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Novena in preparazione alla festa di san Francesco d’Assisi 24 settembre 2 ottobre 2012 Francesco, uomo di fede uomo di pace O Signore, fadi me uno strumento della tua pace: dove è dubbio, ch'io porti la fede.

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Page 1: Francesco, uomo di fede uomo di pace - WebDiocesi° giorno L’esperienza della fede Canto: Alto e glorioso Dio (Canonici) Signore Gesù Cristo, Alto e glorioso Dio, illumina il cuor

Novena in preparazione alla festa di san Francesco d’Assisi

24 settembre – 2 ottobre 2012

Francesco, uomo di fede uomo di pace

O Signore, fa’ di me uno strumento della tua pace:

dove è dubbio, ch'io porti la fede.

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1° giorno L’esperienza della fede

Canto: Alto e glorioso Dio (Canonici)

Alto e glorioso Dio, illumina il cuor mio. Dammi una fede retta, speranza certa e carità. Dammi umiltà profonda scienza che non confonda. Nella tua conoscenza sarà la mia sapienza.

Signore Gesù Cristo, devoti ti adoriamo in tutte le tue Chiese sparse per tutto il mondo. Santissimo Signore a te ogni lode a amore, perché hai redento il mondo con la tua santa croce.

Ovunque, noi tutti, in ogni luogo, in ogni ora e in ogni tempo, ogni giorno e ininterrottamente crediamo veracemente e umilmente e teniamo nel cuore e amiamo, onoriamo adoriamo, serviamo, lodiamo e benediciamo, glorifichiamo ed esaltiamo, magnifichiamo e rendiamo grazie all’altissimo e sommo eterno Dio, Trinità e Unità, Padre e Figlio e Spirito Santo, Creatore di tutte le cose e Salvatore di tutti coloro che credono e sperano in lui e amano lui.

(cfr. Regola non bollata XXIII,11, FF 71)

Credo Domine, adauge nobis fidem! Oggi, noi siamo attenti soprattutto alle conseguenze che la ricerca e l’incontro di Dio suscitano in noi; quando vi riflettiamo e ne parliamo, noi insistiamo sull’esperienza soggettiva, su quello che avviene in noi, sul movimento del nostro essere verso il mistero. La prospettiva di Francesco è diversa; il suo sguardo è rivolto maggiormente verso l’oggetto dell’incontro; lui non parla di fede, ma di Dio. Per Francesco l’esigenza della ricerca e dell’incontro con Dio è al centro del progetto evangelico che egli vuole vivere e che propone ai suoi fratelli. In passato si era attenti soprattutto agli

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elementi in cui la sua fede si esprimeva in maniera visibile: evangelismo, povertà, presenza fraterna. Per quanto riguardava la fede stessa, la si riteneva del tutto naturale. Oggi, Francesco ci invita a scendere in profondità, a interrogarci sull’esperienza fondamentale su cui poggiava il suo impegno, e a costruire su di essa. Senza minimizzare altri aspetti importanti in cui si manifesta il carisma francescano, è necessario che oggi il radicalismo al quale ci si appella vada fino al suo limite estremo, al problema della fede. Al di là di ogni folclore, di ogni poesia, degli atteggiamenti sociali e politici, al di là della devozione, la parola decisiva che Francesco ci rivolge oggi è il problema della fede e dell’esperienza di Dio.

(Thaddée Matura, “Il progetto evangelico di Francesco d’Assisi oggi”, pp. 14.22).

Credo Domine, adauge nobis fidem!

silenzio tutti: Altissimo glorioso Dio, illumina le tenebre de lo core mio. E damme fede dritta, speranza certa e caritade perfetta, senno e cognoscemento, Signore, che faccia lo tuo santo e verace comandamento. Amen.

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2° giorno Fede nel sacramento dell’Eucaristia

Canto: Onnipotente Altissimo (Zimarino) Rit. Onnipotente, Altissimo Signore, è tua ogni lode ed ogni gloria e onore, che solo a te si posson tributare e nessun uomo ti può nominare. Laudato sii con tutte le tue creature, specialmente messer lo frate sole: porta di te significazione. Rit.

