filiera grano duro news - n 10 - apr 09

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Proprietà e redazione: Società Produttori Sementi Via Macero, 1 - 40050 Argelato (BO) - [email protected] Direttore responsabile: Dott. Marco Bon Stampa: Bime Tipo-Litografia s.n.c. Via Sebastiano Zavaglia 20/24 - 40062 Molinella (BO) Reg. Tribunale di Bologna n. 7711 del 15/11/2006 Periodico realizzato con il contributo della Regione Emilia- Romagna ai sensi della L. R. 28/1998. PERIODICO DI INFORMAZIONE TECNICO - ECONOMICA N. 10 - APRILE 2009 Filiera Grano duro news Grano duro news Filiera PERIODICO DI INFORMAZIONE TECNICO-ECONOMICA A SOSTEGNO DEL PROGETTO PILOTA “GRANO DURO DI ALTA QUALITÀ” IN EMILIA-ROMAGNA SOCIETà PRODUTTORI SEMENTI S.p.A. BOLOGNA Sommario Rinnovato l’Accordo di filiera pag. 1 Accordi di filiera nel grano pag. 2 duro: occorre sperimentare i contratti “chiusi” Cereali Emilia-Romagna: pag. 3 la maggiore OP cerealicola italiana La Piattaforma Tecnologica pag. 4 “Plants for the Future” Borlaug Global Rust Initiative pag. 5 “PastaTrend”: primo evento pag. 6 dedicato alla filiera della pasta Andamento meteo marzo ’09 pag. 7 Health check: cosa cambia pag. 8 per il grano duro dopo la terza riforma della PAC Sommario Il nuovo Accordo di filiera, valido per la campa- gna cerealicola in corso, è stato sottoscritto nel mese di marzo da tutti i soggetti che avevano partecipato, fin dall’inizio, al progetto per la col- tivazione di grano duro di alta qualità in Emilia- Romagna, avviato con le semine del 2006. Prosegue dunque l´alleanza tra Regione, Ba- rilla e mondo agricolo per lo sviluppo della coltivazione di grano duro, e quest’anno è pre- vista una produzione di oltre 60 mila tonnel- late, che verranno conferite allo stabilimento di Parma. A tre anni dall’avvio dell’innovativa esperien- za, viene confermata l’importanza di una col- laborazione che permette la programmazione della produzione e delle consegne nonché la valorizzazione del prodotto, per dare maggio- re stabilità a tutta la filiera. Ciò è vero anche e soprattutto a fronte di previsioni che per il 2009 indicano una marcata contrazione della superficie a grano, legata alla forte riduzione del prezzo e all’andamento stagionale poco fa- vorevole alle semine. Le ricadute positive dell´intesa sono moltepli- ci, sia per Barilla che potrà disporre di grani di qualità prodotti in Emilia-Romagna, sia per le aziende agricole, per le quali l´accordo è un´importante strumento per garantire un ulteriore sbocco di mercato valorizzando un prodotto di alta qualità. L´accordo punta anche ad un obiettivo più ge- nerale e di fondo: rendere strutturale la produ- zione di grano duro di qualità nelle aree vocate dell’Emilia-Romagna, facendo della regione un importante polo produttivo. Questo terzo Accordo corregge, su richiesta degli stessi rappresentanti degli agricoltori, alcune critici- tà manifestatasi nella gestione dei precedenti e prevede dei premi che, a fronte di valori di mercato quest’anno molto bassi per il grano duro, possono rendere più remunerativa tale coltura. E’ opportuno evidenziare le principali novità e i contenuti del nuovo Accordo: 1) aumento delle maggiorazioni di prezzo per qualità del prodotto (tenore proteico) e mag- giore facilità a raggiungere scaglioni di premio più favorevoli: si è passati da un totale di 16 euro/tonnellata a 19 euro/tonnellata per il te- Rinnovato l’Accordo di filiera Grano duro di alta qualità Tiberio Rabboni - Assessore all’Agricoltura - Regione Emilia-Romagna nore proteico più elevato e si è aumentato il premio soprattutto per il livello intermedio, più facile da raggiungere; 2) maggiore flessibilità nelle consegne da par- te degli stoccatori e quindi possibilità di me- glio adattare le consegna all’effettiva disponi- bilità del prodotto; 3) nuovo ulteriore premio di 5 euro/tonnellata per utilizzo di prodotto conciante delle semen- ti (Real Geta); 4) premio ulteriore di 3 euro/tonnellata per impiego di una specifica e particolare varietà (Normanno); 5) modalità di controllo e verifica delle carat- teristiche del prodotto (e di gestione di even- tuali non conformità) definite e concordate nell’accordo quadro, improntate quindi al ri- spetto dei doveri di solidarietà, buona fede e correttezza contrattuale; 6) maggiore flessibilità nella definizione del prezzo, con possibilità di definirlo non solo per la consegna per quote mensili, secondo quanto già previsto dall’accordo, ma anche di definire il “Prezzo finito”, con fissazione di un prezzo, stabilendone contestualmente i pro- grammi di consegna a Barilla e le maggiora- zioni mensili per i costi di stoccaggio. Barilla si è inoltre impegnata ad approfondire, con i fornitori interessati e a titolo sperimentale, eventuali simulazioni di modalità innovative per la determinazione del prezzo del grano duro, secondo quanto descritto in altro artico- lo di questo periodico. Restano infine in vigore tutti gli impegni e le premialità riconosciute anche dal precedente accordo quadro: es. premio di 5 euro/tonnella- ta per adesione al progetto, premi per servizi prestati (prepulizia, conservazione con mezzi fisici e senza mezzi chimici) ecc. L’accordo raggiunto conferma complessiva- mente la correttezza dell’impostazione iniziale e si riafferma inoltre la possibilità - che si ha solo nell’ambito di accordi condivisi da tutta la filiera - di individuare nel corso degli anni azioni correttive concordate, per affrontare al meglio le sfide che una estesa produzione regionale di grano duro di alta qualità deve affrontare.

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Questo il sommario: Rinnovato l'Accordo di filiera "Grano duro di alta qualità"; Accordi di filiera nel grano duro: occorre sperimentare i contratti “chiusi”; Cereali Emilia-Romagna: la maggiore OP cerealicola italiana; La Piattaforma Tecnologica "Plants for the Future”: un'opportunità per l'agroalimentare nazionale; Borlaug Global Rust iniziative: resta alta l'attenzione verso UG99; “PastaTrend”: primo evento fieristico dedicato alla filiera della pasta; Andamento meteo marzo ’09; Health check: cosa cambia per il grano duro dopo la terza riforma della PAC

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Page 1: Filiera Grano Duro News - n 10 - apr 09

Proprietà e redazione: Società Produttori Sementi Via Macero, 1 - 40050 Argelato (BO) - [email protected]

Direttore responsabile: Dott. Marco Bon

Stampa: Bime Tipo-Litografia s.n.c. Via Sebastiano Zavaglia 20/24 - 40062 Molinella (BO)

Reg. Tribunale di Bologna n. 7711 del 15/11/2006

Periodico realizzato con il contributo della Regione Emilia-Romagna ai sensi della L. R. 28/1998.

