flora - provincia.bergamo.it · produzione di prodotti secondari, come i frutti di ... quando le...

50
A MILANO Parco Adda Nord Parco Adda Nord Consorzio per la gestione Sistema Parchi Guida alla ora a cura del Servizio Educazione Ambientale e del Servizio Risorse Naturali Flora del P arco A dda Nord

Upload: phungkhanh

Post on 14-Feb-2019

215 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

A MILANO

Parco Adda Nord

Parco Adda NordConsorzio per la gestione

Sistema Parchi

Guida alla fl oraa cura delServizio Educazione Ambientale e del Servizio Risorse Naturali

Flora del Parco

Adda Nord

La biodiversità è tra i valori essenziali per il Parco Adda Nord e per questo motivo riteniamo importante condividere con gli studenti la scoperta, la conoscenza e la consapevolezza del valore naturalistico dei bo-schi del Parco, attraverso la rivisitazione del libretto “La Flora del Parco”.

Con questa nuova edizione abbiamo voluto evidenziare non solo quante specie di alberi, arbusti e fi ori si possono trovare nei nostri boschi, ma an-che qual è il loro valore naturalistico, sia per gli animali che se ne cibano o che vi trovano rifugio, sia per l’uomo che può utilizzarle nelle siepi, nei fi lari, nei parchi urbani e nei giardini, contribuendo a diffondere le specie tipiche locali e “arricchendo di biodiversità” il proprio ambiente.

La guida “La fl ora del Parco” è una porta aperta alla scoperta dei boschi del Parco, da esplorare con occhi diversi: le schede descrittive riportano gli elementi di riconoscimento delle specie tipiche dei nostri boschi e sono arricchite da fotografi e scattate nel territorio del Parco. Una sezione della guida è inoltre dedicata alle più comuni specie invasive introdotte dall’uomo, la cui conoscenza è importante per comprendere la recente evoluzione del bosco e recuperare gli equilibri ecosistemici del passato.

La conoscenza della vegetazione locale può essere un primo passo verso una maggior tutela e valorizzazione dei boschi e un’occasione per favorir-ne la diffusione negli ambienti naturali e seminaturali che ci circondano.

Una sezione della guida è infatti dedicata a coloro che vogliono arricchi-re il proprio giardino con specie autoctone: vengono forniti suggerimenti utili per la scelta delle essenze, per la loro collocazione e per la cura con metodi di gestione sostenibile, a basso impatto ambientale.

Il Presidente Agostino Agostinelli

Il consigliere delegato Educazione Ambientale

Luisa Ghidini Comotti

Il consigliere delegato Risorse Naturali

Simona Colzani

2

3 INDICE 4 IL BOSCO 5 I BOSCHI DEL PARCO 6 L’ALBERO 7 GLI ALBERI E GLI ARBUSTI DEL PARCO 8 Salice bianco 9 Salicone10 Pioppo nero11 Platano12 Betulla bianca13 Ontano nero14 Carpino bianco15 Carpino nero16 Nocciolo17 Rovere18 Roverella19 Farnia20 Cerro21 Castagno22 Olmo campestre23 Bagolaro24 Rosa canina25 Ciliegio selvatico26 Biancospino27 Acero campestre28 Prugnolo selvatico29 Spincervino30 Evonimo31 Sanguinello32 Tiglio selvatico33 Orniello34 Frassino maggiore35 Sambuco36 Ligustro37 Pallon di maggio38 I FIORI DEL PARCO 40 LE SPECIE INVASIVE45 UNA MANO ALL’AMBIENTE ATTRAVERSO UN GIARDINO48 GLOSSARIO

Fotografie: archivio fotografico Parco Adda Nord. Si ringraziano inoltre le G.E.V. del Parco, il Gruppo WWF di Trezzo sull’Adda e Elena Ballabio per alcune fotografie.Realizzazione grafica: Castelletti grafica immagine

4

IL BOSCO Il bosco è un ecosistema complesso, costituito da esseri viventi vegetali e animali e dall’ambiente fisico, a sua volta composto da suolo, acqua e fattori climatici. Gli organismi vegetali sono importantissimi, perché da essi dipendono tutti gli altri esseri viventi del bosco: i vegetali, produttori primari dell’ecosistema, catturano l’energia solare e la trasformano in ossigeno e materia organica, alimentando gli ecosistemi.

4

Il bosco svolge molte funzioni importanti:

salvaguardia della biodiversità: il bosco infatti ospita diversi microhabitat, utili per la crescita di specie vegetali diverse e per molti animali che trovano cibo e rifugio tra le fronde degli alberi, nelle cavità dei tronchi, tra gli arbusti del sottobosco, sotto le cortecce marcescenti o nella lettiera di foglie;

miglioramento della qualità dell’aria e del microclima: il bosco, oltre a produrre ossigeno tramite le parti verdi delle piante, assorbe polveri ed inquinanti, e con l’om-breggiamento offerto dagli alberi, rinfresca il microclima locale;

produzione di legname (legna da ardere, legname da opera o per la fabbricazione della carta);

produzione di prodotti secondari, come i frutti di bosco (more, fragole, lamponi, nocciole, castagne), il miele, i funghi;

protezione del suolo dall’erosione, dalle frane, dalle piogge intense, dalle valanghe e dal vento: le foglie attenuano la capacità erosiva della pioggia e le radici delle piante stabilizzano il terreno;

miglioramento del paesaggio e luogo di svago: il bosco, oltre a rendere più piacevole l’ambiente in cui viviamo, è anche un luogo in cui passare il tempo libero e conosce-re da vicino il mondo naturale.

Del materiale vegetale vivo o in de-composizione si nutrono i consumatori primari, che a loro volta rappresentano la base alimentare per i consumatori secondari; a chiudere il ciclo vi sono infine i decompositori, che riducono le sostanze organiche contenute nei re-sti animali e vegetali morti in sostanze minerali, utilizzabili a loro volta dagli organismi vegetali.

5

Molti boschi, soprattutto in pianura padana, sono stati sfrut-tati, impoveriti, in molti casi ridotti in estensione. Attualmen-te gli unici grandi boschi rimasti in pianura si trovano nelle valli fluviali, come quella dell’Adda, ed è per questo che i boschi del Parco costituiscono un fondamentale serbatoio di biodiversità, la cui tutela e conservazione è essenziale per tut-ti gli esseri viventi, uomo compreso.

I boschi del Parco sono un vero e proprio mosaico di for-mazioni forestali diverse. Nei pressi dell’Adda e nelle zone frequentemente sommerse dalle acque sono comuni i salici arbustivi, accompagnati, presso le rive e dove il terreno è co-stantemente intriso d’acqua, da salici bianchi e ontani neri. Nelle zone poco distanti dal fiume si trovano specie meno legate all’acqua, come il pioppo nero, l’olmo campestre e il frassino. Sui suoli più asciutti crescono farnia e carpino bianco, le specie tipiche della foresta che un tempo ricopriva l’intera pianura padana. Sulle colline nella zona centro-set-tentrionale del Parco si trovano poi le specie amanti di luo-ghi più assolati e asciutti, come castagno, rovere, roverella e carpino nero.

5

I BOSCHI DEL PARCO

Le specie arbustive ed arboree di seguito descritte sono le specie autoctone o natu-ralizzate più rappresentative e tipiche dei boschi del Parco. Per ogni specie vengo-no riportati, insieme ad un’illustrazione fotografica, nome comune, nome latino e famiglia, una descrizione delle caratteristiche morfologiche principali (portamento, corteccia, foglie, fiori, frutti), un accenno alle condizioni ecologiche ottimali per la specie e alcune curiosità riguardanti i rapporti con la fauna e i principali usi, in par-ticolar modo negli interventi di riqualificazione del territorio.

6

L’albero è l’organismo vegetale più evoluto, ed è costituito da radici, foglie e fusto

legnoso. Il fusto legnoso sostiene gli appa-rati fogliari e permette il passag-gio dell’acqua e delle sostanze

nutritive assorbite dalle radici alle foglie. Le foglie sono gli organi vege-

tali specializzati per gli scambi gassosi, la fotosintesi e la tra-spirazione. Grazie all’energia solare, nel-le foglie avviene il processo di fotosintesi clorofi lliana: esse catturano l’anidride carbo-nica contenuta nell’aria, la combinano con l’acqua as-

sorbita dalle radici e producono zuccheri utili per la pianta, rilasciando ossigeno.

Le foglie sono tra i principali elementi distintivi di un albero, sono costituite dal picciolo e dalla lamina fogliare, verde e appiattita e percorsa da nervature che tra-sportano la linfa.