Tutti coloro che videro il Signore Gesù secondo l'umanità, ma non videro né credettero, secondo lo Spirito e la divinità, che egli è il vero Figlio di Dio, sono condannati. E così ora tutti quelli che vedono il sacramento, che viene santificato per mezzo delle parole del Signore sopra l'altare nelle mani del sacerdote, sotto le specie del pane e del vino, e non vedono e non credono, secondo lo Spirito e la divinità, che è veramente il santissimo corpo e il sangue del Signore nostro Gesù Cristo, sono condannati, perché ne dà testimonianza lo stesso Altissimo, il quale dice: «Questo è il mio corpo e il mio sangue della nuova alleanza [che sarà sparso per molti»]; e ancora: "Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue, ha la vita eterna». Ecco, ogni giorno egli si umilia, come quando dalla sede regale discese nel grembo della Vergine; ogni giorno egli stesso viene a noi in apparenza umile; ogni giorno discende dal seno del Padre sull'altare nelle mani del sacerdote. E come ai santi apostoli si mostrò nella vera carne, così anche ora si mostra a noi nel pane consacrato. E come essi con la vista del loro corpo vedevano soltanto la carne di lui, ma, contemplandolo con occhi spirituali, credevano che egli era lo stesso Dio, così anche noi, vedendo pane e vino con gli occhi del corpo, dobbiamo vedere e credere fermamente che è il suo santissimo corpo e sangue vivo e vero.

(cfr. Ammonizione I, FF 142.144)

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Credo Domine, adauge nobis fidem! Nel “sacramento del Corpo di Cristo” il nostro Redentore si fa presente per noi affinché noi lo scorgiamo nella fede, e nello spirito diventiamo una cosa sola con Lui e, credenti, attraverso di Lui raggiungiamo la salvezza. Per Francesco la vita cristiana culmina col diventare una sola cosa con il Dio-uomo Gesù Cristo nel “sacramento del Corpo di Cristo” che si fa presente sotto le specie del pane e del vino. Chi crede e vive ciò, è coinvolto nell’opera redentrice di Cristo. Credere significa consegnare se stessi per fidarsi completamente di Dio, darsi nelle sue mani, aprire nella piena fiducia a Lui il nostro cuore. Una fede simile si alimenta nel “sacramento del Corpo di Cristo”, nel quale tutto questo diventa per noi realtà, presenza per la nostra partecipazione e per il nostro aver parte. Qui, in questo sacrificio di culto noi dobbiamo vedere lo spirito e la divinità, cioè incontrarci con il nostro Dio! Il Signore stesso entra nella nostra vita, Egli si dona a noi, così che noi abbiamo con Lui la più profonda comunione di vita. Quale grazia! Quale amore di Dio per noi!

(Kajetan Esser, “Le ammonizioni di san Francesco”, pp. 20.22-23).

Credo Domine, adauge nobis fidem!

silenzio tutti: Altissimo glorioso Dio, illumina le tenebre de lo core mio. E damme fede dritta, speranza certa e caritade perfetta, senno e cognoscemento, Signore, che faccia lo tuo santo e verace comandamento. Amen.

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3° giorno Fede nelle chiese

Canto: Omnipotens (Di Fatta) Onnipotente, eterno, giusto, misericordioso Iddio, concedi a noi miseri di fare, per tua grazia, ciò che sappiamo che tu vuoi e di volere sempre e di volere sempre ciò che piace a te.

Affinché interiormente purificati nell'anima, illuminati ed accesi dal fuoco dello Spirito possiamo seguire le orme del Figlio tuo, il Signore nostro Gesù Cristo.

Onnipotente, eterno, giusto... E a te, o Altissimo, giungere con la tua grazia. Tu che vivi e regni glorioso nella Trinità perfetta e in semplice unità, Dio onnipotente per tutti secoli. Amen.

Onnipotente, eterno, giusto...

Il Signore mi dette tale fede nelle chiese, che io così semplicemente pregavo e dicevo: Ti adoriamo, Signore Gesù Cristo, anche in tutte le tue chiese che sono nel mondo intero e ti benediciamo, perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

(cfr. Testamento 4-5, FF 111)

Credo Domine, adauge nobis fidem! Francesco nel chiedere ai frati di osservare la povertà, l’umiltà e il santo Vangelo di Gesù Cristo, insiste che lo facciano nel seno della Chiesa e saldi nella fede cattolica. Nella liturgia Francesco è sempre stato definito “uomo cattolico e tutto apostolico, inviato da Dio a predicare il Vangelo di pace”. I frati hanno ereditato, così, da Francesco l’obbedienza e la sottomissione alla Chiesa, come garanzia della loro fedeltà al Vangelo. La fraternità dei Frati Minori vive la sua vocazione evangelica nel seno della Chiesa. Da essa riceve ed esprime la sua missione evangelizzatrice.