Periodico di informazione tecnico - economican. 10 - aPriLe 2009

Filiera Grano duronews

Grano duronewsFiliera

Periodico di informazione tecnico-economica a sostegno delProgetto Pilota “grano duro di alta qualità” in emilia-romagna

SOciETàProdUttori Sementi S.p.a. BOLOGNA

SommarioRinnovato l’Accordo di filiera pag. 1

Accordi di filiera nel grano pag. 2 duro: occorre sperimentare i contratti “chiusi”

cereali Emilia-Romagna: pag. 3 la maggiore OP cerealicola italiana

La Piattaforma Tecnologica pag. 4 “Plants for the Future”

Borlaug Global Rust initiative pag. 5

“PastaTrend”: primo evento pag. 6 dedicato alla filiera della pasta

Andamento meteo marzo ’09 pag. 7

Health check: cosa cambia pag. 8 per il grano duro dopo la terza riforma della PAc

Sommario

Il nuovo Accordo di filiera, valido per la campa-gna cerealicola in corso, è stato sottoscritto nel mese di marzo da tutti i soggetti che avevano partecipato, fin dall’inizio, al progetto per la col-tivazione di grano duro di alta qualità in Emilia-Romagna, avviato con le semine del 2006. Prosegue dunque l´alleanza tra Regione, Ba-rilla e mondo agricolo per lo sviluppo della coltivazione di grano duro, e quest’anno è pre-vista una produzione di oltre 60 mila tonnel-late, che verranno conferite allo stabilimento di Parma.A tre anni dall’avvio dell’innovativa esperien-za, viene confermata l’importanza di una col-laborazione che permette la programmazione della produzione e delle consegne nonché la valorizzazione del prodotto, per dare maggio-re stabilità a tutta la filiera. Ciò è vero anche e soprattutto a fronte di previsioni che per il 2009 indicano una marcata contrazione della superficie a grano, legata alla forte riduzione del prezzo e all’andamento stagionale poco fa-vorevole alle semine.Le ricadute positive dell´intesa sono moltepli-ci, sia per Barilla che potrà disporre di grani di qualità prodotti in Emilia-Romagna, sia per le aziende agricole, per le quali l´accordo è un´importante strumento per garantire un ulteriore sbocco di mercato valorizzando un prodotto di alta qualità.L´accordo punta anche ad un obiettivo più ge-nerale e di fondo: rendere strutturale la produ-zione di grano duro di qualità nelle aree vocate dell’Emilia-Romagna, facendo della regione un importante polo produttivo. Questo terzo Accordo corregge, su richiesta degli stessi rappresentanti degli agricoltori, alcune critici-tà manifestatasi nella gestione dei precedenti e prevede dei premi che, a fronte di valori di mercato quest’anno molto bassi per il grano duro, possono rendere più remunerativa tale coltura. E’ opportuno evidenziare le principali novità e i contenuti del nuovo Accordo: 1) aumento delle maggiorazioni di prezzo per qualità del prodotto (tenore proteico) e mag-giore facilità a raggiungere scaglioni di premio più favorevoli: si è passati da un totale di 16 euro/tonnellata a 19 euro/tonnellata per il te-

rinnovato l’accordo di filiera Grano duro di alta qualitàTiberio Rabboni - assessore all’agricoltura - regione emilia-romagna

nore proteico più elevato e si è aumentato il premio soprattutto per il livello intermedio, più facile da raggiungere;2) maggiore flessibilità nelle consegne da par-te degli stoccatori e quindi possibilità di me-glio adattare le consegna all’effettiva disponi-bilità del prodotto;3) nuovo ulteriore premio di 5 euro/tonnellata per utilizzo di prodotto conciante delle semen-ti (Real Geta);4) premio ulteriore di 3 euro/tonnellata per impiego di una specifica e particolare varietà (Normanno);5) modalità di controllo e verifica delle carat-teristiche del prodotto (e di gestione di even-tuali non conformità) definite e concordate nell’accordo quadro, improntate quindi al ri-spetto dei doveri di solidarietà, buona fede e correttezza contrattuale;6) maggiore flessibilità nella definizione del prezzo, con possibilità di definirlo non solo per la consegna per quote mensili, secondo quanto già previsto dall’accordo, ma anche di definire il “Prezzo finito”, con fissazione di un prezzo, stabilendone contestualmente i pro-grammi di consegna a Barilla e le maggiora-zioni mensili per i costi di stoccaggio. Barilla si è inoltre impegnata ad approfondire, con i fornitori interessati e a titolo sperimentale, eventuali simulazioni di modalità innovative per la determinazione del prezzo del grano duro, secondo quanto descritto in altro artico-lo di questo periodico.Restano infine in vigore tutti gli impegni e le premialità riconosciute anche dal precedente accordo quadro: es. premio di 5 euro/tonnella-ta per adesione al progetto, premi per servizi prestati (prepulizia, conservazione con mezzi fisici e senza mezzi chimici) ecc. L’accordo raggiunto conferma complessiva-mente la correttezza dell’impostazione iniziale e si riafferma inoltre la possibilità - che si ha solo nell’ambito di accordi condivisi da tutta la filiera - di individuare nel corso degli anni azioni correttive concordate, per affrontare al meglio le sfide che una estesa produzione regionale di grano duro di alta qualità deve affrontare.

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Filiera Grano duronews N. 10 - Aprile 2009