L’ALBERO 6

- in base al numero di foglie da cui sono formate: Si possono riconoscere grazie a diverse caratteristiche:

semplici (non divise in foglioline) bagolaro

- in base alla forma ovale carpino nero

lanceolata salice bianco

- in base alla presenza o all’assenza del picciolo, che sorregge la foglia e la collega al fusto

picciolata (con picciolo) pioppo nero

cuoriforme tiglio

sessile (senza picciolo) farnia

composte (più foglioline inserite sullo stesso asse) frassino

7

Il fi ore è l’organo riproduttivo tipico delle piante più evolute, le angiosperme, di cui fanno parte tutte le specie di alberi e arbusti del Parco. Gli insetti impollinatori, attirati dai petali molto vistosi e colorati, si cibano del nettare e trasportano il polline da fi ore a fi ore. I petali circondano gli organi riprodut-tori: quello maschile è detto stame e contiene il polline, mentre quello femminile, il pistillo, contiene gli ovuli. Quando le parti fertili maschili e femminili coesistono i fi ori sono detti ermafroditi, mentre quando sono separate si hanno fi ori unisessuali; in questo caso se gli organi riproduttori si tro-vano sullo stesso individuo la specie è detta monoica, mentre se i fi ori sono su individui differenti la specie è dioica.

7

Il frutto è l’organo che contiene i semi, li protegge e ne facilita la diffusione e può essere:

I fi ori possono essere:

solitari bagolaro

riuniti in infi orescenze sambuco

riuniti in amenti salicone

costituito da capsule che si aprono a maturazione, liberando i semi pioppi e salici

carnoso (forma una drupa che circonda il seme) ciliegio selvatico

costituito da ali membranose (samare) che facilitano la dispersione del seme con il vento acero campestre

8

Portamento Albero che raggiunge i 25 metri di altezza, con tronco dritto e ampia chioma non molto folta. E’ riconoscibile per l’aspetto grigiastro delle foglie. Corteccia Grigia, profondamente fessurata con l’età.

Foglie Foglie semplici, lanceolate, a margine fi nemente dentato, con pa-gina superiore verde lucida e pagina inferiore grigio- argentea.

Fiori Amenti maschili di colore gial-lastro (6-7 cm) e femminili verdastri (4-5 cm), in fi ore al momento della fogliazione.

Frutti Gli amenti femminili produ-cono capsule che liberano semi piu-mosi.

Ambiente Il salice predilige i suoli umidi, anche periodicamente inon-dati ed è tipico delle rive dei fi umi e delle zone umide. Nel Parco presso le rive del fi ume forma boschi monospe-cifi ci o misti con pioppi e altri salici arbustivi.

8

SALICE BIANCO Salix alba (Fam. Salicacee)

Curiosita’ Attecchisce facilmente e si propaga

rapidamente e per questo viene impiegato spesso negli interventi di miglioramento ambientale lungo i corsi d’acqua, gli

argini e le golene; è molto adatto anche per i fi lari e i vecchi esemplari sono un ottimo sito di nidifi cazione e rifugio per numerose specie di uccelli e invertebrati.

GLI ALBERI E GLI ARBUSTI DEL PARCO

99

Portamento Albero con chioma arrotondata e fi tta che raggiunge altezze di 10-12 metri, an-che se più spesso è arbustivo.

Corteccia Sottile, liscia e grigiastra, poi pro-gressivamente fessurata con l’età.

Foglie Semplici, ad inserzione alterna, di forma ellittica con apice a punta ripiegato e margine seghettato; sono biancastre nella faccia inferiore e con fi tta peluria.

Fiori Le infi orescenze maschili sono amenti cilindrici giallastri di 4-6cm, con peli argentei prima della fi oritura; gli amenti femminili sono più lunghi (5-8 cm). Fioritura prima della foglia-zione, nel mese di marzo-aprile.

Frutti Gli amenti femminili producono capsule che a maturità liberano semi piumosi.

Ambiente Specie amante dei luoghi assolati e pioniera, si adatta a vari tipi di suolo, purchè non intrisi d’acqua. Può colonizzare le aree umide portando rapidamente alla formazione del bosco. Nel Parco è variamente diffuso.

SALICONE Salix caprea (Fam. Salicacee)

Curiosita’ Per la sua rapida crescita, viene usato negli interventi di recupero

ambientale; il salicone è facilmente riconoscibile per la fi oritura

molto precoce che attrae gli insetti.

1010

PIOPPO NERO Populus nigra (Fam. Salicacee)

Portamento Albero alto fi no a 30 metri, con chioma ovale espansa e tronco eretto, frequen-temente con numerose protuberanze, molto ra-mifi cato e diviso sin dalla base.

Corteccia Grigio chiara da giovane, poi gri-gio scura, spessa e profondamente solcata, con nodosità. Foglie Foglie triangolari o romboidali, lunghe 6-10 cm, acuminate all’apice e cuneate alla base, con margine seghettato, di colore verde intenso, lucide sulla pagina superiore, più chiare su quel-la inferiore; il picciolo è lungo e spesso ricurvo.

Fiori Infi orescenze in amenti penduli lunghi 10-15 cm, di colore rosso vivo i maschili, gial-lo-verdastro i femminili, si sviluppano su alberi differenti.

Frutti Infruttescenze in lunghi amenti formati da capsule verdastre ovali di circa 8 mm; i semi piumosi vengono liberati a maturità.

Curiosita’ E’ molto adatto alla creazione di fi lari, soprattutto vicino a corsi d’acqua, ma anche in ambito

urbano.

Ambiente Specie amante dei luoghi assolati, predilige suoli sciolti e pro-fondi, che possono essere soggetti a sommersioni; nel Parco è diffuso lun-go le rive del fi ume.

1111

Portamento Albero alto fi no a 30 m, con tronco dritto e slanciato, di diametri anche superiori al metro e chioma cupuliforme.

Corteccia verde-grigiastra da giovane, con l’età si sfalda in placche grigio-brune, sco-prendo lo strato sottostante grigio-giallastro o chiaro, liscio. Foglie semplici, alterne, a lamina palmato-lobata con 3-5 lobi appuntiti, a margine in-tero, con pochi denti grossolani e lungo pic-ciolo. Fiori in capolini globosi unisessuali (2-3cm), penduli e lungamente peduncolati, a gruppi di 2-4. A maturità i capolini si sfaldano di-sperdendo gli acheni.

Frutti Il frutto è un achenio dalla forma sfe-rica e di colore bruno, che permane sull’albe-ro tutto l’inverno, liberando i singoli acheni nella stagione successiva

PLATANO

Platanus hybrida (Fam. Platanacee)

Curiosità Il platano, ormai naturalizzato nel nostro territorio, è stato introdotto a

partire dalla seconda metà del secolo scorso. Viene spesso piantato a fi lare e governato a ceppaia lungo i

canali per rafforzarne gli argini, ma è impiegato anche nelle alberature

stradali, o come albero ornamentale in parchi e giardini.

Ambiente Specie eliofi la, ha un’elevata rapidità di crescita su terreni fertili, profondi e freschi, mentre mal si adatta a crescere in posizioni ombreggiate; nel Parco il platano è molto diffuso e coltivato, soprattutto lungo i canali irrigui, le strade, le separazioni poderali, è meno frequente nei boschi.

1212

BETULLA BIANCA Betula pendula (Fam. Betulacee)

Curiosita’ E’ una specie ornamentale spesso

piantata nei giardini, ma può essere usata anche nei rimboschimenti, viene anche usata nelle opere di rinaturalizzazione di suoi frutti sono apprezzati da molti

lepidotteri e dagli uccelli granivori.

Portamento Albero alto fi no a 30 me-tri, ma spesso con portamento arbustivo; la chioma è allungata e verde e il tronco è eretto, slanciato con rami lunghi e sottili e ramuli penduli.

Corteccia Corteccia bianca con macchie nere irregolari che si sfoglia in liste oriz-zontali; ha grosse fenditure nerastre verso la base.

Foglie Le foglie sono romboidali con lun-ga cima appuntita, doppiamente dentate, lunghe 4-8 cm.

Fiori Infi orescenze unisessuali, le maschili in amenti penduli lunghi 4-6 cm, di colore giallo, quelle femminili verdi, lunghe 1-2 cm.

Frutti Infruttescenze cilindriche, prima erette, poi pendule, lunghe 3-4 cm, che a maturazione liberano dei semi alati.

Ambiente La betulla è una specie pionie-ra e ricolonizzatrice, presente su vari tipi di suolo, anche se predilige substrati acidi. Nel Parco è presente sporadicamente nei bo-schi, soprattutto ai margini e nelle radure.

1313

ONTANO NERO Alnus glutinosa (Fam. Betulacee)

Portamento Albero alto fi no a 30 metri, con chioma ovale, leggermente piramidale e tronco eretto e slanciato.

Corteccia Corteccia bruno-grigiastra o verdastra, lucida nei soggetti giovani, con lenticelle trasversali, nerastra e fessurata con l’età.

Foglie Le foglie sono semplici, alterne, ovali, con apice arrotondato e margine seghettato irregolarmente; hanno inserzione alterna e sono di colore verde scuro su entrambe le pagine.