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Le Costituzioni Generali affermano: “I frati sappiano apprezzare il sommo valore della fede cattolica, che è dono di Dio. E, messo da parte ogni riguardo umano, professino lo loro fede con umiltà, con fortezza e con animo gioioso davanti a tutti”.

(Hermann Schaluck, “Riempire la terra del vangelo di Cristo”, pp. 48-49).

Credo Domine, adauge nobis fidem!

silenzio

tutti: Altissimo glorioso Dio, illumina le tenebre de lo core mio. E damme fede dritta, speranza certa e caritade perfetta, senno e cognoscemento, Signore, che faccia lo tuo santo e verace comandamento. Amen.

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4° giorno Fede nei sacerdoti Canto: Oratio crucis (Clarisse Cortona) A te levo il mio sguardo, a te che abiti nei cieli, a te levo il mio sguardo, tu conosci il mio cuore, altissimo Signore, glorioso Iddio mio, illumina le tenebre del cor mio. Dame fede dricta, speranza certa, carità perfetta, senno e cognoscemento, ch’io faccia lo tuo santo e verace mandato. A te levo il mio sguardo…

Il Signore mi dette e mi dà una così grande fede nei sacerdoti che vivono secondo la forma della santa Chiesa Romana, a motivo del loro ordine, che se mi facessero persecuzione, voglio ricorrere proprio a loro. E se io avessi tanta sapienza, quanta ne ebbe Salomone, e trovassi dei sacerdoti poverelli di questo mondo, nelle parrocchie in cui dimorano, non voglio predicare contro la loro volontà.

(cfr. Testamento 6, FF 112)

Credo Domine, adauge nobis fidem! Sappiamo che nei secoli XII e XIII non pochi movimenti evangelici, davanti a problemi e scandali esistenti nel seno della Chiesa, hanno preferito prendere posizione contro di essa. Ad essi sembrava che la Chiesa fosse infedele al Vangelo che volevano vivere. Francesco, pur cosciente di queste debolezze, volle restare in piena comunione con la Chiesa. Per lui, questa Chiesa costituiva ugualmente il luogo privilegiato ove risuonava l’autentica Parola di Dio e ove Gesù si manifestava nei suoi sacramenti. L’amore per il Vangelo e per l’Eucaristia, il rispetto per i sacerdoti e i prelati e lo stesso appello a questi ad essere santi, l’attenzione per il sacramento della penitenza, lo zelo per la “fede così come la tiene e la insegna la santa Chiesa romana” e la venerazione per la croce del Signore Gesù Cristo sono alcuni esempi di come Francesco volesse

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affidare il suo Ordine alla Chiesa e da essa ricevere amore, attenzione e protezione.

(Hermann Schalück , “Riempire la terra del vangelo di Cristo”, p. 49).

Credo Domine, adauge nobis fidem!

silenzio tutti: Altissimo glorioso Dio, illumina le tenebre de lo core mio. E damme fede dritta, speranza certa e caritade perfetta, senno e cognoscemento, Signore, che faccia lo tuo santo e verace comandamento. Amen.

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5° giorno Perseveranza nella fede

Canto: Salve Sancte Pater Salve, sancte Pater, patriæ lux, forma Minorum: virtutis speculum, recti via, regula morum: carnis ab esilio, duc nos ad regna polorum.

Tutti coloro che vogliono servire al Signore Iddio nella santa Chiesa cattolica e apostolica, e tutti i seguenti ordini: sacerdoti, diaconi, suddiaconi, accoliti, esorcisti, lettori, ostiari, e tutti i chierici, tutti i religiosi e tutte le religiose, tutti i fanciulli e i piccoli, i poveri e gli indigenti, i re e i principi, i lavoratori e i contadini, i servi e i padroni, tutte le vergini e le continenti e le maritate, i laici, uomini e donne, tutti i bambini, gli adolescenti, i giovani e i vecchi, i sani e gli ammalati, tutti i piccoli e i grandi e tutti i popoli, genti, razze e lingue, tutte le nazioni e tutti gli uomini d’ogni parte della terra, che sono e che saranno, noi tutti frati minori, servi inutili, umilmente preghiamo e supplichiamo perché tutti perseveriamo nella vera fede e nella penitenza, poiché nessuno può salvarsi in altro modo.

