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Bruno Sullo Finestre & Finestre Mostra d’arte Gattarossa Art Gallery Kafe Piombino 2016

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Page 1: Finestre & Finestre...Finestre della Luce, per conseguire un risultato di sintesi tra categorie diver - se di opere, in linea con l’orientamento ideologico dell’autore. ** Umberto

Bruno Sullo

Finestre & Finestre

Mostra d’arte

Gattarossa Art Gallery KafePiombino 2016

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Indice

Finestre. perché pag. 3Le Finestre della Luce 7Altre Trans-parenze 13Trasparenza tra arte e politica 25L’Oggetto Quotidiano 31Il video: There by the Sea 37Note biografiche 40

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Finestre, perché?

Corrono i primi anni 1980 quando Bruno Sullo si libera dei suoi debiti verso l’astrattismo classico ed acquisisce una dimensione artistica au-tonoma, ponendo al centro della sua riflessione il concetto di confine attraversabile espresso dall’oggetto finestra.La riflessione di partenza è che la storia dell’uomo è regolata da un modello culturale basato sulla logica binaria dell’aut-aut che celebra l’intolleranza dei contrari. Tale modello è espresso dalla disequazione x=y in cui, se “x” è il bene, il bello, il giusto, “y” non può essere altro che il male, il brutto, l’iniquo. I due termini non sono semplici com-ponenti di un rapporto, sono due contendenti ciascuno dei quali si ritiene depositario della Verità e non tiene conto del fatto che essa è la risultante di diverse e spesso contrastanti verità.Gli uomini hanno costruito questo modello agli albori della civiltà (ad esempio il conflitto tra l’uomo di Neanderthal e di Cro-Magnon), l’hanno applicato nella loro storia, classica, medievale e moderna (si considerino, come puri esempi, Atene e Sparta, Impero e Papato, Fa-scismo e Comunismo), e l’osservano anche al giorno d’oggi.L’ideologia contrappositiva del modello binario ha costellato il cammi-no dell’uomo di episodi di intolleranza e crudeltà; ha scavato abissi di incomprensione tra individui, popoli e nazioni; ha prodotto la guerra fredda, gli attentati politici di destra e di sinistra, il conflitto israelo- palestinese, il terrorismo e le ritorsioni conseguenti o “preventive”.Esiste però una linea sottile, quasi virtuale, dove si verifica l’incontro degli opposti, la loro individuazione, ma anche, la coesistenza: è il confine, potente luogo di operatività da cui si può partire per superare gli influssi negativi e le contraddizioni del modello binario. Perché se il confine, pur mantenendo il suo ruolo protettivo, è provvisto di var-chi attraversabili attraverso i quali i due versanti possano comunicare la loro presenza e scambiare le loro esperienze, può essere vinta dalla conoscenza la lunga guerra di trincea innescata dal modello binario, e può essere scongiurata la deflagrazione dell’odio e della violenza.

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Questi varchi attraversabili possono essere definiti soglie, e, nelle abi-tazioni sono costituiti dalle porte e dalle finestre. Delle due, le porte esercitano con minore rigore la loro funzione di soglia in quanto si trovano anche nei muri interni della casa, a separare ambienti meno decisamente contrastanti, ed inoltre, consentendo il passaggio fisi-co da un versante all’altro, perdono quello di partenza nel momento stesso in cui conquistano quello di arrivo.La finestra invece, trovandosi per definizione nei muri perimetrali del-la casa, permette di stare dentro e guardare fuori (e viceversa), offre pro-tezione e privatezza senza ostacolare la comunicazione, ripara dagli agenti atmosferici avversi ma non si oppone all’ingresso della luce: è dunque disponibile alle varie e diverse necessità degli uomini di cui asseconda il bisogno di concavità e la spinta alla conoscenza.La finestra, quindi, assolve correttamente alla sua funzione di soglia costituendo un varco liberamente attraversabile (dalla vista) e po-nendosi come testimone dell’attuabilità di un processo di mediazione e di integrazione dei contrari capace di vincere l’incomunicabilità e quindi l’ostilità tra individui, popoli e nazioni. Il traguardo è manife-stamente utopico, ma di una utopia lucida (che sa bene di essere tale e non rinuncia ad esserlo), che esercita tutta l’energia e la necessità di un progetto di forte motivazione ideale. Del resto, poiché ci sia-mo costruiti una società difficile, caratterizzata dal logoramento dei valori, dalla spinta egotica alla felicità individuale, dalla minaccia di una tragica solitudine esistenziale, un progetto capace di cogliere e attualizzare le spinte profonde all’apertura e alla cooperazione appare oggi non solo opportuno, ma indispensabile.Intorno alla finestra Sullo ha costruito un universo di segni, ipotesi concettuali e operazioni artistiche tuttora in evoluzione. Rivolgen-dosi ad essa, costruisce una propria individualità artistica e attra-versa differenti declinazioni d’arte contemporanea senza perdere in identità e coerenza. Inoltre, inserendo la forma e il significato della finestra-soglia in diversi e molteplici àmbiti espressivi (objet trouvé, pittura, installazione, performance, video), Sullo risolve la propria