Il trend dei prezzi del grano duro, a livel-lo sia internazionale, sia nazionale, sta registrando dall’aprile 2008 un calo pro-gressivo. Recentemente il prezzo è giunto sotto la soglia dei 200 €/t, cioè su livelli di poco superiori a quelli dei primi mesi del 2007, cioè precedenti alla bolla dei prez-zi agricoli. A questo andamento ha fatto riscontro un costante aumento dei costi di produzione, con particolare riferimen-to ai fertilizzanti, che ha ridotto ulterior-mente i margini delle aziende agricole. In Italia, l’abbassamento dei prezzi e il maltempo hanno determinato una ridu-zione significativa delle nuove semine rispetto all’anno precedente, stimata tra il 20 e il 30%. La contrazione dell’offerta nazionale, che presumibilmente ne scatu-rirà, induce speranze (o timori, dipende dai punti di vista) di un nuovo rialzo dei prezzi, come è avvenuto in misura clamo-rosa nella passata campagna. Questa volatilità di quantità e prezzi comporta problemi per tutti gli operatori della filiera. Infatti, gli agricoltori, insod-disfatti dei listini, sono tentati di ritardare le vendite nella speranza di beneficiare di eventuali lievitazioni, riempiendo così i magazzini. Ma il conseguente inasprimen-to del rischio rappresenta una minaccia particolarmente seria per le loro impre-

accordi di fiLiera

accordi di filiera nel grano duro: occorre sperimentare i contratti “chiusi”Giacomo Zanni - dipartimento endif - università degli studi di ferrara

se, considerata la debolezza finanziaria. A valle, i trasformatori di primo e secondo livello subiscono flessioni negli approv-vigionamenti nazionali e onerose inter-ruzioni di continuità, quando il prodotto giace nei magazzini in attesa dei rialzi. Questa incertezza crea allarme anche presso i consumatori, che temono le spi-rali speculative e gli ingiustificati aumenti dei prodotti sugli scaffali dei negozi. Si tratta, in altre parole, di una classica situazione che i matematici esperti di te-oria dei giochi chiamano “gioco a somma negativa”, cioè una circostanza che alla lunga vede perdenti tutti gli attori della scena. Le prospettive negative dovrebbe-ro spingere tutti gli operatori verso una sempre maggiore integrazione della filie-ra e tale evoluzione dovrebbe essere so-stenuta con azioni sia a livello di regola-zione del mercato, sia a livello di misure d’intervento pubblico. Tra gli strumenti di regolazione, partico-larmente promettente appaiono i contrat-ti di filiera, che in Italia si sono sviluppati a partire da un’esperienza ultradecen-nale, condotta nelle principali zone ce-realicole, con i contratti di coltivazione del grano duro di qualità (in particolare dall’industria Barilla) con varietà a eleva-to contenuto di proteine. Gli obiettivi di

questi modelli contrattuali sono la dimi-nuzione dei rischi di mercato e l’aumento della fiducia tra le diverse parti coinvolte, ottenuti attenuando i rischi e migliorando la programmazione, la stabilità delle for-niture e la qualità del prodotto. Si innesca anche un beneficio di carattere territoria-le, con il potenziamento di poli produttivi di carattere sempre più sistemico. Uno di questi modelli è contenuto nell’ac-cordo “Grano Duro di Alta Qualità”, che da un triennio è stato avviato sotto l’egida della Regione Emilia-Romagna. Il contratto quadro si articola in singoli contratti tra i fornitori (Cereali Emilia Romagna; OP C.I.A.A.D. Grandi Colture; Consorzio agrario di Parma; Consorzio Agrario di Piacenza; Società Cooperativa CAPA Ferrara) e l’impresa Barilla, per un volume totale di circa 60 mila tonnellate previsto per l’annata 2008-2009. A loro volta, i fornitori stipulano contratti con i singoli soci agricoltori per la coltivazio-ne e la valorizzazione del grano duro, nel rispetto di un disciplinare produttivo. La Società Produttori Sementi di Bologna, selezionatrice e costitutrice delle varietà identificate dal disciplinare, fornisce la semente.La novità saliente dei contratti di filiera più recenti, rispetto al passato, è rappre-sentata dalla maggiore consistenza dei benefici economici a favore degli agricol-tori. Oggi si è più consapevoli che le scel-te del coltivatore per la qualità sono con-dizionate alla convenienza economica. In altre parole, i benefici devono essere non simbolici. Perciò, è importante che le im-prese a valle siano capaci di sviluppare dei veri programmi di “fidelizzazione del fornitore” di grano duro, stringendo ac-cordi basati anche sulla solidarietà eco-nomica. Infatti, se uno degli obiettivi principali di un cliente contrattualmente forte che sti-pula un accordo con una massa di forni-tori è di selezionare, tra i tanti potenziali venditori, quelli per i quali la qualità della fornitura è ottenuta al minimo dei costi, nel caso dei contratti di filiera appare potenziata, dal punto di vista del trasfor-matore della materia prima, la finalità di fidelizzare gli agricoltori, massimizzando l’appetibilità del contratto.

Prezzo medio all’origine del grano duro €/ton e prezzo medio all’ingrosso della semola di grano duro €/ton. Fonte: Ismea

290 290 290 280 280 290

370

410

460

620650 650

680

718 721

690

610

575

516

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422

372

323 313

377361

190 190 190 180 180 180

220

270

320

430 430 440470

494 493476

410

350320

304288

258

220196 186

215202

0

100

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300

400

500

600

700

800

Semola di grano duro - ingrosso Grano duro - origine

- 49,9%variazione sumarzo 2008

- 58,9%variazione sumarzo 2008

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Filiera Grano duronews

A questo proposito, una delle possibili innovazioni in grado di assicurare l’inte-grazione di lungo periodo riguarda l’inse-rimento nel contratto di prezzi minimi ga-rantiti, calcolati in base a costi di produ-zione concordati e aggiornati nel tempo, per zona e per tipologia aziendale. Più in generale, il costo di produzione potrebbe essere assunto come base di riferimento per la formazione del prezzo nell’ambito di contratti per consegna differita (for-ward), secondo l’approccio di marketing che vede nella formula “costo di produ-zione più mark up” il metodo canonico per definire il prezzo. Una regolamenta-zione contrattuale in questo senso contri-buirebbe a diminuire il ricorso ai contrat-ti verbali e al “conto deposito”, fenomeni che accentuano i rischi di mercato, e a diffondere l’adozione dei contratti “chiu-si”, nei quali il prezzo è fissato al momen-to della stipula e non più a posteriori, in base alle quotazioni delle Borse Merci (che nel nostro Paese, peraltro, mostrano alcuni problemi di omogeneità). Si tratta di innovazioni da progettare attentamen-te e sperimentare con pazienza. Prima si comincerà, meglio sarà.

attUaLità

cereali emilia-romagna: la maggiore oP cerealicola italianaMatteo Sèlleri - frutta & company s.r.l. (rsm)