(cfr. Regola non bollata XXIII,7: FF 68)

Credo Domine, adauge nobis fidem! Con Francesco, come Vescovi accogliamo nella fede il saluto della pace che viene da Dio e, insieme da Assisi, lo rivolgiamo alla Chiesa e al paese: “Il Signore dia pace!”. Uniti alle nostre comunità cristiane confermiamo la volontà di vivere, come Francesco, per il Vangelo della pace, in comunione con Dio e tra di noi, a servizio degli uomini nella predilezione degli “ultimi”. Salutiamo da Assisi, i sacerdoti, i diaconi, i religiosi e le religiose. Salutiamo le famiglie francescane maschili e femminili, grati al Signore del servizio da

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sempre offerto alle comunità cristiane e sicuri della testimonianza di pace e di bene che vorranno ancora dare alla nostra gente. Salutiamo i laici dell’Azione Cattolica, delle associazioni e dei movimenti ecclesiali, i battezzati e gli uomini di buona volontà, comunque impegnati, con il prezzo della loro esistenza quotidiana, a promuovere giustizia e fraternità nel paese.

(dal Messaggio dei Vescovi italiani in occasione dell’VIII centenario della nascita di s. Francesco, 12 marzo 1982).

Credo Domine, adauge nobis fidem!

silenzio tutti: Altissimo glorioso Dio, illumina le tenebre de lo core mio. E damme fede dritta, speranza certa e caritade perfetta, senno e cognoscemento, Signore, che faccia lo tuo santo e verace comandamento. Amen.

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6°giorno Predicazione della pace nella fiducia

Canto: San Francesco (Spoladore) O Signore fa’ di me un tuo strumento, fa’ di me uno strumento della tua pace,

dov'è odio che io porti l'amore, dov'è offesa che io porti il perdono, dov’è dubbio che il porti la fede, dov’è discordia che io porti l’unione, dov’è errore che io porti verità, a chi dispera che io porti la speranza, dov’è errore che io porti verità, a chi dispera che io porti la speranza.

O Maestro, dammi tu un cuore grande, che sia goccia di rugiada per il mondo, che sia voce di speranza, che sia un buon mattino per il giorno di ogni uomo, e con gli ultimi del mondo sia il mio passo lieto nella povertà, nella povertà. (2 v.)

Il beato Francesco radunò i frati tutti insieme e disse loro: « Andate, carissimi, a due a due per le varie parti del mondo e annunciate agli uomini la pace e la penitenza in remissione dei peccati; e siate pazienti nelle persecuzioni, sicuri che il Signore adempirà il suo disegno e manterrà le sue promesse. Rispondete con umiltà a chi vi interroga, benedite chi vi perseguita, ringraziate chi vi ingiuria e vi calunnia, perché in cambio ci viene preparato il regno eterno». Ed essi, ricevendo con gaudio e letizia grande il precetto della santa obbedienza, si prostravano supplici davanti a san Francesco, che abbracciandoli con tenerezza e devozione diceva ad ognuno: «Riponi la tua fiducia nel Signore ed Egli avrà cura di te».

(cfr. Celano, Vita prima 29, FF 366-367).

Credo Domine, dona nobis pacem!

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Il nostro andare ad annunciare il Vangelo è segnato fortemente dallo spirito delle beatitudini. Ascoltiamo Francesco: “Esorto i miei frati nel Signore nostro Gesù Cristo, che, quando vanno per il mondo, non litighino, ed evitino dispute di parole, né giudichino gli altri; ma siano miti, pacifici e modesti, mansueti ed umili”. In altre parole, nell’andare dobbiamo lasciarci interpellare continuamente dalla singolare testimonianza del Poverello: “Tutta la sostanza delle sue parole mirava a spegnere le inimicizie e a gettare le fondamenta di nuovi patti di pace”. E’ la nostra epoca, dominata dalla paura e dalla diffidenza, che lo esige. E’ la Chiesa che lo attende. Tali attese devono provocarci ad essere pacifici, ad abbinare la beatitudine dei miti e degli operatori di pace a quella degli affamati e assetati di giustizia. Ma secondo la nostra vocazione che è “curare le ferite, fasciare le fratture, richiamare gli smarriti”, in modo che “tutti siano attirati alla pace, alla bontà, alla concordia della vostra mitezza”.