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creatività in una sorta di continuum poetico che è suo specifico e non gli impedisce di ideare soluzioni e percorrere itinerari nuovi e diversi.Ma una considerazione finale è d’obbligo: a ben vedere, la finestra è costituita da una serie rigorosa di quadrati e rettangoli, e questo permette all’autore di non recidere le sue radici culturali (che affon-dano nell’humus fertile della lezione mondriana); al tempo stesso la sua fisicità di oggetto gli rende possibile il superamento della norma attraverso l’introduzione nello schema razionale del Maestro l’apo-stasia della materia e della libertà cromatica, operazione cui già in precedenti periodi di lavoro l’autore aveva posto mano.

La prima Finestra, 1985, cm (112x37)x2Battenti di finestra a luci asimmetriche con due saliscendi e interventi di colore

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←Illuminazionefrontale

Retroilluminazione

Trans-parenza 19Finestre in volo

(2006)cm 88x88Acrilici su

plexiglass abraso

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Le Finestre della Luce

Nel 1999 viene a maturazione un’intuizione già presente in alcune opere precedenti: la finestra perde la sua vocazione oggettuale e si identifica con la sua immagine, una forma ben riconoscibile, ridot-ta però a pura figura geometrica, che si inserisce sulla superficie del tableau perdendo spessore e consistenza, non però forza e significato.In questa nuova prospettiva l’artista si concentra su una delle com-ponenti storiche dell’opera d’arte, la superficie, del resto già altrimenti esaminata in precedenti stagioni creative. La superficie diventa essa stessa un “confine”, tra il davanti e il retro, che può essere “attraversa-to”: è la direzione intrapresa nel 2001 con una serie di opere dal titolo comune di Trans-parenze.Usando materiali adatti (il tessuto non tessuto ed il plexiglass abra-so), sovrapponendo più strati e adottando diverse modalità di lavoro (pittura, collage, inserimenti oggettuali, ecc.), l’artista gioca con la semi-trasparenza del supporto per ottenere effetti visivi imprevisti e suggestivi con la semplice tecnica della retro-illuminazione.Le finestre disegnate, intagliate o incollate sul tableau del quadro conservano, nell’esibizione di se stesse, il consueto ruolo di soglia pre-visto dal progetto dell’autore; a sua volta la luce, prodotta da un im-pianto elettrico sistemato dietro la superficie, l’attraversa e ne evidenzia le stratificazioni, le venature, le forme applicate, svelando aspetti, figu-razioni e presenze invisibili alla normale illuminazione frontale. Con la semplice pressione su un interruttore l’opera si modifica profonda-mente, rivela l’altra faccia della sua realtà, quella che altrimenti non si potrebbe mai vedere e neppure immaginare.Il passaggio della luce non cancella completamente i caratteri per così dire originari dell’opera: i due aspetti coesistono, sia pure con diver-so peso visivo, traducendo coerentemente il concetto di integrazione degli opposti che l’artista continua a proporre come valore positivo.Per queste loro caratteristiche le Trans-parenze richiedono una pe-culiare strategia espositiva, affidata alla penombra dell’ambiente ed

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all’effetto prodotto su esso dalla luminosità proveniente dai quadri. Dunque, l’esibizione di questi lavori produce un’abitazione del luogo espositivo ed assume i caratteri di una installazione cui l’autore, su suggerimento di Giancarlo Bertoncini, ha imposto il nome di Fine-stre della Luce. Scrive Bertoncini:

[...] La convinzione che la pittura sia identificabile in primis con il colore ed il colore con la luce si proietta efficacemente in queste opere di Sullo, in cui un ruolo predominante è appunto giocato dalla luce. La luce modifica essenzialmente la natura dell’opera, ne trasforma segno e significato.[...] La luce opera in funzione di “creazione” dell’opera: ora manifesta una diversa versione del soggetto, mettendone quindi “in luce” l’ambi-valenza; ora fa apparire ciò che non si mostra nella superficie, la faccia nascosta ed “altra”, radicalmente diversa, un’opera distinta da quella che si propone nell’epidermide fenomenica. In entrambi i casi è immediata la sollecitazione ad una prospettiva di lettura propiziata dalla scienza dell’inconscio: non è tanto a contare l’oggetto che si vede o che assume altra faccia, o l’oggetto che si nasconde, che resta nell’oscurità e poi ap-pare, ma appunto il significato connesso a questa proprietà formale..., a questo processo dell’opera, che è una proprietà peculiarmente linguisti-ca: è nel procedimento linguistico che in primo luogo parla una logica altra.

Trans-parenza 3 (2007 ) diam. cm 32,5

Ceramica su base di legno e acrilicicon illuminazione interna a neon circolare.

In collaborazione con lo Studio Ernan di ceramica, Albisola Superiore (sv)

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←Illuminazione frontale

Illuminazione interna

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Trans-parenza 40: Blue coke window (2008) cm 87x62x13Finestra con bottiglie di Coca-Cola su fondo di plexiglass abraso

Illuminazione facoltativa interna a neon

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A destra:Illuminazione

frontale

Sotto:Illuminazione

interna

Trans-parenza 47: Annottarsi

(2008)cm 86 x 86

Acrilici e collagesu plexiglass

abraso.

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Trans-parenza 81: III-3, 22,30 sereno(2011) cm 80x80

Plexiglass deformato al calore; acrilici, collage e ritaglio su tavola

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Altre Trans-parenze

Non è obbligatorio che l’effetto di trasparenza sia prodotto da una luce artificiale proveniente da dietro la superficie: lo stesso risultato si può ottenere disponendo sagome ritagliate di finestre su più sfondi tra-sparenti che permettano di vedere i vari piani sovrapposti eventual-mente fino alla parete del muro. Questa è la via intrapresa dall’autore dal 2011 con opere di nuova impostazione che, per un certo tempo, si sono affiancate alle Finestre della Luce.Nei nuovi lavori il piano trasparente anteriore (il vetro dei quadri tra-dizionali) è investito dal processo creativo e diviene parte integrante dell’opera. La trasformazione è ottenuta utilizzando una lastra di ple-xiglass trasparente che, deformata dal calore e dalla manipolazione dell’autore, diviene irregolare, accidentata, con sporgenze e rientran-ze disposte in modo asimmetrico e capriccioso*.La funzione protettiva della superficie anteriore non è perduta e nep-pure è alterata la trasparenza del materiale: tuttavia l’irregolarità del piano deformato produce una serie di rispecchiamenti dell’ambiente che variano in rapporto con il luogo, l’ora, le condizioni di luce. L’o-pera, dunque, si propone non solo nella sua identità, ma anche per i rapporti che instaura con il contesto; inoltre la variabilità continua dei riflessi rende ogni lavoro instabile e sempre diverso, traducendo in modo originale l’idea di “opera in movimento” di Umberto Eco**.Esiste in queste opere un altro elemento determinante, il titolo. Esso include la definizione generale della serie (ancora Trans-parenze) con in più l’indicazione del tempo (cronologico, atmosferico, psico-

* Questo trattamento della superficie anteriore è effettuato anche per alcune Finestre della Luce, per conseguire un risultato di sintesi tra categorie diver-se di opere, in linea con l’orientamento ideologico dell’autore.

** Umberto Eco, Opera Aperta, Feltrinelli ed., Milano, 1962.

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logico) riferito allo scenario che si intravede al di là delle finestre, ancora protagoniste della composizione. Così, ad esempio, un’opera intitolata Trans-parenza 36 (IX-4, 21.00, velato) si riferisce al giorno 4 settembre di un qualunque anno, alle ore 21.00 di sera e a tempo atmosferico velato.Si tratta di indicazioni solo apparentemente rigorose che arricchisco-no di una valenza poetica, quindi soggettiva, una componente dell’o-pera d’arte, il titolo, tradizionalmente “esterna” e talora superflua o insignificante.