Fiori Infi orescenze unisessuali, le maschili in amenti penduli lunghi 6-12 cm di colore gial-lo, riuniti in gruppi di 3-5; quelle femminili sono più piccole (1-3 cm), ovali e peduncola-te, di colore verde, lignifi cano con il procede-re della stagione.

Frutti Infruttescenze in achenio che a matu-razione liberano dei semi ovali e strettamente alati.

Curiosita’ L’ontano nero viene usato per stabilizzare le ripe di corsi

d’acqua o nelle opere di rinaturalizzazione in zone molto umide.

I semi sono apprezzati da numerosi uccelli granivori,

soprattutto in inverno.

Ambiente Specie legata a costante pre-senza di acqua nel suolo, si trova nelle zone umide e paludose, nelle lanche fl uviali o presso le risorgive di acque freatiche. Nel Parco l’ontano è molto comune presso le rive del fi ume e in tutte le zone umide.

1414

CARPINO BIANCO Carpinus betulus (Fam. Corilacee)

Portamento Albero con fogliame deciduo alto fi no a 25 metri, con chioma arrotondata e tronco eretto.

Corteccia Grigio-pallida, liscia, scanalata, fessurata con l’età. Rami giovani bruno-ros-sastri.

Foglie Foglie semplici, ellittiche o ovate, dop-piamente seghettate, con nervature pronun-ciate, lunghe 4-10 cm, ad inserzione alterna.

Fiori Unisessuali, quelli maschili in amenti, lunghi fi no a 5 cm, gialli, penduli, quelli fem-minili più brevi e piccoli, all’apice dei rami. Frutti Il frutto duro e verde è all’interno di un’infruttescenza peduncolata formata da acheni trilobati lunghi fi no a 7,5 cm.

Curiosita’ Specie ideale per la creazione di siepi, perché resiste bene alle potature e mantiene le

foglie secche d’inverno; è anche adatta per gli interventi di

rimboschimento.

Ambiente Specie che vegeta bene sia su suoli sciolti e profondi che su terreni argillosi, sopporta bene l’om-breggiamento; molto più diffusa in passato, attualmente si trova nei bo-schi di pianura o sui bassi versanti freschi. Nel Parco è presente nei bo-schi meglio conservati.

1515

CARPINO NERO Ostrya carpinifolia (Fam. Corilacee)

Portamento Albero alto 15 metri, con tronco diritto e chioma raccolta allungata.

Corteccia La corteccia è marrone, prima liscia e poi grigiastra con lenticelle trasver-sali più chiare.

Fiori I fi ori sono unisessuali; quelli ma-schili, raggruppati in amenti penduli di 2-4, sono lunghi fi no a 10 cm e si sviluppano in primavera assieme a quelli femminili (spi-ghe), più piccoli e poco vistosi.

Frutti I frutti sono acheni portati a grappo-li, di colore giallastro o verde e consistenza membranosa, che assomigliano al frutto del luppolo.

Curiosita’ Il carpino nero è molto adattabile

e può essere impiegato per rimboschire le aree denudate in ambiente collinare e per ornare

parchi e giardini, o per le alberature stradali.

Ambiente Specie tipica degli ambienti collinari, predilige suoli freschi, maturi e di preferenza calcarei, ma cresce anche su suoli superfi ciali, dove si comporta come specie pioniera. Nel Parco è diffuso soprat-tutto nella porzione settentrionale sui ver-santi assolati, insieme a rovere e roverella.

Foglie Ovali e appuntite, a margine dop-piamente seghettato e nervature primarie parallele molto evidenti.

1616

NOCCIOLO Corylus avellana (Fam. Corilacee)

Portamento Grande arbusto fi ttamente ramifi cato fi n dalla base, alto fi no a 6-8 metri, con chioma arrotondata ed espansa di colore verde vivo e tronco eretto.

Corteccia Grigio-brunastra lucida e liscia con lenticelle trasversali, solo tardivamente con lunghi solchi longitudinali.

Foglie Foglie alterne rotondo-ovali con base cuoriforme e apice appuntito; di colo-re verde chiaro, sono doppiamente seghet-tate e possono essere lunghe 9-12 cm.

Fiori Fiori riuniti in infi orescenze unises-suali che si sviluppano molto prima delle foglie (febbraio-aprile). Gli amenti maschi-li sono riuniti in gruppi di 2-4 e sono lun-ghi circa 6-10 cm, mentre i fi ori femminili sono simili a piccole gemme.

Frutti Le nocciole sono avvolte quasi com-pletamente da due brattee fogliari frangia-te. I frutti hanno una grandezza di circa 2 cm, e sono di solito riuniti in ciuffi di 2-5.

Curiosita’ E’ ideale per la creazione di siepi,

anche nei parchi urbani, e può essere usata per rinfoltire il sottobo-

sco, migliorando la qualità dei boschi; le nocciole sono il cibo preferito di molti uccelli, degli scoiattoli e del moscardino.

Ambiente Specie amante dei suoli neutri, è frequente nel sottobo-sco di tutti i boschi del Parco e nelle siepi.

1717

ROVERE Quercus petraea (Fam. Fagacee)

Portamento Albero alto fi no a 30-40 m, con chioma arrotondata e tronco eretto.

Corteccia Corteccia grigia, solca-ta e fessurata.

Foglie Semplici, ad inserzione al-terna, lobate e lunghe 8-12 cm, con picciolo di 1-3 cm.

Fiori Infi orescenze unisessuali, con amenti maschili gialli e penduli, lunghi 5-8 cm e fi ori femminili a piccoli gruppi, ascellari e sessili.

Frutti Ghiande ovali di 1,5-3 cm, sessili o appena peduncolate.

Ambiente Specie amante dei luo-ghi collinari e assolati e dei suoli asciutti ben drenati. Nel Parco si trova nei boschi collinari.

Curiosita’Specie ornamentale per la sua

maestosità, si trova anche nei giardini urbani.

1818

ROVERELLA Quercus pubescens (Fam. Fagacee)

Portamento Albero alto fi no a 20 m, con chioma arrotondata e tronco sinuoso ed eretto. Corteccia Bruno-scura, fi nemente fessu-rata in piccole scaglie.

Foglie Semplici, ad inserzione alterna, obovato-lobate lunghe 5-10 cm, pubescen-ti soprattutto da giovani, con picciolo bre-ve e peloso; persistono sull’albero durante l’inverno.

Fiori Infi orescenze unisessuali, con amen-ti maschili gialli e penduli, lunghi 5 cm e fi ori femminili a piccoli gruppi terminali all’ascella delle foglie in modo sessile; si sviluppano in concomitanza della foglia-zione.

Curiosita’ Specie utilizzabile per la

ricostituzione e la rinnovazione dei boschi seminaturali; per le sue

caratteristiche frugali, è idealeper rimboschire le aree degradate

e denudate, soprattuttoin collina.

Frutti Ghianda allungata, acuta al-l’apice, più piccola di quelle delle altre querce, con cupola che la ricopre fi no a metà.

Ambiente Specie amante dei luoghi assolati e dei suoli asciutti ben drenati, prevalentemente calcarei. Nel Parco si trova prevalentemente sulle scarpate.

1919

FARNIA Quercus robur (Fam. Fagacee)

Portamento Albero alto fi no a 30 metri con chioma ovale o arrotondata, ampia; il tronco è diritto e robusto, con molte ramifi cazioni.

Corteccia Corteccia grigio-brunastra pallida e con lenticelle nei rami giovani, molto fessurata con l’età. Foglie Semplici, alterne con lamina obovata e apice arrotondato con due orecchiette alla base, margini profon-damente lobati; si distingue dalle altre querce per le foglie sessili (senza piccio-lo). Fiori Fiori maschili in amenti gialli pen-duli, i femminili all’ascella delle foglie, portati sulla stessa pianta.

Curiosita’ Specie impiegata nella ricostituzione dei boschi, nell’arboricoltura da legno e nella formazione di fi lari. Le ghian-

de sono cibo per numerosi uccelli, scoiattoli ed altri roditori, mentre il

legno, soprattutto quello marcescente, ospita numerose larve di insetti.

Ambiente Predilige i terreni fertili, ricchi di humus, profondi e ben dre-nati, ma è comune anche su suoli ar-gillosi; anticamente costituiva vaste foreste su tutta la pianura padana, in associazione ad altre latifoglie. Nel Parco si trova nei boschi più conserva-ti, insieme ad altre querce e al carpino, più frequentemente nella porzione set-tentrionale.

Frutti I frutti sono ghiande sessili di for-ma ovale, lunghe fi no a 4 cm, ricoperte per circa un quarto da cupole formate da squame; sono portate in gruppi di due o tre su di un lungo peduncolo comune.

2020

CERRO Quercus cerris (Fam. Fagacee)

Curiosita’ Specie utile per la costituzione di boschi naturali, anche se a

crescita lenta.

Portamento Albero alto fi no a 35 metri con chioma da ovale a globosa spesso irregolare, molto ampia, tronco diritto, robusto e slanciato.

Corteccia Grigio-marrone scuro, spessa e con fessure profonde.