Cereali Emilia Romagna di San Giorgio di Piano (BO), la maggio-re Organizzazio-ne di Produtto-ri cerealicola italiana forte di una produzione di circa 850.000 tonnellate (dati 2008), nella quale spiccano il grano tene-ro con 324.000 tons, il grano

duro con 161.000 tons ed il mais con 210.000 tons, ha colto le esigenze espres-se dalla parte produttiva e dal mercato.Si è,infatti, organizzata in maniera moder-na, eliminando barriere che fin qui hanno caratterizzato la cerealicoltura nazionale, proponendosi come soggetto all’avanguar-dia e privilegiato nei confronti della produ-zione, delle Istituzioni, degli acquirenti.L’OP, che ha come soci i Consorzi Agrari di Forlì-Cesena-Rimini, di Bologna-Mo-dena, le Cooperative Progeo di Masone (RE), Terremerse di Bagancavallo (RA) e Padenna di Ravenna adotterà linee strate-giche innovative per i prossimi tre anni.Tali linee si sviluppano su quattro diret-trici principali:1) aumento della qualità a 360°, sicurezza alimentare ed incremento dei livelli di ri-spetto ambientale;2) presenza in maniera unita nei confron-ti della clientela;3) partnership ad ampio raggio e contrat-ti di filiera;4) investimenti coordinati e non sovrap-posti, quindi ammodernamento dei centri di stoccaggio e loro organizzazione con progressivo abbandono del conto deposi-to in favore del metodo di conferimento.L’OP Cereali Emilia Romagna rappresenta un’ulteriore dimostrazione di come in que-sta regione vi sia la voglia di rinnovare la cerealicoltura italiana, provando nel con-tempo ad indicare una strada da seguire.“Oggi assistiamo e viviamo una fase di difficoltà sul fronte dei prezzi pagati ai produttori - afferma Raimondo Ricci Bitti, Presidente dell’OP - ed il futuro è sempre più legato alla capacità di aggre-garsi e di darsi dimensioni organizzative e commerciali di livello internazionale. L’OP è uno strumento moderno per affron-tare un mercato che ha irrobustito la do-manda. Noi - prosegue Ricci Bitti - cerchia-

mo di fare lo stesso con l’offerta, per dare ai nostri produttori la migliore collocazione sul mercato dei loro cereali, per combatte-re le speculazioni sui mercati e per dare più garanzie ai consumatori elevando il livello della sicurezza alimentare”.In quest’ottica si innesta la partecipazio-ne dell’OP alla sottoscrizione del nuovo accordo quadro valido per la campagna 2008/2009 relativo la fornitura all’industria Barilla di un quantitativo di oltre 60.000 tonnellate di grano duro proveniente esclusivamente dall’Emilia-Romagna.Ricci Bitti conclude ricordando che “l’ac-cordo è molto positivo. In un momento critico come l’attuale, dove le superfici a duro sono in diminuzione ed i prezzi in ri-basso, le difficoltà agevolano nel trovare buone idee e l’accordo ha questa veste. Il plus è rappresentato dalla programma-zione e dai controlli congiunti tra parte agricola e parte industriale”.

DATI TECNICI (anno 2008)Soci agricoltori: circa 8.600;Produzione: circa 850.000 tonnellate così suddivise - quasi 550.000 tonnellate di cereali a pa-

glia (grano tenero, duro, orzo, favino, pisello proteico, colza);

- 300.000 tonnellate di cereali autunnali (mais, sorgo, soia,risone, girasole).

Specie produttive principali: a) grano tenero = 324.000 tonnellate; b) grano duro = 161.000 tonnellate; c) mais = 210.000 tonnellate; d) sorgo = 85.000 tonnellate; e) orzo = 47.000 tonnellate.Capacità di stoccaggio:620.000 tonnellate.Trend produttivo preventivato(al 2011): 1.000.000 tonsProvince di insistenza in E.R.:PC, PR, RE, MO, BO, FE, RA, FC, RN. Magazzini/agenzie in E.R.:

CAI FC RN = 30 CAIP BO/MO = 42 PADENNA = 23

TERREMERSE = 8PROGEO = 27Totale = 130

Raimondo Ricci BittiPresidente OP Cereali Emilia Romagna

Prevenzione dellafusariosi della spigaIn considerazione dell’importanza del trattamento fungicida quale fattore di controllo della fusariosi della spiga si richiama quanto riportato nel “Discipli-nare per la produzione e la conserva-zione del grano duro di alta qualità in Emilia-Romagna”.“Considerando la suscettibilità del frumento duro alla fusariosi della spiga ed i risvolti che questa patolo-gia ha sulla salubrità di prodotto (ac-cumulo di micotossine), è vincolante l’esecuzione di un trattamento fungi-cida preventivo ad inizio fioritura. Il prodotto fungicida deve contenere uno dei seguenti principi attivi che si sono dimostrati efficaci nel controllare tale patologia: Procloraz, Tebuconazolo”. Tale trattamento rientra tra le attività che sono da ritenersi vincolanti per l’adesione al progetto pilota di produ-zione di grano duro di elevata qualità in Emilia-Romagna.

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Filiera Grano duronews N. 10 - Aprile 2009

fiLiera aGroaLimentare

La Piattaforma tecnologica “Plants for the future”: un’opportunità per l’agroalimentare nazionaleRoberto Tuberosa – dista università di Bologna

La competitività della filiera agroalimen-tare nazionale dipenderà in misura cre-scente dall’applicazione di innovazioni tecnologiche in grado di migliorare la so-stenibilità della produzione primaria e di offrire al consumatore alimenti salubri e di elevata qualità nutrizionale, nel rispetto delle tipicità territoriali. In questo conte-sto, la Piattaforma Tecnologica “Plants for the future”, al pari di altre Piattaforme Tecnologiche (PT), svolgerà un ruolo trai-nante nell’ambito dei progetti di ricerca comunitari e nazionali. Un aspetto fonda-mentale delle PT è la stretta interazione tra industria e ricerca pubblica, aspetto che nel passato è stato spesso trascurato. Le PT si pongono come protagoniste nel processo di definizione delle politiche di ricerca europee e nazionali. In questo sce-nario si colloca l’iniziativa relativa al lan-cio della PT italiana “Plants for the future” (IT-Plants). La PT IT-Plants rappresenta quindi un’importante opportunità per ri-lanciare la ricerca sulle piante in Italia, comparto ampiamente trascurato nell’am-bito dei finanziamenti pubblici stanziati per la ricerca. Questa scarsa attenzione ha infatti ulteriormente aggravato il diva-rio tra l’Italia e altre nazioni per quanto concerne la ricerca sulle piante, soprat-tutto per gli aspetti relativi alla genomica vegetale, settore altamente strategico per l‘innovazione varietale. La genomica vege-tale e le sue applicazioni per un più effi-cace rilascio di varietà migliorate da parte dell’industria sementiera costituiscono in-fatti il cardine della PT europea e di quella italiana. L’Ateneo di Bologna ha promos-so la creazione della PT nazionale, coin-volgendo esperti del settore che operano presso Istituti di ricerca pubblica ed indu-strie del settore agroalimentare, ivi inclu-se la Società Produttori Sementi e Barilla, che già collaborano con il laboratorio di Genomica Applicata al Miglioramento Ge-netico presso il DISTA, Facoltà di Agraria. Queste attività hanno portato alla pubbli-cazione del “Vision Document”, il docu-mento che tratteggia lo scenario futuro e le priorità della ricerca applicata al setto-re agroalimentare in Italia, presentato il 17 Giugno 2008 a Roma. Successivamente, si è aperta la consultazione del Vision Docu-ment a livello nazionale che ha coinvolto le Società scientifiche attive nella ricerca sulle piante e l’industria dei settori agroa-limentare ed agroindustriale. La versione definitiva del Vision Document (reperibi-le al sito web di IT-Plants: www.unibo.it/

