francis galton il ritratto compsito

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 11 ritratto com~osito di FRANCIS GALTON Per superare la difficoltà di ottenere volti realmente rappresen- tativi, ho ideato il metod o del rit rat to composito, che stato spiegato di recente in molte occasioni, e di cui si troverà una presentazione complet a nel17Appendice A l La descrizione del mio primo procedi- mento, ora scartato, renderà più facilmente comprensibile i l principio sui cui si basa la realizzazione dei ritratti compositi. I1 procedimento consisteva in questo. (1) Ho raccolto ritratti fotografici di persone di- verse, ma tutte fotografate nello stesso modo (cioè frontalmente) e con le medesime condizioni di luce e di ombra (cioè con la luce proveniente da destra). 2) Ho ridotto fotograficamente i ritratti allo stesso for- mato usando come scala la distanza tra due punti di riferimento nei lineamenti; per esempio la distanza verticale tra due linee parallele, di cui una passava al centro delle pupille degli occhi, e l altra fr a le labbra. 3 ) Ho sovrapposto i ritratti come le pagine successive di un libro, in modo che i lineamenti di ogni ritratto venissero a trovarsi di fronte a quelli del ritratto precedente con la massima esattezza con- sentit a dal caso specifico: l occhio di fronte all occhi o, la boc ca di fronte alla boc ca. Per questo ho me ss o uno dopo l altro i ri tra tti contr o la luce, li ho sistemati, e ho poi fissato ciascuno al precedente con una striscia di carta gommata su uno dei margini. I n questo modo ho ottenuto un libro con ogni pagina formata da un ritratto, e con ogni ritratto posto esattamente di fronte ad un altro. 4 ) Ho fissato il libro al muro in modo da poter girare le pagine in successione, con o ni ritratto bene in piano e pienamente esposto alla luce. (5) Ho puntato l apparecchio foto grafi co sul libro fissato saldamente, e vi ho inse- 6 ) dopo l altra senza muovere l apparecchio, ma mettendo il cappuccio sull obbiettivo mentre girav o le pagine : in questo modo l immagi ne di ogni ritratto successivo veniva proiettata sulla stessa zona della lastra sensibile. l L Appendice contiene tre articoli di Galton sul ritratto composito precedente- mente pubblicati su riviste o letti in occasione di conferenze. In particolare: Composite portraiture, conferenza del 1878 presso I Anthropological Institute; Generic Images, n Proceedings of the Ro :v al In st itu tio n, 5 aprile 1879; Composite portraiture, conferenza del 1881 presso la Photographic Society. [NdT]

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11 ritratto com~osito

di FRANCIS GALTON

Per superare la difficoltà di ottenere volti realmente rappresen-

tativi, ho ideato il metodo del ritratto composito, che è stato spiegato

di recente in molte occasioni, e di cui si troverà una presentazione

completa nel17Appendice A l . La descrizione del mio primo procedi-

mento, ora scartato, renderà più facilmente comprensibile il principio

sui cui si basa la realizzazione dei ritratti compositi. I1 procedimento

consisteva in questo. (1)Ho raccolto ritratti fotografici di persone di-

verse, ma tutte fotografate nello stesso modo (cioè frontalmente) e con

le medesime condizioni di luce e di ombra (cioè con la luce proveniente

da destra). (2) Ho ridotto fotograficamente i ritratti allo stesso for-

mato usando come scala la distanza tra due punti di riferimento nei

lineamenti; per esempio la distanza verticale tra due linee parallele,

di cui una passava al centro delle pupille degli occhi, e l'altra fra le

labbra. (3 ) Ho sovrapposto i ritratti come le pagine successive di un

libro, in modo che i lineamenti di ogni ritratto venissero a trovarsi di

fronte a quelli del ritratto precedente con la massima esattezza con-

sentita dal caso specifico: l'occhio di fronte all'occhio, la bocca di

fronte alla bocca. Per questo ho messo uno dopo l'altro i ritratti contro

la luce, li ho sistemati, e ho poi fissato ciascuno al precedente con

una striscia di carta gommata su uno dei margini. I n questo modo ho

ottenuto un libro con ogni pagina formata da un ritratto, e con ogni

ritratto posto esattamente di fronte ad un altro. (4) Ho fissato il libro

al muro in modo da poter girare le pagine in successione, con ogni

ritratto bene in piano e pienamente esposto alla luce. (5) Ho puntato

l'apparecchio fotografico sul libro fissato saldamente, e vi ho inse-

rito una lastra sensibile. (6 ) Ho cominciato a fotografare una paginadopo l'altra senza muovere l'apparecchio, ma mettendo il cappuccio

sull'obbiettivo mentre giravo le pagine: in questo modo l'immagine di

ogni ritratto successivo veniva proiettata sulla stessa zona della lastra

sensibile.

