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TORINO 16 -19 Novembre 2013 FORMAZIONE - RICERCA RELAZIONI A INVITO Scrivere un articolo. P. Russo, Napoli La statistica che serve: studi di clinical performance basati sull’imaging. A. Giuliani, Roma Formazione HTA nelle scuole di specializzazione in fisica medica. L. Widesott, Trento RELAZIONI LIBERE E-learning Computer Supported Collaborative Learning (CSCL) con Webquest: esperienza formativa sui controlli di qualità in Computed Radiography (CR). F. R. Giglioli Corso di Formazione a Distanza (FAD) in materia di radioprotezione nelle attività sanitarie con accreditamento ECM - Progetto della Regione Toscana. C. Fulcheri POSTER Conoscere per migliorare: il punto di vista degli specializzandi. G. Rinaldin, Milano

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TORINO 16-19 Novembre 2013

FORMAZIONE - RICERCA

RELAZIONI A INVITOScrivere un articolo. P. Russo, Napoli

La statistica che serve: studi di clinical performance basati sull’imaging. A. Giuliani, Roma

Formazione HTA nelle scuole di specializzazione in fisica medica. L. Widesott, Trento

RELAZIONI LIBEREE-learning Computer Supported Collaborative Learning (CSCL) con Webquest: esperienza formativa sui controlli di qualità in Computed Radiography (CR). F. R. Giglioli

Corso di Formazione a Distanza (FAD) in materia di radioprotezione nelle attività sanitarie con accreditamento ECM - Progetto della Regione Toscana. C. Fulcheri

POSTERConoscere per migliorare: il punto di vista degli specializzandi. G. Rinaldin, Milano

Scrivere un articolo

Paolo Russo

Università di Napoli Federico II e INFN, Sezione di Napoli, Napoli

Editor-in-Chief, Physica Medica: European Journal of Medical Physics

La redazione e produzione di un articolo scientifico su una rivista con peer review è uno dei compiti fondamentali

legati all’attività scientifica/tecnologica, a carattere di ricerca o professionale. Riportare, in maniera chiara e

corretta, i risultati della ricerca svolta permette la riproduzione e verifica dei risultati, previa valutazione da parte di

esperti. Tuttavia l’attività di redazione di un proprio articolo scientifico, e di revisione di lavori altrui, non è oggetto

di insegnamento sistematico durante la formazione del personale di ricerca o professionale. Esistono, peraltro,

modalità operative consolidate di scrittura, sottomissione e revisione di articoli, oltre che di regole etiche condivise

per quanto riguarda questo importante e delicato aspetto della ricerca. A fronte di tale situazione, l’enorme numero

e, in molti casi, l’incremento percentuale di articoli rifiutati per la pubblicazione nelle più affermate riviste

internazionali è un elemento di preoccupazione di molti Editor; a titolo di esempio, nella recentissima International

Conference of Medical Physics 2013 a Brighton, UK, una intera sessione (molto frequentata) è stata dedicata alla

presentazione, da parte di tre Editors di riviste di fisica medica, delle regole condivise di redazione, sottomissione e

revisione di articoli scientifici. L’Editor della rivista Physica Medica (European Journal of Medical Physics,

EJMP), svolgerà una relazione illustrando tali modalità, prendendo ad esempio la realtà editoriale di EJMP, organo

ufficiale dell’AIFM e dell’EFOMP. In aggiunta, illustrerà il suo punto di vista sugli elementi particolarmente

qualificanti di un “buon” articolo, sottolineando l’importanza di una corretta, valida attività di referaggio al fine di

ottenere manoscritti di maggior forza di convincimento presso la comunità scientifica di riferimento.

La Statistica che serve (Imaging e Studi Clinici)

Alessandro Giuliani, Istituto Superiore di Sanità, Roma

L’utilizzo delle tecniche di imaging e, più in generale, di dati ad altissima dimensionalità (e.g. elevato numero di

voxel dell’immagine, lunghe serie temporali di tracciati..) per intraprendere studi clinici, presenta degli aspetti

molto delicati in termini di analisi statistica dei dati. Talmente delicati che molto spesso le evidenze provenienti da

questo tipo di studi scivolano nella totale irrilevanza, come dimostrato da numerosi studi statistici e meta-analitici

[1,2].

