dipinto di Lorenzo Toncini) raccontano la storia della Monaca di Monza. Delitti e passione in olio su tela. Al Castello Sforzesco fino al 21 marzo.Tel. 02.45487400

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BresciaProvengono dai più importanti musei peruviani le opere esposte a Inca. Origini e misteri delle civiltà dell’oro, sulle culture precolombiane meno note che abitarono il Perù dall’VIII secolo in poi. Fino al 27 giugno al Museo di Santa Giulia.incabrescia.it

MilanoFino al 28 febbraio nella Sala Federiciana dell’Ambrosiana e nella Sacrestia del Bramante in Santa Maria delle Grazie Il Codice atlantico Leonardo. Un doppio percorso che espone 30 disegni originali di Leonardo sul tema “biblioteche amici e tempo” frutto del lavoro di sfascicolatura del Codex Atlanticus. Ambrosiana.eu

LuganoCom’è cambiata la rappresentazione dell’altro negli ultimi quarant’anni? Indaga sul tema Guardami. Il volto e lo sguardo nell’arte 1969-2009, ottanta opere di 40 artisti, da Gerard Richter a Giulio Paolini. Fino al 21 febbraio.museo-cantonale-arte.ch Tel. 0041.91910.4780

LIVEMilanoIl 9 Daniel Barenboim dirige un gala dedicato a Placido Domingo (sotto) per il 40° del suo debutto scaligero. In programma il primo atto di Valkiria di Wagner con il tenore spagnolo impegnato come Siegmund, Nina Stemme come Sieglinde e KwanchulYoun come Hunding. Al Teatro alla Scala.teatroallascala.org

IN SCENA

Trieste Il Rossetti, Teatro stabile del Friuli Venezia Giulia, ospita dal 9 al 15 Chicago, il musical di John Kander, Fred Ebb e Bob Fosse. L’edizione è quella originale, sul palco insieme a Gary Wilmot, star del West End londinese nel ruolo dell’avvocato Billy Flynn, 22 interpreti e un’orchestra jazz di 12 elementi. Ilrossetti.it

Salerno Da martedì 8 (e con 5 successive repliche) al Teatro Municipale va in scena Nabucco di Giuseppe Verdi. Sul podio Daniel Oren, sul palco Leo Nucci e Nazareno Antinori, alla regia Gigi Proietti. Costumi, sorprendenti e ricchi di citazioni (da Balenciaga a Mijiake), dello stilista intellettuale Quirino Conti (sopra, un bozzetto), ideatore anche degli spazi scenici, in contrasto, estremamente essenziali.Teatroverdisalerno.it

Bergamo Si intitola Fili il nuovo viaggio nel mondo letterario di Erri De Luca. Lo scrittore è sul palco (sopra) nel ruolo sia di osservatore della sua opera che di lettore e commentatore di autori dai quali è stato influenzato. Con lui, Gerolamo Alchieri, Alessio Caruso, Aurora De Luca. Al Creberg Teatro il 5.Crebergteatro.it