l L'Appendice A contiene tre articoli di Galton sul ritratto composito precedente-mente pubblicati su riviste o letti in occasione di conferenze. In particolare: Compositeportraiture, conferenza del 1878 presso I'Anthropological Institute; Generic Images, inProceedings of th e Ro:val In st itu tio n, 25 aprile 1879; Composite portraiture, conferenza

del 1881 presso la Photographic Society. [ N d T ]

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A ogni ritratto era concessa solo una frazione dell'esposizione ne-

cessaria per una buona foto. Supponiamo che fossero necessari 20 se -

condi, con 10 ritratti da fotografare. In questo caso al singolo ritratto

sarebbero stati attribuiti due secondi, dunque 20 secondi per il totale

dei ritratti. Questo il principio di base del processo. I dettagli del pro-cedimento che uso ora sono diversi e complessi. Chi è interessato a

conoscerli può trovarne una spiegazione dettagliata nel19Appendice.

I1 risultato del ritratto composito è di porre in evidenza tutti i

tratti comuni, lasciando soltanto un fantasma di traccia delle pecu-

liarità individuali. Tutti i volti hanno tratti comuni così numerosi che

il ritratto composito, quando è formato da molti componenti, non è

affatto un'immagine confusa; ha già immediatamente la sembianza di

una composizione ideale.

È forse utile dire che, quando prendo un qualche piccolo insieme

di ritratti selezionati casualmente, mi riesce di solito facile suddividerli

in cinque gruppi, quattro dei quali presentano abbastanza somiglianzeper altrettanti compositi di una certa chiarezza, mentre il quinto è

costituito da volti troppo incongrui fra loro per essere raggruppati in

un'unica classe. Per quanto riguarda i ritratti di fratelli e sorelle, riesco

di solito a metterne con successo la maggior parte in un unico gruppo.

Nella piccola raccolta di ritratti compositi riprodotta nell'illustra-

zione (fig. l ) , ho selezionato di proposito molti di quelli precedente-me nte pubblicati, d i cui ho varie volte esposto in un form ato più grande

gli originali insieme ai loro componenti, per eliminare ogni dubbio

intorno alla genuinità del risultato. Coloro che li vedono per la prima

volta possono credere che un unico volto dominante abbia sopraffatto

gli altri, e che perciò questi ritratti siano compositi soltanto di nome.

Quando tuttavia vengono esaminati i dettagli, questa obiezione sparisce.

Certo una foto scorretta può far si che un volto predomini sugli altri,

ma con la dovuta attenzione e le accortezze illustrate nell'Appendice,

questo non accade. Mostrando ad amici i ritratti compositi e i relativicomponenti, mi sono spesso divertito quando veniva espressa con forzala convinzione che era evidente la predominanza di un volto, salvo

dover poi registrare il disaccordo di tutti quando chiedevo di indicarmiil volto dominante. Si è dato anche il caso di un ritratto composito

che, una volta ripetuto senza il componente che sembrava prevalere

eccessivamente, risultava m olto simile al precedente, a dim ostrazione cheil motivo della somiglianza stava nel fatto che il ritratto eliminato era

molto prossimo all'immagine media ideale degli altri.

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Rispetto ai compositi grandi dei quali sono la riduzione, questiritr att i com positi piccoli offro no un'idea migliore delle potenzialità ulti-

me del processo. Nei primi, i fantasmi delle peculiarità individuali sono

più visibili, e di solito un esame attento permette di identificare le

tracce eguali lasciate da ciascuno dei membri di un gruppo di dimensionimoderate. È: invece difficile poterlo fare per le immagini dell'illustra-

zione, se non con una luce molto buona e per un numero ristretto

di casi. D'altra parte, le immagini più grandi non contengono rispetto

alle piccole un maggior numero di dettagli significativi.