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In alto:Trans-parenza 83: VIII-14, 06,30 sereno(2011) cm 70x70Plexiglass deformato al calore; acrilici, collage e ritaglio su tavola

A pag. precedente:Trans-parenza 82: III 09,00 sereno(2011) cm 80x80Plexiglass deformato al calore; acrilici, collage e ritaglio su tavola

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Illuminazione frontale

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Trans-parenza 85:VIII-15, 00,00 Clair de lune

(2011) cm 70x70,Plexiglass deformato al calore; acrilici, collage e ritaglio su tavola

Illuminazione interna

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Illuminazione frontale

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Illuminazione interna

Trans-parenza 87:IX-12, 19,00 Sunset on fire

(2011) cm 70x70,Plexiglass deformato al calore; acrilici, ritaglio e collage su tavola

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Illuminazione frontale

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Trans-parenza 88:XII-25, 14,00 La finestra e il segno

(2011) cm 80x70, Plexiglass deformato al calore; acrilici, collage e ritaglio su tela dipinta

Illuminazione interna

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Illuminazione frontale

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Trans-parenza 94:VIII-15, 02,00 Luci del night 1(2012) cm 80x70Plexiglass deformato al calore; acrilici, collage e ritaglio su plexiglass abraso

Illuminazione interna

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Trasparenza tra arte e politica

La trasparenza può non essere soltanto un problema fisico o visivo. Nel suo significato esteso essa può assumere una connotazione forte-mente politica e indicare la scelta di chiarezza e di onestà intellettuale che deve essere alla base di ogni governo che voglia essere un Buon Governo.L’autore è stato uno dei promotori di un progetto del gruppo artistico “LavorareCamminare” di cui fa parte, intitolato appunto Il Buon Go-verno, (con riferimento all’omonimo affresco di Ambrogio Lorenzetti nel Palazzo Comunale di Siena), nel quale ciascun autore propone un suo contributo personale alla definizione del concetto di “buon governo”.Il contributo di Sullo è, come detto, la riflessione sul concetto di tra-sparenza, che qui si trasforma e si dilata in una decisa rifondazione politica, sottolineata dall’enunciato Il Buon Governo cura la traspa-renza dei suoi comportamenti e delle sue decisioni posto come epigrafe alle sue opere.A rendere più chiara la connotazione politica del concetto di trasparen-za, l’artista ha scelto per le opere presentate in questo progetto il titolo comune di Glasnost, puntando sull’identità storica, gorbacioviana, del termine per confermare senza possibili equivoci la sua connotazione squisitamente politica.Le opere sono costituite ciascuna da un piano di plexiglass traspa-rente ritagliato in forma di figura geometrica irregolare e lavorato in modo da produrre complessi giochi di opacità e di trasparenza con l’impiego di segni, oggetti, costruzioni particolari. Esse instaurano rapporti variabili con l’ambiente, derivati dalla trasparenza del mate-riale e dalla sua capacità di riflettere le luci e le immagini. La “traspa-renza” che permettono, anche quella politica, è una qualità ricca di

Trans-parenza 104: Glasnost(2013) Scultura cm 70x30x17Acrilici e materiali vari su plexiglass.

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variazioni e di instabilità. Come tutto nella vita.Le opere della serie sono otto, ed ognuna contiene una lettera della parola “glasnost”, che compare anche nel titolo: Glasnost G, Glasnost l, ecc.. La strategia espositiva prevede il posizionamento dell’opera ad una distanza di almeno 10 cm dalla parete, sulla quale quindi si possano proiettare il gioco dei pieni e dei vuoti attivato sulla super-ficie e i riflessi di forme e di luci derivati dalla sala di esposizione.Glasnost è un progetto complesso in cui le ragioni del significato si integrano con quelle, squisitamente artistiche, della forma estetica, in una sintesi che Francesco De Sanctis avrebbe approvato.