Foglie Semplici, subcoriacee, lunghe fi no a 12 cm, lamina lanceolata o ellittica, lobi molto incisi con apice appuntito, di colore scuro e lucide.

Fiori Fiori unisessuali riuniti in infi orescenze: maschili penduli di 4-5 cm, femminili solitari o a gruppi di 2-3, peduncolati.

Frutti Ghiande scure lunghe 2-3 cm con cupola a squame tipicamente arricciate.

Ambiente Il cerro predilige terreni profondi ed argillosi, acidi o sub-acidi con ristagno d’acqua in profondità; è amante delle stazioni soleggiate.

2121

CASTAGNO Castanea sativa (Fam. Fagacee) Portamento Grande albero con por-tamento maestoso, di 30-35 metri di altezza; il tronco, che raggiunge gros-si diametri, è normalmente dritto e se isolato si diparte in grosse branche, dando alla chioma un aspetto ampio e tondeggiante.

Corteccia La corteccia da giovane è liscia e bruno-rossastra, diviene poi grigia e scanalata.

Foglie Le foglie sono semplici, alter-ne, elittico-lanceolate e a margine se-ghettato; la pagina superiore è liscia, lucida, verde intenso con nervature rilevate. La fogliazione è tardiva (fi ne aprile-maggio).

Fiori L’infi orescenza maschile è co-stituita da fi ori riuniti in amenti eret-ti, lunghi fi no a 20 cm, mentre i fi ori femminili sono riuniti in gruppi di 2-3, alla base delle infi orescenze maschili, e sono ricoperti da un rivestimento spi-noso.

Frutti Il riccio (5-10 cm di diametro) è molto spinoso, contiene normalmente 3 frutti (ma a volte fi no a 7); i frutti (le ca-stagne) sono acheni con pericarpo liscio e coriaceo bruno.

Ambiente E’ una specie tipica degli am-bienti collinari, ama i pendii soleggiati e i terreni acidi, freschi e ricchi di humus. Il castagno è molto diffuso sulle pendici della zona settentrionale del Parco.

Curiosita’ Le castagne hanno diversi usi

alimentari, si possono arrostire o bollire, o se ne possono ricavare

farine o marmellate. Il miele di fi ori di castagno è particolarmente aromatico.

2222

OLMO CAMPESTRE Ulmus minor (Fam. Ulmacee)

Curiosita’L’olmo viene spesso impiegato nelle siepi e nei fi lari, anche in ambiente urbano, per la

sua resistenza alle potature e all’inquinamento.

Portamento Albero alto fi no a 30 metri, con tronco dritto e slanciato e chioma densa. I rami sono disposti regolarmente su un unico asse e op-posti.

Corteccia Bruno-grigiastra e liscia da giovane, con scanalature sempre più profonde con l’età.

Foglie Semplici, ad inserzione alterna e apice ap-puntito, con margine doppiamente seghettato, a ti-pica base asimmetrica che può coprire il picciolo.

Fiori Ermafroditi, sessili, di colore porpora e riu-niti a gruppi, fi oriscono a fi ne inverno prima della fogliazione. Frutti I frutti sono samare alate riunite in gruppi.

Ambiente L’olmo è molto adattabile, anche se predilige suoli freschi, profondi, con buona di-sponibilità di acqua e sali minerali. E’ diffuso nel Parco nei boschi più evoluti, nei querceti e nei saliceti, ma è spesso pre-sente anche nei fi lari.

23

Portamento Albero alto fi no a 20 metri, con tronco diritto, robusto con chioma ar-rotondata e folta.

Corteccia Di color grigio cenere, liscia anche su piante adulte, con striature oriz-zontali.

Foglie Semplici, alterne, lanceolate, con apice acuminato e margine doppiamente dentato,appena ruvide nella pagina supe-riore, più chiare nella pagina inferiore.

Fiori Fiori ermafroditi o unisessuali, solita-ri o a piccoli gruppi, piccoli (2-4 cm), poco vistosi, gialli.

Frutti Drupe rotondeggianti verdi, poi bru-ne a maturazione.

23

BAGOLARO Celtis australis (Fam. Ulmacee)

Curiosita’ Il bagolaro è molto adattabile anche a substrati rocciosi (da cui deriva il nome popolare di “spaccasassi”), si adatta al consolidamento delle ripe scoscese e viene usato spesso per la

costituzione di fi lari, anche in ambiente urbano, per la sua resistenza all’in-

quinamento. I suoi frutti sono utilizzati dall’avifauna.

Ambiente Specie amante dei luo-ghi assolati e dei suoli aridi e sassosi, nel Parco si trova spesso sulle scar-pate ripide, sulle pendici e sui suoli poveri.

2424

ROSA CANINA Rosa canina (Fam. Rosacee)

Curiosita’ Specie ornamentale, è adatta per la formazione di siepi. Il frutto attrae numerosi

uccelli, come i tordi, che se ne cibano soprattutto durante

la stagione invernale.

Portamento Arbusto alto fi no a 2 m, dal portamento arbustivo o stri-sciante.

Corteccia Fusti sottili e glabri, spesso ricadenti, prima verdi poi striati e bruni, con spine adunche, compresse lateralmente, rosse.

Foglie Foglie alterne, imparipenna-te, composte da 5-7 foglioline ovato-ellittiche, a margine semplicemente o doppiamente dentato. Possono anche persistere sulla pianta d’in-verno.

Fiori Fiori solitari, appariscenti, a corolla rosea o roseo-biancastra. Frutti Il falso frutto rosso e liscio detto cinorrodio (1-2 cm) è persi-stente durante la stagione invernale e porta all’ interno i veri frutti, che sono numerosi acheni pelosi.

Ambiente Specie molto adattabile, si trova preferibilmente nei luoghi assolati, ai margini dei boschi, nelle radure e negli arbusteti. Nel Parco la rosa canina è larga-mente diffusa.

2525

CILIEGIO SELVATICO Prunus avium (Fam. Rosacee)

Curiosita’ Specie che viene spesso piantata nelle

siepi e fi lari per la coltivazione delle cilie-gie, viene anche usata nella riqualifi cazione

dei boschi e per l’arboricoltura da legno. Oltre all’uomo, anche uccelli e mammiferi

si cibano dei frutti del ciliegio, mentre i fi ori sono apprezzati da molte farfalle e api. Il frosone, grazie al suo becco durissimo,

riesce a romperne i noccioli, ciban-dosi delle parti interne.

Portamento Albero alto sino a 20 m, con tronco rettilineo, portamento slanciato e chioma ampia di forma piramidale-ovata.

Corteccia Da grigio-cinereo a bruno-rossastra, lucida, che si sfalda in strisce oriz-zontali. I rami sono eretti, lisci e glabri da giovani.

Foglie Foglie semplici, alterne, a lamina sottile, obovato-ellittica, affusolate all’apice e a margine dentellato, generalmente pendule. Picciolo glabro, con due ghiandole rosse verso il lembo fogliare.

Fiori Fiori bianchi con 5 petali rotondati, portati in corimbi. Frutti I frutti, le ciliegie, sono drupe glo-bose rosse, eduli.

Ambiente Specie mediamente eliofi la, predilige suoli ben drenati, freschi e pro-fondi; si trova spesso ai margini dei boschi di latifoglie e nel Parco è presente in orti, giardini, fi lari.

2626

BIANCOSPINO Crataegus monogyna (Fam. Rosacee)

Curiosita’ Il biancospino è ideale per formare

siepi campestri dense e impenetrabili, anche per via del rapido accrescimento,

mentre per la resistenza all’inquinamento e per la bellezza dei fi ori e dei frutti può essere impiegato anche in ambito urbano.

I frutti sono cibo per l’avifauna e attirano un gran numero

di farfalle.

Fiori Fiori ermafroditi bianchi, a 5 petali, numerosissimi in corimbi eretti.

Frutti I falsi frutti sono piccoli pomi di forma tondeggiante, rossi quando diventano maturi, coronati all’apice dai residui del calice; contengono un solo seme.

Ambiente Specie adattabile a diversi tipi di suolo, predilige i luoghi assolati: si trova nelle siepi, ai margini dei boschi o in boschi radi. Nel Parco è diffuso in tutti i boschi e nelle siepi.

Portamento Arbusto o rara-mente piccolo albero alto fi no a 10 metri, molto ramifi cato e con rami spinosi.

Corteccia Prima liscia e grigia, diventa bruna con piccole squa-me.

Foglie Decidue, profondamente lobate, ovoidali o romboidali a 3-7 lobi, con margine grossolanamen-te e doppiamente dentato. Sono provviste di picciolo e presentano la pagina superiore color verde chiaro e lucida, mentre quella in-feriore è verde-grigiastra, glabra o leggermente pelosa.

2727

ACERO CAMPESTRE Acer campestre (Fam. Aceracee)

Portamento Albero di medie dimen-sioni (10-15 metri), con chioma arro-tondata, tronco eretto e molto ramifi -cato.