In questa breve presentazione cercherò di evidenziare i punti critici da tenere strettamente sotto controllo e che

necessitano di un pensiero profondo e accurato, di tipo epistemologico e metodologico prima ancora che

strettamente di tecnica statistica per evitare, per quanto possibile, la completa irrilevanza conoscitiva degli

esperimenti. Possiamo identificare questi punti come:

1. Instabilità della relazione fra osservabile e variabile latente di interesse

2. Separazione tra la scala a cui vengono eseguite le misure e la scala del test statistico.

3. Problema della sovra-determinazione (Overfitting).

4. Differenza tra significatività statistica e significatività clinica.

Per quel che riguarda il primo punto, bisogna considerare che NESSUNA misura coincide con la ‘cosa in sè’ da cui

è derivata tramite la mediazione dello strumento di misura ma risulta piuttosto essere ciò che in statistica si

definisce un ‘proxy’, una variabile legata in vario modo e soprattutto all’interno di uno specifico (e fatalmente

limitato) insieme di condizioni al contorno con il fenomeno di interesse. Nei casi più semplici (ad esempio legame

tra la temperatura di un corpo e il proxy costituito dall’allungamento della barra di mercurio di un termometro)

possiamo stabilire con esattezza l’intervallo in cui la sovrapposizione tra misura e fenomeno investigato è stabile e

affidabile, in altri casi questo non è possibile.

Negli studi di Imaging l’interazione tra caratteristiche anatomiche, fisiologiche, metaboliche del sistema studiato

rende praticamente impossibile ‘sostenere’ ipotesi forti sul legame tra ‘funzioni superiori’ e osservabile

sperimentale indipendentemente dalle condizioni di contesto. Non esistono metodi definitivi per ovviare a questo

problema, comunque la convergenza (correlazione) tra il dato proveniente dall’Imaging e altre evidenze, ottenute

sugli stessi soggetti con approcci differenti fornisce ‘robustezza’ al dato e quindi confidenza sulla sua rilevanza.

Il secondo punto ha a che vedere con la necessità di separare il problema dell’affidabilità della misura da quello

dell’analisi statistica inferenziale vera e propria, e quindi del test di ipotesi. Il test di ipotesi, negli studi clinici, si

concentra sulla stima della probabilità con cui un certo esito sia ascrivibile al caso nell’ambito di una precisa

ipotesi distribuzionale. In altri termini il problema può essere visto come la stima della probabilità che alcuni indici

statistici di POPOLAZIONE (media, deviazione standard..) supportino l’ipotesi di una sola popolazione incognita

di riferimento come matrice di tutte le osservazioni [3]. Il raggiungimento di una bassa probabilità di questa ipotesi

(detta ipotesi nulla) può essere preso come una ‘falsificazione’ della stessa. Gli ‘atomi’ di questa procedura, il

livello base sotto cui non si può andare sono allora i differenti individui, intesi come osservazioni indipendenti.

Questo fatto implica che il test statistico necessiti il ‘collasso’ di tutto il set ad alta dimensionalità delle

osservazioni provenienti dall’imaging ad un solo numero-indice per paziente. Questo collasso deve avvenire in

maniera sufficientemente robusta e coerente e non deve in alcun modo essere guidato dalla soluzione (e.g. scelta

del parametro più discriminante), altrimenti entreremo nel problema più grave che affligge la ricerca su dati

multidimensionali, quello che abbiamo indicato nel punto 3 come Sovra-determinazione o Overfitting.

Il problema dell’overfitting ha a che vedere con la possibilità di stimare con una precisione massima qualsiasi

modello avendo a disposizione un numero sufficientemente grande di ‘parametri liberi’, questo problema è

particolarmente critico nelle procedure di imaging in cui vengono stimate migliaia di traiettorie per voxel

distribuite su decine di prove ripetute sullo stesso soggetto. Oltre che dalla molteplicità di misure, l’overfitting è

generato da problemi di scala che saranno ampiamente trattati nella lezione.

Il quarto e ultimo punto ha a che vedere con la necessità di separare la significatività statistica (probabilità che

l’evento osservato sia dovuto al caso) e l’entità reale dell’effetto. Per definizione, con un numero sufficiente di

osservazioni, ogni evento risulta statisticamente significativo [3], ciò fa sì che ogni analisi statistica deve iniziare

con una ‘stima a priori’ della potenza del test, cioè della minima differenza che risulta essere significativa con le

particolari condizioni di numero di campioni, affidabilità della misura, e variabilità naturale, solo schemi

sperimentali che garantiscono una ‘soglia minima’ di entità dell’effetto considerata rilevante sono appropriati.

In altre parole un farmaco che garantisca una riduzione ‘statisticamente significativa’ della pressione arteriosa

dell’1% è comunque clinicamente irrilevante in quanto diminuire la pressione arteriosa dell’1% non cambia di

nulla le condizioni cliniche del paziente. La definizione della rilevanza clinica di un trattamento (o comunque di un

dato osservazionale) implica una forte intersezione tra conoscenza biomedica, statistica e fisica.