Descrizione dei ritratti compositi

I1 medaglione di Alessandro Magno è stato realizzato combinandole immagini di sei diverse medaglie, con l'obiettivo di ottenere il tipodi lineamenti che i loro autori concordavano nel desiderare di attri-

buirgli. Gli originali sono stati gentilmente selezionati per me da

R. Stuart Poole nella collezione del British Museum. Questo ri-

tratto è stato uno dei primi da me realizzati, ed è stato riprodotto

insieme ai suoi componenti nel Journal of the Royal Institution, per

illustrare una mia conferenza in quella sede nell'aprile del 1879 . Con

questa procedura, mi sembra sia possibile molto più che in altri modi

ottenere le reali sembianze di un uomo. Ogni artista fa degli errori,ma combinando i lavori scrupolosi di molti artisti, i loro errori reci-

proci spariscono e rimane ciò che è comune all'insieme delle loro opere.

Lo stesso avviene per le fotografie diverse di una stessa persona: ven-

gono eliminate quelle espressioni momentanee e accidentali che una

fotografia normale, con una esposizione breve, non può evitar di regi-

strare. D'altra parte, va perduto anche ogni momentaneo tratto felice

dell'espressione. I1 ritratto composito riproduce i lineamenti in stato

di quiete.

I1 dittico successivo di ritratti compositi (il frontale e il profilo)

non è mai stato pubblicato prima. I1 suo interesse risiede principal-mente nel fatto che le immagini sono state ottenute da due soli com-

ponenti. Esso mostra come stranamente perfino due volti con una

somiglianza familiare non accentuata possano fondersi in uno solo. Una

lettera del padre delle due ragazze, egli stesso fotografo, ci segnalache in questo caso nessuno dei due volti predomina:

« Sono estremamente grato per i molto curiosi e interessanti ritratti

compositi delle mie due figlie. Poiché conosco cosi bene i loro volti, sono

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rimasto molto colpito quando ho aperto la lettera. Ho messo sul tavolouno dei due ritratti frontali per farlo trovare casualmente alla madre. Leiha detto: "Quando hai fatto questo ritratto ad A? Quanto somiglia a B!O è B? Non mi ero mai accorta prima che si somigliassero tanto". Moltepersone sono rimaste interdette quando hanno dovuto dire se si trattava

del profilo di A o di B. Ne ho fatto poi vedere uno ad un amico che nonvedeva le ragazze da anni, e ha detto: "È sicuramente qualcuno dellafamiglia, ma non so chi" ».

H o fatto molti altri ritratti fam iliari. Ai m iei occhi sembrano

grandi successi, ma devo ammettere onestamente che le persone i cui

ritratti si fondono nel composito, non paiono quasi mai interessarsi

al risultato, se non come ad una curiosità. Siamo tutti inclini ad af-

fermare la nostra individualità, ci ancoriamo a noi stessi e ci oppo-niamo all'idea di essere mescolati con altri in modo indiscriminato.

È lo stesso sentimento espresso da chi risiede in una strada di peri-feria, ma insiste a chiamare la propria casa villa e ad attribuirle nomi

di fantasia, rifiutando per quanto gli è possibile di indicarla sempli-

cemente con il numero civico della strada.

L'ultima immagine della fila superiore mostra la facilità con cui

giovane e vecchio, maschile e femminile, si combinano e formano

un'immagine efficace. In questo caso i componenti sono il padre, la

madre, due figli e du e figlie. H o mostrato l'originale, e i ritratti da cuideriva, nel febbraio 1882 alla Loan Photographic Exibition, presso la

Society of Arts. H o anche inviato copie dell'originale a diversi foto-grafi dilettanti, insieme ad una lettera circolare che li invitava a chie-

dermi gruppi familiari a scopo sperimentale, per verificare fino a

che punto il procedimento fosse adeguato per i ritratti di famiglia.

La fila di ritratti centrale illustra la salute, la malattia e la crimi-

nalità. Per la salute, ho combinato i ritratti di dodici ufficiali dei Royal

Engineers con un numero pressoché eguale di ritratti di soldati sem-plici, fotografati per me dal Tenente R. E. Darwin. Gli individui dai

quali è stato ricavato questo ritratto composito, che non è risultato

chiaro quanto avrei voluto, differivano considerevolmente nei linea-me nti e provenivano da zone diverse dell'Inghilterra. G li elementi che

avevano in comune erano i requisiti mentali e fisici richiesti per essere

ammessi in quel reparto scelto, e una origine in genere britannica.