Ricerca/Italianplantsforthefuture.htm) è stata redatta tenendo conto dei commen-ti/suggerimenti pervenuti a seguito della consultazione nazionale.La “governance” di IT-Plants è assicura-ta dal Comitato Direttivo che riunisce 13 membri in rappresentanza dell’industria agroalimentare (Assalzoo, Assobiotec, Associazione Italiana Sementi, Barilla, Centrale Ortofrutticola di Cesena) e delle Istituzioni di ricerca pubblica del settore (CNR, CRA, ENEA, INRAN, Italian Plant Genomic Network, Parco Scientifico e Tecnologico della Sicilia, Parco Tecnologi-co Padano, Università di Bologna). Il Dott. Silvio Ferrari (Assalzoo), Presidente del-la PT, è affiancato dai tre Vice-Presidenti: Dott. Giorgio Morelli (INRAN), Dott. Ro-berto Ranieri (Barilla) e Prof. Francesco Salamini (Parco Tecnologico Padano). Il Consiglio Direttivo si avvale della collabo-razione di un Comitato Scientifico, coordi-nato dal Prof. Roberto Tuberosa (Univer-sità di Bologna), che riunisce 15 membri (tre per ciascuna delle cinque “Challenge” in cui si articola la PT) e oltre 100 consu-lenti in rappresentanza dell’industria, delle Istituzioni di ricerca pubblica ed altri im-portanti attori di filiera. Le cinque Challenge della PT identificano altrettante tematiche ritenute prioritarie per ridare slancio ai comparti agroalimen-tare ed agroindustriale: 1) produzione di alimenti e mangimi salu-bri e nutrienti in quantità sufficiente ai fab-bisogni nazionali;2) prodotti vegetali per l’industria chimica e la produzione di energia;3) agricoltura sostenibile, produzione fore-stale e paesaggio;4) competitività della ricerca di base;5) scelte dei consumatori e governance.Da quanto riportato, si evince che l’ambito di intervento della PT è alquanto ampio. In tale ambito, la Challenge 1 è quella di mag-giore interesse per gli addetti ai lavori nel settore del frumento duro e suoi derivati sono ripetutamente richiamati nel Vision Document per il ruolo fondamentale nella dieta Mediterranea e per i risvolti salutisti-ci che nuovi materiali genetici offerti dalla ricerca (es. frumenti con diverso rapporto tra amilosio ed amilopectina, frumenti con maggior contenuto in microelementi, ecc.) potranno avere nel contrastare il dilagare di malattie croniche ed invalidanti come l’obesità ed il diabete, nonché nel ridurre l’incidenza di particolari tumori (es. colon) e delle malattie cardiovascolari. Grazie ai

progressi della genomica è oggi possibile identificare i geni preposti al controllo del-le principali caratteristiche nutrizionali, re-ologiche ed organolettiche delle farine uti-lizzate per produrre la pasta ed i prodotti da forno. La genomica stessa consente inoltre di ottimizzare le procedure di selezione per trasferire le caratteristiche desiderate nel-le nuove varietà da offrire agli agricoltori. Altro obiettivo di particolare importanza e priorità sottolineato nelle Challenge 1 e 3 del Vision Document riguarda la selezione di varietà di frumento migliorate per quan-to riguarda la resistenza a (i) fitopatie in grado di produrre sostanze nocive per la salute umana e degli animali domestici (es. micotossine) e (ii) eventi climatici avversi (es. siccità) la cui frequenza si intensifiche-rà a seguito dei mutamenti climatici in atto ormai da qualche decennio. Insomma, non mancano gli spunti per una ricerca avan-zata che valorizzi le competenze esistenti ed in grado di fornire materiali genetici di rilievo all’industria sementiera ed all’indu-stria di trasformazione dei prodotti deriva-ti dal frumento. Il prossimo passo della PT IT-Plants consi-sterà nel redigere, sulla base del Vision Do-cument, un documento operativo (Imple-mentation Action Plan) che sarà presen-tato alle Istituzioni preposte alla ricerca pubblica a livello regionale (es. assessorati all’Agricoltura nelle varie Regioni), nazio-nale (es. Ministeri della Ricerca e dell’Agri-coltura) ed Europeo (es. Direttorati del VII Programma Quadro) affinché si rendano disponibili le risorse finanziarie necessa-rie per perseguire gli obiettivi prioritari indicati dal documento. L’auspicio è che, a differenza di quanto spesso avvenuto in passato, queste richieste siano accolte con la dovuta attenzione.

Il logo della Piattaforma Tecnologica ita-liana “Plants for the Future” ricalca quel-lo dell’omonima Piattaforma europea.

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Filiera Grano duronews

attività di ricerca

Borlaug Global rust initiative: resta alta l’attenzione verso UG99Andrea Massi - divisione ricerca - società Produttori sementi Bologna

La resistenza ai patogeni è sicuramente uno tra i principali caratteri oggetto di selezione nei programmi di breeding. Fra queste le ruggini, causate da varie specie del genere Puccinia, rivestono una im-portanza fondamentale in relazione alla loro capacità di creare ogni anno danni molto rilevanti alle produzioni di frumen-to che, è bene ricordare, costituisce la fonte principale di sostentamento per ol-tre il 30% della popolazione mondiale. La pericolosità di questo gruppo di patogeni è basata principalmente sulla loro capa-

cità di adattarsi svi-luppando nuove razze in grado di superare i geni di resistenza uti-lizzati. Un esempio significativo (visibile a fianco) è costituito dalla nuova razza di ruggine nera (Pucci-nia graminis f.sp.tritici) indicata come UG99, che è stata iso-lata per la prima volta in Uganda nel 1999. Questa si è dimostrata in grado di superare molte delle resistenze presenti nelle varietà coltivate e ha creato danni ingenti in Kenya ed Etiopia.