I quattro punti che abbiamo velocemente descritto intervengono in ogni fase dell’analisi dei dati, dalla scelta della

misura e dai criteri di inclusione dei soggetti, attraverso la generazione di ‘indici statistici riassuntivi’ per le

osservazioni indipendenti fino all’ultima fase del calcolo della significatività statistica. In tutte queste fasi esistono

metodi ‘più robusti’, metodi che cioè riducendo al minimo le assunzioni consentono di aumentare la possibilità di

generalizzare i risultati, e metodi meno ‘robusti’ che, seppur apparentemente più precisi e calzanti di fatto si

rivelano molto più fragili e forieri di valutazioni sbagliate proprio perché limitano in maniera innaturale

l’applicabilità dei risultati.

Il tema della robustezza, cioè dell’invarianza dei risultati attraverso diverse condizioni e paradigmi sperimentali è

al centro delle procedure di meta-analisi, di quelle tecniche statistiche quindi che spostano l’interesse dal singolo

studio al confronto tra studi differenti per trarne un’indicazione globale [2] e che saranno l’ultimo punto trattato

nella lezione.

Referenze Bibliografiche

1. Ioannidis JP Why most Published Research Findings are False. PloS Medicine (2005) 8, 2: e124.

2. Ioannidis JP, Trikalinos TA Early extreme contradictory estimates may appear in published research: The

Proteus phenomenon in molecular genetics research and randomized trials. J. linical Epidemiology (2005)

58 (6): 543-549.

3. Yoccoz NG Use, Overuse, and Misuse of Significance Tests in Evolutionary Biology and Ecology.

Bullettin of the Ecological Society of America (1991) 72 (2): 106-111

Capacity building: the case of Health Technology Assessment in Medical Physics

Costruire conoscenza: il caso dell’HTA nella Fisica Medica

G. Nollo1, N. Pace1,2, L. Widesott3,4, C. Favaretti5, L. Begnozzi6.

(1)Progetto speciale Innovazione e Ricerca Clinica in Sanità (IRCS), Fondazione Bruno Kessler, Trento; ; (2) Scuola di Specializzazione in Fisica Medica - Università di Roma Tor Vergata (3) Unità operativa di Protonterapia - Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari – Trento (4) Department of Physics, Swiss Institute of Technology, 8092 Zurich, Switzerland (5) Presidente SIHTA (6) Presidente AIFM

Purpose: Nowadays, decision making processes in the health care field are characterized by their complexity and multidimensional nature: to support optimal resource management, methods of Health Technology Assessment (HTA) can be applied. In the last decades, such methods have been experiencing a rapid growth due to their scientific nature and relevance for decision makers. In this scenario, Medical Physicists play a key role in the course of such processes, especially when they are related to high-tech devices and procedures. Nonetheless, HTA methods are often neglected in the educational path of a Medical Physicist, who is forced to recover from this gap by himself and without an external, qualified guidance. Aim of the SIHTA (Società Italiana di HTA)-AIFM round table which will be organized within the SIHTA congress in November 2013, will be to define the general layout for a HTA course to be introduced within the educational program of the Italian Specialization Schools in Medical Physics. Methods and materials: A round table with the participation of AIFM and SIHTA members has been set for the annual national SIHTA congress. The main goal of the round table was to discuss and define the draft outline for a HTA course to be implemented within the Italian Medical Physics Specialization Schools (i.e. tailored to the needs of a (future) Medical Physicist). The adequate number of hours to dedicate to HTA was defined, by also taking into account the total number of educational activity of the students.Results: Expected output of the round table is a document in which the following will be defined: 1) number of hours to dedicate to the teaching of HTA in the Italian Medical Physics Specialization Schools; 2) general outline of the course, containing the main topics to be covered; 3) topics and issues of particular interests for the Medical Physics, for which caution must be used in guaranteeing an adequate training. Conclusion: The SIHTA-AIFM round table represents the synergic effort of two scientific associations towards the improvement of the educational system of their affiliates. For AIFM, the possibility to guarantee to the totality of the next generation of Medical Physicists the same background about determined field of scientific knowledge (as, for example, HTA) is crucial: at the same time, for SIHTA, the collaboration with other scientific associations in order to establish and disseminate methods and knowledge represents a primary objective.