I1 risultato è un composito che esprime un vigore, una determinazione,

una intelligenza e una franchezza considerevoli. H o esposto sia que sto,

sia altri realizzati rispettivamente a partire dagli ufficiali, dall'intera

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raccolta di ritratti di soldati semplici- rentasei - da quella parte

di essa utilizzata per il composito presentato qui.

Questo volto e le qualità che connota ci suggeriscono probabil-

mente la direzione nella quale il ceppo della razza inglese può esser mi-

gliorato più facilmente. Inerisce alla nozione di razza l'esistenza di una

qualche forma idealtipica dalla quale gli individui possono deviare in

tutte le direzioni, ma intorno alla quale tendono ad aggregarsi, e intorno

alla quale anche i loro discendenti continueranno ad aggregarsi. La dire-

zione più facile per il miglioramento di una razza muove verso questo

tipo centrale, perché non vi è nulla di nuovo da cercare. È solo neces-

sario incoraggiare per quanto possibile il ceppo di coloro che si con-

formano di più al tipo centrale, e limitare quanto più possibile il ceppo

di coloro che deviano in modo rilevante da questo tipo. Ora, difficil-mente può esservi un metodo più appropriato del ritratto composito

per individuare il tipo fisiognomico centrale di una qualsiasi razza o

gruppo.

In contrappunto al ritratto dei Royal Engineers, presento due com-

positi dei tipi di volto grossolani e bassi che si possono reperire nelle

classi criminali. Le foto da cui sono stati realizzati provengono da due

grandi gruppi. I1 primo, di uomini che hanno subito gravi condanne

per assassinio o altri crimini violenti; il secondo, di ladri. Sono ristampe

di foto fatte per ordine delle autorità carcerarie a scopo di identifica-

zione. Mi è stato permesso di ottenerne delle copie da usare nelle mie

ricerche, per gentile concessione di Sir Edmund Du Cane, Direttore

delle prigioni di Sua Maestà. Gli originali e i componenti di questi

ritratti compositi sono stati esposti spesso. La stabilizzazione di tipi

criminali sufficientemente distinti che si riproducono all'interno del loro

gruppo è purtroppo un dato di fatto. Essi costituiscono una delle più

tristi deturpazioni della civiltà moderna. Tornerò in seguito su questo

punto.Ho fatto numerosi ritratti compositi di gruppi diversi di detenuti

che sono interessanti in negativo piuttosto che in positivo. Essi pro-

ducono volti scarsamente significativi, sui quali non è scritta alcuna

malvagità. I volti individuali sono abbastanza malvagi, ma in modi di-

versi; una volta combinati insieme, le peculiarità individuali scompaiono

e tutto ciò che resta è una comune umanità di tipo inferiore.

I ritratti restanti illustrano l'applicazione del processo allo studio

della fisionomia della malattia. Sono stati pubblicati un anno fa con

molti altri, insieme a diversi dei ritratti individuali dai quali sono stati

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ricavati, in una memoria scritta insieme al Dott. Mahomed e pubblicatanel vol. XXV dei Guy's Hospital Reports. Gli originali e tutti i com-

ponenti sono stati esposti in diverse occasioni.

Nella zona inferiore dell'illustrazione si troveranno tre compositi,

ognuno derivato da un ampio numero di volti, selezionati esclusiva-mente sulla base della malattia di cui soffrivano. Quando si usano solopochi ritratti, deve esserci tra loro una certa somiglianza, altrimenti il

risultato sarà confuso; ma qui, avendo usato rispettivamente 56, 100

e 50 casi, la combinazione di un qualsiasi gruppo eterogeneo dà luogo

ad un'espressione ideale.

Si noterà che il ritratto composito dei 56 volti femminili è stato

otte nu to fondendo a ltri due compositi, entram bi riportati q ui (fig. 2 ). La

storia è questa- o preso i 5 6 ritratti e li ho ordinati in due gruppi; nelprimo ne ho inseriti 20 che indicavano una tendenza a lineamenti fini,

nel secondo 36 che indicavano invece una tendenza a lineamenti grossi.