Corteccia Di colore grigiastro, più scura e fessurata con l’età. I giovani rami hanno spesso formazioni subero-se.

Foglie Semplici, palmate e lobate, lun-ghe fi no a 7,5 cm, a 5 lobi arrotondati. La pagina superiore è di colore verde scuro, quella inferiore è più pallida e vellutata. Il picciolo (3-9 cm) è porpo-rino.

Fiori Poligami giallognoli o verdogno-li, in corimbi eretti, si sviluppano insie-me alle foglie.

Frutti Disamare con ali perpendicola-ri, in grappoli pendenti, lunghi fi no a 2,5 cm che diventano rossicce a tarda estate.

Curiosita’ In passato l’acero campestre

era spesso usato come tutore vivo della vite; per la resistenza alla

potatura, l’altezza contenuta e la densità del fogliame, è ideale per

rinfoltire le siepi campestri o per creare schermature.

Ambiente L’acero campestre è abba-stanza rustico, predilige terreni umidi e profondi ma si adatta bene anche a suoli argillosi e aridi; è mediamente eliofi lo, ma sopporta anche condizioni di ombreggia-mento. Nel Parco si trova nei boschi, so-prattutto nei querceti e nelle siepi.

2828

PRUGNOLO SELVATICO Prunus spinosa (Fam Rosacee)

Curiosita’ Il prugnolo è utile per rimboschire

le aree degradate, ma è anche ottimo per costituire siepi campestri. La folta chioma del

prugnolo e le spine, lo rendono un ideale sito di nidifi cazione per gli uccelli.

L’averla piccola utilizza le spine del prugnolo per infi lzarvi le prede.

I frutti sono apprezzati anche dai mammiferi.

Portamento Arbusto alto sino a 2-3m, con fusto contorto e ramoso.

Corteccia Corteccia grigio-bruna o nerastra, lucida, incisa con l’età. I rami giovani sono spinosi, con lenticelle oriz-zontali.

Foglie Foglie semplici, alterne a lami-na ovato-ellittica, a margine fi nemente dentato, glabra sulla pagina superiore e pelosa in quella inferiore.

Fiori Ermafroditi, bianchi e numerosi, posti singolarmente sui rametti, fi orisco-no abbondantemente a marzo o aprile, prima della comparsa delle foglie.

Frutti Drupa tondeggiante (1-1,5cm), di colore bluastro, coperta da una leggera patina blu-cerosa a maturazione; il frut-to è commestibile e ha gusto acidulo.

Ambiente Il prugnolo si adatta ad ogni tipo di terreno, purché suffi cientemente drenato; è una specie eliofi la e si insedia quindi in aree soleggiate, nelle radure, negli arbusteti o al margine dei boschi. Nel Parco è spesso pre-sente nelle siepi.

2929SPINCERVINO Rhamnus catharticus (Fam. Ramnacee)

Portamento Arbusto alto fi no a 4 metri; fusto molto ramoso e di forma irregolare, con chioma compatta e ramifi cata. Caratteristici getti terminanti in spine.

Corteccia Grigio bruno, prima liscia poi scabra e squamosa.

Foglie Foglie semplici, alterne o opposte, a lamina ovoidale-ellittica acuminata al-l’apice e cuneata o troncata alla base, a margine fi nemente seghettato, con nervature evidenti.

Fiori Pianta con fi ori unisessuali piccoli e profumati, riuniti in folti gruppi ombrelli-formi sull’ascella delle foglie, di colore giallo-verde, con 4 petali.

Frutti Il frutto è una drupa globosa (5-8mm), dapprima verde e poi nerastra a ma-turità, contenente 2-4 noccioli gialli.

Ambiente Specie amante dei luoghi assolati, è presen-te ai margini dei boschi e nelle macchie cespugliose. Predilige terreni calcarei, anche poveri e aridi. Nel Parco si trova soprattutto nella porzione centro-me-ridionale.

Curiosita’ E’ una specie pioniera,

adatta al consolidamento di terreni sassosi e asciutti.

I frutti sono appetiti dall’avifauna.

3030

EVONIMO Euonymus europaeus (Fam. Celastracee)

Corteccia Sottile, verde e liscia nei soggetti giovani o bruno-chiara, con chiazze verdi.

Foglie Opposte, ellittiche o lanceolate, acute, con margine fi nemente dentato; verde chiaro in primavera, rosse d’autunno.

Fiori Piccoli, giallastri, a quattro petali.

Frutti Capsule rosse o rosa molto vistose in autunno, a maturità si aprono in quat-tro lobi in cui sono contenuti semi arancioni.

Ambiente Specie di mezz’ombra, adatta-bile a vari tipi di suolo, purchè non soggetti a ristagno o aridità prolungata. Nel Parco si trova nel sottobosco di vari tipi di boschi, soprattutto dei querceti, ma anche nelle siepi.

Portamento Arbusto deciduo che di rado supera i 2,5 m di altezza, con caratteristico portamento a rami e foglie opposte.

Curiosita’ Grazie alla colorazione dei frutti e delle foglie in autunno, è una specie

ornamentale che può essere usata nei parchi urbani. Si presta bene alla costituzione di

siepi e lungo le strade.I suoi frutti sono appetiti dagli

uccelli.

3131

SANGUINELLO Cornus sanguinea (Fam. Cornacee)

Portamento Arbusto molto ra-mifi cato alto fi no a 4 m.

Corteccia I giovani rami, dai qua-li la pianta prende il nome, sono di colore rosso cupo, particolarmente visibili nel tardo autunno. La cor-teccia diventa grigiastra e fessurata con l’età.

Foglie Foglie opposte, ovali, lan-ceolate; hanno nervature ben evi-denti e sono tipicamente rosse in autunno.

Fiori I fi ori sono ermafroditi, bianchi, a 4 petali portate in in-fi orescenze a corimbo all’apice dei rami. Hanno odore sgradevole.

Frutti Piccole drupe sferiche di 5-6 mm di diametro, prima rosse poi nerastre a maturità.

Curiosita’ Il sanguinello viene usato per il recupero ambientale di aree argillose, come pianta ornamentale o per formare siepi campestri

con altre specie arbustive ed arboree. Le bacche sono una fonte di cibo

per gli uccelli.

Ambiente E’ una pianta molto adattabile, anche se preferisce i suoli ricchi, maturi e calcarei. Si trova nei boschi e ai loro margini, nelle siepi e nei cespuglieti e colonizza rapidamente i terreni ab-bandonati. Nel Parco è molto diffuso.

32

Portamento Albero alto fi no a 30 metri, con ampia chioma a forma di cupola. Il tronco è robusto e i rami sono rivolti verso il basso.

Corteccia Liscia, macchiettata, grigio-bru-na da giovane, diviene solcata longitudinal-mente con l’età in solchi poco profondi di colore grigio.

Fiori L’infi orescenza ha un lungo pedunco-lo sulla quale vi sono 3–15 fi ori ermafroditi, molto odorosi, con un calice di 5 sepali e una corolla con 5 petali di colore giallognolo.

Frutti I frutti sono subglobosi di circa 5-6 mm a pericarpo membranoso.

32

TIGLIO SELVATICO Tilia cordata (Fam. Tiliacee)

Curiosita’ Il tiglio è molto usato come specie

ornamentale e nelle alberature stradali per il suo ombreggiamento;

i profumatissimi fi ori del tiglio selvatico attraggono le api, che ne ricavano un miele

pregiato.

Foglie Le foglie sono cuoriformi, al-terne, asimmetriche, picciolate con base cordata e acute al-l’apice, dal margine seghettato. La pagi-na superiore è verde scuro mentre quella inferiore è pallida.

Ambiente E’ una specie che pre-ferisce terreni profondi, freschi e ricchi di humus. Nel Parco si trova in parchi e giardini e lungo percorsi campestri, raramente in ambienti forestali.

3333

ORNIELLO Fraxinus ornus (Fam. Oleacee)

Portamento Albero alto fi no a 15 me-tri, con tronco eretto ramifi cato, con rami opposti e chioma ovale.

Corteccia Corteccia liscia di colo-re grigio-scuro, screpolata con l’età; le gemme sono bruno grigiastre ruggino-se.

Foglie Le foglie sono opposte, impari-pennate e seghettate, con 5-9 foglioline picciolate ed ovato-lanceolate, più chia-re sulla pagina inferiore.

Fiori Fiori in pannocchie apicali erette lunghe fi no a 20 cm, piccoli, bianchi e molto profumati. I petali lineari sono lunghi 5-6 mm.

Frutti Samare lineari in grappoli pen-duli, con un unico seme, che perman-gono sulla pianta dopo la caduta delle foglie.

Curiosita’ Può trovare impiego negli interventi di miglioramento dei boschi, insieme

ad altre specie.

Ambiente Specie che predili-ge i luoghi caldi e assolati, cre-sce su terreni magri e aridi a falda profonda, dove può com-portarsi da specie pioniera. Nel Parco è presente in modo spo-radico in tutti i boschi, tranne che nelle zone più umide.