La Borlaug Global Rust Initiative (BGRI) (www.globalrust.org) è un gruppo di la-voro permanente promosso dal premio Nobel Norman Borlaug finanziato, tra gli altri, dalla Rockefeller Foundation e co-ordinato dalla Cornell University (USA), che ha come missione appunto quella di ridurre in modo sistematico la vulnera-bilità delle coltivazioni di frumento alle ruggini.Dal 17 al 20 Marzo 2009 la BGRI ha or-ganizzato un convegno tecnico presso la sede del CIMMYT a Obregon (stato di Sonora - Messico) cui hanno partecipato oltre 300 specialisti, patologi e breeders in rappresentanza di oltre 50 nazioni. Il convegno, presieduto personalmente dal Dr. Borlaug, ha messo in evidenza lo sforzo della comunità scientifica per fronteggiare l’espansione di UG99 che, in pochi anni, si è diffusa dal corno d’Africa,

attraverso lo Yemen, fino in Iran (Fig. 1). Sulle base delle analisi epidemiologiche è previsto che a breve la razza raggiun-ga la pianure indo-gangetiche dell’India, colonizzando un areale strategico per la sopravvivenza di milioni di persone. Molti paesi hanno in corso progetti di valutazione del germoplasma nazionale con l’obiettivo di isolare diverse fonti di resistenza genetica da trasferire in varie-tà commerciali, utilizzando tecniche di selezione assistita da marcatori moleco-lari (Marker Assisted Selection). Partico-larmente efficace è il programma coordi-nato dal CIMMYT che, grazie a più cicli di selezione per anno tra Messico, Kenya ed Etiopia (shuttle breeding), consente di accelerare il processo selettivo nelle zone di massima pressione del patogeno.

Più complesso risulta realizzare il ricam-bio varietale prima della diffusione del pa-togeno. In molti paesi, infatti, non esistono gruppi industriali privati sufficientemente strutturati che possano stimolare la diffu-sione di nuove varietà. In questi contesti risulta fondamentale l’attività di organismi sovranazionali come Nazioni Unite e FAO, in grado di attivare il trasferimento fino a livello dei singoli agricoltori.Il convegno ha inoltre fatto il punto sui progressi nello studio dell’interazione tra ospite e patogeno. La esaustiva rela-zione del Prof. R.A. McIntosh (University of Sidney) ha evidenziato la complessità del genere Puccinia, ma anche l’ampia disponibilità di fonti di resistenza anco-ra non sfruttate. Molti progressi possono essere realizzati grazie all’applicazione di tecniche di selezione assistita, come testi-moniato dai risultati dei gruppi dei Prof. J.Dubckovsky (University of California, Davis) e M.Sorrels (Cornell University) che stanno sviluppando piramidi di geni di resistenza in materiali elite. Nel caso specifico di UG99 sono in corso, presso USDA ARS Minnesota, progetti avanzati di sequenziamento del genoma del pato-geno per la messa a punto di saggi dia-gnostici specifici. Nel complesso rimane fondamentale mantenere attiva un’ampia collaborazio-ne a livello internazionale per monitora-re e contenere le epidemie causate dalle ruggini del frumento.

Norman Borlaug (a sinistra): premio No-bel per la pace nel 1970, definito il padre della Rivoluzione verde, è il promotore del-la Global Rust Initiative.

Fig. 1Andamento della diffusio-ne della UG99 (Puccinia graminis f.sp.tritici).

Fonte: Icarda

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Filiera Grano duronews N. 10 - Aprile 2009

eventi

“Pastatrend”: primo evento fieristico dedicatoalla filiera della pastaMarco Bon - società Produttori sementi Bologna

Si terrà a Bologna, tra un anno, dal 24 al 27 Aprile 2010 il primo Salone internazio-nale della pasta, evento interamente de-dicato ad uno dei simboli più importanti del “made in Italy”.Un evento che coinvolgerà tutti gli anelli della filiera produttiva, dalla ricerca, alla produzione delle materie prime (semen-ti, semole, farine), dagli impianti, alle nuove tecnologie di trasformazione, dai professionisti della ristorazione al gran-de pubblico. L’obiettivo è semplice e pre-ciso: promuovere e affermare la pasta, simbolo della tradizione agroalimentare nazionale e elemento portante della dieta mediterranea, dieta che si candida a di-venire “patrimonio culturale immateriale dell’umanità”.Un evento che, già alla sua presentazione, ha creato preoccupazione nell’ambiente parmense, in quanto giudicato in concor-renza con il salone internazionale dell’ali-mentazione, il “Cibus” che si svolge ogni due anni nella città ducale e che nel 2010 celebrerà la quindicesima edizione.Di diverso avviso invece gli organizzatori bolognesi che valutano la manifestazio-ne PastaTrend né in competizione né in alternativa in quanto ritengono le due manifestazioni concentrate su aree set-toriali differenti; “Cibus” specializzato nella produzione alimentare industriale mentre “PastaTrend” più orientato sul

mondo dell’intera filiera e più aperta al consumatore. Una manifestazione “PastaTrend”che, secondo BolognaFiere, tra gli organizzatori insieme ad Avenue-media, potrà garantire ulteriore sviluppo e valore aggiunto per tutto il territorio regionale e che potrà creare con lo stes-so “Cibus” possibili sinergie in Italia e all’estero, per la promozione delle eccel-lenze alimentari del “made in Italy”.“PastaTrend” è stato presentato nel cor-so di una conferenza stampa tenutasi

il 20 marzo scorso, e alla quale hanno preso parte il Professor Fabio Alberto Roversi Monaco, Presidente di Bologna Fiere; il Senatore Paolo De Castro, Vice Presidente della Commissione Agricol-tura e Produzione Agroalimentare del Senato; il Professor Giorgio Calabre-se, Vice Presidente dell’INRAN (Istitu-to nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione); l’Assessore regionale all’Agricoltura, Tiberio Rabboni e Mari-sa Laurito.“La filiera della pasta ricopre un ruolo di notevole importanza nel sistema produt-tivo ed economico nazionale - commenta il Senatore Paolo De Castro - Senza con-tare che l’Italia detiene l’indiscusso pri-mato mondiale in fatto di produzione di pasta secca e fresca. Il protagonismo e le capacità che gli artigiani e gli industriali della pasta da sempre mettono in campo sono un patrimonio che tutto il mondo ci invidia. Tutto ciò rende particolarmen-te interessante il comparto, polmone di un’economia di settore che, nonostante la crisi globale, è in crescita. I numeri sono positivi non per un miracolo, ma perché questa Italia produttiva può contare su una genetica agraria di altissimo livello, su tecnologie e impianti all’avanguardia e su un’eccezionale capacità di presentare al mondo il prodotto finito”.

PASTATREND

20 marzo 2009 - Conferenza stampa di presentazione di PastaTrend. Da sin.: M. Lauri-to, Prof. G. Calabrese, Sen. P. De Castro, Prof. F. A. Roversi Monaco, Ass. T. Rabboni.