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Sopra: Trans-parenza n. 098: Glasnost n (2013) cm 100x80. Acrilici e materiali vari su plexiglass trasparenteA lato: Trans-parenza n.099: Glasnost o (2013) cm 100x80. Acrilici e materiali vari su plexiglass trasparente

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Trans-parenza n. 105:Glasnost t (Fiori della trasparenza)

(2013) cm 100x80Acrilici e materiali vari su plexiglass trasparente

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Trans-parenza n. 101:Glasnost s

(2013) cm 80x100Acrilici e materiali vari su plexiglass trasparente

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Oggetto Quotidiano 05: Dinner (2013)cm 88x38 (aperto) cm 43x38 (chiuso)Tecnica mista in coperchio di water.

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L’Oggetto Quotidiano

Nel 2013 il gruppo “LavorareCamminare” ha proposto a se stesso, come tema di riflessione e di elaborazione artistica, l’Oggetto Quotidiano, nella convinzione che la vita di tutti i giorni possieda una connotazione artistica comunemente ignorata, e che gli oggetti che ognuno continuamente vede e utilizza possano stimolare la fantasia e la creatività degli artisti.Dunque: un oggetto il più sciocco possibile, quello che si può reperire nel nostro immediato, diviene arte e acquisisce all’istante un valore che va al di là di quello assegnato dalla sua funzione, dal suo utilizzo, dal suo pro-duttore? Perché no! Non è bizzarria. Né tanto meno una sciocchezza. L’in-tervento degli artisti arriva a donare nuova luce al banale, al superfluo, al quotidiano - appunto. Ciascuno degli autori ha scelto un oggetto comune, un elemento ordina-rio della propria vita, ed intorno ad esso ha lavorato elaborandolo e rifon-dandolo come vero e proprio oggetto artistico. Tanto più l’operazione ha acquisito in originalità e significatività quanto maggiore è stata la distanza tra l’oggetto di partenza (dunque il più comune e pedestre possibile) e il prodotto artistico finale. Bruno Sullo affronta il tema con adeguatezza e libertà esecutiva, affidandosi in particolare ad un elemento molto efficace, capace di provocare uno stimo-lo all’attenzione dell’osservatore, il fattore sorpresa.L’adeguatezza si esprime con una stretta attinenza al carattere di quotidiani-tà, che è estremizzata fino al prosaico (l’oggetto scelto è, volutamente, il più prosaico e però anche il più “quotidiano”, il copri-water), con effetti scoper-tamente provocatori.La libertà esecutiva non induce l’autore a dissimulare o annullare la forma e la funzione dell’oggetto, ma gli permette di inserirsi in una nuova realtà, in una diversa e imprevedibile rete di valori e relazioni, quella estetica, che lo pone al di là della propria e indiscutibile natura.La sorpresa non è subito evidente, poiché a prima vista le opere sono una se-rie ordinata di coperchi di water bianchi. Essa scatta da un semplice gesto che l’osservatore è indotto a compiere, sollevare il coperchio scoprendo inaspetta-ti scenari visivi artistici anzi pittorici. In tal modo sono chiarite le intenzioni comunicative dell’autore ed è impedito che le opere siano forme mute, chiuse in una disarmante staticità e prive di qualunque spinta catartica.

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Oggetto Quotidiano 02: POI: Piccoli Oggetti Indecifrabili (2013)cm 88x38 (aperto) cm 43x38 (chiuso)Tecnica mista in coperchio di water

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Oggetto Quotidiano 04: Finestre & altro (2013)cm 88x38 (aperto) cm 43x38 (chiuso)Tecnica mista in coperchio di water

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Oggetto Quotidiano 07: Flutti (2014)cm 88x38 (aperto) cm 43x38 (chiuso)Tecnica mista in coperchio di water

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Oggetto Quotidiano 08 : Voulez-vous danser? (2014)cm 88x38 (aperto) cm 43x38 (chiuso)Tecnica mista in coperchio di water.

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Il video: There, by the Sea

La video art, nata per documentare eventi effimeri e divenuta poi pratica artistica autonoma, si è distinta in due principali tipologie:1. Video come racconto, immagini in movimento dotate di senso e di

interni collegamenti;2. Declinazioni autonome, figure luci e suoni còlti in sé, presentazio-

ni di atti e atteggiamenti quotidiani ieratici o provocatori.I video di Sullo sono più vicini alla prima categoria, e colgono spesso intuizioni presenti nelle performances e raccontati in un linguaggio filmico. In particolare ripropongono il tema dei rapporti tra vita e arte (La Cena in Blu), ovvero offrono varianti diverse al concetto del-la finestra, icona identificativa del lavoro artistico dell’autore.