3434

FRASSINO MAGGIORE Fraxinus excelsior (Fam.Oleacee)

Portamento Albero alto fi no a 25-30 metri con chioma globosa e poco densa, allungata, di colore verde smorto; tronco eretto e poco ramifi cato.

Corteccia Grigia, liscia, fessurata solo in esemplari molto vecchi, mentre i rami gio-vani sono grigio-verdognoli con gemme tipi-camente nere e vellutate. Foglie Opposte, imparipennate, lunghe fi no a 30 cm, composte da 9-14 foglioline lanceo-late e oblunghe, a margine seghettato; la pa-gina superiore è verde scura, mentre quella inferiore è grigiastra.

Fiori I fi ori fi oriscono prima della compar-sa delle foglie, in pannocchie ascellari, eretti e brevi con antere porpora. Frutti Samare lanceolate, brune e lucide lunghe 4 cm, in densi grappoli penduli.

Ambiente Specie amante del sole o di mez-z’ombra, predilige i suoli freschi e profondi. Nel Parco è presente soprattutto negli avvalla-menti umidi della zona settentrionale.

Curiosita’ Specie adatta alla ricostituzione

di boschi su suoli piuttosto umidi, trova impiego anche nell’arboricoltura

da legno.

3535

SAMBUCO Sambucus nigra (Fam. Caprifoliacee)

Portamento Grande arbusto molto rami-fi cato alto sino a 8 m; la chioma tende ad allargarsi ad ombrello.

Corteccia Corteccia verde da giovane poi grigio-bruna con lenticelle longitudinali.

Foglie Foglie opposte, con 5-7 foglioline ellittiche o lanceolate, lunghe 6-12 cm, con margine irregolarmente seghettato.

Fiori Infi orescenza ombrelliforme con nu-merosi piccoli fi ori bianchi.

Frutti Il frutto è una drupa subsferica, a grappoli subito penduli, lucida e nero-vio-lacea a maturità.

Curiosita’ Specie adatta per costituire siepi

campestri. E’ utilizzata per la delimitazione degli orti, sia per

l’azione repellente nei confronti di insetti parassiti, sia perchè in grado di attirare molti uccelli insettivori,

che si cibano delle bacche e trovanositi di nidifi cazione

tra i suoi rami.

Ambiente Specie mesofi la, predilige suoli umidi e profondi, ricchi di sostanze azotate. E’ frequente nelle schiarite e nelle siepi e si adatta bene ai luoghi esposti al sole.

36

LIGUSTRO Ligustrum vulgare (Fam. Oleacee)

Portamento Arbusto di medie di-mensioni a ramifi cazione espansa, che può raggiungere anche i 3 metri d’al-tezza.

Corteccia Grigio bruna, liscia, sottile con lenticelle.

Foglie Foglie piccole, opposte e lanceo-late, verde scuro sulla pagina superiore, più chiare in quella inferiore, coriacee; sono generalmente caduche, ma posso-no anche persistere d’inverno.

Fiori I fi ori sono bianchi, piccoli e pro-fumati, riuniti in un’infi orescenza a pan-nocchia.

Frutti Piccole bacche nere e lucide a maturità, contengono un seme e pos-sono persistere sulla pianta durante l’inverno.

36

Ambiente Specie eliofi la o di mez-z’ombra, si adatta a diverse condizioni ambientali e vari tipi di suolo, purchè ricchi di nutrienti e ben drenati; è dif-fuso nel Parco soprattutto ai margini dei boschi.

Curiosita’ E’ una specie ideale per formare siepi

campestri miste. E’ anche una pianta ornamentale sia per la fi oritura sia per la densa chioma dalle foglie

persistenti. Numerosi uccelli come i fringuelli e le capinere si cibano delle

bacche del ligustro.

3737

PALLON DI MAGGIO Viburnum opulus (Fam. Caprifoliacee)

Portamento Arbusto di 2-3 metri di altezza, a forma cespugliosa ed espan-sa.

Corteccia Liscia, di colore bruno-giallastro, sottile, a strie, si screpola con l’età.

Foglie Decidue, ad inserzione oppo-sta, lobate a 3 o 5 lobi, di colore visto-samente rossastro in autunno.

Fiori Ermafroditi di piccole dimen-sioni e colore bianco, riuniti in infi o-rescenze composte (10 cm), con petali più grandi sui fi ori periferici; fi orisce a maggio.

Frutti Drupe sferiche lucide e rosse a maturità, che spesso rimangono sulla pianta in inverno.

Curiosita’ Specie molto ornamentale, indicata per la formazione di siepi campestri

su suoli umidi, per interventi di recupero ambientale e anche in giardini urbani.I fi ori sono impollinati da coleotteri e ditteri, mentre i frutti sono appetiti dagli uccelli durante la stagione

invernale.

Ambiente Specie eliofi la o di mezz’om-bra, è diffusa nei boschi umidi e nei mar-gini dei boschi su suoli freschi. Nel Parco è presente in tutte le zone umide.

38

I FIORI DEL PARCO

ELLEBORO VERDE Helleborus viridis (Fam. Ranuncolacee)Specie erbacea perenne rizomatosa, alta 20-50 cm, con grandi foglie basali, lanceolate, i fiori sono for-mati da 5 grandi tepali di colore tipicamente ver-de, che emanano un odore sgradevole; come altri ellebori, fiorisce anche in pieno inverno. Cresce su terreni calcarei nei boschi umidi e ai margini di essi, e nel Parco è diffuso soprattutto nei castagneti e nei querceti della parte collinare.

SCILLA SILVESTRE Scilla bifolia (Fam. Liliacee)Pianta perenne, erbacea e bulbosa, alta 10-20 cm, con 2 foglie (da cui la specie prende il nome), lan-ceolate, lucenti e ricurve, che abbracciano il fusto dalla base. L’infiorescenza è formata da 6-10 fiori, di circa 1 cm di diametro, con 5 petali di colore azzur-ro-violetto intenso, o raramente bianco o rossastro; la fioritura avviene tra marzo e maggio. Nel Parco la specie si trova soprattutto nei boschi umidi di querce e nei castagneti.

3939

BUCANEVE Galanthus nivalis (Fam. Amarillidacee)Pianta perenne, erbacea e bulbosa, alta circa 10-20 cm; dal bulbo fuoriescono 2 foglie radicali, lineari e nastriformi lunghe come il fusto e larghe fino a 5 mm, arrotondate all’apice e con una patina cerosa. I fiori sono penduli a forma di campanella, lunghi 2,5 cm, formati da 6 tepali bianchi con macchie verde chiaro all’apice dei 3 tepali in-terni (più corti). Specie di mezzombra tipica dei prati e dei boschi umidi di latifoglie, fiorisce in febbraio - marzo, in concomitanza con lo scioglimento delle nevi, da cui prende il nome.

CAMPANELLINO Leucojum vernum (Fam. Amarillidacee)Pianta perenne, erbacea e bulbosa, alta circa 10-30 cm; dal bulbo si dipartono le foglie, lineari e nastriformi lunghe poco meno del fusto e larghe 1 cm. I fiori sono penduli a forma di campanella (dalla quale deriva il nome comune), profumati e con una macchia verde chiara o giallastra al-l’apice dei tepali. Si trova prevalentemente in prati e boschi umidi e nel Parco la fioritura è precoce (gennaio - febbraio), secondo l’esposizione al sole.

DENTE DI CANE Erythronium dens-canis (Fam. Liliacee)Pianta perenne, erbacea e bulbosa, alta circa 10-20 cm; ha 2 foglie basali, ellittiche ed appuntite, chiazzate di rosso - bruno. Il fiore è solitario e pendulo, di colore rosa-violaceo con 6 tepali rivolti all’indietro; è frequente nei prati e nelle radure e nei boschi di latifoglie.

CEFALANTERA MAGGIORE Cephalanthera longifolia (Fam. Orchideacee)Pianta erbacea slanciata, alta fino a 40 cm, con fusto gla-bro, 6-10 foglie alterne, lanceolate-acute, lunghe fino a 15 cm; l’infiorescenza è costituita da 10-20 fiori bianchi, ge-neralmente chiusi, che si aprono solo nelle ore più calde e luminose della giornata. Nel Parco si trova nei boschi di la-tifoglie e cespuglieti, preferendo posizioni di mezz’ombra.

4040

PERVINCA Vinca minor (Fam. Apocynacee)Pianta erbacea perenne a portamento strisciante, forma estesi tappeti sempreverdi. Alta 10 -15 cm, ha un porta-mento strisciante e tappezzante. Le foglie sono opposte, coriacee e lucide, mentre i fiori, portati su piccioli di 1-2 cm, compaiono a marzo-maggio e sono solitari, con 5 pe-tali di colore azzurro-violetto (blu-pervinca). La pervinca è molto diffusa nei boschi di latifoglie del Parco, special-mente nei querceti e sui suoli freschi e ricchi di humus.