Il Professor Calabrese non ha dubbi: la pasta produce l’ormone del buon umore.“Le proprietà della pasta” - ha afferma-to il Professor Giorgio Calabrese, Vice Presidente dell’Istituto nazionale di ri-cerca per gli alimenti e la nutrizione e membro dell’Authority europea della si-curezza alimentare quale unico rappre-sentante italiano - “hanno la capacità di scatenare la reazione che produce serotonina, il cosiddetto ormone del buon umore. Diciamo di più: un piatto di pasta, associato a un buon bicchiere di vino rosso e a una barretta di cioc-colato, è la triade perfetta per triplica-re la serotonina. E, quindi, riportare nell’individuo fiducia e ottimismo”.

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Filiera Grano duronews

Il periodico Filiera Grano duro news, viene distribuito a tutti i par-tecipanti al Progetto “Grano duro di alta qualità in Emilia-Romagna” e a tutti gli interessati, dai produttori agricoli, agli stoccatori, ai trasforma-tori oltre che ai rappresentanti di enti provinciali e regionali che ne fanno richiesta.Chi fosse in-teressato a ri-ceverlo, può collegarsi al sito internet della Società P r o d u t t o -ri Sementiwww.prosementi.com e compilare il form nella sezione “Con-tatti” oppure iscriversi ad una appo-sita mailing list nella sezione “Grano Duro news” dedicata appositamente al Progetto.In quest’ultima sezione è possibile vi-sualizzare ed eventualmente scarica-re i pdf dei numeri arretrati di Filie-ra Grano duro news http://www.prosementi.com/index.php/ita/ar-chivio_filiera_grano_duro_news/

Questo evento ribadisce il ruolo centrale dell’Italia nel pianeta pasta. D’altro canto è l’Italia che detiene l’indiscusso primato mondiale in fatto di consumo procapite di pasta, attorno ai 28 kg all´anno, e di produzione della pasta secca e fresca. E’ infatti italiana il 26% dell´intera produ-zione mondiale di pasta (che nel 2008 ha raggiunto i 13 milioni di tonnellate) ed il 75% della produzione nei Paesi dell’Unio-ne europea.Il Salone internazionale della pasta si svolgerà all’interno del moderno com-plesso fieristico di Bologna. Il Presidente, Fabio Alberto Roversi Monaco ha ricor-dato come l’Emilia-Romagna ospiti delle realtà internazionali in questo settore. “I Romani nel 200 a.C. - ha commentato il Presidente di BolognaFiere - costruirono la via Emilia con l’intento di creare un polo di gestione dell’economia, ed oggi la pasta ne è un elemento portante”, e lun-go la via Emilia si sono sviluppate delle eccellenze che coinvolgono tutta la filiera produttiva, dalla ricerca alla produzione. Esempi sono, oltre al leader mondiale della pasta, la Facoltà di Agraria dell’Uni-versità di Bologna e la Società Produttori Sementi. “Nel 1911 – ha ricordato Roversi Monaco - la Cassa di Risparmio di Bolo-gna costituì una società per la produzio-ne di sementi, società tuttora in attività, la Società Produttori Sementi, che oggi rappresenta un polo di eccellenza nella ricerca genetica”.

aGrometeoroLoGia

andamento meteoPeriodo marzo 2009William Pratizzoli – arPa emilia-romagnaProsegue un periodo molto piovoso, iniziato a fine ottobre. Gelate diffuse dal 21 al 26.

Le temperatureComplessivamente le temperature del mese non si sono discostate molto dalla normalità. Osservan-do più in dettaglio si può individuare, durante la terza decade, un periodo più freddo del normale. Nelle notti dal 20 al 26 si sono verificate in pianura diffuse gelate con minime scese fino a -5/-6 °C. Va-lori termici così bassi, nella fase di levata, pur es-sendo considerati potenzialmente pericolosi per la fertilità della spiga, non dovrebbere aver prodotto danni alle piante; lo scorso anno negli stessi giorni si verificarono gelate di simile intensità senza che fossero in seguito evidenziati danni riconducibili alle basse temperature.

Dieci anni di pasta globale: cosa è cambiato nella produzione

Paese Tendenza PosizioneQuantità / ton (Anno 2007)

PosizioneQuantità / ton (Anno 1998)

ITALIA = 1° 3.228.000 1° 2.900.000USA = 2° 2.000.000 2° 1.164.000

BRASILE = 3° 1.500.000 3° 1.007.000

RUSSIA = 4° 858.400 4° 545.000TURCHIA + 5° 600.400 6° 375.000EGITTO - 6° 400.000 5° 400.000VENEZUELA + 7° 350.333 9° 240.000GERMANIA - 8° 297.000 7° 274.800ARGENTINA ++ 9° 291.300 15° 160.000MESSICO ++ 10° 285.000 12° 175.000FRANCIA - 11° 244.959 8° 270.000PERU’ = 12° 231.493 11° 185.444SPAGNA - 13° 229.000 10° 212.000CANADA = 14° 170.000 13° 170.000GRECIA ++ 15° 150.000 18° 120.535POLONIA + 15° 150.000 16° 150.000GIAPPONE = 16° 144.500 17° 138.130CILE - - 17° 139.410 14° 168.000COLOMBIA ++ 18° 131.270 22° 70.000TUNISIA = 19° 110.000 19° 110.000INDIA = 20° 100.000 20° 100.000

Le precipitazioniCome i mesi precedenti, dal novembre 2008, an-che marzo è stato ricco di precipitazioni, in par-ticolare nelle province occidentali. Nel parmense e piacentino sono piovuti oltre 100 mm, ne sono attesi 30-40 (secondo il clima 1991-2005); anche nelle province centrali, dal reggiano al bolognese e nel ferrarese le piogge sono state superiori alla norma. In Romagna è piovuto meno rispetto alle altre zone, ma le piogge del mese risultano co-munque lievemente superiori ai valori normali.

Il contenuto idrico del suoloI valori di acqua disponibile alla fine di marzo ri-sultano in generale molto alti, la mappa mostra la situazione dell’umidità del suolo (U) rispetto alla capacità di campo (CC). Si fa notare che, a causa della formula utilizzata (CC-U), nelle aree occidentali della regione appaiono valori negati-vi, che indicano come i terreni a fine mese pre-sentassero un contenuto idrico superiore alla capacità di campo. L’elevata umidità dei terreni è sicuramente positiva in relazione alla riserva idrica utilizzabile dalle colture nei prossimi mesi, può però rilevarsi un fattore negativo in quanto predisponente a fenomeni di asfissia radicale.

numeri arretrati

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Filiera Grano duronews N. 10 - Aprile 2009

Sotto la denominazione health check “ve-rifica dello stato di salute”, il 20 novem-bre 2008 è stata approvata la terza rifor-ma della PAC. Dopo Agenda 2000 (2000-2004) e la rifor-ma Fischler approvata nel 2003, health check rappresenta la continuazione natu-rale della politica comunitaria che dise-gna la PAC fino all’anno 2012.Confermato fondamentalmente l’impian-to della riforma Fischer, la verifica dello “stato di salute” della PAC aggiunge alcu-ne novità: il rafforzamento del disaccop-piamento, lo smantellamento ulteriore de-gli interventi di mercato (set aside, quote latte, regimi di intervento), una modula-zione più forte che consentirà di spostare risorse allo sviluppo rurale e l’attuazione di un intervento specifico previsto dal Reg. 73/2009 art. 68-72 in grado di crea-re un collegamento fra il “primo pilastro” degli aiuti diretti ed il “secondo pilastro” del PSR (Piano di sviluppo rurale).Questi interventi, che vanno a sostituire il vecchio art. 69 del Reg. Ce 1782/2003, nel-le intenzioni della commissione europea sono uno strumento utile per qualificare la spesa per la PAC, in funzione di com-portamenti ed obiettivi qualificanti.