(Luigi Perugini, “In fraternità per evangelizzare”, pp. 16-17)

Credo Domine, dona nobis pacem!

silenzio tutti: Altissimo glorioso Dio, illumina le tenebre de lo core mio. E damme fede dritta, speranza certa e caritade perfetta, senno e cognoscemento, Signore, che faccia lo tuo santo e verace comandamento. Amen.

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7° giorno Vivere in pace con tutti

Canto: Le lodi di Dio, 4a strofa (Recalcati) Grande e ammirabile Signore, Dio onnipotente, misericordioso Salvatore. Sei la pace e la letizia la speranza e la giustizia Laudato si’, o mi’ Signore! Tu la perla più preziosa la bellezza e la mitezza. Laudato si’, o mi’ Signore! Laudato si’. Grande e ammirabile Signore, Dio onnipotente, misericordioso Salvatore.

Francesco voleva che i suoi figli vivessero in pace con tutti e verso tutti senza eccezione si mostrassero piccoli.

(cfr. Celano, Vita seconda 146, FF 730)

Credo Domine, dona nobis pacem! “Non abbiamo ancora fatto nulla. Incominciamo”. Francesco aveva capito la sua vera missione. La prova lo aveva maturato ed egli si era aperto alle profondità ultime dell’esperienza evangelica. Aveva superato la tentazione subdola e pericolosa che aspetta al varco ogni uomo ammaliato da un ideale: la tentazione catara o manichea. La tentazione della purezza a ogni costo: quella del lievito che per mantenersi puro rifiuta di unirsi all’impasto, quella del campo di grano che si vorrebbe mondo dalla zizzania. E’ la tentazione di separarsi dagli uomini mediocri e di ritirarsi nella solitudine per formare, con un piccolo resto, una fraternità di puri. Questa non è

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affatto la vita evangelica. Non si tratta di sognare una fraternità o una chiesa di puri, ma di accettare di vivere con i propri fratelli, con tutti i propri fratelli. Non solo con i giusti, ma anche con i mediocri e i peccatori. Non solo con chi gode di buona salute, ma anche con gli zoppi e gli storpi. E in mezzo a tutti essere testimoni dell’infinita pazienza di Dio, del suo perdono inesauribile e della sua grazia sempre nuova. Quando si rende questa testimonianza, il Regno di Dio inizia qui e ora: la luce del Vangelo brilla nell’ombra del mondo.

(Eloi Leclerc, “Francesco un sogno da Assisi”, pp. 57-58).

Credo Domine, dona nobis pacem!

silenzio tutti: Altissimo glorioso Dio, illumina le tenebre de lo core mio. E damme fede dritta, speranza certa e caritade perfetta, senno e cognoscemento, Signore, che faccia lo tuo santo e verace comandamento. Amen.

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8° giorno Intercedere la pace Canto: Canto delle creature (Mancinoni) Laudato si’ mi’ Signore, per frate sole, sora luna, frate vento, il cielo e le stelle per sora acqua, frate focu. Rit. Laudato si’ mi’ Signore per la terra e le Tue creature (2x)

Laudato si’ mi’ Signore quello che porta la Tua pace, e saprà perdonare, per il Tuo amore saprà amare. Rit. Laudato si’ mi’ Signore per la terra e le Tue creature (2x)

Quando i frati arrivarono ad Arezzo, l’intera città era in preda allo sconvolgimento e alla guerra civile, giorno e notte, a causa di due fazioni che si odiavano a vicenda da lungo tempo. Vedendo questo, e udendo tanto strepito e clamore di giorno e di notte, il beato Francesco, mentre alloggiava nell’ospedale di un borgo fuori città, gli parve in visione che i demoni esultassero di quanto accadeva ed incitassero tutti gli abitanti a distruggere la loro città con il fuoco e altri mezzi pericolosi. Perciò, mosso a compassione di quella città, si rivolse a frate Silvestro, che era sacerdote, uomo di Dio, di grande fede, di stupenda semplicità e purità, ch’egli venerava come santo, e gli disse: “Va’ dinanzi alla porta della città e a voce alta comanda ai demoni che escano tutti da questa città”. Frate Silvestro si alzò e andò davanti alla porta della città, dove gridò a gran voce: “Lodato e benedetto sia il Signore Gesù Cristo! Da parte di Dio onnipotente e in virtù della santa obbedienza del santissimo padre nostro Francesco, io comando a tutti i demoni di uscire da questa città!”. E per la misericordia di Dio e la preghiera del beato Francesco, avvenne che gli abitanti di Arezzo tornarono poco dopo, senza bisogno di alcuna predicazione, a pace e concordia.