E-learning Computer Supported Collaborative Learning (CSCL) con Webquest : esperienza formativa sui controlli di qualità in Computed Radiography (CR)

Giglioli F.R.* , Rossetti V.* , Picco G.°

*A.O. Città della Salute e della Scienza di Torino – Fisica Sanitaria - sede Molinette°A.O. Città della Salute e della Scienza di Torino – Formazione - sede Molinette

INTRODUZIONE

La diffusione delle tecnologie e il loro uso hanno modificato il modo di comunicare e di apprendere: in particolare abbiamo l’introduzione di due nuove modalità formative, alternative o ad integrazione delle forme preesistenti (in aula e sul campo): l’apprendimento attraverso l’autoistruzione e l’apprendimento collaborativo.

Nell’apprendimento in autoistruzione, i classici corsi Fad (formazione a distanza) ,la centralità è focalizzata sui materiali e sulla distribuzione dei contenuti; nell’apprendimento collaborativo ,invece, la centralità è sul discente in sinergia con il gruppo, all’interno di veri e propri “ambienti” che mettono a disposizione diversi strumenti comunicativi e di lavoro (email, webforum, wiki, ecc..), ossia spazi d’interazione sociale e di collaborazione, dove poter apprendere con gli altri seguendo la prospettiva teorica del costruttivismo sociale.

Questa seconda modalità formativa implica lo spostamento radicale della visione stessa di apprendimento, da una prospettiva di acquisizione di informazioni trasmesse dall’insegnante o da un esperto, verso la visione dell’apprendimento come costruzione di conoscenza: predisponendo compiti significativi per i partecipanti, progettando ambienti in grado di sostenere l’interazione collaborativa a distanza, valorizzando il ruolo centrale della comunità.

Tutto ciò è stato realizzato nel corso CQ in CR assumendo come strategia didattica di riferimento il CSCL (Computer Supported Collaborative Learning), che ha l’obiettivo di promuovere l’apprendimento collaborativo avvalendosi del supporto dell’informatica, mentre per la struttura didattica del percorso si è utilizzato il Webquest, un modello di lezione strutturata che permette un apprendimento “in situazione”, basato sul problemsolving, attraverso attività guidate (individuali e di gruppo), e utilizzo di materiali e risorse messe a disposizione in rete dai docenti.

In questa modalità la formazione a distanza diventa una valida alternativa rispetto alla formazione residenziale o sul campo, in particolare per argomenti a contenuto “aperto” (problematiche e percorsi di problemsolving clinici e assistenziali, confronti sulle pratiche professionali “peerreview”, ecc.), come senz’altro sono i controlli di qualità in Computed Radiography (CR).

I CQ in CR sono, infatti, un argomento di interesse in Fisica Sanitaria per la molteplicità di procedure spesso non standardizzate, per le quali occorre un confronto tra utilizzatori, su una serie di operazioni codificabili e descrivibili per passi successivi, per giungere ad una metodica di lavoro condivisa da applicare presso le proprie strutture.

OBIETTIVI

Gli obiettivi di far acquisire conoscenze teoriche, abilità tecniche e competenze di analisi, sono raggiunti attraverso la stesura di una griglia condivisa, elaborata da parte di ogni gruppo e cresciuta secondo un mandato definito con cadenza settimanale. La griglia completa, al termine del percorso formativo, contiene tutti i passaggi operativi messi effettivamente in atto e condivisi per la misura e la valutazione di ogni singolo parametro anche a documentazione della modifica dei comportamenti professionali.

METODI

Il corso in e-learning su questo tema e in modalità collaborativa, è stato rivolto a 29 Fisici sanitari, è durato 6 settimane con un confronto finale in aula e ha richiesto un impegno formale individuale di circa 3-4 ore alla settimana. Si è trattato di un percorso basato su attività pratiche da svolgere all’interno della propria struttura ospedaliera e per il quale sono stati coinvolti 10 tra ospedali e servizi territoriali della Regione Piemonte, equamente distribuiti a livello geografico. L’aula in rete (Moodle) è stata allestita in modo da favorire lo scambio, l'aiuto reciproco e la collaborazione tra colleghi. A tal fine i corsisti sono stati suddivisi in gruppi di lavoro e costantemente seguiti da tutor e docenti. La valutazione è stata condotta soprattutto in itinere: si è valutato il processo più che i prodotti finali e si è basata su 3 aspetti: partecipazione al percorso (sociogrammi), qualità del compito realizzato (griglia strutturata) e contenuti espressi (forum, wiki e test cognitivi).

STRUTTURA DEL PERCORSO:

Il corso è stato strutturato in sei settimane di lavoro e, per ciascuna settimana, veniva pubblicato sulla piattaforma un mandato molto preciso circa le azioni da intraprendere come singoli e come gruppo.