Le riforme dell’health checkPer quanto riguarda i punti di diretto inte-resse per l’attività sementiera in generale e per il grano duro in particolare, sono due le modifiche più importanti:- premio specifico alla qualità per il grano duro: il premio qualità (40 euro/ettaro) riservato agli agricoltori che im-piegano sementi certificate di varietà pre-senti nell’elenco delle varietà ammissibili al premio elaborata dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, in quanto riconosciute per la loro adegua-ta qualità idonee per la produzione di se-mola e di pasta, viene soppresso a decor-rere dal raccolto 2010; pertanto le colture in corso sono le ultime a beneficiare del detto premio, che dal 2010 verrà integra-to nel pagamento unico disaccoppiato.L’health check completa infatti il proces-so della riforma Fischler obbligando tutti i Paesi a passare al disaccoppiamento to-tale: gli ultimi residui pagamenti accop-piati verranno totalmente disaccoppiati nei prossimi anni, tra il 2010 ed il 2012;- pagamenti supplementari vecchio art. 69 / nuovo art. 68: anche i paga-

PoLitiche comUnitarie

health check: cosa cambia per il grano duro dopo la terza riforma della PacMarco Bon - società Produttori sementi BolognaEnrico Grendene - collaboratore Periodico “filiera grano duro news”

menti supplementari dell’articolo 69 del Reg. Ce 1782/2003 dal 2010 saranno disac-coppiati o erogati in altra forma; lo Stato membro può infatti decidere di far conflu-ire tali importi nel nuovo articolo 68 del Reg. 73/2009 che sostituisce l’art. 69; per le colture in corso nella annata agraria 2009 rimangono comunque in vigore i paga-menti e le norme del vecchio art. 69.Il nuovo articolo 68 consente ai Paesi UE a partire dal 2010 di trattenere fino al 10% dei massimali nazionali dei pagamenti di-retti (per l’Italia si tratta di un plafond di 430 milioni di euro) da destinare in modo flessibile per finalità vecchie e nuove, ov-vero:• pagamenti annuali supplementari a van-taggio di tipi specifici di agricoltura,• miglioramento dell’ambiente,• miglioramento della qualità,• miglioramento della commercializza-zione dei prodotti agricoli,• miglioramento del benessere animale,• attività agricole che comportano benefi-ci agroambientali aggiuntivi,• pagamenti accoppiati in zone vulnera-bili,• aumento del valore dei titoli per evitare l’abbandono delle terre in zone di monta-gna e/o con vantaggi specifici,• assicurazioni,• fondi di mutualizzazione.

Misure, quindi, non solo per migliorare la qualità e la commercializzazione dei pro-dotti ma anche per concedere aiuti ai pro-duttori di latte, delle carni (bovine, ovine e caprine) e del riso in aree svantaggiate o vulnerabili, oppure a sovvenzionare ad esempio polizze di assicurazione contro le calamità naturali e fondi comuni di in-vestimento.Per i seminativi, i pagamenti supplemen-tari, erogati in base all’art. 69, sono paga-ti agli agricoltori che utilizzano sementi certificate di grano duro, grano tenero o mais o che adottano un avvicendamento almeno biennale (con un apposito decre-to ministeriale è stato definito il quanti-tativo minimo di sementi certificate da utilizzare per ettaro - Decreto Mipaaf n. D/580 del 2004). L’importo massimo del pagamento supplementare è fissato a 180 euro/ha, ma in realtà si tratta di un massi-male che viene ridotto in base al numero di ettari dichiarati nelle domande di pa-gamento (per il 2009 si stima un contribu-

to di 45 euro/ettaro). La misura adottata, nel corso di questi anni di applicazione, ha dimostrato la sua inefficacia in quanto per assicurare una equa distribuzione a tutti i produttori, e per un semplice cal-colo economico di non spostare risorse da una regione ad un’altra, si è adottata un’applicazione di basso profilo che non ha generato i benefici qualitativi previsti ed ha aggravato enormemente i produt-tori e le amministrazioni in fase di con-trollo.Le decisioni future di ogni Stato membro sulle misure opzionali (aiuto alle semen-ti certificate e pagamenti supplementari dell’art. 68) dovranno essere prese entro il primo agosto di ogni anno, a partire dalla prima scadenza fissata nel 1 agosto 2009.Le risorse a disposizione dell’art. 68, come già detto ammontano al 10% dell’in-tero valore dei contributi comunitari di-retti. Per l’Italia le risorse certe, almeno fino a questo momento, sono date dal vecchio art. 69 pari 190 mln di euro circa e a 140 mln di euro per i titoli non utiliz-zati presenti in portafoglio alle aziende, quindi dovrebbe attestarsi sui 330 mln di euro, distribuiti anche a settori diversi da quelli di provenienza. Quindi se in pas-sato abbiamo assistito ad importi diver-sificati dell’aiuto supplementare, perché derivanti da settori diversi (seminativi, bietole, zootecnia) in futuro è lo stato membro che decide quale settore incen-tivare o tutelare nella propria autonomia locale.In particolare per il settore grano duro è da considerare l’incentivo al grano duro di qualità, per stimolare la produzione di grani con caratteristiche merceologiche di alto valore qualitativo adatte alla filiera della pasta di semola italiana, l’incentivo andrebbe a migliorare l’immagine della pasta italiana, ad incentivare la coltiva-zione in un settore in cui siamo carenti con un benefico effetto sulla bilancia commerciale. Gli interventi al grano duro, già previsti dal vecchio art. 69, erano talmente indif-ferenziati che di fatto hanno permesso a tutte le varietà registrate di attingervi; si spera che con l’applicazione dell’art. 68 si possa avere un criterio di ammissibilità in grado di rispondere ai veri requisiti di qualità che possa individuare varietà di grano duro con caratteristiche altamente qualitative.

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