H o poi realizzato da ciascun gruppo i ritratti compositi che si vedono

nella figura. Si può osservare che, nonostante il tentativo di formare

due gruppi differenziati, i casi mediocri sono talmente numerosi che i

compositi dei due gruppi risultano molto vicini. Come so per lunga

esperienza, se avessi diviso i 56 componenti in due gruppi casuali, il

risultato sarebbe stato molto simile. Si osserverà che il ritratto co-com-

posito ha un'espressione intermedia. La prova e la misura della veritàstatistica stanno nel grado di concordanza tra i risultati ottenuti dasottoinsiemi diversi di esempi della stessa classe generica. Da questi

esempi si deduce che il ritratto composito può giungere all'invarianza

statistica, entro limiti non facilmente distinguibili a occhio nudo, dopo

che siano stati combinati circa 30 ritratti casuali della stessa classe.

Questo almeno è quanto mi è stato dato di sperimentare finora.

I due volti che illustrano lo stesso tipo di malattia tubercolare

sono molto impressionanti; quello in alto è fotograficamente interes-sante come caso di predominanza di una caratteristica specifica, che

per fortuna non distorce il volto ideale malaticcio. Una delle pazientiportava una sciarpa a quadri bianchi e neri molto marcati, il cui motivosi è reso eccessivamente presente nel ritratto composito. In questi casi

sfoco leggermente l'immagine troppo nitida. L'Appendice descrive il

modo in cui la diversa luminosità dei ritratti viene ricondotta a uno

standard uniforme di illuminazione.

Deve esser chiaro che questi ritratti non pretendono di offrire il

panorama completo della fisionomia della tisi. Mi manca qui lo spazio

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per illustrare gli altri tipi, in particolare quello con i lineamenti gros--solani e bolsi, o il tipo dello scrofoloso, oppure qualcuno dei tipi inter-

medi. Li ha studiati soprattutto il Dott. Mahomed nella memoria ci-

tata sopra.

Per gli esperimenti con i compositi ho selezionato migliaia di foto,

e sono stato colpito da alcune impressioni generali. I1 gruppo dei pazienti

tubercolotici comprendeva molte centinaia di casi, tra i quali una per-

centuale ragguardevole di esemplari di una umanità molto ignobile.

Alcuni erano scrofolosi e deformi, o soffrivano di varie forme disgu-

stose di malattie ereditarie; la maggior parte erano malnutriti. Tuttavia,

nello studiare i loro ritratti prevaleva un interesse pietoso, e tornavo

giorno d opo giorno al mio noioso lavoro d i classificazione con un

sentimento di affetto verso i miei materiali. Le cose sono andate abba-stanza diversamente con i criminali. Per qualche tempo non ho colto

adeguatamente il degrado della loro espressione; alla fine la sensazione

di questo degrado si è impadronita di me con forza, e ora non posso

maneggiare i loro ritratti senza costringermi con uno sforzo a superarel'avversione che mi suscitano.

Sono sicuro che il metodo del ritratto composito apre un fertile

campo di ricerca per gli etnologi, ma, data la difficoltà a reperire i

materiali necessari, trovo molto difficile fare qualcosa da solo. Come

regola, gli individui devono essere fotografati appositamente. I ritrattirealizzati da artisti vengono fatti da ogni possibile prospettiva, e con

ogni possibile condizione di luce e di ombra, ma per il composito la

prospettiva e l'ombra devono rimanere costanti. I ritratti di gruppo

potrebbero andar bene, se non fosse che la forte luce degli esterni neiquali vengono fotografati necessariamente, provoca effetti indesiderati

sull'espressione dei volti. I1 loro formato è inoltre troppo piccolo per

poterne ricavare ingrandimenti nitidi. Non occorre che il formato delle

foto sia uniforme, perché la mia apparecchiatura riduce e ingrandiscele immagini men tre le sovrappone; ma i ritra tti delle teste non dovrebbe-

ro mai essere inferiori a due volte la misura della Regina sul mezzo penny.Spero veramente che i fotografi dilettanti vogliano sperimentare in

modo serio il ritratto composito su differenti sottotipi delle varie razze

di uomini. Da parte mia, ho già dedicato al perfezionamento e alla spe-rimentazione del procedimento più tempo di quanto avrei potuto per-mettermi.

NOTA: Questo scritto è la traduzione del capitolo The Composite Portrait in F.

Galton, Inquiries into human faculty and its development, J . M . Dent & sons, London,1907, pp. 6-13.