• I settimana : divisione in gruppi secondo le diverse tipologie CR in dotazione ai discenti (dopocompilazione di un questionario) – familiarizzazione guidata con la piattaforma informatica – consegnamateriale bibliografico (3 h)

• II settimana : lezioni digitali relative alle problematiche nell’acquisizione delle immagini per i controlli(a seconda dei dispositivi in dotazione) e all’elaborazione delle stesse per estrarre i parametri oggetto dicontrollo . (4h)Scambio con i docenti in momenti fissati.

● III settimana : lavoro di gruppo con obiettivo di condividere una metodica di acquisizione e estrazionedel file DICOM e di analisi delle immagini per il proprio sistema. Per problemi di tempo sono presi inconsiderazione solo tre o quattro parametri tra tutti quelli per cui è previsto un controllo di qualità. Dueparametri da discutere e analizzare uguali per tutti (Unformità del plate e Linearità della risposta) eulteriori uno o due parametri di cui il gruppo motiva la scelta. Compilazione di un WIKI. (3h)

● IV – V settimana: lavoro di gruppo con obiettivo di condividere le procedure, utilizzabili presso lapropria struttura, di valutazione dei parametri prescelti partendo da immagini campione prodotte con ilproprio sistema (auspicabile) o messe a disposizione da un archivio di un componente del gruppo o,nell’impossibilità delle due precedenti opzioni, fornite dai docenti (da valutare in itinere da parte dei tutora seconda della composizione dei gruppi). I docenti forniscono anche un eventuale strumento dielaborazione (IMAGEJ) con istruzioni (i corsisti possono avvalersi di loro strumenti). Compilazione di unWIKI con le procedure. Compilazione di un WIKI finale contenente un’introduzione generale sullapropria tecnologia a CR con le definizioni dei parametri specifici del sistema, le periodicità ipotizzate peri tre o quattro parametri analizzati dal gruppo e, infine, le procedure di controllo dei medesimi. (8h)

● VI settimana: incontro in aula presso l’A.O. Città della Salute e della Scienza di Torino con tutor edocenti. Nella prima ora i corsisti si sono conosciuti di persona e hanno rivisto i WIKI compilati al fine dipresentarli agli altri. Nelle due ore successive i gruppi hanno presentato a tutti il proprio lavoro,discutendo e valutando il corso. (3h)

di competenze dovuta all’applicazione sul campo dei contenuti teorici è stata valutata molto positivamente da tutti. Il corso è stato accreditato con 30 crediti ECM.

LIMITI

In questa tipologia di formazione a carattere collaborativo è difficile la valutazione delle competenze maturate individualmente nel percorso, soprattutto se i partecipanti iniziano con differenti gradi di "expertise" sull'argomento. La qualità dell'azione formativa è strettamente correlata alla qualità degli e-tutors e alla loro capacità di interpretare le funzioni istruttive proprie del ruolo. Assume importanza anche l'atteggiamento dei discenti nei confronti della metodologia, la loro motivazione a mettersi professionalmente in gioco nel confronto e nella collaborazione di gruppo; anche scarse competenze informatiche o difficoltà di accesso alle risorse messe a disposizione ( vedi blocchi predisposti dai vari CED aziendali) possono limitare una piena partecipazione.

CONCLUSIONI

Poiché la metodologia didattica CSCL è nata sfruttando l'esperienza (e in alcuni casi i software) maturata in ambito aziendale con il CSCW (Computer Supported Cooperative Work), questa tipologia di e-learning si presta quale strumento a supporto di gruppi di lavoro su tematiche specifiche per arrivare a documenti condivisi a livello regionale o nazionale con risultati efficaci e a bassi costi. Se i risultati di questa iniziativa formativa favoriranno l'elaborazione e la pubblicazione di linee guida a livello regionale, in tema di controlli di qualità in Computed Radiography, oltre che per l'aggiornamento professionale, potrà essere valutata positivamente anche per il raggiungimento di esiti nel campo del KM (Knowledge Management).