(cfr. Compilazione di Assisi 108, FF 1660)

Credo Domine, dona nobis pacem!

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Francesco fece della pace il cuore del suo messaggio. In ogni suo sermone, prima di comunicare la parola di Dio al popolo, augurava la pace, dicendo: “Il Signore vi dia pace!”. Questa predicazione divenne ben presto un impegno concreto contro le guerre che imperversavano nelle città italiane. Ad Arezzo si impegnò nella preghiera insieme al compagno frate Silvestro contro i demoni della guerra che sconvolgevano quella città. Francesco mostra di avere piena consapevolezza che la guerra nasce dal cuore degli uomini e che quindi la prima pace da ricercare è la vittoria su ogni forma di odio e di risentimento. Questa mitezza evangelica, cui è promessa in eredità la terra intera, non è però una forma di spiritualismo disincarnato. La scelta di pace di Francesco parte dalla compassione verso le vittime. Egli paragonava la ricerca della pace alla cura dei malati: “La pace che annunziate con la bocca, abbiatela più copiosa nei vostri cuori. Non provocate nessuno all’ira o allo scandalo, ma tutti siano attirati alla pace, alla bontà, alla concordia dalla vostra mitezza. Questa è la nostra vocazione: curare le ferite, fasciare le fratture, richiamare gli smarriti”.

(Marco Bartoli, “Chiara, una donna tra silenzio e memoria”, pp. 128-129)

Credo Domine, dona nobis pacem!

silenzio tutti: Altissimo glorioso Dio, illumina le tenebre de lo core mio. E damme fede dritta, speranza certa e caritade perfetta, senno e cognoscemento, Signore, che faccia lo tuo santo e verace comandamento. Amen.

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9° giorno Custodire la pace

Canto: Sia laudato San Francesco (Laudario cortonese) Sia laudato San Francesco, quel che apparve in Crocefisso; come il Redentore. A Cristo fu configurato; delle piaghe fu segnato; sol perché aveva portato impresso al core il suo amore.

Sia laudato… Alla Verna al monte santo stava il Santo con gran pianto; il qual pianto gli muta in canto il Serafin consolatore. Sia laudato…

Beati i pacifici, poiché saranno chiamati figli di Dio. Sono veri pacifici coloro che in tutte le cose che sopportano in questo mondo, per l'amore del Signore nostro Gesù Cristo, conservano la pace nell'anima e nel corpo.

(Ammonizione XV, FF 164)

Laudato si', mi' Signore, per quelli ke perdonano per lo Tuo amore e sostengo infirmitate e tribulazione. Beati quelli ke 'l sosterrano in pace, a da Te, Altissimo, sirano incoronati.

(cfr. Cantico di frate Sole, FF 263)

Credo Domine, dona nobis pacem!

Chi augura la pace e non ospita i semi della pace dentro di sé è uno che desidera la pace, ma non un pacificatore. Una tale persona non trasmette un dono ricevuto da Dio. Il segreto di Francesco quale pacificatore era che egli lasciava che fosse Dio dentro di sé a portare la pace a coloro che incontrava. Francesco invitò i suoi frati a non entrare in dispute nella loro predicazione e ad essere gentili, pacifici, sottomessi, cortesi ed umili. Non dimenticava che la pace tra le

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persone è solo un aspetto della riconciliazione universale tra gli esseri umani e la terra, e tra queste realtà e il loro Creatore. Egli aggiunse una strofa sul perdono del prossimo nel suo Cantico delle Creature: “Laudato si’, mi’ Signore, per quelli ke perdonano per lo Tuo amore”. L’amore è ancora possibile, nonostante tutte le ombre di morte che ci opprimono. Quando tutti gli argomenti della ragione sono insufficienti a portare la pace, non vi è altra strada da seguire che quella del perdono.

(Ambrose Van Si e Alain Richard in “Strumenti di pace”, p. 81 e p. 101).

Credo Domine, dona nobis pacem!

silenzio

tutti: Altissimo glorioso Dio, illumina le tenebre de lo core mio. E damme fede dritta, speranza certa e caritade perfetta, senno e cognoscemento, Signore, che faccia lo tuo santo e verace comandamento. Amen.

Monastero Santa Chiara

Cortona (AR)