ERBA TRINITA’ Hepatica triloba (Fam. Ranuncolacee)Pianta perenne erbacea di 5-15 cm, ha foglie radicali sempreverdi, di colore verde sulla pagina superiore e vio-la su quella inferiore; le foglie hanno 3 lobi che ricordano vagamente la forma del fegato (da cui il nome “epatica”). Il fiore è singolo, con 6 -10 petali blu-violacei. Nel Parco è diffusa nei boschi di querce, su suoli calcarei.

ANEMONE BIANCO Anemone nemorosa (Fam. Ranuncolacee)Pianta perenne erbacea, non più alta di 30 cm, con ri-zoma strisciante e foglie palmate, picciolate, costituite da 5 foglioline lobate e dentate. Ha un solo fiore por-tato su un esile fusto, con 6 -12 petali bianchi e stami gialli, molto appariscenti; fiorisce in marzo-maggio e nel Parco si trova nei boschi di latifoglie soprattutto nei querceti, nelle radure e nei luoghi ombrosi.

PRIMULA COMUNE Primula vulgaris (Fam. Primulacee)Pianta perenne erbacea cespitosa, con foglie di colore verde chiaro, rugose e glabre sulla pagina superiore e pe-lose nella pagina inferiore, disposte a rosetta. I fiori hanno una corolla con 5 petali di colore giallo pallido, di colore più intenso alla base. Nel Parco la primula, che fiorisce a febbraio–marzo è diffusa in tutti i boschi umidi.

4141

LE SPECIE INVASIVE DEL PARCO Le piante esotiche invasive (alloctone) sono specie non indi-gene (provenienti in generale da altri continenti), introdotte dall’uomo intenzionalmente o accidentalmente, che per le loro caratteristiche si diffondono rapidamente in natura a scapito delle specie locali. La diffusione delle specie allocto-ne è tra le principali cause di diminuzione della biodiversità degli ambienti naturali, ed è perciò importante prevenire l’introduzione di nuove specie e contrastare la diffusione di quelle già presenti.Ognuno può dare il proprio contributo evitando di utilizzare queste specie nei giardini e boschi e segnalando al Parco la presenza delle infestanti sul territorio.

42

Albero alto fino a 25 metri, con chioma globosa di colore verde chiaro; il tronco è eretto e slancia-to, con ramuli spinosi e corteccia grigio-brunastra grossolanamente solcata. Le foglie sono alterne, im-paripennate, lunghe fino a 30 cm e composte da 9-21 foglioline ovali; i fiori sono bianchi, molto pro-fumati e raggruppati in racemi penduli lunghi fino a 20 cm, mentre i frutti sono contenuti in baccelli lisci e brunastri che rimangono sulla pianta fino al-l’inverno.

ROBINIA origine: nord america Robinia pseudoacacia (Fam. Leguminose)

42

La robinia è una specie rustica che si adatta a qualsiasi tipo di suolo: si può trovare presso scarpate, negli incolti, nelle siepi e nei boschi. Importata all’inizio del sei-cento dal nord america, oggi viene considerata naturalizzata, ma per la sua rapida capacità di crescita tende a soppiantare le specie spontanee, diventando in molti casi l’unica specie presente e portando ad un impoverimento della biodiversità dei boschi. Nel Parco la robinia è diffusa ovunque, nelle siepi, ai margini dei boschi e nei boschi degradati.PREVENZIONE E LOTTA l’ombreggiamento del suolo da parte di altre specie e la corretta gestione del bosco limitano la crescita della robinia, che viene gradual-mente sostituita dalle specie autoctone.

Albero alto fino a 25 metri, con tronco dritto e slanciato e corteccia grigio chiara, liscia e appena striata.Ha foglie composte, imparipennate, lunghe fino a 90 cm, con 10-15 paia di foglioline ovali ellittiche di 7 cm, che se stropicciate emanano odore sgradevole; le infiorescenze sono a pannocchia, giallo-verdastre e lunghe 10-20 cm, mentre i frutti sono samare ad ali lanceolate, rossastre e per-sistenti d’inverno. L’ailanto, originario della Cina, è stato introdotto in Italia nel 1700; cresce su ogni tipo di suolo, si diffonde e tende a diventare infestante in luoghi aperti e aridi, sui terreni di riporto e nelle radure, mentre si insedia più difficilmente all’interno dei boschi.

AILANTO (albero del paradiso) origine: cina Ailanthus altissima (Fam. Simaroubacee)

PREVENZIONE E LOTTA è importante prevenirne la crescita ed evitarne l’espansione, tagliando le infiorescenze prima della formazione dei frutti e strap-pando tutti i rigetti. Una corretta gestione del bosco limita l’espansione dell’ailanto all’interno dei boschi.

4343

QUERCIA ROSSA origine: nord america Quercus rubra (Fam. Fagacee)

Albero alto 25 - 50 m, con corteccia grigiastra leggermente fessurata longitudinalmente; le fo-glie sono grandi con margine dentato e appun-tito, incise fino a metà del lembo in 7 - 11 lobi angolosi, ognuno dei quali ha 1 - 3 denti setacei. Si riconoscono dal colore rosso-brunastro in au-tunno.Come nelle altre querce i fiori sono unisessuali, quelli maschili raggruppati in amenti penduli, quelli femminili individuali e sessili o con brevi piccioli. I frutti sono ghiande appiattite. La quercia rossa è originaria delle regioni orientali dei Nord America, introdotta a fine ‘800 per l’aspetto decorativo della chioma. Meno esigente delle querce europee e a rapido accrescimento, è stata (ed è ancora) utilizzata spesso nelle alberature stra-dali e impiegata anche in selvicoltura, per l’alto rendimento in legname.PREVENZIONE E LOTTA è consigliabile rinunciare all’impiego ornamentale della specie, per limitarne la diffusione, ma è anche importante prevenirne la cre-scita, sradicando le giovani piante, eliminando le ghiande e sostituendola con specie autoctone.

BUDDLEJA (albero delle farfalle) origine: asia orientale Buddleja davidii (Fam. Buddleiacee)

Arbusto deciduo, alto 2-3 m, con foglie se-ghettate, lanceolate, a lamina inferiore bian-co-cotonosa. I fiori di color viola scuro-lilla sono riuniti in pannocchie apicali cilindriche, lunghe da 20 a 50 cm. La buddleja cresce su greti di fiumi e torrenti, zone disboscate, cave e terreni incolti. Per le sue caratteristiche di pianta pioniera, colonizza rapidamente su-perfici ghiaiose e aperte, a scapito delle spe-cie autoctone. E’ frequente nei giardini come specie ornamentale, fattore che ne ha favori-to l’espansione.PREVENZIONE E LOTTA è consigliabile rinunciare all’impiego ornamentale della specie, per limitarne la diffusione; l’eliminazione della Buddleja dai boschi naturali richiede tempi lunghi, poiché è necessario sradicare ogni singola pianta, garantendo una immediata copertura del suolo con specie autoctone.

44

Arbusto alto fino a 4-6 m, con foglie breve-mente picciolate, imparipennate, composte di 5-17 paia di foglioline ovali o lanceola-te, simili a quelle della robinia. I fiori han-no una corolla violetta, lunga da 4 a 6 mm e sono raggruppati in racemi densi, eretti, all’estremità dei rami, mentre il frutto è un legume ghiandoloso. L’indaco, diffusosi rapidamente perché col-tivato come pianta ornamentale e impiegato nel consolidamento delle rive di corsi d’ac-

Grande pianta erbacea (alta 1-3 m), con fusti vigorosi, rossastri. Produce fusti sotterranei (rizomi) lunghi e robusti, capaci di sviluppar-si in profondità. Le foglie sono alterne, ro-tonde o largamente ovali, troncate alla base e lunghe fino a 20 cm, brevemente acumina-te, con picciolo corto. I fiori sono bianco-ver-dastri o rossastri, organizzati in infiorescenze spighiformi.Il poligono giapponese, come altri poligoni invasivi, predilige i bordi dei corsi d’acqua

POLIGONO DEL GIAPPONE Origine: giappone Reynoutria japonica (Fam. Poligonacee)

44

e le stazioni ben soleggiate, come i margini dei boschi, le siepi, i terreni incolti e le scarpate; è una delle specie esotiche più invasive, a causa della crescita molto rapida, della resistenza dei rizomi e della moltiplicazione vegetativa, ed è capace di formare popolamenti monospecifici che ostacolano la crescita di specie autoctone.PREVENZIONE E LOTTA per limitarne l’espansione occorre rinunciare all’impie-go ornamentale della specie e falciare il popolamento ogni mese almeno per 5 anni.

INDACO BASTARDO origine: nord americaAmorpha fruticosa (Fam. Fabacee)

qua,cresce sui terreni di riporto e presso le rive dei fiumi, dove può diventare domi-nante.PREVENZIONE E LOTTA è importante non propagarne i semi o piccoli fram-menti di fusto o di radici. Nei popolamenti stabiliti il taglio è efficace unicamente in combinazione con l’uso di erbicidi, mentre le giovani piante devono essere strap-pate.