RISULTATI

Al termine del percorso formativo, il documento conclusivo contiene una introduzione generale sulla propria tecnologia a CR con le definizioni dei parametri specifici del sistema e riporta le procedure di produzione, estrazione e valutazione di immagini DICOM relative a 3 o 4 parametri oggetto di controllo di qualità, nonché le tolleranze e periodicità degli stessi. I parametri discussi e analizzati sono stati per tutti “uniformità del plate” e ”linearità della risposta”, mentre ulteriori uno o due parametri sono stati scelti in itinere. L'autovalutazione da parte dei partecipanti, positiva per il 91% (21 compilanti su 29), è stata condotta sui seguenti 5 livelli: 1) raccolta delle informazioni, 2) compilazione griglia e organizzazione del lavoro, 3) interpretazione e analisi dei materiali, 4) collaborazione nel gruppo di lavoro, 5) raggiungimento obiettivi. Un elemento di criticità riscontrato da tutti i corsisti è stata la sottovalutazione del tempo stimato da dedicare al corso che è stato, generalmente, superiore a quello previsto dal programma; di contro la reale acquisizione

Corso di Formazione a Distanza (FAD) in materia di Radioprotezione nelle attività sanitarie con accreditamento ECM – Progetto della Regione Toscana

Web Based Course on radiation protection for workers in the health care sector with CPD accreditation – A project of the Tuscany Region C. Fulcheri (1), S. Busoni (1) and C. Gori (1) (1) Health Physics Department, Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi, Firenze, Italy

Purpose: In the past years, Tuscany Region has promoted the realisation of a computer based radiation protection training course for all IR workers of the National Health Service within the Tuscany Region. In 2011 the “Radiation Protection in Health Care Sector – An Informative Manual” [1] has been released and about 7000 copies distributed on interactive CD-ROM and hard copy. The challenging goal was to provide the basic safety information in such a complex field, where people with very different education levels and duties work together, with the aim of fulfilling the specific educational requirements of Directive 96/29/EURATOM as introduced in the Italian legislation. As a next step, the goal of this project is the implementation of the Manual as a Web Based Course to make it accessible to a larger number of workers, possibly outside the Tuscany Region, on an e-learning platform and to make it part of the institutional CPD programme in any hospital. This project has been carried out by the Health Physics Department of Careggi University Hospital in cooperation with the Regional Laboratory for Health Care Education of the Tuscany Region (FORMAS).

Methods and materials: The material used for the Web Based Course is mainly the CD-ROM Manual. The FORMAS group was involved in the project and it has been charged with the analysis, implementation and maintenance of the course delivery platform, user registration and CPD accreditation issues.

Results: Three different courses have been designed to allow workers to access the material according to their competence profiles and specific educational needs. Two of them have CPD accreditation for medical doctors, physicists, radiology technicians, nurses. An online tutoring service has been created with the possibility for the learners to contact tutors through e-mail for questions or more information. In addition a Frequently Asked Question section has been added and is constantly updated.  

Conclusion: A radiation protection course namely “Radiation Protection in Health Care Sector – An Informative Manual” was implemented making it accessible to a large number of workers on an e-learning platform, allowing fast and effective widespread course delivery, at little cost. The course may be useful to fulfil the regulatory requirements on RP education.

References:

[1] Regione Toscana. La Radioprotezione nelle attività sanitarie – Manuale informativo. Regione Toscana Giunta Regionale, 2011.

Conoscere per migliorare: il punto di vista degli specializzandi.

G. Rinaldin1, F. Palorini

1, M. Favetta

2.

(1) Scuola di Specializzazione di Milano (2) Scuola di Specializzazione di Catania

INTRODUZIONE

La Scuole di Specializzazione in Fisica Medica (SSFM) hanno subito un radicale mutamento a causa della riforma

dell’ordinamento e del loro inserimento all’interno delle Scuole di Area Sanitaria. I singoli Atenei hanno però

recepito in maniera diversa le indicazioni del Ministero circa il nuovo assetto del corso di studi, portando così sotto

la stessa denominazione un’ampia varietà di percorsi formativi. Raccogliendo l’esperienza di realtà diverse e

l’opinione di un numero quanto più ampio possibile di specializzandi si è cercato di dare un contributo alla positiva

evoluzione delle SSFM. La percezione degli studenti, le loro attese e prospettive costituiscono uno strumento di

valutazione con un punto di vista preferenziale e competente sulle strategie da intraprendere in un’ottica di costante

miglioramento dell’offerta formativa.

MATERIALI E METODI

Gli studenti delle SSFM sono stati invitati a partecipare a questa indagine tramite mail, sfruttando i contatti

personali degli autori, e tramite il gruppo di fisica medica presente sul social network Facebook. Il questionario è

stato strutturato in 58 domande chiuse riguardanti sei argomenti principali: dati personali degli studenti, lezioni

frontali, tirocinio e formazione, domande generali sull’organizzazione della scuola, retribuzione degli

specializzandi, soddisfazione e aspettative. Le risposte alle domande erano a scelta multipla o con scale di

punteggio (da 1 a 5). Gli studenti hanno avuto, inoltre, la possibilità di lasciare delle osservazioni personali alla

conclusione del questionario. I dati raccolti sono quindi stati registrati su un database online e analizzati tramite

statistica descrittiva. Presentiamo i risultati più rilevanti.