Il video There, by the Sea è la seconda parte (riferita al fuori) di una trilogia che affronta, ancora, il tema del confine attraversabile (ele-mento di comunicazione tra il dentro ed il fuori, realtà diverse e talora contrastanti), e della sua traduzione visiva, che è la finestra. Il tema è narrato con un taglio dinamico che descrive la comparsa di un Viaggiatore (vedi la sua valigia di cartone, da emigrante) che, cammi-nando lungo la riva del fiume, inciampa e cade, scoprendo così, semi-sotterrata nella sabbia, una finestra colorata. L’oggetto è così peculiare, che il Viaggiatore lo prende con sé. Guadata la foce del fiume,vede un palo, elemento misterioso e poco congruo con l’ambiente, al quale, con una sorta di rito mistico, lo appende. Poi si gira e s’incammina verso il mare, con la sua valigia, entrando e scomparendo in esso.Questa è la fabula del video. La quale fu ideata nel 2007, quando nacque l’idea della Trilogia. L’intenzione era di raccontare lo strano e inquietante destino di un semplice viaggiatore, reduce da esperienze di vita oscure e complesse, ma non necessariamente drammatiche. L’idea è rimasta nel cassetto per vari anni perché l’autore stesso, pur sedotto dalla tragicità surreale del destino del personaggio, non riusciva ad immaginare una giustificazione di esso.

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Il problema ha trovato una logica ed attualissima soluzione nella realtà dei nostri giorni, segnata dall’infinita tragedia dei migranti. La finestra è il simbolo della comunicazione e della comprensione tra ambienti e culture diverse, che possono dar vita ad un processo di solidarietà e di integrazione senza il quale la nostra civiltà rischia di perdersi. In questo video essa è un sogno, una speranza cui il drammatico finale aggiunge un’ombra inquieta di pessimismo.

There, by the SeaOutside Project di Bruno Sullo

Starring: Fabio VannozziRiprese: Mauro Andreani e Bruno Sullo

Foto di scena: Franco SantiniRegia: Bruno Sullo

Vada, Foce del fiume Fine, 2015

A pag. 36 e 39 Momenti salienti del video (fotografie di Franco Santini)

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Bruno Sulloè artista, promotore di eventi e critico d’arte.

Come artistaha dato vita ai Gruppi artistici “Artericerca” (1976), “Portofranco” (1984), “La Casa dell’Ar-te” (1994), “Lavorare Camminare” (2011), con i quali realizza esposizioni in Italia e all’estero. Il suo tema è il confine attraversabile, espresso dall’oggetto finestra, simbolo di integrazione tra gli opposti (esterno-interno, autoctoni-stranie-ri, ecc.) e del superamento della logica dell’aut-aut che continua a creare muri invalicabili di incomprensione.

Come operatore artisticoGestione dello spazio espositivo ”Asilo Not-turno” a Livorno (1987-1994). – Membro del-la Commissione della Casa della Cultura per il progetto del Comune di Livorno “Il Labirinto”. – Attività promozionale della “Casa dell’Arte” (oltre 100 eventi per un totale di 193 artisti).

Come critico d’arteha effettuato cicli didattici su problemi di educa-zione alla visione, nelle scuole. Nel 2001 e 2002 cura la realizzazione dei cataloghi di tre mostre di largo respiro, una sulla ricerca giovanile a Livorno e due sull’arte livornese d’avanguardia e sull’Astrattismo a S. Vincenzo. Ha collabora-to con il quotidiano di Livorno “Il Telegrafo” e con altre riviste; è autore di molte presentazioni in catalogo di artisti e gruppi operanti nel cam-po della ricerca. Ha tenuto conferenze in tema d’arte contemporanea e di performance a Colo-gno Monzese, Castiglioncello, Livorno, Milano, Monza.

Dalla sua costituzione (Livorno 2012) parteci-pa a tutti gli eventi della Associazione Culturale “LavorareCamminare” di cui è Presidente.

Bruno SulloVia Antonio Corazzi 157127 LivornoTel. +39 349 4321966E-mail: [email protected] web: www.brunosullo.org