4545

I giardini delle nostre case, i giardini pubblici e le aiuole delle rotatorie possono diven-tare degli esempi di biodiversità: la presenza di specie autoctone nei giardini privati infatti, può contribuire al mantenimento e alla diffusione di piante, arbusti e fiori tipici del nostro ambiente.Sono aree che possono diventare un asse importante dell’ecosistema locale e rappre-sentare un utilissimo punto di passaggio e una fonte di cibo per l’avifauna, gli anfibi, i ricci e tutti quegli animali che vivono o che attraversano le aree abitate. La presenza delle piante (soprattutto delle latifoglie) nei centri abitati, contribuisce con l’ombra delle chiome a migliorare il microclima, riducendo l’emissione di calore da parte dell’asfalto e del cemento in estate. In questa parte della guida, vogliamo proporre alcuni consigli per rendere i giardini e le aree verdi urbane non solo uno spettacolo estetico, ma anche un ambiente utile a sostenere la biodiversità “sotto casa”.Ecco quindi alcuni consigli utili per arricchire i giardini con le specie autoctone e alcune indicazioni per la loro collocazione e il loro mantenimento.

In collina, ad esempio, soprattutto sui versanti esposti a sud, le specie ideali da pian-tare nei giardini sono quelle che amano il sole e i suoli asciutti e ben drenati: tra gli alberi tipici del Parco sono quindi consigliati il carpino nero, il castagno, il cerro, la rovere, la roverella e l’orniello, e tra gli arbusti la rosa canina, il biancospino, il ciliegio o il prugnolo selvatico.

In pianura, in base alle condizioni locali di drenaggio del terreno, si possono ri-scontrare condizioni ambientali differenti: vi sono suoli asciutti ottimi per l’orniello oppure più umidi e quindi idonei all’olmo campestre, al carpino e alla farnia. Sono particolarmente adatti all’ambiente di pianura la farnia, il carpino bianco, l’olmo campestre, il bagolaro e il tiglio e per gli arbusti il biancospino, il prugnolo selvatico, il ligustro, il sanguinello e dove il terreno è più umido anche l’evonimo e il pallon di maggio.

Lungo il fiume il suolo è spesso intriso d’acqua, o comunque molto umido: solo le piante che si sono specializzate per questi tipi di terreni vi crescono in maniera ottima-le. L’ontano nero, il salice, il salicone e il pioppo nero, ad esempio, vengono utilizzati per stabilizzare le sponde dei fiumi grazie al loro apparato radicale, inoltre costitui-scono un valido riparo per gli insetti che sono una fonte di cibo per l’avifauna. Come specie arbustive in questi luoghi umidi e ombrosi crescono molto bene il biancospino, l’evonimo, la frangola e il nocciolo.

UNA MANO ALL’AMBIENTE ATTRAVERSO IL GIARDINO

4646

Specie In collina In pianura In riva al fiume

Acero campestre

Bagolaro

Betulla bianca

Biancospino

Carpino bianco

Carpino nero

Castagno

Cerro

Ciliegio selvatico

Evonimo

Farnia

Frassino maggiore

Ligustro

Nocciolo

Olmo campestre

Ontano nero

Orniello

Pallon di maggio

Pioppo nero

Prugnolo selvatico

Rosa canina

Rovere

Roverella

Salice bianco

Salicone

Sambuco Sanguinello Spincervino Tiglio selvatico

47

Consigli utili: Vuoi un giardino autoctono ricco di fiori? Scegli il biancospino, il prugnolo selvatico, la rosa canina, l’evonimo, il pallon di maggio e il tiglio selvatico;Vuoi un giardino autoctono con specie da frutto? Scegli il ciliegio selvatico, il castagno, il nocciolo, il prugnolo selvatico, il sambuco;Vuoi un giardino autoctono utile per gli uccelli? Scegli il ciliegio selvatico, la rosa canina, il biancospino, lo spincervino, il sambuco; Vuoi un giardino autoctono che sia bello anche d’autunno o d’inverno? Scegli l’acero campestre, il carpino bianco, la rosa canina, il biancospino, il pallon di maggio, l’evonimo.

Come mantenere un giardino in modo sostenibileConcimareLe piante per crescere utilizzano le sostanze minerali contenute nel terreno, come ad esempio l’azoto e il fosforo, che spesso sono disponibili in piccole quantità: è per questo che, per avere un giardino rigoglioso, l’uomo impiega fertilizzanti e ammen-danti, ricchi di tali sostanze. Per tutelare l’ambiente nella cura del proprio giardino si possono utilizzare concimi naturali ed evitare l’uso di costosi e inquinanti fertilizzanti chimici. Anche il compo-staggio domestico, ad esempio, può essere una utile pratica: nel composter i rifiuti organici come gli scarti da cucina (bucce di frutta, insalata, ...), decomponendosi e degradandosi, si trasformano in humus e liberano sostanze utili alla crescita delle piante. Il compostaggio ripercorre le stesse strade della natura, con il vantaggio di nutrire le piante riducendo i rifiuti organici. InnaffiareUn importante accorgimento riguarda l’utilizzo dell’acqua. L’acqua potabile, de-stinata al consumo umano, è una risorsa preziosa. Prima di arrivare nelle nostre case l’acqua viene estratta dalla falda, depurata e distribuita attraverso l’acquedotto. Questi passaggi richiedono un consumo di energia. Inoltre l’acqua è una risorsa sempre più limitata a causa dei cambiamenti climatici e dell’aumento dei consumi, pertanto il suo utilizzo dev’essere attento e responsabile.

E’ possibile adottare alcuni accorgimenti per risparmiare l’acqua nella cura del giar-dino: utilizzare l’acqua piovana. Durante le piogge i tetti delle case ricevono una quantità notevole di acqua, che di solito viene convogliata nelle condutture fognarie e persa. Lo stoccaggio dell’acqua piovana è una soluzione pratica e vantaggiosa per avere una risorsa importante a disposizione e senza consumare energia. Sul mercato esistono diverse soluzioni che permettono di installare impianti per la raccolta delle acque piovane. I piccoli impianti utili per innaffiare l’orto o il giardino sono i più semplici, facilmente reperibili e installabili; innaffiare solo se necessario, preferibil-mente di mattina o sera; utilizzare anche l’acqua di sciacquo della frutta e verdura;

Un giardino sostenibile ha un valore in più perché oltre ad essere bello, riposante e ospitale, è un piccolo ecosistema in armonia con l’ambiente naturale del territorio.

47

48

ACHENIO frutto secco, che non si apre spontaneamente a maturazione contenente un unico seme. AUTOCTONO letteralmente “originario del luogo”; le specie autoctone sono quelle naturalmente presenti in un territorio.ALLOCTONO specie che proviene da un altro luogo, presente in un territo-rio al di fuori dell’areale naturale. Le specie naturalizzateAMENTO infiorescenza costituita da numerosi fiori unisessuali, disposti su un asse allungato e pendente, simile a una spiga.BRATTEA foglia modificata che protegge o sostiene il fiore o il frutto.CORIMBO infiorescenza nella quale i fiori, anche avendo differenti punti di inserzione, terminano tutti alla stessa altezza.DRUPA frutto carnoso con una parte esterna sottile (buccia), una parte cen-trale carnosa (polpa), ed una parte interna legnosa (nocciolo), che contiene al suo interno un unico seme osseo.ELIOFILA pianta che cresce in modo ottimale nei luoghi assolati.INFIORESCENZA insieme di più fiori, disposto su un asse fiorale privo di foglie.LAMINA parte sottile e appiattita della foglia nella quale avviene la fotosintesi.LENTICELLA fessura posta sulla corteccia di alcune piante che favorisce gli scambi gassosi con l’esterno.NERVATURA fascio vascolare presente sulla lamina che trasporta la linfa.PERICARPO parte del frutto che circonda e protegge il seme.PETALO foglia modificata che compone la corolla del fiore, di solito molto colorato e vistoso per attrarre gli insetti.PICCIOLO stelo che in diverse piante collega la foglia al ramo. Se il picciolo non è presente la foglia è detta sessileRACEMO infiorescenza costituita da un asse centrale sul quale si inseriscono in punti diversi i fiori con peduncoli di lunghezza uguale.SAMARA frutto secco contenente un solo seme che ha un pericarpo a forma di ala; se le ali sono due il frutto è una disamara. La funzione delle ali è di disperdere il seme con il vento e facilitarne la diffusione.SEPALO foglia modificata di colore verde che costituisce il calice del fiore.TEPALO elemento fiorale che deriva dalla fusione di petali e sepali.

GLOSSARIO 48

AParco Adda Nord

Consorzio per la gestione

Villa Gina - Concesa - via Padre Benigno Calvi, 320056 Trezzo sull’Adda (MI)

tel. 02 9091229 - 02 9090766fax 02 9090096www.parcoaddanord.ite-mail: [email protected]