RISULTATI e DISCUSSIONE

88 studenti provenienti da 13 delle 14 SSFM italiane hanno risposto al questionario, con una distribuzione tra le

varie scuole di specializzazione e i diversi anni di iscrizione come riportato nei grafici:

Il 55% degli interpellati (55%) è iscritto all’AIFM mentre il 27% ha intenzione di iscriversi una volta specializzato;

in totale più dell’80% dei frequentanti la SSFM si può stimare interessato a confluire nell’associazione. Il 3% degli

intervistati dichiara invece che non ha intenzione di iscriversi.

Corsi della Scuola

Il 92% degli studenti è occupato dalle lezioni almeno un giorno ogni due settimane e il 72% degli studenti dedica

almeno un giorno intero a settimana allo studio individuale.

Per quanto concerne il carico di lavoro dovuto alle lezioni allo studio individuale più di metà del campione ritiene

che siano adeguati (58% e 52% rispettivamente). Il 40% degli studenti indica che il personale docente della propria

SSFM è composto prevalentemente da universitari, mentre solo il 7% indica una composizione con prevalenza di

fisici medici.

Il livello dei corsi è ritenuto globalmente adeguato (il 69% degli studenti dà un punteggio pari a ≥ 3). Quando viene

chiesto se i corsi sono adeguati alla formazione di un fisico medico il livello di soddisfazione si abbassa (il 40%

degli studenti riporta un punteggio ≤ 2).

La maggioranza degli studenti (65%) suggerisce di ridurre il numero di corsi di base in favore di corsi specialistici

(34%) e attività sulle apparecchiature ospedaliere (34%) e indica, inoltre, che la figura più idonea a insegnare nella

Scuola di Specialità sia quella del Fisico Medico (65%).

Attività di tirocinio

Il grado di soddisfazione degli studenti cresce sensibilmente in merito all’attività di tirocinio: la maggioranza degli

studenti dichiara che l’attività di tirocinio è adeguata alla formazione di un fisico medico (il 76% dà punteggio ≥ 4)

e che nella struttura frequentata è presente una strumentazione adeguata (il 77% dà un punteggio ≥ 4):

Il 76% degli studenti ritiene che sia importante frequentare più di una struttura di tirocinio ma questo dato si

scontra col fatto che l’84% degli studenti ne ha frequentate al massimo due, di cui il 57% una sola. Domina

largamente la presenza di una sede principale, nonostante il 71% degli studenti preveda di frequentare almeno 2 o 3

sedi entro il termine della scuola, soltanto il 38% degli studenti pensa di frequentarne almeno 2 per più di sei mesi

continuativi.

E’ stato quindi chiesto agli studenti di valutare il proprio grado di autonomia nelle diverse aree di competenza del

fisico medico (radioterapia–RT, radiodiagnostica–RD, medicina nucleare–MN, radioprotezione–EQ): il numero di

aree di autonomia cresce con l’anzianità degli studenti ma solo una minima parte di essi (3%) si ritiene autonoma in

almeno 3 aree.

Si ha inoltre una netta prevalenza della radiodiagnostica (62%) e della radioterapia (52%) a scapito della medicina

nucleare (19% - MN) e della radioprotezione (14% - EQ).

A meno di un anno dalla specialità (2014) il 38% degli studenti non ha ancora avuto modo di frequentare tutti e 3 i

reparti di occupazione (Radiodiagnostica, Radioterapia, Medicina Nucleare).

L’impegno di tirocinio è percepito come totalizzante per la maggior parte degli studenti (79%), che lo considera

assimilabile ad un’attività lavorativa a tempo pieno. Il tempo che il tirocinio lascia allo studio è ritenuto in larga

misura inadeguato (l’82% dà uno score ≤ 3).

La tua attività di tirocinio può essere

assimilabile, come numero di ore e impegno, ad una attività lavorativa:

Quale retribuzione lorda annua ricevi per le

attività di tirocinio, in euro?

Quanto tempo viene dedicato, indicativamente,

allo studio individuale?

Organizzazione della Scuola

In merito all’organizzazione delle SSFM si segnala che la maggior parte degli studenti ritiene di non aver avuto

nessun aiuto da parte della scuola per l’inserimento nella sede di tirocinio (72% con punteggio ≤ 3, di cui il 29%

uguale a 1). In particolare, una percentuale non trascurabile di essi (10%) dichiara di avere avuto molte difficoltà a

trovare una struttura (3 su 3 Cagliari, 3 su 4 Napoli, 2 su 2 Roma TorVergata).

La maggior parte degli studenti (64%), inoltre, ritiene che il numero di specializzandi iscritti sia troppo elevato

rispetto al fabbisogno di fisici medici della Regione. Riportiamo in tabella i dati per regione:

Numero di studenti rispetto al fabbisogno regionale

Basso Giusto Alto

Campania 1 2 1

Emilia Romagna 1 2 0

LAZIO 1 6 3

Liguria 1 0 5

Lombardia 0 2 28

Piemonte 0 1 10

Sardegna 0 2 1

SICILIA 0 8 2

TOSCANA 1 3 5

Occupazione e retribuzione

Per quanto riguarda le prospettive di lavoro come fisico medico a tempo determinato e indeterminato: si mette in

conto un tempo di attesa di almeno 2 anni per un’assunzione a tempo determinato e di almeno 4-5 anni per

l’indeterminato (87% delle risposte, di cui il 51% oltre i 5 anni e il 10% mai). Soltanto il 28% dei rispondenti è

assegnatario di borse di studio da parte della Scuola, mentre le strutture di tirocinio forniscono un compenso o

integrano la borsa nel 45% dei casi. Esiste, però, una fetta rilevante di studenti (37 su 88, il 42%) che non riceve

alcuna sovvenzione, di questi 35 indicano una “retribuzione lorda annua per attività di tirocinio” inferiore a 5.000€.

E’ stata quindi posta una domanda di carattere generale in cui la maggior parte degli studenti dichiara che, tornando

indietro nel tempo si sarebbe iscritta ancora alla scuola (82%, di cui il 33% senza alcun dubbio).

CONCLUSIONI

Emerge una realtà variegata, disomogenea e frammentaria: dalla distribuzione geografica delle sedi, passando per

l’organizzazione dell’attività didattica e di tirocinio, fino ad arrivare alle forme di sostegno economico degli

specializzandi.

Il tirocinio costituisce nella maggior parte dei casi un impegno confrontabile con un lavoro a tempo pieno, per

alcuni una realtà secondaria rispetto a un carico didattico simile a quello della precedente laurea in Fisica: questo a

testimonianza del fatto che gli obblighi imposti dalle direttive ministeriali non sono universalmente applicati. Su

tutti spiccano i casi di Cagliari e Napoli, nei quali gli studenti lamentano il fatto di non essere stati accolti

adeguatamente dall’unica struttura di convenzionata presente in Regione.

La dipendenza economica dalle strutture di tirocinio è probabilmente un fattore rilevante nella divergenza tra il

desiderio di frequentare più sedi per ampliare e perfezionare la propria preparazione (76% score ≥ 4) e il fatto che

solo il 38% degli studenti pensa di poter frequentare almeno due strutture per un periodo di tempo superiore ai sei

mesi. I dati non sono stati riportati, ma forme di sostegno della spesa risultano carenti anche per favorire la

partecipazione a corsi e convegni; occasioni che oltre ad ampliare l’orizzonte formativo contribuiscono a strutturare

e rafforzare la rete di informazioni e relazioni sostenuta anche dalla proposta associativa dell’AIFM.

Si palesa in diverse forme tra gli studenti una grande preoccupazione per il futuro occupazionale: è dominante il

pessimismo sulla possibilità di trovare impiego in tempi ragionevoli, di rimanere nella struttura presso cui si è

svolto il tirocinio, di ottenere un contratto a tempo indeterminato.

Il questionario fornisce indicazioni su diversi percorsi possibili da intraprendere per alzare ancora il livello delle

SSFM: da una didattica meno pervasiva e più focalizzata su corsi strettamente inerenti all’attività di fisico medico a

una maggiore uniformità e coordinamento tra le diverse scuole, dalla necessità di sostenere economicamente il

percorso degli studenti all’opportunità di commisurare gli accessi alle SSFM alla reale offerta lavorativa; ha posto

le basi – inoltre – di una rete di contatti che potrà proficuamente essere integrata a quella dell’AIFM per sostenere

l’associazione partendo dal suo futuro: gli studenti.

RINGRAZIAMENTI

Ringraziamo tutti gli 88 studenti che hanno celermente risposto al questionario e che ci hanno così permesso di

portare al Congresso Nazionale dell’AIFM il punto di vista di una parte rilevante degli specializzandi in Fisica

Medica.